sabato 2 giugno 2007

OligarkiaCentraffrikkana.28. 50 miliardi d’evasione fiscale tecnogiochi regalati annualmente alla camorra. Con un camorrista come Presidente...

OligarkiaCentraffrikkana.28. 50 miliardi d’evasione fiscale tecnogiochi regalati annualmente alla camorra. Con un camorrista come Presidente...
by Georg Rukacs

Il meccanismo è semplice. Esistono videogiochi, giochi tecnologici. In questo caso sono i cosiddetti videopoker e cose simili. Sui videopoker è prevista una tassa, la PREU, un’imposizione fiscale del 13.5% sul giro d’affari. I Monopoli di Stato, responsabili del prelievo, non prelevano, in realtà. Si fanno pagare un tanto, molto meno, calcolato a occhio, occhio ed occhi chiusi evidentemente. Il sottratto alle casse del fisco sarebbe di un 50 miliardi di euro l’anno, 50 miliardi d’euro che se ne vanno nelle tasche di camorre, mafie ed altri sinonimi.

Beh, ...con un camorrista come Presidente della Repubblica...
Ci riferiamo alla nostra solita Africa dei Grandi Laghi, naturalmente.

Lo sapete come vanno queste cose.... S’era proprio durante l’ultima grande guerra. Gli occupanti non volevano arrivare troppo rapidamente alla capitale Romkinsassà. Così s’erano fermati nella capitale del sud, Nappullì a fare malaffari ed a trombare tutte le fike disponibili per qualche panino dei servizi sussistenza della FFAA d’occupazione o per quattro soldi. Ecco perché laggiù sono tutti diventati meregani, d’incinto o di spirito...

Joe Tano era un ragazzetto a modo. Verso la laurea in legge e sapeva pure l’inglese. Il tipo giusto per divenire camorrista coperto. Sapete, come succede. Una cosa tira l’altra. “No, non, non voglio farmelo sbattere dentro da qualche pervertito... ...a me piacciono le signorine del casino, ammé...”, aveva ribattuto a qualcuno che suggeriva malevolo qualche mala collocazione professionale nella nuova Nappullì degli occupanti. “...So l’inglese, io...”

Si presentò così al comando americano: “I’m Joe Tano... ...if you need me...” Avevano bisogno d’interpreti. L’assunsero come collaborazionista delle forze d’occupazione. Fu lì che, accompagnando gli americani, fece “pratica sociale”: casini e comorra.

La camorra l’adocchiò subito. “C’è uno sveglio con l’aria a modino. Era ardente fascista... Ora è anti. È pure un collaborazionista degli occupanti. ...Il tipo giusto da mettere tra i comurristi. Appena si laurea... ...lo spingiamo su.”

Si laureò. Non quelle elezioni, ma le successive, andò a Roma come deputato. Era alla sua prima legislatura, che ci fu il massacro magiaro. Non volle rischiare d’essere segato. Disse che il massacro contro i magiari era un grande contributo alla pace mondiale. Lui era per la pace mondiale. Dunque era dalla parte dei massacratori.

Del resto, era uno fatto così. La tempra del laccaculo. Prima leccava i fascisti. Poi gli antifascisti, quando ormai la guerra era persa. Poi leccò gli americani. Poi leccò i comurristi, quando fu ben sicuro che fossero un partito cardine del dopoguerra, ed anche perché uno con la laurea lì aveva ben più possibilità che con altri. La camorra lo votava volentieri. Ah, non solo lui, così a modino. Del resto, a Roma, e nelle istituzioni, si mandano quelli con la faccina a modino e lecchini. Dev’essere stato alla sua terza legislatura che diviene segretario di federazione di Nappullì. Lo fu pure d’una delle vicinanze. Se ad uno non piace la merda, non ci si mette sempre più in mezzo. ...No, il libro in mezzo al guano lo scrive più tardi, l’anno dopo che tutti assieme hanno ammazzato l’Aldo. Sapete le regole della camorra comurrista come pretesca: i perdenti s’ammazzano, solo allora s’è sicuri, ...almeno dal lato dei perdenti sconfitti. Quando poi i comurristi declinano, pur restando grossi, e soffia il vento socialista, lui diventa un mejorista pur restando comurrista. Quando la Presidenza fa il golpe contro i modernizzatori, lui, da posizione istituzionale chiave in cui collabora col golpe, divente presidenzializio e manda affanculo i socialisti di cui s’atteggiava simpatizzante tra i comurristi. Appunto, è sempre stato uno così.

Arrogante coi deboli. Servile coi forti. Osservatelo. Osseqioso se giudica di trovarsi di fronte ad un potente. Freddo se si trova con qualcuno di cui non sappia bene. Svillaneggiante, con atteggiamenti da autentico camorrista, se si trova di fronte a qualcuno che potenti vogliano distruggere. Del resto, tale era tutto il personale del Partito Comurrista.

È così che è divenuto pure ministro di polizia e poi Presidente dell’Africa dei Grandi Laghi proprio nella fase del suo irreversibile avvitamento autodistruttivo cui lui contribuisce decisivamente. Che potrebbe fare del resto? Se uno sguazza tra la merda, inutile che faccia finta non gli piaccia. Osservatelo. Leggetelo. Guardatelo. Ascoltatelo. Mentre la camorra, non certo solo grazie a lui, s’è fatta Stato ...già prima predatorio. È solo peggiorato. Al peggio non c’è mai limite in quelle zone del mondo.

Lui, ora, virtuoseggia: “Tutto va male. Io sono il bene ed incito al bene. È tutto corrotto. Solo l’istituzione che io capeggio è perfetta, è senza colpe.” Appunto, è uno fatto così. Che dovrebbe fare? Che dovrebbe dire? Lo stato predatorio e l’istituzione, di cui lui è a capo, che presiede lo Stato predatorio, sono fatti così. Necessitano di tali figuri e di tali discorsi. ...Così come dei camorristi di cui sono straboccanti ormai dappertutto. Guardateli. Li avete sotto il naso. Sì, lo so. Ciò che si ha sotto il naso non lo si nota mai. Sforzatevi. È tutto lì. Sono tutti lì. Attorno a voi, affianco a voi, magari voi stessi, in parte.