mercoledì 10 ottobre 2007

Chinese Asylums 70. Dalemutu tuttora esaltato dalla pidocchieria viet

Chinese Asylums 70. Dalemutu tuttora esaltato dalla pidocchieria viet
by Georg Rukacs

Ad ognuno il suo.

Ognuno coi suoi simili.

Ognuno a suo agio nel suo ambiente perfetto.

Forse un dieci milioni di morti, chissà quanti milioni di mutilati e feriti, distruzioni immani. Il tutto per l’“indipendenza”. Cos’è questa “indipendenza”? È essere governati da uno coska, un partito unico di pidocchi psicotici, privilegiato rispetto al resto della popolazione su cui spadroneggiava come fanno tutte le burocrazie corrotte e prodatorie, ed il cui fine è stato mantenere il Vietnam sottosviluppato per più di un mezzo secolo. Insomma, hanno chiamato “indipendenza” la creazione d’un grande campo di concentramento sottosviluppista con guardie a kapò privilegiati e privilegiatissimi.

Nulla di male naturalmente. Personalmente, siamo sempre stati a favore dell’“indipendenza” dei pidocchi. Per andare lì solo per rubacchiare senza vera colonizzazione, i francesi, e per andare lì solo a spendere, gli americani, se ne potevano restare a casa. Capiamo chi va nei luoghi, per noi le terre sono di tutti, e vi crea fattorie e città. Non capiamo la pseudo-colonizzazione che neppure colonizza, cioè neppure crea colonie. Poi arrivano i pidocchi, si svegliano o son fatti svegliare, masse di pidocchi, milioni di pidocchi, miliardi di pidocchi, sia il Vietnam o sia la Rodesia (nessuno se la ricorda, si vergognano ora di chiamarla col suo nome d’allora, dopo averla lasciata distruggere dai pidocchi) o sia qualunque altro luogo, e vogliono distruggere tutto e tutti per restare solo loro, soli tra pidocchi. Col pidocchio non si discute, non si tratta, neppure si fa la guerra, o lo si stermina o ci se ne va, anzi neppure si va nei luoghi di pidocchi se non per rimpiazzarli. Se non si è colonizzato davvero ed in profondità, come invece hanno colonizzato in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Americhe, è chiaro che alla fine ci se ne deve andare.

Ora che s’aprono, un po’, in Vietnam, saranno inondati da industrie inquinanti, finché i pidocchi locali serviranno. Li riaffonderanno non appena non servono più. Dopo un altro mezzo secolo di sottosviluppo imposta da tale coska di psicotici folli “comunisti” viet, dietro la maschera dell’ “indipendenza”, pur con vasti territori ed una una popolazione di 85 milioni, non sono certo attrezzati per porsi da protagonisti nel mondo presente e futuro. Fanno ora un po’ gola perché, avendo un reddito pro-capite di 570 $ l’anno, sono certo appetibilissimi per schiavi a bassissimo costo. Sfruttateli, chi può. Conviene più che in Cina, ora.

Ecco, questo Vietnam era è ed è tuttora un vero mito che riempie d’eccitazione e di passione il Ministro Dalemutu. È arrivato a casa. Sta davvero a suo agio. ...Prima di tornare ai suoi panfili ed alle sue ville, naturalmente. È stato allo zoo, anzi in coltivazione di batteri, e si è commosso. Ora come da piccolo.

Ad ognuno il suo.