mercoledì 14 febbraio 2007

Chinese Asylums 7. Taiwan. Taichung. 29/01-11/02/2007. Altre due settimane d’ossesso in 篤行路85號

Chinese Asylums 7. Taiwan. Taichung. 29/01-11/02/2007. Altre due settimane d’ossesso in 篤行路85號
by Georg Rukacs

Lunedì, i torturatori-linciatori bianchi da camera vanno allo sfondamento finale. Essì, loro vanno sempre allo sfondamento finale dopo il nuovo fallimento del weekend.

La mattina di lunedì 29 gennaio 2007, prima delle 8:00, i due pidocchi affianco, il pidocchiotto e la mignotta-pidocchia (徐瑋君, Xú WěiJūn / Xu WeiJun), se ne vanno. Lui al lavoro, lei in depressione. Poi, la pidocchia torna. Pur depressa, non può vivere senza il suo oggetto di distruzione ...se si facesse distruggere: Io. Non può vivere senza il suo guardonaggio-origlionaggio e connesse torture [nelle intenzioni] del sonno e della veglia. Sia la mattina che al pomeriggio, appostandosi sia nella sua stanza.

La sera di lunedì, il pidocchiotto rientra silenziosissimo. Infatti in stanza c’è un pidocchio che gli fa trovare la porta aperta dopo che si sono sms-ati. Nuovi tipi di colpi e colpetti, leggeri come casuali. Dopo avere sia lavorato che studiato divertitissimo, verso le 23:00 con tono di voce basso e calmo, e sincera partecipazione, li ringrazio, dico loro che stanno facendo un ottimo lavoro e li invito a continuare. Hanno un crollo. Chiamano col telefono la sorella o pseudo sorella della paurosa Lin che viene su a va nella loro stanza ad ascoltare il loro strazio e poi contribuire col suo, depressa ossessa perché il programma di tortura linciaggio non funziona. Invece che farsi delle sane scopate, passano la notte in guardonaggio. Si fanno, talvolta, solo delle sveltine, con lei che non gode.

Alle 8:00 di martedì 30 gennaio 2007, il pidocchiotto va al lavoro. In stanza, resta il solito presidio.

Quando vado a scuola, verso le 13:00 il vecchio Lin è silenzioso sulla porta del suo ufficio/entrata di casa [di entrata/uscita ne hanno un’altra al quarto piano, terzo europeo, nelle scale interne, quelle che si accedono dal retro, o, appunto, da casa Lin]. Io neppure lo guardo. Lui non s’avvicina, né dice nulla. Della serie “tengo famiglia”, ...di supporto ad ossessi da tortura!

Mercoledì 31 gennaio 2007, attorno alle 8:00, il pidocchiotto affianco esce con la mignotta-pidocchia che era andata da lui verso le 23:30 del giorno prima.

Mercoledì 31 gennaio 2007, verso le 11:00, sento qualcuno che sta pulendo nei paraggi e, siccome devo pagare il fitto, devo trovare il modo di intercettarli. È sul piano. Mi vesto ed esco. Sì è proprio lei. La paurosa Lin. Sta sfilando le finestre sporcate da non so cosa di quello di fianco dall’altra parte delle scale per pulirle. La stanza è libera, sfitta. Non v’è infatti traccia di presenze. Sul letto non c’è neppure il materasso. Nella mia c’è il materasso. Anche nelle altre. Infatti, quello che sembrava abitarla, compariva occasionalmente. Era solo una stanza di transito per un istruttore che veniva affianco al guardonaggio-tortura.

Esco, la colgo li alla finestra, che sta sfilando. Le dico che devo pagare, ma che posso aspettare. Lei esce. Le do i soldi. Ringrazia. Non dice nulla. Non mi dà ricevuta. Io non dico nulla. Torno in camera perplesso incerto su come gestirmi il richiedere che mi proroghi la stanza, cui avevano già risposto negativamente. Torno nella mia stanza. Prendo dal portafoglio il conto, un foglietto, che lei mi aveva lasciato tra le barre della porta. Torno da lei e le chiedo di firmarlo per ricevuta. Firmatolo, le chiedo che mi scriva che mi proroga la stanza fino a fine maggio. Inaspettatamente, non dice di no. Non ritorna sulla balla che l’ha già prenotata qualcuno. Mi dice solo che teme incidenti con quello affianco, “che magari mi disturba la sua tv”. In verità la sua tv non si sente. Si sentono lui e gli altri quando si mettono a parlottare in prossimità del muro comune, adibito ad area lavoro ossessi con strumentazione. Si sentono le sue e loro battiture. Ma se c’è proprio qualcosa che non si sente è la tv. Poi, anche si sentisse, c’è il diritto alla tv. Loro, scemi, dopo avere origliato coi loro strumenti erano andati a dire, non avendo altro da riferire, che si sentiva una radio. Basta che non origlino e non la sentono. Ci dormo con la testa attaccata alla radio accesa che è davvero a volume minimo. Cerca di dirmi di andare nella stanza che sta pulendo. Le dico che me lo aveva già detto lei che è più piccola. No, anzi, forse era un’altra quella che mi aveva fatto vedere. È comunque più piccola. E poi perché devo spostarmi? Alla fine accetta. Mi proroga la stanza, la “mia” stanza. Vado a prendere un foglio che mi avevano dato all’inizio e me lo faccio scrivere lì. Ringrazio. Le bacio la mano. Le dico che la amo. E le abbozzo una levissima carezza. Si ritrae meno di quando gliela avevo abbozzata per strada, sulla soglia del loro ufficio/entrata abitazione la volta precedente l’avevo vista, quando me l’aveva menata su cosa fosse successo non so dove un certo usuale weekend di tortura bianca.

Colpi occasionali ma intenzionali che i pidocchi danno durante giornata e notte tra mercoledì e giovedì.

Giovedì 1 febbraio 2007. Il pidocchiotto esce solo la mattina, verso le 8:00, dopo una notte senza i soliti parlottii ossessivi come quando c’è la pidocchia.

Colpi occasionali ma intenzionali dei pidocchi menati la mattina. Al pomeriggio, sotto affianco, c’è una squadra di pidocchi che studia come menare colpi che irritino. Usano la scala. Menano solo colpi occasionali ma intenzionali e con preferenza se pensano che io dorma o abbia comunque chiuso gli occhi. Hanno la strumentazione. Menandoli in alto, ad uno può sembrare glieli menino affianco. Una che batte da sotto e quello affianco che sente, si possono scambiare le esperienze su come dar meglio noia. ...Noia secondo criteri pidocchieschi. Commentano ad alta voce il loro grande lavoro di studio. Infatti, da sotto non si dovrebbe sentire. Ma la nostra strumentazione registra ed analizza tutto.

Giovedì, il pidocchiotto affianco rientra dopo le 22:00. Si mette nella solita postazione animalesca ed appiccicosa del pidocchio, contro il muro, come ossesso ed ossessi dallo stare addosso all’obiettivo. Mentre la mignotta-pidocchia parlotta sottovoce fitta ed ossessa del suo lavoro pidocchiesco della giornata, agitatissima che non trovano come andare all’assalto e sfondamento dell’obiettivo che anzi ha chiesto allegro altri tre mesi di proroga (marzo-maggio), ed ha pure ottenuto dalla paurosa Lin che glielo [me lo] mettesse per iscritto così è tutelato come avesse un contratto scritto, ed il tutto pure nella stessa stanza, senza cambi, sì non possano organizzare la tortura bianca in altra stanza per poi dire “ma ecco che hai problemi ovunque vai”. I problemi li hanno solo i pidocchi. Loro stessi sono il loro problema. E pure col vantaggio, per i pidocchi, se io cambiassi stanza, che, nell’altra stanza, potrebbero dedicarsi alle battiture senza neppure bisogno di disturbare il pidocchiotto. Mai rendere il lavoro più facile ai pidocchi.

Giovedì. Dopo le 23:30. Menano un forte colpo intenzionale da sotto affianco.

Notte con pidocchiotto e mignotta-pidocchia, con qualche tonfo intenzionale di tanto in tanto.

Venerdì 2 febbraio 2007. La mignotta-pidocchia usa il controllo della caldaia dell’acqua, verso le 8:00, come copertura per andare sotto nella sua stanza. Poi, altro pidocchio o pidocchia viene affianco, sarà la sorella o pseudo sorella della paurosa Lin. Il pidocchiotto esce per andare al lavoro.

I pidocchi restano in appostamento. Le stanze d’operazioni, da cui deve partire la tortura bianca, non sono mai abbandonate. C’è sempre qualcuno. Alle 18:15 arriva un pidocchio in camicia arancione. Bussa appena e gli viene subito aperto. I pidocchi sono in costante comunicazione con telefono ed sms. Alle 19:45, il pidocchiotto fa finta di uscire. È furbissimo. Passa davanti alla finestra tra la mia porta e la sua [la mia porta e finestra sono ad angolo retto rispetto alla sua porta, che è una porta di fine corridoio sebbene da quel lato del corridoio ci siano solo due stanze, dall’altro 3]. Poi, chinato, sotto la mia finestra, rientra nella sua stanza. Vuole che io pensi sia fuori. Per metterlo in difficoltà, ai pidocchi piace essere sentiti ma non piace essere visti (se li vedi non si sentono più furbi!), apro, oltra alla finestra che dà quasi sulla sua porta (posso vederla se voglio), anche la porta. Una della due porte. La porta di legno. Resta l’altra porta. Quella metallica, una vecchissima blindata [nelle intenzioni]. È una porta con le barre. Ed apro pure la finestra che dà sulle scale dal bagno. Visione totale del traffico, se voglio. E mi metto a studiare sul letto con gli occhi che appena abbassati dal mio libro o quaderno mi fanno vedere i piedi e gambe di chi passi di fronte alla porta, ed appena alzati, il busto di chi passi di fronte alla finestra od alla porta. Infatti, soprassiedono al finto controllo della caldaia alle 23:30 che da tempo facevano. Era divenuto una scusa per poi transitare in appostamento dal pidocchiotto. Sentono l’intimidazione visiva. È quel che voglio. Del resto, non sarebbe reato neppure sotto la legislazione più pro-privacy. Figuriamoci nelle Cine. Io, comunque, sto solo studiando sul letto, dove la mattina metto pure il computer, con porta e finestre interne aperte.

Sabato 3 febbraio 2007. A seguito di quel mio guardare il corridoio, dunque la porta della stanza affianco alla mia, i pidocchi non hanno potuto fare il cambio turno affianco, la notte prima. Ci sono altri pidocchi, oltre al pidocchiotto di copertura. Oggi, il pidocchiotto non esce alla 8:00 come sempre. Quando le necessità del servizio tortura lo impongono, gli vengono cambiati gli orari o viene chiamato e fatto rientrare. L’intimidazione visiva mia ha fatto saltare i loro cambi e le loro turnazioni, oltre ai programmi di tortura del momento, che sono cambiati dall’ultimo fine settimana, dato che tutti ridevano dietro, e pure davanti, ai Lin per questi loro toc-toc che per tutto gennaio 2007 si erano sentiti in tutto l’edificio a tutte le ore e che non potevano dire fossero miei. Inoltre, i cinesi sono boccaloni tra di loro. Alla fine, s’era sparsa la voce che stavano distruggendo, eliminando [打掉/dǎdiào], un italico che tuttavia sembrava non farsi distruggere ed anzi sembrava indifferente e divertito se non addirittura uno studioso e scrittore delle demenze cinesi.

Alle 9:30, i pidocchi, nervosi, chiedono istruzioni. Dicono loro di fare i pidocchi e altro non domandare. Se ne restano lì, con gli altri pidocchi, in appostamento contro il muro a guardardonare nel visore attraverso i muri. Rumoreggiano nervosi, alle 10:45, che loro sono lì in grande lavoro xenofobo ma nulla succede. Continuano, periodicamente a lamentarsi. Hanno dei cicli di insofferenza di circa un’ora e mezza, con intanto telefonate che chiedono loro conto se abbiano ottenuto qualche risultato, un’esplosione isterica mia [impossibile!], e loro rispondono che ancora non hanno ottenuto nulla..

Dopo le 11, fingo di addormentarmi dopo aver mangiato un po’ di riso. Subito strusci e tocchi di muri. Poco dopo, verso le 11:25, la mignotta-pidocchia esce da sotto, rumoreggiando di tacchi. Tipico dei pidocchi il rumoreggiare di tacchi, mentre tutti, in genere, cercano di camminare silenziosi. Lo fa per farsi sentire che esce, e poi rientrare silenziosa nella stanza affianco, situazione permettendo.

Alle 14:35, la mignotta-pidocchia rientra con grandi sconquassi di tacchi. Non ha potuto prendere servizio affianco, dato che guardo la porta della stanza, mentre studio e scrivo. Dopo le 16:00, la mignotta-pidocchia inizia a trafficare con la scala. Strumento essenziale per posizionarsi e guardonare e battere da sotto, secondo i “sottili” pidocchi strateghi e tattici operanti nel luogo. Basta che mi avvicini alla finestra delle scale e guardi, in realtà non si vede il traffichio all’interno dei due corridoi (pure bui) sotto, che l’addetto al guardonaggio-origlionaggio le comunica via telefono che mi sono avvicinato a guardare le scale. Ci sono delle ambiguità linguistiche e di comunicazione nei loro messaggi, perché la mignotta-pidocchia subito si blocca, ed inizia delle canzonette da prostituta da strada. Non sa più cosa fare. Resta bloccata con quella scala mezza trascinata. Ah, non solo oggi. Quel trascinio della scala, da usare per cercare chissà quali posizioni dal piano di sotto per i loro apparecchi da guardonaggio, e per dare colpi da sotto, è ricorrenza da un po’ di giorni. La mignotta-pidocchia canticchia canzoni da prostitute e patriottiche, mentre sposta lentamente e rumorosamente la scala.

Anche l’accensione della caldaia, delle 17:00, ritarda. I pidocchi, famiglia Lin inclusa, sono in febbrile comunicazione telefonica ed sms. Comunicazione di nulla. Alle 17:10-17:15, usano il tramestio e cigolìo della porta della caldaietta come copertura, il pidocchio di supporto [uno sbrirro] esce dal pidocchiotto ed entra la mignotta-pidocchia. Il “grande” lavoro di appostamento continua. Un eccitante per loro, fine settimana d’appostamento, ma ora con solo colpi di tortura limitati. C’è stato un “grande” cambiamento “strategico”. Coi tonfi ripetuti eccessivi, s’erano ridicolizzati di fronte agli altri occupanti dell’edificio e del quartiere. Col tonfo occasionale possono ora dire che è il vento o rumori strutturali.

I Lin vengono a accendere la caldaia alle 17:50. Prima era stata una finta per permettere il cambio. E poi spengono la luce delle scale qui dell’ultimo piano. I pidocchi, per i loro traffici, hanno bisogno dell’oscurità. Si vede tutto lo stesso. Al finto controllo caldaia delle 23:30, quando pensano che il rumore d’una porta copra quello dell’altra, se ne ritorna lo sbirro ansimante per i cinque piani, che così resta in guardonaggio col pidocchiotto affianco e la mignotta-pidocchia. Riaccendono le luci e stappano birre. Le luci restate spente nell’intervallo, quando l’altro pidocchio era uscito. Il pidocchiotto s’era fatto una sveltina con la mignotta-pidocchia disgustata e poi se l’è dormita mentre la mignotta-pidocchia s’era rimessa in guardonaggio.

Ho finito i miei vari lavori e sono stufo di star nel contempo dietro a quei dementi ossessi di pidocchi cinesi. Me ne vado. Avevano conosciuto una ragazzetta del Sri Lanka cui erano mancati entrambi i genitori ed era senza fratelli né sorelle. L’avevo a poco a poco convinta che senza la famiglia che la controllava e l’ossessionava avrebbe ben potuto godersi la vita. La pelle scura e delicatissima. Caldissima e sfrenata non appena la si libera, pur dietro un’aria chetissima e schiva. Le avevo detto che sarei capitato nella notte. Appena a est di qui, in direzione della stazione.

Metto il simulatore di presenza che usa una varietà di suggestioni.

Nella notte quando il simulatora fa risultare io dorma, si mettono a guardare la TV, pur senza audio. Appena risulta che io sia sveglio, spengono la TV ed il pidocchio di turno si rimette in guardonaggio mentre gli altri dormono. Solo battiture occasionali. La nuova strategia è rumoreggiare per far sentire che loro sono in appostamento nella posizione di guardonaggio.

Domenica 4 febbraio 2007. La mattina l’ansia dei pidocchi monta. Sia suggestioni mandate dal simulatore che la loro ansia dei recenti cambi sotto il mio naso con me che chiaramente li vedo anche quando cercano d’illudersi d’avermela fatta sotto il naso. Ma io sono lì. Io e loro. Passano e li vedo. La mignotta-pidocchia può anche chinarsi quando passa dalla finestra, ma la ho vista dalla porta. Per cui la mignotta-pidocchia ha un’ansia crescente quando entra ed esce da quella stanza a guardonare, anche questi ultimi giorni che hanno cessato i colpi ossessivi continui. I “grandi” “scienziati” pidocchi devono studiare come colpire ed eliminare l’obiettivo.

L’ansia della mignotta-pidocchia monta. Arrivano le 8:00 quando vorrebbe sfruttare il controllo caldaia per uscire. Si vede me che guardo la loro porta pronto a cogliere quando si apre (le porte da aprire sono due, prima una porta di legno verso l’interno, poi una metallica a barre verso l’esterno) e guardarla mentre esce. Come se io non lo sapessi, come se io non l’avessi già vista, e come se lei non sapesse che io lo so, anche se vuole illudersi che non l’abbia vista nell’attimo in cui entra ed esce. I cinesi son così, scemi e sbruffoni della furbastreria. Mentono pure a se stessi. Le 8:00 sono lì. Passano. Lei non osa uscire. Entra in una crescente agitazione. Alla fine, il controllo caldaia arriva alle 8:45. La mignotta-pidocchia resta a parlottare agitatissima con gli altri due pidocchi con gridolina isteriche. È terrorizzata dal sentirsi ormai smascherata. Come se non lo sapessi dal primo giorno. Il secondo giorno che io ero lì, lei, esaltata, aveva passato la giornata a guardonare ed a battere ossessiva il muro. Ora è tanto più depressa e distrutta quanto prima s’era esaltata. Nelle Cine sono così. T’affittano un appartamento, un monolocale, una stanza, e poi, basta l’ordine di qualcuno del Potere, un pidocchio ossesso come loro, e passano giorni e notte, senza badare a spese, a costi-pidocchi, esaltati ed ossessi a batterti da sopra o da fianco o da dovunque possono. La chiamano “ospitalità e calorosità cinese”: dirti che sei il “benvenuto”, trattarti pure, davanti, come un benvenuto e poi tonfare ossessi attraverso un pavimento ed un muro, o cercare di fregarti in tutti gli altri modi non diretti, dunque in tutto. Come offrirti gentilissimi, e “sinceramente” gentilissimi, un cibo od una bevanda e darteli avvelenati. Sono fatti così. È la loro “civilizzazione”, che sono ansiosi di mostrare a tutti, “civilizzazione” da cui gli essere umani sono esclusi, non ci sono, mancano del tutto. Anche anche altri ossessi di altre etnie sono così. I cinesi sono tutti così. Se uno non è così non è cinese. Provare per credere. I pidocchi sono tutti così. Solo chi sa dire di no “al potere” è un umano.

La mignotta-pidocchia è distrutta. Anche il pidocchiotto e l’istruttore o supporto nella stanza o nelle stanze in quel momento hanno degli inizi di mal di testa ed altri disagi provocati dal nostro simulatore, che copre una varietà di funzioni. Il simulatore spara nelle teste vuote dei pidocchi: “Grazie del vostro aiuto per le nostre ricerche”, “Uscite pure, sappiamo tutto fin dal primo giorno e vi conosciamo tutti fin dal primo giorno”, “Mignotta-pidocchia esci pure. Guarda che ti vedo attraverso il muro. T’abbiamo sempre visto. T’abbiamo sempre conosciuto. T’abbiamo pure fotografato mentre battevi e battevate i muri e guardonavi e guardonavate coi vostri strumenti, illegali che funzionano pure male, ed abbiamo messo le foto su internet.” Sono sempre più agitati. Telefonano. Telefonano loro. La mignotta-pidocchia continua a sentirsi mancare. Si sente la testa che svanisce. Si sente fuori di testa, come se non lo fosse da sempre con paranoie ed ossessioni che si sommano a schizofrenie da delinquentucoli d’ultima categoria.

Alla fine, il simulatore fa risultare che me ne sono uscito. Il pidocchio di suppporto se ne esce al lavoro poco dopo le 10:00. Poi, anche la mignotta-pidocchia se ne va nella sua stanza. Anche la paurosa Lin con sorelle o pseudo sorelle cui riferiscono dell’andamento della “liquidazione” è sempre più agitata. Così il vecchio Lin, sempre più fuori di testa, visto che è poi il capo della famiglia che dice no o sì, e lui, come tutti, ha detto sì pur dietro l’ipocrisia che se ne vergogna. Monta l’agitazione per l’accensione della caldaia delle 17:00. Orami la la paurosa Lin ha l’ossessione di quelle scale dove s’era inizialmente esaltata per quel facile linciaggio in corso “contro uno scemo che sarebbe subito scoppiato” e s’è trovata smascherata e pure smascherata con l’aggravante che io le dico, faccia a faccia: “Non so nulla. Non sento nulla. Perché lo dici a me?! Perché lo chiedi a me?! Chiedilo a te ed ai tuoi camerati, non a me.” Ecché devo mettermi a fare discussioni con dei viscidi. Il vecchio Lin la manda ad accendere la caldaia alle 16:00 visto che l’acqua è fredda e la caldaia vuota d’acqua calda. La paurosa Lin targiversa. Non vorrebbe salire. Lui fa la voce grossa. La tira avanti fino alle 17:00, quando non può non venire. Ha così solo prolungato la sua agonia di terrore da scale, ...da quel volere torturare-linciare ossessi me per “liquidarmi” perché glielo avevano ordinato e di cui ora hanno terrore sebbene io poi non faccia nulla d’esteriore per sembrare che li terrorizzi. Ed alla volontà di “liquidarmi” s’è poi mescolata la voglia d’essere fatta da quando le ho detto che è bellissima e che la amo. Ma tutto il suo ambiente etnico-mafioso è li a vietarle un dissacrante amore “straniero”. Non l’han capito, non lo capiranno mai, che gli unici stranieri sono loro!

Sale così alle 17:00 facendosi sentire con le ciabatte, come fa quando non è in missioni di supporti per le attività di guardonaggio e tortura. Balzella in quella ciabatte particolarmente concitata e veloce. Ha l’ansia d’arrivare e d’andarse. Scende egualmente concitata e spaventata. Missione compiuta. Ha acceso la caldaia. Ed ecco che le monta già l’ansia, l’ossessione, il terrore, terrore del ridicolo visto che è smascherata e dall’inizio (anche se lei prima si illudeva che io credessi le battiture venissero chissà da dove e chissà da chi: continuavano ossesse anche quando lei era sul piano per la caldaia o altri motivi e lei fingeva di non sentire nulla... ...come dire che erano battiture da lei ordinate, e a lei ordinate dal Potere) della prossima volta, delle prossime volte dovrà salire. Anche il vecchio Lin si sente distrutto, non perché pidocchio, bensì perché smascherato. Il pidocchio s’esalta a trattarti gentilmente di faccia ed a fotterti dietro. Il pidocchio si prostra quando il gioco è smascherato, quando tu dici al pidocchio ed ai pidocchi che sai tutto e ti comporti di conseguenza. Il disprezzo freddo, irriducibile, prostra il pidocchio. Possono ammazzarti. Non averti. Sei tu, tu umano, che hai comunque battuto il pidocchio, i pidocchi. Loro ne sono distrutti.

Improvvisamente, verso le 19:30, il simulatore ha fatto sparire dal loro apparecchio di guardonaggio la mia testa quando sdraiato. Urletta di sgomento del pidocchio che ha subito telefonato per soccorso ed istruzioni. Sgomento e noia pure da parte dei pidocchi da lui chiamati, a cominciare dai Lin. Nessuno sapeva come ritrovare una testa da sdraiato sparita dal visore. Panico pidocchio. Il simulatore li ha ringraziati invitandoli a muoversi, a lavorare, e dicendo loro che erano i nostri polli per quel nuovo esperimento. Frustrazione pidocchia. Ma il pidocchio non si preoccupa. Il pidocchio “ha degli ordini” da eseguire.

Intanto arrivano nell’area due studenti universitari che devono farsi un turno di notte (questa notte tra domenica e lunedì) di guardonaggio-origlionaggio con tortura e linciaggio. Ve l’immaginate quel ragazzetto così servizievole, cortese e bravo, serio e coscenzioso, che voi conoscente, od addirittura è vostro figlio?! Ve l’immaginate quella ragazzetta così graziosa, affabile, buona, dolce, oltre che studiosa e di successo e futuro promettenti, che conoscete o che è magari vostra figlia?! Entrambi di famiglia bene, riccastra. Ecco, nelle Cine, dei tipi così, la notte tra una domenica ed un lunedì, oppure altro giorno, dicono alla famiglia che devono rientrare nella sede dell’università, oppure dicono alla famiglia la verità, che devono andare per un importante lavoro volontario delle milizie nazicomuniste, le milizie della “grande Cina”, le milizie patriottiche [la Patria del tic-tic, toc-toc, di pavimenti e muri], e montano in servizio notturno di guardonaggio-origlionaggio con tortura e linciaggio. Vestiti elegante-sportivo, con giacche a vento nuove e di pregio, come del resto gli altri indumenti,. Arrivati con moto che lasciano non davanti alle porte degli edifici della famiglia Lin, ma in posizione defilata. Sorridenti ed eccitati ...come per una liquidazione con tortura-linciaggio cui possono lietamente contribuire. In altre parti del mondo, in quello cosiddetto sviluppato, sarebbero stati eccitati per passare una notte in un letto assieme, oppure per una notte di preghiera, o di volontariato al servizio del prossimo. ...Anche nelle Cine è volontariato, un servizio “patriottico”, per divenire più dementi ed ossessi nel nome della “Patria”! Dopo aver tentato tutta la notte d’entrare nella stanza del pidocchiotto, erano già nell’edificio, se ne andranno, la mattina presto, pur sorridenti ed allegri per aver almeno tentato un’eccitante notte di liquidazione con tortura-linciaggio, benché nella delusione di non averla potuta realizzare. Sono due studenti che stanno ormai finendo ingegneria civile in Hsinchu, a nord di Taichung dove vivono le loro famiglie.

La mignotta-pidocchia, che è affianco col pidocchiotto, piange quasi ininterrottamente, perché non può uscire. Interrompe i pignucolii solo con farfugliamenti su come proseguire l’attività pidocchiesca e su vaneggi su come uscire dalla stanza. Si sente sotto aggressione dalla persona affianco, che loro pidocchi non riescono a distruggere, neppure ad innervosire, e ricomincia a piangere repressa ma ben discernibile tanta è l’intensità del pianto. Il pidocchiotto si fa qualche chiavata con lei che non gode mentre lui viene subito, salvo quando gli diventa moscio e s’affanna che non riesce a venire né veramente a montare, e dopo un ansioso su e giù in cui gli diviene sempre più moscio sì non può neppure più far finta di montare deve smettere. Infatti, poi è sveglissimo, per nulla stanco da quelle sveltine e quell’andare bianco. Certo, c’è anche l’esaltazione della missione pidocchiesca, i tic-tic e toc-toc. Vigila, pur essendo sparita la mia testa dai loro visori, e quando pensa che ormai io stia dormendo chiama i pidocchi pidocchietto e pidocchietta “bene” in attesa. Io sono lì che studio vocaboli cinesi e balzo su per farli ansiare non appena lui i pidocchietti “bene” si stanno avvicinando al piano. Ogni volta devono farli riscendere delusi mentre la mignotta-pidocchia ritomba nella depressione che non può uscire dalla stanza n on vista. I due pidocchiotti se ne andranno alle 7:30 di lunedì dopo quella vana notte di tentativi di raggiungere, non visti, la stanza affianco. Erano già nell’edificio. I Lin avevano dato loro le chiavi ed una stanza di transito.

Ecco che, infatti, quella domenica 4 febbraio 2007, l’ufficio/ingresso dell’abitazione era restato chiuso, con le saracinesche abbassate, mentre è in genere aperto o mezzo aperto anche se a porta chiusa quando non c’è nessuno. No, questa domenica resta tutto a saracinesche abbassate. Stanno nascosti. Frustrati. Stanchi. Umilitati. ...se un pidocchio potesse mai provare delle sensazioni complesse. Smascherati. Ma lo erano già... Dal primo giorno, che non essendomi lamentato per le battiture ossessive... Guardano la televisione, dormicchiano, si frustrano tra di loro della famiglia dei pidocchi Lin. Ah, il pidocchio non ha crisi spirituali, né esistenziali. Non c’è rischio. ...a meno che Il Potere non ordini loro di avere crisi spirituali ed esistenziali... Sono sempre pidocchi. Da domani, è tutto come prima. Già oggi, è tutto come sempre. Sono solo pidocchi in crescente depressione e sindromi autodistruttive. Ma non possono essere altro che pidocchi. Il Potere lo pretende. Il Potere è come loro: pidocchio. Devono solo riconvincersi che la colpa è tua, tua che resisti loro dunque li obblighi a fare quello che fanno. Tu li obblighi a disvelarsi pidocchi. Tu devi essere distrutto perché tu li obblighi ad essere pidocchi. Non ci fossi tu, umano, tra pidocchi fingerebbero di essere umani. Tu glielo impedisci con la tua sola presenza. Tu umano sei il colpevole. Un odio crescente per l’umano monta dentro il pidocchio disprezzato e battuto.

Lunedì, 5 febbraio 2007. La sera, un istruttore, uno sbrirro della psicopolizia segreta, feccia!, viene nella stanza affianco, presenti pidocchiotto con mignotta-pidocchia, per rassicurarli del lunedì e se ne va di notte, verso l’una, nella stanza di svincolo, per poi uscire quando gli segnalano che pensano io dorma.

Martedì, 6 febbraio 2007, quando sono tornato c’era una pseudo cugina con cui avrei dovuto parlare della cosa in inglese dopo che la paurosa Lin le aveva mostrato e s’era fatta spiegare le mie email. Poi, avrebbe fatto da testimone che le avevo detto delle cose incredibili, oppure avrebbe cercato di scoprire chissà quali mie debolezze dal mio racconto. Le avevo mandato un link sul tipo d’apparecchi usano per il guardonaggio ed l’origlionaggio. Le avevo detto delle cose. Poi le avevo detto di non menarmela perché lei conosceva tutto fin dall’inizio. Non fanno queste cose senza chi già conosce i luoghi e dunque commissaria oppure cambia di stanza chi fosse riluttante, mette a tacere chi si lamenta dei rumori e fa la faccia candida del tipo “sarà il vento” “ma non è che sente le voci”, se la vittima si lamentasse. È poi ci sono quelle della famiglia Lin che partecipano direttamente alla cosa. Almeno uno delle sorelle maggiori. Ma anche la stessa paurosa Lin, nonostante il suo continuo passare da esaltazioni per il “grande” servizio “patriottico” a tracolli esistenziali e terrori. Ho continuato a parlare con la paurosa Lin che cercava d’andarsene. E, poi, me ne sono andato anch’io. Non c’era nulla da dire. La pseudo cugina neppure m’ispirava. Anzi, le ho detto di lasciar perdere che è tutto troppo incredibile. Che si gustasse solo il link col tipo d’apparecchi da guardonaggio, apparecchi che hanno solo i governi e che danno solo i governi, soprattutto nelle Cine. Ma intanto pure la pseudo cugina era parte del gioco. Sapeva già tutto. La paurosa Lin l’aveva chiamata per scoprire mie debolezze da usare contro di me.

Martedì, 6 febbraio 2007, dopo che poco dopo le 17 la paurosa Lin con altra sono passate e poi scese pur restando a parlottare sottovocissima, alle 17:20, da affianco, hanno menato alto, stando in piedi sul letto contro la parete, un bel colpone contro il muro. Lei, che poco prima (ero andato sotto perché non c’è la connessione Internet) mi aveva detto che passava a controllare affianco, non è entrata e non ha controllato, in realtà, quando è venuta. Siccome sa tutto sul movimento affianco, sapeva già chi c’era o meno. C’era qualcuna che menava colpi occasionali. Non poteva certo permettersi d’entrare e scoprire la mignotta-pidocchia o la sorella o pseudo sorella pidocchia! Oppure, entrare, vedere chi c’era e far finta non ci fosse nessuno. E se io mi fossi avvicinato ed avessi intravisto qualcosa?

Martedì, 6 febbraio 2007, dopo che, quando Lin era venuta su non so per cosa, le ho ridetto che la amo, e lei che ha fatto la solita ritrosa che si negava dicendo che non sono cose per lei, quando stavo andando a scuola mi ha presentato la mamma. Nel senso che la ha fatta uscire, mi ha detto “vive qui, è mia mamma”. Ho fatto il baciamano. E poi sono montato sulla bicicletta ed andato a scuola. Doveva essere tornata sotto più turbata del solito rispetto ad altre volte che le ho detto cose del genere. La mamma deve aver preteso qualche spiegazione. Lei deve essere arrossita e deve averle detto “non ho ben capito che intenzioni abbia, ma mi ha ridetto me mi ama... ...no, non m’è saltato addosso... ...mi prende la mano, ma se io mi ritraggo è rispettoso... ...eppure, si vede che mi mangerebbe all’istante.” Allora, la mamma era dietro la vetrata per vedermi. Ho la bicicletta proprio lì, per cui... Lei l’ha fatta uscire e...

La pidocchia paurosa che dirige le operazioni su investitura della feccia della psicopolizia segreta. E la femmina che, seppur tutto il suo ambiente glielo proibirebbe, vorrebbe farsi far la festa da me, che insisto a vedere anche la femmina c’è in lei, pur non cedendo su nulla sul suo rivoltante lavoro di Stato criminale e parallelo.

Mercoledì, 7 febbraio 2007, solo qualche colpo occasionale trasversale, da affianco sotto, dove alloggia, formalmente, la pidocchia-mignotta.

Giovedì, 8 febbraio 2007, idem. Forse anche meno. Infatti, la pidocchia-mignotta sotto canta canzoni patriottiche mentre manovra di scala e s’arrampica sui muri a guardonare. Affianco non c’è nessuno. Guardona un po’ lei di traverso, da sotto-affianco, con qualche colpo trasversale occasionale, ed aspetta il pidocchiotto, forse per solo parlottare come la sera prima, prima di tornarsene sotto, forse per fargli fare pure una sborrata, o, magari, per fare servizio notturno. Ora che hanno rallentato ed in parte sospeso, forse in attesa di un prossimissimo assalto in forze, anche i suoi doveri di prostituta da camera fissa per il pidocchiotto di copertura sono ridotte. Fossero veri amanti potrebbero montare e farsi montare tranquilli sotto, da lei. Affianco non c’è neppure nessuno. Mannò è solo una prostituta di Stato da operazioni di tortura bianca e da campo d’operazioni.

Scoprirò poi, che, forse verso le 22:30, qualcuno gli ha “sbarrato” l’uscita della stanza col contenuto d’un pacco di una qualche polvere, sale diranno poi loro dopo giorni. Verso le 23:00, evidentemennte da lei avvertita, fa un frenetico salto su lì una delle Lin, guarda lo zucchero sparso e, sgomenta, se ne torna sotto. Ora m’accollano pure questa. Certo, che erano tutte e tutti sghignazzanti ed arroganti quando erano sicuri del crollo in poche ore, poi in pochi giorni, poi in poche settimane, fino a trovarsi a sbattere la faccia-che-non-hanno contro un esperto di queste cose! Sono ormai sette anni che m’obbligano a combatterli, giorno dopo giorno. Salvo quando non sanno dove sono ed allora, per incanto!, nessuno batte muri e pavimenti.

Ora, questi pidocchi di qui sono lì a programma quasi congelato. Ma anche se lo riprendono a pieno ritmo, sanno ormai che so tutto di loro. Se ora m’accollano pure questa, ecco che capiscono che, anche se non lo ho mai detto loro, la pidocchia-mignotta operativa, di cui il pidocchiotto era solo copertura, era proprio quella della stanza di sotto affianco. E che forse sapevo che il pidocchiotto sarebbe forse tornato tardi come ieri, forse dopo le 23, che forse sarebbe passato da lei, che poi lei forse avrebbe, sicura di essere furbissima, invisibile e non da me identificata, fatto un salto sopra od anche più d’un salto. La pidocchia-mignotta, pur con programma sospeso, è avvitata nella sua demenza. Non riesce a staccarsi da quell’apparecchietto da guardonaggio che usa sulla diagonale da sotto e mena, di tanto in tanto, qualche tonfo verso di me.

Questa è anche un’ulteriore conferma che i Lin, ed in primo luogo la paurosa Lin, sono stati incaricati di supervisionare ed assistere il lavoro della psicopolizia segreta parallela e delle milizie parallele. Se una od uno, qui, sono colpiti e subito allertano loro. Del resto, la paurosa Lin, stupidamente, mi ha detto che le riferiscono i dettagli più insignificanti come quell’ossessione delle milizie nazimaoiste che io dovrei avere un telefono etc. ... ...infatti, il pidocchiotto dice alla paurosa Lin, ma magari glielo dice la pidocchia-mignotta o la sorella o lo sente lei direttamente, che mi sentono telefonare e mi sentono come parlare con altri presenti nella stanza. Prodigi dei nostri confusometri! ...se avvertono lei, è evidente che quando è venuto il burocrate vasellina a dare gli incarichi, gli strumenti e le istruzioni per la grande operazione, ha nominato lei capa occulta di tutto, poi ha nominato pure le sorelle altre cape occulte di tutto, anche se poi i capi veri, o finti, sono gli istruttori, in questo lavoro. Tutti capi, anche se nessuno sa di cosa. Ah, lo sapete come sono i regimi nazicomunisti... ...tutti devono essere capi di qualcosa... Nessuno poi è capo, né responsabile di nulla. Se succede qualcosa, nessuno sa nulla e chi paga sono le ultime pedine.

A mezzanotte meno cinque di quel giovedi 8 febbraio 2006, il pidocchiotto era piuttosto piccato che io lo avessi sopreso quando, strumento da guardonaggio in mano ed in cordinamento con l’altri pidocchi in guardonaggio all’interno, stava entrando “invisibile” nella stanza. Ho aperto la finestra proprio in tempo per ben vederlo e per farmi ben vedere. Infatti, poi, all’interno, e da sotto, hanno subito cominciato a ticchettare parti di legno dei bordi della parete. Non ho risposto. Me ne sono andato a dormire. Possono pure masturbarsi tutta la notte con la parete.

Venerdì 9 febbraio 2007, i pidocchi hanno lavorato da sotto. Ho risorpreso il pidocchiotto mentre tardissimo, verso la mezzanotte, rientrava nella sua stanza. Lo stavano dirigendo da sotto. Un pidocchio, non la mignotta-pidocchia anch’essa presente, gli stava dicendo che facevo altre cose ed avevo gli occhi che guardavano in altra direzione. Un mio balzo aprendo la finestra, mentre stava entrando ed eccolo risorpreso. Arrabbiatissimo, ha passato la notte tra dormiveglia e ticchettii contro la parte di legno del muro.

Con simulatore ed ipnotizzatore a distanza spariamo nella testa del vecchio Lin che qualcuno cerca, ha cercato, cercherà, d’entrare, nella sua abitazione, dove dormono lui, moglie, figlie. L’agitazione, la nuova ossessione, gli monta dentro. “Non siamo sicuri. Possono venire qui quando vogliono. Chiunque, basta forzi la serratura, le serrature delle due porte o tre di queste scale interne, e sono al pian terreno dove abbiamo l”ufficio, e poi dall’ufficio dentro casa, attaccata e comunicante con l’ufficio. Il potere c’ha dato il privilegio d’una liquidazione facile-facile, ma il liquidando non s’è fatto liquidare, anzi sembra indifferente e divertito, ed ora siamo noi che forse potremmo essere liquidati.” Ecco, che si sveglia. Ha terrore che qualcosa possa succedere a quella sua famiglia pur così ligia al potere. Saranno le 4:30, d’ormai sabato 10 febbraio 2007. Sale. Si muove silenzioso. Controlla. Anche il “liquidando”, Io, è lì con le luci accese ma senza quelle escandesceze, neppure il minimo rumore si possa dire possa disturbare “gli altri”, Il Potere vorrebbe perché fossero “obbligati” a sfrattarlo. “Tutto è quieto. Però la mia famiglia è colpibile in qualunque momento.” Stronzo, di vecchio pidocchio Lin, non era pure “tutto quieto” quando sentivate quelle battiture ossessive, ma tutto andava bene perché tanto voi pidocchi stavate liquidando [così credevate!] un uomo?! Ora t’agiti perche voi, stronzi pidocchi, non avete liquidato l’uomo ed anzi vi sentite vulnerabili, colpibili e, forse, già colpiti in vario modo? E perché, come gli altri pidocchi sia d’appoggio, che operativi siete tutti al tracollo psicologico? Voi, delinquentucoli, malati ossessi, così furbastri!

Io ho passato la notte lavorando con la finestra aperta sulla sua porta e le luci del corridoio ben accese. Nessuno ha potuto raggiungere la stanza del pidocchiotto.

Allora, quando alle 8:00 di sabato 10 febbraio 2007 è uscito, il pidocchiotto ha lasciato sia la porta di legno che quella metallica socchiuse. Non le ha chiuse. Erano aperte. Da sotto dovevano raggiungere la stanza. Ho aperto anche la mia porta metallica. A 90° che ostruisce il corridoio. Nessuno può passare senza spostarla.

Alle 17:30, esco per un’ora. L’istruttore salta addosso alla mignotta-pidocchia, si fa una sveltina e poi d’addormenta. La mignotta-pidocchia si lava sempre più disgustata di quel suo lavoro da prostitura e sublima mangiando l’inconcludenza d’una giornata, invero non ancora finita, di guardonaggi-origlionaggi e battiture frenetiche dal basso.

Alle 18:30, quiete. Per quanto, anche prima, sarebbe bastato accendere una radio, e non farci caso, e potevano dedicarsi ai loro deliri pidocchieschi nella più assoluta indifferenza.

Me ne vado, perchè ho da fare fuori di qui. Lascio il simulatore. Trambusti occasionali come di mignotta-pidocchia con pidocchio-istruttore od altro pidocchio-operativo da sotto che cercano di “agganciarmi”, trambusti che poi cessano come se la mignotta-pidocchia con altro pidocchio se ne fossero andati ...magari per poi tornare nella stanza affianco, quella del pidocchiotto. O per restare un guardonaggio silente.

Quando il pidocchio rientra, dal lavoro, od anche dal post-lavoro [ossesse riunioni di pidocchi, od anche solo un breve incontro coi Lin, per nuove direttive?], dopo le 23:30 di sabato 10 febbraio 2007, rientra con un bastone metallico e senza assistenza logistica del guardonatore che gli dica in che momento rientrare senza che io lo veda perche ho “gli occhi che guardano in altra direzione”. La sera prima, ed anche in precedenza, era rientrato con assistenza logistica di guardonatori o da sotto o nella sua stanza. Naturalmente, visto che la sua stanza è restata abbandonata tutto il giorno (dopo che è uscito lasciando le due porte socchiuse, dunque in pratica aperte, ho chiuso quella metallica e spalancato quella di legno, coi guardoni da sotto che ben vedevano nervosamente coi loro strumenti), non trova neppure la mignotta-pidocchia che gli riferisca concitatamente, e con vocina soppressa e repressa, delle avventure del guardonaggio-origlionaggio del giorno e su cui gettarsi per sveltine quando nel corso della notte si svegli col cazzetto duro. Si butta su letto. Accende la televisione. Si fa poi una sega sotto la doccia.

Domenica, 11 febbraio 2007. Il pidocchiotto, quando esce, continua a muoversi con un bastone metallico che batte al suolo e lascia la porta aperta per permettere a pidocchi di entrare e di uscire. Continua infatti il transito di pidocchi dalla sua stanza ad altre stanze. Siccome, la stanza della mignotta-pidocchia ha una porta con apertura troppo rumorosa, i Lin hanno dato loro altre stanze. Comunque, da sabato tardo pomeriggio hanno smesso le battiture. Continuano solo con colpi occasionali, come fosse “il vento”, ma sono differenti “dal vento”.

Domenica 11 febbraio 2007, poco dopo che sono rientrato dai miei affari fuori (ero uscito verso sera del giorno prima, perché avevo cose mie da fare fuori dal quel manicomio, lasciando il simulatore di presenza), ecco, che verso le 14:45, la paurosa Lin viene su perché il pidocchiotto dice d’essersi trovato non so quale polvere sul suolo della stanza. Ieri ed oggi c’è stato vento, in certi momenti anche forte. Le paranoie dei pidocchi sono in rapido incremento. Si sentono sotto aggressione da tutte le parti ed in tutti i modi. Capirò poi che, sempre più ossesso depresso ed in preda a manie di persecuzione, sia il pidocchio voleva andarsene che le milizie parallele volevano se ne andasse per avere la stanza libera per le loro demenze.

Senza occuparmi delle polveri del pidocchiotto, dico alla paurosa Lin di entrare da me ed accomodarsi. Sebbene ci siano due fuori (il pidocchotto con un altro operaio della sua ditta), lei ha paura. Mi chiede ripetutamente, ansiosa, agitatissima, che problema ci sia. Le dico che non c’è alcun problema. Le dico che è lei che deve dirmi che problema ha fin dal primo giorno. Le dico pure che è una ladra. Chiama la sorella tornata dall’Australia. Una pidocchia operativa, sul tipo ossesso incarognito con aria da tria, che fino ad ora aveva cercato di non farsi vedere da me: è così che si guadagnano, nelle Cine, le borse di studio per l’estero! Vorrebbero fare discussioni. Dico di chiedere a sua sorella che sa tutto, che il resto sono tutte fandonie. Le dico e ridico e sua sorella ha problemi e che è una ladra. Che chieda a lei, che le spiegherà tutto. Ma tutti sanno già tutto. La sorella mi dice pure che dal mese prossimo hann già affittato ad altri. Le dico che è una balla, che ho il foglio di sua sorella. Che dunque resto fino a maggio, ...almeno. Sgomento. A loro continuare nelle attività pidocchiesche o smettere. Continueranno. Gli ossessi non possono non continuare. Loro sono il problema, non certo io. Alla fine m’avvicino all’orecchio della paurosa Lin e le dico che la amo. E chiudo la porta. In realtà tutti hanno sentito. Infatti, poi, ironizzano che prima gli abbia dato della ladra e poi le abbia detto che la amo. Che me ne frega ...sono livelli differenti. ...a parte che la stessa paurosa Lin è così avvitata nell’auto-immerdamento della demenza... Continuano a parlottare.

Come conseguenza di questa “polvere”, alle 15:45, con alcuni della sua ditta, una ditta qui di fianco, il pidocchiotto trasloca fuori dall’edificio. Trasloco terminato, almeno la parte in uscita da qui, con furgone della sua ditta, targato 2V4-101, dà le chiavi alla paurosa Lin che li segue dalla stanza al furgone l’ultimo viaggio del trasloco, non appena hanno caricato tutto sul furgone. Così, possono usare la stanza liberamente per le attività pidocchiesche con operativi anche senza bisogno di copertura. Comunque, ormai hanno fatto pratica ad operare da sotto, sebbene sia vieppiù scomodo, ed anche non davvero efficace, per loro, battere da sotto. ...se mentre scrivo o studio mi metto io a tamburellare di calcagni in qualche punto vuoto del pavimento... Per il momento, continua la stasi d’attività pidocchiesca, colpi finti occasionali a parte. Ne staranno pensando qualche d’un altra.

Per ora, il pidocchiotto dà le chiavi alla paurosa Lin e la paurosa Lin, o di sua iniziativa o su decisione “familiare”, mi stacca Internet. Devono averlo fatto di rabbia e con danno, perché poi devono “chiamare il tecnico”, ...così dicono. Rifunzionerà solo il giorno dopo verso le 15:30. Fugge sgomenta ed ossessivamente ansiosa quando la mattina di lunedì 12 febbraio, prima delle 8:00, allo spegnimento della caldaia, le dico, dalla porta e poi dalla finestra delle scale, che sono proprio pazzi e malati, che non è possibile non se ne rendano conto. La chiamano, nelle società mafiose, coma la cinese “la famiglia”. Tutte le demenze avvengono nel nome della “famiglia”, cui nessuno può sottrarsi. Siccome, Il Potere può distruggere “la famiglia”, i componenti “la famiglia” devono, per solidarietà di famiglia, assoggettarsi alle demenze ed ossessioni del Potere. Credono, così, di deresponsabilizzarsi. Ma sono loro, uno per uno, che vivono da pidocchi ossessi autodannandosi.

Alle 17 di domenica 11 febbraio, quando vengono ad accendere l’acqua, mi lasciano un biglietto che la paurosa Lin non è la proprietaria per cui me ne devo andare il 28 febbraio 2007 e si firmano “il proprietario”. È la solita sorella o pseudo sorella ritornata dall’Australia già da tempo e che restava a far la pidocchia operativa nell’ombra. Non ha nessun valore legale, ora, un biglietto firmato “il proprietario”, visto che è lei, la paurosa Lin, la delegata dal proprietario, chiunque esso sia. Se non fosse valida la proroga, non sarebbe valido neppure il contratto di base. Intanto hanno staccato Internet, da quando il pidocchiotto ha finito il trasloco. Hanno qualche “grande” piano. Ricominciano i colpi: un colpone di fianco, non un rumore esterno, né “il vento”, un colpone menato d’affianco sia esso sotto o qui. No, non è qui. È sotto. Devono avere qualche corpo contundente che fa massa. Qui la porta affianco era stata lasciata aperta. La ho chiusa. Fanno più rumore se devono entrare od uscire. Comunque nessuno è entrato ed uscito, e non c’è nessuno dentro. Avevo lasciato sulla porta della caldaia un biglietto che non c’era la connessione Internet. Lo hanno lasciano lì. Hanno proprio dei grandi piani: prendermi per Internet e per grandi colpi contro muri. Infatti, non avevano acceso la luce delle scale. Quando non accendono la luce delle scale e la porta affianco è aperta è perché la mignotta-pidocchia od, ora che lei è sempre più malata, altri ed altre devono entrare ad operare, nell’una o nell’altra stanza qui o sotto. Infatti, l’istruttore all’apparecchio di guardonaggio-origlionaggio sotto è in piena attività e manda istruzioni all’uno od all’altro. Poi, frustrato dall’inconcludenza del suo guardonare e del suo mandare istruzioni, si fa delle sveltine con la mignotta-pidocchia. Dopo, tutto tace a notte fonda e tutti sembrano spariti. ...Salvo qualche occasionale tonfo.

La mattina di lunedì 12 febbraio, poco dopo che mi ero fatto la sceneggiata quando la paurosa Lin era salita per spegnere la caldaia, scendo. Tra le otto e le nove, meno di un’ora ma un bel pezzo di tempo, la paurosa Lin, sulla porta dell’ufficio, insiste che lei non sa nulla, non vuole sapere nulla, non abita lì. Ero in realtà andato soprattutto per Internet dopo che, al controllo caldaia, la purosa Lin era fuggita agitatissima per la scale tra me che le chiedevo dalla finestra. Mi dice che Internet, l’Adsl, la devono venire a riparare in giornata. Strana rottura una connessione che salta nel momento giusto che quello affianco le dà le chiavi e lei va nell’ufficio. Le chiedo insistentemente, ripetitivamente, perché lei faccia quelle cose. Non risponde. Non sa rispondere. Dice che non sa nulla. Dice pure che non vuol sapere nulla. Poi mi chiede una cosa senza senso, se io voglia andare nella stanza sotto a questa. La stanza sotto è buia, senza finestre. È affianco alla stanza della mingotta-pidocchia e potrebbero pure dedicarsi alle battiture da sopra. Vengono loro le idee più strambe! Perché dovrei facilitare loro il lavoro?! ...trasferirmi in una stanza cieca, perché loro possano battere da sopra. Cambiare e solo in peggio. Che battano da dove vogliono, ma mi tengo la mia stanza con le finestre esterne, pur non grandi. Più impazziscono che non riescono neppure a fare lo standard minimo, a parte che me ne fregherei e resisterei lo stesso, meglio è! Glielo dico che chi veniva tutto il giorno e la notte a battere affianco era la mignotta del quinto [quinto cinese], cioè affianco sotto. Finge di non sentire. Ed insisto pure che lei lo sa e lo deve ben sapere. Alle sue insistenze che lei non è la proprietaria e che quello che mi ha dato non è un contratto, le dico che conosco la legge e che se vogliono andare in tribunale vadano pure. Se mi hanno dato un solo foglio, sia pure esso una ricevuta, esso è l’equivalente di un contratto e quello che è scritto su esso fa legge. Insiste col ritornello che da quando sono arrivato io succedono strane cose. Ed io insisto che fanno tutto loro, che io non faccio proprio nulla. Quando alla fine le dico che la amo e le mando un bacio si guarda attorno-di fronte dove evidentemente c’è qualche madama invidiosa (è già capitata tra i piedi quando parlavo con la paurosa Lin nel suo ufficio) che guardona e poi le va a chiedere ed a criticare parlando in taiwanese.

Intanto, sotto affianco riprendono servizio. Appena mi metto a dormire, prima d’andare a scuola, le nostre apparechhiature segnalano una ripresa di ticchetti e tonfi. Io dormo lo stesso. Loro sono tutte prese e presi dalla masturbazione dei muri, con la frustrazione supplementare che operare verso l’alto non è proprio il loro ideale.

Lunedì 12 febbraio, alle 15:30, la paurosa Lin e l’altra sorella o pseudo sorella tornata dall’Australia vengono a pulire la stanza affianco. Nuovi pidocchi della psicopolizia segreta della “grande” “civilizzazione” “millenaria” dei tic-tic, toc-toc, tunf-tunf, in arrivo. Infatti le due lavorano di martello e d’olio per rendere non rumorose la porta della caldaia così come le porte della stanza affianco. Inutile.

Due altre settimane d’ossesso, due altre settimane di tortura-linciaggio bianchi, sono passate.

J37-351
SSG-723