Chinese Asylums 10. Taiwan. Taichung. 12/02-24/02/2007. Tortura bianca in 篤行路85號 in crisi. I torturatori si riorganizzano
by Georg Rukacs
Lunedì, 12 febbraio 2007.
Al pomeriggio la paurosa Lin, con la cugina LinaTin (la dottora, dice lei, che preferisce fare l’inserviente nelle proprietà della famiglia e godersi le gioie del guardonaggio e toc-toc tic-tic contro muri e pavimenti), ha pulito la stanza affianco. Siccome nessuno l’ha visitata per affittarla, l’hanno preparata perché sia subito pronta se i dementi ossessi della psicopolizia segreta la esigano.
Alle 19:15 la mignotta-pidocchia 徐瑋君 esce, ma resta in appostamento il guardonatore-origliatore nella sua stanza, quella affianco-sotto alla mia.
Quando la mignotta-pidocchia esce, è per poi tornare a questo piano. O così almeno è stato da quando sono arrivato qui. Venisse in diretta, quando io sono qui, si sentirebbe il rumore, un quasi fracasso che fa lei quando apre la sua porta e che in genere mi induce a dare un’occhiata e poi a stare in allerta, compatibilmente con quello che sto facendo.
Martedì, 13 febbraio 2007. La paurosa Lin viene in ritardo ad accendere l’acqua calda, verso le 17:25, uscendo dalla stanza della mignotta-pidocchia, quella sotto-affianco. La cugina LinaTin sarà stata promossa guardonatrice-origliatrice e lei battitrice di muri? Vedremo. Ha stranamente acceso non solo la luce sotto, che spesso lasciano spenta, alle 17:00, per permettere cambi di pidocchi sotto, ma perfino la luce qui di fronte a me ed alla caldaia dell’acqua e pure l’altra del corridoio dall’altra parte che sono restate accese. Le due qui le ho poi spente io alle 19:35. Sarà che ho aperto e subito chiuso la finestra che dà sulle scale proprio mentre da sotto saliva qui. Si dev’essere spaventata. La luci le avranno dato un po’ di conforto e poi nella fretta di fuggire le ha lasciate accese. Oppure, hanno grandi piani per la notte. No, i cinesi non si sbagliano mai in queste cose. Se accendono le luci, o se non le accendono, è funzionale al loro lavoro di pidocchi da tortura.
Alle 18:30, ai rintocchi musicali del camion della spazzatura, la mignotta-pidocchia s’accorge sgomenta e un po’ divertita che le manca l’immondizia. Chiede al dirimpettaio, in fondo all’altro, anch’esso non lungo, corridoio. Poi telefona alle Lin: “Ho perso l’immondizia. Era qui. Non so che fine abbia fatto!” Loro dicono che non ne sanno nulla. Od, almeno, lo dice quella al telefono. Altra Lin si sarà stufata di vedere un sacchetto, pur in posizione non ostruttiva, nel corridoio e l’avrà rimosso per metterlo in qualche altro più grande d’immondizia. Tuttavia, in questo caseggiato, l’immondizia è cosa individuale. Nella città ci sono ditte differenti, forse anche una pubblica, per l’immondizia. Qui non c’è un contenitore, od una fila di contenitori secondo distinzioni ecologiche, in cui lasciarla e da cui venga poi rimossa da ditte forse private. Arriva in zona un camion con la musica. Tutti coloro che credono si presentano col loro sacchettino o sacchettone che viene preso. Forse è il servizio pubblico, per chi non abbia sottoscritto altri servizi. Infatti i palazzoni sù, ma anche altri, hanno un cassone che poi viene periodicamente svuotato da ditte varie. Quelle ditte non hanno in effetti bisogno della musichetta per segnalare ai singoli di recarsi al camion per consegnare la loro immondizia individuale. Personalmente, non avendo grande produzione d’immondizia, quando ho qualcosa non eliminabile nel gabinetto, o porto il sacchettino a scuola o in qualche raro cassone pressoché sulla strada che ho individuato lungo il percorso per la scuola. C’è sempre la possibilità di lasciare un sacchettino con l’immondizia all’interno dei supermercati, prima di entrare nello spazio vendite-acquisti, od anche nei McDonald’s volendo. Nei grandi supermercati c’è sempre una qualche area, anche più d’una, per sedersi a mangiare, od anche solo a riposare, e con contenitore rifiuti. Se uno ha immondizia del tipo di contenitori d’uova, penne finite, altre piccole plastiche, quando va a fare acquisti, lascia quei piccoli rifiuti accumulatisi dalla volta precedente. Della serie: “compro e lascio i vuoti della volta prima.”
Colpi incerti durante la giornata, davvero leggeri se erano intenzionali.
La mignotta-pidocchia esce alle 19:05, senza chiudere a chiave sembrerebbe.
No le luci, non le aveva lasciate accese per caso la paurosa Lin. I pidocchi in servizio di Stato e paraStato obbediscono agli ordini. Infatti, alle 20:40, la paurosa Lin arriva con uno di mezza età della psicopolizia segreta [ha una Mitsubishi 7Q-7802 2000 GLX con una scritta sulla carrozzeria FREECA] che trova le luci spente e me con la porta aperta e la finestra che dà sulle scale pure. Per cui, gli fa appena vedere il corridoio dai due lati, e poi scendono facendo meno rumore possibile. Scendono entrambi per le scale interne, quelle che portano al loro ufficio. Non è un comune cliente venuto a vedere le stanze, che infatti non guarda. Stanno riorganizzando la logistica dello spionaggio-guardonaggio con tortura-linciaggio bianchi. È il mafioso di Stato criminale che ha rilevato l’altro magnaccia della psicopolizia segreta che aveva iniziato il lavoro di tortura-linciaggio qui e che era a parlare con la paurosa Lin la mattina stessa che sono arrivato qui. E la famiglia Lin coopera pienamenti coi delinquenti di Stato del servizio torture-linciaggi bianchi. Particolarmente la paurosa Lin che spergiurava e spergiura di non sapere nulla di nulla. Ma già il primo giorno che ero arrivato qui, la avevo appunto vista con uno sbrirro della psicopolizia segreta che la investiva miliziana capa di quella grande operazione patriottica di liquidazione tramite battitura muri.
Senonché, verso le 21, arriva, accompagnato su dalla paurosa Lin, un giapponese con cui dovevo fare due chiacchiere. Esco un attimo con lui e gli addito, passando davanti all’ufficio dei Lin, lo sbirro della psicopolizia segreta [quello con la Mitsubishi 7Q-7802 2000 GLX con una scritta sulla carrozzeria FREECA] che parla con la paurosa Lin. Sia lei che lo sbirro agitatissimi mi vedono che li addito. È quanto volevo. I criminali temono sempre la pubblicità. Dunque, bene fargliela.
Rientro verso le 23:00.
Tra mezzanotte e l’una, la mignotta-pidocchia ha un crollo. Sente le voci. Non che prima stesse bene. Il lavoro della mignotta-pidocchia di Stato aggrava tutte le sindromi pre-esistenti nei pidocchi e ne produce di nuove. Già da tempo è in terapie varie. Il 23 gennaio 2007, ne inizia un’altra. Prima erano iniezioni. Ora, alle iniezioni ha aggiunto 3 pozioni tre volte al giorno mezz’ora prima dei pasti. Per 17 giorni, per ora. Sono per altri squilibri psicofisici prodotti dalle sue demenze e dalle sue attività ossesse. Problemi di stomaco con radici psichiche. Tanto s’era esaltata i primi giorni di battiture, il primo gennaio ed i successivi, tanto poi s’era progressivamente depressa. Come un po’ tutti, qui, ...un po’ tutti i miliziani e la loro area di sostegno. Gli altri non hanno danni. Tra l’altro, il lavoro di mignotta di Stato produce grandi passaggi di soldi nelle sue mani. 2,572,000 taibi nel 2006. Il cambio taibi-euro è, il 14 febbraio 2007, attorno ai 43 taibi per un euro. 2,572,000 taibi sarebbero oggi 59,814 euro. Un 60,000 euro, per buttare lì una cifra tonda. Una cifra enorme a Taiwan, dove un operaio magari guadagna sui 20,000 taibi al mese ed un buon stipendio d’un insegnante taiwanese è sui 30,000 taibì al mese.
Dunque nella notte tra martedì 13 e mercoledì 14 febbraio 2007, la mignotta-pidocchia ha un crollo. Lei che passava notte giorni ridente a battere muri si sveglia di soprassalto perché si sente colpita da colpi rumorici sulla testa. Corre fuori. Va al piano si sopra. Silenzio assoluto. Allora corre a telefonare alle Lin. Poi corre sotto da loro. I Lin vengono su silenziosi e si schierano per cogliere la fonte dei rumori. Nulla, a parte battiture dalla stanza della mignotta-pidocchia che naturalmente non sentono. Le sentono, ma non le sentono.
Mercoledì, 14 febbraio 2007. Al mattino, solo qualche tonfo dalla stanza della mignotta-pidocchia, che poi se ne esce, come al solito, un po’ prima delle 11:30, lasciando i soliti in appostamento guardonaggio-origlionaggio ed eventuale occasionale tonfeggio di muri.
Verso le 19 la mignotta-pidocchia esce lasciando altri nella stanza. Una ragazzetta era entrata poco prima. L’avevo incontrata mentre tornavo e parcheggiavo la bicicletta. Poi c’era la Lin con un operaio. Sarà stato per qualche intervento per permettere loro di guardonare-origliare e battere meglio i muri. ...Avranno spaccato qualcosa.
Qualche forte tonfo singolo come casuale, ma non lo è.
Giovedì, 15 febbraio 2007. La mignotta-pidocchia ritorna verso le 8:10, dalle 19 che era uscita la sera prima. Si fa un 12 ore di mignotteria e di tortura da camera altrove. Dopo un mese di insuccessi qui, nel suo lavoro di tortura bianca, era passata dall’esaltazione iniziale allo scoppio totale. La sua stanza qui è la copertura per altri, anche se, da sotto possono fare poco. Possono fare poco pure dal sottotetto sopra, che è in larga parte quasi vuoto sopra le controsoffittature, non comunque in grado di sostenere dei pidocchi cinesi o taiwanesi, né loro colpi troppo forti.
La mignotta-pidocchia esce, come sempre, verso le 11:15.
La mignotta-pidocchia torna verso le 18:30.
Battiture sottili appena faccio finta di dormire.
Alle 19:05, esce un pidocchio dalla sua stanza, forse quello che abita sulla stesso piano esattamente di fronte, all’altro capo del corridoio.
Il pidocchio uscito dalla sua stanza rientra nella stessa alle 19:15.
19:50, la mignotta-pidocchia esce in tenuta sciatta.
Alle 18:29, Matt di Go-Asia e della mia università “city-campus”, via email mi offre un lavoro da un conoscente per gestire il suo traffico di contatti commerciali Taiwan-Italia. La vedo e rispondo di no alle 18:56. Matt fa parte, con la moglie, Jennifer Wu, del network cino-inglés di maniaci aguzzini. Non si accettano offerte da chi vuole fregarti. La prima casa con tortura delle milizie parallele a Taichung me l’hanno trovata loro.
La sera me ne esco, fino al giorno dopo.
Venerdì, 16 febbraio 2007. Quando rientro guardo la strumentazione. Il simulatore di presenza che avevo acceso lancia il messaggio che sia andato a dormire verso le 23:00 di giovedì. Dalla stanza della mignotta-pidocchia, sotto affianco, iniziano ticchettii saltuari come casuali. Ma la nostra strumentazione li dà come intenzionali da parte di pidocchi ossessi che usano la strumentazione di guardonaggio. Quando all’una, nella stanza della mignotta-pidocchia, vanno a dormire ecco che cominciano loro, per demenza progressiva galoppante, a sentir ticchettarsi la testa vuota. Si sentono dei sottili rimbombi direttamente dentro la crapa vuota. Escono dalla stanza. È tutto buio. Nessun rumore da nessuna parte. Chiamano i Lin, che evidentemente i pidocchi possono importunare a mobilitare a qualunque ora. ...tra pidocchi in teatro d’operazioni... Nessuno sente nulla. Eppure dalla stanza della mignotta-pidocchia continuano a sentirsi la testa rimbombare di ticchetti. Più tardi piove. Ticchettii di pioggia. I pidocchi non sentono la pioggia ma si sentono questi ticchetti che li demoliscono.
La mattina, la paurosa Lin viene a spegnere la caldaia dell’acqua tardi, alle 8:30. Sarà perché l’hanno obbligata a svegliarsi ed a vigilare durante la notte per le ossessioni che ormai montano incontrollabili nelle loro crape vuote di dementi ossessi. Alle 9:30 l’acqua è freddissima. Evidentemente tra pidocchi ossessi, si svuotano l’acqua calda anche se essa viene staccata in ritardo sull’orario solito. Devono dimostrare che “lo straniero” è fonte solo di danni. Siamo al livello che se lo tagliano per dire che è colpa “dello straniero”, “di quello straniero”. S’ammazzano per dire che “lo straniero” li danneggia.
Verso le solite 11:10-11:15, la mignotta-pidocchia esce, con passo tra lo spastico e l’incazzereccio.
Alle 18:25, la mignotta-pidocchia torna.
Alle 19:15, la mignotta-pidocchia esce con degli oggetti pesanti. La strumentazione che dà alla responsabile di tutto, la paurosa Lin che non sa dire no alle intimazioni della famiglia Lin, presso cui vive con la madre, e dei mafiosi di Stato.
Qualche botto occasionale contro il muro sia la sera di venerdì (uno forse verso le 22:40) che la mattina di sabato 17 febbraio 2007 (almeno dei colpi secchi verso le 9:15). Tuttavia apparentemente non c’è una attività sistematica.
Sabato 17 febbraio 2007 è l’ultimo dell’anno cinese. Domenica 18 febbraio 2007 è il capodanno cinese. S’apre l’anno del maiale. Non hanno un anno del pidocchio. Lo è sempre.
Tutto deserto. Solo qualche stoccata da due piani sotto a me dove ci sono due in una stanza cieca. Tutti gli altri dell’edificio sono a casa dalle famiglie. Li hanno messi lì, una con uno od altri a protezione della porta che porta in casa Lin e per guardonaggio-tortura anche se da due piani sotto è proprio difficile. Possono solo guardonare un po’ (gli strumenti hanno quella portata) e fare qualche tonfo.
Martedì 20 febbraio, alle 17:20, incontro la paurosa Lin che esce dalla scala dietro. In casa non c’è nessuno, sono tutti nel luogo nativo o in giro a salutare parenti, e lei controlla i vari edifici della famiglia. Per cui non usa la scala interna, dovendo andare in altri loro edifici. Mi guarda stupita e mi saluta due volte chiedendosi “ma è lui?”, perché sente le voci. Era salita ad accendere la caldaia dell’acqua e credeva fossi nella stanza. Mi aveva sentito. Ma io non c’ero. Appunto, l’ho incontrata sotto mentre usciva dall’edificio per la via normale, non per quella interna loro. Evidentemente doveva andare in un altro loro edificio che hanno di fronte all’ufficio, per cui trovava più pratico uscire da lì. O sono cambiamenti dovuti al periodo di festa.
Infatti, sono alcuni giorni che non c’è strumentazione di guardonaggio attiva (o forse l’accendono solo occasionalmente, dato che non c’è più, da qualche giorno, la postazione permamente) e senza battiture sistematiche. Spesso senza neppure battiture occasionali. È il fine anno e capodanno cinese [17-18 febbraio 2007] con connessi giorni dei saluti ai parenti, per cui è una settimana che si rivitalizza solo verso la fine.
I pidocchi della psicopolizia ossesso-maniacale sono a corto di pidocchi. Gli stessi pidocchi (ne era restata poi una) ed altri dell’edificio sono via, a casa, o chissà dove. Quello affianco a me se ne era andato distrutto. Gli esterni non sono poi più venuti. Avevano continuato un po’ affianco sotto, poi avevano smesso, prima quasi del tutto, negli ultimi giorni del tutto.
Verso la fine di questa settimana di festività, sabato, 24 febbraio 2007, un magnaccia della psicopolizia mianiacal-ossessa [quello con la Mitsubishi 7Q-7802 2000 GLX con una scritta sulla carrozzeria FREECA] riviene qui per la ripresa delle attivita. Tra le 12:30 le 15:30 se ne sta qui, parla, ispeziona, parla ancora per convincere ed istruire come portare avanti una tortura stavolta irresistibile. Un po’ prima dell’una viene sopra, al mio piano, con la paurosa Lin, dove già era venuto martedì 13 febbraio 2007 alle 20:40 a dare un’occhiata. È uno di mezza età, con aria ed atteggiamenti disgustosi, che si esalta e cerca di esaltare gli altri con fantasticherie sulla “grande Cina” o sulla “nostra Taiwan” o su “questa nostra Asia”, a seconda del pubblico con cui lui, levigato magnaccia, ha a che fare per poi proporre ...guardonaggio-origlionaggio con strumentazione illegale (illegale se usata da privati e senza autorizzazioni giudiziarie od altre, come viene appunto usata da queste milizie naziamoiste anche quando usino occasionalmente sbrirri in servizio) che solo i governi hanno e tortura-linciaggio del sonno e della veglia. Già la volta prima, era salito dalla scala interna ed era andato come ospite di riguardo nei divani tra l’ufficio-ufficio (una vecchia scrivania in legno con dietro un manifesto d’un centro d’inglese in una università australiana) e la casa al pian terreno dei Lin. Sì, uno di quegli strani uffici alla casalinga alla cinese ed alla taiwanese. La volta che il mafioso demente ossesso di Stato era avenuto prima aveva solo dato un occhiata al corridoio ed alla posizione delle due stanze affianco alla mia, una a destra dello sbocco delle scale salendo, l’altra a sinistra dopo la mia. Questa volta è invece salito con la scala, a controllare la possibilità di andare sul sottotetto. O forse a controllare l’impossibilità di andare sul sottotetto. Ne ha comunque approfittato per tagliarmi l’acqua calda che si chiude appunto da lì, per ciò che riguarda la mia stanza. Ha infatti ordinato ai Lin che devono assolutamente obbligarmi cambiare stanza ed andare al piano di sotto. L’aveva già detto loro la prima volta, ma loro hanno riferito che lo dico loro che non vedo ragione di cambiare stanza, ed andare pure in una stanza senza finestre, solo perché loro sono dementi ossessi od al servizio di dementi ossessi di Stato e paraStato.
Siccome sono sceso a guardali mentre parlottavano, e pure ad ascoltarli, un po’, con la nostra strumentazione, e facendomi ben vedere che li guardavo, i Lin sono quanto mai nervosi. Pure la madre di TinaLin e moglie del vecchio Lin, una tozza, ossessa e disgustosa, s’era poi unità chiassosa e ciarliera ai festeggiamenti per quel grande mafioso di Stato in missione guardonaggio e tortura-linciaggio. Quando sono andato fuori per alcune ore, ne devono avere approfittato per andare nella stanza affianco dall’altra parte della scala, dove dopo la venuta del pidocchio-magnaccia avevano lasciato la scala metallica. È una scala che rovina i pavimenti delle stanze se usata nella stanze. Scivola pure sul pavimento se non viene tenuta. È infatti una scala per altri usi. È una stanza dove non c’è neppure il materasso sul letto, letto che consiste, come nelle altre stanze di due banconi di legno. Andate nelle stanza affianco dall’altro lato della scala, devono avere danneggiato delle cose del gabinetto. Devono avere buttato per terra il coperchio in ceramica dello sciacquone che cadendo ha pure danneggiato il bordo del vaso del gabinetto.
Poi sono salite la pauraosa Lin e TinaLin. Oppure l’avevano spaccato loro ed hanno fatto la sceneggiata. O l’ha spaccato altra od altro. Hanno chiamato la madre, la madre della TinaLin e di WinnieLin, non della paurosa Lin, che del resto chiama il vecchio Lin zio e lui la chiama nipote. La madre/zia s’è messa ad urlare con me che dovevo essere stato io. Le ho detto che avevano dato la chiave a così tanta gente per le loro demenze di tic-tic toc-toc che non significava nulla che fossi l’unico presente, come lei diceva. Non era comunque vero che ci fossi solo io. E poi loro che ne sanno di chi viene e di chi va?
Voleva insomma che dicessi che ero stato io. Ha poi chiamato la polizia che ha usato pure per cercare di farmi dire che dovevo andare via il 28 febbraio 2007. La polizia ha guardato, m’ha chiamato. M’ha chiesto se avessi bevuto. Non bevo mai, li ho invitati a controllare. Glielo avranno detto loro: è lo stereotipo che i dementi ossessi hanno dell’“americano”. Quando al dover andare via il 28 febbraio ho fatto vedere loro che avevo una proproga fino a fine maggio. La madre/zia cercava di protestare, urlava ossessa, voleva m’arrestassero, mi fucilassero, mi espellessero da Taiwan. Ma loro, i due poliziotti, hanno fatto presente che c’è una legge, che non possono stare dietro alle accuse buttate lì da qualcuno. Hanno cercato di farmi dire pure dai poliziotti che dovevo cambiare stanza, andare sotto, perché c’era poco acqua, perché dovevano fare delle riparazioni. Ho invitato loro a raccontare ai poliziotti che la loro attività è organizzare i tic-tic toc-toc su mandato d’un ufficio dementi ossessi del loro governo, per cui volevano andassi sotto solo perché dato che non me ne fragava nulla battessero d’affianco, avrebbero voluto battere da sopra. Non me ne fregherebbe neppure da sopra. Disturberebbero tutti gli altri sul piano e sotto, non me. Poi, quando le due Lin sono venute a mettere il lucchetto al portello del sottotetto [devono andare sul sottotetto per altra via per cui lo vogliono chiudere a me], la paurosa Lin, in depressione acuta, mi ha detto che l’acqua la vengono a mettere a posto domani. Infatti, poi, non è venuto nessuno. L’acqua calda mia l’hanno chiusa loro, e poi hanno nascosto la scala (nella stanza affianco dall’altra parte delle scale) e messo il lucchetto alla botola che va sul sotto tetto, dove passa il tubo della mia acqua calda, e dove si può chiudere o meno. Era una balla come sempre, quando l’avevano usata come scusa perché andassi chissà dove. La stanza sotto è senza finestre. Dovessero mai fare delle riparazioni al bagno, ma è un’altra balla, non c’è nulla da riparare, le possono fare con me dentro. Poi, i poliziotti se ne sono andati. Siccome la avevo provocata in continuazione, la TinaLin, la dottora [in guardonaggio e tortura bianca da camera?!] dice lei, era sbottata che loro vogliono uno si goda il soggiorno qui [con la tortura-linciaggio da lei e loro organizzata! In effetti c’è da spanciarsi dal ridere!], per cui se uno non se lo gode che se ne vata, le ho buttato in faccia che se non le piace se ne vada lei, che Taiwan non è sua ma è mia. A quest’ultima affermazione, i torturatori ossessi hanno sempre delle brutte reazioni. Lo ha infatti preso con volto che le si incupiva di rabbia ed anche con un moto represso di rabbia. Da qualche giorno la guardo in modo apertamente sprezzante e le dico di rivenire a far toc-toc- che è il suo lavoro. Lei nega con sempre meno forza ed arrossisce.
Alle 22:00, sempre di sabato 24 febbraio 2007, vengono la paurosa Lin e TinaLin per mettere un lucchetto chiudibile e lo chiudono, serrando così il portello che dà sul sottotetto. Devono salire sul sottotetto da una stanza, oppure da edifici affianco, come da istruzioni del maniaco della psicopolizia e non vogliono interferenze, non vogliano che altri [io] possano andare sul sottotetto attraverso il portello e soprenderli. Hanno pure paura che io possa andare sul sottotetto e da lì altrove. Sul sottotetto hanno infatti acceso le luci. Prima lo chiudono. Poi accendono le luci del sottotetto deserto e largamenbte inagibile. Dopo aver loro buttato lì se dovessero andare sul sottotetto a fare toc-toc (ma lo so che è per quello, è tutto il lavoro di preparazione dopo che oggi è passato lo sbritto magnaccia demente ossesso), ho chiesto loro che ci facesse la scala di là, nella stanza affianco dall’altra parte delle scale. Hanno detto che deve restare di là. Appunto, stanno seguendo le istruzioni dello sbrirro magnaccia demente ossesso per la tortura-linciaggio andando sul sottotetto che è in parte minima solido e poi ha le soffittatura di sotto dove non possono in realtà camminare perché non reggono il peso. Vogliono battere sopra di me con delle cose, e costruire il loro soliti marchingegni da dementi. È una parte in legno, o materiali simili, che se battono rimbomba dappertutto e tutti sentono, anche attorno.
Durante la notte tra sabato e domenica, attorno all’una, c’era già un nutrito gruppo di pidocchi nell’edificio, due piani sotto, per prendere servizio nel soffitto, nel sottotetto e nelle stanze affianco. Pioveva. Il ticchettio della pioggia, e poi proprio sul tetto, sopra la loro testa, li avrebbe fatti impazzire. Inoltre, avrebbe vanificato un qualche loro ticchettio sopra di me, dove oltre ai quadretti di controsoffittatura c’è, con qualche spazio bucato, una struttura leggera in legno formicato. Può darsi anche qualcos’altro sia successo. Se ne sono poi andati senza salire al piano, né nel sottotetto. Hanno visto che, se succede qualche incidente, la polizia in divisa non è che sia ai loro ordini di pidocchietti di mafiosi governativi e paragovernativi.
Domenica, 25 febbraio 2007, verso mezzogiorno un bel tonfo al muro, da sotto per dire che sono tornati. Dieci minuti dopo torna, dopo giorni d’assenza, per subito riuscire in tenuta da scampagnata sebbene sia giornata tendenzialmente piovosa, quello in fondo al corridoio dall’altra parte. Racconteranno, quando stanotte tornerà, anche a lui che non c’è più l’acqua calda, se non un filino, e che deve traslocare in una stanza senza finestre, oppure riapriranno i rubinetti delle tubature?! E poi all’altro affianco a lui?! Mannò, hanno chiuso solo la mia.
Sono le 15:30. Devo uscire. La domenica è ancora lunga ed i dementi ossessi sempre ossessionati dallo straniero, da quello straniero. Lo sapranno loro perché... Anch’io lo so. Perché sono pidocchi ossessi.
by Georg Rukacs
Lunedì, 12 febbraio 2007.
Al pomeriggio la paurosa Lin, con la cugina LinaTin (la dottora, dice lei, che preferisce fare l’inserviente nelle proprietà della famiglia e godersi le gioie del guardonaggio e toc-toc tic-tic contro muri e pavimenti), ha pulito la stanza affianco. Siccome nessuno l’ha visitata per affittarla, l’hanno preparata perché sia subito pronta se i dementi ossessi della psicopolizia segreta la esigano.
Alle 19:15 la mignotta-pidocchia 徐瑋君 esce, ma resta in appostamento il guardonatore-origliatore nella sua stanza, quella affianco-sotto alla mia.
Quando la mignotta-pidocchia esce, è per poi tornare a questo piano. O così almeno è stato da quando sono arrivato qui. Venisse in diretta, quando io sono qui, si sentirebbe il rumore, un quasi fracasso che fa lei quando apre la sua porta e che in genere mi induce a dare un’occhiata e poi a stare in allerta, compatibilmente con quello che sto facendo.
Martedì, 13 febbraio 2007. La paurosa Lin viene in ritardo ad accendere l’acqua calda, verso le 17:25, uscendo dalla stanza della mignotta-pidocchia, quella sotto-affianco. La cugina LinaTin sarà stata promossa guardonatrice-origliatrice e lei battitrice di muri? Vedremo. Ha stranamente acceso non solo la luce sotto, che spesso lasciano spenta, alle 17:00, per permettere cambi di pidocchi sotto, ma perfino la luce qui di fronte a me ed alla caldaia dell’acqua e pure l’altra del corridoio dall’altra parte che sono restate accese. Le due qui le ho poi spente io alle 19:35. Sarà che ho aperto e subito chiuso la finestra che dà sulle scale proprio mentre da sotto saliva qui. Si dev’essere spaventata. La luci le avranno dato un po’ di conforto e poi nella fretta di fuggire le ha lasciate accese. Oppure, hanno grandi piani per la notte. No, i cinesi non si sbagliano mai in queste cose. Se accendono le luci, o se non le accendono, è funzionale al loro lavoro di pidocchi da tortura.
Alle 18:30, ai rintocchi musicali del camion della spazzatura, la mignotta-pidocchia s’accorge sgomenta e un po’ divertita che le manca l’immondizia. Chiede al dirimpettaio, in fondo all’altro, anch’esso non lungo, corridoio. Poi telefona alle Lin: “Ho perso l’immondizia. Era qui. Non so che fine abbia fatto!” Loro dicono che non ne sanno nulla. Od, almeno, lo dice quella al telefono. Altra Lin si sarà stufata di vedere un sacchetto, pur in posizione non ostruttiva, nel corridoio e l’avrà rimosso per metterlo in qualche altro più grande d’immondizia. Tuttavia, in questo caseggiato, l’immondizia è cosa individuale. Nella città ci sono ditte differenti, forse anche una pubblica, per l’immondizia. Qui non c’è un contenitore, od una fila di contenitori secondo distinzioni ecologiche, in cui lasciarla e da cui venga poi rimossa da ditte forse private. Arriva in zona un camion con la musica. Tutti coloro che credono si presentano col loro sacchettino o sacchettone che viene preso. Forse è il servizio pubblico, per chi non abbia sottoscritto altri servizi. Infatti i palazzoni sù, ma anche altri, hanno un cassone che poi viene periodicamente svuotato da ditte varie. Quelle ditte non hanno in effetti bisogno della musichetta per segnalare ai singoli di recarsi al camion per consegnare la loro immondizia individuale. Personalmente, non avendo grande produzione d’immondizia, quando ho qualcosa non eliminabile nel gabinetto, o porto il sacchettino a scuola o in qualche raro cassone pressoché sulla strada che ho individuato lungo il percorso per la scuola. C’è sempre la possibilità di lasciare un sacchettino con l’immondizia all’interno dei supermercati, prima di entrare nello spazio vendite-acquisti, od anche nei McDonald’s volendo. Nei grandi supermercati c’è sempre una qualche area, anche più d’una, per sedersi a mangiare, od anche solo a riposare, e con contenitore rifiuti. Se uno ha immondizia del tipo di contenitori d’uova, penne finite, altre piccole plastiche, quando va a fare acquisti, lascia quei piccoli rifiuti accumulatisi dalla volta precedente. Della serie: “compro e lascio i vuoti della volta prima.”
Colpi incerti durante la giornata, davvero leggeri se erano intenzionali.
La mignotta-pidocchia esce alle 19:05, senza chiudere a chiave sembrerebbe.
No le luci, non le aveva lasciate accese per caso la paurosa Lin. I pidocchi in servizio di Stato e paraStato obbediscono agli ordini. Infatti, alle 20:40, la paurosa Lin arriva con uno di mezza età della psicopolizia segreta [ha una Mitsubishi 7Q-7802 2000 GLX con una scritta sulla carrozzeria FREECA] che trova le luci spente e me con la porta aperta e la finestra che dà sulle scale pure. Per cui, gli fa appena vedere il corridoio dai due lati, e poi scendono facendo meno rumore possibile. Scendono entrambi per le scale interne, quelle che portano al loro ufficio. Non è un comune cliente venuto a vedere le stanze, che infatti non guarda. Stanno riorganizzando la logistica dello spionaggio-guardonaggio con tortura-linciaggio bianchi. È il mafioso di Stato criminale che ha rilevato l’altro magnaccia della psicopolizia segreta che aveva iniziato il lavoro di tortura-linciaggio qui e che era a parlare con la paurosa Lin la mattina stessa che sono arrivato qui. E la famiglia Lin coopera pienamenti coi delinquenti di Stato del servizio torture-linciaggi bianchi. Particolarmente la paurosa Lin che spergiurava e spergiura di non sapere nulla di nulla. Ma già il primo giorno che ero arrivato qui, la avevo appunto vista con uno sbrirro della psicopolizia segreta che la investiva miliziana capa di quella grande operazione patriottica di liquidazione tramite battitura muri.
Senonché, verso le 21, arriva, accompagnato su dalla paurosa Lin, un giapponese con cui dovevo fare due chiacchiere. Esco un attimo con lui e gli addito, passando davanti all’ufficio dei Lin, lo sbirro della psicopolizia segreta [quello con la Mitsubishi 7Q-7802 2000 GLX con una scritta sulla carrozzeria FREECA] che parla con la paurosa Lin. Sia lei che lo sbirro agitatissimi mi vedono che li addito. È quanto volevo. I criminali temono sempre la pubblicità. Dunque, bene fargliela.
Rientro verso le 23:00.
Tra mezzanotte e l’una, la mignotta-pidocchia ha un crollo. Sente le voci. Non che prima stesse bene. Il lavoro della mignotta-pidocchia di Stato aggrava tutte le sindromi pre-esistenti nei pidocchi e ne produce di nuove. Già da tempo è in terapie varie. Il 23 gennaio 2007, ne inizia un’altra. Prima erano iniezioni. Ora, alle iniezioni ha aggiunto 3 pozioni tre volte al giorno mezz’ora prima dei pasti. Per 17 giorni, per ora. Sono per altri squilibri psicofisici prodotti dalle sue demenze e dalle sue attività ossesse. Problemi di stomaco con radici psichiche. Tanto s’era esaltata i primi giorni di battiture, il primo gennaio ed i successivi, tanto poi s’era progressivamente depressa. Come un po’ tutti, qui, ...un po’ tutti i miliziani e la loro area di sostegno. Gli altri non hanno danni. Tra l’altro, il lavoro di mignotta di Stato produce grandi passaggi di soldi nelle sue mani. 2,572,000 taibi nel 2006. Il cambio taibi-euro è, il 14 febbraio 2007, attorno ai 43 taibi per un euro. 2,572,000 taibi sarebbero oggi 59,814 euro. Un 60,000 euro, per buttare lì una cifra tonda. Una cifra enorme a Taiwan, dove un operaio magari guadagna sui 20,000 taibi al mese ed un buon stipendio d’un insegnante taiwanese è sui 30,000 taibì al mese.
Dunque nella notte tra martedì 13 e mercoledì 14 febbraio 2007, la mignotta-pidocchia ha un crollo. Lei che passava notte giorni ridente a battere muri si sveglia di soprassalto perché si sente colpita da colpi rumorici sulla testa. Corre fuori. Va al piano si sopra. Silenzio assoluto. Allora corre a telefonare alle Lin. Poi corre sotto da loro. I Lin vengono su silenziosi e si schierano per cogliere la fonte dei rumori. Nulla, a parte battiture dalla stanza della mignotta-pidocchia che naturalmente non sentono. Le sentono, ma non le sentono.
Mercoledì, 14 febbraio 2007. Al mattino, solo qualche tonfo dalla stanza della mignotta-pidocchia, che poi se ne esce, come al solito, un po’ prima delle 11:30, lasciando i soliti in appostamento guardonaggio-origlionaggio ed eventuale occasionale tonfeggio di muri.
Verso le 19 la mignotta-pidocchia esce lasciando altri nella stanza. Una ragazzetta era entrata poco prima. L’avevo incontrata mentre tornavo e parcheggiavo la bicicletta. Poi c’era la Lin con un operaio. Sarà stato per qualche intervento per permettere loro di guardonare-origliare e battere meglio i muri. ...Avranno spaccato qualcosa.
Qualche forte tonfo singolo come casuale, ma non lo è.
Giovedì, 15 febbraio 2007. La mignotta-pidocchia ritorna verso le 8:10, dalle 19 che era uscita la sera prima. Si fa un 12 ore di mignotteria e di tortura da camera altrove. Dopo un mese di insuccessi qui, nel suo lavoro di tortura bianca, era passata dall’esaltazione iniziale allo scoppio totale. La sua stanza qui è la copertura per altri, anche se, da sotto possono fare poco. Possono fare poco pure dal sottotetto sopra, che è in larga parte quasi vuoto sopra le controsoffittature, non comunque in grado di sostenere dei pidocchi cinesi o taiwanesi, né loro colpi troppo forti.
La mignotta-pidocchia esce, come sempre, verso le 11:15.
La mignotta-pidocchia torna verso le 18:30.
Battiture sottili appena faccio finta di dormire.
Alle 19:05, esce un pidocchio dalla sua stanza, forse quello che abita sulla stesso piano esattamente di fronte, all’altro capo del corridoio.
Il pidocchio uscito dalla sua stanza rientra nella stessa alle 19:15.
19:50, la mignotta-pidocchia esce in tenuta sciatta.
Alle 18:29, Matt di Go-Asia e della mia università “city-campus”, via email mi offre un lavoro da un conoscente per gestire il suo traffico di contatti commerciali Taiwan-Italia. La vedo e rispondo di no alle 18:56. Matt fa parte, con la moglie, Jennifer Wu, del network cino-inglés di maniaci aguzzini. Non si accettano offerte da chi vuole fregarti. La prima casa con tortura delle milizie parallele a Taichung me l’hanno trovata loro.
La sera me ne esco, fino al giorno dopo.
Venerdì, 16 febbraio 2007. Quando rientro guardo la strumentazione. Il simulatore di presenza che avevo acceso lancia il messaggio che sia andato a dormire verso le 23:00 di giovedì. Dalla stanza della mignotta-pidocchia, sotto affianco, iniziano ticchettii saltuari come casuali. Ma la nostra strumentazione li dà come intenzionali da parte di pidocchi ossessi che usano la strumentazione di guardonaggio. Quando all’una, nella stanza della mignotta-pidocchia, vanno a dormire ecco che cominciano loro, per demenza progressiva galoppante, a sentir ticchettarsi la testa vuota. Si sentono dei sottili rimbombi direttamente dentro la crapa vuota. Escono dalla stanza. È tutto buio. Nessun rumore da nessuna parte. Chiamano i Lin, che evidentemente i pidocchi possono importunare a mobilitare a qualunque ora. ...tra pidocchi in teatro d’operazioni... Nessuno sente nulla. Eppure dalla stanza della mignotta-pidocchia continuano a sentirsi la testa rimbombare di ticchetti. Più tardi piove. Ticchettii di pioggia. I pidocchi non sentono la pioggia ma si sentono questi ticchetti che li demoliscono.
La mattina, la paurosa Lin viene a spegnere la caldaia dell’acqua tardi, alle 8:30. Sarà perché l’hanno obbligata a svegliarsi ed a vigilare durante la notte per le ossessioni che ormai montano incontrollabili nelle loro crape vuote di dementi ossessi. Alle 9:30 l’acqua è freddissima. Evidentemente tra pidocchi ossessi, si svuotano l’acqua calda anche se essa viene staccata in ritardo sull’orario solito. Devono dimostrare che “lo straniero” è fonte solo di danni. Siamo al livello che se lo tagliano per dire che è colpa “dello straniero”, “di quello straniero”. S’ammazzano per dire che “lo straniero” li danneggia.
Verso le solite 11:10-11:15, la mignotta-pidocchia esce, con passo tra lo spastico e l’incazzereccio.
Alle 18:25, la mignotta-pidocchia torna.
Alle 19:15, la mignotta-pidocchia esce con degli oggetti pesanti. La strumentazione che dà alla responsabile di tutto, la paurosa Lin che non sa dire no alle intimazioni della famiglia Lin, presso cui vive con la madre, e dei mafiosi di Stato.
Qualche botto occasionale contro il muro sia la sera di venerdì (uno forse verso le 22:40) che la mattina di sabato 17 febbraio 2007 (almeno dei colpi secchi verso le 9:15). Tuttavia apparentemente non c’è una attività sistematica.
Sabato 17 febbraio 2007 è l’ultimo dell’anno cinese. Domenica 18 febbraio 2007 è il capodanno cinese. S’apre l’anno del maiale. Non hanno un anno del pidocchio. Lo è sempre.
Tutto deserto. Solo qualche stoccata da due piani sotto a me dove ci sono due in una stanza cieca. Tutti gli altri dell’edificio sono a casa dalle famiglie. Li hanno messi lì, una con uno od altri a protezione della porta che porta in casa Lin e per guardonaggio-tortura anche se da due piani sotto è proprio difficile. Possono solo guardonare un po’ (gli strumenti hanno quella portata) e fare qualche tonfo.
Martedì 20 febbraio, alle 17:20, incontro la paurosa Lin che esce dalla scala dietro. In casa non c’è nessuno, sono tutti nel luogo nativo o in giro a salutare parenti, e lei controlla i vari edifici della famiglia. Per cui non usa la scala interna, dovendo andare in altri loro edifici. Mi guarda stupita e mi saluta due volte chiedendosi “ma è lui?”, perché sente le voci. Era salita ad accendere la caldaia dell’acqua e credeva fossi nella stanza. Mi aveva sentito. Ma io non c’ero. Appunto, l’ho incontrata sotto mentre usciva dall’edificio per la via normale, non per quella interna loro. Evidentemente doveva andare in un altro loro edificio che hanno di fronte all’ufficio, per cui trovava più pratico uscire da lì. O sono cambiamenti dovuti al periodo di festa.
Infatti, sono alcuni giorni che non c’è strumentazione di guardonaggio attiva (o forse l’accendono solo occasionalmente, dato che non c’è più, da qualche giorno, la postazione permamente) e senza battiture sistematiche. Spesso senza neppure battiture occasionali. È il fine anno e capodanno cinese [17-18 febbraio 2007] con connessi giorni dei saluti ai parenti, per cui è una settimana che si rivitalizza solo verso la fine.
I pidocchi della psicopolizia ossesso-maniacale sono a corto di pidocchi. Gli stessi pidocchi (ne era restata poi una) ed altri dell’edificio sono via, a casa, o chissà dove. Quello affianco a me se ne era andato distrutto. Gli esterni non sono poi più venuti. Avevano continuato un po’ affianco sotto, poi avevano smesso, prima quasi del tutto, negli ultimi giorni del tutto.
Verso la fine di questa settimana di festività, sabato, 24 febbraio 2007, un magnaccia della psicopolizia mianiacal-ossessa [quello con la Mitsubishi 7Q-7802 2000 GLX con una scritta sulla carrozzeria FREECA] riviene qui per la ripresa delle attivita. Tra le 12:30 le 15:30 se ne sta qui, parla, ispeziona, parla ancora per convincere ed istruire come portare avanti una tortura stavolta irresistibile. Un po’ prima dell’una viene sopra, al mio piano, con la paurosa Lin, dove già era venuto martedì 13 febbraio 2007 alle 20:40 a dare un’occhiata. È uno di mezza età, con aria ed atteggiamenti disgustosi, che si esalta e cerca di esaltare gli altri con fantasticherie sulla “grande Cina” o sulla “nostra Taiwan” o su “questa nostra Asia”, a seconda del pubblico con cui lui, levigato magnaccia, ha a che fare per poi proporre ...guardonaggio-origlionaggio con strumentazione illegale (illegale se usata da privati e senza autorizzazioni giudiziarie od altre, come viene appunto usata da queste milizie naziamoiste anche quando usino occasionalmente sbrirri in servizio) che solo i governi hanno e tortura-linciaggio del sonno e della veglia. Già la volta prima, era salito dalla scala interna ed era andato come ospite di riguardo nei divani tra l’ufficio-ufficio (una vecchia scrivania in legno con dietro un manifesto d’un centro d’inglese in una università australiana) e la casa al pian terreno dei Lin. Sì, uno di quegli strani uffici alla casalinga alla cinese ed alla taiwanese. La volta che il mafioso demente ossesso di Stato era avenuto prima aveva solo dato un occhiata al corridoio ed alla posizione delle due stanze affianco alla mia, una a destra dello sbocco delle scale salendo, l’altra a sinistra dopo la mia. Questa volta è invece salito con la scala, a controllare la possibilità di andare sul sottotetto. O forse a controllare l’impossibilità di andare sul sottotetto. Ne ha comunque approfittato per tagliarmi l’acqua calda che si chiude appunto da lì, per ciò che riguarda la mia stanza. Ha infatti ordinato ai Lin che devono assolutamente obbligarmi cambiare stanza ed andare al piano di sotto. L’aveva già detto loro la prima volta, ma loro hanno riferito che lo dico loro che non vedo ragione di cambiare stanza, ed andare pure in una stanza senza finestre, solo perché loro sono dementi ossessi od al servizio di dementi ossessi di Stato e paraStato.
Siccome sono sceso a guardali mentre parlottavano, e pure ad ascoltarli, un po’, con la nostra strumentazione, e facendomi ben vedere che li guardavo, i Lin sono quanto mai nervosi. Pure la madre di TinaLin e moglie del vecchio Lin, una tozza, ossessa e disgustosa, s’era poi unità chiassosa e ciarliera ai festeggiamenti per quel grande mafioso di Stato in missione guardonaggio e tortura-linciaggio. Quando sono andato fuori per alcune ore, ne devono avere approfittato per andare nella stanza affianco dall’altra parte della scala, dove dopo la venuta del pidocchio-magnaccia avevano lasciato la scala metallica. È una scala che rovina i pavimenti delle stanze se usata nella stanze. Scivola pure sul pavimento se non viene tenuta. È infatti una scala per altri usi. È una stanza dove non c’è neppure il materasso sul letto, letto che consiste, come nelle altre stanze di due banconi di legno. Andate nelle stanza affianco dall’altro lato della scala, devono avere danneggiato delle cose del gabinetto. Devono avere buttato per terra il coperchio in ceramica dello sciacquone che cadendo ha pure danneggiato il bordo del vaso del gabinetto.
Poi sono salite la pauraosa Lin e TinaLin. Oppure l’avevano spaccato loro ed hanno fatto la sceneggiata. O l’ha spaccato altra od altro. Hanno chiamato la madre, la madre della TinaLin e di WinnieLin, non della paurosa Lin, che del resto chiama il vecchio Lin zio e lui la chiama nipote. La madre/zia s’è messa ad urlare con me che dovevo essere stato io. Le ho detto che avevano dato la chiave a così tanta gente per le loro demenze di tic-tic toc-toc che non significava nulla che fossi l’unico presente, come lei diceva. Non era comunque vero che ci fossi solo io. E poi loro che ne sanno di chi viene e di chi va?
Voleva insomma che dicessi che ero stato io. Ha poi chiamato la polizia che ha usato pure per cercare di farmi dire che dovevo andare via il 28 febbraio 2007. La polizia ha guardato, m’ha chiamato. M’ha chiesto se avessi bevuto. Non bevo mai, li ho invitati a controllare. Glielo avranno detto loro: è lo stereotipo che i dementi ossessi hanno dell’“americano”. Quando al dover andare via il 28 febbraio ho fatto vedere loro che avevo una proproga fino a fine maggio. La madre/zia cercava di protestare, urlava ossessa, voleva m’arrestassero, mi fucilassero, mi espellessero da Taiwan. Ma loro, i due poliziotti, hanno fatto presente che c’è una legge, che non possono stare dietro alle accuse buttate lì da qualcuno. Hanno cercato di farmi dire pure dai poliziotti che dovevo cambiare stanza, andare sotto, perché c’era poco acqua, perché dovevano fare delle riparazioni. Ho invitato loro a raccontare ai poliziotti che la loro attività è organizzare i tic-tic toc-toc su mandato d’un ufficio dementi ossessi del loro governo, per cui volevano andassi sotto solo perché dato che non me ne fragava nulla battessero d’affianco, avrebbero voluto battere da sopra. Non me ne fregherebbe neppure da sopra. Disturberebbero tutti gli altri sul piano e sotto, non me. Poi, quando le due Lin sono venute a mettere il lucchetto al portello del sottotetto [devono andare sul sottotetto per altra via per cui lo vogliono chiudere a me], la paurosa Lin, in depressione acuta, mi ha detto che l’acqua la vengono a mettere a posto domani. Infatti, poi, non è venuto nessuno. L’acqua calda mia l’hanno chiusa loro, e poi hanno nascosto la scala (nella stanza affianco dall’altra parte delle scale) e messo il lucchetto alla botola che va sul sotto tetto, dove passa il tubo della mia acqua calda, e dove si può chiudere o meno. Era una balla come sempre, quando l’avevano usata come scusa perché andassi chissà dove. La stanza sotto è senza finestre. Dovessero mai fare delle riparazioni al bagno, ma è un’altra balla, non c’è nulla da riparare, le possono fare con me dentro. Poi, i poliziotti se ne sono andati. Siccome la avevo provocata in continuazione, la TinaLin, la dottora [in guardonaggio e tortura bianca da camera?!] dice lei, era sbottata che loro vogliono uno si goda il soggiorno qui [con la tortura-linciaggio da lei e loro organizzata! In effetti c’è da spanciarsi dal ridere!], per cui se uno non se lo gode che se ne vata, le ho buttato in faccia che se non le piace se ne vada lei, che Taiwan non è sua ma è mia. A quest’ultima affermazione, i torturatori ossessi hanno sempre delle brutte reazioni. Lo ha infatti preso con volto che le si incupiva di rabbia ed anche con un moto represso di rabbia. Da qualche giorno la guardo in modo apertamente sprezzante e le dico di rivenire a far toc-toc- che è il suo lavoro. Lei nega con sempre meno forza ed arrossisce.
Alle 22:00, sempre di sabato 24 febbraio 2007, vengono la paurosa Lin e TinaLin per mettere un lucchetto chiudibile e lo chiudono, serrando così il portello che dà sul sottotetto. Devono salire sul sottotetto da una stanza, oppure da edifici affianco, come da istruzioni del maniaco della psicopolizia e non vogliono interferenze, non vogliano che altri [io] possano andare sul sottotetto attraverso il portello e soprenderli. Hanno pure paura che io possa andare sul sottotetto e da lì altrove. Sul sottotetto hanno infatti acceso le luci. Prima lo chiudono. Poi accendono le luci del sottotetto deserto e largamenbte inagibile. Dopo aver loro buttato lì se dovessero andare sul sottotetto a fare toc-toc (ma lo so che è per quello, è tutto il lavoro di preparazione dopo che oggi è passato lo sbritto magnaccia demente ossesso), ho chiesto loro che ci facesse la scala di là, nella stanza affianco dall’altra parte delle scale. Hanno detto che deve restare di là. Appunto, stanno seguendo le istruzioni dello sbrirro magnaccia demente ossesso per la tortura-linciaggio andando sul sottotetto che è in parte minima solido e poi ha le soffittatura di sotto dove non possono in realtà camminare perché non reggono il peso. Vogliono battere sopra di me con delle cose, e costruire il loro soliti marchingegni da dementi. È una parte in legno, o materiali simili, che se battono rimbomba dappertutto e tutti sentono, anche attorno.
Durante la notte tra sabato e domenica, attorno all’una, c’era già un nutrito gruppo di pidocchi nell’edificio, due piani sotto, per prendere servizio nel soffitto, nel sottotetto e nelle stanze affianco. Pioveva. Il ticchettio della pioggia, e poi proprio sul tetto, sopra la loro testa, li avrebbe fatti impazzire. Inoltre, avrebbe vanificato un qualche loro ticchettio sopra di me, dove oltre ai quadretti di controsoffittatura c’è, con qualche spazio bucato, una struttura leggera in legno formicato. Può darsi anche qualcos’altro sia successo. Se ne sono poi andati senza salire al piano, né nel sottotetto. Hanno visto che, se succede qualche incidente, la polizia in divisa non è che sia ai loro ordini di pidocchietti di mafiosi governativi e paragovernativi.
Domenica, 25 febbraio 2007, verso mezzogiorno un bel tonfo al muro, da sotto per dire che sono tornati. Dieci minuti dopo torna, dopo giorni d’assenza, per subito riuscire in tenuta da scampagnata sebbene sia giornata tendenzialmente piovosa, quello in fondo al corridoio dall’altra parte. Racconteranno, quando stanotte tornerà, anche a lui che non c’è più l’acqua calda, se non un filino, e che deve traslocare in una stanza senza finestre, oppure riapriranno i rubinetti delle tubature?! E poi all’altro affianco a lui?! Mannò, hanno chiuso solo la mia.
Sono le 15:30. Devo uscire. La domenica è ancora lunga ed i dementi ossessi sempre ossessionati dallo straniero, da quello straniero. Lo sapranno loro perché... Anch’io lo so. Perché sono pidocchi ossessi.