venerdì 19 gennaio 2007

Chinese Asylums 3. Taiwan. Taichung. Tortura di Stato d’appartamento in 篤行路85號

Chinese Asylums 3. Taiwan. Taichung. Tortura di Stato d’appartamento in 篤行路85號
by Georg Rukacs

Visto che nel centro di tortura di 大墩十九街198號4F-1/6F-1, direttamente affidato allo sbirro della polizia di Taiwan, con famiglia e miliziani, non avevano concluso nulla e mi avevano furiosamente dismesso, eccomi passato a nuovo incarico. Torturatori e truffatori abituali dell’area parallela, pur sotto la rigida direzione di Stato.

Avevamo già rilevato occasionalmente, in passato, l’uso in loro edifici di strumentazione di guardonaggio e conseguente tortura da camera. Il cinese non fa guardonaggio solo per il guardonaggio e la stessa strumentazione di guardonaggio, pur diffusa a livello di massa, è sotto il diretto controllo di uffici delle polizie segrete delle varie Cine, idem a Taiwan, sotto la supervisione di agenzie ingleses. Non si dimentichi mai che Echelon, che è inglés, intercetta tutte le comunicazioni elettroniche del pianeta, le conserva, le analizza.

Le Cine sono una grossa mafia, sotto il controllo della mafia inglés (altro non sono gli Stati ingleses), quella di cui, non a caso, i filmetti di propaganda mai parlano in modo comprensibile. Tutto funziona secondo criteri mafiosi dove tutto si fa e tutto si nega.

Abbiamo sfruttato il fatto che si poteva accedere a questo luogo, in 篤行路85號, da annunci pubblici. Le Cine sono un grosso bluff dove tutti vendono tutto e di tutto. Una della famiglia va a studiare l’inglese in Australia, pur senza grandi risultati nonostante sia una lingua ben più facile del cinese coprattutto per un cinese, ed ecco che s’inventano che sono consulenti per lo studio dell’inglese all’estero. Si fanno mandare un manifesto dall’università australiana dove è la familiare per studiare l’inglese, se lo mettono in bella vista nell’ufficio, ed eccoli divenuti consulenti per lo stesso cinese che abbocca. Tutti hanno internet a Taiwan. Ma se qualcuno abbocca a quelle “consulenze”, gli chiedono i soldi della “consulenza” e poi lo indirizzano alla scuola. “Siamo solo consulenti. ...Queste sono le scuole. Bla, bla, bla. La scuola la deve contattare lei personalmente. ...Certo, lo/la possiamo aiutare.” L’importante è che il pollo, in questo caso cinese/taiwanese, paghi. Potete farlo anche voi. Vi tirate giù, da internet, e con una stampante, meglio se a colori (fa più effetto sul cliente), qualche università inglese che tenga corsi di inglese per laureati o laureandi (li tengono pressoché tutte), e poi mettete un annuncio che fate i consulenti per famiglie vogliano mandare il figlio o la figlia in Inghilterra. Se qualcuno abbocca... Se poi avete qualche edificio che usate per affittare stanze od appartamenti a nazionali o stranieri, potete inventarvi tutte le consulenze che volete, e ciò, ...se qualcuno abbocca... è un sovrappiù. In un grosso spazio mafioso come quello cinese, con pochi controlli, e dove i soli controlli cui non potete sottrarvi sono quelli delle polizie segrete che non si preoccupano certo se voi pagate le tasse e siete in regola con la legislazione commerciale ed imprenditoriale, anzi vi possono, forse, dare una mano a coprire quelche vostra irregolarità se avete qualche problema del genere, potete inventarsi tutti gli affari che volete e tendere trappole per tutti i polli abbocchino e poi vi ringrazino pure di questi vostri servizi, che basterebbe chiederli a me mi offenderei perfino se cercaste di offrimi un caffé e vi prenderei a calci se poi tentaste mai d’offrirmi del vino. Ne trovate mille che vi fanno queste “consulenze” gratis, forse non nelle Cine dove tutti sono “amici” ma tutti vogliono soldi ...sempre che non debbano fottervi ancora di più ed allora fingano di farvi tutto gratis od anzi cerchino di farvi guadagnare qualche soldo.

Abbiamo fatto telefonare da qualcuno che, pur non cinese, parlava il cinese meglio di loro. Uno, in realtà, un manager, connesso con loro, la grossa mafia cinese ed inglés, sebbene d’altra nazionalità e dipendenza organica. Poi, io, l’interessato ad una stanza, sono andato di persona a trattare il tutto. Il luogo era ed è un luogo per cinesi, con prezzi già indicati nell’annuncio. All’epoca, un tre settimane fa, la camera più costosa era da 4,800. Ora, mi sembra sia appena cambiato il quadro. Forse hanno una stanza migliore, più luminosa. Il luogo è un cosiddetto 套房出租. Affittano [ / 出租] stanze con bagno (gabinetto con doccia) annesso [ / 套房 / taofan, scritto senza tonalità]. Sono cose per gente che lavora distante da casa e per studenti. Qui, tra l’altro, è in un’area popolare. Sebbene nelle Cine tutto sia spesso mescolato. Case nuove, case vecchie, catapecchie. Se si vuole un’area ancora più popolare basta spostarsi appena a est, anche a piedi da dove sono io, dista solo 10 o 15 minuti, e si è proprio a ridosso della stazione, zona interessante antropologicamente, oltre che per negozietti, anche di tecnologie avanzate, a prezzi talvolta davvero stracciati. Un’esperienza interessante, viver qui, rispetto alle aree precedenti, aree un po’ sù, sebbene non meno merdose. Le aree e le persone sono tutte belle, più o meno. ...la merda sono poi loro che amano mettersela addosso... Loro, i cinesi. Non solo i cinesi, certo. I cinesi, comunque, amano proprio immerdarsi.

Un posto normale (seppur sapessimo di qualche anormalità già verificatasi), dove ero pronto pure ad un paio di mesi, o più, normali sebbene sapessi che l’ufficio torture mi dava la caccia per quel loro ossessivo “programma che non si può interrompere”, dove in realtà noi stiamo facendo uscire pazzi loro sempre più ossessi per il loro fallimento ogni giorno più assoluto e per loro più intollerabile. Non potrebbero neppure risolvere la cosa ammazzandomi, sebbene non sarebbe difficile [il nostro programma di radiazioni psicoprogrammate progressivamente ammazza loro dementi e distrugge parte essenziali dei due lati del Pacifico in pochi anni, ma non dà alcuna difesa ad alcuno di noi contro loro eventuali ammazzamenti, sebbene loro conoscano solo me e, pure mi drogassero, abbiamo predefinito sistemi di sicurezza tali che da me non potrebbero comunque risalire a nessun altro ed il programma di distruzione contro di loro è del tutto inarrestabile; tuttavia, non garantisce me o altri da un ammazzamento: basta prendano un camion e mi mettano sotto mentre sono per strada, o pure peggio; ci sono mille sistemi; è la vita!], sebbene ammazzandomi, oltre a perdere pure la speranza di venire a capo della loro inarrestabile distruzione, sancirebbero il loro fallimento definitivo, il fallimento definitivo del loro programma cui ho così clamorosamente resistito senza alcun mio danno.

Ma appunto, i posti normali, non esistono nello spazio mafioso cinese ed inglés. Il cinese, l’inglés, devono immerdare ed immerdarsi.

Eccomi dunque in uno degli immobili di questa famiglia 林/Lín, Lin, con queste sorelle, di cui un paio qui ed una in Australia. Sono in quotidiano contatto e tutte dedicate al loro business di camere per interni ed esteri, oltre che in direzione di eventuali altri polli per “consulenze” [polli cinesi, per le “consulenze” nessun estero abboccherebbe mai]. Sono “persone” normalissime, ...come possono essere normalissimi pidocchi [il lavoro di guardonaggio e tortura, cui cooperano, è cosa da pidocchi] di spazi mafiosi cinesi ed ingleses..., del tutto simili, identici, nell’aspetto, e forse anche nel carattere, ai migliori o più affabili o buoni di quelli che vi stanno attorno o che incontrate. Hanno le stesse arie, le stesse facce, qualche marchio etnico a parte, gli stessi caratteri, forse [sebbene nel mondo, non nelle Cine, ci sia chi sappia dire di no alle aberrazioni], di chi vi vedete attorno magari ogni giorno. Potete contattarle. Potete dire loro che avete letto un racconto, pur in lingua loro incomprensibile, dove si dice che loro, proprio loro! [anche milioni d’altri, ma ognuno conta per sé, non togliamo “meriti” a nessuno!], offrono, nei loro alloggiamenti, sempre che la loro polizia segreta lo chieda loro, soggiorni con tortura [nelle intenzioni loro; ...poi qualche soggetto può essere refrattario ed anzi divertito da quelle demenze] da tic-tic, toc-toc ed altre sonorità mirate. Nelle Cine, e non solo lì, c’è la diceria che tutto si compri, per cui anche se voi partite ed arrivate senza referenze per le polizie segrete...

Quanto all’alloggiamento (la stanza; ma, anche in superpalazzoni costossissimi e guardatissimi, possono organizzarvi “servizi speciali” di tortura), potete trovarne uno come il mio, 4,800 [~40=1Euro o 2'000 vecchie lire] al mese o più o meno, od anche quelle cose davvero per stranieri a 20 dollari USA al giorno o 130 la settimana, od anche meno se non volete il bagno esclusivo ed in stanza. Se invece volete soluzioni di lusso o di gran lusso, andate da altri. Si trova di tutto. Ovunque andiate, se la polizia segreta lo chiede loro, hanno un numero infinito di volontari e non badano a spese né a sprechi, pur di assicurarvi, gratis per voi, il programma di tortura. Dicevo, anche se non avete “referenze”, tutto si compra...

Per cui, se siete interessati, per studio, ricerca, esperienza, o per passione, potete contattarle per telefono e/o per email e dire loro che avete letto del programma di tortura in un racconto recente, anzi, di cosa ancora in corso [a meno che non crolli l’edificio con me dentro e per volontà non mia, perché io non ho nessuna, neppur minima, intenzione autodistruttiva od autosopprimitiva, ...mi ripugna pur pronunciare la parola..., dunque, di mio, sono pronto a vivere migliaia di anni]. Se fanno le finte tonte, ma sanno tutto tutte e benissimo, perché, pur su richiesta esterna, della polizia segreta, lo organizzano loro a partecipano anche personalmente, forse talune di loro, e forse non è la prima volta, esplicitate sì che vi riferite a quel guardonaggio loro, quel loro fare le o i peeping tom in servizio di Stato e paraStato, e con visori lor forniti, con connessi ticchetti e tonfi contro muri, pavimenti e soffitti. Davvero, non preoccupatevi. Nelle Cine sono tutti espertissimi. Danno loro un “esperto” istruttore per un mese, qui a Taiwan, ma neppure servirebbe. È solo uno scrupolo dei settori criminali, delinquenziali, del loro governo reale. Tutti sanno tutto di queste cose, tanto sono diffuse anche contro gli interni, anche se non ne parlano perché parlandone dovrebbero disvelarvi che le Cine sono solo un grosso bluff ed un grosso spazio d’ossessi. Tutti. Tutte. Se ne esaltano. Appena iniziano a guardonare ed a ticchettare pavimenti e muri in servizio di Stato parallelo si spiaccicano sulla faccia un sorrisetto inconfondibile, come un distintivo d’appartenenti alla “razza” “superiore” dei maniaci da tortura e linciaggio bianchi da interni. Dunque, non siate timidi, se interessati a questo genere d’esperienze. E non fatevi scoraggiare, se loro negano. Non possono parlarne. Ma son ben liete di far tutto. Di indicarvi la via per essere serviti.

Il problema è semmai convincerli, oppure farvi dire chi contattare per “convincerli” [...tutto si compra...], che avete tutte le autorizzazioni. Sì, insomma che il “Vostro” Stato, loro lo chiamano Patria, dà il nulla osta, od addirittura richiede per qualche misteriosa ragione, e che le prostituite Cine ed i loro magnaccia ingleses abbiano delle pressanti ragioni per non volervi ed indurvi ad andare via. Appena loro si convincono di ciò, dunque, vi mettono, nei computer di Stato ed internazionale, il codice giusto, non ci sono problemi. ...il codice “guardonaggio con tortura-linciaggio da camera per obbligarlo ad andarsene”. Trovano volontari in numero illimitato, o li pagano senza risparmio, pur di assicurarvi la cura ossessiva da parte del programma di tortura da camera. Più vi mostrate interessati e saputi nel campo, più si convincono che siete indesiderabili e dunque vi classificano senz’esitazione tra i polli da tortura. ...comunque, tutto si compra, nelle Cine e non solo... Io non ho pratica, mi manca la passione!, nel comprare persone. Ma sono sicuro che chiunque se la caverebbe ottimamente ...anche nel settore di queste delicatissime prestazioni.

Tra l’altro, nelle Cine, e Stati “amici”, stanno esercitando milioni di “tecnici” per i giochi olimpici. Hanno sfruttato l’assistenza e la copertura inglés, per queste loro attività di tortura-linciaggio da camera, per mettere in cantiere un immenso programma di tortura di massa di tutti i foresti, a cominciare dagli atleti e dai loro assistenti e prossimi, per i giochi olimpici del 2008. Per cui hanno bisogno di esercitare milioni di “tecnici” di torture da camera per il grande appuntamento. Non sanno che dopo l’apoteosi dei giochi olimpici di Pechino ci sarà il crollo delle Cine. Non importa. Sfruttate queste ultime manciate di mesi per fare l’esperienza delle torture da camera, se interessati al settore di ricerca, o di studi, o d’esperienza. Davvero. Con una modesta spesa per la camera, vitti anche economici ed economicissimi, ed eventualmente con una spesa non esorbitante per una scuola di cinese che giustifichi il soggiorno dal punto di vista amministrativo (bastano 2 ore al giorno, 10 la settimana, a Taiwan), dal punto di vista dei permessi di polizia, se volete restare di più che un normale visto turistico, potete scoprire un aspetto censurato delle Cine e dunque davvero scoprire le Cine stesse, e lo “spirito cinese”, per quello che sono: pidocchi e pidocchierie. Non solo lì. Se con mente sgombra e cuore puro, imparerete, lì [qui, per me, ora] lontano, a vedere e riconoscere meglio quelle che magari avete sotto il naso tutti i giorni dove vivete abitualmente.

...Cine e “spirito cinese” come pidocchi e pidocchierie, dicevo... Cosa che non v’impedirà di spassarvela e godervela, se potete e volete. Tra l’altro, queste ragazze, e le altre volontarie che hanno subito trovato per le necessità della tortura da camera qui in 篤行路85號, hanno dei bei culetti. E non solo quelli. Anche i “maschi”, che obbligano a passare giorni festivi, notti, secondo lavoro dopo lavori “normali” di 10 o 12 ore, sono dei ragazzoni ...non so, né voglio, comunque sapere con quali attitudini, per eventuali soggetti e soggette interessati a loro aspetti intimi. Lo verificherete sul campo, se vi permetteranno di venire in contatto con loro o se voi riuscirete a venire in conttato con loro oltre i ticchettii da parete, pavimenti, soffitti. E, comunque, c’è tutto un mondo fuori di qui. Sebbene, appunto, c’è ciò che appare e ciò che è. Ma ciò succede dappertutto, sebbene tutto sia uguale e tutto sia differente...

Davvero, contattateli e contattatele. Non temete per me. Noi abbiamo intercettanto tutte le loro comunicazioni elettroniche, e pure altro, specifiche al loro lavoro di tortura, qui, ora. Come, del resto, in precedenza, altrove. Se lo abbiamo potuto fare noi, che operiamo obiettivamente in modo artigianale (ed hackando strumentazione altrui...), sono stati intercettati da Echelon che intercetta tutte le comunicazioni elettroniche qui e nel mondo e le conserva per sempre, oltre ad analizzarle. Se volessero andare ad un processo, sostenendo che queste sono invenzioni e calunnie, purché non sia un processo da parte di pseudo giudici cinesi, cinesoidi od ingleses, ed Echelon esibisca le sue intercettazioni qui ora, non c’è da temere processi contro chi scrive queste righe. Per cui, non temete per me. Contattateli. ...se interessati al tema. Qui sono privati... ...ma che partecipano (perché loro richiesto, ...non per malvagità, ...il pidocchio cinese e cinesoide non ha sentimenti, ...non è né malvagio, né non malvagio...) alla tortura, non sbirri vincolati dal silenzio, né semplici affittuari d’appartamenti che poi fingono non sapere nulla mentre altri s’occupano del lavoro di tortura, della sua organizzazione e conduzione. Qui l’edificio è tutto loro e loro sanno, perché l’hanno assistito loro, su richiesta governativa, quello che succede. Lo sanno fare loro, forse, seppur su richiesta dalla loro psicopolizia sezione torture.

Dite loro che avete letto un racconto-verità, mandate loro il link dove trovarlo e chiedete. Neppure proccupatevi di nostri [supposti] reati. ...sì, insomma, alcune “porcherie” nostre di cui non possiamo non narrarvi. Non ci sono prove. La strumentazione noi usiamo non è intercettabile. Altra generazione ed altro pianeta grazie a nostri amici dell’astronave. Le “porcherie” noi facciamo non sono da loro documentabili. Neppure da Echelon. Un processo le considerebbe come fioriture, o “zozzerie”, letterarie. Null’altro. No evidence, no crime. ...è anche lo slogan loro, ma appunto, per loro è solo uno slogan, perché la documentazione elettronica e d’archivio su quello che fanno c’è ed è abbondante. ...Pure in uffici romani, anche se gli operativi sono tutti d’altre nazionalità e non sono certo controllati qui/lì da Roma. Le Cine sono territori ingleses, anche se la propaganda vi racconta che sono indipendenti.

...Dunque, No evidence, no crime... Le prove dei crimini loro ci sono ed abbondanti. Invece, per noi, quel no evidence, no crime è una realtà. Eggià, perché, con tutti i culi piatti o inesistenti che si sono in circolazione, sebbene a Taiwan [è a sud!] meno che in Cina, trovare dei culetti di almeno una qualche sensualità, in territorio di guerra, con pidocchie che giocano alla tortura, e disponendo degli ipnotizzatori rapidi, oltre che dei confusometri per la loro strumentazione, m’ha indotto a sollazzarmi già con tutti quelli, femminili, in circolazione, ed in attività di tortura o supporto, in questo nuovo teatro d’operazioni: ragioni di guerra, oltre che di sollazzo, su cui ritorneremo tra poco. Dunque, contattateli, senza preoccuparvi di noi, pur qui ad azione ancora in corso. ...veniva bene scrivere queste tre cose di seguito, pur finali, per il momento, di un lungo percorso iniziato in Europa ma ad opera di manovalanza mafiosa colombiana di Medellin (un chimico del Cartello con borsa di studio dei gesuiti con troiazza d’accompagnamento), poi dispiegatosi alla grande nelle Cina Popolare e continuato ininterrotto ed identico a Taiwan, che è già, in gran parte, per il momento, sotto controllo nazimaoista pechinese, pur pesantemente infiltrato dai nipponici che si fingono “in sonno”. Ecco, perché abbiamo voluto scrivere anche questa operazione ancora in corso. Operazione cui c’hanno obbligato ancora loro. Altrimenti, facevamo pure solo altro, qui, ora.

Dunque, vediamo l’annuncio, pur di luogo già sensibile per queste loro cino-maniacalità. Telefonano e mi fissano l’appuntamento, in pratica subito. Prendo un taxi e, verso le 15 di giovedì 28 dicembre 2006, sono qui in 篤行路85號. In qualche modo riusciamo a capirci, e prendo la stanza relativamente più costosa. ...Solo 4'800 taibi alla fine, inclusa l’acqua calda, ma non la corrente elettrica, per cui c’è un contatore qui fuori dalla porta della stanza con gabinettto e doccia. La stanza è all’ultimo piano, il sesto, che sarebbe il quinto in Europa. In effetti, avevano cercato di indirizzarmi verso altre stanze, tra le poche libere. Per me sarebbe stato lo stesso, dal punto di vista delle loro demenziali torture da camera. Ma per loro è sempre meglio, se possono, operare da sopra. ...Manie da pidocchi ossessi. Qui, se vogliono operare da sopra, devono andare in soffitta. Appoggiare una scala, altrimenti qui stesa sul corridoio, aprire una botola e salire sopra. Troppo freddo in questo corto inverno, nelle ore in cui fa freddo. Troppo caldo, quando fa caldo. Scomodo, perché le torture preferiscono farle da stanze od appartamenti dove possono vedersi TV, usare computer, oltre che, alla fine, in realtà, essere ossessivamenti catturati dai loro apparecchi da guardoni. Per me, sarebbe stato lo stesso. Per i loro manuali, e le loro teste vuole da pidocchi, è un’ossessione farti toc-toc “sulla testa”. Per me, se proprio voglio, anche non volessi inserire l’insonorizzatore ambientale, né fregarmene del tutto, basta pensare che sono loro che, ogni loro ticchettio o ticchettone, si stanno dando mazzate sulla testa loro... ...che siano da sopra, d’affianco, o da sotto, non cambia nulla, per me. Perché se fanno toc-toc da sopra dovrebbe dar più noia che da sotto? Perché se non da noia un toc-toc da sotto, dovrebbe darlo da sopra o d’affianco? Mancando il pidocchio di spiritualità, sragiona secondo una rigida gravitazionalità. Non è il toc-toc il rumore della vita, la pulsazione del cuore? Non è, il toc-toc, l’ossessione del pidocchio proprio perché esso odia la vita e dunque ritiene il rumore della vita un rumore urtante per sé e per gli altri? Esistono anche altri aspetti ancor tipicamente paranoici, decisivi per il pidocchio. Il pidocchio si ritiene urtato da tutto ciò pensa tu ritenga lo urti. Per cui suppone che tu debba ritenerti urtato per il solo fatto esso [pidocchio] vuole urtarti. Lo crede il pidocchio d’urtarti, d’averti urtato. Se ne esalta. Ed allora?! Un umano non ragiona a questo modo. Se non ti dà noia il ticchettio dell’acqua, non ti dà neppure noia il ticchettio del pidocchio. Se esso sul momento s’esalta, più doloroso sarà il tonfo quando cadrà vittima della propria inconcludenza.

Loro, Ms. Lin in realtà [“loro”, la ditta], cercano dunque di prospettarmi più le altre stanze. In effetti, per me è lo stesso che una stanza sia in una posizione facile o meno facile per i torturatori eventuali. Lo scopro dopo che questa è la più difficile, dal loro punto di vista, per la tortura da camera. Loro, Ms. Lin, lo sanno che è più probabile per un foresto che per un indigeno che la polizia segreta chiedera la tortura da camera. Comunque, una stanza era senza finestre con luce esterna. Le altre due erano all’ultimo piano. Già piccole, l’altra era più piccola di quella che ho preso. Avessi preso quella senza finestre esterne, potevano battere pure da sopra. Avessi preso l’altra all’ultimo piano, potevano battere da due lati. Fosse state più lumisosa e più grande una stanza sotto e fra due altre, l’avrei presa volentieri: buon concerto per eventuali torturatori sa sopra e dai due lati! Lei, Ms Lin, cercava di insistere che l’altra allo stesso piano era 300 meno, 15'000 vecchie lire italiane al mese meno! Chiaro, che ho preso la meno piccola, pur non grande. Tra due stanze grandi posso anche tirare a risparmiare.Tra due piccole, per costringermi ancor di più per un risparmio minimo... Di altre non m’ha detto, anche perché la volevo con gabinetto e doccia. Altrimenti avevano un paio di piani, con altra entrata, in quello stesso edificio, coi gabinetti e docce esterne, in comune.

Abbiamo firmato una specie di contratto, per i due mesi. Non ho idea, se m’occorre di più, ora che sono stati coinvolti i dementi dalla psicopolizia segreta sezione torture, se vorranno prorogare la locazione. A volte, che ci sia di mezzo il programma torture è una garanzia di sicuro rinnovo. Poi, quando ne escono loro stessi di testa, mentre invece io me ne continuo tranquillo ed indisturbato nelle mie cose, solo con in più questi supplementi investigativi e letterari, si inventano delle storie con la loro psicopolizia segreta e mi scaricano dicendo, anche se non è vero, che la camera o l’appartamento serve a loro. La pidocchia, la nipote dice lui, lei chiama lui zio, che ha firmato il contratto dal lato loro, è 林小姐. 林小姐 vuol lire la signorina, ma anche la signora, 林/Lín, Lin. Lin è un cognome. Se non è cognome significa foresta. Od, anche come cognome, è come dire Signorina Foresta oppure Signora Foresta. Nulla di strano, un cognome come un altro. 小姐 è invece la parola usata a Taiwan, ma anche in Cina, per signorina, o per signora non proprio vecchia, sebbene anche ad usarlo con una vecchia le fa magari piacere. Questa è una ragazzetta, forse, a giudicare da un numero c’è nella sua email, di 22 anni.

Ultimo piano, sesto locale o quinto europeo, senza ascensore. All’ultimo piano, come al precedente, ci sono, salendo le scale, tre stanze a destra e due a sinistra. A sinistra c’è la “mia” e poi un’altra. È dall’altra che, dal secondo giorno e notte, hanno organizzato la tortura da camera. Un pidocchiotto che lavora 10-12 ore al giorno, che passa la notte a battere ed a ticchettare od a sentire altri pidocchi e pidocchie, da esso [pidocchiotto] ospitati nella stanza, a ticchettare. Abitava lì da solo. Dal secondo giorno, hanno dato al pidocchiotto sia delle pidocchie che dei pidocchi che restano nella stanza anche quando esso [pidocchiotto] è al lavoro, soprattutto una ossessa e piagnona che gliela hanno data pure come mignotta senza orgasmi di lei [gli orgasmi li ha nel ticchettio], e vi restano nel buio più assoluto (ma ticchettando contro il muro) fino a che esso [pidocchiotto] non ritorna in stanza da quella giornata da schiavo da 10-12 ore di lavoro. Poi, quando esso [il pidocchiotto] arriva, parlottano intensamente e con concitazione delle avventure di ticchettio della giornata, dicendogli che tutto va benissimo e che ormai è questione di minuti o di ore per il crollo definitivo del pollo, e lui stesso s’associa ai ticchettii serali e notturmi. ...Per riuscire esso [pidocchiotto] la mattina non oltre le 10, forse con una festa settimanale o per ragioni di servizio pidocchio ora, per andare a far qualche lavoro verosilmente manuale. Torna dopo un 10-12 ore, mentre in stanza è restato qualche pidocchia o qualche pidocchio che talvolta si danno il cambio. Mentre il pidocchiotto dorme, oppure mentre non riesce a dormire, nonostante la lunga giornata di lavoro manuale [nei pidocchi che fanno e coprono questo “grandioso “ lavoro di tortura subentra un’eccitazione da successo imminente, successo che mai arriva con me, che li conduce ad un’ossessione da guardonaggio e battitura, una “passione” maniacale che toglie ad essi il sonno, ne turba la veglia, ed incrementa rapidamente le loro demenze di base pure con manie di persecuzione per cui io rovineriei loro la vita con la mia sola presenza silente ed indifferente, portandoli al crollo, cosa che richiede siano presto sostituiti da pidocchi nuovi, e così via coi nuovi], altro pidocchio o pidocchia, eventualmente con esso [pidocchiotto] che coopera, tambureggia su parti di legno comuni alle due stanze. Infatti ci sono sia dei lavori di risanamento che toccano entrambe le stanze, sia l’esterno che l’interno, così come c’è una finesta che evidentemente c’era in origine tra le due stanze chiuse da una tavola di legno e formica. Il mio letto era stato messo proprio contro essa. Sebbene già il precedente inquilino l’avesse messo altrove. Così come contro essa è il letto dall’altra parte. Tuttavia con un piccolo spazio in cui hanno messo un mobiletto aperto con gli strumenti di guardonaggio proprio contro il muro. Appena arrivato, senza aspettare sviluppi o meno degli eventi, ho messo il mio letto nell’angolo più distante dall’altra stanza e dal corridoio. Mentre il pidocchiotto affianco, ora coi pidocchi di supporto, è naturalmente restato col letto in posizione da maniaco e maniaci che devono guardonare, origliare e ticchettare o far rimbalzare ossessivamente oggetti. Per il guardonaggio-origlionaggio e battiture, montano tutti sul letto del pidocchiotto, proprio dalla parte dove lui metterebbe la faccia ...se l’avesse.

Sono arrivato qui, in 篤行路85號, la notte tra sabato e domenica ed ho aspettato che verso le 8 di domenica 31 dicembre il padrone, il capo della famiglia Lin, uno di 67 anni, aprisse le sarcinesche dell’ufficio/abitazione. Mi ha dato la chiave e, gentilissimo, mi ha aiutato a portare su le molte mie cose.

La psicopolizia segreta li aveva già contatti ma non l’aveva ancora contata tutta, né a tutti ai Lin, su quest’operazione chiedevano loro. O tutti i Lin non se l’erano ancora contata tutta tra di loro. La psicopolizia segreta li aveva già contattati per un importante programma patriottico contro di me e prostettato come loro dovere collaborare. Loro avevano subito condannato il pidocchiotto affianco avendone l’immediata disponibilità a mettere a disposizione la stanza assicurandogli in cambio dei soldi ed una prostituta di cui far l’uso voleva. Era una pidocchia con prostituta incorporata od una prostituta con pidocchia incorporata.

La mattina di domenica 31 dicembre 2006, dopo aver portato del tutto su parte delle mie cose, parte era restata al quarto piano, a metà strada, che è dove iniziano questi tre piani di camere (altre, se ci sono, hanno altra entrata), dormo esausto dalla lunga notte di trasloco ed attesa. Al risveglio, non subito, dopo un po’, comincia qualche ticchettio d’assaggio. C’erano già in camera dei pidocchi, mentre i pidocchiotto era al lavoro. Nulla di sistematico. È dopo che ho spostato il letto, sempre ottima precauzione (soprattutto per non disturbare il prossimo da parte mia, non tanto per quelle loro pidocchiesche ossessioni), dal confine con la stanza affianco ad un confine di nulla, infatti ci sono il gabinetto e poi le scale ed il muro esterno, che si sente qualche ticchettio d’assagio. Una pallina da ping-pong. Il pidocchio cinese è un represso totale. Fa queste cose solo se Il Potere lo ordina ad esso [pidocchio]. Affianco, verso le 15:00 esce uno con l’aria tipica del giovane nazicomunista, forse belloccio secondo i criteri locali, di struttura grassoccia o satolla come il maniaco standard, con aria schiva come sono spesso gli istruttori. Non saluta, nonostante io abbozzi un saluto. Io stavo uscendo per tirare dentro, dal pianeritolo, i due pezzi più pesanti del bagaglio che ancora non avevo portato nella stanza.

Poco prima d’uscire, dopo i ticchetti d’assaggio, aveva telefonato, subito oltre il muro, affianco a me. È così che ho sentito la telefonata. Gli hanno detto “bisogna liquidarlo”. Lui ha risposto “certo, bisogna liquidarlo.” La parola esatta è 打掉/dǎdiào, distruggere, eliminare. Il piddocchio cinese&cinesoide, così come quello inglés, crede nel potere magico del tic-tic, del toc-toc, dei rumori ossessivi. Dato che essi sono paranoici ossessi e paranoici ossessi anche rispetto ai rumori, perfino i più lievi, soprattutto se intenzionali, sono convintissimi che i rumori intenzionali debbano innervosire, togliere il sonno, provocare rabbia e desiderio di rivalsa che dovrebbe portare ad urla e poi reazioni inconsulte facimente identificabili ed additabili a servizi di sicurezza e servizi medici. Ecco che loro “distruggono” a quel modo, almeno nelle loro intenzioni malate ed ossesse. Ottimo, che non riescano a capire che mentre loro s’agitano ossessi, uno sorrida, si stenda nel letto od altrove e si metta beatamente a dormire. ...mentre loro s’autodistruggono, previa auto-esaltazione che intensifica i loro crolli successivi. Come diceva quell’imbecille satollo, sporco e grassocio viscido, messo dagli ingleses a capo della Cina pauperista?! ...Sollevare massi per poi farseli cadere sui piedi. Ecco!

Dunque sono arrivato qui domenica 31 dicembre. Finito, dopo una dormita, di portare su i bagagli, il padrone del taofan (le stanze con gabinetto e doccia), l’anziano Lin, mi viene a chiamare e mi accompagna a fare un giro in zona. I giri in zona so farli anche da solo. Comunque, visto che si mostrava gentile, sono andato. Erano già stati contattati dall’ufficio torture. Uno alto e robusto, grassottelo standard come molti dei maniaci dell’ufficio torture, li aveva visitati in precedenza e poi di nuovo quella domenica 31 dicembre 2006. Ma non l’aveva ancora contata loro tutta sulla follie volevano da loro. S’era presentato come per una vista di routine. Intanto avevano contattato il demente affianco, il pidocchiotto che dopo una giornata da schiavo di 12 ore per quattro soldi, e di domenica, in cui non lavora, è stato arruolato per fare pure il dopo lavoro e per mettere la sua stanza a disposizone di pidocchie e pidocchi quando esso [pidocchiotto] è al lavoro. In cambio di qualche soldo e delle prostituta-pidocchia di cui disporre a suo piacimento. La strumentazione la porteranno il giorno dopo, lunedì 1 gennaio 2007. Infatti, era previsto che il 31 andassi solo a prendere la chiave e che arrivassi il giorno dopo. È un’improvvisata quel mio arrivare domenica 31 dicembre 2006 mattina. La paurosa Lin avvisa subito la psicopolizia sezione torture, di quel mio arrivo anticipato, psicopolizia sezione torture che appunto manda subito personale sia per parlare in termini più operativi con la Lin che per mandare subito personale nella stanza affianco. Lunedì 1 gennaio 2007, prenderà servizio stabile la pidocchia mignotta da letto con l’istruttore. Lei è la guardonatrice e torturatrice principale della stanza ed in cambio della copertura il pidocchiotto le dà, lui la può scopare qiuando vuole.

Così faccio il giro in zona con l’anziano padrone, Lin. Mi offre anche di accompagnarmi, il giorno dopo, ad un mercato dove vendono biciclette usate. Torno dopo, da solo, allo spaccio di Stato (così dice lui, se ben capisco, “del governo”) che, comunque, su certe cose chiave (zucchero, riso, uova, soie, olii, ecc.) sembra avere prezzi un po’ più alti di Carrefour o Géant o RT-Mart. Buono, dunque, solo se non si può andare là.

L’1 gennaio 2006, la mattina alla 9, Lin (Ken, nome “inglese” dice lui: è una autentica mania, ...pretendere che i foresti si inventino loro nomi cinesi e loro cinesi inventarsi nomi “inglesi”; è pure illegale, secondo il codice civile, ma nello spazio mafioso cinese ad est-asiatico nessuno conosce le leggi, neppure la polizia che ti chiede il tuo “nome cinese”, cosa diversa da una eventuale traslitterazione), l’anziano padrone del taofan e d’altro, mi ha accompagnato ad un mercato dove vendono biciclette di seconda mano, cioè rubate, in genere, suppongo. Prima di partire mi offre un bicchierino di acqua bollente che non bevo. Ne bevo, un goccio, dallo stesso bicchierino di vetro dove s’è ora raffreddata, prima di riandare da solo al mercato per comprare una bicicletta. E mi domanda se abbia dormito bene. Dico che ho dormito benissimo e lui si dichiara, con un gran sorriso di soddisfazione, molto contento della cosa. Mi dice che in quel luogo, ed ancor più a quel piano, c’è sempre un silenzio assoluto, cosa che, evidentemente, per lui, è un gran pregio. O mente molto abilmente, o lui non sa ancora nulla del lavoro di tortura. Mi chiede, per strada, se sono sposato (un modo di chiederti se non sei omosex oppure se eventualmente puoi esserlo: non che ci sia relazione tra le varie cose, ma chi fa queste domande è fatto come è fatto e sragiona come sragiona), se ho figli. Mi richiede, più avanti, mentre tornavamo, di nuovo, che facessi nelle mie giornate. Un modo per richiedermi, con altre parole, che facessi a Taiwan.

Al mercato, a est da qui, all’altezza più o meno della stazione, credo appena a sud della stessa, mentre chiedevamo i prezzi delle biciclette, mi dice che ne aveva una lui, di sua figlia, che forse la voleva vendere. Insomma, me la voleva dare gratis, in uso, il tempo che sarei stato lì. Sempre problematico avere qualcosa in uso, perché, se la rubano o si danneggia, non si sa mai che fare e si rischia o di spendere più che a essersela comprata o di far la parte dei cafoni e profittatori. Così al mercato non ho comprato nulla. Ho solo guardato e chiesto, e poi siamo tornati indietro. Tuttavia, dopo che abbiamo visto la bicicletta della figlia, abbiamo visto che le gomme e, verosimilmente, le camere d’aria erano da cambiare. Andati al negozio dove l’avevano comprata chissà quanti anni prima, il prezzo sarebbe stato 900. Al mercato all’aperto, ve ne erano seminuove per 1000, sebbene non fossero così immacolate come sembravano a prima vista. Sono così tornato, da solo, al mercato. Tuttavia quelle che davano simulate nuove avevano dei problemi alle gomme. Ne ho infine comprata una con l’aria non certo nuova e con qualche problema. Ma non ho ancora, dopo ormai tre settimane, dovuto fare alcuna riparazione. Me l’hanno data per 500 taibi, mentre il prezzo di vendita dichiarato era 1’000. Sono, invero, restato un po’ interdetto, perché ho fatto sceneggiata, ispezione minuziosa da grande esperto, e sebbene gli avessi buttato lì un 500, mentre c’era scritto 1’000, me l’ha data alla mia prima offerta. Come dire che me l’avrebbe, forse, data pure a meno. E tuttavia, ragionando in vecchie lire, era come un 25'000 lire contro le 50'000 richieste in origine.

Ritornato qui, verso le 13, c’era la figlia. Così ha detto lui. Non ho idea se sposata o con ragazzo. Neppure lo ho chiesto lei, quando in ipnosi cui accennerò sotto. Entrato nella mia stanza, questi affianco, erano ora almeno due. Non il pidocchiotto che è al lavoro e torna la sera. Gli strumenti hanno segnalato un numero variabile nel corso della giornata. Li si sentiva parlottare. Hanno iniziato col giochino della pallina da ping-pong, poi con altro oggetto a rimbalzo ritmico, cosa comune ai guardoni ossessi e torturatori d’appartamento. O sul pavimento, o su un tavolo o tavolino contro al muro, fanno rimbalzare una pallina da ping-pong. Poi, dalla pallina sono passati ed hanno continuato fino alla fine di gennaio con altra cosa rimbalzante, oltre che con tambureggi di dita sulle parti in legno e tonfi vari. Mi sono messo a letto, dopo un tre ore e mezzo di camminate. Sono passati a una battitura sistematica, che è restato lo standard fino ad ora, contro la grossa tavola, il riquadro, di legno che ostruisce presumibilmente una precedente finestra o falla tra la stanza dove sono e quella affianco. Colpi vari del genere, per tornare di tanto in tanto alla pallina da ping-pong classica o ad altre palle o rimbalzi. Quando vado al gabinetto, iniziano a battere colpi come di tavola contro l’esterno dell’edificio. O hanno fatto qualcosa dentro la parte vuota del muro. Il gabinetto è un luogo magico per i maniaci. Li rende più ossessi. Non sono rumori casuali o dovuti al vento. Infatti, quando esco dal gabinetto, che è qui e senza porta, dunque sento tutto se voglio, quel tipo di battituta cessa, anzi si sente che si muovono altrove ed intensificano il ticchettio o battuture da muro, battiture che si fanno sempre più nervose tanto più io me ne frego e loro capiscono che me ne frego. Quando ai colpi nel muro esterno al gabinetto, che non confina con nulla, anzi c’è addirittura una grande finestra che dà sulle scale, dunque si vedrebbe se mai si appostasse qualcuno (ma non si appostano mai in luoghi aperti per queste cose, visto che usano una strumentazione da guardoni che pur semplice e leggera nessuno deve vedere né intravedere: così dicono i loro manuali e così viene detto loro), usano un sistema meccanico. Qualcosa che tirano, e pure con fatica. I muri hanno qui avuto riparazioni varie con strane strutture di legno e vuoti vari al loro interno. In effetti, nella parete esterna, c’è un largo foglio di compensato come formicato, non conosco il termine tecnico, che va dalla stanza affianco, attraverso tutto il muro esterno della mia, fino al gabinetto-doccia dove diviene struttura metallica leggera. Sopra, verso il soffitto, sia nella stanza che nel gabinetto-doccia, c’è una controsoffittatura per cui c’è del vuoto. Comunque, la cosa per fare i tonfi nel gabinetto-doccia è nei vuoti del muro esterno, non in alto verso il soffitto. Per cui, mentre ero al mercato per la bicicletta prima con Lin poi da solo, hanno costruito un sistema meccanico nei vuoti del muro. Una cosa semplice e che non funziona neppure bene né con facilità. Per cui c’è una qualche asta, od una corda o altro, con cui tirano qualcosa che batte, dentro il muro, all’altezza del gabinetto con dei toc grezzi e sempre nello stesso punto. Con questo si dilettano quando, coi loro strumenti di guardonaggio, vedono che sono nel gabinetto-doccia. È un sistema di nessuna efficienza rumorica e pure faticoso per loro. Cose proprio da dementi. Ma tutto quello che fanno è da dementi. Se son convinti loro...

Se la CIA-FBI, su segnalazione di dementi del SISMI-SISDE, che a loro volta hanno orecchiato dementi ossesse in Italiozia, e pur non credendo loro non se la sono sentita di ignorarle (proprio logica da burocrati corrotti ed inetti!), sapessero come sono ridotti quando sulla base di informazioni fasulle (informatori/informatrici dementi, già pecchiolane e parrocchiane, che li hanno strumentalizzati per il gusto di far del male [nelle intenzioni]!) t’appiccicano il codice di massima pericolosità (senza specificare su cosa! ...perché non solo non esiste nulla, ma neppure loro sono stati capaci di inventare cosa dovrebbe mai esistere ...la “massima pericolosità internazionale ignota ma tremenda”) e poi lo passano ai loro puttani, siano colombiani del cartello di Medellin in Europa con borsa di studio dei gesuiti e servizi li hanno usati, polizie, servizi e milizie di Cina e di Taiwan... ...ah, no, i dementi sono così... Lasciamo perdere tutta la storia. Troppo semplice perché sia credibile. Un giorno mi convincerò a dirla, in una paginetta. Familiari ed ex-colleghi rabbiosi. È una cosa di dementi e di inetti di servizi “di sicurezza” che non potevano non fingere di dare un qualche credito pur non dandoglielo (ma scrivendo un qualche rapporto ed inserendo un qualche codice internazionale un po’ lo davano, lo hanno dato e stanno continuando a darlo) a familiari ed ex-colleghi rabbiosi. Poi, passano l’informazione fasulla non so su cosa, ma fasulla!, ai padroni esteri, che t’appiccicano un codice globale sulla base di quello che, già confuso in origine, non hanno ben capito, che lo passano e ti passano passano ai loro puttani locali altrove, nell’altrove dove sei andato a far cose pur regolarissime e proprio senza alcuna stranezza. Dai “Gialli”. E con troppi dementi, che allertati, hanno avuto interesse a mangiare su una balla. I dementi sono fatti così. Devono sempre coprisi dietro balle.

Dunque battitura di e da parete confinante e stoccate dentro la parete esterna (quella del muro portante, quello che dà sull’esterno, che in questa struttura riparata e leggera alla cinese vecchia è un po’ di muro, un po’ di legno, un po’ di metallo) vuota del gabinetto. Di tanto in tanto, commentavano fra di loro piccati che io non dicessi nulla. Quando inserisco l’isolamento ambientale, dunque io non sento più alcun rumore esterno, e li tracko in automatico, ho la stessa detezione strumentale di quello che percepivo coi miei sensi. Sì, sono una squadretta dei soliti pidocchi, coi soliti strumenti da ossessi, col demente affianco ben felice di farsi arrualare per tortura e linciaggio il giorno festivo o quando torna dopo 12 ore di lavoro da schiavo. Certo che se continuano la notte, li sentono tutti. Già ora li sentono tutti, se vi sono altri qui attorno. I padroni del luogo li informano sugli orari di altri, non sono troppi, anzi sono proprio pochi, pochini, quelli qui attorno, sì che altri non li sentano. Ma li sentono lo stesso... ...hanno detto loro che è in corso una grande operazione patriottica, ...un autentica ossessa dimostrazione della “civilizzazione” cinese. Sono molto divertito della stessa ripetizione del solito, dappertutto nelle Cine, come dappertutto a Taiwan, come dappertutto a Taichung. Pure gli strumenti di guardonaggio che usano sono i soliti, un apparecchietto che li rende ancora più dementi e da cui non riescono più a staccarsi. Io sono proprio in gran diletto. Sorrido, ma mi devo trattenere. Tra i pazzi torturatori, anche una risata diviene sintomo di considerazione, dunque li inorgoglisce. A volte conviene fingere di averli sentiti. A volte conviene lasciarli nella solo solitudine ossesso-manicanale. Certo, che di imbecilli malati che non hanno nulla da fare, e che si dedicano “alla difesa ed alla promozione della nazione e razza cinese” tramite tortura d’appartamento, ve ne sono a frotte nelle Cine! Centinaia di milioni o, forse, tutto quel miliardo e trecentomila milioni. Magari con poche pochissime eccezioni. Per non parlare dei dementi della CIA-FBI e del SISMI-SISDE ([...i CC...] che ha passato le “informazioni” agli USA che le hanno universalizzate) che si riducono ad usare questi metodi chissà per cosa... Burocrati dementi che devono giustificare stipendi . “Cari amici ‘meregani, guardate vi segnaliamo uno pericolisissimo anche se nessuno sa pericolosissimo in cosa... ...bisogna obbligarlo a rientrare in Italiozia meglio se in preda a crisi isteriche per tortura del sonno e della veglia.” “Oh, cari fessacchiotti italioti mafiosetti, grazie di questo grande contributo alla nostra dominazione imperiale...” No, non credeteci, se non volete. Ma il livello, in quegli ambienti, è proprio questo. Ed hanno fatto proprio questo! E stanno continuando a farlo, da sette anni.

Sono andato, verso le 16:30 di quell’1 gennaio 2007, primo loro pezzo di giorno di guardonaggio e tortura sostenuti, a far la spesa al Carrefour e dunque a verificare un po’ la tenuta dalla bicicletta. Mentre uscivo, eccitazione del pidocchio istruttore affianco ed ancor più della pidocchia cui avevano prospettato immediati successi di quell’attività.

Sì, sì, erano davvero eccitati quando sono uscito per andare a far la spesa. Dovevo pure vedere i tempi di percorrenza, visto che il Carrefour è vicino alla mia scuola, e se la bicicletta reggeva il tagitto dato che non era proprio nuova di fabbrica. I pidocchi erano eccitatissimi, quando sono uscito. S’è sentito come un orgasmo nella gola della pidocchia ed in rutto di liberazione interiore del pidocchio: “Ecco non ce la fa più, e lo va a dire al padrone.” ...padrone (la paurosa Lin, avendo lei in gestione quella parte dei loro edifici) che, in ansiosa attesa, mi avrebbe detto, secondo istruzioni della psicopolizia segreta, che non era possibile, che sentivo le voci. ...sapevo già tutto, sulle loro procedure scritte nei loro manuali e da loro sempre usate su altri quando si vanno a lamentare. Conosco da sempre i loro manuali. Non mi sono mai lamentato delle loro pidocchierie. Li colpiamo in modo devastante. Dei e coi pidocchi non ci si lamenta, non si discute, non si tratta. Neppure coi loro capi, governi, presidenti. Li si colpiscono e basta.

Non che la bicicletta mi desse troppo affidamento, ma sembrava reggere. Non so domani, ma ormai sono quasi tre settimane che mi trasporta. La strada per la scuola, bene averla testata quel primo dell’anno, perché m’è bastato svoltare una traversa prima di quella vista nella cartina della città e stavo ritornando su un corso che mi allungava troppo il percorso. Poi ho ben rivisto la cartina. Mi fido pure poco di automobilisti e scooteristi, e tuttavia sembrava che nessuno mi si buttasse addosso. Ho dunque visto che avrei dovuto farcela a sopravvivere in questa nuova vita da ciclista da città. Non ho mai usato la bicicletta, se non da bambino e soprattutto ai giardini pubblici. Sì, la ho avuta per andare in giro, ma, alla fine, in pratica, per un periodo limitato. Appunto. Era da decenni non andavo su una bicicletta. I tempi... ...certo, in bicicletta s’accorcia, ma meglio pensare sempre al peggio ed adocchiare i riparatori di biciclette lungo la strada. Anche gli agganci della “catena” quando si ferma, si parcheggia, la bicicletta, come quando sono andato al Carrefour, certo, si trovano, ma bisogna cercarli e cercarne uno libero e che non intralci. Se ti limiti a bloccare la ruota, se la possono caricare su un mezzo e portarsela via. Meglio bloccarla a qualche pilone od oggetto non asportabile. S’è c’è qualcuno a caccia di biciclette, se ne cerca forse un’altra.

Tornato, prima delle 18:00, il padrone, l’anziano Lin, ha visto che ero ritornato. I torturtaori erano in depressione che non fossi andato a lamentarmi. Il lamentarsi del torturato è un elemento chiave, per il successo del lavoro di tortura. Perché s’apre una catena in cui poi sei tu sempre il solo colpevole che sente le voci. È anche un elemento chiave, per il successo del lavoro di tortura, reagire. Perché nessuno sente [tutti le sentono ma viene ordinato loro di non averle sentite] le loro martellate, trapanate per ore [trapanate e vuoto e di notte, soprattutto, non lavori veri], battitute per notti e giornate, però ogni tuo minimo starnuto ti viene rinfacciato e te ne viene chiesto conto. Anzi, ti chiedono conto di quelli dei torturatori, se qualcuno li sente e pensa vengano da te. Succede. È successo. Comunque, anche se capiscono vengono da altri contro di te, sei sempre tu il colpevole, perché i torturatori sono obbligati a torturarti, dunque a disturbare gli altri, perché tu sei lì e resti lì invece che andartene. “Perché dovrebbero fare e farti ciò, se non ci fosse un motivo?” Infatti, quando occorre, noi fingiamo di reagire solo in modo strettamente programmato, per eccitarli e dunque poi aumentarne la depressione e la malattia, oppure per provocare eventi che noi gestiamo anche se loro, momentaneamente, s’illudono di governarli. Già pazzi ossessi, divengono ancora più pazzi ossessi quando non li senti, e quando, magari, dopo giorni che non li hai sentiti, si sentono colpiti all’improvviso. ...vivono in un deliro tale, che, poi, anche se c’è un terremoto, si convincono sia stato tu a far tremare l’isola o il continente. Lasciamo stare i dettagli, di eventuali nostri, occasionali, interventi deliberati, che cambiano in ogni situazione ed a seconda di quello vogliamo provocare.

Dunque, depressi anche i nuovi maniaci torturatori, dopo che il successo che avrebbero dovuto avere in pochi minuti od in poche ore non s’era verificato. Riiniziano delle battiture depresse e sfiduciate verso le 19:00 e poi vanno avanti con andamenti alterni.

Sono andati avanti con battiture continue, giorno e notte. Quando non c’è il pidocchiotto affianco, c’è comunque la mignotta-pidocchia, e ci sono altre ed altri, cui il pidocchiotto è copertura. Quando c’è pure esso, ora un po’, ora tanto, partecipa alla tortura ossessiva e maniacale. Quando dorme, altri continuano. È “il programma che non può interrompersi”. Se il pidocchiotto è disturbato nel suo sonno, si consola: “Tanto stanno torturando un altro che a ore crollerà.” Li imbottiscono di psicofarmaci e droghe per permettere loro di tirare avanti ma i crolli e le sostituzioni sono frequenti. La psicopolizia segreta ha un numero infinito di pidocchi.

Il solito.

Intanto abbiamo, grazie ad essi, ed questa loro nuova attività contro di me, individuato nuove crape vuote su cui dirigere il nostro programma di psicoradiazioni coi satelliti ed altra strumentazione altrui che hackiamo. Altri malati avviati verso un’autodistruzione più rapida. Per l’affondo rapido e definitivo di Cine ed ingleses. Ma anche dei loro cooperatori più diretti in Europa. Alcuni anche a Roma e Torino, anch’essi subito sottoposti al programma di psicoradiazioni. Le procure s’attacchino al cazzo. Non ci sono prove. Né mai le troveranno. Comunque, colpiamo solo delinquenti dementi ossessi. Grazie pidocchi!

Mercoledì 10 gennaio 2006, alle 17:45, ho deciso di sorprendere la cosiddetta Ms Lin, la nipote, l’amministratrice e pure pulitrice di questo luogo, che aveva appena portato da mangiare ed aveva dato un’occhiata alla pidocchia affianco al buio ma sempre ticchettante. Quella che passa le giornate e le notti a fare tic-tic, quando altre ed altri non la affiancano e sostituiscono. Ho aperto la finestra del bagno che dà sulle scale [ve ne è pure una, piccola, che dà fuori] mentre lei stava ridiscendendo. Lei agitatissima ha farfugliato qualcosa. Era davvero agitatissima dall’essere stata sopresa. Era appena uscita dalla stanza affianco, quella del guardonaggio e delle torture. È ritornata su è s’è inventata che quello affianco sentiva rumori durante la notte. Le ho detto che io non sentivo nulla e che, comunque, affianco erano in 2. Ha finto stupore, ma senza saper fingere. Ben lo sa che c’è sempre qualcuno affianco, che non c’è un solo pidocchio, da quando loro hanno montato il programma di tortura. Lo ha chiesto lei a lui di prestarsi a quanto a lei richiesto dalla psicopolizia: il pidocchiotto avesse detto di “no” lo avrebbero spostato in altra stanza, “per ragioni di servizio di Stato”. Le ho detto che pure in quel momento c’era una. Ha finto, non torppo convinta, di andare a battere alla porta. Le ho detto che non serviva, che comunque non aprivano. Ha detto che la sera lo avrebbe chiesto all’inquilino [ufficiale]. Confessione che prima di venire in stanza, alle 21 o 22, dopo 10, 12, 14 ore di lavoro, va a rapporto dai proprietari del luogo, dalla paurosa Lin. Ha accennato a radio. Le ho fatto sentire il volume della radio, obiettivamente basso, ed il volume del registratore, egualmente obiettivamente basso. Le ho detto che dunque non potevo essere io che facevo rumori, che non venivano da me e che evidentemente loro sentivano i fantasmi, “le voci”. M’ha detto che non ci sono fantasmi, ...piccata che io usassi l’argomento loro erano stati istruiti ad usare. Lo sa bene che affianco è organizzato da loro su richiesta dei maniaci della psicopolizia segreta e con la cooperazione delle milizie.

Visto che stava passando dall’agitatissimo della sopresa sul fatto ad una qualche arroganza, per farsi coraggio, ho deciso di farle il culo. Vuoi fare la viscita pidocchia?! Ed allora non ci sono più regole. Solo quelle della guerra e della distruzione. Lo avevo notato il 31, nel primo pomeriggio, quando ero passato da sotto perché il padrone voleva portarmi a vedere i negozi della zona (lei stava parlando con un viscido della psicopolizia segreta che era venuto per gli ultimi accordi ed istruzioni, ed iniziare sostenuti il lavoro di tortura) che aveva delle labbra sensuali e calde, ed anche un bel culetto da fichetta chiavabile. Tuttavia, per quelle operazioni rapide e di guerra, è meglio, per varie ragioni, farle nel culo, quando sono io, siamo noi, ad operare. La fica è sempre meglio, in astratto. Ma in quei casi, per esigenze di guerra, meglio chiavarle nel culo. Vorrei la sua fichetta, ma solo con lei che s’offra ansiosa e vorace al mio cazzo ed a tutto me. La purosa Lin, è d’una famiglia e d’un’età [forse sui 21-22] per cui il sesso è cosa a cui neppure pensare, se non col proprio dito. Al risveglio, dopo l’uso dell’ipnotizzatore rapido, non potevo lasciarla magari sanguinante, e sicuramente sverginata, anche se senza ricordo di quanto le fosse successo.

L’ho ipnotizzata con l’ipnotizzatore rapido che abbiamo avuto da quelli dell’astronave. Ho subito messo i simulatori per i guardoni affianco ed eventuali altri altrove. La ho spinta sul pavimento del gabinetto, che è comunque pulito e con lo spazio più che sufficiente per l’operazione. Le ho tirato giù i calzoni. Le ho aperto le chiappe. Sputacchiando saliva per inumidirle/lubrificarle l’ano, le sono entrato dentro e mi sono fatto una godutissima inculata della paurosa Lin. Stupefacente pure lei, loro. In Europa, nonostante tutto l’immaginario sul culo, sull’essere inculate, alla fine farsi fare il culo piacerà davvero ad una su tre, forse anche meno. Qui nelle Cine, almeno in quelle situazioni corsare, piace quasi a tutte. La paurosa Lin se n’è subito esplosa in degli orgasmi frenetici che m’hanno fatto godere ancora di più che dalla semplice meccanica della monta con godutona. Più se la godono in quel modo corsaro, più, poi, nel ricordo sub, che rimane nonostante l’ipnosi cancelli la parte cosciente, le cinesi e cinesoidi si colpevolizzano per aver goduto e per aver goduto nel culo.

Ho infatti ripetuto l’operazione con l’altra figlia del padrone presente sul sito, così come con le altre pidocchie che vengono affianco, incluso quella fissa, ed anche con qualcuna viene mandata talvolta in osservazione sotto. Sotto qui c’è una stanza buia, senza finestre. Non so se è per quello, ma sembra non riescano ad affittarla. La usano allora, ora che hanno avviato l’operazione di tortura contro di me, per fare, ma solo a certe ore del giorno in genere, dei guardonaggi da sotto con colpi, ...si che uno [io] “senta il vento” e “s’immagini” diano colpi contro di lui.

Devono essere state sia le radiazioni supplementari, che gli inculamenti delle pidocchie con conseguenti loro innervosimenti e peggio, ed anche dei colpi che abbiamo trovato il modo di portare contro la sorella, un’altra pidocchia, che è a studiare inglese in Australia, che hanno prodotto una qualche situazione di collasso domenica 14 gennaio 2007 sera. Dopo che avevano passato una domenica, con anche il pidocchiotto demente in pausa domenicale dal lavoro da 12 ora da schiavo, in frenetiche ossessive battiture, la sera ecco come un improvviso collasso dei pidocchi durante il quale sono spariti, è ad essi come stata ritirata, parte della strumentazione. Poi sono ritornati silenziosissimi, limitandosi ad un depresso farfugliare tra loro qui affianco, salvo ridarsi a solo occasionali battute contro il legno del muro durante la notte. Come un collasso nervoso generale, registrato anche delle nostre strumentazioni. I loro ticchetti autodistruttivi, i nostri inculamenti, le psicoradiazioni di cui abbiamo aumentato l’intensità su tutti gli operativi e supportanti, ed altro, avevano qui prodotto come un temporaneo collasso.

Hanno poi continuato, gli altri giorni, fino ad ora e continueranno domani e per sempre, perche “il programma è inarrestabile”, con le solite ossessive battiture da cui non possono neppure più soggettivamente liberarsi essendone ormai stati infettati. Contro la paratia di legno, contro un’altra struttura di legno e formica nell’altro angolo, tirando l’asse che raggiunge la piccola parete esterna del bagno quando ciò non è troppo faticoso [ma altri si sono lamentati ed era chiaro che pur essendo contro la mia stanza i tonfi non venivano dalla mia stanza]. Oggi, giovedi 18 gennaio 2006 pomeriggio, mentre scrivevo, ma già la mattina, c’era un pidocchietto ossesso che ha passato ore e ore a ticchettare con le dita ed a sbattere un oggetto con rimbalzo. Quando è arrivato, alle 21, dopo 11-12 ore di lavoro, il “suo” pidocchiotto [le pidocchie hanno avuto problemi dopo gli inculamenti, pur sotto ipnosi, per cui ci sono stati dei cambiamenti, forse solo momentanei, di pidocchi] che permette ad esso di stare nella stanza quando il pidocchiotto è al lavoro, ha continuato indifferente e sicurissimo che avrei reagito, sì da poter mostrare trionfale al pidocchiotto una mia reazione, sebbene sia tutto il giorno che, dal nostro simulatore, faccio sentire una mia presenza del tutto silenziosa. Poi s’è depresso che improvvisamente io non reagissi, ed è andato a mangiare quello che il pidocchiotto gli aveva portato. Mentre l’altro depresso, il pidocchiotto, s’è messo a dormire in attesa di risvegliarsi impaziente di contribuire anche lui con la sua dose di battiture. ...dopo essersi toccati un po’ fra omopidocchi ossessi. Quando uno entra nella logica del guardonaggio e della tortura, non riesce più a trattenersi, non riesce più a godersi una bella dormita. Un essere umano magari dorme soddisfatto e poi si sveglia con l’ansia di andare a lavorare, o di leggere, o di scrivere, o di studiare o di trombare od essere trombato. Il pidocchio introietta nella testa vuota e malata d’ossesso quell’ulteriore ossessione, lo schemo dell’apparecchietto da guardonaggio ed il connesso imperativo di torturare quello che vede nell’apparecchietto.

Ah, vi diamo dei numeri, forse giusti forse sbagliati. La nostra strumentazione non vede le targhe, come non vede la facce. Sono cose dobbiamo vedere di persona e non avendo grande passione né tempo per i pedinamenti c’affidiamo all’occasionalità. Sono targhe di scooters: ST6-631, UKD-535, J37-351, SSG-723, SUL-466. Magari son passati col rosso, magari no... Non lo sappiamo. Le targhe sono pubbliche. Non accusiamo nessuna targa d’avere fatto nulla. Talune siamo sicuri non c’entrino neppure col trambusto o non trambusto dei luoghi. Non saranno neppure mai passate col rosso. Erano solo da queste parti o da nostre parti e ci sono cadute loro copie su un pezzetto di carta le ha annotate.

Gli ipnotizzatori rapidi non li ho usati solo per il sollazzo ed il godimento dei mio uccello e di tutto me con le pidocchie in servizio operativo e di supporto, qui. Abbiamo usato gli ipnotizzatori rapidi anche per interrogarli e raccogliere le loro deposizioni. Ci hanno raccontato le demenzialità più incrredibili sul loro lavoro. Tutti i pidocchi e le pidocchie sanno che è un lavoro di Stato, ...che essendo tuttavia importantissimo deve essere realizzato usando loro. Si, insomma, le attività criminali di Stato vengono realizzate usando poveri dementi ossessi ...se capita un incidente e qualcuno fa loro la pelle... ...omidicio per fatti personali... Ed a tutti è stato assicurato che sarebbero bastate poche ore per farmi andare in escandescenze perché sono un notorio matto ed isterico, ...anche se invero non ne hanno né prove né indizi per poterlo neppure ipotizzare... Ecco, questo è quello che i pidocchi qui sanno sul senso del loro lavoro. Hanno promesso loro benefici vari, sebbene, poi, ad interrogarli bene, tutti dicevano che lo facevano per piacere loro, perché a loro piace fare quelle cose ed essendo coperti erano tranquilli che non sarebbero stati né ricoverati né arrestati o puniti. Invero, non lo sanno (lo scopriranno presto a loro spese!) che molti altri pidocchi sono finiti pazzi e dunque ospedalizzati, anche se non ad opera certo dei loro servizi di sicurezza (che li hanno, solo, “nobilmente” cacciati in questo vicolo cieco!), ma perché sono davvero impazziti in modo manifesto, da ricovero, a seguito di queste loro attività. Sono emersi un po’ tutti come personalità deboli. ...fortissimi solo nella loro ossessione. Nella famiglia Lin (il “mini-filone” della paurosa Lin, che non è comunque figlia del vecchio Lin, dato che lo chiama zio e lui chiama lei nipote, pur riferendosi alle “sue sorelle”, pur così diverse ...forse un secondo matrimonio ...non ho chiesto né m’interessa: m’interessa, forse, la paurosa Lin che tirata fuori da quell’ambiente, e lei tiratasi fuori da quell’ambiente, potrebbe essere speciale, ...forse, se volesse), ma non solo, pure paurosi e paurose. Il pidocchio ha in effetti sempre paura, terrore, di scontrarsi con un potere più forte di quello lo domina in un certo momento. Comunque, meglio evitare troppi psicologismi. I pidocchi, così come gli individui, sono quello che fanno. Loro pidocchi stanno facendo i pidocchi in servizio di tortura-linciaggio da camera. Questo è quel che sono.

Con l’anziano Lin, il capo e proprietario di tutto, eravamo restati a quella sua cortesissima mattinata del primo dell’anno con me, per farmi vedere biciclette, dato che me n’occorreva una possibilmente già per il giorno dopo per andare a scuola. A camminare fino alla scuola, mi ci sarebbero voluti magari un 40 minuti. Ora fa fresco, ma in bicicletta è meglio. Dopo quella mattinata per trovare una bicicletta, al pomeriggio inizia di gran lena la tortura-linciaggio da camera contro di me.

Lo riincontro il giorno dopo, martedi 2 gennaio 2007, di ritorno da scuola, dunque verso le 14:30. Lascio la bicicletta nel marciapiede di sua proprietà, come lui m’ha invitato a fare. È lui che viene fuori quando vede che arrivo. È tesissimo. Dopo un teso, breve, “interrogatorio”, di lui a me, non lo vedrò più, almeno fino ad oggi giovedì 18 gennaio 2007. Qui ormai è sera/notte. Non credo proprio che avremo modo di incontrarci, neppure casualmente, proprio ora. È sparito dalla vergogna. In quell’incontro del 2 gennaio 2007, al mio ritorno da scuola, voleva cercare in me “la colpa” perché loro sono tutti solo dei malati ossessi e dei pidocchi, o almeno cooperano attivamente perché così è stato richiesto loro. Finge di chiedermi se sia andato a scuola. “Ma come, te l’ho detto che vado tutti i giorni dalle 12:00 alle 14:00... ...è per quetso che sono a Taiwan, non per fottervi tutti visto che c’obbligate a distruggervi! Ve lo volete... Io ero venuto nelle Cine solo per studiare il cinese, sebbene ci fosse già un qualche programma ...ma perché i pidocchi erano già organizzati, operativi ed ossessi...” Non posso dirgli: “Che t’hanno detto, scemo!, che per ragioni segretissime, cioè che nessuno sa, neppure immagina, neppure esistono, devo essere obbligato a tornarmene non so dove?!” Mi chiede, di nuovo, cosa studi. Insomma come dire che mi sono inventato tutto. Gli mostro, perché lui insiste e me lo chiede esplicitamente di vederli, i libri di cinese di ritorno da scuola... Sono pure libri piuttosto lavorati, perfino lavorati all’eccesso, “tutti scritti [da me!]!”, non di quelle cose immacolate che uno si compra da mostrare come copertura... Li prende in mano. Li guarda. Cacchio, se vuoi guardare il mio libro in mezzo alla strada, entriamo dove hai un tavolo. Fa resistenza. Non vorrebbe farmi entrare, ora, nel suo/loro ufficio. Ora, io sono il nemico. ...perché lui, stronzo!, s’è fatto mettere sotto, con tutta la sua famiglia di dementi, o di deboli, dagli ossessi corrotti della psicolopolizia segreta da tortura-linciaggio. Alla fine entriamo un attimo. Guarda i libri. Poi mi chiede non so cosa d’inglese. Infine me ne vado. Ecco, da allora, non s’è fatto più vedere. Io, che pur continuo a lasciare lì davanti a lui la mia bici, evito di intromettermi con gli sguardi nei suoi possedimenti, in quel suo ufficio/entrata di casa sua. Quando lui vede che arrivo, oppure che vado via, con la bici, ben evita, ora, d’uscire come d’indole farebbe. Avrà perfino vergogna di potermi incontrare se mai esce da quel suo locale. Ha paura io gli dica qualcosa e lui si debba fare la parte di quello che diventa marrone di merda e, da istruzione della psicopolizia segreta, mi dica “se non ti trovi bene, vattene”. Mannò, io non gli dico nulla. Non ho nulla da dirgli. Che me frega, di questi pidocchi e pidocchie che c’aiutano nel nostro lavoro d’autodistruzione Cine, ingleses e connessi! Forse, vorrei “sfilargli” la paurosa Lin, a meno che non scopra qualcosa me la tolga per sempre dalla testa. Anzi, appena dovrò guardare dentro il loro ufficio/casa per cercarli, per pagare il mese prossimo, febbraio, chiederò loro [tale è la mia intenzione ora, se il destino o la volontà non mi porta altrove] se mi danno la stanza per altri 3 mesi. Neppure la nipote, la Ms Lin, la paurosa ma arroganticchia [finché io non la smonto, perché non è d’indole arrogante] se colta sul fatto nel lavoro di tortura o supporto, si fa più vedere. Anche lei ben si nasconderà. Eppure vorrebbe uscire a dirmi, mentendo perché non è vero, che sono io che tamburello, invece che una tastiera di computer oppure la penna con cui traccio caratteri cinesi, il muro che la paurosa Ms. Lin ben sa i dementi affianco, e talvolta pure altri, tamburellano e battono in continuazione perché lei, loro, non han voluto dir di no ed hanno pure collaborato ad organizzarli. Ha paura. Paura di mentire. S’è fatta quella parte quando l’ho presa sul fatto. Così come ha paura di non mentire. I cinesi dicono: “Non ha la faccia”. Ecco non hanno la faccia. “Aver la faccia come il culo” diremmo noi, più impropriamente, dato che una faccia può esser quel che è, mentre un culo può essere magnifico.

ST6-631
UKD-535
J37-351
SSG-723
SUL-466