MaximaImmoralia. Renata e Corrado. Da successori di Bordiga a ausiliari di caramba delinquenziali. 21.04.2007
by Georg Rukacs
È una storia così. Dagli anni ’60. Poi attraverso il ’68. Poi oltre, ...fino a che si vuole.
Lui, Corrado, d’origini pugliesi trasferitisi a Roma, era stato funzionario della FGCI. Figlio d’un burocrate, un dirigente centrale, INPS. Attaccatissimo alla madre ed invece col padre che lui, soffrendo, sentiva telefonare all’amante mentre la madre stava morendo. Odio per il padre, “così disumano”. Non a caso aveva lasciato la scuola, dopo il liceo, per “la politica.”
Da funzionario della FGCI non era meno arrogante del padre pugliese romanizzato e burocratizzato. Era il classico funzionario stalin-togliattiano con in più un’assoluta ribalderia e maleducazione romanesche. Arrivava come funzionario “del centro” ed arringava i provinciali con toni ultimativi e mettendosi con le gambe tese ed i piedi appoggiati sul tavolo, in faccia a loro, “all’americana”, fumando puzzolente e spavando.
Lei, Renata, di ed in Savona, era la classica brava bambina, figlia unica di ferroviere del PCI, e poi di madre, deceduto il padre, negoziante di commestibili, bravissima a scuola quanto senza alcun pensiero originale, dunque dipendente da chiunque le riempisse la testa e la vita. S’era letta il Capitale a 50 pagine al giorno, e così via i classici principali, che poi, non avrà più il tempo di leggere.
“Al Partito”, lui era in Liguria in missone dal centro, s’erano proprio incontrati i due giusti. Lui aveva adocchiato la fichetta seria ed intelligente, che stava iniziando l’università a Genova. Lei, nonostante l’educazione bigotta della famiglia PCIista, l’arrogantone, insicuro ma ostentantesi sicurissimo di sé, che sapeva tutto di tutto ed aveva sempre la risposta giusta su tutto. Lui le aveva fatto un po’ di scena e poi glielo aveva sbattuto dentro. Lei s’era detta che se, per essere una buona compagna, doveva dare la fica, che c’era di meglio che darla a quel tozzuto che non vedeva l’ora di metterle il cazzo dentro per scaricare un po’ di quella esuberanza caratteriale e fisica? Lui era in realtà un buono, perché, quando lei era subito restata incinta, non era sparito a continuare a fare in viandante della rivoluzione e del PCI, ma anzi s’erano subito sposati, con grande delusione della famiglia di lei che la vedeva avviata ad una brillante università e di sicuro ad una qualche brillante carriera post-universitaria.
Il PCI era poi finito. No, il PCI continuava ad esistere. Era lui, Corrado, dunque anche lei Renata, che s’era rotto le scatole, oppure era stato il PCI s’era rotto le scatole di lui. La nuova fede era stata il PC di Bordiga, un gruppetto di studio, pur con la velleità del Partito che si mantiene vivo nei tempi avversi, per poi riesplodere e conquistare il potere perché così stava scritto, credevano e si dicevano, nei testi sacri, nel “marxismo invariante”. Non esistono tempi avversi. Come non esistono tempi favorevoli. Certo, se fondi una setta che aspetta scenda Bacco dai cieli, e poi non scende, devi raccontare ai settari che è perché i tempi sono avversi, ma cambieranno perché “così sta scritto”.
A Genova, con questo figlio in arrivo e poi arrivato, avevano vivacchiato. Poi col mercato del lavoro familiar-mafioso che c’è in Italiozia... Lei aveva perfino dovuto andare a lavare scale. Aveva poi trovato lavoro all’IPNS, ma credo continuando, per qualche tempo, a Genova, con secondi lavori del tipo lavaggio di scale. Appunto, dipendeva dalle uscite. Lui da sempre rappresentante di cose che evidentemente o non si vendono o lui è comunque troppo occupato “con la rivoluzione”, di soldi non ne ha mai tirati su granché. E comunque li spendeva con ancor più rapidità, quando ne aveva, tra sigarette, libri e viaggi “per la rivoluzione”. Eppure, Corrado è uno che si presenta bene, un venditore nato. Ma, appunto, aveva la testa altrove. Si vedeva nuovo Lenin, o così gli faceva comodo raccontarsi. Anche Renata lo vedeva come il nuovo Lenin e lei si vedeva come l’intelligentissima cui lui dava sempre la giusta linea ed il giusto indirizzo. Lui le diceva in che direzione lanciarsi e lei si lanciava.
Nel PC di Bordiga, Renata e Corrado erano due di primo piano seppur non proprio sempre sulla vetta-vetta. Il successore Bordiga, un altro veterano, un periodo, sembra vedesse Renata come suo successore. Poi, dovevano essere gli anni ‘70, forse verso la metà, s’erano staccati pure dal Partito dei tempi avversi, del marxismo “invariante”, e pur con posizioni non molto dissimili avevano cominciato a ruotare in un’area di insoddisfatti in cerca di qualcosa, di fatto, per molti, di gruppi di studio anche se ci si qualificava come organizzazioni rivoluzionarie. Ma era il rivoluzionarismo delle parole. Del resto quello dei fatti era impossibile. Non è che ci si inventino le situazioni rivoluzionarie. Allora ci si rifugiava nei libri, non volendo contaminarsi con partiti e gruppi dell’arraffa-arraffa. ...Qualcuno le inventava le situazioni rivoluzionarie... ...Gli uffici dei Caramba che hanno inventato le BR e poi altre organizzazioni, non senza l’aiuto di servizi esteri per chi fosse schifiltoso rispetto a rapporti coi Caramba e simili. No, noi, s’era i “puri”. Del resto ai Caramba non gliene fregava nulla che sognassimo grandi rivoluzioni. Loro manipolavano e co-manipolavano chi faceva e chi manipolava chi faceva. Neppure agli Uffici Politici, poi Digos, delle Questure, gliene fregava nulla di noi, anche se per dovere istituzionale si interessassero un po’ a tutti suppongo. Restando fuori dai partiti, partitini e gruppetti non sempre e non per sempre extra-parlamentari, alla fine eravamo dei casi da baraccone per assemblee sindacali e per colleghi di lavoro, se avevamo un lavoro dipendente. “Ecco il rivoluzionario!” Mentre, c’era chi, con politica e sindacati, andava a caccia di posti oppure faceva davvero terrorismo. Ah, ci penseranno la struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, a farmi diventare un pericolissimo superterrorista in supeclandestinità fino ad oggi! Se volete sapere l’ultima della rivoluzione, e se pagate bene, contattatemi subito e vi dirò tutto. È facilissimo trovarmi e non sono neppure ricercato. Ho perfino un nuovo passaporto, con regolare nulla osta della Questura di Torino, pur essendo, dicono..., un pericolissimo superterrorista in supeclandestinità.
Con Corrado e Renata, c’eravamo incontrati verso la metà degli anni ’70. Incontri di studio, anche se ci dicevamo rivoluzionari. Poi, certi loro atteggiamenti, ed anche un po’ di pallosità in sempre i soliti discorsi (anche lo studio richiede iniezioni o di vita o di libri, anziché menarsela sempre con le solite cose stereotipate per convincersi che si è “nel giusto” e tutti ortodossi “nel giusto”), ed io me ne ero andato. ...Per fare altri gruppi di studio. Mentre altri cercavano pischelli e pischelle per la “lotta armata”, qualcuno derideva i miei “amici” perché dicevano che io davo loro dei testi (i soliti “classici”) da leggere e poi “li interrogavo”. È successo in effetti, per qualcuno più brillante e cui interessava apprendere. Infatti, ci videro, io che chiedevo sul tale classico, e lui che mi di diceva, ed io a mia volta che dicevo, e così io ero divenuto quello che dava i classici da leggere e poi interrogava gli “allievi”. Non ditelo, a FiorellAllocca di merda, alla Nikla di merda ed ai parenti di merda perché era proprio il periodo in cui io andavo “a ferire e ad ammazzare” gente. ...Così si dicevano e dicevano alla sbirraglia che usavano e che li usavano. ...Gli stessi “per bene” che, come loro, organizzano persecuzioni, torture ed omicidi. Ah, proprio in quel periodo, Rita, durante un’assemblea di studenti universitari, con pure mio “fratello” [di merda], Riki, lì, eccitata da chissà quale discorso sulla necessità di denunciare i terroristi ed i “fiancheggiatori”, ebbe come un’esplosione isterica ed, additando Riki, si mise ad urlare: “È un fiancheggiatore! È un fiancheggiatore!” Lui a casa, furioso, disse alla madre: “Quella non lo voglio più vedere.” La madre di merda, gli avrà detto: “Poverina... ...avrà pensato a tuo fratello superterrorista che passa le giornate a ferire ed ammazzare.” Quando si sono sposati, Rita disse ai conoscenti: “Sposo il fratello d’un delinquente.” Il cielo di fa, li accoppia e li fa pur durare nei decenni!
Poi, a metà 1981, mi arrestarono per terrorismo. A marzo 1990, mi assolsero. A luglio 1990 ripresi servizio all’INPS, dove io, come Renata, lavoravo, ma lei a Savona, io a Torino. Mobbing furioso organizzato dall’organizzazione delinquenziale del PCI-GCIL in loco, FiorellAllocca in pratica, con ex-moglie di merda e parentume di merda. Sarà stato il 1991, vedo a Milano per un corso di analisi finanziaria. Chiedo dunque l’assegnazione provvisoria a Milano. Mi arriva. Appena l’organizzazione delinquenziale del PCI-GCIL, con ex-moglie di merda e parentume di merda vengono a sapere che sono stato mandato a Milano vanno in sbattimento. Non sanno come continuare il mobbing ossessivo anche lì. Assegnato a Milano centro, mi ritrovo abusivamente spostato nella sede più lontana e disagiata della città. Nessun problema. Sono stato appena promosso d’ottavo livello. Sulla base di legge e regolamento organico chiedo un lavoro d’ottavo livello. Non c’è. Pazienza. Non farò nulla. ...In attesa d’un lavoro che sia, come da leggi e regolamenti, della qualifica che ho. All’INPS, ormai in piena ondata sindacale mafioso-delinquenziale, le leggi e le norme interne sono pura propaganda di nessun valore. All’INPS, passera nno progressivamente quasi tutti d’ottavo livello, mentre i lavori d’ottavo livello sono pochissimi, a parte che in genere passano d’ottavo livello chi non ha la prescritta laurea e talvolta neppure il diploma di media superiore. Appunto, ormai sono in piena ondata mafioso-delinquenziale, come tutto il settore pubblico, in cui il corso mafioso-delinquenziale continua e s’aggrava fino ad oggi ed in futuro, con periodiche riforme-propaganda che peggiorano solo l’esistente. Sinistra, Centro, Destra ...sono tutti uguali... Una burocrazia mafioso-delinquenziale con politici che fan finta di non vederlo, altrimenti vengono loro stessi distrutti da magistrati e sbirri.
Io a Milano, per quel corso d’analisi finanziaria che mi seguo su decisione mia e per interessi miei, ecco che la struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, vanno in sbattimento. Nella loro demenza ossessa, attivano Renata e Corrado. Intanto Renata sarà forse divenuta ispettrice INPS. Corrado ha continuato a far nulla, a far debiti “per la rivoluzione” ed a cercare chi glieli pagasse. Ah, aveva anche un’altra mania, quella di fare il piccolo grande tipografo ed editore. Deve aver lasciato, ma restando ben in contatto, Renata ed essersi trovata una con qualche soldo a Genova. Appunto, per far l’editore. Nel frattempo il figlio ha seguito le sue orme. Così, a Corrado, s’è aggiunto un figlio che già alle superiori od appena finite ha messo incinta una, s’è sposato ed ora è anche lui senza lavoro come Corrado. Anzi, il figlio ha imitato in meglio il padre. L’ha messa incinta una volta e, già che c’era, subito una seconda volta. ...Forse anche altre volte: a differenza di loro, non “seguo” il prossimo, salvo che proprio il prossimo non mi capiti e mi resti sui coglioni. Così, ora, Corrado, col figlio, fanno finta di fare gli editori di libri che non si vendono, proprio quando il mondo, siamo appunto nel 1991-1992, sta passando all’editoria elettronica e sul web. ...Renata paga e l’altra di Corrado pure... ...per il finto lavoro di Corrado e del figlio con famiglia numerosa a carico.
Corrado e Renata sono proprio due fatti così... ...Lui, un venditore. In America, ma anche a Milano, si fosse dedicato a quel suo autentico talento, oggi sarebbe un superdirettore di qualche grande compagnia di vendite. Lei una svampita. Una non in grado di prendere un treno. Sì, perché non sa guardare un orologio, non sa guardare l’orario d’un treno, non sa associare l’orario dell’orologio all’orario del treno e non sa identificare un binario ed un treno. Una, pur intelligentissima, che ha bisogno d’un tutore, d’un marito-tutore. Inoltre, pur “grande rivoluzionaria”, in realtà è solo un’impiegatucola bravissima nel suo lavoro, e pure un’impiegatucola maniaca. Una volta, si doveva andare ad una riunione (di fatto, di studio) con degli austriaci in Friuli. Io presi un giorno di ferie. Però, dovetti andarla a prendere a Savona, perché lei “non poteva perdere un giorno di lavoro” e non era in grado di prendere un treno da sola. “Grandi rivoluzionari”... Che demenze! Ah, c’era pure, Bruno, ragazzo di grande successo. O, almeno, uno che si presentava bene. Era un po’ come il figlioccio di Corrado e Renata. Arrivava dal Friuli o dal Veneto a Savona, per riunioni (di fatto, di studio), poi arrivava una telefonata o d’un’ex-moglie od ex-amante, che se non andava s’ammazzava e lui, appena arrivato, doveva riprendere il treno e ritornare in Friuli od in Veneto. Una volta si portò il fratello, che lavorava allora in un supermercato. Un ragazzetto belloccio credo, con ragazza o ragazze in Veneto o nei Veneti. Dormimmo a Savona, in un albergo, nella stessa stanza, lui in letto singolo, io ed il fratello in letto matrimoniale. Ad un certo, punto, stavo forse per prendere sonno, mi sento la mano del fratello sull’uccello e lui che mi dice “amore...”. Cacchio! Mi sono subito irrigidito. Col braccio sul lenzuolo o sulla coperta gli ho come bloccato la mano. Lui ha capito che non ero il tipo o non avevo intenzione. S’è voltato e s’è messo a dormire. Forse l’avrò guardato durante la riunione (di studio) e lui avrà pensato che avessi delle propensioni omo o bi-, e delle intenzioni nei suoi confronti. Boh?! Poi, il giorno dopo, lui ha alluso (forse per vedere come l’avessi presa per quel tentativo suo, da me rifiutato), ed io ho fatto finta di non ricordarmi che lui c’avesse provato... ...non so bene a voler far cosa, precisamente, non avendo io pratica, ne volendo averla, di tali cose. Avessimo iniziato, in due, che faceva il fratello nella stessa stanza, si toccava da solo o s’associava? ...Forse, l’aveva spinto lui...
Renata e Corrado vengono così mobilitati dalla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, per scoprire il grande capo terrorista, io, che cosa faccia a Milano. A Milano, in quella sede sperduta, appena arrivato, mi compare una sulla porta e mi dice: “Conosci Renata di Savona?” ...Non la vedo né la sento da 20 anni. ...Se voleva salutarmi poteva telefonare... Arrivato in quella sede sperduta, il primo giorno decine di persone transitano nella stanza dove sono parcheggiato per vedere che faccia abbia un grande capo terrorista in superclandestinità. Quella che m’era comparsa sulla porta era una che veniva da Savona e, forse appena separata o divorziata, si doveva essere fatta mandare lì in missione come modo per tirare su un po’ di soldi e come prodromo per un trasferimento definitivo eventualmente con qualche posizione lì da capetta. ...L’avranno ricompensata, anche se non so che grandi informazioni possa aver potuto obiettivamente dare alla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, per poter loro continuare nel loro ossessivo mobbing.
Poi, un giorno, sempre in quel periodo, mi compare Corrado a Torino, facendo finta di non sapere se sia io. Mi telefona. Sei...? Era vicino. Vado. Vuole sapere che io faccia, per riferire. L’hanno mandato in missione. Renata lo co-mantiene, così come mantiene il finto lavoro del figlio che fa finta di lavorare con lui, ed ecco che per incarico della struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, che la attivata, lo manda e lui non può rifiutarsi. Si trova di fronte ad un superterrorista in superclandestinità, lui già bordighista, ora pseudo-editore. Dico non so cosa, e lui, con la sindrome del muro di Berlino appena crollato, scatta: “Non ho nulla di cui rimproverarmi!” Ma di che parli?! Eravano gruppettari di studio assieme sui classici di non so cosa. Ma che hai capito?! Ah, no, sono io che non ho capito. Io sono il grande capo terrorista che continua nell’ombra a colpire e lui è lì il grande già-comunista che di fronte al crollo del “socialismo reale” non sa ancora che credere a qualcosa e si sente in colpa per aver creduto in cose che ora gli sembrano fasulle. Ma che c’entri tu con l’URSS, se eri bordighista? Se sono io il BR, sono io l’m-l, anche se dovresti saperlo che proprio non sono un m-l. Boh, sono 20 anni che non lo sentivo. Chissà che ha fatto. Chissà che s’è creato ora nella testa. Mandato da Renata perché sennò non lo co-mantiene più. Renata, a sua volta mobilitata, come “solidarietà”-INPS, dalla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda ossessionati su come continuare il loro mobbing ossessivo in attesa di tempi successivi per passare alla tortura bianca e peggio. Ah, no, Renata, come gli altri, ha pure dell’invidia. È una così. Anche se non capisco invidia di cosa. È più intelligente e brillante di me, anche se senza originalità. Perché deve invidiarmi? Per cosa?
Appunto, da eredi di Bordiga ad ausiliari di caramba delinquenziali. Quelli, già allora, del mobbing ossessivo, e che, poi, dal 2000, organizzano la tortura bianca [vedi altri scritti] e peggio. Così intelligenti ed astuti, i grandi “rivoluzionari” Renata e Corrado! ...A fare i confidenti, forse solo occasionali, di caramba delinquenziali... Così è. Se a lor piace...
by Georg Rukacs
È una storia così. Dagli anni ’60. Poi attraverso il ’68. Poi oltre, ...fino a che si vuole.
Lui, Corrado, d’origini pugliesi trasferitisi a Roma, era stato funzionario della FGCI. Figlio d’un burocrate, un dirigente centrale, INPS. Attaccatissimo alla madre ed invece col padre che lui, soffrendo, sentiva telefonare all’amante mentre la madre stava morendo. Odio per il padre, “così disumano”. Non a caso aveva lasciato la scuola, dopo il liceo, per “la politica.”
Da funzionario della FGCI non era meno arrogante del padre pugliese romanizzato e burocratizzato. Era il classico funzionario stalin-togliattiano con in più un’assoluta ribalderia e maleducazione romanesche. Arrivava come funzionario “del centro” ed arringava i provinciali con toni ultimativi e mettendosi con le gambe tese ed i piedi appoggiati sul tavolo, in faccia a loro, “all’americana”, fumando puzzolente e spavando.
Lei, Renata, di ed in Savona, era la classica brava bambina, figlia unica di ferroviere del PCI, e poi di madre, deceduto il padre, negoziante di commestibili, bravissima a scuola quanto senza alcun pensiero originale, dunque dipendente da chiunque le riempisse la testa e la vita. S’era letta il Capitale a 50 pagine al giorno, e così via i classici principali, che poi, non avrà più il tempo di leggere.
“Al Partito”, lui era in Liguria in missone dal centro, s’erano proprio incontrati i due giusti. Lui aveva adocchiato la fichetta seria ed intelligente, che stava iniziando l’università a Genova. Lei, nonostante l’educazione bigotta della famiglia PCIista, l’arrogantone, insicuro ma ostentantesi sicurissimo di sé, che sapeva tutto di tutto ed aveva sempre la risposta giusta su tutto. Lui le aveva fatto un po’ di scena e poi glielo aveva sbattuto dentro. Lei s’era detta che se, per essere una buona compagna, doveva dare la fica, che c’era di meglio che darla a quel tozzuto che non vedeva l’ora di metterle il cazzo dentro per scaricare un po’ di quella esuberanza caratteriale e fisica? Lui era in realtà un buono, perché, quando lei era subito restata incinta, non era sparito a continuare a fare in viandante della rivoluzione e del PCI, ma anzi s’erano subito sposati, con grande delusione della famiglia di lei che la vedeva avviata ad una brillante università e di sicuro ad una qualche brillante carriera post-universitaria.
Il PCI era poi finito. No, il PCI continuava ad esistere. Era lui, Corrado, dunque anche lei Renata, che s’era rotto le scatole, oppure era stato il PCI s’era rotto le scatole di lui. La nuova fede era stata il PC di Bordiga, un gruppetto di studio, pur con la velleità del Partito che si mantiene vivo nei tempi avversi, per poi riesplodere e conquistare il potere perché così stava scritto, credevano e si dicevano, nei testi sacri, nel “marxismo invariante”. Non esistono tempi avversi. Come non esistono tempi favorevoli. Certo, se fondi una setta che aspetta scenda Bacco dai cieli, e poi non scende, devi raccontare ai settari che è perché i tempi sono avversi, ma cambieranno perché “così sta scritto”.
A Genova, con questo figlio in arrivo e poi arrivato, avevano vivacchiato. Poi col mercato del lavoro familiar-mafioso che c’è in Italiozia... Lei aveva perfino dovuto andare a lavare scale. Aveva poi trovato lavoro all’IPNS, ma credo continuando, per qualche tempo, a Genova, con secondi lavori del tipo lavaggio di scale. Appunto, dipendeva dalle uscite. Lui da sempre rappresentante di cose che evidentemente o non si vendono o lui è comunque troppo occupato “con la rivoluzione”, di soldi non ne ha mai tirati su granché. E comunque li spendeva con ancor più rapidità, quando ne aveva, tra sigarette, libri e viaggi “per la rivoluzione”. Eppure, Corrado è uno che si presenta bene, un venditore nato. Ma, appunto, aveva la testa altrove. Si vedeva nuovo Lenin, o così gli faceva comodo raccontarsi. Anche Renata lo vedeva come il nuovo Lenin e lei si vedeva come l’intelligentissima cui lui dava sempre la giusta linea ed il giusto indirizzo. Lui le diceva in che direzione lanciarsi e lei si lanciava.
Nel PC di Bordiga, Renata e Corrado erano due di primo piano seppur non proprio sempre sulla vetta-vetta. Il successore Bordiga, un altro veterano, un periodo, sembra vedesse Renata come suo successore. Poi, dovevano essere gli anni ‘70, forse verso la metà, s’erano staccati pure dal Partito dei tempi avversi, del marxismo “invariante”, e pur con posizioni non molto dissimili avevano cominciato a ruotare in un’area di insoddisfatti in cerca di qualcosa, di fatto, per molti, di gruppi di studio anche se ci si qualificava come organizzazioni rivoluzionarie. Ma era il rivoluzionarismo delle parole. Del resto quello dei fatti era impossibile. Non è che ci si inventino le situazioni rivoluzionarie. Allora ci si rifugiava nei libri, non volendo contaminarsi con partiti e gruppi dell’arraffa-arraffa. ...Qualcuno le inventava le situazioni rivoluzionarie... ...Gli uffici dei Caramba che hanno inventato le BR e poi altre organizzazioni, non senza l’aiuto di servizi esteri per chi fosse schifiltoso rispetto a rapporti coi Caramba e simili. No, noi, s’era i “puri”. Del resto ai Caramba non gliene fregava nulla che sognassimo grandi rivoluzioni. Loro manipolavano e co-manipolavano chi faceva e chi manipolava chi faceva. Neppure agli Uffici Politici, poi Digos, delle Questure, gliene fregava nulla di noi, anche se per dovere istituzionale si interessassero un po’ a tutti suppongo. Restando fuori dai partiti, partitini e gruppetti non sempre e non per sempre extra-parlamentari, alla fine eravamo dei casi da baraccone per assemblee sindacali e per colleghi di lavoro, se avevamo un lavoro dipendente. “Ecco il rivoluzionario!” Mentre, c’era chi, con politica e sindacati, andava a caccia di posti oppure faceva davvero terrorismo. Ah, ci penseranno la struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, a farmi diventare un pericolissimo superterrorista in supeclandestinità fino ad oggi! Se volete sapere l’ultima della rivoluzione, e se pagate bene, contattatemi subito e vi dirò tutto. È facilissimo trovarmi e non sono neppure ricercato. Ho perfino un nuovo passaporto, con regolare nulla osta della Questura di Torino, pur essendo, dicono..., un pericolissimo superterrorista in supeclandestinità.
Con Corrado e Renata, c’eravamo incontrati verso la metà degli anni ’70. Incontri di studio, anche se ci dicevamo rivoluzionari. Poi, certi loro atteggiamenti, ed anche un po’ di pallosità in sempre i soliti discorsi (anche lo studio richiede iniezioni o di vita o di libri, anziché menarsela sempre con le solite cose stereotipate per convincersi che si è “nel giusto” e tutti ortodossi “nel giusto”), ed io me ne ero andato. ...Per fare altri gruppi di studio. Mentre altri cercavano pischelli e pischelle per la “lotta armata”, qualcuno derideva i miei “amici” perché dicevano che io davo loro dei testi (i soliti “classici”) da leggere e poi “li interrogavo”. È successo in effetti, per qualcuno più brillante e cui interessava apprendere. Infatti, ci videro, io che chiedevo sul tale classico, e lui che mi di diceva, ed io a mia volta che dicevo, e così io ero divenuto quello che dava i classici da leggere e poi interrogava gli “allievi”. Non ditelo, a FiorellAllocca di merda, alla Nikla di merda ed ai parenti di merda perché era proprio il periodo in cui io andavo “a ferire e ad ammazzare” gente. ...Così si dicevano e dicevano alla sbirraglia che usavano e che li usavano. ...Gli stessi “per bene” che, come loro, organizzano persecuzioni, torture ed omicidi. Ah, proprio in quel periodo, Rita, durante un’assemblea di studenti universitari, con pure mio “fratello” [di merda], Riki, lì, eccitata da chissà quale discorso sulla necessità di denunciare i terroristi ed i “fiancheggiatori”, ebbe come un’esplosione isterica ed, additando Riki, si mise ad urlare: “È un fiancheggiatore! È un fiancheggiatore!” Lui a casa, furioso, disse alla madre: “Quella non lo voglio più vedere.” La madre di merda, gli avrà detto: “Poverina... ...avrà pensato a tuo fratello superterrorista che passa le giornate a ferire ed ammazzare.” Quando si sono sposati, Rita disse ai conoscenti: “Sposo il fratello d’un delinquente.” Il cielo di fa, li accoppia e li fa pur durare nei decenni!
Poi, a metà 1981, mi arrestarono per terrorismo. A marzo 1990, mi assolsero. A luglio 1990 ripresi servizio all’INPS, dove io, come Renata, lavoravo, ma lei a Savona, io a Torino. Mobbing furioso organizzato dall’organizzazione delinquenziale del PCI-GCIL in loco, FiorellAllocca in pratica, con ex-moglie di merda e parentume di merda. Sarà stato il 1991, vedo a Milano per un corso di analisi finanziaria. Chiedo dunque l’assegnazione provvisoria a Milano. Mi arriva. Appena l’organizzazione delinquenziale del PCI-GCIL, con ex-moglie di merda e parentume di merda vengono a sapere che sono stato mandato a Milano vanno in sbattimento. Non sanno come continuare il mobbing ossessivo anche lì. Assegnato a Milano centro, mi ritrovo abusivamente spostato nella sede più lontana e disagiata della città. Nessun problema. Sono stato appena promosso d’ottavo livello. Sulla base di legge e regolamento organico chiedo un lavoro d’ottavo livello. Non c’è. Pazienza. Non farò nulla. ...In attesa d’un lavoro che sia, come da leggi e regolamenti, della qualifica che ho. All’INPS, ormai in piena ondata sindacale mafioso-delinquenziale, le leggi e le norme interne sono pura propaganda di nessun valore. All’INPS, passera nno progressivamente quasi tutti d’ottavo livello, mentre i lavori d’ottavo livello sono pochissimi, a parte che in genere passano d’ottavo livello chi non ha la prescritta laurea e talvolta neppure il diploma di media superiore. Appunto, ormai sono in piena ondata mafioso-delinquenziale, come tutto il settore pubblico, in cui il corso mafioso-delinquenziale continua e s’aggrava fino ad oggi ed in futuro, con periodiche riforme-propaganda che peggiorano solo l’esistente. Sinistra, Centro, Destra ...sono tutti uguali... Una burocrazia mafioso-delinquenziale con politici che fan finta di non vederlo, altrimenti vengono loro stessi distrutti da magistrati e sbirri.
Io a Milano, per quel corso d’analisi finanziaria che mi seguo su decisione mia e per interessi miei, ecco che la struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, vanno in sbattimento. Nella loro demenza ossessa, attivano Renata e Corrado. Intanto Renata sarà forse divenuta ispettrice INPS. Corrado ha continuato a far nulla, a far debiti “per la rivoluzione” ed a cercare chi glieli pagasse. Ah, aveva anche un’altra mania, quella di fare il piccolo grande tipografo ed editore. Deve aver lasciato, ma restando ben in contatto, Renata ed essersi trovata una con qualche soldo a Genova. Appunto, per far l’editore. Nel frattempo il figlio ha seguito le sue orme. Così, a Corrado, s’è aggiunto un figlio che già alle superiori od appena finite ha messo incinta una, s’è sposato ed ora è anche lui senza lavoro come Corrado. Anzi, il figlio ha imitato in meglio il padre. L’ha messa incinta una volta e, già che c’era, subito una seconda volta. ...Forse anche altre volte: a differenza di loro, non “seguo” il prossimo, salvo che proprio il prossimo non mi capiti e mi resti sui coglioni. Così, ora, Corrado, col figlio, fanno finta di fare gli editori di libri che non si vendono, proprio quando il mondo, siamo appunto nel 1991-1992, sta passando all’editoria elettronica e sul web. ...Renata paga e l’altra di Corrado pure... ...per il finto lavoro di Corrado e del figlio con famiglia numerosa a carico.
Corrado e Renata sono proprio due fatti così... ...Lui, un venditore. In America, ma anche a Milano, si fosse dedicato a quel suo autentico talento, oggi sarebbe un superdirettore di qualche grande compagnia di vendite. Lei una svampita. Una non in grado di prendere un treno. Sì, perché non sa guardare un orologio, non sa guardare l’orario d’un treno, non sa associare l’orario dell’orologio all’orario del treno e non sa identificare un binario ed un treno. Una, pur intelligentissima, che ha bisogno d’un tutore, d’un marito-tutore. Inoltre, pur “grande rivoluzionaria”, in realtà è solo un’impiegatucola bravissima nel suo lavoro, e pure un’impiegatucola maniaca. Una volta, si doveva andare ad una riunione (di fatto, di studio) con degli austriaci in Friuli. Io presi un giorno di ferie. Però, dovetti andarla a prendere a Savona, perché lei “non poteva perdere un giorno di lavoro” e non era in grado di prendere un treno da sola. “Grandi rivoluzionari”... Che demenze! Ah, c’era pure, Bruno, ragazzo di grande successo. O, almeno, uno che si presentava bene. Era un po’ come il figlioccio di Corrado e Renata. Arrivava dal Friuli o dal Veneto a Savona, per riunioni (di fatto, di studio), poi arrivava una telefonata o d’un’ex-moglie od ex-amante, che se non andava s’ammazzava e lui, appena arrivato, doveva riprendere il treno e ritornare in Friuli od in Veneto. Una volta si portò il fratello, che lavorava allora in un supermercato. Un ragazzetto belloccio credo, con ragazza o ragazze in Veneto o nei Veneti. Dormimmo a Savona, in un albergo, nella stessa stanza, lui in letto singolo, io ed il fratello in letto matrimoniale. Ad un certo, punto, stavo forse per prendere sonno, mi sento la mano del fratello sull’uccello e lui che mi dice “amore...”. Cacchio! Mi sono subito irrigidito. Col braccio sul lenzuolo o sulla coperta gli ho come bloccato la mano. Lui ha capito che non ero il tipo o non avevo intenzione. S’è voltato e s’è messo a dormire. Forse l’avrò guardato durante la riunione (di studio) e lui avrà pensato che avessi delle propensioni omo o bi-, e delle intenzioni nei suoi confronti. Boh?! Poi, il giorno dopo, lui ha alluso (forse per vedere come l’avessi presa per quel tentativo suo, da me rifiutato), ed io ho fatto finta di non ricordarmi che lui c’avesse provato... ...non so bene a voler far cosa, precisamente, non avendo io pratica, ne volendo averla, di tali cose. Avessimo iniziato, in due, che faceva il fratello nella stessa stanza, si toccava da solo o s’associava? ...Forse, l’aveva spinto lui...
Renata e Corrado vengono così mobilitati dalla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, per scoprire il grande capo terrorista, io, che cosa faccia a Milano. A Milano, in quella sede sperduta, appena arrivato, mi compare una sulla porta e mi dice: “Conosci Renata di Savona?” ...Non la vedo né la sento da 20 anni. ...Se voleva salutarmi poteva telefonare... Arrivato in quella sede sperduta, il primo giorno decine di persone transitano nella stanza dove sono parcheggiato per vedere che faccia abbia un grande capo terrorista in superclandestinità. Quella che m’era comparsa sulla porta era una che veniva da Savona e, forse appena separata o divorziata, si doveva essere fatta mandare lì in missione come modo per tirare su un po’ di soldi e come prodromo per un trasferimento definitivo eventualmente con qualche posizione lì da capetta. ...L’avranno ricompensata, anche se non so che grandi informazioni possa aver potuto obiettivamente dare alla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, per poter loro continuare nel loro ossessivo mobbing.
Poi, un giorno, sempre in quel periodo, mi compare Corrado a Torino, facendo finta di non sapere se sia io. Mi telefona. Sei...? Era vicino. Vado. Vuole sapere che io faccia, per riferire. L’hanno mandato in missione. Renata lo co-mantiene, così come mantiene il finto lavoro del figlio che fa finta di lavorare con lui, ed ecco che per incarico della struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda, che la attivata, lo manda e lui non può rifiutarsi. Si trova di fronte ad un superterrorista in superclandestinità, lui già bordighista, ora pseudo-editore. Dico non so cosa, e lui, con la sindrome del muro di Berlino appena crollato, scatta: “Non ho nulla di cui rimproverarmi!” Ma di che parli?! Eravano gruppettari di studio assieme sui classici di non so cosa. Ma che hai capito?! Ah, no, sono io che non ho capito. Io sono il grande capo terrorista che continua nell’ombra a colpire e lui è lì il grande già-comunista che di fronte al crollo del “socialismo reale” non sa ancora che credere a qualcosa e si sente in colpa per aver creduto in cose che ora gli sembrano fasulle. Ma che c’entri tu con l’URSS, se eri bordighista? Se sono io il BR, sono io l’m-l, anche se dovresti saperlo che proprio non sono un m-l. Boh, sono 20 anni che non lo sentivo. Chissà che ha fatto. Chissà che s’è creato ora nella testa. Mandato da Renata perché sennò non lo co-mantiene più. Renata, a sua volta mobilitata, come “solidarietà”-INPS, dalla struttura delinquenziale del PCI-GCIL dell’INPS di Torino, con ex-moglie di merda e parentume di merda ossessionati su come continuare il loro mobbing ossessivo in attesa di tempi successivi per passare alla tortura bianca e peggio. Ah, no, Renata, come gli altri, ha pure dell’invidia. È una così. Anche se non capisco invidia di cosa. È più intelligente e brillante di me, anche se senza originalità. Perché deve invidiarmi? Per cosa?
Appunto, da eredi di Bordiga ad ausiliari di caramba delinquenziali. Quelli, già allora, del mobbing ossessivo, e che, poi, dal 2000, organizzano la tortura bianca [vedi altri scritti] e peggio. Così intelligenti ed astuti, i grandi “rivoluzionari” Renata e Corrado! ...A fare i confidenti, forse solo occasionali, di caramba delinquenziali... Così è. Se a lor piace...