lunedì 16 aprile 2007

Ligonchio 1. Luobii, il Tibet e la creazione di Ligonchio

Ligonchio 1. Luobii, il Tibet e la creazione di Ligonchio
by Georg Rukacs

Luobii era un monaco errante senza età. Era secoli che errava. Era, allora, ai tempi di queste vicende, una specie di sufi arabo-ebraico-cristiano-tibetan-ligonchiese, sebbene allora Lingonchio non esistesse ancora, ma ne esistevano i monti. Luobii era un dotto ed un pratico.

Eravamo attorno all’anno mille. Erano i tempi di Pigo, Ligo e Silo, i tre fratelli che s’erano ribellati al padrone oppressivo e, con altri giovani s’erano uniti loro, s’erano dati al brigantaggo prima di fondare ciascuno, nell’ordine Piolo, Ligonchio e Sillano. Luobii era arrivato, od era ritornato, dal Tibet, per stabilire un legame non solo spirituale ma materiale, con la sua persona che stava, col suo cammino, legando ormai per sempre le due aree.

Quando Pigo, Ligo e Silo avevano eliminato il padrone, non per questo né era sparita la famiglia e gli sgherri, che continuavano ad opprimere quelle aree. Pigo, Ligo e Silo li combattevano e combattendoli né vivevano. Senonché, combattere degli oppressori, da un lato li intimidisce, dall’altro, se non li si elimina, li si rende ancor più ansioni di rivalersi per recuperare quello che viene a loro sottratto. Un brigante, od un guerriero, sottrae all’oppressore, ed ecco che costui si rivale contro chi non può difendersi opprimendolo ancora più di prima.

È quello che gli sgherri della famiglia del padrone ucciso da Pigo, Ligo e Silo facevano. Se la prendevano pure coi viandanti. Pure Luobii era incappato in loro e ben più d’una volta, pur in quel corto passaggio nelle loro aree.

Gli avevano sottratto i calzari. Gli avevano rubato dei preziosi che custodiva come moneta per il viaggio. Gli avevano distrutto delle tavolette con delle iscrizioni che portava con sé. Quando Luobii si imbatté in uno di quegli stessi bravacci addormentato dal mangiare a dal vino abbondanti e ne notò la spada agile e robusta, lo prese come un segno del destino. Con una pietra gli spaccò la testa, si armò della spada del bravaccio e si risarcì, un po’, con quello che gli trovò indosso. Continuò così il suo cammino deciso a non lasciarsi derubare un’altra volta, quanti fossero stati gli sgherri gli si fossero parati dinnanzi o l’avessero raggiunto.

Si imbatté, invece, nella banda di Pigo, Ligo e Silo. Si squadrarono, loro sospettosi, lui un po’ sornione. Lui li salutò. Loro risposero. Luobii continuò il suo cammino sulla vetta più alta di quelle montagne dove poi fermarsi per un periodo di meditazione e di preghiera. Loro, incuriositi, presero a seguirlo mantenendosi a distanza, non per raggiungerlo e bloccarlo.

Durante quel cammino verso l’alto, sia Luobii che la banda di Pigo, Ligo e Silo, s’accorsero che i bravacci dei luoghi stavano dirigendo in gran numero su di loro a cavallo. Fu allora che Luobii si fermò, indugiò un attimo, invertì la marcia e si diresse rapido verso quegli strani briganti di Pigo, Ligo e Silo che non gli ispiravano diffidenza. Era ad ogni modo deciso a dare battaglia, anche da solo, visto che comunque i bravacci li avrebbero e lo avrebbero raggiunto a meno che non si fossero affrettati a fuggire. Fuggire non era l’intenzione di Luobii. Probabilmente, si disse, i bravacci avevano scoperto il loro da lui ucciso ed ora erano assetati di vendetta.

L’unica accortezza sia di Luobii che della banda di Pigo, Ligo e Silo fu di raggiungere un punto dove gli sgherri avrebbero dovuto affrontarli appiedati, se avessero davvero voluto dar loro battaglia. Si lo volevano. Infatti, non s’arrestarono e continuarono a dirigere su di loro.

Luobii ebbe appena il tempo di indirizzarsi alla piccola banda di Pigo, Ligo e Silo che s’era come disposta in attesa d’ascoltarlo. Li guardò diritto. Fu diretto. Del resto, non l’avessero voluto ascoltare, o non l’avessero inteso, potevano semplicemente andarsene.

“Non sempre c’è una ragione nelle cose. Non sempre c’è un motivo perché noi si sia in un luogo, si facciano delle cose, o si agisca in un modo o nell’altro. Non è neppure vero che si sia noi a scegliere quel che dobbiamo o vogliamo fare anziché esser scelti dal destino. Certo, possiamo sempre o andare avanti, o andarcene, o volgerci in direzioni differenti.
“Beh... ...oggi, ora, siamo qui... ...so quello che farò io... ...ci sono momenti in cui si deve essere pronti a morire per vivere... ...che si muoia davvero o che si vinca. Questa è ora la mia spada. Il destino l’ha messa sul mio cammino. Lì, ormai qui tra poco, chi m’ha scelto come nemico me l’ha data, m’ha dato questa spada, ...per distruggerli. Solo la morte mi separerà ora da essa. Solo la vittoria mi permetterà di riporla esausta nella sua guaina.
“...Quanto a voi... là la fuga... .....qui la battaglia e la vita.”

Poi li guardò sornione, prima di abbattersi sui bravacci che avanzavano: “Nessun giorno è bello per morire. Tutti i giorni sono ottimi per vivere.”

Luibii si avviò lento e sicuro verso gli sgherri che s’approssimavano. Fece volare e rotolare la prima testa staccandola di netto e continuò con le altre. La banda di Pigo, Ligo e Silo, che s’era unita senza defezioni alla battaglia, fece lo stesso. In breve, senza perdite loro, gli sgherri erano stati ridotti tutti a corpi senza testa sparsi dappertutto. Luobii e la banda di Pigo, Ligo e Silo s’erano abbattuti come tornado su di essi ed avevano dato loro il loro.

Nella terra fecondata da quel concime sorgerà Ligonchio.

Luobii ripose la spada nella guaina, per proseguire il cammino verso le vette ormai prossime seppur faticose a conquistarsi. In effetti, la spada gli era ormai solo di peso. Raggiunte delle rocce, la estrasse e la ficcò profonda tutta dentro un masso che, feso, si richiuse attorno ad essa celandola alla vista. Continuò il suo cammino, per creare quell’indissolubile legame Tibet-Ligonchio e dedicarsi ad un periodo di meditazione in quei silenzi appenninici.

È così che, nei secoli, le montagne di Ligonchio sono divenute zone di pellegrinaggi segreti. Il tutto, naturalmente, lontano dall’abitato e dai poteri dei luoghi non meglio di quelli su cui s’era abbattuta quel giorno la spada di Luobii e della banda di Pigo, Ligo e Silo. Il potere materiale spesso s’accompagna alla miseria spirituale e peggio. Così fu, anche lì.

Tuttavia, su quei monti, potete trovare la Ligonchio segreta. Lontano dall’abitato.