domenica 29 aprile 2007

Chinese Asylums 29. Superterrorista in superclandestinità all’estero?! Ovvero storia di pidocchi dementi ossessi d’Italiozia e del mondo

Chinese Asylums 29. Superterrorista in superclandestinità all’estero?! Ovvero storia di pidocchi dementi ossessi d’Italiozia e del mondo
by Georg Rukacs

Voi non lo sapete. Neppure io, in verità. Però il governoItaliota-CC-SISMI, coi dementi ossessi esteri par loro, organizzano da 7 anni la tortura bianca, e da 17 un mobbing ossessivo, perché IO sono un pericolosissimo terrorista e superdelinquente in superclandestinità. In verità mi hanno appena dato un passaporto elettronico decennale, con regolare nulla osta della Questura di residenza suppongo, dal para-consolato di Taipei.

Comunque, IO non lo so. Ma LORO lo sanno. FiorellAllocca del già-PCI-sucio, l’ex-moglie di merda, la “madre” di merda, il “fratello” di merda, l’organizzazione delinquenziale del già-PCI-sucio, che hanno convinto CC, SISMI, governo, Interni ed Esteri, Interpol, FBI. Loro lo sanno...

Così, appena arrivo ad un posto di frontiera, al controllo passaporti, il poliziotto di turno, appena digita il mio nome e dati a terminale, inizia a tremare. Infatti, inizia a lampeggiare il quadro: elemento pericolosissimo, far finta di nulla, scoprire subito dove va perché deve essere sottoposto subito a programma speciale per obbligarlo a tornare in Italiozia dove sanno come neutralizzarlo. In pratica, sono pericolosissimo e loro devono “seguirmi” dove dormo e fare toc-toc, la tortura bianca, per obbligarmi a tornare a Torino dove devono continuare e sviluppare il mobbing ossessivo iniziato quando fui assolto da un processo, nel 1990. ...Ma già precedente... ...Sapete come sono i maniaci ossessi...

La tortura bianca viene iniziata dal SISMI, ad inizio 2000, e usando dei delinquenti colombiani dei gesuiti e dei trafficanti in Belgio, delinquenti con cui evidentemente il governo italiano era in affari. Continua dal 2002, nella RPC. E poi dal 2004 a Taiwan. È il SISMI che dà le istruzioni, la strumentazione, riceve i rapporti, incita a liquidarmi, si lamenta che non si vedono i risultati. Sono cose con cui uno come voi sarebbe liquidato in pochi giorni. Qui la menano da 7 anni. È venuto il momento che lo stato delinquenziale d’Italiozia paghi e mi paghi il biglietto per il loro guardonaggio-origlionaggio illegali con tortura bianca. La tortura bianca, essendo tentato omicidio, sarebbe comunque illegale. Anche il guardonaggio ed origlionaggio in questo caso lo sono, in quanto non sono operazioni di polizia né di intelligence, né usano personale di polizia, né altro autorizzato, essendo questa una attività delinquenziale, un’attività delinquenziale dello Stato italiota con altri Stati al pari suo. ...Colombiani, RPC, RoC-Taiwan... Le polizie o loro sevizi speciali si limitano a supervisionare pidocchi reclutati tra la pidocchieria comune, ragazzetti e ragazzette che sono pressoché tutti tarati (tutti dementi ossessi) dalla nascita in EstAsia, non tra ufficiali di polizia giudiziaria, salvo qualche eccezione temporanea, e comunque senza alcuna autorizzazione giudiziaria od amministrativa a praticare il guardonaggio-origlionaggio, tanto meno la tortura bianca che, essendo tentato omicidio, è fuorilegge in tutto il mondo, quando praticata da pidocchi privati e con strumentazione il cui uso da parte di pidocchi privati è illegale.

A proposito, visto che sono un pericolosissimo terrorista-delinquente internazionale, lo avete l’indirizzo. È tutto pubblicato nei “racconti” precedenti. Mandate la stampa ed i media italici ed esteri ad intervistarmi, sempre che paghino bene. Potrei svelarvi i segreti del terrorismo e della delinquenza mondiale. Di sicuro quelli della delinquenza PCI-sucio, SISMI-CC, Italiozia, e delinquenti di Stato e privati loro connessi in aree estere. Scusate avere sotto mano un superterrorista-supedelinquente e volete farvi sfuggire l’occasione?! Mi raccomando pagate bene, perché se i delinquenti dementi ossesi dei CC-SISMI mi mobbizzano da 17 anni e mi torturano bianco da 7 devo veramente essere importante, importantissimo. Resto in attesa. Ah, il vicolo qui è stretto. Il taxi non arriva sotto “casa”. Dovrete fare una decina di metri a piedi. La mia stanza è piccolissima. Improbabile entrarci. Comunque mi vesto in un attimo ed andiamo in qualche luogo pubblico. Ah, tra le 12 e le 14, 5 gg la settimana sono in genere a scuola. Sapete, è per la copertura come superterrorista-superdelinquente in superclandestinità. Dicevo, mi vesto ed andiamo, chesso in un KFC. C’è n’è uno qui vicino. Ci si può sedere senza prendere nulla. L’ideale per un incontro con un superterrorista-superdelinquente in superclandestinità. I soldi per l’intervista in contanti, mi raccomando. Preferisco euro. Dai 100'000 in su. Non vorrete mica incontrare il capo di Binladin [lo dicono “familiari” di merda ed istituzioni italiotiche di merda!] gratis?!

Un qualche mese fa, il “fratello” di merda, Riki, mi mandò una supplica. Mio padre l’unico eroe della famiglia, a parte suo padre e forse io, era deceduto il 16 dicembre 2006. Così il “fratello” di merda mi mandò una supplica: “Al grande BinRukkash. Lo so che Voi siete occupatissimo nella sovversione internazionale, ad organizzare omicidi e stragi, a trafficare in stupefacenti... La prego di trovare alcuni minuti, tra i suoi intensi impegni, per riempire i formulari per la successione che intendo inviarLe.” Io risposi: “Stronzo demente, come ti permetti di importunare il grande BinRukkash? ...Ma che formulari da riempire e firmare?! Non siete ancora andati in Procura a farmi dichiare assente come grande superterrorista-superdelinqente in superclandestinità?” Il demente ossesso è pure un codardetto. Non è andato. Chiedetegli. C’è il numero di telefono da qualche parte. Non vogliamo calunniare nessuno. Chiedete a lui. Lavora a Roma, ma il fine settimana torna a Genova, se non ha cambiato abitudini. Ecco perché sono obbligato a chiedervi solo un minimo di 100'000 euro per un’intervista e non almeno 200'000.

Dunque un’ossessiva tortura bianca, organizzata dai CC-SISMI. Il tutto perché hanno deciso che devo “essere obbligato a tornare in Italiozia, a Torino.” Mi hanno nominato capo delle BR e sono furiosi che io non stia nel ruolo.

Non lo sapete come funzionano le polizie, i servizi, e come si organizzano gruppi terroristi? Esistono uffici di Stato e di Stati che fanno queste cose. In Italiozia come altrove. Ecco uno di questi uffici, a Roma, ha deciso che io debba essere un ideologo e pratico delle nuove BR che da tempo cercano di costruire per le solite loro demenze di politicanti e burocrati corrotti. No, gli arrestati ultimi, arrestati dalla polizia, non credo abbiano nulla a che fare con le BR. Non lo so per certo. Non ho contatti, né seguo la loro produzione letteraria. Non ho neppure idea se esista qualche nucleo. Mi sembra improbabile, ma non lo so. Ah, certo qualche superstite e qualche nuovo esiste sempre. Ma, senza, realisticamente, un minimo di struttura e di possibilità, al massino sono nuclei montati appunto da qualche ufficio di qualche servizio di polizia, dei CC per esempio, per qualche omicidio ogni qualche anno per intimidire qualche governo o altri e sperando in tempi migliori.

Ecco, c’è qualche ufficio, per esempio dei CC, che ha una lista con nomi da “arruolare” come nuovi capi di nuove BR. C’è il mio nome. Sono sicuri. Mi vogliono.

Sono dementi ossessi, oltre che corrotti e coglioni. Non sono capace, né mi interessa. Si preoccupino piuttosto di transazioni finanziarie. I soldi che loro devono a me. Facciano un conto preciso di quanti miliardi e milioni di euro mi devono calcolando un milione d’euro al giorno per ogni giorno di tortura bianca. Che paghino loro od i deliquenti esteri con cui loro hanno operato non mi interessa. Mi interessa solo che paghino. Saranno soldi sottratti alle loro attività delinquenziali e spero pure a loro personalmente, privati o “pubblici” delinquenti in servizio “di Stato”. Inoltre voglio vederli, loro e gli esteri, i pidocchioni come i pidocchietti, tutti in galera. Anche Prodi e D’Alema se è iniziato sotto i loro governi e servizi. Anche Berlusconi, se ha responsabilità dirette, visto che è tutto continuato sotto di lui ed i suoi servizi. O lui ha autorizzato la continuazione di un programma delinquenziale di tortura bianca, oppure non ha controllato i delinquenti dei servizi che facevano queste cose. Anche Prodi, ora, visto che il capo del governo è ora lui, e le operazioni delinquenziali continuano. Anche Parisi che è alla Difesa ora ed Amato che è agli Interni ora. Anche chi si è seduto al Quiririnale, negli anni qui di competenza, visto che il governo reale è il Quirinale e che il Quirinale controlla ed influisce in vario modo sui servizi, dunque su queste loro attività delinquenziali. E fino all’ultimo pidocchietto e pidocchietta di 17 anni o meno [i colombiani, i supervisori di Moreno e troiazza, in LLN-Belgio, una volta, una sera, hanno usato il loro pidocchietto di 4 o 5 anni cui hanno dato il visore e che s’è messo a seguirmi strusciando frenetico e battente sul pavimento in qualunque punto della stanzona andassi] che guaradona-origlia e batte od altro pavimenti e muri.

In alternativa, o come complemento (magari per venirmi a salvare e poi comprare), questi delinquenti di Stato d’Italiozia dei CC-SISMI, vorrebbero che ammazzassi qualche pidocchietto della tortura bianca. Così legittimano anni di sprechi e di loro furti di soldi di Stato per quest’operazione demente ossessa e di dementi ossessi. Ve l’ho detto, questi vostri burocrati italioti sono dementi ossessi, corrotti e pure coglioni. Stanno morendo, state morendo, a milioni. Pidocchi, auguri. Io me la rido a sentire i pidocchietti che “torturano”. Stanno morendo. Muoiono meglio e soffrono di più, morite meglio e soffrite di più, se io non faccio nulla. Siete troppo malati per capirlo. Ottimo così!

Ve l’ho detto... I paranoici, i pidocchi, i dementi ossessi di merda, non possono capire gli umani!

Auguri!

Ah, potete ammazzarmi pure in questo momento. Il portoncino sotto è senza serratura, e la mia porta qui va giù con una gomitata... Ma non potete né potrete avermi. MAI.

Mi invento tutto? Sento le voci? In questo caso il SISMI, che era ufficialmente informato e che è polizia giudiziaria, ha controllato elettronicamente gli edifici della tortura bianca sia a Wuhan che in questo indirizzo ora e nel precedente, ha appurato che non c’è nessuno strumento di guardonaggio... ...Dunque avrebbe dovuto farmi interdire come demente e farmi rimpatriare in ambulanza. No, non l’ha fatto. Non ha controllato nulla, né controllerà mai nulla. La richiesta di tortura bianca viene da loro e la strumentazione la conoscono perché l’hanno data loro. Tutto fa capo a loro. Cujùn!

Chinese Asylums 28. Tortura Bianca di Stato SISMI-Esteri in 篤行路90巷12號303室, Taichung, Taiwan. Che spasso!

Chinese Asylums 28. Tortura Bianca di Stato SISMI-Esteri in 篤行路90巷12號303室, Taichung, Taiwan. Che spasso!
by Georg Rukacs

I magnaccia della polizia segreta taiwanese di questa zona, come responsabili delle loro attività di tortura bianca scelgono sempre la più giovane della famiglia, che è di sicuro la più demente ossessa. Per torture bianche, le più dementi ossesse sono le femmine. Le più dementi ossesse sono le più giovani.

Il tutto su richiesta del governo italiano, dunque del SISMI e degli Esteri, che li paga lautamente e ci fa mangiare pure lautamente i funzionari dementi ossessi e corrotti italioti che speculano sui fondi riservati per queste attività delinquenziali di Stato.

In 篤行路85號 avevano scelto la più giovane, la cenerentola, della famiglia, la pidocchia demente ossessa 林 (Lín) [potete chiederlo a lei direttamente, non vogliamo calunniare nessuno: (04)22260156, 0923123670, winnielin885@yahoo.com.tw]. Avrebbe potuto anche essere una fichetta ed una ficona se non avesse scelto di fare la prostituta di Stato e di famiglia, oltre che la pidocchia demente ossessa come tutti i suoi familiari e, in genere, tutti i suoi connazionali. Tra una demenza ossessa e l’altra, s’aliena di fronte alla Tv, o ad ascoltare altre dementi ossessi di casa o di zona, od a pulir pavimenti, pur “padrona” o copadrona di edifici vari.

Anche qui, in 篤行路90巷12號, 404 Taichung City / 台中, Taiwan / 臺灣, sempre sotto i soliti magnaccia della polizia segreta del posto precedente, hanno scelto la più giovane. Una pidocchietta troietta grassottella d’un metro e quaranta, ansiosa di trovare il modo di dar noia, torturare e distruggere l’“americano” lei affidato. Il pidocchio padre 林彥哲, (Lín YànZhé), altri Lín (dunque subito contattati dagli altri Lìn e dalla polizia segreta per la prosecuzione del programma di tortura commissionato dal governo italiano), grassottello e deforme, gelossissimo per non essere stato lui il pidocchio demente ossesso capo prescelto, l’assisteva scendendo dalla stanza tortura e salendo in essa centinaia di volte al giorno per cooperare nell’organizzazione dei turni ed alle battiture dei figli ed altri dementi ossessi sia prossimi che dell’organizzazione pidocchi dementi ossessi di Stato. Potete chiederlo a lui direttamente, non vogliamo calunniare nessuno: (04)22021745, 0932504434.

Da quando il pidocchio padre è crollato a seguito della inconcludenza rispetto al successo a lui preannunciato dai magnaccia di Stato dopo poche ora di tortura, ed è sotto intensive cure mediche, la figlia minore dirige tutto lei. ...Inutili comunque le cure cui si sottopone il padre perché le nostre radiazioni lo distruggono, come tutti gli altri pidocchi.

Ecco che ora la pidocchietta figlia minore è la vera capa d’operazioni. Già da tempo aveva trovato un’altra pidocchietta troietta diciottenne, o giù di lì, come lei. Una magrina senza nulla, a parte la grande demenza ossessa che l’anima come tutti i cinesoidi e limitrofi, che resta ore e ore, anche giorni, ad ingegnarsi su come torturare me che me la spasso e ma la rido di tutti loro.

Vanno su è giù. Si alternano con altri nei turni. Battono in tutti i modi possibili ed inimmaginabili. Mandano altri pure in altre stanze a battere.

Uno spasso!

Lo so, voi sareste già usciti di testa sette anni fa, dopo poche ore di tale trattamento. Infatti è quello che succede ad altri anche di questo edificio, che inevitabilmente si sentono le battiture ed altri “ingegnosi” rumorii e non ce la fanno più. Noi, è differente. I pidocchi non potranno mai capire gli umani. Con noi hanno già perso. Noi li stiamo ammazzando, qui come lì da voi, come altrove. Inoltre, visto che sono così ricchi di soldi e tempo e dementi ossessi, è giusto paghino il biglietto, un milioncino d’euro al giorno a me per sette anni ed oltre. Solo qualche miliardo d’euro! ...Quando sbattono in galera le centinaia e migliaia di pidocchi coinvolti, li esproprino di tutto... Oppure, basta li deducano alle loro attività demenziali di Stato e dalle loro connesse ruberie. Starete tutti meglio.

Non ridete. Il SISMI è un grande “servizio” “segreto”. I Carabinieri, la Polizia di Stato, tutte le altre, tutte grandissime “polizie”. Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Organizzano i guardonaggi-origlionaggi per torture bianche di cittadini italici! Italiozia un grande “Stato”. Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Organizza i guardonaggi-origlionaggi per torture bianche di cittadini italici! Prodi... Rutello... Ventroni... Fassino ed i torinesi del Partito... Anche D’Alema è un grande “statista”! Il suo ex-PCI un grande partito. Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Organizzano i guardonaggi-origlionaggi per torture bianche di cittadini italici! Non dite che sono delinquenti. Sarebbe riduttivo. Sono molto peggio! Organizzano i guardonaggi-origlionaggi per torture bianche di cittadini italici! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha!

Non dimenticate di contattare e chiedere a “madre” di merda, “fratello” di merda, ex-moglie” di merda. Organizzano mobbing furiosi ed ossessi. Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Organizzano guardonaggi-origlionaggi per torture bianche furiosi ed ossessi. Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha!

Chiedete pure al Quirinale che è il governo reale d’Italiozia e controlla le procure.

Non preoccupatevi. Hanno telefonato più volte ansiosi ed ossessi ai pidocchi dementi ossessi locali. “Non l’avete ancora distrutto?!” Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha!

sabato 28 aprile 2007

Chinese Asylums 27. Tortura bianca presso i gesuiti belgi a LLN, Place de l’Escholier 2/011

Chinese Asylums 27. Tortura bianca presso i gesuiti belgi a LLN, Place de l’Escholier 2/011
by Georg Rukacs

La cosa viene organizzata da FiorellAllocca e Nikla dell’INPS di Torino, con parenti di merda, e dai Caramba e dal SISMI, che è la polizia giudiziaria, qui in attività coperto-delinquenziale, che opera all’estero, verosimilmente sotto i governi D’Alema .

Dementi ossessi di merda, sono furiosi che nel 1990 sia stato assolto da un processo per terrorismo. Organizzano subito un mobbing ossessivo presso l’INPS piemontese. Esistono centinaia di testimoni sul mobbing e sulle loro responsabilità. Poi, quando vado all’estero, nel 1995, riescono ad organizzare la tortura bianca solo nel 2000 fino ad oggi. Prima, faranno altro. Sono dementi ossessi fatti così... Pidocchi corrotti d’uno pseudo-Stato corrotto e mafioso, s’usano i soldi vostri per queste cose.

A livello istituzionale è verosimilmente il Governo D’Alema coi suoi servizi, cosiddetti di sicurezza, in operazione delinquenziale. Tortura e tentato omicidio. Dato che questo genere di cose hanno queste caratteristiche. Il problema loro è che con me non funzionano.

Fanno altro, prima, tra il 1995, quando vengo via dall’INPS, ed il 2000 quando trovano delinquenti di Stato, di pretume ed altri, per questa storia di tortura bianca. Infatti, solo ad inizio 2000, in Belgio, riescono a trovare pidocchiume disposti a ciò. ...Provano già prima e già altrove... Trovate tracce e prove nei loro archivi e nelle intercettazioni-Echelon delle loro comunicazioni elettroniche.

Ad inizio 2000, il Governo D’Alema ed il SISMI chiedono la mia liquidazione e danno la strumentazione e le istruzioni operative a dei delinquenti colombiani. Uno studente di Medellin, Moreno, con troiazza disgustosa al seguito, che fa un dottorato di ricerca in chimica. Chimica, da Medellin, in una università di gesuiti mandato dai gesuiti di Medellin, agganciato dal SISMI... ...produttori e trafficanti di droga, sia i pidocchi di Medellin, che i gesuiti, che il SISMI.

Il personale che dà la strumentazione e le istruzioni a Moreno e troiazza (poi collaborano altri, quandi loro devono devono uscire di casa o stanno andandosene, a metà 2002, specificatamente una pidocchia con caretteri spiccatamente indio-cinesoidi, ma cneh altri) è una, uno, con figlio piccolo, colombiani. Lui e lei con figlio piccolo (che sono i supervisori di Moreno e troiazza disgustosa) sono di servizi colombiani in Belgio contattati dal SISMI per questa operazione delinquenziale, concordata tra Stato italico e PCI-sucio (FiorellAllocca di Torino e la sua gang delinquenziale del già PCI-sucio di Torino; il PCI-sucio dagli anni ’20 collabora con carabinieri, polizia, Ovra... ...ha continuato con l’occupazione USA e con le nuove sigle “istituzionali” del momento). La “madre” di merda ed il “fratello” di merda sono solo due imbecillotti dementi ossessi e pieni di invidie e risentimenti verso tutto e tutti. Non sembra loro vero, sono in uno stato d’autentica esaltazione folle [contattateli!], che qualcuno cerchi d’ammazzarmi e, nello stesso tempo, sono cretinotti usati dai delinquenti di Stato, dai delinquenti dell’ex-PCI-sucio e dall’ex-moglie di merda, una demente ossessa persa. Contattaleti, tutti, sia i pidocchi di Stato che i singoli pidocchi. Sono tutti vistosamenti dementi. Nei politicanti-statisti, che sono personaggi pubblici, la cosa è immediatemnte e pubblicamente visibile ogni giorno. Idem nei burocrati, negli operativi e negli altri ora citati. È proprio questo pidocchiume che preda i soldi vostri e questo è uno dei modo in cui li sperpertano.

Quando io sto per esaurire il massimo consentito nel piccolo ed economicissimo hotel di LLN (Rue de la Gare 6), Moreno e triazza liberano l’appartamento sotto di loro, un grande monolocale con bagno e ripostiglio in Place de l’Escholier 2/011, B-1348 Louvain-La-Neuve. Sotto di loro c’è una ragazza, Cabral. Iniziano a seguirla con lo strumento di guardonaggio-origlionaggio e con battiture ossessive in qualunque punto del locale lei vada. Tortura del sonno e della veglia. In pochi giorni, quasi la ammazzano. Lei scappa via distrutta e le restano per lungo tempo tracce della tortura bianca cui è stata sottoposto.

Prima di poter iniziare in Place de l’Escholier 2/011, il SISMI aveva già contattato qualche delinquente tra i gesuiti ed i professori (il capo dell’unità dove io faccio il dottorato collabora, infatti mi blocca poi il dottorato già finito, grazie anche alla codardia d’un itaiota, un romano ma con docenza a Milano, un catto-fascio già della DC e poi di FI), ma non riesce invece ad organizzare nulla in Rue de la Gare 6, B-1348 LLN. A differenza delle Cine, in Europa c’è sempre qualcuno che dice di no.

Dunque, agli inizi del 2000, appena io vado ai servizi alloggio dell’università, siamo ad anno scolastico in pieno corso, hanno un solo locale libero. Solo quello. Naturalmente lo prendo. Era lì preparato dal SISMI e dai suoi delinquenti colombiani. La tortura bianca ossessiva inizia immediatamente contro di me. Li provoco per renderli più ossessi e far credere loro che stiano ottenendo qualche risultato [i pidocchi si liquidano meglio se si fa credere loro che stanno ottenendo qualche risultato]. In realtà, sono loro, che praticando la tortura bianca contro di me, che entrano presto sotto distruzione. Usiamo contro di loro, così come contro la sbirraglia e gli altri pidocchi alti e bassi in Italiozia e nel mondo, strumentazione che neppure si possono immaginare. Dunque non lo diremo neppure a voi. Non importa. Se ne abbiamo alluso altrove, vedetevelo altrove, ma non è importante.

La tortura bianca in Place de l’Escholier 2/011 è la solita. Guardano, origliano, seguono, battono a tutte le ore ed in tutti modi. Le ossessioni sono le solite. I pidocchi dementi ossessi sono tutti uguali dappertutto nel mondo. Eppoi hanno tutti le stessi istruzioni dallo stesso SISMI. Oltre a ticchetti e battiture, sono maniaci dell’acqua, delle porte sbattute, degli strusci di mattoni e pietrone. Il solito.

Non mi fanno né caldo né freddo, né battiture, né le porte sbattute, né l’acqua, né gli strusci, né null’altro. Mi provocano grande ilarità. La rabbia del pidocchi mi rende felice. Noi liquidiamo loro. C’è chi è già stato liquidato. Altri li stiamo liquidando con famiglie, conoscenti, corazziali... Abbiamo già tutto scritto od accennato. Inutile ripeterlo qui, ora.

Il pidocchio operativo passa presto dal delirio dell’onnipotenza delle prime ore, allo schiavo che deve controllarti e seguiti sempre per battere appena chiudi gli occhi, ti muovi in un altro punto del locale, per farsi sentire, per cercare di svegliarti, per innervosirti quando sei sveglio. Se invece tu o non lo senti (abbiamo strumentazione che ci permette di non sentirli e di far vedere loro e sentire loro tutto quello che vogliamo loro vedano e sentano), o te ne freghi, ecco che il pidocchio passa dall’iniziale esalatazione ad una depressione che s’aggrava, oltre alle drammatiche malattie “professionali” da guardonaggio ed origlionaggio. Idem per chi organizza ed ordina. S’aspettano successi dopo poche ore. Dopo 7 anni non hanno ottenuto nulla e sono loro sotto sputtanamento. Si sputtanano da soli. Erano malati. Oggi lo sono di più. E lo sapranno pure tutti. Già lo sanno tutti. In parte sono già stati liquidati. Gli altri sono tutti sotto liquidazione coi pidocchi attorno a loro od a loro connessi.

mercoledì 25 aprile 2007

Chinese Asylums 26. Trastulli d’autobus ed altri

Chinese Asylums 26. Trastulli d’autobus ed altri
by Georg Rukacs

Non credevo proprio potesse mai capitare a Taiwan.

Lunedì mattina presto vado in autobus a Taipei. Volevo prendere gli economici bus verdi ma mi sono sbagliato. Erano verdi ma non erano quelli popolari. Eccomi dunque con una compagnia di bus con tanto di stewardess [così son chiamate, lì] a bordo che cerca d’assistere in mille modi i viaggiatori.

Viene anche da me per spiegarmi tutti i pulsanti, tutte le funzioni, tutte le prese, tutto. Prima era già venuta a controllare la cintura di sicurezza, che come sempre m’ero dimenticato di allacciare. Poi era passata a dare a tutti una coperta leggera ma calda. C’è il condizionatore d’aria ed, in effetti, fa appena freddo, soprattutto per chi voglia approfittare del viaggio per una dormita. Quando passa per le spiegazioni sulle varie funzioni dei vari pulsanti ed altro, mi sfiora un po’ dappertutto. Lo fa un po’ con tutti, anzi con tutte, visto che poi, i viaggiatori, sono quasi tutte femmine. Con la scusa di ricontrollare la cintura di sicurezza che era visibilmente allacciata mi sfiora l’uccello che si inturgidisce subito. Non ho i jeans che, se stretti, lo tengono egualmente compresso. Ho dei dr. Martens che avevo comprato nel centro di Londra. L’uccello mi si gonfia e si vede che mi si gonfia. Lei lo vede e, seppur non vistosamente, arrossisce d’eccitazione. Poi continua con le spiegazioni ed a sfiorarmi dappertutto.

Non è una giovincella, e neppure ha delle grandi forme. Eppure ha delle gambone e delle coscione che fanno subito pensare a come dev’essere a farcisi una chiavata. Continua a ronzarmi attorno, ma lo fa con tutti, anzi con tutte. C’è una, in prossimità, sì che posso vederla, che s’avvolge nella coperta e si stende per dormire. Lei, la stewardess, le ronza di continuo attorno per aggiustarle e riaggiustarle la coperta e non so per che cos’altro. Dopo che mi porta il caffé, un po’ dopo, mi viene voglia di pisciare. Infatti, in genere, non bevo durante quel genere di viaggi. Ma lì, t’offrono tutto, e te l’hanno pure fatto pagare di più che in altre compagnie dove quel servizio non c’è...

Vado a pisciare, dopo essermi trattenuto per un po’, per cui poi non esce tutto in una rapida pisciata. Ci metto un po’. Pisciando d’in piedi, di fronte, la piccola parete è tutta uno specchio, dove mi vedo il coso tozzo, oltre che tutto me, mentre piscio. Chissà che (a Taiwan, ci sono telecamere, di solito visibili, dappertutto) dietro lo specchio non ci fosse una telecamera e lei, la stewardess, non fosse stata in contemplazione di che facesse chi fosse stato al gabinetto...

Inaspettatamente, ed incredibilmente, la porta si apre e compare lei con in mano uno o dei fazzolettini di carta, che si protende appena verso l’uccello: “Posso aiutare...” La porta l’avevo ben chiusa. Non l’avevo proprio lasciata aperta. Avevo ben controllato e ricontrollato. Poi, nessuno, tanto meno a Taiwan, t’entra mentre stai pisciando ed, ancor meno, a quel modo e con quella scusa. ...Era uscita di testa e voleva vedersi dal vero, chissà che non stesse guardando attraverso qualche telecamera dietro lo specchio!, un uccello “americano” per poi toccarsi i prossimi decenni pensando a quell’uccello visto dal vero...

Non c’ho pensato due volte. Senza dire nulla, l’ho presa per il braccio e l’ho tirata dentro. Ho chiuso e controllato fosse ben chiusa la porta di quel piccolo vano. L’ho premuta contro la porta, che appunto mentre pisciavo era alle mie spalle, le ho tolto rapido le mutande che lei m’ha prontamente aiutato a toglierle, con una mano mi tenevo saldo alla maniglia della porta (il bus stava avendo dei sobbalzi e, senza tenermi, sarei e saremmo caduti), e... Non è che ci fosse poi gran altro spazio dove mettersi. Intanto mentre le sollevavo le gambe in una posizione impossbile, ma evidentemente era possibile, lei mi s’era avvinghiata al collo, così sostendosi e sollevandosi, ed io glielo infilavo dentro senza tante storie iniziando una furiosa e lussuriosa montata con lei che mi diceva piano ma decisa: “Sì, sì, amore, amore, ti prego, ti prego, sì...” Mi sembrava tremasse e rimbalzasse tutto ancor di più sotto quei colpi del mio cazzo nella sua fica e della sua fica attorno al mio cazzo, e non son proprio sicuro che non si sia sentito nulla fuori da quell’abitacolo sebbene lei, mentre veniva, cercasse di ricacciarsi in gola quei vagiti che, pur con lei che cercava di soffocarli, le uscivano egualmente dalla gola e dalla bocca. Ho continuato per un po’, dopo l’esplosione del mio liquido seminale dentro di lei, e, sebbene avrei avuto voglia di fermarmi solo per riprendere quanto prima,non potevamo restare lì all’infinito e neppure c’erano le condizioni per abbandonarsi a limoneggi o tenerezze del dopo, dopo quella godutona animale senza tenerezze e pur eccitantissima e lussuriosissima per entrambi. Ho ritirato il cazzo, ormai svuotato dentro di lei, mi sono tirato su le mutande ed i pantaloni e sono uscito per riandarmi a sedere al mio posto. Io, con la mia solita aria fredda ed apparentemente indifferente, con certo con la faccia dello scemotto che vuol dichiarare a tutti quello che ha appena fatto. Lei è passata dopo un po’, tutta ancora visibilmente turbata da quell’eccitazione scaricata e da quel godimento di cui s’era caricata, che le restava dentro e che sembrava traspirale e farsi vedere fin dai capelli, muovendo il culo come da donna resa fiera e più femmina da una cuccata ben goduta ancora viva e calda dentro di lei. Anche nessuno avesse sentito od intuito nulla, bastava guardarla, od anche solo percepire come si muoveva, per capire che doveva proprio esserle appena successo qualcosa. A me, appena seduto sulla poltrona, al solo pensiero di quello che era appena successo, era ridivenuto subito duro, durissimo da far male.

Continuava... Lei, ogni volta che passava, era ancora tutta tesa ed inorgoglita, lo si vedeva dal movimento delle chiappe e del corpo, di quella improvvisa cuccata. Ero riandato al gabinetto. Dovevo, cercando di farmelo divenire mollo, cercare di finire quella pisciata interrotta. No, lei non rivenne. Anzi, non appena mi vedeva in circolazione, spariva verso l’autista sotto. Doveva averla vista troppo cambiata ed averle detto qualcosa, pur con quelle mezze frasi secche, ed ancor più allusive e conclusive, alla cinese. A Taiwan, fanno presto a farti licenziare e pure a farti finire in galera per una cosa del genere. Se una è sposata, a Taiwan c’è la galera, per cuccate corsare, anche se non sono sicuro come funzioni la questione delle prove, sebbene un’autoconfessione potrebbe essere sufficiente, oltre che per nulla improbabile, per come sono fatti i cinesi, mentitori inveterati quanto pidocchietti fessacchiotti ed impotenti di fronte al potere.

Al ritorno a Taichung, sbrigate in pochissimo le mie cose a Taipei, c’era una stewardess giovincella quanto pienotta, con simili coscione per quanto forse non egualmente eccitanti, ma con un bel culetto o culone bello pronunciato. Anche lei gentilissima e premurosissima, era del tutto improbabile, se non impossibile, che ricapitasse una cosa del genere dell’andata. Infatti, non capitò nulla. Neppure con le numerose femmine che, anche al ritorno, affolavano il bus. Un po’ tutti, tutte, o dormivano o guardavano la Tv, ogni poltrona aveva la sua, o non so bene che facessero, ognuno/a, isolato dagli altri seppur in apparenza si fosse tutti lì.

Sbagliando compagnia di bus rispetto alle mie intenzioni, ero alla fine arrivato a Taipei troppo tardi. Con l’errore supplementare d’avere comprato pure il biglietto andata e ritorno, al ritorno ero appunto vincolato con quella, non proprio la più frequente, non essendo tra le più popolari. Arrivato tardi all’andata, era ripartito ancor più tardi al ritorno. Fossi andato a scuola, avevo con me lo zainetto coi libri, al ritorno, sarei proprio arrivato quando era l’ora di andare a casa. C’era uno che un giorno era arrivato, aveva firmato le due ore, e, dopo pochi minuti, se ne era andato a casa dicendo che non stava bene. Andare a scuola a firmare le due ore in prossimità della fine non mi sembrava proprio troppo elegante. In fondo, se un trimestre perdo due ore, e la cosa risulta, non è che cada il mondo sui miei statini di presenza altrimenti, di solito, immacolati da assenze. In effetti, non faccio quasi mai assenze, contrariamente all’andazzo di tutti. Al massimo, ho perso qualche giorno per esigenze “di servizio”, ...le mie “indagini” sulla tortura bianca quando si verificavano eventi che proprio m’obbligavano a continuare il “presidio”.

Continuavo comunque a sentirmi questo cazzo... Lo sapete quando vi sentite il coso turgido e pesante, con la cappella gonfia che ha proprio la necessità di farsi delle belle godute, dentro qualche topa succulenta, e che già se la gode al pensiero di potersi andarsi a ficcare in qualche trastullo degno delle sue mire. Avevo passato i giorni precedenti in ritiro, studiando e scrivendo, e poi m’era capitata quella magnifica trombata improvvisa...

Era proprio sulla strada di casa... Sì, quella pischella che s’era lasciata fare la festa un due sabati prima e poi non avevo più cercata visto come se l’era presa male la madre che c’aveva sopresi, fortunatamente a cosa già conclusa. In effetti, non era verosimile che a quell’ora fosse a casa. Ma non si può mai sapere. Ci sono scuole che vanno avanti fini al pomeriggio, altre addirittura fino a sera. C’è anche chi la scuola l’ha già finita. E poi non sapevo con precisione... ...e tanto meno il caso specifico. So solo che fica anche giovane e giovanissima c’è sempre in giro, sia con l’uniforme della scuola [media superiore] che senza... Quella, poteva benisismo essere a casa, pur a metà giornata od inizio pomeriggio.

Meglio sempre provare... Andai così a casa della pischella. La madre c’aveva sopresi in casa sua. Ben sapevo, dunque, dove abitasse. Non fui fortunato. O forse lo fui... Aprì la madre che naturalmente mi riconobbe è mi chiese cosa volessi. Quei cinesi “yao shemmà” che al solo chiederti che cosa vuoi sembra ti stiano dando un ceffone. ...“Prodigi” della lingua cinese.

“Cercavo tua figlia.”
“Non c’è.” mi disse con aria indisponente e fece per chiudere la porta.
Misi il piede in mezzo: “Quando torna?”
“È a scuola e comunque non farti più vedere. Non è per te!”
Che glié fregava a lei?! No, anzi, era la solita madre-padrona cinese e cinesoide.
...Non è quello, è che quando l’avevo vista con la figlia, per strada, durante quella cerimonia, o cos’era, religiosa, anche lei, la madre, era proprio una gran ficazza e pure vestita provocosa.
In cenci da casa, era ancora più ficazza ed eccitante.
Inultile, mettersi a fare conversazione...

Le dissi solo: “Hai ragione!”. Mentre entravo e mi chiudevo la porta dietro.
Il vantaggio delle Cine e che sono abituati a capire al volo...
“Vattene!” mi disse mentre la spingevo verso la camera da letto e sul letto.
Anzi, visto che non c’era alcun dubbio che volessi montarla, cominciò ad urlettarmi “Schifoso! Schifoso!” mentre con pugnetti mi batteva sul petto. “Schifoso! Schifoso! Vai via! Vai via!”

Appena glielo misi dentro, sul letto, ...ah, era proprio ben bagnata, quelle sue esclamazioni dovevano essere in realtà d’autoeccitazione al solo pensiero che volessi montarla..., s’acquetò da quella finta resistenza per cominciare subito a godersi il piacere che iniziò immediatamente a salirle da dentro. Visto che stava venendo subito, tirai anch’io a non farla troppo lunga. Sebbene non avessi la sensazione ci fosse stato un marito in quella casa... ...fosse arrivato mai qualcuno, meglio godersela subito e farsi trovare pronti per andarsene.

Sì, se la godette proprio. Anch’io. Sì che, appena finito, mi stavo rivestendo per andarmene senza troppo indugi o trastulli, mi venne spontaneo di gettarle lì un: “E meno male che non volevi...”

Lei si voltò tutta rossa non solo per la goduta, ma ora da quel mio commento, per nascondermi la faccia che premette contro il letto, mettendosi sulla testa un cuscino che si teneva premuto tutt’attorno come a nascondersi a sé stessa prim’ancora che a me. Intanto s’era ranicchiata col culo per aria.

Stavo finendo di vestirmi, quando mi dissi che era proprio un segno del destino. Lo avevo pure di nuovo duro non tanto per quella sua posizione a culo per aria, quanto per l’effetto di ritorno della goduta precedente. ...Visto che s’era messa a quel modo... Mi rispogliai, le aprii le chiappe e glielo misi, sputacchiando un po’ per la lubrificazione, nel culo. Ah, si fece una goduta con gorgheggi gutturali. Pur restando in quella posizione da struzza, anzi nascondendosi il viso ancor più, ancor più vergognosa per quella trasgressione e per l’ulteriore trasgressione della goduta in pertugio ultratrasgressivo per una cinese o cinesoide. Venuto, ma col cazzo ancora duro, le feci qualche ulteriore su e giù lento e profondo mentre le dissi vicino all’orecchio: “Sentimi bene... ...vengo uno di questi giorni sul tardi, quando tua c’è tua figlia... ...non fare tante storie... ...se non ti piace starci a sentire mentre scopiamo, vatti a fare un giro... ...se ti comporti bene, rivengo sul presto, qualche volta, e faccio contenta pure te... ...di nuovo...”

Mi andai a dare una sciacquata all’uccello, mi rivestii e me ne andai, mentre lei se ne restava con la testa in posizione da struzzo, sotto quel cuscino.

Non male, anche tra le chiappe, sebbene nella fica sia pressoché sempre meglio. Mi risentivo questa cappella mezza gonfia ma ora con sfrigolii da godute appena avvenute, non più con sfrigolii da attesa di sbatterla in qualche topa.

A casa, se si può chiamare “casa” questa stanza minuscola, non avevo voglia di controllare subito i pidocchi dementi ossessi di merda ed il loro pidocchiare. Misi il silenziatore ambientale, attivai il simulatore-confusometro, non controllati la strumentazione, mi misi appena a dare un occhiata a qualche cosa che sprofondai in una dormita pesantissima di varie ore, con risveglio lungo. Lo sapete, quando ci si risveglia da un sonno pesantissimo, non si sa neppure dove si sia, ed anzi neppure si è sicuri di volere uscire dal sonno, sebbene ormai si sia svegli o quasi, e si indugia col sonno in cui si rispofonda seppur per riuscirne dopo non molto e risprofondarcisi...

Era buio chissà da quanto, quando mi levai dal letto. Detti un’occhiata alla strumentazione. Erano ore ed ore che i pidocchi dementi ossessi battevano, senza che io, per via degli aggeggini di quelli dell’astronave, sentissi nulla. Qui, i dementi ossessi di Stato della zona, i magnaccia della polizia sezione pidocchi da tortura bianca da camera, avevano ormai da tempo costituito delle squadre congiunte dei 林 (Lín) di quest’edificio coi 林 (Lín) precedenti, più i pidocchi esterni dell’uffico dementi ossessi della polizia taiwanese. Andavano sopra e cominciavano a dirsi l’un l’altro o l’una l’altra: “Che possiamo fare per dargli noia, per torturarlo meglio?” Poi, cominciavano coi loro toc-toc. ...Mentre i nostri sistemi di radiazioni ed altro li stanno distruggendo. Spassoso! Idem i decorsi dei pidocchi in Taipei sotto nostra distruzione accelerata. Idem quelli in Italiozia ed altrove. Chi passa le notti coi pugni chiusi fissando il soffitto rabbiosa e rabbioso. Chi si droga per narcotizzarsi in vario modo. Chi sente fischi e soffre patologie varie che s’acuiscono senza che i pidocchi sotto distruzione possano farci nulla. “Statisti” ed altri che danno pubblici segni di demenza acuta. ...Scusate, ma non li sentite e non li vedete, chessò, da quelli dell’ex-PCI-sucio, ai catto-sucios, ai “fascistoni” o ai “tengo famiglia” delle burocrazie pidocchie dementi ossesse in Italiozia come altrove?! Ah, non lo sapete che sono i nostri sistemi di radiazioni ed altro?! Non importa. Anche se non lo sapete e non lo sanno, funziona tutto ottimamente lo stesso. C’hanno cercato, c’hanno trovato!

Ullallààà. Mi risento la cappellona che fa capolino e mi sfrigola. Ora vado a rirendere felice la pischelletta cui ho fatto la festa una dozzina di giorni fa ed alla cui madre ho fatto servizio completo nel pomeriggio di ieri. Lei va poi a scuola, la mattina [qui, son quasi le cinque del mattino], più contenta, mentre io posso rifarmi una dormita prima della solita scuola di cinese a mezzogiorno. ...Mentre sopra, i degni compari del parentume e del burocratume di merda si rovinano gli occhi e la testa vuota nel loro strumento da guardonaggo e sprofondano ulteriormente nella loro demenza facendo toc-toc. Ah, che spasso!

domenica 22 aprile 2007

Chinese Asylums 25. Esperimento sul comportamento dei pidocchi

Chinese Asylums 25. Esperimento sul comportamento dei pidocchi
by Georg Rukacs

Su richiesta di quelli dell’astronave, e per nostro interesse, abbiamo fatto degli esperimenti sui pidocchi con cui siamo quotidianamente più in prossimità operativa. Abbiamo immesso permanentemente nei pidocchi di Taichung della tortura bianca presente e passata un chip biotecnologico che ci permette di simulare gli inculamenti dei pidocchi senza bisogno del solito traffichio coi cani. Noi risparmiamo energie e tempo, mentre il risultato sul pidocchio è decisamente migliore.

Abbiamo dunque sottoposto ad inculamento quotidiano via chip biotecnologico i pidocchi della tortura bianca di Taichung. Inoltre abbiamo trasmesso un ticchettio permanente nelle loro crape vuote. Il tutto, sia agli operativi che agli organizzatori ed ai tramite. Dopo alcune settimane abbiamo verificato i loro cambiamenti psicosomatici. I piedi si erano ingrossati e fatti pesanti. Il passo s’era fatto nervoso e rumoroso come a rimarcare un’esistenza che invece avevamo loro tolto più rapidamente che agli altri pidocchi. La respirazione s’era fatta nervosa ed ansiosa. Le loro teste vuote erano pervase da tremiti, fischi, dolori, accentuate insicurezze, vuoti. Altri disturbi sia fisici che psichici. Insomma, una accelerata distruzione sia psicologica che fisica.

Usando per la triagolazione ed il filtraggio i satelliti che hackiamo, abbiamo nel contempo posto in comunicazione paratelepatica i pidocchi sottoposti a questo programma coi pidocchi dei servizi di polizia e dei centri istituzionali ed altri, sia italioti che cinesi, taiwanesi ed altri, della rete della tortura bianca presente e passata. Mentre si producevano le sindromi segnalate nei pidocchi locali, loro trasmettevano le loro sindromi filtrate ai pidocchi con cui li avevamo collegati con tecnica paratelepatica, producendo in questi alterazioni sia psicologiche che fisiche ma differenti da quelle originarie a Taichung.

Il tutto è perfettamente riuscito.

Aspettatevi dei crolli e delle esplosioni soggettive in strutture istituzional-delinquenziali e politico-delinquenziali di Stati sia dell’area Pacifica che in Italiozia, e anche in qualche altro luogo.

Dice un proverbio russo: Волко́в боя́ться, в лес не ходи́ть. Che sarebbe: Se hai paura dei lupi non andare nella foresta. I pidocchi sono andati egualmente nella foresta. Hanno trovato i lupi. Auguri!

E Voi, ...godetevi lo spettacolo!
Vedrete tutto in Tv e sugli altri media.
Pensate a noi, anche se, per noi, vale il solito
...no evidence, no crime!

OligarkiaCentraffrikkana.23. A quando la scissione del PD?

OligarkiaCentraffrikkana.23. A quando la scissione del PD?
by Georg Rukacs

Il PedDé, pur non ancora nato, sebbene ne parlino da più d’una dozzina d’anni, sembra ormai vecchio oltre che con anime inconciliabili. A quando, poco dopo nato, la scissione od il deflusso d’una delle ali? Sono davvero ali inconciliabili e ciascuna centro di malaffari ancor più inconciliabili. Fossero solo questionucole d’Internazionali...

Da un lato, c’è l’organizzazione delinquenziale dell’ex-piccì, compattamente sopravvissuta attraverso mille misfatti, che in più, ora, delira apertamente. Baffino si vede già prossimo Presidente della Repubblica mentre incorona una Finocchia come Segretaria del “suo” PedDé. Sebbene numericamente prevalente nel futuro PedDé, quelli sono i togliattiani e post-togliattiani dei Caramba, degli Interni, dell’Ovra, degli Alleati in cerca di mercenari e di tutte le porcherie della Repubblichetta. Ecco, il PedDé frazione ex-piccì è quello e null’altro, a parte malaffari vari ma senz’accesso alla “grande” finanza.

Dall’altro, ci sono i catto-“comunisti” della finanza parassitaria e sottosviluppista, ben ricca di “grandi” malaffari sebbene non di voti. Che fanno nel PedDè dell’agente speciale ‘meragno, l’Ingegnere che dal post-P2, P2 cui prima partecipava, aveva come programma la liquidazione del piccì e della diccì per i suoi malaffari d’una finanza non meno parassitaria e sottosviluppista sebbene di sponda non strettamente cattolico-romana o gesuitico-milanese? L’Ingegnere, il piccì l’ha distrutto grazie alla debolezza intrinseca del piccì oltre che agli sviluppi internazionali. Mentre i dossettiani sono sguittati attraverso mille trasformazioni apparenti e golpe reali a livello macropolitico e macroistituzionale. Appunto, cheffanno i dossettiani nel PedDé?! Si fanno comprare tessere per battere i picciisti con la truffa oppure si rivelerà più economico farsi finanziare il partitino esterno ed indipendente dal cartello PedDé che sta per essere varato?

Ecco che si delineano un PedDé di Sinistra ed il PedDé Cristiano, il PedDé delle Coop ed il PedDé dei banchieri “cattolici”. Ognuno per conto suo. Sempre ch’Italiozia non si svegli od affondi del tutto, con gran beneficio per tutti gli italici, rendendoli entrambi inutili e vuoti.

OligarkiaCentraffrikkana.22. Quale leader per il PedDé?!

OligarkiaCentraffrikkana.22. Quale leader per il PedDé?!
by Georg Rukacs

Maccome, un romano con la faccia da bimbo ingrassato, il pancione oltre che il viso da pedofilo e che la mena sempre sui bimbi affrikkani, con lacrimuccia pronta, è perfetto.

Se poi si chiama Ventró o Panció, er nome fa la funzione per er magna magna cui servirebbe il PedDé dell’Ingegnere predatore.

Ma qualunque altro non sarebbe mejo...
Baffino, Rutellino, Romanino, Fassetto... ...al peggio non c’è limite!

Mandateli tutti a casa per sempre!
Sciogliete Italiozia!
Non serve a nulla.
Fa solo danni.

sabato 21 aprile 2007

MaximaImmoralia. Renata e Corrado. Da successori di Bordiga a ausiliari di caramba delinquenziali. 21.04.2007

MaximaImmoralia. Renata e Corrado. Da successori di Bordiga a ausiliari di caramba delinquenziali. 21.04.2007
by Georg Rukacs

È una storia così. Dagli anni ’60. Poi attraverso il ’68. Poi oltre, ...fino a che si vuole.

Lui, Corrado, d’origini pugliesi trasferitisi a Roma, era stato funzionario della FGCI. Figlio d’un burocrate, un dirigente centrale, INPS. Attaccatissimo alla madre ed invece col padre che lui, soffrendo, sentiva telefonare all’amante mentre la madre stava morendo. Odio per il padre, “così disumano”. Non a caso aveva lasciato la scuola, dopo il liceo, per “la politica.”

Da funzionario della FGCI non era meno arrogante del padre pugliese romanizzato e burocratizzato. Era il classico funzionario stalin-togliattiano con in più un’assoluta ribalderia e maleducazione romanesche. Arrivava come funzionario “del centro” ed arringava i provinciali con toni ultimativi e mettendosi con le gambe tese ed i piedi appoggiati sul tavolo, in faccia a loro, “all’americana”, fumando puzzolente e spavando.

Lei, Renata, di ed in Savona, era la classica brava bambina, figlia unica di ferroviere del PCI, e poi di madre, deceduto il padre, negoziante di commestibili, bravissima a scuola quanto senza alcun pensiero originale, dunque dipendente da chiunque le riempisse la testa e la vita. S’era letta il Capitale a 50 pagine al giorno, e così via i classici principali, che poi, non avrà più il tempo di leggere.

“Al Partito”, lui era in Liguria in missone dal centro, s’erano proprio incontrati i due giusti. Lui aveva adocchiato la fichetta seria ed intelligente, che stava iniziando l’università a Genova. Lei, nonostante l’educazione bigotta della famiglia PCIista, l’arrogantone, insicuro ma ostentantesi sicurissimo di sé, che sapeva tutto di tutto ed aveva sempre la risposta giusta su tutto. Lui le aveva fatto un po’ di scena e poi glielo aveva sbattuto dentro. Lei s’era detta che se, per essere una buona compagna, doveva dare la fica, che c’era di meglio che darla a quel tozzuto che non vedeva l’ora di metterle il cazzo dentro per scaricare un po’ di quella esuberanza caratteriale e fisica? Lui era in realtà un buono, perché, quando lei era subito restata incinta, non era sparito a continuare a fare in viandante della rivoluzione e del PCI, ma anzi s’erano subito sposati, con grande delusione della famiglia di lei che la vedeva avviata ad una brillante università e di sicuro ad una qualche brillante carriera post-universitaria.

Il PCI era poi finito. No, il PCI continuava ad esistere. Era lui, Corrado, dunque anche lei Renata, che s’era rotto le scatole, oppure era stato il PCI s’era rotto le scatole di lui. La nuova fede era stata il PC di Bordiga, un gruppetto di studio, pur con la velleità del Partito che si mantiene vivo nei tempi avversi, per poi riesplodere e conquistare il potere perché così stava scritto, credevano e si dicevano, nei testi sacri, nel “marxismo invariante”. Non esistono tempi avversi. Come non esistono tempi favorevoli. Certo, se fondi una setta che aspetta scenda Bacco dai cieli, e poi non scende, devi raccontare ai settari che è perché i tempi sono avversi, ma cambieranno perché “così sta scritto”.

A Genova, con questo figlio in arrivo e poi arrivato, avevano vivacchiato. Poi col mercato del lavoro familiar-mafioso che c’è in Italiozia... Lei aveva perfino dovuto andare a lavare scale. Aveva poi trovato lavoro all’IPNS, ma credo continuando, per qualche tempo, a Genova, con secondi lavori del tipo lavaggio di scale. Appunto, dipendeva dalle uscite. Lui da sempre rappresentante di cose che evidentemente o non si vendono o lui è comunque troppo occupato “con la rivoluzione”, di soldi non ne ha mai tirati su granché. E comunque li spendeva con ancor più rapidità, quando ne aveva, tra sigarette, libri e viaggi “per la rivoluzione”. Eppure, Corrado è uno che si presenta bene, un venditore nato. Ma, appunto, aveva la testa altrove. Si vedeva nuovo Lenin, o così gli faceva comodo raccontarsi. Anche Renata lo vedeva come il nuovo Lenin e lei si vedeva come l’intelligentissima cui lui dava sempre la giusta linea ed il giusto indirizzo. Lui le diceva in che direzione lanciarsi e lei si lanciava.

Nel PC di Bordiga, Renata e Corrado erano due di primo piano seppur non proprio sempre sulla vetta-vetta. Il successore Bordiga, un altro veterano, un periodo, sembra vedesse Renata come suo successore. Poi, dovevano essere gli anni ‘70, forse verso la metà, s’erano staccati pure dal Partito dei tempi avversi, del marxismo “invariante”, e pur con posizioni non molto dissimili avevano cominciato a ruotare in un’area di insoddisfatti in cerca di qualcosa, di fatto, per molti, di gruppi di studio anche se ci si qualificava come organizzazioni rivoluzionarie. Ma era il rivoluzionarismo delle parole. Del resto quello dei fatti era impossibile. Non è che ci si inventino le situazioni rivoluzionarie. Allora ci si rifugiava nei libri, non volendo contaminarsi con partiti e gruppi dell’arraffa-arraffa. ...Qualcuno le inventava le situazioni rivoluzionarie... ...Gli uffici dei Caramba che hanno inventato le BR e poi altre organizzazioni, non senza l’aiuto di servizi esteri per chi fosse schifiltoso rispetto a rapporti coi Caramba e simili. No, noi, s’era i “puri”. Del resto ai Caramba non gliene fregava nulla che sognassimo grandi rivoluzioni. Loro manipolavano e co-manipolavano chi faceva e chi manipolava chi faceva. Neppure agli Uffici Politici, poi Digos, delle Questure, gliene fregava nulla di noi, anche se per dovere istituzionale si interessassero un po’ a tutti suppongo. Restando fuori dai partiti, partitini e gruppetti non sempre e non per sempre extra-parlamentari, alla fine eravamo dei casi da baraccone per assemblee sindacali e per colleghi di lavoro, se avevamo un lavoro dipendente. “Ecco il rivoluzionario!” Mentre, c’era chi, con politica e sindacati, andava a caccia di posti oppure faceva davvero terrorismo. Ah, ci penseranno la struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, a farmi diventare un pericolissimo superterrorista in supeclandestinità fino ad oggi! Se volete sapere l’ultima della rivoluzione, e se pagate bene, contattatemi subito e vi dirò tutto. È facilissimo trovarmi e non sono neppure ricercato. Ho perfino un nuovo passaporto, con regolare nulla osta della Questura di Torino, pur essendo, dicono..., un pericolissimo superterrorista in supeclandestinità.

Con Corrado e Renata, c’eravamo incontrati verso la metà degli anni ’70. Incontri di studio, anche se ci dicevamo rivoluzionari. Poi, certi loro atteggiamenti, ed anche un po’ di pallosità in sempre i soliti discorsi (anche lo studio richiede iniezioni o di vita o di libri, anziché menarsela sempre con le solite cose stereotipate per convincersi che si è “nel giusto” e tutti ortodossi “nel giusto”), ed io me ne ero andato. ...Per fare altri gruppi di studio. Mentre altri cercavano pischelli e pischelle per la “lotta armata”, qualcuno derideva i miei “amici” perché dicevano che io davo loro dei testi (i soliti “classici”) da leggere e poi “li interrogavo”. È successo in effetti, per qualcuno più brillante e cui interessava apprendere. Infatti, ci videro, io che chiedevo sul tale classico, e lui che mi di diceva, ed io a mia volta che dicevo, e così io ero divenuto quello che dava i classici da leggere e poi interrogava gli “allievi”. Non ditelo, a FiorellAllocca di merda, alla Nikla di merda ed ai parenti di merda perché era proprio il periodo in cui io andavo “a ferire e ad ammazzare” gente. ...Così si dicevano e dicevano alla sbirraglia che usavano e che li usavano. ...Gli stessi “per bene” che, come loro, organizzano persecuzioni, torture ed omicidi. Ah, proprio in quel periodo, Rita, durante un’assemblea di studenti universitari, con pure mio “fratello” [di merda], Riki, lì, eccitata da chissà quale discorso sulla necessità di denunciare i terroristi ed i “fiancheggiatori”, ebbe come un’esplosione isterica ed, additando Riki, si mise ad urlare: “È un fiancheggiatore! È un fiancheggiatore!” Lui a casa, furioso, disse alla madre: “Quella non lo voglio più vedere.” La madre di merda, gli avrà detto: “Poverina... ...avrà pensato a tuo fratello superterrorista che passa le giornate a ferire ed ammazzare.” Quando si sono sposati, Rita disse ai conoscenti: “Sposo il fratello d’un delinquente.” Il cielo di fa, li accoppia e li fa pur durare nei decenni!

Poi, a metà 1981, mi arrestarono per terrorismo. A marzo 1990, mi assolsero. A luglio 1990 ripresi servizio all’INPS, dove io, come Renata, lavoravo, ma lei a Savona, io a Torino. Mobbing furioso organizzato dall’organizzazione delinquenziale del PCI-GCIL in loco, FiorellAllocca in pratica, con ex-moglie di merda e parentume di merda. Sarà stato il 1991, vedo a Milano per un corso di analisi finanziaria. Chiedo dunque l’assegnazione provvisoria a Milano. Mi arriva. Appena l’organizzazione delinquenziale del PCI-GCIL, con ex-moglie di merda e parentume di merda vengono a sapere che sono stato mandato a Milano vanno in sbattimento. Non sanno come continuare il mobbing ossessivo anche lì. Assegnato a Milano centro, mi ritrovo abusivamente spostato nella sede più lontana e disagiata della città. Nessun problema. Sono stato appena promosso d’ottavo livello. Sulla base di legge e regolamento organico chiedo un lavoro d’ottavo livello. Non c’è. Pazienza. Non farò nulla. ...In attesa d’un lavoro che sia, come da leggi e regolamenti, della qualifica che ho. All’INPS, ormai in piena ondata sindacale mafioso-delinquenziale, le leggi e le norme interne sono pura propaganda di nessun valore. All’INPS, passera nno progressivamente quasi tutti d’ottavo livello, mentre i lavori d’ottavo livello sono pochissimi, a parte che in genere passano d’ottavo livello chi non ha la prescritta laurea e talvolta neppure il diploma di media superiore. Appunto, ormai sono in piena ondata mafioso-delinquenziale, come tutto il settore pubblico, in cui il corso mafioso-delinquenziale continua e s’aggrava fino ad oggi ed in futuro, con periodiche riforme-propaganda che peggiorano solo l’esistente. Sinistra, Centro, Destra ...sono tutti uguali... Una burocrazia mafioso-delinquenziale con politici che fan finta di non vederlo, altrimenti vengono loro stessi distrutti da magistrati e sbirri.

Io a Milano, per quel corso d’analisi finanziaria che mi seguo su decisione mia e per interessi miei, ecco che la struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, vanno in sbattimento. Nella loro demenza ossessa, attivano Renata e Corrado. Intanto Renata sarà forse divenuta ispettrice INPS. Corrado ha continuato a far nulla, a far debiti “per la rivoluzione” ed a cercare chi glieli pagasse. Ah, aveva anche un’altra mania, quella di fare il piccolo grande tipografo ed editore. Deve aver lasciato, ma restando ben in contatto, Renata ed essersi trovata una con qualche soldo a Genova. Appunto, per far l’editore. Nel frattempo il figlio ha seguito le sue orme. Così, a Corrado, s’è aggiunto un figlio che già alle superiori od appena finite ha messo incinta una, s’è sposato ed ora è anche lui senza lavoro come Corrado. Anzi, il figlio ha imitato in meglio il padre. L’ha messa incinta una volta e, già che c’era, subito una seconda volta. ...Forse anche altre volte: a differenza di loro, non “seguo” il prossimo, salvo che proprio il prossimo non mi capiti e mi resti sui coglioni. Così, ora, Corrado, col figlio, fanno finta di fare gli editori di libri che non si vendono, proprio quando il mondo, siamo appunto nel 1991-1992, sta passando all’editoria elettronica e sul web. ...Renata paga e l’altra di Corrado pure... ...per il finto lavoro di Corrado e del figlio con famiglia numerosa a carico.

Corrado e Renata sono proprio due fatti così... ...Lui, un venditore. In America, ma anche a Milano, si fosse dedicato a quel suo autentico talento, oggi sarebbe un superdirettore di qualche grande compagnia di vendite. Lei una svampita. Una non in grado di prendere un treno. Sì, perché non sa guardare un orologio, non sa guardare l’orario d’un treno, non sa associare l’orario dell’orologio all’orario del treno e non sa identificare un binario ed un treno. Una, pur intelligentissima, che ha bisogno d’un tutore, d’un marito-tutore. Inoltre, pur “grande rivoluzionaria”, in realtà è solo un’impiegatucola bravissima nel suo lavoro, e pure un’impiegatucola maniaca. Una volta, si doveva andare ad una riunione (di fatto, di studio) con degli austriaci in Friuli. Io presi un giorno di ferie. Però, dovetti andarla a prendere a Savona, perché lei “non poteva perdere un giorno di lavoro” e non era in grado di prendere un treno da sola. “Grandi rivoluzionari”... Che demenze! Ah, c’era pure, Bruno, ragazzo di grande successo. O, almeno, uno che si presentava bene. Era un po’ come il figlioccio di Corrado e Renata. Arrivava dal Friuli o dal Veneto a Savona, per riunioni (di fatto, di studio), poi arrivava una telefonata o d’un’ex-moglie od ex-amante, che se non andava s’ammazzava e lui, appena arrivato, doveva riprendere il treno e ritornare in Friuli od in Veneto. Una volta si portò il fratello, che lavorava allora in un supermercato. Un ragazzetto belloccio credo, con ragazza o ragazze in Veneto o nei Veneti. Dormimmo a Savona, in un albergo, nella stessa stanza, lui in letto singolo, io ed il fratello in letto matrimoniale. Ad un certo, punto, stavo forse per prendere sonno, mi sento la mano del fratello sull’uccello e lui che mi dice “amore...”. Cacchio! Mi sono subito irrigidito. Col braccio sul lenzuolo o sulla coperta gli ho come bloccato la mano. Lui ha capito che non ero il tipo o non avevo intenzione. S’è voltato e s’è messo a dormire. Forse l’avrò guardato durante la riunione (di studio) e lui avrà pensato che avessi delle propensioni omo o bi-, e delle intenzioni nei suoi confronti. Boh?! Poi, il giorno dopo, lui ha alluso (forse per vedere come l’avessi presa per quel tentativo suo, da me rifiutato), ed io ho fatto finta di non ricordarmi che lui c’avesse provato... ...non so bene a voler far cosa, precisamente, non avendo io pratica, ne volendo averla, di tali cose. Avessimo iniziato, in due, che faceva il fratello nella stessa stanza, si toccava da solo o s’associava? ...Forse, l’aveva spinto lui...

Renata e Corrado vengono così mobilitati dalla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, per scoprire il grande capo terrorista, io, che cosa faccia a Milano. A Milano, in quella sede sperduta, appena arrivato, mi compare una sulla porta e mi dice: “Conosci Renata di Savona?” ...Non la vedo né la sento da 20 anni. ...Se voleva salutarmi poteva telefonare... Arrivato in quella sede sperduta, il primo giorno decine di persone transitano nella stanza dove sono parcheggiato per vedere che faccia abbia un grande capo terrorista in superclandestinità. Quella che m’era comparsa sulla porta era una che veniva da Savona e, forse appena separata o divorziata, si doveva essere fatta mandare lì in missione come modo per tirare su un po’ di soldi e come prodromo per un trasferimento definitivo eventualmente con qualche posizione lì da capetta. ...L’avranno ricompensata, anche se non so che grandi informazioni possa aver potuto obiettivamente dare alla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, per poter loro continuare nel loro ossessivo mobbing.

Poi, un giorno, sempre in quel periodo, mi compare Corrado a Torino, facendo finta di non sapere se sia io. Mi telefona. Sei...? Era vicino. Vado. Vuole sapere che io faccia, per riferire. L’hanno mandato in missione. Renata lo co-mantiene, così come mantiene il finto lavoro del figlio che fa finta di lavorare con lui, ed ecco che per incarico della struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, che la attivata, lo manda e lui non può rifiutarsi. Si trova di fronte ad un superterrorista in superclandestinità, lui già bordighista, ora pseudo-editore. Dico non so cosa, e lui, con la sindrome del muro di Berlino appena crollato, scatta: “Non ho nulla di cui rimproverarmi!” Ma di che parli?! Eravano gruppettari di studio assieme sui classici di non so cosa. Ma che hai capito?! Ah, no, sono io che non ho capito. Io sono il grande capo terrorista che continua nell’ombra a colpire e lui è lì il grande già-comunista che di fronte al crollo del “socialismo reale” non sa ancora che credere a qualcosa e si sente in colpa per aver creduto in cose che ora gli sembrano fasulle. Ma che c’entri tu con l’URSS, se eri bordighista? Se sono io il BR, sono io l’m-l, anche se dovresti saperlo che proprio non sono un m-l. Boh, sono 20 anni che non lo sentivo. Chissà che ha fatto. Chissà che s’è creato ora nella testa. Mandato da Renata perché sennò non lo co-mantiene più. Renata, a sua volta mobilitata, come “solidarietà”-INPS, dalla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda ossessionati su come continuare il loro mobbing ossessivo in attesa di tempi successivi per passare alla tortura bianca e peggio. Ah, no, Renata, come gli altri, ha pure dell’invidia. È una così. Anche se non capisco invidia di cosa. È più intelligente e brillante di me, anche se senza originalità. Perché deve invidiarmi? Per cosa?

Appunto, da eredi di Bordiga ad ausiliari di caramba delinquenziali. Quelli, già allora, del mobbing ossessivo, e che, poi, dal 2000, organizzano la tortura bianca [vedi altri scritti] e peggio. Così intelligenti ed astuti, i grandi “rivoluzionari” Renata e Corrado! ...A fare i confidenti, forse solo occasionali, di caramba delinquenziali... Così è. Se a lor piace...

giovedì 19 aprile 2007

Chinese Asylums 24. Taichung, città di prostitute e vergini ...cui far la festa

Chinese Asylums 24. Taichung, città di prostitute e vergini ...cui far la festa
by Georg Rukacs

Taichung è una città così. Se da questo posto, tra Sogo e la stazione, vado verso ovest, per esempio a Rt-Mart, che è un grande magazzino, anche alimentare, sempre aperto a qualunque ora, ci sono bodelli d’ogni genere dappertutto. Anche qui, tutt’attorno. Anche in altre direzioni. Non so altrove. Ma in questa città, che credo sia sul milione d’abitanti, è così. Bordelli d’ogni genere con mignotte d’ogni genere, da quel che posso inferire dall’esterno, non essendo mai entrato, ma alcuni sono proprio come sulla strada per cui qualcosa si intravvede anche solo passando.

Poi, come naturale contraltare, ci sono le vergini, o quelle tutta casa e marito, sempre che il marito, dopo anni e figli in gran numero, voglia ancora qualcosa. Ah, come dappertutto, ci sono anche le altre...

Come sempre, quando si parla in media, o per grandi generalizzazioni, la vera vita reale è poi quelle che capita a voi, in prima persona, nel vostro microcosmo.

L’ultimo, era uno di quei sabati sera in cui non t’aspetti nulla, sebbene io m’aspetti sempre qualcosa anche quando non si sa bene se poi qualcosa succederà davvero.

La giornata si trascina. Poi si riscalda, nel senso che ti sei finalmente fatto la barba, lavato, oltre ad avere finito le solite quotidianità sul web ed avere almeno ingranato qualcuna delle mille cose che ti eri ripromesso di fare, verso sera. Allora, per rompere il chiuso d’una stanza, d’un quartiere piccolo, del solito panorama ridotto e piatto, decidi di farti un giro in una di queste librerie cinesi che sono come biblioteche dove tutti, pure io, vanno a leggere più che a comprare.

Appena a ovest di qui. Pochi minuti in bici, eppure in zona del tutto diversa, lussuosa, credo già in quella che qui chiamano “piccola Europa” dati l’architettura ed il lusso.

Era proprio una pischelletta. Con dei calzoni corti come si usavano in Europa, per bimbi maschi, mezzo secolo fa. Di quelli che coprono, non di quelli che esaltino le cosce. Delle belle forme, comunque.

Io ero lì a leggere un libro, al secondo piano cinese che considera primo il pian terreno. La ho subito notata. Ha visto che l’avevo guardata e poi seguita con la coda degli occhi pur chino sul libro. Lei continuava a gironzolare, come d’una che o non cerchi nulla davvero o che non trovi quel che cerca. Io ero poi andato al quarto piano, quello delle lingue con letteratura soprattutto in inglese e materiali linguistici vari e di lingue differenti. E m’ero seduto non vicino a dove stanno i commessi, che è poi l’unico posto in cui ci si possa sedere a quel piano, salvo sedersi per terra come molti, anch’io talvolta, fanno a Taiwan.

Forse, perché era un posto riparato ed, a quell’ora e quel giorno, non c’era nessuno, la pischella aveva cominciato a ronzarmi attorno. In effetti lì, se ben ricordo, è più affollato la domenica a quell’ora, ormai oltre le 20. Aveva cominciato a ronzarmi attorno come fanno le cinesi, cioè fingendo di non vedermi e d’essere tutta concentrata su non so cosa. Poi, s’era seduta nel punto più distante da me, in quello spazio per sedersi, che è un modo di dirti che t’ha ben visto e che ti considera “pericoloso”. Tuttavia, ad un certo punto aveva cominciato a guardasi attorno come agitata da qualche cosa. Al che, l’avevo guardata diritta negli occhi, che aveva subito abbassato, come a chiederle se volesse qualcosa da me.

“Mi scusi,” aveva cinguettato “Lei è un insegnante di inglese?”
“No, non sono né insegnante né anglofono.” le risposi gelido.

...Intanto, per loro, lo straniero è comunque un “americano”...

“Ma sono sicura che lei può spiegarmi...”
“Fammi vedere”, le dissi.

Mentre guardavo quel libro di una femministra che lei aveva aperto proprio dove parlava di anticoncezionali ed aveva incontrato qualche parola latina, che ora usava come scusa per chidermi spiegazioni, mi chiese:
“Di, dove sei?”
Le dissi che ero austriaco. Non sanno neppure dove sia, nelle Cine. In realtà, stavo solo pensando come trovare il modo di farmela subito o più in là, sempre che lei ci fosse stata.

Era magrina, pelle bianchissima, aria distante. Tuttavia, con delle forme ed un modo di fare che mi eccitavano. Di quelle, insomma, che pur senza farlo vedere, pensano solo al cazzo anche se, da quelle parti, magari si limitano a toccarsi frenetiche fino al matrimonio verso i trent’anni ed oltre. ...e poi continuano a toccarsi pure nel matrimonio, sempre che duri.

Evidentemente, era lì perché non sapeva che fare il sabato sera. Aveva poi preso quel libro come scusa, senza neppure pensare che libro fosse. Dopo, l’aveva aperto a caso e l’aveva usato come pretesto per attaccare bottone. Della serie: “Aggancio per conversazione seriosa il sabato sera con un “americano” da cui non oserei mai farmi trombare sebbene ne avessi voglia e sarei poi corsa a toccarmi tutta le notte e tutti i giorni successivi pensando che cazzo grosso e lungo dovesse avere.” ...Ah, è il loro ragionamento standard... o uno dei loro ragionamenti standard.

La volli mettere in imbarazzo. Per cui le buttai lì crudo: “Interessante questo libro... ...ho capito... ...fai l’amore col tuo ragazzo e vuoi vedere come non restare incinta...”

Diventò più che rossa. Divento di tutti i colori. Mentre mi gettò li veloce: “Non ho ragazzi! E, quelle cose, qui non le facciamo! ...non siamo mica come voi!”

Allora, le presi la mano e mentre gliela baciavo: “Perdonami! Perdonami! Perdonami! Ne ero sicuro! Si vede che sei una vera e serissima taiwanese... ...l’ho fatto solo perché volevo vedere cosa mi rispondevi. ...sei così bella... ...perché non sposi me subito?!”

Ridivenne di tutti i colori, ma ora in modo differente. In più, era eccitata da quel contatto mio con la sua mano, con la sua pelle e lei, la sua, dunque, con la mia.

La libreria stava chiudendo.

“Ah, dovevo dirti di queste parole. Voi proprio saperlo che sono?”, le dissi mentre ci avviavamo verso l’uscita. Continuai: “Cosa fai ora... ...perché non continuaimo a parlare, o hai da fare?”

Con quel fare che hanno le cinesi, talvolta crudo e diretto, mi disse: “Mio papà vuole assumere un insegnante d’inglese per me... ...ti interessa?” Appunto, ogni straniero è americano e sono tutti insegnanti d’inglese. Ragionano così. Forse che m’aveva incontrato in una libreria. Chi vede per strada un “americano” si dice: “O è un ingegnere, o un insegnante di inglese.”

Non le risposi né sì né no. Le dissi: “Che libri usi per l’inglese? Perché non me li fai vedere?” ...Mi interessava vederla al chiuso... ...o da lei o da me.

Venne fuori che abitava proprio vicinissimo. I genitori sarebbero arrivati ma in casa non c’era nessuno. Era pure una casa su su, ma senza portinaio, dunque nessuno che poi potesse chiederle conto che ci facesse con un “americano” in casa. Comunque, se fossero arrivati i genitori, la poteva buttare sull’insegnante d’inglese che cercavano...

Non mi feci troppi problemi. Gelido, la buttai su quella cosa che lei cercava un insegnante d’inglese ed io le avevo chiesto di farmi vedere che libri usava. Non fece in realtà troppe storie a farmi andare a casa sua “per vedere i suoi libri d’inglese”. Nella sua stanza, le presi le mani e le ridissi: “Davvero, ti trovo bellissima e mi sono innamorato di te appena t’ho vista... ...perché non mi sposi subito.” Le baciai le mani e feci per tirarla a me.

Resistette e cominciò ad urlettare:
“Ecco voi americani siete tutti così.”
“Ne hai conosciuti molti?”, le dissi cinico.
“Schifoso! Schifoso! Non ho mai conosciuto nessuno. Sei il primo con cui parlo... ...non siamo come voi!”
“E come fai allora a sapere che fanno o facciamo tutti così?”, insistetti.
“L’ho visto alla tv... ...e poi lo sanno tutti che siete così, che pensate sempre al sesso...”
“Ah, ecco, uno, io, vuole sposarti subito e tu subito ti riscaldi a quel modo...” continuai.
“Ma sono troppo giovane... ...devo ancora fare l’università.”
“Ecco, allora diveniamo amanti subito e poi mi sposi quando hau finito l’università...”
“Te l’ho detto... ...pensate sempre al sesso, voi americani! ...Se continui a parlare di queste cose è meglio che smettiamo subito e che tu te ne vada.”
“Ma non dovevi farmi vedere i tuoi libri d’inglese?”
“Ma tu pensi solo a quelle cose lì...”
“Sei tu che sei così bella che mi sono subito innamorato di te...”
“Ecco, che continui a parlare di quelle cose lì, ...è meglio che la smettiamo, che tu te ne vada.”
“No, dai, facciamo come fratello e sorella...”
“Ecco, facciamo come fratello e sorella...” assentì, lei.
Era però proprio eccitata. Pensava solo al cazzo, seppure avesse terrore al solo pensare che lei pensava solo al cazzo e che comunque era una cosa distante che non poteva avere fino a che non fosse stata sui trent’anni, più d’una dozzina d’anni dopo.

Coi suoi libri ci sedemmo su un divano.
Le ripresi le mani e le dissi diretto diretto:
“Sai che anche i fratelli e sorelle hanno i loro segreti...”
“Come sarebbe a dire?!”
“Se un fratello ed una sorella si vogliono bene, almeno qualche bacetto casto se lo danno...”
Arrossì tutta.
Presi a baciarla con delicatezza sul collo.
Si divincolo ma senza troppa convinzione.
Me la tirai contro e le sussurrai: “Se vuoi che siamo davvero fratello e sorella mi devi almeno far baciare la tua sorellina, e le misi la mano sulla sua passerina e le dita proprio sulla righetta, dentro i calzoncini.”
Era agitatissima, eccitatissima e non sapeva che dire e fare.
Le sfilai velocissimo i calzoncini, ma le scattò:
“Ennò, cosa mi vuoi fare?! Voi americani siete proprio dei porci.”
“Mannò, dai...”, le dissi serio serio. “Ora diventiamo davvero fratello e sorella e poi continuiamo a vedere i tuoi libri d’inglese e tu mi dici tutti i tuoi segreti ed io i miei, proprio come fanno dei veri fratelli e sorelle.”
Presi un foulard di dimensioni non piccole che era lì. Lo tesi sulla diagonale tra le mie due mani. Lo feci ruotare per arrotolarlo come farne una specie di benda. “Dai, ti faccio vedere come si fa.” E glielo misi sugli occhi, legandoglielo sul dietro della testa. “Ora diventiamo davvero fratello e sorella.”
La rovesciai comoda con le gambe verso l’alto sulle mie spalle. Finii di togliele veloce i calzonici e con essi pure le mutandine e prima che potesse pensare troppo che le stesse succedendo le stavo succhiando il clitodide per farla esplodere in dei violenti e profondi orgasmi clitoridei. Quando fu ben fatta e piacevolmente distrutta, mi ero intanto liberato dai miei calzoni e mutande ed ero lì col cazzo turgidissimo da far male, e gliemo misi, per quel che entrava all’inizio, in quella fichetta eccitatissima dal lavoro di bocca. Tanti corti su e giù, su e giù, su e giù, finché non le entrò tutto con lei che gli esplodeva attorno ed io che le venni dentro.

Se ne stette un po’ lì, ed io con lei, a godersi il dopo come stordita. Appena si riebbe, cominciò a dire e ad urlettare: “Cosa mi hai fatto?! Cosa mi hai fatto?! Mi hai preso il mio fiore! Ora mia mamma mi ammazza.” E così via, sempre più isterica. Glielo rimisi dentro turgido per una seconda calvalcata sostenuta dopo un cinico: “E tu non dirglielo.” Si acquetò il tempo che se lo rigodette di nuovo varie volte. Dopo un po’, finita quella seconda “sessione”, ricominciò: “Come faccio ora?! Come faccio ora?! Col mio fiore che se l’è preso un americano!” E continuò con toni sempre più isterici.

...Era quello che le era stato inculcato dalla famiglia e dalla scuola, come un po’ a tutti, fin dalla nascita... Di fronte a quell’isteria crescente ed a quell’autentica disperazione, non c’era altro da fare: le detti un ceffone, perché si riavesse da quell’accentuato crollo nervoso, e me ne andai. Mentre mi ridiveniva durissimo di voglia di quella fichetta succulenta.

Sulla via di casa, anche se non dovevo andare proprio a casa ma solo in prossimità, c’era non so che cerimonia religiosa o parareligiosa, forse un funerale, con uno di quei tendoni dalla parte opposta della casa interessata e pieno di gente che ostruiva tutto il vicolo impedendo il passaggio. Mi cadde l’occhio su una fichetta abbigliata da troietta che volesse solo esser montata. Era affianco ad una con abbigliamento simile, tra il ricercato ed il sexy, verosimilmente la madre anch’essa tuttora gustosa, almeno da quel che potevo vedere. Appena fissai la fichetta, lei s’accorse d’essere fissata e s’irrigidì arcuando la schiena, tendenso il collo verso l’altro, esaltando quel culetto su quelle coscione con gonna e stivaletti. Parcheggiai la bicicletta e, sfruttando quell’affollamento, mi diressi verso la fichetta continuando a fissarla e con lei che s’accorgeva che la fissavo e che mi stavo dirigendo verso di lei.

Non feci neppure in tempo a dirle che era bellissima, che mi sbatte contro un:
“Che cosa vuoi?”
“Voglio te.”
“Non sono mica una prostituta.”
“Non voglio una prostituta, voglio te.”
Insistette: “Vai lì se cerchi una donna.” E m’indicò uno dei numerosi bordelli che sono in effetti un po’ dappertutto, soprattutto in quell’area.
Complice la folla pressata, le misi la mano su fianco scoperto. Da dietro, gliela infilai sotto la gonna, sfruttando una fossetta della spina dorsale sull’osso sacro, e sotto tra le chiappe verso la fica. Poi le presi la mano e me la tirai dietro. La portai dietro quel tendone, uno spazio libero e nascosto alla vista, tra il muro ed appunto il tendone per non so che cerimonie stavano facendo.

Lì, le feci: “Ridimmi di andare a puttane e t’ammazzo qui”, mentre me la tiravo contro e la baciavo sul viso.
“Se hai voglia, devi andare lì...” insistette.

Visto che erano tutti a quella cerimonia che continuava le dissi:
“Dove abiti?”
“Lì”, ed accennò lì vicino.
“Fammi vedere dove.”
Andammo a casa sua, fino sulla porta di casa.
Mentre me la tiravo contro per limonarla un po’, era un punto dove nessuno vedeva nulla, le chiesi dove fosse la chiave.
“Te l’ho detto che non sono una prostituta.”
Mi limitai ad un: “Appunto. Non mi interessano le prostitute.”
Aveva una chiave attorno al polso.
La presi ed era proprio la chiave della porta di casa.
La aprii e le tirai dentro.
La spinsi verso un letto.
“Neppure ti conosco e...”
“Appunto, ti violento...” sebbene la situazione non fosse proprio da...
Lei si limitò ad un ultimo: “Sono vergine.”
Con un “Anch’io” che la lasciò senza parole, la spinsi sul letto e le fui sopra.
Anche lì, dopo corti su e giù finché non entrò tutto, mi feci e le feci godere una lussuriosa calvalcata.
Ce ne stemmo lì troppo, forse.
Mi stava ridivenendo duro, quando... ...evidentemente la cerimonia era finita. Arrivò la madre che comincio a colpirmi, veloce ma piano piano alla cinese, e ad urlettare dei: “Cattivo! Cattivo! Cosa hai fatto alla mia bambina!”

Sarebbe stata da tirare sul letto e da trombare pure lei. Ma ormai era tardi, per me. Mi rimisi veloce i calzoni e me ne scappai via.

Andai al punto di raccolta da dove raggiungemmo Taipei per fare un bel servizio agli italioti ed ai taiwanesi della tortura bianca. Intanto, in camera mia, c’era il simulatore, coi pidocchietti che, vedendomi nel loro strumento di guardonaggio sebbene io non ci fossi, facevano le solite battutine maniacali, timorosi d’essere uditi ed individuati dagli altri che in effetti li sentono, li vedono e sanno che sono loro in servizio pidocchiesco di Stato. A Taipei, abbiamo dovuto fare degli interventi decisivi sia sulle teste vuote dei dementi ossessi italioti e paraitalioti che su quelle dei dementi ossessi di un ufficio di servizi di polizia taiwanese che opera su loro istruzione e rende conto agli italioti lì ed a Roma di queste demenze su commissione. Mandano loro dei comici rapporti settimanali e mensili di questa tortura bianca con cui non concludono in realtà nulla. La notte ed il primo mattino sono ottimi per queste operazioni sui pidocchi.

lunedì 16 aprile 2007

Ligonchio 1. Luobii, il Tibet e la creazione di Ligonchio

Ligonchio 1. Luobii, il Tibet e la creazione di Ligonchio
by Georg Rukacs

Luobii era un monaco errante senza età. Era secoli che errava. Era, allora, ai tempi di queste vicende, una specie di sufi arabo-ebraico-cristiano-tibetan-ligonchiese, sebbene allora Lingonchio non esistesse ancora, ma ne esistevano i monti. Luobii era un dotto ed un pratico.

Eravamo attorno all’anno mille. Erano i tempi di Pigo, Ligo e Silo, i tre fratelli che s’erano ribellati al padrone oppressivo e, con altri giovani s’erano uniti loro, s’erano dati al brigantaggo prima di fondare ciascuno, nell’ordine Piolo, Ligonchio e Sillano. Luobii era arrivato, od era ritornato, dal Tibet, per stabilire un legame non solo spirituale ma materiale, con la sua persona che stava, col suo cammino, legando ormai per sempre le due aree.

Quando Pigo, Ligo e Silo avevano eliminato il padrone, non per questo né era sparita la famiglia e gli sgherri, che continuavano ad opprimere quelle aree. Pigo, Ligo e Silo li combattevano e combattendoli né vivevano. Senonché, combattere degli oppressori, da un lato li intimidisce, dall’altro, se non li si elimina, li si rende ancor più ansioni di rivalersi per recuperare quello che viene a loro sottratto. Un brigante, od un guerriero, sottrae all’oppressore, ed ecco che costui si rivale contro chi non può difendersi opprimendolo ancora più di prima.

È quello che gli sgherri della famiglia del padrone ucciso da Pigo, Ligo e Silo facevano. Se la prendevano pure coi viandanti. Pure Luobii era incappato in loro e ben più d’una volta, pur in quel corto passaggio nelle loro aree.

Gli avevano sottratto i calzari. Gli avevano rubato dei preziosi che custodiva come moneta per il viaggio. Gli avevano distrutto delle tavolette con delle iscrizioni che portava con sé. Quando Luobii si imbatté in uno di quegli stessi bravacci addormentato dal mangiare a dal vino abbondanti e ne notò la spada agile e robusta, lo prese come un segno del destino. Con una pietra gli spaccò la testa, si armò della spada del bravaccio e si risarcì, un po’, con quello che gli trovò indosso. Continuò così il suo cammino deciso a non lasciarsi derubare un’altra volta, quanti fossero stati gli sgherri gli si fossero parati dinnanzi o l’avessero raggiunto.

Si imbatté, invece, nella banda di Pigo, Ligo e Silo. Si squadrarono, loro sospettosi, lui un po’ sornione. Lui li salutò. Loro risposero. Luobii continuò il suo cammino sulla vetta più alta di quelle montagne dove poi fermarsi per un periodo di meditazione e di preghiera. Loro, incuriositi, presero a seguirlo mantenendosi a distanza, non per raggiungerlo e bloccarlo.

Durante quel cammino verso l’alto, sia Luobii che la banda di Pigo, Ligo e Silo, s’accorsero che i bravacci dei luoghi stavano dirigendo in gran numero su di loro a cavallo. Fu allora che Luobii si fermò, indugiò un attimo, invertì la marcia e si diresse rapido verso quegli strani briganti di Pigo, Ligo e Silo che non gli ispiravano diffidenza. Era ad ogni modo deciso a dare battaglia, anche da solo, visto che comunque i bravacci li avrebbero e lo avrebbero raggiunto a meno che non si fossero affrettati a fuggire. Fuggire non era l’intenzione di Luobii. Probabilmente, si disse, i bravacci avevano scoperto il loro da lui ucciso ed ora erano assetati di vendetta.

L’unica accortezza sia di Luobii che della banda di Pigo, Ligo e Silo fu di raggiungere un punto dove gli sgherri avrebbero dovuto affrontarli appiedati, se avessero davvero voluto dar loro battaglia. Si lo volevano. Infatti, non s’arrestarono e continuarono a dirigere su di loro.

Luobii ebbe appena il tempo di indirizzarsi alla piccola banda di Pigo, Ligo e Silo che s’era come disposta in attesa d’ascoltarlo. Li guardò diritto. Fu diretto. Del resto, non l’avessero voluto ascoltare, o non l’avessero inteso, potevano semplicemente andarsene.

“Non sempre c’è una ragione nelle cose. Non sempre c’è un motivo perché noi si sia in un luogo, si facciano delle cose, o si agisca in un modo o nell’altro. Non è neppure vero che si sia noi a scegliere quel che dobbiamo o vogliamo fare anziché esser scelti dal destino. Certo, possiamo sempre o andare avanti, o andarcene, o volgerci in direzioni differenti.
“Beh... ...oggi, ora, siamo qui... ...so quello che farò io... ...ci sono momenti in cui si deve essere pronti a morire per vivere... ...che si muoia davvero o che si vinca. Questa è ora la mia spada. Il destino l’ha messa sul mio cammino. Lì, ormai qui tra poco, chi m’ha scelto come nemico me l’ha data, m’ha dato questa spada, ...per distruggerli. Solo la morte mi separerà ora da essa. Solo la vittoria mi permetterà di riporla esausta nella sua guaina.
“...Quanto a voi... là la fuga... .....qui la battaglia e la vita.”

Poi li guardò sornione, prima di abbattersi sui bravacci che avanzavano: “Nessun giorno è bello per morire. Tutti i giorni sono ottimi per vivere.”

Luibii si avviò lento e sicuro verso gli sgherri che s’approssimavano. Fece volare e rotolare la prima testa staccandola di netto e continuò con le altre. La banda di Pigo, Ligo e Silo, che s’era unita senza defezioni alla battaglia, fece lo stesso. In breve, senza perdite loro, gli sgherri erano stati ridotti tutti a corpi senza testa sparsi dappertutto. Luobii e la banda di Pigo, Ligo e Silo s’erano abbattuti come tornado su di essi ed avevano dato loro il loro.

Nella terra fecondata da quel concime sorgerà Ligonchio.

Luobii ripose la spada nella guaina, per proseguire il cammino verso le vette ormai prossime seppur faticose a conquistarsi. In effetti, la spada gli era ormai solo di peso. Raggiunte delle rocce, la estrasse e la ficcò profonda tutta dentro un masso che, feso, si richiuse attorno ad essa celandola alla vista. Continuò il suo cammino, per creare quell’indissolubile legame Tibet-Ligonchio e dedicarsi ad un periodo di meditazione in quei silenzi appenninici.

È così che, nei secoli, le montagne di Ligonchio sono divenute zone di pellegrinaggi segreti. Il tutto, naturalmente, lontano dall’abitato e dai poteri dei luoghi non meglio di quelli su cui s’era abbattuta quel giorno la spada di Luobii e della banda di Pigo, Ligo e Silo. Il potere materiale spesso s’accompagna alla miseria spirituale e peggio. Così fu, anche lì.

Tuttavia, su quei monti, potete trovare la Ligonchio segreta. Lontano dall’abitato.

Chinese Asylums 23. I pidocchi dementi-ossessi son fatti così

Chinese Asylums 23. I pidocchi dementi-ossessi son fatti così
by Georg Rukacs

Salmi 34:21:
La malvagità farà perire il malvagio,
e quelli che odiano il giusto saranno condannati.

Oh, che palle!
...Sì, lo so, sono un po’ sempre le solite “demenze” su dementi, con le inevitabili ripetizioni!

Eppure, dal punto di vista epistemologico, lo studio del pidocchio cinese, così come dell’italiota, è prezioso.

Il cinese è tutto nella famiglia e nelle specie. Non esiste in quanto individuo. Non ha morale, non ha preferenze, non ha spiritualità. Se le ha, non è più un cinese od una cinese e diviene essere umano. Il cinese non ha libertà di scelta. Non è libero e non sceglie. È pidocchio demente ossesso e prostutito in una comunità di pidocchi dementi ossessi e prostituiti.

La famiglia, e la grossa ed ancora misera famiglia che è lo Stato o la comunità cinese, permette al cinese di dedicarsi a qualunque crimine o non crimine senza alcun rimorso o rimpianto. In cinese non sceglie. È scelto. Da cosa sia scelto neppure lui lo sa purché chi lo scelga sia il potere, o ciò sembra il potere, cui prontamente si sottomette.

Per il cinese non esiste il bene come non esiste il male. Il cinese non ha una visione od una sua visione personale del bene o del male. Per averla, dovrebbe essere persona, ma non lo è. Dovrebbe avere moralità e non la ha. Per il cinese, “il bene” è ciò viene ordinato dal potere e porta dunque o vantaggi o l’assenza di svantaggi. “Il male” è quando si avversa il potere e dunque ne possono derivare solo svantaggi.

Nella RPC il potere è il Partito Comunista Cinese [PCC]. A Taiwan lo Stato si maschera dietro ONG, associazioni, mafie e mille altre forme, ma alla fine è sempre il potere centrale, con le sue diramazioni locali, che impone la sua volontà, sempre che si possa parlare di volontà per maniacalità ossesse di e da prostituti. In effetti, alla fine, chi ritiene di rappresentare, personificare, un potere, e di imporre dunque sue volontà, segue solo il suo tornaconto personale. ...Per quanto definire il tornaconto personale sia cosa complessa, anche in una comunità di pidocchi.

Nella RPC, se sei il potere, dunque il PCC e le mafie da esso dipendenti, devi praticare l’oppressione di chi può minare quel potere. La tortura-linciaggio sia cruenti che bianchi sono parte integrante dell’attività del PCC sia contro gli stessi membri del PCC stesso che, ancor più, contro gli altri. La RPC ed il suo PCC sono basati sull’intimidazione permanente ed aperta.

Non è differente a Taiwan, forma a parte. A Taiwan, il lavoro d’intimidazione sociale, di cui torture e linciaggi cruenti e bianchi sono parti essenziali, avviene attraverso una molteplicità d’organizazzioni ed associazioni che sembrano spontanei frutti sociali. In realtà, Taiwan non è meno centralizzata, seppur, come nelle varie altre Cine, sia una centralizzazione di tipo mafioso, della RPC e del suo PCC. ...Non si creda che il modello cosiddetto liberale sia diverso. In esso, cambiano le forme, più efficienti e leggere. Dove centrali siano i concetti di nazione, dunque di razza e Stato, alla fine le medesime isterie pervadono la vita collettiva ed individuale. Nella RPC, t’arriva il capocchia del PCC. A Taiwan, il “maestro” che alla fine è lo Stato, sennò nessuno se lo piscerebbe. Negli USA, l’FBI. In Italiozia, i Carabinieri, per quanto Italiozia sia versione debole dello stesso modello democratico-giacobino, per cui tutto sia meno centralizzato e meno evidente e possibile.

Dovreste vedere come i pidocchi corrano felici ed ansioni di fare il loro dovere per qualunque ignominia venga loro richesta dallo Stato o dalla “comunità” [cinese]. Dovreste vedere come si deprimono quando sbattono la faccia contro chi non solo resiste ma li batte ogni giorno fregandose ed anzi divertendosi delle loro tentate ignominie.

Qui, in 篤行路90巷12號, 404 Taichung City / 台中, Taiwan / 臺灣, come già nei posti precedenti, da quando è iniziata questa storia ora settennale della tortura bianca voluta da sbirraglia demente italiota, su richiesta di qualche demente pervesa delle strutture criminali dell’ex-piccì-cigiielle, con connivenza di “familiari” dementi ossessi di merda, i pidocchi sono già cominciati a finire sotto cure psichiatriche e drogati come conseguenza della torura-linciaggio bianchi cui volevano sottomettere me al contrario allegro ed integro. Mentre loro sono ogni giorno più malati. Anche, i loro capi, interni ed esteri, ed i “familiari” di merda in Italiozia, mi dicono non se la stiano passando meglio. Tranquilli, oggi è meglio di domani, per loro. Ogni giorno sarà peggio, per loro. Hanno voluto la bicicletta?! Ed ora non possono non pedalare!

Auguri!

Una della caratteristiche chiave dei pidocchi è la rabbia. La rabbia di non riuscire a spuntarla, di non riuscire ad imporre le loro demenze ossesse, rende i pidocchi più malati. Più rabbiosi e più dementi. Aumenta la rabbia ed aumenta la demenza. Che è poi quel che succede al “familiare” demente ossesso di merda. Diventa più rabbioso perché non riesce a distruggere chi, con la sua esistenza, li svela come dementi ossessi di merda. Divengono allora più rabbiosi, più aggressivi, ancora più rabbiosi, ancora più dementi, più ossessi e più di merda. Vorrebbero coprirsi dietro all’uno ed all’altro, come hanno sempre fatto. Ma più dementi ossessi di merda mettete assieme, più sono visibili. Non si coprono tra loro, così come non riescono a coprirsi dietro ad altri. Idem i numerosi burocrati del crimine.

I pidocchi italioli, gli “occidentali”, si raccontano banalità da filmetti per sostenersi l’un altro, per vantare un loro diritto naturale ad immerdare il prossimo con le loro demense ossesse. ...Lo sapete che il paranoico medio, le sue demenze le fa sempre “per il bene” dell’altro... I pidocchi cinesi si contano belinate da pidocchietti, che fanno riempire la testa vuota con fandonie nazi-ultra-xenofobe. Nella RPC, ma anche a Taiwan, Singapore e nell’emigrazione, i pidocchi da tortura del PCC o d’altro si dicono quel che è stato loro ficcato nelle loro crape vuote, cioè che loro sono la Cina millenaria che finalmente va alla conquista del mondo come razza più numerosa e più “colta”.

Da sempre, a casa, a scuola, nelle organizzazioni di massa, nelle associazioni, nelle chiese e nei templi, dai media, il cinese e cinesoide d’ogni luogo è formato all’ubbidienza ed alla xenofobia forsennata. Il pensiero unico cinese e cinesoide non ha alternative e nello spazio cinese e cinesoide non esistono individui, dunque non esiste chi possa contraddirlo.L’identità cinese e cinesoide è stata accuratamente costruita sulla xeonofobia di base dello spazio cinese e cinesoide combinatasi poi con la rabbia contro lo straniero, in primo luogo “l’occidentale”. Il mito coltivato per fabbricare l’identità ultra-xenofoba cinese è il mito della lingua, dunque della “cultura” comune ed unica e superiore a tutto ed a tutti. Il cinese, la cinese, più è giovane, più è un pidocchietto demente-ossesso fanatico ed obbediente.

Invero, la lingua cinese, è una lingua da pidocchi dementi ossessi. Non lo diciamo per scoraggiare ad imparla, se si crede; anzi studiatela, e bene, se volete e potete. È una lingua con migliaia di sillabe, che funziona nello scritto per la trasmissione di ordini mentre diviene incomunicabile nell’orale per vere conversazioni transculturali. Nello scritto, è pura lingua di trasmissione di ordini, o di conoscenze approvate, perché non permette creatività. Non è come le lingue alfabetiche, nelle quali ci si possono inventare parole. Nel cinese, è il potere che, se necessità di nuove parole, nuovi caratteri inclusi, le crea e le diffonde. Nel cinese, non si possono spontaneamente inventare parole e suoni. Il cinese non permette dunque la trasmissione di culture popolari o locali o spontanee. Nell’orale, dato che esistono usualmente parole esattamente con lo stesso suono ma con scrittura differente, è una lingua che permette di parlare solo se si sa già di cosa si parla e con chi. In una qualunque lingua alfabetica, la conversazione tra due persone con culture anche radicalmente differenti permette di non capire le parole che si odono e di capire che non le si capisce. Nel cinese, se si ascolta una parola che non si conosce la si riduce ad una che si conosce. Nel cinese, non si capisce di avere ascoltato una parola che non si conosce.

Non a caso la visione cinese del mondo è il falansterio di pidocchi, con ogni pidocchio predestinato ad occupare una specifica celletta. La famiglia decide la celletta del pidocchio. La famiglia-potere decide dove il pidocchio si debba posizionare. La famiglia decide se fai la mignotta in un garage o se devi andare all’università, se devi lavorare in fabbrica ad una macchina oppure cercare sistemazione differente e migliore. La famiglia decide che si debba spendere per il maschio e non per la femmina, che accetterà assentente perché così è e così deve essere. E così via. Tali sono le comunità di pidocchi fondate su micro-unità di pidocchi.

Quando il cinese voglia fingere che anche sui suoi media ci sia qualcosa di bello, deve copiare le musiche mediterranee riempite di parole cinesi, ma la base è appunto non cinese. La musica cinese è musica maniacal-ossessa di morte, con ritmi senz’anima e privi di qualunque seduzione. Sentitela. Musiche da funerale. Senza neppure le profondità tragica di tradizione greca, per esempio. La musiche cinesi sono musiche di morte per pidocchi. Se sentite altro, sono musiche mediterranee copiate, prese tale e quali.

A Taiwan, dove non c’è più formalmente il partito unico, ma in realtà sempre c’è il partito unico della comunità cinese e cinesizzante, per ogni qualunque porcheria per cui sia necessaria la partecipazione del pidocchi privato, i “maestri” del regime demente ossesso planetario cinese in operazione di distruzione d’altri cinesi eretici o di foresti si presentano come di una qualche irresistibile ONG o mafia o altro “di protezione sociale”. “Noi siamo la Cina millenaria che ha ormai il diritto numerico e culturale di dominare il mondo e che deve innazitutto difendersi contro gli elementi “asociali”, contro il tale nostro traditore della razza o contro lo straniero, il “demone” straniero, quel “demone” straniero. Chiediamo dunque la vostra cooperazione.” Di fronte al potere, il cinese dice di sì. Mette a disposizione il proprio business, la propria famiglia, i propri conoscenti, si fa reclutatore, si fa torturatore e si fa assassino. Di fronte poi all’umano che li batte, i pidocchi cinesi e cinesizzanti divengono ancora più rabbiosi ed ossessi. Più rabbiosi ed ossessi, sono ancora più deboli, per cui continuano a perdere sebbene siano così rabbiosi ed ossessi da non potersi più fermare, né lo Stato, la “comunità” planetaria cinese e cinesizzante, permette loro di fermarsi. Ed ecco aperta, così, la via della loro ineluttabile autodistruzione.

Finiscono drogati ed in inutile terapia, come sono in effetti finiti pure gli ultimi della tortura-linciaggio bianchi, e come sono finiti, in Italiozia, i parenti di merda e la sbirraglia di merda li ha usati. Drogati e sputtanati, sebbene, invero, si sputtanino da soli. Che qualcuno racconti, eventualmente, le loro malefatte è un un di più. Quando passarono da Torino, otto anni fa, a dire a tutti che ero un superterrorista ed un superdelinquente in superclandestinità ci fu poi qualcuno, qualcuna, che mi disse schifato, schifata: “No, no, con me non hanno parlato!” Come a dire: “Dementi ossessi di merda così disgustosi, se sei davvero almeno un po’ a modo, eviti pure che ti rivolgano la parola.”

Avanti, prego! Il baratro è lì! Correte diritti verso di esso! Non potete far altro! Non sarebbero pidocchi dementi ossessi di merda se non facessero così. In quest’edificio di 篤行路90巷12號, 404 Taichung City / 台中, Taiwan / 臺灣, della famiglia di pidocchi dementi ossessi di merda di 林彥哲 (Lín YànZhé), prostituiti del “potere”, oltre che della propria demenza-ossessa innata, è uno spasso, come già lo era nei luoghi precedenti per l’uno o l’altro aspetto, vedere lui stesso, 林彥哲 (Lín YànZhé), e questi figli di merda, più tutti gli altri, che corsettano nervosi e concitati, su e giù, per brevi turni (non reggendone qui di lunghi, evidentemente), con poi rapidi cambi, di tortura (almeno nelle intenzioni!) bianca. Eppoi, la moglie, lurida ed ossessa come tutti loro, “che non sa nulla”, sotto, a dirigere la “famiglia” in servizio tortura-linciaggio bianchi da sotto. Il marito 林彥哲, Lín YànZhé, che dopo 40 giorni passatati a far su e giù centinaia di volte al giorno al e dal piano torture è ora collassato rabbioso per non avere concluso nulla, è momentaneamente sparito. Idem i pidocchi magnaccia ed operativi esterni. Sono in cure intensive. Mentre sopravvivono, drogati, i figli dementi ossessi, soprattutto la figlia ed il figlio più piccoli, che pidocchietti ossessi corrono su e giù rumorosi per sessioni di tortura (almeno nelle intenzioni!) bianca al servizio della demenza ossessa cinese e cinesoide.

Di una cosa si sente la mancanza ...per potermi spanciare ancor più dal ridere. Per favore mandate qualcuno dei burocrati “dirigenti” cinesi ed italioti e, possibilmente, pure qualche sperimentato gesuita, in servizio operativo di tortura bianca d’appartamento!

Da quando, tramite il nostro sistema di radiazioni, abbiamo infettato la nostra popolazione di pidocchi, sia cinesi e cinesoidi che altri, con un virus che paralizza ed atrofizza loro centri nervosi, per esempio i pidocchi che qui s’aggirano per l’edificio si muovono a passetti saltellanti e rumorosi con sbattiture di porte come a rimarcare che meno esistono più sentono il bisogno di far sentire che ci sono. Per cui, anche nell’andatura e nel portamento si sono fatti più pidocchieschi. E, per fortuna, ogni giorno peggiorano. Non solo quelli qui. Tutti. Anche quelli lì da voi, magari con grandi stelle di generali o burocratoni o burocratini, o di grandi e piccoli politicanti di Stato e di partito complici di queste storie dementi ossesse.

Ottimo!

L’umano esiste. I pidocchi sono sempre più rabbiosi, disfatti e malati.
Non praevalebunt!
No pasan!

Intanto, sui pidocchi dementi ossessi operativi in varie località, 篤行路90巷12號, 404 Taichung City / 台中, Taiwan / 臺灣, incluso, abbiamo cominciato una serie di ulteriori esperimenti. Ogni momento guardonano con lo strumento da guardonaggio (http://www.camero-tech.com/xaver800.shtml ), produciamo loro dei pizzichii elettrici negli occhi e nelle teste vuote. Ad ogni loro colpo o rumorio intenzionale o meno, produciamo loro dei sobbalzi ansiosi. Sì che vivano con crescente disgusto ciò che essendo maniaci non possono non continuare a fare. Ciò produce un ulteriore crescente disgusto di sé stessi che non li lascerà mai più. Del resto, non vivranno a lungo. Qualcosa di peggio abbiamo fatto, via radiazioni, sui pidocchi, pidocchietti e pidocchini italioti. ...Perché credete che quel ministro, oltre a tanti altri, abbia quella crescente aria annoiata e disgustata?

Tranquilli! No evidence, no crime.
Noi eliminiamo i pidocchi. Loro fanno toc-toc...
Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha! Ha!