sabato 27 agosto 2011

mashal-018. Eroismo

mashal-018. Eroismo

by Georg Moshe Rukacs

L'eroismo non ha bandiere, colori, simboli, retoriche ed ama il silenzio.

Esaltazione? Tutt’altro! L’eroismo ama la discrezione.

Forse la libertà è simile, pur nella sua diversità:

“I mean, it’s real hard to be free when you are bought and sold in the marketplace. Of course, don’t ever tell anybody that they’re not free, ’cause then they’re gonna get real busy killin’ and maimin’ to prove to you that they are. Oh, yeah, they’re gonna talk to you, and talk to you, and talk to you about individual freedom. But they see a free individual, it’s gonna scare ‘em.”

Dennis Hopper

venerdì 26 agosto 2011

mashal-017.
NorbertoEcco nello Starý Židovský Hřbitov di Praga

mashal-017. NorbertoEcco nello Starý Židovský Hřbitov di Praga
by Georg Moshe Rukacs

...Era a Praga per una delle sue tante chiamate, inviti, in giro per il mondo, da intellettuale viaggiante. O viaggiatore intellettuale. Quando si fanno un nome è sempre così. Tutti li vogliono, li chiamano, pagano loro viaggi e soggiorni, danno lauree onorarie. Un mucchio di soldi vengono spesi per tali turismi pseudo-intellettuali. Autocelebrazioni della casta intellettuale. Potresti leggerti un loro testo. Oppure, oramai, averli in teleconferenza, su un video o schermo, anche di computer. Potresti vederteli una volta o mille, all’ora e nel luogo che preferisci.

Cheffai, se vuoi una musica od altro, oppure non sai bene che vuoi? Vai su Youtube. Digiti qualcosa. Vedi che ti esce. Anche se non digiti nulla, ti esce qualcosa e magari è qualcosa che ti interessa o che ti porta su qualcosa che ti interessa, se proprio vuoi dei video.

Pure lui, come tanti altri, te lo puoi cercare e vedere su Youtube. Mannò, li vogliono di persona. C’è come un’ossessione ad averi i corpi, lì, in un certo luogo ed in un certo momento. Creare l’evento. Averli in una sala od in uno studio tv. E prima e dopo. Parlare loro di persona. Divenire “amici”. Mangiare assieme. Invitarseli a casa. ...Per poi raccontarlo e sentirsi comunque parte di loro o di qualcosa. È un costume che è restato da quando non c’era la stampa ed era più semplice muovere le persone. Un’insensatezza, da molti secoli, da quando c’è la stampa. Un’insensatezza ancora più insensata con la multimedialità. O, forse, v’è un senso. Mostrare che si possono buttare via soldi. Buttar via soldi diviene simbolo di potere e di prestigio. Istituzioni che sprecano soldi per avere il personaggio, lì da loro, da esibire.   

Praga. Lui, il NorbertoEcco, ne era già suggestionato ed ossessionato. Praga. Gli intellettuali sono tutti così. Si creano connessioni arbitrarie nelle loro teste e poi ci credono come fossero realtà.

Praga. Sarà quella erre e poi quella gh. Assonanza con strega. Anche con draga, sostantivo o verbo. In ceco la g[h] di Praga non c’è. In italiano c’è. Certo, piena di antichità, ma non è l’unica in Europa. Anzi, ve ne sono a decine di migliaia. Piena di giudei, i giudei erano odiati. Quandi i giudei sono stati rimossi. Sono restati i già loro immobili. Ecco il fascino della civilizzazione o della cultura rimossa, rimossa come umanoidi, restata come immobili. Se prima il giudeo era odiato, ecco che, ora, sugli immobili lasciati vuoti, o quasi, si possono costruire storie e leggende. L’onanismo intellettuale si nutre proprio di ciò.

Il NorbertoEcco era ed è un caso tipico di tali intellettuo-patologie. Era piccolo al tempo delle Leggi Razziste quando gli era stato detto che i giudei erano cattivi perché non erano ariani e che avevano ucciso Gesù per cui andavano puniti. Anzi, anche senza punirli, erano loro che se l’erano voluta, gli era stato detto. Poi, i tempi erano cambiati ed gli era stato detto che si deve stare attenti perché quelli controllano i governi, hanno i soldi ed il potere, e te la fanno pagare se ti provi a dire o fare qualcosa contro di loro.

Lui, che era di quelli che preferivano non essere contro ma essere, sentirsi, a posto e sicuri, non s’era fatto troppe domande, non almeno a livello cosciente. Gli era restata quell’inquietudine sui giudei. Come ti avessero convinto che i finocchi fossero malvagi ma poi fosse divenuto di moda averli nel paesaggio. Ecco, era proprio cosí per lui. Era proprio di quella generazione. Finocchi, donne, giudei. Prima erano giù. Poi, erano divenuti parte del paesaggio. Si doveva stare attenti, perché, ora, se dicevi le cose sbagliate, eri tu che ti trovavi etichettato. Gli era egualmente restata quell’inquietudine. Sentiva delle cose ma doveva, a livello razionale, controllarsi perché s’entrava ora in una zona di possibile pericolo. 

Lì era Praga. Non in Palestina, né ad una riunione della Dc o del Pci o di consorterie simili su “questioni palestinesi”. Lui, quelle cose troppo politiche le odiava perché lo mettevano in ansia. Se ti schieri troppo nettamente, ti metti contro qualcun altro che ha potere. Se non ti schieri, ti metti contro chi ti vorrebbe schierato. Come molti, se la cavava con qualche luogo comune ecumenico per non mettersi contro nessuno o il meno possibile, e compiacere chi contava. Stare nel flusso. Sulla cresta quando c’è da mangiare ed avere vantaggi e prestigi. Ai margini se c’era da scontrarsi. Il miglior modo di scontrarsi è non scontrarsi. Quando sei pieno di soldi e d’onori non serve scontrarsi. Sono semmai altri che vogliono scontrarsi con te. Non che serva a loro nulla, ma che facciano quel che credono.  

E, intanto, quella cosa gli era restata. Ebrei. Giudei. Ebraismo. Giudaismo. No, lui non era mai entrato in quelle cose di Alessandria d’Egitto. Gli bastava la sua Alessadria piemontica da cui s’era mosso alla conquista della cultura italica ed oltre, in cui s’era ricavato la sua nicchia.   

La penisola italica era stata e rimasta a lungo terra di interconnessione di culture, dove gli intellettuali si muovevano tra latino, greco, ebraico ed arabo e non avevano alcuna ansia relativamente alle varie culture. Certo, le etnie e le entità statuali si scontravano e si scannavano per supremazie imperiali. Eppure, a livello di cultura, di conoscenza, v’era una tale necessità di competere che la concorrenza si basava appunto sulla conoscenza della lingua e delle acquisizioni altrui. I testi, copiati a mano, quando s’erano salvati, erano in latino, in greco, in arabo, in ebraico. Per cui, era una necessità la conoscenza e la frequentazione delle conoscenze e dei testi altrui. Ciò valeva tanto per le scienze e tecniche che per religioni.

Si tenderà poi ad esaltare differenze e ad inventarsi storie di convenienza e di copertura per differenze profonde mai esistitite. Se sono esistite differenze, erano altre da quelle artificialmente costruite. Cristo non è mai esistito, o non nell’anno 0 o 1 paraggi. ...Un 13 secoli prima se era Tutankhamon. Pure i Regni d’Israele qualcuno deve forse esserseli inventati e scritti. Esisteva la spazio egizio, quello greco e poi quello romanico. Politeismi e monoteismi esistevano e s’erano scontrati e si scontravano all’interno di ciascuno spazio. Sul Mediterraneo s’affacciavano capitali politico-culturali che, ora l’una ora l’altra, catalizzavano la cultura dei tempi. Dunque, pure la e le religioni.

Certo, l’Egitto s’incastonava pure nell’Africa, come la Grecia e Roma nei loro retroterra continentali. La successiva islamizzazione del Nord Africa permetterà all’ebraismo di sceglierli, d’inventarsi, come proprio centro la Palestina e dintorni. Il cristianesimo s’inventerà lo stesso centro iniziale ebraico poi magicamente transitato a Roma. Sarà un modo per rimuovere le comuni origini egizie (dove vi fu un durissimo scontro di potere tra politeisti e monoteisti, con la vittoria dei primi) ed il ruolo religioso-culturale dell’egizia Alessandria (fondata dai greci, ma presto con la maggiore comunitià ebraica dei tempi), quando oramai il mediterraneo era romanico. I cristiani ne devasteranno e distruggeranno la biblioteca prima di trasformare l’allegoria di Cristo in “verità storica”. Appunto, per fare ciò si dovevano rimuovere i documenti del passato, col fuoco.

Che Gesù fosse il faraone Tutankhamun (figlio del già faraone AmenhotepIV/Akhenaten/Mosè, marito di  Nefertiti), poi torturato ed impiccato dal sacerdote Panhesy o Phineas ai piedi del Monte Sinai, alla vigilia della Pasqua o Pesach/Esodo attorno al 1352 BC, oppure no, la costruzione letteraria di Gesù è storicamente del tutto inconsistente e senza documentazione, neppure vaga, del tempo in cui sarebbe vissuto. Tutankhamun fu ucciso proprio perché un conciliatore, dunque del tutto simile al Gesù cristiano, più che al rabbinato che l’avrebbe opposto, rabbinato dei vangeli che sarebbe stata metafora del sacerdote ebreo “ortodosso” l’avrebbe ucciso proprio perché ritenuto conciliatore coi non monoteisti. Non che fosse conciliatore di fede, ma solo propugnatore di un sano ‘vivi e lascia vivere’.

Ecco, che i vangeli, che non hanno fondamento storico, divengono metafora di fatti storicamente fondati ma ben più antichi. Non solo, i vangeli. Pure il racconto vecchio testamentario (contraddetto dalla tradizione orale ebraica) sarebbe metafora di vicende egizie poi rimosse nei termini originari. L’apparato spiritual-allegorico di giudaismo e cristianesimo, idem per l’islam, è invece largamente identico, e d’origini solidamente antico-egizie, seppur mascherate dietro metafore nettamente differenti. Le forme sono nettamente differenti. La sostanza è pressoché identica. Qualcuno potrebbe obiettare che la Madonna non ha paralleli nell’ebraismo. Scusate, ma che è la shekinah? C’è chi la chiama Madonna e chi shekinah. Appunto, metafore differenti sono allegorie di spiritualità pressoché coincidenti e di diretta derivazione antico-egizia. Anche la croce, poi venduta come strumento della crocifissione del Gesù dei vangeli, la si ritrova nell’antica simbologia egizia. Il duro scontro vi fu in Egitto tra monoteisti e politeisti, con la destituzione di faraoni e colpi di Stato burocratico-militari, fu uno scontro di potere, intra-burocratico, tra diverse visioni di Stato e di sviluppo. Le forme religiose erano solo una maschera, come sempre succede ovunque con le ideologie. Differenti partiti si erano dati diverse teologie. Militari contro costruttori, e viceversa? I monoteisti (il proletariato costruttore) furono sconfitti e, fuggendo dall’Egitto, fecondarono ad est e, poi, a nord fino a Roma ed oltre, nei secoli successivi e fino ad oggi.     

Tutto passa e tutto viene rimpiazzao da altro. Anche l’Egitto faranoico declinò ed il centro del mondo divenne, per un periodo, Roma. Roma divenne pure centro religioso del mondo e, lo è tuttora, di una religione che, almeno ufficialmente, si proclama come universale ed è, in effetti, diffusa in ogni angolo del globo. ...Sebbene sia molto nazionalizzata pur nel conclamarsi centralizzata a Roma. Più che dalle virtù intrinseche di una specifica religione, questa diffusione universale dipende in realtà da altri fattori che nulla hanno a che fare con la religione stessa. Preti e pastori seguirono le armate ed i coloni degli imperi. Sta di fatto che gli obelischi egizi, simbolo religioso almeno intrinsecamente monoteistico, passarono in gran numero dall’Egitto a Roma che è tuttora la città del mondo col maggior numero di obelischi.

Una passeggiata a Roma consente di ammirare tutta la loro autorevolezza fallico-geometrica. Il più alto è quello che troneggia in Piazza San Giovanni in Laterano; è imponente ed esalta tutta la potenza del Faraone lo commissionò: Tutmosi III. È alto 32,18 metri ed ha una base di tre metri per lato con un peso di 340 tonnellate. Il basamento e la croce misurano 15 metri di altezza. Perciò l'altezza complessiva del monumento è di oltre 47 metri. È in granito rosso, pregiatissimo e utilizzato, all’epoca, solo per l’esaltazione della grandiosità del committente. Questo obelisco, che è anche il più antico di Roma, fu innalzato nel XV secolo BC. Fu portato a Roma, da Tebe, nel IV secolo CE per adornare la spina del Circo Massimo.

NorbertoEcco era un solido piemontico-romanico-continentale. Si dice solido per non dire un po’ ottuso, senz’offesa naturalmente? ...La finezza intellettuale, ad essere precisi, è sempre un po’ fragile. Se vuoi del legno non è che puoi usare della spugna, ...neppure un mittel-europeo a meno che non si mitizzino troppo i materiali umanoidi d’un Impero scomparso. Il centr’Europa è area di passagio, dunque di incertezze.

Lui, il NorbertoEcco, era di quel Piemonte che aveva mummificato il proprio francese, per distinguersi, per chiudersi. Una Francia in piccolo che era voluta restar piccola. Del resto, uno/a è com’è. L’ebraismo era ai suoi occhi come il fascino dell’esotico, oltre ad essere un po’ pericoloso. Era pericoloso estraniarsene, come era pericoloso esserne troppo connessi. Così la vedeva lui. Pure l’Islam gli procurava angosce simili. Senonché, coi tempi che correvano, l’Islam era ancor più pericoloso per un intellettuale prudente. Più sicuro il silenzio. In fondo, se un rabbino si fosse sentito toccato, nonostante la tua prudenza, magari te ne diceva due e tu potevi rettificare. Se un islamico, coi tempi che corrono, t’avesse tagliato la gola... Oh, che terrore solo a pensarci, si diceva. Non che gli islamici taglino la gola più che ebrei, cristiani, induisti, pacifisti o guerrafondiai, in termini storico-generali. È solo che, per interessi imperiali, è da qualche tempo che sono stati costruiti, nell’immaginario popolare, e nel loro stesso, come specie pericolosissima. NorbertoEcco aveva interiorizzato queste credulonerie. Dovere! Un intellettuale di successo dev’essere in voga coi tempi, alias intriso dei luoghi comuni, stereotipi, idiosincrasie, dei tempi. In realtà, tutti i terrorismi sono costruzioni di potere. L’eventuale aggettivazione religiosa d’essi è egualmente una costruzione di potere. Propagande. Propagande di guerra. Gli Imperi sono sempre in guerra. Non ci si racconti che oggi vi siano gli immaginari liberi media d’un’immaginaria pace.

Il NorbertoEcco, certo, non osava pensare così di fino e di netto. Finissimo certo, ma solo nei campi consentiti. Sta di fatto che, uomo ed intellettuale prudente, percepiva che, nel contesto dato, c’erano delle cose ben più imprudenti di altre. Lui s’era mosso sempre con sicurezza tra luoghi comuni di sinistra e senza toccare quelli chiesastici. Anzi, quella sua passione per il medioevo gli aveva permesso di muoversi con destrezza in ambientazioni clerical-monastiche. Bastava non abbandonarsi a cattiverie, ed ecco che il lettore era affascinato dall’illusione di nutrirsi di cultura storica, mentre le gerarchie non potevano che aver piacere che si parlasse, e non male, di storia e di storie loro. In fondo, il NorbertoEcco era latin-popolare. Richiamava che l’Europa aveva avuto radici romanico-cristiane. Non solo, in realtà. Che lui, di fatto, enfatizzasse quelle, non poteva che far piacere alle burocrazie del settore, senza cozzare contro altre. 

Ciò, almeno, fino all’ultima opera. Anch’essa, appena imprudente dal punto di vista religioso, risponde a logiche conformistiche. Proprio in un periodo in cui i due Imperi, il britannico ed lo statunitense, sono sempre più insofferenti relativamente alla Chiesa cattolica, e si sono da tempo mossi all’assalto contro essa (penserete mica che le campagne sulla finanza cattolica e quella sulla pedofilia si siano avviate da sole o per caso; sono giochetti che si possono fare contro chiunque, ...contro chiunque una Regina od un Presidente ordinino), ecco che il NorbertoEcco si lancia in narrative storiche dove non si può tacere su “magagne” della Chiesa cattolica stessa nei suoi vari ordini e non solo. In effetti, salvo ambientazioni in mitizzati monasteri et similia, le “magagne” cattoliche, come le altre, escono senza sforzo e senz’alcuna necessaria pregiudizievole malevolenza. Detto altrimenti, se uno vuole sputtanare la Chiesa cattolica, a meno che uno non voglia o non volesse solamente ricostruire un periodo storico (indubbiamente non è il caso d’un NorbertoEcco), non c’è nulla di meglio che un apparente romanzo (od anche un romanzo-romanzo; non sono tali quelli dei NorbertoEcco) su tempi come quelli, luoghi come quelli, tematiche come quelle. Guarda caso, il NorbertoEcco si lancia in tale impresa quando l’Impero è andato da tempo, e piuttosto frontalmente [finanza prima, finanza e sesso poi ed ora], all’assalto del Vaticano come potenziale centro indipendente dai due Imperi. NorbertoEcco sentiva il bisogno di schierarsi con l’Impero, coi due Imperi. L’Italiota, l’ opportunista in genere, ha un impulso febbrile a scegliere, a schierarsi. 

NorbertoEcco parla o s’inventa pure di storie ebraiche o pseudo-ebraiche... In fondo, cita solo pregiudizi correnti dell’epoca, per quanto superparanoici di quella sponda etnico-religiosa non l’abbiano presa troppo bene, ma neppure troppo male. L’ebraismo, almeno quello centralizzato in e da Israele, è oggi quel che è... Piuttosto malridotto, nonostante lo sfarzo da affari e prostituzione all’Impero USA. ...Spiritualmente e moralmente malridotto.

L’Impero britanico vuole ed agisce per distruggere Israele. L’Impero statunitense lo usa come proprio prostituto nell’area. ...Inutile menarsela... I termini sono esattamente questi. Giochetti simili li fanno pure con l’Islam e con varie altre religioni. La stessa cattolica è combattuta ed usata, usata e combattuta. Si fa usare con la scusa di ridurre il danno quando la combattono. Così fan tutte. Tutte le religioni. Uno spettacolo, una realtà, miserevole.

NorbertoEcco, che sa come muovesi per la propria autopreservazione e benessere come intellettuale prostituito, sa bene come calibrare gli strumenti sputtanatori, od adulatori, di cui dispone schierandosi col più forte, con l’Impero e gli Imperi. Non disvela nulla sulla Chiesa, e tanto meno sull’ebraismo. Magari non c’era nulla di cui disvelare. Svela ancor meno, anzi non svela nulla, su come funzionino gli Imperi. Alla fine, ribadisce il messaggio, da agit-prop di guerra, delle forze oscure, di massonerie uscite da nulla, etc., etc..

Riassumendo.
NorbertoEcco fa opera di mistificazione sugli Imperi e si schiera con essi. Gli Imperi sono l’inglese, mai dissoltosi ma solo metamorfizzatosi, e lo statunitentense vieppiù pesante, con basi in tutto il mondo ed in espansione continua pur in crisi finanziario-fiscale. Tutti gli altri sono subordinati. Chi è fuori dall’Impero, e dagli Imperi e sotto-Imperi, è distrutto se non troppo grosso come l’Iran, che non è Impero, né schierato con alcun Impero, oggi come oggi. Per quanto non si possa sapere cosa possa accadergli o non accadergli domani, viste le dinamiche nell’area.
NorbertoEcco ci va pesante sulla Chiesa cattolica. Mentre dà solo una spolverata contro l’ebraismo che, del resto, non conosce. Inoltre, l’ebraismo è un’ossessione in e per l’Europa, e nella e per la cultura europea, non una presenza prepotente o pesante, oggi come oggi, come invece la Chiesa cattolica è da sempre. Una “finanza ebraica” non esiste. Esiste una finanza di singoli. Una finanza cattolica esiste come finanza della Chiesa cattolica, per quanto anch’essa, proprio perché Chiesa “universale”, non è Stato (il Vaticano ha i limiti che ha nelle sue dimensioni e poteri, subordinato e subordinabile ovunque nel mondo). Quella di singoli cattolici è di singoli, non della Chiesa cattolica. Sono differenze chiave che o si confondono per ignoranza su cosa e come funzioni lo Stato, ed entità simili, o per malafede interessata. Omertà su base etnica o altra non vengono prima dell’interesse personale tra cui v’è pure l’interesse alla subordinazione alla violenza dello Stato.   

NorbertoEcco è un complottista che tace, quando tace, per prudenza opportunista e che parla, quando parla, per convenienza. Sennò i poteri del mondo lo sputtanerebbero in due giorni e lo ridurrebbero sul lastrico in una settimana, o in poche ore, invece che farlo euro-milionario. Per esempio, I Protocolli vengono accreditati mondialmente proprio dai britannici alle prese, alle prese per avversarli, coi giudei in Palestina e col crescente movimento sionista che era un attacco all’Impero Britannico quando si focalizzava sul “ritorno” in Palestina (occupata dai britannici dal 1917). Il Times cerca di accreditarli come autentici nel 1920. In realtà, li accredita davvero e diffonde mondialmente quando, ossessivamente, nel e dal 1921 (16..18 agosto), li denuncia come falsi. Il NorbertoEcco costruisce sui canoni dell’agitprop anglofono, alias si mantiene sul logocomunismo dell’ortodossia di potere. ...Operazioni immerdatorie... ...Geni o “geni” che si prostituiscono e prostituiscono la conoscenza o scienza di cui si dicono e vengono detti portatori.  

Quelle degli inglesi, coi Protocolli, sono tipiche tecniche di costruzione ideologico-pubblicitaria del nemico. Il colonialismo britannico si fonda sull’immerdamento dei sottoposti. In Palestina, è facile giocare ebrei, cristiani ed islamici gli uni contro gli altri. Siccome gli ebrei vengono giudicati più pericolosi degli altri, per gli interessi coloniali britannici, ecco che vengono eretti a nemico principale e lo sono tuttora, per i britannici.

Per questo, il fenomeno Protocolli è definitivamente costruito dai britannici, in quegli anni. Ma pure questo non è l’unico elemento. La stessa ossessione con cui i britannici, i dominatori del mondo, presentano i giudei, da sempre, come gli assassini di Cristo (quello della storiella evangelica), va di pari passo colla guerra spietata dei britannici contro gli ebrei ed il sionismo. Propaganda e scontro poliziesco-militare frontale procedono di pari passo. Prima delle colonie, v’era interesse a derubare i banchieri ebrei, ebrei perché la bancaria era una professione vietata ad altri, mentre varie altre professioni erano vietate agli ebrei. Ora, ai giorni nostri, i britannici si nascondono dietro il “terrorismo islamico” da loro stessi costruito. Inganno per una lotta che continua spietata. Ah, non solo contro gli ebrei, bensì un po’ contro tutti, con metodi a volte simili, a volte differenzati, o, meglio, simili nei fondamenti ma adattati a seconda delle circostanze. 

Gli americani non sono differenti. C’è solo un dettaglio tattico. Mentre i britannici lavorano per la distruzione d’Israele (dopo che non sono riusciti ad evitarne la creazione) da parte dei loro arabi, gli americani hanno Israele come loro prostituta in loco. Mascherano dunque il loro tradizionale antisemitismo dietro la realtà di un comodo Stato-bagascia nell’area e che lavora per loro, da loro sussidiato e che resta piccolo ed impotente proprio per la scelta della subordinazione agli USA.

Il “mistero”, negli USA, di sette evangeliche antisemite, all’improvviso divenute fanaticamente pro-Israele, è tutta lì. Le religioni, sono, negli USA e non solo, branche delle Polizie Segrete. Non appena Israele s’è sottomesso agli USA divenendo loro base il loco, le Polizia Segrete statunitensi hanno ordinato alle varie sette evangeliche di costruire e “vendere”, a chi se le beve, delle retoriche pro-israeliane. I seguaci, pidocchi obbedienti, si sono subito convertiti, per ragioni di Stato, da antisemiti ad antisemiti ma ardenti filo-israeliani. Hanno integrato l’antisemitismo col filo-israelismo, col sionismo. ...Purtroppo, è così!     

Se sei Impero mondiale, ecco che accusi i tuoi nemici più acerrimi (il governo/Stato britannico doveva viversi male gli ebrei...) di voler loro dominare il mondo al posto tuo. Se sono troppo piccoli, per poterlo fare realmente, che di meglio che inventarti e diffondere una grande quanto segreta cospirazione. Se, poi, I Protocolli sono già stati scritti, seppur male, e non hai voglia di riscriverli meglio ed in modo suggestivo, fai precisamente quello che hanno fatto i britannici con loro Times. Del resto, riscriverli avrebbe esposto gli stessi britannici a future accuse di fabbricazione di un falso. Render noto quello già prodotto, fornendone pure un’interpretazione credibile, non solo esime il lettore da andarseli a leggere. Fornisce già una interpretazione credibile e sudente. Naturalmente “la colpa” viene scaricata sui redattori originari, non su chi li ha fabbricati davvero diffondendoli mondialmente. Che poi, per lo sterminio giudaico, i tedesci avessero bisogno dei Protocolli è un’altra balla colossale, propaganda di guerra e post-guerra, da intelletuali onanisti  che riducono tutto a pezzi di carta. Il pregiudizio ed i crimini non hanno bisogno di testi con cui giustificarsi. I testi, se proprio li si vogliono, li si fabbricano sul momento, o dopo, o mai. Ovviamente, l’intellettuale che vive tra le carte deve sempre cercare pezzi di carta su cui costuirci, anzi su cui masturbarcisi spiritualmente.

È come quei filmetti in cui c’è il libro antichissimo con la formula magica che prodigiosamente funziona appena si seguano le istruzioni scritte. Se una magia funziona, non ha bisogno di essere scovata su un libro antichissimo. A maggior ragione se è qualcosa che non può essere scritta, ...proprio come il delirio un po’ o tanto paranoico-ossessivo di doninare il mondo. E che te ne fai di dominare il mondo? Senonché, gli pseudo-dominatori del mondo, e che sognavano di dominarlo o davvero, o di più, e per sempre, erano proprio quegli stessi inglesi che accusavano “gli ebrei” di voler dominare il mondo, e li accusavano di ciò attraverso un’operazione coperta come era dare una diffusione universale ad un oscuro libercolo russo. Una forte potenza imperiale, ...ed una diaspora solo culturalmente forte e ricca. Un Impero contro chi, solo nel 1948, dispose di un centro statuale, di una staterello guida ...sotto controllo USA.   

Perché i britannici rendono I Protocolli fenomeno mondiale proprio nel 1921? Perché col 1920, e l’evacuazione dei bianchi dalla Russia del sud, in pratica la guerra civile russa, con aperto sostegno militare britannico ai bianchi, è in pratica terminata. Per cui, i britannici non hanno più servi sul campo che possano risentirsi, mentre d’altro canto fa comodo denunciare gli ebrei comunisti delle Russie e premere per la rimozione se non dei comunisti (che, con lo stalinismo, verranno sostanzialmente integrati, seppur apparentemente un po’ alla larga, nell’area Imperiale anglo-americana) proprio degli odiati ebrei che sono tra di loro. I britannici scelgono il rassicurante Stalin contro il fanatico ed agente austiaco-giudaico Trotskij. Inoltre, proprio col 1921, i britannici seguono una politica di massacri anti-ebraici in Palestina. Danno così una qualche giustificazione ideologica più generale ai loro arabi scatenati nei massacri anti-giudaici.  

Queste finezze erano ovviamente fuori dalla portata di un qualunque NorbertoEcco di regime e dell’Impero concentrato sul suo best-seller del periodo.

...Quando ormai l’ultima grande, grandissima, opera dell’eccelso NorbertoEcco era da poco uscita, dopo una massiccia campagna pubblicitaria...

Non sembra che l’IsaacPalenciaContini ed il NorbertoEcco si siano mai conosciuti di persona sebbene abbiano entrambi lavorato al o per Il Manifesto. Il NorbertoEcco come commentatore segreto e distante. L’IsaacPalenciaContini ci lavorava davvero. Il NorbertoEcco, proprio lì, non si faceva mai vedere. Si siano poi mai visti o meno da qualche altra parte, sembra che, all’IsaacPalenciaContini, il NorbertoEcco stesse proprio sul cazzo.

IsaacPalenciaContini era il classico militante bolscevico-raffazzonato senza principi e senza cultura, pronto a tutte le bassezze, ...come tutti i militanti. L’immoralità conclamata ha sempre affascinato gli umaoidi che infatti chiamarono ciò “morale comunista”, “rigore comunista”, o “etica [o morale, o rigore] fascista”, “liberale”, “democratica”, “repubblicana”, etc.. Ora, l’IsaacPalenciaContini è lanciato contro il Berluska e “la destra” sotto la copertura dello slogan Pannunzio-LibertàD’Espressione. Figuriamoci...

Alla Polizia Segreta militare-CC, quelli vanno bene, benissimo, così. Li manovrano come vogliono, quando ricevono l’ordine. Oppure si manipolano già da soli. ...Per quel che devono fare... Immerdamenti di Stato, di Potere, perché le masse stiano col regime e con l’Impero. Oramai è una macchina che in gran parte va avanti da sola, anche se viene sempre chiesto qualche colpetto, od anche colpone, di qua o di là, in alto od in basso, per mantenerla ben in riga. ...Alla Polizia Segreta militare-CC devono pur fingere lavorare. Non è che ‘La Patria’ potrebbe fare a meno di loro. ...Se nessuno controlla che tutto vada come deve... Eppoi, c’è sempre qualcosa. Anche ciò che va avanti da solo deve essere controllato. Supervisioni occorrono sempre. L’Impero ed i sotto-Imperatori nostrani hanno sempre richieste a non finire. Per cui, la Polizia Segreta militare-CC bisogna che ci sia, se non altro come coreografia rassicurante e per le solite porcate sia di routine che straordinarie.

IsaacPalenciaContini era un americo-piemontico, da Pittsburgh a Torino. Pur senz’avere la tara d’essere un finto econometrico come il padre, ne aveva gli stessi sentimenti un po’ puzzolenti pur dietro un’affabilità formale, che era solo arte di fottere il prossimo cercando di vendersi come suadenti irresistibili. Sindrome di famiglia. Da giornalista del Manifesto, era finito, ultimamente al Riformature. Era un modo per essere maggiormente dentro il governo ed il sottogoverno reali. Poi, col Manifesto in crisi, meglio essere più organici al centro del già-Pci. Abituato a intervistare senza timidezze, ma pure senza inquisività vera, i personaggi più sull’onda del PartitoDelPane (i “Democrats” all’italiotica) ed area, e relativo sindacato, ed a muoversi con spregiudicatezza in associazioni pregiudicate, sembrava più un assaltatore della parola che un degustatore e digeritore di libri. Era della cultura dell’orecchio in un’area in cui uno è colto per definizione. S’oreccchia ciò che è pregiudizialmente definito come cultura e ci si ritiene colti, coltissimi. Se poi si riesce a dotarsi d’uno spontaneo linguaggio forbito, per quando neppure sia essenziale (la famiglia di provenienza e le connessioni valgono di più), si può pure divenire grandi accademici della Repubbliketta.

C’era qualcosa, nell’ultimo NorbertoEcco, che stava inducendo molti a cercare di prenderne le distanze. Ciò non nuoceva per nulla alla vendite ed alla popolarità e neppure è detto v’avrebbe nuociuto in futuro. Erano di quei movimenti sotterranei, forse spontanei (seppur non del tutto, in ambienti dove l’opportunismo è tutto e la spontaneità nulla) ed inevitabili, talvolta. Era come se le Chiese d’ogni tipo, o certune di esse, manifestassero, ora, un disagio che avevano sempre provato in modo latente rispetto a NorbertoEcco.

Una cosa del tipo...
...Quello lavora per sé, mentre si limita a blandirci senza darci nulla. Anche la sua intellettualità organica, pur senz’essere disorganica, non siamo sicuri ci porti veri sostegni sistemici ...che sarebbe a dire per i cacchi nostri, nostri di noi organizzati in cosche oligarchico-burocratiche-istituzionali, noi ‘il sistema’. Pur muovendosi tra conformismo e grandezza programmata a tavolino, s’è avventurato su terreni che, senz’essere originali o geniali o demistificatori, potrebbero rivelarsi pericolosi. Un po’ come quando uno cerchi di coprirsi e di coprirsi troppo e, per un qualche scherzo del destino, i cieli gli diano e ci diano delle botte che, certo, non faranno cadere il mondo, ma sarebbe sempre meglio non ricevere. S’è gettato sui complotti, ma solo per far soldi. Non ha concluso nulla con le sue ultime “demistificazioni”, eppure se tutta quella merda si scioglie e emerge qualcosa, ...oppure se quel suo modo intellettual-organico di trattar le cose finisce per mostrare almeno un po’ di quel che siamo. Avesse scritto un altro romanzetto con qualche altra spennellatura storica invece che gettarsi sull’improbabile, in storie troppo recenti e che hanno connessioni dirette o indirette con l’oggi... Certo, non è un Pasolini che stava smontando e smascherando la nostra repubbliketta fondata sullo stragismo di Stato e sulla manipolazione militar-carabiniera di partiti, sindacati, mafie e terrorismi... Quello aveva l’intelligenza. ...Chissà come... L’avventurarsi su terreni pericolori, fare il culo ai ragazzini, frequentare teppaglia, avrà finito con l’aprirgli gli occhi su noi perbenisti. Qualcuno gli avrà passato delle cose non avrebbe dovuto e lui, dal fare il culo ai ragazzini, le ha capite e stava sbattendolo nel culo a questa nostra fragile repubbliketta compradora. ...Se qualcuno spacca la testa al NorbertoEcco non che ci mettiamo a piangere. Ma non ci servirebbe a nulla dedicarci alla sua liquidazione, di cui proprio non sapremmo che farcene. Eppure i pasticcioni di gran nome, professoroni che si credono geni e che vogliono strafare... ...Non è che potremmo mandargli qualcuno, anche solo a dirgliene due, oltre a mobilitare i nostri per logorarlo sui fianchi? ...Che, se per caso fa troppi pasticci, noi non si sia impreparati, che si possa dire che fonti qualificate avevano già focalizzato che c’erano cose che proprio non andavano in questa sua ultima impresa romanzaria... Non solo. Appunto. ...Mandargli uno a dirgliene due in faccia. Una cosa come... Vediamo. Meglio trovare chi può farlo e poi lasciar combinare a loro come mascherare la cosa. Un incontro ravvicinato con qualcuno che gliene dica due e ci riporti la sua reazione. Non abbiamo geni. Dovremmo fare il solito. Coglioni che riportano a coglioni, a cominciare da noi qui, sennò andrebbe uno di noi sotto copertura professionale. ...Ecco quel che Chiese d’ogni tipo pensavano del NorbertoEcco. 

- “Colonnello, il Presidente vorrebbe che qualcuno andasse a dirgliene due in faccia a quel NorbertoEcco, sembrerebbe... ...Insomma un po’ di sensibilizzazione pubblica informale. Una cosa leggera. Tanto per metter appena sull’avviso l’opinione pubblica. Vedremo dopo se è il caso di continuare e intensificare...”

...Come al solito, gli ordini confusi ed improbabili venivano intepretati ben più di quelli precisi, precisissimi...

- “Qui è il Colonnello. Capitano, qui alla Presidenza sembra che vogliano saperne di più su quel NorbertoEcco. In realtà non si capisce bene che vogliano fare. ...Cominciamo con delle informative confidenziali. Cose ravvicinate e che gli scavino dentro, nella testa. Attivi qualcuno.”

...E il Capitano della Polizia Segreta...

MikySantargento, quello della Campania, lavorava già per la Polizia Segreta a ServireIlPollo, da ragazzetto. Poi s’è fatto, col Pisscì. Fatto ricco, più che altro. Quando sei ricco, e ricco a quel modo, vedi tutto differente. Ci sono quelli che si sono fatti ricchi e gli altri. Gli altri sono quelli che pagano le tasse ed altro per farti ricco. Gli altri ricchi a quel modo sono quelli grazie a cui sei divenuto ricco e ti fanno restare ricco.

Dalla Polizia Segreta chiamano MikySantargento...    
- “Tony, semo noi... ...Lo sai il Presidente... ...No, lui non sa nulla che ti stiamo chiamando. Neppure sa nulla di questa cosuccia... Lo sai com’è... È così occupato a seguire le sorti di questo nostro paese sempre in crisi... C’avrà il malocchio... ...il Paese...”

- “Ditemi. Lo sapete che noi si collabora sempre con le istituzioni democratiche...”

- “Guarda, è proprio una cosuccia. Una cosa di cultura... ...Sai, quelle fondazioni che la Presidenza segue eppoi potrebbe esserci pure dell’altro, medaglie, onori della Repubblica... Interessava capire come si evolve l’ultima produzione letteraria. Non è che ce ne possiamo occupare noi direttamente. Sono cose da fini intellettuali che sono da sempre nei media e nella cultura. Appunto, come te...”

- “Chissà quanti ne avete già che...”

- “Certo! Ma sai com’è... ...Interessa sempre avere informazioni da fonti plurime.”

- “...Non è che sia proprio il mio campo...”

- “In genere, per queste cose generali non è che possiamo contattare ed attivare dei professoroni in prima persona.”

- “Vi occorrerebbe un giornalista... ...un giornalista di quelli qualunque...”

- “Tu lo facevi già, quando il nostro ufficio ti ha conosciuto a ServireIlPollo...”

- “Intendevo un giornalista specializzato...”

- “Tu c’hai una struttura, una redazione piuttosto numerosa, in RAI...”

- “Lo sapete che, ordini Quirianalizi, Vostri in effetti, siamo più specializzati sul fronte politico e di costume.”

- “Te lo ho detto che è per una di quelle fondazioni che il Quirianale patroneggia...”

- “Eddimmelo chiaro-chiaro chevVi occorre...”

- “Ci interessa una valutazione non solo degli autori ma pure delle loro intenzioni. Per cui si tratta di far sì che l’autore si confessi senza che neppure lo sospetti. Lo sai che ci sono sempre premi da dare, oltre a consulenze ed incarichi da distribuire. Non basta, al Presidente, una valutazione, come dire... esteriore, testuale. Il Presidente vuole sapere, esser sicuro, che non avrà soprese. Almeno per i posti e simili che dipendono dal Quirianale...”

- “Di chi precisamente”

- “Non è una cosa ad personam. Per esempio, prenditi la lista dei 100 più venduti del mese. Togli gli stranieri. Vedrai che, poi, di mese in mese, sono sempre gli stessi con qualche rara aggiunta. Se ci metti uno a lavorarci e poi attivi altri, di tua scelta, per contattarli personalmente... ...Guarda, più sono in testa alla lista, più circolano nelle TV... ...Te li trovi sotto il naso anche lì in RAI. Per quelli che si fanno più desiderare, attiva qualcuno valido che conosci tu. Sai come si fa in queste cose...”

- “Dei 100 meno i foresti, Vi interessano a partire dai più venduti o dal fondo della lista?”

- “Dai più noti.”

- “...E come... ...quando...”

- “Diciamo che, ogni settimana, ci mandi una paginetta, una paginetta fitta, su come procede la cosa, con le valutazioni sui vari nominativi, prima generica poi più precisa, precisissima, man mano che li ‘intervistate’ uno per uno. Se, poi, di uno, vogliamo dei particolari, ti chiamiano. Per cui fatti un archivietto coi materiali. ...Come al solito, ...dai! E, ci raccomandiamo, comincia dalla testa della lista e, poi, a scendere.”

- “Okkei”

“Asfaccimm... Che palle!”, s’era detto MikySantargento a telefonata conclusa.

Lui che, dalla grande Napoli, e poi tra politica, giornali e tv, s’era disinvoltamente avventurato per il mondo del potere e dei poteri non è che fosse proprio ingenuo, aveva subito percepito dalle prime parole che... ...Del resto, se gli avevano telefonato... ...Lo Stato... ...Quando lo Stato, le Istituzioni, chiamano... Nel Piscì, l’aveva subito capito, già a ServireIlPollo..., sennò carriera al posto suo l’avrebbe fatta un altro, invece che farla lui al posto di qualche d’un altro.

“C’è lo Stato. Poi ci siamo noi che abbiano la funzione di consenso democratico e di cooperare alle politiche dello Stato. Se tutti non cooperiamo al comune interesse... Beh, se non si coprono i vari mercati e i sudditi cominciano a sfuggire ognuno per conto suo, salta tutto. ...Ognuno deve stare al proprio posto... Quando lo Stato chiama... Fosse stato per grandi questioni di Stato, avrebbero chiamato gli apparati militari del Partito, il già Piscì o come ora si chiamava come diceva il Ventroni che, non capito, venne svillaneggiato dai soliti faziosi. Non è che non si sappia come si chiama. È che noi siamo sempre quelli, i nostri uffici sono sempre quelli, chi ha le varie delege ai vari settori idem. …Anche se progressivamente messi sempre più sotto sorvegianza e direzione dagli uffici paralleli dell’Ingegnere di Repubblica, cui rendere conto (come la PS messa sotto dai CC)... Il popolo che ha bisogno di qualcosa viene sempre da noi. Non è che stanno a vedere come ci chiamiano. Quelli lo sanno, o lo facciamo loro sapere, quando devono votare o li vogliamo mobilitati. ...Anzi, volevo dire..., ...io sono io, il miliardario rosso... Il Partito non esiste più. È esistito finche lo Stato ha voluto esistesse. Di tanto in tanto lo ritirano fuori ...per le masse. Ora esiste solo lo Stato ed esisto io che sto con lo Stato. ...I CC mi chamano... Ora è Il Partito che deve stare con me perché io sto con lo Stato. E con che potere, se lo Stato mi ha fatto e mi fa restare miliardario rosso che parla a milioni di persone e pure tuonante contro il governo formale! ...Se ora quelli, lo Stato, mi chiamavano, era per robetta, robetta del settore mio.” Ecco che s’era detto.

Aveva poi messo uno della sua redazione a tirar giù la lista degli autori italiotici in testa alle vendite, tra i cento più venduti nel mese (sia italiotici che foresti). Era uno che capiva meno degli altri, per cui poteva essere usato solo per le cose più esecutive. Era uno dei tanti nazi-fasci del peddé o di altre formazioni all’opposizione. Aveva una tale concezione degli scrittori che pensava dovessero esser tutti froci e ebrei, cosa che per lui andava in parallelo. Infatti, suggestionato da un frase che aveva letto durante le sue ricerche letterarie per quell’arduo compito, e da tutti quegli stranieri venduti in italia, se n’era sbottato, col MikySantargento, quando gli aveva dato lo stampato della lista:
- “Certo che, per sfondare sul mercato librario, devi essere ebreo, froscio, vivere a Manhattan e devi scrivere od essere tradotto in inglese.

A MikySantargento non gliene fregava nulla. ...Dipendenti... ...Impiegati... Non aveva infatti risposto nulla. Doveva solo fare quel lavoretto per ‘La Patria’ e il suo solito lavoro per far pubblico e, soprattutto, soldi.

Non che ci fosse voluto molto per quella cosa degli scrittori, almeno per il lavoro preliminare. ...Neanche per stanziare un po’, non molto, del tempo e del lavoro della sua redazione, in RAI, per far contattare i vari autori per delle interviste preliminari “per delle serate qui, se e quando la direzione di autorizza.” ...Si doveva pur raccontare qualcosa ai polli.    

Quelli in testa alla lista era difficile od impossibile contattarli direttamente. Occupati in salotti, mediatici e non, era più difficile arrivare a loro che ad un ministro. Tanto meno per interviste preliminari. Ah, non ci voleva nulla a trovarli, ma per inviti in trasmissione, non per quel lavoro informativo riservato. Quelli della redazione potevano raccontare frottole ai novizi dei giri mediatici, non ai veterani. Del resto, il senso di quello richiesto dalla Polizia Segreta a MikySantargento, era che il vaglio doveva essere tanto più accurato quanto più uno era in testa alla lista e che dalla testa della lista si doveva iniziare. In testa alla lista, in quel periodo, c’era...

Quando l’ultimo capolavoro di NorbertoEcco era uscito, era subito ufficialmente divenuto il grande fenomeno letterario interno e mondiale del momento. Lui era uno di quelli da contattare e da ‘esaminare’, come da istruzioni ricevute. Era proprio quello da contattare ed ‘intervistare’ in modo approfondito quanto prima e per primo. Tanto più che sul suo libro e su di lui se ne stavano dicendo tante e contraddittorie. Con quella cosa dei complotti e del grande complotto sette-ottocentesco aveva sollevato un vespaio e, per la prima volta, qualche ambiente non proprio marginale aveva manifestato insofferenza. Non erano i soliti critici invidiosi. Erano centri di potere, pur non i centrali-centralissimi, che questa volta erano saltati su.

“Si doveva proprio vedere che ci fosse sotto”, s’era detto MikySantargento, “e far sapere alla Polizia Segreta.”

Del resto, quelli della Polizia Segreta quirianalizia erano sempre stati ed erano così carucci con lui. Gli suggerivano. Lo assistevano. In RAI, lui era divenuto intoccabile. Più andava all’assalto del Berluska, come suggeritogli, più nessuno poteva nulla contro di lui. Nessuno poteva fermarlo. E lui, MikySantargento, diveniva sempre più ricco, ricchissimo. Si sentiva proprio bene. ‘Comunista’ e ricchissimo. S’avvolgeva tra lenzuale morbide e profumate. Si chiavava soffici postulanti che volevano un posto. Si diceva che il comunismo si era realizzato per lui.   

Aveva fatto lavorare un attimo la sua redazione in RAI su come arrivare, ma in modo informale, non necessariamente per una trasmissione, a NorbertoEcco. Non si trovava proprio nessuno. Impossibile arrivare a lui. Lo avesse chiamato in RAI o gli avesse mandato le telecamere per averlo in diretta od in differita, nessun problema. Ma per quella cosa che neppure loro avevano ben capito che fosse, non c’era proprio modo.  

MikySantargento aveva fatto mente locale un attimo.
“Che palle!”’, s’era detto di nuovo. “Ci mancavano pure questi e questa nota informativa profonda pure sul grande vate con l’ultimo romanzo-mattone...”
S’era poi detto di ricorrere a IsaacPalenciaContini.

Sapeva che IsaacPalenciaContini, come giornalista, aveva già lavorato per i CC, direttamente od indirettamente. Del resto, ora che l’URSS non c’era più, i CC non avevano neppure piu bisogno di contattare i giornalisti ‘comunisti’ attraverso Il Partito. A volte continuavano a farlo. Le vecchie reti vanno sempre mantenute attive. Ma ora, anche altre volte lo facevano, potevano pure contattarli direttamente. MikySantargento sapeva pure che IsaacPalenciaContini aveva intervistato un po’ tutti e non personaggi secondari. Uno dell’area loro, della sinistra, come NorbertoEcco, non poteva dirgli di no. ...Anche se lì non è che fosse proprio per una intervista... Per cui...

Da un esame preliminare della sua redazione aveva visto che punti critici di questa ultima opera di NorbertoEcco erano la chiesa cattolica, l’ebraismo ed il terrorismo di Stato. La prima era restata più piccata, i secondi forse recitavano. Lo Stato non lo va a dire in giro, se resta piccato. Se lo avevano fatto chiamare... Ecco su cosa si doveva approfondire, pur senza mettere sul chi vive l’obiettivo. ...Ciò che potesse piccare ‘lo Stato’... Per cui aveva chiamato l’IsaacPalenciaContini. Gli aveva detto che gli occorreva una consulenza. La consulenza consisteva in una intervista, non necessariamente formale, una cosa non da pubblicare bensì per uso loro, interno, a NorbertoEcco. In pratica, occorreva una cosa profonda e genuina su come NorbertoEcco vedesse la Chiesa cattolica e l’ebraismo, sebbene fosse pure essenziale avere una sua precisa visione delle istituzioni dello Stato, visto il suo ultimo libro sullo Stato complottatore.

- “...Una cosa molto, molto, approfondita.”, gli aveva detto. “Non importa come la ottieni. Che sia una specie di confessione privata e sincera, si riuscisse mai. Se, per caso, fosse una registrazione senza che lui ne fosse cosciente, sarebbe ancora meglio, tanto resta tra noi. Non è per pubblicazione. Ci serve come inchiesta preliminare interna, forse per future programmazioni. ...Guarda, lui sarà a Praga la settimana prossima. Se rieschi ad intrufolarti... Rimborso spese e corrispettivo della consulenza li mettiamo in conto RAI, nel budget della trasmissione. Pagamento appena arrivi coi materiali, od anche se arrivi senza, la cosa andasse mai buca. Ma ci occorre qualcosa, mi raccomando, qualcosa di genuino ed approfondito e che venga dalla sua bocca e dalla sua coscienza. Chiesa ed ebraismo, per senza dimenticare una sua visione dello Stato, degli Stati come realmente funzionano, visto che se ne dilunga nel suo ultimo romanzo. Come lui vede Chesa e ebraismo, e pure le istituzioni statuali.”

IsaacPalenciaContini s’era detto che farsi una vacanza a Praga non gli dispiaceva. Fare il culo a NorbertoEcco gli spiaceva ancora meno, anzi lo riempiva d’eccitazione. S’era rapidamente informato su come intercettare NorbertoEcco a Praga. Era andato a Praga e s’era messo al lavoro su come attirarlo da qualche parte dove ‘interrogarlo’ nel modo più informale possibile.

Punti deboli di NorbertoEcco erano, s’era detto, vanità e libri, magari antichi. Che lo interrogasse di persona s’era detto che era da escludersi perché il NorbertoEcco lo avrebbe mandato a stendere. Dato che non era neppure per pubblicazione, il NorbertoEcco gli avrebbe buttato lì qualche frasetta convenzionale e lo avrebbe invitato a leggere o sfogliare il libro. Non era quello che gli occorreva per il lavoro doveva fare. ...Sebbene, se l’approccio diretto fosse andato male, poteva sempre inventarsi qualcosa attingendo dal libro che proprio non ambiva leggere... ...Troppo difficile inventarsi qualcosa dal libro e che non sembrasse presa da esso.

Doveva trovare una casa od un locale, dove pure lui, IsaacPalenciaContini, potesse come casualmente comparire. Ed occorreva uno od un gruppo che potesse tenere testa al NorbertoEcco e con cui lo stesso si abbandonasse magari a delle confidenze su come vedeva chiesa, ebraismo e Stato.  

IsaacPalenciaContini contattò Zdeněk Frýbort. Lei lo stette a sentire. Aveva avuto esperienze di servizi, sebbene non avesse né collaborato né assunto posizioni apertamente conflittuali. Non gli piacevano. Gente malata, corrotta e che non capisce nulla. E non gli piacque quel sospetto giornalista che doveva scrivere un pezzo interno su come NorbertoEcco vedeva le religioni e lo Stato, a quel che le aveva detto. Per cui, gli disse che aveva da fare e che non poteva far nulla per combinare o cooperare per convivi informali col NorbertoEcco.

IsaacPalenciaContini si attivò allora per poter organizzare o co-organizzare un post convial-informale agli impegni ufficiali di NorbertoEcco. Si accordò con un’associazione di studenti e professori che misero la faccia con la segretaria di NorbertoEcco. Lui, IsaacPalenciaContini, sarebbe comparso come un loro invitato. In cambio, dette qualche soldo. Il NorbertoEcco era uso a queste cose, che spesso si risolvevano in una bicchierata e in qualche chiacchierata informale. Occorreva ora trovare qualcuno, qualcuno che potesse tenere testa a NorbertoEcco, farlo parlare, provocarlo, costringerlo a disvelarsi.  

Il ritrovo della comitiva sarebbe stato un bar-ristorante nei pressi del Museo Nazionale, in centro. Era di un ex-ricercatore universitario che, sebbene appassionato di elettronica, aveva fatto i soldi con un’attività imprenditoriale iniziata fortunosamente, pressoché senza soldi. Da assi di legno, dove le prime settimane vendeva vino sfuso, lattine e bottiglie a impiegati, studenti e turisti di passaggio, era rapidamente passato ad un bar-ristorante perfettamente attrezzato e che gli rendeva fiumi di incassi e di profitti. Si era così potuto ridedicare agli studi, sebbene in via privata visto che, sia per il basso stipendio che per altre ragioni, che nessuno aveva mai capito, si era licenziato dall’università ed era improbabile potesse mai esservi riammesso anche avesse mai ritentato. Non che gli interessasse. Il bar-ristorante era collegato ad internet, sebbene lui lo avesse, con apparecchi vari, isolato sia come telefonini che da altri segnali elettronici. Lo aveva come posto sotto in ombrello elettronico che rendeva quasi impossibile ogni attività radio nel perimetro dello stesso. Non che fosse frequentato da gente strana. Tutt’altro. Il pubblico era un pubblico diurno. Turisti, impiegati e professionisti, studenti. Non era un luogo per sfaccendati. La sera, chiudeva. Eventualmente, se v’era qualche ragione, come persone che tendevano a farla lunga, o gruppi che gradivano trattenersi, chiudeva ed oscurava per l’esterno, ma chi era dentro poteva restarvi e poi uscire da una porticina secondaria. Del resto, il proprietario abitava in un appartamento collegato al ristorante, per cui, all’ora di chiusura ufficiale, non è che dovesse raggiungere luoghi distanti. Per le pulizie, era organizzato in materia tale che quei favori che faceva ai clienti non fossero d’ostruzione alle stesse.      

Per tenere testa a NorbertoEcco, e per farlo parlare e parlare, a IsaacPalenciaContini non era stato difficile arrivare a BaruchSchlosser. Non che ve ne fossero altri. Era l’unico potesse farlo. Non aveva ben capito chi fosse né che facesse. Ed era pure vecchissimo. Tuttavia, quando lo aveva contattato direttamente, aveva subito capito che aveva le conoscenze e l’eloquenza per quello che occorreva ai sui commitenti italiotici.

Lo aveva invitato ad unirsi al gruppo, garantendogli che i costi [non grandiosi; qualche bevanda e qualche cosa tipo rinfresco leggero, non una vera cena; avevano pensato di far servire una vera cena solo al NorbertoEcco, se non avesse declinato l’offerta] erano coperti. BaruchSchlosser era stato felice di accettare una cena o mezza cena gratis ed al caldo. …È solo che non era disponibile, del tutto indisponibile, a quello che IsaacPalenciaContini avrebbe voluto.

Non si sa come, ma BaruchSchlosser sembrava sapere quale fosse la missione di IsaacPalenciaContini. E che, per qualche ragione, che IsaacPalenciaContini non riusciva a comprendere, BaruchSchlosser non era disposto a collaborate al trappolone informativo alle spese di NorbertoEcco. Era pure restato del tutto insensibile, perfino irritato, a qualche accenno di prestarsi in cambio di qualche soldo, sebbene fosse poverissimo. IsaacPalenciaContini aveva alla fine pensato di piazzare un registratore da qualche parte e di passare a riprenderselo il giorno dopo od a fine serata, per quanto avesse subodorato che tirava una cattiva aria che non riusciva a dissolvere.   

V’era una pila di libri sul tavolo, quando NorbertoEcco arrivò col gruppo. Cose di cui non aveva pressoché alcuna idea, nello specifico, di cosa trattassero, a parte, forse, quante titolo più evidente o qualche parola chiave aveva già orecchiato. No, non era il suo campo. Meglio, pensò.

Noioso darne conto. Eppur lo facciano, sperando che lo saltiate, tanto non è che sia di alcuna importanza. È qui solo per precisione.

Model-Based Engineering of Embedded Real-Time Systems. Advances in Practical Multi-Agent Systems (Studies in Computational Intelligence). Algorithmic Randomness and Complexity (Theory and Applications of Computability). Fluid Structure Interaction II Modelling, Simulation, Optimization (Lecture Notes in Computational Science and Engineering). Unconventional Computation. Theoretical Mechanics Theoretical Physics 1. Bioinformatics High Performance Parallel Computer Architectures. Partial Differential Equations I Basic Theory. A Unified Statistical Methodology for Modeling Fatigue Damage. Combinatorial Computational Biology of RNA Pseudoknots and Neutral Networks. Combinatorial Optimization and Applications. Computational Intelligence in Engineering. Comparative Genomics. Introduction to Finite Element Vibration Analysis, 2nd edition. Facing the Multicore-Challenge Aspects of New Paradigms and Technologies in Parallel Computing. Fuzzy Multi-Criteria Decision Making Theory and Applications with Recent Developments. Tutti recenti o recentissimi. Forse, un paio perfino già datati con l’anno successivo. V’era anche un libro di storia, Жертвы Сталинграда di Отто Рюле. Oh, pure un altro, ma su cose più vecchie, sulla vita quotidiana di Pietro il Grande & Co., Повседневная жизнь Петра Великого и его сподвижников di Виктор Наумов. No, pure un altro, ma su cose quasi contemporanee, da cremlinologo, Номенклатура di Михаил Восленски. Infine, v’era pure un testo d’architettura, Guia de Arquitectura de Sao Luis. Ilha do Manrahao e Alcantara. Guia de arquitectura paisaje.

 

Sopra i libri, v’erano otto richerche della NBER WORKING PAPER SERIES:
THE REDISTRIBUTIVE EFFECTS OF POLITICAL RESERVATION FOR MINORITIES: EVIDENCE FROM INDIA;
MONETARY SCIENCE, FISCAL ALCHEMY;
THE IMPACT OF HEALTH CARE REFORM ON HOSPITAL AND PREVENTIVE CARE: EVIDENCE FROM MASSACHUSETTS;
ESTIMATION AND EVALUATION OF CONDITIONAL ASSET PRICING MODELS;
DO ENTRY REGULATIONS DETER ENTREPRENEURSHIP AND JOB CREATION? EVIDENCE FROM RECENT REFORMS IN PORTUGAL;
CAN MILITANTS USE VIOLENCE TO WIN PUBLIC SUPPORT? EVIDENCE FROM THE SECOND INTIFADA;
COUNTER-SUICIDE-TERRORISM: EVIDENCE FROM HOUSE DEMOLITIONS;
IDENTIFYING SIBLING INFLUENCE ON TEENAGE SUBSTANCE USE.

V’erano, sulla panca, delle borsone per la spesa leggere e robute. BaruchSchlosser doveva averle usate ed usarle per il trasporto dei libri. Strano che li avesse lí con sé, pensò NorbertoEcco, anziché in ufficio od a casa.

Sul tavolo era aperto un portatile con, sullo schermo, dei grafici e dei calcoli come da programma scientifico od econometrico o tecnico o chissà cos’era. Quelle cose che nei film fanno grande impressione allo spettatore medio, pensò NorbertoEcco. V’erano pure dei fogli, affianco, buttati lì, con formule, calcoli forse con matematiche avanzate e qualche commento. Come stesse facendo delle prove, magari dai libri che erano lì. O che stesse scrivendo un manuale od un saggio. Cosa che infatti attrasse la sua attenzione curiosa e sospettosa era che i libri, pur ottimanente tenuti, sembravano tutti intensamente lavorati, con fogli con commenti, formule, calcoli, che ne infoltivano le pagine tra cui erano. Non solo i libri scientifici, pure i quattro d’altro genere.

Uno scienziato, si disse NorbertoEcco. Anche curioso d’altro, visto gli altri quattro testi. Si tranquillizzò. Nonostante i quattro testi “eretici”, in aggiunta agli scientifici che sembravano dominanti, non c’era nulla che invadesse il suo campo od avesse vere intersezioni con esso, secondo la sua valutazione. Si disse che forse voleva un autografo od, al massimo, quattro convenevoli. Era ciò che sperava. C’era un clima, attorno a quella specie d’invito, che non gli era piaciuto né gli piaceva. Proprio per nulla. Nel contempo, non aveva potuto sottrarsi. C’era tuttavia qualcosa, oltre ai convenevoli, che l’induceva a star lì ed a restarvi.  

Lui, il supposto scienziato, non era lì. Stava parlottando con uno che gli dette un libro, Les éclipses de l’économie belge - Recueil de chroniques 1999-2009, con cui tornò. Si sedette al tavolo. Si mise a lavorare, o rilavorare, alle sue cose, dopo un generico saluto, mentre il personale del bar-ristorante stava assemblando dei tavoli, attaccandoli a quello dove BaruchSchlosser era seduto con le sue cose, per permettere alla compagnia con cui era arrivato NorbertoEcco di sedersi. V’era pure IsaacPalenciaContini, con la sua aria superiore e supponente, che, tuttavia, non voleva dare l’impressione che fosse, o vi fosse, un trappolone per NorbertoEcco. Il nutrito gruppo di professori e studenti avviò qualche generica conversazione con l’ospite, col NorbertoEcco. ...Avevano un vate tra le mani... Lui, il vate, era stato intanto “occupato” dai camerieri che lo avevano inondato con le portare della cena mentre avevano servito qualche generica bevanda e delle tartine per gli altri, come da accordi col ristorante da parte di chi aveva organizzato il tutto.  

La conversazione, almeno quella con NorbertoEcco, stagnava. Quando qualche oca gli aveva chiesto come facesse a scrivere così bene, BaruchSchlosser, come parlando tra sé e sé aveva come bofonchiato: “Si dovrebbe chiedere ai traduttori ...o traduttrici...” Non che l’affermazione fosse una critica al NorbertoEcco. Era solo precisione. Se un autore è letto in lingua originale, lo si può apprezzare o meno nei contenuti letterari e linguistici. Se un autore è tradotto, se la scrittura è elegante, il traduttore può cercare di emularla. Se la scrittura è legnosa, il traduttore può trasformare, se abile, un testo malscritto in un’opera elegante. La trama non cambia. Cambia radicalmente il modo di presentarla, a seconda di come scriva l’autore e di come il traduttore lo “corregga”. Infatti, non impropriamente, c’è chi dice non si dovrebbero leggere traduzioni, se si vuole conoscere ciò che l’autore abbia scritto e come l’abbia scritto. Una traduzione è sempre un’interpretazione, una riscrittura.  

Di fronte ad un sapiente, così era reputato, come BaruchSchlosser, per quanto umilissimo e poverissimo, gli studenti e professori presenti sembravano intimiditi. NorbertoEcco, al sentire quel riferimento a traduttori e traduttrici, s’era improvvisamente oscurato ed era sprofondato in un’incontrollabile tempesta interiore. Tanto più che IsaacPalenciaContini, mentre s’avviavano in quel bar-ristorante, lo aveva accostato e gli aveva buttato lì che c’era uno (il BaruchSchlosser, appunto) cui “interessa parlare del tuo romanzo”. Non era vero, ma... ...IsaacPalenciaContini non sapeva come portare avanti la missione che gli era stata affidata da MikySantargento...

A quel punto, NorbertoEcco, che si sentiva come un esce fuor d’acqua ed un po’ perso in quell’incontro informale dopo quelli ufficiali, era esploso in un autentico lungo tornado interiore, tanto più che, differentemente dal solito, non si sentiva per nulla al centro delle attenzioni, lì.

Era proprio esploso, tra sé e sé:
“Ecco, ora ho capito! ...Dev’essere stata quella... Sì, proprio quella! È tutta colpa di Zdeněk Frýbort. Quella stronza. Sì, stronza! Potrei dire di peggio, ma sono educato. Mi limito a stronza. Vecchia stronza! Me la menava sempre. Certo, che Edoardo Sanguineti..., mi diceva. Poi continuava. Però Alberto Moravia... Pure Elsa Morante, insisteva. Si lanciava perfino in paragoni internazionali. Certo che anche quel Simenon... Scrivi bene, mi diceva, però si vede che sei uno scienziato. ...Scrivi da compilatore di manuali d’istruzioni tecniche, di tanto in tanto insinuava la stronza. Non si può pretendere che un grande scienziato sia pure un poeta, sottolineava. Uno scienziato non può divenire uno scrittore brillante, infieriva. Si vedeva che ce l’aveva proprio con me. Che le avrò fatto? Le hanno fatto tradurre fior di miei libri. Dice che ho scoperto come farmi fruttare i romanzi. Certo! Ecché, solo gli altri vogliono guadagnarci?! Ecché, ho fatto male a scrivere tante belle e fruttuose cose? Ma che vuole? Avrà voluto qualcosa ed ora si vendica. Ecché, sono tutti geni mentre io sarei un po’ meno?! Epperché non li scrive lei romanzi, invece che menarla proprio a me, se è così grande da permettersi di sputtanarmi! Le avranno promesso qualcosa per mettermela contro ed usarla a quel modo. Oh, questi slavi! Stalinista! Ce l’aveva proprio con me. Ce l’ha con me! È la frustrazione d’una traduttrice contro chi produce come faccio io e pure alla grande, senza sottrarre nulla al, anzi come complementento del, mio lavoro scientifico.   
“È un complotto, un vero complotto. A qualcuno non dev’essere andato giù che il genio, io, si sia infine confrontato col grande mistero della nostra epoca, I Protocolli dei Savi di Sion. Lasciamo perdere il rabbino che in fondo ha cooperato. Nulla di meglio che un rabbino che dica che è un romanzo è pericoloso, pericoloso perché sembra vero e la gente vi crede. In fondo, mi fa vendere. Accende interesse. Il fatto stesso che si sia confrontato con me significa che nessuno può neppur lontanamente sognarsi di tacciarmi d’antisemitismo. Non mi sarei mai permesso. Sono ben stato attento. Coi tempi che corrono... Del resto, il mio libro neppure può offendere gli altri, gli islamici, visto che si tratta di cose storiche. Per cui ho fatto un piacere ai giudei, parlando bene di lor, senza offendere chi li odia. Mica c’entra nulla con la Palestina d’ora. Mi son mantenuto pure ben alla larga dal sionismo. ...Troia! Troia! ...Quella stalinista di Zdeněk Frýbort. Antisemita! Fascista! Nazista! Sionista!  
“C’è poco da fare, i complotti m’hanno sempre appassionato. Più ch’appassionato. M’hanno sempre ossessionato. Tutto è complotto. E come si potrebbe mai vivere e progredire, soprattutto crearsi e mantenersi delle posizioni, senza complotti. Se non complotti, ti complottano. Certo, noi intellettuali organici abbiamo delle responsabilità, delle responsabilità sociali. Se i vari poteri vogliono che si dica che i complotti non esistono, noi dobbiamo dire che non esitono. Del resto, pure noi, quando complottiamo, se qualcuno c’accusa di complottare e d’aver complottato, dobbiamo ben difenderci dicendo che i complotti non esitono, che non complottiamo e che chi vede complotti è un paranoico. Lo stesso vale per poteri ben più forti di noi piccoli, pur grandi e grandissimi come me, ma piccoli relativamente a chi ha poteri materiali mentre noi, io soprattutto, siamo geni della conoscenza e dell’intelletto. Se questi poteri forti, fortissimi, dicono e vogliono che si dica che i complotti non esistono, noi poveri intellettuali non possiamo che dire che non esistono. Che è poi l’unico modo, per noi intellettuali organici, di difendere la nostra libertà. Come diceva quello? Innanzitutto vivere. Una volta che noi viviamo e ci siamo creati una posizione, possiamo dire e fare quel che vogliamo, pur coi vincoli dei poteri forti (quelli veri non le minchiate da giornali), fortissimi, e con le nostre responsabilità di intellettuali organici. Del resto, diciamocelo, le masse... Ma che ce frega delle masse. Se noi siamo sopra le masse, è perche noi élites abbiano delle capacità che le masse non hanno né possono avere. E smettiamola di dire che abbiamo dei privilegi. Ma che privilegi! Se io devo insegnare e scrivere, alla fine guadagno meno io che devo investire in libri e viaggi di un metalmeccanico che può fare quel che vuole dei propri soldi mentre io, appena ho qualche entrata, ho già speso tutto in strumenti del mestiere. Se non spendessi non potrei essere produttivo. Vale proprio la regola marxiana del salario di sussistenza. Anzi, con la società dei consumi, è l’operaio imperialista che vive ben al di sopra del salario di sussistenza. Noi intellettuali, spendiamo tutto in strumenti di produzione intellettuale. Dobbiamo farci biblioteche personali. Non è che possiamo andare in quelle senza nulla e sempre chiuse che ci sono qui dalle nostre parti, in Italiozia. Non siamo mica all’MIT. Infatti, là, un professore guadagna meno d’un metalmeccanico. Anche noi guadagnamo meno. Quel poco, apparentemente in più, ci va via in strumenti di produzione intellettuale senza cui non potremmo produrre proprio un cavolo di nulla.     
“Non è che potessi continuare a menarmela, ed a menarla alle masse lettrici, con le infarinature storiche pur coltissime come sono le mie. Lo so già quel che avrebbero detto. Avrebbero detto: ecco un altro romanzetto della serie ‘storia per le masse’.
“Da quanto è che me la menano con la necessità della militanza dura e della partecipazione intellettuale alla guerra al terrore... Certo, che se la sono proprio inventata bella. Beh, lasciamo perdere. Loro sono gli specialisti del potere e del consenso. Avranno avuto le loro ragioni. Noi poveri sapienti che possiamo farci?
“Loro continuavano a menarcela e, soprattutto, a menarmela. ...Prima ce la menavano con la lotta per ‘la pace’... ...Ora ce la menano con la lotta per la guerra...
 “Io del resto, non è che mi sia mai tirato indietro. E che vogliono?! Non posso certo mettermi a tirare missili. Mi sono pure attirato delle critiche degli islamici per avere osato dire qualcosa. E che avevo poi detto?! M’ero permesso di dire che non dovevano troppo menarla con un’idea d’altri tempi del rispetto. E per quelle quattro considerazioni... Appunto, non mi sono mai tirato indietro. Eppur non posso certo rischiare che qualche fanatico... Si sa come siamo noi intellettuali. Più grandi siamo, più in tanti, molti, troppi, magari segretamente, ci invidiano. Non che lo ammettano. Neppure se lo ammettono. Però ci invidiano. È la condanna di noi geni. Essere sopra alle masse, ed alla loro volgarità ed ignoranza, ha dei rischi, tanti rischi. Naturalmente, non ammetterebbero mai di invidiarci. Lo sublimano o filtrano in vario modo. Appunto, e se poi qualcuno, fanatico, mi viene a tagliare la gola... Noi rischiamo, siamo generosi, non ci tiriam indietro. Ma neppure possiamo dare scuse a chi sogna di farci la pelle. E se poi qualcuno lo fa davvero, con me? Poi dicono che hanno colpito il simbolo. Però, intanto, poi sono io e solo io che ci vado di mezzo. Sono sempre in giro, con folle e tra folle accalamanti. E se uno si infiltra e mi viene addosso? Noi siamo generosi. Ci esponiamo. Ma nessuno ci difende. Eppure non ci risparmiano. Non mi sono mai risparmiato, neppure con questa ‘lotta al terrore’ che ormai sembra la politica ufficiale dei prossimi secoli.
“Se facevo uno dei soliti colti, coltissimi, romanzoni storici, trasudanti di cultura, magari se ne uscivano che sono estetizzante, che me la meno con un genere di nicchia, che uno può andare al cinema a vedersi un film storico, che mi tiro indietro dalla guerra al terrore. ...Anche i film storici non è che si facciano sa soli, senza esperti che sappiano le cose... Che potevo fare per pormi all’avanguardia della lotta, pur con gli strumenti tipici dell’intellettuale, del genio, e pure coltissimo, quale io sono. Come diceva quello?! Entrare  piedi giunti?! Ecco, io dovevo entrare a piedi giunti nella lotta intellettuale al terrore. ...Un libro sul complotto, sui complotti... Beh, meglio evitare i tempi nostri. Se andavo troppo distante, magari mi linciavano ancor di più gli stessi preti, per non parlare degli Stati e di chissà quanti altri..
“Che di meglio che porsi tra il ‘700 e l’800, con un inequivocabile schieramento di campo. Mi facci ebreo. No, non sul serio. Mi getto in tutti i complotti di un’epoca non distante, ma non troppo vicina perché qualcuno si offenda, anche se qualcuno s’è ombrato egualmente. E poi, tratto da genio quale sono il tema cruciale della nostra epoca. I Protocolli. Sì, I Protocolli. Così si vede, si capisce, che nel nostro scontro epocale di guerra al terrore io mi schiero, e mi schiero dalla parte giusta che è quella dei giudei.
“Oh, che schifo! ...No, non proprio schifo. Io amo il giudeo, purché non sia il Giuda che tradisca Gesù, così come amo Il Partito (più Il Principe, invero!) e la nostra cultura occidentale. A pensarci bene, quei giudei ortodossi, e pure la cultura, anche di quelli vestiti come noi, trasudano d’Arabia. Altre epoce ed altre culture... Ma che importa? Io devo schierarmi dalla parte giusta. Oggi la parte giusta è quella che ha Israele dalla sua parte. ...Pure Il Partito s’è ora fatto giudeo ed americano, anche se deve fingere il richiamo arabico...
“No, non dovevo farmi immischiare in beghe dei nostri giorni, che non posso mettermi contro i filo-palestinesi, che sono moltissimi pure tra i miei lettori. La prendo alla distante. Complotti del ‘700 ed ‘800. Metto tra di essi, anzi al centro d’essi, I Protocolli. Io dichiaro che mi ha sempre affasciniato il falso terribile dei Protocolli e che mi sono assegnato il compito, con questo mio ultimo colpo di genio, questa mia ultima, fino alla prossima, opera para-letteraria, di smascherare il più terribile complotto dei nostri tempi. Eccomi, senza rischi e danni, schierato con la guerra al terrore. Vorranno mica che vada ad ammazzare terroristi. Noi intellettuali lavoriamo a questo modo, con l’intelletto. E questa mia trovata è davvero geniale. Ho fatto un altro capolavoro, e ortodosso al 1’000%, con la guerra al terrore ed in difesa del nostro modo di vivere. Beh, che non si pretenda che io scriva di tali banalità sul ‘nostro modo di vivere’. Io devo difendere il mio modo di vivere, che è la mia vita di genio da queste parti, e cosmopolita visto che sono pure riconosciuto come personaggio mondiale. In questo modo, lo faccio in modo eccelso. Tirature e traduzione testimonieranno la genialità di questa mia impresa. A chiunque possa mai criticarmi con la scusa della guerra al terrore, potrò sempre contrapporre questo libro sui complotti, falso dei Protocolli incluso, ed interpretarlo e farlo intepretare come lo schieramento netto ed inequivocabile di un genio a difesa della nostra civilizzazione in pericolo e sotto assalto. Io stesso ed altri potremo interpretare una tale mia opera a questo modo, se e quando necessario. Cambiasse mai il vento, la si potrebbe interpretare pure in altri modi...”

“...Oh, le mie radici...”, continuò, sempre tra sé e sé.  

“Alessandria non che fosse Alessandria d’Egitto ma era il comunque il Piemonte londinista che aveva sodomizzato la penisola italica. Se Londra ti offre di annetterti aree destinate ad essere neutralizzate non è che puoi dire di no. Se i Savoia non avessero afferrato l’occasione, gli inglesi avrebbero realizzato l’opzione B. Avrebbero magari creato un loro Re, un qualche loro Mazzini, in Sicilia, lì fondato i patrioti dell’Unità Italiotica, creato un loro Regno del Sud, poi del Sud-Centro ed infine di tutta l’Italiozia Unita. Il primo Re d’Italiozia, invece che parlare francoPiemontico avrebbe parlato siculo. Che cambiava? Meglio, per loro Savoia, che il Re di Savoia abbia afferrato l’occasione ed io sia nato nel Piemonte ch’unificò Italiozia.   
“Eppoi, la provincia, per piccole dimensioni, m’insegnò a pensare in piccolo. Altri pensano in grande come evasione dal localismo. Io no. Imparai subito e pensare in piccolo. Capii subito tutto. È per quello che divenni rapidamente un grande. Il mondo, lo capii subito, è la mia tasca. Il resto è accessorio e strumentale.
“Ardente fascista da piccolo, mio padre m’invitava prudentemente alla prudenza. Non poteva essere esplicito con un giovanissimo fanatico quale io ero. Avrei potuto denunciarlo alla maestra, e lei al PNF ed all’Ovra. Mi diceva, sottilmente, che era contento di vedermi così fascistissimo, ma di non dimenticare che il fascismo era più grande di come io lo vedevo. Mi diceva che c’erano il Re, i CC, la polizia, le forze armate. Capii cosa voleva dire quando, a giusti undici anni e mezzo, per poco non crollai. Un bel giorno, ci raggiunse la notizia che il Duce era stato destituito ed arrestato. C’era il Maresciallo Badoglio, nativo della provincia di Asti. Appunto, il Re era ricorso prima ai CC e poi all’Esercito. Chissà se mio padre lo sapeva già di suo quando mi fece quel discorso strano. Io stetti male. Avevo un Duce. Ed ecco che scompare come un delinquente. Ad Alessandria, ma pure altrove, appena la notizia che il fascismo non c’era più fu diffusa, si camminava sulla spille e su altre simbologie fasciste di cui tutti all’improvviso si disfacevano.
“Superato lo sgomento, divenni badogliano. Mio padre me lo ridisse che avevo ragione, tuttavia la guerra era ancora lunga ed eravamo sempre alleati della Germania. Chissà come faceva, lui, a capire tutto. Ebbi un nuovo colpo quando, poco dopo, il Re e Badoglio scapparono, la guerra sembrava finita, ma ecco che comparvero i tedeschi e, poco dopo, pure Mussolini, riapparso. Tutti quelli che avevano buttato via le spille ed altre simbologie ridivennero fascisti. Non tutti. C’era chi era fascista ma pure antifascista. Si sapeva che c’erano partigiani e resistenti anche se non è che si vedessero. Si sapeva pure che ormai gli inglesi e gli americani, seppur lentamente, stavano risalendo la penisola. Più s’avvicinavano, più i pro-tedeschi pensavano al dopo. La Chiesa organizzava i suoi. Si sapeva che c’erano comunisti di Stalin e tutti quelli che c’erano prima del fascismo che, pur timidamente, si preparavano al dopo. I tedeschi facevano paura. Ma si sapeva che stavano perdendo. Era solo questione di tempo. Anche, mio padre, pur con la tessera del fascio pure ora che c’era la RSI, lo sapeva. Frequentava riunioni dal parroco. Si parlava di Democrazia Cristiana. Si dicevano che, quando la guerra fosse finita, ci sarebbe stato da ricostruire e che la Chiesa aveva certo da dire la sua, doveva dire la sua. Già prima di Mussolini, la Chiesa aveva il suo partito, o più d’uno. Poi, lo aveva mandato a quel paese quando Mussolini s’era piazzato ben solito, e con decisivi appoggi inglesi e francesi, al governo, pur col Re che lo sovrastava. Quando Mussolini aveva cominciato a perdere, coi tedeschi, ed il Re s’era reso conto dell’errore d’aver tradito gli inglesi, pure la Chiesa, col 1942, s’era data da fare per il dopo. Una grande burocrazia deve sempre pensare al dopo, quando un presente volge al peggio.
“Pure Badoglio passò. Io scoprì, poi, che non era privo di doti. Anzi aveva meriti da vari punti di vista, sebbene l’Esercito fosse stato ridotto ancora peggio come già era da un Mussolini che, poi, all’improvviso, pretendeva dallo stesso vittorie di cui vantarsi coi tedeschi. Badoglio glielo disse che non era possibile, ma Mussolini s’intossicava coi suoi stessi sproloqui sui prodigi della fede fascista. Badoglio non era comunque un politico. Era solo un militare che s’era trovato ad essere usato da un Re che non sapeva più che fare e che, inoltre, non aveva il coraggio di fare. I tedeschi avevano avuto il tempo d’occupare la penisola. Gli Alleati stavano lentamente progredendo. Quando c’era da combattere, il Re scappò e si portò appresso lo stesso Badoglio. D’altro canto, gli inglesi bruciarono qualunque possibile resistenza militar-italiotica contro i tedeschi conclamando in anticipo che Italiozia era passata dall’Asse agli Alleati. Lo sbandamento era stata la cosa migliore da farsi. Tutti capirono e cercarono di sottrarsi alla guerra che pur continuava.
“Io ebbi un altro crollo. Col Re e Badoglio che scappavano ed i tedeschi che ora ci trattavano da traditori e cialtroni. Mi rifugiai nella Chiesa, Anche lì, mio padre che da fascista moderato s’era riscoperto cattolico antifascista, mi disse che era giusto pensare a Dio (cioè, concretamente, buttarsi coi preti, con la Chiesa e la sua DC) ma senza tagliarsi i ponti col resto del mondo. Intanto si doveva obbedire ai tedeschi. Si sapeva che gli inglesi lanciavano armi ed organizzavano terroristi. Alla macchia c’erano in tanti (pochi seppur di tanti orientamenti differenti), ma si sapeva che i comunisti erano i più arroganti fatti forti da Stalin che era alleato cogli inglesi&americani e che stava cuccandosi gran parte dell’Europa dell’Est e Centrale. Quelli di GL erano i terroristi più agguerriti, ma capii quello che mio padre voleva dire quando arrivò il giorno della cosiddetta liberazione e sfilarono masse di comunisti armati. Tutti i fascisti più sfegatati erano divenuti, all’improvviso, comunisti di Stalin e Togliatti. Comunisti sfegatati, ora. GL era scomparsa, finita la guerra. I comunisti assorbivano tutto. Gli inglesi e gli americani avevano riempito di soldi e di immobili sia i democristiani della Chiesa che i comunisti. I comunisti erano stati riempiti pure di armi. Si capiva che gli inglesi e gli americani, pur cercando di far vincere i loro, dunque in qualche modo i democristiani, preferivano per vari motivi e sotti vari aspetti i comunisti. Segretamente volevano i comunisti quali loro fortissimi alleati proprio perché non si fidavano che i politici dei preti, forti della copertura della Chiesa, dessero abbastanza il culo a loro anglo-americani che avevano vinto. Si dicevano che, senza i comunisti forti, la Chiesa avrebbe potuto fottere loro vincitori anglo-americani. La guerra fredda non cambiò molto. Anzi. Fu la scusa degli anglo-americani per inquadrare democristiani ed annessi nelle milizie paramilitari del SIS e della CIA[OSS fino al 1947]-FBI. Creato il nemico sovietico, gli inglesi si pongono subito il problema di lanciare la nuova guerra, questa una finta-guerra, contro di essi per continuare a fottere il continente ed il mondo. La nuova politica contro l’alleato è esplicitata col 1946, anche se in molti tendono a datare la guerra fredda col 1947. Gli inglesi, che vivono di questi giochetti, sanno che appena la guerra contro i tedeschi è vinta se ne deve subito aprire un’altra contro i russi cui hanno regalato mezza Europa proprio per rovinare tutta l’Europa continentale. Idem, mutatis mutandis, in Asia ed altrove.
“Io, pur stando coi preti ed i democratistiani, lo vedo che i comunisti di Stalin e Togliatti hanno un potere che viene loro dato da qualche entità superiore ai governi italiotici e che cresce, nonostante la guerra fredda. Gli inglesi e gli americani organizzavano noi, ufficialmente, mentre mantenevano ottime relazioni coi ‘nemici’ comunisti. Certo, lo facevano usando interfacce. Chessò, Cambridge era stata fatta divenire ‘comunista’, comunista della monarchia britannica naturalmente, già ben prima dell’ultima guerra, e perfino ‘stalinista’ da quando i britannici avevano dovuto conquistare l’URSS dalla loro parte (ed avevano optato per Statlin), come appendice del loro Impero. I comunisti di Togliatti stanno con l’Unione Sovietica seppur, a livello clandestino ma non troppo, hanno ottime relazioni con inglesi ed americani. Certo, che se invece di storiucoli di partito, o comunque agit-prop, ci fossero dei veri storici capaci di scrivere la storia di quello che è successo, anziché le storielle, le balle, inventate dagli Uffici Pubbliche Relazioni dei centri di potere... 
“C’è solo una differenza tecnica. Noi dei preti ed altri siamo inquadrati in strutture paramilitari e di miliziani del SIS e della CIA. SIS e CIA controllano, in vario modo, sia i nostri vertici che le nostre strutture (sia politiche che sindacali) ai vari livelli (sia centrali che locali), anche se la Chiesa cerca di bypassare, per quel che può e quel che ad essa conviene, questi controlli totali altrui tra i suoi. Il PCI e la CGIL promuovono una cultura para-sovietica mentre, a livello di vertice hanno rapporti di cooperazione e subordinazione coi CC, la Polizia, e con il SIS britannico e la CIA. In pratica, il PCI ed area lavora per gli stessi cui lavoriamo noi, ma senza che il loro singolo militante lo sappia. Più si sale negli apparati PCI-CGIL, più la cosa è risaputa anche se nessuno può e vuole parlarne. Uno lo sa e se lo deve tenere per sé. Sennò è liquidato. Io che ero impegnato nell’Azione Cattolica, all’Università, dunque a contatto pure coi comunisti, queste cose le vedevo. Moderati fascisti sono divenuti democratistiani e laici. Fanatici fascisti sono divenuti fanatici comunisti e laici. Ma c’è la doppia morale in tutti. C’è solo gente che deve preservarsi il posto. Cambiano le tessere e le fedi conclamate, ma i personaggi sono gli stessi. Qualcuno ti aggredisce con veemenza verbale, se anche solo chiedi. Altri te lo dicono sottovoce o te lo fanno capire che devono pur vivere. Prima per vivere occorreva la tessera del PNF non a caso chiamata tessera del pane. Poi, ora, per vivere occorreva aggregarsi a cattolici, comunisti e laici che si tripartivano tutto. Non potevi stare fuori. Chi sta fuori è fottuto, a meno di non essere in qualche cosca superiore allo stesso sistema dei partiti. Chi stava fuori era fottuto prima, durante il monarco-fascismo. Chi ne sta fuori è egualmente fottuto ora, con l’antifascismo non meno compradoro del fascismo. Sono cambiate solo etichette e slogans. Ah, c’erano e ci sono i puri naturalmente. Erano liquidati prima. Sono liquidati ora. Non sono puri. Sono sono fessi. Evidentemente, volevano restare disoccupati e condannarsi alla scomparsa civile e culturale. Mi stavo laureando. Volevo restare nel settore culturale ed accademico e costruirmi lì una carriera ed una vita. Mi sono trovato coi preti, ma lo vedo bene che i comunisti hanno il controllo del settore culturale con promozioni e coperture anglo-americane. Gli stessi anglo-americani che hanno imboccato la via ufficiale dello scontro con l’URSS hanno una apparentemente strana predilezione per gli intellettuali comunisti d’occidente ed ancor più dove ci sono forti partiti comunisti. Ne dicono loro, ufficialmente. Ma li sussidiano in mille modi. ...C’è quel tizio che va a dire in giro che sono  patti di Teheran. In effetti...
“Del resto, ci sono forti partiti comunisti, da qualche parte, perché gli anglo-americani li hanno inondati di soldi, immobili e posizioni di potere. In Italia, ci sono apparati comunisti enormi e che costani cifre enormi. I soldi di Mosca non coprono quasi nulla. Sono spiccioli.
“Mio padre me lo diceva di avere le convinzioni del momento ma d’esser cosciente che i momenti cambiano. Pur da bimbo lo ho presto capito. Ora mi stavo avviando alla laurea con una tesi sull’estetica di Tommaso D’Aquino. In fondo, Tommaso aveva conciliato Aristotele al cristianesimo, cioè la tradizione classica al potere dei tempi. Il potere va sempre rispettato, per non avere guai. La cultura profonda, classica, va conclamata come subordinata ad esso. Il potere è contento. Non ci sono eresie. Tutti sono felici, incluso l’intellettuale che, senza eresia, può far quel che vuole (sempre che non pesti i piedi al potere, ai poteri) e godere dei vantaggi della sua cultura. Ragione e fede, cioè opinioni personali e potere, sono conciliabili. Se poi la ragione si trovi mai in contrasto con la fede, col potere, essa deve cedere alla fede, al potere. Cioè, se i punti di vista personali entrino poi in rotta di collisione col potere, ci si deve sottomettere al potere, od almeno far sì che il potere pensi che uno è sottomesso. Il potere è contento. Noi possiamo continuare a godere dei privilegi d’essere intellettuali. La filosofia tomistica è la filosofia dell’essere, non del divenire. Noi viviamo oggi. Chi pensa troppo al divenire, pur con laurea in filosofia può andare a fare l’impiegato delle poste, od il supplente alle medie, o l’operaio di linea. Non erano i miei progetti. O si è o non si è. Io volevo essere e iniziare subito ad essere. L’esperienza estetica è il piacere che si accompagna spontaneamente alla percezione della verità, in Tommaso. Il bello ed il buono coincidono, in un soggetto. Ciò che conviene è bello e pure buono. È estetico. Il potere è sempre estetico.
“Nel 1954, a 22 anni mi laureai e mandai a quel paese Gedda. Lo stesso anno entrai in Rai. Nel 1959, in Bompiani. Nel 1961, sono pronto per divenire professore universitario. Nel 1962, pubblico Opera Aperta che mi fa leader teorico del Gruppo 63. Basta definirci marxisti e strutturalisti per far sborrare di goduria tutta la cultura italiotica ed europea. Che significasse nessuno l’ha mai saputo. Era un modo per non avere contro il PCI ma essere aperti pure a chi del PCI non era. Quando tutti sono contenti, i grandi come me guadagnano di più, sia in soldi che in prestigio.                
“Oramai sono lanciato. Basta seguire la corrente ascendente. Poi, molto dopo, in pratica col 1989, l’URSS crolla, la DC anche, il PCI pure. Io vado su, anzi ancora più sù, in Italiozia ed all’estero, UK ed USA inclusi.
“Intanto, nel 1980, divengo scrittore. Un’ambientazione medioevale in forma letteraria. Ottimo per essere tradotto in tutto il mondo. Il mio libro fa prestigio averlo in casa. L’importante è che tutti ne parlino. Prodigi della macchina pubblicitaria! Non importa se pochi lo leggono. Fan così con tutti i libri, non solo coi miei. ...Oh, le masse... 
“Nel 1988, sono pronto per i complotti. Basta dire che si è contro i complotti, che si scrive per denunciarli e smascherarli, e si può dire quel che si vuole. I CC, cioè il potere, sono contenti. Ed io faccio un mucchio di soldi. Basta non parlare di complotti reali, veri, quelli che il potere fa ogni giorno per metterlo in quel posto alle masse. E perché dovrei? Io, come loro, mangio sulle masse. Anzi, più di loro, anche se tutto se ne va per le mie necessità culturali, di manovale, seppur un genio, della cultura. ..Mi basta continuare a mangiare su di esse. ...Un po’ di massoneria...
“Un po’ di cultura sotto forma di luoghi, tradizioni ed altro, anche solo inventato, pur se io mi baso su documenti (i ‘si dice’ messi per iscritto, spesso), per cui è un inventato, forse, ma vero-inattaccabile (da un punto di vista ‘storico’), ed ecco che ci sono gli ingredienti per un altro successo. Della serie: dopo otto anni il grande NorbertoEcco è ritornato. ...E con un bel volumone, volumone perché scritto grosso, dunque in pagine di fatto piccole (come numero di caratteri), per chi lo apra. Tutti vogliono un tale libro in casa. Basta che sia in lingua piana e ben leggibile, per i giornalisti non si accontentino dei suntini degli uffici promozionali. Basta l’illusione della cultura. Non che io non sia un genio. È che intanto le masse non comprendono nulla. Loro si berrebbero tutto.
“L’importante è che il prodotto sia facilmente accessibile. Uno deve capire, come lingua, in qualche modo, ciò che legge. Vanno evitate le asperità. Se lo legge una maestrina, deve trovare una scrittura secondo i canoni formali, sempre che la maestrina li conosca. Uno deve potersi sdraiare su una poltrona, un divano o su un letto ed addormentarsi col libro in mano. Della serie... Che hai fatto ieri? Mi sono addormentato/a con Eco fra le gambe. Un’altra cosa da tradurre in tutto il mondo. Della serie: ecco l’opera d’un grande professore ed intellettuale, e pure scrittore eccelso per le masse sia colte che semplici, e, soprattutto, d’ogni orientamento o senz’opinioni. ...E così via. Lo dico in Baudolino. Mai dire la verità perché sennò ti lapidano. Il lettore vuole essere abbindolato dallo scrittore. ...Non solo dallo scrittore. Io lo abbindolo.
“In Italiozia, un grande intellettuale deve essere impegnato. Quando il CC segreti avevano bisogno di supporto intellettuale allo stragismo fascista per alimentare il nascente terrorismo comunista (voluto dagli stessi e dalla NATO; ...oh, non dobbiamo dirle queste cose!), eccomi a tuonare contro la polizia. Quando ormai il terrorismo rosso era ben lanciato e ben usato per destabilizzazioni NATO e faide interne di potere, eccomi a far la parte dell’intellettuale responsabile schierato contro la violenza. Senza eccedere, naturalmente. Non è che volessi finire gambizzato o peggio. Basta seguire il flusso e, nel flusso, senza mettersi contro le minoranze attive (o che sembrano tali), oltre a non mettersi contro Il Potere, promuovere se stesso. 
“Se c’è una grande purga (non è certo stata la prima, neppure l’ultima, quella di ManiBollite!), associarsi all’avvenuto. Se alludere al populismo berluskoniano ti dà o ti mantiene credenziali a sinistra senza offendere nessuno a destra, perché non dirlo, ...se Il Potere reale è contento?! Un po’ d’anti-imperialismo di facciata prendendosela, ma non troppo, con Bush fa parte della stessa logica di convenienze senza inconvenienti. Meglio sempre fare i conciliatori tra culture e religioni, anche senza dire poi nulla d’originale in merito. Fa parte del marketing. Se devi vendere, vendi a più gente che puoi. Se vivi in ville o palazzi sfarzosi, e giri in ambienti dove sei protetto, puoi permettersi d’essere universalista di facciata. Del resto, tra classi alte e loro intellettuali, ci si mette sempre d’accordo. Gli scontri d’inciviltà sono per le masse coglione e credulone. Se al potere servono contrapposizioni, servono pure quelli come te che stanno col potere senza fanatismi. Basta non entrare mai nel merito delle cose e del potere. Non è che mie eventuali convinzioni io debbe dirle in giro. Massimizzo i miei profitti a questo modo. Perché danneggiarmi per il narcisismo di pensare davvero e d’essere davvero. Come vivrei se nessuno mi chiamasse più e se non avessi una lista sempre piena di impegni intellettual-culturali? Che panico, avessi mai una giornata vuota, tutta per me! Che farei?”  

...Un lungo monologo, eppur coi tipici linguaggi simbolici della mente, come quando, in situazioni estreme, o nei sogni, tutta la nostra vita, o lunghe vicende, si concentrino in pochi istanti, mentre BaruchSchlosser si era assorbito dalle sue letture, scritture ed esperimenti, e l’allegra compagnia ciarlava senza interferire in quel concentrato ed improvvisamente introverso NorbertoEcco.

IsaacPalenciaContini non sapeva bene cosa fare. Doveva innescare una conversazione accesa, estrema, piazzare il suo registratorino in un punto sicuro che aveva già individuato sotto al tavolo e poi tornare a riprenderselo dopo avere finto indifferenza per quello si fossero detti. È solo che BaruchSchlosser non sembrava particolarmente cooperativo. Del resto, aveva già manifestato avversione sebbene, si dicesse tra sé e sé l’IsaacPalenciaContini, non è che BaruchSchlosser potesse davvero sapere... 

IsaacPalenciaContini non sapeva da che parte cominciare.

Si avvicinò a NorbertoEcco... Dopo alcuni convenevoli:
- “BaruchSchosser era veramente interessato a discutere del tuo libro... ...Oh, ora è così occupato con le sue cose. ...È fatto così... Dai, vieni, che vediamo che stia facendo...”

Con grande fatica, l’IsaacPalenciaContini riuscì a trascinare un esitante e perplesso NorbertoEcco fino a BaruchSchosser ed a farglielo sedere affianco. Lui, IsaacPalenciaContini, si piazzò dall’altro fianco.

Di nuovo, l’IsaacPalenciaContini non sapeva bene da che parte cominciare ora che era con tutti e due. Separatamente poteva dire a ciascuno di loro che l’altro amava avere una discussione letteraria. Ma ora che eran tutti e due presenti...

- “Oh, professore, che sta facendo...”, buttò lì l’IsaacPalenciaContini a BaruchSchosser.

BaruchSchosser, sbottò secco:
- “Non sono professore. Non lo sono mai stato.”

Al ché, fu NorbertoEcco che sbottò:
- “Ma tutti questi libri...”

- “Appunto... ...Non ho un ufficio... ...Sennò non mi porterei tutta questa roba dietro.”

Senz’alcuna connesione logica con la riposta, ma per sfruttare l’assonanza per appagare la propria curiosità, NorbertoEcco incalzò, seppur indirettamente (anziché chiedere direttamente come mai avesse tutti quei libri lì, in un locale pubblico, un bar-ristorante), con un illogico:
- “Chissà quanti libri che ha a casa...”

BaruchSchosser lo squadrò e rispose pacato:
- “Ho capito, si chiede quello che io faccia qui con tutto questo materiale.”
Eloquentissimamente, NorbertoEcco arrossì tutto.
- “È molto semplice. Non ho una casa. Vivo in un bugigattolo... Qui era gratis, oggi...”

NorbertoEcco era come si fosse momentaneamente chiuso le orecchie. Quello aveva appena ascoltato non rientrava nei suoi canoni. Non vi credette. Lo prese come una scusa per non parlare della cosa, per nascondere qualcosa.

Anche l’IsaacPalenciaContini si chiese un classico: “Ma chi mi hanno raccomandato come il genio che, unico a Praga o nel mondo, che potesse tenere testa e finanche prevalere su un NorbertoEcco? ...Un quasi barbone?!” Naturalmente, se lo tenne per sé. Oramai era lì per combinare qualcosa per quella sua missione. Per cui cercò di spingere la situazione che non si creava:
- “Il nuovo capolavoro di NorbertoEcco scuoterà pure la cultura praghese...”

BaruchSchosser lo guardò con una contrazione perplessa delle sopracciglia, ma non disse nulla.

- “Non è d’accordo?”, disse l’IsaacPalenciaContini, diretto, a BaruchSchosser.

- “La cultura è una cosa difficilmente definibile, su cui influisce tutto e nulla. La lingua si evolve. Le architetture in genere si stratificano. Le biblioteche stanno lì variamente usate per ragioni varie ed ora, oramai, si digitalizzano... I pensieri delle gente sono prodotti mediatici, mediatici ai vari livelli dell’industria mediatica. Chi la controlla non è un consiglio di saggi o di vati, né uno o più d’essi,  ma semplicemente altra gente comune solo ben più ricca della massa, meglio... neppur’essa ma chi ad essa risponde o crede di rispondere...”, rispose BaruchSchosser. “...Non c’è nulla si peggio di chi serva e cerchi di compiacere quello che pensa il padrone pensi e desideri...”, aggiunse enigmatico.

NorbertoEcco lo fissava intensamente per vedere dove volesse andare a parare.

L’IsaacPalenciaContini se ne uscì con un improvvido: “In effetti, non La ho vista alla presentazione all’Università.”

BaruchSchosser aspettò che NorbertoEcco se ne fosse uscito con un diplomatico: “Era la sede giusta per commentare il mio ultimo lavoro...” e poi andò giù pacato e pesantissimo, eppur, stranamente, all’improvviso, familiare:
- “Caro NorbertoEcco, direi che, in Italia, là da Voi, o pure più in alto, c’è qualcuno che ti vuole bene o che ti vuole male, comunque preoccupato di quello che tu pensi. Per cui, il caro IsaacPalenciaContini ha detto, a me, che tu volevi parlare con me, che son Mister Nessuno, ed, a te, che io, Mister Nessuno, volevo parlare con te, una celebrità mondiale.”

NorbertoEcco reagì solo un: “Per cui...” e fissò IsaacPalenciaContini che, a quella botta, tesissimo, fissò il telefonino, finse di aver ricevuto una telefonata, se lo portò all’orecchio ed uscì in fretta in fretta. Tanto, pensò, aveva piazzato ed azionato il registratorino.

NorbertoEcco non poté non rivolgersi direttamente a BaruchSchosser. Visto che questi gli aveva appena dato del tu...
 - “Come hai fatto a capirlo?”

- “Non c’era nulla da capire... Quando si vuole capire, non si comprende nulla di queste cose...”

- “Non è che hai lavorato per lo Stato...”

- “Vuoi dire come agente segreto? ...Sono la specie più idiota possa esistere. Si capiscono e riconoscono solo tra di loro. Alias, non capiscono proprio nulla. ...Comunque, se lui è uscito, vuol dire che ha piazzato qualcosa. Se è un microfono a distanza, qui non funziona perché il proprietario è un genio, già accademico e di qualità, dell’elettronica ed ha isolato il ristorante, per quelle cose...”

Intanto, rovistò brevemente sotto il tavolo.
- “Eccolo, un registratorino.”
Un registratorino che lui, BaruchSchosser, fece in mille pezzi che poi andò a gettare in parte in alcune pattumiere ed, in parte, nel vaso del gabinetto tirando l’acqua. 

- “A meno che non abbia piazzato altro, ma proprio non credo... ...In realtà, non abbiamo da dirci nulla di segreto. È che lui aveva ed ha una qualche missione, e di una certa importanza, e non certo per me.”

NorbertoEcco si stava dicendo che o BaruchSchosser era troppo acuto o che era una sceneggiata orchestrata con IsaacPalenciaContini per chissà quale oscuro fine.

BaruchSchosser sorrise:
- “Guarda, è facile... È che viviamo in un mondo di gente troppo furba, o che si crede tale. Per esempio, tu ora stai pensando che IsaacPalenciaContini ed io siamo d’accordo, che abbiamo orchestrato questa cosa del registratorino che io ho poi trovato per chissà quale scopo oscuro.”

Il NorbertoEcco incassò il colpo:
- “Per cui non hai neppure letto il mio libro... Non che sia importante. Non è che tutti debbano correre a comprarlo ed a leggero.” Ed aggiunse, sarcastico: “In realtà è importante lo comprino... ...I libri hanno un valore feticistico.”

- “Invero... Non lo ho comprato ma lo ho letto. Un .pdf trovato in rete. Oh, non è stato facile. Ma alla fine è uscito. Non i primissimi giorni del lancio del libro. Interessante, come testo scientifico. Mi sono davvero dilettato. Magari razionalmente non sono d’accordo su nulla. Ma i libri ci si devono innanzitutto godere, oppure non leggere quelli che non ci si godono, a meno che uno non li legga per altri motivi che il diletto. Il tuo me lo son goduto.”

Non che NorbertoEcco avesse gran voglia di stare lì. Ma visto che ormai v’era e che gli altri, pur guardandolo ed aspettando dicesse qualcosa, parlavano tra di loro e non prendevano l’iniziativa, né lui non è che avesse nulla da dire alla compagnia la aveva invitato e lo stava, di fatto, trattenendo lì...

- “No, sta tranquillo, fai quello che credi. Questo gruppo ti ha invitato qui di suo, o quasi. È l’IsaacPalenciaContini che, poi, dopo essersi aggregato, mi ha invitato. L’invito lo ho accettato. ...Un posto al caldo e confortevole per mezzo pomeriggio, visto che son arrivato qui presto, e per la sera... Poi, mi ha chiesto cooperazione ed ho detto di no. Se qualcuno ti vorrebbe nel confessionale, se la vedano loro. Non sono cose per me. A volte, si deve avere un’etica. Male non fa... Fascismo, comunismo, democrazia, hanno corrotto qui come in tutto il mondo. Io, qui, ne sono passato indenne, prima ed ora. Povero ma indenne. Non che la cosa conti... ...Meglio essere ricchi... Io non lo sono. ...Sono fesso per me, non perché altri disprezzino od apprezzino... Siamo quello che siamo... Anche le circostanze sono quello che sono e non per tutti uguali. Ieri ed oggi. Il futuro è sempre incerto. Sarà quel che sarà.”

NorbertoEcco era a disagio:
- “Voi ebrei come la vedete quella cosa dei Protocolli,come la sviscero io?”

- “Dovresti chiederlo agli ebrei... Se ‘gli ebrei’ li incontri per strada. Ne dubito. Se incontri un ebreo vero ti esprimerà, su ogni cosa di cui capisca qualcosa, almeno due o tre punti di vista divergenti. Se invece incontri quelli conformisti, non sono ebrei, sono il pidocchio medio. Comunque, ‘gli ebrei’ non esistono. O esitono come singoli. Checché ne dicano i rabbini, il monoteismo esclude la comunità feticcio, diuccio per idolatri. Il monoteismo o è esasperatamente individualista o non è. Se, invece, vuoi incontrare le beghine ed i beghini delle parrocchie, vai nelle sinagoge. Sono identici. Cambia solo la coreografia, solo quella formale perché l’apparato concettuale è identico.”

NorbertoEcco era gelato da quelle cose semplici-semplici che si doveva solo guardarle per vederle, eppure nessuno le voleva e poteva vedere. Si disse che solo un ebreo poteva avventurarsi su un terreno tanto arduo e sì minato. Per cui restò silente.

BaruchSchosser continuò:
- “Già ne Il Nome della Rosa v’era il mito del libro disvelatore. Qui idem. Là viene distrutto. Qui viene presentato come falso eppur che determina la storia. Ma figuriamoci! Che hanno mai determinato I Protocolli. Di fatto, tu li santifichi. Non è che vi sia una vera connessione, storicamente parlando, ma neppure da altri punti di vista, tra anti-ebraismo e Protocolli...”

NorbertoEcco ebbe una reazione illogica e sconnessa che derivava da troppi retropensieri che si scontravano caotici senza una vera sintesi:
- “Ma che volete da me?! A che servono i promotori editoriali?! Facciamo scrivere ai giornalisti e filosofi da media a libro paga che I Protocolli sono l’opera fondamentale dell’antisemitismo moderno e che io, finalmente, ho smontato il giocattolo malefico...”

- “Ma se in gran parte parli di tutt’altro...”

- “Ecche importa. Basta dire che è tutto funzionalizzato a quanto detto. Pensate che noia se avessi parlato dei Protocolli e non, invece, di come si creano i complotti.”

- “Più che altro parli di complottatori da strapazzo, quando non del tutto inverosimili. Nel libro, non si dice nulla, propriamente parlando, sui complotti e sulla metodologia del complotto.”

- “Mica potevo mettermi contro i poteri dell’universo. Il mio è il solo modo sia letterario che scientifico di trattare la questione.”

- “...Praga è uno dei centri dell’occultismo. ”

- “Ed ecco ci mancava che m’impelagassi in questioni troppo complicate per coivolgere il lettore...”

- “Scrivi complicato comunque... ...Non è detto che le cose complicate debbano essere raccontate in modo complicato... ...Praga è la città, per esempio, di Johann Faust, alias Fausto da Praga, ..ma solo nel nome”

- “Ci mancava m’impelagassi con Goethe...”

- “No, Goethe non c’entra nulla. Johann Faust è una delle personalità esoteriche più misteriose del medioevo orami agli sgoccioli od appena terminato. In fondo, Goethe un po’ ridicolizza la cosa. Sembra quasi che sterilizzi il personaggio, o lo usi solo come pretesto per virtuosismi letterari.”

- “Io sono, qui, nel mio ultimo lavoro, in un’altra epoca.”

- “Non è ora il caso di entrare in dettagli troppo specialistici, ma Judah Loew ben Bezalel, il Maharal di Praga, e Maharal qui significa Moreinu ha-Rav Loew, cioè il Nostro Maestro Rabbi Loew [1525-1609], un cabalista, occultista in senso lato, e può essere pure in senso stretto, ...ah, un momento, lasciatemi dire una cosa chiave sebbene, o proprio perché, del tutto non convenzionale..., ...quello che si chiama Cabala, che viene reputata ebraica ma è pure cristiana, in realtà... ecco lasciatemelo dire in altro modo... C’è qualcosa che taluni chiamano cabala, altri esoterismo od esoterismi, senza o con altri aggettivi, e che poi, passando certe soglie, che sono sia focalizzazioni che livelli di profondità od altezza o spessore... Ecco questo qualcosa, questi qualcosa d’altro non sono né ebraici, né cristiani, né islamici, né egizi, né altro. Vi sono solamente cosidetti, o sedicentisi, o da altri detti, giudei, cristiani, islamici, od altri che trattano di questi esoterismi ed occultismi. Alla fine, questi esoterismi ed occultismi li permeano e caratterizzano, anche se costoro, per le ragioni più varie, evitino di dissociarsi, distinguersi, autonomizzarsi, dalle etichette etniche o religiose od etnico-religiose, od altro, di provenienza o di caratterizzazione. ...Lasciatemi ora rinominare il dr. Johann Georg Faust [all’incirca 1480-1540, ma potrebbe esser vissuto ben più a lungo od avere avuto un doppio, nel senso di qualcuno che veniva confuso con lui, evidentemente per esistenti similitudini] detto pure Faust o Fausto da Praga. A Praga non deve mai essere stato. Era un itinerante. Non sarebbe stato neppure impossibile, anzi sarebbe stato probabile, che si recasse a Praga. Eppur non vi sono tracce. Vi sono varie ipotesi sul suo luogo di nascita. Se lo date nato a Knittlingen, google vi da quattro giorni e quattro-cinque ore di cammino ininterrotto fino a Praga. Se lo date nato a Stadtroda, sono solo due giorni e tre ore. Ah, dove sarebbe morto per un’esplosione, Staufen im Breisgau, dista cinque giorni a tredici ore a piedi da Praga. Già all’epoca v’erano mezzi di trasporto migliori e più rapidi che camminare. Non v’è comunque nulla che possa far credere sia mai stato a Praga. A Praga, per qualche mistero, v’è una casa esibita come sua, ma lui non v’aveva avuto nulla a che fare...

NorbertoEcco stava divenendo di tutti i colori, paonazzo, come sull’orla d’un infarto, chiaramente in preda ad un’esplosione isterica, cominciò ad urlare:   
- “Ma ti semba che io non le sapessi quelle cose! Le sanno tutti, sono i rudimenti!”

Era evidente che NorbertoEcco stava mentendo. Doveva sapere pure molto meno di quel che sembrava anche di Judah Loew di cui pur aveva trattato. ...Nulla di male... ...Non che uno debba sapere tutto di tutto... La Conoscenza è saper fare i conti con l’approssimazione e la limitatezza.

BaruchSchlosser tacque. Era divertito, seppur restasse del tutto serio e professionalmente freddo. Si limitò, dopo un po’, ad un gelido:
- “I rudimenti di che?”

NorbertoEcco stava schizzando salive varie mentre cercava di dire, si reprimeva, riprendeva, ritentava. Ancor più paonazzo ed isterico:
- “Dillo! Dillo! Avrei dovuto parlare dell’amicizia tra i due?!”

- “Neppure si conoscevano, almeno a quel che se ne sa. Non vi sono neppure elementi per ipotizare che l’uno sapesse dell’altro. Le costruzioni mitologiche, indipendente dalle percentuali di vero, nelle costruzioni sull’uno o sull’altro, sono in gran parte successive.”

- “Massì, che erano l’alter ego l’uno dell’altro o comunque come due vite parallele, magari legate da qualche legame associativo occulto...”

- “Nulla di tutto ciò, esimio NorbertoEcco.”

- “Ma che vuoi dire allora?”

- “Sto solo cercando di dire che scienza, religione, magia sono la stessa cosa. ...Nel senso che sono differenti facce della conoscenza, oltre ad esse spesso mescolate o combinate. In pratica, v’è una tale interconnessione che è impossibile separarle. ...Sì, lo ha fatto (in teoria...) il positivismo, prodotto dell’autocastrazione francese, della Francia vinta e sottomessa all’Impero britannico che, per servire il padrone londinese, pur simulando originalità di pensiero, aveva ed ha trasformato, a parole, la scienza in nuova religione. Appunto, un impoverimento. Autocastrazione. Magia, scienza e religione vanno e stanno magnificamene assieme da sempre. La conoscenza progredisce ottimamente con esse unite, combinate. La religione è spinta all’elevazione costante. La magia fa vedere altri mondi che è improbabile, impossibile, non esistano. ...Gli UK-USA usano il solito Segreto di Stato per nascondere alle masse, reputate minchione e da proteggersi con l’ignoranza, le prove decisive che hanno su UFO ed altre civilizzazioni extra-terrestri... La scienza traduce tutto in materialità che crea benessere potenzialmente per tutti. Pretendere di separare la scienza da religione e magie per stabilire una sua piorità od addirittura unicità è un’operazione tipicamente militarista, per volgere in distruzione le nuova ricchezza creata. Per cui si arriva al paradosso che vaste masse restino povere mentre le forze di produzione producono quantità immense di merci destinate non a caso a distruggere cose e persone, dunque sperperate, e pure per danneggare tutta l’umanità. Il positivismo, lo scientismo, sono operazioni ideologiche e sociali per centralizzare il controllo in poche mani e per spendere somme ed energie enormi nella costruzione di armi che sono sia una distruzione di ricchezza di per sé che ancor più quando vengono usate. ...Un fordismo esteso al pensiero, per distruggerlo, limitandolo, ed ai meccanismi di dominazione sociale per robotizzate tutta la vita dell’individuo, ...che già ha decisive propensioni alla pidocchizzazione.”

- “...Un pacifista...”

- “Al contrario! Il pacifismo, proprio perché assume come interlocutore il guerrafondaismo, ne è complice. Ti opponi a quello che sostieni. Sostieni quello che opponi.”

- “Ma che fare allora?”

- “Fai quel che vuoi, Non chiederlo a me. Pensate che originali quelli che parlano e analizzano, o cercano d’analizzare, sapendo dove vogliano andare a parare! Se uno è partigiano non può analizzare nulla con una qualche serietà. Se uno ha un’opinione od ha già deciso di sostenere o difendere un punto di vista, che potrà mai dire di sincero, di creativo, d’analitico, d’originale?”

- “Che c’entra questo con me e col mio libro.”

- “Assolutamente nulla.”

- “Ma... allora...”

- “Ah, pensavi che questo fosse un tribunale od un ufficio inquisitorio e che ci fosse un processo od un’indagine su o contro di te?! No, guarda, carissimo NorbertoEcco, io, già congenitamente libertario, più avanzo cogli anni più divengo ancora più impenitentemente tale. Libertario. Assolutamente libertario. Nessuno mi ha chiamato qui. ...‘L’amico’, quello che ha finto d’andarsene lasciando il registratorino, m’ha offerto lo spuntino ma io ho detto no al resto ed a quello sarebbe stato disposto a darmi per il trappolone o quello che era per informative da casermette, o da casermone... Qui, nessuno mi avrebbe mai chiamato e tanto meno per ‘processare` od ‘inquisire’ qualcuno. ...A a parte, appunto, quei tuoi ‘amici’ italioti ma che ho mandato a quel paese, come hai visto e già quando non potevi vedere... ...Uno spuntino senza scambio...”

- “Ma... dunque...”, insistette ancora più confuso l’NorbertoEcco.

- “Dunque cosa?”

NorbertoEcco saltò sul sicuro, secondo lui:
- “Con questo mio ultimo lavoro smaschero le trame di chi costruisce l'odio, di chi semina odio contro gli ebrei, dei mestatori e peggio, dei peggiori dei peggiori. Chi scrive un trattato di chimica può sempre aspettarsi che qualcuno lo utilizzi per avvelenare la nonna. Pure chi scriva manuali di fisica nucleare o di come friggere le carni. Ci sono sempre dei malintenzionati. Ma non credo proprio che abbiano bisogno di leggere i miei romanzi per farsi le loro idee. Io, al contrario, mi sono sforzato di smascherarli, di mettere in luce le loro trame orribili.”

- “Ecco, NorbertoEcco, ottimo pistolotto per le Pagine Ebraiche italiotiche! ...Hanno la centrale in uno Staterello che è una succursale dell’Impero americano, una sua base militare con scudi umani di gente immigrata lì per i motivi più vari, e che si sta riproducendo lì, a parte quelli che se ne sono riandati e se ne rivanno via. Sinceramente, che pensi se ne facciano della tua ‘difesa’? Invece, per disvelare, occorre ben altro che i tuoi costrutti!”

NorbertoEcco cercò di rendere pan per focaccia e cercare di cambiare i termini del discorso con divagazioni che rompessero quel senso di inferiorità tattica e strategica da cui si sentiva pervaso di fronte all’incedere di BaruchSchlosser:
- “Anche se il vecchio cimitero ebraico di Praga è oramai dismesso, però i morti sotterrati ci sono sempre. ...Sarà pensare a tutti questi giudei, sarà quel leone un po’ scimmiesco e tailandese con quello scudo che ti guarda come a volerti irridere e, forse, portare agli inferi. Saranno le fronde oscuranti di quegli alti sambuchi...”

Dopo un provocatorio “...I cipressi che da Bolgheri alti e schietti van a San Guido in duplice filar... ...Si fa presto a montare immagini di parole, retoriche, su quel che si vuole...”, BaruchSchlosser finse d’assecondarlo:
- “Perfino i nazisti ne furono intimoriti e lo lasciarono intatto con la scusa che sarebbe restato come monumento per testimoniare la passata esistenza d’un popolo estinto. La verità è ch’ebbero paura...
“...Mannò, dai, non crederai a queste fole!!!
“È comunque un capolavoro. Non certo l’unico. Un po’ tutte le grandi costruzioni lo sono. Un cimitero si costruisce soprattutto per sedimentazioni successive, dopo la strutturazione iniziale.
“Costruito ed aperto nel 1439. Allora lavoravano sodo e rapido, sebbene un cimitero non sia un grattacielo. In Italiozia, c’avrebbero messo almeno vent’anni a farlo, ai giorni nostri, nella Vostra cara Repubbliketta Antifassista che tanto t’ha tanto dato ma che, per i poveracci, fa proprio schifo come opere pubbliche e per tutto il resto. ...Oh, gli ebrei! Chissà ch’avranno mosso per farselo o farselo fare così veloci! Nel 1787 s’erano già stufati e lo dismisero.
“Più di centomila sepolti con tombe sovrapposte fino a 9 strati. Dodicimila lapidi in genere piantate nella terra. Beh, la lapide del Rabbino Giuda il Leone figlio di Bezalel dev’essere ben costosa e si regge sul solido. I soldi attraggono sempre. Lo hanno fatto divenire un mago e l’onorano come un santone che faccia ancora miracoli. ...In barba al monoteismo...
“I nazi non ebbero tempo. In fondo, sono solo ossa. Ormai, cenere, polvere. Le paure nascono e vivono nella testa. Lo sai come sono gli eserciti. Basta, arrivi un ordine e, paura o non paura... ...O obbedisci o ti fucilano, per cui tra morte sicura e morte magari probabile o possibile... Per il cimitero di Praga non sarà arrivato l’ordine da Berlino o da altrove... Ed a Praga saranno stati troppo occupati a far altro. Sa di leggenda, o di scusa del momento fino a differente risoluzione, che avessero voluto tenere il cimitero come testimoninanza di una specie estinta. Queste teoria contraddirebbe il preteso anti-semitismo od anti-ebraismo dei vertici nazi. ...In effetti, è una storia ancora tutta da scrivere, quel che successe nella seconda guerra mondiale... Conosciamo le conseguenze, la cancellazione della cultura yiddish e una liquidazione di massa di ebrei. Non sappiamo tutto il resto. Dopo Stalingrado, lo sapevano tutti che la guerra era irreversibilmente persa per la Germania. I tedeschi, obbligati al contrattacco dall’imminente attacco russo (questione di una settimana o giù di lì), non erano pronti per altre guerre dell’est (avevano trattati di pace ed amicizia che i russi spinti dagli anglo-americano stavano violando col loro attacco del primo luglio 1941, prevenuto dai tedeschi) ed il non essersi limitati ad una botta pesantissima per subito ritirarsi ha fatto poi loro consumare troppe forze. Dagli USA e dalle infinite retrovie sovietiche usciva una continua produzione di massa, cui l’economia dell’area germanica non poteva tenere testa. Od anche l’avesse potuto, i tedeschi mancavano del carburante per muovere loro i veicoli terrestri ed aerei esistenti. ...Fattore ancora più decisivo di ciò potessero produrre o meno. Il carburante non è meno chiave degli strumenti o materiali o mezzi direttamente bellici. Quelle germanica era solo una resistenza disperata nella speranza che accadesse qualcosa. Come uno condannato che la tiri per le lunghe. Le armi segrete. Un’altra storia forse ancora da scrivere, sebbene vi siano ricerche varie. Sta di fatto che non fecero a tempo. Anche se Praga resta sotto controllo tedesco fino alla fine, ci sono un tre anni e mezzo da quando la soluzione finale diviene esecutiva all’inizio del 1942. Tre anni e mezzo. Saranno stati più occupati a dar la caccia ai vivi più che a preoccuparsi di cimiteri. I tedeschi avevano mezzi limitati e già ne impiegarono di rilevanti per la caccia agli ebrei da internare, usare e gettare. Io continuo a pensare che una Germania non anti-ebraica ne avrebbe guadagnato... ...Sono mie fredde valutazioni storiche. Non credo alle ideologie se non come lavaggi del cervello. Nulla avrebbe impedito al nazismo al potere di proclamarsi protettore degli ebrei d’Europa e, come per prodigio, l’anti-ebraismo sarebbe stato represso per ordini superiori. Il pidocchio medio si fa dire cosa pensare, quando non constrasti troppo coi propri interessi immediati. Gli ebrei non rompevano le scatole a nessuno, a parte l’irritazione dei benpensanti per gli immigrati dall’est che, tuttavia, un’economia in espansione avrebbe facilmente potuto assorbire, arricchire ed integrare. La liquidazione dell’ebraismo europeo da parte dei tedeschi contraddice qualunque rapporto costi-benefici. No, non c’entrano le ideologie. C’è dell’altro. ...La questione di Hitler fantoccio. Certo, ottimo attore ed individuo ipnotico, ma fantoccio.” 

- “Nella letteratura, anche in quella storico-filosofica e documentatissima come la mia, smussare è d’obbligo. Fa parte delle regole universali. Eppoi anche il Rav DiSegni...”

NorbertoEcco rimase con la frase sospesa. Il terreno era arduo e non è che il Rav si fosse esibito in grandi entusiasmi sull’ultimo lavoro suo per quanto a livello di messaggi subliminali si potesse anche assumere non fosse poi forsennatamente contro.  

BaruchSchlosser lasciò che quella frase sospesa si perdesse nell’aria e poi commentò:
“Il Rav DiSegni, come commentatore del tuo libro, deve aver preferito perdersi per i sentieri della banalità. Si destreggia con battute da bar per concludere che è meglio non parlare di queste cose a meno che non si dica chiaro-chiaro che gli ebrei sono santi e che i malvagi sono tra gli altri. Perché, sennò, se si fa letteratura, come tu fai nei sui romanzi, il lettore potrebbe riceverne messaggi ambigui. ...Meno male che della cooperazione di rabbini e di circoli ebraici con lo sterminio tedesco, e non solo, dell’ebraismo europeo ne parlano proprio autori ebraici! Sebbene nessuno evidenzi che furono proprio gli Alleati a spingere gli ebrei sopravvissuti fuori dall’Europa anziché restaurarli nei luoghi di provenienza e nei beni loro sottratti, per quel che possibile. Che è la dimostrazione che la soluzione finale fu un’opera a molte mani, non solo tedesche. Del resto, chi voleva fondare Israele non poteva che auspicare la liquidazione dell’ebraismo europeo, soprattutto nei suoi centri di massima concentrazione. E pure gli inglesi, che non avrebbero voluto Israele nascesse, vedevano di buon occhio la liquidazione totale degli ebrei d’Europa. Era infatti di lì che v’erano flussi verso la Palestina. Chi era in giro per il mondo, restava dov’era. A guerra finita, l’Impero Sovietico non ne vuol proprio sapere di tenersi gli ebrei dell’est e di restaurali nei luoghi di provenienza e nei beni loro sottratti. Anzi, tende pure a disfarsi dei suoi, dei già suoi, per cui ancor meno vuole i supplementari che v’erano e vi sarebbero stati ancor di più a seguito sia dello spostamente ad ovest dei confini dell’URSS che della creazione dell’Impero Sovietico come da accordi di Teheran di fine 1943. I primi pogrom del dopoguerra sono proprio nelle aree dell’Impero Sovietico e solo in esse. E nessuno dice nulla, naturalmente. Cosa che significa che inglesi ed americani concordavano. Quello che dà veramente noia al Rav, come ad altri di sponda ebraico ufficiale, è che tu, NorbertoEcco, relativizzi un po’ tutto. È quello ha dato noia pure alla Chiesa ufficiale, che infatti si scatena contro tuo il libro con la finzione di sentirsi offesa per quello che in esso si dice sugli ebrei. La Chiesa è furiosa per quello che si dice, sebbene siano elementi storici quelli rappresentati nel libro, sulla Chiesa cattolica romana e su suoi ordini. Mostrando la storia reale, tutto si relativizza da sé, svelando differenziazioni artificiose cui molti oggi preferiscono credere. Nella misura in cui tu, NorbertoEcco, fai ciò, ecco che divieni pericoloso per tutte le ufficialità religiose. Quando fai lo scrittore, le stesse ti reputano pericoloso se non ortodossizzi tutto, cosa che in letteratura non è impossibile fare, sebbene lo sia in scritti letterari culturalmente e fattualmente complessi come quelli d’un NorbertoEcco che sanno più di storia romanzata, ma solo nella forma, che di letteratura. La storia ‘romanzata’ tua, NorbertoEcco, non è quella un po’ per bimbi, un po’ agiografica, un po’, se non inventatissima, liberamente immaginata dei Montanelli. La letteratura vera può essere ben più mistificante perché su una semplice idea si possono costruire narrazioni che penetrano la mente del lettore ed attraverso cui può essere veicolato qualunque contenuto si voglia. La letteratura-letteratura del romanziere vero è ben più ideologica, dunque. Tu, NorbertoEcco, lo si veder pure dallo scrivere impastato, cerchi di tradurre in forma di romanzo ricerche storiche che non osi o preferisci non divulgare come tali, anche perché rende ben piu vendere milioni di copie di fenomeni letterari costruiti da sapienti macchine pubblicitarie. Uno compra il buon formaggino della pubblicità e poi si tiene il pezzo storico appena romanzato del ricercatore e professorone NorbertoEcco. Sarebbe interessante sapere quanti, tra i milioni hanno i suoi romanzi in casa, ne abbian letto anche solo uno da cima a fondo. Ma è così per tutti gli autori e tutte le opere. Si comprano. Poi si rimanda a domani che non arrivano mai. C’è anche il lettore da una pagina al giorno. Un po’ ridicolo a dire il vero. Direi che, per te, forse c’è stato pure un motivo originario, prima di scoprire che era un ottimo affare. Il semiologo con interessi politici deve essersi sentito inibito a scrivere di storia da storico, per un qualche stereotipo-inibizione sulla divisione formale-accademica tra discipline. Per cui si deve essere lanciato nel romanzo cinematografico d’ottimi colori dietro cui coprire la sua profondità storica, o supposta tale.”

NorbertoEcco arrossì.

Alla conferma, BaruchSchlosser continuò:
- “Errore, eppure brillante. Errore perché per essere un ottimo storico non v’è bisogno di avere l’etichetta dello storico accademico. Brillante perché talvolta si fa meglio storia sotto forma romanzata. Poi, se rende, i soldi non fanno mai male. Errore comunque, perché se uno vuole far storia non deve sentirsi inibito rispetto al saggio ‘serio’ e specialistico come, ovviamente, non s’ha motivo di sentirsi inibili ad avventursi in forme non tradizionalissime. ...Se uno salta il saggio ‘serio’, senza tornarvi dopo le avventure letterarie, non ha avuto motivo o necessità di far altrimenti, o... ...ai gusti non si comanda. Del resto, la vera creatività intellettuale, anche se la perfezione non esiste, va di pari passo col conforto relativamente a quello che si fa. Magari avrai scritto ampiamente pure su riviste storiche-storiche ed io non lo so. Non sono uno specialista di NorbertoEcco e nessuno mi racconta dove pubblichi le tue migliaia di scritti lunghi o corti.”              

- “In un saggio storico per riviste specialistiche non avrei potuto scrivere dell’infiltrato Simonini, in assenza di qualche fonte decisiva...”

- “Magari a cercare bene bene la trovavi pure, tanto sono dementi e delinquenti le burocrazie statali, militar-poliziesche incluse, da sempre, per cui potrebbero anche aver mandato, anzi di sicuro li han mandati, dei coperti per riferire su quelli che erano scoperti scopertissimi. Eppure, nonostante ciò, SimoneSimonini, il falsario che il NorbertoEcco fa infiltrato di Cavour nella spedizione dei mille per neutralizzare lo spirito repubblikettano di Garibaldi, è proprio il personaggio più improbabile. Ecché, Garibaldi non lo sapeva, ed i suoi mille pure, che erano solo una banda di terroristi al servizio dei Savoia e nel contesto di un’operazione britannica per sfasciare Italiozia per i propri fini? Non era certo una rivoluzione nazionale. Le armi erano savoiarde ed inglesi. La logistica era savoiarda ed inglese. Perfino il supporto militare, al momento dello sbarco, era britannico. Se i mille sfondano la Sicilia e poi tutto il Regno del Sud è perché i britannici avevano diffuso l’idea dell’ineluttabilità. Se Garibaldi ed i suoi mille terroristi avessero mai fallito, il Regno del Sud, ormai condannato, sarebbe stato sfondato in qualche altro modo, con altri mille e poi altri mille ancora. I fessi non mancano mai, per quelle cose. Questo vale pure per il Vaticano e gli altri Stati indipendenti, o parti di Stati indipendenti, della penisola.
“Mannò, il grande conformista NorbertoEcco non può contraddire alcun luogo comune per quanto chiaramente falso! Che gli succederebbe se mai Napulità, o altro prima o dopo, lo chiamasse sdegnato per aver anche lui, intellettuale fin’allora organico, smascherato la grande balla del Ri-Sorgimento mai esistito. E se qualcuno, là, dal Quirianale, ordina il suo linciaggio? Sarebbe la fine. Meglio romanzare ma senza mettersi contro nessuno. Certo, il romanzo deve lasciare alla fantasia e lasciare libere le risposte. Libere, sì, ma dove è lecito, non, mai!, libere di avvicinarsi a qualche verità. Uno dei miti dell’epoca è che ci siano, appunto, misteri. Se ci sono misteri che restino misteri. Se qualuno capisse mai che tutto è voluto. ...Almeno in queste cose... Il mistero è il più voluto di tutti. Non è che uno Stato od una NATO possano dire che gli stragismi ed i terrorismi sono loro. Neppure l’Impero Britannico può permettere che si racconti la storia precisa delle sue sovversioni. Anzi, viene creata tutta la letteratura “complottistica” proprio per far immaginare le “forze oscure”, che si chiamino Illuminati, Oscurati o Massoni od altro. E che sarebbe mai una congrega di qualsivoglia denominazione se non avesse copertura poliziesca e giudiziaria. E chi darebbe mai coperture poliziesche e giudiziarie a delle congreghe private?! Oh, certo, il crimine esiste... ...se uno ammazza una moglie, ruba in casa d’altri o violenta conoscenti o sconosciuti. Null’altro. Se si sale, è tutto organizzato. Magari, malamente e malatamente organizzato. Ma sempre organizzato da Stati e solo da Stati. Il Segreto di Stato serve proprio a coprire i crimini e le demenze di Stato e di Stati. Idem, le balle sui ‘deviati’ o i misteri o le forze oscure.   
“Le balle vengono credute non perché sembrino vere ma perché vengono da una fonte di potere reale, uno Stato per esempio o, nel piccolo, dal capo della ditta o dal caporale se qualcuno appena più in alto non li smentisca. Che è poi lo stesso motivo per cui le verità non vengono credute se vengano da fonti non di potere. Tale è il mondo reale. Inutile farsene un cruccio od altro. Certo, pure questa coscienza può essere usata, se si sa come usarla... Pure il potere, pur con queste forze, o punti di forza, può essere debole. Non ci interessa qui affrontare la questione. Non facciamo i missionari. Non siamo dei persuasori, né c’interessa esserlo o divenirlo. I Protocolli dei Savi di Sion sono una grande balla non per ciò che contengano. Forse, chi li cita, non è andato altre il titolo. La lettura è in effetti pesante e ripetitiva. Tutt’altro che brillante o suadente. Meglio, molto meglio, letterariamente, certe rappresentazioni cinematografiche che circolano nell’area arabica. Se non altro sono convincenti, letterariamente e propagandisticamente. La grande menzogna sui Protocolli dei Savi di Sion è che essi non hanno mai giustificato o favorito nulla. L’ebreo di Hitler e di chi lo seguiva era l’‘arabo’ d’allora dell’est, l’immigrato povero che premeva con la sua povertà e disperazione. Quelli sono coloro di cui allora si vuole la liquidazione. A nessuno ne frega nulla dei ricchi finanzieri ebrei, se da qualche parte fossero esistiti. L’odio è contro il poveraccio, contro ‘il marocchino’ d’allora, ‘l’extracomunitario’ di quei tempi. Gi stessi odiati nella Francia occupata dai tedeschi dove si cerca, perfino da parte dei collaborazionisti, di proteggere i ‘propri’ ebrei mentre si cedono senza problemi, per la deportazione e sterminio, gli ebrei immigrati dall’est.”

- “In un’opera di questo genere, il protagonista principale è d’obbligo...”

- “Se è improbabile ed impossibile come spia contro i repubblicani immaginari per cui si coopera alla mistificazione storica solita a presentarlo come tale, esiste pure un'altra dimensione o meta-dimensione dello stesso. Come spia di quella banda di terroristi e delinquenti o avventurieri, a cominciare dal Garibaldi, avrebbe eventualmente potuto essere uno dei tanti spioni, se uno sa come i complottardi di Stato lavorino. A prescindere da ciò, alla fin fine, il Simonini, l’unico personaggio inventato, eppure il più vero anche se inverosimile, diviene la personificazione e la pubblicizzazione di tutti coloro che, su stretti ordini governativi e di poteri, creano la realtà creando falsi che tutti si bevono come veri proprio perché vengono da fonti di potere formale e reale. È pure la personificazione di terrorismi e stragismi che sono sono sempre opera delle stesse fonti di potere formale e reale, seppur presentati come opera di forze oscure, non ben identificabili, cui tuttavia ci si deve sottomettere per evitare danni ancora maggiori. Lo Stato ti vende il suo terrorismo di Stato come opera di forze oscure. Poi ti dice che devi sottomettersi a sé stesso, cioè a quello stesso Stato che ti lancia contro terrorismi, stragismi, persecuzioni, pogrom e tutti i mille gang-stalking che le sue menti delinquenziali e malate riescono ad inventarsi. Lo Stato ti vuole sottomesso a sé stesso Stato che garantisce la tua insicurezza ed il tuo terroreggiamento. In questo senso il Simonini è la rappresentazione del potere che si mantiene tale terrorizzando e distruggendo la società di cui in teoria dovrebbe essere espressione e di cui in teoria dovrebbe fare gli interessi. Il NorbertoEcco si fa marxiano e ti vende lo Stato banda di uomini armati. Poi, nel contempo, NorbertoEcco non ti dice che gli uomini armati che si sono fatti Stato sono una banda di pazzi delinquenti.
“Anzi, magari tu, NorbertoEcco, del tutto involontarimente, lo mostri che lo Stato è una banda armata di pazzi delinquenti. Tuttavia, sempre che tu ne abbia una qualche percezione (io dico che la hai ma te la neghi; chissà che sogni ed incubi hai da sopito e da desto!), non potresti mai dirlo né scriverlo, in termini universalmente comprensibili, perché ti farebbero fuori, non ti pubblicherebbero.
“Infatti, mentre tratteggi gli interventi di Stato nelle ‘trame’, l’immagine che lasci è quella delle ‘forze oscure’. Sembra Stato e Stati siano uno dei tanti attori anziché l’unico vero attore e neppure davvero in conflitto tra di loro in stragismi, terrorismi, persecuzioni interne.”

- “Non potevo, non posso certo, lanciarmi in illazioni!”

- “Appunto... Se ti copri dietro ‘illazioni’... Chi dispone di squadre armate con licenza di uccidere, chi persino destituisce via TV statisti non graditi, e bombarda pure per anni Stati non abbastanza sottomessi, ha il potere, potere che non hanno gruppi e milizie che o sono di Stato o non sono. Viviamo in un mondo in cu tutto è intercettato. Il punto è che è sempre stato così. Se alla ricostruzione storico-formale fa difetto la penetrazione, la comprensione, uno può scrivere romanzetti, incassare miliardi, ma non comprende nulla, non analizza nulla.
“...Naturalmente questa onnipresenza ‘di polizia’ vale per grandi Imperi come per uno starello comunale... Anche perché è tutto meno complicato di come si pensi. ...Le informazioni fluiscono da sole... Anche senza si abbia Echelon che è pur utilissimo.     
“Tu (e quelli del genere tuo, che sono poi un po’ tutti) tratteggi, presenti, un supposto nemico pseudo-oscuro della società, ma vuoi che resti oscuro. Non c’è nulla di oscuro, anche se si copre dietro al Segreto di Stato. Il ‘nemico oscuro’ è o sono i Vostri governi, le Vostre Polizie Segrete, istituzioni e parlamenti burocratizzati che lo usano e coprono!
“Certo che non puoi parlarne. Non puoi perché non vuoi. Convenienze. Non sono eviti di affrontare la questione. Anzi, ci pasticci sopra. Non puoi dire che le massonerie non esistono. Sono come il club bocciofilo (uno puro, non uno copertura di altro), se non ricevono qualche delega di Stato. Te la ricordi la P2? Era la sigla coperta di Andreotto-Bellinguer-Mediosbanca, il loro ufficio smistamento.”

Rosso paonazzo, davvero al punto di scoppiare avendo per un attimo pensato che fosse successo qualcuno, ...lui, avesse mai pubblicamente detto l’evidente, il NorbertoEcco se ne uscì con un, da bar:
- “Ci mancava che... che... Eppoi che c’entra Bellinguer?”

- “Ah, certo. Potevi e puoi, dopo il 1992, accennare all’uno, no anzi tu non puoi neppure accennare all’uno!, ...non in pubblico, ma non all’altro ed all’altra. Gli Andreotto non esistono senza i Bellinguer, i Re senza i Mussolini... Beh, ora c’è il Vostro Napulità napoletà che sta cercando di devastare tutto e di divenire il dittatore unico. Scalfavo ci provò ma fu messo in riga non dalle forze oscure ma dalla Banda di Capaci l’aveva eletto, l’oligarchia taurino-ambrosian-romana, Mediosbanca, che l’aveva portato al palazzaccio collinare sottomessa alla ‘NATO’, gli anglo-americani con appendici. Ciampo non ne aveva voglia. Disse di continuare con le operazioni già in corso. Napulità sta lanciando la polizia segreta militar-presidenziale allo sfondamento di tutto e di tutti, inclusi coloro l’hanno promosso presidente. Sbocchineggia direttamente la regina ed il presidente USA e non vuole concorrenti. Vuole il cumulo di macerie di tutto il resto su cui sedersi populisteggiante e plebiscitario tra CC-corazzieri ed altra soldataglia in grande uniforme. Da comunisti a camorristi ci sono solo una ‘o’ e due ‘erre’ di differenza. Da camorristi a comunisti solo una ‘u’ ed una ‘enne’. Faccio per dire. Gli altri sono identici. Non è questione di assonanze alfabetiche. Anche qui in Cekia è lo stesso. Cambiano i padroni. Cambiano i colori. La gente, anche qui, è sempre la stessa.”

Pieno di bile esplosiva come prima, ma trattenuta, il NorbertoEcco si limitò ad un:
- “Ma certo che ci vai pesante. Eppoi, tu come fai a saperle tutte queste cose?”

- “Io?! Ci vado leggerissimo, di fino, Sono analisi serie, quelle che espongo come sono capace. ...Sono mica Cicchitto che vi racconta che ‘i comunisti’ la mattina arrivano un ufficio e si chiedono chi si debbano fare per riempire la giornata? Le racconta pure al Berluska, che se le racconta già da solo, e poi le va a raccontare ai colleghi esteri che lo mandano affanculo chiedendosi, increduli, se sia un governante od un cuoco travestito. Al che interviene Letta facendo dire che è solo in impresario travestito perché sennò l’espropriavano a vantaggio dei torinesi travestiti da agnelli e da circoncisi, gli stessi hanno sempre gestito ‘la sinistra’, e pure le altre sponde, magari tramite qualche Cuccia ma anche in prima persona.”   

Il NorbertoEcco, sogghignando:
- “Certo che ti sentissero...”

- “Non so se le ho già scritte. ...Appena racconto di questo colloquio kafkiano... Ma, tanto, che vuoi che gliene freghi? Li hai mai visti con un computer, quelli? O con un libro? Un Giuliano Amato, certo, ma era di passaggio. Servo, pur genio, ma di passaggio. Di quelli usa e getta. Servi e torna a cuccia. A volte leggono qualcosa quelli che cercano di pensare quello che il padrone penserebbe se pensasse. Chi vede tutto sono militari e sbirri ma non è detto che leggano quel che vedono ed immagazzinano. Anche se hanno qualche funzionario, dirigente, ufficiale genii, non è che possano far sapere e vedere che sono geni che sennò li licenziano subito, o li mandano ‘a dirigere il traffico’ ...Guarda, concentrati, immaginati D’Alema che prende un libro e lo legge da cima a fondo, od anche pure saltellando o solo in parte. Non legge neppure quelli col suo nome ma scritti da altri. Gli danno il suntino dei libri col suo nome. Ma lui preferisce leggiucchiare giornali e riviste politicantiche. Tutto l’altro lo annoia. Proprio non ce la fa. ...Son tutti così, a parte, appunto, qualche genio come il Giuliano Amato che pur non ha mai primeggiato in etica-etica, non la non-‘etica dello Stato’... Certo, personalmente, è un santo che s’è immedesimato nella parte del clerico ascetico, ...quando si mette a letto... ...Come dire?! ...Un onesto a-etico... tipo professional killer.”

Il NorbertoEcco, arrossì.

- “Ecco, vedi, non ci riesci ad immaginarti D’Alema leggere un libro. Però ti immagini Napulità che è ancora più ingorante ed illetterato nonostante le poesie infantili in napolità. Da un ignorante con arroganza aperta ad un ignorante sussiegoso, sussiegosissimo, con super-arroganza mascherata in pubblico. È per questo che non puoi smascherare nulla, analizzare nulla, nulla di originale. La prima qualità dell’analista è la conoscenza unita al saper sprofondare in altissimi livelli di coscienza. Cabala... Ca-ba-la... Ci si deve calare entro le situazioni, viverle, per vederle e capirle. Sennò la ‘conoscenza’ è come gallette durissime senza liquidi per cavarne l’ottimo commestibile divengono appena reidratate.
“Tu resti a livello di letteratura complottistica, che è sempre letteratura di potere per confondere le menti. Giochi al poliziesco sensazionale, pur con credibile ambientazione storica, storico-superficiale. Vendi le ‘trame’, sia quelle possibili che quelle del tutto improbabili, come reali, seppur in forma paradossale. Il paradosso serve a permetterti la ritirata se criticato da fonti di potere. Il messaggio che mandi è che tutto quello la gente ha sempre creduto è vero verissimo, oscuro ed ineliminabile. ‘Le forze oscure’ della propaganda ufficiale per cui nessuno ha colpe, se qualcuno la ha è qualche cretinotto implicato per caso, i veri responsabili delle cose più orribili non sono identificabili, non sono dunque responsabili. Il mito delle ‘forze oscure’ è la diffusione di un senso di impotenza che non deriva dai rapporti di forza e di potere ma, peggio, dalla invisibililità di chi attacca che è appunto una grande mistificazione. Il delinquente, ancor più se malato, teme forsennatamente la pubblicità; vuole solo che i suoi crimini si sappiano tra i suoi, per essere ‘riconosciuto’, e si fa grande, si bea, a fottere, ingannare, il prossimo, il prossimo qualunque. Per cui, se di potere, ti lancia contro i suoi agit-prop per coglionarti col mito delle ‘forze oscure’.
“Caro NorbertoEcco, la tua non è critica demolitrice. In questo, è assoluta mistificazione. No critica. No analisi. Non ha caso, in qualche intervista promozionale del libro, racconti perfino che ‘i servizi sono sempre stati deviati’, asserzione davvero degna o di un minchione o di un mistificatore. Sono atteggiamenti da bullo, bullo di Stato. Il ‘servizio deviato’ semplicemente non esiste. È una formuletta inventata per non dire che le Polizie Segrete, fatte di psicotico-delinquenti mercenari, sono usati da statisti altrettanto psicotico-delinquenziali per psicotizzare e delinquere, ...coi soldi Vostri ed a scapito Vostro, naturalmente! Il grande semiotico se la prende coi giornalisti... Facile! Non potendo, per viltà, oltre che pochezza intellettuale, accusare (od anche solo additare) le istituzioni, se la prende con tutti gli altri. Appunto, complottismo. ...Certo, siccome sei furbo, furbissimo, potresti dire, ma non lo dici, che se sono sempre devitati non lo sono mai, per cui deviati sono coloro li comandano e li controllano, cioè presidenti, governi e parlamenti. Invece, il lettore qualunque capisce che se ci sono crimini è colpa degli esecutori (‘i servizi’) mentre nessuno, nessuno identificabile, li ha ordinati. Questo è il messaggio mandi con quel ‘i servizi sono sempre deviati’. Perché non scioglierli, se sono sempre deviati?”  

Il NorbertoEcco sudava, strasudava sebbene il clima fosse, lì al chiuso, perfetto, semmai appena sul moderato non sul surriscaldato e lui non fosse sovraccarico di vestiati, lì al tavolo.

- “...Dovevo lavorare di cesello, tra le mine dell’antisemitismo e quelle di tutte le altre trappole penali... ...Gli editori non vogliono rischiare...”

- “Ma dai! Voi siete intellettuali di regime gli anti-semiti, la casa madre dell’antisemitismo. Oggi qualunque nazi-fascista è pro-israeliano ed anti-‘arabo’. L’antisemitismo tradizionale si è semplicemente ridiretto, riconvertito. È la stessa patologia di sempre, solo con interpreti differenti. Solo i britannici sono rimasti coerenti, malatamente coerenti. Pur alimentanto l’antisemitismo anti-islamico, mentre usano gli islamici per le loro destabilizzazioni, sono restati fermamente anti-giudaici. I britannici non hanno mai, mai!, accettato Israele, cioè la base USA, con scudi umani giudaici, nel cuore del loro Medio Oriente. ...Ma anche terra di salvezza per chi non ha voluto restare dov’era od andare più distante.”

Il NorbertoEcco, non che fosse la prima volta (neppure l’ultima) nel corso di quell’incontro, strabuzzava gli occhi. 

- “Caro NorbertoEcco, mai dimenticare gli inglesi furono i primi, in Europa, ad espellere gli ebrei dal loro regno, nel 1290 e per 365 anni, formalmente per 366 anni. Gli ebrei espulsi dall’Inghilerra [16'000 secondo
 http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/judaica/ejud_0002_0006_0_06187.html] emigrarono in Polonia che allora garantì protezione. I primi ebrei erano giunti in Inghilterra nel 1066. La monarchia inglese diffondeva antisemitismo, discriminava gli ebrei perfino nel vestiario con la stessa gialla da portarsi indosso che fu appunto invenzione inglese, e li rapinava in continuazione di somme rilevantissime. Poi, infine, l’espulsione del 1290. ...Invenzione inglese, a meno che la pezza di stoffa colorata, voluta da papa Innocenzo III, nel 1215, non li avesse preceduti. Nel 1215, Innocenzo III s’inventa ghetti e pezze colorate, nel 1216 crepa pur giovane, sui 56 anni.”  

- “Si preferisce mettere l’accento che, negli ultimi secoli, i britannici li accolsero...” suggerì, sull’impersonale, il NorbertoEcco. 

- “Caro NorbertoEcco, non dovevi smontare, mostrare, disvelare? Eppure ecco che te la meni con tutti i luoghi comuni dell’agit-propagandismo internazionale, cioè anglofono... I britannici accolgono sempre, per usarli come terroristi per i loro fini, quelli che sono espulsi da altri luoghi. Se non si prostituiscono ai britannici, i britannici stessi divengono molto meno ospitali...
 “La teoria della monarchia francese decrepita e corrotta va a braccetto con quella della rivoluzione popolare, secondo cui una mattina il sottoproletariato si sveglia e va all’assalto del regime decandente che si sfraglia. Balle! E tu la riproponi con la solita leggenda del complotto massonico. La massoneria non esiste! I governi e le loro burocrazie anche poliziesco-militari esistono! Quello sì che è complottismo da parte di uno che poi, per difendersi da attacchi di ambienti da lui messi in ansia, oltre che per auto-promozione editoriale, va a raccontare che voleva svelare e smontare i complotti ed i loro meccanismi, anzi ...che li ha disvelati davvero!
“In Francia, la burocrazia statale cerca di autonomizzarsi dalla stessa monarchia che l’ha prodotta e che ne ha evidentemente perso il controllo. Napoleone è una carta della stessa che cercare di vincere l’Inghilterra e sottomettere tutta l’Europa. Non ha caso, il Bonaparte viene tenuto lontano dalla Francia mentre il potere reale è esercitato da altri, dalle burocrazie statali. Sconfitto Napoleone, tutte le colpe vengono date a lui, che paga con esilio e morte, mentre la burocrazia silente ne sopravvive senza danni se non l’aver visto frustrate le sue ambizioni super-imperialiste e di supremazia mondiale. ‘Il complotto massonico’ è tutto lì. Non ci sono massoni. Ci sono gli apparati dello Stato con le loro polizie e polizie segrete. La monarchia ne ha perso il controllo. Non ci sono complotto esteri, che sono sempre inverosimili se non c’e l’acquiescenza degli apparati dello Stato o non si è di fronte a staterelli, cosa che la Francia non era. Tu, caro NorbertoEcco, pure su questo fai dunque mistificazione. La diffusione delle visioni di “complotti oscuri” è sempre mistificazione, qui da parte di uno che vorrebbe, dice lui, cioè tu, svelare i complotti. Mostri crimini di Stato e di Stati e poi li neghi con le balle delle massonerie anonime e delle riunioni nei cimiteri dei suoi delegati dei cinque continenti! Ma te l’immagini?! Ad una riunione del genere, avesse mai avuto luogo, sarebbe stato improbabile vi fosse stato uno, anche uno solo, che non fosse stato legato a polizie segrete.
“Non sono le forze oscure ad organizzare rivoluzioni e reazioni. Non sono neppure inesistenti ‘masse popolari.’ No, no, sono individui in carne ed ossa come gli Obama, i Bush, i Re e Regine degli Imperi come degli staterelli, gli Scalfavi, gli Andveotti, i Ciampo, i Camovvisti Vossi e d’altri colori, ad ordinare omicidi, stragi, massacri, ruberie. E a realizzarli sono pidocchi che, toltasi la divisa, in genere usano reti di criminali di Stato e para-Stato. ‘Il mafioso’ è un imprenditore che, quando un agente di Polizia Segreta ordina, deve mandare i suoi pidocchietti a libro paga a commettere qualunque crimine sia Stato ordinato. Certo, al cinema, non a caso, Vi hanno costruito tutto come forze oscure che anzi comandano e pagano i governi. I governi ed i loro burocrati estorcono soldi per corruzione loro alle loro mafie, agli imprenditori, e le e li usano per crimini d’ogni genere. Chi si tira fuori è distrutto, se possono, e spesso possono. Quando si vedono imprenditori ammazzati da mafie perché rifiutavano di pagare mazzette, si consideri che nessuno ammazza nessuno, a livello di ‘crimine organizzato’ (che è sempre di Stato/para-Stato) senza che ci sia un preciso ordine da uffici di polizia segreta. Per sui, le ‘vittime di mafia’ perché non pagavano la mazzetta o per altre ‘ragioni’, sono vittime di Stato. I CC ordinano. Com’è quel sindaco di un paesucolo, un pescatore, che stupito perché i mafiosi trafficanti di droga se la facevano coi CC del luogo, si è trovato cadavere e sono subito intervenuti ufficiali di polizia segreta dei CC a far sparire qualunque possibile prova? ‘Forze oscure’? ‘Trame’? È tutto sotto il naso! Basta raccontarlo. Tu, caro NorbertoEcco, non lo fai.  
Falsari e complottaroli non sono personaggi mitologici. Sfruttano solo la spontanea subordinazione delle gente a chiunque sia in una qualche posizione di potere. La gente obbedisce allo sbirro, soprattutto se viene coperta nel commettere pazzie e crimini. La gente mitizza lo sbirro, sbirro che, se ha propensione all’imbroglio, sfrutta questa spontanea surbordinazione allo sbirro per predare ed abusare la gente comune.  
“Uno che legga le tue cose letterarie, si ritrova truffato sui ‘complotti’ e le ‘trame’ che tu dichiari voler smascherare. O non conosci le più elementrari leggi psicologiche e sociali, letale per uno scrittore vero. Oppure truffi sapendo di truffare. O ti anestetizzi quando senti che stai toccando area di pericolo, pericolo da un punto di vista opportunistico. Tu stesso subordinato al potere, vuoi mostrare d’esserlo. Sennò ti saresti occupato d’altro, anziché confrontarti con tematiche per te evidentemente impossibili. Se uno non ha il coraggio non è che possa darselo. Se poi uno sente il bisogno di mostrare che non l’ha, è pure almeno sciocco. Nulla di personale. Se noti, gli scrittori evitano questi terreni, o lo fanno molto alla larga, o lo fanno da angolature per loro non pericolose. Magari dicono più di te. Ma lo fanno sì che la grande massa non lo percepisca, dunque pure il potere non se ne preoccupi né occupi.
“Certo, ci sono pure i mistificatori alla grande come i BepponiDavanzi che, con sapienti linguaggi giornalistici, slecchinano il potere vendendosi, nel frattempo, come grandi smascheratori dei segreti del potere ...per minchioni se la bevono solo perché tali ‘grandi’ giornalisti ‘smascheratori’ linciano l’outsider del momento su ordine del padrone li paga, ovviamente. Al peggio non v’è limite... ...Giornalisto-gladiatori da circo...
“Pasolini si stava avventurando su terreni di fuoco. L’hanno ammazzato, anche forse grazie al fatto che con la gente che frequentava, quando andava a mignotti, non è stato difficile predisporre un agguato. Se non lo avessero ammazzato o se non fosse morto, l’avrebbero distrutto magari per via giudiziaria e con ricoveri per pazzia, sempre che lui non fosse riuscito a giocarli, cosa che non posso sapere non avendo io un’idea precisa che tipo fosse a livello di qualità e capacità di reazione ed azione in situazioni di emergenza, quando sotto attacco. Sapeva mimetizzarsi. Ma coi temi stava trattando poteva proprio non bastare. ...Visto che non aveva ancora pubblicato nulla di davvero scontante, ha parlato con qualcuno che lo ha denunciato. Magari proprio qualcuno di quelli l’hanno poi esaltato come uno dei loro. Chissà...”

Il NorbertoEcco, imbarazzatissimo, cercò di divincolarsi usando il linguaggio di BaruchSchlosser e buttarla come se la sua narrazione fosse la machiavellata d’un genio. Si vedeva che improvvisava:
- “Invece che raccontare, di alludere a, come l’Impero Britannico sopravanzi l’Europa ed il mondo, io dico al lettore, come metafora, della monarchia corrotta che crolla a seguito di un complotto ebraico-massonico mondiale. Oltre a presentare gli ebrei come forza di progresso, questo crea un’archiettura romantica che mi permette di veicolare altri messaggi. L’ottocento diviene così il secolo della dialettica, che è scontro ma anche combinazione, tra restaurazione e progresso, che per me è culturalmente ben più importante di impelagarmi in attività di Stato britanniche verso l’Europa ed il mondo che vi saranno pur state ma che sono fuori le mie possibilità di accesso ai documenti o di deduzione logica. Invece che raccontare od alludere a come l’Europa soccomba alla potenza inglese, io enfatizzo la modernizzazione economica e culturale del continente. Anche se non abbordo il punto in modo esplicito, si deduce, dalle mie ambientazioni, un mondo nuovo solidamente poggiato su uno vecchio che sopravvive pur senza ostacolare il nuovo. È l’eterna dialettica tra conservazione culturale e progresso tecnologico. In fondo, quest’Europa grande potenza mondiale d’oggi, scaturisce dalla grandezza e dalle modernizzazioni degli ultimi secoli...  

- “Più che altro v’è un continente europeo che non riesce a tenere testa ai britannici proprio perché da loro permanentemente destablizzato. Se è così avanzato ed indipendente, perché perde le guerre ‘mondiali’ contro lo spazio di lingua inglese ed i suoi fantocci sul continente? Ha perso pure la terza guerra mondiale perché l’Europa uscita da Teheran-1943 non è sopravvissuta alla sceneggiata della guerra fredda, l’Impero Sovietico voluto da Londra è affondato mentre il sub-Impero Tedesco si sta espandendo ad est, sebbene non solo esso. Pure la NATO che è innazitutto anglo-americana. Per cui, questo gigante economico resta un nano politico-militare, con basi USA e britanniche dappertutto. L’Europa franco-tedesca è un’Europa anglo-tedesca, cioè una non Europa, un terreno di scontro tra la solita Germania che vuole ergersi e dominare, ed i soliti inglesi che vogliono tenerla in ginocchio.”, controbatté BaruchSchlosser.

Il NorbertoEcco andò avanti con la sceneggiata:
- “Naturalmente non potevo dire che è il secolo delle rivoluzioni nazionali, ...volute da Londra e poi pure dagli Stati Uniti, per cui non sono per nulla rivoluzioni e per nulla nazionali. Ecché non posso mica dire che v’è un’Italietta che viene unificata per colpire austriaci, spagnoli, vaticano, francesi ed italici. Mi lincerebbero pure in patria, con le commemorazioni del 2011 per il centocinquantesimo centenario dell’Unità’ d’Italia. Noi intellettuali ben abbiamo delle responsabilità anche se tu, dalla torre d’avorio mi dici che l’etica... Che è l’etica al di fuori delle cricostanze?!
“Ecco, creiamo, creo, una storia poliziesca, come guscio per la storia vera che tratteggio come ambientazioni e fatti che il mio protagonista percorre e vive. C’è un grande falsario che frega tutti, in apparenza, pur servendo La Storia, cioè facendo quello che si doveva fare, che qualcuno deve pur sempre fare. Il protagonista, ‘il falsario’, che non è un falsario della Storia ma solo un forgiatore di documenti per permettere alla Storia di srotolarsi, sono io, io NorbertoEcco. Nel mio libro mi copro dietro il SimoneSimonini che lavora di bolli, scritti e documenti ufficiali. Posso mica dire che i vere falsari sono gli intellettuali organici che sono, come i forgiatori, sia i suggestionatori delle masse che gli agevolatori dell’inevitabilità storica. Mica voglio finire in povertà, disprezzato ed ammazzato! Eppoi, non sarebbe neppure vero che noi si sia così vili! Noi intellettuali organici siamo sia i conservatori dei valori eterni che i seminatori del progresso tecnologico. ...Noi pensiamo, per chi deve lavorare!   
“Ne Il Nome delle Rosa avevo dipinto qualche aspetto secondario del mondo medioevale con una innocua, lì, denuncia di talune gerarchie. A qualche prete non sarà piaciuto ma mica potevano andare all’assalto del grande intellettuale organico NorbertoEcco. Ad altri sarà invece piaciuta la conservatrice relazione docente discente su cui si fonda ogni gerarchia. Capito quest’aspetto, nessuna Chiesa avrebbe avuto alcuna ragione vera per avversarmi.
“Due decenni dopo avevo ripetuto lo schema con Baudolino. Lì c’era il binomio saggezza-truffa. Il potere saggio deve essere felice di sfruttare gli imbroglioni e non può certo offendersi che qualcuno lo dica. Faccio l’apologia dell’intelligenza del potere. E, comunque, si parlava di cose antiche. Otto secoli fa.
“Che dovevo fare? Ripetere lo schema?! Avevo ben di meglio da fare ora. E che film che si potrà fare, magari ben più d’uno, ora, dal mio giallo storico!”

- “Scusa, caro NorbertoEcco, a parte che sei tu che t’inventi un’etica, un’etica opportunista, al di fuori delle circostanze, tu proponi un’ambientazione da manuale storico delle elementari, per un protagonista, se non improbabile, altamente mistificatorio... Uno scrittore, uno scrittore vero, che senza grandi pretese storiche si dedichi all’introspezione psicologica, allo studio intimo, profondo o meno, dei personaggi, dà di più sia a sé stesso che al lettore. Guarda, chi inventa un ‘Tognazzi’ od un ‘Fantozzi’ od un ‘Sordi’ fa più cultura e letteratura che un ‘vi svelo le trame senza svelare nulla’ norbertoEcchiane. Chi scrive un banale giallo terra-terra solleva più emozioni d’un personaggio pseudo-metaforico, ed altamente improbabile, come il tuo Simonini. Se non altro costoro, gli scrittori anche solo terra-terra, i manovali della carta stampata ed ora dell’online, s’evitano quello che io chiamo il coitus interruptus effect. Quando si creano grandi aspettative e, poi, sotto il vestito nulla... Nulla, proprio nulla nulla. ‘Denuncio’, ‘smaschero’, ‘smonto’, ‘mostro’... Almeno uno senza nome, e senza grandi dichiarazioni programmatiche, di cui compri un libretto super-economico dal giornalaio, o gratis in annesso al giornale pacchetto della domenica... Sai, come quelli che comprano vodka di grandi marche ma quel che è dentro tutte è lo stesso, costi un euro a litro o 50-100... Questioni di pubblicità d’involucro. Non v’è altra differenza. Anzi, se, casualmente, la voldka da un euro un’impresa l’aromatizza con qualche prodotto naturale od artificiale, ecco che è migliore della stessa non aromatizzata venduta a 100 euro.  

- “Potevo mica scrivere che la Francia era, nel ‘700, il nemico principale dei britannici che dunque dovevano distruggerla. E neppure che i gesuiti erano stati sciolti dal Papa su richiesta francese e spagnola perché obbedivano, evidentemente, a potenza concorrente cioè all’Inghilterra. Tanto meno posso raccontare che avevano subito trovato asilo in Inghilterra, che pur li aveva perseguitati, come sempre succede da quelle parti, e non solo, prima di reclutarli. E potrei poi far luce, io grande genio, sulla favoletta delle sette massoniche che tramano dell’ombra ed all’improvviso balzano alla gola della monarchia francese e la rimpiazzano con dei malati di mente sanguinari quali sono i giacobini? Non si ci può mettere contro il mondo per un idiota anelito di libertà. I liberi non li pubblica nessuno... Io dovevo proprio metterla, presentarla, a quel modo.”

- “Non è detto, caro NorbertoEcco... È l’eterno ritonello del venduto, il mangiar merda oggi che poi domani... Chi mangia merda oggi, la mangia domani, dopodomani e fra cent’anni. ...Vedo che quanto ti si mette sotto pressione, i cieli di beneficiano di qualche sprazzo di luce... ...Forse... ...Intanto, fra lo scoppio della cosiddetta ‘rivoluzione francese’ e la destituzione ed arresto del Re, passano un tre anni. Le cosiddetta ‘rivoluzione francese’ copre un po’ più d’un decennio, modernizza la Francia nonostante la continua guerra civile. Semmai si può notare un aspetto chiave. La guerra civile tra repubblikettani e realisti, e pure all’interno dei due campi ad andar di fino, continua fino ai giorni nostri, pur metaforizzata. Alias, per chi sia pratico di queste cose, il colpo di Stato del 1789 non aprì la via ad una vera rivoluzione nazionale, ad un’affermazione di nazionalità unitaria, se la Francia resta divisa. La frattura all’interno dello Stato francese, delle sue oligarchie ed alte burocrazie, non viene superata né con la ghigliottina né col bonapartismo. Per cui, la cosiddetta rivoluzione, o prima rivoluzione, nonostante decisivi aspetti modernizzatori, non è risolutiva per creare una nuova Francia con una comune identità. Non ne avrà avuto tempo...
“Il processo ‘rivoluzionario’ in Inghilterra è lungo. Nulla si risolve in un giorno. Quelle che ex-post vengono chiamate rivoluzioni sono State-building senza momenti fatidici né pretese rotture spettacolari. Sono processi fisiologi, con carburazioni e digestioni. La Francia, vinta, viene compradorizzata dagli inglesi, e da altri, anche senza basi formali d’occupazione permanente stile Impero romanico o statunitense.  
“Sebbene la monarchia avesse contribuito in modo decisivo alla vittoria della ribellione americana contro l’Inghilterra, almeno in apparenza..., gli inglesi avrebbero in realtà avuto interesse a tenersi una Francia monarchica. Gli inglesi, come tutti gli altri, non fomentano la rivoluzione, in Francia. Partecipano all’assalto alla rivoluzione perché essa sta facendo rapidamente modernizzare una Francia già all’avanguardia, o quasi, in molti campi. Il parlamento, già sotto la monarchia, e poi la repubbliketta, modernizzano rapidamente le istituzioni e l’economia francese. I giacobini perdono il potere perché, dopo un paio d’anni di terrore, esso (il terrore) è ancor più inutile di quando era iniziato. Invece di dar vita ad un nuovo corso, loro continuano maniacalmente a ghigliottinare. L’ordine politico s’avvita in continue operazioni golpiste contro il risultato od il temuto risultato delle urne. L’economia s’avvita nell’eccesso di spesa e di tassazione e nella conseguente crisi fiscale.
“Gli inglesi, abilissimi truffatori e manipolatori, vendono il fallimentare schema giacobino come modello da seguire per tutti i movimenti pseudo-rivoluzionari comunisti e fascisti, ...sì da poterli facilmente manipolare e subordinare a sé (direttamente od indirettamente) mai conquistassero il potere formale da qualche parte.
“...Dicevo che... l’economia francese s’avvita nell’eccesso di spesa e di tassazione e nella conseguente crisi fiscale...
“Essendo ciò alleviato dall’azione imperialistica delle forze armate che pur sono una causa rilevante delle spese eccessive, alla fine deve arrivare un generale di successo, o presentato come di successo (i personaggi, le personalità sono sempre delle costruzioni mediatiche), che sarà Napoleone Bonaparte e che, apparentemente, dominerà la scena per un quindicennio. Anzi, questo è quel che si racconta. Napoleone Bonaparte ha tutte le caratteristiche del fantoccio arrogante. Oligarchie lo nominano e poi lo spediscono a continuare a fare il soldatino all’estero per governare loro dietro la sua copertura. Il lavoro di governo è un lavoro manageriale fatto di nomine e controlli. Non lo si fa con un compurer al Polo nord o sud e cogli atti da firmare che ti arrivano nelle tende da campo da Parigi per corriere a cavallo od in carrozza. Napoleone è un fantoccio e lo sa. 
“La sconfitta di Russia deriva da un errore dello stesso per quanto nei moderni eserciti e governi burocratizzati (da millenni sono burocratizzati!) non si puo credere che siano errori individuali. Sono errori fatti capitare. Fatti capitare da fuori e fatti capitare da chi, a Parigi, voleva di nuovo tenere lontano il Bonaparte e, chissà, pure liquidarlo del tutto. Come si dice? ‘Le ciambelle non sempre escono col buco.’ 
“Che siano stati i soliti truffatori polacchi a fottere, come più tardi nel 1939, la Francia è un dettaglio non decisivo. Gli inglesi avranno cercato di spingere la Francia versò un’impossibile avventura russa. Come già, poi, coi tedeschi del cosiddetto III Impero Germanico, la Francia cerca di vincere il dominio mondiale inglese per terra, quando la Gran Bretagna è potenza mondiale perché potenza marittima. Andava sconfitta per mare. Napoleone s’illude di poter vincere per terra. S’illude o lo illudono? Per terra poteva vincere, stabilizzando il potere rilevante accumulato in Europa e non solo. Invece, s’infogna in Russia. I britannici hanno una visione d’acqua. Per acqua si va veloci e s’ha una potenza di fuoco immensa e letale, pur con materiale umano ridottissimo, oltre che facilità di trasporto derrate ed altro. Per terra si va lenti, con armate enormi e costose, e logistiche che si complicano. I soliti imbroglioni polacchi dicono a Napoleone che la Russia sta per attaccare. Napoleone se la beve e pensa di fronteggiare il pericolo arrivando a Mosca. La capitale imperiale era San Pietroburgo, che era pure sul mare. O i francesi hanno paura proprio perché sul mare? Neppure i tedeschi riusciranno poi ad occupare San Pietroburgo. Il Bonaparte, ‘il grande generale’, ha una visione geopolitica da carte geografiche. Si dice, o si fa convincere, che occupa Mosca e la Russia è sua. È lo stesso riflesso condizionato e la stessa reazione di Hitler. Seppur Hitler avesse in qualche modo ragione visto che la Germania, e tutta l’Europa occidentale, era sotto attacco russo programmato per l’1 luglio 1941. Quando a Hitler dicono che la Russia sta per attaccare, e l’informazione è corretta, muove truppe per prevenire l’attacco. Devastate le armate russe in viaggio su treni ed altro poteva subito ritirarsi, visto che non era pronto per raggiungere le ricchezze minerarie e petrolifere russe. La guerra si può anche fare per incursioni quando non si è in condizione di occupare e colonizzare, o non si ha una superiorità tecnico-militare decisiva. Bastava denunciare al mondo l’imminente attacco russo e pretendere un trattato di pace. Non era impossibile, allora. Stalin era terrorizzato dall’attacco tedesco. I tedeschi sbagliano a continuare la guerra, invece che ritirarsi non sconfitti e con potenziale bellico intatto. Pensano che abbia importanza arrivare a Mosca. Lì, reparti schierati russi, non in viaggio, si battono e vincono. I tedeschi insistono in un’impossibile corsa ad est. Sbagliano, ma l’attacco iniziale, con cui sbaragliano le armate che stanno schierandosi per l’occupazione dell’Europa occidentale, era indispensabile. 
“I francesi sono i soliti minchioni fin dall’inizio. Napoleone poteva aspettare che i russi attaccassero. Oppure poteva creare o rafforzare qualche credibile Stato anti-russo in territori russi od ai confini con la Russia. Inizia la campagna di Russia con 700'000 uomini, di cui 450'000 fancesi. Poteva fondare venti (od anche cento) città con tutti quei soldati. Bastava trovare o far arrivare altrettante femmine. I russi devono avere avuto consiglieri inglesi. Rifiutano di combattere e si ritirano facendo terra bruciata. Tecniche di pensiero laterale. Mentre i ‘brillanti’ francesi sembrano privi di immaginazione. Quando Napoleone arriva a Mosca si aspetta che arrivi il sindaco con le chiavi della città e ad offrire alloggi, cibo e fika per tutti. Eppure, quando manda emissari ai comandanti russi per le solite battaglie spettacolo, i russi declinano e si sottraggono. Difficile capire che la linea era fuggire e farsi inseguire per intrappolarlo nel gelo russo? Impossibile non capirlo, neppure per un arrogante idiota francese! Il 14 settembre 1812, quando entra a Mosca, la città è vuota ed in fiamme. Dei 700'000, ne tornarono solo 22'000. Le perdite complessive russe furono superiori. Ma i russi potevano permetterselo. I francesi no. Nella sconfitta tutti t’abbandonano, popoli compresi. Le oligarchie francesi che avevano obbligato il fantoccio Bonaparte alla campagna di Russia lo avevano già scaricato. Le oligarchie controllano i media. Le oligarchie controllano le menti ed i sentimenti del popolo.
“Se l’attacco germanico del 22 giugno 1941 era obbligato perché i russi avrebbero attaccato l’1 luglio del 1941, e su tutta la linea ovest e non solo ai confini germanici, appena allineate le truppe in trasporto verso il fronte, la campagna di Russia del 24 giugno 1812 è una di quelle cose che non stanno né in cielo né in terra. Il fantoccio Bonaparte deve avere ricevuto pressioni irresistibili per ficcarsi in una tale trappola e che era evidente fosse una trappola. Tutti i cretini del mondo si riempiono la bocca con lo slogan che ‘l’intendenza seguirà’. In tal caso, avrebbero dovuto programmare di restare a Mosca anche l’avessero trovata vuota, e poi restare lì per sempre con colonie agricole ed industriali, non solo a Mosca ma fino a Mosca. Appunto, avrebbero avuto bisogno dell’intendenza per restare a Mosca invece che fertilizzare il terreno di cadaveri nell’impossibile ritorno. Impossibile che un generale, pur fantoccio, non lo sapesse. Che logica ha attaccare quando fa caldo per trovarsi intrappolati quando c’è il gelo polare? Semmai si attacca col freddo per eventualmente risposarsi col caldo e pur sempre con un’intendenza che possa approvigionarti, perché i campi e le fattorie possono essere stati devastati per cui, inverno o estate, si può restare senza cibo. Un esercito flessibile sa trasformarsi in armata del lavoro se deve fermarsi per mesi o restare a lungo in posizione difensiva. Sebbene l’esercito russo fosse allora superiore ai francesi, meglio armato, più tecnologizzato e più agguerrito, era davvero necessaria una armata di quelle dimensioni, dunque di grandi costi? ...Qualcuno voleva tenere Napoleone lontano da Parigi e ficcarlo in una trappola mortale e lui, fantoccio, non poteva farci nulla. ‘L’intendenza seguirà’, dicono i cretinotti. La verità è che l’intendenza non segue, se non la si è ben organizzata. Il soldatino sul campo non è nulla, senza intendenza.    
“Siccome le ciambelle non vengono mai col buco, in vicende altamente aleatorie come le storico-istituzionali, le oligarchie francesi non fotterono solo il Bonaparte ma tutta la Francia, dunque pure loro stesse, ridotte a compradori, pur privilegiati essendo oligarchi, dunque ricchi. A quel punto, la Francia poteva essere grande di intelletti, modernizzata, pure con i resti di un Impero e colonie. Ma, a sua volta, inevitabilmente, colonia britannica. Non rischierà mai più di mettersi apertamente contro Londra. Accetterà il suo ruolo subordinato, del resto irreversibilmente imposto dalla potenza britannica. Cercherà magari di gonfiarsi e d’ampliarsi ma sempre all’ombra della subordinazione strategica a Londra. Londra l’inculerà di nuovo, nel 1939, sempre con la scusa della Polonia, ma oramai la Francia era un fantoccio londinese che non poteva illudersi di sfuggire alla subordinazione, al servilismo. Nel 1939, la Gran Bretagna obbligò la Francia alla dichiarazione di guerra contro la Germania. Poi, contrariamente alle garanzie, non la difese quando la Germania si stufò della cialtronata della dichiarazione di guerra senza operazioni belliche e la occupò. Oh, certo, la Francia sarà, ufficialmente, tra le potenze vincitrici pure della seconda guerra mondiale, ma sempre subordinata d’area anglo-americana anche quando fingerà di sottrarsi, chessò, per qualche tempo, ai vincoli NATO od altri. Non potrà affermare la propria sovranità nazionale neppure quando, ad esempio, Lady Diana sarà assassinata sul proprio territorio perché, già madre dei futuri regnanti, era restata incina d’un altro e pure islamico. La Francia dovrà dare assistenza alla copertura del crimine. E così sempre, per cose rilevanti. Nel Consiglio di Sicurezza ONU, la Francia approva tutto quello viene sottoposto dall’Impero UK-USA, come Cina e Russia del resto. Prima approvano tutto, poi fingono dissenso, a volte. Le logiche della subordinazione sono quelle...”

NorbertoEcco sgranava gli occhi, sudava, trasudava e strasudava, si riempiva di bile che pur non esplodeva a quelle presentazioni storiche in un modo cui non aveva pensato e pur ineccepibili e cui non avrebbe potuto controbattere nulla, nonostante si sforzasse di trovare degli appigli contro.

Si ridusse ad un difensivo:
- “Ebbé, ma se uno la racconta così, fa storia. E poi, come sempre succede a chi faccia storia come si dovrebbe, magari, o di certo, qualcuno fa il culo all’eroe, se dice troppo le cose come sono. Vuoi invece mettere la vivisezione del complotto dei complotti?! ...Con tanto di  Conte Cagliostro!

- “Non è che fai la vivisezione del complotto. Fai complottistica senz’alcun’aggancio con la realtà.

- “Ed il Giuseppe Balsamo di Alexandre Dumas, con cui mostro tutta la mia cultura pure letteraria?!

- “Su Dumas c’hai costruito un raccontino che tra l’altro prende per il culo i complottaioli. Oppure lo si potrebbe leggere come un raccontino avvincente e goderselo. Ennò tu non scrivi per godimento e per far godere. Tu, invece, vieni a vendere la sociologia del complotto sotto forma letteraria. Legittimo, certo. È solo che tu non fai alcuna sociologia del complotto. Sguazzi nel luogocomunismo, eppure imbroglione visto che dici di smascherare mentre in realtà mascheri ed alla grande. ...Ho capito! Vuoi avere altre 50 lauree honoris causa. Ottimo! Te ne daranno pure 100 o 1000 dopo questa colossale operera di copertura del potere e dei poteri.

Deglutendo per contenere la rabbia e non potendo opporre nulla a quelle valutazioni:
- “...Uso un personaggio come Cagliostro per costruire un contesto plausibile.

- “Con Cagliostro, personaggio di frontiera, palermitano giudaico-islamico, che pur si nega come tale ma solo invocando parenti cristiani, cosa non significa nulla, se non una dichiarazione d’opportunità e che s’autonega mentre si pronuncia. Cagliostro con pratiche e poteri esoterici ed occultistici... E tu me lo riduci come uno che piomba in una riunione della massoneria universale da lui stesso convocata e che in essa si svela come loro capo. Questo lo chiami vivisezione e sociologia dei complotti?! Questo, che in Dumas è letterarura ilare, tu lo fai divenire ridicolaggine. Autentica scemiologia.

- “Guarda che in italiano si dice semiologia.

- “Se è semiologia, si dice semiologia. Se è scemiologia, si dice scemiologia.

NorbertoEcco ridivene paonazzo esplosivo ed in piena crisi di nervi:
- “Non Le permetto di darmi dello scemiologo! Non glielo permetto! Il troppo è troppo!”

- “Hai capito bene ed hai capito male, caro NorbertoEcco. Ho detto che quella è scemiologia. Non ho detto che sei uno scemiologo. Ho semmai detto che, eventualmente, sei pure uno scemiologo. Sarai anche  un semiologo e mille altre cose, oltre ad un genio. Non sto parlando di te, né mi interessa parlare di te. Sto trattando di aspetti specifici attorno a quest’ultima, fino alla successiva, tua opera. ...Quelle operazioni sono davvero alta o bassa scemiologia. Che è diversa da scemenza o scemeria. È scemenza elevata a scienza o disciplina. ...No, non è un complotto... Ma c’è a chi fa comodo. Ai poteri fa comodo, comodissimo. Ti daranno almeno altre 1'000 lauree honoris causa e pure in absentia, tante saranno che non potrai essere presente per tutte. Potrai mandare un’unica dissertazione riprodotta sempre identica con solo differente intestazione dei destinatari. Del tipo: Qui è NorbertoEcco che disserta sulla scemiologia intrafugliata al complottismo.”

NorbertoEcco restò paonazzo e sempre, dato che la precedente non era sbollita, in crisi di nervi. Ma si sdoppiò ed inserì, se forse non il cervello, la voce e su altre cose, di poco prima.

- “Maddai, siamo seri. Non posso raccontarla a quel modo. Mentre suona bene, benissimo, il congresso delle sette rivoluzionar-massoniche del tempo, sotto la guida del Cagliostro gesuitico-comunista (eddai piace sia ai preti che ai comunisti, che ai fascisti ed ai liberali; non che m’importi nulla dei fascisti-fascisti, ma, in fondo, quando una cosa piace a tutti...), il Re vecchio e corrotto, nonostante i successori buoni, e le forze cagliostriane del progresso che combattono nell’ombra e prevalgono. Tutti, tutte le logge, cioè le élites culturali, del mondo capiscono, come nei film americani dove il bene trionfa sempre, ed offrono ingegni, soldi e spada per il trionfo di quella Francia rivoluzionaria che s’è posta all’avanguardia politica, culturale e spirituale del mondo. In fondo, è la nostra vecchia Europa che primeggia sempre. ...È tutto così simmetrico. E sembra tutto vero.”

- “...Appunto, come le balle dei film americani, dove la prostituta sifilitica che morirà in miseria dopo quindici giorni è felice, a comando, come i miliardari già suoi clienti.

NorbertoEcco era sull’esteriorizzazione d’un’ulteriore esplosione, ma BaruchSchlosser continuò calmo, freddo ed analitico.

- “Attento! Con quel ‘gesuitico-comunista’ andiamo sul pericoloso. Per quel che mi concerne, sull’intellettualmente e fattualmente pericoloso. Che i gesuiti siano tra quelli che tramino è un riconoscimento di inteligenza, militanza, capacità ed organizzazione, di abbondanza di mezzi, oltre che una fattualità. Che c’entrino ed in modo decisivo con Cagliostro, non ho elementi qui ed ora per pronunciarmi, ma credo di no. Che si siano applicati pure alla Francia, indubbio. Che abbiano ottenuto dei risultati per loro fini e/o fini d’altri, direi di no. Inoltre, gli stessi gesuiti sono una burocrazia adattiva con frazioni differenti e pure opposte. Hanno tutte solo un fine comune, il tronfo della fede, che significa arricchirsi e rafforzarsi, uno per uno, cricca per cricca, frazione per frazione. Sono, non solo loro, come i killer a pagamento. Hanno, di differente, solo un’etichetta che è un po’ come un’unica scuola di provenienza e di continua frequentazione. Ma che abbiano dei fini unitari oppure che lavorino per la Chiesa, sempre che esista una Chiesa romana unica, non saprei come trovare elementi per dimostrarlo o plausibili. Il Re vecchio e corrotto non è cosa vera. Se l’hanno definito così è perché aveva perso il controllo delle burocrazie poliziesco-militari ed altre. Succede quando si delega troppo e male. Era comunque un elemento per conservarselo, per i britannici, se mai fosse stato tale. Se la Francia e Parigi, come qualunque parte del mondo con una qualche società politica e/o civile, erano pullulanti di logge, o cose si vogliono chiamare logge, un approccio sociologio, psicologico e politologico scientifico dovrebbe portare a concludere che erano sotto la stretta sorveglianza di polizie e governi, anzi sotto la loro direzione perché sennò sarebbero state liquidate, o non sarebbero neppure sorte. Nessuno partecipa ad associazioni sovversive per finire in galera, se non nei filmetti ‘meregani. Per cui non regge né la tesi della rivolta massonico-popolare, né quella della sovversione massonico-compradora. Pure la tesi para-marxiana della rivolta delle forze produttive contro il quadro formale è sia troppo generale che imprecisa se presentata come legge meccanica ed implacabile. La monachia francese stava distruggendo l’aristocrazia come forza economica. Gli sprechi in consumi della monarchia sono tipici di qualunque regime (segreti solo finché non li si conclamino al mondo) e sono comunque redistribuzioni visto che la spesa inutile consiste poi in soldi/beni che passano alla macchina che lavora per, e dunque beneficia da, essa. La democrazia formale ha costi enormemente superiori senza avere i vantaggi dei meccanismi di pura cooptazione. I parlamenti, nati per contenere le spese reali, hanno perso il controllo da decenni, per esempio, perfino sulle spese presidenziali negli USA, spese che lì son fuori controllo ‘democratico’. Dappertutto i parlamenti sono fattore di spesa e tassazione, non di loro contenimento. 
“Sulla carta, lo statalismo non è meno efficiente del liberismo. Il liberismo non è necessariamente più efficiente dello statalismo. Non è che uno scenda per strada ed incontri il magico mercato che tutto risolve. Le burocrazie risolvono ancor meno. Nella realtà, statalismo e liberismo non sono neppure opposti ma sempre compenetrati. Mercato e pianificazioni di lungo termine sono necessariamente combinati. Tutto dipende dal come le organizzazioni funzionino ed interagiscano, non dalle etichette si appicciano su di esse. Vi sono ricerce sui grandiosi progessi francesi ma pur sempre un passo indietro rispetto ai praticoni inglesi specializzati in produzioni di massa ed in semplificazioni.
“Visto che la rivolta anti-monarchica, e che sopprime la monarchia solo dopo tre anni, produce rilevanti liberazioni di forze produttive, l’Inghilterra con le potenze e sottopotenze europee avevano interesse a mantenere l’assetto pre 14 luglio 1789, non a distruggerlo. Infatti, vinto il Bonaparte, in Francia si ha una parziale restaurazione. Dunque, nessuno, dal lato inglese, avrebbe mai fomentato sette massoniche per distruggere quell’assetto. Neppure avrebbero potuto. Semmai le avrebbero usate per mantenerlo. Alla fin fine, a voler essere scientifici, la rivolta ‘massonica’ parigina è voluta da ambienti stessi della monarchia. Certo, dopo tre anni, il Re finisce con la testa mozzata. A volte apri un cassetto. Poi lo chiudi e ti mozzi il dito. Oppure pulisci un’arma e ti esplodi un colpo che ti sfracella la chiorba. Poteva non succedere nulla, ed il Re poteva morire dopo due mesi anziché tre anni. In Inghilterra, vi fu una rivoluzione anti-monarchica. Un secolo e mezzo prima. Anche lì, tagliarono la testa al Re. Vi fu una dittatura militare. Alla fine si inventarono un altro Re. Poi, lo cambiarono. Lo sapevano che troppa democrazia può essere devastante. Ma sapevano pure che, senza una qualche democrazia dei ricchi, il monarca tende a non cambiare nulla o non può cambiare nulla se non esiste qualche forte sollecitazione a farlo. Oppure spende troppo, se è dalla monarchia che dipende la spesa. La democrazia parlamentare nasce proprio per contenere la spesa statale e pubblica. Solo che, poi, si trasforma in fonte di spesa ed anche ben superiore a quella monarchica. Oggi, forse, occorrerebbero dei monarchi con diritto di veto sulle spese volute dai parlamenti e dai Presidenti-dittatori come quelli statunitensi. ...Un rovesciamento storico delle parti.
“Per quel che non mi concerne, non essere neppure così sicuro che tali scemiologie, così distanti da ogni elemento di verità e da qualunque utilità analtica, possano veramente piacere ed a tutti. Ti diranno d’aver detto troppo, d’aver detto poco, d’averlo detto male. Che l’editore scateni i suoi agit-prop, non eviterà che molti si sentano toccati da tali tematiche, chi in bene chi in male. La cosa non è importante. Uno scienziato, anche se in imprese letterarie, non dovrebbe mai, proprio mai, occuparsi e preoccuparsi della popolarità, eventualmente solo della divulgazione (che è tecnica, non compromesso sui contenuti) se vuole raggiungere ambienti più vasti.
“Tu, in realtà, sforni prodotti non di massa che la macchina pubblicitaria ha trasformato in fenomeni di massa. Il punto è che, nel modo in cui le cose sono trattate, realmente scemiologia abissale, ti porterà a rispondere, alle obiezioni arriveranno, con farfugliamenti. Non che sia rilevante... Ottimo se ti rende, e se tu sei contento.
“Ah, caro NorbertoEcco, sia ben chiaro... Dico questo perché è come il mio ruolo qui (ruolo non dato da nessuno e per interromperlo basta che tu te ne vada o che io taccia) dire queste cose tra di noi. Tu sei un genio, acclamato e rispettato, e pure inzippato di soldi, beni ed onori, mentre io sono solo in ciabattino quasi disoccupato, sguattero come secondo lavoro part-time, e pure con altre attività non di grande successo, visto che le due precedenti sono quel che sono sia come soldi e tempo. Lo vedi che sono quasi senza denti, perché non ho i soldi per mettermeli con quel che costerebbero. Risparmiando sia tempo, visto che il lavoro non mi assorbe troppo, e visto che posso risparmiare pure il tempo di andare dai dentisti per mettermi le protesi di cui avrei bisogno, e, grazie ai cieli, in discreta salute dato che la povertà mi lascia sottile, senza pesi superflui e malattie connesse all’obesità oggi così diffusa, e così via, leggo quelche libro e scribacchio ora in rete grazie a questa magia contemporanea per cui pubblichi senza chiedere autorizzazioni e finanziamenti a nessuno anche se magari non ti legge nessuno. Ma cosa vuoi che ciò sia rispetto a coloro come te che, che pur così occupati tra doveri ed onori, studiano e scrivono con universali riconoscimenti? Dai, uscito di qui, anche subito se t’abbiamo annoiato abbastanza, fa qualcosa che ti faccia dimenticare, od almeno relativizzare queste ore forse penose, e continua a pubblicare, come di certo farai, le opere di cui i tuoi editori agognano. Il tuo nome è già una garanzia. E se occorre qualche aggiustamento, ben avranno correttori e riscrittori vari anche se mi lascia perplesso che uno consegni un’opera ad un editore per poi vedersi pubblicare una cosa differente dalla consegnata. Ci mancherebbe che un poveretto senza successo come me possa frapporre anche solo un sassolino, nemmeno una folata di vento spero, sulla via di un genio di grandissimo successo come te.”

NorbertoEcco, fumante di bile furiosa:  
- “Oh, certo, prima mi smonti tutto. Poi mi disprezzi pure. Come un medico che visiti uno, capisca tutto, e poi gli dica d’andare all’obitorio e morire.”

- “Ma io sono solo un ciabattino.”

- “Ancora peggio! Finiscila con questa finta modestia!”

- “Scusa, ma mi sembra più produttivo utilizzare questo nostro tempo limitato (almeno il tuo è preziosissimio, io posso restare qui a parlare pure per giorni) per la questione di cui stavamo discettando... I gesuito-comunisti di cui parli sono gli stessi gesuiti di Lovanio della cosiddetta teologia della liberazione, cioè, per dirla in linguaggio diretto e non metaforico, del terrorismo immerdante in America Latina, così come in Europa ed altrove... sono quei gesuiti che per primi hanno aperto la ora tua lunga lista di lauree honoris causa? Sono gli stessi gesuiti fascisti che un bel giorno si sono fatti, in parte, comunisti. Anzi, già prima erano fascisti-comunisti. Siccome molti coloni (là in America Latina) li disprezzavano, hanno usato i locali, reclutati non si sa bene come, contro i colonizzatori per cercare di affondare la colonizzazione ispanica e quella lusitana. I preti a seguito degli inglesi benedicevano gli stermini degli indigeni. I gesuiti al seguito spagnolo e portoghese li usavano contro i colonizzatori. I preti degli inglesi erano militari in tonaca. Quelli spagnoli e portoghesi usavano la protezione delle monarchie ispanica e lusitana per fottere (o per moderare) le colonizzazioni volute da quelle stesse monarchie. Siccome la religione è un mercato come gli altri, c’erano i gesuiti dell’oligarchia e c’erano gli stessi od altri che facevano i gesuiti per il popolino schiavizzato. Insomma, coprivano tutti gli acquirenti, tutti i mercati. Diversificazione del prodotto! Ed ai gesuiti si sono aggiunti tutti gli altri ordini vecchi e nuovi, già esistenti e successivi, con tecniche simili sebbene, dapprima, qualunque ordine punti a dove ci siano i soldi o a ciò che, in un modo o nell’altro, massimizzi i proventi dell’ordine.”

A NorbertoEcco uscì come un’ulteriore fumata, come gli si stesse fondendo il cervello e non solo. Una sfiatata con tanto di spruzzo di saliva inizio una qualche discorso che però non uscì dai denti.

BaruchSchlosser continuò indifferente a quelle manifestationi, del tutto umane, di insofferenza profonda, devastante.

- “Perché i cosiddetti gesuiti, dico cosiddetti poiché mi sembra per molti siano divenuti, o la loro denominazione sia divenuta, simbolo d’altro non dicibile, ...i gesuiti reali, erano guerrieri spietati, certo al loro livello che è ideologico-religioso, affari materiali a parte, della cosiddetta guerra fredda. O così era ed è quello che si fa credere. Poi, in molti luoghi si hanno quelli di destra e quelli ‘comunisti’. In America Latina, qualcuno li usa come per fare concorrenza al castrismo che pure, anche se solo di facciata, era guerrigliero. Che altri, non comunisti o castristi neppure di etichetta, avessero voluto di più... Anche le guerriglie e le altre sovversioni latino americane non è che fossero quel che veniva e viene venduto al minchione occidentale medio. Le guerriglie rurali sono connesse al traffico di droga ed in chiara concorrenza con altri traffici di droga direttamente di governi imperiali. Guerriglieri urbani come Marighella, puliti sia (forse) moralmente che rispetto a queste cose di narcotici, vengono rapidamente e sbrigativamente liquidati. ...Probabilmente manipolato pure lui, magari, in parte, a sua insaputa, perché non è che, all’età della pensione, uno, da ligio funzionario sovietico per decenni, si lanci in prima persona nel terrorismo urbano apparentemente senza speranza, come lui fece, se non abbia qualcosa in testa oltre al farsi ammazzare. Un vecchio funzionario già para-sovietico come Marighella non lo sapeva che i proletari sono un po’ infami come tutti già in tempi normali, figuriamoci quando dittature o para-dittature ufficialmente o di fatto militari ci vadano pesanti a pretendere cooperazione contro guerriglie urbane, ...magari da loro stesse, a livelli riservati, innescate...?! Altri movimenti come i guerriglieri Mandel-Maitanian-Gello-Andreottoani d’Argentina servono solo per aprire la via a regimi militar-oscurantisti. CC, P2 e magari la solita ENI che pagano, e fan pagare, in un modo o nell’altro, i trotskisti del SU di Bruxelles, già utilizzati come copertura per aiutare il terrorismo anti-francese in Algeria, non lo fanno certo di testa loro né indipendentemente dai britannici e dagli statunitensi di cui sono appendici coloniali. Per quanto le ciambelle non escano sempre col buco e a volte ci sia qualche margine di manovra, anche perché non è che britannici e statunitensi abbiano interessi identici né convergenti per quanto simulimo fratellanza reciproca. Inoltre, le colonie che implementino direttive dell’Impero, ricadono nella categorizzazione padrone-esecutore, dove l’esecutore dipende dal padrone ma pure il padrone dall’esecutore. ...Dico ciò per l’Argentina, in particolare, perché lì, poi, la dittatura militare, creata con aiuto Gello-Andreottoano (con l’aiuto secondario delle solite appendici Mandel-Maitaniane dei loro CC), s’è rivolta contro gli inglesi sulla questione delle Falklands-Malvinas, inglesi che l’hanno fatta pagare pensante a tutti, a cominciare da quel Calvi da loro subito impiccato a Londra sotto uno dei loro ponti. Si vedano le date...
“In alcune aree del mondo, le guerriglie più radicate nella droga continuano fino ad oggi. I gesuiti di quei posti sguazzano in tutto questo. Stanno con tutti e profittano da tutti. Non che i francescani od i benedettini delle SS siano necessariamente meglio. Tutti devono innanzitutto finanziarsi e finanziarsi dove ci sono i soldi grossi. Solo gli ordini più numerosi possono meglio differenziare il marketing e fingersi col popolo quando devono pur sempre stare col potere dei luoghi da cui si finanziano. Talvolta la Chiesa di Roma vuole riprendersi aree colonizzate dai gesuiti, come eventualmente da altri, per cui usa altri ordini o reti o cordate contro coloro che vuole rimpiazzare. ...Le cordate non ci sono solo nelle burocrazie statali... Del resto, quella della Chiesa è una burocrazia di tipo statale. 
“Quando la stessa Chiesa si stufa, un po’, dei gesuiti ‘comunisti’ d’America Latina, pur non sciogliendoli, privilegia l’Opus Dei, sembra, che rappresenta, finché essa stessa o sue frazioni non saranno fatte divenire ‘comuniste’ (o come si chiamerà la nuova versione del para-emmellismo inventato a Londra), la destra o una supposta destra se mai certe etichette posizionali significhino qualcosa. Del resto, non è che i poteri del mondo non dispongano dei preti di Roma, che solo in parte fanno capo a Roma-Vaticano. In parte, in genere ben maggiore, sono suboidnati ai poteri dei luoghi che hanno sempre sezioni di polizia segreta e non che si occupano di affari religiosi, esista o meno, formalmente, un Ministero per gli Affari Religiosi. Ci sono comunque, dappertutto, Uffici Affari Religiosi dei Ministeri dell’Interno e pure altrove, come presso Polizie Segrete. Figuriamoci se gli Stati non si occupano, e con intervento diretto sul pretume d’ogni denominazione, del mercato delle coscienze che è mercato del controllo, del cosiddetto ‘consenso’. Per esempio, il proliferare di confessioni evangeliche è l’area anglofona, forse quella statunitense più specificatamente, che si espande in aree d’altri. Non è che le locali polizie-governi non lo sappiano. Per cui, qualunque sia la denominazione religiosa, il tutto si centra sul controllo del prete, pastore, rabbino, monaco, o come si chiami, che, se formalmente ed in parte fa capo alla casa madre, alla fin fine deve essere organico al potere dei luoghi. Sennò ci sono varie tecniche per liquidare chi mai ostentasse una qualche indipendenza, incluso ammazzarlo. Il controllo delle anime è, l’è sempre stata, una gran questione di Stato.
“Il giacobinismo, che poi è solo una fase delle cosiddetta rivoluzione francese, è comunista, è fascista, è liberale, è cromwelliano, oppure, come è più probabile o pressoché certo, le etichette sono spesso stupidaggini per evitare asperità analitiche e per lanciare messaggi subliminali a chi non capisca bene neppure di che s’intenda parlare o a cosa s’intenda alludere? Ora, tu mi posizioni questi gesuiti supposti, dato che secondo me non c’entrano nulla in quelle vicende, con la qualificazione, di fatto, di rivoluzionari. Tu vedi, o comunque consideri, se ho ben capito, questi gesuiti-rivoluzionari in cospirazioni che starebbero alla base della cosidetta rivoluzione francese e d’altre sovversioni in Europa. Per non sbagliare, ci metti pure ‘gli ebrei’. E, da come qualifichi i termini della cosa, li presenti (‘gesuiti’ ed ‘ebrei’) come il bene e la modernizzazione contro il male e la conservazione.
“Dalla stessa parte, anzi proprio come capo della cospirazione massonica, metti Cagliostro, che proprio manca sia dello spirito cattolico, sia di connotazioni gesuitiche. Cagliostro è di cultura esoterico-occultistica semmai di stampo cabalistico, secondo me un giudeo-islamico proprio perché cerca di negarlo e con motivazioni che, in quei tempi e contesti culturali, sembrerebbero invece una confessione, magari per i posteri e la storia. Che sia stato affidato per l’istruzione ad un’ordine religioso d’origine portoghese, di cui diviene novizio (e dove studiò pure chimica), non era inconsistente con un’eventuale identità ebraica, data una moltitudine di ebrei al di fuori del rabbinato e pure a vari livelli, anche ai nostri giorni, nella Chiesa cattolica. ...Abbondanti in Spagna ed in Portogallo. A 17 anni, in pratica grazie ai proventi d’una rapina, Cagliostro raggiune Malta ed il Sovrano Militare Ordine di Malta dove lavora come chimico. Il suo giro delle capitali europee gli porta gran fama. Ah, tra l’altro, il SimoneSimonini sembra copiato da lui almeno per quella professione di falsario. Il Cagliostro la apprende, e pur in modo eccelso. Pur di farsela insegnare accetta di cedere, almeno per una volta, sua moglie all’insegnante che la pretende. Entrò pure in collisione con governi, incluso alla fine il papale che lo rinchiuse fino a morte, se davvero morì in prigione. Le ricchezze accumulate le usò pure per opere di bene. Che abbia creato logge massoniche, in giro per l’Europa, secondo un rito da lui inventato, o usato, e conclamato come egizio, può significare che fosse un organizzatore convincente. Che poi abbiano fatto tali logge... ...Sa comunque di favoletta che uno dissemini l’Europa di sue logge. Doveva avere credenziali di qualche Stato, perché, sennò, nessuno abbocca né dà soldi al primo che si presenta, pur convincente. Insomma, o era agente di qualche governo o riuscí a far credere d’esserlo. Da come vive sembra un grande truffatore, pur se tollerato fino a che, a Roma, non lo incastrano. La moglie lo tradì, o fu indotta a tradirlo, anche se poi non firmò la confessione, all’Inquisizione e lui si trovò così rovinato per sempre, supposto che non sia eventualmente riuscito a fuggire ed a scomparire. Comunque, se uno vogliono fregarlo, non importa che qualcuno lo tradisca o lo denunci. Del resto, la moglie lo tradiva su sua richiesta da sempre, dato lui la usava come prostituta d’alto bordo per far soldi rifilandola in successione a ricchissimi dei luoghi. Che Cagliostro abbia intrufolato, più che altro millantato, con governi e polizie è pubblico, ma per interessi di sopravvivenza sua. Che il tutto sia consistente con l’essere stato un gesuita ed un gesuita rivoluzionario non sembrerebbe. Sfruttare l’epoca non significa che uno si faccia automaticamente riformatore sociale o rivoluzionario. Può essere più consistente con l’opposto. Farlo distruttore della monarchia, che propagandisticamente viene chiamata assolutismo, francese e pure un SimoneSimonini che sembra la sua continuazione od una sua filiazione letteraria... ...ecco ciò va nell’inganno, per usare, un linguaggio parco. Cagliostro lascia la Francia nel 1786. Nel 1788 è nella penisola italica. Incastrato da due provocatori pontifici a Roma e dalla denuncia non firmata della mogle, per cui qualcuno se lo stava filando per rovinarlo, il 27 dicembre 1789 viene arrestato con imputazioni da pena di morte. Bastava non mandargli due provocatori che chiedono l’affiliazione alla massoneria e non ritenere valida la deposizione non firmata della moglie, se nessuno gli avesse voluto male. Tra l’altro, a Roma, aveva affiliato, sempre che potesse davvero affiliare qualcuno a qualcosa, un frate alla massoneria, per cui la pena di morte per massoneria doveva essere una grida manzoniana, a meno che non facesse comodo fregare qualcuno. Muore, ufficialmente, il 26 agosto 1795, pazzo sembrerebbe, cosa non difficile in una cella senza porte, in cui era stato calato dall’alto, di 10 metri quadrati e con una stretta feritoia per un po’di luce. Salvo fantasticare su sue fughe e ricicli segreti e mai scoperti, sembra la vita di uno abile, abilissimo, nel raggiro soprattutto di ricchissimi e potenti creduloni. Non sembra invece la vita di un personaggio centro di complotti universali o per collassare monarchie od una monarchia. Anche perché i complotti a quel modo non esistono e darlo a bere è opera mistificatoria. Se le logge parigine sono insorte contro la monarchia significa, come già detto, che una parte della monarchia, del regime, sfugge al controllo del Re e gli si rivolge contro. In pratica, la polizia, invece di reprimere le logge, le crea, le usa e le usa contro il Re. Nessuno aderisce a logge, gruppi, per finire in galera. Nessuno partecipa ad insurrezioni se non viene convinto di essere coperto e che l’insurrezione riuscirà. Gli eroi ci sono solo nel filmetti ‘meregani ...e nella propaganda politicantica per fessacchiotti.
“...Mio caro NorbertoEcco, già, dal 1951, pure detto Dedalus (sotto questo pseudonimo scrivevi), Dedalus costruttore di complicati labirinti suppongo, Dedalus tra la stampa provinciale, provincialissima, campanilista e quella della sinistra chic, addirittura come editorialista, sempre sotto copertura Dedalus naturalmente... Dedalus, dedalus... Eddai, già ti vedevi agente segreto se non fossi divenuto il grande NorbertoEcco, prima parastatale in RAI, poi accademico ed infine scrittore planetario! ...Tuttavia, qui, non si vedono né genialità, né labirinti, né geniali labirinti. Cagliostro, modernizzatore d’Europa, dove il baluardo dell’oscurantismo era proprio e solo l’effervescente Francia? Mavvai... Un come come quel Vostro Berluska che, una volta rimosso, entrate nell’età del bengodi, ...vi dicete e molti si dicono! ...Ma, ci credete?! Nel 700, Cagliosto che rimuove il demone-Francia! Ma va là... Non è che l’opera innovativa sia divenuto un incaprettamento? Qui lo dico e qui resta, naturalmente. Venderai decine di milioni di copie in tutto il mondo e riceverai onori a tonnellate. Tutti ti proclameranno un genio, dunque sei un genio. Qui..., ...qui..., ...qui, si fa per discorrere.”

NorbertoEcco era ancora più furibondo. Peggio che furibondo. Sì, qualcosa di ben peggio. Un’ansia lo stava divorando. Lì, eruppe:
- “Ma tu chi sei? Chi sei? Ti muovi con professionalità sul mio terreno e pure su altri. Tu devi essere qualcuno. Dove insegni? Cosa? Che libri hai scritto? Sotto quale nome? Sai tutto di me ed io non so neppure da dove vieni e che fai... Devi smetterla!!! ...Si dovete smetterla con questa sceneggiata! Dovete smetterla!!!”

Gli altri, focalizzati nel loro discorrere, si voltarono a guardare che stesse succedendo e lui, NorbertoEcco, era ancora più imbarazzato e furioso anche se ora, per un attimo, più che un attimo, dovette reprimersi per non far la parte dell’isterico.  

- “Oh, carissimo NorbertoEcco, che vuoi che ti dica? Se fossi un mitomane, farei come quello che a volte vedo sul bus, con una toga da avvocato o da giudice sul braccio, e borsa piena di fogli e libri che racconta a studentesse bellocce che è eppena uscito da una lezione all’università da lui tenuta come docente. Quelle lo guardano imbarazzate dato che, nel complesso della figura e nell’atteggiamento di quel tale, v’è tutto d’inconsistente con l’asserzione mitomaniacale... Che devo dirti... Non ho fatto il professore, né l’accademico... Non ho mai esercitato professioni intellettuali ufficiali... Beh, nonostante l’età, ma sai è legato alla scrittura, ho subito usato i computers. Prima, come macchina da scrivere. Poi s’è diffusa internet, sebbene all’inizio fosse troppo costosa e neppure troppo ricca se non per superspecialisti che sapevano e dovevano, per lavoro, guardare alcune ben specifiche cose. Molti programmi analitici li avevi solo se eri nei giri accademici. Gli stessi primi computers costavano un occhio della testa. Poi, s’è potuto perfino scrivere e pubblicare liberamente in rete. Ma sai... Tu, anche se pubblichi su carta, ti comprano e leggono milioni di persone. ...Ma anche in rete... Chissà pure lì come ti leggono e ti commentano. ...Ecco fammi provare col mio computerino, se ancora funziona... ...Ecco, ecco... ...Ma va là... Guarda! Un milione seicentomila citazioni su questo motore di ricerca. Il tuo nome e cognome, in blocco unico, dà 6'400'000 ricorrenze! 6'400'000!!! E pensa quanti ti hanno letto, pure in rete. Centinaia di milioni, almeno. Se io scrivo una o qualche cosetta in rete, certo me la posso pubblicare, guardare e riguardare, ma chi vuoi che mi legga?”

Il disagio di NorbertoEcco cresceva. Questo era comparso... Anzi glielo avevano come sbattuto davanti, a come lui la vedeva. E come gli teneva testa. Ma che tenergli testa?! Questo lo trattava, certo con infinita umiltà formale, pure sostanziale sarebbe sembrato, dall’alto in basso. NorbertoEcco si sentiva disprezzato. No, non che BaruchSchlosser gli facesse pesare nulla, né percepire alcunché. Era come un disprezzo intrinseco, un dipresso oggettivo della situazione che era stata creata o s’era creata. Peggio che disprezzo. Se uno ti disprezza, puoi anche fregartene. Qui, era lui, NorbertoEcco, che si sentiva sprofondare nell’umiliazione. Sudava. Si sentiva puzzare. I nervi a pezzi. Non era sicuro d’avere più nervi. Un altro avrebbe detto sorridendo che era stanco sfatto, che il giorno dopo doveva essere desto prestissimo, ed avrebbe guadagnato l’uscita magari dopo un qualche discorsetto ai presenti che l’avevano invitato anche se nessuno aveva poi voluto distoglierlo da quel dialogo, o quasi monologo, con BaruchSchlosser. Certo, BaruchSchlosser era noto, noto come un savio inafferrabile, come uno di quei personaggi cinematografici ma con cui nessuno sapeva come trattare nella vita quotidiana. Non come uno strambo. Tuttaltro. Era vissuto come un alieno, uno d’altri mondi. Di quelli che il mondo passa e loro restano. Non dovevano neppure aver pensato che fossero amici e che lì si fossero ritrovati. Li vedevano come due un po’ irraggiungibili che sì s’erano trovati, mentre loro, il pubblico, avevano lì invitato il NorbertoEcco, ed, ora, ognuno di quel gruppetto di gente si sentiva come privo del diritto di rompere per dialogo come naturale, ovvio, inevitabile, tra i due. Non che stessero ad ascoltarli. Li vedevano presi. Vedevano il NorbertoEcco insofferente e peggio e che pur non rompeva quell’interazione con BaruchSchlosser. Avesse voluto, bastava si congedasse con lo stesso e raggiungesse un altro punto della tavolata. Se non lo faceva, non stava a loro frapporsi od intervenire. Ecco, come vivevano quella situazione.

NorbertoEcco si sentiva come fuori controllo. Se non aveva ancora fatto una strage dei presenti, è perché non ne era capace. Non avrebbe neppure immaginato come. Anche li avesse rimossi fisicamente, non avrebbe potuto mai più rimuoverli dalla propria sfera subliminale. Neppure a dirsi... Non avrebbe neppure potuto rimuovere da sé il rincorrersi aggressivo ed ossessivo di sensazioni sgradevoli che lo squassavano in quel momento. Si sentiva, lì, sperava fosse solo per il disagio della situazione, che quelle sensazioni sgradevolissime se le sarebbe sempre portate con sé anche quando si fosse allontanato da quel luogo. Pensò ad una maledizione giudaica, o di o da chissacché. Infatti non riusciva a staccarsi da quella situazione. Sarebbe bastato imboccare la porta dopo qualche cordialità cogli altri. Poteva pure lasciare qualche decina di euro alla cassa e dire che portassero un po’ di leccornie ai presenti e tutti sarebbero stati felici dopo qualche sua parola di apprezzamento prima di ritirarsi. Non gli mancava certo l’arte della parola, a lui sperimentato professore, oratore, semiologo, scrittore etc. Come è quella cosa del lupo che lecca una lama che s’insanguina col sangue della propria lingua e dunque si uccide perché non può fare a meno dal continuare a leccarla e quindi dissanguarsi? Ecco, era quel tipo di sensazione lì.

Ormai, il NorbertoEcco non riusciva a liberarsi da quell’isteria lo dominava:
- “Ah, ma allora scrivi pure... Te l’avevo detto che devi essere qualcuno. Io sono qui nella pubblica piazza, nudo, sì nudo ed indifeso!, di fronte a Voi che mi avete... ...mi avete attirato in una trappola?! Ditelo che mi state facendo... Ma, allora, è proprio una trappola... Mi avete attirato qui, nudo ed indifeso, mentre Voi vi celate. ...Chi sei? Chi sei? Dimmi chi sei! Non vale quel che mi state facendo questo. Chi vi manda? Volete darla a bere proprio a me? ...Proprio a me?!”  

NorbertoEcco stava per dire, “...Io il genio dei complotti...”, ma se o tenne per se.

NorbertoEcco continuava ad armeggiare col telefonino che restava spento, o come spento. Era acceso ma sconnesso. Nessuno, lì, stava usando telefonini. BaruchSchlosser che, di tanto in tanto, usava il suo portatile, ne inseriva il cavo in una presa. Come detto all’inizio, il luogo era isolato come onde radio. NorbertoEcco non era capace a fare come IsaacPalenciaContini che aveva finto una telefonata in arrivo ed era uscito. Anche perché non aveva voglia di rompere quella situazione per lui spiacevolissima, almeno dal punto di vista psicologico, eppur attanagliante, incatenante, avvolgente, che lo teneva lì. Era una di quelle interazioni che quanto uno se ne va (mai se n’andasse) si chiede che cosa si sia perso, per cui uno preferisce restare. Come quei sogni, un po’ sull’incubo, in cui uno si senta in situazioni appiccicose, di sapori sgradevoli, quando non davvero sul terrificanti. Dai sogni e dai sonni, uno si sveglia. Lì, no. Era tutto vero.

BaruchSchlosser non aveva voglia di rimenargliela che era mister nessuno. In effetti suonava di presa per il naso, sebbene fosse la pura verità. Nel mondo del confezionato, tutto, anche la cultura, risponde a degli standard d’effimero, d’apparenza, per cui tutto deve rientrare in delle confezioni, od in dei confezionamenti, sennò è tutto vissuto come non esistente. Lui, BaruchSchlosser, ben esisteva, pur al di fuori della logica delle confezioni. Per evitare una inutile riposta, sempre che avesse mai avuto senso una risposta a quella che alla fin fine era un’esplosione isterica, i cui contenuti apparenti sono sempre accesori, strumentali, all’esplosione isterica stessa, la cosa migliore era tirare diritto.

- “Scrivi Il Nome della Rosa. Scopri il solito ribellismo diffuso e permanente in qualunque tempo e localizzazione del mondo, lì nel trecento. Scopri la rivolta non organizzata nel medioevo. Tu la scopri nel trecento. Ti viene subito agli occhi, ai tuoi occhi almeno, quella che ti appare l’affinità col terrorismo italiotico della fine anni ’70. Non c’è nulla di casuale nel terrorismo italico. Preparato da campagne mediatiche generali, e pure con finanziamento di media vari specifici dell’area verrà poi spinta al terrorismo. Eddai, te li ricordi quei pacchi di giornali ed opuscoli, che qualcuno arraffava, altri restavano lì, ‘in magazzino’ prima d’essere buttati via... Vari me ne hanno parlato e me li vedo ora come le avessi visti coi miei occhi. C’era qualcuno che pagava, almeno all’inizio. …Ma anche dopo, ...non bastavano le rapine non perseguite, qualche fesso-generoso che si vendeva l’eredita. …Erano i soliti meccanismi, gli stessi (D’Alema li chiamerebbe, ma non se erano soldi che entravano nelle tasche sue e dei suoi, ‘la corruzione’) con cui si finanziavano e si finanzia sia ‘la politica’ ufficiale, che quella non ufficiale di regime (se non è di regime, sono gruppetti di tre o dieci fessi che poi si disperdono), che, non è un segreto, la teppaglia dei corpi militar-polizieschi ed altra ai vari livelli che mangia su tutto. Chi è in mezzo ai fiumi di soldi, anche se come sbirro, santi a parte, si chiede perché proprio lui o lei debbano fare i fessi e non arraffare pure loro... ‘La vita è breve’, ‘tengo famiglia’, ‘abbiamo delle spese’, ‘lo stipendio non basta’, ‘così fan tutti’, ...il repertorio solito! ...Da Voi, come qui e dappertutto...      
“Guarda, lo schema viene seguito in vare aree ed in vario modo... ...È la logica, il rapporto, imperializzatori-imperializzati che funziona così... Lì da Voi, quando, con la ricostruzione, Vi state troppo montando la testa, da Londra vi stoppano. Vi regalano il centro-sinistra ed il terrorismo nero che mettono fine ai travolgenti anni ‘50 e vi regalano i melmosi ‘60 ed i melmati successivi. Loro ordinano. Voi eseguite. Gli unici uomini di Stato e politici puliti sono quelli che non avete mai conosciuto e che sono improvvisamente spariti. Chi fa politica, da allora, lo sa e sa che non può parlarne sennò finisce ammazzato e peggio. Idem a livello di media, di intellettuali, di capitani d’industria. Da Mattei, a Di Mauro, a Pasolini.
“Moro è un caso a parte. ...Pura invidia di Andreotto che non può vedersi sopravanzato ed allora gli organizza un blocco contro. Per liquidarlo, poteva bastare. Lui deve ammazzarlo perché lo teme e ne è mortalmente roso. Le burocrazie italiotiche sono congenitamente mafiose. Andreotto respira quell’aria dalla nascita... Gli Andreotto ed i Kazziga ci marciano dando il culo agli anglo-americani e sguazzando nei terrorismi, sia quelli di Stato che quelli di para-Stato... Pure i Bellinguer... ...Sono tutti così. Mi sono scappati questi nomi. Pure Craxi li usa, per cose sue, ma senza davvero mai divenire un puparo. Infatti, finisce come finisce. Non che fosse più pulito. Non c’arriva o non ce lo fanno arrivare. I socialisti, tanto più se autonomisti, sono al di fuori del Patto di Teheran. Nenni, che lo capisce, manda a quel paese il SIS-KGB ma non riesce ad accreditarsi con la CIA o coi tedeschi. Craxi, che lo comprende, piscia in bocca a Nenni ma non riesce neppure lui ad accreditarsi con la CIA o coi tedeschi, e neppure a farne a meno. Allora s’illude su Forlani che non può nulla contro Andreotto. Solo il PCI è nel patto di Teheran, col Vaticano e la finanza cucciana compradora britannica. I russi mandano Togliatti, cittadino sovietico per chi non lo sapesse. Il Vaticano organizza i suoi. Gli inglesi hanno gli azionisti come terroristi e come banchieri o bancari, il Vaticano per controllare ‘i cattolici’, i comunisti per controllare e fottere gli operai e gli intellettuali. Gli azionisti li controllano direttamente. ‘I cattolici’, in parte direttamente in parte tramite il Vaticano e gli americani. I comunisti li controllano al vertice e tramite i russi e gli americani. Ah, per il teatrino ci sono guerre fredde e scontri di civiltà. Solite sceneggiate per le masse. La realtà è, ovviamente, differente. Dunque, vi regalano il centro-sinistra ed il terrorismo nero diretto, come la mafie, dai CC e dai politici li controllano. Le mafie, tornate sulla penisola ed isole con gli anglo-americani, sono altre milizie di Stato del gioco. In parte sono controllate direttamente da inglesi ed americani. In parte, sono controllate direttamente dal governo reale compradoro d’Italiozia. A Voi danno le sceneggiate di arresti e  collusioni con propagande e retoriche per non capirci nulla. L’esplosione dei secondi anni ’60 non ha egualmente nulla di casuale. Nel caso Vostro, segna il passaggio dal terrorismo nero a quello rosso. Il primo lo gestivano i CC su mandato istituzionale. Il secondo idem. Quando non serve più e passano ad altre forme di destabilizzazione ancora più profonde ed solo interne alle istituzioni, viene pressoché liquidato. Se lasciano qualche foco, è per uso successivo come si è visto coi giuslavoristi ammazzati dagli stessi governi che consulentavano. Mediosbanca-Confindustria predica bene, per rubare e predare meglio. Ma appena s’intravede qualche modernizzazione, pretende che governi e quirianali ordinino ai CC di far far fuori i consulenti modernizzatori, e pure i politici modernizzatori se non capiscono che le pallottole contro i consulenti erano contro di loro. Guardate chi era al quirianale e chi al governo-interni-difesa-copasir quando gli assassinii sono avvenuti e sapete chi ha dato l’ordine e chi ha assentito, a livello istituzionale.
“Tutte le operazioni giudiziarie, gli scandali, le epurazioni che immerdano, sono organizzati. Nulla succede casualmente a livello poliziesco e giudiziario. Fanno di tutto per non farvi vedere quel che succede davvero. Vi fanno vedere solo quel che vogliono e che serve loro. Col 1992, con l’aiuto della mafia dei CC, liquidano i partiti del Patto di Teheran e passano alla dittatura quirianalizia. La metodologia operativa del nuovo regime è la stessa che in precedenza. Si passa solo dal governo reale degli Andreotto e dei Kazziga a quello quirianalizio ferreo ed assoluto. Da Londra ordinano e dirigono. Voi eseguite o siete liquidati. Vi vogliono immerdati e Voi v’immerdate.
“Solo una precisazione su Moro. Ovviamente Andreotto non può raccontare all’Impero che lo deve fare fuori perché è invidioso Moro divenga Presidente della Repubblica dopo Leone, ...se lasciato vivo. Moro vuole liquidare il PCI fingendo d’assecondarlo. Andreotto tiene il PCI subordinato fingendosi realista. Moro è un teleologico. Andreotto uno che vive alla giornata. Sinistra all’italiota e destra all’italiota. Sono distinzioni bizantine che non bastano per farsi dare l’autorizzazione imperiale per un assassinio. Tra i due, il più anti-PCI è Moro. Andreotto è uno che ci sguazza. Moro è uno che cerca di darsi una visione, una qualche teleologia. Dal punto di vista d’una qualche visione modernizzatrice sono entrambi due oscurantisti (non ci capiscono nulla), come lo sono il PCI, il PSI, e tutti gli altri, la para-sovietica Mediosbanca degl’inglesi inclusa. La maledizione italiotica non perdona. Ora, Andreotto, aiutato dalle campagne di stampa pure di quelli che lo eleggeranno poi a loro nemico mortale, come la cricca di Repubblica, quella del CDB affossatore d’industrie e predatore sulle macerie di ciò lui distrugge o cerca di distruggere, dà da bere ad inglesi ed americani che Moro è un comunista che vuole i comunisti organicamente al governo. ...Non che ‘i comunisti’ nel governo avrebbero sovvertito l’Impero od una sua provincia... In pratica, sia Andreotto che Mediosbanca (col loro agente operativo, il grande corruttore da Ministeri, CDB) danno da bere ad inglesi ed americani che Moro Presidente della Repubblica è l’uscita della provincia italiotica dall’Impero, dunque la sovversione del gioco scemo e tragico della guerra fredda. Invece, lui, Andreotto, si pone come garanzia di continuità, anzi come colui che può trascinare la provincia compradora fuori dal pantano para-PCIista in cui l’ha ficcato quel bolscevico di Moro. Idem Mediosbanca-CDB che dicono possono pensarci loro, sia assecondando Andreotto nei suoi propositi di liquidazione di Moro e di Bellinguer, sia liquidando, a missione compiuta, lo stesso Andreotto. La P2 Andreotto-Bellinguer-Mediosbanca si spacca sul cadavere di Moro. Appena Moro è liquidato scoppia la guerra aperta Andreotto-Mediosbanca. L’assassinio di Bellinguer fallisce, nel 1978, solo perché sia Gelli che Kazziga lo avvisano e lui si protegge con una numerosa milizia armata di partito. La scorta non basta contro i CC di Andreotto. Picciisti armati vengono dislocati perfino lungo i percorsi dell’auto di Berliguer. Nessun pedinamento, dunque nessuna preparazione d’una azione BR contro lo stesso, divengono più possibili. I britannici capiscono che dallo scontro Andreotto-Moro può scaturire una migliore destabilizazione-sfascio dell’Italiozia compradora per cui danno il loro assenso. Gli americani non ci capiscono nulla come al solito, per cui s’accodano agli inglesi. Come giustificazione di dicono che Moro era un vero comunista mentre Andreotto un vero alleato statunitense.
“Andreotto, con assenso inglese, aveva già avuto, tramite la Polizia Segreta CC, aiuti marginali dall’area sovietica e dallo stesso PCI, per fare avere armamenti per le nascenti formazioni terroristiche, sebbene poi, il grosso delle armi sia stato procurato dalla Polizia Segreta CC tramite le loro mafie. Nonostante tutti questi aiuti, in realtà le BR non hanno l’esperienza di fuoco sufficiente per gestire un’operazione come quella di Via Fani. La Polizia Segreta CC fornisce ‘il legionario’ ed altri tramite le solite mafie calabresi dei CC. Non si pensi che nessun CC abbia contattato le BR per offrire aiuto. Lo fece il Mossad, agli inizi, e si fece mandare a stendere. Non è quello il modo di procedere. In questi casi, si usano tecniche di eterodirezione, sebbene i CC avessero pure qualche infiltrato o comprato loro nelle BR, infiltrati e comprati che tenevano copertissimi naturalmente e che poi saranno fatti espatriare con aiuto NATO. Quando sono espatriati dei CC con copertura NATO nessuna estradizione viene mai concessa... Se formalmente richiesta, è richiesta per finta.
“Liquidato Moro, si apre la guerra di Mediosbanca contro Andreotto e contro il PCI di Bellinguer per costruirsi il suo proprio PCI, quello che poi sarà il PD del predatore CDB per conto Mediosbanca. Liquidato Moro la P2 si spacca... L’Andreotto per sé e Mediosbanca idem, coi bellingueriani che si barcamenano. Andreotto sopravvive fino al 1992-Capaci, quando la sua carriera istituzionale viene per sempre affossata anche se i suoi CC lo proteggono da una più radicale liquidazione. L’Andreotto non è un Craxi che può essere lasciato tranquillamente affondare. Anzi sono i CC di Andreotto che ne iniziano, e poi ne continuano, anche se con differenze gestione istituzionale (quirianalizia, dopo Capaci), la liquidazione. AntonioDP è un agente della Poliza Segreta CC di Andreotto, non certo un procuratore che viene dalle stelle. Viene dalle stalle, dalle mangiatoie. Non a caso Andreotto non è toccato da Milano. Pure in Sicilia c’è l’opposizione feroce dei CC, contro cui il Quirianale usa la PS per quel che può. ...Quegli squadroni della morte ululanti ed agitanti machete... L’operazione Capaci, già programmata dalla Polizia Segreta CC per quando l’Andreotto fosse divenuto Presidente, è anticipata, contro l’Andreotto, per non farlo divenire Presidente, dal Quirianale di Spadolini, per conto del blocco Mediosbanca-NATO, tagliando fuori i CC e contro d’essi, con uso esclusivo di ufficiali di Polizia Segreta della PS ed altri. L’arresto di Riina, protetto dal blocco Quirianale-Mediosbanca, è un colpo dei CC contro di essi, contro i nemici dell’Andreotto dunque anche nemici loro. ...Si veda che fine han fatto fare a quelli che hanno arrestato Riina... Ovviamente il regime quirianalizio si compra progressivamente il complesso dei CC e pure facendoli prima forza armata della FFAA...
“Crollato e sparito l’Impero Sovietico, gli accordi di Teheran non sono piu validi (per dissoluzione di uno dei contraenti principali), per cui l’Impero può andare alla liquidazione sia della DC che del PCI. Liquidato il PCI para-sovietico, i già para-sovietici ora sul mercato sono arruolati da Mediosbanca-CDB. Idem i DC disponibili, operazione intralciata, poi, dall’arrivo non previsto e non gradito d’un Berluska che deve tutelarsi dai soliti mediosbancari, Agnelli&CDB che lo vorrebbero espropriare di tutto quel che ha. Crollato l’Impero sovietico, dunque con gli accordi di Teheran non più validi, le oligarchie predatorio-mediosbancarie s’erano detto che per un controllo sicuro della provincia italiotica era piu che sufficiente il Quirianale, cosa che avrebbe semplificato il controllo stesso. Vendono la soluzione ai britannici ed agli americani che l’approvano. Per cui, s’apre il fuoco contro Kazziga, Presidente quando gli accordi di Teheran cessano. Il golpe per il controllo del Quirianale viene compiuto, e con successo, solo col 1992, e Kazziga obbligato alle dimissioni, il mediosbancario Spadolini al suo posto e dunque coi poteri (il potere di copertura più che altro, in quel momento) per ordinare Capaci, ed alcuni Ministri (come si chiama quello Scotto dell’Interno?) ed uffici chiave comprati da CDB-Mediosbanca. Considerato più manipolabile uno Scalfaro, sarà poi lui il primo Presidente dell’era della dittatura quirianalizia fondata a Capaci, sul cadavere d’un magistrato che s’era convinto di poter diventare un novello Hoover con la sua FBI personale, con procure annesse. Il solito delirante siculo destinato comunque a morire, il cui attentato viene anticipato di qualche settimana, ed estromettendone i CC, giusto per ostruire la corsa d’un Andreotto... Prodigi da controllo del Quirianale!”    

NorbertoEcco era del tutto annichilito per quello sciorinamento, sotto il suo naso, di cose del tutto ovvie e fondate, a pensarci bene, e che lui, tuttavia, non avrebbe mai osato sognare tanto si sarebbe dovuto avventurare su terreni davvero pericolossimi per un intellettuale organico. Il Pensiero Pericoloso non era il suo genere.

BaruchSchlosser continuò:
- “Ecco, tutto questo che, se studiato a fondo, si capisce ed appare chiaro chiarissimo, è importantissimo per qualunque scienziato sociale, storico e scrittore di tematiche sociali e storiche. Una volta che hai capito i meccanismi, e che li hai visti applicati e studiati, vedi che esistono operazioni, magari con pseudo-razionalità del tutto malate e perverse, che nulla hanno a che fare con fantasie complottistiche. Ci sono entità identificabilissime che manovrano ed agiscono ma non con quelle che sono correntemente ritenute tecniche cospirative, o che i filmetti ‘meregani hanno indotto a ritenere fossero tecniche cospirative. I poteri reali non ne hanno bisogno. Gli esecutori, CC od altri, non ne hanno bisogno. Chi si dedica a compottismi sono quelli che non contano una pippa e che non concludono nulla. I complottatori complottano ma i loro complotti non ci sono. I complotti reali e realmente attuati sono operazioni burocratico-militari. Naturalmente, per i media ci sono i complottismi. Uno mai capisse quel che succede e cercasse di scriverlo, non verebbe fatto scrivere e verrebbe liquidato o civilmente o psicologicamente o fisicamente. Ne conosco uno solo che sia sopravvissuto a tali tentativi di liquidazione. Non scrive certo sui media che fanno insozzi quotidiani dei pseudo-cervelli.       
“Vedi, mio caro NorbertoEcco, se tu avessi mai studiato e capito anche solo un po’ di queste cose, cioè se fossi davvero un semiotico invece che solo un semplice professore di semiotica... Davvero, ...quelle cose, i meccanismi burocratico-militari delle operazioni politico-istituzional-sociali o si capiscono o non si capiscono. Per capirli vanno studiati. Non ci sono manuali. Gli esperti di questioni militari, di polizie, di servizi segreti, sono esperti proprio perché non ci capiscono una pippa, sennò verreberro liquidati prima. Lo stesso vale per le Commissioni Stragi ed i loro consulenti (scusa, ma i Colombi e gli Illari che possono consulentare? ...Il livello dei consulenti concessi ai parlamentari è quello...). Pensi davvero che un vero parlamento avrebbe bisogno di Commissioni Stragi, cioè di organismi col compito specifico di non capirci nulla, sì che si possa conclamare che ci sono dei misteri impenetrabili perfino ai dei geni del Parlamento con poteri giudiziari e coi migliori esperti accademici ed altri del ‘Paese’? Deliri puri...!!! Se si analizzano i vari episodi, si vede subito che, per ogni affare delicato, vengono mandati CC e Servizi e con lo specifico compito di depistare, ed al massimo si conclude, ma solo talvolta, che sono deviati. Come dire, ed è un puro delirio, che si sono mobilitati da soli per depistare dopo essersi mobilitati da soli per delinquere. Saranno scemi. Saranno inetti. Saranno corrotti. Ma un Servizio deviato proprio non può esistere. Se uno viene mandato dove c’è stata una strage ed il suo compito è di cancellare prove e di suggerire agli investigatori ufficiali a quali conclusioni arrivare, e le conclusioni sono chiaramente fasulle, basta chiedersi chi l’abbia mandato. Basterebbe risalire la catena gerarchico-burocratica... Una volta il consulente Illari, quel bulleto da periferia non a caso figlio di magistrato centrale, si chiuse in casa un agosto per scrivere, con ritagli di giornale, ‘Il contesto delle stragi’, come dire che uno prende la propaganda cartacea e la fa divenire contesto di qualcosa. Che glande operazione da glande storico!!! Se cade un aereo e Kazziga manda i Servizi a cancellare prove ed a dire che sono i missili o le bombe USA o francesi o libiche o marziane, e si avanti con fantasiose congetture e pseudo-indagini giudiziarie per decenni, mentre i familiari delle vittime vengono comprati tramite i magnaccia del PCI, la conclusione è semplice. Kazziga ha ordinato il crimine. Kazziga ha ordinato di coprire che lui è il responsabile. Si può congetturare se volesse fare il mazzo a Colombo-Inglesi, o se volesse succhiarlo ad Agnelli ed a Gheddafi. Ma che lui abbia ordinato l’abbattimento non è una congettura, sempre che, questo sì che è teoricamente possibile (seppur improbabile), lui sappia chi è stato e lo voglia coprire. Lo stesso con stragi in stazioni. Idem con rapimenti Mori che tutti (Moro incluso) sapevano essere in preparazione e coperti, oltre che promossi ed attivamente aiutati, da Polizie Segrete CC su ordine dell’Andreotto. Se arrestano Curcio, sparano alla testa alla Cagol, si fanno invece scappare Moretti... ...certo lui, il Moretti, soggettivamente, nello spirito, può essere e di certo è del tutto ignaro (almeno all’inizio), ma lo stanno manipolando. Se lui sta pedinando Moro, tutti lo vedono ed, invece che bloccare lui, bloccano chi lo vorrebbe identificare ed arrestare, lui può anche essere del tutto ignaro e puro, e pure un po’ scemo, ma è chiaro che lo stanno eterodirigendo e che l’ordine di tutto (operazione terroristica e sua copertura) viene dal governo reale che, in quel caso, era lo stesso governo formale, il governo Andreotto, anzi proprio Andreotto in persona dato che, per delinquere di Stato, era un super-centralizzatore che non si fidava certo di persone pur prossimissime a lui.. Se tutti poi sanno dove è Moro (perché la teppa di Stato e di para-Stato è chiacchierona), ma nessuno lo va a salvare, anzi mandano la Magliana perché non si fidano che le BR lo ammazzino, a qual punto non si può neppure più ipotizzare che Moretti non sappia che è stato ed è manipolato. Invece che tirasene fuori, sta al gioco del rapimento e dell’assassionio BR, in realtà un’operazione dei CC e della Magliana (ed altre mafie) dei CC su ordine del capo del governo e con l’usilio del solito Kazziga. Pecorelli e Dalla Chiesa vengono fatti fuori perché sapevano di quel che Andreotto e Kazziga avevano combinato e lo contavano ad altri. Pecorelli l’aveva pure scritto. Se poi un Peregrino, coi suoi geni di consulenti, grandi grandissimi come quel cretinotto da periferia dell’Illari, già di famiglia di alti altissimi cretinotti di Stato, continua a menarla che ha studiato ma che non hanno capito la chiave delle cose, è perché sono sia scemi che imbroglioni e corrotti, oltre che troppo codardi per poter capire alcunché di queste cose.
“Questo vale già per l’uso venne fatto di Salvatore Giuliano, sia ora lui o meno il cadavere nella tomba. Le ultime risultanze sembrerebbero indicare che non è lui. Ciò, combinato con avvistamenti dell’epoca e successivi negli USA, conferma che i CC usufruiscono della ‘soliderietà’-angloAmericana per stragismi di Stato, anzi la godevano già allora. Pisciotta si sa che è lui perché fu avvelenato in prigione e non certo da privati. Tu, caro NorbertoEcco, sei di quelli incaricari di menarla coi misteri ed, eventialmente di scrivere centinaia di pagine di pastoni complottaioli, sebbene, prudentemente, tu ti sia mantenuto ben distante da vincende recenti che pur sarebbero ancora più comprensibili di altre che sono nella storia meno recente. Tutte queste cose sui complotti che non esistono, mentre le operazioni militari e di polizia di Stato e di potere ben esistono e sono quelle determinano la realtà, riescano o meno, indurrebbero facilmente a vedere e studiare in altra luce supposti ribellismi passati e presenti. Uno che ammazzi la moglie, il vicino od il padrone, può succedere e può essere, e spesso è una cosa individuale. Al di fuori delle uscite di testa individuali e per motivi del tutto privati, è tutto manipolato, in genere, ed è manipolato da apparati di Stato sotto direzione istituzionale, non certo da forze oscure.
“I CC ricevono gli ordini sul delinquere dalle istituzioni chiave. Organizzano il delinquere ordinato e lo eseguono sia direttamente che attraverso altri. Ad esecuzione avvenuta, dicono a magistrati e giornalisti cosa pensare e scrivere perché nessuno, loro inclusi, ci capisca nulla. Ci sono perfino i Travagli ed i Leonardi a conclamare che i materiali giudiziari sono verità storica... Oh, che caso! Quelli che stanno più in alto nella gerarchia ‘intellettuale’, sono quelli che stanno più in basso nella catena della produzione degli escrementi, catena che va dall’alto in basso.
“...Ecco, tu te ne vieni fuori, da qualche parte, che Curcio t’ha fatto pensare a Fra’ Dolcino... La barba probabilmente... Ci se la può sia tagliare che far crescere... Dunque, tu ti dici che i due hanno facce che potrebbero anche essere simili. Ti dici, ...te lo dici tu..., che i due sono entrambi due eretici. Curcio ha studiato a Trento. Fra’ Dolcino ha predicato da quelle parti. Docino va al rogo, Curcio ad una lunga detenzione. Ah, c’è una Margherita dal fascino perverso e bellissima conquistata dalla predicazione dolciniana e che diviene sua compagna sia di diletto che di predicazione. ...Margherita, ti dici. Ma è la Cagol! Già, qui, ci siamo ancor meno. Margherità Cagol è sia la più teorica che la più rivoluzionaria (o estrema od estremista) che la più dirigente tra i due, tra lei ed il poi marito Renato Curcio. E tu vai a raccontare che citi la Margherita di Dolcino per via del parallelismo con Curcio-Cagol e per strizzare l’occhio al lettore? Boh... La Margherita di Dolcino muore arsa viva. La Cagol muore forse sotto forma di esecuzione ma pur in situazione di conflitto a fuoco, con CC sia uccisi che colpiti e pur malamente. Non era certo il tipo di situazione in cui consultassero liste per vedere chi fosse e se fosse di quelli da spingere su oppure da spingere giù, sottoterra. Tanto più che, a quei tempi, di fessi da usare come sanguinari non doveva esserci grande scarsità là da Voi. Anzi, probabilmente, per quanto le menti sia dei CC che dei criminologi delinquenti e malati fanno loro da consulenti siano enigmantiche, in genere, per stupidità, e dunque impescrutabili nelle loro patologie confliggenti, la Cagol, m-l fanatica ed ottusa, sarebbe stata perfetta, magari ancor più dell’ignorante Moretti, come leader sanguinaria del terrorismo bierrista. Per cui, l’avrebbero semmai spinta su in quesi tempi. Chissà se, con una così, nel 1978, si sarebbero fatti scoraggiare dal Bellinguer avvisato dall’amico Gelli e dal cugino Kazziga e dunque protettosi con decine di miliziani armati, o se, invece, lo sarebbero andati a prendere a casa od al PCI per poi, od anche sul luogo, farlo fuori. Anche se un Andreotto aveva programmato la friggitoria, prima dell’assassinio, per la friggitoria bastava Moro. Aveva ordinato di liquidare Bellinguer come pura vendetta perché aveva ‘osato’ santificare Moro (prossimo Presidente della Repubblica, fosse vissuto) mentre i CC stragisto-terroristi li controllava lui, lui Andreotto. In effetti, a pensarci bene, tutto il teatrino del rapimento, creato per simulare un’operazione BR, mostra delle BR che non sanno gestire il teatrino e le scopre coperte dato che viaggiano tranquille per una Roma ed una penisola in teoria, e pure in pratica, controllatissime. Sono davvero controllatissime, sia Roma che tutta la penisola. Il controllo serve proprio, in quel caso, a proteggere i BR dell’operazione Moro che non devono assolutamente cadere. Il pavido Sciascia di limita a quella battuta sulle BR che sfuggono a qualunque logica probabilistica.        
“...Ad ogni modo, dov’è il parallelismo Dolcino-Curcio? Tu strizzi l’occhio al lettore che non lo vede, finché non glielo dici. E quanti lettori avranno mai apprezzato una tale strizzatina d’occhio? Probabilmente quelli che non t’avevano e non t’avrebbero mai letto. Per cui, tu citi la Margherita di Dolcino perché pure Curcio aveva una Margherita... Cacchio. Che logica! Che connessione! Che messaggio subliminale! Margherita Boninsegna passa per essere stata una gran fikona. Margerita Cagol una grande studiosa ed una grande dottrinaria nel senso m-l del termine. Una prima della classe dei CC, per quanto personalmente t’avrebbe ammazzato mai avessi suggerito la sottogliezza psicologica. I polli d’allevamento sono sempre alla ricerca di ortodossie. I più m-l sono sempre i CC, sotto qualunque latitudine o logitudine. ...Dunque, Dolcino-Curcio... ...MargheritaB-MargheritaC... Il parallelo tra i due e le due è una cosa che non esiste. La rivolta dolciniana era una ‘rivolta’ popolare (il popolo che s’accoda, sbagliandosi, a chi sembra il potere del momento e del futuro) con, infine, creazione di un’entità territorialmente autonoma in Valsesia, entità di consistenza numerica superiore alla Novara d’allora. Le BR sono un gruppetto terrorista, sebbene, poi, si siano fatte un nome ed abbiano fatto credere d’essere un grande esercito. Di nuovo una costruzione mediatica, dunque operata da chi controlla i media. Ma restano ben lungi dal livello della rivolta popolare. Dolcino-Curcio sono paragoni che non reggono. Sono fenomeni differenti. Tu strizzi l’occhio al lettore, dici, ma ad un lettore che neppure può accorgersene. ...È comunque interessante che uno, un grande genio come NorbertoEcco, si crei queste cose nella testa. Ti fai Cagliostro ed estensore dei primi Protocolli. Prima ti sei fatto Dolcino-Curcio sognando una Cagol, una donna coi pantaloni. Avessi pensato alla fikona Boninsegna, non avresti mai strizzato l’occhio sulla Cagol. ... NorbertoEcco-Cagliostro-Curcio con in sposa la Cagol che muore nel contesto di conflitti a fuoco durante il rapimento già realizzato di Vittorio Vallarino Gancia... ...Non è una seduta psicoanalita. Non andiamo più a fondo. A volte la superficialità contribuisce alla chiarezza. A volte può esser deviante. Ma quella strizzatina d’occhio non vedibile e non vista, da te confessata (o magari inventata), nel 2003 credo, chiarisce di più di qualunque dichiarazione sotto analisi.
“...Tu navighi tra le genialità... “...Oh, geniale! I piemontesi (i mandanti, cogli inglesi), che sono parte dell’operazione terroristica dei mille, mandano SimoneSimonini al seguito dei mille e di Garibaldi per sottrarre a Ippolito Nievo i libri mastri della spedizione dove è scritto che gli stessi, coi britannici, ed altri d’area britannica, sono i finanzatori, gli organizzatori e chi dirige i terroristi garibaldini per loro fini. Poi, in pensione, questo SimoneSimonini-Cagliostro scrive I Protocolli. Dai, potevi dirlo chiaro-chiaro che glielo hanno commissionato i gesuiti. Del tipo, i gesuiti commissionano I Protocolli perché poi, molto più tardi, il Times possa accreditarli mondialmente per il solito antisemitismo anti-ebraico ed anti-sionista degli inglesi. Dopo, però ti immedesimi. Fai questo genio SimoneSimonini-Cagliostro emotivamente freddino ma gran mangione. Guarda che pancia che hai, caro NorbertoEcco! Il caso vuole che il Cagliostro fosse un focoso. Non solo si sposa una quattordicenne, ma la scopa da gran caloroso e la vuole disinibita. I suoceri del Cagliostro devono fuggire da tale focolare non proprio bigotto... ...E comincia subito a venderla in giro (mi fa pensare ad un certo RobertinoMazzari, chissa se gli avi erano di Pitigliano?, destabilizzatore sionista con copertura guevarista, che aveva un’Antonella tutta sua, ma prima di farci figli assieme la manda a farsi chiavare in giro, lui non per soldi come invece fa il Cagliostro, bensì perché la vuole troia, sfatta ed ingrassata, od almeno un po’ tozza, prima di trasformare un semplice sposalizio in una vera famiglia con figli)...
“...Dunque, ad un certo punto, tu, tu NorbertoEcco, ti immedesimi talmente che ti sostituisci al SimoneSimonini-Cagliostro. Dai, dillo, li hai scritti tu I Protocolli. Ti ricordavi quando odiavi gli ebrei e li avresti voluti tutti sterminati...

Al ché, NorbertoEcco saltò subito su, senza una vera ragione nazionale. Era un riflesso condizionato da sterotipi dei tempi...

- “Bastardo, bastardo, non ti permetto!”

- “Guarda, NorbertoEcco carissimo, mi permetto da solo. E quando analizzo, l’unica mia ebraicità è lo spaccare il capello, sempre che esista davvero un monopolio etnico di quest’arte..., non in quattro ma in sette e poi ancora in sette ed ancora in sette. Pure oltre, se serve. ...Rassicurati, carissimo NorbertoEcco, le SS e chi le dirigeva, non avevano bisogno dei Protocolli, come non avevano bisogno della rivistucola di Almirante. Quando leggi di un omicidio, l’omicidia non c’ha scritto prima un libro. Pure per genocidi. Non immagini quanti ce ne siano stati nella storia. A volte, c’hanno scritto dopo, magari per riferirne. Ma non occorreva un libro, complottaiolo o meno, per giustificarli. I genocidi, come qualunque crimine, si giustifica e non si giustifica da solo. Uno, o molti, se ne sentono l’impulso dentro e lo realizzano, circostanze permettendo. ...Per riprendere le cose di prima. Tu, genio, SimoneSimonini-Cagliostro-NorbertoEcco ti fai mandare dagli stessi che hanno organizzato ed usano i mille terroristi formalmente capeggiati da Garibaldi per scoprire che sono proprio loro che li pagano, organizzano, mandano ed usano. Ammettilo, questa è una vera genialità! Solo Andreotto&Kazziga, oltre a te, potevano pensare di aprire indagini segrete su propri crimini. Tu, a differenza di Andreotto&Kazziga, ti fai mandare (dal Re nel romanzo), o ti mandi da solo (come autore del romanzo), per scoprire invece che non scoprire. Ti fai mandare per scoprire ma non scopri. Napulità può aprire rassicurato le celebrazioni fascistico-unitarie del 2011 per i 150 anni! Vedrai che ti farà senatore a vita! Controlla che l’atto non sia falso. ...Sai, con la Kamorra che s’è fatta Stato... Guarda, se qualche ambiente della Chiesa si affrettasse a farti, o fingere di farti, il mazzo, non sarà perché tu abbia svelato qualcosa o dato qualche strumento euristico ed analitico nel campo. Sarà solo o per farti pubblicità o perché temono che qualcuno sfrutti questa tua catasta di minchiate per sparlare della Chiesa, Chiesa che è sempre coi poteri del mondo, cioè coi complottatori. Se essa è sopravvissuta ed anzi s’è rafforzata a seguito del terrorismo britannico-piemontico che le ha sottratto i poveri domini temporali, è perché ha affinato l’arte di vendere il culo e pure con marketing diversificatissimi, cioè con diversificazione del prodotto mi sembra lo chiamino gli economisti, che è più peciso di marketing diversificati che potrebbero far pensare ad un unico prodotto che qui non esiste, né è mai esistito. I veri falsari di documenti, per la manipolazione degli spiriti, sono in Vaticano. Ah, non mi fraintendere. Ce ne sono mille altri. Gli stessi ebrei, per parlare del mio penseresti tu, anche se secondo me gli ebrei non esistono come categoria unitaria, sono, a livello di loro apparati chiesastici, non meno esperti nell’arte di vendere il culo e di farselo comprare, dunque pure nell’arte della falsificazione. Che le paranoie umanoidi e chi ne era portatore abbiano perseguitato pure noi, e senza ragione, avrebbe dovuto indurci a divenire alfieri di libertà e di indipendenza. Senonché, non solo non esistiamo come categoria unitaria, ma pure le varie migliaia e migliaia di organizzazioni chiesastiche ebraiche, son fin troppo, e costantemente, nella lunga storia, adattive invece che operanti per trasferire le peculiarità delle lingue e linguaggi ebraici e para-ebraici nella sfera sociale e politica. La necessità, l’obbligo, di semplificare è spesso nemica della libertà. È finanche nemica dell’arte di pensare. Così come il bisogno di conformarsi, di combattere mentre si simula di non combattere, o di non combattere mentre si simula di combattere. ...Lasciamo stare. Andiamo sul troppo difficile. Tu sei un genio, ma qui non è questione di intelligenza né di genialità. È, come spesso succede, questione di frequentazioni e dunque di consuetudini con linguaggi, tematiche e pratiche. Meglio mi fermi...
“Lo sai, caro NorbertoEcco, perché dici di essere ossessionato dai Protocolli e dai complotti, alias da quel che per te sono gli ebrei? Perché non ti sei mai confrontato con l’esoterismo ebraico, o meglio ebraico-islamico, o più precisamente egizio-ebraico-islamico, che non è poi differente da altri se si va a fondo negli studi e nelle pratiche. Non ti sei mai confrontato con esoterismi ed occultismi, non li hai mai frequentati, non li hai mai praticati. La tua scelta romanzistico complottaiola è anche una scelta di non frequentarli. Uno può scrivere saggi e romanzi pur praticando esoterismi ed occultismi. Tu sei troppo occupato. Come potresti?!”

 NorbertoEcco era davvero prostrato.

- “Noi intellettuali organici...”

- “Appunto... ...Organici o biologici...”

- “...Noi intelletuali organici...”

- “Appunto! L’organo è un magnifico strumento che il suonatore suona come crede.”  

BaruchSchlosser prevenne l’esplosione di NorbertoEcco dicendogli calmo e diretto:
- “Guarda, caro NorbertoEcco, esiste un momento in cui uno può ritenersi libero di mandare tutti a quel paese e senz’alcun imbarazzo.”

NorbertoEcco si alzò ed uscì. Un senso di profonda liberazione fu subito frustrato dalle lacerazioni devastanti di quella conversazione precedente.

- “Una trappola”, si disse. “M’hanno fatto un processo in cui ero già stato condannato.”

Era ben peggio, per lui. S’era sentito demolito, senza che nessuno gli chiedesse nulla od avesse alcun fine comprensibile.

“Deve esserci qualcosa sotto che mi sarà chiaro nei prossimi giorni o mesi”, pensò sicuro.

Non c’era nulla. A volte non c’è davvero nulla. Allora, ci guardiamo con insistenza attorno finché non c’inventiamo qualcosa. Non era neppure quella l’intenzione di chi aveva organizzato quella cosa, ma la conversazione con BaruchSchlosser non era organizzata visto che lui discorreva per suo piacere e che aveva smontato la trappola di quell’IsaacPalenciaContini col suo registratorino subito messo fuori uso. Non v’era davvero alcun fine, in quello che era successo. Vi erano dei fini, ma solo in ciò qualcuno avrebbe voluto far succedere ed invece non era successo. Appunto, le ciambelle non sempre vengono col buco.   

Quando, al contrario, v’è davvero qualcosa, uno/a non se n’accorge. Si pensa sia il destino avverso, la sfortuna.

“Perché m’avevano mai attirato lì?”, continuava a chiedersi com’un ossesso il NorbertoEcco. “E quello s’è fatto pure la scena del rinvenimento e messa fuori uso del registratore...”    

Non aveva fatto in tempo ad inspirare quella rinvigorente aria fresca, che, dal piacere, quei pochi minuti mescolati all’intensità della sensazioni e dei pensieri, sembravano ore, che IsaacPalenciaContini lo prese sottobraccio e si avventurò in un non convincente:
- “BaruchSchlosser è un saputo ma è pure un pazzo. Vede complotti dappertutto e si crede un genio nello smascherarli.”

NorbertoEcco lo prese come un attacco diretto a sé, come IsaacPalenciaContini stesse parlando di lui anziché di IsaacPalenciaContini. Per cui, arrossì tutto ed il suo imbarazzo tracimò da ogni molecola dello spazio sì che fu palpabile anche per l’IsaacPalenciaContini che fingeva di non vederlo né percepirlo mentre era chiaro che lo vedeva e percepiva. Ma l’IsaacPalenciaContini aveva quella sua strampalata missione da portare a compimento. C’aveva pure preso gusto a quella sceneggiata. Gli era sempre piaciuto fregare il prossimo. Aveva, da sempre, visto il padre, il finto econometrico, fregare tutto e tutti pur di far soldi e di farsi un nome, un nome sul nulla, nella piccolo Torino dopo che era rientrato dagli USA, finita la corta era Kennedy con cui vantava d’avere lavorato. Sarà stato uno delle centinaia e migliaia che ogni nuovo presidente imbarca come suo staff largo, cosa che gli era poi servita d’accredito con la provinciale e compradora “sinistra” italiotica, tramite la CIA ed i CC che tutto sorvegliano in queste macabre operazioni e che sono quelli danno i veri accrediti per carriere. Ed ora, lui, il figlio, IsaacPalenciaContini, si sentiva inebriato di essere stato attaccato come una piattola a quel grande NorbertoEcco su cui doveva scoprire, e veloce, qualcosa per qualche grande ragione d’archivio di MikySantargento o, s’era detto, di qualche suo committente in alto. ...Aveva capito, a furia di girare tra l’alte sfere, pur come scribacchino, che era tutto un teatrino oltre cui c’era, per lui, un’area di mistero, d’indeterminatezza, su cui non si dovevano fare domande... Anzi, il fare domande di nulla, come intervistatore, per la libidine mediamente malata del lettore, dell’opinione pubblica, era proprio il teatrino per i giochi veri di un potere diffuso e nascosto da cui loro scribacchini dovevano restare fuori, a meno che un giorno non fossero stati chiamati, cooptati, allorché avessero raggiunto posizioni di controllo da quelle semplicemente esecutive prima ricoperte.  

Per cui, l’IsaacPalenciaContini che, in quell’interazione sado-maso si sentiva colui che stava dalla parte del potere, per cui aveva un qualche autorità dolciastro-sadica sull’altro, continuò diritto nel suo gioco: 
- “BaruchSchlosser si fa sempre di quelle parti. Sono un suo classico. Dai, vieni che gliela facciamo pagare. Si crede di potere far qual che vuole perché ha qualche conoscenza. È solo un supponente che sa vendersi.”

NorbertoEcco percepiva tutto il viscidume di quell’IsaacPalenciaContini che voleva solo indagare sui suoi punti di vista per qualche fine oscuro, anzi di Stato, come gli aveva detto BaruchSchlosser. Eppure NorbertoEcco si sentiva legato a quella situazione e non voleva andarsene fino a che BaruchSchlosser non l’avesse interrotta. Voleva viversi quel suo disinteressato critico praghese. Per quanto BaruchSchlosser gliene dicesse, e lui se ne urtasse e ne soffrisse, percepiva che non vi erano intenzioni malevole e che anzi, forse, poteva capire meglio il trappolone di quel, lui sì, viscido IsaacPalenciaContini e di chi lo mandava. Per cui si fece ritrascinare dentro.

Del tutto tranquillo e neppure sorpreso di vederseli assieme davanti e poi seduti affianco, BaruchSchlosser stava intensamente lavorando, col laptop, sui suoi libri e saggi.

Come parlasse tra sé e sé, BaruchSchlosser continuò:
- “Una costruzione che dichiara di smontare un falso, ma sembra ricostruirlo pur senza ricostruire nulla, sembra una ritenzione del seme, senz’orgasmo, d’un impotente, un’impossibilità.

IsaacPalenciaContini si disse che NorbertoEcco aveva abboccato e che ora era il suo momento per la sua missione. Per cui si lanciò in un provocatorio:
- “Un racconto morboso e senza condanna dell’antisemitismo...

Era quello che BaruchSchlosser voleva:
- “Anzi, lo ricostruisce, lo ripropone. NorbertoEcco antisemita? Intenzionale o incosciente? Latente o subliminale? Arte della riproposizione o spirito del male sfuggito di mano? ...Sebbene, ad essere obiettivi, l’antisemitismo non è mai un problema. Lo sono gli Stati che poi lo usano contro i sudditi, o taluni d’essi, quando fa comodo. L’antisemitismo è lo slogan dei tempi per bloccare ogni discussione. Si sono costruiti la colonia dell’Impero USA nel medio oriente e ‘l’antisemitismo’ è divenuto lo stigma di tutti i nazi-‘meregani contro gli altri nazi d’altre sponde sponde, ...inglesi ed altri...”

NorbertoEcco stava rapidamente fumando, ...non tabacchi..., la testa era come gli fumasse. Al ché, prima che arrivasse ad una qualche esplosione, BaruchSchlosser si rivolse all’IsaacPalenciaContini e diretto-diretto:
- “Se MikySantargento t’ha incaricato di intervistarlo, alias inquisirlo, per conto della Polizia Segreta del Presidente...” 

Spiazzato, mentre si pregustava un possibile successo della sua missione, IsaacPalenciaContini sbottò in un difensivo ed imprudente:
- “Non me l’aveva detto che era per...”

Quando si interruppe era troppo tardi. Aveva confessato. Al sentire ‘MikySantargento’, NorbertoEcco si fece cupo. L’adorava quando si lanciava nelle sue filippiche macabro-ilari contro, sebbene sentire che il Presidente lo aveva fatto mobilitare per inquisire informalmente lui, lui il grande grandissimo NorbertoEcco...

BaruchSchlosser non fece in tempo a concludere:
- “...intervistalo direttamente, se lui vuole... ...Io posso anche dire cose non gradevolissime, ma lo faccio solo per dire... ...Non devo riferire a nessuno, né avere mance da chi debba riferire ad altri per fini magari alla fin fine neutri, ma di sicuro non nobili... ...Ringrazio per poter esser venuto qui, posto confortevole, ma ero stato chiaro chiarissismo subito...”

...BaruchSchlosser non fece in tempo a concludere, che IsaacPalenciaContini, avendo pure la percezione che NorbertoEcco volesse farlo a pezzi, si alzò, col solito trucco del telefonino e della telefonata immaginaria, e sparì, stavolta per sempre. Confidava, forse, se ci pensava ancora, nel registratorino sebbene a quel punto non doveva avere certezze di ritrovarlo. In realtà, aveva già pressoché deciso di scrivere un rapporto ‘poliziesco’ a MikySantargento dove si inventava un suo NorbertoEcco, una cosa del tipo: ‘quel che il NorbertoEcco non vi direbbe mai, ma io IsaacPalenciaContini ho piazzato dei microfoni a distanza ed altro per cui vi dò il vero IsaacPalenciaContini nel confessionale’. Tanto chi poteva controllare? Anche lì lui fosse stato sotto sorveglianza, chi poteva dire che strumentazione o tecniche avesse usato? Anche l’avessero mai messo alle strette, cosa improbabilissima, poteva raccontare quello che voleva sulla sua metodologia e techiche di raccolta delle informazioni sul target, su NorbertoEcco. ...Poi, ora che quel diavolo di BaruchSchlosser, che sembrava informatissimo, o che comunque le azzeccava, aveva detto che lui era stato mandato lì perché dalla Presidenza volevano un’informativa verosimilmente generale e generica, probabilmente una cosa di routine, sul vero NorbertoEcco sempre più fenomeno mondiale...  

NorbertoEcco s’era detto che quello show (quello scontro tra due) poteva anche essere tutta una sceneggiata, sebbene fosse improbabile lo fosse davvero, e che, comunque, stavano discutendo di romanzi, dei suoi romanzi. Se qualcuno avesse voluto fargli del male, se lo potevano pure inventare quello da riferire su di lui. Senza dire nulla sullo scambio di battute tra BaruchSchlosser e IsaacPalenciaContini, rispose alle ultime osservazioni di BaruchSchlosser:
- “Se scrivo di escrementi, non potete accusarmi dell’esistenza o dell’uso degli escrementi. C’è sempre qualche lanciatore d’essi, anche non se ne parlasse mai. Piuttosto mi chiedo perché cercate d’accollarmi responsabilità ch’evidentemente non ho. ...Qui, comunque, retrodato l’antisemitismo...”

- “Figuriamoci... Nessuno sa che sia l’antisemitismo. Oramai è divenuto uno slogan, da quando esiste Israele come colonia USA, una macchinetta tappabocche, usata da tutti i fasci ed i nazi dell’universo. È servito per criminalizzare la Germania che aveva le stesse gravissime colpe di tutti gli altri. Fu solo un fatto tecnico che essi distrusse, assieme coi sovietici, gli anglo-americani ed appendici indigene varie degli uni o degli altri, l’ebraismo dell’Europa centrale e dell’est. I circoli industrial-finanziari americani che volevano creare Israele come base USA in Medio Oriente e come centro poliziesco dell’ebraismo mondiale, decisero di liquidare la vera centrale ebraica mondiale, quella centro-est europea, sì che l’ebraismo si riducesse ad Israele ed agli USA, allo ShinBet-FBI. Ecco a che s’è ridotto l’ebraismo mondiale, ...all’FBI-ShinBet coi rabbini ed altri come appendici. Ecco perché i sionisti e gli industriali e finanzieri antisemiti USA dovevano distruggere l’ebraismo europeo. I nazi furono solo gli esecutori fessi, vittime della loro stessa propaganda oltre che macellai sul campo, ...coi russi che, essendo tra i vincitori, non dovettero renderne conto a nessuno. Questo non potevi dirlo sennò non ti pubblicavano. Potrebbe mai il povero NorbertoEcco scrivere le cose come stanno, non farsi più pubblicare da nessuno e pubblicarsi da solo in rete? Mannò, questo potrei farlo io, ...sapessi mai scrivere!    
“Tu non retrodati nessuno antisemitismo o antiscemitismo vero od immaginario o di comodo. Tu retrodati solo I Protocolli. ...Cose già tutte note... E sposti le responsabilità dal Times, che li accredita e trasforma in fenomeno culturale di massa, ad uno pseudo-agente dei gesuiti ed ebreo, o possibile ebreo, o para-ebreo, fosse il Cagliosto un truffatore od un nobile genio od entrambi o altro. Ti immedesimi talmente, che Cagliostro diviene NorbertoEcco e NorbertoEcco diviene Cagliostro.”

NorbertoEcco, con voce quasi piagnucolante:
- “Oh, certo, mi si demonizza per linciarmi. Il truccheto retorico di chi mi obietta queste cose è fin troppo manifesto. Lo si potrebbe dire di qualunque scritto e di qualunque scrittore o estensore. Io, semmai, prendo I Protocolli e li affondo nella sub-cultura massonica.”

- “Caro NorbertoEcco, la massoneria non è mai esistita. Anzi, solo nei romanzetti. Creata e manipolata dalle polizie, come sempre succede s’è creata una falsa coscienza, una pseudo-cultura. Dato che gli esoterismi esistono e sono una cosa seria (ma solo quando ben lontani dalla pubblicità, dal controllo e dunque esclusivamente individuali), le società segrete para-poliziesche, milizie rotte ad ogni crimine e demenza, si richiamano ad esoterismi senza neppur sapere di che parlino. I galoppini dei poteri hanno prodotto una letteratura enorme su esoterismi che non potevano né capire né padroneggiare. Il lettore medio, l’individuo medio, ed anche quello avanzato o smaliziato, non riesce in genere a distinguere gli esoterismi e le religioni veri, veri nel senso di fondati su spiritualità e simbolismi che funzionino anche nei loro aspetti tecnici ed operativi (...la produzione d’un qualche benessere...), da tutte le costruzioni che li hanno inquinati e strumentalizzati per fini di oppressione. ...Se il 99% delle religioni e dei religiosi, laiche e laici inclusi, appunto pseudo-esoterismi e massonerie, servono a ciò, anche se v’è ovviamente pure dell’altro nelle religioni.”  

NorbertoEcco sconsoltato:
- “Ecco, avrei dovuto scrivere di drammi di troie sconsolate...”

- “Ma va... Il vero dramma di una troia è quando vorrebbe continuare a darla a tutti ed, invece, nessuna la vuole più... Alcune che avevo conosciuto, le ho ricercate su facebook per vedere che faccia avessero ora. Alcune hanno facce deluse ed inacidite. Altre ancora evitano addirittura di mettere la faccia scrivendo sono sono bellezze dormienti. Deve essere un neologismo da bar per dire che aprono le gambe ma in mezzo non ci si infila più nessuno. ...Eppoi, dai, caro NorbertoEcco, almeno almeno avresti dovuto ambientare la cosa in un qualche castello medioevale. ...Chissà quanti film da cinema d’essai hanno già fatto sul tema... Eppoi, tra conventi, frati, vescovi, papi e complotti, il tema sarebbe stato ancora piu scottante che i tuoi soliti, con in piu una sicura accusa di pornografia. Io, a volte, mi diletto a scrivere para-pornografia variamente macabra che non so bene cosa vorrebbe essere anche se, in genere, so che messaggio vorrei lanciare sempre che non sia auto-giustificazione per pure provocazioni... ...Certo, la provocazione è già, di per sé, un motivo per scrivere, se ad uno viene voglia di provocare, ...sempre che occorra mai un motivo. ...No, non mi ha mai appassionato provocare. M’ha sempre appassionato cercare di far pensare, nonostante la conferma che alla gente faccia paura pensare, per cui i paradossi non vengono capiti. ...Che è poi un modo di far pensare me stesso... Quando uno vede le sciocchezze scritte da un CesareBattisti (non quello storico, ma il delinquentucolo laziale dei servizi italioti, frankioti e brasileiri), e le compara alle tonnellate di cose scritte e pubblicate su siti letterari od in proprio, che non sono di certo meno e pure senza il dispendio della maccina editoriale di cui snodo chiave sono i riscrittori (per cui lo scrittore fornisce un prodotto, ma poi se ne pubblica un altro ...sulla sua trama sempre che essa sia afferrata dal riscrittore, cosa che spesso non è), uno si chiede se la scrittura ufficiale, quella da case editrici e che va su carta e viene pubblicizzata non sia solo un modo di polizie segrete per retribuire loro cooperanti, cooperanti in vario modo, usando privati (largamente sussidiati con soldi pubblici) che, per qualche loro sgiribizzo, quando non siano impersonali corporations al servizio di qualche finanziere o di qualche ‘impresario’, cui sono capitate tra le mani, hanno deciso di dedicare la vita a censurare il prossimo e pure guadagnandoci, quando riescono...”

- “...Lo dicevo che scrivi...”

- “Eddai, te l’ho già detto... Comunque, se vuoi indagare, basta google. Quanto agli pseudonimi, a meno che uno non abbia proprio manie da agente segreto o qualche vera ragione di segretezza, sono solo un modo per sentirsi veramente liberi nel momento della scrittura, soprattutto quando si facciano sperimentazioni linguistiche e tematiche, e s’usino linguaggi non convenzionali. In tal caso, uno vuole sentirsi assolutamente non condizionato nel momento nella scrittura, sebbene poi voglia farlo sapere d’essere lui sotto altro nome per cui uno crea, del tutto intenzionalmente, le associazioni per farsi scoprire.

- “...A te posso dirlo, BaruchSchlosser. ...Per me è stato sia un bisogno (anzi avrei voluto passare la vita a scrivere romanzi, ma uno non diviene importante solo coi romanzi, o solo raramente) che un naturale sviluppo del mio lavoro some semiotico.

- “...Meglio che io taccia... ...Chi è quel ricercatore di Torino, ah Nunzio Dell’Erba!, che va a dire in giro che il tuo ultimo è un libro troppo difficile perfino per il lettori più preparati? Lo sai che vuol dire con quel ‘difficile’? Vuol dire che non ci si capisce un cacchio, secondo quello. Io, non preoccupandomi, quando leggo, del lettore medio, lo ho invece trovato interessante e divertente, pur a prescindere da tante cose che, valutandolo razionalmente, se ne possono dire e che ho, in parte, detto...”

- “Nunzio Dell’Erba chi, quello con quell’aria che sembra vagamente Gramsci? Avrà la stessa supponenza del sardo. Sarà invidioso che io vendo mentre lui è ancora ricercatore a sessant’anni nonostante si conclami allievo di Bobbio.”

- “No, quello è ancora inquadrato come ricercatore solo perché è siciliano. Lo sai come sono a Torino. Spingono avanti i loro, i torinesi e piemontesi.”

- “Ah, un mafioso!”

- “Mannò. È della provincia di Catania... ...Scusa, carissimo NorbertoEcco, perché hai attinto da Biarritz. Romanzo storico-politico, 1868, di Herrmann Ottomar Friedrich Goedsche, alias Sir John Retcliffe, il già postelegrafonico agente provocatore della polizia prussiana, anti-inglese ed anti-semita?”

- “Ma che ne so io di quello! ...Eppoi, quello è un romanzo scopiazzato.”

- “Non il capitolo aggiuntivo che, guarda caso, si intitola Nel Cimitero Ebraico di Praga. Ah, c’è dell'altro... Descrive una società segreta giudaica, Il Consiglio dei Rappresentanti delle Dodici Tribù d’Israele, che si riunisce nel cimitero la mezzanotte di ogni anno per la riunione annuale. La riunione da lui rappresentata tratta appunto del progressi della loro operazione di lungo termine per stabilire la loro dominazione mondiale. Le cose da lui descritte sono le stesse che si ritrovano poi, più ripetitive e confuse, nei Protocolli. Il presidente della riunione, Levit, espresse, alla fine della stessa, l’auspicio che loro sarebbero divenuti Re del mondo nel giro di cent’anni. ...Un soviet reale, forse... ...perché tutti Re...”

- “Nella descrizione della riunione, Goedsche attinse pesantemente sia da Alexandre Dumas che da Maurice Joly, Giuseppe Balsamo e Dialogo all’Inferno tra Machiavelli e Montesquieu. Dopo la morte di Goedsche, un estratto di questo capitolo sulla società segreta giudaica circolò nelle Russie. Su di esso, Matvei Golovinski costruì I Protocolli dei Savi di Sion.”

- “E tu vai a raccontare di essere stato il primo ad avere scoperto il ruolo del romanzo di Dumas? È tutto pubblico e da tempo. E tu ben lo sapevi!”  

- “Ma io v’ha messo tutta la mia profonda cultura. E poi v’ho scritto una storia avvincente che spiega i complotti.”  

- “Ah, riinsisti... ...A parte che non spieghi né i complotti né quel complotto, la tua è solo una variazione sul tema. Nulla di male, naturalmente. Forse, sarebbe stato più semplice dirlo.”

- “Ma, io spiego i complotti!”

- “Non spieghi proprio nulla. I complotti sono le routine degli Stati od, eventualmente, di entità simili. Capito e scritto questo, si può poi vedere come s’articoli ogni singola operazione. Non scrivi la base, i fondamenti. Sui Protocolli non c’è nulla da scrivere. Non servono a nulla.”

-“...L’olocausto!”

- “Riinsisti... Ma figurati. I genocidi non hanno bisogno di testi giustificatori. I Protocolli non lo sono rispetto al genocidio tedesco-inglese-russo della cultura ed etnia yiddish dell’Europa dell’Est e Centrale, e di una grande percentuale di ebrei europei. Quell’operazione russo-inglese è ancora da scrivere. I russi non volevano ebrei, o meno possibile, nei territori regalati loro dagli anglo-americani. Gli anglo-americani volevano assecondarli in ciò, mentre gli USA pensavano alla loro provincia ebraica in Medio Oriente. Tutti convergenti nel liquidare l’ebraismo europeo. Che è quel volevano i sionisti stessi, per far divenire il loro futuro piccolo Israele il centro dell’ebraismo mondiale. Ha salvato più ebrei la Chiesa cattolica, od anche solo qualche indipendente, che tutti i sionisti e gli Alleati messi assieme. I sionisti chi hanno salvato? Nessuno! Pensavano solo a fare i mercenari inglesi sperando di averne qualche vantaggio a guerra finita, cosa che non fu. Intanto, cooperavano, col loro complice silenzio, all’inattività Alleata rispetto alla liquidazione tedesca, anche alla russa, dell’ebraismo europeo. Che fine hanno fatto, a guerra finita, tutti i kapo e poliziotti ebraici, e tutti gli altri collaboratori ebraici dei nazisti? Silenzio. Amnistia di fatto. Tutti erano complici del massacro nazista per cui accollarono ai tedeschi (dimenticandosi gli austriaci che furono i veri responsabili operativi del tutto) tutta la responsabiltà, che in realtà era invece diffusa.”

- “Ma...”   

- “Nulla di male, ripeto. Uno può scrivere un romanzetto od un romanzone su quel che vuole.”  

- “Ma la mia è un’operazione culturale!”

- “Tutto è operazione culturale. Quando qualcosa viene presentata come tale, è in genere pubblicità dell’editore che vende di più se il consumatore viene convinto di acquistare non una merce bensì un feticcio.”

- “Mi attaccano, perché sono il più grande. È solo invidia!”  

- “Non ho capito perché te la menino perfino sul pesce spada a’ sammurigghu. Forse, in altre zone, nel catanese?, avranno pronunce differenti, ma la tua traslitterazione dovrebbe essere giusta. E chi lo dice poi quale sia la giusta... ...Te la menano pure sull’azoto nell’urina. L’azoto nell’urina aumenta se i reni funzionano male. Invece, diminuisce con dieta ipoproteica ed in caso di varie serie patologie. Anche uno scrivesse le cose più differenti come si fa a sapere se l’autore intendesse fare lezioni di scienza e scienze oppure se volesse che uno dei protagonisti dicesse proprio quello che ha detto, preciso o meno che sia?!”

- “È chiaro che dà noia che io sia originale.”

- “Anzi! Quello deve avere qualche altro problema. Ti accusa di non originalità, di inaccuratezza storica sugli ebrei torinesi, d’inconsistenza della trama, d’ignoranza storica piu in generale... Non gli va bene nulla, dal punto di vista del romanzo storico. ...L’avessero lanciato contro Manzoni, Stendhal, Scott, li avrebbe fatti a pezzi!”

- “Che ti dicevo?! Sono invidiosi della mia grandezza e fama...”

- “Scusa, esimio NorbertoEcco, ma perfino quella cosa tanto abusata, oleografica, manzoniana o defoeiana forse, del romanzo ritrovato anche se qui antropoformizzata... Non era più originale, nel senso che non ci sarebbe stato il sapore dello scopiazzo, un forma diretta del tipo ‘io stavo scrivendo’ oppure l’indiretta de ‘il tal dei tali stava scrivendo’ e raccontare quello che intanto hai raccontato? Dunque una prima od una terza persona ma senza quella cosa che rimanda subito ad altri, predecessori, e che dunque sa di tecnica abusata e da te scopiazzata, dell’anziano che stava scrivendo ma con un esterno narratore che riporta. Ecché, il lettore non lo sa che se legge è perché qualcuno ha scritto? Devi crearti, tu narratore, come personaggio interno al romanzo? Anzi, ancora peggio. Dopo una descrizione forse barocca, troppo ricca, dei luoghi, c’e l’anziano che scrive, il visitatore che sbircia sopra le spalle e tu, il narratore, che riferisce e talora riassume. Ma va...”

- “Vuoi mettere? È una trovata davvero geniale. Non il testo ritrovato. Non io che riferisco di un altro. Ma io che riferisco di uno, ipotetico, che sbircia sopra le spalle di uno che scrive!”

- “Nel prossimo aggiungerai uno che riporta quello raccontatogli dallo sbirciatore? ...Davvero ardito, mio caro NorbertoEcco, visto che il narratore riassume in cinquecento, cinquecento!, pagine, immaginarsi uno che sbircia magari tra le seicento e le mille pagine che il vecchio scrive. C’è pure da immaginarsi che lo sbirciatore sia arrivato appena il vecchio iniziava a scrivere. Si saranno pure accordati sui sonni, pasti, andate al gabinetto ed altre interruzioni sì che lo sbirciatore potesse sbirciare tutto... Sì lo so che lo sbirciatore è ipotetico. Ma prima ci conduci nei vicoli del centro Parigino e ci fai raggiungere Impasse Maubert, dove c’è il rigattiere temporaneamente chiuso per assenza del proprietario. Sebbene solo a pagina 58 del .pfd si scopra che il cartello era senza data: ‘Il proprietario sarà assente per un mese’. Poi inizia la finzione, vaginale direi, del se potessimo entrare e se potessimo entrare ancora nei meandri della bottega del rigattiere. Infine, il vecchio seduto che scrive. Alla prima od alla terza persona bastava dire subito ci fosse il vecchio, rigattiere od altro. Troppo semplice. Per cui si crea l’aspettativa che vogliamo scoprire chi è. Maddai, uno vuole la storia, scoprire come funzionano i complotti, o la storia segreta di quell’epoca, senza doversi pure preoccupare chi sia lo scrivente da cui si copia, sia riportando tale e quale che riassumendo. Eddai...

NorbertoEcco, rossissimo e nerissimo, sembrava un vulcano fumante sull’orlo di un’improvvisa eruzione. O, forse, di implosioni.

BaruchSchlosser gli lanciò une di quelle sue occhiate indifferenti. Ne doveva ben essere divertito.
- “...appunto, pure quella pseudo-suspense sull’anziano scrivente. In un film d’azione interessa l’azione, non le menate su scrittori e sbirciatori a meno che non siano interni alla storia. Ma qui son come cornice, incluso lo scrivente da scoprire chi è. Se non altro, infine, s’inizia. È il 24 marzo 1897. ...Non sono sicuro che un ebreo tedesco ed uno austriaco fossero la stessa cosa allora. Nel dubbio, non l’avrei messa a quel modo... Meno male che nessuno gli abbia suggerito in un confessionale di scrivere la propria storia. Anche se non capisco uno che si metta a scrivere la propria storia dopo esserselo fatto o lasciato suggerire, poi dice ‘istigato’, da un ebreo, un dottore, sebbene odii gli ebrei. Sarà la tecnica dell’accumulo dei misteri... Se si crea un personaggio che odia gli ebrei, gli si fa scrivere la propria storia  per altri motivi o, se connessi ad un ebreo, perché qualcosa fatto o detto da un ebreo gli ha fatto venire l’impulso di scrivere le propria storia... Troppo semplice! Voi scrittori o scriventi dovete contorcela. O ci sarà di sicuro qualche significato nascosto che non posso, io, certo capire. Intanto l’ebreo, da tedesco od austriaco, diviene austriaco o tedesco, e lo scrivente risolve il suo odio-amore trasferendo sul nonno la responsabilità di aver odiato gli ebrei e di avergliene instillato l’odio.”

- “...Suppongo che pure la parte sulle razze...”

- “Voi dire gli impropéri? No, no, anzi! Trovo quella parte straordinaria. Avere iniziato con quella, o come discorso, o come esplosione, o come testo che il protagonista stava scrivendo, avrebbe condotto il lettore, diritto, in un turbinío di movimenti e d’azione. È una parte godibilissima e dove uno può mettere quel che vuole tanto sono gli improperi di uno che li ha sentiti dal nonno. Anche se hanno impressionato ed appassionato i criticoni eccitati dalla composizione percentuale del piscio. ...È una parte davvero eccellente! E subito dopo il grande mistero, a pagina 23 del file .pdf. Il protagonista è un falsario e neppure dei peggiori, uno che falsifica calligrafie. Non è neppure un intellettuale che scriva balle! Appunto, ben lo si poteva dire all’inizio, oppure evitarsi la premessa localizzatrice e dirlo dove lo si è detto senza annunciarlo prima. Ed, a pagina 25, pure il nome, Simone Simonini. S’arriva alla fine del secondo capitolo abbastanza bene. Forse uno scrittore, solo scrittore, e non anche professore e genio, sarebbe stato un po’ meno formale e pedante, ma non è detto. Pure la trovata delle schizofrenia non so se uno scrittore puro l’avrebbe presentata differentemente, ma non è detto. Non è invece male che il protagonista scriva come forma di auto-psicanalisi, dopo che s’è scoperto schizofrenico grave. ...Altre cose, invece... ...Che Mordechai, da Damasco, poi stabilitosi a Torino dopo aver tradito, pur sotto tortura, suoi correligionari poi condannati a morte, e che a Torino viveva in una lurida stamberga senza finestre, fosse, non si sa come, divenuto il capo segreto dei framassoni da Napoli a Londra, è una cosa che non sta né in cielo né in terra. Ciò non toglie che, comunque, chiunque creda può metterla in bocca ad un personaggio di un romanzo. ...Sempre che poi si spieghi che non può essere, se uno vuole mostrare come i complotti funzionino e non funzionino... ...Il complotto carbonaro, il capitolo cinque, è un modesto raccontino che scorre senza problemi apparenti. Ma non certo dal punto di vista dei circoli carbonari. Dà un’idea di come Uffici Speciali di Polizia lavorino. Ma non dà nessuna idea di come ci sia chi abbocchi. Il rivoluzionario non solo è fabbricato da fonti di Stato ma, nel caso, obbedisce a fonti di potere che reputa più forti dello Stato ha di fronte. Il rivoluzionario, quello nell’accezione corrente, è sempre un conformista, un ometto piccolo-piccolo che non capisce bene quello che fa e manovrato da fonti di potere lo schiavizzano facilmente. ...Un palloncino floscio riemito da qualcuno e di qualcosa. Se vittorioso diviene burattino delle peggiori burocrazie preesistenti, fino alla liquidazione fisica quando non serve più, cioè se non è abbastanza manipolabile. Se perde, rischia pure di divenire un fesso trasformato in grande immagine (da libri, film e magliette) per manipolare altri fessi. Il rivoluzionario è spesso troppo idiota per comprendere di essere manipolato. Tuttavia, non obbedisce alla cieca. Non fa nulla senza essere convinto di esser coperto da qualche potere superiore. Lo chiama ‘la Storia’, magari, che ha poi la faccia della rete di condizionamento che gli si crea attorno. Il rivoluzionario è uno che se le dice e che le conta, ma che poi si barcamena e si fa barcamenare. Il militante è uno che chiede in continuazione e chiacchiera in continuazione. Non esiste l’obbedienza fideistica. Nessuno gli obbedisce davvero. Non esistono i dittatori. Certo, tutti dicono signorsì ma poi fanno o non fanno quel che vogliono. Anche il dittatore può dar ordini, al massimo solo a sé stesso. Se vuole essere sicuro che qualcosa sia fatta, e come lui vuole, se la deve far da solo. Per cui, quel che può davvero fare è proprio poco. Se uno in una qualche posizione di potere ha delle persone che gli obbediscono ciecamente, esse sono proprio poche. L’obbedienza cieca è una strada a due vie. Uno obbedisce ciecamente perché ha un preciso tornaconto. Per cui, chi ordina deve pure compiacere l’esecutore. Ecco che l’obbedienza diviene molto meno cieca e che chi obbedisce ha un potere rilevante su colui ordina. L’esecutore, sia esecutore di strutture di potere formale che di strutture cosiddette rivoluzionarie, o si ritiene coperto, per cui alla fine o la fa franca o comunque vince (almeno nelle forme), oppure non si lascia abbindolare senza che gli se la sia raccontata in modo credibile e senza che veda una qualche autorità, autorità reale, in chi dà ordini. Nessuno va al suicidio. Oppure, se ci va, è perché credeva di trarne grandi profitti personali dalla via che invece l’ha portato al suicidio. ...Per cui, NorbertoEcco, la tua, da qualunque punto di vista la si guardi, non tiene come analisi dei complotti o come mostra di come i complotti funzionino. Non regge come vengono presentate le organizzazioni cospirative nel raccontino. Possono anche andare bene in una favoletta senza pretese. Non per svelare o denunciare alcunché.”  

- “...Eppure ho fatto delle accurate ricerche storiche...”

- “...La storia la si deve saper e voler leggere. Altrimenti si mettono solo il fila le cose più correnti... ...Dunque, nel racconto, nel romanzo, il governo piemontese si propone di minare la fiducia nell’amministrazione garibaldina. Era davvero garibaldina od era la stessa amministrazione borbonica già presa in mano dai funzionari piemontesi già nel cerchio ristretto di Garibaldi? Esisteva un’amministrazione garibaldina? ...Già... tu ti riferisci ai soldi per destinazioni militari... Aveva Garibaldi il vero controllo dei soldi lo seguono? Siamo sicuri? ...Nel tuo racconto, per questo il governo piemontese manda anche il Simonini per raccogliere o fabbricare materiale all’uopo. Siamo proprio sul minimalistico. Giornalisti con ordini precisi potevano fare la stessa cosa. È il loro mestiere. Non occorreva un grande agente segreto. Tanto più che hanno già dei loro, ufficiali savoiardi, al seguito di Garibaldi e come suoi principali comandanti. Tu stesso parli dei soldi a palate con cui, non certo le forze oscure, ma inglesi e piemontesi avevano corrotto il fortissimo esercito borbonico che sapeva che il Regno delle Due Sicilie era comunque destinato alla scomparsa visto che così era stato deciso a Londra. Dici che fanno passare questi soldi nella contabilità di Garibaldi? Non avranno operato direttamente, con loro agenti e pagatori? Era credibile un garibaldino che offrisse soldi ai borbonici dopo esserseli fatti dare da Ippolito Nievo?”

- “Non potevo mica mettermi contro la Storia corrente...”

- “Non esiste mai una sola Storia, anche se esistono storie ufficiali per indottrinamento. Allo stesso tempo esistono tante di quelle ricerche su tutto e su tutti... ...Mio caro NorbertoEcco, il risultato, non delle ricerche accurate che sono sempre ottime da farsi, ma dell’autocastrazione intellettuale, è un il tono della narrazione, non solo i contenuti, da verbali di questurino che abbia fatto il classico o da carabiniere perito turistico. Il capitolo 8, la liquidazione dei materiali contabili con dintorni, la nave su cui erano Ippolito Nievo incluso, è plausibile per quanto... ...Un provocatore che arruola due anti-garibaldini ed anti-pienontesi, e pure un marinaio corrotto, e li usa a quel modo liquidandoli (uno si liquida da solo nella missione suicida a sua insaputa) per non lasciare testimoni. Tuttavia è un po’ difficile a gestirsi un’operazione a quel modo, visto che c’è sempre qualcosa vada storto in quelle cose, soprattutto con le tecnologie di quei tempi. Tuttavia, magari con qualche aggiunta, o con qualche tecnologia differente dalla rappresentata... Se davvero, come risulterebbe da ricerche sul campo, vi fu un’esplosione dolosa alle caldaie e con nessun sopravvisuto, nonostante le condizioni del mare tranquille... ...Il servizio segreto inglese operava ottimamente già all’epoca, anche come stragi ed esecuzioni. Lì, la sola cosa che importava davvero sopprimere era la prova documentale dei decisivi finanziamenti inglesi e para-inglesi all’operazione terroristica dei garibaldini e le somme elargite per comprasi vittorie a valanga, o forse altro visto che mi sembra inverosimile che si lasci la prova contabile di tali operazioni super-clandestine all’interno di un’operazione terroristica. Oppure Ippolito Nievo era stato particolarmente pedante, dunque idiota, ed aveva scritto cose da non scriversi. Un furto avrebbe sollevato il problema di ‘a chi giova’. Mentre l’affondamento casuale di una nave di linea con, sembrerebbe, 29 membri dell’equipaggio e 16 passeggeri (c’è chi scrive di un’ottantina, mentre qualcuno, chiaramente sbagliandosi parla di 600)... V’è una lista dei passeggeri mentre l’equipagio resta misterioso, sebbene il Regno del Sud fosse piuttosto evoluto e registrasse tutto. Dev’essere stato davvero un bel botto ed un affondamento veloce se non vi furono sopravvissuti... Tra l’altro, a un 200 metri da terra, per cui non dev’essere stato difficile attivare una bomba e allontanarsi in barca. Ad un agente segreto inglese o altro sarebbe bastato avvisare il comandante che doveva sbarcare non visto e non rilevato a seguito di un’importante missione e senza che la nave si fermasse... Oppure... ...Oppure sono operazioni che si fanno d’intesa col comandante della nave. Certo che, per non essersi salvato nessuno a soli 200 metri da terra, pur nelle acque non caldissime di un 4 marzo... ...Ma in Sicilia, non in Islanda. Li avevano chiusi tutti prima di allontanarsi? Avvelenati? La contabilità è stata portata a Londra?  La cosa fosse andata male, potevano sempre organizzare qualcosa a Napoli od altrove. Il caso non esiste in eventi troppo perfetti e troppo inverosimili.”

- “Io ho preferito andare sul sicuro e farli morire tutti e di mano loro, seppur d’inganno.”

- “Appunto, NorbertoEcco, te la sei cavata col complotto ordito da un singolo agente che aveva lavorato d’inganno. Guarda, se c’è una cosa che proprio non torna è l’agente che tende la trappola e che, poi, se ne resta sicuro ad aspettare per un’operazione che doveva riuscire al 100%. All’epoca non v’erano le tecnologie a distanza d’oggi. L’agente segreto dell’operazione era a bordo e s’è salvato, magari con la contabilità. Anche non uno solo, ma non irregolari. Oppure, se v’eran irregolari sono stati liquidati pressoché subito. Quelle sono operazioni che si fanno con la complicità del comandante della nave, che poi, eventualmente, si sopprime o si manda distantissimo (in nuovi mondi), riempito di soldi e con identità differente. Qualche ricerca su equipaggio e passeggeri (Nievo e la scorta, suppongo, più altri) potrebbe dare elementi decisivi. Od, anche, esiste forse una soluzione più semplice. Una cannonata. Una o più cannonate. Dovrebbe essere valutata facendo visionare la caldaia ‘esplosa’, se non polverizzata dall’acqua marina, da qualcuno in grado di valutare se, colla tecnologia dell’epoca, essa sia compatibile con una cannonata. Certo che se una procura vostra aprisse un’indagine per strage. Ma a quel punto, tra inglesi e CC... No, meglio non ci siano di mezzo procure vostre. Sarebbe più indipendente una procura congolese con investigatori congolesi.” 

NorbertoEcco era tutto congestionato. Si stava chiedendo dove le pensasse quel diavolo di BaruchSchlosser.

- “NorbertoEcco... NorbertoEcco... Lunedì 4 marzo 1861. Palermo soleggiata. Vascello Ercole, a vela ed a vapore. Con due grandi ruote laterali. Di costruzione inglese. Parte alle 12:55 e deve essere a Napoli il giorno dopo. Mare calmo sia a Palermo che a Napoli. Tempeste nel mezzo, suggerite da qualcuno, sarebbero state dimostrate come immaginarie. Bugie per confondere. Tutte le altre navi, partite di tre ore in tre ore, arrivano. L’Ercole no. Qualcuno dice che sia stata rilevata, nel fondo del mare, la caldaia esplosa. Altri lo negherebbero. Del resto, solo una caldaia esplosa o peggio (pesantemente e rapidamente cannoneggiata o fatta esplodere nel mezzo) avrebbe potuto affondarlo rapidamente. Aspetto del tutto non atipico, che la nave dovesse affondare era risaputa. Il console amburghese Hennequin, che a Palermo curava gli interessi del governo inglese, aveva cercato di dissuadere Nievo dall’imbarcarsi su quella nave. Gli inglesi e connessi non ce l’avevano con lui personalmente. Solo con la ‘sua’ contabilità. Ci sono pure delle altre strane coincidenze, come se in ambienti ospedalieri palermitani (o almeno da parte del chirurgo Enrico Albanese) fosse risaputo che la nave sarebbe affondata.”

- “Ma tu dove le trovi quelle cose?!”  

- “È una differenza di metodo. Tu ti chiedi dove trovare le prove, prove d’archivio. In assenza ti adegui ai si dice, purché abbiano una qualche ufficialitá. Io mi chiedo dove trovare le prove e poi le valuto. Si tratta sempre di ricostruire un quadro che non solo sembri vero ma che possa esserlo, senza tarcersi né tacere i dubbi su tutto e su tutti. Guarda, è pure possibile che un mostro marino abbia ingoiato la nave, e che sia il console amburghese che il chirurgo che obbligò la futura sposa a farsi rimborsare il biglietto già comprato abbiano avuto solo delle premonizioni, o che le due storie non siano vere. Improbabile ma possibile, la cosa del mostro marino... Esplosione della caldaia che affonda la nave va intesa in senso lato. Nell’imminenza dei fatti si disse che solo l’esplosione della caldaia poteva affondarla. Anche altri, piu recenti, a tavolino, arrivarono alla stessa conclusione generale. Se aveva due grandi ruote laterali, un’esplosione al centro poteva spezzarla e farla colare a picco in un attimo. Se nessuno ha sentito l’esplosione significa che nessuno avrebbe sentito neppure una o delle cannonate. Per cui... Un vascello inglese può averla affiancata, cannoneggiata ed assicuratosi non vi fossero sopravvissuti. Gli inglesi sono sempre stati esperti in azioni pirata. Semmai qualcuno li avesse mai visti, non è che avessero bisogno di inviare una nave con insegne, bandiere e ufficiali in divisa, per tale operazione clandestina. Non era cosa da far fare ai piemontesi per il semplice fatto che qualcuno l’avrebbe raccontato ed in ambiente ricettivo e riprendere il racconto. Molto meno probabile per degli inglesi, o al servizio degli inglesi, operanti all’estero. Nel 1861, gli inglesi avevano già navi ad elica e con cannoni con proiettili esplosivi. Non era molto complicato ed era del tutto sicuro attaccare l’Ercole la mattina presto del 5 marzo, affondarla ed assicurarsi non vi fossero superstiti, od anche senza preoccuparsene se l’attacco fosse avvenuto al buio; resta il problema di come intepretare quell’assenza di superstiti per un banale affondamento vicino a terra. L’attacco a 200 metri da una punta terrestre da cui l’Ercole doveva passare rendeva del tutto sicuro l’attacco ed evitava improbabili ricerche d’alto mare dell’obiettivo. Tra l’agente non coperto che abbandona la nave, come avesse una missione a terra, dopo avere attivato una bomba, e un semplice attacco navale, tu vai a scegliere l’improbabile grande complotto psicologico d’un agente segreto a Palermo che turlupina dei creduloni che operano secondi i piani dello stesso. Variazione sul tema dell’agente a bordo è un commando costituito da una mezza dozzina o otto d’uomini dell’equipaggio che uccide tutti gli altri, mina la nave, sbarca e poi giura di non essere mai salito sulla nave il giorno prima ma di essere restato a casa. Tuttavia, qualcuno potrebbe essersi poi o prima confidato. Od anche più semplicemente, spariscono davvero raggiungendo l’America, cosa corrente all’epoca. Infatti vi sono problemi di numeri tra il numero d’uomini dell’equipaggio e quelli fatti risultare sulla nave proprio quel o quei due giorni.”          

- “Almeno c’ho messo del mio...”, tentò un imbarazzatissimo NorbertoEcco.  

- “Anch’io c’ho messo del mio. Una cosa è smontare e mostrare un complotto. Altra cosa è la grande astuzia dell’agente che resta a Palermo sicuro che tutto vada secondo l’inganno teso. L’agente segreto non lavora a quel modo. ...Sono burocrati che devono rendere conto ad altri burocrati... Neppure la realtà funziona a quel modo. Non è come al cinema dove ti fanno vedere l’azione, azione che senza grandi burocrazie che forniscono tecnologie, documenti e soldi, non sarebbero proprio possibili. Al cinema ti danno il formaggino uscito dal nulla mentre per produrlo occorrono grandi cooperazioni. Tu monti una storia troppo improbabile. Mostri piuttosto come un’operazione clandestina non si faccia. Altra cosa è il commando con parte dell’equipaggio e con agente segreto li comanda a bordo tra i passeggeri e che poi sparisce per sempre lontano pure lui. Io dico che più semplice e sicuro era attaccare la nave ed affondarla con una nave da guerra (od anche non da guerra; bastava che fosse ad elica e con cannone) tipo pirata, senza insegne e senza uomini in divisa. Ci fosse mai stato qualche testimone, si poteva diffondere la voce che si era trattato di un attacco di pirati borbonici. Resta il problema dell’assenza di superstiti così vicino a terra e non in acque glaciali. Evidentemente non ve ne furono, o furono silenziati, per cui si parlò di nave misteriosamente scomparsa, affondata. Oh, che caso, che era proprio quella con la contabilità garibaldina! ...La tua visione dei complotti, di come non smontarli, non smascherali, è del tutto tipica, caro NorbertoEcco! Dove si tratta di ordire un attentato ad un imperatore, a Parigi, ecco che pure lì manchi d’ogni finezza. Perfino peggio che nelle vicende palermitane. Uno sconosciuto che arrivi in mezzo a bombaroli, pur avvinazzati nel corso d’una lauta mangiata, si dichiari mandato dalla carboneria ed offra soldi in abbondanza per far fuori l’Imperatore di Francia, primo lo cacciano via a pedate, poi lo vanno subito a denunciare alla polizia e, se ne nessuno l’arresta, s’insospettiscono ancor di più e la bomba la mettono a lui. Tanto più che a questo genio lì catapultatosi fai dire che è in pratica mandato da ambienti prossimi all’Imperatore stesso, e che lo vogliono liquidare, per cui i sovversivi bombaroli per fare la cosa agli ordini del genio appena apparso sono coperti da qualche polizia segreta. Dai perfino il nome dell’agente doppio presso la Prefettura di Polizia. Non solo. Devono solo preparare le bombe e non preoccuparsi dell’attentato ma devono preparare le bombe dove ci sono già i volantini sull’Imperatore ucciso, ...sì che la polizia possa arrivare ed arrestarli tutti e per aver attentato all’Imperatore. E fai questa operazione del tutto ridicola, proprio poco dopo aver detto che i gruppi sovversivi son composti d’infiltrati, di imbecilli e di solo uno davvero pericoloso. 3+6+1. Lì, perfino gli imbecilli sarebbero subito scappati, dopo averti linciato sul posto. È vero che scoprire tali complotti frutta molto agli sbirri. Quella è l’unica parte realistica. Il resto è proprio del tutto senza valore, su come si montino complotti solo per scoprirli e guadagnarci. L’etero-direzione, pur non complicatissima come realizzazione, è appena piu sofisticata negli effetti. L’anche rozzo statista che dia rozzi ordini ad un rozzo ufficiale, e l’anche rozzo ufficiale che contatti il mafioso, il sindacalista, il professore, il funzionario di partito prossimo, possano avvicinare il gruppo terrorista, implica che poi si metta in moto una macchina di ruffiani con qualche viscida esperienza. Uno che ti metta una cassa di RPG sul tavolo e dica che si debba liquidare l’Imperatore o Moro perché un Andreotto lo esige, lo cacciano a calci anche i più ingenui sovversivi. I fessi, ed anche i geni, sono mobilitati tramite interfacce ruffiane che possano giustificare in modo credibile che facciano arrivare soldi ed armi, e pure coperture sul momento (fino a che fessi e geni non vengano liquidati dallo Stato). Per cui, anche se nella realtà, a volte, la facciano ancor più semplice e pasticciata, non la fanno proprio a quel modo inverosimile e da mettere subito in allerta le ‘vittime’. A livello di interfacce, c’è il viscidume appiccicoso e cui un po’ tutti s’appiccicano. Non s’appiccicano solo coloro che non giocano un gioco che sanno essere truccato, per cui scantonano se qualcuno cerca di tirarveli dentro.
“...Sempre distinguere se debbano inventare una banda tanto per riempire giornali, ed ora pure TV, o se debbano manipolare un gruppo per un’operazione vera ma di Stato.
“[1] Se un Andreotto deve far rapire ed ammazzare Moro e Bellinguer, chiama un colonnello Gugliemi o superiore che attiva i calabresi dei CC e gli infiltrati in casa, ed area stretta e larga, BR per eterodirigere ed aiutare i BR per l’operazione di Stato. C’è chi suggerisce e convince. C’è chi magicamente offre aiuti dicendosi sedotto da tali grandi rivoluzionari, etc. etc. ...Che, alla fine, anche quando capiscono, se lo capiscono, di essere manipolati, si autoconvincono d’essere almeno un po’ attori veri o di averne un qualche tornaconto di gloria.
“[2] Se, invece, lo Stato e le sue pedine devono montare le solite periodiche scoperte di pseudo gruppi neo terroristi ed altro, ecco che usano altri mezzi.
“Per ammazzare il giuslavorista del periodo, usano la procedura [1]. Per i soliti arresti periodici con ferrivecchi sepolti, e magicamente ritrovati e collegati agli arrestati, la procedura [2]. Quando Amato dice no per Borsellino, prima Scalfavo lo liquida dal governo e poi Borsellino può essere fatto saltare per aria. Mi sembra che con Maroni all’Interno le procedure [1] non siano state attivate. Biagi viene fatto far fuori quando all’Interno c’è il democristo, poi imberluskonizzato, boia del G8... Inutile fingere che Capo del Governo e PresRep, consultati, non abbiano detto: ‘Sia fatta la volontà di Dio’, sempre che non l’abbiano ordinato loro. Avessero detto no, sarebbe ancora vivo. Idem per tutti i casi precedenti. Nessun CC s’azzarda senza assenso, o non dissenso, governativo e presidenziale (il PresidenteRep, da Voi, è il governo formale e governo reale dal 1992-Capaci) a far nulla. Per delinquere di Stato devono ricevere ordini oppure chiederli, ma comunque sentendosi coperti dal Segreto di Stato. Sennò hanno troppo da fare di loro ...oltre al lavoro istituzionale. Le burocrazie sono corrotte e sceme, ma non del tutto idiote quando si tratta dell’autopreservazione. Non si mettono ad attuare stragismi, assassinii, persecuzioni, di loro. Sono già troppo accupate a magnà di loro, per avventurarsi in rischi di testa loro e senza coperture.
“...Il rivoluzionario, anche sofisticato... Mi vengono sempre alla mente il Mandello ed il Maitanno sull’Algeria... ...I quartini d’Algeria... Mille altri non sono differenti. Gli inglesi, coi CC e i caramba belgi, li reclutarono... Reclutamento largo... Un ENI li avvicina. Dei PCI pure... Offrono soldi e coperture... Anzi, erano già stati agganciati ed immelmati, sennò a quel punto avrebbero capito che era un gioco truccato e si sarebbero tirati indietro fossero stati puri ed onesti... ‘Noi vi sussidiamo una vita da intellettuali. Voi, quando vi chiamiamo...’ Ecché dovevano fare... Anzi, ciò che dovevano fare sarebbe stato andare a fare i formai... Che hanno fatto? Hanno cooperato coi servizi li comandavano, ...certo con interfacce per far salvar loro la faccia perfino con loro stessi... Ecché erano così idioti da non saperlo? Terrorismo anti-francese algerino, terrorismo di fatto pro-militariCIA (per giustificare le loro repressioni e golpe) in America Latina, etc etc. Arrivavano quello dell’ENI e quello del PCI... Qualche ‘suggerimento’ (gli ordini), qualche soldo per loro ‘per la rivoluzione’... Uno diviene traduttore di Trotskij in Italia senza conoscere il russo. L’altro grande economista rivoluzionario a Bruxelles, in realtà per scribacchiature da agit-prop brillante e nulla più... Ecché non lo sapevano che non c’era nessuna rivoluzione e quello era per loro il solo modo per non fare gli impiegati delle poste?! Ed i Moscatoni inviati dal PCI a controllarli? Ecché avrebbero fatto divenire professore uno antagonista al sistema? Profe per lo stipendio ed infiltrato tra i giudei Maitanno e Mandello lui antisemita nazi-comunista inviato dal PCI dei CC... E tutti gli altri, non solo quartini, ma di qualunque sponda, con l’eccezione, forse, di chi si pagava di tasca sua o di chi traduceva ma da lingue orginali padroneggiava? ...Non un Maitanno che traduce Trotskij ma non dal russo, mentre chi lo avrebbe potuto tradurre dal russo non lavorava perché i CC (tramite i loro) avevano imposto il Maitanno... E gli m-l, ancora più organici ai militari ed ai CC che altri (come barbara conformazione psicologica) che ad un certo punto proliferano con gran mezzi... E gli ‘spontaneisti’ eppur egualmente ben foraggiati ‘dal sistena’ proclamavano essere in procinto d’abbattere... Beh, tu ti sei prudentemente scelto complotti appena meno contemporanei...”

- “...Avrei avuto difficoltà a presentare un Marino come affiliato alla massoneria ed ai gesuiti...”

- “Non occorreva. Quello è un caso puro di come si fabbrichi chi serve. Viveva di rapinette dietro la copertura del frittellaio ambulante. Lo arrestano per quello, ma informalmente (‘ti arrestiamo come rapinettatore seriale, ma sono sciocchezze che non ci interessano davvero, e te femo pure benestante se cooperi ...oppure sei già rovinato’) e poi... L’ufficiale dei CC che ci passa le notti assieme doveva solo chiudere la pratica Kalabré da loro stessi assassinato perché aveva scoperto lo stragismo di Stato-CC. Quello sì che è un altro classico di complotti, per chi voglia smascherali e mostrarli. Fai le stragi coi neri. Quelli a contatto diretto coi CC vengono fatti fuggire all’estero con supporto NATO. Liquidi, coi neri, il poliziotto afflitto dalla sindrome d’ellecci, e dal complesso del Pinello, che smaschera i CC-neri con indagini sue ma se lo tiene per sé, anzi lo dice in famiglia e dintorni, ...anche ai superiori; ... per cui i CC e ‘le istituzioni’ vengono avvertiti. Poi arresti, incrimini e condanni coloro l’avevano sputtanato ma non ammazzato, tanto per chiudere il caso. Tanto quel Sofri doveva essere punito perché aveva rifiutato di far passare la sua ellecci al terrorismo (come invece voluto dai CC) ma anzi la dichiara ellecci-della-fika non dell’assassinio. Intanto, il terrorismo di Stato da nero diviene di para-Stato e di massa e soprattutto rosso. Moro è un altro caso da manuale per chi volesse fare seminari per dottorandi su come ‘lo Stato’-CC fabbrichi ed usi terrorismi, e poi li liquidi ma mai del tutto. I giuslavoristi vengono fatti fuori dal blocco burocratico-predatorio-compradoro (sempre passando per le istutioni che danno l’ordine formale alla Polizia Segreta militare-CC, ovviamente) per chiarire che gli anglo-americani vietano anche solo il pensiero di qualunque modernizzazione. Basta vedere chi fosse al governo ed al Quirianale, e si sa chi ha dato l’ordine o il nulla osta, col parlamento informato e che copre, naturalmente. Le istituzioni, le burocrazie, hanno regole precise per quanto tutto affondi nell’inefficienza patologica. Tu hai preferito restare sul sicuro, eppure lo hai visto che il sicuro non esiste. ...L’associazione, da te fatta, ebrei-comunisti-capitalisti-gesuiti-inglesi etc. deve avere fatto incacchiare molti... ...E pure i gesuiti che costruiscono falsi anti-ebraici per conto del Papa... Eppure lo avrai ben visto da te che tutto si fonde nel circolare quando ci si limiti agli accostamenti. La realtà sarà pure, spesso, circolare. Una cosa è se la si spiega dettagliando. Ma quando ci si limiti agli accostamente di categorie... ...Altra cosa è far vedere che le categorie sono copertura di una realtà sfugge loro.”

- “In effetti, me n’ero reso conto che stavo sollevando delle allergie... ...Ho cercato di minimizzare...”

- “Un grande professore con la vocazione della letteratura, a quel punto avrebbe potuto gettarsi nel romanzo d’amore. Chissà quanti ne ha scritti, se non addirittura porno-porno, e non pubblicati un Alberoni... Certo, caro NorbertoEcco, gli ingredienti li offri... ...Ma spezzettati. La realtà è ricca ricchissima nel campo. Nella realtà, ci sono tante cose, tante varietà. Nella tua rappresentazione, gli ingredienti ci sarebbero. Ci sono i piccoli complotti veri. Ci sono anche le grandi operazioni con i singoli passi ed ingredienti. Ci sono i provocatori. Gli informatori, onnipresenti, che a volte servono, e spesso non servono a nulla, a parte riempire fascicoli personali d’insensatezze. Ma è la realtà che è così, in pace come in guerra. Ci sono singole operazioni di polizie e governi, che è il modo come davvero operano. È che il tutto è incomprensibile nelle febbre di non renderlo comprensibile o di presentare grandi complotti che non esistono. Anche il macro complotto, si concretizza sempre in piccoli colpetti ben assestati. Quando si presentano grandi trame massoniche come scaturissero dal nulla, ecco quello è proprio il modo per confondere e non far emergere nulla per il lettore che non sia già smaliziato, sempre che davvero quel lettore esista, a parte pochissimi casi. ...E sempre che uno smaliziato, eccezioni a parte, ti legga. Tu semplicemente rinforzi il luogocomunismo italiotico nel campo. Cose da caserma dei CC con giudiziario annesso. Le logge massoniche esistono perché rispondono a delle necessità di marketing (diversificazione del mercato delle religioni e dell’associazionismo) e perche poteri o le vogliono o le lasciano, ed un po’ le usano. Usano tutto. Non è che usino specificatamente le ‘logge massoniche’. Logge ed associazioni sono canali. Occasionalmente questi canali e reti vengono usati per grandi porcate. In genere sono lì in attesa, limitandosi ad esercitare la loro funzione sociale, spirituale, esoterica, spiritistica, di colore, politico formale od informale, religiosa, o quel che si voglia, oltre alla routine militar-sbrirresca di controllo cosiddetto sociale, d’una società già distrutta da sempre, in realtà. Dove c’è Stato, la società viene da esso fagocitata, resa falsa, sostanzialmente distrutta. Dipingere tutto come una grande trama, porta a concludere che c’è il grande manovratore che tecnicamente non può esistere. All’agente, all’obiettivo, allo spettatore, piace immaginarsi il manovratore occulto. Le libertà sono uccise dal carabiniere diffuso, democratizzato. Democratizzazione significa maniacalizzazione. Da queste grandi ed universali cospirazioni, il lettore o ne è angosciato o non ci crede, od entrambi. Di fatto, non vede i complotti veri e come funzionino. Per cui, non smonti proprio nulla. Anzi, crei una grande cortina fumogena. Una grande mistificazione. Un imbroglio. Come un pittore che azzecchi qualche pennellata, mentre, intanto, versi su di esse secchi di vernice, ...per smascherare...? No! ...Per mascherare!!! Fai da continuazione apparentemente colta al complottismo dei mass media quotidiani.”

- “Ma allora perché tutti o tanti, interessati, a non far capire (dici tu) mi avrebbero attaccato.”

- “Teatrini. Ti hanno attaccato sulle cazzate. Dialettica interna, ...interna alla congrega del non far capire, di cui pure tu, caro NorbertoEcco, fai parte a pieno titolo. Nessun manovratore ti ha neppure pisciato. C’è solo qualche manovale o qualche congrega che s’è offesa, o fa l’offesa per convenienze di teatrino, per insulti, o apparenti tali, o supposti tali. Paranoici veri o di comodo (mobilitati) che, per il solo fatto che fai dire delle cose a dei personaggi, te le accollano. Scemotti che avrebbero preferito le figurine a delle cose davvero gustose e godibili come quelle insulsaggini, ma godibili, lo ripeto, ‘razziali’ che tanto, se uno ci crede, non leggerà mai tuoi libri, o, se uno non ci crede, o anche se ci crede perché le legge, non è che ne sarà spinto a fare chissà cosa. Nessuno passa all’azione per aver letto delle cose. I processi cerebrali, e le connessioni tra cerebro ed azione, seguono logiche differenti. Nazismi, comunismi, fascismi, milizie, squadroni delle morte inglesi o dell’FBI o della CIA, non hanno alcuna connessione con romanzi, pregiudizi, o libelli. Se proprio pensano di averne bisogno, di penne al soldo, e pure abili, le trovano in qualunque quotidiano. Ma si sbagliano. Certo, se fanno operazioni di terrorismo sociale, hanno bisogno del giornalista-scrittore abile e suggestivo per titoli ed articoletti. Ma quando pagano professori e scrittori, buttano solo via soldi. Non serve. Nessun genocidio deve essere giustificato. Le giustificazioni tradiscono debolezza. E, comunque, la realtà si giustifica sempre da sola.”

- “Ma tu non l’hai visto il rav capo mentre...”

- “Maddai! ...Uno scemo che, se fosse stato serio, ti avrebbe ‘confessato’ che lui sognava di farsi dittatore del mondo e magari ti avrebbe offerto dei dolcetti gustosissimi e, dopo che ti eri trangugiati, ti avrebbe confessato di averli impastato col sangue d’un bimbro cristiano che si teneva nel frigoriferi sezionati in piccoli pezzi. Davvero... Se quello fosse stato serio, si sarebbe preso gioco di te. Avrebbe scherzato. Ti avrebbe inondato di sciocchezze che loro chiamano antisemite... Un vero ebreo avrebbe scherzato sul tuo libro. Eppoi, un vero ebreo non sarebbe venuto a discutere con te... Non per i media. Non per il teatrino. Maddai! Uno che ti salta agli occhi è perché o è scemo perso oppure l’ha reclutato l’editore per vendere. Poi chiameranno te per far l’offeso quando lui o prossimo scriverà un libro sui complotti cristiani o laici per dominare il mondo.”

- “E tu non lo sai che i gesuiti...”

- “Mavva... Ecché, non lo ho visti i cattolici offesi?! Ecché, è un mistero che tutti i religiosi del mondo si rivolgano certo a tutti, ma lo sappiano bene che vale chi ha più soldi e potere, per cui cercano, come tutti, chi ne abbia?! Un gesuita si occupa dei poveri e dieci dei ricchi. Ecché i francescani nelle SS, od i rabbini, gli iman, o chiunque in qualunque angolo del mondo o congregazione sono differenti?! Se tu hai scritto di quel periodo ti sei avvalso dei materiali del periodo storico e dei relativi pregiudizi. La ricerca storica tua è accuratissima, accuratissima come ricerca su carte note. ...È la letteratura che è... Come dire? ...Legata... Ecco, è legata, ingessata. Lo spiega a lungo il Leopardi quando scrive, per sé, nello Zibaldone, che quello che scivola come banale ma godibile e naturale, è proprio quando c’è una tale sofisticazione e, dunque, abilità, nell’autore, che non la si percepisce. Quando l’autore è oppresso dalla tua cultura, dai tuoi dettagli, dalla tua pedanteria, non è colpa del fatto che sei accuratissimo. La colpa, l’inesperienza in realtà, è che lo si veda. Quello che è legittimo in un verbale di polizia o militare, o nell’opera di un sapiente e per sapienti, non lo è in un’opera letteraria. Un’opera letteraria può essere pure difficile, difficilissima come linguaggio, come molte opere poetiche talvolta sono. Quando non scorrono, invece, è che l’autore non ha, ...come dire?..., non ha digerito la sua cultura. E te lo dico io che quando scrivo sono spesso legnoso. A quel punto, è meglio, od anche più grande, grande o grandissimo, un autore anche ignorante ma che scorra e che presenti delle scene, sensazioni, simbolismi e tutti gli ingredienti letterari in un prodotto di qualità, piuttosto che un autore coltissimo, un genio, ma che, alla fine, non sappia scrivere.”

- “Ecco, ed io non saprei scrivere?! No, dai!!! Questo proprio...”

- “Ed invece, è proprio quello che ti sfugge. Sei un genio che scrive benissimo da professore, da erudito, da presentatore di una ricerca specialistica per specialisti. Ma il fatto stesso che si veda che hai fatto una ricerca accuratissima, e su mille dettagli e precissimi (precisissimi come dettagli da libri), è proprio perché, dove poi dovrebbe fluire come del petrolio raffinato, escono invece dei rutti di fanghiglia. Il petrolio grezzo introdotto nella raffineria è il migliore al mondo, forse o sicuramente. La raffineria non ha funzionato. Per cui, invece che ottimo carburante esce ottimo petrolio grezzo. Se la raffineria funziona, magari da scarso petrolio grezzo esce ottimo carburante. Il punto è proprio questo.”

- “Ed allora perché ho milioni di lettori?”

- “...Milioni di acquirenti... Perché eri già famoso come professore ed intellettuale. Ti hanno poi montato come scrittore. Ti hanno fatto pubblicità industriali. I milioni di libri ti sono entrati nel curriculum vitae. Uno che compra un tuo libro, o non lo legge, o, se lo legge e non gli piace, ti ha comunque ‘letto’, nel senso che ha messo il libro nella sua libreria o magari lo lascia in giro per far vedere che ce l’ha, il libraio l’ha visto che lo comprava etc. etc.... È come ragazzette che fanno a gara a farsi scopare dal bello, o ricco, o col macchinone, o dal più teppa, o della scuola o del quartiere, e quello è uno che viene subito e non le fa godere, ed attacca loro pure lo scolo, eppure tutte o molte fanno la gara a farsi sverginare da quello e proprio da quello e continuano ad andare, per un periodo, solo con quello, che le ripassa o una volta la settimana od al mese e che racconta ad ognuna che proprio con lei viene subito perché s’eccita troppo... In realtà, non è capace ed ha l’eiaculazione precoce. Siccome, tanto fanno tutte a gara a farsi scopare da lui, non è che lui poi se ne preoccupi troppo. Le sborra in fretta. Racconta ad ognuna che è perché lei è troppo bella. Quella non gode eppure continua a farsi scopare da quello che intanto attacca pure a tutte qualche scolo, dato che andando con tutte, inesperte ed espertissime, e senza condom... Perché allora vanno con quello? Ma perché è quello con cui fa chic farsi trombare, o perché s’atteggia, o perché è grande o perché tutte dicono che è bello o perché è ricco o perché è un nome. Si fanno trombare da quello per far sapere alle altre ed agli altri che si sono fatte trombare da quello che tromba tutte. Insomma, acquistano, andando con quello, un valore simbolico. Come quando compri un capo o delle scarpe di una certa marca, eppure fanno schifo, però fa super acquistare proprio quella marca pur costosissima. Son le mode. Compri l’immagine. Per cui che quello le svergini, le sborri e continui a sborrarle senza che loro (o parte di loro) non provino nulla ed attacchi loro pure qualche scolo o peggio, diviene alla fine secondario. Si compra, o si prende a prestito, un tuo libro per un qualche stato di fatto od abilità di marketing. Se poi non piace, lo si dica o non lo si dica, è secondario, anzi, inessenziale. Tu sei un genio ed un grande scrittore. Se all’acquirente non piace, si dice che il difetto è suo. Invece, io me lo son goduto. Ma non è un capolavoro letterario. Ed è proprio legnoso. A me è interessato, ma non come pezzo letterario. Uno che compri un romanzo, ...ecco, se ti compra ha sbagliato acquisto. La pubblicità gli ha detto che il grande capolavoro del secolo era arrivato. Era pubblicità ingannevole. Nulla di male. Anzi, male perché hanno pure presentato il libro in modo che anche ad uno fosse piaciuto, con una pubblicità più modesta, poi non piace perché la pubblicità, mal fatta, s’è pure inventata una trama, troppo cinematografica e d’azione, che non esiste. Non è, qui, colpa del libro, che anzi è meglio della pubblicità troppo ramboesca. Alle carenze letterarie, non di contenuto, beh anche di struttura perché la scienza del complotto non c’è o non si vede... ...alla carenze letterarie, si combina una pubblicità che crea aspettative da film d’azione che un libro di quel genere neppure dovrebbe e potrebbe avere. Il tipo di pubblicità non t’aiuta. Chi l’ha confezionata non deve neppure essersi fatto raccontare bene il contenuto. E non è che avresti venduto meno con una pubblicità magari non meno suadente, ma meno ramboesca. Certo, il libro era sempre lo stesso, ma magari, forse, ci sarebbe stato, chessò, un coefficiente di soddisfazione appena maggiore. All’editore, né allo scrittore, questo magari interesserà. Suppondo si guardino le vendite. Improbabile indagare chi l’abbia letto e se ad uno sia veramente piaciuto. Una sverginata e trobata senza goderci, dirà a tutti od a quasi tutti che ha orgasmi da favola... Molti diranno lo stesso del tuo libro, mutatis mutandis. A me piace più così, visto che l’immagine (venduta dai pubblicitari) dell’agente segreto grande falsario che distribuiva falsi come documenti su tutto l’universo m’era sembrata troppo non credibile. Mentre così come davvero presentato, se si legge il libro, è tutto possibile sebbene non mostri nulla ai pochissimi già sappiano tutto sulla struttura dei complotti e si leggano la tua opera con spirito critico, dunque per apprendere meglio la storia dell’epoca trattata, non per puro godimento letterario. Non so se sia neppure vero che il lettore si perda perché non conosca la storia dell’epoca, come qualcuno ha avanzato chissà perché. Il lettore si perde in tutti i libri appena lunghi, anche se il tuo non è lunghissimo. Non mi sembrano pagine pesantissime. Il punto, lo ripeto, è che si vede che i materiali non siano stati digeriti nella raffinazione, carente, dalla cultura alla forma letteraria. Mi lasciano scettici pure i paragoni con Moravia od altri ed altre. Non li ho avuti ora sott’occhio per far paragoni. Tu ti documenti, anche se nell’ortodossia. Loro mettevano l’arte dello scrivere letterario al servizio di storie che non contraddicessero ideologie partigianesche e para arco-costituzionalista dell’Italiozia compradora ma che andava presentata, stile fascista-postfascista, come grande paese. ...Dalla grande proletaria divenuta pro-germanica, alla grande proletaria ritornata britannica con aggiunta americana. Moravia orecchiava. Tu orecchi ma ti documenti pure meticolosamente per dare al servaggio un’iniezione di scienze storiche e sociali. Personalmente, alla fin fine, preferisco il tuo ‘nozionismo’ perché la letteratura vera veicola messaggi subliminamente mentre, quando si danno elementi di conoscenza, il lettore avvisato può anche farsi delle idee sue, anche se le nozioni da te fornite restano a livello di vulgate correnti senz’avventurarsi in storie più vere di quelle giudicate più o meno accettabili dai padroni del mondo. Se uno passa le giornate in gozzovigli, ma sappia scrivere di letteratura, trasforma magari le battute da bar, e salotto e gozzoviglio, in materiali letteriamente godibili. Se uno sa scrivere, ma da scienziato, trasformare la scienza in letteratura-letteratura, romanzo, scorrevole è magari più complicato od impossibile. Se tu ti fossi trovato a presentare quel ramo del lago di Como che volge e mezzogiorno e c’avessi messo, latitudine, longitudine, colori da google maps, le costruzioni dettagliate degli ultimi millenni, i nomi differenti nella storia universale, migrazioni, storia economica dei luoghi... Uno può pure metterle tutte quelle cose. Dipende dalla tecnica, forse dalla diluizione  indispensabile. Messe come Bignami... ...e se poi la cosa si ripete e si ripete... ...Ecco, si vede la ricerca, che è proprio quello non si deve vedere e non si deve far gravare sul lettore in un romanzo. La letteratura storica russa, quella almeno che conosciamo, non è che sia storicamente imprecisa, credo. Ma mi sembra che s’evitino, se non erro, di riportare i libri mastri della contabilità di uomini, animali, mezzi e materiali; oppure, in un Solzhenitsyn, uno lo sa che si trova spesso di fronte ad una microcronaca storica, fitta, fittissima, che nulla lascia al romanzo (almeno in Archipelago Gulag), leggera alla lettura solo in qualche raccontino breve. Se, invece, tu trovi queste informazioni, le metti. Se non le trovi subito, le cerchi finché non le trovi per metterle. Ottimo, in saggi scientifici paralleli mentre scrivi il romanzo. Disastroso nel romanzo, salvo farne dieci o cento o mille ...con quei materiali distribuiti, ...non concentrati in uno. Per quello, insisto sul genio, che non è ironia, semmai metafora, ma comunque realtà. Però, un romanzo vuole sia di meno che di più allo stesso tempo. Meno non come scienza-conoscenza. Meno come espressione formale della propria conoscenza. Semmai, se si vuole trasmettere tutta la propria conoscenza, se ne fanno dieci o cento o mille, di libri. Tuttavia, con naturalezza, quella naturalezza che è sapienza espressiva. Il Leopardi direbbe, non lo cito ma ne interpreto il messaggio per quel che ricordo, che il lettore si deve trovare di fronte ad un bello così naturale che non immagini nemmeno quanto sia sofisticato ed elaborato nella fase della produzione-costruzione dell’autore e dell’opera. Un tale scrittore si trova ad usare i codici espressivi con una tale bellezza per il lettore che gli sgorga, alla fine del processo formativo, tutto così naturalmente dalla penna che la fatica dell’apprendimento, salvo uno che sia nato già col genio, non v’è più nel piacere di scrivere né grava sul lettore che percepisce solo una naturale bellezza dell’opera. Come uno che, con quattro sapienti colpi d’accetta, ti crei come per incanto uno sgabello perfetto contrapposto ad uno che continui a menare d’ascia e ti fornisca solo un cosa quasi inutilizzabile e sbilenca. Il tuo legno era migliore. Magari pure l’ascia. Tu non eri adatto a creare uno sgabello. Potevi creare cose più elaborate ma non un semplice sgabello.”

- “Bbb, ddd, ddd, bbb, ddd, di, bb, dim, bbb, dimmi tu che cosa dovevo fare... ...Dimmelo... ...ttt, ti, ttt, ti pre..., no, lo esigo... ...Sì... Sì! Lo esigo! Lo esigo!!! Devi dirmi cosa avrei dovuto fare! Dimmelo! Dimmelo! Devi dirmelo!!! Dirmelo! Ora!!!”

Sembrava che NorbertoEcco stesse per stramazzare al suolo. O lanciarsi contro una vetrina del locale per uscirne con la gola tagliata e le testa che, già rossissima s’infilava nella camicia, scoppiasse del sangue che doveva comprimerlo fino al petto ed oltre.

- “NorbertoEcco carissimo, lo sai ora che faccio? Pubblico in rete questa nostra conversazione per come riesco a ricostruirla. Viene magari fuori un mattone illeggibile. Dato che sono io che l’avrò scritta per la pubblicazione, anche se solo per un pugno di internettari che neppure si soffermeranno su tutto il testo e non per milioni di acquirenti come nel caso del tuo romanzo, mi potrai magari dire ben di peggio di quello che io ho cercato di dire ora senz’alcuna intenzione di criticare nessuno ma solo di valutare un prodotto.

- “Eggià, te la cavi! ...No! No!!! ...Lo esigo proprio! Devi dirmi! Devi dirmi!”

- “Carissimo NorbertoEcco, ti sei mai interessato di demonologia?

- “Che fai, cambi argomento?!“”

- “No, è che ci siamo già detti e ridetti tutto e pure di più.”

- “E che c’entra la demonologia?”

- “Verresti a dormire nello Starý Židovský Hřbitov?

- “Come?!”

- “Sì, all’antico cimitero...”

- “Io sono un laico! Non credo a quelle cose!”

- “Ottimo. Ti fai una dormita nel posto più bello di Praga!”

- “E se poi...”

- “NorbertoEcco... NorbertoEcco... Ma allora ci credi...

- “No, non ci credo.”

- “Allora vieni!”

- “E si dorme per terra?”

- “Mannò. Ti avvolgi un’accogliente coperta, e ti sdrai su un’ampia e solida tomba... Le coperte me le faccio dare qui. Il padrone di questo posto ne tiene sempre alcune per gli amici. Non che io sia proprio amico-amico, qui, ...non sono un gran cliente..., ma a me, comunque, un paio di coperte le dà.”

- “E se poi...”

- “Vado a farmi dare un paio di coperte.”

BaruchSchlosser andò, le chiese e, mentre raccoglieva velocemente le sue cose, il proprietario del locale andò in un ripostiglio a prendere un paio di coperte pulite e ripiegate che gli portò in un paio di ampi sacchetti di plastica. Seguì poi il proprietario, che lo aiutò, con le sue cose, per farsele tenere fino a quando fosse ripassato a ritirarle.

- “Dai, NorbertoEcco, andiamo!

Gli dette una delle due coperte e gli allungò pure una boccetta di unguento.

- “NorbertoEcco, prendi una di queste.

- “Che cosa è?”

- “Un unguento.”

- “Che me ne faccio?”

- “Sono due parti di incenso, una di mirra, una parte di pimento, una goccia di chiodo di garofano. Va bene giusto negli sabbath per favorire la comunione con le divinità.”

- “A me non servono...”

- “Tienila. Ha un buon odore.”, disse BaruchSchlosser mentre si incamminava.

NorbertoEcco lo seguì chiaramente perplesso.

Una passeggiata di un paio di chilometri, forse appena meno, pressochè diritta, con qualche rara svolta per adattarsi all’andamento delle strade, tuttavia per nulla ingarbugliate lungo quel percorso verso nord-ovest. Nel fresco non pungente della notte, fu un’esperienza del tutto rinvigorente dopo quella lunga conversazione di nulla e di tutto.  

BaruchSchlosser camminò veloce e piacevolmente disteso. Al contrario, NorbertoEcco, distrutto dal prima e perplesso per il dopo, era in un silenzio teso e preoccupato.

Non ebbero bisogno di girare attorno allo Starý Židovský Hřbitov, perché arrivati alla sinagoga Pinkas, con quel suo misto di antichità e di contemporaneità, a lato d’essa qualcuno aprì una porta a BaruchSchlosser, che era evidentemente noto ed uso a quei luoghi, passarono veloci attraverso alcune porte e locali, e si ritrovarono nel cimitero soli ed al buio, con la sola illuminazione delle stelle che era comunque sufficiente. NorbertoEcco seguì BaruchSchlosser che si addentrava e scelse due tombe, prossime l’una all’altra, dove era possibile distendersi, sì da non lasciare NorbertoEcco solo in quel luogo che chiaramente lo metteva a disagio.

- “Ecco, caro NorbertoEcco, puoi stendere la tua coperta, che è pure abbastanza grande per non lasciare la testa fuori sulla pietra. Anzi, se ami la testa rialzata e se t’ingegni puoi ripiegare il bordo superiore sì da farti come un piccolo cuscino. Secondo le pratiche cabalistiche di base per queste cose, che in questo sono come lo yoga o qualunque rilassamento, puoi metterti supino, disteso comodo, senza gambe o piedi accavallati che danno una sensazione di apparente comodità mentre in realtà tendono il corpo e dunque lo spirito, e con le braccia stese ed appena divaricate. Vuota la mente e...”  

- “Perché proprio queste due tombe?”

- “Dio è dappertutto. Ah, se tu vuoi fare il ‘laico’, allora non è in nessun luogo. Che differenza fa.”

- “Ma allora che senso ha un cimitero ebraico. Potevamo restare dov’eravamo.”

- “Esatto!”

- “...Ma... ...Ma... allora non capisco... ...Perché mi hai parlato di demonologia e poi... ...e poi, qui, in questo cimitero...”

- “Oh, caro NorbertoEcco... ...Le persone interpretano ruoli, si inventano categorie... ...La sai la verità? ...Di tanto in tanto mi piace immergermi nello spirito dei tempi e questo luogo è nel mio immaginario...

- “Perché mi hai parlato di demonologia?”

- “I demoni esisono e non esistono... Ne esistono di tante varietà. Ci sono quelli dentro di noi. ...Esistono pure quelli che sfuggono ad ogni razionalizzazione e si manifestano quando vogliono manifestarsi, anche in modo orrido. Non è come al cinema. È peggio, quando vogliono apparire. A volte di possono evocare. Spesso è pericoloso se compaiono...”

A NorbertoEcco, quel luogo e di notte proprio non piaceva. Aveva subito perduto quell’improvvisa baldanza ed, alla risposta di BaruchSchlosser, si era riallarmato, ...allarmato allarmatissimo. 

- “E se questa notte arrivano qui...”, se ne sbottò NorbertoEcco.

- “Se li sai evocare o se loro vogliono interagire con te...”, buttò lì BaruchSchlosser. E si distese sulla tomba avvolto nella coperta lasciata tuttavia larga per permettere al corpo di stendersi e distendersi senza costrizioni.

- “Voglio andar via! Voglio andar via! Se qualcuno mi vede qui a demonologizzare tra le tombe... No! No! Non posso farlo, ...io!”, sbottò alterato. E si mise a correre da dove erano venuti. Passò una porta ma trovò la successiva chiusa. Per cui non gli restò che sedersi, per sua fortuna in un locale con la luce, ed attendere.