giovedì 29 novembre 2012

mashal-054. Sogni che si ricordano

mashal-054. Sogni che si ricordano
by Georg Moshe Rukacs

Questa notte, affaticato già da giorni e notti precedenti, e non proprio in attività scrittorie, ma anzi da lavori del tutto manuali, ne approfitto per dormire appena troppo. Non mi piace dormire troppo, né necessariamente di notte. Anzi, dormo meglio ad altre ore. Ci sono comunque sempre i vincoli di quello uno debba eventualmente fare a vari orari della giornata.

Inoltre, non dormo per molte ore continuate. Dormo a tratti. E poi decido se rigettarmi nel sonno oppure alzarmi, a seconda dell’ora, o se abbia cose da fare, e del desiderio del momento. Per cui possono dormire da un complesso di poche ore, al doppio od al triplo. Dipende anche dalle stagioni o da altri fattori. E non è neppure correlato alla eventuale fatica fisica. Anzi, se sono occupato in attività o lavori fisici, cerco di dormire meno non di più. Almeno tendenzialmente, senza che questa sia necessariamente una norma ben definita.

Del resto esistono varie teorie sulle ore di sonno necessarie sebbene, alla fine, la cosa migliore è che uno si regoli sul proprio fisico e sulla propria psiche. Non è un campo nel quale le tabelle di marcia (che non è neppure detto sempre valgano in altri campi) funzionino.

Passati i sogni che non si ricordano, per cui non so se si siano veramente svolti, si arriva all’ultimo che s’interrompe nel dormiveglia se qualche propaggine non si mescoli con esso. Tra l’altro anche i sogni che ci sforza di ricordare al risveglio se ne vanno se non li si fissi subito o nella memoria di lungo termine o per iscritto. 

Mi ritrovo in un’ascensore di un palazzone di ceti medi e professionali. Mentre cerco la via, con le difficoltà e semplificazioni tipiche dei sogni, verso l’appartamento di Jessica, architetta dissoltasi senza che se ne senta la mancanza, in qualche piano non al di sotto del decimo, nell’ascensore mi imbatto in gente del palazzo, donne.

Il palazzone è a più scale. Sotto di esso, ma al pian terreno, aperto ed illuminato, di giorno, dalla luce esterna, v’è come un’area parcheggio ma non mi ricordo di auto, per cui è come un grande accesso sgombro alle varie scale. Come quei posteggi americani dei film, ma qui siamo al pian terreno. L’edificio è, almeno visto da sotto, da quell’interno, abbastanza grande pur non enorme. Non è grigio. È colorato anche se solo di colori naturali, le luci ed il sole dall’esterno. L’atmosfera è calda, non in gradi, dato che miei sogni sono sempre senza temperature.

Le donne dell’ascensore sono divorziate con figlie affianco che ci provano, ci provano con me. Sono quelle cose da sogno, ma pure da realtà, dove fameliche ti mangiano cogli occhi e ti mandano segni inequivocabili, che i codici cinematografico-televisivi hanno fatto divenire realtà, che sono alla ricerca di cazzo e che gradirebbero il tuo. Il tutto è molto asettico, come tutte le cose codificate. Non sono cose da film porno.

Arrivato all’appartamento deserto, non piccolo, che magicamente si apre, sì devo avere la chiave ma non acquista rilievo nell’azione, ecco che esso è pieno di cose. Esse sono almeno in parte imballate dato che l’appartamento deve essere svuotato, per qualche ragione che non conosco. L’appartamento ha da essere passato a me, ne sto già prendendo possesso, ma non deve essere questa la ragione per cui vi sia un clima da prossimo trasloco delle cose ora vi sono.

Il palazzone sembra avere come delle caratteristiche da albergo. Vi sono luoghi d’esso che le hanno, in qualche modo. Sebbene sia un edificio di veri appartamenti, dunque anche con cucina, il palazzo ha un’area ristorante. O è compreso nelle spese di condominio o quel giorno vi è qualche festa per cui si mangia gratis, cioè senza poi o prima pagare alla cassa di cui non si ha visione. Sì, sì, v’è come una festa, ma senza musiche né danze. Deve essere mattina perché, lanciata un’occhiata all’appartamento, mi reco nel piano e nell’area ristorante per la colazione, la colazione del mattino, che è per me una grande abbuffata dato che mi servo in abbondanza.

Non so perché, nell’area ristorante vi sono delle cose si possono prendere gratis. Io scorgo due quadernoni, di grandi dimensioni e spessi che dunque mi prendo o che mi vengono dati. Poi torno all’appartamento. Nell’ascensore stesse scene di divorziate con figlie che lanciano occhiate e mezze frasi da adescamento. Di quelle che ci stanno e te lo dicono inequivocabilmente.

All’appartamento, qualcuno, non so chi, mi dice cose di contratti. Cose che non capisco dato che se avevo già le chiavi e datemi, o fattemi avere, dalla proprietaria... Sempre frotte di donne con figlie che sbirciano, vorrebbero fare conversazioni, infilarsi in casa e che mi dicono in che appartamento abitino.

Mi sveglio perché ho già fatto il mio ciclo di sonno e, in genere, dopo un ciclo od un paio di cicli di sonno mi sveglio, eventualmente solo appena. Guardo l’ora. O per l’ora, o perché ne sento la necessità, o semplicemente il desiderio, decido di rituffarmi nel sonno.

Nelle scene a sfondo erotico dei sogni mi chiedo in genere se siano sogno o realtà, percepisco che sono sogni, per cui sono sempre scene vissute sapendo, già quando si svolgono, che non sono reali e sono come dei pre-preliminari di vero erotismo e sesso con altre.

Forse è la prima volta che mi capita una cosa che sembra vera, per cui non mi ero chiesto se fosse stata sogno o realtà. Non solo. Ha proprio la materialità della cosa vera. È una con un viso bellissimo e ci stiamo baciando, ma baci davvero consistenti. Non quelle cose che aprono la bocca od agitano la lingua perché l’hanno visto fare al cinema. Bensì ma una di quelle situazioni dove i baci sulla bocca sono profondi e solidi. Davvero una cosa molto molto vera, non da sonno e sogno, e senza riserve mentali come quando uno si chiede se siano sogni o meno e capisce lo siano. Il ciclo di sonno finisce e mi sveglio come l’avessi ancora lì appiccicata alle mie labbra.

Guardo l’ora ed è tempo che mi alzi, nella mia stanza all’ostello. Vado a pisciare è c’è una ragazzetta che si sta lavando col culetto all’aria. Fianchi sottili, corpo esile ma consistente su delle belle gambe e su quel culetto sodo e proteso all’esterno. Non vi sono altri, per cui faccio un “nnnnnnnnnnnnnnh”, non alto ma ben udibile, con l’intonazione d’ammirazione che le bimbe subito capiscono, prodigi telepatici!, anche quando, per strada, lo faccio solo mentalmente alla vista di qualcuna che attiri la mia attenzione.

Lei guarda dallo specchio, percepisco un suo turbamento, ma resta con quel culetto ben all’aria, invitante. Quando esco dal gabinetto, lei è ancora lì ai lavandini. Le rilancio un’occhiata e, mentre me ne vado, ripeto un altro “nnnnnnnnnnnnnnh” d’ammirazione e desiderio.   

Dopo un po’ sento il bisogno di controllare se quel gustoso culetto all’aria sia ancora lì. Per cui ripercorro il corridoio, col bicchiere per andare a bere un po’ d’acqua. Deve essere in stanza ma con la porta aperta. Io non guardo mai dentro le porte aperte, eventualmente solo con la coda dell’occhio. Quando torno indietro lei si è fatta sulla porta. Anche vista davanti è proprio una ragazzetta gustosa. Ben fatta. Esile ma piena, e con gambe sode e bacino e fianchi ed attaccatura delle gambe, sì proprio lì-lì!, davvero sexy che subito ti immagini di sguazzarle dentro ben accolto e ben corrisposto.

Le rifaccio un “nnnnnnnnnnnnnnh” mentre la squadro serio. Lei arrossisce tutta. Ma non si ritrae. E tuttavia non dice nulla. Per cui non mi fermo e torno nella mia stanza. Continuo a pensare a lei, col cazzo duro-duro, duro da far male. Non aspetto che pochi minuti per ritransitare verso i lavandini mentre mi lavo i denti. Lei ha la porta aperta. Quando torno indietro, si è rifatta sulla porta. La risquadro e le rifaccio: “nnnnnnnnnnnnnnh”.

 Lei riarrossisce, sorride mi fa:
- “Che c’`e?”
- “Come che c’è?”
- “Perché mi guardi e mi fai quel nnnnnnnh?”
- “Come, che c’è?! Ci sei tu!”

Lei ancora più rossa e senza ritrarsi, anzi ben lì:
- “Ed allora... che cosa vuoi?”
- “Voglio te...”

Il rossore le aumenta ulteriormente, ma di desiderio e sorridendo:
- “...Neanche mi conosci...”

Mi avvicino a lei, a pochi centimetri o meno. Lei non si ritrae. Era lì per essere presa... Io le faccio:
- “Dimmi tutti di te...”

La fisso negli occhi. Le prendo il viso tra le mani:
- “Come sei bella... Sei meravigliosa...”

Le bacio gli occhi, mentre la tiro verso di me. Poi, il collo, il naso e le labbra mentre siamo l’uno contro l'altra, e lei che si fa tirare e mi aderisce, e la accarezzo lungo il corpo, i fianchi, le cosce. La sospingo nella sua stanza e chiudo la porta. Con le mani le vado sotto una corta gonna che le sollevo. Le accarezzo i fianchi, ora pelle a pelle, ed il culetto senza vestiti frapposti. Non ha le mutande. La adagio sul letto. Le sollevo le gambe e le vado con le labbra e la lingua sulla righetta che le allargo con le ditta. Le succhio il clitoride che la manda subito in visibilio.

La sento ben lubrificata. Ho il cazzo gonfio e duro, durissimo, da far male. Glielo introduco piano, con sussulti d’aggiustamento, e quando è scivolato tutto ben dentro, e sia lui che la fichetta sono a proprio agio, comincio una bella cavalcata da sogno sia per lei che per me, e che ripeto tutte le volte che, eiaculato, mi ritorna duro.

sabato 3 novembre 2012

mashal-053. CC-Dilma-Cardozo State/Government-Organized Stalking in DesembargadorIsidro45, RJ

mashal-053. CC-Dilma-Cardozo State/Government-Organized Stalking in DesembargadorIsidro45, RJ    

by Georg Moshe Rukacs

Il 18 ottobre 2012, RSkaru risponde ad un annuncio di ricerca di un paio di cuochi per il Restaurante do Paulo in Rua DesembargadorIsidro45, RJ. Tratta un appuntamento per email. Il padrone Marcelo, un portoghese, lo chiama, seppur in modo un po’ enigmatico. Il 19 mattina, gli scrive che sarebbe stato al ristorante tutti i giorni dalle 17:00. Per cui, RSkaru si presenta il giorno stesso a quell’ora. Marcelo gli dice che deve estendere l’orario del ristorante al mattino, a partire dal primo di novembre, per cui cerca un paio di cuochi. Richiesto sul salario, RSkaru dice che gli basta il salario minimo, purché sappiano fare i conti del salario minimo. Non li sanno fare. Marcelo asserisce, convinto, che lui paga più del minimo. Non è vero. Paga decisamente meno.

Marcelo dice a RSkaru che può iniziare subito, per apprendere le ricette e procedure della casa. Gli dà gli abiti da lavoro. Inizia. La cucina è piccola ma c’è tutto quel che basta e non è opprimente. Globalmente non male. Marcelo, si fa dare il libretto di lavoro, pur scaduto e, come d’uso suo, lo trattiene, irregolarmente, finché RSkaru lavora lì. Per legge, lo dovrebbero restituire firmato entro 48 ore, ...ma solo se il libretto è valido. Scaduto può servire solo ad annotarsi i dati anagrafici. Marcelo non capisce un cazzo di normative. Sa solo contare i soldi che ruba ai dipendenti.

Gli dà un senso di possesso trattenere il libretto di lavoro e senza firmarlo. Altri, anche comunisti (ma non sul luogo di lavoro, dove sono tutti ‘fascisti’), se ne lamentano senza conoscere i propri diritti e senza dire nulla al padrone. C’è un certo Jailson preoccupato che lavori lì da più di tre mesi senza che gli abbiano firmato il libretto di lavoro. In realtà, non cambia nulla. I diritti non cambiano. Ma nessuno si preoccupa di essere pagato meno del già ridicolo salario minimo legale sebbene i prezzi del ristorante, di tutti i ristoranti, siano europei non cinesi. I salari sono cinesi. I fitti europei ed oltre, per chi non abiti in aree perifericissime od in situazioni particolari. Lo straordinario è considerato un dovere, anche se non sempre lo pagano. La settimana, pur di 44 ore, non la rispetta nessuno. I padroni si comportano come il salario minimo federale, o quelli locali se li conoscono (in genere li conoscono vecchi di 5 anni!), fossero per 60 ore la settimana. Il Brasile è fermo ad un paio di secoli fa. Così come nessuno sembra conoscere la normativa sul preavviso che va dai 30 ai 60 giorni. Vivono tutti in un altro mondo.    

Intanto, gli infami cooperanti degli Squadroni della Morte di Ledo5, dove RSkaru alloggia, FaustoRufFé e lo pseudo-pastore dell’Assembléia de Deus MarcAntò, cogli infami ausiliari in loco LedaGraciaDias, EmanuelOliveira e CarolinaOmeroAzevedo, notano che gli orari di RSkaru sono di nuovo consistenti con una qualche attività lavorativa. Per cui, informano immediatamente gli Squadroni della Morte della Polícia Federal, in concreto un agente speciale dell’Ufficio Stranieri della Polícia Federal (ma con tesserino e regolamenti speciali per poter commettere pazzie e crimini con la copertura del Segreto di Stato), che opera su richiesta dei Carabinieri italioti, ed anglo-americana, al governo Dilma-Cardozo, ...‘i comunisti’ della CIA-SIS! Gli ordini sono “RSkaru non deve lavorare, non deve vivere, deve essere obbligato ad andarsene”. 

Dopo un paio di giorni che RSkaru lavora al Restaurante do Paulo, ecco che arriva, telefona, l’agente degli Squadroni della Morte della Polícia Federal, con la solita progressione di demenze e delitti. Prima chiede se RSkaru lavori lì. Poi dice che gli occorre collaborazione. Infine butta lì che dovrebbero organizzare un mobbing sostenuto per indurlo a licenziarsi ma che tutto deve sembrare casuale. Poi insiste che proprio devono, che urge agire contro l’obiettivo per ragioni di Stato non conosce né osa interpretare. 

Marcelo, che a parte l’essere ladrone (hanno complessi d’inferiorità a non esserlo; l’onestà è socialmente discriminata e condannata in Brasile) non dovrebbe poi essere una cattiva persona, deve solo estendere l’orario di apertura al mattino, con uno dei due della sera-notte, Estevan, che slitta al mattino e viene sostituito dallo RSkaru che si affianca all’altro, Talete. Estevan e Talete, pure Gabriel, un ragazzotto che fa il gerente, ed altri non erano particolarmente adatti a implementare mobbing. La cosa non è fattibile. Anche Marcelo non ne ha gran voglia.

Estevan e Talete fanno lo stesso lavoro ed hanno le stesse capacità. Eppure Estevan è pagato, pur sempre al di sotto del salario minimo calcolando le ore ed altri fattori, un R$200 di più perché ha il doppio degli anni. Nondimeno, Talete lavora da più tempo lì. Strane gerarchie che indicano come Marcelo abbia difficoltà a trovare polli sottopagati. Nei ristoranti, v’è grande mobilità, soprattutto dove siano pagati meno del salario minimo. Chi vi lavora spesso viene da aree distanti, per cui necessita di ore ed ore di andata e ritorno, con più di un bus e nella confusione tipica dei bus brasiliani dove non è che uno, mai volesse, ma i brasiliani sono di un’ignoranza paurosa, possa mettersi a leggere nulla alle fermate ed pure sui bus dove, con gli ammortizzatori scassati e le vetture traballanti, è veramente un’impresa concentrare la vista sulle lettere di un testo.

Dopo due o tre giorni che RSkaru lavora lì, Marcelo si fa trovare quando lui arriva alle 15:55 e gli chiede di parlare un momento di soldi. RSkaru gli riafferma che gli basta il salario minimo e che, per fare un conto, dato che Marcelo lo pressa a dire una cifra, deve sapere quante siano le ore. Solo i brasiliani e buttano lì cifre alla cazzo senza sapere per quante ore. Appunto, le 44 ore non esistono, nel Brasile militar-catto-social-comunista. Molti ragionano sulle 55-60 ore (v’è chi ne pretenda pure di più!) settimanali, come fosse dovuto passare la vita sul luogo di lavoro.

Lì, al Restaurante do Paulo, piuttosto originalmente (illegalmente), danno la commissione, la percentuale sugli incassi, solo ai camerieri. La regola brasiliana, con valore di legge, è che se danno la percentuale sul giro di affari, la debbano dare a tutti ed, anzi, i manuali in materia consigliano di dare in po’ di più a chi stia in cucina, dato che i camerieri hanno già le mance, che in Brasile sono in genere individuali, non vengono di solito messe assieme e poi spartite come in Nord America.

Il salario minimo della categoria è, da circa un anno e mezzo, a Rio di Janeiro, come da contratti collettivi con valore di legge, R$720 al mese per 44 ore la settimana, per chi non percepisca la sola retribuzione fissa, senza percentuali addizionali sul giro d'affari. La paga oraria si calcola dividendo per 44 (le ore settimanali) e per 4.3333 (le settimane in un mese). C’è anche un sistema di conteggio più complicato, in Brasile, ma il risultato è equivalente se i padroni non si dimenticano qualche pezzo per truffare meglio il lavoratore. Anzi è appena più favorevole al padrone fare i conti giusti secondo criteri attuariali internazionali senza conteggi cazzata alla brasileira. I festivi, il salario orario è il doppio, che siano ore straordinarie e o no. Se le festive sono ore ordinarie, e non vogliono pagarle doppie, devono solo concedere una giornata addizionale di riposo. Infatti, in alcune aree, i ristoranti sono chiusi la domenica, per cui fanno coincidere con essa il riposo settimanale, ed anche altri festivi tengono le saracinesche abbassate per evitarsi il salario doppio. Le ore straordinarie sono il 50% in più. Se sono notturne, dopo le 22:00, si deve calcolare un altro 20% sul tutto. L’ora notturna è, per la legge brasiliana, di 52.5 minuti, non 60. Ci sono poi tredicesima e ferie. Il preavviso per licenziamento senza giusta causa è di 30 giorni sia per il lavoratore che per il datore di lavoro. Anche di più, oltre l'anno di anzianità nello stesso posto di lavoro.

Marcelo non ci capisce più nulla, mentre RSkaru gli riassume i principi generali di diritto salariale e del lavoro. Gli franano i suoi balbettii che  lui paga più del minimo. Chiede a RSkaru quanto guadagnava dove lavorava prima. RSkaru gli risponde che in tutto, con la commissione, erano un R$1'200 per 54 ore la settimana, ed il salario fisso era comunque sotto al minimo dato che gli davano come base R$850 per 54 ore e senza calcoli di straordinari, notturni e festivi. Ovviamente, RSkaru non gli dice che ha, per ciò ed altro, una causa al Tribunale del Lavoro, sebbene anche lì ci sia l’interferenza degli Squadroni della Morte della Polícia Federal su avvocati ed apparato giudiziario per sui sia tutto come bloccato o dilazionato all’impossibile.

Marcelo va in fibrillazione e non riesce più a balbettare che lui paga più del salario minimo. Dice che, per starci nei costi (cioè nelle super-ruberie ai dipendenti per cui si è arricchito e continua ad arricchirsi con rapidità usuraia, pur con personale in eccesso, non pagando ai dipendenti neppure il minimo legale), può pagare R$1'000 al mese + R$33 per ogni festivo oltre alle domeniche regolari già incluse nei 1'000. RSkaru dice che va bene e si stringono la mano. Marcelo ha una stretta vigorosa e apparentemente sincera, di quelli che quando ti fregano lo fanno con convinzione.

Marcelo era già proprietario della pizzeria di fronte, Panq’s House, al numero 47-49. Aveva poi comprato l’immobile dall’altro lato, in Rua DesembargadorIsidro45, RJ, dove prima v’era un negozio. Ha pure una pizzeria in centro. Ed aveva od ha tuttora altri ristoranti. Rubando soldi ai dipendenti, pagati ben al di sotto del salario minimo (pur conclamando lui li paghi ben di più), per orari settimanali anche di 60 ore, si guadagnano un mucchio di soldi, pur nella totale disorganizzazione brasileira. Risparmierebbero pure a pagare il giusto, se solo sapessero gestire il personale con le 44 ore settimanali legali ufficiali. Il governo social-comunista serve solo a rendere accettabile agli idioti lo votano, e pure agli altri, la corruzione e illegalità dilaganti contro i lavoratori e contro tutti, a parte le ricchissime oligarchie e classi medie con tenori di vita europei pur con ignoranza ed inettitudini tipicamente brasileire.     

Intanto Marcelo viene messo sotto pressione dagli Squadroni della Morte della Polícia Federal che gli dice, con sempre maggiore insistenza, che deve organizzare subito il mobbing contro RSkaru. Ma lui non sa come fare. Prova ad accennarne a qualcuno del ristorante ma gli dicono che non capiscono bene quelle cose.

Per cui, alla fine della quarta giornata giornata lavorativa, Marcelo chiama RSkaru e gli dice che è meglio gli paghi i quattro giorni e la chiudano lì perché, dice Marcelo, lui, RSkaru, si aspetta di più, che lui Marcelo ha altri con minori richieste che aspettano solo di essere chiamati. La verità è che i proletari brasiliani non è che usino molto internet, anche quando stiano cercando lavoro, idem i cuochi e simili, per cui l’annuncio su internet raggiunge direttamente solo pochi candidati. Non ci sono maree di richieste a seguito di annunci in rete. A volte, non ve ne sono affatto. Rende più una nota fuori dalla porta del ristorante per i passanti che magari passano parola a qualcuno che...

RSkaru gli risponde freddamente che se lui Marcelo vuole... ...tuttavia che se si sono accordati sui R$1'000 al mese, va bene così. RSkaru era stato subito informato del lavorio del solito pazzoide e delinquente degli Squadroni della Morte della Polícia Federal, attivati da Dilma Rousseff e José Eduardo Cardozo (i due ‘grandi’ ‘comunisti’ della CIA e dei militari delle accademie di tortura statunitensi), per cui vuol ben verificare tutto, lasciare che le cose maturino. Marcelo è disorientato. Pensa che magari può menarla a quel pazzoido-delinquente degli Squadroni della Morte della Polícia Federal, e relativo governo. Lascia perdere e dice a RSkaru che può continuare a lavorare lì.

Ma si vede che Marcelo sta male. È agitato. Continua a sentirsi con l’agente speciale degli Squadroni della Morte della Polícia Federal. Marcelo gli dice che non sa bene cosa fare. L’agente speciale degli Squadroni della Morte della Polícia Federal gli ribatte che lui ha degli ordini e che quindi lui Marcelo deve fare quello che gli viene detto, ordinato. Insiste che deve scatenare il mobbing contro RSkaru per indurlo a dimettersi ma che i suoi ordini sono che RSkaru non debba sospettare nulla.

Allora, Marcelo si inventa che magari non è più sicuro di aprire anche al mattino, che ci sono stati dei contrattempi, dei problemi, che hanno fatto i conti e che tra gerente del mattino, camerieri e due cuochi, più un menù specifico per colazioni e pranzo, non sono sicuri se... ...Per cui stanno valutando di lasciar perdere... …e che dunque pure l’assunzione di RSkaru verrebbe a cadere, visto che era stato assunto in vista di muovere il primo cuoco della sera-notte, al mattino-primo pomeriggio. Lo dice all’agente speciale degli Squadroni della Morte della Polícia Federal, così come lo dice al gerente e ad Estevan. Anche altri li sentono, ascoltano Marcelo al telefono, o di persona, col pazzoido-delinquente del governo. 

Marcelo e l’agente speciale degli Squadroni della Morte della Polícia Federal se la menano per qualche giorno su quel tono. Marcelo che, come portoghese, si crede più furbo mena il can per l’aia, mentre il pazzoido-delinquente del governo ha ordini, anche se non gliene frega nulla ma deve pur scrivere qualcosa nei rapporti quotidiani ai superiori per fingere di avere lavorato secondo gli ordini.

Alla fine, Marcelo si inventa che ormai è certo, che non apre più, la mattina, né l’1 novembre, né il 5 novembre come aveva successivamente detto. Lo dice sia al gerente che a Estevan, che è sicuro non apra più di mattina, ...per il momento... Intanto continua a menarsela col pazzoido-delinquente del governo che non è che gli dia molte via d’uscita:
- “O organizzi un mobbing sostenuto o se proprio non apri più di mattina... ...certo, il governo non interferisce con libere scelte d’impresa.”

Lui conferma, pur tentennando, che non apre di mattina perché ora ha fatto i conti e... Non li aveva fatti prima i conti? Cosa è cambiato? Ah, è cambiato l’intervento pazzoido-delinquenziale del governo di Dilma Rousseff e José Eduardo Cardozo cui non sa come uniformarsi, che non è capace di giocarsi dicendogli che fa mentre magari non fa, e cui non sa dire di no.

Proprio perché il governo brasileiro non si fida troppo di imprenditori, o di responsabili sul campo singoli di queste operazioni, vuole accessi multipli, sia al proprietario sia a suoi dipendenti incaricati dello State/government-organized stalking, di questa forma di terrorismo di Stato, qui compradoro. Marcelo, non particolarmente disponibile o disposto, non trova nessuno da indicare al governo per prendere la testa, sul campo, oltre ed assieme a lui, appunto non particolarmente disposto o disponibile, di queste porcherie incomprensibili a chi non sia del tutto pervertito e delinquente.

Ecco che martedì 30 ottobre, dopo la mezzanotte, quando ormai si dovrebbe già avere chiuso, ma il gerente continua a tenersi i tre cuochi a menarsela senza senso, Marcelo chiama RSkaru, nel suo ufficietto sopra. Gli dice che sabato (e perché glielo dice due giorni lavorativi dopo?) ha parlato col suo socio (ah, ha un socio?) e che hanno deciso di non farne nulla, di non aprire la mattina (ma non avevano prima deciso di aprire?).

Per cui, dice a RSkaru che gli paga 12 gg a R$30 al giorno e il rapporto lavorativo è cessato. Di conseguenza, gli paga R$360. RSkaru non dice nulla ma R$1000/31*12= R$387. Marcelo si sente in dovere di rubargli R$27 sulla base dei suoi stessi accordi a voce. Inoltre, per la legge brasileira, ma Marcelo è un ignorante abituato a trattare con ignoranti, dovrebbe pagargli 30 giorni di preavviso, in pratica altri R$1'000. Dunque, anche solo ad attenersi all’accordo verbale, illegale perché inferiore al minimo legale, gli avrebbe dovuto pagare 1'387. Gli ruba, a termini di legge, 1'027. Ci sarebbe pure dell’altro: 1/12 di ferie e 1/12 di tredicesima.

Anzi gli ruba di più, perché sono R$279 di salario delle ore ordinarie a salario minimo (R$720) + 11.64 ore straordinarie notturne (R$6.8 cadauna = ~R$79.2) + il supplemento notturno per 17.50 ore normali (R$0.756 cadauna = R$13.23) + supplementi festivi per 8 ore (R$3.78 cadauna R$30.24) + 4 ore di straordinari festivi (R$ 7.56 cadauna = R$ 30.24) + 4.95 ore di straordinari festivi notturni (R$9.072 cadauna = ~R$44.91). Il salario orario è di R$3.78. Il che fa, salvo errori, ~R$477. Anche senza calcolare i 30 giorni di preavviso, da calcolarsi con la proiezione su un mese dei 12 gg di lavoro, Marcelo gli ha rubato 477-360=R$117, di lavoro effettivamente svolto e con calcoli a salario minimo legale a Rio de Janeiro. ...+ il dodicesimo di ferie e quello di tredicesima. Troppo ignoranti, per conoscere un minimo di normativa di base. E, poi, fregano meglio il prossimo con calcoli semplificati (a loro netto vantaggio, per rubare al dipendente) e raccontando ai polli che pagano stipendi generosi.  

Volendo, RSkaru avrebbe due anni di tempo per far causa al Tribunale del Lavoro. Ma non è detto che in questo caso vi ricorra. Gli altri casi erano uno che non pagava i dipendenti etc. (egualmente avvicinato dagli Squadroni della Morte della Polícia Federal, ...ed aveva egualmente rinunciato alla apertura al mattino già iniziata e con investimenti in materiali pubblicitari) ed un ristorante dove avevano organizzato un mobbing ossessivo. Casi appena differenti. ...Non solo ladroni...

Naturalmente, Marcelo fa il viscido gentilissimo con RSkaru. Finge si avere numerose possibilità, nei suoi vari ristoranti e pizzerie, anche in una lì in centro, non distante da dove RSkaru abita. Ma per il momento tutte le posizioni sono prese, dice.

Siccome l’agente speciale degli Squadroni della Morte della Polícia Federal si è raccomandato che deve fare il possibile per avere informazioni su RSkaru, se abbia mai altre opportunità di lavoro, sì che loro del governo possano intervenire per organizzare mobbing e licenziamenti, Marcelo si fa suadente:
- “Posso scriverti una lettera di raccomandazione...”
- “No, in genere, nessuno se ne preoccupa...”
- “Ti do il mio numero di telefono, se mai ti occorresse in futuro...”
- “Lo ho già nelle email...” [da dove l’ha preso la Polizia Segreta della Polícia Federal per telefonargli, 2288-8380].
Serve solo per allertare gli Squadroni della Morte della Polícia Federal, mai RSkaru o altri lo chiami, che non sono mai sicuri di arrivare sufficientemente presto per organizzare mobbing, linciaggi, licenziamenti.

Infatti, non lo chiamerà mai più. ...Quando è statisticamente impossibile che non possa averne occasionalmente o stabilmente bisogno, dato che ha almeno tre ristoranti e pizzerie, e che sta chiaramente cercando di estenderne l’orario di apertura. Non hanno cervello, in Brasile. Tra l’altro converrebbe loro avere magari più dipendenti ma facendo loro fare le 44 ore, od anche meno, cosa legalmente possibile calcolando il salario in proporzione. A parte che sono così cazzoni che non sanno calibrare il personale a seconda dei flussi. Per cui magari aprono con le prime ore deserte ma con gli stessi camerieri delle ore e giorni di piena. Idem vale per le cucine. Ma, appunto, truffando i lavoratori assumono... ...suppliscono alla loro inettitudine di padroni e gestori buttando via il tempo altrui e con guadagni usurai dato che i salari sono cinesi, gli abusi idem, ma i prezzi ben più alti che in Europa e Nord America. 

Ad ogni modo, per RSkaru è una ‘grande’ questione di Stato. Il governo brasiliano partecipa attivamente, sebbene si vergogni che si risappia, al terrorismo di Stato ed alle persecuzioni anglo-americane e dei loro clienti, Italiozia inclusa. Per cui si uniformano a qualunque starnuto degli Squadroni delle Morte dei Carabinieri, le Polizie Segrete CC agli ordini delle istituzioni che detengono il potere reale di Italiozia e che, tra le altre pazzie e crimini, organizzano pure di queste persecuzioni e pure di peggio.