OligarkiaCentraffrikkana.29. Bertinòt, Riaffondazione Comunista e la teoria delle due facce
by Georg Rukacs
Ve lo ricordate, Bertinòt, il boss dei Riaffondatori, quello che, alla Convention delle congrega, leggeva impacciato pagine già mal scritte di qualche fanfarone dell’apparatato che per giustificare lo stipendio aveva mal scopiazzato castronate panzieriane? Ecco, è perché non l’avete visto nei salotti. Lì cazzeggia con vecchie baldracche che od ogni cazzata gli ripetono, “Che omo!”, “Che cultura!”, “Che portamento!”, “Lei sì che lo vedremmo bene...” ...lo dicono loro i caramba di collegamento con la Koska del Quirianal dove devono dire, di volta in volta, di “vederlo bene”.
Lui è uno così. La fika non gli interessa. È un vanitoso puro. Gli interessa lo status. ...I compagnuzzi che voglion sapere l’ultima “del campo avverso” e lui, che nel “campo avverso” sguazza amabile ed amato, e mette a disposizione del “campo avverso” i minchioni del suo campo, l’“avanguardia” riaffondarola dei proletari meno pagati del mondo grazie ai “comunisti” vecchi e nuovi, inclusi i già socialisti finto-riaffondocomunistizzati come lui.
Non credete che l’“amabile” [...dicono...] delinquente Bertinòt sia del tutto sprovveduto. Dato che non perde tempo a chiedere a vecchie baldracche di darglela, né, magari, di mandar lui figlie e nipoti, e neppure, dunque, “perde” tempo a trombarle, ...sapete, com’è... ...Tra i pasticcini del “campo avverso”, così come a tavola con “spartani” ma panciuti compagnucci, si deve pur fare i conviviali, dunque vaneggiare.
Fu lì, tra un vaneggio e l’altro, che il delinquente riffondarolo tirò fuori la teoria delle due facce. Appena uscito da una batosta elettorale pure per lui, oltre che per soci e padroni diretti, se ne uscì, dapprima, con un: “Dove ci presentiamo apertamente con la faccia da culo, vinciamo!” La menò due giorni. Poi, discretamente, gli fecero capire che era proprio una cazzata, una cazzatona, smentita dai numeri. Semmai avrebbe dovuto dire che vincevano qualche carica nonostante la esibizione aperta di facce da culo. Ma, lo sapete, il vero ricercatore teorico procede per approssimazioni successive. Evidentemente, anche il battutista da salotto e da piola.
Ecco, allora, il delinquente riaffondarolo uscirsene con la teoria delle due facce, apodittica, prescindendo ai numeri, dunque incontestabile (sennò non sarebbe apodittica!): “Due sinistre sono indispensabili. Una che dia il culo. L’altra che metta la faccia.”
Meditate, meditate, di fronte a tali superfici abissali [direbbe un neo Aleksandr Zinoviev] del pensiero.
Per comodità, ve le ripetiamo:
“Due sinistre sono indispensabili.
Una che dia il culo. L’altra che metta la faccia.”
[Bertinòt, fine maggio 2007]
by Georg Rukacs
Ve lo ricordate, Bertinòt, il boss dei Riaffondatori, quello che, alla Convention delle congrega, leggeva impacciato pagine già mal scritte di qualche fanfarone dell’apparatato che per giustificare lo stipendio aveva mal scopiazzato castronate panzieriane? Ecco, è perché non l’avete visto nei salotti. Lì cazzeggia con vecchie baldracche che od ogni cazzata gli ripetono, “Che omo!”, “Che cultura!”, “Che portamento!”, “Lei sì che lo vedremmo bene...” ...lo dicono loro i caramba di collegamento con la Koska del Quirianal dove devono dire, di volta in volta, di “vederlo bene”.
Lui è uno così. La fika non gli interessa. È un vanitoso puro. Gli interessa lo status. ...I compagnuzzi che voglion sapere l’ultima “del campo avverso” e lui, che nel “campo avverso” sguazza amabile ed amato, e mette a disposizione del “campo avverso” i minchioni del suo campo, l’“avanguardia” riaffondarola dei proletari meno pagati del mondo grazie ai “comunisti” vecchi e nuovi, inclusi i già socialisti finto-riaffondocomunistizzati come lui.
Non credete che l’“amabile” [...dicono...] delinquente Bertinòt sia del tutto sprovveduto. Dato che non perde tempo a chiedere a vecchie baldracche di darglela, né, magari, di mandar lui figlie e nipoti, e neppure, dunque, “perde” tempo a trombarle, ...sapete, com’è... ...Tra i pasticcini del “campo avverso”, così come a tavola con “spartani” ma panciuti compagnucci, si deve pur fare i conviviali, dunque vaneggiare.
Fu lì, tra un vaneggio e l’altro, che il delinquente riffondarolo tirò fuori la teoria delle due facce. Appena uscito da una batosta elettorale pure per lui, oltre che per soci e padroni diretti, se ne uscì, dapprima, con un: “Dove ci presentiamo apertamente con la faccia da culo, vinciamo!” La menò due giorni. Poi, discretamente, gli fecero capire che era proprio una cazzata, una cazzatona, smentita dai numeri. Semmai avrebbe dovuto dire che vincevano qualche carica nonostante la esibizione aperta di facce da culo. Ma, lo sapete, il vero ricercatore teorico procede per approssimazioni successive. Evidentemente, anche il battutista da salotto e da piola.
Ecco, allora, il delinquente riaffondarolo uscirsene con la teoria delle due facce, apodittica, prescindendo ai numeri, dunque incontestabile (sennò non sarebbe apodittica!): “Due sinistre sono indispensabili. Una che dia il culo. L’altra che metta la faccia.”
Meditate, meditate, di fronte a tali superfici abissali [direbbe un neo Aleksandr Zinoviev] del pensiero.
Per comodità, ve le ripetiamo:
“Due sinistre sono indispensabili.
Una che dia il culo. L’altra che metta la faccia.”
[Bertinòt, fine maggio 2007]