mashal-024. Dalla finestra
by Georg Moshe Rukacs
Guardando fuori dalla finestra la vedevo spesso sul balcone affacciata, in un palazzo di fronte, dall'altra parte del corso. Comincia a fissarla. E lei accorgendosene ora si ritraeva, ora si rigirava scodinzolando, ora mi sbatteva in faccia la porta vetrata del balcone, ora dava segni di insofferenza e di dispetto.
Io continuavo a fissarla tutte le volte che guardando fuori dalla finestra la vedevo affacciata. Ora mostrava indifferenza, ora rientrava in casa e ne riusciva per sbirciare con finta casualità se la stessi guardando. Ora si sedeva, come in vetrina, a leggere, seduta dietro le sbarre del balcone e, confidando nell’effetto mimetico di esse, lanciava rapide occhiate per guardare se la stessi guardando.
Continuavo a fissarla tutte le volte che potevo. Anche lei cominciò di tanto in tanto a fissarmi. Cominciai, per vedere come reagiva, a mandarle qualche bacio pronunciato con le labbra. Lei distoglieva la sguardo imbarazzata. Cominciai, poi, ad accompagnare i baci con la punta dell’indice ed a soffiarglieli. Lei, dopo alcune volte, continuò a fissarmi ed a guardare.
Poi successe che, prima col capo, poi anche con la mano, le feci segno di venire da me. Dapprima si ritrasse. Successivamente si limitò a distogliere lo sguardo. Finché non sentii suonare il campanello di sotto.
- “Sìi?!”
- “Che cosa vuoi da me? ...Chi sei?”
- “E me lo chiedi? ...Sali che te lo dico!”, ed aprii il portone.
- “No, non voglio salire.”
- “Allora addio! Ma no, dai, sali. Giuro che non mangio le bambine.”
Dopo qualche minuto sentii squillare il campanello della porta di casa. E me la trovai davanti.
- “Io sono Reuven. E tu?”
- “Io sono Clara.”
- “Entra, che ti offro qualcosa.”
- “Ora devo andare. Sarà per un'altra volta.”
- “Quando posso rivederti?”
- “Ciao! Ora vado”, e se ne andò.
Era veramente bella. Continuaia a pensarla e ad immaginarmerla fino a che non tornò, il giorno dopo.