venerdì 1 aprile 2011

mashal-010. Me ne rivado subito. Stavolta davvero per sempre, spero

mashal-010. Me ne rivado subito. Stavolta davvero per sempre, spero

by Georg Moshe Rukacs

Deportato illegalmente dal Canada dove, contrariamente alla loro legislazione, ossessionati dalle Polizie Segrete NATO in gang-stalking internazionale pluridecennale, insistevano ossessi: “[Non ce ne frega una pippa della nostra legge. ...Abbiamo ordini indiscutibili...] Devi andare, volontariamente, in Italia!”

Naturalmente rifiutai. Per cui: deportazione non-criminale e non-accompagnato, non-accompagnato sull’aereo ma solo fino alla porta dello stesso dopo arresto, di una settimana, per deportazione.

Appunto, forse in un’ora fanno tutto, alla PS dell’aeroporto di Roma-Fiumicino. Mi ridanno il passaporto. Posso andare dove voglio. Me ne vado subito. È domenica 10 ottobre 2010 notte.

Impossibile trovare un volo per il Brasile o limitrofo, a Roma-Fiumicino. Impossibile pure trovare un volo economico per Lisbona o Madrid od altro luogo dove trovare un volo diretto per il Brasile o mettersi un lista d’attesa, quelle cose che se altri non si presentano ti chiamano ed hai il volo e pure a poco.

Mi consigliano Ciampino per Ryan Air, alias per un volo a poco prezzo. Non sarà così.

Vado al treno per Roma Termini, la stazione, da cui poi raggiungere Ciampino. Impossibile usare efficientemente le macchine per i biglietti. Lente e con problemi. Almeno una non funzionante. O non funzionanti con contanti.

Vado alla biglietteria tradizionale. C’è un biglettaio che sta finendo il turno ed offre, per un euro in più, di portare un certo numero di persone “in shuttle”, alias in furgone, furgone ma comodo, comodissimo-veloce-silenzioso, una specie di corrierina. Io e quello dopo di me, nella coda, accettiamo e siamo gli ultimi del carico.

Si parte subito. Viaggio veloce e piacevolissimo nella Roma notturna e quieta.

Roma Termini. La macchina per il biglietto per 1.5 euro per Ciampino non funziona. Si mette di mezzo uno, “extra-comunitario”, mentre m’avvio ad un'altra macchina, che mi fa, su di essa, un biglietto da 2.5 e si tiene pure 1.5 euro “per il servizio”. M’ha fatto un biglietto con inutile prenotazione del posto e s’è preso pure la tangente. Riesco a sottragli un euro. Voleva tenersi tutto il resto di una banconota da 5. Mi serve da lezione. Evitare chi offre inutili aiuti. Meno male che m’ha comprato il biglietto per il treno giusto e non per uno già partito o per giorni dopo...

Dato che il treno va in Calabria, mi viene il sospetto che la stazione di Ciampino non sia l’aeroporto. Vado alle informazioni ed uno mi rassicura che ci sono i bus, anche se non sa bene gli orari. Treno vecchio e sostanzialmente di stranieri o poveracci dei luoghi. La bigliettaia parla inglese. Un portatore di handicap non sarebbe potuto salire. Sono quei vecchi, pur non vecchissimi, treni su cui bisogna arrampicarsi e poi calarsi. Difficile per chi abbia bagagli. Vedrò poi che sono un po’ tutti così. S’è “al medioevo”!

Arrivo alla stazione di Ciampino verso la mezzanotte. Il primo bus è il mattino dopo alle 5 o alle 6. Dato che il bus dice che il percorso dura 5 minuti, suppongo che non siano più di cinque chilomentri. Decido di andare a piedi, trascinandomi il bagaglio su rotelline. La strada è in realtà piuttosto pericolosa. Forse la faccio dalla parte sbagliata. Forse c’era un lato più corto. Chiedo a qualcuno, nella notte... Gentile. Ma sta di fatto che vado dal lato forse più lungo. Alla fine, arrivo. Ci sono i CC. Mi rassicurano che c’è pure l’aeroporto civile e che è proprio quello. Apre attorno alle 5. Non c’è che da aspettare. Uso il tempo per ridurre il bagaglio ad un solo pezzo, più borsa e zainetto.

Scopro, poi, che, se uno sente freddo, solo appena in realtà, la parte arrivi dell’aeroporto è aperta e piena di gente che dorme. Viaggiatori, gente che non vuole lasciare lo stipendio a qualche albergo. Non “barboni”. Del resto, Ciampino è in area militare, coi CC in camionetta che girano ossessivamente. Poi si fermano. Poi fanno un giretto di 20 metri. Poi si rifermano per una mezz’ora. Poi, fanno pure qualche giro appena più lungo dell’area. ...Non hanno nulla da fare. Devono giustificare lo stipendio e che hanno consumato la giusta quantità di benzina...

La mattina, appena l’aeroporto apre, ed appena pure la biglietteria apre naturalmente, vado alla Ryan Air. Non hanno voli per Lisbona. Hanno un volo per Madrid a prezzo esosissimo. I voli da 10 o 20 euro sono solo per chi prenoti secoli prima! Fortunatamente non possono accettare il pagamento perché non accettano contante. Allora, l’impiegata apre il computer della compagnia affianco, Easy Jet, che accetta pagamenti in contanti e c’è un volo sui 150 euro. Prima, me ne aveva chiesti quasi 500. Prodigi delle compagnie aeree! Però il volo è a Fiumicino, terminale 2. Devo tornare lì.

Comprato il biglietto, mi viene il sospetto che magari avrebbero avuto pure biglietti per Lisbona od altro meglio, ma ormai è troppo tardi, visto che ho già un biglietto, ...e dipendendo da altri che non sanno che cazzo fare... Lo dicevo che cercavo una qualche combinazione per il Brasile. Appunto, troppo difficile per chi dovrebbe essere specialista del settore in una biglietteria aerea.

Chiedo alle informazioni come raggiungere Fiumicino Mi danno informazioni sbagliate. Un tassista cui chiedo mi parla di almeno 60 euro. Uno, dopo, mi avvicina e mi offre di portarmi per 50. Gli dico che ho tempo dato che il volo è alle 10:30. Lui mi dice che lo ho già perso. Io non voglio spendere 50 euro.

Gironzolando per la piazzola, e facendo lo scemo che chiede, scopro una ditta di bus che porta a Termini e ben prima del bus indicato dalla informazioni che forse era poi quello che portava solo alla stazione di Ciampino. Appunto, Informazioni che non informano. In pratica, parto subito. Saranno state le 6 o poco prima delle 7. Il viaggio è lungo ma più che in tempo per il volo attorno alle 10:30. Pure economico, quel bus o pullman. Costo da bus urbano, suppongo. Dell’ordine d’un paio d’euro, se ben ricordo. Dato che siamo solo in due viaggiatori, mi dico che devono essere servizi sovvenzionati, anche se magari più tardi si sarà riempito per le altre corse nell’uno o nell’altro senso. Comunque, non esoso come il biglietto del treno Termini-Fiumicino, e viceversa, che è dell’ordine dei 15 euro e pure da un binario distantissimo e su treno “acrobatico”, che un portatore d’handicap non avrebbe mai potuto prendere ma pure sconfortevole per viaggiatori abili.

A Termini, biglietto per Fiumicino e lunga camminata per raggungere il binario. Provate, se andate a Termini... Che servizi del cazzo! Si vede che in Italiozia non sanno fare i treni al livello del marciapiede, che sono più confortevoli e viaggiano come l’olio. Son fermi all’800! Eppoi quel mettere il binario per l’aeroporto distantissimo...

Dunque, siano a lunedì 11 ottobre 2010. Fiumicino. Terminale 2, che è quello di Easy Jet. Dove la sera prima mi avevano detto che Ryan Air era più economica di loro e che, comunque, avessi mai voluto viaggiare con loro avrei dovuto vedere la mattina dopo, lunedì. Troppo difficile, anche lì, darmi subito informazioni giuste.

Il bagaglio che consegno è giusto 20 chili ed ho un solo pezzo a mano di dimensioni regolamentari e peso libero. I miei 4 pezzi sono divenuti 2. ...Basta buttare via tutto, che è di grande difficoltà psicologica ma fattibile. Camuffo qualche eccedenza, per evitare di sfondare la borsa del computer che è più ridotta delle dimensioni consentite per il bagaglio a mano e lì di peso illimitato, in un sacchetto di plastica da cui spunta un libro, che sembra un piccolo acquisto al duty-free. Nessuno mi chiede nulla. Avevo letto il regolamento di quella compagnia e consentiva l’aggiunta di acquisti al duty-free. Quel che avevo io era simile, nella sostanza. ...Assumo un’aria modesta e casuale...

Lunedì 11 ottobre 2010, Madrid. Egualente impossibile trovare un volo economico per il Brasile. Alla fine, ne trovo uno per più di 2'000 euro. Esosissimo! Arrivo a San Paolo la mattina presto del 12. Dopo un ora o più, aspettando nell’area internazionale, c’è il volo per Rio de Janeiro.

Martedì mattina 12 ottobre 2010, San Paolo e poi Rio de Janeiro, dove s’arriva nel primo mattino. Scrivo nella scheda per la polizia di frontiera (la polizia federale) che il motivo del viaggio è chiedere asilo politico. Dò pure i formulari dell’asilo che avevo scaricato dalla rete e compilato in portoghese. Il poliziotto allo sportello chiede ad un altro. L’altro mi dice che fa tutto la Caritas.

- “Chi ti ha dato questi fogli?”

- “Li ho trovati si Internet.”

- “Non occorrono. C’è solo da andare alla Caritas.”

Vado all’ostello di cui ho già indirizzo e prezzo.

Tutto a posto. Pago per un mese.

Mercoledì 13 ottobre 2010 mattina. Vado alla Caritas. Prima vado a quella centrale dove scopro che quella per rifugiati è ad un altro indirizzo non vicino. La raggiungo. Mi dicono che devo andare alla Polícia Federal dell’aeroporto. Mi dicono dove. Mi fanno pure una lettera di accompagnamento.

Vado. S’inizia ma devo tornare il giorno dopo, perché l’addetta vuole scrivere “una storia”, una cosa che suoni bene ...per lei. Per cui vuole che parli pure con un altro, “dell’Interpol”, che poi le riferirà un portoghese. Non le basta la ragazza, la guardia municipale, con cui parlo quel mercoledì.

Giovedì 14 ottobre 2010, Polícia Federal. 3 ore per andare all’aeroporto. Un bus che non c’è. Poi chiedo. Mi assicurano che in un certo punto del centro passa il bus per l’aeroporto. Non c’è. Alla fine, disperato, dopo avere richiesto ed essermi diretto in altri posti del centro, prendo un bus per la stazione bus e corriere, la Rodoviária, dove trovo un mezzo per l’aeroporto internazionale.

Venerdì 15 ottobre 2010, Caritas. Un’ora e mezzo-due ore, per camminare fin là. Che scemo! Potevo prendere il bus! Poi, ore a compilare formulari sul caso mio. Mi danno subito un bigliettino informalissimo con la data per il CoNaRe, un quattro mesi dopo. Quando vado, quattro mesi dopo, da Brasilia non sono venuti. Meglio. Mi danno un altro bigliettino per sei settimane dopo. Stavolta viene. Chi doveva venire era poi una che interroga o intervista. Posso parlare liberamente e pure in inglese, dopo un inizio stentato in portoghese. Non so naturalmente quello che abbia poi scritto. Mi dice che decideranno più in là. Infatti, il CoNaRe è un soviet con riunioni periodiche e non, evidentemente, frequentissime. Credo abbia interrogato solo un altro, uno prima di me, un nero. Per cui devono avere procedure differenti per gruppi e per casi suppongo individuali. So bene che quel che decideranno dipenderà da indicazioni politico-governative, “il Presidente” [che ora è una Presidenta], che seguiranno ragioni di Stato e convenienze di politica estera ed interna. La signora o signorina non sembrava comunque mal disposta, almeno nel momento in cui m’ascoltava. Appunto, non so che abbia poi scritto col computer. So solo che non conosceva il caso e che aveva le carte appena ricevute dalla Caritas, ma non ancora visionate. In effetti, uno ha il passaporto che non viene ritirato, per cui se il giorno del colloquio se ne è andato o non si presenta, il caso è chiuso.

Lunedì 18 ottobre 2010, Caritas e Polícia Federal dell’aeroporto, per registrarsi per 90 giorni.

Martedì 19 ottobre 2010. Alla Caritas e poi, con fogli datimi dalla stessa, per la Receita Fiscal (il CPF, il registro delle persone fisiche, il codice fiscale) e poi per il permesso di lavoro. Ci sono da pagare 5.5 reais. Il Banco do Brasil mi rifiuta il pagamento perché non residente permanente. Mi dicono che devo andare al consolato. Cerco di dire che è un caso speciale, ma l’impiegata della banca sembra riscaldarsi. Torno allo sportello informazioni di quel grande edificio. Allora, l’impegato dello sportello mi manda alla Caixa. La Caixa è il [la] “Banco público orientado para o desenvolvimento econômico e social do país”. Deve essere troppo occupato perché il computer delle receptionista smette di funzionare. Aspetto due ore. Continua a non funzionare. Me ne vado ripromettendomi di andare il giorno successivo, sperando funzioni. Senza di esso non posso fare il pagamento di 5.5 reais e, dunque, non posso fare domanda per il numero fiscale. Senza il numero fiscale non posso andare al Ministero del Lavoro per il permesso di lavoro.

Mercoledì 20 ottobre 2010. Finalmente riesco a pagare i 5.5 reais, o forse solo 5.25, alla Caixa, appena apre, alle 10. Quello delle informazioni mi dice di tornare lì dopo un paio di giorni. Dato che su internet, inserendo un certo codice della mia pratica trovo che mi aspettano per delle cose da perfezionare, vado il giorno dopo.

Giovedì 21 ottobre 2010, ad un altro sportello della stessa area di quell’enorme ufficio tasse, mi dicono di tornare il giorno dopo tra le 7 e le 9 del mattino.

Venerdì 22 ottobre 2010, vado verso le 8. C’è già un’affollata attesa. Ho il numero 11 per il CPF. Altri hanno altri numeri per altre pratiche. Alla fine passo e l’impiegato che perfeziona la mia pratica mi dà subito il numero del CPF.

Con esso vado per la carteira de trabalho, il libretto di lavoro. È nell’edificio della strada affianco, verso sud, un edificio del Ministero del Lavoro. Anche lì alla fine passo, dopo qualche ore d’attesa. È alla fine attorno alle 13:00. Raggiungo il bus 434, per andare alla Caritas, coi fogli che m’hanno dato.

Alla Caritas prendono fotocopia sia del foglio del Ministero del Lavoro che dei due fogli del CPF e mi dicono di tornare lì non appena ricevo, per posta, la carteira de trabalho. Se ben capisco, mi avvieranno a qualche programma di formazione.

Devo aspettare.

Aspetto qualche settimana. Non ricevo nulla. Vado poi di persona. Bastava andare dopo qualche giorno e, al piano di sopra, c’era il mio libretto di lavoro ad aspettarmi.

Novembre 2010. Vado alla Caritas. La formazione sembra svanita, per me. Eppure me l’avevano detto.

Mettiamo un link di un’altra persona. Sembra proprio, preciso-preciso, il caso mio:

http://scaruffi.blogspot.com/2011/03/e-il-brasile-democratico-incluso-quello.html

http://forum.radicali.it/content/12102010-chiesto-asilo-politico-il-brasile-il-brasile-d%C3%A0-asilo-solo-ai-delinquenti-di-stato-

http://www.autores.com.br/2011032045711/Internacional/Italiano/o-brasil-qdemocraticoq-esta-envolvido-no-terrorismo-de-estado-e-social-otan-em-italiano.html

Così evito di farla troppo lunga.