domenica 24 settembre 2006

MaximaImmoralia. Hóngshé Huódòng / 紅蛇活動. Liquidazioni nel Xinjiang. 24.09.2006

MaximaImmoralia. Hóngshé Huódòng / 紅蛇活動. Liquidazioni nel Xinjiang. 24.09.2006
by Georg Rukacs
MaximaImmoralia. Hóngshé Huódòng / 紅蛇活動. Liquidazioni nel Xinjiang. 24.09.2006
by Georg Rukacs

Abbiamo gia parlato di 紅蛇活動 [hóngshé huódòng], l’Operazione Serpente Rosso che, nata per contrastare lo squallido lavoro di tortura soft [nella forma] della Commissione Centrale Arrassi [CCA] della Repubblica Popolare Cinese [RPC], si è poi sviluppata come operazione per la distruzione dell’Asia Orientale cinesoide sia storica che attuale e per la liquidazione dell’Impero inglés che sotto differenti nomi continua ad esistere e cercare di preservarsi e svilupparsi. Tra l’altro, los ingleses danno la tecnologia per le camere di tortura della CCA, ed altre strutture analoghe nelle altre Cine. Le Cine sono da sempre parte essenziale dell’Impero inglés. Le contrapposizioni, talvolta anche belliche, fanno parte dei teatrini per allocchi.

La tortura di base cui ci stiamo qui riferendo consiste nella trasformazione della camera o appartamento dell’obiettivo in camera di tortura. Dati da los ingleses, lasciamo qui perdere il perché e gli altri dettagli storici, da più di una decina d’anni vengo forniti ai cinesi e cinesoidi, e con loro sviluppati, visori che permettono sia di vedere attraverso i muri e pavimenti che di distinguere la conformazione facciale. In pratica, si localizza l’obiettivo, si vede in che posizione sia e si distingue quando chiuda gli occhi ed altri dettagli. Non riescono ancora a vedere se la chiusura degli occhi corrisponda al sonno, né in dettaglio ciò che avvenga nella scatola cranica. Sebbene stiano lavorando pure su questo, cosa che è possibile fare intercettando, già lo si può fare, le onde cerebrali dell’obiettivo.

Ci sono dei modi per confondere gli apparecchi, anche i più sofisticati. Ma su questo non diremo nulla. I boia hanno maniaci che leggono tutto. Per cui, ogni informazione viene poi usata per scopi di tortura e per penetrare le tecniche, che esistono, per resistere e perfino volgere al proprio sviluppo e miglioramento psichico e fisico ed alla distruzione dei pidocchi ciò che nelle intenzioni dei boia è tortura e distruzione d’esseri umani. I boia, i pidocchi, sono personaggi comuni, ora con aria da porci o da troiazze disgustose, ora con faccini apparentemente puliti e di fichettine virginali, sebbene ci siano, in genere, dei segni, degli atteggiamenti, che permettono spesso, all’occhio esperto, di distinguere il boia od il potenziale boia, il pidocchio o potenziale pidocchio.

I pidocchi usati per questo genere di torture sono i più differenti: studenti e studentesse, insegnanti, professori e professoresse, casalinghe che si portano pure la prole che iniziano all’attività di tortura anche se sono pidocchietti di solo 2 o 3 anni, sbirri e secondini in aggiornamento o in dopolavoro, ricercatori e ricercatrici, professionisti, pastori e pastore protestanti, preti e monache, gesuiti vari, segretarie, interpreti, impiegati ed impiegate, operai ed operaie, disoccupati e disoccupate, delinquenti e mafiosi. C’è un po’ di tutto. Sebbene un ruolo direttamente operativo, di formazione e di supporto chiave lo giochino insegnanti e professori, ed aspiranti tali. Infatti sia nella RPC che a Taiwan, in reciproco coordinamento e cooperazione sia diretti che tramite i servizi ingleses, le facoltà di magistero e psicologia, psicologia infantile inclusa, formano pidocchi per queste attività. Negli USA, il tutto ruota più attorno alla multiforme industria militare e della sicurezza. Ad ogni modo, il mondo anglofono non fonda le proprie tecniche di dominazione interna su queste attività, contrariamente alla Cine ed aree cinesoidi larghe. Tutto verificato con lunghe ricerche sul campo ed una lunga pratica di contrasto e ribaltamento di queste attività di tortura. Non si pensi si stia qui inventando qualcosa.

Contro gli obiettivi di questi trattamenti di tortura, c’è una continua attività di fatta di rumori supposti irresistibili per la psiche dell’obiettivo. Essi sono sicuramenti irresistibili per la testa vuota del pidocchio che s’ammala ancor di più a seguito della sua stessa attività di tortura. Quando l’obiettivo dorme, o sembra dormire, in pratica quando l’apparecchio rileva che gli occhi sono chiusi da qualche manciata di secondi, s’accentua l’attività dei pidocchi, che diviene frenetica, e lo diviene tanto più quanto non dia risultati, per cercare di tenere l’obiettivo sveglio e di svegliarlo se sta dormendo. Questo tipo di tortuna è la tortura del sonno, sebbene, senza la possibilità di contatto fisico con l’obiettivo, deve complicarsi per trasformarsi in un continuo assedio che porti alla creazione e somatizzazione di sensi di colpa e di persecuzione, ed in un rapido crollo psicofisico dell’obiettivo.

Naturalmente la camera di tortura, costruita, in pratica, usando, da parte dei pidocchi, il luogo dove l’obiettivo vive, non è mai la sola tecnica, tanto più che ognuno ha, inevitabilmente, anche vivesse in assoluto isolamento, delle relazioni sociali. Uno, anche non volesse incontrare nessuno, deve ben usare dei luoghi pubblici, un negozio, dei servizi, eccetera. Se poi si tratta, per esempio, di comuni sudditi cinesi, devono in genere necessariamente avere un lavoro e tutte le altre cose connesse. Per cui, alla propria abitazione, trasformata dai pidocchi in camera di tortura attraverso la pressione rumorica [da rumori, battute, cigolii, vibrazioni, ecc.] sulle pareti, soffitti, pavimenti, s’aggiungono altre forme d’intimidazione e tormento o supposti tali. Certo, per tutto esistono anche le forme d’elusione. Noi le conosciamo. La maggior parte degli esseri umani, no.

Inoltre, le prime vittime di queste attività di tortura sono i pidocchi, i torturatori, che, pur nell’ebbrezza della tortura, sviluppano e somatizzano sindromi varie. Tuttavia essi sono numerosissimi, aspetto che ne permette la rotazione ed il ricambio. Per questo, abbiamo a suo tempo creato 紅蛇活動 [hóngshé huódòng], l’Operazione Serpente Rosso. Chi accetti di essere anche solo occasionalmente torturatore, o nell’area di supporto e cooperazione, od abbia, comunque, un qualche ruolo anche solo di direzione o deliberazione distante, insomma da un Presidente o Monarca ad un’imbecillotta svampita con bimbi al seguito, ad un ragazzetto serioso o beffardo od una ragazzetta sussiegosa o stupidocchia, viene da noi identificato, spesso con sistemi automatici, e colpito per sempre. Siccome usiamo sistemi altrui in cui noi entriamo, pirateggiandoli, non abbiamo costi, e le metodologie usate, non note, rendono la nostra attività non identificabile. Non ci sono prove. La “confessione”, il nostro racconto, o d’eventuali altri, non è una prova materiale. C’è il danno che produciamo ai pidocchi che colpiamo. Ma nessuno può determinare da cosa derivi, né che si sia noi a produrlo. Lo stesso “noi” non è noto, né mai lo sarà. Siamo liberi dalle complicazioni burocratico-verticali. Ciò che ci permette d’essere invisibili, almeno nell’attacco che conduciamo con particolari radiazioni, rispetto un mondo d’uffici e di procedure burocratico-verticali. Qualunque comitato di “grandi” servizi si riunisse mai per affrontare il “problema” Serpente Rosso concluderebbe, sulla base delle procedure burocratico-verticali che inevitabilmente o di fatto usano, e pure con metodologie non scientifiche e strambe, seppur reputate scientificissime, che il problema Serpente Rosso non sussististe, o che comunque la materia è indecidibile. Incaricassero mai qualcuno di sviluppare indagini, non arriverebbero da nessuna parte. Se pure qualcuno intuisse qualcosa, poi i comitati che governano questi tipi d’attività non accetterebbero come valide e reali le intuizioni stesse. La cosa verrebbe lasciata in un’area di indecidibilità. Le mastodontiche burocrazie del mondo contemporaneo hanno degli uffici che si occupano di cose indecidibili. Ma non per questo ne caverebbero qualcosa su Serpente Rosso, che invero non è neppure una organizzazione come il senso corrente o le normative legali od altri criteri correnti definiscono un’organizzazione. Agisce. Colpisce. Ma non è. Eppur c’è.

Dicevo che se, su noi di 紅蛇/Serpente Rosso, queste tecniche non funzionano, purtroppo esse spesso funzionano contro la persona media e possono perfino condurre al decesso in poche settimane. Talvolta si hanno anche reazioni impreviste, come l’obiettivo che ammazza i torturatori, e non sempre hanno elementi per processarlo anche se talvolta decidono di liquidarlo in altro modo. Il fine immediato di tutto questo lavorio di tortura da camera, e d’altri ancora, è che l’obiettivo si lamenti ed, eventualmente che abbia reazioni incontrollabili. Nel momento in cui l’obiettivo si lamenta, scatta il meccanismo di demolizione ulteriore. “Ma perché mai ti farebbero ciò?”. “Puoi dimostrarlo?”. “Chiamaci quando lo fanno che dobbiamo verificare”. Chiaramente se i torturatori vedono tutto quelle che avviene nell’abitazione, se ci sono testimoni evitano e, comunque, sono in genere informati se poliziotti e guardiani vengono nel locale a vedere e sentire, dato che loro sono lo Stato od il sovra-Stato, ed hanno la complicità di polizie e ditte di sorveglianza. “Hai provato a consultare un medico?”. “Perché non cambi casa?”. “Ma com’è possibile che ora che hai cambiato casa continuano?!”. “Ma perché ce l’hanno con te?”. “Avrai fatto qualcosa a qualcuno...” “Ma non è che sei tu che senti le voci, che sei pazzo?” Se uno passa a vie di fatto, od è freddo e professionale ed ha fortuna per cui non si fa prendere, oppure, se ha il colpo di testa incunsulto, è probabile lo prendano ed ecco che diviene l’aggressore cui poi fanno confessare che “sentiva le voci” e che ha reagito. Dunque, un classico caso di pazzia, dicono. Noi sappiamo cosa e come fare quando decidiamo di attaccare. La persona comune non lo sa e non capisce che il fine di tutto è la sua demolizione psicologica ed il suo sputtanamento di fronte a tutti: “Ecco era un deviato, un pazzo! Avete visto?!” Ti scelgono e ti fabbricano per ciò che ti hanno scelto. Oppure ti annientano, se non sai o non riesci ad uscirne.

Non si pensi neppure che ci sia sempre una ragione, seppur malata e da pidocchi, per quel che fanno. Gli Stati ed i sovra-Stati sono assemblaggi di organizzazioni criminali. Create le organizzazioni criminali, gli Stati devono usarle. D’altro canto, ogni organizzazione criminale di Stato deve giustificare la propria esistenza, dunque fare, e cercare anzi di ampliarsi per divenire più potente, che è poi la logica di tutte le burocrazie. È esattamente come le polizie. Devi creare i delinquenti, anche se non esistono, perché così tu li combatti. È come l’anti-terrorismo. Devi creare il terrorismo per poterlo contrastare. È come gli eserciti. Devi inventarti le guerre. Perché sennò non servi a nulla, ti sciolgono e resti disoccupato. Se invece lavori, con quei “lavori” hai lo stipendio ed il sovrastipendio e tutto quel che vuoi, se sei in posizioni adeguate.

La nostra attività di distruzione delle Cine e delle aree cineoisi e dell’Impero inglés segue dunque, in genere, vie elettroniche. Attraverso sistemi di radiazioni non intercettabili né rilevabili colpiamo uno per uno i soggetti che abbiamo indentificato sia con procedure automatiche di identificazione casuale, che di penetrazione e presa di possesso di archivi per noi rilevanti, che altre. Nell’Asia dell’Est, ora stiamo colpendo un 60 milioni di pidocchi. Forse, ora-ora, più. Altri ne colpiamo altrove. A seguito dell’impatto delle nostre radiazioni, che seguono sempre ogni singolo pidocchio, ovunque vada in loco o nel mondo, il pidocchio diviene progressivamente più malato nella psiche e nel fisico. Lasciamo stare i dettagli. Notiamo solo che, di fatto, i pidocchi che colpiamo sono militanti ed area intorno a loro e centri di direzione ed area intorno a loro fino ai livelli più alti. La conseguenza finale sarà l’esplosione delle Cine e spazi cinesoidi e dell’Impero inglés. Si frammenteranno in mille pezzi non ricomponibili, eventualmente assoggettabili da altri.

C’è chi si preoccupa del “pericolo cinese”. Sul medio periodo, la Cina non va da nessuna parte. Si affretti a sfruttarla, chi può e crede convenga, finché esiste, perché poi ne esisteranno magari 30 o 50 e che attraverseranno lunghi periodi di turbolenze. Per taluni tipi d’affari sarà pure meglio. Per altri peggio. La geopolitica avrà cambi radicali. Non domani mattina. Ma neppure in tempi lontani. Pure altri, oggi i padroni del mondo, si sgretoleranno rapidamente come statue di sabbia umida poi disseccatasi e dispersasi. I livelli di paranoia ed ossessione di ossature e nervature dirigenti reali ramificate sta raggiungendo livelli tali che, basta guardarli, ci sono già Stati che sono già nelle mani di vasti clan di allucinati destinati ad essere sostituiti solo da altri magari ancor più allucinati che conducono solo ed inevitabilmente alla disgregazione irreversibile di tutto ciò tocchino. Qui ci fermiamo perché non è nostra intenzione né servire cause politiche o geopolitiche, né essere anti o pro qualcuno, né abbiamo velleita rivoluzionarie, né cause da perseguire. Il nostro campo d’azione è quello detto. Null’altro. E mai diverrà null’altro. È in gran parte per caso che facciamo quel che facciamo. Non vogliamo accampare alcuna necessità storica. No, nulla di ciò. È successo perché è successo. Li colpiamo perché il caso ha voluto che la domanda incontrasse l’offerta, le nostre radiazioni per rendere i “nostri” pazzi più pazzi.

Noi non siamo colpibili. La ragione è semplice. Qui, in parte ci ripetiamo. Innanzitutto non ci conoscono. Certo, potrebbe essere identificabile chi ora scrive queste righe. Tuttavia, se colpiscono uno di noi, perdono perfino la speranza d’arrivare agli altri. E si sa che le burocrazie hanno delle logiche maniacali di controllo totale. Ma non siamo intercettabili, per cui non arriveranno mai a nessuno. Né da uno, anche sottoposto a mille sieri, possono arrivare ad altro o ad altri. Abbiamo sistemi di comunicazione che non permettono d’essere, come dire?, seguiti. Ad ogni modo, il lavoro di irradiazione delle radiazioni è stato congegnato in modo tale che, una volta il soggetto, e qui sono decine e più di milioni nel mondo, è sottoposto al nostro programma, lo è per sempre. I meccanismi che usiamo non sono arrestabili da nessuno.

Esisterebbero delle tecniche psicologiche per rendere insensibili alle nostre radiazioni parte almeno dei soggetti noi colpiamo e conduciamo ad una più rapida autodistruzione individuale e sociale. Forme di terapia di massa sarebbero parzialmente possibili. Tuttavia, loro non le conoscono, né mai le conosceranno per ragioni, diciamo, procedurali [di procedure “scientifico”-burocratico correnti]. Inoltre, il paranoico più diviene malato ed ossesso, meno immagina di poter davvero vivere senza la propria malattia. E qui i livelli di malattia sia di base, sia accentuata dal nostro intervento, sono davvero tali che portano solo all’autodistuzione. Anche chiedessero ad uno di noi di salvarli, dovrebbero fare cose tali che mai farebbero. Il maniaco, il paranoico, il torturatore, non sogna altro mondo diverso dalla sua alienazione autodistruttiva. Se ne esalta e se ne danna. Ne è avvitato e se ne avvita sempre più. Chessò, i pidocchi operativi divengono ossessi dai monitor loro apparecchietti di visione e dalle auricolari dei loro apparecchi d’ascolto. Ne divengono schiavi ossessi. Non possono viverne senza. Non riescono a staccarsene. Se vengono loro sottratti se li sognano con ansia e desiderio. Se cercano di dormire, si svegliano ansioni d’averti perso. I non operativi divengono egualmente ossessionati ed ossessi degli obiettivi loro dato in gestione. L’esaltazione del pidocchio è la sua dannazione. Se posto di fronte alla alternativa di un mondo umano, lo rifiuta. Il pidocchio non può divenire un essere umano. Forse, si può solo evitare, in parte, si riproduca come pidocchio o del tutto come pidocchio. Ma, appunto, loro non sanno che fare né mai lo saprebbero. Solo noi lo sapremmo. Lo sappiamo. Sebbene tra loro e noi sia improbabile vi possa essere qualche forma di comunicazione. Che ha da dire, o da ascoltare, chi basa le relazioni sociali sulla tortura? Quello è il loro unico linguaggio. Il toc-toc, il tic-tic, che penetra innanzitutto nelle loro crape vuote e le fa rimbombare fino al decesso ed oltre. Non hanno nessuna possibilità di parlare con noi. Ne noi voglia di parlare con loro. E di che?! Manca un linguaggio comune. E, poi, perché mai parlare con dei pidocchi?! Possiamo solo spingerli, come facciamo con successo, ad autodistruggersi più rapidamente ed a distruggere la propria progenie. Sono malati che riproducono altri malati. Noi colpiamo loro, la loro progenie, i loro ambienti. Se qualcosa subentrerà mai, a seguito del nostro lavoro di distruzione dei pidocchi e dei discendenti dei pidocchi, non sarà peggio di questi pidocchi. Li conosciamo. Li osserviamo. Li commiseriamo. Li aiutiamo ad autodistruggersi. E prendiamo in carico la loro progenie per aiutare anch’essa ad autodistruggersi. E così via, finché servirà. Per sempre.

Abbiamo detto, che oltre alle procedure di identificazione e deterioramento essenzialmente elettronico, o via radiazioni, abbiamo, seppur secondari in termini quantitativi, dei lavori sul campo, utili sia per estendere l’attività, che per testare tanto le nostre procedure che i reali comportamenti dei pidocchi che solo per via elettronica, o basati su lontane esperienze, rischierebbero di indurci ad imprecisioni ed insufficienze. Talvolta, per motivi vari, dobbiamo fare delle altre cose ancora, sul campo: delle liquidazioni dirette di pidocchi. È quello che abbiamo fatto di recente, nel Xinjiang, RPC, sfruttando alcuni giorni di vacanza di fine agosto.

Il Xinjiang è la regione [regione autonoma, nella denominazione cinese; le altre regioni sono chiamate province, o talvolta con altre denominazioni, nell’ordinamento amministrativo cinese, dove esitono sia province, con la popolazione dell’Italia, che province o altre denominazioni magari non molto popolate perfino ben più vaste] uigura, quella turco-musulmana, anche se ora i turco musulmani sono circa una metà, forse pure un po’ meno della già scarsa popolazione dei luoghi. Gli han, la supposta razza che è largamente maggioritaria nelle RPC, non tollera le altre nazionalità. Ancor meno tibetani e uiguri. Gli han hanno un vero odio etnico, nei confronti degli uiguri [e pure dei tibetani] che si manifesta con espressioni di ribrezzo. Dei tibetani non tollerano siano o fossero un popolo libero e su terre vastissime ed alte. Infatti li stanno distruggendo coi matrimoni misti. Dell’uiguro non tollerano il berretino turco, la barbetta. Magari ne acquistano le focaccette. Ma se gli uiguri sono troppo tradizionali, se evocano mondi troppo lontani, l’han è immediatamente e fortemente urtato dalle vesti arabeggianti, dalla barbetta, da tutto. Se invece sono vestiti alla turca appena più moderna, l’odio epidermico resta magari più limitato a quell’alterità troppo occidentalizzante che per il cinese è già intollerabile. Il differente è comunque sempre insopportabile per il cinese, e va eliminato, anche se poi non sempre possono farlo. Coi tibetano lo stanno facendo. Una vera e propria rapida soppressione etnica, tuttavia facilmente reversibile se il Tibet riacquistasse l’indipendenza in tempi non troppo lunghi. Cogli uiguri è già più difficile. I cinesi li combattono a livello di tradizioni e comportamenti sebbene, anche lì, l’azione dei cinesi sia senza senso e senza risultati veri. Il senso c’è solo per il cinese, che riafferma a sé ed a tutti il proprio pidocchismo. È stato verificato, in vari luoghi e contesti, come l’identificazione etnica si perpetui nei secoli anche quando nulla ne traspaia nei comportamenti esteriori e, pure quando, nel nascosto delle case, non si coltivino particolari cerimoniali tipici dell’etnia. Dopo secoli, l’identificazione etnica s’è perpetuata ed è pronta ad erompere ed estrisecarsi pienamente anche nelle esteriorità rapidamente riapprese.

Nel Xinjiang, vastissimo e pochissimo popolato, e solo per una metà, ora, turco-islamico, si scatenano linciaggi soft, in talune zone, contro per esempio chi porti per esempio la barbetta. Così come altre forme di persecuzione e tortura contro chi venga percepito come antagonista. Il pidocchio non tollera la libertà, non tollera l’altro, non tollera il differente. Basta non considerarli per essere visti come differenti. Il pidocchio è di riflessi paranoico-maniacali estremi: “Non mi considera. Dunque si crede superiore. Superiore sono io perché il cinese è superiore a tutti. Lui lo sa, ma si considera talmente superiore a me che neppure me lo fa pesare. Ecco non mi considera perché mi disprezza. Devo fargli vedere che io sono superiore facendo in modo di distruggerlo in maniera che sembri che sia lui a distruggersi da solo. Fregandolo, obbligandolo a distruggersi da solo, dimostro a me, a lui ed a tutti che il superiore sono io.” Ecco, il pidocchio cinese e cinesoide ragiona a questo modo. Chiunque ragioni e si comporti conformenete a tal modo di ragionare, in qualunque area del mondo è un pidocchio ed è affetto dalla sindrome del pidocchio.

I cinesi chiedono magari ad un uiguro di dar loro delle informazioni, o addirittura di divenire informatore ed attivista loro. Lui non collabora, o non collabora abbastanza. Ed ecco che scatta la tortura da parte delle squadre di pidocchi. Uno con la barbetta in zona dove i cinesi-cinesi abbiano qualche consistenza numerica può essere percepito come una provocazione. Allora gli chiedono di tagliarla. Lui non se la taglia. Loro non gliela tagliano. Sarebbe troppo semplice. Il pidocchio non ha bisogno della umiliazione solo esteriore che da sola non ha mai grande rilevanza. Il pidocchio ha bisogno che chi ha una qualche personalità se la distrugga e che tutti vedano se la è distrutta. Questa è poi la differenza tra punizione e “rieducazione”. Se si vuole punire può bastare una multa. Non esistono multe per chi non si tagli la barbetta. La sua colpa non è legale. Nessuna legge scritta la contempla nella RPC. È una colpa dello spirito. Per i pidocchi, la barbetta, od un modo di vestire, o degli atteggiamenti, o la presenza di qualcuno nelle Cine, o talvolta nulla, è una colpa. Allora devono “rieducarlo”, sì che lui felice si tagli la barbetta, o sopprima qualunque altro elemento della sua personalità oggetto di intervento pidocchiesco mettendosi a totale disposizione dei pidocchi e dei loro desideri, dunque distruggendosi. Tanto più resiste, tanto più deve essere obbligato ad autodistruggersi. Se non si autodistrugge, deve essere distrutto sì che alla fine possano mostrare a tutti che eran un poveretto che è comunque stato distrutto. Meno si sa come è stato distrutto, meglio si può far apparire la distruzione come autodistruzione. Della serie: se l’è voluto, s’è voluto far distruggere, voleva distruggersi. Ecco perché, per il pidocchio cinese, come per tutti i pidocchi del mondo, siano belgi o ingleses o italici di qualunque altra aggettivazione spaziale, chi viene visto come differente da distruggersi deve autodistruggersi od essere indotto ad autodistruggerli o far apparire la sua avvenuta distruzione come sua autodistruzione.

Allora, se l’obiettivo abita un casa circondabile, in un edificio con altri appartamenti o stanze, ecco che viene sovrastato ed affiancato da pidocchi, con dotazione della strumentazione di visione personale, rilevazione facciale ed ascolto, ed iniziano le battute. Vai al cesso, ti battono. Ti muovi in un’altra stanza, ti seguono a battono. Devi sentirti seguito. Meno dai loro retta, più battono. Poi l’acqua.

Il pidocchio è idrofobo. I pidocchi ritengono dunque tutti lo siano. Allora regolano i rubinetti dell’acqua in modo tale che quando aprono l’acqua, il cui scorrimento provochi come un cigolio od un turbinio che loro giudichino insopportabile e capace di penetrarti e farti saltare i nervi. Provate a dormire con una finestra che sbatte per il vento, o in riva ad un torrente, o con una rete da qualche parte che cigola, o col traffico ed i tram sul corso: se hai sonno davvero, se te ne freghi, o sai come fregartene, dormi lo stesso splendidamente. Se invece ti fissi, non dormi. Certo, loro calibrano tutto sulle loro percezioni di pidocchi. Invece, magari, l’obiettivo ha piacere a sentire l’acqua, anche rumorosa e cigolante. Ci sono edifici dove l’acqua, eventualmente con la leva del rubinetto, se il rubiletto è a leva, in posizione particolare, fa un rumore il pidocchio giudica da tortura. Ma anche in edifici dove invece l’acqua non fa alcun rumore particolare, i pidocchi passano giorni a crearsi un rubinetto che faccia un rumore giudicato da tortura. L’acqua, in genere, è per loro tortura, per cui periodicamente la aprono a colpetti, non per lavarsi, bensì per tortura, nelle intenzioni. Appenna vai al gabinetto, la aprono, danno colpetti d’acqua, troppo corti si lavassero od anche solo rimuovessero uno sputo, e con la leva [se è rubinetto a leva] nella posizione più, per loro, tormentosa. E tirano l’acqua dello sciacquone, simbolo che vorrebbero immerdarti mentre invece, in realtà, si sente una normale acqua che scorre senza che ti tocchi: evidentemente loro soffrono se di sopra a loro tirano l’acqua dello sciacquone mentre loro sono al gabinetto. Può darsi a taluni dia noia. Di sicuro, l’acqua dà noia, una noia insopportabile, al pidocchio per cui è una delle torture, credono i pidocchi, più irresistibili. Se poi uno, un obiettivo, divertito si mette a leggere od a dormicchiare ora seduto al cesso, o sul pavimento del cesso, mentre sopra l’acqua fluisce, il pidocchio pensa che uno finga, sebbene venga assalito dal dubbio che se quell’acqua fluente per lui irresistibile attrae anzi un obiettivo forse c’è qualcosa che non torna. Ma sui manuali e nell’istruzione alla tortura dati al pidocchio l’acqua è una delle compenenti essenziali dell’attività di tortura, per cui il pidocchio neppure si sogna che così non sia. Il pidocchio è un insetto con riflessi estremamente elementari. Infatti, i pidocchi o aprono l’acqua anche per due ore ed escono, oppure, se danno colpetti apri-chiudi, alla fine smettono perché l’autotortura prevale sul loro piacere di, nelle intenzioni, torturarti. Si sentono questi colpetti repressi, tormentati.

Lo ripeto. Succedesse di tanto in tanto, si potrebbe pensare al caso. Se succede non appena uno raggiunga il gabinetto, oppure se battono precisamente nel punto in cui uno si trovi ed appena uno si muova e poi proprio e solo dove uno si trovi, con intensificazione quando uno dorma o sembra dorma, o uno se lo sogna oppure sono proprio squadrette di pidocchi in piena attività. Siccome il cinese, non differentemente da molti altri non hanno conosciuto le libertà feudali, è un codardo e solo un codardo, se squadrette di pidocchi fanno ciò, c’è la copertura totale, assoluta, del loro governo ed il tutto è organizzato da strutture dirette di governi o parallele a governi. Tanto più che la strumentazione è strumentazione illegale e che hanno solo i governi. E non si pensi siano banali attività di sorveglianza di polizie o servizi segreti. Polizie e servizi segreti punterebbero semmai a non far percepire la loro presenza. È altro. Sono pidocchi. Pidocchi di Stato, Stati e sovra-Stati, ma, alla fine, solo pidocchi. Esseri umani, queste cose non le farebbero mai.

Se riescono, battono sia da sopra, che è la posizione primaria, che sui lati e, nei casi più estremi, pure da sotto. Ti seguono in continuazione e battono in direzione della testa. È la loro ossessione, la loro essendo vuota. Sulla verticale se sopra o sotto. Sull’orizzontale, o dove fa più rumore, e con maggiore eco e vibrazioni, se di lato. Se ci sono mobili li spostano, anche in continuazione. Per il pidocchio è una vera ossessione. Se poi i mobili sono d’ostacolo eccessivo, perché l’obiettivo capisce il gioco e si sposta in modo da rendere loro il lavoro più difficile, sì che la loro [nelle intenzioni] tortura divenga in realtà ancora più una autotortura, e pure faticosa, del pidocchio stesso, li tolgono. Sebbene quell’ansia dell’obiettivo che si sposta e che deve essere subito seguito con solerzia per battere pavimento, soffito, o muri, obblighi il pidocchio ad una continua tensione che ne logora ulteriormente le già labili condizioni. Gli occhi del pidocchio devono essere fissi sugli strumenti. Intanto, il pidocchio deve ascoltare da altri strumenti ancora tutto quel che l’obiettivo eventualmente dice o sussurra. Hanno strumenti per cogliere pure i bisbigli sebbene nulla, né il bisbiglio, né le parole, è detto che siano udibili, e tuttavia il pidocchio è sempre sotto la minaccia che lui stesso sia controllato e dunque sgridato o punito se non fa tutto quello deve fare. Io parlo nel sonno, ma parlo una lingua sconosciuta. Chissà che pena per i pidocchi che quando m’hanno eletto ad obiettivo registravano quelle mie sconosciute conversazioni nel sonno e le hanno poi passate ad ogni esperto possibile ed inimmaginabile per sapere che lingua fosse e che dicessi: infatti continuavano a farmi chiedere da altri pidocchi da dove venissi, ed a cercare conferme che io conoscessi davvero la lingua della nazionalità formale dichiaravo.

Il pidocchio deve seguire in assoluta contemporanea l’obiettivo e battere con precisione assoluta in corrispondenza della testa. Quando non riescono ad individuare la posizione precisa, non battono, ed allarmati chiamano subito i capi-pidocchi. Cose da manicomio, per il pidocchio, che in effetti finisce spesso in manicomio o in terapie psichiatriche, e che vive comunque in un manicomio di relazioni manicomiali, anche se noi di 紅蛇/Serpente Rosso non lo si colpisse col nostro sistema di radiazioni che lo debilitano ulteriormente. Corrono freneticamente da una stanza all’altra. Battono. Aprono e chiudono freneticamente l’acqua. Cercano di carpire ogni bisbiglio che poi, in genere, neppure capiscono.

Il pidocchio e la sua rete sono pure ossessionati dal telefono, che uno abbia telefono e telefonino. In modo che loro, che sono lo Stato ed il sovra-Stato possano controllare con chi è in contatto e cosa dice quando non è in casa e dunque non udibile, in genere, a meno che non incontri persone lui sottoposte dalla stessa vastissima, ramificata e multiforme rete dei pidocchi e loro collaboratori d’ogni genere. Infatti, oltre alla tortura da camera, ci sono tutte le forme fuori camera d’intervento dei pidocchi sull’obiettivo. Le più inimmaginabili. Divertenti, per chi conosca il gioco, mentre fa da obiettivo.

L’operazione del Xinjiang, ora, è una di quelle cose che dovevamo assolutamente fare. Operavano in loco anche pidocchi fatti venire da organismi centrali e periferici che avevamo già incontrato in altri contesti. Dovevamo liquidarli ora e lì. La localizzazione non è mai un problema, visto che erano già tutti sottoposti al programma di radiazioni, dunque già costantemente seguiti dai nostri dispositivi automatici. In operazioni di quel genere, e soprattutto in un’area così vasta e poco popolata, il problema è sempre il momento dell’impatto e, soprattutto, quando ti sganci sia dopo ogni singolo lavoro che quando lasci del tutto il territorio.

Abbiamo seguito la via più banale. Quelle troppo perfette creano poi troppi problemi. Siamo entrati come finti lavoratori clandestini seguendo canali per quel tipi di ingresso irregolare. Del tutto senza documenti. Se ti beccano, a seconda delle circostanze, o li corrompi, o li ammazzi , o ti ammazzano oppure ti portano alla frontiera dove c’è un qualche passo e ti dicono di camminare diritto finché non ti trovi in un paese confinante. O talvolta, magari la frontiera è troppo distante, non sanno che fare, e ti lasciano scappare contando che tu te ne vada in un’altra zona. In Cina, chi è in alto non vuole essere disturbato da chi è in basso e chi è in basso ha il terrore di disturbare chi gli sia gerarchicamente superiore. Per cui, salvo capi o quadri a diretto contatto, tutti evitano di creare problemi a chi li comanda.

Avevamo la possibilità di muoverci su camion con autista con tessera del partito. Camion con carico di maiali vivi. I maiali erano estremamente utili per taluni aspetti del nostro nostro lavoro di liquidazione. Armamento... ...in caso di assoluta necessità avevamo la possibilità di accedere a dell’artiglieria. Tuttavia era nostra intenzione operare con armi bianche e taluni attrezzi da lavoro con qualche rettifica non immediatamente visibile. È quel che abbiamo fatto.

Vediamo questi pidocchi, oggetto del nostro intervento di fine agosto, che facevano in varie aree del Xinjiang.

Nel Xinjiang, gli apparati di tortuna, di questo genere di tortura, usano soprattutto studenti e insegnanti cinesi con l’aiuto di quadri cinesi del partito. Quando un impiegato o funzionario cinese, o comunque un militante del partito, sparisce per qualche giorno o settimana dal proprio posto di lavoro per non meglio specificato “lavoro volontario”, va spesso a fare queste cose, essenziali per carriere o anche solo per preservare la propria posizione magari misera ma da nulla facente con qualche privilegio in più del comune schiavo della RPC: torture per “rieducare” gli altri schiavi della RPC o stranieri irriducibili.

Ma anche nel Xinjiang, pur con ridotta popolazione, dunque con una capitale piccola, consequentemente non non grandi masse di studenti stranieri, venivano usati, come piddocchi da camera, studenti stranieri. Del tipo: “Ecco, ti facciamo abitare lì per qualche tempo, però, ecco, per favore, guarda lo chiediamo proprio a te, perché è una cosa di grande responsabilità, devi proprio farci la tale cosa... ...ecco, ti diamo pure questo strumenti, vedi è essenziale, ...i tuoi risultati scolastici non sono proprio, come dire, soddisfacenti, ...ecco, vedi, tu ci fai questo, ...oh, lo sappiamo che sei intelligente, che ti impegni, ecco, allora, noi ti aiutiamo, mettiamo tutto a posto, ...certo devi studiare, ma... ci pensiamo noi... ...tu ci aiuti in una grande causa umanitaria ed educativa... ...il toc-toc e la masturbazione dei rubinetti e noi facciamo finta che il tuo cinese sia perfetto, anche se parli solo uno stentato inglese, e per nulla il cinese, e che tu abbia ottenuto risultati decenti negli studi che stai facendo qui da noi...”. Balle solite fatte dire da burocratelle e burocratelli, ora con sorrisi viscidi e disgustosi, ora con toni ultimativi a seconda della nazionalità ed origine etnica del pidocchio straniero. O anche discorsi del tutto differenti. Anche lo studente super, e/o con un cinese eccellente, ha i suoi punti deboli. Hanno funzionari e spioni a non finire per cercare proprio di scoprire come e dove colpire lo straniero. Cosa che fanno egualmente per i cinesi e tra cinesi, del resto.

Gli studenti stranieri usati erano innanzitutto d’area cinese e cinesoide, ed, in primo luogo, quelli d’origine etnica considerata cinese, cioè di famiglia cinese pur vivente in altri Stati: taiwanesi, hongkonghiani, cinesi d’oltremare, coreani, viet, cambogiani, laotiani, birmani, giapponesi d’origine cinese o coreana o vietnamita. Sono queste tutte “razze”, il maoista considera sue, cosa loro. Anche altre invero, dell’area indiana o comunque terzomondista, sebbene visti con disgusto od odio etnico, eppure egualmente considerate proprieta del Grande Impero Cinese paranoico-immaginario del maoista e del nazicomunista cinese in genere. Il nazimaoista considera suo dovere, e modo per esprimere il suo disprezzo per loro, farli simili a sé, dunque pidocchi. Se non accettano di fare i pidocchi sono traditori, dunque vanno umiliati ed obbligati ad andarsene. Li ostruiscono in tutti i modo. Fanno divenire negativi i loro risultati scolastici. Tolgono loro la borsa di studio ed il permesso di soggiorno. Questa è la visione e la pratica del funzionario nazimaoista.

V’erano poi alcuni studenti islamici, che in Cina cono un po’ dappertutto collaborazionisti dei nazimaoisti, cui era stato detto, in aggiunta alle sceneggiate solite, che gli obiettivi da colpire erano ebrei e spie degli ebrei, o comunque nemici della Cina e del terzo mondo, e che loro cinesi li colpivano a quel modo perché sono uno Stato democratico, pacifico, umanista e legalitario che punta sempre alla rieducazione e recupero dell’obiettivo, oppure alla pressione per obbligarlo ad andarsene. L’islamico estero in Cina, non differentemente da quasi tutti, è in genere un pidocchietto imbecille che crede a qualunque balla contata da sperimentati mentirori nazimaoisti. Della serie: loro sono lo Stato, l’autorità; quello che dicono è la Verità; perché mai dovrebbero mentire?; se me lo dicono è vero; se me lo chiedono devo farlo; ci sarà pure una ragione se lo fanno e se mi chiedono di farlo; anzi è una prova di fiducia loro in me. Uno lo vede il nazimaoista che gliela conta è falso. Invece, l’aspirante pidocchio ascolta in adorazione il Verbo che viene dall’autorità che gli dà lo “stipendio”, misere borse di studio pagate in realtà 10 volte di più da organismi internazionali alla Cina. Del resto l’islamico ricco e potente non va certo a fare master che durano anni, o PhD che durano ancora di più, in Cina. Vanno in Gran Bretagna o negli USA.

Poi, per queste pidocchiate, i nazimaoisti usavano, ma solo per supporto d’altro genere, non per il toc-toc, eventuali altri, sebbene, non cosiderandoli loro, cioè cinesoidi o terzo-mandiani, i pidocchi nazimaoisti abbiano un’autopreclusione etnica ad usarli a pieno titolo come pidocchi per il loro lavoro da e di pidocchi. Si beano a sufficienza infamandoli e facendo sì si autoinfamino, con comportamenti nessuna persona onorevole terrebbe mai. Ma non li usano come pidocchi operativi per le torture da camera.

I vari studenti stranieri in Cina sono un po’ tutti, a parte pochissime eccezioni che i nazimaoisti combattono con queste tecniche di tortura, collaborazionisti dei nazimaoisti. Quando voi vedete i “grandi” sinologi, ecco quando costoro erano in Cina facevano, in genere, di fatto, gli informatori dei funzionari che, sono moltissimi, hanno come unico lavoro quello di seguire lo straniero, evitare che venga a contatto con cinesi e spingerlo ad entrare in contatto solo con le spie del partito, o comunque con cinesi selezionati da loro e che poi riferiscono a loro. Quando vedete grandi feste di stranieri e cinesi allegri che fraternizzano, sono tutte balle. Quando vi dicono e spingono ad andare in discoteche dove ci sono ragazze che magari talvolta possono anche darla, eccono sono prostitute od assimilate, che se vanno con lo straniero non ci vanno certo né per amore né per farsi una sana scopata. Nessuno in Cina fraternizza, soprattutto in pubblico. Neppure in privato, se sa che si possa sapere. È tutto organizzato e seguito dai funzionari del partito. Chi sgrarra è colpito e perfino eliminato se non si emenda.

In Cina esiste la pena di morte per una varietà tale di reati che è possibile montare un caso, che si concluda con una rapida esecuzione, contro qualunque suddito cinese. Se qualche studente straniero non si confida cui funzionari addetti, non riferisce loro, non fa quello che loro “amichevolmente” suggeriscono, è colpito con tecniche varie di tortura per spingerlo ad autodistruggersi e sottomettersi o ad andarsene. Se resiste alla tortura, lo mandano poi via lo stesso. Montano un caso dal nulla. Dicono che i toc-toc li fa lui. Gli revocano il permesso di residenza. E deve andarsene.

A parte casi rarissimi sempre possibili, quando vedete mogli cinesi, della RPC ma anche di Taiwan, dove il controllo è egualmente ferreo anche se meno visibile che nella RPC, sono o prostitute o spie o entrambi. Ma succede anche altrove. Non si pensi che solo gran parte dei cinesi siano pidocchi. Se non sono pidocchi e pidocchie, dicono di no alle convenzioni sociali, delle famiglie di provenienza, dello Stato. Se non sono pidocchi, si pongono contro tutto e tutti. Se non sono pidocchi hanno lasciato alle spalle la famiglia d’origine. Invece il pidocchio fa tutto perché lo ordina la famiglia e perché lo ordina il funzionario che rappresenta lo Stato, la grande famiglia mafiosa internazionale cinese. Se sono senza famiglia, se ne sono liberate e liberati, senza quelle maniache mamme cinesi che devono distruggere se stesse ed i figli da riprodurre a propria immagine e somiglianza, e se non riferiscono né sono sotto l’influenza di alcun finzionario maoista, o KMTista che è lo stesso, o di mafie cinesi che sono lo stesso, allora potete trovare essere umani. Altrimenti non fatevi illusioni.

Non è neppure vero che le Cine siano fondate sulla famiglia, non almeno su vere famiglie felici. La cinese media, anche intellettualizzata ed altamente scolarizzata, disprezza gli uomini. È ossessivamente attaccata solo ai figli che deve riprodurre a sua immagine e somiglianza, cioé alienati che riproducano alienati. L’uomo, per la cinese media, è un cazzo che non importa da dove arrivi. I figli tutto ...nel senso alienato detto. Poi magari ti confidano in qualche attimo d’abbandono, dopo una vita alienata: “Se nasco, non faccio più figli ...oh, che responsabilità!” Nelle Cine, e non solo, è tutto un dover essere per rovinarsi la vita e rovinarla agli altri.

Non è neppure onore o quello che nelle letteratura o nei filmetti e filmoni, chissà chi l’ha inventata?, chiamano “reputazione”. I cinesi non hanno né onore né reputazione. Non solo loro. L’unica “reputazione” è fregare il prossimo e dimostrargli che sono impuniti. La “reputazione” è, per il cinese, il crimine impunito, l’impunità. Quello che vedete al cinema è immaginario cinese costruito dalla propaganda anglo-americana.

Se volete essere sicuri con una cinese, dovete schiavizzarla, che non vuol dire maltrattarla. È che accetti che la sua sola famiglia siete voi e lei ed i vostri eventuali figli. Certo che se poi voi sie mammoni e/o babboni ...siete come i cinesi e le cinesi... Altrimenti di amore normale, fondato sulla libertà, non sono capaci. Deve sentirsi schiava. Certo meglio schiava felice e soddisfatta. Ma se si sente felice e soddisfatta e libera vi disprezza perché se la lasciate libera vuol dire, per lei, che volete farvi fregare ed allora lei vi frega, od anche se non vi frega vi disprezza. Anche i matrimoni di maschi cinesi con femmine occidentali non reggono soprattutto in territori cinesi. La famiglia di lui, li stoppa, così come le famiglie rovinano la vita alle femmine che amano e sposano maschi non cinesi. Rovinano loro la vita comunque... Sono solo scuse, in realtà, ma in questo caso su base razziale e razzista, che fa più presa su crape vuote condizionate dall’ambiente e da famiglie alienate nei millenni.

In qualche momento di confidenza, vi confessano che i cinesi vedono nel non cinese il serpente che va per le loro strade, nei loro palazzi, nelle loro case, con le loro donne od i loro uomini, per scopi malvagi. Ah, certo vi fanno mille moine se hanno bisogno di voi come insegnante o come specialista di qualcosa o per qualunque altra cosa sia utile per loro, ma poi c’è la barriera. Possono anche scopare con voi, ma la barriera c’è lo stesso, dopo avervi usati per farsi trombare, la barriera etnico-razziale che frappongono tra loro e voi. Della serie: ecco, ti prego, fammi godere, o comunque permettimi di raccontare alle mie amiche che sono riuscita a farmi trombare da un “occidentale”, ma, ad ogni modo, restiamo nemici per ragioni etniche; ora torno da mio marito o dal mio fidanzato cinese, oppure dalla mia famiglia che mi fa fidanzare e sposare con la persona giusta che non puoi essere tu “occidentale”. Il tutto, non differentemente dal razzista di qualunque posto nel mondo, ma li è sentire pressoché unanime, nonostante il miliardo e 300 milioni di cinesi, non certo “razza” omogena, e nonostante l’ancor più grande numerosità delle varie “razze “ cinesoidi. Nonostante l’urbanizzazione non recente e le città enormi e non da ora, il sentire del cinese e dei cinesi è questo. Salvo eccezioni, certo. Ma, o le/li schiavizzate, o vi fottono lo stesso. Magari s’eccitano al solo percepire la vostra presenza, ma poi subentra la razionalità, che è l’irrazionalita maniacale del sentire sociale, etnico, dei luoghi.

Questo il materiale umano, quando non sono semplicemente pidocchi, inclusi i pidocchi si dedicano alle molteplici attività di tortura, fra cui quelle di cui narriamo qui.

Nel Xinjiang, come anche altrove, in tutte le Cine, non solo nella RPC, c’erano e continuano ad esserci [le burocrazie che decidono a tavolino ciò che i pidocchi devono fare, non abbandonano mai queste attività: resterebbero disoccupate] le torture da camera, o d’appartamento, o comunque d’abitazione e quelle collaterali. Il tutto finalizzato alla sottomissione dell’obiettivo ad esigenze gli vengono talvolta esplicitate, altre no, sottomissione da raggiungersi attraverso la distruzione della sua personalità. Rozze tecniche pavloviane: ti colpiamo, ci obblighi a colpirti, dunque sai che sei colpevole. Non che esistano tecniche pavloviane davvero sofisticate. Si basano tutte su riflessi condizionati di tipo animale elementare. Non è detto che su esseri umani, come pure su animali evoluti e liberi, funzionino, checché ne creda il mondo dei pidocchi.

Delle torture direttamente da appartamento o camera s’è detto sopra. Appena più complicato quando l’obiettivo viva in una casetta isolata.

In quel caso, se la casa è proprio isolata e di difficile lavorìo da parte di una unità di pidocchi, trovano il modo di demolirla o bruciarla, per obbligare l’obiettivo a spostarsi in luogo più facilmente raggiungibile delle squadrette di pidocchi. Per bruci, dispongono di candelotti incendiari a base di fosforo che permettono poi di dire, senza troppe indagini, che s’è trattato d’un banale incendio. D’un cortocircuito oppure d’un fuoco lasciato acceso o provocato da un mozzicone di sigaretta che s’è propagato. Tanto loro hanno il controllo di chi indaga. Fanno intervenire il partito e le varie mafie, e loro creano la realtà che vogliono. Certo devono sempre giustificarsi, ma hanno in genere il modo di mettere le cose nella direzione a loro conviene ed alla fine, più o meno, a tutti tocca far finta che sia quello che deve essere. Questo è anche un limite per i pidocchi e relative direzioni, perché rende difficili soluzioni estreme. Ma, del resto, il fine del lavorìo dei pidocchi è la distruzione psicologica e caratteriale, non l’eliminazione fisica dell’obiettivo, mentre il sadomasochismo del pidocchio s’esalta nella parte maso, nello stesso tormento che il pidocchio s’infligge nel lavorio per distruggere essere umani, lavorio ch’invece, di sicuro, logora se stesso, logorio del pidocchio che il nostro sistema di radiazioni anti-pidocchi amplifica considerevolmente.

Lanciato il candelotto in una stanza, esso brucia subito tutto ed inizia un incendio verso i locali circostanti. In collegi o caseggiati è facile bloccare il propagarsi dell’incendio con gli estintori, e, comunque, anche con l’incendio subito estinto, l’edificio è del tutto od in parte danneggiato, se l’intenzione dei nazimaoisti era per esempio la sua evacuazione temporanea. In casupole isolate, va tutto rapidamente a fuoco e non resta nulla. Trasferito l’obiettivo in un caseggiato tradizionale, od in stanzette a schiera, le squadrette di pidocchi operano nel modo classico detto. I pidocchi non possono stare i luoghi aperti, dove i loro strumenti ed i loro lavorio possano essere visti. Per cui, in pratica, per chi abiti in casa isolata, o i usano solamente altri metodi di tortura e tormento, o trovano il modo di buttar giù o bruciare la casa ed obbligare l’obiettivo della loro azione pidocchiesca al trasferimento.

Gli altri metodi di attacco sono in genere complementari al lavoro dei pidocchi del toc-toc e del pedinamento, guardonaggio ed origlio d’appartamento con l’uso della strumentazione all’uopo. Lì nel Xinjiang, tagliavano in continuazione le gomme delle biciclette, delle motorette dei veicoli degli obiettivi, più altri danneggiamenti d’ogni genere, dalle serrature di casa al furto della corrispondenza. Inoltre, creavano all’obiettivo vari problemi d’ordine sociale, dal luogo di lavoro a sue relazioni con altri o con istituzioni. L’obiettivo doveva davvero sentirsi assediato e sotto attacco in tutto, sì che, gli fossero pur capitate cose del tutto casuali, avrebbe dovuto pensare che fosse per via dell’azione dei pidocchi che sarebbe potuta cessare solo se lui stesso si fosse fatto pidocchio mettendosi a totale e sincera disposizione del partito e delle sue mafie, dell’autorità reale cinese.

Il nostro intervento in loco, di pochissimi giorni, ha avuto funzioni sia pratiche che sperimentali. Abbiamo utilizzato un algoritmo di disarticolazione che c’ha permesso di identificare, come centri da colpire immediatamente sul terreno con metodi convenzionali, sia aree ad altissima di concentrazione di pidocchi, che pidocchi ora singoli ora con intera famiglia di pidocchi operativi (dove pidocchi col loro pidocchietto o pidocchietti [per alcune nazionalità non han, od altri casi particolari, i nazimaoisti ammettono il secondo figlio] operavano come torturatori d’alloggio), che studenti esteri, ed altri stranieri islamici e non, a servizio pidocchiesco nazimaoista. La nostra azione con le radiazioni ha effetti progressivi e di lungo termine. Sebbene sia possibile l’intensificazione su specifici pidocchi anche per soluzioni estreme, ci sono delle complicazioni e controindicazioni tecniche che si inducono a seguire solo raramente, per esempio, la via della liquidazione via radiazioni. Anche per questo motivo, talvolta, pratichiamo interventi tradizionali.

Una parte del lavoro nel Xinjiang è consistito nell’inquinamento dell’acqua. In aree dove c’era concentrazione pressoché esclusiva di cinesi ad alta soggezione nazimaoista abbiamo messo sostanze ad altissima efficacia e lentissimo scioglimento, dunque a lunga azione. Hanno effetti anche drammatici sulla psiche di tutti i soggetti colpiti. Si tratta di materiale psico-specifico. Se viene assorbito da soggetti relativamente equilibrati, gli effetti sono nulli. Invece sui malati, è il caso dei pidocchi e di chi li orienta e con loro collabora, gli effetti sono sicuri. L’acqua potabile non esiste in Cina. Ad ogni modo, le nostre sostanze non si alterano né sminuiscono se bollite. Camuffati da operai, la collocazione nei punti critici delle tubazioni è andata liscia e non vi sono tracce possano permettere di identificare i nostri interventi, anche in caso d’ispezioni accurate. Verificheremo poi, da alcuni indici sulle condizioni psichiche delle popolazioni interessate, il successo dell’intervento. Era, chiaramente, un intervento di demolizione, non terapeutico. L’unica vera cura per i pidocchi è aiutarli ulteriormento nell’aggravamento della loro malattia. È quel che abbiamo fatto anche con quest’intervento chimico sul campo. L’analisi degli effettivi risultati la possiamo fare direttamente con le nostre apparecchiature d’irradiamento che rilevano nel contempo le onde cerebrali delle scatole craniche vuote dei pidocchi. Colpiamo, con le radiazioni, i nostri pidocchi in modo individualizzato, proprio perché possiamo identificarli e seguirli attraverso le specifiche onde che caratterizzano in modo inconfondibile ogni singolo pidocchio. Ai fini di questo test, i pidocchi di specifiche aree sono un ottimo campione delle popolazioni [in senso statistico] da noi colpite con l’intervento sull’acqua. Dall’evoluzione delle onde cerebrali, dedotta l’evoluzione già causata dalle radiazioni, possiamo verificare gli effetti dell’interventi chimico. Vedremo...

Gli altri interventi sono state le esecuzioni di pidocchi. Un certo numero sono state esecuzioni con apparecchiature che producono il decesso naturale. Non sono apparecchiature nuove. Esistono da molto tempo. Siamo entrati nelle case come operai per una riparazione, li abbiamo immobilizzati e, con l’uso d’apparecchiature, si sono trovati deceduti. Essenziale è la rapidità, non guardarsi attorno, non dare spiegazioni, tappare la bocca del soggetto nel momento della crisi conduce al decesso, andarsene senza guardare in faccia nessuno, tanto nelle Cine tutti notano tutto e tutti ma poi non tutti sono davvero così volenterosi da andare a riferire in dettaglio. La velocità ci ha impedito di formalizzarci troppo con le serrature. O s’aprivano subito con gli aggeggi che avevamo per aprire serrature oppure, ed accadeva sempre nei casi in cui erano magari bloccate dall’interno, forzavamo coi ferri. Se in casa c’erano altri, non abbiamo lasciato testimoni. Chi frequenta i pidocchi, non importa se non sa i rischi che può correre. Tutti decessi apparentemente naturali, questi. Decesso naturale l’obiettivo. Decessi naturali altri eventuali presenti. Ma i cinesi non sono particolarmente conviviali. Non amano invitare gente a casa propria. La invitano solo nei fimetti per allocchi e nei libri di testo per studenti esteri. Poi, ora, col la maniacalità nazimaoista del figlio unico, e con la carenza di femmine, le case sono vuote. Nelle Cine aumentano in modo esponenziale zitelli e zitelle, separati e divorziati sia legalmente che di fatto. Se c’era qualcuno, c’era qualche familiare. Se altri non di nostro interesse erano occupati e non vedevano né sentivano, sono ancora vivi, per quel che è dipeso da noi.

Altre sono state esecuzioni cruente. In genere, non li hanno trovati perché liquidati i pidocchi ed eventuali altri presenti, abbiamo usato i maiali. Se erano villette davvero isolate od in condizioni sia visive che acustiche che permettevano d’operare in sicurezza, siamo entrati col nostro camion da operai, utile, in vari casi, per ostruire l’entrata e dunque operare protetti da improvvise intrusioni, ed abbiamo scaricato i maiali che hanno mangiato tutto, soprattutto i pidocchi ancora freschi e sanguinanti. Per pidocchi che dovevano essere prelevati in ambienti affollati e di operatività difficile abbiamo operato ora con l’ipnosi, quando le circostanze la rendevano possibile, ora con un’ambulanza o tecniche simili. Uno li localizzava e ne restava nei pressi davvero prossimi. A quel punto interveniva l’ambulanza con finti infermieri che senza dare spiegazioni gli tappavano la bocca, lo tramortivano e gli mettevano veloci una camicia di forza. In genere, li abbiamo poi sgozzati sul camion tra i maiali famelici e felici. Quando, invece, l’ipnosi è stata possibile, li abbiamo ipnotizzati ed indotti ad incappare in incidenti mortali.

Alcuni studenti stranieri, più taluni altri stranieri, pidocchi che cooperavano coi pidocchi nazimaoisti cinesi, li abbiamo semplicemente avvicinati nei modi più differenti ed applicato sulla loro pelle, talvolta con quasi impercettibili punture, virus e funghi sul medio periodo particolarmente devastanti da cui noi eravano previamente stati immunizzati.

A lavori finiti, l’ambulanza l’abbiamo bruciata e buttata in un fiume. Col camion e con l’autista che aveva già programmato d’andarsene dalla Cina, siamo usciti a Nord, lungo piste usate da contrabbandieri in cooperazione con le guardie di frontiera che fanno finta di non vedere. Il camion è poi finito distrutto da qualche parte e venduto a pezzi. I maiali venduti.

Meglio non dilungarsi ulteriormenti sui dettagli delle esecuzioni o d’altro genere. Da intercettazioni di comunicazioni cinesi, abbiamo sintomi di aumento delle attività repressive cinesi nel Xinjiang. Le perdite che i nazimaoisti subiscono a seguito delle loro attività di turtura, come a seguito delle loro attività più propriamente stragiste, inducono in loro reazioni rabbioso-aggressive che si risolvono facilmente in fenomenologie autodistruttive. La civilizzazione cinese è una civilizzazione anale [nel senso di bloccata allo stadio anale; si vedano le teorie dello sviluppo della personalità, per quel che eventualmente possano essere applicabili a popolazioni di schiavi e pidocchi], una civilizzazione bloccata e di morte, in cui l’elemento autodistruttivo è immanente. Il cinese si odia. Il cinese distrugge tutto quello che lui stesso riesce talvolta a fare. Non sa vivere altrimenti.

martedì 12 settembre 2006

13.09.2006

Quando nulla conta.
Quando tanto non fa nulla.
Quando tanto non serve a nulla.
Tu conti!
Tu fai la differenza!

12.09.2006

Oggi fa freddo.
La fede riscalda il cuore

OligarkiaCentraffrikkana.10. Il KoffernoFrodi in Cina con 1'250 famigli

OligarkiaCentraffrikkana.10. Il KoffernoFrodi in Cina con 1'250 famigli
by Georg Rukacs

Già il Quirrianale, meno di due anni fa, aveva organizzato una spedizione cinese. Tante chiacchiere e pubblicità mediatica senza concludere nulla. Il Presidente non era neppure riuscito a farsi rieleggere per un altro settennato.

Ora il koffernoFrodi rilancia, con un costosissimo quanto inutile viaggio con 1,250 clienti al seguito.

Vanno nella terra dei truffatori superprofessionisti a farsi truffare, con prezzi d’albergo da Manhattan, New York, dove invece un operaio costa due o tre dollariUSA al giorno e lavora tutti i giorni dell’anno.

Ma non sarà una visita solo sprecona ed inutile. Farà pure danni. Perché, dove già il centraffrikkano, nei libretti in dotazione ai milioni di commissari politici maoisti che sono il governo reale della Cina, è classificato come fesso solitario cui si può far tutto senza che la “sua” ambasciata intervenga in sua difesa, dopo la visita del koffernoFrodi, il centraffrikkano verra [s]classificato come superfesso.

Non è così che si fanno affari nelle Cine, e soprattutto per un Centraffikka le cui ambasciate non sanno organizzare nulla, se non le mazzette per funzionari corrotti sulle spese, che tanto sono più alte, tanto più permettono di farci la cresta.

Milioni di dollari buttati al vento perché politici corrotti possano farsi pubblicità per un paio di settimane, e poi nei loro ricordi sulle loro eroiche imprese quando sarà il momento di scrivere biografie, possibilmente a spese dello Stato, per l’elettore fesso.

Seguite gli sviluppi del Centraffikka. Anche la storia recentissima. Cos’ha concluso la spedizione-vacanza del Quirrianale? Nulla. Cosa concluderà quella in corso del koffernoFrodi in prima persona? Vedere tra qualche tempo. Anche se i danni non saranno così evidenti come il nulla.

Madri di merda 1. Nikla

Madri di merda 1. Nikla
by Georg Rukacs

Lei era ormai sui 25. Detta la suorina. Tutta casa, chiesa, Acli cattocomuniste, stanchi studi che non finivano mai, poi di fatto interrotti col lavoro impiegatizio pubblico.

Famiglia gretta. Il padre di grandi speranze poi frustrate dalla e nella famiglia. Quei grandi, nei sogni, e magari anche nelle capacità, che poi si fanno piccoli per la miseria delle cose quotidiane che non sanno rompere. Impiegato pubblico onesto. Unico sostegno d’una famiglia con 6 bocche, lui incluso. Neppure di quelli che si fanno l’amante o le amanti, che vanno al bar, che vanno a mignotte, o che hanno un secondo lavoro. Tutto ufficio e casa. La moglie senza sogni. Tutta casa e cucina. Di quelle che controllavano che le figlie, due in quel caso, non si faccessero chiavare prima del matrimonio ed avessero le mestruazioni regolari, frugando l’immondizia per controllarne gli assorbenti, ché le figlie, sapendosi controllatissime, non li avessero buttati i giorni giusti ma senza sangue mestruale. Di quelle che aprivano perfino la posta dei figli, oltre a frugarne vestiti ed origliare in ogni modo possibile ed immaginabile nelle loro vite, perché non trasgredissero. Ah, ciò valeva anche per i maschi, due, ché, seppure eran maschi, o non trasgredissero o non trasgredissero troppo.

Entrambi, moglie e marito, originari, poi emigrati poco a nord, d’un paesino toscano sezione-Chiesa. Non so se quelli sezione-PCI fossero più liberi o differenti. Magari, no. Famiglia misera o, comunque, immiserita e di immiseriti. Alla fine, lui pensionato, lei l’aveva di fatto ucciso ...di cucina. Cos’ha uno tutto casa ed ufficio se non, magari pur di struttura esile, riempirsi la pancia?! Lei gliela riempiva. In pensione, la pancia si riempie ancora di più, quando poi uno, nelle mattinate e pomeriggi vuoti pensa alla propria vita ed al nulla che ha concluso rispetto ai suoi sogni che non certo nel momento della fine può davvero coltivare. Si potrebbe se si volesse. Ma quando si cede per una vita, non succede poi che uno se ne scappi nelle praterie del mondo a 60 anni. ...ed anche uno lo facesse, non è che sia così semplice. Così, un po’ di pancia troppo piena, un po’ di tormenti interiori, il cuore non aveva retto. S’immagini pure una di quelle mogliettine perfette tutte attenzioni, che mangiasse tanto, bene, nel modo giusto, che facesse tutte le cose giuste, eppure di cui, uno ne fosse cosciente o meno, s’avvertiva la viscidità. Quel falso vero. Non il falso di una che recita per poi magari scopare in giro. No, peggio. Quella viscidità di chi svolge un ruolo, d’una che s’è trovato il marito perfetto e che fa la mogliettina perfetta, perché così si deve fare. Ma è tutta un’apparenza. Non di quelle, ne esistono, che appena vedono il marito si bagnano e gli saltano addosso per farsi trombare. Lì era la famiglietta perfetta, la reciproca castrazione, almeno per lui, lei era gia nata castrata, dove tutto è perfetto e falso. Un mattino, dopo essere brevemente uscito per una vuota passeggiata da pensionato con macchina fotografica, s’era messo a letto senza più rialzarsene. Nikla era già sposata e la bimba era già nata, quando lui morì.

Lui l’aveva attratta, Nikla, non so come. Ah, forse perche lei cattocomunista aveva incontrato, seppur di lei più giovane, un comunista vero, di quelli bolscevichi-bolscevichi. S’era poco dopo il ’68. S’erano visti. Lui l’aveva toccata, giù giù fino alla passera. Ogni volta di più. E d’eccitazione in eccitazione, lei aveva finito per lasciarsi sanamente trombare. Era restata incinta. S’erano sposati. Era nata una bambinetta proprio bellina e di grandi qualità.

Nel matrimonio lei s’era lasciata andare ancora di più, come spesso succede. Era proprio divenuta una schifezza totale e poi così ossessionata dalla sua famiglia. L’evangelico lascerete le vostre famiglie per divenire un solo corpo, una nuova famiglia, è restato nel Vangelo, anche per i catto, cattocomuniste incluse. Lui s’era proprio stufato sopra ogni limite. Aveva sogni e voleva continuare a sognare e cercare di realizzare qualcosa che non fosse l’ufficio e la TV. O magari realizzare nulla, ma non vivere già con nulla prep-programmato. Un giorno che non ne potette più, glielo disse che era tutto finito. Prima s’era trovato qualche altra. Poi era andato ad abitare con una, una maestrina indisponente e troiazza, ma che almeno gli permetteva di mettersi alle spalle quella vita chiusa tutta ufficio, politica gruppettara e famiglia tradizionale senz’uscite d’alcun genere. Poi un arresto kafkiano per terrorismo gli aveva permesso di chiudere anche quella fase. Uno che s’era voluto vendicare perché lui evava evitato che ragazzetti si rovinassero la vita, gli eveva accollato qualche reato di cui solo dopo nove anni s’era liberato con un’assoluzione finale. Erano invece i tempi in cui tutti non solo d’infognavano, ma cercavano d’infognare gli altri. Della serie: prima s’ammazza poi una giustificazione la si trova. Ma lui era differente. Generoso, ma un po’ formalista, forse, se si trattava d’infognare il prossimo. Il tipo che può anche essere o fare il fanatico, ma pensa sempre prima che se punti una pistola ti possono ammazzare e che se ammazzi qualcuno, costui muore sul serio. Uno, insomma, che sebbene capace forse di tutto, si prefigura sempre quello che può succedere e che può succedere pure altro da ciò ci si prefigura prima.

La figlia aveva rappresentato per Nikla il poter dire ch’era donna a sé stessa, alla sua famiglia, a tutti quelli gli erano attorno. Era una di quelle che vivono per gli altri. In viaggio di nozze, la sua unica ossessione era mandare 200 cartoline ad un lunghissimo indirizzario d’amiche ed amici. La figlia era diventata così il suo culto. S’esaltava con toni fanatici in qualunque situazione dove la figlia si trovasse in una qualche competizione o confronto con gli altri. La fligli era divenuta la sua proprietà privata e della famiglia d’origine ed attraverso la figlia si sentiva come riscattata da una squallida esistenza fatta d’ufficio e spendaccionerie, avendo Nikla la mani bucata. La classica che non ha mai avuto soldi. Per cui non appena cominciò a lavorare si dedicò pure a spendere tutto in nulla. Mille piccole spese che ti fanno consumare in pochi giorni lo stipendio e però servono all’ossessa come conferma ch’esiste. Spendo dunque sono.

Quando l’ex-marito era tornato dalla detenzione per terrorismo, Nikla ne aveva sofferto perché il concorrente, rispetto alla figlia, era ricomparso. Lui non s’era mai formalizzato sui Natali, che invece Nikla voleva passare tutti coi suoi e con la figlia sempre, ossessivamente, con lei. Lui aveva promesso alla figlia che appena avesse riavuto il passaporto la avrebbe portata a Parigi. Non so perché Parigi. Un posto come un altro. Non c’era alcuna connessione con gli esuli italici con cui lui, nonostante queste marginali frequentazioni nell’area, non aveva alcun rapporto, né alcuna ragione per averne. Forse perché da ragazzetto era stato una settimana a Parigi con la scuola. Alla figlia l’idea era comunque piaciuta. Quando ebbe il passaporto, prima d’un Natale, erano dunque d’accordo che sarebbero andati a Parigi. Siccome in detenzione preventiva aveva già scontata un’eventuale condanna, il passaporto lo ebbe poi in fretta. Ci furono solo complicazioni burocratiche d’altro ordine. Infine, con l’insistenza e la pazienza, si risolsero. Poteva essere il 1987. A Natale e fine anno sarebbe andato con la figlia a Parigi.

Per Nikla era stato un colpo. Aveva detto ch’era d’accordo. Però venuto il momento, non poteva proprio lasciare che la figlia andasse a Parigi col padre, lei che sperperava tutto e alla figlia faceva solo visitare le case di madre e sorella con relativo marito e figli. Già, le non frequenti volte che la figlia andava a spasso col padre, Nikla se ne sbottava in dei pagnucolosi e patetici: “Ma mi lasci sola?!” Aveva così combinato le cose in modo che la figlia, che s’era già impegnata dcol padre, s’impegnasse con la nonna materna che sarebbe andata da lei. “Magari la porti a Pasqua...” Della serie: Natale coi tuoi, Pasqua con chi vuoi.

Aveva poi mandato i genitori di lui a “trattare” con lui. “Glela faccio vedere ancora solo se lui non gli parla male di me.” La madre di lui era una pazza. I pazzi trovano sempre la solidarietà degli altri pazzi, che sono la grande maggioranza poi del pianeta. Di fatto, pagherà fino ad oggi, un paio di decenni, la nuora, Nikla (le sperperone hanno sempre bisogni di soldi nonostante i lauti stipendi e le ruberie di certi personaggi di categorie del settore pubblico), per non far vedere la figlia al padre e poi pure per farlo licenziare dal posto pubblico, lo stesso di Nikla.

Quando lui, l’ex-marito, era stato assolto dai processi per terrorismo, Nikla aveva avuto delle esplosioni di rabbia. Pure la madre di Nikla. Anche la madre di lui, invero, una di quelle (se ne trovano tante, troppe, più di quante si pensi) ch’odiano i propri figli. Siccome Nikla lavorava presso la direzione regionale di quell’Istituto pubblico, era subito andata esalata ed alterata dal direttore regionale. Nikla, già cislina, poi cigiellina, s’era infine iscritta ad un sindacato di di cui era l’unica iscritta in quella regione. Tuttavia, succede nei posti pubblici, era riconosciuta come sindacalista con relativi permesssi sindacali ed altri benefici. I direttori di quell’Istituto pubblico avevano bisogno dell’unamità di tutti i sindacali per esistere e sopravvivere. Per cui, Nikla, di fatto, si trovava in una posizione d’un qualche potere. Era andata ad urlare al direttore regionale che l’ex-marito era un grande delinquente e che lo si doveva obbligare a licenziarsi. In realtà, era solo ossessionata della perdita di credibilità di fronte alla figlia. Dopo che, con la madre di lui (la nonna della figlia), aveva ripetuto per anni che il padre era un delinquente, ecco che se lo erano trovate assolto. Nel frattempo non s’era dato alla mala (non era mai stato un malavitoso), non s’era drogato (non l’aveva mai fatto; neppure aveva mai fumato una sigaretta di tabacco), anzi stava finendo l’università. Era in pratica finita. È che s’era appassionato ad una lunga tesi su cose non convenzionali. Ecco che lei, Nikla, che aveva di fatto abbandonato l’università, si trovava ora questo ex-marito che si sarebbe pure tra non molto laureato. Nulla d’eccezionale. Però lei lo viveva come un ulteriore sminuimento di fronte alla figlia. Così, non solo l’aveva rovinato col direttore e la direzione regionali. Aveva fatto pure il giro degli altri sindacalisti e sindacaliste, e non solo, per raccontarne di tutti i colori. I paranoici si credono tra loro. La maggioranza delle persone è di fatto tale. I paranoici si credono e si sostengono attivamente. Revocatagli la sospensione, e riammessolo in servizio, l’avevano mandato, abusivamente, nel luogo più distante di quella regione. Lui si faceva 5 ore al giorno di treno. Più altre angherie d’ogni genere.

Nikla continuava intanto con quest’attaccamento ossessivo alla figlia. Quando la figlia aveva avuto il primo ed unico ragazzo, davanti Nikla sorrideva e faceva la gentile, la viscida insomma e lo si percepiva pure tutto il viscidume del personaggio. Ma nel intimo si rodeva ed aveva un solo pensiero fisso: distruggere tutto ciò si frapponesse tra lei e la figlia. Aveva travato una solida alleata, come già contro l’ex-marito, nella suocera, un sessuofoba invidiosa, una che aveva invidia perfino dei figli. Al solo pensiero della figlia, della nipote per la nonna, che si sbaciucchiava e si sollazzava nel letto col ragazzo, entrambe impazzivano di rabbia.

Avevano provato con lei. “Ma allora vi sposate?” “Ma hai un futuro con lui?” “Ma allora mettete su casa?” “Ma sei sicuro che sia un ragazzo serio?” Ma figuratevi che cosa gliene frega ad una ragazzetta innamorata. Il futuro è il suo, il loro, amore. Allora erano andate, madre e suocera, a parlare con la famiglia di lui. I soliti discoscorsi da ossesse. Ma, appunto, tra paranoici, più s’è ossessi e paranoici, più si trova comprensione attiva. “Sono preoccupata per mia figlia...” “Sono preoccupata per mia nipote...” “Sa, sono la mamma...” “Sa, sono la nonna...” “Ah, dobbiamo proprio dirglielo... ...il padre è un delinquente... ...è appena uscito di prigione per terrorismo...” “Voi ci capirete...” “Pensate a vostro figlio...” In quella regione del nord-ovest succede ancora che in certe famiglie si combinino matrimoni di convenienza e che ragazzi e ragazze, pur in storie d’amore e di letto con altre/i, vi si sottomettano. Così, per liberalo da quel pericolo, i genitori di lui combinarono in fretta in furia un matrimonio del figlio con una sua pari, una che aveva egualmente transazioni di letto con uno che non piaceva ai rispettivi genitori perché non di status adeguato. Due piccolo-boghesi infinocchiati da genitori piccolo borghesi...

Così, un bel giorno, il ragazzo della figlia di Nikla, le fece dire da una comune conoscente che s’era appena dovuto sposare con una imposta dalla famiglia. Immaginatevi. Poi naturalmente la madre, Nikla, aveva finto di piangere con la figlia distrutta, mentre in realtà in cuor suo se la rideva. Pure la nonna era felicissima d’aver contribuito a rovinare la vita della nipote. Pure l’altra nonna, la madre di Nikla, era esaltata per quel capolavoro di figlia che seguiva perfetta le sue orme.

Intanto, Nikla, con la suocera Franca, e grazie ai soldi che queste le dava perché non facesse vedere la nipote al figlio, o la figlia all’ex-marito dal punto di vista di Nikla, avevano foraggiato un gesuita. Uno che infinocchiava il prossimo come fanno molti i gesuiti, per produrre soldi per sé vendendo “spiritualità”. La figlia s’era intanto laureata in architettura e dato l’esame di Stato per poter firmare progetti. E s’era subito, fottuta da madre, nonna/e e gesuiti, fatta suora. Faceva la suora, con vocazione alla clausura, ed intanto faceva l’architetta gratis per quella sottocongregazione dei quel gesuita, un ex-ebreo con velleità cultural-misticheggianti, Koppellot che aveva creato una sua piccola, ma ben florida di soldi che arrivavano da ogni dove, congregazione di cui era il capo.

La madre di Nikla poi tirò le cuoia. Sul letto di morte, lei che aveva fatto del male a tutti, naturalmente perdonò tutti coloro cui aveva fatto del male. Doveva setirsi un pontefiche, anche se magari non è detto che i pontefici dei nostri tempi facciano del male. No, alludevo all’atteggiamento pontificaleggiante di taluni catto. Certo quello di quella miserabile.

Intanto Nikla, coi gesuiti che sfruttano la figlia, e che lei, con suocera, pur sussidia per ringraziarli di quello sfruttamento provvidenziale, da lei stessa voluto, che le tiene la figlia libera dalle tentazioni del mondo, si fa da loro mandare la figlia per tutte le feste comandate. Ossessiona Koppellot e collaboratori con valanghe di telefonate ansiose e deliranti, cui loro, evidentemente non meno ansiosi e deliranti, sottostanno magari infelici. Solo invidia. Invidie di maniaci che si trovano e si complementano. Gesuiti castrati. Una setta. Madri castrate. Madri di merda.

mercoledì 6 settembre 2006

06.09.2006

La strada è lunga.
Il deserto è freddo.
I demoni sono dappertutto.
L’amore riscalda il cuore ed il corpo.

domenica 3 settembre 2006

OligarkiaCentraffrikkana.10. Difendere la Costituzione etilico-ghigliottinara per meglio distruggere il Centraffikka

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OligarkiaCentraffrikkana.9. Il crimine di lesa sacraCostituzionalità

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OligarkiaCentraffrikkana.8. ReGiorgione fa arrestare nonReManuello

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OligarkiaCentraffrikkana.4. Il koffernoFrodi chiarisce la sua filosofia di corruzioni&mafie

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OligarkiaCentraffrikkana.3. Il koffernoFrodi alla ricerca, forse, d'un programma

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OligarkiaCentraffrikkana.1. KoffernoFrodi di coske e tangenti

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OligarkiaCentraffrikkana.2. Il kofferno panciakullista si ritira

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Campi di concentramento: due anni per prudenza, sei per onore

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Emma e Tony: ginnastica d'archivio

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MaximaImmoralia. Cujùn! Prodi nano: politica e diffamazione-calunnie! 08.04.2006

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MaximaImmoralia. Cujùn! ...che nanerottolo che è Prodi! 06.04.2006

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MaximaImmoralia. Hóngshé Huódòng / 紅蛇活動. 03.04.2006

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MaximaImmoralia. Regalo di Natale ad Harbin. 25.12.2005

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dharma. 3. Esercizi per passere. 05.12.2005

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MaximaImmoralia. Panné si srotola un Prèdon. 02.11.2005

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MaximaImmoralia. Psicopatologia dell'antiberluskonirico. 11.10.2005

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MaximaImmoralia. Chi laverà l'antiberluskonirico da sé stesso?! 10.10.2005

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MaximaImmoralia. Codardi: ingleses e cinesi. 03.10.2005

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MaximaImmoralia. Le prime volte non esistono. 27.09.2005

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8 Settembre 1943 nelle Ionie

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Hubei. dicembre 2003

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MaoCina: italici doppi? giugno 2004

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MURI. Beibei. maoCina maomaniacale, 2002/2003

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MaximaImmoralia. MaoCina: italici doppi? 20.06.2004

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Ossessione

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PUNTOACCAPO. romanzo erotico, storico, politico, sociologico

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