OligarkiaCentraffrikkanItaliota.71. Ora, pure gli italioti han fatto d’Ahmadinejad, una macchietta, un “grande “dittatore”
by Georg Rukacs
Ahmadinejad. Una macchietta. Osservatelo. Un agitprop, non so se abile. Dovrei ascoltarlo e capirlo in persiano, cosa che per ora non posso. Certo, il messaggio che vuole far arrivare lo fa più o meno arrivare. Forse, più meno che più perché, nonostante i suoi sforzi, la macchina della disinformazione mondiale lo traduce come crede ed, in genere, sembrerebbe, non fedelmente. Lui dice che Israele s’avvia verso l’autodistruzione. I media traducono che vuole distruggere Israele. In realtà, all’Iran non gliene frega nulla d’Israele. Il gioco è un altro. I nemici sono altri.
Ora, pure a Roma, “merito” della tribuna della FAO, l’hanno fatto divenire un grande e terrible dittatore. Che abbia un grande potere reale proprio non sembrerebbe. Più che altro fa l’agitprop d’una frazione, neppure maggioritaria, neppure di quella religiosa, dell’Iran.
L’Iran è una democrazia a supervisione religiosa dove va un po’ tutto per conto suo. Un capo del governo, tale è il “Presidente” ad elezione diretta Ahmadinejad, non ha un grande potere reale. Infatti, chiacchiera sempre, troppo per uno che sia troppo occupato in altre questioni. Gira pure troppo il mondo. Pensando agli USA, potrebbe essere più un Segretario di Stato, un super Ministro degli Esteri in Europa, che un Presidente d’una Repubblica Presidenziale all’Americana.
Infatti l’Iran non è tale. L’Iran è un paesi di 65 milioni d’abitanti, di dimensioni superiori all’Alaska, che è piuttosto grande, più di due volte e mezza la Francia, ricco di risorse naturali. Definito semplicisticamenre Repubblica Teocratica, si deve sempre vedere più in dettaglio quello che ciò significhi.
Nell’ordine Costituzionale iraniano, v’è un Capo dello Stato (il Leader Supremo) ed un governo a base parlamentare con Presidente (del governo) ad elezione diretta. Tuttavia, nella formazione del governo, vi sono forme di supervisione da parte del Capo dello Stato in ministeri chiave. Inoltre, il potere esecutivo va ben oltre il governo formale. In Iran, sono considerate parti del potere esecutivo, parte del governo, 1) L’assemblea degli Esperti (Majles-Khebregan), 2) Il Consiglio della Convenienza, che ha vari poteri di supervisione, 3) Il Consiglio dei Guardiani della Costituzione (Shora-ye Negaban-e Qanun-e Assassi).
Ne risulta un sistema democratico seppur a supervisione religiosa, ma sempre a democrazia diffusa, dove si intrecciano religiosi, burocrazie, propensioni popolari. Del resto, da nessuna parte, nel mondo, c’è un popolo d’uguali che voti con perfetta coscienza per scelte poi saranno attuate a seconda dei voleri d’improbabili maggioranze o per eletti ne interpreteranno fedelmente i desideri.
Ahmadinejad è comunque capo del governo, sebbene il governo sia solo una parte del potere esecutivo. Non sono le guerre di parole a renderlo più potente. In Stati complessi, esistono poteri reali che si fanno pesare in mille modi. Non si pensi che in Iran basti essere un “prete” per avere più potere di potenti interessi economici, militari etc. Il “prete” stesso o è altro o non ha potere per il solo fatto d’essere “prete”. Si ha potere perché si all’interno di reti. Il sistema Costituzionale iraniano non dà al governo formale, né al suo capo, poteri dittatoriali come quelli d’un Presidente all’americana o d’un Primo Ministro all’inglese. Il fatto stesso che Capo dello Stato, il Leader Supremo, sia eletto a vita lo rende più centrale del “presidente”, ad elezione diretta, del governo. Le Costituzioni materiali non sono immutabili. Sia la Costituzione formale e che quella materiale iraniane hanno, per il momento, al loro centro il Leader Supremo a vita. Egli viene nominato, a vita, dall’Assemblea degli Esperti, 86 religiosi, che è ad elezione diretta ogni 8 anni. Il “presidente” capo del governo è eletto per soli 4 anni ed è rieleggibile solo per un’altra volta consecutiva. Il parlamento, il potere legislativo, è egualmente quadriennale ed è unicamerale. Si chiama Assemblea Consultiva Islamica (Majles-e-Shura-ye-Eslami o Majles) ed è di 290 membri.
Ecco “il dittatore” Ahmadinejad! È la moda del periodo storico. Chi non piace è un “dittatore”. Finiti i suoi quattro anni, a meno che non venga rieletto, sebbene oggi non sembra abbia grandi possibilità d’esserlo, nessuno si ricorderà di lui. Si inventeranno un altro “dittatore”.
Il gioco è in realtà differente.
Nonostante varie traversie storiche, l’Iran è sempre restato un’entità d’un’omogeneità tale che riconduceva sempre alla sua ricostituzione. Differentemente dallo spazio arabo, non mai stato inglobato nell’ordine imperiale britannico, né da altri, e ne è sempre restato esterno ed ostile. Anche brevi periodi d’apparente sottomissione sono stati rapidamente superati. L’ultimo “fantoccio” portato a Teheran dalla “potenze imperialiste”, tirato fuori dal frigorifero francese, è stato l’Ayatollah Ruhollah Khomeini. Che “fantoccio” fosse s’è visto.
Lo scontro è dunque tra l’ordine imperiale britannico, con gli USA che, come al solito, non ci capiscono nulla pur avendo un’enorme forza militare, e gli arabi [di Londra] nemici diretti e sul campo dell’Iran. Israele ed “i palestinesi” sono solo una scusa, almeno dal lato iraniano. La Gran Bretagna e la sua Arabìa vogliono distruggere Israele davvero e sono sicuri d’essere sulla buona strada. Per l’Iran, Israele ed “i palestinesi” sono solo strumento di scontro contro gli arabo-sunniti.
Israele, con gli USA al seguito, fa solo il gioco di Londra, che è anche contro di loro (contro Israele e gli USA, non solo contro l’Iran), a farsi spingere, e poi scaricare (vedrete!), contro l’Iran quando i suoi nemici sono da Suez al confine persiano, spazio (da Suez al confine persiano) che sarebbe nell’interesse d’Israele liberare e sottomettere, invece che farsi trascinare nel gioco britannico contro l’Iran. Da Londra agli araboSunniti premono su Israele e gli USA perché attacchino l’Iran, per poi scaricare e fottere gli stessi Israele ed USA che ora incitano. Perché l’Iran non l’attaccano le potentissime aviazioni degli Stati petroliferi arabo-sunniti, invece che incitare ed offrire “appoggio” ad Israele ed agli USA per l’attacco?
“Contro” la macchietta Ahmadinejad, ora a Roma, vedrete tutta la lobby inglés-araboSunnita, più quelli che fanno teatrino (effetto dei lavaggi di chiorba mediatici!) pur essendo in ottimi inevitabili affari pure con l’Iran e, infine, gli inevitabili minchioni che s’eccitano ed agitano per qualunque campagna mediatica che indichi “il nemico”.
Sono buffonate al servizio chi punta a fottere Israele ed il mondo. Che “ebrei” si facciano manipolare non cambia i termini dello scontro di fondo che è del tutto differente da come viene venduto alle “masse”. Israele è piccolo e sotto attacco britannico-sunnita. Lì è il nemico, il voler restar piccoli e sotto attacco britannico-sunnita. Certo meglio stare attenti pure all’Iran, ma l’Iran è “contro” Israele solo perché il suo [dell’Iran] scontro è con l’Arabìa sunnita. Se essa venisse neutralizzata, da Israele, via sottomissione (non esistono altri strumenti in guerra, e le paci si fondano sugli esiti bellici), l’Iran dovrebbe rivolgersi a nord ed ad est dove potrebbe ben sfogare ogni sua ansia di potenza ed espansionistica.
by Georg Rukacs
Ahmadinejad. Una macchietta. Osservatelo. Un agitprop, non so se abile. Dovrei ascoltarlo e capirlo in persiano, cosa che per ora non posso. Certo, il messaggio che vuole far arrivare lo fa più o meno arrivare. Forse, più meno che più perché, nonostante i suoi sforzi, la macchina della disinformazione mondiale lo traduce come crede ed, in genere, sembrerebbe, non fedelmente. Lui dice che Israele s’avvia verso l’autodistruzione. I media traducono che vuole distruggere Israele. In realtà, all’Iran non gliene frega nulla d’Israele. Il gioco è un altro. I nemici sono altri.
Ora, pure a Roma, “merito” della tribuna della FAO, l’hanno fatto divenire un grande e terrible dittatore. Che abbia un grande potere reale proprio non sembrerebbe. Più che altro fa l’agitprop d’una frazione, neppure maggioritaria, neppure di quella religiosa, dell’Iran.
L’Iran è una democrazia a supervisione religiosa dove va un po’ tutto per conto suo. Un capo del governo, tale è il “Presidente” ad elezione diretta Ahmadinejad, non ha un grande potere reale. Infatti, chiacchiera sempre, troppo per uno che sia troppo occupato in altre questioni. Gira pure troppo il mondo. Pensando agli USA, potrebbe essere più un Segretario di Stato, un super Ministro degli Esteri in Europa, che un Presidente d’una Repubblica Presidenziale all’Americana.
Infatti l’Iran non è tale. L’Iran è un paesi di 65 milioni d’abitanti, di dimensioni superiori all’Alaska, che è piuttosto grande, più di due volte e mezza la Francia, ricco di risorse naturali. Definito semplicisticamenre Repubblica Teocratica, si deve sempre vedere più in dettaglio quello che ciò significhi.
Nell’ordine Costituzionale iraniano, v’è un Capo dello Stato (il Leader Supremo) ed un governo a base parlamentare con Presidente (del governo) ad elezione diretta. Tuttavia, nella formazione del governo, vi sono forme di supervisione da parte del Capo dello Stato in ministeri chiave. Inoltre, il potere esecutivo va ben oltre il governo formale. In Iran, sono considerate parti del potere esecutivo, parte del governo, 1) L’assemblea degli Esperti (Majles-Khebregan), 2) Il Consiglio della Convenienza, che ha vari poteri di supervisione, 3) Il Consiglio dei Guardiani della Costituzione (Shora-ye Negaban-e Qanun-e Assassi).
Ne risulta un sistema democratico seppur a supervisione religiosa, ma sempre a democrazia diffusa, dove si intrecciano religiosi, burocrazie, propensioni popolari. Del resto, da nessuna parte, nel mondo, c’è un popolo d’uguali che voti con perfetta coscienza per scelte poi saranno attuate a seconda dei voleri d’improbabili maggioranze o per eletti ne interpreteranno fedelmente i desideri.
Ahmadinejad è comunque capo del governo, sebbene il governo sia solo una parte del potere esecutivo. Non sono le guerre di parole a renderlo più potente. In Stati complessi, esistono poteri reali che si fanno pesare in mille modi. Non si pensi che in Iran basti essere un “prete” per avere più potere di potenti interessi economici, militari etc. Il “prete” stesso o è altro o non ha potere per il solo fatto d’essere “prete”. Si ha potere perché si all’interno di reti. Il sistema Costituzionale iraniano non dà al governo formale, né al suo capo, poteri dittatoriali come quelli d’un Presidente all’americana o d’un Primo Ministro all’inglese. Il fatto stesso che Capo dello Stato, il Leader Supremo, sia eletto a vita lo rende più centrale del “presidente”, ad elezione diretta, del governo. Le Costituzioni materiali non sono immutabili. Sia la Costituzione formale e che quella materiale iraniane hanno, per il momento, al loro centro il Leader Supremo a vita. Egli viene nominato, a vita, dall’Assemblea degli Esperti, 86 religiosi, che è ad elezione diretta ogni 8 anni. Il “presidente” capo del governo è eletto per soli 4 anni ed è rieleggibile solo per un’altra volta consecutiva. Il parlamento, il potere legislativo, è egualmente quadriennale ed è unicamerale. Si chiama Assemblea Consultiva Islamica (Majles-e-Shura-ye-Eslami o Majles) ed è di 290 membri.
Ecco “il dittatore” Ahmadinejad! È la moda del periodo storico. Chi non piace è un “dittatore”. Finiti i suoi quattro anni, a meno che non venga rieletto, sebbene oggi non sembra abbia grandi possibilità d’esserlo, nessuno si ricorderà di lui. Si inventeranno un altro “dittatore”.
Il gioco è in realtà differente.
Nonostante varie traversie storiche, l’Iran è sempre restato un’entità d’un’omogeneità tale che riconduceva sempre alla sua ricostituzione. Differentemente dallo spazio arabo, non mai stato inglobato nell’ordine imperiale britannico, né da altri, e ne è sempre restato esterno ed ostile. Anche brevi periodi d’apparente sottomissione sono stati rapidamente superati. L’ultimo “fantoccio” portato a Teheran dalla “potenze imperialiste”, tirato fuori dal frigorifero francese, è stato l’Ayatollah Ruhollah Khomeini. Che “fantoccio” fosse s’è visto.
Lo scontro è dunque tra l’ordine imperiale britannico, con gli USA che, come al solito, non ci capiscono nulla pur avendo un’enorme forza militare, e gli arabi [di Londra] nemici diretti e sul campo dell’Iran. Israele ed “i palestinesi” sono solo una scusa, almeno dal lato iraniano. La Gran Bretagna e la sua Arabìa vogliono distruggere Israele davvero e sono sicuri d’essere sulla buona strada. Per l’Iran, Israele ed “i palestinesi” sono solo strumento di scontro contro gli arabo-sunniti.
Israele, con gli USA al seguito, fa solo il gioco di Londra, che è anche contro di loro (contro Israele e gli USA, non solo contro l’Iran), a farsi spingere, e poi scaricare (vedrete!), contro l’Iran quando i suoi nemici sono da Suez al confine persiano, spazio (da Suez al confine persiano) che sarebbe nell’interesse d’Israele liberare e sottomettere, invece che farsi trascinare nel gioco britannico contro l’Iran. Da Londra agli araboSunniti premono su Israele e gli USA perché attacchino l’Iran, per poi scaricare e fottere gli stessi Israele ed USA che ora incitano. Perché l’Iran non l’attaccano le potentissime aviazioni degli Stati petroliferi arabo-sunniti, invece che incitare ed offrire “appoggio” ad Israele ed agli USA per l’attacco?
“Contro” la macchietta Ahmadinejad, ora a Roma, vedrete tutta la lobby inglés-araboSunnita, più quelli che fanno teatrino (effetto dei lavaggi di chiorba mediatici!) pur essendo in ottimi inevitabili affari pure con l’Iran e, infine, gli inevitabili minchioni che s’eccitano ed agitano per qualunque campagna mediatica che indichi “il nemico”.
Sono buffonate al servizio chi punta a fottere Israele ed il mondo. Che “ebrei” si facciano manipolare non cambia i termini dello scontro di fondo che è del tutto differente da come viene venduto alle “masse”. Israele è piccolo e sotto attacco britannico-sunnita. Lì è il nemico, il voler restar piccoli e sotto attacco britannico-sunnita. Certo meglio stare attenti pure all’Iran, ma l’Iran è “contro” Israele solo perché il suo [dell’Iran] scontro è con l’Arabìa sunnita. Se essa venisse neutralizzata, da Israele, via sottomissione (non esistono altri strumenti in guerra, e le paci si fondano sugli esiti bellici), l’Iran dovrebbe rivolgersi a nord ed ad est dove potrebbe ben sfogare ogni sua ansia di potenza ed espansionistica.