mashal-023. Se non quando, né perché
by Georg Moshe Rukacs
La notte che NorbertoEcco passò nello Starý Židovský Hřbitov di Praga non fu delle più piacevoli per lui, nonostante le aspettative. S’era rifugiato in quella stanza ad aspettare. V’era pure la luce. Non restava che attendere BaruchSchlosser, di ritorno dalle sue cabalisterie, oppure qualch’uno che di primo mattino aprisse la porta verso l’esterno.
NorbertoEcco si sedette su una panca, a ridosso del muro. Cercò di appisolarsi. Non aveva altro da fare. Doveva solo attendere.
Senonché, ben presto, cominciò a sentire sussulti, venti, boati e scosse devastanti. Ebbe paura. Si disse che i demoni erano arrivati, oppure che quel BaruchSchlosser stava sconvolgendo pure i demoni. La cosa andò avanti tutta la notte, alternandosi a momenti di quiete assoluta.
Arrivata l’alba, BaruchSchlosser era ancora dentro al cimitero. Qualcuno aprì una porta verso l’esterno. NorbertoEcco scappò sollevato. Tuttavia, continuo ad essere oppresso, come ossessionato, da quell’originale BaruchSchlosser.
Disponendo di qualche mezzo e di qualche conoscenza, NorbertoEcco si attivò ed attivò delle persone e delle strutture per scoprire chi quel tizio fosse mai. Ci volle molto tempo. Non scoprì molto, in realtà. Tutto navigava nel dubbio.
Sembra, ma non era sicuro, che giovanissimo si fosse trovato a Sobibor. Quando era lì, si trovò a che fare con polacchi e polacche. Contadini che li guardavano con disprezzo ed irrisione. Magari che bevevano bicchieri di latte facendosi da loro vedere, anche con la possibilità di darne loro, pur essendo loro in campo di concentramento, e, bevutone una parte, fissandoli, con scherno e disprezzo, versavano la parte restata al suolo.
Il 14 ottobre 1943, a Sobibor, scoppiò una rivolta, la rivolta. Liquidate 11 SS ed alcune guardie ucraine, attraversarono di corsa un campo minato e, in 300 sopravvissuti, si imboscarono. Gran parte di quei 300 venne liquidata successivamente alla fuga.
BaruchSchlosser restò per qualche tempo nell’area. Intere famiglie di contadini attorno al campo scomparvero, apparentemente sgozzate e sparite, come mangiate dai maiali.
Il 2 aprile 1945, a Lublino, qualcuno sparò a LeonFeldhendler attraverso la porta di casa sua. Il 6 aprile morì. BaruchSchlosser era nell’area. LeonFeldhendler era stato capo del Consiglio Ebraico di Zolkiew. Dunque aveva cooperato coi tedeschi, prima di essere lui stesso arrestato e mandato in un campo. A Sobibor, era stato il promotore della rivolta e fuga, sebbene avesse ceduto il comando ad un altro divenendone il vice.
Al processo di 11 SS del campo, in Germania, a Hagen, nel 1965-66 (6 settembre 1965 .. 20 decembre 1966), uno dei processati fu trovato morto. Nessuno era entrato in cella. A molti sembrò uno strano suicidio. BaruchSchlosser era nei paraggi. Alcuni dissero che doveva averci avuto qualcosa a che fare sebbene nessuno congetturasse come.
Quando NorbertoEcco bussò alla sua porta, BaruchSchlosser gli disse solo, aprendo, un parco e freddo:
- “Ti aspettavo.”
Mentre NorbertoEcco entrava in un angusto 2x4, con servizi comuni esterni, domandò:
- “E perché mai?”
- “Perché sei posseduto.”
- “Da cosa?”
- “Da te stesso.”
- “Ti posso fare delle domande?”
- “Come posso saperlo?”
- “Mi racconti di Sobibor?”
- “Non vedo che ci sia da dire. Oggi ed ora sono qui.”
- “Chi le ha massacrate famiglie di contadini polacchi dell’area, dopo la vostra fuga?”
- “Che importa?”
- “Sembra che vari congetturassero fossi stato tu, tu solo.”
- “Ognuno pensa quel che può.”
- “Hai sparato tu a LeonFeldhendler?”
- “Chi, il già collaborazionista tedesco?”
- “Poi diresse la rivolta...”
- “Gli umanoidi sono adattivi e situazionisti.”
- “Chi era l’SS trovata morta in cella?”
- “Lo si dovrebbe chiedere a lui.”
- “Cosa è il pulsa n’dura?”
- “Per come lo contano, o molti credano di farlo, direi una buffonata liturgica o copertura di altro.”
- “...Ed invece in realtà... ...in realtà, che cosa è?”
- “Esiste una legge sociologica semplice-semplice: se uno non è sicuro, nessuno è sicuro; se in un ordinamento legale e sociale non esistono più regole, non esistono più regole per nessuno e per nulla.”
- “Ed i buoni? E quelli che hanno dei valori?”
- “Il mondo è strapieno di chi se la conti.”