Chinese Asylums 17. Gli ingredienti d’un linciaggio. Giro tra pidocchi dementi ossessi di merda
by Georg Rukacs
La psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi di merda
La psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi obbedisce ad alcune leggi elementari.
A. I pidocchi dementi ossessi s’esaltano per le infamità commesse. ...Almeno, all’inizio e finché pensano la vittima sia davvero vittima. Poi, si deprimono, quando hanno la sensazione d’essere vittime di sé stessi.
B. I pidocchi dementi ossessi si credono reciprocamente e si sostengono reciprocamente, mentre non credono a chi, non demente ossesso, dica loro, eventualmente, normali banali verità fattuali. I pidocchi dementi ossessi credono a qualunque menzogna raccontata da un demente ossesso come loro, sentendo in essa la loro “normalità” demente ossessa, il loro mondo demente ossesso. Le menzogne dementi ossesse sono La Verità del demente ossesso. I pidocchi dementi ossessi si alimentano reciprocamente.
C. I pidocchi dementi ossessi sono in preda alla sindrome del secondino capo del campo di sterminio. S’esaltano per la loro impunità. Si sentono coperti. ...Almeno fino a quando pensano d’esserlo davvero. Il pidocchio demente ossesso s’esalta ad essere o sentirsi criminale protetto. Il pidocchio demente ossesso s’esalta a sentirsi criminale protetto tra criminali protetti che si sostengono e s’alimentano reciprocamente.
D. I pidocchi dementi ossessi hanno tuttavia terrore della pubblicità. ...Perché, alla fin fine, disseminano il mondo di testimoni, di tanti, troppi, testimoni, delle loro demenze ossesse e del loro essere dementi ossessi.
Ecco, dunque, un’ottima ragione per raccontarli. Non importa se qualcuno/a, leggendo le sue infamità, all’inizio se ne esalti. L’effetto distruttivo, per loro ed il loro mondo, della pubblicità, supera di gran lunga qualunque loro effimera esaltazione.
Non importa neppure che “non sia elegante”. “Non è elegante” farle queste cose, non dirle. Se non si vergognano loro, e miliardi d’altri, a farle, tanto meno mi vergogno io a dirle. Se qualcuno/a vorrà riferire porcate mie, faccian pure. Se ne ho fatte, avrei dovuto vergognarmi quando eventualmente le facevo. Se poi qualcuno le dice... Le dicano o non le dicono, le cose fatte e non fatte restano nello spirito dell’universo. Anzi, quando mi gira, ve le dico e scrivo io stesso. ...Senza problemi.
Gli ingredienti di un linciaggio, di questo linciaggio, con altri annessi, sono vari pidocchi dementi ossessi. Una madre di merda, auto-distrutta dall’invidia e dal valium di cui ha sempre fatto uso abbondante. Una sua sorella di merda. Un fratello di merda, distrutto poi dagli psicofarmaci per fronteggiare che la moglie andava a letto con altri, ...un po’ con tutti. Un’ex-moglie di merda, distrutta da un’invidia ossessa contro tutto e tutti. Alcune sue colleghe di merda. Varie altre merdacchie di cui abbondano il mondo e le istituzioni dello Stato e di Stati. Un mondo di conformisti terrorizzati dai dementi ossessi, dunque compiacenti di fronte a loro.
Una madre di merda
Un esempio per capirme subito qualche aspetto della psicologia malata. Era il 1980. Ero ad Istanbul qualche giorno d’estate con figlia e due ragazze. In Fiat 126. Torino-Istanbul, tutta via terra. C’era una qualche insurrezione d’operai polacchi. ...Non proprio neppure vicino... Il “colpevole” dovevo essere io, che “mi mettevo nei guai”. Sapete, sulla cartina geografica, Istanbul e la Polonia sono a pochi centimetri... Lo disse pure alla sorella Angela con cui si telefonava sempre, telefonate d’ossessioni tra malate. La sorella Angela, un’altra demente ossessa, giocava alla distruzione delle sorelle. ...Tale era il suo mondo, il loro mondo. Angela la incoraggiò, incoraggiò, come sempre, la madre di merda: “Certo che si mette sempre nei guai... ...sono situazioni proprio pericolose...”. In altre occasioni, era lei, la sorella di merda, a provocare le ansie, le ossessioni, le azioni distruttive delle sorelle dementi ossesse come lei, pur ognuna con caratteristiche peculiari. Dementi ossessi!
Citiamo questo modo di pensare, perché alla fine sarà proprio una tale madre di merda, col contorno di altri di merda, a farmi divenire l’impersonificazione delle sue ossessioni mediatiche in modo tale che mi farà attribuire un codice di pericolosità che condurrrà, dal 2000 all 2007 ad indurre milizie parallele di vari Stati sotto il controllo di uffici speciali di polizie, o servizi simili, a sottopormi a programmi di distruzione tramite tortura-linciaggio bianchi. La madre di merda se ne esalaterà quando lo saprà, all’inizio del 2007: “Ah, gliel’ho fatta a quello!!! ...Ora, mia sorella mi sgriderà di meno,...forse...”.
Come è successo?! La madre di merda ripeterà le sue ossessioni di fonte mediatica. Mi farà personificazione dei mali [da lei mediaticamente “visti”] del mondo. Lo dirà a tutti con una tale ossessione, che organi “di sicurezza” [altri dementi, evidentemente] non potranno fare a meno di prenderla sul serio, pur in assenza di alcun elemento. La madre di merda ne sarà esalata. A marzo 2007, dopo essersi messa in accordo con organismi “di sicurezza” per coprire le loro demenze ed i loro crimini, mi manderà degli esaltati auguri di compleanno in cui scriverà che “la vita futura” m’avrebbe “appagato delle sofferenze del momento”. ...S’era appena messa d’accordo per darsi da fare per farmi rientrare in Italia e fammi sottoporre ad ulteriori servizi speciali. Né racconteremo alcuni qui, ne accenneremo, di alcuni di questi “servizi speciali”. Lo sapete come lavorano i criminali di Stato. Cancellano i crimini loro facendo il possibile per liquidarti oppure per renderti criminale ex-post. Per cui l’ex-post valida, eventualmente, il loro ex-ante cancellando, credono, i loro crimini. Ed usano delle dementi come le madri di merda ed altri ossessi di merda. La madre di merda, era, in quell’inizio di marzo 2007, in preda ad un’autentica esalatazione. “Lo distruggiamo davvero questa volta!” si ripeteva esalatata. ...Abbiamo analizzato le rilevazioni salellitari delle sue onde cerebrali mentre intensificavamo le psicoradiazioni distruttive su tutti i pidocchi, di Stato/i e non, e loro famiglie e conoscenti (tutta l’area loro ed intorno a loro, come da nostre procedure operative solite), che stanno conducendo quest’operazione demenziale... La madre di merda era in preda ad un autentico delirio d’autoesalatazione distruttiva! Non solo lei. Anche altri ed altre. A cominciare dall’ex-moglie di merda. ...La sindrome dei delinquenti che credono di non pagare il dazio con altri crimini che in realtà li infognano sempre più.
Tra l’altro, la madre di merda, a marzo 2007, è sotto un momentaneo cumulo di esaltazioni. Esaltazione perché s’è appena rimessa d’accordo con dementi di Stato per fottermi, o così crede, ed esalatazione perché ha appena ammazzato il marito, mio padre, e l’ha fatta franca. L’ha imbottito di medicine, di mangiare schifoso quanto mortifero, poi s’è fatta la parte della vittima che doveva passare le giornate a curare il marito non più in grado di provvedere a sé stesso, neppure per le funzioni più elementari. Poi gli ha detto che l’avrebbe rinchiuso in qualche istituto in attesa che crepasse. Lui ha tolto il disturbo. Il 16 dicembre 2006, è deceduto. Certo che se uno lo distruggi con cibo sovrabbondante e lo imbottisci di medicine, poi è normale che non sia più in grado di provvedere a sé stesso. Le dementi si coprono dietro i medici. Funzione dei medici è fabbricare malati, sennò restano senza professione né pane. A marzo 2007, incassata la pensione di reversibilità, la demente ossessa si sentiva sovr’esaltata per questa sua ulteriore impresa. Un temporaneo delirio d’onnipotenza per poi passare dall’esaltazione indivio-distruttiva alla depressione altrettanto invidio-distruttiva ed auto-distruttiva. Idem le altre e gli altri ossessi di merda di questa storia qui sommariamente raccontata.
Sono decenni che intenzionalemente e con insistenza distruttiva, anche in telefoni chiaramente intercettati, la madre di merda insiste nelle fabbricazione del delinquente. Il figlio, Io, deve essere un delinquente od un terrorrista o entrambi. Perché?! Perché non l’asseconda nelle sue demenze. Invece l’altro, il figlio di merda, il fratello di merda, Richi, che l’asseconda nelle sue demenze ossesse ecco deve essere a posto. Appunto, è pidocchio di merda... È di merda, dunque è a posto, non è né un delinquente, né un terrorista. Io invece devo esserlo. I pidocchi ragionano così. ...Anche se poi, la madre di merda si scatena anche contro di lui... ...che l’asseconda, ma mai abbastanza...
Avevo una figlia. No, anzi, ce l’ho ancora, anche se è molto tempo che non la vedo faccia a faccia. Nata nel 1972. Serena. Uan bimba splendida. Dal 1987, la madre di merda, col [“mio”] fratello di merda, paga l’ex-moglie di merda perché non me la faccia vedere. Non chiedetemi perché lo fanno. Chiedetelo a loro, alle pidocchie e pidocchi ossessi di merda. La “logica”: prima la paga perché non me la faccia vedere; l’ex-moglie di merda, un’altra pidocchia demente ossessa, è ben felice di farsi pagare per non farmela vedere; un bel giorno si dice: “Ma perché non la vede? [Sei tu, madre di merda, che la paghi perché non me la faccia vedere...] ...Penserà che non sia figlia sua.”; lo accenna all’ex-moglie di merda; l’ex-moglie di merda dice a tutti nell’ufficio (all’INPS), troverete centinaia di testimoni: “Roberto dice che Serena non è sua figlia”; in ufficio un giorno qualcuno mi dice: “Sai, dicono che tu dica che non è tua figlia.”; a parte che Serena è un tipico caso in cui la paternità è certa, mentre la maternità non lo è (non ha proprio nulla della pidocchieria della [sua] madre di merda con famiglia egualmente piuttosto merdosa!), ma io non ho detto mai nulla; si sono detti e creati tutto loro, la madre di merda, con la moglie di merda. A che livelli arrivano madri ed ex-mogli di merda! ...con altri parenti ed ex-conoscenti di merda di contorno.
Il meccanismo, da lato della madre di merda, è semplice. Già si crea le ossessioni per conto suo. A gettito continuo. Poi ci sono i merdosi di contorno. La sorella di merda Angela, quando telefona alle sorelle sue di merda, al momento opportuno fa fuoriuscire dalle sue mente e bocca malate dei: “Ma non è che...”, “Ma sarà che...”, “Ma non penserà che...” A quel punto, la mente malata ossessa della madre di merda, come delle altre succubi all’Angela di merda, comincia ad andare in supersbattimento. La mente ossessa comincia a dirsi: “Ma che avrà voluto dire?”, “Dove ho sbagliato?”, “Quale sarà la mia colpa?”, “Cosa devo fare per essere a posto?” Entrata in ulteriore agitazione demente-ossessa, agitazione demente ossessa si placa per un attimo solo con delle nuove carognate contro il figlio o contro i figli e tutti gli altri prossimi. “Ecco, ora sì, che mia sorella, la prossima volta, non mi sgriderà!” Ed, ogni volta, il solito! Non è un caso che l’ex-moglie di merda “adori” l’Angela di merda. Quella volta, la madre di merda e l’ex-moglie di merda, attivatesi ognuna per le demenze ed ossesioni sue, si creerà e diffonderà quel “dice che non è figlia sua”. Mai detto né pensato nulla del genere. Nessuno che abbia mai potuto ascoltarlo e neppure dedurlo da me. Se sol sono detto da sole. Pidocchie borderline non sono mai state capaci di distingue le loro demenze ossesse dalla realtà. Le loro demenze ossese, come tipico di tutti i borderline, diventano la realtà. Del resto, la stessa madre di merda dell’ex-moglie di merda è sempre stata lo stesso. Una vita passata tra demenze ossesse e carognate contro tutti, è morta dicendo che “perdonava tutti”. Lei?! Una pidocchia, Mina, ossessa di merda che faceva, o cercava di fare, del male a tutti. ...È morta dicendo, pontificale, che perdonava tutti. Lei?!!!!!!!!!!!!!! ...Sono tutti così i pidocchi. ...Fatti con lo stampino.
Andiamo agli anni ’70 ed inizio anni ’80.
Premettiamo che non sono né sono mai stato capo di nulla. Non sono un tipo carismatico. Non sono capace di filarmi e fottere il prossimo ...come fanno i veri “carismatici”. Troppa fatica star dietro al prossimo! Meglio impiegare le energie per altro, oppure per nulla.
Quando c’era il terrorismo ero, diceva la madre demente ossessa, e dunque con lei la sorella, ed il figlio [il “fratello”], che ero un grande capo, perché sapevo sempre tutto, diceva la madre di merda, e dicevo, diceva la madre di merda, cose che poi s’avveravano. Figuriamoci! Se c’è qualcosa che accomuna la criminalità organizzata e quella politica, è che i capi occulti non esistono. Esistoni i manipolatori. Ma sono personaggi con altre coperture, altre posizioni formali e di fatto, connessioni in fin dei conti abbastanza note negli ambienti del potere e dei poteri. Non fanno gli impiegatucoli dell’INPS. Fanno o i CC, od i politici con agganci in organi di sicurezza, od altre professioni ma sempre con agganci operativi con organi di sicurezza esteri od interni, con massonerie, reti, etc. proprio quello che non ho mai avuto, né avuto l’interesse ad avere.
Nel 1981, i primi giorni di luglio, mi arrestarono per terrorismo. Non c’entravo nulla. Anzi, avevo evitato (non per filantropia, né per interesse) che un gruppetto di ragazzi e ragazze si compromettesse col terrorismo in un periodo invece in cui tutti operavano per far compromettere, dunque per legarsi, in tal modo, l’uno o l’altro. Non potevo né volevo comunque raccontarlo ai poliziotti né ai magistrati. Coi poliziotti non ho in realtà parlato, né loro con me; coi magistrati se non altro per dire che non avevo nulla da dire. Verbalmente, avevo posizioni sul filo del rasoio. Appunto, meglio starsene zitti. La gente è rozza, gretta ed ossessa. Io invece parlavo pubblicamente di quel pensavo. Non mi piaceva il conformismo anti-, come non mi piaceva il conformismo pro-. Direi che, in un mondo di bigotti, avevo posizioni laiche, anche se a taluni io sembravo un cultore “religioso” dei classici del marxismo. Non importa. Il mio era un rifiuto psicologico del doversi schierare. Mi schiero se voglio, non se devo. ...Ah, mi capitarono anche cose “strane”. Oggi posso dirlo. Un giorno, le BR mi mandarono a dire, credo (poteva anche essere mitomania di chi portò il messaggio verbale, ma non credo, in quel caso): “Tu dici, dici, ...ecco, se vuoi discutere con le BR, ammazzi uno, lasci un voltantino con le tue posizioni, e poi discutete.” Demenziale! Se non fosse che i mestatori, i reclutatori, lavoravano proprio a quel modo, dunque lanciavano o facevano lanciare quelle suggestioni e quegli inviti. Ah, posso anche ammazzare qualcuno se mi gira, ma ammazzare qualcuno per lasciare un volantino “per aver l’onore di discutere con” è una cosa che non sta né in cielo né in terra. La mia mente limitata c’arrivava già tre decenni fa a riconoscere tali demenze. Erano i tempi. Andavano tutti alla ricerca dell’avventuriero. Ve n’era abbondanza, evidentemente. Evidentemente, il reclutamento a quel modo, ed anche in altri modi, funzionava. Un giorno una, una reclutatrice BR, anche se a sentirla aveva posizioni autonome, appunto un’avventuriera!, mi fece uno strano discorso che almeno almeno si dovevano bruciare le macchine a non so che capi Fiat. Non me ne fregava nulla di bruciare macchine. Dissi: “Perché non discutiamo della tale Risoluzione Strategica?” Le “Risoluzioni Strategiche” erano documenti pompati, pubblicati in riviste e libri, anche se poi sembravano dei catechismi con tutto e nulla e poggianti su basi pseudo-analitiche evanescenti che non m’affascinavano per nulla. Fissammo l’appuntamento, in realtà [presso] un’altra riunione pubblica di non so che assemblea numerosissima che si vedeva forse settimanalmente in posti pubblici pubblicissimi. Appunto, fissato l’appuntamento per discutere cose teoriche, la tipa non venne. La volta successiva la vidi, non disse nulla. Appunto, voleva solo farti bruciar macchine e poi farti lasciare volantini su cadaveri. Non discutere loro testi. Se tale era il livello, non erano cose per me. Ah, certo, tutto può aver un senso, ...se ha un senso... No, nulla aveva senso! In realtà, spesso la cosa migliore è non far nulla. Se uno è insoddisfatto del presente, meglio darsi una qualificazione professionale per migliorare la propria condizione, circostanze permettendo. Null’altro serve a nulla ed a nessuno, salvo avventurieri capaci di mangiare sulle disgrazie altrui che invece riescono e speculare su tutto e su tutti.
Arrestato, la madre di merda, con la sorella sua di merda, con la moglie di merda, eccole tutte belle scatenate. Furono poi i poliziotti, credo, ad avere pena per me che avevo tali familiari. Non che i poliziotti fossero amici miei, ma neppure nemici. Loro fecero il loro mestiere di venirmi a prendere. C’era un mandato d’arresto. Non è che potessero non venire. Io non mi feci parti da esaltato. Non collaborai, ma appunto non mi feci parti da esalatato. Sono proprio quelli che magari cercano di scappare o si scontrano in vario modo con poliziotti e carabinieri che poi, scattatogli un qualche interruttore interno, divengono loro grandi amici.
Quell’arresto (inizio luglio 1981) fu per la madre di merda il pubblico riconoscimento che il figlio era un delinquente. L’ha tirata avanti fino ad oggi, poi resa ancor più furiosa dall’assoluzione (marzo 1990) del figlio che, delinquente, l’aveva “fatta franca”. Arrestato, in quel luglio 1981, la madre di merda si scatenò in telefonate ossesse: “Ditegli di collaborare!”, “Ditegli di confessare!”; “Oh, ma si drogava?! Ecco, sì, sì, si drogava! Ecco perché è divenuto un delinquente! Si drogava! Si drogava!” Chi, Io?! Neppure uno spinello. Neppure del tabacco. Neppure una sbornia. Neppure sonniferi. Neppure calmanti. Nulla di nulla. Non che sia fobico di quelle cose. Mi son trovato con tipi e tipe che, chessò, si spinellavano: “Prego, fate pure, ...io aspetto qui.” ....Se non m’attiravano, né m’attirano... Eppure, la madre di merda continuava martellante. Le stesse cose che dice oggi. Anche oggi, continuo ad essere “astemio” a qualunque sostanza sia illegale che legale. Ma le dementi ossesse si creano da sole la propria realtà. Continuava ossessa a telefonare che era sicura, che dovevo essere un drogato e dunque un delinquente da drogatura, o giù di lì: “Ecco, perché è diventato un terrorista ed un delinquente, Ecco! Ecco! Si drogava!”
Ci sono centinaia di testimoni. La madre di merda, lo negherebbe glielo chiedeste. I pidocchi dementi ossessi mentono sempre. Ma ci sono centinaia di testimoni che l’hanno sentita, e continuano a sentirla. Pure le registrazioni e trascrizioni telefoniche della Digos o simili. Anche la [poi] troiazza sposerà mio fratello di merda per farlo poi rapidamente cornuto fino ad oggi con lui felice, pendolare settimanale Genova-Roma (lavora a Roma), esclamerà: “Ecco, sposo il fratello di un delinquente.” L’ha sposato quando ero dentro, dunque tra il 1981 ed il 1984. Che ero un delinquente lo sentiva dalla [“mia”] madre di merda, che ossessivamente lo ripeteva a tutti. Tutti sapevano che ero un delinquente perché “la famiglia” [madre, fratello, ex-moglie, zia, etc. di merda] se lo creava e lo diceva a tutti.
Rita, si chiama la “mia” testimone. Basta chiederlo a lei come io sono stato costruito come criminale ai suoi occhi. È facile trovarla. Di Genova-Genova, dove tuttora vive, credo. Ad Albaro credo, che dev’essere come a Torino abitare in collina o in certe parti della Crocetta: infatti ci devono essere andati perché per lei, genovese-genovese, doveva esser un sogno fin da piccola sposare uno con cui potersi permettere d’andare ad abitare ad Albaro. Moglie di Riccardo che fa cornuto ormai da decenni. Liceo classico. Lavoro in banca. Nata, credo, dopo il 1955 ma, credo, prima del 1960. Da sempre con seri, problemi di occhi. Senza figli, perché lei non ne vuole. Lui, il marito, il fratello di merda, ingegnere a Roma. Fa il pendolare settimanale Roma-Genova, dove la moglie gli organizza fine settimana con le famiglie dei suoi amanti del momento. Ecco, avete capito i tipi. Comunque, Rita è facilmente trovabile. Basta chiederlo a lei. Lei che “ha sposato il fratello di un delinquente.” Gliela hanno messa così, evidentemente, la [“mia”] madre di merda ed il [“mio”] fratello di merda. La trovate e vi fate raccontare i dettagli. È una loquacissima. Parla sempre. ...Se non è cambiata. Sarà felicissima di raccontarvi per ore ed ore tutti i dettagli.
Lì, alla Digos di Torino, intercettavano tutto. Mandato di cattura della sera prima prima. Metti sotto controllo il telefono. Fai irruzione la mattina alla 5, forse del 3 luglio 1981, per l’arresto. Mantieni il controllo del telefono almeno per qualche giorno, od anche per qualche settimana o mese, od anche per qualche anno. Continuano a sentirsi quest’ossessa, la madre di merda, che insiste, che è sicura, “una madre [di merda] se lo sente”. Allora come oggi. “Se lo sente!” Quando venne il momento almeno di provarci, nessuno lì alla Digos osava farsi la parte. Del resto, di fronte a quelle affermazioni insistenti “della famiglia”, “della madre”, potevano degli sbirri far finta di nulla?! Sì, nessuno ci credeva, ma ci fosse stata anche una probabilità su un milione, potevano far finta proprio di nulla-nulla? Alla fine, uno squallido, di mezza età, magro e lungo, autocaricatosi ma lui stesso in difficoltà, si presentò sulla porta della celletta nei sotterranei della Questura e mi disse diretto-diretto: “Ma sei un drogato?” Era una decina di giorni che ero lì, tranquillissimo. Lo guardai: “Chi, io?! Ma se è dieci giorni che sono qui...” Fece chiudere la porta e se ne andò. Dopo un paio di giorni mi accompagnarono, in auto, senza parole né loro verso di me, né mie verso di loro, in massima sicurezza a Cuneo. Isolamento. Poi a Torino per l’interrogatorio, dove mi tolsero i vestiti e mi dettero una specie di pigiama con cui comparii al cospetto dei giudici istruttori. Due squallidi giovanotti “di sinistra”, “del Manifesto”, sembra, o così si raccontava nell’ambiente loro. Uno, oggi, fa il giudice-giudice. L’altro non so se faccia ancora il giudice o l’inquisitore... ...in magistratura, certo... ...ma non so bene come si chiami... ...o sono quelle cose che si sono inventati loro... magistrato, ma specializzato nel settore sportivo, credo. Anche l’avvocato, Trucchetto, un coglione torinese o piemontese, mi guardò torvo: “Ma com’è vestito?!”. “Se m’hanno tolto i vestiti e m’hanno dato questa specie di pigiama, come dovevo comparire, nudo ...od in completo e cravatta che qui non ho, a parte che è luglio?!” ...in Questura, l’avevi visto, stronzo inetto, che ero vestito normalmente... ...jeans e maglietta. Sarà stato il programma umiliazione per indurre a cedere. Ma non mi sento umiliato da nulla, neppure dal dover comparire davanti a dei giudici istruttori in pigiama. Se piaceva a loro... Del restano erano compagnuzzi. Lo sapete come sono i burocratelli, anche magistrati: “Sarà stato per ragioni sanitarie.” Certo, stronzetti! ...una persona normale sarebbe andata dal direttore del carcere ed avrebbe chiesto: “Perché mi mandate uno all’interrogatorio in pigiama, invece che coi suoi vestiti che gli avete tolto?” Ma loro erano magistrati compagnuzzi, “del Manifesto”... Italiozia, 1981, Torino, Le Nuove: “Abbiamo uno da Cuneo Massima Sicurezza Isolamento a Torino per interrogatorio... ....Cosa facciamo?! ...Gli prendiamo tutti i vestiti e lo mandiamo all’interrogatorio in pigiama dell’Amministrazione Penitenziaria.” Italiozia, 1981, Torino, Le Nuove, con due giudici istruttori “del Manifesto”.
Anni ’90. La madre di merda, sostenuta dal fratello di merda, con l’ex-moglie di merda, con le altre di merda... ...sempre le stesse cose... Al mare conoscono uno, glielo fa conoscere l’Angela di merda, che lavorava per i carabinieri a Milano. “Se ne sentono tante... ...chissà cosa fa mio figlio... ...se si mette nei guai... ...chissà che cosa fa... ...non mi dice nulla...” Io non facevo nulla, di nulla. All’inizio, da metà 1990, grazie al loro mobbing all’INPS, facevo 5 ore di treno ed altri mezzi pubblici al giorno, Torino-Gravellona Toce [non avevano un posto più distante dove mandarmi, dato che avevano il limite dell’area di competenza della Direzione Regionale, dove era stato organizzato il “servizio” per fottermi: la madre di merda, col fratello di merda, pagavano la moglie di merda, che lavorava alla direzione regionale ed era direttamente intervenuta con una chiassata delirante presso il Direttore Regionale Vitale (se non sbaglio cognome), per quel “servizio” come per tutti gli altri successivi!]. Appunto, io non facevo nulla. Facevo il [super-]pendolare. Anche dopo, cose regolarissime, neppure vagamente sospette. È un fatto, sono fatti, ...non che lo dica per sentirmi meglio o peggio. Si fabbricavano tutto lei e loro ossessi di merda per demenze loro. Quello dei CC di Milano, lo riferisce, lo metton a fascicolo, “abbiamo sicurissime informazioni dalla famiglia che...” Idem, da Torino. Ti mobbizzano, ti linciano, all’INPS, dunque è la conferma che sei un terrorista-delinquente, per cui, gli stessi che ti mobbizzano-linciano, comunicano ai CC che sei un terrorista-delinquente. Te ne vai?! Conferma che sei un delinquente: ...non chiedete a me, chiedete ai dementi ossessi, sbrirraglia demente-inetta inclusa, la logica delle loro demenze ossesse! Poi, un giorno, 1998-1999, credo 1999 a pensarci bene, montata nelle crapa vuota dall’uno e dall’altro, la madre di merda si fa la scena a Torino. Arrivano da Genova, dove abitano di solito. Solito show. Se ne compare come un’ossessa, con marito e fratello di merda al seguito, a delirare con l’una e l’altra del palazzo, con l’amministratrice, all’INPS. Il solito. E loro che devono fare?! Riferiscono ai CC, a servizi vari: “È venuta la famiglia... ...dice che...” E loro, criminali e dementi, scrivono a fascicolo e nelle schermate dei computer di tutto il globo: “Abbiamo la notizia sicurissima dalla famiglia che è un superterrorista internazionale, un superdelinquente internazionale... ...è così super che non sappiamo neppure con precisione che faccia né abbiamo alcuna prova.” Appunto, io più che studiare non facevo, all’estero, senza movimenti, né viaggi, né conoscenze, né altro, sospetti. Appunto, i dementi di Stato: “Non sappiamo nulla, ma la famiglia dice... ...la famiglia è sicurissima... ...dunque deve essere proprio un superpericolosissimo.” La “famiglia” di merda, la madre di merda, col fratello di merda, con la sorella [della “madre” di merda] di merda, con l’ex-moglie di merda, con altre merdose e merdosi, “dicevano”, erano “sicuri sicurissimi”. Della serie “una madre se lo sente”. ...le madri di merda sono convinte d’essere “madri”! Appunto, una madre di merda “se lo sente”... Ma che si sente?! ...Che è ossessa ed invidiosa dunque deve cercare di distruggere tutto e tutti, oltre che trascinare la sua miserabile vita di merda.
Un’ex-moglie di merda
Così ossessa, ch’era divenuta subito così disgustosa che me n’ero andato. Le interessava solo mostrare alla “mammina” [una demente ossessa come lei] ed alla sorella che anche lei era normale. Non ne potevo più!
Allora, sostenuta dalla “mia” madre di merda, s’è dedicata alla figlia. Tra merdose dementi ossesse si sostengono. [Vedi punto B della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi, in testa a queste considerazioni].
La figlia, Serena non è davvero figlia sua. È solo figlia mia. Di suo non ha nulla. La bimba è pure disgustata dalla madre di merda “sua”. Ma la vede così demente ed ossessa che ha pena, pietà a contradirla. Allora fa finta di non contraddirla. Solo un peccato veniale di debolezza e d’ingenuità rispetto a dementi ossesse. Come fuga dalla madre demente ossessa, s’è fatta suora (ed architetta gratis) presso un gesuita che s’è creato la sua comunità religiosa divenendo così miliardario di soldi di Stato e di eredità a lui lasciate. Dato che lasciano spesso immobili, il gesuita aveva bisogno d’un’architetta gratis, mentre la “mia” ex-moglie di merda ossessa invidiosa che la figlia amoreggiasse con un ragazzo aveva bisogno di saperla “salva” dai piaceri del sesso. Alla famiglia del ragazzo raccontarono che Serena era figlia di un terrorista-delinquente per cui... ...il ragazzo fu fatto sposare in fretta e furia con altra per proteggerlo dalla “figlia del terrorista-deliquente”. A Serena fu poi detto che gli uomini sono tutti così. Lei, per pena, schifo e disperazione verso tali madre e nonne di merda, s’è lasciata far suora.
L’ex-moglie di merda, la madre di merda di Serena, con le nonne si merda, fa il possibile per rovinarle la vita. Serena fa finta di nulla, pur col disgusto che le monta dentro. Nulla di male. ...Se e finché le piace così... C’è chi li prende di punta. C’è chi, come Serena, reagisce con un profondo disprezzo per le le nonne di merda e la madre di merda, pur facendo finta di non contraddirle. Si dedica a ritiri spirituali in conventi ed in grotte, quando non occorre come architetta in giro per la penisola.
L’ex-moglie di merda ha assecondato ben felice la “mia” madre di merda, ben pagata dalla stessa e dal “mio” fratello di merda. Sì la pagavano e la pagano per essere aiutati a danneggiarmi. Lei spende tutto in sciocchezze. Si riempe la casa di cose di nessun valore, perché non può non spendere, ed il pur lauto stipendio da corrotta di parastato non le basta, non l’è mai bastato. È di quelle che fa debiti, nell’ebbrezza di spendere. In famiglia sua non le hanno mai dato soldi. Dal suo primo stipendio, lo spendeva in pochi giorni in sbevazzate ed in tutte le cazzatine impossibili ed inimmaginabili. Della serie spendo dunque esisto. Una malata, anche nelle piccole cose. Spendo dunque esisto. Sono invidiosa dunque esisto. Devo distruggere l’ex-marito dunque esisto. Devo divenire l’idola della figlia dunque esisto. La figlia non deve avere una sua vita perché sennò non è più mia che esisto solo se la figlia è tutta e solo mia, ed è solo mia solo se la distruggo. Una pidocchia malata, ossessa. Con la “mia” madre di merda ed il “mio” fratello di merda che la pagavano per danneggiarmi. È quello che ha fatto. È quello che hanno fatto. Ci sono centinaia di testimoni.
Fino al mobbing all’INPS, quando tutta la comunità degli ossessi era furiosa perché fossi stato assolto al processo per terrorismo. I giudici non potevano basarsi sulle demenze loro. Comunque, è andata così. Già quando ero detenuto, l’ex-moglie di merda dette un consiglio strepitoso alla madre e fratello di merda che insistettero con me. Confessi. Esci. Poi ti riassumono all’INPS anche con condanna. Ecco era la situazione “ideale”, per me, trovata dall’ex-moglie di merda e dalla madre di merda e dal fratello di merda. “Geniali”! Appunto, ebbero poi tutti un tracollo tramutatosi in rinnovata furia quando fui assolto. Sul “geniale” consiglio esistono le registrazioni presso l’amministrazione penitenziaria, dato che nelle sale colloqui c’erano [illegali] i microfoni e registravano [illegalmente] i “colloqui” in carcere con esterni. Ed esistono le telefonate intercettate tra di loro. “...Dice che... Confessi. Ti fai condannare. Poi ti riassumono all’INPS. Sai, ci sembra una soluzione davvero rapida ed ottima.” Avevano bisogno della formalizzazione giudiziaria del “delinquente”... Sono esplosi di rabbia all’assoluzione.
Un fratello di merda
Richi, il fratello di merda, è uno così... Il classico paranoico ossesso che s’ombra per nulla, arrossisce e cerca il consenso “degli altri”. Muove il culetto come finocchietto che vorrebbe nasconderlo. Invero, anche il pippo lo vorrebbe nascondere. Con le ginocchia rivolte all’interno cammina come uno dolorante dalle palle evirategli dalla madre. Dolorante e vergognoso.
Se va al mare, si dedica selvaggio e sanguinario ad ammazzare, tra gli scogli, centinaia di polpi. Naturalmente, a lui non piacciono. È un bisogno d’ammazzare, di massacrare. Infatti, leva poi le fiere membra con selvaggio digrigno di denti quando ha sterminato tutto lo sterminabile dell’area, come ossesso schifato e sporco dall’avere sterminato col colpo alla nuca migliaia di umani in una fossa comune. La madre di merda altrettanto fiera, dato che neppure a lei piacciono, li stipa poi in congelatori. A me piacciono, bolliti e poi conditi, sebbene non m’ha mai appassionato prendere quelle metafore di cazzetto e cazzoni tra le mani, rivoltarli, se ho ben capito la procedura, per neutralizzare non solo quale dentre hanno od avrebbero, e poi sbatterli violentemente sugli scogli fino all’uccisione del malcapitato polpo. Sì, potrei farlo all’occorrenza, ma proprio non m’appassiona. Forse, esistono metodi più tranquilli per uccidere un polpo. C’è comunque la differenza che a me piacciono, anche se fino ad oggi non ho mai ammazzato un polpo. Al massacratore da scogliera, no.
Se uno lo sorpassa con l’auto è capace, se la strada è stretta e non può risorpassarlo, di attaccarsi ossesso al culo dell’auto soprassante e di incalzarla a tutta velocità finché quello dell’auto soprassante, distrutto, non accosta per farlo passare. Con madre, naturalmente, spaventatissima, ma che poi, per paura lui le mangi la faccia dopo sì “eroica” impresa, dice, pur con aria di terrificato disgusto, “che omo, certo è uno che non si fa mettere i piedi in testa”. ...Per un’auto che l’aveva sorpassato...
Naturalmente, è poi quello che ossessionato dalla madre di merda che deve rovinargli la vita perché sennò la sorella di merda la sgrida, consegna la tesi coi calcoli sbagliati, e sapendo lui e tutti che sono sbagliati, per togliersi di torno quella madre di merda che l’ossessiona. O che si licenzia dal professore lo vorrebbe collaboratore d’affari perché costui voleva intestargli una ditta di costruzioni: “Sa, in famiglia, hanno paura che mi metta nei guai.” E poi, naturalmente scaricato dal professore che non vuole con sé un tal coglione, se ne va a fare il disperato supplente di scuola professionale, ...per qualche tempo.
La futura moglie l’ha subito capita la psicologia del pollo. Voleva sposarsi un ingegnere, ma anche un pollo “con la testa sulle spalle”. S’è fatto dire dalla portinaia quando usciva e quando rientrava. L’ha aspettato. In macchina gli ha detto “dai andiamo ad imboscarci...” Gli ha messo la mano sull’uccello e s’è fatta montare. Poi, sposati, ha concluso che era un ignorantone senza cuore né sensibilità. ...La giustificazione col mondo perché voleva cuccare dell’altro cazzo... Allora bastava che un collega le parlasse di musica classica e dell’ultimo libro di un qualche Kundera che lei si bagnasse e se lo tirasse contro per cuccarselo. Come conseguenza, il fratello di merda s’imbottiva di psicofarmaci, per calmarsi di lei che usciva la sera: “Sai, devo andarmi a farmi montare da quello ...è così sensibile...”. Che omo!
Naturalmente, la madre di merda, come tutte le madri di merda, era demente ossessa e di merda con tutti. Un giorno, lui ancora faceva ingenereria, s’era convinta (la sorella di merda, Angela, la stimolava nelle sue osssesioni con le sue telfonate) che lui si drogasse. “Esce la sera... ...non mi dice dove va... ...fa delle cose strane nel bagno... ...ho trovato delle siringhe.” Io, non gliel’ho mai chieso... può darsi che avesse lo scolo e che si fosse fatto qualche iniezione da solo... Non ho idea, non glielo ho mai chiesto. Le siringhe hanno gli usi più differenti e strani. Io, per esempio, preferibilmente di vetro e senza ago, uso una siringa per passare della benzina avio (quella che vendono nei supermercati italici) dalla bottiglietta ai contenitori del bianchetto da cancellare. Ho scoperto che, così facendo, durano in eterno e rendono. Altrimenti, si seccano subito e diviene complicato oltre che costoso usare il bianchetto per cancellare. Può anche darsi che la demente ossessa se lo fosse inventato lei della siringa o delle siringhe. Glielo avrà detto la sorella di merda nelle sua telefonate ossesse e tra ossesse.
Ecco, la madre dimerda si crea la convinzione che il figlio minore, il fratello “mio” di merda si droghi. Faceva ancora l’università, non aveva ancora finito. Una volta che capito lì da loro, a Genova, mi “incarica” di chiederglielo. Non glielo ho mai chiesto, né ho mai riferito nulla alla madre di merda. La madre di merda poi credette d’aver capito da me che io le avessi detto che non si drogava, ma io non chiesi, né dissi, né riferii nulla. Le dementi si creano continuamente convinzioni su ciò gli altri avrebbero detto. Inutile discutere con dementi ossessi/e e con le loro convizioni. Hanno personalità borderline che confondono le loro convinzioni con la realtà. La madre di merda continua ancora a sostenere, lo ripete da quarant’anni, che una grande valigia molto bella e costosa che le ha rubato una sorella povera [gliel’avevano portata piena di materiale contabile quando mio padre dovette chiudere la fonderia che non rendeva più], l’avrei data io ad uno che se l’è tenuta. Figuriamoci! Possono chiedeglielo, a ACaffaz... Potete chiedeglielo se gli ho mai dato valigie... ...il padre ne aveva un negozio...
Ecco, in quel non averglielo mai chiesto [al fratello se si drogasse], né riferito nulla, sta tutta la differenza tra me e lui, tra me ed il fratello di merda. Piccoli dettagli...
Arrestato nel 1981, esco nel 1984. Non mantengo particolari contatti con l’area dei compagnuzzi, né con quelle dei “duri” se ve n’erano. Prima conoscevo, vagamente, l’ambiente. Poi, non ho grande interesse, né motivo, per riandare a metterci il naso. Non devo giustificarmi. Ci saranno quelli che, confessato al momento dell’arresto, usciti faranno il giro dell’ambiente per chiarire “la loro posizione”. Farò qualche vaga chiacchierata con qualcuno, nulla più. Con tutti gli infami, già grandi rivoluzionari, in circolazione ed i continua proliferazione... Ah, sì, c’era uno, che aveva i genitori di fronte a dove abitavo io. Tutte le volte che l’incontravo mi chiedeva: “Ma hai detto qualcosa su di me?!” A parte che non ho detto nulla di nessuno. A parte che non so che avesse da temere dato che era uno mai aveva commesso reati, a quel che ne so. Era uno cui avevo giusto telefonato la sera prima mi prendessero, dunque con telefono mia già sotto intercettazione. Una telefonata di pochi secondi per vederci il giorno dopo. Dovevo restituirgli un libretto che mi aveva dato da fotocopiare. Delle novelle di Pirandello che lui aveva preso in prestito dalla biblioteca della scuola. Siccome il mio telefono era chiaramente già sotto controllo, mi prenderanno la mattina alle 5, dopo forse un 8 ore da quella telefonata, certo che qualcuno della polizia lo sapeva gli avevo telefonato. Gli avranno chiesto o fatto chiedere informalmente perché gli avessi telefonato, o gli avranno alluso, sì da fargli venire qualche paranoia. O non sapendo bene a chi avessi telefonato (conoscono il numero non la persona) avranno chiesto alla famiglia. Ah, non importa. Se lo riincontro quest’anno o l’hanno prossimo, mi richiederà, dopo 26 o 27 anni se avevo detto qualcosa su di lui. Nessun problema. La gente è fatta così. Magari, sono amicissimi e si fidano chi li rovina... ...Dunque, non io che sia il tipo si spaventi per 1200 di galera senza particolari danni. Ma sta di fatto che non ho più frequentato quegli ambienti. Prima me lo sentivo di gironzolare tra i compagnuzzi, anche se non è che mi piacessero troppo. ...Mi piacevano di più i libri... Poi, non me lo sentivo più. A parte qualche chiacchierata con qualcuno, anche in gruppo, gli unici posti dove sono andato sono stati, per poco tempo, i Verdi allora nascenti, e poi la Lega Nord forse per un paio d’anni, con intensità variabile. Ecco, quando incontravo, davvero poche volte dopo il 1984, il fratello di merda, non aveva di meglio che buttarmi lì con aria beffarda: “Come va la politica?!” Che politica?! Appunto, se lo raccontavano tra loro... [...punto B di cui sopra, nella psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi]. “È un superterrorista-superdelinquente.” “Certo è sicuro, sicurissimo!” “Io l’ho detto a te, ...tu l’hai detto a quelli, ...quelli l’hanno ridetto a me, ...certo tutti lo dicono! È sicurissimo!” Appunto, se lo dicevano l’un/a altro/a... Era sicurissimo! “Come va la politica?!” “Come va la rivoluzione?!” Io non lo sapevo di che parlassero. Lo sapevano loro...
Ah, sì, anche un cugino, Maurizio. Prima dell’arresto, dunque prima di metà 1981. Se casualmente lo incontravo, mi guardava livido e poi sbottava: “Ah, le Brigate Rosse... ...ah, a te ti fanno un baffo, tu sei ancora più estremista e sanguinario.” Era un sedicente liberale, tutto chiacchiere, fica, chiesa e Croce verde. Io non avevo detto nulla. E lui se ne sbottava, così, con quelle stronzate. Ma, certo, c’era un motivo. La madre di merda “mia” telefonava alla madre sua, le diceva che passavo le giornate tra omicidi e ferimenti, la madre sua lo diceva a lui, ...e lui se ne sbottava con me. Nasceva tutto lì, dalla “mia” madre di merda. Se le dicevo, ero uno che sapeva troppe cose. Se non le dicevo, ero un terrorista che agiva nel silenzio per cui non diceva. Uno era comunque un superterrorista-superdelinquente ...perché, sennò, la sorella di merda, Angela, la sgridava...
Una zia, delle zie, di merda
Se volete conoscere Angela di merda, se è ancora viva, è facile. Chiedete a Casalbuttano della ora anziana, ed in pensione da qualche decennio, maestra calabrese ignorantona e viscida che per rendere più credibili le sue maldicenze su colleghe, e non, si faceva inculare in direzione appoggiata alla scrivania da qualche direttore disgustoso e maialone. Ve la indicano tutti. È ben nota. Chiedetelo pure a lei... ...con un sorrisetto carognesco e saputo vi confermerà queste sue attitudini.
È una così. Si sente felice a far, o cercar di far, del male. In primo luogo con le sorelle ed i fratelli, lei unica maestra e loro tutti e tutte e o con la licenza elementare o, in qualche caso, con l’avviamento.
Il fratello maggiore Nicolino, prima l’ha sfruttato facendo leva sul suo essere senza figli dunque dal suo considerare un po’ suoi quelli della sorella di merda Angela. È perfino, in pensione, andato ad abitare anche lui a Casalbuttano, in una villetta che s’era lì comprato quando decise di trasferirsi lì. Poi, mortagli la moglie e divenuto un peso, con la madre “mia” di merda che gli ha combinato il matrimonio [bianco] l’hanno in pratica ceduto gratis ad una siciliana che l’ha sposato solo per derubarlo, lei e famiglia, di tutto quel che aveva ed ammazzarlo, là da loro in Sicilia, appena maturati i tempi della pensione di reversiblità. Gli prendi tutto. Poi, maturati gli anni per poter godere della pensione di reversibilità, lo maltratti al punto che uno toglie il disturbo.
I due figli delle zia di merda sono due castratelli. Uno con una posizione. L’altro che ha solo fatto finta d’averla. Entrambi con l’ansia d’apparire. ...Solite cose. Uno dei tre nipoti l’hanno fatto diventare gay. Ero restato che faceva il cameriere non so dove. Nulla di male, l’esser gay ...ma divenirlo per decisione familiare, di nonni... Fin da piccolo s’erano fissati che “gli piaceva giocare con le bambole.” Evidentemente gliele davano... Non credo che per un bimbo faccia gran differenza giocare con un bambolotto o con bambole per femmine. No, era che per qualche motivo loro (l’Angela di merda, che suggestionava pure il marito) che quel nipote, il secondo di due del figlio minore, lo dovevano costruire come gay ed allora continuavano a menarla con tutti, oltre che con lui, “gli piace giocare con le bambole come le femmine...” Non ho poi idea che altro abbiano messo in campo per la costruzione del gay... Gay latenti, e talvolta manifesti, lo sono un po’ tutti in quella famiglia, a dire il vero. Altrimenti non subirebbero il “fascino” della Angela demente ossessa di merda! Il maggiore, quello con posizione, ha sempre ossessivamente frequentato ambienti sportivi come scusa per “star fra omi”.
Effetti devastanti, la zia di merda, li ha avuti più su “mio” fratello di merda e su un cugino, tramite le sorelle di merda sue [della zia di merda].
“Mio” fratello avrebbe fatto bene il liceo scientifico. Le scuole sono anche opportunità di contatto con ambienti, a volte. No, ha dovuto fare i geometri, ed io ragioneria, perché anche il maggiore ed il minore della zia di merda evavano fatto ragioneria e geometri. “Bisogna avere un diploma!” Per me è stato lo stesso. ...Una scuola o l’altra... Mi piace conoscere e studiare, ma la scuola non m’è mai piaciuta. Lui invece sarebbe riuscito bene anche al liceo. Anche al classico, magari, sempre che lui avesse voluto. Sicuramente allo scientifico che di certo avrebbe voluto piuttosto che il tecnico per geometri. Mannò, doveva fare il geometri perché il figlio minore dello zia di merda aveva fatto o stava facendo il geometri.
Marco aveva pure lui una madre di merda, Ester, sorella minore pure di Franca. La bellona, forse, tra le sorelle. Ennio era un supergeometra, specializzato in gallerie, e più stimato d’un ingegnere. Sicuro di sé, pur basso e grassottello, aveva trovato la bellona e l’aveva sposata. Bellona ma demente ossessa di merda come le sorelle. Gia sposata da poco s’era convinta che il marito andasse con altre. Era probabilmente sono una sua invenzione ossesso-paranoica. La passione di lui era in realtà la caccia, oltre al lavoro. Ester ne parlava con Franca, da femmine di merda ma ben ossesse che non sanno neppure di che stiano parlando. “Dicono che sono più ‘bone” si dicevano, fingendo di parafrasare un linguaggio maschile che neppure ben capivano. Se le dicevano. Si montavano la testa l’una con l’altra. Poi, c’era Angela con le sue telefonate e le rare occasioni in cui s’incontravano. Ester faceva il possibile per rovinare la vita al marito, che pur andava diritto per la sua professione, spostandosi con famiglia per l’Italia che allora costruiva strade, ponte e gallerie a tutto spiano, e facendo soldi a palate, pur da lavoratore dipendente. Davvero un supergeometra competentissimo, gran lavoratore, e dunque ben pagato. E poi, Ester, si dedicava a rovinare la vita al figlio ed alla figlia, il primo e la seconda. La figlia era un bimbetta sveglia e vivace. Diventerà poi una grassona spenta che un romano o laziale sposerà per i soldi del padre di lei, Ennio. Ah, maestra, se non erro: doveva imitare la sorella di merda della madre, Angela... Ma le altre energie della demente ossessa Ester si concentreranno sulla distruzione del primogenito, Marco. Intelligente, geniale, con ottima riuscita scuola, stava facendo il liceo scientifico. No, non è stata solo la pazzia innata ossessa dei Pata-Simari di Mileto, Calabria... Marco aveva più le caratteristiche del padre. La madre demente ossessa di merda, Ester, se l’è lavorato stretta, montata di testa dalla sorella di merda Angela. Continuava ad ossessionarlo, per rendergli la vita impossibile. Marco, non poteva più studiare, né far nulla. Ad ogni cosa c’era la madre che l’ossessionava. Il padre, un superlavoratore, non poteva farci nulla, né lui, Marco, evidentemente, ha trovato la via per liberarsi da quell’assillo distruttivo continuo. Sarà stato l’inizio o la prima metà degli anni ’70. Avevano abitato, e forse allora c’erano ritornati per l’estate, nella riviera ligure di ponente. O c’abitavano ancora per la prima volta. Dovevano avere almeno un paio di appartamenti lì. Lui faceva già lo scientifico. Una famiglia normale l’avrebbe mandato a Londra tutta l’estate. I soldi non mancavano loro. No, lì non potevano. La madre di merda Ester, non l’avrebbe permesso. La sorella di merda Angela l’avrebbe sgridata. Sgridava, con fare tutto particolare, apparentemente suadente, le sorelle che facevano qualcosa di buono per loro stesse, figli, famiglia. E Ester, come Franca [la “mia” madre di merda], dato che le rispettive famiglie un po’ di soldi l’avevano, erano nelle costanti “cure” di Angela di merda. Marco, quell’estate, era andato, in quella località di mare, a fare il cameriere durante l’estate. Tra spose lasciate sole e ragazzete vogliose di cuccare, Marco, giovane robuto ed aitante, strombazzava a tutto spiano. Le conosceva come cameriere. Le trombava prima e dopo il lavoro. Anche “mia” madre di merda, avuto un’appartamento dalla sorella Ester, andata a prenderne possesso, troverà il letto in disordine devastato dalle sborrate di Marco. Non poteva trombare sotto gli occhi della madre, sessuofoba ed invidiosissima anche dei figli. Poi, diranno che Marco era diventato demente perché scopava troppo. M’è nuova questa legge psicologica. In realtà, non è mai diventato demente. S’è solo fatto rincoglionire e castrare da una madre di merda con sorelle e fratelli di merda. Passata quell’estate, la madre di merda, Ester, s’era ancora più ossesionata contro Marco. Non poteva neppure più studiare con lei che le stava sempre addosso. ...Qualche stupefacente, ma nulla, credo, da cui esserne davvero rovinato... E poi “reagirà” con comportamenti di fuga. Visto che la madre di merda l’inseguiva e l’ossessionava perché non potesse più fare alcunché, con la sorella di merda Angela, che, esaltata da quell’“eroica” impresa, l’incoraggiava, Marco si mise a fare “stranezze”. Nulla di drammatico. Visto che, in casa, la madre di merda gli rendeva la vita e lo studio impossibile, invece che andarsene da quell’ambiente malsano, si mise a fare lo “strano”. Se ne andava in giardino e si metteva in attesa che gli extraterresti andassero a prenderlo, a salvarlo. Il padre era troppo occupato col lavoro. Se fai strade e gallerie alla grande, non hai il lavoro sotto casa, devi spostarti. Se a casa resta una moglie demente ossessa di famiglia d’origine demente ossessa che deve distruggere tutto... ...Lì, la soluzione sarebbe stata solo liquidare la moglie e madre di merda Ester, con relalive sorelle, ed anche qualche fratello, di merda. La madre di merda Ester telefonava allora alla sorella di merda Angela per chiedere soccorso: “Marco è in giardino che aspetta gli UFO!!!” Ed allora?! Ad Angela, non sembrava vero... Ci sguazzava, coi suoi commenti e “consigli”... Credo fecero intervenire pure un altro loro fratello che faceva l’autista al Nord. Avrà lavorato in Italia centrale o sull’Italia centrale in quel periodo... ...Boh... La famiglia di Ennio [loro 4, lui incluso] viveva infatti in Italia centrale in quel periodo. Ecco, la costruzione del malato di mente. Marco venne costruito dalla madre di merda sua, con la sorella di merda Angela, come malato di mente. Un promettente liceo scientifico, poi l’università, e poi o la carriera del padre o qualunque cosa d’altro avesse voluto, stroncati da una demente ossessa di merda con sorelle dementi ossesse di merda come lei. Pure invidie distruttive, come tutte le indivie. Lui Marco, poi, ora da decenni, credo viva da qualche parte forse sulla riviera di ponente ligure con pensione o vitalizio ...da handicappato. Non lo è. L’hanno costruito come tale. Non è riuscito a ribellarsi. La madre di merda Ester, con le sorelle di merda, era esaltatissima da quella grande impresa per cui la sorella di merda Angela l’aveva ben lodata. “È divenuto malato di mente perché scopava troppo” è la misera giustificazione di fronte a sé stesse ed al mondo! Me lo immagino cinquantenne obeso e malato di cuore, ora. Non lo so. È da molto che non lo vedo né ne ho notizie. Non riesco neppure a trovarlo su Internet, seppure era il tipo che oggi avrebbe potuto essere uno scienziato geniale. Magari sarà in un letto con morfine, o non so cosa, pompategli nelle vene per tenerlo calmo in qualche casa di cura. Non ha nulla. Ha solo accettato di giocare il ruolo volevano madre di merda con sorelle di merda della madre, invidiose ossesse di tutto e di tutti, innanzitutto dei loro stessi figli. Con l’eccezione, un po’, di Angela per pur di natura invidiosissima avrebbe voluto distruggere tutti gli altri per esaltare, tramite i figli suoi, sé stessa: non l’è andata molto bene in realtà; forse solo in parte ...non lo so, non mi sono interessato alle evoluzioni ultime ...neppure prima, ...è che me li sono visti sotto il naso, pur senza cercarli. Ora non me li vedo più da molto tempo.
La madre ossessa demente di merda e l’ organizzazione della tortura-linciaggio bianchi
Al mare, a Moneglia, la zia di merda fece conoscere alla “mia” madre di merda uno che lavorava per i CC a Milano, sì che “mia” madre potesse esternare direttamente anche a lui le sue ansie ossesse e lui direttamente ai CC del Nord, oltre ad incoraggiarla nelle sue ossessioni.
Anno 1998-99, dopo già le demenze ossesse dei decenni precedenti.
Madre di merda allo sbirro:
- “Sarà un superterrorista all’estero..., sarà un superdelinquente all’estero... sa, una madre se le sente queste cose.”
- “Ma certo, signora, vada a Torino a chiedere... ...sa, si lascia sempre qualche traccia, così magari lei si rassicura.” ... “Ecco, vada lì, vada là, faccia questo, faccia quello.”
Poi, a Torino e da Torino, da varie fonti:
- “È venuta la madre, con l’altro figlio e pure il marito. Erano proprio sicuri. L’hanno detto a tutti.”
- “Ecco, adesso siamo proprio sicuri anche noi. È proprio un superterrorista-superdelinquente all’estero che sfugge a tutti i nostri controlli normali... ...Lo dicono e se lo dicono tutti... ...Codice speciale Interpol da tortura-linciaggio bianchi per distruggerlo ed obbligarlo, se sopravvive, a rientrare, dove la madre [di merda] ha già attivato la vicina di casa per controllarlo, dove altri possono fotterlo, come già prima, qualunque cosa faccia ...e con “la famiglia” che ci tiene informati di quel che fa. ”
1999. Su questa base, mi vengono attribuiti dei codici di altissima pericolosità in fonti di polizia e di intelligence. Sono a Londra. Sto facendo un PhD. Su base di codici ed informative [basate solo su “lo dice la famiglia, che è sicurissima”] di polizia e di intelligence viene allertato del personale accademico attorno a me ed in contatto con me. ...qualcuno me l’ha detto... Siccome le informazioni sono del tutto vaghe ed aperte (le migliori calunnie sono vaghe ed aperte, ma presentate come credibilissime), costoro non sanno cosa pensare. Taluni, mi vengono sotto in tutti i modi [im]possibili ed [inim]maginabili per scoprire se sia un superterrorista comunista od un superterrorista fascista o chissà cos’altro. A Londra, non viene comunque praticata alcuna forma di tortura-linciaggio bianchi. C’è solo quell’ostruzione da calunnie vaghe ma sicurissime. Infatti, quando cerco di cambiare università, trovo infatti altrove, in Gran Bretagna, un professore interessato alla ricerca sto facendo e voglio fare, il “professore” (un assistente) della LSE, che uno dell’Intelligence della Marina Militare USA, assolutamente non vuole lasciarmi andare. Non può lasciami andare perché c’è quella storia indefinita ma “certissima” aperta su di me. Lui, come agente esperto, è stato incaricato di starmi vicino. Si mette di traverso e non autorizza il cambio d’università sebbene nella università in cui sarei dovuto andare s’è dispostissimi ad accogliermi. Vado allora in Belgio. Torno in Belgio alla UCL a LLN, nel Belgio francofono. Lì viene allertato il capo del sotto-dipartimento di politologia che è un collaboratore del governo belga e francese e dei loro servizi di sicurezza. Si fa mettere nella mia commissione o giurì di dottorato per fottermi al momento giusto, sulla base di quelle segnalazione vaghe ma “sicurissime”. “Non possiamo fare dottore un superdelinquente.” Essendo i gesuiti belgi nazifascisti rossi, s’inventerà poi, costui, tal Frognio o giù di lì, che devo essere un fascista nero e dunque non possono assolutamente darmi il dottorato anche se la mia ricerca è finita, corretta-revisionatissima e senza alcun problema scientifico. È tutto a posto. Tuttavia, lui, investito di poteri superiori sulla base di calunnie dalla madre di merda e “dalla famiglia, etc”, la spunta. È tutto finito, per ciò che mi riguarda, ma bloccato. Non rigettato. Illegalmente bloccato. La madre di merda è euforica: “Mia sorella Angela non mi avrebba mai perdonata se Roberto avesse avuto il dottorato di ricerca.” ...Boh...
1999/2000. Mi trasferisco in Belgio alla UCL di LLN. Sappiamo della madre di merda in piena esaltazione per qual suo capolavoro di “calunnie” che dura da decenni e che nel 1998-99 s’è accentuato per quella combinazione di circostanze. A LLN, mi chiedono di scegliere un professore estero [estero rispetto al Belgio] per la mia commissione-giurì di dottorato. C’è uno che scrive su Il Foglio. Ha interessi pubblici compatibili con la mia ricerca sul golpe giudiziario del 1992-93, quando il sistema politico italico post-bellico venne dissolto. Faccio il suo nome. Mi chiedono se lo conosca. No, non lo conosco. Mi dicono che devo contattarlo io. Riesco a trovarlo, lo contatto, l’università lo contatta e lui accetta di partecipare alla commissione o giurì di dottorato. Fissiamo con lui di vederci a Roma, a casa sua, un po’ prima di Natale 1999. Quando sto per andare a Roma telefono, forse da Torino, alla madre di merda dicendole che sto per andare a Roma. Lei mi dice che c’è la casa del fratello di merda. Lo contatta dicendo lui che c’è il superterrorista-superdelinquente che sta andando a Roma, e gli chiede perché non lo fa andare da lui così lo interroga, lo controlla, poi riferisce sì che lei possa riferire a tutti, parentume, sbrirraglia ed altri di merda. Lui dice che va bene vada a casa sua, che però non può lasciare casa sua ad un superterrorista-superdelinquente che certamente arriva con carichi di armi, forse bombe atomiche, partite di stupefacenti e chissà cos’altro. Allora, la madre di merda, a Genova sale sul treno. “Vengo io a Roma.” Dato che il fratello di merda il fine settimana tornava a Genova, viene la madre di merda per controllare il superterrorista e superdelinquente nella casa, altrimenti vuota, del fratello di merda. In treno, l’ipnotizzo con l’ipnotizzatore rapido datoci da quelli dell’astronave e la interrogo. La madre di merda è in piena esaltazione delirante: “Schifoso, che l’hai fatta franca al processo nel 1990, ora c’ho pensato io. A Torino ora lo sanno tutti, anche all’INPS, anche nel palazzo, lo ho detto io loro, che sei un superterrorista-superdelinquente. Schifoso! Anche se non c’hanno troppo creduto, la vicina s’è offerta di controllarti quando torni lì e mi riferisce tutto. Ci penso io, ci pensiamo noi, questa volta a rovinarti. Te la facciamo pagare, stavolta! Anche quello di Milano, oh che bravo signore!, sa tutto su di te terrorista-delinquente e dice tutto a chi di dovere! M’ha consigliato... ...oh, che brava persona... Ah, mia sorella Angela sarà proprio contenta questa volta! Ti facciamo pagare, con gli interessi, quell’averla fatta franca la volta precedente! Schifoso! Schifoso! Io t’ho fatto, io ti distruggo!!!” E sghignazzava esaltata. Era in pieno deliro ossesso. Una cosa davvero disgustosa. Una madre di merda davvero disgustosa. A Roma vado dal professore, parliamo. Gli porto, come richesto, materiali della ricerca sto facendo. La madre di merda poi riferirà a tutti: “Il superterrorista-superdelinquente è davvero sempre nei guai. Era a Roma per discutere con uno dei suoi capi dei documenti sovversivi, ...quelle cose di loro terroristi. Chissà ora che massacri che vogliono fare...” Era la mia ricerca, allora ancora piuttosto grezza, di taglio storico-politologico, sugli eventi del 1992-93, quando appunto sparì il sistema politico post-bellico. Tutto lì. Il professore, uno già della DC, poi, credo, di FI. Collaboratore, consulente, di Commissioni Parlamentari. Tutto lì. Uno nato nel dopoguerra. Qualche anno prima di me. Tutto lì. Sulla base di quei deliri della madre di merda, servizi di polizia e di intelligenve confermano ed aggravano i codici e le informative precedenti e mi passano al programma di liquidazione, di tortura-linciaggio bianchi. Allora [1999, dall’arrivo in Belgio a settembre 1999, se non erro,e poi, ritornato, dopo quel Natale-fine anno in Italia, i primi mesi del 2000], in Belgio, a LLN, abitavo in un albergo, confortevole ma economicissimo. Una cosa per studenti e professori o di passaggio od in attesa di trovarsi una stanza in loco. LLN è una specie di grosso campus in corso di sviluppo in cittadina, pur non essendo (allora, non so ora) comune autonomo. In Europa, non è come nelle Cine. Non ci sono solo pidocchi. C’è sempre qualcuno dice di no, ed è anche pericoloso chiedere per maniaci ossessi di Stato. Finché sono in albergo non possono fare nulla. L’albergo è tuttavia una cosa provvisoria. Ci sono dei limiti di permanenza. Li avevo interrotti quando ero rientrato alcuni giorni attorno alle feste di fine 1999. Ma non potevo restare mesi o anni di seguito. C’era un limite di alcuni mesi. Quando mi rivolgo al servizio allogi dell’università, mi fanno trovare un’unica stanza libera [l’avevano liberata con tortura-linciaggio bianchi dalla ragazza l’aveva avuta, tale Cabral]. Sopra ci sono due colombiani, uno e una, mafiosi dei gesuiti e dei trafficanti di Medellin, incaricati della tortura bianca e dunque dotati di strumenti ed istruzioni operative. Affianco, sebbene formalmente nell’altra scala, ma confinante in lungo con l’area soggiorno e letto del mio alloggio, c’è un colombiano che collabora con loro se e quando richiesto. I primi mesi del 2000 iniziano, con loro, la tortura-linciaggio bianchi contro di me. Fossi andato ad abitare altrove, forse avrebbero potuto trovare il modo d’organizzarsi, forse no. Nessun problema, a continuare la tortura-linciaggio bianchi quando, a fine agosto 2002, vado in Cina e poi, il 15 marzo 2004, a Taiwan dove, con Stati e popolazioni di pidocchi, non c’è il rischio qualcuno dica di no e non collabori con quanto richiesto da servizi speciali dello Stato.Il tutto montato, in origine, da un “famiglia” di merda con madre pidocchia demente ossessa di merda. ...Ed altri. E, poi, servizi di Stato controllati da dementi ossessi ed inetti, evidentemente.
Quanto qui sopra, per farla breve, qui, ora. Gli strumenti di guardonaggi attraverso muri-pavimenti, e pure con identificazione della posizione ed apertura o meno degli occhi, sono cose che solo Stati hanno e danno. Con quegli strumenti ti seguono in casa e battono di conseguenza muri e pavimenti, in modo ossesso e continuo con accentuazione ogni volta che sposti e quando sembra tu dorma. Se occasionalmente dormi o vai altrove, nulla. Se uno “sentisse le voci”, le sentirebbe ovunque andasse. Comunque, abbiano la detezione elettronica della loro strumentazione ed intercettiamo tutte le loro comunicazioni. Pure l’FBI che li copre. La cosa nasce in Italia, non altrove, anche se il programma di liquidazione bianca l’hanno iniziato e portato avanti altrove. Del resto, non ero in Italia.
Altri di merda
Il vero tracollo lo hanno tutti i pidocchi con la mia assoluzione nel 1990, quanto tutti reagiscono rabbiosi. “L’ha fatta franca!”, urlano ossessi e ringhianti. “Ma com’è potuto succedere?!”
Invidiosi malati!
Poi, si consolano: “Sarà stata un’insufficienza di prove...”, “Sì, sì è stata un’insufficienza di prove!”
L’insufficienza di prove non esiste in Italia. È stata cancellata ormai da vari decenni, già allora da molto tempo. NON ESISTE. Sì, c’è chi continua a dire e scrivere che esiste. Imbroglioni od ignoranti. ...Certo, poi ognuno pensa quel che vuole delle sentenze. Ma, per il demente, la sentenza è la verità. E quella “verità” loro non piaceva.
La “consolazione” di quell’inventata “insufficienza” di prove con basta loro. Allora, se lo giurano: “Ci pensiamo noi a rovinarlo”.
Mobbing all’INPS e fuori, e tortura-linciaggio bianchi all’estero.
...Se piace a loro pidocchi dementi ossessi di merda...
Infatti, quando lo sa, la zia di merda Angela con tutta la famiglia sua di merda rimane di pietra ed ancora più di merda di quanto già non fossero: “L’hanno assoltooo! L’hanno assoltooo! Ma com’è potuto succedereee?!?!?!”
Lo zio di merda Fausto. Mezzo fratello (solo di madre) maggiore [di due] di mio padre, quando mio padre gli dice: “Ah, sai, Roberto l’hanno assolto”, sbianca, si sente mancare, non riesce a proferir parola: “Come... come... come... com’è stato possibile...” Stava per crepare lì. È uno che, esaltato, col “mio” fratello di merda, un giorno che mio padre era in ospedale, a La Spezia, per controlli, andati a trovarlo, erano poi corsi a cercare un medico. Non l’hanno trovato. Allora, “mio” fratello di merda, con lui consenziente: “Dai, posso telefonare a dei miei amici... ti facciamo traportare subito d’urgenza a Genova e ti ricoveriamo lì.” Mi guardavano con sufficienza. Io li guardavo scettico...Loro due “veri uomini” avevano preso in mano la situazione. “Ecco, ora troviamo il primario, ci facciamo confermare che Angelo è moribodo, ...noi sì che sappiamo cosa fare... ...lo ricoveriamo a Genova, lì sanno come curarlo e forse salvarlo!!!” Io li guardavo... Loro pure, con l’aria di “superterrorista-superdelinquente, che merdacchia che sei... ...noi veri omi lo sapemo cheffa...” Io li guardavo. Mio padre annichilito, con un filo di voce: “Ma siamo sicuri...??? ...meglio chiedere al medico, prima di trasportarmi d’urgenza [come moribondo]...” Io li guardavo: “Ma che state facendo...?!?!?!” No, io ero il superterrorista-superdelinquente inaffidabile ed irresponsabile. Ah, mio padre non aveva nulla, quella volta. Poi, quando avrà qualcosa, morirà, il 16 dicembre 2006, massacrato da troppe medicine, da cibo schifoso preparato dalla moglie di merda, ed ancor più disgustato dalla moglie di merda che voleva rinchiuderlo perché ormai incapace di provvedere a sé stesso. ...per cui lui ha tolto il disturbo... Forse bastava riso bollito e polenta, e cercare di ridurre al minimo le medicine per allungargli la vita di qualche altro decennio. Forse... ...chissà...
FiorellAllocca. Una merdacchia dell’INPS di Torino. La tipa che gode a far del male e sul male fondare il proprio potere. ...O così crede. Lo faceva da piccola. Lo faceva a casa. Lo faceva a scuola. Lo faceva in parrocchia. Infine, sul lavoro. Il PCI e la CGIL erano il potere seppur lì non forti?! Ragione di più per farne parte. Frazione PCI della CGIL, mentre la maggioranza lì era altro. Ma il PCI era il potere reale. PCI frazione pecchioliana, in tempi di terrorismo interno. In pratica, la struttura mafioso-criminale dell’ora ex-piccì. La feccia della feccia. S’era in piena “lotta al terrorismo”. Sì insomma, volevano i nomi da passare alla polizia ed ai carabinieri. Un’occasione per mettersi in mostra e “farsi apprezzare” dal “potere”. Ma intanto si copriva le spalle. Sottoscrizioni per i giornali dell’esterma sinistra. “Sono del PCI, ma vi mostro simpatia, così vi fotto meglio.” Collettivi femministi: “Anche se sono del PCI, siamo tutte donne ed io simpatizzo per voi tutti, siate d’estrema sinistra, o femministe pure, o lesbiche militanti... [...così io ascolto, voi mi dite, io vi fotto.]” “Che fa quello [Io] che rifiuta d’associarsi all’isteria antiterrorista?!” “Davvero va a sparare all’uno ed all’altro?” “Massì, abbiamo informazioni certissime... ...lo dice la madre di merda.. ...lo dice la famiglia sua... ...più certo di così!!!” L’ex-moglie di merda per rafforzare le sue balle alla sua FiorellAllocca di merda le disse che le avevo bruciato la macchina. “Dettaglio”: nessuno le ha mai bruciato alcuna macchina. L’assicurazione le ha pagato l’autocombustione. Evidentemente nessuno ha rivendicato, nessuno ha lasciato volantini in prossimite dell’incendio, nessuno ha lasciato scritte sulla strada o su eventuali muri in prossimità dell’incendio. Dunque nessun incendio per minacciarla. Tanto meno io l’ho mai minacciata direttamente né indirettamente. A me tagliarono le 4 gomme e camere d’aria dell’auto. No, non fu lei. Fu un’altra collega, la Serpenti, che il mio cazzo lo ebbe qualche volta. Poi, restatane senza, mi rubò dei soldi e mi tagliò, dopo essersi fatta dire da Nikla, l’ex-moglie di merda, dove fossi (ero a La Spezia da parenti) e dove l’auto fosse (era alla stazione) mi tagliò le 4 gomme della 126 lasciando pure biglietti di minaccia parapolitica quasi a far sembrare che la cosa l’avesse fatta chissàcchi. Non sapevo il mio cazzo fosse così prezioso. No, deve essere sicuramente qualcos’altro... Dovevano essere, sicuramente sono!, malate di loro ed la privazione loro dal mio cazzo, deve essere elemento irrilevante.
Madre di merda, zia di merda (Angela) sorella maggiore di madre, fratello di merda dementi e invidioso-rancorosi. Un’ex moglie, Nikla, scovolta dalla privazione del cazzo o da chissà cos’altro. Una sua collega, FiorellAllocca, che il mio cazzo non l’aveva mai avuto e non sapevo né so se l’avesse mai agognato. No, non credo. Neppure sono bello. Lei aveva già, dall’infanzia, un medico che la disinfettava prima e dopo il congiungimento e che la faceva sentire come tutte, anzi meglio di tutte: “Anch’io cucco... ...sì sempre con lo stesso... ...a me piace così...” Se è una pidocchia demente ossessa militante, non dev’essere molto appagata...
Superterrorista-superdelinquente prima dell’arresto. Superterrorista-superdelinquente dopo l’assoluzione. L’invarianza del superterrorista-superdelinquente. “Abbiamo informazioni certissime... ...lo dice la famiglia... ...una madre se lo sente... ...se se lo sente una madre è certissimo!!!” Uscito di galera, ma non ancora assolto, ormai da qualche anno di nuovo in circolazione, anche se non “circolavo” da nessuna parte, un giorno, sarà stato il 1987, non prima, era sotto le feste, vado a fare in giretto. Da casa mia in Corso Regina a Piazza Castello sono 10 minuti. Doveva essere quel giorno che m’ero messo il giaccone della Marina Militare, ma senza insegne o distintivi militari, già del fratello. Ero già senza auto. Mi muovevo a piedi. Deve esser quel giorno che incontrai, ma senza salutarci, quegli incontri improvvisi ed inaspettati che quanto ti dici “ma è lei!” s’era già tutti e due oltre, una ficazza già dell’ufficio, credo con qualche qualità, che avrebbe voluto avere una storia con me, ma poi, circostante del destino, non successe mai nulla e ci si perse di vista. Peccato. Doveva essere vicino a Maschio, il negozio di dischi e di CD. Infatti, poi, entrai lì. Solo a dare un’occhiata. Non credo d’aver avuto intenzione di spendere soldi. Era un periodo che non ne avevo. Guardo, tocco, oh quanti CD di tutti generi!, di quelle cose da acquistare tutto, se uno avesse avuto i soldi, o da non comprare nulla. Poi, mi volto. Ecco, lui e lei erano lì che mi stavano fissando. Stesso salone o area del negozione. Un dieci metri più in là. In mezzo c’era qualcosa, altri CD o dischi, credo. Lui, Gasparetto mi guarda sornione e senza sapere che fare. Non so se fosse davvero spaventato, ma un po’ sì suppongo. Lei, Margherita, gli si mette a gambe aparte davanti come a protezione. Li ho fissati un attimo e, soprattutto, ho fissato un attimo quella scena e quel loro schieramento ed ho subito capito. Ho preso (nel senso che ho sicuramente scosso la testa tra me e me, per chiedermi se stessi sognando) e sono uscito andandomene. Era uno con cui ogni tanto facevo quattro chiacchiere prima dell’arresto. Poi non c’eravamo più visti né sentiti. Credo lui non avesse mai avuto problemi giudiziari, e, del resto, a quel che ne sapevo, non so perché avrebbe mai dovuto averne. Lei, laureata in economia e commercio, insegnava materia di quell’area lì. Lui, laureato in scienze politiche, non faceva nulla dietro la finzione che “faceva politica”, ma quelle cose a livello di chiacchiere storiche o pseudostoriche senza nessuna attività od azione illegale a quel che ne ho sempre saputo. Poi, se un giorno ho ben capito da Internet, deve essere diventato, dato che è uno a primo acchito affabile e simpatico, il rappresentante o presidente di qualche comunità montana, suppongo con qualche, almeno occasionale, o forse regolare, stipendio pur non grandioso suppongo. Quella ha detto. Quell’altra ha riportato. Loro hanno chiesto. Hanno saputo. “Ma certo, lo dice la famiglia, la madre [di merda], è uscito, restando, anzi divenendo ancor di più, un superterrorista-superdelinquente!!! È sicuro!!!” Non so che si fossero creati nella testa. Non ho ben capito perché avrei mai dovuto ammazzare lui. Non c’erano rivalità su di lei. Non avevamo vecchi, né nuovi, bottini da spartire. Non mi aveva mai fregato nulla. Una volta gli prestai due o tre libri nuovi nuovi, in francese, da leggere per tirane fuori qualcosa per le nostre discussioni “marxiane”, o per scrivere qualcosa, ...me li restituì dicendo che li aveva letti ma in realtà erano assolutamente immacolati: ecco non mi aveva neppure spiegazzato una pagina od un angolo di uno dei miei preziosi libri. Neppure aveva mai avuto trascorsi con la troiazza con cui avevo vissuto per qualche tempo, una di quelle che, quando hanno qualcuno, invece che godersi il cazzo del momento, devono prepararsi il successivo od i successivi per non restare senza cazzo quando la cosa “principale” finisce. Ecco, non so perché avrei dovuto sparargli. Non avevo neppure l’auto. Non l’avevo seguito da casa. Neppure da altri luoghi. Non so dove avrei potuto o dovuto agganciarlo. Non c’erano altri con me. Neppure avevo armi indosso e neppure a casa. Non uso coltelli. No, ma se Margherita gli s’era parata davanti a gambe aperte, s’aspettavano una scarica di piombo. Non l’ho mai capita. Anche fosse lui divenuto un confidente ed avesse detto chissà cosa su di me, non l’ho mai saputo. E che avrebbe potuto dire?! Ed io, con tutti i dementi ossessi di merda qui raccontati vado a preoccuparmi di uno che vedevo prima dell’arresto e poi, quell’occasione a parte, non ho mai neppure casualmente incontrato?! Non l’ho mai capita. Neppure m’interessa. È la prima volta che lo dico, ora in queste righe. Due mi vedono e, senza alcuna possibile ragione, s’immaginano un attentato. Appunto, è che ero “un superterrorista-superdelinquente” perché c’erano informazioni sicurissime dalla madre di merda, dall’ex-moglie di merda ed altri/e qui citati/e e se lo raccontavano tutti gli interessati, ma pure i non interessati, evidentemente.
È su questa base che, rabbiosi/e perché assolto, hanno organizzato il mobbing ossessivo all’INPS e poi la tortura-linciaggio bianchi all’estero quando io, dall’INPS, sono passato ad altri luoghi e cose. La FiorellAllocca, come sindacalista, ex-picciista, già della feccia e post-feccia pecchioliana-caramba, e nulla facente in una posizione a livello regionale, era in situazione ottimale per organizzare il mobbing, pur già richiesto dall’ex-moglie di merda al direttore regionale, tal Ditale o Vitole, o qualcosa di simile, un viscido e lurido diccì-cislino suddico, se ben ricordo... Ci sono centiniaia di testimoni, all’INPS. E le telefonate intercettate. Chiedete ad Echelon, se ve le danno.
Me le invento io?! Ci sono troppi testimoni, d’ogni genere. Come ci chiama quell’economista del lavoro che insegna o insegnava econometria a Scienze Politiche a Torino?! Oh, è ben noto. Ha fatto ben pagati studi per Confindustria, a fatto ben più che studi per l’INPS. ....Come si chiama... che non sia proprio quello che ha creato, con la sua azienda di ricerca, l’osservatorio delle imprese o qualcosa di simile?! Bruno Cont... Ecco, lui, proprio lui! Se per caso fosse mai scomparso, non era più giovanissimo, i suoi colleghi sono informati della cosa. Come di chiama quello, ben più giovane di lui, del suo stesso centro di ricerca, che ha lo stesso cognome, se non erro, di quel noto capo partigiano credo giellino del cuneese ora scomparso se non erro [...scomparso il capo partigiano, non il giovane, ma non giovanissimo, studioso]. Revel.. ...Sempre che io non confonda cognomi... Ecco, con quel professore faccio la tesi anche se era una cosa poi fatta tutta da solo ed al di fuori delle sue competenze. Infatti, mi fa la discussione in commissione tesi contro, ed, alla fine, dopo lungo scontro con un suo più giovane e competente [più competente, rispetto alla mia tesi, che era sui sistemi dinamici caotici] collega che invece tifava per me, mi danno 109, un voto che in genere non danno a nessuno perché o danno il 110 in genere con lode oppure danno il 108 o meno. Comunque, sempre a caccia di soldi, quel professore, quando sa che lavoro all’INPS m’offre di lavorare per lui pur con stipendio INPS. Mi presenta la cosa come ormai sicura. Ha ottimi agganci politici ed alla Direzione Generale dell’INPS. A Roma non ci sono problemi. Sono d’accordissimo. Devono solo prendere accordi a Torino e poi mi deve chiamare per definire con me il passaggio a lavorare presso di lui. Questione di giorni. Non mi richiamerà mai più. Contattato il Direttore Regionale dell’INPS, costui avrà un’esplosione: “Come quello?! Quellooo?!?!?! Ma quello è un delinquente, un terrorista, uno che ci sgozza e vi sgozza tutti, uno che vi distrugge i computer, vi riempie di virus il sistema informatico, uno che..., che..., che..., che..., che..., ...un vero superterrorista-superdelinquente, ...abbiamo informazioni sicurissime, dalla famiglia, della madre [di merda], via l’ex-moglie [di merda], ...via le amiche sindacaliste [di merda] dell’ex-moglie [di merda] ...lo dicono tutti!!!, lo sanno tutti!!!!!!!”. Tanto alla Direzione Generale, come il Bruno professor-come-si-chiama, sono annichiliti. Il professore si vergogna perfino a tefonarmi. Non saprebbe cosa dirmi dopo tale tirata su di me superterrorista-superdelinquente. Lo chiedano a lui, lo chiedano a loro se sono cose inventate, sognate... Le calunnie della feccia ha detto e fatto ciò sono inventate, non certo che le abbiano dette e fatte! Chiedano... Chiedete...
Idem, sia prima che dopo l’assoluzione, ovunque vada. Hanno, dappertutto “le informazioni sicurissime dalla famiglia”, via ex-moglie di merda ed INPS di merda. Il solito. I soliti.
Anche dopo l’assoluzione. All’INPS, ovunque io sia, Torino, Milano, in provincia di Novara, in qualunque periodo, o qualunque cosa io faccia (impiegato, funzionario-“capetto”, oppure senza far nulla, certi periodi, perché rifiutano un lavoro delle mie mansioni dopo un certo concorso interno) o io dica sono sempre o il superterrorista ed/od il superdelinquente. ...Che dunque deve essere mobbizzato per costringerlo a licenziarsi.
Da personaggi di ambienti CGIL o RDB, in contatto con FiorellAllocca: “Ecco, dici queste cose perché vuoi mascherare le tue vere posizioni [terror-rivoluzionarie]”. Chieteglielo! ...a Torino-Lingotto dove fui “capetto” per un periodo. ...Facile trovarli...
Ad una, esperta, venuta a dare un’occhiata al mio lavoro [pensioni in convenzione internazionale], cui avevano detto [FiorellAllocca] che l’avrei mandata a quel paese e pestata: “Però si comporta in modo strano... ...gli dico le cose che secondo me vanno rettificate, e lui mostra interesse e prende appunti!” Chiedeteglielo! Torino-MirafioriSud. E quella era venuta, un giorno, da TorinoCentro. Facile trovarla. Ah, c’erano anche due ispettori regionali cui vennero chieste, dal direttore Papa, false dichiarazioni per licenziarmi: rifiutarono [L’Europa non è le Cine. I due, lui e lei, un meridionale ed una piemontese, dissero: “Noi queste cose non le facciamo!”]. Chedetelo pure a loro! Facile trovarli! Era una cosa organizzata, per licenziarmi, dalla FiorellAllocca e dalla sua cricca sindacaldelinquenziale GCIL, con l’appoggio CISL, perché da solo facevo il lavoro di 3 [in realtà c’era il lavoro giusto per 1] e lasciavo disoccupate due giovincelle corrotte che, prima che io prendessi in mano le cose ed aggiornassi tutto in poco tempo, appena veniva un “cliente” gliela facevano cadere dal cielo: ...per me quando ci si comporta in un certo modo è perché, sul “cliente”, ci vogliono mangiare... Mio punto di vista... Punto di vista di chi [Io] faceva, lì, tutto subito e cui nessuno ha mai messo nulla in mano, né in tasca, né in banca, né altrove. Anche se a un ispettore corrotto venuto da Roma, ricattando (la CGIL lo ricattò, come condizione per fargli vincere un concorso interno [truccato] per dirigenti) un futuro dirigente moralmente corrotto [Ciancio: chiedeteglielo!] mio capufficio, o sovracapufficio, che rese dichiarazioni del tutto false, fecero scrivere che non facevo nulla. Lo scrisse. Ha vinto il concorso. Il lavoro era aggiornato. Mentre quando arrivai c’erano tonnellate d’arretrato. Era un lavoro prima non fatto da 2 [una credo CISL, l’altra forse RDB o CGIL o nulla], poi fatto ufficialmente da tre [...cioé solo da me..., pur con le due che m’insegnarono il lavoro, per quel che lo sapevano: come “superterrorista” avevano paura, per cui all’inizio collaborarono e m’insegnarono il lavoro], con le due corrotte (che visto che facevo tutto io e non le facevo più “mangiare” [io non “mangiavo” sul lavoro; mi bastava lo stipendio ufficiale]) che s’erano, in accordo col Direttore Papa [chiedeteglielo!], auto-sospese da lavoro. Dunque lavoro per tre [...anche era lavoro da 1 giusto...] fatto da 1, Io.
Ah, a proposito di delinquenti veri all’INPS. Ci sono stati casi di corrotti finiti sui giornali e con beni immobili che col loro stipendio proprio non avrebbero potuto permettersi. ...E non erano immobili ereditati... Poi, gli utenti che avevano pagato tangenti hanno cambiato versione, ...o sono stati indotti a cambiare versione... I sindacati hanno coperto i corrotti... I corrotti sono tutti restati o divenuti capetti e capi. Nessuna sanzione, neppure interna, neppure di fatto. I delinquenti veri sono coperti e promossi all’INPS e nel settore pubblico. È tutto fondato sulla corruzione e sulla truffa. Io dovevo essere un “superdelinquente” del tutto particolare. ...“Superdelinquente” relativamente al loro sistema mafioso delinquenziale.
Veniamo, ora, a due casi esterni ma entrambi con radici all’INPS (ex-moglie di merda e FiorellAllocca di merda ed altre merdacchie) e nella famiglia di merda (madre di merda in testa). I Verdi e la LegaNord. I Verdi prima dell’assoluzione. La LN dopo. Ma non cambia nulla. La gentaglia di merda di contorno è sempre la stessa, anzi ancora più furiosa dopo l’assoluzione. Le “informazioni”, cioè le calunnie, diffuse sono sempre le stesse.
Perché vado prima ai Verdi nascenti e poi alla LN? Non c’è un motivo. Curiosità. Volevo vedere e sentire. Solo per me. Non sono il tipo si fa mandare da altri. Le tematiche ambientaliste sono cose concernono tutti. Federalismo, autonomie locali, secessioni, altrettanto. Che poi né i Verdi siamo mai stati ambientalisti, né la LN federalista, autonomista o secessionista, fa parte delle logiche della politica. L’ho scoperto dopo. I Verdi sono stati creati dal PCI e dal partito Repubblica per la sovversione giudiziaria successiva. Una copertura per operazioni sporche. La LN nasce dall’andreottismo che vuole mantenere la centralità romana e dunque fottere la promettente DC modernizzante del Nord. I CC ed altri apparati supervedono, infiltrano, si fanno riferire, danno ordini, governano per conto di chi li paga e beneficia a Roma ed altrove. Bastano piccoli uffici dello Stato con tesserini “lasciapassare”, cui il credulone ed il codardo medio crede e si subordina, per fare grandi danni. È quel faranno, è quel che han sempre fatto, contro la collettività e contro singoli.
I Verdi. Vado. O fine 1984 o poco dopo. Esco dalla detenzione per terrorismo forse il 26 ottobre 1984, se non ricordo male. Dopo quella data, di certo non il giorno dopo, vado nelle sedi i Verdi nascenti usano. Non vado mai al PCI dove i Verdi da lì diretti vengono orientati e organizzati anche in riunioni formali. Infatti, i Verdi sono una creazione della burocrazia del PCI. L’area verde comprende, all’inizio, ambientalisti e politicanti. Gli ambientalisti resteranno fottuti ed emarginati. Solo qualcuno avrà, dopo, qualche posizione temporanea come copertura e per raccattare qualche voto in più, visto che i consensi dei finti verdi sono proprio scarsi, nonostante il pompaggio dei media di supporto. Mentre emergono i politicanti, quello del PCI e dei CC. Non a caso gli stessi consensi elettorali resteranno quelli della costoletta, o delle costolette se si considerano i due filoni. L’intervento pesante del PCI nel movimento verde lo romperà subito tra i politicanti pro-PCI ed altri vari, altri vari che sono un mix di ambientalisti, radicali, oppurtunisti anti-PCI (la feccia non è mai da una parte sola), etc. Vado lì. Nelle sedi usate, nelle sedi pubbliche, non nei “salotti”, che poi sono, a quel che ne so io, un bar o birreria per fichetti dove si vedono la sera gli ambiziosi della frazione pro-PCI. È la logica solita. Si finge il movimento. Poi ci sono le cosche familiari, di amici, di interesse, le cordate, di fatto le mafie dove la stessa appartenenza etnica non è secondaria, un po’ pre-esistenti, un po’ che si creano sulla base del pre-esistente. Chi riesce a sgomitare di più avanza. Qualcuno che conoscevo mi vede. Chiedono. INPS. INPS chiedono alla “famiglia” tramite chi hanno sotto mano. Non sono l’unico preso per terrorismo e con processi ancora aperti che vada da quelle parti. Anzi, altri i terroristi li hanno fatti sul serio. Tuttavia “il BR” devo essere io. Hanno “informazioni sicure” ...“dall’INPS” e “dalla famiglia”. Nessuno mi chiede. Non ce n’è bisogno. Lo sanno. Io sono quello che si sta infiltrando per fare non so cosa. “L’infiltrato”. Proprio io che non chiedo nulla! L’opposto del mestatore! ...Oh, quanti ne ho visti, negli ambienti più diversi, di infiltrati d’ogni genere. Hanno proprio altre caratteristiche psicologiche e comportamentali rispetto alle mie. Proprio del tutto differenti. Mi sto inventando?! È una mia fissazione?! Chiedete... C’è un tal Fernet, o giù, di lì agli Esteri proprio ora [non il Ministro, ...altri] che viene da LottaContinua, poi dai Verdi_pro-PCI, i cosiddetti Verdi-Sole che ride, di cui è uno dei creatori a Torino. Poi diventa, e lo è tuttora, rutelliano. È il mio testimone per quella cosa. ...Non solo lui, tutto il suo giro prossimo: si ricordano tutti. Sono tutti miei testimoni. Non mi conosce quando arrivo lì, ...neppure dopo in realtà. Conosce la faccia, dopo. ...E che sono un superterrorista “BR” [nel 1984-85?!?!?!] apparso e poi sparito. Una faccia come tante altre, la mia. A lui, chi lo dice chi sono, o chi pensano sia? Un qualche Soave, un librario antiquario. Anche costui non mi conosce. Neppure ho mai parlato lui. A lui lo dice la moglie o pseudomoglie. Non so se si chiami Carlini. Giro GCIL, compagnuzzi/e e femministe dell’INPS. ...Almeno, è da quelli che si fa trombare ed a quelle racconta delle sue trombate coi compagnuzzi dell’INPS. Socialista all’inizio, ma non di quelle liberal-socialiste, di quelle compagnuzze, appunto. Poi, non ho idea, Verdi a parte, forse, in cui dev’essere almeno transitata, visto che veniva lì col marito, cui non credo avesse altre ragioni né interesse per star vicino. Non mi sono interessato al seguito, dopo che l’ho vista lì, e dopo che, andandomene da lì, non l’ho più rivista. Loro hanno “informazioni sicure” su di me. Lei, la Carlini se si chiama così, chiede all’INPS, dove io non sono essendo sospeso, prima dell’assoluzione. All’INPS, chiedono “alla famiglia”, all’ex-moglie di merda. Lei, Carlini se si chiama così, riferisce al marito Soave. Soave lo dice ai suoi compagnuzzi Verdi_paraPCI. In tal modo, vegono “informati” tutti coloro debbono saperlo, lì, loro che sono nel cerchio ristretto della cosca Verde_pro-PCI, che io sono un’infiltrato BR. Facile rintracciarli. Facile chiederlo loro. Poi, quei Verdi nascenti si spaccano in due frazioni, due frazioni dal 2% ciascuna alla successive elezioni credo amministrative. Una è la frazione pro-PCI. L’altra è la frazione con dentro pure i Radicali. Non vado più. Ho visto abbastanza e mi sento estraneo sia agli uni che agli altri. Non essendo mandato da nessuno, né avendo secondi né ulteriori fini, posso decidermelo da solo se e dove andare o meno.
Dopo il 1992, credo, non ho infatti ricordi delle elezioni del 1992, ne ho invece di quelle del 1994, vado alla Lega Nord che è allora in gran voga e con attrazione di massa al Nord. Alla sezione centro soprattutto e poi anche al loro sindacato. Vado pure in una sede di un deputato eretico loro [tuttora attivo, “il fascista”], a Porta Palazzo, a sentire qualcuno che vuole qualche informazione previdenziale [il deputato non c’è mai; c’è uno dei suoi, un ex-PRI, e poi qualcuno che passa di lì]. Contrariamente a altro dell’INPS, che fa la stessa cosa (certo molto meglio, lui; io sono appena tornato all’INPS dopo 9 anni di sospensione e sono sotto mobbizzazione intensiva) al sindacato della LN, io non chiedo soldi “per la Lega” da lasciare alla segretaria all’uscita. Lì, non ci sono segretarie. Qualcuno chiede informazioni previdenziali. Se so, dico subito. Altrimenti mi informo in ufficio e dico la volta dopo. Nessuno da soldi né regali né a me né ad altri di quella sede eretica di un deputato eretico della LN. Dalla LN chiedono all’altro dell’INPS che è alla LN di Torino. Chiamiamolo CarlAlberto. Fascista da sempre, il MSI l’ha infiltrato nella LN. Lui chiede e riferisce che sono un’infiltrato BR nella Lega. Lui è un fascista infiltrato e, dunque, ...è affidabile. Io sono pulito... [vedi, in testa, il punto B. della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi]. A me nessuno chiede. Quello che in genere apre quella sede eretica del deputato eretico (non mi ricordo se si chiami IdiOrgian o giù di lì; un sardo, fa l’assicuratore) non mi dice nulla, ma il suo atteggiamento subito cambia: io sono l’infiltrato BR. L’informazione viene passata pure, pressoché in contemporanea, al segretario di sezione, quella vera, la Centro, non la sede eretica che è un posto così (lì, appunto, lo sa IdiOrgian, un altro fedelissimo del deputato eretico, il deputato eretico stesso; ...chiedetelo loro chi lo sa; certo tutti coloro dovevano saperlo) La cosa è umoristica. Una volta, l’unica volta io vada se ben ricordo, che si va a Pontida, pulmino della Sezione Centro, subito dopo le elezioni del 1994, mi viene messo in prossimità, in corriera, uno anzianotto ma esalatato che, fingendo di parlare ad una, che finge d’ascoltarlo, ripete centinaia di volte all’andata ed al ritorno che i comunisti sono feccia. Lo ripete, lo urla, in tutte le possibili varianti e con voce forzata e variamente alterata. Non mi fa né caldo, né freddo. ...Se lui la pensa così... Leggo, dormo, guardo fuori dal finestrino. E quello a ripetere, urlando per essere ben sicuro io non possa non sentirlo, sempre la solita cosa, mentre, invece, decanta un suo cugino repubblichino volontario che faceva la spia per i tedeschi, a volte per inguaiare, a volte per salvare, cui poi, se non ricordo male, i partigiani hanno fatto la pelle. Glielo aveva chiesto il segretario di sezione, un tal Roberto-non-so-come, il figlio d’un commerciante che vende carrozzelle per bimbi, se ben ricordo, in un vecchio negozione proprio a Porta Palazzo, appena in direzione del Comune o della Procura, se ben ricordo. Questa è la nota di colore. ...Io sono “l’infiltrato BR”... Hanno “notizie sicure” ...da un infiltrato del MSI che ha chiesto conferma all’INPS e cui, sia i CGIL-già PCI, che informatori di sbirri, hanno confermato che c’erano informazioni sicure, sicurissime (“dalla famiglia”, dalla madre di merda e dall’ex-moglie di merda) che, sì, ero uno ancora attivo, attivissimo, pericolosissimo, che dunque m’ero o mi stavo infiltrando. Cooperazione exMSI-exPCI. Mi mobbizzavano per quello, all’INPS (si saran detti)... ...Ecco la “prova sicurissima” che ero un superterrorista in operazione coperta nella LN! “Lo mobbizziamo, dunque è colpevole, è un terrorista-delinquente, ...sennò perché lo mobbizzeremo mai?!” In corriera avessi detto qualcosa a quel demente ossesso che urlava contro “i comunisti” sarebbe stata la prova che ero un terrorista BR infiltrato. Non avendo io detto nulla era egualmente la prova sicurissima che ero un infiltrato. Fossi stato il solito paranoico che, in quelle situazioni, va a dare e pretendere spiegazioni, va “a chiarirsi”, e pretende d’essere ascoltato e gli sia detto, ancora peggio! ...Non serve a nulla... Easy, Watson! Individuato “il colpevole”, “il colpevole” è comunque colpevole. [vedi, in testa, il punto B. della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi]. Appunto, ...nulla serve a nulla...
Poi, nel 1995, esco dall’INPS e vado all’estero. A studiare. Un giorno, che ero tornato per pochi giorni a Torino, incontro quell’IdiOrgian. Mi guarda allucinato. Gli hanno detto che sono sparito dall’INPS e dall’Italia e che sono un superterrorista in superclandestinità. “Hanno informazioni sicurissime dalla famiglia.” Chiedeteglielo... È stupito, ed anche allarmato, di vedermi normalissimo e tranquillo di fronte a lui a parlare per qualche minuto di cazzate, senza rigonfi da mitragliette o pistoloni. ...Chiedeteglielo... Ora che la LN a Torino è ridotta a nulla ed a nessuno, se andate in una sede aperta, oppure nella sede eretica del deputato non più eretico ora, di Porta Palazzo sezione araba, se c’è ancora quella sede, se incontrate un sopravvissuto della LN, non può non essere lui. È un ragazzo serio. Assicuratore, se non ha cambiato attività. Sardo. Un ex-PRI. Un fedelissimo della causa. Un superstite ancora attivo del leghismo in essicazione.
Idem, al sindacato della LN. CarlAlberto ha subito fatto presente che sono un infiltrato BR. Qualunque cosa differente ed incopatibile dica o faccia è solo una copertura. L’infiltrato si finge altro per infiltrarsi. È risaputo. Se uno dice una cosa “di sinistra” è la prova che è un BR infiltrato. Se uno dice una cosa “non di-sinistra” è la prova che si cela, per fare il BR infiltrato. Fabbricato il BR infiltrato [punto B della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi], dopo tutto si adatta. Quando poi quel CarlAlberto si stufa di chiedere i soldi da lasciare alla segretaria uscendo, propongono a me di sostituirlo al sindacato della LN. Dirò che non sono andato lì per soffiare il posto a nessuno. Mi chiedono pure di prendere il suo posto come consulente previdenziale, quando lui li manderà a quel paese (gli sarà fruttato più farlo per sé che per il sindacato leghista). Dirò che quello che fanno è illegale, che esistono gli sportelli INPS ed i patronati. Non chiedo soldi per me, ci manca che li chieda, da “lasciare alla segretaria uscendo”, per un sindacato. ...Per il telefonino, o chissà cos’altro, per qualche intraprendete “capo” del sindacato... Non lo so, non conosco bilanci, né se ne abbiano mai avuti. Se vogliono i soldi, legalmente, si fanno un patronato. Altrimenti è corruzione. ...Per soldi, si dimenticano, per qualche ora, taluni giorni, che uno è “l’infiltrato BR”. ...Non dovendo redimermi, né farmi approvare da quella feccia, non ho bisogno di compiacerli... ...a parte, appunto, che sono cose illegali quel chieder soldi per quelle cose ed a quel modo... Non è che la bustarella divenga nobile se chiesta “per il partito” o “per il sindacato”.
Dopo il tradimento della LN, che è parte del golpe quirinalizio-oligarchico di fine 1994 contro un governo votato dagli elettori, in cambio di quattro soldi e di garanzie di essere ripompata mediaticamente per farla risalire da quel 1-2% di consensi cui era piombata a seguito di quello squallido tradimento dei suoi elettori, eviterò qualunque sede della LN. ...L’unico che rivedrò per un attimo, come già scritto poco sopra, quando ero già via ma ero tornato per qualche giorno a Torino, e lui si spaventerà, è stato IdiOrgian. Gli avevano detto, come agli altri del giro, via CarlAlberto, via INPS, via le “informazioni sicurissime dalla famiglia” (madre di merda, fratello di merda, ex-moglie di merda) che ero a tramare ...chessò, sui monti dell’Afganistan [mai stato in quell’area, né in aree simili]. Chiedete a lui. Vi dirà ciò che gli avevano detto, ciò che aveva creduto, e ciò che aveva pensato, invece, incontrandomi tranquillo (tranquillo io, lui sembrava piuttosto allarmato) dalle parti dell’incrocio tra Corso Vittorio Emanuele II e Via dell’Accademia Albertina. L’ufficio della sua assicurazione deve essere da quelle parti e pure lo studio della mia dottoressa della mutua.
Così spendono i vosti soldi, gli apparati “di sicurezza” ed i travet pubblici. Per fottervi. In questo mio caso, grazie a madri, fratelli, ex-mogli, parentume, ex- colleghi, conoscenti, altra feccia, tutti di merda.
Quanto al “superterrorista-superdelinquente”, non c’entra nulla. È solo una scusa. Si comportano così perché sono dei pidocchi dementi ossessi di merda. Non saprebbero comportarsi altrimenti. Ci vivono, ci marciano, ci mangiano, ci godono e ci si deprimono, su tali loro comportamenti pidocchiesco-dementi-ossessi. Sono esistenze così!
by Georg Rukacs
La psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi di merda
La psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi obbedisce ad alcune leggi elementari.
A. I pidocchi dementi ossessi s’esaltano per le infamità commesse. ...Almeno, all’inizio e finché pensano la vittima sia davvero vittima. Poi, si deprimono, quando hanno la sensazione d’essere vittime di sé stessi.
B. I pidocchi dementi ossessi si credono reciprocamente e si sostengono reciprocamente, mentre non credono a chi, non demente ossesso, dica loro, eventualmente, normali banali verità fattuali. I pidocchi dementi ossessi credono a qualunque menzogna raccontata da un demente ossesso come loro, sentendo in essa la loro “normalità” demente ossessa, il loro mondo demente ossesso. Le menzogne dementi ossesse sono La Verità del demente ossesso. I pidocchi dementi ossessi si alimentano reciprocamente.
C. I pidocchi dementi ossessi sono in preda alla sindrome del secondino capo del campo di sterminio. S’esaltano per la loro impunità. Si sentono coperti. ...Almeno fino a quando pensano d’esserlo davvero. Il pidocchio demente ossesso s’esalta ad essere o sentirsi criminale protetto. Il pidocchio demente ossesso s’esalta a sentirsi criminale protetto tra criminali protetti che si sostengono e s’alimentano reciprocamente.
D. I pidocchi dementi ossessi hanno tuttavia terrore della pubblicità. ...Perché, alla fin fine, disseminano il mondo di testimoni, di tanti, troppi, testimoni, delle loro demenze ossesse e del loro essere dementi ossessi.
Ecco, dunque, un’ottima ragione per raccontarli. Non importa se qualcuno/a, leggendo le sue infamità, all’inizio se ne esalti. L’effetto distruttivo, per loro ed il loro mondo, della pubblicità, supera di gran lunga qualunque loro effimera esaltazione.
Non importa neppure che “non sia elegante”. “Non è elegante” farle queste cose, non dirle. Se non si vergognano loro, e miliardi d’altri, a farle, tanto meno mi vergogno io a dirle. Se qualcuno/a vorrà riferire porcate mie, faccian pure. Se ne ho fatte, avrei dovuto vergognarmi quando eventualmente le facevo. Se poi qualcuno le dice... Le dicano o non le dicono, le cose fatte e non fatte restano nello spirito dell’universo. Anzi, quando mi gira, ve le dico e scrivo io stesso. ...Senza problemi.
Gli ingredienti di un linciaggio, di questo linciaggio, con altri annessi, sono vari pidocchi dementi ossessi. Una madre di merda, auto-distrutta dall’invidia e dal valium di cui ha sempre fatto uso abbondante. Una sua sorella di merda. Un fratello di merda, distrutto poi dagli psicofarmaci per fronteggiare che la moglie andava a letto con altri, ...un po’ con tutti. Un’ex-moglie di merda, distrutta da un’invidia ossessa contro tutto e tutti. Alcune sue colleghe di merda. Varie altre merdacchie di cui abbondano il mondo e le istituzioni dello Stato e di Stati. Un mondo di conformisti terrorizzati dai dementi ossessi, dunque compiacenti di fronte a loro.
Una madre di merda
Un esempio per capirme subito qualche aspetto della psicologia malata. Era il 1980. Ero ad Istanbul qualche giorno d’estate con figlia e due ragazze. In Fiat 126. Torino-Istanbul, tutta via terra. C’era una qualche insurrezione d’operai polacchi. ...Non proprio neppure vicino... Il “colpevole” dovevo essere io, che “mi mettevo nei guai”. Sapete, sulla cartina geografica, Istanbul e la Polonia sono a pochi centimetri... Lo disse pure alla sorella Angela con cui si telefonava sempre, telefonate d’ossessioni tra malate. La sorella Angela, un’altra demente ossessa, giocava alla distruzione delle sorelle. ...Tale era il suo mondo, il loro mondo. Angela la incoraggiò, incoraggiò, come sempre, la madre di merda: “Certo che si mette sempre nei guai... ...sono situazioni proprio pericolose...”. In altre occasioni, era lei, la sorella di merda, a provocare le ansie, le ossessioni, le azioni distruttive delle sorelle dementi ossesse come lei, pur ognuna con caratteristiche peculiari. Dementi ossessi!
Citiamo questo modo di pensare, perché alla fine sarà proprio una tale madre di merda, col contorno di altri di merda, a farmi divenire l’impersonificazione delle sue ossessioni mediatiche in modo tale che mi farà attribuire un codice di pericolosità che condurrrà, dal 2000 all 2007 ad indurre milizie parallele di vari Stati sotto il controllo di uffici speciali di polizie, o servizi simili, a sottopormi a programmi di distruzione tramite tortura-linciaggio bianchi. La madre di merda se ne esalaterà quando lo saprà, all’inizio del 2007: “Ah, gliel’ho fatta a quello!!! ...Ora, mia sorella mi sgriderà di meno,...forse...”.
Come è successo?! La madre di merda ripeterà le sue ossessioni di fonte mediatica. Mi farà personificazione dei mali [da lei mediaticamente “visti”] del mondo. Lo dirà a tutti con una tale ossessione, che organi “di sicurezza” [altri dementi, evidentemente] non potranno fare a meno di prenderla sul serio, pur in assenza di alcun elemento. La madre di merda ne sarà esalata. A marzo 2007, dopo essersi messa in accordo con organismi “di sicurezza” per coprire le loro demenze ed i loro crimini, mi manderà degli esaltati auguri di compleanno in cui scriverà che “la vita futura” m’avrebbe “appagato delle sofferenze del momento”. ...S’era appena messa d’accordo per darsi da fare per farmi rientrare in Italia e fammi sottoporre ad ulteriori servizi speciali. Né racconteremo alcuni qui, ne accenneremo, di alcuni di questi “servizi speciali”. Lo sapete come lavorano i criminali di Stato. Cancellano i crimini loro facendo il possibile per liquidarti oppure per renderti criminale ex-post. Per cui l’ex-post valida, eventualmente, il loro ex-ante cancellando, credono, i loro crimini. Ed usano delle dementi come le madri di merda ed altri ossessi di merda. La madre di merda, era, in quell’inizio di marzo 2007, in preda ad un’autentica esalatazione. “Lo distruggiamo davvero questa volta!” si ripeteva esalatata. ...Abbiamo analizzato le rilevazioni salellitari delle sue onde cerebrali mentre intensificavamo le psicoradiazioni distruttive su tutti i pidocchi, di Stato/i e non, e loro famiglie e conoscenti (tutta l’area loro ed intorno a loro, come da nostre procedure operative solite), che stanno conducendo quest’operazione demenziale... La madre di merda era in preda ad un autentico delirio d’autoesalatazione distruttiva! Non solo lei. Anche altri ed altre. A cominciare dall’ex-moglie di merda. ...La sindrome dei delinquenti che credono di non pagare il dazio con altri crimini che in realtà li infognano sempre più.
Tra l’altro, la madre di merda, a marzo 2007, è sotto un momentaneo cumulo di esaltazioni. Esaltazione perché s’è appena rimessa d’accordo con dementi di Stato per fottermi, o così crede, ed esalatazione perché ha appena ammazzato il marito, mio padre, e l’ha fatta franca. L’ha imbottito di medicine, di mangiare schifoso quanto mortifero, poi s’è fatta la parte della vittima che doveva passare le giornate a curare il marito non più in grado di provvedere a sé stesso, neppure per le funzioni più elementari. Poi gli ha detto che l’avrebbe rinchiuso in qualche istituto in attesa che crepasse. Lui ha tolto il disturbo. Il 16 dicembre 2006, è deceduto. Certo che se uno lo distruggi con cibo sovrabbondante e lo imbottisci di medicine, poi è normale che non sia più in grado di provvedere a sé stesso. Le dementi si coprono dietro i medici. Funzione dei medici è fabbricare malati, sennò restano senza professione né pane. A marzo 2007, incassata la pensione di reversibilità, la demente ossessa si sentiva sovr’esaltata per questa sua ulteriore impresa. Un temporaneo delirio d’onnipotenza per poi passare dall’esaltazione indivio-distruttiva alla depressione altrettanto invidio-distruttiva ed auto-distruttiva. Idem le altre e gli altri ossessi di merda di questa storia qui sommariamente raccontata.
Sono decenni che intenzionalemente e con insistenza distruttiva, anche in telefoni chiaramente intercettati, la madre di merda insiste nelle fabbricazione del delinquente. Il figlio, Io, deve essere un delinquente od un terrorrista o entrambi. Perché?! Perché non l’asseconda nelle sue demenze. Invece l’altro, il figlio di merda, il fratello di merda, Richi, che l’asseconda nelle sue demenze ossesse ecco deve essere a posto. Appunto, è pidocchio di merda... È di merda, dunque è a posto, non è né un delinquente, né un terrorista. Io invece devo esserlo. I pidocchi ragionano così. ...Anche se poi, la madre di merda si scatena anche contro di lui... ...che l’asseconda, ma mai abbastanza...
Avevo una figlia. No, anzi, ce l’ho ancora, anche se è molto tempo che non la vedo faccia a faccia. Nata nel 1972. Serena. Uan bimba splendida. Dal 1987, la madre di merda, col [“mio”] fratello di merda, paga l’ex-moglie di merda perché non me la faccia vedere. Non chiedetemi perché lo fanno. Chiedetelo a loro, alle pidocchie e pidocchi ossessi di merda. La “logica”: prima la paga perché non me la faccia vedere; l’ex-moglie di merda, un’altra pidocchia demente ossessa, è ben felice di farsi pagare per non farmela vedere; un bel giorno si dice: “Ma perché non la vede? [Sei tu, madre di merda, che la paghi perché non me la faccia vedere...] ...Penserà che non sia figlia sua.”; lo accenna all’ex-moglie di merda; l’ex-moglie di merda dice a tutti nell’ufficio (all’INPS), troverete centinaia di testimoni: “Roberto dice che Serena non è sua figlia”; in ufficio un giorno qualcuno mi dice: “Sai, dicono che tu dica che non è tua figlia.”; a parte che Serena è un tipico caso in cui la paternità è certa, mentre la maternità non lo è (non ha proprio nulla della pidocchieria della [sua] madre di merda con famiglia egualmente piuttosto merdosa!), ma io non ho detto mai nulla; si sono detti e creati tutto loro, la madre di merda, con la moglie di merda. A che livelli arrivano madri ed ex-mogli di merda! ...con altri parenti ed ex-conoscenti di merda di contorno.
Il meccanismo, da lato della madre di merda, è semplice. Già si crea le ossessioni per conto suo. A gettito continuo. Poi ci sono i merdosi di contorno. La sorella di merda Angela, quando telefona alle sorelle sue di merda, al momento opportuno fa fuoriuscire dalle sue mente e bocca malate dei: “Ma non è che...”, “Ma sarà che...”, “Ma non penserà che...” A quel punto, la mente malata ossessa della madre di merda, come delle altre succubi all’Angela di merda, comincia ad andare in supersbattimento. La mente ossessa comincia a dirsi: “Ma che avrà voluto dire?”, “Dove ho sbagliato?”, “Quale sarà la mia colpa?”, “Cosa devo fare per essere a posto?” Entrata in ulteriore agitazione demente-ossessa, agitazione demente ossessa si placa per un attimo solo con delle nuove carognate contro il figlio o contro i figli e tutti gli altri prossimi. “Ecco, ora sì, che mia sorella, la prossima volta, non mi sgriderà!” Ed, ogni volta, il solito! Non è un caso che l’ex-moglie di merda “adori” l’Angela di merda. Quella volta, la madre di merda e l’ex-moglie di merda, attivatesi ognuna per le demenze ed ossesioni sue, si creerà e diffonderà quel “dice che non è figlia sua”. Mai detto né pensato nulla del genere. Nessuno che abbia mai potuto ascoltarlo e neppure dedurlo da me. Se sol sono detto da sole. Pidocchie borderline non sono mai state capaci di distingue le loro demenze ossesse dalla realtà. Le loro demenze ossese, come tipico di tutti i borderline, diventano la realtà. Del resto, la stessa madre di merda dell’ex-moglie di merda è sempre stata lo stesso. Una vita passata tra demenze ossesse e carognate contro tutti, è morta dicendo che “perdonava tutti”. Lei?! Una pidocchia, Mina, ossessa di merda che faceva, o cercava di fare, del male a tutti. ...È morta dicendo, pontificale, che perdonava tutti. Lei?!!!!!!!!!!!!!! ...Sono tutti così i pidocchi. ...Fatti con lo stampino.
Andiamo agli anni ’70 ed inizio anni ’80.
Premettiamo che non sono né sono mai stato capo di nulla. Non sono un tipo carismatico. Non sono capace di filarmi e fottere il prossimo ...come fanno i veri “carismatici”. Troppa fatica star dietro al prossimo! Meglio impiegare le energie per altro, oppure per nulla.
Quando c’era il terrorismo ero, diceva la madre demente ossessa, e dunque con lei la sorella, ed il figlio [il “fratello”], che ero un grande capo, perché sapevo sempre tutto, diceva la madre di merda, e dicevo, diceva la madre di merda, cose che poi s’avveravano. Figuriamoci! Se c’è qualcosa che accomuna la criminalità organizzata e quella politica, è che i capi occulti non esistono. Esistoni i manipolatori. Ma sono personaggi con altre coperture, altre posizioni formali e di fatto, connessioni in fin dei conti abbastanza note negli ambienti del potere e dei poteri. Non fanno gli impiegatucoli dell’INPS. Fanno o i CC, od i politici con agganci in organi di sicurezza, od altre professioni ma sempre con agganci operativi con organi di sicurezza esteri od interni, con massonerie, reti, etc. proprio quello che non ho mai avuto, né avuto l’interesse ad avere.
Nel 1981, i primi giorni di luglio, mi arrestarono per terrorismo. Non c’entravo nulla. Anzi, avevo evitato (non per filantropia, né per interesse) che un gruppetto di ragazzi e ragazze si compromettesse col terrorismo in un periodo invece in cui tutti operavano per far compromettere, dunque per legarsi, in tal modo, l’uno o l’altro. Non potevo né volevo comunque raccontarlo ai poliziotti né ai magistrati. Coi poliziotti non ho in realtà parlato, né loro con me; coi magistrati se non altro per dire che non avevo nulla da dire. Verbalmente, avevo posizioni sul filo del rasoio. Appunto, meglio starsene zitti. La gente è rozza, gretta ed ossessa. Io invece parlavo pubblicamente di quel pensavo. Non mi piaceva il conformismo anti-, come non mi piaceva il conformismo pro-. Direi che, in un mondo di bigotti, avevo posizioni laiche, anche se a taluni io sembravo un cultore “religioso” dei classici del marxismo. Non importa. Il mio era un rifiuto psicologico del doversi schierare. Mi schiero se voglio, non se devo. ...Ah, mi capitarono anche cose “strane”. Oggi posso dirlo. Un giorno, le BR mi mandarono a dire, credo (poteva anche essere mitomania di chi portò il messaggio verbale, ma non credo, in quel caso): “Tu dici, dici, ...ecco, se vuoi discutere con le BR, ammazzi uno, lasci un voltantino con le tue posizioni, e poi discutete.” Demenziale! Se non fosse che i mestatori, i reclutatori, lavoravano proprio a quel modo, dunque lanciavano o facevano lanciare quelle suggestioni e quegli inviti. Ah, posso anche ammazzare qualcuno se mi gira, ma ammazzare qualcuno per lasciare un volantino “per aver l’onore di discutere con” è una cosa che non sta né in cielo né in terra. La mia mente limitata c’arrivava già tre decenni fa a riconoscere tali demenze. Erano i tempi. Andavano tutti alla ricerca dell’avventuriero. Ve n’era abbondanza, evidentemente. Evidentemente, il reclutamento a quel modo, ed anche in altri modi, funzionava. Un giorno una, una reclutatrice BR, anche se a sentirla aveva posizioni autonome, appunto un’avventuriera!, mi fece uno strano discorso che almeno almeno si dovevano bruciare le macchine a non so che capi Fiat. Non me ne fregava nulla di bruciare macchine. Dissi: “Perché non discutiamo della tale Risoluzione Strategica?” Le “Risoluzioni Strategiche” erano documenti pompati, pubblicati in riviste e libri, anche se poi sembravano dei catechismi con tutto e nulla e poggianti su basi pseudo-analitiche evanescenti che non m’affascinavano per nulla. Fissammo l’appuntamento, in realtà [presso] un’altra riunione pubblica di non so che assemblea numerosissima che si vedeva forse settimanalmente in posti pubblici pubblicissimi. Appunto, fissato l’appuntamento per discutere cose teoriche, la tipa non venne. La volta successiva la vidi, non disse nulla. Appunto, voleva solo farti bruciar macchine e poi farti lasciare volantini su cadaveri. Non discutere loro testi. Se tale era il livello, non erano cose per me. Ah, certo, tutto può aver un senso, ...se ha un senso... No, nulla aveva senso! In realtà, spesso la cosa migliore è non far nulla. Se uno è insoddisfatto del presente, meglio darsi una qualificazione professionale per migliorare la propria condizione, circostanze permettendo. Null’altro serve a nulla ed a nessuno, salvo avventurieri capaci di mangiare sulle disgrazie altrui che invece riescono e speculare su tutto e su tutti.
Arrestato, la madre di merda, con la sorella sua di merda, con la moglie di merda, eccole tutte belle scatenate. Furono poi i poliziotti, credo, ad avere pena per me che avevo tali familiari. Non che i poliziotti fossero amici miei, ma neppure nemici. Loro fecero il loro mestiere di venirmi a prendere. C’era un mandato d’arresto. Non è che potessero non venire. Io non mi feci parti da esaltato. Non collaborai, ma appunto non mi feci parti da esalatato. Sono proprio quelli che magari cercano di scappare o si scontrano in vario modo con poliziotti e carabinieri che poi, scattatogli un qualche interruttore interno, divengono loro grandi amici.
Quell’arresto (inizio luglio 1981) fu per la madre di merda il pubblico riconoscimento che il figlio era un delinquente. L’ha tirata avanti fino ad oggi, poi resa ancor più furiosa dall’assoluzione (marzo 1990) del figlio che, delinquente, l’aveva “fatta franca”. Arrestato, in quel luglio 1981, la madre di merda si scatenò in telefonate ossesse: “Ditegli di collaborare!”, “Ditegli di confessare!”; “Oh, ma si drogava?! Ecco, sì, sì, si drogava! Ecco perché è divenuto un delinquente! Si drogava! Si drogava!” Chi, Io?! Neppure uno spinello. Neppure del tabacco. Neppure una sbornia. Neppure sonniferi. Neppure calmanti. Nulla di nulla. Non che sia fobico di quelle cose. Mi son trovato con tipi e tipe che, chessò, si spinellavano: “Prego, fate pure, ...io aspetto qui.” ....Se non m’attiravano, né m’attirano... Eppure, la madre di merda continuava martellante. Le stesse cose che dice oggi. Anche oggi, continuo ad essere “astemio” a qualunque sostanza sia illegale che legale. Ma le dementi ossesse si creano da sole la propria realtà. Continuava ossessa a telefonare che era sicura, che dovevo essere un drogato e dunque un delinquente da drogatura, o giù di lì: “Ecco, perché è diventato un terrorista ed un delinquente, Ecco! Ecco! Si drogava!”
Ci sono centinaia di testimoni. La madre di merda, lo negherebbe glielo chiedeste. I pidocchi dementi ossessi mentono sempre. Ma ci sono centinaia di testimoni che l’hanno sentita, e continuano a sentirla. Pure le registrazioni e trascrizioni telefoniche della Digos o simili. Anche la [poi] troiazza sposerà mio fratello di merda per farlo poi rapidamente cornuto fino ad oggi con lui felice, pendolare settimanale Genova-Roma (lavora a Roma), esclamerà: “Ecco, sposo il fratello di un delinquente.” L’ha sposato quando ero dentro, dunque tra il 1981 ed il 1984. Che ero un delinquente lo sentiva dalla [“mia”] madre di merda, che ossessivamente lo ripeteva a tutti. Tutti sapevano che ero un delinquente perché “la famiglia” [madre, fratello, ex-moglie, zia, etc. di merda] se lo creava e lo diceva a tutti.
Rita, si chiama la “mia” testimone. Basta chiederlo a lei come io sono stato costruito come criminale ai suoi occhi. È facile trovarla. Di Genova-Genova, dove tuttora vive, credo. Ad Albaro credo, che dev’essere come a Torino abitare in collina o in certe parti della Crocetta: infatti ci devono essere andati perché per lei, genovese-genovese, doveva esser un sogno fin da piccola sposare uno con cui potersi permettere d’andare ad abitare ad Albaro. Moglie di Riccardo che fa cornuto ormai da decenni. Liceo classico. Lavoro in banca. Nata, credo, dopo il 1955 ma, credo, prima del 1960. Da sempre con seri, problemi di occhi. Senza figli, perché lei non ne vuole. Lui, il marito, il fratello di merda, ingegnere a Roma. Fa il pendolare settimanale Roma-Genova, dove la moglie gli organizza fine settimana con le famiglie dei suoi amanti del momento. Ecco, avete capito i tipi. Comunque, Rita è facilmente trovabile. Basta chiederlo a lei. Lei che “ha sposato il fratello di un delinquente.” Gliela hanno messa così, evidentemente, la [“mia”] madre di merda ed il [“mio”] fratello di merda. La trovate e vi fate raccontare i dettagli. È una loquacissima. Parla sempre. ...Se non è cambiata. Sarà felicissima di raccontarvi per ore ed ore tutti i dettagli.
Lì, alla Digos di Torino, intercettavano tutto. Mandato di cattura della sera prima prima. Metti sotto controllo il telefono. Fai irruzione la mattina alla 5, forse del 3 luglio 1981, per l’arresto. Mantieni il controllo del telefono almeno per qualche giorno, od anche per qualche settimana o mese, od anche per qualche anno. Continuano a sentirsi quest’ossessa, la madre di merda, che insiste, che è sicura, “una madre [di merda] se lo sente”. Allora come oggi. “Se lo sente!” Quando venne il momento almeno di provarci, nessuno lì alla Digos osava farsi la parte. Del resto, di fronte a quelle affermazioni insistenti “della famiglia”, “della madre”, potevano degli sbirri far finta di nulla?! Sì, nessuno ci credeva, ma ci fosse stata anche una probabilità su un milione, potevano far finta proprio di nulla-nulla? Alla fine, uno squallido, di mezza età, magro e lungo, autocaricatosi ma lui stesso in difficoltà, si presentò sulla porta della celletta nei sotterranei della Questura e mi disse diretto-diretto: “Ma sei un drogato?” Era una decina di giorni che ero lì, tranquillissimo. Lo guardai: “Chi, io?! Ma se è dieci giorni che sono qui...” Fece chiudere la porta e se ne andò. Dopo un paio di giorni mi accompagnarono, in auto, senza parole né loro verso di me, né mie verso di loro, in massima sicurezza a Cuneo. Isolamento. Poi a Torino per l’interrogatorio, dove mi tolsero i vestiti e mi dettero una specie di pigiama con cui comparii al cospetto dei giudici istruttori. Due squallidi giovanotti “di sinistra”, “del Manifesto”, sembra, o così si raccontava nell’ambiente loro. Uno, oggi, fa il giudice-giudice. L’altro non so se faccia ancora il giudice o l’inquisitore... ...in magistratura, certo... ...ma non so bene come si chiami... ...o sono quelle cose che si sono inventati loro... magistrato, ma specializzato nel settore sportivo, credo. Anche l’avvocato, Trucchetto, un coglione torinese o piemontese, mi guardò torvo: “Ma com’è vestito?!”. “Se m’hanno tolto i vestiti e m’hanno dato questa specie di pigiama, come dovevo comparire, nudo ...od in completo e cravatta che qui non ho, a parte che è luglio?!” ...in Questura, l’avevi visto, stronzo inetto, che ero vestito normalmente... ...jeans e maglietta. Sarà stato il programma umiliazione per indurre a cedere. Ma non mi sento umiliato da nulla, neppure dal dover comparire davanti a dei giudici istruttori in pigiama. Se piaceva a loro... Del restano erano compagnuzzi. Lo sapete come sono i burocratelli, anche magistrati: “Sarà stato per ragioni sanitarie.” Certo, stronzetti! ...una persona normale sarebbe andata dal direttore del carcere ed avrebbe chiesto: “Perché mi mandate uno all’interrogatorio in pigiama, invece che coi suoi vestiti che gli avete tolto?” Ma loro erano magistrati compagnuzzi, “del Manifesto”... Italiozia, 1981, Torino, Le Nuove: “Abbiamo uno da Cuneo Massima Sicurezza Isolamento a Torino per interrogatorio... ....Cosa facciamo?! ...Gli prendiamo tutti i vestiti e lo mandiamo all’interrogatorio in pigiama dell’Amministrazione Penitenziaria.” Italiozia, 1981, Torino, Le Nuove, con due giudici istruttori “del Manifesto”.
Anni ’90. La madre di merda, sostenuta dal fratello di merda, con l’ex-moglie di merda, con le altre di merda... ...sempre le stesse cose... Al mare conoscono uno, glielo fa conoscere l’Angela di merda, che lavorava per i carabinieri a Milano. “Se ne sentono tante... ...chissà cosa fa mio figlio... ...se si mette nei guai... ...chissà che cosa fa... ...non mi dice nulla...” Io non facevo nulla, di nulla. All’inizio, da metà 1990, grazie al loro mobbing all’INPS, facevo 5 ore di treno ed altri mezzi pubblici al giorno, Torino-Gravellona Toce [non avevano un posto più distante dove mandarmi, dato che avevano il limite dell’area di competenza della Direzione Regionale, dove era stato organizzato il “servizio” per fottermi: la madre di merda, col fratello di merda, pagavano la moglie di merda, che lavorava alla direzione regionale ed era direttamente intervenuta con una chiassata delirante presso il Direttore Regionale Vitale (se non sbaglio cognome), per quel “servizio” come per tutti gli altri successivi!]. Appunto, io non facevo nulla. Facevo il [super-]pendolare. Anche dopo, cose regolarissime, neppure vagamente sospette. È un fatto, sono fatti, ...non che lo dica per sentirmi meglio o peggio. Si fabbricavano tutto lei e loro ossessi di merda per demenze loro. Quello dei CC di Milano, lo riferisce, lo metton a fascicolo, “abbiamo sicurissime informazioni dalla famiglia che...” Idem, da Torino. Ti mobbizzano, ti linciano, all’INPS, dunque è la conferma che sei un terrorista-delinquente, per cui, gli stessi che ti mobbizzano-linciano, comunicano ai CC che sei un terrorista-delinquente. Te ne vai?! Conferma che sei un delinquente: ...non chiedete a me, chiedete ai dementi ossessi, sbrirraglia demente-inetta inclusa, la logica delle loro demenze ossesse! Poi, un giorno, 1998-1999, credo 1999 a pensarci bene, montata nelle crapa vuota dall’uno e dall’altro, la madre di merda si fa la scena a Torino. Arrivano da Genova, dove abitano di solito. Solito show. Se ne compare come un’ossessa, con marito e fratello di merda al seguito, a delirare con l’una e l’altra del palazzo, con l’amministratrice, all’INPS. Il solito. E loro che devono fare?! Riferiscono ai CC, a servizi vari: “È venuta la famiglia... ...dice che...” E loro, criminali e dementi, scrivono a fascicolo e nelle schermate dei computer di tutto il globo: “Abbiamo la notizia sicurissima dalla famiglia che è un superterrorista internazionale, un superdelinquente internazionale... ...è così super che non sappiamo neppure con precisione che faccia né abbiamo alcuna prova.” Appunto, io più che studiare non facevo, all’estero, senza movimenti, né viaggi, né conoscenze, né altro, sospetti. Appunto, i dementi di Stato: “Non sappiamo nulla, ma la famiglia dice... ...la famiglia è sicurissima... ...dunque deve essere proprio un superpericolosissimo.” La “famiglia” di merda, la madre di merda, col fratello di merda, con la sorella [della “madre” di merda] di merda, con l’ex-moglie di merda, con altre merdose e merdosi, “dicevano”, erano “sicuri sicurissimi”. Della serie “una madre se lo sente”. ...le madri di merda sono convinte d’essere “madri”! Appunto, una madre di merda “se lo sente”... Ma che si sente?! ...Che è ossessa ed invidiosa dunque deve cercare di distruggere tutto e tutti, oltre che trascinare la sua miserabile vita di merda.
Un’ex-moglie di merda
Così ossessa, ch’era divenuta subito così disgustosa che me n’ero andato. Le interessava solo mostrare alla “mammina” [una demente ossessa come lei] ed alla sorella che anche lei era normale. Non ne potevo più!
Allora, sostenuta dalla “mia” madre di merda, s’è dedicata alla figlia. Tra merdose dementi ossesse si sostengono. [Vedi punto B della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi, in testa a queste considerazioni].
La figlia, Serena non è davvero figlia sua. È solo figlia mia. Di suo non ha nulla. La bimba è pure disgustata dalla madre di merda “sua”. Ma la vede così demente ed ossessa che ha pena, pietà a contradirla. Allora fa finta di non contraddirla. Solo un peccato veniale di debolezza e d’ingenuità rispetto a dementi ossesse. Come fuga dalla madre demente ossessa, s’è fatta suora (ed architetta gratis) presso un gesuita che s’è creato la sua comunità religiosa divenendo così miliardario di soldi di Stato e di eredità a lui lasciate. Dato che lasciano spesso immobili, il gesuita aveva bisogno d’un’architetta gratis, mentre la “mia” ex-moglie di merda ossessa invidiosa che la figlia amoreggiasse con un ragazzo aveva bisogno di saperla “salva” dai piaceri del sesso. Alla famiglia del ragazzo raccontarono che Serena era figlia di un terrorista-delinquente per cui... ...il ragazzo fu fatto sposare in fretta e furia con altra per proteggerlo dalla “figlia del terrorista-deliquente”. A Serena fu poi detto che gli uomini sono tutti così. Lei, per pena, schifo e disperazione verso tali madre e nonne di merda, s’è lasciata far suora.
L’ex-moglie di merda, la madre di merda di Serena, con le nonne si merda, fa il possibile per rovinarle la vita. Serena fa finta di nulla, pur col disgusto che le monta dentro. Nulla di male. ...Se e finché le piace così... C’è chi li prende di punta. C’è chi, come Serena, reagisce con un profondo disprezzo per le le nonne di merda e la madre di merda, pur facendo finta di non contraddirle. Si dedica a ritiri spirituali in conventi ed in grotte, quando non occorre come architetta in giro per la penisola.
L’ex-moglie di merda ha assecondato ben felice la “mia” madre di merda, ben pagata dalla stessa e dal “mio” fratello di merda. Sì la pagavano e la pagano per essere aiutati a danneggiarmi. Lei spende tutto in sciocchezze. Si riempe la casa di cose di nessun valore, perché non può non spendere, ed il pur lauto stipendio da corrotta di parastato non le basta, non l’è mai bastato. È di quelle che fa debiti, nell’ebbrezza di spendere. In famiglia sua non le hanno mai dato soldi. Dal suo primo stipendio, lo spendeva in pochi giorni in sbevazzate ed in tutte le cazzatine impossibili ed inimmaginabili. Della serie spendo dunque esisto. Una malata, anche nelle piccole cose. Spendo dunque esisto. Sono invidiosa dunque esisto. Devo distruggere l’ex-marito dunque esisto. Devo divenire l’idola della figlia dunque esisto. La figlia non deve avere una sua vita perché sennò non è più mia che esisto solo se la figlia è tutta e solo mia, ed è solo mia solo se la distruggo. Una pidocchia malata, ossessa. Con la “mia” madre di merda ed il “mio” fratello di merda che la pagavano per danneggiarmi. È quello che ha fatto. È quello che hanno fatto. Ci sono centinaia di testimoni.
Fino al mobbing all’INPS, quando tutta la comunità degli ossessi era furiosa perché fossi stato assolto al processo per terrorismo. I giudici non potevano basarsi sulle demenze loro. Comunque, è andata così. Già quando ero detenuto, l’ex-moglie di merda dette un consiglio strepitoso alla madre e fratello di merda che insistettero con me. Confessi. Esci. Poi ti riassumono all’INPS anche con condanna. Ecco era la situazione “ideale”, per me, trovata dall’ex-moglie di merda e dalla madre di merda e dal fratello di merda. “Geniali”! Appunto, ebbero poi tutti un tracollo tramutatosi in rinnovata furia quando fui assolto. Sul “geniale” consiglio esistono le registrazioni presso l’amministrazione penitenziaria, dato che nelle sale colloqui c’erano [illegali] i microfoni e registravano [illegalmente] i “colloqui” in carcere con esterni. Ed esistono le telefonate intercettate tra di loro. “...Dice che... Confessi. Ti fai condannare. Poi ti riassumono all’INPS. Sai, ci sembra una soluzione davvero rapida ed ottima.” Avevano bisogno della formalizzazione giudiziaria del “delinquente”... Sono esplosi di rabbia all’assoluzione.
Un fratello di merda
Richi, il fratello di merda, è uno così... Il classico paranoico ossesso che s’ombra per nulla, arrossisce e cerca il consenso “degli altri”. Muove il culetto come finocchietto che vorrebbe nasconderlo. Invero, anche il pippo lo vorrebbe nascondere. Con le ginocchia rivolte all’interno cammina come uno dolorante dalle palle evirategli dalla madre. Dolorante e vergognoso.
Se va al mare, si dedica selvaggio e sanguinario ad ammazzare, tra gli scogli, centinaia di polpi. Naturalmente, a lui non piacciono. È un bisogno d’ammazzare, di massacrare. Infatti, leva poi le fiere membra con selvaggio digrigno di denti quando ha sterminato tutto lo sterminabile dell’area, come ossesso schifato e sporco dall’avere sterminato col colpo alla nuca migliaia di umani in una fossa comune. La madre di merda altrettanto fiera, dato che neppure a lei piacciono, li stipa poi in congelatori. A me piacciono, bolliti e poi conditi, sebbene non m’ha mai appassionato prendere quelle metafore di cazzetto e cazzoni tra le mani, rivoltarli, se ho ben capito la procedura, per neutralizzare non solo quale dentre hanno od avrebbero, e poi sbatterli violentemente sugli scogli fino all’uccisione del malcapitato polpo. Sì, potrei farlo all’occorrenza, ma proprio non m’appassiona. Forse, esistono metodi più tranquilli per uccidere un polpo. C’è comunque la differenza che a me piacciono, anche se fino ad oggi non ho mai ammazzato un polpo. Al massacratore da scogliera, no.
Se uno lo sorpassa con l’auto è capace, se la strada è stretta e non può risorpassarlo, di attaccarsi ossesso al culo dell’auto soprassante e di incalzarla a tutta velocità finché quello dell’auto soprassante, distrutto, non accosta per farlo passare. Con madre, naturalmente, spaventatissima, ma che poi, per paura lui le mangi la faccia dopo sì “eroica” impresa, dice, pur con aria di terrificato disgusto, “che omo, certo è uno che non si fa mettere i piedi in testa”. ...Per un’auto che l’aveva sorpassato...
Naturalmente, è poi quello che ossessionato dalla madre di merda che deve rovinargli la vita perché sennò la sorella di merda la sgrida, consegna la tesi coi calcoli sbagliati, e sapendo lui e tutti che sono sbagliati, per togliersi di torno quella madre di merda che l’ossessiona. O che si licenzia dal professore lo vorrebbe collaboratore d’affari perché costui voleva intestargli una ditta di costruzioni: “Sa, in famiglia, hanno paura che mi metta nei guai.” E poi, naturalmente scaricato dal professore che non vuole con sé un tal coglione, se ne va a fare il disperato supplente di scuola professionale, ...per qualche tempo.
La futura moglie l’ha subito capita la psicologia del pollo. Voleva sposarsi un ingegnere, ma anche un pollo “con la testa sulle spalle”. S’è fatto dire dalla portinaia quando usciva e quando rientrava. L’ha aspettato. In macchina gli ha detto “dai andiamo ad imboscarci...” Gli ha messo la mano sull’uccello e s’è fatta montare. Poi, sposati, ha concluso che era un ignorantone senza cuore né sensibilità. ...La giustificazione col mondo perché voleva cuccare dell’altro cazzo... Allora bastava che un collega le parlasse di musica classica e dell’ultimo libro di un qualche Kundera che lei si bagnasse e se lo tirasse contro per cuccarselo. Come conseguenza, il fratello di merda s’imbottiva di psicofarmaci, per calmarsi di lei che usciva la sera: “Sai, devo andarmi a farmi montare da quello ...è così sensibile...”. Che omo!
Naturalmente, la madre di merda, come tutte le madri di merda, era demente ossessa e di merda con tutti. Un giorno, lui ancora faceva ingenereria, s’era convinta (la sorella di merda, Angela, la stimolava nelle sue osssesioni con le sue telfonate) che lui si drogasse. “Esce la sera... ...non mi dice dove va... ...fa delle cose strane nel bagno... ...ho trovato delle siringhe.” Io, non gliel’ho mai chieso... può darsi che avesse lo scolo e che si fosse fatto qualche iniezione da solo... Non ho idea, non glielo ho mai chiesto. Le siringhe hanno gli usi più differenti e strani. Io, per esempio, preferibilmente di vetro e senza ago, uso una siringa per passare della benzina avio (quella che vendono nei supermercati italici) dalla bottiglietta ai contenitori del bianchetto da cancellare. Ho scoperto che, così facendo, durano in eterno e rendono. Altrimenti, si seccano subito e diviene complicato oltre che costoso usare il bianchetto per cancellare. Può anche darsi che la demente ossessa se lo fosse inventato lei della siringa o delle siringhe. Glielo avrà detto la sorella di merda nelle sua telefonate ossesse e tra ossesse.
Ecco, la madre dimerda si crea la convinzione che il figlio minore, il fratello “mio” di merda si droghi. Faceva ancora l’università, non aveva ancora finito. Una volta che capito lì da loro, a Genova, mi “incarica” di chiederglielo. Non glielo ho mai chiesto, né ho mai riferito nulla alla madre di merda. La madre di merda poi credette d’aver capito da me che io le avessi detto che non si drogava, ma io non chiesi, né dissi, né riferii nulla. Le dementi si creano continuamente convinzioni su ciò gli altri avrebbero detto. Inutile discutere con dementi ossessi/e e con le loro convizioni. Hanno personalità borderline che confondono le loro convinzioni con la realtà. La madre di merda continua ancora a sostenere, lo ripete da quarant’anni, che una grande valigia molto bella e costosa che le ha rubato una sorella povera [gliel’avevano portata piena di materiale contabile quando mio padre dovette chiudere la fonderia che non rendeva più], l’avrei data io ad uno che se l’è tenuta. Figuriamoci! Possono chiedeglielo, a ACaffaz... Potete chiedeglielo se gli ho mai dato valigie... ...il padre ne aveva un negozio...
Ecco, in quel non averglielo mai chiesto [al fratello se si drogasse], né riferito nulla, sta tutta la differenza tra me e lui, tra me ed il fratello di merda. Piccoli dettagli...
Arrestato nel 1981, esco nel 1984. Non mantengo particolari contatti con l’area dei compagnuzzi, né con quelle dei “duri” se ve n’erano. Prima conoscevo, vagamente, l’ambiente. Poi, non ho grande interesse, né motivo, per riandare a metterci il naso. Non devo giustificarmi. Ci saranno quelli che, confessato al momento dell’arresto, usciti faranno il giro dell’ambiente per chiarire “la loro posizione”. Farò qualche vaga chiacchierata con qualcuno, nulla più. Con tutti gli infami, già grandi rivoluzionari, in circolazione ed i continua proliferazione... Ah, sì, c’era uno, che aveva i genitori di fronte a dove abitavo io. Tutte le volte che l’incontravo mi chiedeva: “Ma hai detto qualcosa su di me?!” A parte che non ho detto nulla di nessuno. A parte che non so che avesse da temere dato che era uno mai aveva commesso reati, a quel che ne so. Era uno cui avevo giusto telefonato la sera prima mi prendessero, dunque con telefono mia già sotto intercettazione. Una telefonata di pochi secondi per vederci il giorno dopo. Dovevo restituirgli un libretto che mi aveva dato da fotocopiare. Delle novelle di Pirandello che lui aveva preso in prestito dalla biblioteca della scuola. Siccome il mio telefono era chiaramente già sotto controllo, mi prenderanno la mattina alle 5, dopo forse un 8 ore da quella telefonata, certo che qualcuno della polizia lo sapeva gli avevo telefonato. Gli avranno chiesto o fatto chiedere informalmente perché gli avessi telefonato, o gli avranno alluso, sì da fargli venire qualche paranoia. O non sapendo bene a chi avessi telefonato (conoscono il numero non la persona) avranno chiesto alla famiglia. Ah, non importa. Se lo riincontro quest’anno o l’hanno prossimo, mi richiederà, dopo 26 o 27 anni se avevo detto qualcosa su di lui. Nessun problema. La gente è fatta così. Magari, sono amicissimi e si fidano chi li rovina... ...Dunque, non io che sia il tipo si spaventi per 1200 di galera senza particolari danni. Ma sta di fatto che non ho più frequentato quegli ambienti. Prima me lo sentivo di gironzolare tra i compagnuzzi, anche se non è che mi piacessero troppo. ...Mi piacevano di più i libri... Poi, non me lo sentivo più. A parte qualche chiacchierata con qualcuno, anche in gruppo, gli unici posti dove sono andato sono stati, per poco tempo, i Verdi allora nascenti, e poi la Lega Nord forse per un paio d’anni, con intensità variabile. Ecco, quando incontravo, davvero poche volte dopo il 1984, il fratello di merda, non aveva di meglio che buttarmi lì con aria beffarda: “Come va la politica?!” Che politica?! Appunto, se lo raccontavano tra loro... [...punto B di cui sopra, nella psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi]. “È un superterrorista-superdelinquente.” “Certo è sicuro, sicurissimo!” “Io l’ho detto a te, ...tu l’hai detto a quelli, ...quelli l’hanno ridetto a me, ...certo tutti lo dicono! È sicurissimo!” Appunto, se lo dicevano l’un/a altro/a... Era sicurissimo! “Come va la politica?!” “Come va la rivoluzione?!” Io non lo sapevo di che parlassero. Lo sapevano loro...
Ah, sì, anche un cugino, Maurizio. Prima dell’arresto, dunque prima di metà 1981. Se casualmente lo incontravo, mi guardava livido e poi sbottava: “Ah, le Brigate Rosse... ...ah, a te ti fanno un baffo, tu sei ancora più estremista e sanguinario.” Era un sedicente liberale, tutto chiacchiere, fica, chiesa e Croce verde. Io non avevo detto nulla. E lui se ne sbottava, così, con quelle stronzate. Ma, certo, c’era un motivo. La madre di merda “mia” telefonava alla madre sua, le diceva che passavo le giornate tra omicidi e ferimenti, la madre sua lo diceva a lui, ...e lui se ne sbottava con me. Nasceva tutto lì, dalla “mia” madre di merda. Se le dicevo, ero uno che sapeva troppe cose. Se non le dicevo, ero un terrorista che agiva nel silenzio per cui non diceva. Uno era comunque un superterrorista-superdelinquente ...perché, sennò, la sorella di merda, Angela, la sgridava...
Una zia, delle zie, di merda
Se volete conoscere Angela di merda, se è ancora viva, è facile. Chiedete a Casalbuttano della ora anziana, ed in pensione da qualche decennio, maestra calabrese ignorantona e viscida che per rendere più credibili le sue maldicenze su colleghe, e non, si faceva inculare in direzione appoggiata alla scrivania da qualche direttore disgustoso e maialone. Ve la indicano tutti. È ben nota. Chiedetelo pure a lei... ...con un sorrisetto carognesco e saputo vi confermerà queste sue attitudini.
È una così. Si sente felice a far, o cercar di far, del male. In primo luogo con le sorelle ed i fratelli, lei unica maestra e loro tutti e tutte e o con la licenza elementare o, in qualche caso, con l’avviamento.
Il fratello maggiore Nicolino, prima l’ha sfruttato facendo leva sul suo essere senza figli dunque dal suo considerare un po’ suoi quelli della sorella di merda Angela. È perfino, in pensione, andato ad abitare anche lui a Casalbuttano, in una villetta che s’era lì comprato quando decise di trasferirsi lì. Poi, mortagli la moglie e divenuto un peso, con la madre “mia” di merda che gli ha combinato il matrimonio [bianco] l’hanno in pratica ceduto gratis ad una siciliana che l’ha sposato solo per derubarlo, lei e famiglia, di tutto quel che aveva ed ammazzarlo, là da loro in Sicilia, appena maturati i tempi della pensione di reversiblità. Gli prendi tutto. Poi, maturati gli anni per poter godere della pensione di reversibilità, lo maltratti al punto che uno toglie il disturbo.
I due figli delle zia di merda sono due castratelli. Uno con una posizione. L’altro che ha solo fatto finta d’averla. Entrambi con l’ansia d’apparire. ...Solite cose. Uno dei tre nipoti l’hanno fatto diventare gay. Ero restato che faceva il cameriere non so dove. Nulla di male, l’esser gay ...ma divenirlo per decisione familiare, di nonni... Fin da piccolo s’erano fissati che “gli piaceva giocare con le bambole.” Evidentemente gliele davano... Non credo che per un bimbo faccia gran differenza giocare con un bambolotto o con bambole per femmine. No, era che per qualche motivo loro (l’Angela di merda, che suggestionava pure il marito) che quel nipote, il secondo di due del figlio minore, lo dovevano costruire come gay ed allora continuavano a menarla con tutti, oltre che con lui, “gli piace giocare con le bambole come le femmine...” Non ho poi idea che altro abbiano messo in campo per la costruzione del gay... Gay latenti, e talvolta manifesti, lo sono un po’ tutti in quella famiglia, a dire il vero. Altrimenti non subirebbero il “fascino” della Angela demente ossessa di merda! Il maggiore, quello con posizione, ha sempre ossessivamente frequentato ambienti sportivi come scusa per “star fra omi”.
Effetti devastanti, la zia di merda, li ha avuti più su “mio” fratello di merda e su un cugino, tramite le sorelle di merda sue [della zia di merda].
“Mio” fratello avrebbe fatto bene il liceo scientifico. Le scuole sono anche opportunità di contatto con ambienti, a volte. No, ha dovuto fare i geometri, ed io ragioneria, perché anche il maggiore ed il minore della zia di merda evavano fatto ragioneria e geometri. “Bisogna avere un diploma!” Per me è stato lo stesso. ...Una scuola o l’altra... Mi piace conoscere e studiare, ma la scuola non m’è mai piaciuta. Lui invece sarebbe riuscito bene anche al liceo. Anche al classico, magari, sempre che lui avesse voluto. Sicuramente allo scientifico che di certo avrebbe voluto piuttosto che il tecnico per geometri. Mannò, doveva fare il geometri perché il figlio minore dello zia di merda aveva fatto o stava facendo il geometri.
Marco aveva pure lui una madre di merda, Ester, sorella minore pure di Franca. La bellona, forse, tra le sorelle. Ennio era un supergeometra, specializzato in gallerie, e più stimato d’un ingegnere. Sicuro di sé, pur basso e grassottello, aveva trovato la bellona e l’aveva sposata. Bellona ma demente ossessa di merda come le sorelle. Gia sposata da poco s’era convinta che il marito andasse con altre. Era probabilmente sono una sua invenzione ossesso-paranoica. La passione di lui era in realtà la caccia, oltre al lavoro. Ester ne parlava con Franca, da femmine di merda ma ben ossesse che non sanno neppure di che stiano parlando. “Dicono che sono più ‘bone” si dicevano, fingendo di parafrasare un linguaggio maschile che neppure ben capivano. Se le dicevano. Si montavano la testa l’una con l’altra. Poi, c’era Angela con le sue telefonate e le rare occasioni in cui s’incontravano. Ester faceva il possibile per rovinare la vita al marito, che pur andava diritto per la sua professione, spostandosi con famiglia per l’Italia che allora costruiva strade, ponte e gallerie a tutto spiano, e facendo soldi a palate, pur da lavoratore dipendente. Davvero un supergeometra competentissimo, gran lavoratore, e dunque ben pagato. E poi, Ester, si dedicava a rovinare la vita al figlio ed alla figlia, il primo e la seconda. La figlia era un bimbetta sveglia e vivace. Diventerà poi una grassona spenta che un romano o laziale sposerà per i soldi del padre di lei, Ennio. Ah, maestra, se non erro: doveva imitare la sorella di merda della madre, Angela... Ma le altre energie della demente ossessa Ester si concentreranno sulla distruzione del primogenito, Marco. Intelligente, geniale, con ottima riuscita scuola, stava facendo il liceo scientifico. No, non è stata solo la pazzia innata ossessa dei Pata-Simari di Mileto, Calabria... Marco aveva più le caratteristiche del padre. La madre demente ossessa di merda, Ester, se l’è lavorato stretta, montata di testa dalla sorella di merda Angela. Continuava ad ossessionarlo, per rendergli la vita impossibile. Marco, non poteva più studiare, né far nulla. Ad ogni cosa c’era la madre che l’ossessionava. Il padre, un superlavoratore, non poteva farci nulla, né lui, Marco, evidentemente, ha trovato la via per liberarsi da quell’assillo distruttivo continuo. Sarà stato l’inizio o la prima metà degli anni ’70. Avevano abitato, e forse allora c’erano ritornati per l’estate, nella riviera ligure di ponente. O c’abitavano ancora per la prima volta. Dovevano avere almeno un paio di appartamenti lì. Lui faceva già lo scientifico. Una famiglia normale l’avrebbe mandato a Londra tutta l’estate. I soldi non mancavano loro. No, lì non potevano. La madre di merda Ester, non l’avrebbe permesso. La sorella di merda Angela l’avrebbe sgridata. Sgridava, con fare tutto particolare, apparentemente suadente, le sorelle che facevano qualcosa di buono per loro stesse, figli, famiglia. E Ester, come Franca [la “mia” madre di merda], dato che le rispettive famiglie un po’ di soldi l’avevano, erano nelle costanti “cure” di Angela di merda. Marco, quell’estate, era andato, in quella località di mare, a fare il cameriere durante l’estate. Tra spose lasciate sole e ragazzete vogliose di cuccare, Marco, giovane robuto ed aitante, strombazzava a tutto spiano. Le conosceva come cameriere. Le trombava prima e dopo il lavoro. Anche “mia” madre di merda, avuto un’appartamento dalla sorella Ester, andata a prenderne possesso, troverà il letto in disordine devastato dalle sborrate di Marco. Non poteva trombare sotto gli occhi della madre, sessuofoba ed invidiosissima anche dei figli. Poi, diranno che Marco era diventato demente perché scopava troppo. M’è nuova questa legge psicologica. In realtà, non è mai diventato demente. S’è solo fatto rincoglionire e castrare da una madre di merda con sorelle e fratelli di merda. Passata quell’estate, la madre di merda, Ester, s’era ancora più ossesionata contro Marco. Non poteva neppure più studiare con lei che le stava sempre addosso. ...Qualche stupefacente, ma nulla, credo, da cui esserne davvero rovinato... E poi “reagirà” con comportamenti di fuga. Visto che la madre di merda l’inseguiva e l’ossessionava perché non potesse più fare alcunché, con la sorella di merda Angela, che, esaltata da quell’“eroica” impresa, l’incoraggiava, Marco si mise a fare “stranezze”. Nulla di drammatico. Visto che, in casa, la madre di merda gli rendeva la vita e lo studio impossibile, invece che andarsene da quell’ambiente malsano, si mise a fare lo “strano”. Se ne andava in giardino e si metteva in attesa che gli extraterresti andassero a prenderlo, a salvarlo. Il padre era troppo occupato col lavoro. Se fai strade e gallerie alla grande, non hai il lavoro sotto casa, devi spostarti. Se a casa resta una moglie demente ossessa di famiglia d’origine demente ossessa che deve distruggere tutto... ...Lì, la soluzione sarebbe stata solo liquidare la moglie e madre di merda Ester, con relalive sorelle, ed anche qualche fratello, di merda. La madre di merda Ester telefonava allora alla sorella di merda Angela per chiedere soccorso: “Marco è in giardino che aspetta gli UFO!!!” Ed allora?! Ad Angela, non sembrava vero... Ci sguazzava, coi suoi commenti e “consigli”... Credo fecero intervenire pure un altro loro fratello che faceva l’autista al Nord. Avrà lavorato in Italia centrale o sull’Italia centrale in quel periodo... ...Boh... La famiglia di Ennio [loro 4, lui incluso] viveva infatti in Italia centrale in quel periodo. Ecco, la costruzione del malato di mente. Marco venne costruito dalla madre di merda sua, con la sorella di merda Angela, come malato di mente. Un promettente liceo scientifico, poi l’università, e poi o la carriera del padre o qualunque cosa d’altro avesse voluto, stroncati da una demente ossessa di merda con sorelle dementi ossesse di merda come lei. Pure invidie distruttive, come tutte le indivie. Lui Marco, poi, ora da decenni, credo viva da qualche parte forse sulla riviera di ponente ligure con pensione o vitalizio ...da handicappato. Non lo è. L’hanno costruito come tale. Non è riuscito a ribellarsi. La madre di merda Ester, con le sorelle di merda, era esaltatissima da quella grande impresa per cui la sorella di merda Angela l’aveva ben lodata. “È divenuto malato di mente perché scopava troppo” è la misera giustificazione di fronte a sé stesse ed al mondo! Me lo immagino cinquantenne obeso e malato di cuore, ora. Non lo so. È da molto che non lo vedo né ne ho notizie. Non riesco neppure a trovarlo su Internet, seppure era il tipo che oggi avrebbe potuto essere uno scienziato geniale. Magari sarà in un letto con morfine, o non so cosa, pompategli nelle vene per tenerlo calmo in qualche casa di cura. Non ha nulla. Ha solo accettato di giocare il ruolo volevano madre di merda con sorelle di merda della madre, invidiose ossesse di tutto e di tutti, innanzitutto dei loro stessi figli. Con l’eccezione, un po’, di Angela per pur di natura invidiosissima avrebbe voluto distruggere tutti gli altri per esaltare, tramite i figli suoi, sé stessa: non l’è andata molto bene in realtà; forse solo in parte ...non lo so, non mi sono interessato alle evoluzioni ultime ...neppure prima, ...è che me li sono visti sotto il naso, pur senza cercarli. Ora non me li vedo più da molto tempo.
La madre ossessa demente di merda e l’ organizzazione della tortura-linciaggio bianchi
Al mare, a Moneglia, la zia di merda fece conoscere alla “mia” madre di merda uno che lavorava per i CC a Milano, sì che “mia” madre potesse esternare direttamente anche a lui le sue ansie ossesse e lui direttamente ai CC del Nord, oltre ad incoraggiarla nelle sue ossessioni.
Anno 1998-99, dopo già le demenze ossesse dei decenni precedenti.
Madre di merda allo sbirro:
- “Sarà un superterrorista all’estero..., sarà un superdelinquente all’estero... sa, una madre se le sente queste cose.”
- “Ma certo, signora, vada a Torino a chiedere... ...sa, si lascia sempre qualche traccia, così magari lei si rassicura.” ... “Ecco, vada lì, vada là, faccia questo, faccia quello.”
Poi, a Torino e da Torino, da varie fonti:
- “È venuta la madre, con l’altro figlio e pure il marito. Erano proprio sicuri. L’hanno detto a tutti.”
- “Ecco, adesso siamo proprio sicuri anche noi. È proprio un superterrorista-superdelinquente all’estero che sfugge a tutti i nostri controlli normali... ...Lo dicono e se lo dicono tutti... ...Codice speciale Interpol da tortura-linciaggio bianchi per distruggerlo ed obbligarlo, se sopravvive, a rientrare, dove la madre [di merda] ha già attivato la vicina di casa per controllarlo, dove altri possono fotterlo, come già prima, qualunque cosa faccia ...e con “la famiglia” che ci tiene informati di quel che fa. ”
1999. Su questa base, mi vengono attribuiti dei codici di altissima pericolosità in fonti di polizia e di intelligence. Sono a Londra. Sto facendo un PhD. Su base di codici ed informative [basate solo su “lo dice la famiglia, che è sicurissima”] di polizia e di intelligence viene allertato del personale accademico attorno a me ed in contatto con me. ...qualcuno me l’ha detto... Siccome le informazioni sono del tutto vaghe ed aperte (le migliori calunnie sono vaghe ed aperte, ma presentate come credibilissime), costoro non sanno cosa pensare. Taluni, mi vengono sotto in tutti i modi [im]possibili ed [inim]maginabili per scoprire se sia un superterrorista comunista od un superterrorista fascista o chissà cos’altro. A Londra, non viene comunque praticata alcuna forma di tortura-linciaggio bianchi. C’è solo quell’ostruzione da calunnie vaghe ma sicurissime. Infatti, quando cerco di cambiare università, trovo infatti altrove, in Gran Bretagna, un professore interessato alla ricerca sto facendo e voglio fare, il “professore” (un assistente) della LSE, che uno dell’Intelligence della Marina Militare USA, assolutamente non vuole lasciarmi andare. Non può lasciami andare perché c’è quella storia indefinita ma “certissima” aperta su di me. Lui, come agente esperto, è stato incaricato di starmi vicino. Si mette di traverso e non autorizza il cambio d’università sebbene nella università in cui sarei dovuto andare s’è dispostissimi ad accogliermi. Vado allora in Belgio. Torno in Belgio alla UCL a LLN, nel Belgio francofono. Lì viene allertato il capo del sotto-dipartimento di politologia che è un collaboratore del governo belga e francese e dei loro servizi di sicurezza. Si fa mettere nella mia commissione o giurì di dottorato per fottermi al momento giusto, sulla base di quelle segnalazione vaghe ma “sicurissime”. “Non possiamo fare dottore un superdelinquente.” Essendo i gesuiti belgi nazifascisti rossi, s’inventerà poi, costui, tal Frognio o giù di lì, che devo essere un fascista nero e dunque non possono assolutamente darmi il dottorato anche se la mia ricerca è finita, corretta-revisionatissima e senza alcun problema scientifico. È tutto a posto. Tuttavia, lui, investito di poteri superiori sulla base di calunnie dalla madre di merda e “dalla famiglia, etc”, la spunta. È tutto finito, per ciò che mi riguarda, ma bloccato. Non rigettato. Illegalmente bloccato. La madre di merda è euforica: “Mia sorella Angela non mi avrebba mai perdonata se Roberto avesse avuto il dottorato di ricerca.” ...Boh...
1999/2000. Mi trasferisco in Belgio alla UCL di LLN. Sappiamo della madre di merda in piena esaltazione per qual suo capolavoro di “calunnie” che dura da decenni e che nel 1998-99 s’è accentuato per quella combinazione di circostanze. A LLN, mi chiedono di scegliere un professore estero [estero rispetto al Belgio] per la mia commissione-giurì di dottorato. C’è uno che scrive su Il Foglio. Ha interessi pubblici compatibili con la mia ricerca sul golpe giudiziario del 1992-93, quando il sistema politico italico post-bellico venne dissolto. Faccio il suo nome. Mi chiedono se lo conosca. No, non lo conosco. Mi dicono che devo contattarlo io. Riesco a trovarlo, lo contatto, l’università lo contatta e lui accetta di partecipare alla commissione o giurì di dottorato. Fissiamo con lui di vederci a Roma, a casa sua, un po’ prima di Natale 1999. Quando sto per andare a Roma telefono, forse da Torino, alla madre di merda dicendole che sto per andare a Roma. Lei mi dice che c’è la casa del fratello di merda. Lo contatta dicendo lui che c’è il superterrorista-superdelinquente che sta andando a Roma, e gli chiede perché non lo fa andare da lui così lo interroga, lo controlla, poi riferisce sì che lei possa riferire a tutti, parentume, sbrirraglia ed altri di merda. Lui dice che va bene vada a casa sua, che però non può lasciare casa sua ad un superterrorista-superdelinquente che certamente arriva con carichi di armi, forse bombe atomiche, partite di stupefacenti e chissà cos’altro. Allora, la madre di merda, a Genova sale sul treno. “Vengo io a Roma.” Dato che il fratello di merda il fine settimana tornava a Genova, viene la madre di merda per controllare il superterrorista e superdelinquente nella casa, altrimenti vuota, del fratello di merda. In treno, l’ipnotizzo con l’ipnotizzatore rapido datoci da quelli dell’astronave e la interrogo. La madre di merda è in piena esaltazione delirante: “Schifoso, che l’hai fatta franca al processo nel 1990, ora c’ho pensato io. A Torino ora lo sanno tutti, anche all’INPS, anche nel palazzo, lo ho detto io loro, che sei un superterrorista-superdelinquente. Schifoso! Anche se non c’hanno troppo creduto, la vicina s’è offerta di controllarti quando torni lì e mi riferisce tutto. Ci penso io, ci pensiamo noi, questa volta a rovinarti. Te la facciamo pagare, stavolta! Anche quello di Milano, oh che bravo signore!, sa tutto su di te terrorista-delinquente e dice tutto a chi di dovere! M’ha consigliato... ...oh, che brava persona... Ah, mia sorella Angela sarà proprio contenta questa volta! Ti facciamo pagare, con gli interessi, quell’averla fatta franca la volta precedente! Schifoso! Schifoso! Io t’ho fatto, io ti distruggo!!!” E sghignazzava esaltata. Era in pieno deliro ossesso. Una cosa davvero disgustosa. Una madre di merda davvero disgustosa. A Roma vado dal professore, parliamo. Gli porto, come richesto, materiali della ricerca sto facendo. La madre di merda poi riferirà a tutti: “Il superterrorista-superdelinquente è davvero sempre nei guai. Era a Roma per discutere con uno dei suoi capi dei documenti sovversivi, ...quelle cose di loro terroristi. Chissà ora che massacri che vogliono fare...” Era la mia ricerca, allora ancora piuttosto grezza, di taglio storico-politologico, sugli eventi del 1992-93, quando appunto sparì il sistema politico post-bellico. Tutto lì. Il professore, uno già della DC, poi, credo, di FI. Collaboratore, consulente, di Commissioni Parlamentari. Tutto lì. Uno nato nel dopoguerra. Qualche anno prima di me. Tutto lì. Sulla base di quei deliri della madre di merda, servizi di polizia e di intelligenve confermano ed aggravano i codici e le informative precedenti e mi passano al programma di liquidazione, di tortura-linciaggio bianchi. Allora [1999, dall’arrivo in Belgio a settembre 1999, se non erro,e poi, ritornato, dopo quel Natale-fine anno in Italia, i primi mesi del 2000], in Belgio, a LLN, abitavo in un albergo, confortevole ma economicissimo. Una cosa per studenti e professori o di passaggio od in attesa di trovarsi una stanza in loco. LLN è una specie di grosso campus in corso di sviluppo in cittadina, pur non essendo (allora, non so ora) comune autonomo. In Europa, non è come nelle Cine. Non ci sono solo pidocchi. C’è sempre qualcuno dice di no, ed è anche pericoloso chiedere per maniaci ossessi di Stato. Finché sono in albergo non possono fare nulla. L’albergo è tuttavia una cosa provvisoria. Ci sono dei limiti di permanenza. Li avevo interrotti quando ero rientrato alcuni giorni attorno alle feste di fine 1999. Ma non potevo restare mesi o anni di seguito. C’era un limite di alcuni mesi. Quando mi rivolgo al servizio allogi dell’università, mi fanno trovare un’unica stanza libera [l’avevano liberata con tortura-linciaggio bianchi dalla ragazza l’aveva avuta, tale Cabral]. Sopra ci sono due colombiani, uno e una, mafiosi dei gesuiti e dei trafficanti di Medellin, incaricati della tortura bianca e dunque dotati di strumenti ed istruzioni operative. Affianco, sebbene formalmente nell’altra scala, ma confinante in lungo con l’area soggiorno e letto del mio alloggio, c’è un colombiano che collabora con loro se e quando richiesto. I primi mesi del 2000 iniziano, con loro, la tortura-linciaggio bianchi contro di me. Fossi andato ad abitare altrove, forse avrebbero potuto trovare il modo d’organizzarsi, forse no. Nessun problema, a continuare la tortura-linciaggio bianchi quando, a fine agosto 2002, vado in Cina e poi, il 15 marzo 2004, a Taiwan dove, con Stati e popolazioni di pidocchi, non c’è il rischio qualcuno dica di no e non collabori con quanto richiesto da servizi speciali dello Stato.Il tutto montato, in origine, da un “famiglia” di merda con madre pidocchia demente ossessa di merda. ...Ed altri. E, poi, servizi di Stato controllati da dementi ossessi ed inetti, evidentemente.
Quanto qui sopra, per farla breve, qui, ora. Gli strumenti di guardonaggi attraverso muri-pavimenti, e pure con identificazione della posizione ed apertura o meno degli occhi, sono cose che solo Stati hanno e danno. Con quegli strumenti ti seguono in casa e battono di conseguenza muri e pavimenti, in modo ossesso e continuo con accentuazione ogni volta che sposti e quando sembra tu dorma. Se occasionalmente dormi o vai altrove, nulla. Se uno “sentisse le voci”, le sentirebbe ovunque andasse. Comunque, abbiano la detezione elettronica della loro strumentazione ed intercettiamo tutte le loro comunicazioni. Pure l’FBI che li copre. La cosa nasce in Italia, non altrove, anche se il programma di liquidazione bianca l’hanno iniziato e portato avanti altrove. Del resto, non ero in Italia.
Altri di merda
Il vero tracollo lo hanno tutti i pidocchi con la mia assoluzione nel 1990, quanto tutti reagiscono rabbiosi. “L’ha fatta franca!”, urlano ossessi e ringhianti. “Ma com’è potuto succedere?!”
Invidiosi malati!
Poi, si consolano: “Sarà stata un’insufficienza di prove...”, “Sì, sì è stata un’insufficienza di prove!”
L’insufficienza di prove non esiste in Italia. È stata cancellata ormai da vari decenni, già allora da molto tempo. NON ESISTE. Sì, c’è chi continua a dire e scrivere che esiste. Imbroglioni od ignoranti. ...Certo, poi ognuno pensa quel che vuole delle sentenze. Ma, per il demente, la sentenza è la verità. E quella “verità” loro non piaceva.
La “consolazione” di quell’inventata “insufficienza” di prove con basta loro. Allora, se lo giurano: “Ci pensiamo noi a rovinarlo”.
Mobbing all’INPS e fuori, e tortura-linciaggio bianchi all’estero.
...Se piace a loro pidocchi dementi ossessi di merda...
Infatti, quando lo sa, la zia di merda Angela con tutta la famiglia sua di merda rimane di pietra ed ancora più di merda di quanto già non fossero: “L’hanno assoltooo! L’hanno assoltooo! Ma com’è potuto succedereee?!?!?!”
Lo zio di merda Fausto. Mezzo fratello (solo di madre) maggiore [di due] di mio padre, quando mio padre gli dice: “Ah, sai, Roberto l’hanno assolto”, sbianca, si sente mancare, non riesce a proferir parola: “Come... come... come... com’è stato possibile...” Stava per crepare lì. È uno che, esaltato, col “mio” fratello di merda, un giorno che mio padre era in ospedale, a La Spezia, per controlli, andati a trovarlo, erano poi corsi a cercare un medico. Non l’hanno trovato. Allora, “mio” fratello di merda, con lui consenziente: “Dai, posso telefonare a dei miei amici... ti facciamo traportare subito d’urgenza a Genova e ti ricoveriamo lì.” Mi guardavano con sufficienza. Io li guardavo scettico...Loro due “veri uomini” avevano preso in mano la situazione. “Ecco, ora troviamo il primario, ci facciamo confermare che Angelo è moribodo, ...noi sì che sappiamo cosa fare... ...lo ricoveriamo a Genova, lì sanno come curarlo e forse salvarlo!!!” Io li guardavo... Loro pure, con l’aria di “superterrorista-superdelinquente, che merdacchia che sei... ...noi veri omi lo sapemo cheffa...” Io li guardavo. Mio padre annichilito, con un filo di voce: “Ma siamo sicuri...??? ...meglio chiedere al medico, prima di trasportarmi d’urgenza [come moribondo]...” Io li guardavo: “Ma che state facendo...?!?!?!” No, io ero il superterrorista-superdelinquente inaffidabile ed irresponsabile. Ah, mio padre non aveva nulla, quella volta. Poi, quando avrà qualcosa, morirà, il 16 dicembre 2006, massacrato da troppe medicine, da cibo schifoso preparato dalla moglie di merda, ed ancor più disgustato dalla moglie di merda che voleva rinchiuderlo perché ormai incapace di provvedere a sé stesso. ...per cui lui ha tolto il disturbo... Forse bastava riso bollito e polenta, e cercare di ridurre al minimo le medicine per allungargli la vita di qualche altro decennio. Forse... ...chissà...
FiorellAllocca. Una merdacchia dell’INPS di Torino. La tipa che gode a far del male e sul male fondare il proprio potere. ...O così crede. Lo faceva da piccola. Lo faceva a casa. Lo faceva a scuola. Lo faceva in parrocchia. Infine, sul lavoro. Il PCI e la CGIL erano il potere seppur lì non forti?! Ragione di più per farne parte. Frazione PCI della CGIL, mentre la maggioranza lì era altro. Ma il PCI era il potere reale. PCI frazione pecchioliana, in tempi di terrorismo interno. In pratica, la struttura mafioso-criminale dell’ora ex-piccì. La feccia della feccia. S’era in piena “lotta al terrorismo”. Sì insomma, volevano i nomi da passare alla polizia ed ai carabinieri. Un’occasione per mettersi in mostra e “farsi apprezzare” dal “potere”. Ma intanto si copriva le spalle. Sottoscrizioni per i giornali dell’esterma sinistra. “Sono del PCI, ma vi mostro simpatia, così vi fotto meglio.” Collettivi femministi: “Anche se sono del PCI, siamo tutte donne ed io simpatizzo per voi tutti, siate d’estrema sinistra, o femministe pure, o lesbiche militanti... [...così io ascolto, voi mi dite, io vi fotto.]” “Che fa quello [Io] che rifiuta d’associarsi all’isteria antiterrorista?!” “Davvero va a sparare all’uno ed all’altro?” “Massì, abbiamo informazioni certissime... ...lo dice la madre di merda.. ...lo dice la famiglia sua... ...più certo di così!!!” L’ex-moglie di merda per rafforzare le sue balle alla sua FiorellAllocca di merda le disse che le avevo bruciato la macchina. “Dettaglio”: nessuno le ha mai bruciato alcuna macchina. L’assicurazione le ha pagato l’autocombustione. Evidentemente nessuno ha rivendicato, nessuno ha lasciato volantini in prossimite dell’incendio, nessuno ha lasciato scritte sulla strada o su eventuali muri in prossimità dell’incendio. Dunque nessun incendio per minacciarla. Tanto meno io l’ho mai minacciata direttamente né indirettamente. A me tagliarono le 4 gomme e camere d’aria dell’auto. No, non fu lei. Fu un’altra collega, la Serpenti, che il mio cazzo lo ebbe qualche volta. Poi, restatane senza, mi rubò dei soldi e mi tagliò, dopo essersi fatta dire da Nikla, l’ex-moglie di merda, dove fossi (ero a La Spezia da parenti) e dove l’auto fosse (era alla stazione) mi tagliò le 4 gomme della 126 lasciando pure biglietti di minaccia parapolitica quasi a far sembrare che la cosa l’avesse fatta chissàcchi. Non sapevo il mio cazzo fosse così prezioso. No, deve essere sicuramente qualcos’altro... Dovevano essere, sicuramente sono!, malate di loro ed la privazione loro dal mio cazzo, deve essere elemento irrilevante.
Madre di merda, zia di merda (Angela) sorella maggiore di madre, fratello di merda dementi e invidioso-rancorosi. Un’ex moglie, Nikla, scovolta dalla privazione del cazzo o da chissà cos’altro. Una sua collega, FiorellAllocca, che il mio cazzo non l’aveva mai avuto e non sapevo né so se l’avesse mai agognato. No, non credo. Neppure sono bello. Lei aveva già, dall’infanzia, un medico che la disinfettava prima e dopo il congiungimento e che la faceva sentire come tutte, anzi meglio di tutte: “Anch’io cucco... ...sì sempre con lo stesso... ...a me piace così...” Se è una pidocchia demente ossessa militante, non dev’essere molto appagata...
Superterrorista-superdelinquente prima dell’arresto. Superterrorista-superdelinquente dopo l’assoluzione. L’invarianza del superterrorista-superdelinquente. “Abbiamo informazioni certissime... ...lo dice la famiglia... ...una madre se lo sente... ...se se lo sente una madre è certissimo!!!” Uscito di galera, ma non ancora assolto, ormai da qualche anno di nuovo in circolazione, anche se non “circolavo” da nessuna parte, un giorno, sarà stato il 1987, non prima, era sotto le feste, vado a fare in giretto. Da casa mia in Corso Regina a Piazza Castello sono 10 minuti. Doveva essere quel giorno che m’ero messo il giaccone della Marina Militare, ma senza insegne o distintivi militari, già del fratello. Ero già senza auto. Mi muovevo a piedi. Deve esser quel giorno che incontrai, ma senza salutarci, quegli incontri improvvisi ed inaspettati che quanto ti dici “ma è lei!” s’era già tutti e due oltre, una ficazza già dell’ufficio, credo con qualche qualità, che avrebbe voluto avere una storia con me, ma poi, circostante del destino, non successe mai nulla e ci si perse di vista. Peccato. Doveva essere vicino a Maschio, il negozio di dischi e di CD. Infatti, poi, entrai lì. Solo a dare un’occhiata. Non credo d’aver avuto intenzione di spendere soldi. Era un periodo che non ne avevo. Guardo, tocco, oh quanti CD di tutti generi!, di quelle cose da acquistare tutto, se uno avesse avuto i soldi, o da non comprare nulla. Poi, mi volto. Ecco, lui e lei erano lì che mi stavano fissando. Stesso salone o area del negozione. Un dieci metri più in là. In mezzo c’era qualcosa, altri CD o dischi, credo. Lui, Gasparetto mi guarda sornione e senza sapere che fare. Non so se fosse davvero spaventato, ma un po’ sì suppongo. Lei, Margherita, gli si mette a gambe aparte davanti come a protezione. Li ho fissati un attimo e, soprattutto, ho fissato un attimo quella scena e quel loro schieramento ed ho subito capito. Ho preso (nel senso che ho sicuramente scosso la testa tra me e me, per chiedermi se stessi sognando) e sono uscito andandomene. Era uno con cui ogni tanto facevo quattro chiacchiere prima dell’arresto. Poi non c’eravamo più visti né sentiti. Credo lui non avesse mai avuto problemi giudiziari, e, del resto, a quel che ne sapevo, non so perché avrebbe mai dovuto averne. Lei, laureata in economia e commercio, insegnava materia di quell’area lì. Lui, laureato in scienze politiche, non faceva nulla dietro la finzione che “faceva politica”, ma quelle cose a livello di chiacchiere storiche o pseudostoriche senza nessuna attività od azione illegale a quel che ne ho sempre saputo. Poi, se un giorno ho ben capito da Internet, deve essere diventato, dato che è uno a primo acchito affabile e simpatico, il rappresentante o presidente di qualche comunità montana, suppongo con qualche, almeno occasionale, o forse regolare, stipendio pur non grandioso suppongo. Quella ha detto. Quell’altra ha riportato. Loro hanno chiesto. Hanno saputo. “Ma certo, lo dice la famiglia, la madre [di merda], è uscito, restando, anzi divenendo ancor di più, un superterrorista-superdelinquente!!! È sicuro!!!” Non so che si fossero creati nella testa. Non ho ben capito perché avrei mai dovuto ammazzare lui. Non c’erano rivalità su di lei. Non avevamo vecchi, né nuovi, bottini da spartire. Non mi aveva mai fregato nulla. Una volta gli prestai due o tre libri nuovi nuovi, in francese, da leggere per tirane fuori qualcosa per le nostre discussioni “marxiane”, o per scrivere qualcosa, ...me li restituì dicendo che li aveva letti ma in realtà erano assolutamente immacolati: ecco non mi aveva neppure spiegazzato una pagina od un angolo di uno dei miei preziosi libri. Neppure aveva mai avuto trascorsi con la troiazza con cui avevo vissuto per qualche tempo, una di quelle che, quando hanno qualcuno, invece che godersi il cazzo del momento, devono prepararsi il successivo od i successivi per non restare senza cazzo quando la cosa “principale” finisce. Ecco, non so perché avrei dovuto sparargli. Non avevo neppure l’auto. Non l’avevo seguito da casa. Neppure da altri luoghi. Non so dove avrei potuto o dovuto agganciarlo. Non c’erano altri con me. Neppure avevo armi indosso e neppure a casa. Non uso coltelli. No, ma se Margherita gli s’era parata davanti a gambe aperte, s’aspettavano una scarica di piombo. Non l’ho mai capita. Anche fosse lui divenuto un confidente ed avesse detto chissà cosa su di me, non l’ho mai saputo. E che avrebbe potuto dire?! Ed io, con tutti i dementi ossessi di merda qui raccontati vado a preoccuparmi di uno che vedevo prima dell’arresto e poi, quell’occasione a parte, non ho mai neppure casualmente incontrato?! Non l’ho mai capita. Neppure m’interessa. È la prima volta che lo dico, ora in queste righe. Due mi vedono e, senza alcuna possibile ragione, s’immaginano un attentato. Appunto, è che ero “un superterrorista-superdelinquente” perché c’erano informazioni sicurissime dalla madre di merda, dall’ex-moglie di merda ed altri/e qui citati/e e se lo raccontavano tutti gli interessati, ma pure i non interessati, evidentemente.
È su questa base che, rabbiosi/e perché assolto, hanno organizzato il mobbing ossessivo all’INPS e poi la tortura-linciaggio bianchi all’estero quando io, dall’INPS, sono passato ad altri luoghi e cose. La FiorellAllocca, come sindacalista, ex-picciista, già della feccia e post-feccia pecchioliana-caramba, e nulla facente in una posizione a livello regionale, era in situazione ottimale per organizzare il mobbing, pur già richiesto dall’ex-moglie di merda al direttore regionale, tal Ditale o Vitole, o qualcosa di simile, un viscido e lurido diccì-cislino suddico, se ben ricordo... Ci sono centiniaia di testimoni, all’INPS. E le telefonate intercettate. Chiedete ad Echelon, se ve le danno.
Me le invento io?! Ci sono troppi testimoni, d’ogni genere. Come ci chiama quell’economista del lavoro che insegna o insegnava econometria a Scienze Politiche a Torino?! Oh, è ben noto. Ha fatto ben pagati studi per Confindustria, a fatto ben più che studi per l’INPS. ....Come si chiama... che non sia proprio quello che ha creato, con la sua azienda di ricerca, l’osservatorio delle imprese o qualcosa di simile?! Bruno Cont... Ecco, lui, proprio lui! Se per caso fosse mai scomparso, non era più giovanissimo, i suoi colleghi sono informati della cosa. Come di chiama quello, ben più giovane di lui, del suo stesso centro di ricerca, che ha lo stesso cognome, se non erro, di quel noto capo partigiano credo giellino del cuneese ora scomparso se non erro [...scomparso il capo partigiano, non il giovane, ma non giovanissimo, studioso]. Revel.. ...Sempre che io non confonda cognomi... Ecco, con quel professore faccio la tesi anche se era una cosa poi fatta tutta da solo ed al di fuori delle sue competenze. Infatti, mi fa la discussione in commissione tesi contro, ed, alla fine, dopo lungo scontro con un suo più giovane e competente [più competente, rispetto alla mia tesi, che era sui sistemi dinamici caotici] collega che invece tifava per me, mi danno 109, un voto che in genere non danno a nessuno perché o danno il 110 in genere con lode oppure danno il 108 o meno. Comunque, sempre a caccia di soldi, quel professore, quando sa che lavoro all’INPS m’offre di lavorare per lui pur con stipendio INPS. Mi presenta la cosa come ormai sicura. Ha ottimi agganci politici ed alla Direzione Generale dell’INPS. A Roma non ci sono problemi. Sono d’accordissimo. Devono solo prendere accordi a Torino e poi mi deve chiamare per definire con me il passaggio a lavorare presso di lui. Questione di giorni. Non mi richiamerà mai più. Contattato il Direttore Regionale dell’INPS, costui avrà un’esplosione: “Come quello?! Quellooo?!?!?! Ma quello è un delinquente, un terrorista, uno che ci sgozza e vi sgozza tutti, uno che vi distrugge i computer, vi riempie di virus il sistema informatico, uno che..., che..., che..., che..., che..., ...un vero superterrorista-superdelinquente, ...abbiamo informazioni sicurissime, dalla famiglia, della madre [di merda], via l’ex-moglie [di merda], ...via le amiche sindacaliste [di merda] dell’ex-moglie [di merda] ...lo dicono tutti!!!, lo sanno tutti!!!!!!!”. Tanto alla Direzione Generale, come il Bruno professor-come-si-chiama, sono annichiliti. Il professore si vergogna perfino a tefonarmi. Non saprebbe cosa dirmi dopo tale tirata su di me superterrorista-superdelinquente. Lo chiedano a lui, lo chiedano a loro se sono cose inventate, sognate... Le calunnie della feccia ha detto e fatto ciò sono inventate, non certo che le abbiano dette e fatte! Chiedano... Chiedete...
Idem, sia prima che dopo l’assoluzione, ovunque vada. Hanno, dappertutto “le informazioni sicurissime dalla famiglia”, via ex-moglie di merda ed INPS di merda. Il solito. I soliti.
Anche dopo l’assoluzione. All’INPS, ovunque io sia, Torino, Milano, in provincia di Novara, in qualunque periodo, o qualunque cosa io faccia (impiegato, funzionario-“capetto”, oppure senza far nulla, certi periodi, perché rifiutano un lavoro delle mie mansioni dopo un certo concorso interno) o io dica sono sempre o il superterrorista ed/od il superdelinquente. ...Che dunque deve essere mobbizzato per costringerlo a licenziarsi.
Da personaggi di ambienti CGIL o RDB, in contatto con FiorellAllocca: “Ecco, dici queste cose perché vuoi mascherare le tue vere posizioni [terror-rivoluzionarie]”. Chieteglielo! ...a Torino-Lingotto dove fui “capetto” per un periodo. ...Facile trovarli...
Ad una, esperta, venuta a dare un’occhiata al mio lavoro [pensioni in convenzione internazionale], cui avevano detto [FiorellAllocca] che l’avrei mandata a quel paese e pestata: “Però si comporta in modo strano... ...gli dico le cose che secondo me vanno rettificate, e lui mostra interesse e prende appunti!” Chiedeteglielo! Torino-MirafioriSud. E quella era venuta, un giorno, da TorinoCentro. Facile trovarla. Ah, c’erano anche due ispettori regionali cui vennero chieste, dal direttore Papa, false dichiarazioni per licenziarmi: rifiutarono [L’Europa non è le Cine. I due, lui e lei, un meridionale ed una piemontese, dissero: “Noi queste cose non le facciamo!”]. Chedetelo pure a loro! Facile trovarli! Era una cosa organizzata, per licenziarmi, dalla FiorellAllocca e dalla sua cricca sindacaldelinquenziale GCIL, con l’appoggio CISL, perché da solo facevo il lavoro di 3 [in realtà c’era il lavoro giusto per 1] e lasciavo disoccupate due giovincelle corrotte che, prima che io prendessi in mano le cose ed aggiornassi tutto in poco tempo, appena veniva un “cliente” gliela facevano cadere dal cielo: ...per me quando ci si comporta in un certo modo è perché, sul “cliente”, ci vogliono mangiare... Mio punto di vista... Punto di vista di chi [Io] faceva, lì, tutto subito e cui nessuno ha mai messo nulla in mano, né in tasca, né in banca, né altrove. Anche se a un ispettore corrotto venuto da Roma, ricattando (la CGIL lo ricattò, come condizione per fargli vincere un concorso interno [truccato] per dirigenti) un futuro dirigente moralmente corrotto [Ciancio: chiedeteglielo!] mio capufficio, o sovracapufficio, che rese dichiarazioni del tutto false, fecero scrivere che non facevo nulla. Lo scrisse. Ha vinto il concorso. Il lavoro era aggiornato. Mentre quando arrivai c’erano tonnellate d’arretrato. Era un lavoro prima non fatto da 2 [una credo CISL, l’altra forse RDB o CGIL o nulla], poi fatto ufficialmente da tre [...cioé solo da me..., pur con le due che m’insegnarono il lavoro, per quel che lo sapevano: come “superterrorista” avevano paura, per cui all’inizio collaborarono e m’insegnarono il lavoro], con le due corrotte (che visto che facevo tutto io e non le facevo più “mangiare” [io non “mangiavo” sul lavoro; mi bastava lo stipendio ufficiale]) che s’erano, in accordo col Direttore Papa [chiedeteglielo!], auto-sospese da lavoro. Dunque lavoro per tre [...anche era lavoro da 1 giusto...] fatto da 1, Io.
Ah, a proposito di delinquenti veri all’INPS. Ci sono stati casi di corrotti finiti sui giornali e con beni immobili che col loro stipendio proprio non avrebbero potuto permettersi. ...E non erano immobili ereditati... Poi, gli utenti che avevano pagato tangenti hanno cambiato versione, ...o sono stati indotti a cambiare versione... I sindacati hanno coperto i corrotti... I corrotti sono tutti restati o divenuti capetti e capi. Nessuna sanzione, neppure interna, neppure di fatto. I delinquenti veri sono coperti e promossi all’INPS e nel settore pubblico. È tutto fondato sulla corruzione e sulla truffa. Io dovevo essere un “superdelinquente” del tutto particolare. ...“Superdelinquente” relativamente al loro sistema mafioso delinquenziale.
Veniamo, ora, a due casi esterni ma entrambi con radici all’INPS (ex-moglie di merda e FiorellAllocca di merda ed altre merdacchie) e nella famiglia di merda (madre di merda in testa). I Verdi e la LegaNord. I Verdi prima dell’assoluzione. La LN dopo. Ma non cambia nulla. La gentaglia di merda di contorno è sempre la stessa, anzi ancora più furiosa dopo l’assoluzione. Le “informazioni”, cioè le calunnie, diffuse sono sempre le stesse.
Perché vado prima ai Verdi nascenti e poi alla LN? Non c’è un motivo. Curiosità. Volevo vedere e sentire. Solo per me. Non sono il tipo si fa mandare da altri. Le tematiche ambientaliste sono cose concernono tutti. Federalismo, autonomie locali, secessioni, altrettanto. Che poi né i Verdi siamo mai stati ambientalisti, né la LN federalista, autonomista o secessionista, fa parte delle logiche della politica. L’ho scoperto dopo. I Verdi sono stati creati dal PCI e dal partito Repubblica per la sovversione giudiziaria successiva. Una copertura per operazioni sporche. La LN nasce dall’andreottismo che vuole mantenere la centralità romana e dunque fottere la promettente DC modernizzante del Nord. I CC ed altri apparati supervedono, infiltrano, si fanno riferire, danno ordini, governano per conto di chi li paga e beneficia a Roma ed altrove. Bastano piccoli uffici dello Stato con tesserini “lasciapassare”, cui il credulone ed il codardo medio crede e si subordina, per fare grandi danni. È quel faranno, è quel che han sempre fatto, contro la collettività e contro singoli.
I Verdi. Vado. O fine 1984 o poco dopo. Esco dalla detenzione per terrorismo forse il 26 ottobre 1984, se non ricordo male. Dopo quella data, di certo non il giorno dopo, vado nelle sedi i Verdi nascenti usano. Non vado mai al PCI dove i Verdi da lì diretti vengono orientati e organizzati anche in riunioni formali. Infatti, i Verdi sono una creazione della burocrazia del PCI. L’area verde comprende, all’inizio, ambientalisti e politicanti. Gli ambientalisti resteranno fottuti ed emarginati. Solo qualcuno avrà, dopo, qualche posizione temporanea come copertura e per raccattare qualche voto in più, visto che i consensi dei finti verdi sono proprio scarsi, nonostante il pompaggio dei media di supporto. Mentre emergono i politicanti, quello del PCI e dei CC. Non a caso gli stessi consensi elettorali resteranno quelli della costoletta, o delle costolette se si considerano i due filoni. L’intervento pesante del PCI nel movimento verde lo romperà subito tra i politicanti pro-PCI ed altri vari, altri vari che sono un mix di ambientalisti, radicali, oppurtunisti anti-PCI (la feccia non è mai da una parte sola), etc. Vado lì. Nelle sedi usate, nelle sedi pubbliche, non nei “salotti”, che poi sono, a quel che ne so io, un bar o birreria per fichetti dove si vedono la sera gli ambiziosi della frazione pro-PCI. È la logica solita. Si finge il movimento. Poi ci sono le cosche familiari, di amici, di interesse, le cordate, di fatto le mafie dove la stessa appartenenza etnica non è secondaria, un po’ pre-esistenti, un po’ che si creano sulla base del pre-esistente. Chi riesce a sgomitare di più avanza. Qualcuno che conoscevo mi vede. Chiedono. INPS. INPS chiedono alla “famiglia” tramite chi hanno sotto mano. Non sono l’unico preso per terrorismo e con processi ancora aperti che vada da quelle parti. Anzi, altri i terroristi li hanno fatti sul serio. Tuttavia “il BR” devo essere io. Hanno “informazioni sicure” ...“dall’INPS” e “dalla famiglia”. Nessuno mi chiede. Non ce n’è bisogno. Lo sanno. Io sono quello che si sta infiltrando per fare non so cosa. “L’infiltrato”. Proprio io che non chiedo nulla! L’opposto del mestatore! ...Oh, quanti ne ho visti, negli ambienti più diversi, di infiltrati d’ogni genere. Hanno proprio altre caratteristiche psicologiche e comportamentali rispetto alle mie. Proprio del tutto differenti. Mi sto inventando?! È una mia fissazione?! Chiedete... C’è un tal Fernet, o giù, di lì agli Esteri proprio ora [non il Ministro, ...altri] che viene da LottaContinua, poi dai Verdi_pro-PCI, i cosiddetti Verdi-Sole che ride, di cui è uno dei creatori a Torino. Poi diventa, e lo è tuttora, rutelliano. È il mio testimone per quella cosa. ...Non solo lui, tutto il suo giro prossimo: si ricordano tutti. Sono tutti miei testimoni. Non mi conosce quando arrivo lì, ...neppure dopo in realtà. Conosce la faccia, dopo. ...E che sono un superterrorista “BR” [nel 1984-85?!?!?!] apparso e poi sparito. Una faccia come tante altre, la mia. A lui, chi lo dice chi sono, o chi pensano sia? Un qualche Soave, un librario antiquario. Anche costui non mi conosce. Neppure ho mai parlato lui. A lui lo dice la moglie o pseudomoglie. Non so se si chiami Carlini. Giro GCIL, compagnuzzi/e e femministe dell’INPS. ...Almeno, è da quelli che si fa trombare ed a quelle racconta delle sue trombate coi compagnuzzi dell’INPS. Socialista all’inizio, ma non di quelle liberal-socialiste, di quelle compagnuzze, appunto. Poi, non ho idea, Verdi a parte, forse, in cui dev’essere almeno transitata, visto che veniva lì col marito, cui non credo avesse altre ragioni né interesse per star vicino. Non mi sono interessato al seguito, dopo che l’ho vista lì, e dopo che, andandomene da lì, non l’ho più rivista. Loro hanno “informazioni sicure” su di me. Lei, la Carlini se si chiama così, chiede all’INPS, dove io non sono essendo sospeso, prima dell’assoluzione. All’INPS, chiedono “alla famiglia”, all’ex-moglie di merda. Lei, Carlini se si chiama così, riferisce al marito Soave. Soave lo dice ai suoi compagnuzzi Verdi_paraPCI. In tal modo, vegono “informati” tutti coloro debbono saperlo, lì, loro che sono nel cerchio ristretto della cosca Verde_pro-PCI, che io sono un’infiltrato BR. Facile rintracciarli. Facile chiederlo loro. Poi, quei Verdi nascenti si spaccano in due frazioni, due frazioni dal 2% ciascuna alla successive elezioni credo amministrative. Una è la frazione pro-PCI. L’altra è la frazione con dentro pure i Radicali. Non vado più. Ho visto abbastanza e mi sento estraneo sia agli uni che agli altri. Non essendo mandato da nessuno, né avendo secondi né ulteriori fini, posso decidermelo da solo se e dove andare o meno.
Dopo il 1992, credo, non ho infatti ricordi delle elezioni del 1992, ne ho invece di quelle del 1994, vado alla Lega Nord che è allora in gran voga e con attrazione di massa al Nord. Alla sezione centro soprattutto e poi anche al loro sindacato. Vado pure in una sede di un deputato eretico loro [tuttora attivo, “il fascista”], a Porta Palazzo, a sentire qualcuno che vuole qualche informazione previdenziale [il deputato non c’è mai; c’è uno dei suoi, un ex-PRI, e poi qualcuno che passa di lì]. Contrariamente a altro dell’INPS, che fa la stessa cosa (certo molto meglio, lui; io sono appena tornato all’INPS dopo 9 anni di sospensione e sono sotto mobbizzazione intensiva) al sindacato della LN, io non chiedo soldi “per la Lega” da lasciare alla segretaria all’uscita. Lì, non ci sono segretarie. Qualcuno chiede informazioni previdenziali. Se so, dico subito. Altrimenti mi informo in ufficio e dico la volta dopo. Nessuno da soldi né regali né a me né ad altri di quella sede eretica di un deputato eretico della LN. Dalla LN chiedono all’altro dell’INPS che è alla LN di Torino. Chiamiamolo CarlAlberto. Fascista da sempre, il MSI l’ha infiltrato nella LN. Lui chiede e riferisce che sono un’infiltrato BR nella Lega. Lui è un fascista infiltrato e, dunque, ...è affidabile. Io sono pulito... [vedi, in testa, il punto B. della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi]. A me nessuno chiede. Quello che in genere apre quella sede eretica del deputato eretico (non mi ricordo se si chiami IdiOrgian o giù di lì; un sardo, fa l’assicuratore) non mi dice nulla, ma il suo atteggiamento subito cambia: io sono l’infiltrato BR. L’informazione viene passata pure, pressoché in contemporanea, al segretario di sezione, quella vera, la Centro, non la sede eretica che è un posto così (lì, appunto, lo sa IdiOrgian, un altro fedelissimo del deputato eretico, il deputato eretico stesso; ...chiedetelo loro chi lo sa; certo tutti coloro dovevano saperlo) La cosa è umoristica. Una volta, l’unica volta io vada se ben ricordo, che si va a Pontida, pulmino della Sezione Centro, subito dopo le elezioni del 1994, mi viene messo in prossimità, in corriera, uno anzianotto ma esalatato che, fingendo di parlare ad una, che finge d’ascoltarlo, ripete centinaia di volte all’andata ed al ritorno che i comunisti sono feccia. Lo ripete, lo urla, in tutte le possibili varianti e con voce forzata e variamente alterata. Non mi fa né caldo, né freddo. ...Se lui la pensa così... Leggo, dormo, guardo fuori dal finestrino. E quello a ripetere, urlando per essere ben sicuro io non possa non sentirlo, sempre la solita cosa, mentre, invece, decanta un suo cugino repubblichino volontario che faceva la spia per i tedeschi, a volte per inguaiare, a volte per salvare, cui poi, se non ricordo male, i partigiani hanno fatto la pelle. Glielo aveva chiesto il segretario di sezione, un tal Roberto-non-so-come, il figlio d’un commerciante che vende carrozzelle per bimbi, se ben ricordo, in un vecchio negozione proprio a Porta Palazzo, appena in direzione del Comune o della Procura, se ben ricordo. Questa è la nota di colore. ...Io sono “l’infiltrato BR”... Hanno “notizie sicure” ...da un infiltrato del MSI che ha chiesto conferma all’INPS e cui, sia i CGIL-già PCI, che informatori di sbirri, hanno confermato che c’erano informazioni sicure, sicurissime (“dalla famiglia”, dalla madre di merda e dall’ex-moglie di merda) che, sì, ero uno ancora attivo, attivissimo, pericolosissimo, che dunque m’ero o mi stavo infiltrando. Cooperazione exMSI-exPCI. Mi mobbizzavano per quello, all’INPS (si saran detti)... ...Ecco la “prova sicurissima” che ero un superterrorista in operazione coperta nella LN! “Lo mobbizziamo, dunque è colpevole, è un terrorista-delinquente, ...sennò perché lo mobbizzeremo mai?!” In corriera avessi detto qualcosa a quel demente ossesso che urlava contro “i comunisti” sarebbe stata la prova che ero un terrorista BR infiltrato. Non avendo io detto nulla era egualmente la prova sicurissima che ero un infiltrato. Fossi stato il solito paranoico che, in quelle situazioni, va a dare e pretendere spiegazioni, va “a chiarirsi”, e pretende d’essere ascoltato e gli sia detto, ancora peggio! ...Non serve a nulla... Easy, Watson! Individuato “il colpevole”, “il colpevole” è comunque colpevole. [vedi, in testa, il punto B. della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi]. Appunto, ...nulla serve a nulla...
Poi, nel 1995, esco dall’INPS e vado all’estero. A studiare. Un giorno, che ero tornato per pochi giorni a Torino, incontro quell’IdiOrgian. Mi guarda allucinato. Gli hanno detto che sono sparito dall’INPS e dall’Italia e che sono un superterrorista in superclandestinità. “Hanno informazioni sicurissime dalla famiglia.” Chiedeteglielo... È stupito, ed anche allarmato, di vedermi normalissimo e tranquillo di fronte a lui a parlare per qualche minuto di cazzate, senza rigonfi da mitragliette o pistoloni. ...Chiedeteglielo... Ora che la LN a Torino è ridotta a nulla ed a nessuno, se andate in una sede aperta, oppure nella sede eretica del deputato non più eretico ora, di Porta Palazzo sezione araba, se c’è ancora quella sede, se incontrate un sopravvissuto della LN, non può non essere lui. È un ragazzo serio. Assicuratore, se non ha cambiato attività. Sardo. Un ex-PRI. Un fedelissimo della causa. Un superstite ancora attivo del leghismo in essicazione.
Idem, al sindacato della LN. CarlAlberto ha subito fatto presente che sono un infiltrato BR. Qualunque cosa differente ed incopatibile dica o faccia è solo una copertura. L’infiltrato si finge altro per infiltrarsi. È risaputo. Se uno dice una cosa “di sinistra” è la prova che è un BR infiltrato. Se uno dice una cosa “non di-sinistra” è la prova che si cela, per fare il BR infiltrato. Fabbricato il BR infiltrato [punto B della psicologia sociale dei pidocchi dementi ossessi], dopo tutto si adatta. Quando poi quel CarlAlberto si stufa di chiedere i soldi da lasciare alla segretaria uscendo, propongono a me di sostituirlo al sindacato della LN. Dirò che non sono andato lì per soffiare il posto a nessuno. Mi chiedono pure di prendere il suo posto come consulente previdenziale, quando lui li manderà a quel paese (gli sarà fruttato più farlo per sé che per il sindacato leghista). Dirò che quello che fanno è illegale, che esistono gli sportelli INPS ed i patronati. Non chiedo soldi per me, ci manca che li chieda, da “lasciare alla segretaria uscendo”, per un sindacato. ...Per il telefonino, o chissà cos’altro, per qualche intraprendete “capo” del sindacato... Non lo so, non conosco bilanci, né se ne abbiano mai avuti. Se vogliono i soldi, legalmente, si fanno un patronato. Altrimenti è corruzione. ...Per soldi, si dimenticano, per qualche ora, taluni giorni, che uno è “l’infiltrato BR”. ...Non dovendo redimermi, né farmi approvare da quella feccia, non ho bisogno di compiacerli... ...a parte, appunto, che sono cose illegali quel chieder soldi per quelle cose ed a quel modo... Non è che la bustarella divenga nobile se chiesta “per il partito” o “per il sindacato”.
Dopo il tradimento della LN, che è parte del golpe quirinalizio-oligarchico di fine 1994 contro un governo votato dagli elettori, in cambio di quattro soldi e di garanzie di essere ripompata mediaticamente per farla risalire da quel 1-2% di consensi cui era piombata a seguito di quello squallido tradimento dei suoi elettori, eviterò qualunque sede della LN. ...L’unico che rivedrò per un attimo, come già scritto poco sopra, quando ero già via ma ero tornato per qualche giorno a Torino, e lui si spaventerà, è stato IdiOrgian. Gli avevano detto, come agli altri del giro, via CarlAlberto, via INPS, via le “informazioni sicurissime dalla famiglia” (madre di merda, fratello di merda, ex-moglie di merda) che ero a tramare ...chessò, sui monti dell’Afganistan [mai stato in quell’area, né in aree simili]. Chiedete a lui. Vi dirà ciò che gli avevano detto, ciò che aveva creduto, e ciò che aveva pensato, invece, incontrandomi tranquillo (tranquillo io, lui sembrava piuttosto allarmato) dalle parti dell’incrocio tra Corso Vittorio Emanuele II e Via dell’Accademia Albertina. L’ufficio della sua assicurazione deve essere da quelle parti e pure lo studio della mia dottoressa della mutua.
Così spendono i vosti soldi, gli apparati “di sicurezza” ed i travet pubblici. Per fottervi. In questo mio caso, grazie a madri, fratelli, ex-mogli, parentume, ex- colleghi, conoscenti, altra feccia, tutti di merda.
Quanto al “superterrorista-superdelinquente”, non c’entra nulla. È solo una scusa. Si comportano così perché sono dei pidocchi dementi ossessi di merda. Non saprebbero comportarsi altrimenti. Ci vivono, ci marciano, ci mangiano, ci godono e ci si deprimono, su tali loro comportamenti pidocchiesco-dementi-ossessi. Sono esistenze così!