Chinese Asylums 2. Taiwan. Taichung. Tortura di Stato d’appartamento in 大墩十九街198號4F-1
by Georg Rukacs
A dicembre 2006.
Tentiamo una classificazione. Ci sono due tipi di pidocchi che vengono usano per questa attività di tortura. Una categoria sono i pidocchi d’appartamento usati per seguirti ed origlionarti coi loro strumenti da guardoni e per i conseguenti tic-tic, toc-toc, tonfi continui, con intensificazione quando chiudi gli occhi o presumibilmente dormi, in pratica con cui ammazzarti o farti diventare pazzo. Questi non devono venire in contatto personale con te. Se tu cercassi mai di venire in contatto diretto con loro, io non ho esperienza diretta perché non mi interessa e so essere inutile il contatto diretto col pidocchio che è solo da distruggersi non certo da redimersi..., ...comunque sappiano dai loro manuali e dalle loro procedure che, in tal caso, devono evitare di parlarti e chiamare i “superiori”, oppure, se proprio non riescono a tacere, solo dirti che senti le voci, di farti vedere o di tornartene a casa tua. L’altra categoria sono i mille che ti vengno messi attorno con le scuse più differenti e che devono “esserti amici”, magari vederti con qualche scusa una volta la settimana od anche meno, o solo una volta sola e basta (cinesi&cinesoidi hanno una strana concezione dell’“amicizia”; infatti, per loro tutti sono “amici”), oppure essere in contatto con te via email o messenger o chat o telefonico. Con me erano letteralmente ossessionati che io avessi e loro avessero il numero di un mio telefono mobile. Il principio base, la filosofia esistenziale, del cinese&cinesoide è che l’altro, e lo straniero ancor di più, il nemico, è un pollo. Se il pollo si fida, gli tiri meglio il collo. Se tu ti fidi, il cinese&cinesoide gode di più a fotterti e gode di più quando ti tira, od altri con cui coopera ti tirano, il collo. E un principio che poi usano anche con coniugi, amanti, figli, parenti, anche se sembrano tutti d’amore e d’accordo. Tutto il mondo è paese, anche in queste cose, ma il cinese&cinesoide mette una particolare maniacalità, una particolare ossessività, da quel che io ho osservato. Anche altri, invero, hanno osservato e scritto della particolare ossessività del cinese&cinesoide. Il cinese&cinesoide è un vero ossesso, in tutto, anche in questo. Più sembra quieto, e sembrano tutti quietissimi, più è intimamente ed irriducibilmente ossesso. Se si sa come fare, è pure piuttosto facile portare il cinese&cinesoide da quella apperente ed assoluta quiete all’iracondia irresistibilmente manifesta.
Dal punto di vista di questa classificazione, l’esperienza in 大墩19街198號4F-1, 407 Taichung City / 台中, [十九è 19 in cinese; esiste大墩, che è una certa via o strada, e poi esistono vie minori con lo stesso nome iniziale ma differenaziate da quell’1, 2, etc.; 號 è invece “numero”, per cui 198 è il numero civico] è stata del tutto innovativa, perché i torturatori incaricati di torturarmi ed ammazzarli (o farmi uscire pazzo o indurmi a scapparmene “in patria”) e gli “amici strettissimi”, incaricati di fingersi davvero sostegno per la vita ed in qualunque circostanza, erano le stesse persone. Tanto più cocente è infatti stata la loro disfatta e sputtanamento e la disfatta e lo sputtanamento della psicopolizia segreta di Taiwan, che è in stretto contatto informativo ed operativo con quelle della RPC, oltre che con servizi ingleses. Sono pure cretini. Infatti, improvvisamente, quel mese che sono stato lì, nessuno dei mille che fino ad allora m’ossessionavano con quotidiane richieste di LE [Language Exchange], amicizie, “vediamoci”, “se ha bisogno di me, chiamami”, “ti voglio come amico”, oppure richieste di amicizia per corrispondenza, via messenger, “dammi il tuo numero di telefono portatile che scambiamo quattro chiacchiere”, si fece più sentire. Appena arrangiai la sistemazione lì, è fui lì, tutto tacque, anche perché quei mille messaggi con indirizzi email appena fabbricati venivano tutti da lì e dintorni. Appunto, tutte le spie di supporto della tortura di Stato e paraStato, sono immediatamente sparite quel mese che ho abitato coi turturatori. Guarda caso, appunto nulla di casuale!, sono riapparse appena sono andato via da lì. Sono pure scemi. Le burocrazie sono sceme. Quelle maniacali ossesse sono ancor più sceme. La viscida YaLing, di cui ora si dirà, la cui missionze esistenziale ora l’ossessione maniacale cinese&cinesoide, comincerà a rimandarmi, sotto altri nomi, richieste di contatti messenger, offerte d’amicizia, di LE, di conversazione via telefono mobile, appena uscirò indenne dalla speciale camera di tortura era il “suo” appartamento e quello sopra di cui egualmente avevano la disponbilità continua.
Non esiste un vero motivo, motivo razionale, di una qualche “loro” razionalità ne avessero mai una, per cui io fossi e sia da ammazzare o far uscire pazzo, o comunque distruggere, ...magari loro mi metteranno qualche chilo di stupefacenti nel bagaglio quando lascio Taiwan, anche se, di mio, non saprei neppure dove trovarne qualche grammo e tanto meno ne ho mai usati né ho la tentazione di usarne neppure per me. Il nostro stesso programma di radiazioni, che condurrrà alla autodistruzione del cinese&cinesoide e dell’inglés, psicoradiazioni che, tra l’altro, non sono provabili dunque cui nessuno crederebbe mai, tanto meno governi o pezzi di governi con pidocchi di contorno, c’entra nulla, con questo assalto contro di me, ...ma che è anche contro altri, i più differenti, anche se sono cose che pressoché nessuno osa raccontare perché sono così ossesse e pazze che appunto verrebbe preso per pazzo chi le racconta, non potendosi immaginare che qualcuno, e pure in modo organizzato, e organizzato direttamente da Stati e paraStati, possa davvero farle. Appunto, sono solo ossessioni. Ossessioni cinesi ed est-asiatiche. Ossessioni che nelle Cine ed in est-Asia esistono a livello di massa. A livello, in genere silente [ma con un po’ di pazienza e d’abilità le si tira loro fuori, si tira fuori il loro odio e la loro ossessione contro tutti gli “stranieri”, contro tutti i “differenti”, in pratica contro loro stessi metaforizzati nell’“altro”], sono già dirette, nelle Cine, che anche tra los ingleses “puri” (i magnaccia dei cinesi&cinesoidi), contro ogni straniero. Basta un ordine dato da pidocchi capi a pidocchi esecutori perché si scateni il linciaggio contro singoli, tanti singoli, più di quanti si possa immaginare. Ne ho visti troppi, che non osavano seppure accennare a quello stava loro capitando, dopo come erano stati sottilmente svillaneggiati appena s’erano ingenuamente rivolti alle autorità del posto, gli stessi stavano organizzando e seguendo la loro tortura e linciaggio.
Riassumiamo i personaggi.
Dèng Yǎ[/Yā]Líng / 鄧雅玲, YaLing, una pidocchia di 29 anni, anche se ne dimostra 40, in una parte del mondo dove invece quasi tutti dimostrano meno dei loro anni. Sorriso tanto smagliante quando immediatamente epidermicamente falso. Sembrava avesse una dentiera completa, una dentiera leggera e non molto attraente seppur bianchissima. Elevatissimi livelli di maniacalità e d’ossessione.
Yán HàoZì / 顏浩字, il figlio dei di 6 anni e Yán ZǐLín / 顏紫林, la figlia di 5 anni. Due pidocchietti cui lei stava ossessivamente insegnando a leggere l’alfabeto fonetico cinese di Taiwan, il cosiddetto bo-po-mo-fo e qualche inizialze carattere cinese. Una specia di pre-scuola, dato che il cinese&cinesoide è invidioso pazzo di tutti gli altri, anche se lo cela e cerca di farla sembrare una normale gelosia, per cui il cinese&cinesoide si giudica meglio di tutti gli altri ed i suoi figli devono essere meglio di tutti gli altri. Il e la “più meglio” coi figli “più meglio”. E soffrono terribilmente e se la prendono mortalmente coi figli quando ciò non succede. Del resto solo pochi alla fine primeggiano, almeno in quello giudicano si debba primeggiare; tutto è relativo si guardasse la cosa con un minimo di raziocinio invece che dominati dalle ossessioni come invece sono cinesi&cinesoidi. La cosa è tra l’altro vanatggiosissima per i vari venditori di “cultura” o testatori, perché, se riesci a farti credere tale da aver qualcosa da vendere per far primeggiare i figli, le famiglie non badano a spese, tanto coloro che possono, e pure coloro che non possono. Chessò, vedi in giro pseudo-babysitters che s’affannano a parlare inglese a bambinetti solo contenti che non ci sia la madre a rompere loro le scatole. Poi arriva la madre e paga il babysitteraggio-inglese-“subliminale”. Se convinci genitori ansiosi e con soldi da buttar via (ma anche se non ne hanno, sono pronti a “far sacrifici” per il “futuro del figlio”) che a quel modo il figlio acquisterà una naturale confidenza con l’inglese dato che tu cinese&cinesoide “dotto”, o pure ragazzotto/a o ragazzino/a inglese&inglesoide, puoi trasmettere un po’ di quella tua conoscenza, ecco esiste pure quel mercato, il babysitteraggio da strada o da McDonald’s con inglese “divertente e naturale” annesso.
Chiamiamo Yán / 顏, Yan, il marito, un pidocchio di qualche anno di più, uno sbirro della psicopolizia segreta taiwanese. Un maniaco ossesso depresso con ruolo di torturatore capo ed istruttore, mentre in realtà la vera capa di quel centro di tortura su due appartamenti ciascuno di due piani era la moglie YaLing.
La famiglia era la classica famiglia di tamarro che va in polizia e con moglie e due figli. Dormivano in una stanzetta assieme ai due figli non poi più in fasce, avevano un macchinone (un fuoristrada) ed un grande televisore. Giochi e giocattoli per i figli ma con assoluta scarsità di libri. In pratica non ne avevano. Pur in un grande appartamento, ed idem quello sopra, ma erano appunto strumenti di tortura, tortura con torturato che t’abita in casa, e torturatori di supporto idem, torturato che torturi da sopra e da sotto e facendotelo amico, e pure dal fianco finché è solo uno. Se invece i torturati sono due, la tortura è solo da sopra e da sotto e coi torturatori “amici”, “amicissimi”. Fossero stati ricchi, e non si fosse stati nelle Cine (il codardo ed il maniaco cinese&cinesoide si copre sempre dietro al potere), si sarebbe potuto pensare a maniaci in proprio. Nelle Cine, e con lui in polizia, anche non si conoscessero altri dettagli, si può star sicuri che sono super-maniaci di Stato e paraStato, che dedicano all’attività il tempo di lavoro normale e gli straordinari. Infatti il marito non c’era mai. Non lì nell’appartamento ufficiale. Quando compariva, se n’andavano nel luogo d’origine, oppure se era stato mandato giù, da sopra, per ordini superiori, in forzoso permesso, se ne stava nel salone, senza sedie né tavoli (che mancavano in tutta la casa, a parte nelle stanzette sopra in subaffitto, o d’ausilio tortura una), tra i figli urlanti ed a vedere la televisione. Compariva anche, talvolta, vergognandosene, per qualche manciata di minuti, durante cambi serali o notturni [cambi-turno del lavoro di tortura sopra], talvolta anche pomeridiani, in cui magari portava i figli sopra per prendere confidenza con gli strumenti di tortura contro il “pollo straniero che abita con voi”. Infatti, quando li riportava sotto si vergognava pure ad accendere le luci, altrimenti sempre ben accese.
C’erano poi altri due pidocchi, la torturiscella Zhèn YíQíng / 陣怡晴 o 陣怡情, YiQuing, con lo pseudo-ragazzo, chiamiamolo il finocchietto di YiQuing. YaQing era una ragazzetta insicura e paurosa, con l’aria candida, eppure così debole, viscida e perversa. Di quelle che mettono gli spilli negli occhi al prossimo perché quelli attorno a lei e da cudi dipende le dicono che è giusto e doveroso. Il finocchietto di YiQuing era il classico “buon compagno”, “buon camerata”, “buon amico”, “buon parrocchiano”, “uno serio e di cui ci si può fidare”, un maniaco codardo ed arrogante, e candidato a divenire, dopo rapida istruzione, il capo del centro di tortura nell’appartamento sopra e poi per altre missioni di tortura di Stato e parastato. Cercano di creare sempre una situazione “familiare” o “di coppia”, magari fasulla, appure “disabitata” [ma con luci sempre ben accese!] nell’appartamento superiore od altro da cui partono guardonagggi, origliaggi e torture, sì che se il torturato dà in escandescenze e si verifica qualche intervento di polizia, gli intervenuti trovino una situazione “normale”, senza ragione per fare nulla di male, per cui la colpa è del torturato che, evidentemente, ha problemi suoi, che “sente le voci” per cui “è meglio se ne vada via dalle Cine”, che “vada a curarsi”. Comico quando in escandescenze vadano altri, limitrofi al torturato, magari “amici” dell’organizzazione di tortura e l’organizzazione di tortura si trova ad applicare, inconsciamente, lo schema del “fuori di testa” ad uno della loro area anziché al predestinato che, o perché ha tutto ben capito o per indole o per circostanze casuali, li sta fottendo e li fotte. Ovunque mi sia trovato io, “in escandescenze” perché “sentivano le voci”, le torture [ticchettii e tonfi permanenti ed ossessivi] della rete terroristica cinese&cinesoide di Stato e paraStato, andavano regolarmentre i limitrofi, magari complici diretti dell’organizzazione di tortura: passavano dall’esaltazione “NOI stiamo linciando un pollo straniero” all’andare a supplicare devastati e depressi che al torturato non fosse prolungato il contratto di locazione.
La struttura del centro di tortura erano lì due appartamenti, entrambi su due piani. Sono correnti a Taichung, anche in condomini. Quello in大墩19街198號4F-1 era un condominio già di lusso. Ora un po’ abbandonato, nel senso che non c’era né la vigilanza, pur essendoci la guardiola, né grandi pulizie quotidiane delle parti comuni. Sarebbero state un bel sovraccosto e, sebbene le ditte di vigilanza siano mafie organiche allo Stato ed al paraStato e relativi programmi criminali e di tortura di massa, talvolta può pure esserci qualcuno che mette il naso in cose in cui non dovrebbe. E visto che lì la psicopolizia faceva cose strane... L’appartamento sotto era il 4F-1, dove un torturato, o due, quando entrambe le stanze fossero state affittatate a due stranieri differenti, avrebbero vissuto coi direttori delle tortura che avrebbero finto di essere loro “amici”, portarli fuori i fine settimana, fraternizzare in ogni possibile modo, se il od i torturati avessero abboccato. L’una o due stanze dei torturati erano praticamente al livello 5F-1, che formalmente non esisteva. Lo stesso ascensore passava dal quarto al sesto all’ottavo piano. L’appartamento da cui partiva la tortura di sopra era il 6F-1, egualmente un appartamento su due piani. Tende sempre tirate giù perché non si potesse vedere dal di fuori l’intenso lavorio al suo interno e chi lo svolgeva e come. Una caratteristca dei locali da cui parte, sopra, un’attività di tortura è che tutto è smontato e dislocato per permettere l’attività di tortura in direzione dei locali sotto. Se sotto c’è un letto od un’area che il torturato usa, sopra è scoperto. Se sotto c’è un’area il torturato non usa, sopra può anche essere coperta. Se il torturato cambia stuttura della dislocazione del suo locale, sopra tutto viene immediatamente adattato per permettere l’immediata tortura dove si trovi il torturato in qualunque momento. Il torturato passa da una iniziale esaltazione del suo “potere” ad una rapida depressione e necessità di cure per la sua impotenza da pidocchio obbligato a seguire la preda di cui diviene schiavo.
Io conoscevo già tutto di quel luogo. Anche loro, lei, YaLing, sapeva qualcosa di me. ...o così sempre crede, si illude, il pidocchio, strutturalmente incapace di capire o sapere davvero qualcosa di una persona. Era già venuta, tra i tanti, qualche volta, in missione di tortura pomeridiana o serale con la figlia, proprio quando ormai la situazione volgeva al termine, in 430, 5-F 3, DaJinJie / 大進街, 408 Taichung City / 台中, Taiwan / 臺灣, il posto dove avevo abitato. Poi la mandavano a prendere e riportare a casa con un’automobile di altri pidocchi. Dunque era, coi figli e con tutti i familiari, già sottoposta al nostro programma di radiazioni che bruciano progressivamente parti predefinite delle loro teste vuote, sì da accentuare i comportamernti autodistruttivi e distruttivi di tutta la pidocchieria cinese ed est-asiatica, cioè di tutto l’est-Asia coi loro magnaccia ingleses che su esso e sui cui pidocchi hanno prosperato.
Avevo finto d’abboccare ad un suo annuncio. Era da tempo che la pidocchia YaLing usava quel sistema d’adescamento per estrinsecare le sue perversioni personali e familiari con soldi di Stato e paraStato e per istruire i figli al disprezzo dello “straniero”, del prossimo e pure di sé stessi. “Il mondo reale è così”, diceva loro, “o si fa così o lo fanno a voi!” ...la filosofia del guardonaggio e della tortura... Me la aveva menata che lei aveva studiato 3 anni a Huston, e tuttavia non seppe trattenersi dal dire che era tornata a Tawain fiera del suo essere taiwanese. Non se ne rendono conto ma, quelle auto-esaltazioni etniche di facciata, sono confessioni di fallimento del loro contatto col “mondo” e di rifugio nella maniacalità solita. Infatti, non aveva studiato nulla, non aveva capito nulla del mondo ed era tornata più ossessa e pervertita di quando era partita alla “conquista” delle Americhe sfruttando il fatto che essendo l’infame delle scuola aveva potuta sopravanzare altri che altrimenti sarebbero mandati per il programma di scambio.
Lunedì 27 novembre 2006, sono andato a vedere il posto. Lo conoscevo già. Lei, la pidocchia YaLing, intanto stava risolvendo il problema del collegamento Internet della stanza. Si sarebbe fatta passare un filo dalla sua stanza alla “mia” come già aveva fatto con quella della torturiscella YiQuing. Fingeva fosse una gran cosa ma è quello che era già stato fatto con l’altra stanza. Sono andato lì a mezzogiorno del 27 novembre. Lei aveva lasciati i figli, altrimenti sempre con lei, col marito che era libero per qualche giorno dalle torture dall’appartamento di sopra per assenza d’inquilini sotto, ed era comparsa con la la torturiscella YiQuing sulla cui moto era arrivata. Avevo guardato la stanza, lasciato il mese e la cauzione e preso accordi per quando andare lì, l’1 dicembre 2006 mattina presto, come farò.
Intanto, lei aveva già preso contatto col centro della psicopolizia segreta sezione torture dove le aveva dato i dettagli su di me. Poco. I pidocchi capi non dicono mai molto ai pidocchi sul campo, sebbene lì fosse un caso un po’ speciale. In realtà, dopo un 7 anni complessivi di questi trattamenti (la cosa nasce in Europa, fra i gesuiti e la massoneria nazicomunista e fasciogiacobina belga, in contatto con un agente dei servizi di informazione della flotta USA del Pacifico che faceva il pendolare tra Europa e Asia, e con autorizzazione romana; strano ma è così; ora non possiamo raccontare i dettagli della genesi... ...son troppo demenziali), del tutto senza alcun successo, sebbene avessimo fatto loro credere più volte che loro fossero sul punto di concludere (era un modo di “incoraggiarli” e poi aumentare la loro depressione da insuccesso, infatti numerosi sono i devastati dalle torture contro di me, mentre io e noi siamo ben allegri ed in ottima salute!), non sapeva né sanno nulla su di me, tanto meno su di noi, mentre noi sappiamo tutto di loro. Le avevano assicurato che una abile e qualificata come lei, con equipe che operava contro di me da sotto, d’affianco e da sopra, sarei crollato in poche ore. Sua cura sarebbe stata indirizzarmi ai servizi psichiatrici o, meglio, se io fossi andato in escandescense o collassato lì, chiamarli perché mi cogliessero e raccogliessero sul fatto. Come demente, e col bollino pure ufficiale del demente, sarei stato rimpatriato. Le avevano pure detto che, di carattere debole e credulone, sarei stato ben lieto delle loro profferte d’amicizia, il famigerato programma speciale “il fine settimana in gita coi torturatori”, se la cosa si fosse prolungata oltre le poche ore ed i pochi giorni. Dunque, che lei e loro non potevano proprio fallire in quella delicata missione di sfondamento finale del sottoscritto. “Se buttato nel vuoto”, “Se messo a battere la testa contro il muro fino a rompersela”, “L’abbiamo trovato paralizzato, tremante e con la bava alla bocca, nel bagno o rotolato giù dalle scale”, “È scoppiato in un pianto isterico da cui non riesce a riaversi”, “Per strada è crollato ed ora in ospedale delira su ticchetti e pidocchi”, “C’ha aggredito a coltellate”, “Non conosce nessuno, l’abbiamo portato con noi i week-end, ma ormai era troppo tarato e lo vedete in che condizioni è”: l’avevano rassicurata che era ormai questioni di ore. “Da anni i nostri manuali “scientifici” sono chiari: “è già crollato e deceduto sette anni fa appena abbiamo iniziato coi tonfi ossessivi dei due mafiosetti colombiani del Cartello di Medellin, sotto la supervisione delle sorella funzionaria NATO a Bruxelles, che aveva fornito loro strumentazione ed istruzione operativa... ...ora che, dopo sette anni che è morto, ce lo troviamo [ancora] qui, per una coppia di super-specialisti di polizia segreta e milizie nazimaoiste taiwan-cinesi come siete voi, vedrete!, sarà questione di minuti per certificare il suo crollo finale.” Abbiamo intercettato, con l’aiuto di quelli dell’astronave, le loro conversazioni sull’operazione. Uno spasso!
Regolata la cosa, quando ero andato a vedere l’appartamento, coi soldi e la ricevuta da lei datami, 3,000 per un mese, 2,000 per la cauzione, per cui l’ultimo mese, il terzo (le avevo detto che avevo bisogno solo per 3 mesi, perché poi sarei andato via da Taiwan) mi disse, sarebbe bastato le dessi 1,000, mi sedetti un po’ lì a guardare le due esemplari. La grande torturatrice YaLing, che come raccontato in altro testo avevamo fatto “fare”, in stato di ipnosi, dietro e davanti, da un cane, senza che lei, strutturalmente frigida e sessuofoba, ne godesse né di culo né di fica, e la torturiscella YiQuing che Hans aveva inculato una quarantina di volte, con lei in stato di ipnosi, con grande godimento anale. Loro che erano venuti per vedere il pollo da torturare e far uscire pazzo in pochi giorni, erano restate imbarazzate da quel mio guardarle glaciale. Ne erano restate entrambe turbate. YaLing s’era precipitata ad accendere la TV per rompere l’imbarazzo della torturiscella YiQuing, oltre che il suo. Io mi alzai da quei panconi bassi, che loro usavano come tavoli e come tutto, su cui m’ero seduto, e me ne andai.
I pidocchi, come tutti nelle Cine e limitroferie, da scemetti prostituti e prostitute dei magnaccia ingleses ne hanno tutti gli stereotipi. La realtà è per loro quelle dei filmetti della propaganda inglés. Per loro l’italiano è un vanesio, variopinto, debole e fregabile in men che non si dica da loro “antichissima civilizzazione [d’escrementi (or ne accenneremo) e di toc-toc]”. Io mi diverto, con loro, a dir la verità, come del resto sempre faccio. Pur senza illusione che i dementi ed ossessi furbetti capiscano, dico semplicemente che l’Italia non esiste, se non come Stato formale. Dunque che tanto meno esistono “gli italiani”. ...lo posso dire in tutta libertà, tanto non c’è la speranza che un cinese, ossesso e demente come sono tutti i cinesi continuino ad essere cinesi, possa capire. Poi dico d’essere “italico”, termine ben più preciso del concettualmente insussistente “italiano”. Poi dico di non essere né italiano, né italico, ...ma tanto non capiscono. Pazienza! Devastati dalle loro auto-esaltazioni da pidocchi super-xenofobi se ne sbottano in degli isterici “Come sei straaano!!!!” Io?!
Dunque loro credono l’italiano esista, corrisponda a quella tipologia, e loro possano annientarlo in men che non si dica. La pidocchia YaLing, pur essa stessa turbata da quel mio guardarle gelido, ed anche perché sapeva, un po’, che da anni non l’avevano spuntata neanche un po’ contro di me, aveva tuttavia mentito a se stessa ed agli altri dementi rassicurando subito la torturiscella YiQuing che in pochi giorni di trattamento sarei crollato. “È solo in italiano” le disse. Stessa scena si fece col marito, l’imbecillotto segaiolo Yan, il torturatore “istruttore e capo”, ed il suo diretto e principale allievo, il finocchietto di YiQuing. Erano tutti esaltati, eppur subliminalmente preoccupati, da quel lavoro di turtura e d’annientamento “facile-facile” da concludere in pochi giorni.
L’1 dicembre mattina presto sono arrivato lì. Verifica strumentale che loro erano tutti ben appostati, ho poi verificato in modo empirico sensoriale. Vai al gabinetto, ed ecco che loro da sopra ti seguono facendosi sentire e battono, come per caso, sulla verticale dove sei con mattoni, sassi, pezzi duri dell’arredamento del bagno. Ti distendi sul letto e chiudi gli occhi, ed ecco che dal muro affianco iniziano a battere e buttare come casualmente cose e così pure da sopra. Dormi ed ecco che iniziano ticchetti dove finocchietti e finocchiette cercano di mettere tutto il loro virtuosismo. Io me me frego, per cui dormivo lo stesso, piuttosti divertito. Oppure inserivo l’isolatore ambientale e sparavo film nei loro strumenti e crape vuote per farli sovra-lavorare mentre io neppure c’ero o facevo altro. Quando buttai lì alla viscida YaLing che i pidocchi mi divertivano, arrossì imbarazzatissima.
Avevo evitato l’offerta dei week-end con loro. Volevo evitare che i torturatori fossero privati dello straordinario. Infatti, non a caso, prima saltarono i week-end già programmati e poi si fecero rimpiazzare sopra dalla torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto. Tutti occupatissimi e con week-end in cucinotta e nell’armadio a muro, visto che per sovrastare la mia stanza dovevano stare sempre nella cucinotta e nell’armadio a muro sopra, non altrove.
Con la la torturiscella YiQuing evitai ogni particolare fraternizzazione. Personalmente e direttamente la colpii in una delle paranoie tipiche dei maniaci a Taiwan. A Taiwan buttano la carta igenica usata in un cestino invece che nel vaso del gabinetto prima di tirare l’acqua. Amano conservarla in bella vista con merde, mestruazioni, pisci, pure per settimane. La [pseudo-]giustificazione è che i gabinetti di Taiwan sono particolari, per cui non va giù. Taluni, ma solo taluni, hanno un serbatoio d’acqua, uno sciacquone, piccolo. Ma la carta, ed anche gli assorbenti magari appena-appena stracciati, vanno giù senza problemi. Se proprio occorre, la si può tirare due volte, oppure, di tanto in tanto, buttare dell’acqua supplmentare in altro modo. Ma spesso sono gabinetti con serbatoi dell’acqua, sciacquoni, del tutto normali. È dunque una balla. Lo fanno perché i cinesi&cinesoidi sono una pseudocivilizzazione ferma allo stadio anale, amano giocare con la merda, si sentono loro stessi merda, devono esibire la merda, devono cercare di trasformare in merda tutto ciò e tutti coloro stanno attorno a loro. È dunque una mania. Li privi di quella merda lasciano in giro ed in cui cercano di trasformare tutto, ed ecco che crollano.
Io, ogni mattina, od ogni volta mi facevo la doccia, versavo il contenuto di questo cestino con fazzolettini usati come carta igienica, nel gabinetto e tiravo l’acqua. Andava tutto giù perfettamente. Eventualmente, per essere proprio sicuro, oltre che per pulizia del vaso e dintorni, con la doccia (il cosiddetto “telefono” della doccia) immettevo dell’acqua supplementare. Anche se gettavo carte mie, mai che il gabinetto si fosse intasato. Mai, mai, mai. Appunto, era solo una mania loro. Infatti, quel cestino della carta liberato dalle zozzerie provocò le convulsioni alla torturiscella YiQuing che lo andò subito a dire alla sua capa, la viscida YaLing: “Sai, quell’italiano è veramente un anornale da distruggere: è pulito, proprio pulitissimo, non lascia proprio alcuna zozzeria, neppure il solito piscio sgocciolato che lasciano i maschi attorno a dove piscino, e rimuove pure la merda che io amo lasciare in giro, senza neppure dirmi nulla, dunque senza neppure farmelo pesare [cioè, facendoglielo pesare di più!] o darci la possibilità di creare incidente.” Ecco, il senso, ed in parte la lettera, di quel che le disse. “Certo”, le disse la viscida YaLing, “è proprio uno da distruggere. Non è neppure un vero uomo zozzo, ...anche se non sembra finocchio...”
Intanto, si sviluppava appieno il pedinamento da sopra e, quando c’erano, d’affianco con colpi sulla verticale e, quando c’era qualcuno affianco, sull’orizzontale, sia quando ero nella stanza che quando andavo in bagno. Repertorio usuale. In bagno, porta del bagno sopra ossessivamente sbattuta, colonnina del lavandino spostata e battuta o strusciata sul pavimento, tiri dello sciacquone sopra ossessivi quando tutti gli altri mezzi restavano senza risposta sotto (cioè da me), mentre d’ordinario il pidocchio evita di tirare l’acqua al gabinetto. Per il pidocchio ha qualcosa di dissacrante “aprirti l’acqua sulla testa”; evidentemente loro soffrono sentirsela scorrere “sulla testa”. Il normale non capirà, mentre chi abbia inclinazioni pidocchiesche forse comprenderà, almeno a livello subliminale, queste ossessioni pidocchiesche. A me non deprime sentire l’acqua scorrere da sopra come non mi eccita farla scorrere se so di altri sotto. Evidenemente per i pidocchi è differente.
Il marito, il torturatore capo ed istruttore Yan, intanto non c’era. Non nell’appartamento lì. Lei neppure lo nominava. Neppure diceva, “sai, è in servizio”, anche perché i servizi sono di un otto ore, magari di dieci, eventualmente di dodici, non di giorni di seguito, servizi particolari, ...come le torture ossessive maniacali d’appartamento a parte... ...Neppure era uno così sveglio, e lei ben lo sapeva, da poter vantare che fosse distaccato per qualche operazione speciale [speciale “normale”] in patria od all’estero od in altre città. Lei vantava che lui lavorava di fronte, la locale questura in pratica, ma non era in realtà, in quel caso, “di fronte”. Di fronte erano gli uffici. Lui, il segaiolo Yan, era sopra a “torturare” [nelle intenzioni sue, loro] me sotto. Solo dopo alcuni giorni di ossessivo, quanto inutile lavoro di tortura, era capitato una volta per qualche ora. Se ne era restato nel salone sotto, tra gli schiamazzi dei figli e di fronte alla TV. Aveva chiesto alla moglie se io fossi davvero italiano. Lei gli aveva detto, sì che ero italiano. Non sono di grandi parole i pidocchi, nelle loro comunicazioni. Non hanno la cultura, dunque neppure il linguaggio, per discorsi elaborati. Insomma, lui avevano detto che era un lavoretto di tortura con impazzimento rapido ed invece nulla accadeva. Era risparito per giorni. Quando era ricomparso aveva richiesto alla moglie di nuovo se fossi italiano. Lei aveva ririsposto sì, che ero italiano. Nuovo imbarazzo della moglie viscida e mentitrice sul lavoretto facile facile con gran successo dopo anni nessuno aveva ottenuto su di me. Nuova perplessità e panico del marito i cui manualetti di tortura e la cui precedente istruzione da torturatore garantivano successi rapidi per quella loro attità maniacale. Eppoi con un italiano da filmetto americano... Ed invece nulla. Allora aveva chiesto alla moglie perché non scendessi neppure, ed anzi me ne stessi tranquillo a farmi i fatti miei sopra. Il senso era: “Maccome, lo torturiamo ossessivamente, noi grande squadra di pidocchi, e lui se ne sta pure sempre in casa ed in stanza a farsi i fatti suoi come niente fosse.” E come dire che era più che mai curioso di vedere questo pollo che faceva fare a loro la figura dei polli. Tra l’altro il lavoro di tortura d’appartamento, come tutti i lavori e le attività maniacli altera la percezione della realtà. Pidocchi già disturbati ed alterati, divengono ancora più disturbati ed alterati. La moglie, la pidocchia YaLing non sapeva come dirmelo di scendere che il marito, il grande segaiolo torturatore capo ed istruttore, voleva vedere questo pollo che rendeva loro polli e pidocchi confessi. Mandò allora la figlia di 5 anni, che non potendo usare linguaggi elaborati mi disse diretto diretto: “Scendi giù.” Insomma, come dire: “Mio padre vuole vederti.” Le dissi “5 minuti.” Lei scese e comunicò che sarei sceso tra cinque minuti. “Ha detto che scende tra 5 minuti.HHHa H” Infatti dovevo uscire a comprare alcune cose al supermercato. Un magnifico e grande Géant lì vicino. Scesci. Vidi il finocchione segaiolo che avevo già visto, anche se lui non lo sapeva, e di cui sapevo già tutto. Gli strinsi la mano. È sempre buona norma stringere la mano sinceri ed affettuosi, come fanno gli sbirri, a quelli si stanno distruggendo, ed io li stavo distruggendo [pur non essendo sbirro], checché loro ne credessero. Lui arrossì tutto, più che mai imbarazzato e subliminalmente certo che ne sarebbe uscito fatto a pezzi. Tuttavia il pidocchio non ragiona ed obbedisce agli ordini, in cui crede ciecamente. Ecco che m’ero fatto vedere dal pidocchio torturatore, e me ne uscì per quel che dovevo fare. Poco dopo rientrai. Preferivo sempre essere presente oppure mettere gli apparecchi che sparavano film di me presente nei loro apparecchi e nelle loro teste vuote sì che fossero sempre occupati, da sopra, d’affianco e da sotto, nell’intensa attività di tortura e fiduciosi che sarei crollato subito, non subito, un momento dopo, il momento dopo che non sarebbe mai venuto rendendoli così sempre più depressi ed ossessivamente malati.
Il primo weed-end era passato senza che se ne andassero, avandoli obbligati a “lavorare”, il loro solito lavoro di tortura. Il 7 dicembre cercò di tirarmi con loro per il week-end successivo. Scantonai. Nonostante avessero già comprato i biglietti per non so quale attrazione in qualche località turistica taiwanese, furono obbligati allo straordinario. Erano lì per torturare... Così non andarono da nessuna parte. Pure il famigerato programma speciale “il fine settimana in gita coi torturatori”, non funzionava. Non andavo in gita. Invero pure precedenti torturati lì...
Intanto, la viscida ed ossessa YaLing, ma solo per un periodo, disperata che non reagissi alle torture da camera che loro così attivamente operavano, cominciò ad ordinare ai bimbi, al figlio ed alla figlia, di venire su quando avevano bisogno d’usare il gabinetto. Anche se di passaggio, quando capitava, giocavo un attimo con loro, non davo la caccia ai figli. Non li andavo a cercare. Tanto meno mi sarei sognato si andare a vedere loro il pisello o la fichetta quando andavano al gabinetto in prossimità della mia stanza. La convenzione implicita, in quel contratto verbale, era che il gabinetto sopra era delle sue stanze sopra. Comunque... ...I gabinetti cinesi e taiwanesi hanno il vantaggio d’avere uno scolo dell’acqua anche nel pavimento. Anzi spesso, non lì dove c’era la vasca, la stessa doccia dà direttamente sul pavimento. Per cui è facile pulirli e tenerli puliti, se si vuole. Anzi, tra terremoti ed inevitabili assestamenti, un po’ in tutti i gabinetti-doccia/-bagno si creano delle pozzette dove l’acqua si ferma sebbene, con l’alta temperatura, o evapora poi da sola o se si passa qualcosa se ne accelera l’evaporazione e l’asciugo. Per cui, anche lì, al massimo, se i figli lasciavano qualche traccia di piedi sporchi [nelle case taiwanesi non si usano scarpe ed, in genere, a parte, talvolta, in aree particolari, neppure ciabatte] sul bagnato od altro, non era complicato passare la doccia sul vaso e per terra. Era davvero questione di pochi secondi. Ecco, che né guardonavo loro i figli che andavano a pisciare né le dissi nulla per quelle intromissioni indebite in un gabinetto che non era il loro. Smisero. Ma, anche avessero continuato, sarebbe stato lo stesso. Appunto, il pidocchio ossesso passa la vita a provarle tutte contro gli altri sebbene, fondamentalmente, non possa capire gli essere umani, dunque neppure dar loro noia. Si danno noia solo tra pidocchi.
Non riuscivano dunque a trovare alcuna anormalità in quell’italico o supposto italico da torturare ed eliminare. La “anormalità” era che resistevo indifferente ai loro tramestii e li facevo fessi, oltre che ancor più ossessi e malati. Alla fine, se n’usciranno che l’anormalità era che stavo sempre in casa. È quello che faremo loro credere con la nostra strumentazione per obbligarli ad un intenso lavoro di tortura a tutte le ore. Faremo loro credere che ero sempre lì, anche quando non c’era nessuno, e che dormivo sempre o spesso o troppo. Comunque, anche fossi stato davvero sempre lì ed avessi sempre dormito non sarebbe poi stato una grande anormalità sebbene i cinesi siano piazzaioli e debbano sempre fare qualcosa, che spesso si riduce a starsene in gruppo a mangiare e davanti alla TV.
I primi giorni che ero lì, mi inviteranno ad una cena, con lei la pidocchia YaLing, i due figli, uno pseudo fratello con moglie e con un figlio piccolo ed una in fasce. L’unica domanda di lei, la moglie, sarà che cosa facevo a Taiwan. Dissi che non lo sapevo. Risposta che urta il cinese perché insensata, ma se ci pensano lo capiscono, forse, che uno non ha voglia di dare spiegazioni. Poi, uno “che sta sempre in casa” e non cerca di insegnare nelle scuole [un po’ tutti gli stranieri che non sono in ditte varie o non professionisti in trasferta, lavorano soprattutto in asili e scuole elementari, e poi su fino a scuole private e, talvolta, di Stato], non possono neppure pensare che sia lì per andare a caccia di bambini; e neppure che sia un criminale o che si dedichi allo spionaggio militare. ...ma, appunto, il pidocchio non pensa. Comprai un dolce suntuoso che fu un più che equo scambio con lo zuppone a base di verdure della cena seduti per terra e con scodelle su uno di quei banconi al suolo. Dopo quella cena, scantonai da socializzazioni indebite con quei maniaci. “Mangio riso e uova, eventualmente verdure in genere crude, e per me è ottimo.” Infatti non insistettero troppo. C’era un terrazzino con acqua, annesso alla “mia” stanza. Era un attimo mettere riso con acqua nel bollitore e fare tutto lì sul balconcino senza mai, neppure una volta, usare la loro cucina che così non rischiavo potessero neppure pensare non l’avessi lasciata pulita dopo l’uso. Un subinquilino perfetto, non fosse stato che quello era un centro di tortura per me, e per altri prima e dopo. Subliminalmente si stavano rendendo che conto che distruggevo io loro [li autodistrugggevo, visto che poi son loro che facevano tutto, tutte le loro ossesse demenze autodistruttive], non loro me. Distruggevo loro, perché loro distruggevano e distruggono loro stessi. Il nostro stesso programma di radiazioni psico-programmate che distruggerà Cine ed ingleses funziona perché sono loro ad essere maniaci. Se qualcuno di loro divenisse per incanto equilibrato, umanoide non malato e non ossesso, non funzionerebbero più. ...è che un pidocchio non ha alcuna idea su come fare per divenire non pidocchio! Non lo sa. Non lo può.
Mercoledi 13 dicembre 2006, verso le 22:45, la pidocchia YaLing mi porta un biblietto in inglese e cinese, e me lo dice pure a voce, che il giorno successivo, giovedì passeranno la notte fuori “per vacanza”, e che dunque posso, ma lo potrei anche ora come da accordi e come da loro sollecitazione, scender al piano di sotto (l’appartamento ha due piani, di cui il secondo, per i bimbi, con vista sul salone sotto che ha quindi altezza doppia) sia per vedere la TV che per cucinare. E con invito esplicito a non lasciar le luci accese, quando finito d’usare i luoghi, salone e cucina. Ossessione inutile, da “madre” ossessa, visto che non ho mai lasciato luci accese dietro di me, e neppure acceso luci a parte quella della “mia” stanza. Quel pressante invito ad usare cucina e salone è sia per esercitare i torturatori alla tortura a distanza, due piani sotto in pratica, sia perché, se io sto nella “mia” stanza, i torturatori sopra sono costretti a passare tutto il loro tempo di guardonaggio e tortura nella cucinotta sopra e nell’armadio a muro della stanza affianco alla cucinotta sopra. Infatti la “mia” stanza, piccola-piccola seppur per strutturata come mobilia, copre giusto la cucina (che è un’area cottura con frigorifero) e l’armadio a muro della stanza principale sopra. Visto che loro son solo una banda di Stato di pazzi ossessi ed io lavoro bene nella stanza, perché facilitare il lavoro ai torturatori? Che passino pure tutto il mese [3 mesi nei piani originari] che io son lì nella cucina e nell’armaio a muro sopra!
Pochi minuti dopo, torturiscella YiQuing, col “suo” finocchietto son usciti con due zaini non grossi ma ben pieni. Lei s’è voluta far vedere che usciva, salutandomi con un perverso sorrisetto ebete, cosa in genere non fa, dunque come a lasciar intendere che anche loro sono fuori. Sono andati sopra a sostituire il torturatore istruttore in libera uscita. Lei era eccitata perché andava sopra a torturarmi [nelle intenzioni!] per più giorni di seguito! Infatti, nel pomeriggio, erano andati all’ufficio torture della psicopolizia segreta per concordare questa sostituzione del torturatore sopra il libera uscita ...e poi tutti sopra per la pianificazione sul campo dei giorni successivi di tortura!
Tranquilli giorni di tortura ed autotortura, per loro, e di “tortura” [come “vittima”] e proficuo lavoro per me.
Dopo che la viscida pidocchia YaLing, con figli, è rientrata dai giorni di vacanza, ed il marito ha ripreso servizio sopra, la torturiscella YiQuing, col “suo” finocchietto, il grande apprendista torturatore, sono tornati, nel pomeriggio di domenica 17 dicembre 2006, con gli zaini. Lui, aria depressa ed incazzata, davanti, come padrone, torturatore capo temporaneo, mentre l’altro era il libera uscita. Lei, dietro, con l’aria sfatta e per nulla felice. Non avevano passato quei giorni a godersela trombando. Non è cosa da pidocchi e pur in servizio. Lei, coi capelli riccioli. Già lì, si capiva, anche non lo avessi saputo dalla nostra strumentazione, che non dovevano essere stati in viaggio, se lei aveva avuto il tempo di farsi pure i capelli riccioli. Era stato l’unico svago, per lei, a quei giorni in cucina e mobile a muro per guardonare a tonfeggiare il pavimento per torturare me sotto. Ci teneva a far vedere il casco lasciato a metà scale. Poteva lasciarlo sulla panca fuori, ma già oltre la porta, dunque protetto e chiuso a chiave, dove si lasciano le scarpe. Voleva lo vedessi. Come dire che non erano andati da nessuna parte. Erano solo stati sopra a lavorare: il toc-toc dei pidocchi, pseudo-torturatori d’appartamento. Poi sono riusciti. Sono riandati sopra a rilavorare. Se occorreva lei qualcosa, faceva un salto sotto, o lo faceva fare alla viscida YaLing che poi le passava, dalla porta di casa, il richiesto. Infatti, non hanno neppure usato il bagno né il gabinetto, qui. Venivano da sopra. Non da viaggi, né gite. I nostri strumenti li seguono dappertutto. Loro non lo sanno, ma neppure sanno fingere. Si sarebbero fatti una doccia... Mi sono fatto scomparciate di risate e auto-commenti-irrisioni connessi, a voce bassa, ma che loro potessero sentire coi loro strumenti. I nostri strumenti, che loro non possono intercettare, neppure vedere li abbiamo, hanno registrato drammatici incrementi di rabbia mentre io me la ridevo ancor di più di tali ossessi pidocchi rabbiosi ed inetti in servizio sopra.
Erano sfatti perché, nonostante le insistenze, non avevo passato i giorni d’appartamento libero nel salone a guardare la TV, né in cucina a cucinare. “Agli italiani piace cucinare” m’aveva detto la viscida YaLing che l’aveva visto nei filmetti di propaganda ‘meregana. Dunque pure sopra, non avevano pututo passare i giorni e le notti nel salone. Ma avevano dovuto passare le giornate nella cucina sopra che copre parte della “mia” stanza e poi nell’armadio a muro sopra che copre la parte restante della “mia” stanza. Una bella e squallida faticata mentre io me ne lavoravo allegramente alle mie cose oppure ero fuori lasciando la strumentazioni attivata per far loro credere fossi nella “mia” stanza.
Notte tra domenica 17 e lunedì 18, particolarmente agitata della pidocchia YaLing e dei due pidocchietti figli. I mie strumenti hanno rilevato una straordinaria attività dei pidocchi sopra (la ragazza affianco, col ragazzo, in servizio [anche] di notte) mentre io me la dormivo magnificamente. Attorno alle 17:00, o poco dopo, di lunedì 18 dicembre 2006, è comparso il padre sbirro. Poco prima erano rientrate assieme la pidocchia coi due pidocchietti e la pidocchia affianco. Le due pidocchie erano fuori per il rapporto del lunedì, mentre il pidocchio “istruttore” è venuto sotto a cena con famiglia e l’allieva appena dopo che loro sono rientrate.
Solito tran tran pidocchiesco. Ogni giorno, ad ogni ora, ogni minuto, come sempre. È il loro lavoro e la loro passione esistenziale d’ossessi pidocchi.
Mercoledì 20 dicembre 2006, alle 10:40, dopo una notte agitata e dopo avere perlottato a lungo, su iniziativa della pidocchia affianco disperata che lei batte il muro ma i risultati non ci sono dato che io mi godo felice la loro frenetica attività che neppure sento (la sentono i nostri strumenti, che io controllo dopo), le due, coi due bimbi, sono uscite a rapporto. ...da degli imbecilloni anzianotti interessati solo a fingere che i loro uffici tortura siano essenziali all’esistenza e sviluppo cino-pidocchiesco. Sono essenziali, grazie di cuore!, per affondare le Cine e le Asie pidocchiesce coi loro magnaccia ingleses!
Mercoledì 20 dicembre 2006, verso sera, è arrivato, da sopra, il finocchietto di YiQuing in pausa da sopra ed dunque ora in attività di fianco (quando è nella stanza affianco alla “mia”) e poi sono andati sopra a assieme a lavorare. Notte di toc-toc mentre io non ero neppure presente. Me la spassavo con una fichetta che avevo rimorchiato in una libreria. Vogliosa di farsi fare la festa mentre i genitori, così come altri della famiglia, erano assenti da casa. Tutti sempre più ossessi, nel centro di tortura di大墩19街198號4F-1&6F-1.
Il 20 dicembre sera-notte, ossessa che non riuscivano ad ottenere nessun risultato dal lavoro di tortura, la pidocchia “capa” YaLing si è fatta sotto mandandomi una email, alle 22:59, che non dovevo buttar via la carta merdacchiosa lasciata nel cestino del bagno dalla torturiscella YiQuing. Solite balle di malati che i gabinetti di Taiwan sono particolari. La rassicurai che loro erano solo maniaci cinesi, di una pseudo-civilizzazione malata ed ossessa, e che io buttavo tutto il merdume loro lasciavano in giro nel cesso che non s’ostruiva. Facile verificare. Che la torturiscella YiQuing continuasse pure a lasciare merda in giro ed io l’avrei buttata nel cesso senza problemi. La torturiscella YiQuing continuò piccata. Io continuai, indifferente, a buttare nel cesso il contenuto del cestino senza che nessun blocco si verificasse mai. Andavo per farmi la doccia. Già che c’ero, rovesciavo il cestino, e tiravo l’acqua mentre aggiungevo dell’acqua della doccia a quella normale dello sciacquone.
Nella riposta alla sua email, alla 7:11 del giorno dopo, il 21 dicembre, la ho pure provocata (importante, nei momenti giusti essere napoleonici ed innervosire chi si sta sfasciando) sulla loro attività di tortura, svillaneggiandola e svillaneggiandoli, dicendole che erano degli imbecilli, oltre che dei pidocchi maniaci ed ossessi, che i loro strumenti non funzionavano, che io spesso neppure ero lì, e che loro neppure potevano saperlo perché vedevano solo quello che noi dicevamo alle loro teste vuote di vedere, che non me ne fregava nulla di quello che facevano, che anzi lavorassero di più e con più forza, e che tutti loro sarebbero stati distrutti dal nostro programma di radiazioni. Le nostre strumentazioni rilevarono delle esplosioni di rabbia furiosa appena lei lesse la mia email, cosa che preannunciava, pur dietro ad una sua falsa indifferenza pubblica, loro reazioni rabbiose. La verità non è mai creduta. Ottimo! Lei pensò fossero balle ed andò ancora più esaltata alla carica autodistruttiva nelle loro attività di tortura ed auto-distruzione.
Intanto, di frequente, fin dai primi giorni, i pidocchi ossessi di quel centro di tortura andavano ai rapporto dai maniaci capi della psicopolizia segreta e si vedevano tra di loro per concordare strategie di tortura per questo “pollo” che non dava segni né di crollo, ed ancor meno di reazione. Vantavano grandi successi imminenti, che tuttavia non arrivavano. Ero, invero, piuttosto divertito dal vedere ossessi che s’agitavano attorno a me, ticchettavano, battevano, tonfavano, pure quando non c’ero e pure quando non li sentivo neppure. Non che me ne fregasse granché a sentire i loro ticchetti e le loro botte su pavimenti e muri. Tuttavia, a volte, o quando utile per varie ragioni, usavo uno speciale apparecchietto datoci da quelli dell’astronave. Un insonorizzatore di prossimità che toglieva ogni rumore attorno a me. Io non sentivo nulla, qualunque cosa facessero. E pure loro, di me, sentivano e vedevano solo i film venivano sparati da nostre apparecchiature nei loro sbagasciati aggeggi da guardoni e nelle loro teste vuote. Film calibrati per illuderli e produrre loro reazioni insulse.
Il 21 ed il 22 sono giorni d’accumulo decisivo di tensioni per i pidocchi, depressi che non ottengono nessun risultato, tensioni che il 22 hanno una prima esplosione isterica da parte loro.
Dunque, giovedi 21 dicembre 2006, la torturiscella YiQuing è in sbattimento perché la sua attività di tortura è senza risultati, la pidocchietta dunque si sente inutile di fronte tanti “esperti” pidocchi torturatori che tuttavia non ottengono, con me, maggiori risultati di lei. Inoltre, tutte le volte, o periodicamente, ma almeno una volta al giorno, che lascia i sui fazzolettini da piscio e da culo nel cestino glieli sbatto nel cesso, il loro posto naturale. Il 21 dicembre, la torturiscella YiQuing si divide tra il giocare coi due bimbi urlanti della sua “capa” ed imparare a cucinare, o comunque a trafficare in cucina, dato che deve andare sopra a fare la pidocchia di supporto non appena il suo finocchietto sarà incoronato torturatore abilitato, oltre andare a fare lei stessa il lavoro da pidocchia ossessa sopra. Poi, va nell’appartamento sopra a portare il frutto del suo trafficare in cucina e per fare un po’ di lavoro di tortura da sopra lei stessa mentre gli altri torturatori mangiano. Finito il servizio sopra, inizia quello affianco portandosi dietro uno dei vari visori ed origliamento attraverso i muri di cui dispongono. Progressivamente più nervosa ed ossessionata da insuccesso.
Anche il marito della viscida YaLing, che è l’istruttore sopra, è in progressiva depressione ed agitazione da insuccesso della tortura in corso. Tanto s’erano esaltato con precedenti, di passaggio, usati come cavie, sebbene anche con loro non avessero poi quagliato nulla, tanto più si stanno deprimendo con me, l’assegnato per la distruzione finale. Questa “distruzione” viene dopo le precedenti non hanno già portato a nulla se non la distruzione dei mie torturatori senza alcun danno per me, anzi con gran divertimento, quando di tanto in tanto davo un’occhiata alla strumentazione che li osservava ed analizzava.
Giovedì, 21 dicembre 2006, fino all’1:15 di venerdì 22 dicembre 2006, la padrona di casa pazza, la pidocchia “capa” YaLing, ha torturato la figlia con l’alfabeto fonetico cinese-taiwanese, il cosiddetto bi-po-mo-fo. La figlia, di 5 anni, alla fine, piangente, è andata a dormire, sempre che l’abbia fatta dormire. Mentra la pidocchia affianco o me, e subito sopra di loro, era furiosissima di tramestii da impotenza a torturarmi. Ha solo ridotto quando la pidocchia coi pidocchieti è finalmente andata a dormire (a fingere di dormire, lei non dorme mai, passa poi a fare la pidocchia da computer e da internet od guardonare attorno con gli strumenti da guardonaggio ed origlionaggio: una malattia!) ed hanno cominciato intensi quelli sopra.
Controllato gli apparecchi e visto questa situazione di sovreccitazione, mi sono detto che si doveva intervenire per radicalizzare la situazione. Del resto le nostre radiazioni sono moralmente etiche perché funzionano solo su dementi. Se il demente esce della sua demenza (invero solo noi sapremmo come curarli, nei rari casi in cui qualcuno è curabile), esse cessano di funzionare. Abbiamo dunque intensificato le radiazioni su parti delle loro specifiche teste vuote per aumentarne la demenza in modo più rapido di quanto il nostro sistema di radiazioni standard (che tratta un 120 milioni di pidocchi, uno per uno, nell’area cinesoide) già non faccia. Intanto feci alcuni ulteriori interventi un po’ su tutti i pidocchi, usando i confusometri e gli ipnotizzatori. Sulla la torturiscella YiQuing, dato che quella notte non avevo da andare da nessuna parte, appena ebbi un po’ di tempo libero e volli sollazzarmi feci un intervento supplementare. La ipnotizzai con l’ipnotizzatore rapido, misi i confosumetri in azione per tutti i pidocchi circostanti, ed entrai nella sua stanza. La spinsi sulla sua coperta per terra e le feci il culo. Riebbe quegli intensi godimenti anali di cui già avevo avuto notizia quando feci fare la stessa operazione ad Hans, il mese prima, quando abitava lì. Le pareti anali le si stringevano tutte, pur senza seccarsi ed irrigidirsi troppo, dandomi un intenso godimento nella resistenza non irreistibile alla penetrazione che davano le sue contrazione orgasmiche. Mi venne un’autentica frenesia. La inculai quattro volte, dal mio punto di vista. Lei era in un turbine di godimenti che la lasciavano esausta. Alla fine anche un po’ puzzolente, sebbene le cinesi, visto il tipo d’alimentazione, non abbiano mai l’ano particolarmente ostruito. Fosse stata una normale umanoide sarebbe stata appagata ed avrebbe ri-cercato quegli appagamenti anziché le varie ossessioni maniacali. Essendo una pidocchia, il godimento, gli orgasmi, tanto più sono grandiosi tanto più le lasciano colpevoli, di fronte al potere che non approvrerebbe. “Quando godi sei libera, dunque una schifosa ignobile proprio perché non è naturale essere liberi e liberati”: così [s]ragionano i podocchi. Mi lavai. Le rimossi il ricordo di me, ma non del tutto di quelle sensazioni sue, che ad ogni modo a livello sub rimangono inevitabilmente anche con gli ipnotizzatori dell’astronave, salvo seguire procedute troppo lunghe per quel nostro tipo di rapide operazioni di rappresaglia sui pidocchi. Già aveva dato quei segni di acuita demenza manifesta con quelle ossessioni che qualcuno avesse usato la sua stanza ed il suo letto in sua assenza, sebbene loro fossero così sicuri di sapere e vedere cosa accdesse nelle loro stanze, visto che praticavano guardonaggio e tortura da sopra, da sotto e pure di fianco, dunque avevano una qualche strumentazione in cui loro credevano ciecamente sebbene fosse scarsamente funzionante e maniacale come loro. Per cui, a livello razionale, avrebbe dovuto essere sicura che nessuno avesse usato la sua stanza e le sue cose. E tuttavia, sebbene credo che la viscida pidocchia “capa” YaLing non le avesse raccontato quel che le avevo scritto (non si fidano e mentono sempre con tutti, anche tra di loro, anche ciascuno con sé stesso), che i loro strumenti, così come loro pidocchi-scarafaggi, non valevano nulla e noi li fottevamo come volevamo, la torturiscella YiQuing s’era ormai convinta che cose oscure le accadessero attorno, magari ad opera dei suoi stessi viscidi copidocchi. Dopo quei godimenti corsari, era più tesa che mai invece che esserne felice e rilassata come una persona ne sarebbe stata. Ma, appunto, il pidocchio e la pidocchia hanno una sfera sensoriale del tutto differente. Rilevai con la mia strumentazione, che era nervosissima, rabbiosa e con un senso di schifo profondo del suo corpo. “Hai goduto, dunque ti devi far schifo”: così vedono le cose. Fu con quelle sensazioni, pur celate dai soliti sorridenti e ridenti guaiti cinesi pidocchiosi-standard, dove perfino un “oh” od un “ah” vengono adattati ai caratteri della lingua scritta. Una cinese non si farà mai una goduta foneticamente libera. Esprimera sempre il suo benessere od il suo malessere dentro i canoni dei caratteri scritti che non permettono grandi varietà né libertà fonetiche. Appunto il cinese e la cinese, non esprimono le sensazioni che non sono riconosciute dalla lingua scritta. Tacciono. E quando guaiscono, guaiscono secondo i canoni, senza far trasparire proprie sensazioni vere. Tutto è all’insegna di quel che deve essere, rigidamente autocensurato. Eppur, tra quei guaiti convenzionali, la nostra strumentazione rilevava una torturiscella YiQuing al crollo psicologico. Non, invero, che le condizioni degli altri fossero migliori, sebbene il pidocchio rimuova le sensazioni ed obbedisca agli ordini, di chi per esso è il potere, fino alla propria autodistruzione.
Dunque la torturiscella YiQuing andò avanti, quella notte, quando la liberai dall’ipnosi, ed il venerdì 22 dicembre 2006 mattina, con intense battiture dalla sua stanza affianco contro la mia. Era il suo dovere pidocchiesco come da ordini ricevuti. Non che me ne fregasse nulla. Neppure la sentivo. Ma lei s’affannava a battere il muro per il mio crollo finale mentre anche gli altri battevano, sulla base di ciò che credevano vedere e sentire di me, dalle rispettive postazioni di guardonaggio-origlionaggio e tortura. Venuta l’ora d’andare a scuola, dunque un po’ dopo le 11:30, sono sceso sorridendo (invero dovevo trattenenrmi perché mi scappava da ridere per quei buffoni di pidocchi torturatori incapponiti) e scherzando con la figlia che ha subito capito l’ironia di quel “ma com’è che non studi l’alfabeto (il bo-po-mo-fo) anche ora?”. ...ah, già, la viscida madre provava più soddisfazione a torturarla a mezzanotte od all’una, mentre la mattina la lasciava a far nulla.
Quando sono tornato, alle 14:25 di quel venerdì 22 dicembre 2006, non c’era nessuno. Casa deserta. C’era però l’equipe sopra, con anche la torturiscella YiQuing in attività di tortura da sopra. Alle 15:50 è arrivato senza farsi vedere, ma lo ho pure visto personalmente di faccia, il marito. Era sceso da sopra. Il segaiolo era stato evidentemente obbligato a prendersi una pausa, un bresissimo permesso di qualche ora, vista l’inconcludenza di tutto quel suo e loro dimenarsi. Quando non hanno l’ordine di far rumore, per torturarti, sono silenziosissimi. Possono quasi camminarti affianco e neppure li senti. I pidocchi son così. Mentre, da sopra, i suoi allievi continuavano, lui, il pidoccchio istrutture capo della psicopolizia segreta Yan, depresso, cucinava, o scaldava, delle cose dall’odore succulento.
Intanto, da parte mia, continuava a non succedere nulla. Facevano tutto e solo loro.
Se sei il figlio di D-O, pur uno dei tanti, tantissimi, figli di D-O puoi metterti a discutere con dei pidocchietti, può sentirti toccato da quel loro folle, continuo, maniacale, in tutte le possibili varianti (ma poi sono sempre quelle, dopo sette anni che si ha a che fare in vario modo con la categoria!) di ticchettii, colpi, colpetti, colponi, strisci, martellate, trapani anche grossi grossissimi fatti ruotare e rumoreggiare senza aver sulla da trapanare né fresare, né altro?! Trattenutomi dallo sghignazzare sonoramente, ho poi messo il silenziamentoi ambientale e la detezione automatica che vedere solo dopo che avessero fatto nel frattempo. Se invece li sento, mi viene da ridere in continuazione...
Sempre venerdì 22 dicembre 2006, alle 17:20, la famiglia, moglie e due figli sono rientrati, col padre che aspettava ormai deluso ed ultradepresso da quel suo allontanamento forzoso dal suo appartamento da tortura sopra. L’eventometro m’ha segnalato il loro rientro. “Grandioso” essere due pidocchietti con dei genitori torturatori d’appartamento, che, per ragioni di servizio, pur con appartamento grande, dormono per terra in una stanzetta coi figli e gabinetto-doccia attaccato e passano la giornata per terra in una salone. Anzi, il padre passa le giornate in genere sopra in attività di tortura mentre la madre s’erge a maestrina sadica sotto perché i figli possano poi primeggiare, lei crede!, quando saranno al cospetto ed al confronti cogli altri. Chi, al massimo, frequenta le stanze di tortura dei genitori è improbaile possa competere con chi vive tra libri, biblioteche e librerie fin da piccolo. Ma il pidocchio si crede che la lingua sia tutto, ...per divenire sbirri od impiegatucci dello Stato, certo finché il cinese scritto continuerà ad esistere. Alla fine del decennio le Cine crolleranno. Se l’inglese, nelle sue varietà, può sopravvire al crollo del mondo inglese, il cinese, per le sue caratteristiche, non può sopravvivere al crollo degli Stati cinesi e cinesoidi.
Alle 18:15, mi chiede se domenica sono qui, che deve venire il tecnico del cavo-TV che è debole, dunque va restaurato. Loro domenica non ci sono. Balle. La verità è che il “grande” sbirro torturatore della psicopolizia segreta ruba la TV via cavo. Non è vero che deve venire il tecnico della azienda TV-cable. Lavorano sempre, ma non la domenica, per quelle cose. Deve venire uno dei loro tecnici mafiosi perché loro rubavano la TV-cable, ma uno più “furbo” di loro gliel’ha rubata ma in modo maldestro sì che ora lui la vede ma loro no. Per cui deve venire un mafiosetto che la restauri in modo che, pur senza toglierla all’ultimo furbo, la rivedano pure loro. Sbirri in servizio speciale di tortura ridotti a rubare la TV-cable...
18:25 di quel venerdì 22 dicembre 2006. La viscida pidocchia “capa” YaLing, con la figlia di 5 anni, ZiLin, mi porta una scodella di zuppa gustosa dicendo che è il giorno più corto dell’anno (dunque la notte più lunga). Mi siedo a gambe incrociate lì sulla porta della stanza ed inizio a mangiarla. La finisco rapidamente e lavo scodella e cucchiaio che le riporto dunque puliti. Sono proprio pidocchi. Hanno la faccia come il culo, si direbbe in italiano. Dici loro che sono degli scarafaggi, perché lo sono, chi farebbe altrimenti quelle cose?!, e loro sono felici. Sarà che io non sarei capace di fare il torturatore ed il carceriere. Occorre la vocazione. No, anzi, il pidocchio cinese è così di natura. Obbedisce. La zuppa era gustosa, però faceva schifo. Infatti, poi, me la sento venire su. Autentica zuppa cinese. Una finzione. Meglio riso bollito. Od anche cose gustose, ma che non vengano su poco dopo.
Finita la pausa forzata cui era stato obbligato il marito, il grande segaiolo torturatore istruttore Yan, se ne torna su per il guardonaggio ed origlionaggio per tortura, mentre vengono sotto la torturiscella YiQuing, col suo finocchietto, così ora in servizio di guardonaggio-origlionaggio e tortura laterale. Li abbiamo irrorati di radiazioni e di servizi vari, oltre al mio inculamento notturno della torturiscella YiQuing, che ora, anche per via dell’inconcludenza del loro lavoro di tortura, sono agitatissimi. Io non sento e non vedo nulla, ma i miei strumenti registrano che vanno in escandescenze un po’ tutti. Mentre vedono che il segaiolo istruttore di sopra Yan, sta facendosi una sega nel salone sopra davanti alla TV, la torturiscella YiQuing col suo finocchietto percuotono, evidentemente con violenza, con molta violenza, decisamente molto più forte del solito, il muro tra la stanza della la torturiscella YiQuing e la mia, e poi sms-aggiano agitati alla viscida YaLing che sto percuotendo io con fare aggressivo il muro e che loro hanno paura. Forse, verso le 21, o poco prima. Perché, verso le 21, la viscida YaLing mi bussa alla porta tutta allarmata. Non sento nulla, perché ho messo l’isolatore ambientale. Tuttavia, l’eventometro mi segnala che dev’esserci qualcosa d’eccezionale, dunque di attivarmi. Vado ad aprire la porta.
La viscida YaLing finge d’essere agitatissima, per quanto non ci riesca troppo a fare l’agitata, almeno in qualla circostanza. È una sul demente nero. Le riesce meglio quando fa sul serio che quando finge di fare la cortese agitata ed allarmata. Coi due figli attorno, mi dice se abbia sentito dei tonfi. Non ho sentito nulla. Poi va nella stanza a parlottare coi due, la torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto. I pidocchi cinesi sono così scemi che non sono capaci a fare grandi piani. Resto in isolamento ambientale. Più tardi vedo, dai miei strumenti, che la torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto devono avere continuato nei loro tonfi mirati pretestuosi, per cui, con la scusa d’essere in pericolo, verso le 23:25 di venerdì 22 dicembre 2006, vanno entrambi sopra in servizio notturno di tortura da sopra. Il segaiolo capo viene sotto, ma invece che andare nella stanza con moglie e figli, va affianco dove si dedica ai ticchetti laterali mentre la torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto fanno il concerto ed il “pedinamento” (soprattutto quando vado in bagno, perché la mia stanza è obiettivamente piccola; se non fosse che sono maniaci di starti sulla verticale, c’è poco da pedinare; potrebbero battere in qualunque punto e, se uno fosse particolarmente impressionabile alle battiture “sulla testa”, sembrerebbe comunque ti battessero “sulla testa”). Dei virtuosi del concerto da camera, se non fosse che non sento nulla e che vedo tutto poi sugli strumenti.
Insomma, non è riuscito loro che io dicessi d’aver sentito qualcosa perché potessero accusarmi, a seconda dell’estro del momento (no, i pidocchi non hanno estro del momento, ed i loro manuali, pur dettagliatissimi sul guardonaggio-origlionaggio e sulla tortura connessa, non sono poi così estrosi sul come utilizzare il tutto nei mille casi possono in concreto verificarsi), o di aver sentito le voci, oppure d’essere stato io a battere i muri. Si sentono comunque in progresso d’attività e sicuri di poter concludere con l’impazzimento mio nel giro di ore o di pochi giorni.
Il sabato 23 dicembre alle 00:15, dunque appena passata la mezzanotte di quel venerdì, convinta che il 23 sia Natale, la viscida YaLing mi manda una email con gli auguri di Natale. Si firma “santa yia-ling” (la Ya, lo scrive infatti errato dal punto di vista della traslitterazione; secondo un altro sistema lo si può scrivere Yea, ma non Yia ...meno male che fa la severa e sadica maestrina coi figli...!!!). Un’esigenza di normalità, di fingersi umanoide, cosa che la pidocchia non può essere né sa davvero fingersi, la induce a dimenticarsi che si sta dedicando a truffa per tortura in servizio di Stato e con equipe di Stato e paraStato per tortura. ...fare auguri e [lo scoprirò dopo] mandare regali a uno che stai [almeno nelle intenzioni!] ammazzando... ...è davvero una cosa che non sta né in cielo né in terra... Le rispondo gelido, alle 7:29, di quel sabato 23 dicembre, che sono leggende, che se vuole divenire figlia del cielo deve scoprire la via da sé stessa, che non c’è altra via per divenire esseri umani. ...sempre che uno/a voglia divenire essere umano... Troppo complicato per pidocchi il cui unico fine è trasformare tutti e tutto in pidocchi. Non serve a nulla discutere coi pidocchi né parlare ai pidocchi. Tanto non capiscono. Sono pidocchi. Devono far divenire tutti pidocchi. Così facendo si auto-distruggono.
Fuori dalla porta, la mattina, c’era una busta con auguri e con qualcosa dentro. Non la ho aperta. ...un senso di repulsione innata per quei pidocchi, per i pidocchi... La ho aperta dopo 20 giorni. ...perché dovevo scrivere queste righe... C’era dentro una specie di portamonete da collo in formato vestito tradizionale cinese. Bellino. Pidocchi in servizio tortura che fanno regali al torturato [almeno nelle intenzioni!]. Solo dei pidocchi possono ridursi a tale livello di viscidume! Non lo fanno solo i pidocchi cinesi. Tutti i pidocchi hanno queste schizofrenie.
Un po’ prima delle 9:30 di sabato 23 dicembre 2006, i 4, i due coniugi pidocchi con i 2 pidocchietti in erba, se ne vanno, escono.
Verso le 13:30, rientra torturiscella YiQuing, col suo finocchietto dal lavoro di guardonaggio-origlionaggio e tortura sopra. Più tardi arrivano i 4, i genitori pidocchi coi 2 figli pidocchietti. Tutti assieme riescono. Passate le consegne per il loro “prezioso” di tortura, i 4 vanno al paese. Mentre la torturiscella YiQuing, col suo finocchietto prendono in servizio sopra. Si stanno preparando per quando a fine mese vanno fissi sopra. Soliti pedinamenti e solite battiture con intensificazione quando uno sembra dormire o dorme. Ed anche con la solita intensificazione nel bagno: il pidocchio, ovunque nelle Cine e nel mondo, viene preso da un’ebbrezza torturatoria quando l’obiettivo va in bagno. Non sento nulla. Preferisco guardare dopo la strumentazione che rileva tutto il trambusto con maggiore precisione di quanto potrei fare con la continua osservazione ed ascolto. Prima di andarsene per quest’ulteriore fine settimana, la viscida pidocchia “capa” YaLing aveva riinsistito con me che la casa era libera dunque che andassi nel salone a godermi la TV. ...Così sopra avrebbero potuto fare il loro lavoro di guardonaggio-origlionaggio e tortura più liberamente mentre si godevano la televisione. Ho da lavorare alle mie cose. Dunque, sto meglio nella “mia” stanzetta. Loro, sopra, sono obbligati a fare il lavoro di tortura ristretti nella cucina, e poi nell’armadio a muro della stanza affianco se ai loro strumenti, che inganniamo come vogliamo, facciamo risultare che sono sul letto contro il muro tra la ‘mia” stanza e quella della torturiscella YiQuing. Spazio che loro coprono, con le loro battiture sulla verticale da sopra, solo se stanno dentro l’armadio a muro e se lo tengono libero da cose impediscano le loro battiture. Infatti, lo spazio giusto del letto contro il muro divisorio è sotto il mobile a muro della stanza sopra, quella affianco alla cucina. Se mi muovo appena tra letto e tavolo, che è lungo e fisso con altra mobilia e scaffalatura contro la parete opposta, eccoli obbligati, loro pidocchi torturatori sopra, ad agitarsi tra la cucina ed il mobile a muro della stanza affianco. In pratica, nell’appartamento sopra, al primo piano dell’appartamento sopra, hanno dovuto smontare la mobilia della cucina e tenere sgombero il mobile a muro della stanza affianco ed in parte smontarlo proprio per poter fare il lavoro di tortura. Così, nell’appartamento sopra su due piani, il secondo piano è per permettere ai torturatori, in teoria, di vivere, quando non in servizio, al secondo piano. In pratica, il torturatore non smonta mai dal servizio.Il guardonaggio e tortura diventano un’ossessione. La loro strumentazione da guardoni-origliatori li domina trasformansoli in sue appendici pidocchiesche. Il pidocchio non riesce più a staccarsi dai suoi strumenti di guardonaggio-origlionaggio, né dal suo lavoro di tortura. Guardonaggio e tortura divengono la sua vita, l’imperativo esistenziale del pidocchio. Diviene ossesso del torturato che deve sempre seguire e contro cui deve sempre ticchettare e battere con l’ansia di disturbarlo, torturarlo e distruggerlo. Per cui, in pratica, il primo piano dell’appartamento sopra era il piano di lavoro e di vita. Mentre il secondo piano era il piano per il bagaglio. Ma appena il pidocchio andava al secondo piano, subito si sentiva inutile e solo senza il torturato che solo da sotto poteva essere seguito e torturato in quella forma che rendeva pazzo ben più il torturatore di quanto potesse veramente dar noia al torturato. Per aumentare il disagio esistenziale dei pidocchi, quando andremo sopra per rappresaglie coi cani oppure semplicemente per eccitazione nostra, ci faremo quel culetto della torturiscella YiQuing, e faremo inculare gli altri dai cani, su entrambi i piani dell’appartamento sopra, ora in un piano, ora nell’altro, sì che il disagio per quei godimenti corsari, o per quei tormenti da violenza, venga introiettato dai pidocchi su entrambi i piani dell’appartamento sopra. Ovunque vadano, in esso, percepiranno, oltre alle sindromi già li dominavano e li avrebbero dominati, quell’ulteriore senso di colpa e/o disgusto da quei nostri loro inculamenti.
La famiglia dei 4 pidocchi e pidocchietti rientra la domenica 24 dicembre 2006, verso le 18:00. Con valigia e figli depressi. Prima lei coi due bimbi. Poi, poco dopo, il marito. Infatti, il segaiolo della psicopolizia segreta, ormai supermaniaco e supermalato, non riesce a staccarsi dall’appartamento sopra, l’appartamento vero di tortura verso il secondo piano di quello sotto. Il segaiolo Yan, appena rientra, non può andare a casa sua, quella stanza in cui dormono in 4. Appena rientra, la sua vera casa è il centro del centro di tortura, l’appartamento sopra. Deve controllare che tutto sia in ordine. No, non lo è: il torturato se ne fotte delle loro pidocchiesche torture. Solo poco dopo scende in “casa sua”, nella casa “della famiglia”, nel senso di moglie e figli, perché per il cinese la vera famiglia e la vera casa di famiglia è quella nel luogo d’origine dove ci sono i genitori di lui. ...Neppure quella.. ...il cinese è tutto una finzione... Con lui, lo sbirro segaiolo Yan, i “familiari”, non restano a casa per molto. Tutti assieme escono per andare tutti sopra a fare esperimenti di battituta soft se vedere se, dopo il trattamento in loro assenza, sia aumentata la mia sensibilità a seguito del lavoro di tortura da camera da parte della torturiscella YiQuing, col suo finocchietto. Sorrido in silenzio, mentre mi “gusto”, in realtà preso da altre cose, quella loro classica attività di verifica (...devono scrivere rapporti mensili e settimanali, che vanno sia a Taipei che a Pechino che a los ingleses, sui “progressi” delle loro torture...). E tutti negli insulsi manuali vengono da loro fatti applicare. Per me, sono stati due giorni estremamente quieti e di lavoro. I torturatori depressi sopra sono ancor di più depressi, per quanto il pidocchio non abbia sentimenti. Il pidocchio esegue solo ordini. Non ha altra vita. Si deprime e sconforta solo perché l’ordine non è stato da lui eseguito. Gli ordinano di distruggere il torturato ed il torturato è in ottima salute fisica e mentale. Ecco che allora il pidocchio si deprime e s’ammala ulteriormente.
Domenica 24 dicembre 2006, alle 22 e qualche minuto, dopo esercizi di tortura, e consulti e riunioni di torturatori, torna la famiglia dei 4 pidocchi e pidocchietti, silenziosi e senza accendere luci. I genitori sono agitati, sebbene cerchino di silenziare l’eccitazione maniacal-depressa. Psicotici insoddisfatti. Torturatori senza godimento da supplizio del torturato, che non soffre dunque che non permette al supplizio di dispiegarsi. Anche i figli sono agitati, da quella patecipazione all’attività di tortura sopra. Infatti non riescono a dormire subito, nonostante l’ora, appena tarda per loro. Quando la madre non li tortura con letture notturne, a quell’ora dormono già.
Poco dopo le 22:45, il marito, lo sbirro segaiolo Yan, va sopra in turno di tortura e da sopra viene sotto, ma nella stanza loro, non qui nella stanza sua, la torturiscella YiQuing. Hanno dato la colpa alla torturiscella YiQuing che non sa fare la tortura affianco ed allora vogliono provvedere col suo finocchietto in servizio notturno da solo affianco a tambureggiare sulla parete prossima a dove, credevano sulla base dei loro strumenti fasulli, io dormissi.
Dopo quella prima volta, per me, poi sia quando la torturiscella YiQuing era affianco sola o col “suo” finocchietto, che quando la torturiscella YiQuing, col “suo” finocchietto, era sopra e la viscida YaLing col marito sbritto col marito sbritto Yan erano via, ne avevo approfittato varie volte per bloccarli con l’imnotizzare rapido, mettere in azione gli altri apparecchi da condizionamento dei loro, e riincularmi la torturiscella YiQuing con quei suoi caldissimi orgasmi anali in ipnosi. Lo feci pure quelle sera per rappresaglia e sfregio, oltre che per autentico mio godimento, nella stanza di YaLing e figli, dove la torturiscella YiQuing s’era rifugiata per dormirvi. Siccome da sopra premevano per venire sotto, non potrei attardarmi troppo come avrei voluto. Sufficiente, comunque, per godermela davvero con quel culetto della torturiscella. Non mi preoccupai solo di sborrarla dentro quel culetto che si stringeva e contraeva tutto, ma pure di spandere il mio seme un po’ attorno in quella stanza di quella lurida “famiglia” Yan. Non solo nella torturiscella YiQuing si accrebbe quel senso di sue cose usate ed impuzzite da misteriosi altri. Quando anche gli altri del primo piano lì, la viscida YaLing e figli, li feci riavere dall’ipnosi rapida, conservarono nel subconscio il ricordo dell’intrusione anche se non il ricordo di quanto davvero successo e di quello “sporco” estraneo e non voluto sparso tra loro ed attorno a loro, dal mio uccello sgocciolante ma anche da quella torturiscella YiQuing di quegli eccitatissimi e profondi orgasmi anali ripetuti. Anche i tre cominciarono ad essere pervasi da quel senso di privazione perfino del proprio ridottissimo spazio di sonno e delle perfino delle proprie coperte. Volevano farlo agli altri, con quel loro maniacale lavoro di tortura?! Lo facevo, lo facevamo, a loro, ad ogni occasione. Non solo col nostro sistema di psicoradiazioni ma anche con quelle mie e nostre azioni di guerra. ...Sì, anche con quelli stupri della torturiscella YiQuing, che pur se la godeva in ipnosi, stupri fatti anche in mezzo a loro nel loro stesso territorio.
Verso le 23:30 di quella domenica 24 dicembre 2006, la viscida YaLing ha fatto entrare un pidocchio nell’appartamento per farlo poi entrare nella stanza affianco alla “mia” a tambureggiare tutta la notte. Vistolo nella mia strumentazione, sono sceso in cucina. Allora, YaLing lo ha fatto nascondere sul balconcino della cucina con lei davanti, a copertura, mentre sfoderava uno dei suoi sorrisi e saluti più viscidi. Ormai scoperti, lo ha poi fatto uscire chiudendogli la porta di casa dietro. Il pidocchio se ne è tornato sopra per il lavoro di tortura da sopra. La viscida YaLing mi ha poi mandato, all’1:07 del 25 dicembre, una email con links di foto di registratori. Giorni prima, le avevo chiesto, tanto per far finta di parlare di qualcosa, di un registratore con la memoria come ne esistono, in Cina-Cina davvero economici, per lo studio delle lingue. All’1:26, ne ho approfittato per ringraziarla per la cooperazione [con allusione al pidocchio di prima] e per dirle che le nuove foto ad infrarossi, di lei col pidocchio, erano già su Internet. Facendolo uscire sul balcone per nasconderlo, era stato possibile fotografarli, da parte di nostra strumentazione, pure in quel loro comico tentativo di celarsi. Siccome non è che stessero amoreggiando, avevamo preso le foto di lui che entrava nell’appartamento e nel salone al buio, poi del pidocchio andava a ranicchiarsi sul balcone, che è pure piccolo-piccolo, ed al buio, dove non è che uno vada a far ginnastica prima di dormire o perché è lì in visita di cortesia.
E così via nei giorni successivi con le loro solite ossessive attività di tortura, mentre io spesso neppure c’ero sebbene dai loro sturmenti scemi come loro sembrava io fossi in stanza dietro all e mie solite cose.
Dev’essere successo qualcosa nella notte tra martedì 26 e mercoledì 27 dicembre, o magari già in precedenza. Magari solo nelle loro teste di pidocchi malatissimi marci. O forse, più probabilmente non è successo nulla. E proprio che non fosse successo nulla, li ossessionava, ormai che avevano garantito prima la distruzione in poche ore, poi in pochi, giorni, mentre ora le settimane passavano. Allora, in tutte quelle loro frenetiche riunioni e piani “geniali”, si sono messi d’accordo per tentare un ultimo bluff. “Gli diciamo che è colpevole di non so cosa e che deve andarsene. Lui furioso reagisce. Noi chiamiamo la polizia ed i servizi psichiatrici.” Ecco che allora, “grande piano” dei pidocchi cinesi, che appunto se c’è una cosa non sanno fare [lasciamo stare perché] sono i piani, alle 00:07 di mercoledì 27 dicembre 2006, la viscida YaLing mi manda una email che a fine mese devo andarmene. L’hanno deciso in riunione di squadra di tortura coi capi esterni, ma lei non può scriverlo. Me lo dice poi sotto ipnosi.
I suoi complici di sopra, così come i loro capi esterni, sono frustrati perché nonostante l’intenso lavoro di tortura lavoro e dormo senza problemi. Le rispondo quando vedo la cosa, alle 7:09, con un OK e chiedendole che fosse successo ancora. Ma intanto non serve a nulla. Sono solo torturatori in crisi maniacale depressiva da insuccesso dopo l’esaltazione da tortura.
In effetti, la viscida YaLing aveva cominciato a mandare delle email deliranti, per esempio il 25 dicembre alle 23:51, diceva che quando la la torturiscella YiQuing non c’era, qualcuno era andato nella sua stanza a dormire e poi s’era chiuso la porta uscendo. Ma se la la torturiscella YiQuing era sopra con suo finocchietto, se aveva visto qualcuno dormire nella sua stanza doveva solo scendere, magari con la polizia, e sorprenderlo. Ma, appunto, son balle di pidocchi in stato confusionale. Email senza senso su cose mai avvenute. Email che si concludono sempre con slogan come “tener d’occhio l’ambiente in cui si vive!” ...scritti da chi gestisce camere di tortura. Una pidocchia maniaca e torturatrice pure schizofrenica, oltre che pretenziosa che gli altri si bevessero le sue inverosimili balle.
Le risposi pochi minuti dopo, alle 23:56 di quel 25 dicembre, di chiamare la polizia scientifica per prendere le impronte digitali e simili. Le dissi pure che loro, con suo marito ed il finocchietto di YiQuing, facevano rimori continui dall’appartamento sopra, di cui avevano la gestione, appartamento che usavano per le loro attuvità maniacali. Le dissi che tutti lo sapevano e che un po’ tutti li avevano visti in quell’appartamento. Come dire di non pretendere pure di rompere i coglioni con le sue fandonie da isterica maniaca.
È lì che, irrimediabilmente smascherati, senza io neppure usassi formule dubitative, dato che ero assolutamente certo, e per tentare loro un ultimo bluff per cercare di avere una qualche reazione “disperata” che permettesse loro di avere una qualche vittoria, dopo riunioni tra di loro e coi maniaci degli uffici tortura della psicopolizia segreta, la viscida YaLing mi mandò quella sua disperata email di mercoledì 27 dicembre 2006 alle 00:07, che mi dovevo cercare un altro posto per il mese successivo.
Le risposi quando vidi l’email, il 27 dicembre 2006, alle 7:11, con un gelido, “che è successo, ancora”. In una email delle 16:23, la viscida YaLing cercò di espormi la sua filosofia della vita. Disse che lei, loro, devono mantenere sicuro il loro ambiente. Insomma come dire che praticano la tortura di gruppo e di Stato e paraStato contro stranieri, ma pure contro locali, per preservare sicuro il “loro” ambiente. Ecco la filosofia dei maniaci torturatori! Devono tenere le Cine libere da stranieri ...altri stranieri ordinano loro di liquidare. I cinesi, e soprattutto i torturatori sia attivi che di supporto, odiano in modo ossesso tutti gli stranieri. Però, poi, di fatto, vanno all’assalto solo di quelli viene loro ordinato da centrali ingleses. I maniaci devono sempre giustificarsi di fronte a sé stessi e di fronte al mondo per le loro manie ed ossessioni. Ed anche per essere dei pidocchi prostituiti.
Gli rispondo alle 17:15 con un secco
“Good.
“I'm sure you know very well your comrades upstairs...
“....so you know who is doing all that.
“Practically, YOU.”
[“Bene.
“Sono sicuro che conosci molto bene i suoi compagni/camerati dell’appartamento di sopra...
“...dunque conosci chi fa tutto questo trambusto.
“In pratica, TU.”]
Alle 17:39 risponde secca e piccata che mi ridà la cauzione quando le do le chiavi. In effetti, non poteva certo mettersi a controbattere che loro sono una associazione a delinquere di Stato e parStato che dispone di due appartamenti, ciascuno su due piani, oggi per me, ieri per altri, domani per torturarsene anche due in contemporanea, ma in stanze differenti, non appena la torturiscella YiQuing va fissa su col “suo” il finocchietto in comune attività di tortura. Non gliela ho buttata sul dubitativo. Perché dovrei, per una cosa che è certissima e già a me abbondantemente nota? Non ci sono dubbi. Né lei può provare a far la sceneggiata e dirmi che vaneggio.
Dato che pur rispondendo con un OK e non contestando lo ‘sfratto”, non ho dato sintomi di particolare agitazione, ed ai suoi musi lunghi ed ai musi lunghi da lei ordinati ai figli, ho sempre risposto con dei normali saluti, anche se loro non rispondevano, l’agitazione della viscida YaLing cresceva ...in verità sia come affittuaria che come torturatrice “capa”, anche se il capo formale era il marito sbrirro.
Come affittuaria, venerdì 29 dicembre 2006 alle 22:48 mi manda un pro-memoria che me ne devo andare entro il 31 dicembre. Anzi, con lo stesso orario, non mi manda una sola email. Me manda tre, di cui una non scritta. È proprio nervosa. Fuori di testa e non riesce neppure a celarlo dietro il viscidume solito.
Gli rispondo alle 23:16 mettendogli nell’intestazione della risposta, e solo lì, uno scarno: “L’1 gennaio mattina presto.” Meglio sempre tenerli sulle spine fino all’ultimo senza far trasparire troppe informazioni, soprattutto con quei dementi furiosi che hanno mancato, almeno fino al momento in cui scrivo, tutti i loro obiettivi di annientamento.
La viscida YaLing risponde alle 23:21 con un cenno di implicita accettazione di quell’1 gennaio mattina presto, dicendo che mi dà indietro il deposito quando le do le chiavi.
Dato che stanno andando avanti coi trambusti soliti, non riesco a trattenermi dal provocarla per email. Del resto, se sono così ossessi... e sono davvero ossessi oltre ogni limite. Non specificamente loro. Il cinese è ossesso oltre ogni limite. Basta un ordine e non sa non obbedire. Obbedisce a qualunque ordine. Nessuno, nelle Cine che osi dire di “no”. Nessuno che osi opporsi. Se uno s’oppone è perché è convinto d’essere coperto da un potere superiore. È davvero una logica da pidoccchi. Da pidocchi ossessi. Non si creda a rivolte, a rivoluzioni, ad opposizioni. Si vada sempre a vedere bene che è successo davvero. Il cinese non si ribella, MAI. Un po’ succede dappertutto che gli individui seguano logiche di potere, anche quando sono contro. E tuttavia, c’è dove c’è almeno uno che sa dire ed fare di no, qualunque cosa dicano e facciano gli altri. Non nelle Cine. Se succede, è perché uno/a non è più cinese.
Dunque, alle 23:32 di quel venerdì 29 dicembre 2006, le scrivo:
“1 January 2007 early morning, anyway not later 12:00, as the Taiwan law is.
“Good luck for the depressive maniacal syndromes of you gang and of yourgovernment.
“Every day will be worse than the day before!
“Good luuuuuuuuuuuuuck!
“You are very amusing!!!!!!!”
Come fare a dire loro che sono dei pagliacci?! Ecco questo è un modo. Ma me lo sono detto a me. Loro non capiscono. Un o una “occidentale” mi avrebbe mandato a farmi fottere, sia si fosse sentita in colpa, sia avesse voluto fare la scena della innocente che non sa nulla. Lì no. La viscida YaLing si sente in dovere di spiegare che lei, loro, hanno ragione, che la tortura, senza neppure sapere perché [loro non lo sanno davvero perché dovessero farlo, piacere loro maniacale a parte], è la vera vita. ...non so se la “vera vita comunista”, la “vera vita fascista”, la “vera vita nazimaoista”, ...no, anzi, la “vera vita cinese”, della “razza cinese”, come direbbe ciascuno di loro tra sé e sé. Torturano, o cercano di torturare, perché sono veri pidocchi cinesi.
Poco dopo, anche se è cambiato giorno, sabato 30 dicembre 2006, 00:15, la viscida YaLing si scioglie in un inno alla grande vita del pidocchio ossesso al servizio del potere:
“Roby,
“there has no worse thing in the world; however, the worst thing is ppl who do not face themselves or do not cherish what they have.
“i am proud of my country; although, it may have some disappointment things or policy accured...i think it is called evolution...sometimes it may be bad....every country or every person has it's own problem or obstacle. we could learn from the mistakes not just complaining...
“you have travling a lot. i think you should have known all about the real world.
“good luck~
“yia-ling~”
Delirio del pidocchio nazimaoista!
Ecco un inno al pidocchio torturatore. Certo, ci sono spiacevolezze nel “loro paese”, dice, non li lasciano torturare con le tenaglie ma li costringono ad un auto-distruttivo guardonaggio e ticchettio e tonfeggio d’appartamento! Immaginatevi i maniaci ed i torturatori d’appartamento dove finiscono, invece, diffidati dalla polizia ed in galera od ospedale psichiatrico! Naturalmente non è vero che io sia un grande viaggiatore, ma so da sempre che è quello che lì nelle Cine, sia nella RPC che a Taiwan si raccontano su di me. Non è vero, ma glielo hanno scritto, glielo hanno detto e loro lo riscrivono e lo ripetono. Pidocchi pappagalli. Come dire “sei un agente speciale” [non so di cosa!!!] “lo sappiamo che sei dunque uno che viaggia per il mondo” [l’hanno visto al cinema: loro “grandi cinesi” hanno il cervello insozzato dai filmentti ‘meregani; non c’ho né il fisico né l’atteggiamento da grande agente segreto viaggiatore da filmetto ‘meregano; e quando vogliono, o fingono voler essere reclutati, non ho idea da che e da cosa (neppure loro!, ...ma sono furbastri...) mi buttano lì un “vorrei fare come te!”; ...come me cosa?!; dementi!; appunto sono pidocchi, sono maniaci ossessi e sono pure scemi, scemi persi!!!]
La viscida YaLing è fiera del suo “grande” governo che la usa come pidocchia ossessa. Si commuove al solo ricordarselo! Fare la pidocchia ossessa, l’infame e la torturatrice, è “il mondo reale”! Una confessione! Una confessione di ebbrezza pidocchiesco-ossesso-maniacale! Il mondo reale, quello reale non quello cinese-pidocchiesto, è quello di quegli agenti di custodia che tornati sbronzi volevano pestare un detenuto, come facevano d’abitudine in un certo tempo ora non vicinissimo, credo a San Vittore [è una conversazione, una “confessione”, che ho orecchiato, non sono mai stato a San Vittore a Milano], e dunque supplicavano il loro collega: “Dai, aprici, che vogliamo un po’ divertirci [pestare un detenuto]...” Il detenuto, uno magrino, un ex-terrorista, s’era già messo la giacca a vento, per attutire i colpi delle botte. Ma chi aveva le chiavi non apriva. “Dai apri... ...non preoccuparti... ...lo sai che siamo coperti.” Era vero, era un periodo che erano coperti in quel luogo a far quelle cose. Lui, quello che aveva le chiavi, non ha aperto. Dipendeva da lui. Lui ha detto “no”. Non gli ha permesso di pestare un detenuto anche se in quel periodo era ben visto “dall’alto” che i detenuti, lì, quei detenuti, gli ex-terroristi e simili che venivano da non so quale esperienza di carcere “alternativo”, o [in parte] autogestito a San Vittore, fossero pestati a caso, di notte, da altri agenti che, di ritorno da bevute, volevano “divertirsi”. A costo di divenire mal visto, quell’agente di custodia, ha preferito attenersi al suo dovere formale. Ha detto di “no”. Non ha loro permesso di pestare un “suo” detenuto. Ecco il “mondo reale”! ...non tra i cinesi, ...se vogliono continuare ad essere cinesi.
All’1:14, le ho chiuso secco, a quelle sue demenze sul “mondo reale”, con un:
“Thank you for destroying yourselves
“and for helping us to destroy you.
“Louses cannot understand persons.
“Louses can never become persons.”
[“Grazie per distruggervi da soli
“e per aiutarci a distruggervi.
“I pidocchi non possono capire le persone.
“I pidocchi non possono mai divenire persone.”]
Cose dette a me stesso, naturalmente.
Se c’è gente che s’esalta, chessò, a cavare occhi od a smebrare individui od animali vivi, inutile cercare di convincerli ha non sono proprio cose da fare... ...che forse uno ha qualche o tante rotelle che forse non sono proprio a posto se ama fare quelle cose. O, magari hanno “ragione” loro... ...ma di qualcosa non sono, non siamo, capaci né voglio, né vogliamo, divenire capaci... Appunto, inutile parlare coi pidocchi. Parliamo sono con noi stessi, alla fine. Non c’è possibilità di comunicazione. O li distruggi o sono loro che pretendono di distruggere te.
Soliti tramestii e battute mirate ininterrorre.
Intanto, convinti che me ne vada l’1 gennaio mattina presto, si preparano agli ultimi due giorni per un grande piano che faccia loro concludere quell’inutile mese con un grande improvviso successo contro di me, mentre la torturiscella YiQuing si trasferisce sopra per andare di fatto ad abitare col “suo” finocchietto, forse prodromo di una coppia sposata per una vita di tortura, come moltissimi altri a Tawan e nelle Cine.
La mattina del 30 dicembre 2006, la torturiscella YiQuing si trasferisce sopra e porta sopra parte delle sue cose che comincia a sistemare sopra. In pratica la sua stanza è ora abbandonata. Restano gli strumenti di guardonaggio e fingono che la stanza sia ancora da lei abitata per poterla usare per le loro attività di tortura laterale, in complemento col torturatore od i torturatori sopra.
Poi, nel tardo pomeriggio, mentre il segaiolo Yan intensifica la su attività di guardonaggio e tortura sopra, la torturiscella YiQuing torna sotto col “suo” finocchietto e si mettono in intensa osservazione coi loro strumenti da guardonaggio, in attesa che, allora solita, prima della mezzanotte, tra le 22:30 e le 23:00 spesso, il “suo” finocchietto torni su, eventualmente con lei, se non la lasciano in attività laterale, o se non ivertono le parti, per la notte di “lavoro”.
Io mi metto a preparare le mie cose e metto sia l’insonorizzatore ambientale che il simulatore per sparare nei loro strumenti e nelle loro teste vuote un film di me che invece mi metto a dormire e loro devono disturbare.
Alle 19:00 del 30 dicembre 2006, appena il simulatore traspette loro che mi sono coricato sul letto ed ho chiuso gli occhi, si mettono a rovistare furiosamente contro il muro affianco ma anche da sopra. Solo, in quei momenti, Nulla di casuale, anche se stanno traslocando le ultime cose, il computer ed altro. Dopo aver furiosamente rovistato e battuto contro il muro, proprio nei momenti esatti di chiusura occhi, né prima né dopo, quando sembra che io mi sia assopito continuano a ticchettare da sopra, ma, d’affianco, silenziosissimi vanno su è giù per le scale e traslocano le ultime cose sopra. Appena stanno per trasferirisi loro stessi su, mi metto a preparare le mie cose davanti alla porta, sì che se loro scendono le scale dell’appartamento per poi uscire dallo stesso ed andare sopra, io posso seguirli sopra e mettermi a ridere additandoli mentre loro entrano nell’appartamento sopra.
Sono tesissimi. Capiscono che se escono dall’appartamento in tenuta da casa per andare sopra, lo capisco che stanno andando sopra e, magari, se li seguo, che fanno? Sono così idioti che non riescono ad immaginare che so tutto tuttissimo. Sebbene l’avessi detto alla viscida YaLing, che so tutto, anche che usano loro l’appartamento sopra per la tortura. Ma il pidocchio cinese non si fida di nessuno e non dice a nessuno le cose essenziali. Ciappettano in continuazione ma di nulla. Il pidocchio è così preso della sua ossessione che, nella sua imbecillità, non riesce ad immaginare, non riesce a pensare. Sa solo quello che il superiore, l’ufficio, il partito, il capo, la capa, la milizia, Il Potere insomma dice loro. Finché Il Potere non dice loro qualcosa, loro non sanno nulla, sanno solo quello che Il Potere ha detto loro in precedenza. Anche la viscida YaLing è agitatissima. Sono lì bloccati. Proprio quando il finocchietto di YiQuing doveva prendere servizio sopra, cosa che fa sempre verso le 23:00, un po’ prima, un po’ dopo, dopo una pausa di controllo della stanza affianco a me dove abita, ufficialmente, la torturiscella YiQuing.
Io sono lì. Loro sono bloccati. Sono paralizzati dalla loro stessa paura. Loro furbissimi che sono smascherati, ...e lo sono, lo erano, da prima che io arrivassi lì, anche se si credono i padroni del mondo perché ossessi guardoni e torturatori d’appartamento. Mi scappa da ridere. Li vedo, senza guardarli, lì attorno paralizzati, e mi scappa da ridere. Alla fine glielo dico: “Dai pidocchio, lo so che devi prendere servizio sopra, ...cacchio che grande lavoro da pidocchio!, dai, vai sopra a prendere servizio ed a fare toc-toc, che voglio spanciarmi dal ridere come sempre.” Il pidocchio non tollera di esse smascherato di fronte a sé stesso. Come, non lo sapevano che sapevo già tutto. Ma è quella situazione, in cui io impongo loro di vedere che sono degli imbecilli oltre che dei pidocchi maniaci, che li fa impazzire. Stai per prendere servizio, ed io sono lì che se vai sopra ti seguo, ti vedo, e tu vedi che ti vedo, quando entri nell’appartamento sopra. Impazziscono perché sono smascherati di fronte a loro stessi.
Hanno una reazione isterica. Scappano nella stanza. Si chiudono. Urlettano ossessi. Telefonano. Ciamano la “capa”, la viscida YaLing, cui escono sorrisi isterici ed urletti inconsulti. Io sono lì che me la rido e mi godo la situazione, mentre praparo le mie cose. Loro sono lì, che non possono andare sopra a timbrare il cartellino per il servizio guardonaggi e tortura notturno. Il segaiolo capo sopra, Yan, subito contattato via telefono e sms, non sa che fare. È troppo scemo per saper fare qualcosa, oltre al torturatore senza risultato. La viscida YaLing esplode contro di me: “Schifoso! Schifoso te ne devi andare! Te ne devi andare da Taiwan! Te ne devi andare subito! Tornatene nel tuo paese! I’ll kill you! I’ll kill the President of the United States!” Non ho mai capito che cosa c’entrasse il Presidente degli Stati Uniti, ma fatto sta che viscida YaLing, torturatrice di milizie di torturatori, prostituite ad inglesi ed americani ed ai loro ordini supremi, ce l’avesse a morte con gli stessi li e la usavano come loro prostituita pidocchia torturatrice d’appartamento. Dal lato USA, l’FBI sa tutto dei torturatori cinesi e cinesoidi e dà loro sostegno e copertura. Li organizza. Dà loro gli strumenti. Dà loro ordini. Indica loro obiettivi. Almeno fino ad oggi. Domani non possiamo saperlo. Chiedete a loro, non a me, perché s’approfittano di centinaia di milioni di dementi ossessi invece di curarli. Chiedete a loro, non a me, perché la “grande” polizia, del “grande” Ministero della Giustizia USA, che intercetta tutto il traffico elettronico del mondo, intercetta i criminali torturatori di massa nelle Cine e li copre. ...oltre ad equipaggiarli ed usarli. Chiedelo a loro, perché. Io lo so perché... Ma chiedetelo a loro! ...Beh, visto che li attrezza e li usa, deve coprirli... Così come fanno gli inglesi e succursali nell’area.
A quelle loro reazioni isteriche, mi limito a continuare a preparare le mie cose ed a dire: “Me ne vado l’1 gennaio 2007 mattina presto.”
Chiamano la polizia. Ma solo dopo che torturiscella YiQuing ha portato sopra, al segaiolo torturatore capo Yan, gli strumenti da guardonaggio che avevano nella stanza affianco. La polizia viene. Mi chiede il permesso di soggiorno. Lo mostro. Mi dicono che c’è un altro indirizzo sopra, per cui non posso stare in quell’appartamento. Lo volto, faccio vedere che l’indirizzo è stato rettificato, dunque è tutto regolare, regolarissimo. Il poliziotto mi dice che me ne devo andare domani. Io gli dico che me ne vado dopodomani mattina presto, l’1 gennaio mattina presto.
La polizia se ne va.
I tre sono sempre più agitati ed isterici. La torturiscella YiQuing ha uno dei suoi soliti collassi nervosi. Trema. Si sente d’aver tradito Il Potere che le aveva affidato un incarico tanto “nobile”. Stavano facendo un lavoro così eccelso, pur senza concludere nulla contro di me, ed ecco che tutto si blocca, perché io, invece che andare in escandescenze, li guardo pidocchietti nudi e senza rifugio di fronte a me. S’esalta nella tortura da camera e si deprime crollando non appena si senta smascherata. Il “suo” finocchietto è paralizzato e rabbioso. Non può prendere servizio sopra. Se lui va sopra, io lo seguo. Non che cambi nulla. Io lo so che lui va sopra. Loro lo sanno che io lo so. Anche se prima s’illudevano d’essere dei furbastri, ora lo sanno che sono degli scemetti e che io lo so che sono solo degli scemetti oltre che dei malati persi. Ma loro hanno l’ordine assoluto che non devono essere visti da me quando entrano nel centro di tortura contro di me si sopra. La viscida YaLing comincia come un ossessa a telefonare. Si sono seduti sotto, al primo piano (pian terreno diremmo noi) di quell’appartamento a due piani, attorno ad uno di quei palchetti di legno, buoni come base per un materasso e per un letto, che fanno loro da tavoloni. Si sono seduti attorno come in riunione. Confabulano occasionalemente più a cenni di rabbia contro di me che a vere parole, senza sapere che cosa dire. Non tollerano d’essere smascherati come dei malati e degli scemi di fronte a loro stessi, e lì pure con l’aggravante di ciascuno di fronte a tutti gli altri. Col segaiolo “grande” sbirro Yan paralizzato senza sapere che fare sopra.
Appunto, la viscida YaLing comincia come un’ossessa a telefonare. Telefona sopra al grande torturatore capo, il marito segaiolo che era sopra ad aspettare l’allievo, il finocchietto della torturiscella YiQuing. Telefona ai suoi capi. “Non può venire a lavorare!”, “S’è bloccato tutto!”, “No! Non si può! No! Non si può! Non si può interrompere il programma [di tortura]!” Echelon ha le telefonate, come tutte le loro altre comunicazioni elettroniche, e le conserverà per sempre... Chiedetele loro... La viscida YaLing s’avventa contro le scale. Le sale. Viene sopra. S’avventa contro di me a calci al corpo e pugni al viso. Senza conseguenze per me, che mi limito a schivare i colpi sì che non mi colpisca davvero con qualche danno per me. Mentre urletta: “Schifoso! Schifoso! T’ammazzo! T’ammazzo! I’ll kill you! I’ll kill the President of the United States!” ...era ed è fissata col Presidente... Boh! Pure il finocchietto della torturiscella YiQuing cerca di unirsi a quell’abbozzo di pestaggio contro di me, ma la viscida YaLing è tutta un roteare di gambe, piedi, braccia, pugni, sì che il finocchietto non riesce a farsi strada fino a me. Dopo un po’ le dico: “Continua pure. La polizia è già venuta. Sanno che io sono qui. Se mi lasci dei segni li faccio vedere alla polizia.”
Ecco che che allora scappa sotto e telefona alla polizia: “Aiuto! Aiuto! È impazzito sta urlando e battendo contro i muri ed abbiamo paura che ci aggredisca.”
Mentre continuo tranquillo a fare i bagagli, arrivano 6 poliziotti con 2 di qualche squadra di soccorso medico o psichiatrico. Sono lì tranquillo che faccio le mie cose, quando mi sento e mi vedo uno con sulla bocca una qualche [pseudo-]protezione da microbi che con voce manicomiale di fa: “Pooooooossooooooo entraaaaaaareeeeeeeeee... Pooooooossooooooo entraaaaaaareeeeeeeeee...”
Una cosa da far cadere le palle. Lo guardo sgomento e calmissimo. “Non lo so... sto facendo i bagagli [tranquillissimo e silenziosissimo come può vedere] perché me ne vado ora, subito... Mi dica lei quello che devo fare...” e mi siedo, un po’ sgomento. “Me lo dica lei... Se posso continuare a farli, continuo... Se non posso... ecco sono seduto... aspetto... posso anche mettermi a dormire... Me lo dica lei...” Non sapevano che fare. “Ecco, ...se posso... ....continuo a farmi tranquillo e silenzioso i bagagli perché me ne vado subito.”
Non so che sia successo. Il personale medico e paramedico è sparito. La polizia li avrà mandati via. E loro stessi avranno intuito che, forse, che il manicomio erano quei tre.
Ma intanto, all’esaltazione, di quel “devi andartene subito” del chiamo di polizia precedente, dopo il bluff conclusosi male per loro, del nuovo chiamo di polizia con servizi medico-psichiatrici, era subentrato ora, nella viscida YaLing, il desiderio di combinarne qualche d’un altra. Non solo quel “il programma non può interrompersi” ma un “il programma contro questo, programma ormai fallito, non deve fallire.” Ecco che allora, la viscida YaLing cerca di dire al poliziotto-capo, lo stesso di prima, che non devo andarmene. Così, quello che mi aveva appena detto che sarei andato in non so quali escandescenze, e che per questo loro erano stati ri-chiamati, mi diceva ora che dovevo andarmene a dormire.
Dire la verità paga sempre. “Guardi mi hanno appena aggredito a pugni e calci mentre io non ho reagito. Dunque ora me ne vado, perché preferisco così... ....comunque, non è tanto quello... .....le hanno detto che avrei battuto i muri e chissà cos’altro?! Se, io, ora, me ne vado a dormire, vi richiamano tra 10 minuti dicendo che sto battendo i muri... ....dunque, io, ora, me ne vado fuori di qui.” Inceccepible. Ed ineccepibilmente vero. S’erano fatta la scena due volte di chiamare la polizia. L’avrebbero fatta una terza ed una quarta fino a quando... ...la colpa sarebbe stata comunque mia. Magari ancora calmissimo m’avrebbero portato via in ambulanza. Calmissimo, io ed agitatissimi loro, i torturatori, ma alla fine io facevo la parte di quello che fingeva e loro quella di quelli che disperati erano mie vittime. Ecco. Il poliziotto-capo l’ha capita. Magari l’avranno licenziato perché pur chiaramente io vittima e loro torturatori, lui avrebbe dovuto farmi portar via dai servizi psichiatrici. ...Visto che i torturatori erano suoi colleghi e milizie parallele loro. Comuque loro erano la polizia in divisa, che deve evitare incidenti e lo sbirroYan sopra, con sbrirraglia parallela di tortura, creatori d’incidenti perché la polizia in divisa appurasse che il torturato era pazzo. Ma il torturato non lo era. Non era neppure agitato, neppure alla vista di quelli dell’ambulanza. La funzione tende a prevalere sulle gerachie formali ed intrecciantesi. Muovendomi io a quel modo, non ho dato loro modo di far intervenire irresistibili ordini superiori per cui la polizia in divisa si dovesse sottomettere alla finzione che i torturatori erano le povere vittime ed io l’impazzito.
Di fronte ad un caso ai loro occhi obiettivamente dubbio, io dicevo: “Guardate che se resto qui, quelli vi telefonano tra 10 minuti, e poi ancora, e poi ancora. ...Nobilmente, e perché la vittima di questi pazzi sono io e non voglio assolutamente passare per colpevole, sono io che m’offro d’andarmene e me ne vado.” Inutile restassi lì a tirare avanti quelle loro pazzie d’ossessi in fallimento tortura.
A quel punto la loro ossessione, l’ossessione della feccia delle gang di Stato di tortura, era solo trovarmi perché “il programma non deve interrompersi.” Dopo che li avevo fatti fessi uscendo indenne da un mese di programma di tortura super-ossessivo e plurimo da sopra, affianco e sotto, erano solo ossessionati di ritrovarmi per farmi “impazzire” e dunque dimostrare, con effetto retroattivo, che ero io il pazzo che loro torturatori avevano scoperto e finalmente smascherato. “Impazzisce” chi non conosce loro ed il loro gioco. Non chi lo conosce. “Impazziscono” i mille che credono davvero, e cui loro fanno credere, che sopra di loro stesse una famiglia insonne o d’essere loro improvvisamente divenuti sensibili a rumori del tutto casuali. Non c’è nulla di casuale. Il ticchettio di tacchi d’una casa “occidentale” [sempre che anche lì non siano arrivati maniaci], o sani o meno sani orgasmi che s’odono attraversi i muri, od una vicina che seccata che tiri l’acqua troppo a lungo te la tira pure lei quando senti che la tiri, o qualcuno che fa ginnastica con saltelli, o lunghe litigate che attraversano i muri, od anche musiche alte o battiti ritmico-maniacali di mani o piedi di qualcuno abbia la fantasia farli, non hanno nulla in comune con chi, con strumentazione da guardonaggio ed origlio, ti dà la caccia, ti segue, cerca di torturarti con ticchettii e tonfi. Non hanno nulla in comune. Il guardonaggio con strumenti, con conseguente tortura, sono del tutto differenti da rumorosità d’altro genere. Se lo sai, te ne puoi anche fregare. I mille e mille che non lo sanno cominciano a pensare di “sentire le voci”, si lamentano e ne hanno solo un più insistente lavoro di tortura per far loro ancora meglio e di più “sentire le voci”. Se nelle Cine, anche a Taiwan, qualche americano o canadese od altri, lui stesso o lei stessa oggetto di queste torture inizia su un forum il discorso dei rumori nei condomini, se si mantiene tutto sul sentiero del “fanno chiasso, che si può legalmente fare” va tutto bene. Se qualcuno dice, “guarda che sono programmi di Stato, non c’è nulla di casuale”, si scatena immediata la censura. Ogni notizia su queste cose viene subito rimossa e se qualcuno insiste viene rimosso il suo accesso ai media cui ha accesso e su cui tratta queste cose. Ci sono incaricati dei servizi di sicurezza cinesi ed ingleses che seguono tutti i media elettronici e rimuovono subito tutti i riferimenti al lavoro dei pidocchi ed al sistema di controllo sociale pidocchiesco esistente nelle Cine. Fanno poi i filmetti per raccontarvi che nelle Cine ciò che conta è “la reputazione”, che è proprio quello là esiste ancor meno che altrove.
Dunque, con loro [Stati cinesi e loro magnaccia ingleses] ben decisi a trovarmi per continuare con quell’ossessiva tortura lì nuovamente fallita, alle 2 di notte di ormai domenica 31 dicembre 2006 ero fuori di lì.
La viscida YaLing, ossessa di perdermi, continuava a telefonare che me ne stavo andando, che non bisognava permettermi di andarmene e sparire nella città. Vista l’ora riesce solo a trovare un’imbecillotta, una ragazzetta dell’organizzazione terrorista nazimaoista xenofoba dei torturatori maniacali che m’arriva lì, in mezzo alla strada dove sono, aspettando che compaia un taxi. La maniaca cretinotta arriva su una motoretta per vedere che stia facendo. Se ne va, mentre mi avvicino, sfoderata la penna, visto che vede che la punto. La targa è M5E-019.
Il 31 dicembre e la notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio, tranquillissimi. Poi, l’1 gennaio arriva dalla ammistratrice del luogo dove sono [篤行路85號], che è la figlia o nipote del padrone, un burocrate di mezza età alto e tarchiato, con la stazza standard degli ossessi da ufficio della polizia segreta sezione torturatori. Dato che conosciamo le loro procedure e pure qualcos’altro, abbiamo tenuto sotto controllo il luogo aspettando che fossero visitati dalla polizia segreta sezione torturatori d’appartamento, non appena costoro avessero saputo che fossi lì. ...Invero già il 31 erano stati contattati..., ma non possiamo essere precisi sulle procedure dell’ufficio torture della psicopolizia segreta, ci sono ragioni di riservatezza... ...comunque guardonaggio e torture ossessive iniziano l’1 gennaio pomeriggio. Prima il dispositivo non è ancora attivato... Gli amministratori e padroni comunicano tutto allo Stato ed al paraStato. Quelli mettono l’informazione in un computer. La polizia segreta sezione torturatori vede l’informazione su di te. Lo sbirro parla con lei l’1 gennaio 2007 a fine mattinata, mentre io sono col padrone fino a quel momento gentilissimo. Il padrone, dopo un teso breve “interrogatorio” il 2, mentre torno da scuola, sparisce dalla vergogna. Voleva cercare in me “la colpa” perché loro sono tutti solo dei malati ossessi e dei pidocchi: gli mostro i libri di cinese di ritorno da scuola... Sebbene io lasci la bici proprio di fronte all’entrata del suo ufficio che è pure l’entrata di casa sua, non si fa più vedere. Anche la ragazzetta, l’amministratrice, è sparita, salvo una volta che l’ho colta sul fatto [era appena uscita dalla stanza affianco dove facevano e fanno ossessivamente battere una specie di pallina (una cosa che, nelle intenzioni, dovrei sentire solo io o chi passa, ma sono pochissimi, nel corridoio che tuttavia va in altra direzione e che dovrebbe mandare me in escandescenze che tutti odano, ...ma non è successo nulla da parte mia, né succederà mai nulla: la cosa mi fa solo sorridere) contro un pezzo di muro di legno (doveva esserci come una finestra tra le due stanze, poi chiusa con una struttura di legno), e poi qualcosa di simile alla pallina da ping-pong iniziale che fa un piccolo rimbalzo e rintrono] ed allora imbarazzatissima e tremante viene alla mia porta e mi dice che quello affianco a me “sente rumori”. Ma le scappa pure detto che va da lei a rapporto quoridianamente a riferire su di me. In realtà, dopo che l’1 mattina, lei è stata contatta dalla polizia segreta, lei e quelli della polizia segreta hanno affibbiato a quello affianco a me delle troiazze e dei finocchietti che restano nella stanza al buio anche quando lui non c’è e, con strumenti da guardonaggio attraverso i muri, battono ossessivamenti con una pallina od oggetto simile, ed anche in altro modo. I padroni del luogo, fanno finta di non sapere e di sentire. Vengono lì per i giri d’uso, acqua calda ed altre cose, e poi spariscono. Cè un piccolo locale affianco alla mia stanza, che è all’ultimo piano, dove loro devono andare più volte al giorno proprio per questi adempimenti tecnici. Anche se, quando sono nei paraggi, sentono il battere ritmico da loro stesso richiesto a quello affianco a me, e cui loro stessi hanno collaborato e collaborano, fanno finta di non avere sentito nulla. Tali sono le Cine dei pidocchi. Arriva un maniaco della feccia della polizia segreta e nessuno sa dire di no ad ossessive torture da camera. Anzi, gli sbrirri e le milizie militarizzano o richiamano in servizio subito qualcuno che fino a quel momento era stato affianco, od in prossimità, silenziosissimo. Nelle Cine nessuno emette il minimo rumore se Il Potere non lo chiede. Dopo 10 o 12 di lavoro, schiavi locali si mettono a disposizione per il dopolavoro gratuito in nome, di fatto, di una più rapida autodistruzione della “patria” marcia. Felici loro... A me scappa solo da ridere. Racconteremo, spero presto, con qualche dettaglio in più, l’inizio di questa nuova storia del “grandioso” lavoro di tortura nelle Cine, sezione Taiwan. Primo giorno silenziosissmo, poi... dopo la visita del burocrate della polizia segreta e milizie parallele ...no, non sono io che sento le voci. Abbiamo verificato tutto anche con strumentazione, sebbene sia tutto ben evidente anche ad orecchio. Ed, anche con strumentazione, altra strumentazione che quella da rilevazione, li abbiamo rovinati più di quanto non fossero già. Felici loro...
Ah, caso dei casi!, dopo un mese di silenzio su tutta la linea, dato che ero affidato per la distruzione al nucleo dei supertorturatori irresistibili, ecco che il 28 dicembre 2006, mentre la viscida YaLing non capisce la mia assoluta tranquillità sebbene sfrattato da lì, m’arriva una richesta di LE [language exchange]. È un’insegnante/segretaria d’una scuola privata. Insegnanti o segretarie od altro personale di scuole private o di Stato, nelle Cine sono tutti terminali, spie, della polizia segreta e milizie sezione torture. Tutte e tutti. ...come mille altre professioni... L’indirizzo email sembra appena fabbricato, e con in nome che invita proprio a non fidarsi, “trustisme”, come a dire il fidarsi. Nelle Cine, una che ti vuole fottere ti dice, come prima cosa, che devi metterti nelle sue mani. Contattatela.
Questo è l’indirizzo email: trustisme@yahoo.com.tw
“Hi Good morning...
“This is "Dore" from Taiwan Taichung city.I find your profile from "Tealit" in Language Exchange.I wonder if you still trying to find someone or not. I teach English in cram school and all of my students are children.
“I don't use msn but will chech my mail very often. Also,we can have a small talk by cell phone first if you like.
“To be a friend or only for language exchange is okay for me.
“Have a nice day.
“Dore
trustisme@yahoo.com.tw ”
Questo è il telefono: 0928335500
“Hi there...
“This is Vitinna frome Tealit. Our cram school need native speaker English teacher from March.
“location: Taichung city 健行路 省三國小正對面
“class time :once a week on Wednesday 1:30~6:00 pm
“hour pay: per hour NT$600
“contact with :Vitinna 0928335500
“Please feel free to ring me or if you can introduce other teacher will be appreciate.
“Have a good day.
“Vitinna”
Tranquilli, non saprà nulla. Nelle Cine, ai pidocchi di supporto non dicono mai il perché delle cose. Neppure danno veri dettagli su di te. Loro devono mostrarsi scaltri e scoprirli. “Vai lì e tienilo d’occhio.” “Vai lì, parlagli e senti cosa ti dice.” “Vai e cerca di essere tu a trovargli casa la prossima volta.” “Vai e fingiti amica.” Che poi debbano ammazzarti o sottoporti a tortura, non lo dicono loro. Se loro lo avevano capito o poi lo scoprono, tu sei comunque un pollo mentre loro “grandi” pidocchi, schiavi, della “grande”, “grandissima”, “millenaria cultura”. ...di pidocchi ossessi e torturatori ossessi! Giustificheranno sempre i loro mandanti. Sempre. Se ti volevano far del male, deve essere colpa tua, che devi avere qualche difetto da colpire. Loro sono maniaci ossessi e sanno che sono maniaci ossessi, ma sono perfetti. Fanno quello che è giusto. Fanno quello che si deve fare. Fanno quello “Il Cinese” deve fare.
E la demente viscida YaLing, la notte tra il 31 dicembre ed l’1 gennaio 2007, mi manda una richiesta di connessione messenger: angelawaiting4u@hotmail.com . Indirizzo email appena costruito. Dementi ed ossessi. Contattatela. Fatevi raccontare qualche balla. Io non sono curioso. So già tutto, per quanto ci sia sempre da essere stupiti. Per cui, come già con l’altra, non ho risposto.
Ora sto studiando i nuovi ossessi, in 篤行路85號. Non tutta la giornata. Faccio pure, e soprattutto, altre cose.
by Georg Rukacs
A dicembre 2006.
Tentiamo una classificazione. Ci sono due tipi di pidocchi che vengono usano per questa attività di tortura. Una categoria sono i pidocchi d’appartamento usati per seguirti ed origlionarti coi loro strumenti da guardoni e per i conseguenti tic-tic, toc-toc, tonfi continui, con intensificazione quando chiudi gli occhi o presumibilmente dormi, in pratica con cui ammazzarti o farti diventare pazzo. Questi non devono venire in contatto personale con te. Se tu cercassi mai di venire in contatto diretto con loro, io non ho esperienza diretta perché non mi interessa e so essere inutile il contatto diretto col pidocchio che è solo da distruggersi non certo da redimersi..., ...comunque sappiano dai loro manuali e dalle loro procedure che, in tal caso, devono evitare di parlarti e chiamare i “superiori”, oppure, se proprio non riescono a tacere, solo dirti che senti le voci, di farti vedere o di tornartene a casa tua. L’altra categoria sono i mille che ti vengno messi attorno con le scuse più differenti e che devono “esserti amici”, magari vederti con qualche scusa una volta la settimana od anche meno, o solo una volta sola e basta (cinesi&cinesoidi hanno una strana concezione dell’“amicizia”; infatti, per loro tutti sono “amici”), oppure essere in contatto con te via email o messenger o chat o telefonico. Con me erano letteralmente ossessionati che io avessi e loro avessero il numero di un mio telefono mobile. Il principio base, la filosofia esistenziale, del cinese&cinesoide è che l’altro, e lo straniero ancor di più, il nemico, è un pollo. Se il pollo si fida, gli tiri meglio il collo. Se tu ti fidi, il cinese&cinesoide gode di più a fotterti e gode di più quando ti tira, od altri con cui coopera ti tirano, il collo. E un principio che poi usano anche con coniugi, amanti, figli, parenti, anche se sembrano tutti d’amore e d’accordo. Tutto il mondo è paese, anche in queste cose, ma il cinese&cinesoide mette una particolare maniacalità, una particolare ossessività, da quel che io ho osservato. Anche altri, invero, hanno osservato e scritto della particolare ossessività del cinese&cinesoide. Il cinese&cinesoide è un vero ossesso, in tutto, anche in questo. Più sembra quieto, e sembrano tutti quietissimi, più è intimamente ed irriducibilmente ossesso. Se si sa come fare, è pure piuttosto facile portare il cinese&cinesoide da quella apperente ed assoluta quiete all’iracondia irresistibilmente manifesta.
Dal punto di vista di questa classificazione, l’esperienza in 大墩19街198號4F-1, 407 Taichung City / 台中, [十九è 19 in cinese; esiste大墩, che è una certa via o strada, e poi esistono vie minori con lo stesso nome iniziale ma differenaziate da quell’1, 2, etc.; 號 è invece “numero”, per cui 198 è il numero civico] è stata del tutto innovativa, perché i torturatori incaricati di torturarmi ed ammazzarli (o farmi uscire pazzo o indurmi a scapparmene “in patria”) e gli “amici strettissimi”, incaricati di fingersi davvero sostegno per la vita ed in qualunque circostanza, erano le stesse persone. Tanto più cocente è infatti stata la loro disfatta e sputtanamento e la disfatta e lo sputtanamento della psicopolizia segreta di Taiwan, che è in stretto contatto informativo ed operativo con quelle della RPC, oltre che con servizi ingleses. Sono pure cretini. Infatti, improvvisamente, quel mese che sono stato lì, nessuno dei mille che fino ad allora m’ossessionavano con quotidiane richieste di LE [Language Exchange], amicizie, “vediamoci”, “se ha bisogno di me, chiamami”, “ti voglio come amico”, oppure richieste di amicizia per corrispondenza, via messenger, “dammi il tuo numero di telefono portatile che scambiamo quattro chiacchiere”, si fece più sentire. Appena arrangiai la sistemazione lì, è fui lì, tutto tacque, anche perché quei mille messaggi con indirizzi email appena fabbricati venivano tutti da lì e dintorni. Appunto, tutte le spie di supporto della tortura di Stato e paraStato, sono immediatamente sparite quel mese che ho abitato coi turturatori. Guarda caso, appunto nulla di casuale!, sono riapparse appena sono andato via da lì. Sono pure scemi. Le burocrazie sono sceme. Quelle maniacali ossesse sono ancor più sceme. La viscida YaLing, di cui ora si dirà, la cui missionze esistenziale ora l’ossessione maniacale cinese&cinesoide, comincerà a rimandarmi, sotto altri nomi, richieste di contatti messenger, offerte d’amicizia, di LE, di conversazione via telefono mobile, appena uscirò indenne dalla speciale camera di tortura era il “suo” appartamento e quello sopra di cui egualmente avevano la disponbilità continua.
Non esiste un vero motivo, motivo razionale, di una qualche “loro” razionalità ne avessero mai una, per cui io fossi e sia da ammazzare o far uscire pazzo, o comunque distruggere, ...magari loro mi metteranno qualche chilo di stupefacenti nel bagaglio quando lascio Taiwan, anche se, di mio, non saprei neppure dove trovarne qualche grammo e tanto meno ne ho mai usati né ho la tentazione di usarne neppure per me. Il nostro stesso programma di radiazioni, che condurrrà alla autodistruzione del cinese&cinesoide e dell’inglés, psicoradiazioni che, tra l’altro, non sono provabili dunque cui nessuno crederebbe mai, tanto meno governi o pezzi di governi con pidocchi di contorno, c’entra nulla, con questo assalto contro di me, ...ma che è anche contro altri, i più differenti, anche se sono cose che pressoché nessuno osa raccontare perché sono così ossesse e pazze che appunto verrebbe preso per pazzo chi le racconta, non potendosi immaginare che qualcuno, e pure in modo organizzato, e organizzato direttamente da Stati e paraStati, possa davvero farle. Appunto, sono solo ossessioni. Ossessioni cinesi ed est-asiatiche. Ossessioni che nelle Cine ed in est-Asia esistono a livello di massa. A livello, in genere silente [ma con un po’ di pazienza e d’abilità le si tira loro fuori, si tira fuori il loro odio e la loro ossessione contro tutti gli “stranieri”, contro tutti i “differenti”, in pratica contro loro stessi metaforizzati nell’“altro”], sono già dirette, nelle Cine, che anche tra los ingleses “puri” (i magnaccia dei cinesi&cinesoidi), contro ogni straniero. Basta un ordine dato da pidocchi capi a pidocchi esecutori perché si scateni il linciaggio contro singoli, tanti singoli, più di quanti si possa immaginare. Ne ho visti troppi, che non osavano seppure accennare a quello stava loro capitando, dopo come erano stati sottilmente svillaneggiati appena s’erano ingenuamente rivolti alle autorità del posto, gli stessi stavano organizzando e seguendo la loro tortura e linciaggio.
Riassumiamo i personaggi.
Dèng Yǎ[/Yā]Líng / 鄧雅玲, YaLing, una pidocchia di 29 anni, anche se ne dimostra 40, in una parte del mondo dove invece quasi tutti dimostrano meno dei loro anni. Sorriso tanto smagliante quando immediatamente epidermicamente falso. Sembrava avesse una dentiera completa, una dentiera leggera e non molto attraente seppur bianchissima. Elevatissimi livelli di maniacalità e d’ossessione.
Yán HàoZì / 顏浩字, il figlio dei di 6 anni e Yán ZǐLín / 顏紫林, la figlia di 5 anni. Due pidocchietti cui lei stava ossessivamente insegnando a leggere l’alfabeto fonetico cinese di Taiwan, il cosiddetto bo-po-mo-fo e qualche inizialze carattere cinese. Una specia di pre-scuola, dato che il cinese&cinesoide è invidioso pazzo di tutti gli altri, anche se lo cela e cerca di farla sembrare una normale gelosia, per cui il cinese&cinesoide si giudica meglio di tutti gli altri ed i suoi figli devono essere meglio di tutti gli altri. Il e la “più meglio” coi figli “più meglio”. E soffrono terribilmente e se la prendono mortalmente coi figli quando ciò non succede. Del resto solo pochi alla fine primeggiano, almeno in quello giudicano si debba primeggiare; tutto è relativo si guardasse la cosa con un minimo di raziocinio invece che dominati dalle ossessioni come invece sono cinesi&cinesoidi. La cosa è tra l’altro vanatggiosissima per i vari venditori di “cultura” o testatori, perché, se riesci a farti credere tale da aver qualcosa da vendere per far primeggiare i figli, le famiglie non badano a spese, tanto coloro che possono, e pure coloro che non possono. Chessò, vedi in giro pseudo-babysitters che s’affannano a parlare inglese a bambinetti solo contenti che non ci sia la madre a rompere loro le scatole. Poi arriva la madre e paga il babysitteraggio-inglese-“subliminale”. Se convinci genitori ansiosi e con soldi da buttar via (ma anche se non ne hanno, sono pronti a “far sacrifici” per il “futuro del figlio”) che a quel modo il figlio acquisterà una naturale confidenza con l’inglese dato che tu cinese&cinesoide “dotto”, o pure ragazzotto/a o ragazzino/a inglese&inglesoide, puoi trasmettere un po’ di quella tua conoscenza, ecco esiste pure quel mercato, il babysitteraggio da strada o da McDonald’s con inglese “divertente e naturale” annesso.
Chiamiamo Yán / 顏, Yan, il marito, un pidocchio di qualche anno di più, uno sbirro della psicopolizia segreta taiwanese. Un maniaco ossesso depresso con ruolo di torturatore capo ed istruttore, mentre in realtà la vera capa di quel centro di tortura su due appartamenti ciascuno di due piani era la moglie YaLing.
La famiglia era la classica famiglia di tamarro che va in polizia e con moglie e due figli. Dormivano in una stanzetta assieme ai due figli non poi più in fasce, avevano un macchinone (un fuoristrada) ed un grande televisore. Giochi e giocattoli per i figli ma con assoluta scarsità di libri. In pratica non ne avevano. Pur in un grande appartamento, ed idem quello sopra, ma erano appunto strumenti di tortura, tortura con torturato che t’abita in casa, e torturatori di supporto idem, torturato che torturi da sopra e da sotto e facendotelo amico, e pure dal fianco finché è solo uno. Se invece i torturati sono due, la tortura è solo da sopra e da sotto e coi torturatori “amici”, “amicissimi”. Fossero stati ricchi, e non si fosse stati nelle Cine (il codardo ed il maniaco cinese&cinesoide si copre sempre dietro al potere), si sarebbe potuto pensare a maniaci in proprio. Nelle Cine, e con lui in polizia, anche non si conoscessero altri dettagli, si può star sicuri che sono super-maniaci di Stato e paraStato, che dedicano all’attività il tempo di lavoro normale e gli straordinari. Infatti il marito non c’era mai. Non lì nell’appartamento ufficiale. Quando compariva, se n’andavano nel luogo d’origine, oppure se era stato mandato giù, da sopra, per ordini superiori, in forzoso permesso, se ne stava nel salone, senza sedie né tavoli (che mancavano in tutta la casa, a parte nelle stanzette sopra in subaffitto, o d’ausilio tortura una), tra i figli urlanti ed a vedere la televisione. Compariva anche, talvolta, vergognandosene, per qualche manciata di minuti, durante cambi serali o notturni [cambi-turno del lavoro di tortura sopra], talvolta anche pomeridiani, in cui magari portava i figli sopra per prendere confidenza con gli strumenti di tortura contro il “pollo straniero che abita con voi”. Infatti, quando li riportava sotto si vergognava pure ad accendere le luci, altrimenti sempre ben accese.
C’erano poi altri due pidocchi, la torturiscella Zhèn YíQíng / 陣怡晴 o 陣怡情, YiQuing, con lo pseudo-ragazzo, chiamiamolo il finocchietto di YiQuing. YaQing era una ragazzetta insicura e paurosa, con l’aria candida, eppure così debole, viscida e perversa. Di quelle che mettono gli spilli negli occhi al prossimo perché quelli attorno a lei e da cudi dipende le dicono che è giusto e doveroso. Il finocchietto di YiQuing era il classico “buon compagno”, “buon camerata”, “buon amico”, “buon parrocchiano”, “uno serio e di cui ci si può fidare”, un maniaco codardo ed arrogante, e candidato a divenire, dopo rapida istruzione, il capo del centro di tortura nell’appartamento sopra e poi per altre missioni di tortura di Stato e parastato. Cercano di creare sempre una situazione “familiare” o “di coppia”, magari fasulla, appure “disabitata” [ma con luci sempre ben accese!] nell’appartamento superiore od altro da cui partono guardonagggi, origliaggi e torture, sì che se il torturato dà in escandescenze e si verifica qualche intervento di polizia, gli intervenuti trovino una situazione “normale”, senza ragione per fare nulla di male, per cui la colpa è del torturato che, evidentemente, ha problemi suoi, che “sente le voci” per cui “è meglio se ne vada via dalle Cine”, che “vada a curarsi”. Comico quando in escandescenze vadano altri, limitrofi al torturato, magari “amici” dell’organizzazione di tortura e l’organizzazione di tortura si trova ad applicare, inconsciamente, lo schema del “fuori di testa” ad uno della loro area anziché al predestinato che, o perché ha tutto ben capito o per indole o per circostanze casuali, li sta fottendo e li fotte. Ovunque mi sia trovato io, “in escandescenze” perché “sentivano le voci”, le torture [ticchettii e tonfi permanenti ed ossessivi] della rete terroristica cinese&cinesoide di Stato e paraStato, andavano regolarmentre i limitrofi, magari complici diretti dell’organizzazione di tortura: passavano dall’esaltazione “NOI stiamo linciando un pollo straniero” all’andare a supplicare devastati e depressi che al torturato non fosse prolungato il contratto di locazione.
La struttura del centro di tortura erano lì due appartamenti, entrambi su due piani. Sono correnti a Taichung, anche in condomini. Quello in大墩19街198號4F-1 era un condominio già di lusso. Ora un po’ abbandonato, nel senso che non c’era né la vigilanza, pur essendoci la guardiola, né grandi pulizie quotidiane delle parti comuni. Sarebbero state un bel sovraccosto e, sebbene le ditte di vigilanza siano mafie organiche allo Stato ed al paraStato e relativi programmi criminali e di tortura di massa, talvolta può pure esserci qualcuno che mette il naso in cose in cui non dovrebbe. E visto che lì la psicopolizia faceva cose strane... L’appartamento sotto era il 4F-1, dove un torturato, o due, quando entrambe le stanze fossero state affittatate a due stranieri differenti, avrebbero vissuto coi direttori delle tortura che avrebbero finto di essere loro “amici”, portarli fuori i fine settimana, fraternizzare in ogni possibile modo, se il od i torturati avessero abboccato. L’una o due stanze dei torturati erano praticamente al livello 5F-1, che formalmente non esisteva. Lo stesso ascensore passava dal quarto al sesto all’ottavo piano. L’appartamento da cui partiva la tortura di sopra era il 6F-1, egualmente un appartamento su due piani. Tende sempre tirate giù perché non si potesse vedere dal di fuori l’intenso lavorio al suo interno e chi lo svolgeva e come. Una caratteristca dei locali da cui parte, sopra, un’attività di tortura è che tutto è smontato e dislocato per permettere l’attività di tortura in direzione dei locali sotto. Se sotto c’è un letto od un’area che il torturato usa, sopra è scoperto. Se sotto c’è un’area il torturato non usa, sopra può anche essere coperta. Se il torturato cambia stuttura della dislocazione del suo locale, sopra tutto viene immediatamente adattato per permettere l’immediata tortura dove si trovi il torturato in qualunque momento. Il torturato passa da una iniziale esaltazione del suo “potere” ad una rapida depressione e necessità di cure per la sua impotenza da pidocchio obbligato a seguire la preda di cui diviene schiavo.
Io conoscevo già tutto di quel luogo. Anche loro, lei, YaLing, sapeva qualcosa di me. ...o così sempre crede, si illude, il pidocchio, strutturalmente incapace di capire o sapere davvero qualcosa di una persona. Era già venuta, tra i tanti, qualche volta, in missione di tortura pomeridiana o serale con la figlia, proprio quando ormai la situazione volgeva al termine, in 430, 5-F 3, DaJinJie / 大進街, 408 Taichung City / 台中, Taiwan / 臺灣, il posto dove avevo abitato. Poi la mandavano a prendere e riportare a casa con un’automobile di altri pidocchi. Dunque era, coi figli e con tutti i familiari, già sottoposta al nostro programma di radiazioni che bruciano progressivamente parti predefinite delle loro teste vuote, sì da accentuare i comportamernti autodistruttivi e distruttivi di tutta la pidocchieria cinese ed est-asiatica, cioè di tutto l’est-Asia coi loro magnaccia ingleses che su esso e sui cui pidocchi hanno prosperato.
Avevo finto d’abboccare ad un suo annuncio. Era da tempo che la pidocchia YaLing usava quel sistema d’adescamento per estrinsecare le sue perversioni personali e familiari con soldi di Stato e paraStato e per istruire i figli al disprezzo dello “straniero”, del prossimo e pure di sé stessi. “Il mondo reale è così”, diceva loro, “o si fa così o lo fanno a voi!” ...la filosofia del guardonaggio e della tortura... Me la aveva menata che lei aveva studiato 3 anni a Huston, e tuttavia non seppe trattenersi dal dire che era tornata a Tawain fiera del suo essere taiwanese. Non se ne rendono conto ma, quelle auto-esaltazioni etniche di facciata, sono confessioni di fallimento del loro contatto col “mondo” e di rifugio nella maniacalità solita. Infatti, non aveva studiato nulla, non aveva capito nulla del mondo ed era tornata più ossessa e pervertita di quando era partita alla “conquista” delle Americhe sfruttando il fatto che essendo l’infame delle scuola aveva potuta sopravanzare altri che altrimenti sarebbero mandati per il programma di scambio.
Lunedì 27 novembre 2006, sono andato a vedere il posto. Lo conoscevo già. Lei, la pidocchia YaLing, intanto stava risolvendo il problema del collegamento Internet della stanza. Si sarebbe fatta passare un filo dalla sua stanza alla “mia” come già aveva fatto con quella della torturiscella YiQuing. Fingeva fosse una gran cosa ma è quello che era già stato fatto con l’altra stanza. Sono andato lì a mezzogiorno del 27 novembre. Lei aveva lasciati i figli, altrimenti sempre con lei, col marito che era libero per qualche giorno dalle torture dall’appartamento di sopra per assenza d’inquilini sotto, ed era comparsa con la la torturiscella YiQuing sulla cui moto era arrivata. Avevo guardato la stanza, lasciato il mese e la cauzione e preso accordi per quando andare lì, l’1 dicembre 2006 mattina presto, come farò.
Intanto, lei aveva già preso contatto col centro della psicopolizia segreta sezione torture dove le aveva dato i dettagli su di me. Poco. I pidocchi capi non dicono mai molto ai pidocchi sul campo, sebbene lì fosse un caso un po’ speciale. In realtà, dopo un 7 anni complessivi di questi trattamenti (la cosa nasce in Europa, fra i gesuiti e la massoneria nazicomunista e fasciogiacobina belga, in contatto con un agente dei servizi di informazione della flotta USA del Pacifico che faceva il pendolare tra Europa e Asia, e con autorizzazione romana; strano ma è così; ora non possiamo raccontare i dettagli della genesi... ...son troppo demenziali), del tutto senza alcun successo, sebbene avessimo fatto loro credere più volte che loro fossero sul punto di concludere (era un modo di “incoraggiarli” e poi aumentare la loro depressione da insuccesso, infatti numerosi sono i devastati dalle torture contro di me, mentre io e noi siamo ben allegri ed in ottima salute!), non sapeva né sanno nulla su di me, tanto meno su di noi, mentre noi sappiamo tutto di loro. Le avevano assicurato che una abile e qualificata come lei, con equipe che operava contro di me da sotto, d’affianco e da sopra, sarei crollato in poche ore. Sua cura sarebbe stata indirizzarmi ai servizi psichiatrici o, meglio, se io fossi andato in escandescense o collassato lì, chiamarli perché mi cogliessero e raccogliessero sul fatto. Come demente, e col bollino pure ufficiale del demente, sarei stato rimpatriato. Le avevano pure detto che, di carattere debole e credulone, sarei stato ben lieto delle loro profferte d’amicizia, il famigerato programma speciale “il fine settimana in gita coi torturatori”, se la cosa si fosse prolungata oltre le poche ore ed i pochi giorni. Dunque, che lei e loro non potevano proprio fallire in quella delicata missione di sfondamento finale del sottoscritto. “Se buttato nel vuoto”, “Se messo a battere la testa contro il muro fino a rompersela”, “L’abbiamo trovato paralizzato, tremante e con la bava alla bocca, nel bagno o rotolato giù dalle scale”, “È scoppiato in un pianto isterico da cui non riesce a riaversi”, “Per strada è crollato ed ora in ospedale delira su ticchetti e pidocchi”, “C’ha aggredito a coltellate”, “Non conosce nessuno, l’abbiamo portato con noi i week-end, ma ormai era troppo tarato e lo vedete in che condizioni è”: l’avevano rassicurata che era ormai questioni di ore. “Da anni i nostri manuali “scientifici” sono chiari: “è già crollato e deceduto sette anni fa appena abbiamo iniziato coi tonfi ossessivi dei due mafiosetti colombiani del Cartello di Medellin, sotto la supervisione delle sorella funzionaria NATO a Bruxelles, che aveva fornito loro strumentazione ed istruzione operativa... ...ora che, dopo sette anni che è morto, ce lo troviamo [ancora] qui, per una coppia di super-specialisti di polizia segreta e milizie nazimaoiste taiwan-cinesi come siete voi, vedrete!, sarà questione di minuti per certificare il suo crollo finale.” Abbiamo intercettato, con l’aiuto di quelli dell’astronave, le loro conversazioni sull’operazione. Uno spasso!
Regolata la cosa, quando ero andato a vedere l’appartamento, coi soldi e la ricevuta da lei datami, 3,000 per un mese, 2,000 per la cauzione, per cui l’ultimo mese, il terzo (le avevo detto che avevo bisogno solo per 3 mesi, perché poi sarei andato via da Taiwan) mi disse, sarebbe bastato le dessi 1,000, mi sedetti un po’ lì a guardare le due esemplari. La grande torturatrice YaLing, che come raccontato in altro testo avevamo fatto “fare”, in stato di ipnosi, dietro e davanti, da un cane, senza che lei, strutturalmente frigida e sessuofoba, ne godesse né di culo né di fica, e la torturiscella YiQuing che Hans aveva inculato una quarantina di volte, con lei in stato di ipnosi, con grande godimento anale. Loro che erano venuti per vedere il pollo da torturare e far uscire pazzo in pochi giorni, erano restate imbarazzate da quel mio guardarle glaciale. Ne erano restate entrambe turbate. YaLing s’era precipitata ad accendere la TV per rompere l’imbarazzo della torturiscella YiQuing, oltre che il suo. Io mi alzai da quei panconi bassi, che loro usavano come tavoli e come tutto, su cui m’ero seduto, e me ne andai.
I pidocchi, come tutti nelle Cine e limitroferie, da scemetti prostituti e prostitute dei magnaccia ingleses ne hanno tutti gli stereotipi. La realtà è per loro quelle dei filmetti della propaganda inglés. Per loro l’italiano è un vanesio, variopinto, debole e fregabile in men che non si dica da loro “antichissima civilizzazione [d’escrementi (or ne accenneremo) e di toc-toc]”. Io mi diverto, con loro, a dir la verità, come del resto sempre faccio. Pur senza illusione che i dementi ed ossessi furbetti capiscano, dico semplicemente che l’Italia non esiste, se non come Stato formale. Dunque che tanto meno esistono “gli italiani”. ...lo posso dire in tutta libertà, tanto non c’è la speranza che un cinese, ossesso e demente come sono tutti i cinesi continuino ad essere cinesi, possa capire. Poi dico d’essere “italico”, termine ben più preciso del concettualmente insussistente “italiano”. Poi dico di non essere né italiano, né italico, ...ma tanto non capiscono. Pazienza! Devastati dalle loro auto-esaltazioni da pidocchi super-xenofobi se ne sbottano in degli isterici “Come sei straaano!!!!” Io?!
Dunque loro credono l’italiano esista, corrisponda a quella tipologia, e loro possano annientarlo in men che non si dica. La pidocchia YaLing, pur essa stessa turbata da quel mio guardarle gelido, ed anche perché sapeva, un po’, che da anni non l’avevano spuntata neanche un po’ contro di me, aveva tuttavia mentito a se stessa ed agli altri dementi rassicurando subito la torturiscella YiQuing che in pochi giorni di trattamento sarei crollato. “È solo in italiano” le disse. Stessa scena si fece col marito, l’imbecillotto segaiolo Yan, il torturatore “istruttore e capo”, ed il suo diretto e principale allievo, il finocchietto di YiQuing. Erano tutti esaltati, eppur subliminalmente preoccupati, da quel lavoro di turtura e d’annientamento “facile-facile” da concludere in pochi giorni.
L’1 dicembre mattina presto sono arrivato lì. Verifica strumentale che loro erano tutti ben appostati, ho poi verificato in modo empirico sensoriale. Vai al gabinetto, ed ecco che loro da sopra ti seguono facendosi sentire e battono, come per caso, sulla verticale dove sei con mattoni, sassi, pezzi duri dell’arredamento del bagno. Ti distendi sul letto e chiudi gli occhi, ed ecco che dal muro affianco iniziano a battere e buttare come casualmente cose e così pure da sopra. Dormi ed ecco che iniziano ticchetti dove finocchietti e finocchiette cercano di mettere tutto il loro virtuosismo. Io me me frego, per cui dormivo lo stesso, piuttosti divertito. Oppure inserivo l’isolatore ambientale e sparavo film nei loro strumenti e crape vuote per farli sovra-lavorare mentre io neppure c’ero o facevo altro. Quando buttai lì alla viscida YaLing che i pidocchi mi divertivano, arrossì imbarazzatissima.
Avevo evitato l’offerta dei week-end con loro. Volevo evitare che i torturatori fossero privati dello straordinario. Infatti, non a caso, prima saltarono i week-end già programmati e poi si fecero rimpiazzare sopra dalla torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto. Tutti occupatissimi e con week-end in cucinotta e nell’armadio a muro, visto che per sovrastare la mia stanza dovevano stare sempre nella cucinotta e nell’armadio a muro sopra, non altrove.
Con la la torturiscella YiQuing evitai ogni particolare fraternizzazione. Personalmente e direttamente la colpii in una delle paranoie tipiche dei maniaci a Taiwan. A Taiwan buttano la carta igenica usata in un cestino invece che nel vaso del gabinetto prima di tirare l’acqua. Amano conservarla in bella vista con merde, mestruazioni, pisci, pure per settimane. La [pseudo-]giustificazione è che i gabinetti di Taiwan sono particolari, per cui non va giù. Taluni, ma solo taluni, hanno un serbatoio d’acqua, uno sciacquone, piccolo. Ma la carta, ed anche gli assorbenti magari appena-appena stracciati, vanno giù senza problemi. Se proprio occorre, la si può tirare due volte, oppure, di tanto in tanto, buttare dell’acqua supplmentare in altro modo. Ma spesso sono gabinetti con serbatoi dell’acqua, sciacquoni, del tutto normali. È dunque una balla. Lo fanno perché i cinesi&cinesoidi sono una pseudocivilizzazione ferma allo stadio anale, amano giocare con la merda, si sentono loro stessi merda, devono esibire la merda, devono cercare di trasformare in merda tutto ciò e tutti coloro stanno attorno a loro. È dunque una mania. Li privi di quella merda lasciano in giro ed in cui cercano di trasformare tutto, ed ecco che crollano.
Io, ogni mattina, od ogni volta mi facevo la doccia, versavo il contenuto di questo cestino con fazzolettini usati come carta igienica, nel gabinetto e tiravo l’acqua. Andava tutto giù perfettamente. Eventualmente, per essere proprio sicuro, oltre che per pulizia del vaso e dintorni, con la doccia (il cosiddetto “telefono” della doccia) immettevo dell’acqua supplementare. Anche se gettavo carte mie, mai che il gabinetto si fosse intasato. Mai, mai, mai. Appunto, era solo una mania loro. Infatti, quel cestino della carta liberato dalle zozzerie provocò le convulsioni alla torturiscella YiQuing che lo andò subito a dire alla sua capa, la viscida YaLing: “Sai, quell’italiano è veramente un anornale da distruggere: è pulito, proprio pulitissimo, non lascia proprio alcuna zozzeria, neppure il solito piscio sgocciolato che lasciano i maschi attorno a dove piscino, e rimuove pure la merda che io amo lasciare in giro, senza neppure dirmi nulla, dunque senza neppure farmelo pesare [cioè, facendoglielo pesare di più!] o darci la possibilità di creare incidente.” Ecco, il senso, ed in parte la lettera, di quel che le disse. “Certo”, le disse la viscida YaLing, “è proprio uno da distruggere. Non è neppure un vero uomo zozzo, ...anche se non sembra finocchio...”
Intanto, si sviluppava appieno il pedinamento da sopra e, quando c’erano, d’affianco con colpi sulla verticale e, quando c’era qualcuno affianco, sull’orizzontale, sia quando ero nella stanza che quando andavo in bagno. Repertorio usuale. In bagno, porta del bagno sopra ossessivamente sbattuta, colonnina del lavandino spostata e battuta o strusciata sul pavimento, tiri dello sciacquone sopra ossessivi quando tutti gli altri mezzi restavano senza risposta sotto (cioè da me), mentre d’ordinario il pidocchio evita di tirare l’acqua al gabinetto. Per il pidocchio ha qualcosa di dissacrante “aprirti l’acqua sulla testa”; evidentemente loro soffrono sentirsela scorrere “sulla testa”. Il normale non capirà, mentre chi abbia inclinazioni pidocchiesche forse comprenderà, almeno a livello subliminale, queste ossessioni pidocchiesche. A me non deprime sentire l’acqua scorrere da sopra come non mi eccita farla scorrere se so di altri sotto. Evidenemente per i pidocchi è differente.
Il marito, il torturatore capo ed istruttore Yan, intanto non c’era. Non nell’appartamento lì. Lei neppure lo nominava. Neppure diceva, “sai, è in servizio”, anche perché i servizi sono di un otto ore, magari di dieci, eventualmente di dodici, non di giorni di seguito, servizi particolari, ...come le torture ossessive maniacali d’appartamento a parte... ...Neppure era uno così sveglio, e lei ben lo sapeva, da poter vantare che fosse distaccato per qualche operazione speciale [speciale “normale”] in patria od all’estero od in altre città. Lei vantava che lui lavorava di fronte, la locale questura in pratica, ma non era in realtà, in quel caso, “di fronte”. Di fronte erano gli uffici. Lui, il segaiolo Yan, era sopra a “torturare” [nelle intenzioni sue, loro] me sotto. Solo dopo alcuni giorni di ossessivo, quanto inutile lavoro di tortura, era capitato una volta per qualche ora. Se ne era restato nel salone sotto, tra gli schiamazzi dei figli e di fronte alla TV. Aveva chiesto alla moglie se io fossi davvero italiano. Lei gli aveva detto, sì che ero italiano. Non sono di grandi parole i pidocchi, nelle loro comunicazioni. Non hanno la cultura, dunque neppure il linguaggio, per discorsi elaborati. Insomma, lui avevano detto che era un lavoretto di tortura con impazzimento rapido ed invece nulla accadeva. Era risparito per giorni. Quando era ricomparso aveva richiesto alla moglie di nuovo se fossi italiano. Lei aveva ririsposto sì, che ero italiano. Nuovo imbarazzo della moglie viscida e mentitrice sul lavoretto facile facile con gran successo dopo anni nessuno aveva ottenuto su di me. Nuova perplessità e panico del marito i cui manualetti di tortura e la cui precedente istruzione da torturatore garantivano successi rapidi per quella loro attità maniacale. Eppoi con un italiano da filmetto americano... Ed invece nulla. Allora aveva chiesto alla moglie perché non scendessi neppure, ed anzi me ne stessi tranquillo a farmi i fatti miei sopra. Il senso era: “Maccome, lo torturiamo ossessivamente, noi grande squadra di pidocchi, e lui se ne sta pure sempre in casa ed in stanza a farsi i fatti suoi come niente fosse.” E come dire che era più che mai curioso di vedere questo pollo che faceva fare a loro la figura dei polli. Tra l’altro il lavoro di tortura d’appartamento, come tutti i lavori e le attività maniacli altera la percezione della realtà. Pidocchi già disturbati ed alterati, divengono ancora più disturbati ed alterati. La moglie, la pidocchia YaLing non sapeva come dirmelo di scendere che il marito, il grande segaiolo torturatore capo ed istruttore, voleva vedere questo pollo che rendeva loro polli e pidocchi confessi. Mandò allora la figlia di 5 anni, che non potendo usare linguaggi elaborati mi disse diretto diretto: “Scendi giù.” Insomma, come dire: “Mio padre vuole vederti.” Le dissi “5 minuti.” Lei scese e comunicò che sarei sceso tra cinque minuti. “Ha detto che scende tra 5 minuti.HHHa H” Infatti dovevo uscire a comprare alcune cose al supermercato. Un magnifico e grande Géant lì vicino. Scesci. Vidi il finocchione segaiolo che avevo già visto, anche se lui non lo sapeva, e di cui sapevo già tutto. Gli strinsi la mano. È sempre buona norma stringere la mano sinceri ed affettuosi, come fanno gli sbirri, a quelli si stanno distruggendo, ed io li stavo distruggendo [pur non essendo sbirro], checché loro ne credessero. Lui arrossì tutto, più che mai imbarazzato e subliminalmente certo che ne sarebbe uscito fatto a pezzi. Tuttavia il pidocchio non ragiona ed obbedisce agli ordini, in cui crede ciecamente. Ecco che m’ero fatto vedere dal pidocchio torturatore, e me ne uscì per quel che dovevo fare. Poco dopo rientrai. Preferivo sempre essere presente oppure mettere gli apparecchi che sparavano film di me presente nei loro apparecchi e nelle loro teste vuote sì che fossero sempre occupati, da sopra, d’affianco e da sotto, nell’intensa attività di tortura e fiduciosi che sarei crollato subito, non subito, un momento dopo, il momento dopo che non sarebbe mai venuto rendendoli così sempre più depressi ed ossessivamente malati.
Il primo weed-end era passato senza che se ne andassero, avandoli obbligati a “lavorare”, il loro solito lavoro di tortura. Il 7 dicembre cercò di tirarmi con loro per il week-end successivo. Scantonai. Nonostante avessero già comprato i biglietti per non so quale attrazione in qualche località turistica taiwanese, furono obbligati allo straordinario. Erano lì per torturare... Così non andarono da nessuna parte. Pure il famigerato programma speciale “il fine settimana in gita coi torturatori”, non funzionava. Non andavo in gita. Invero pure precedenti torturati lì...
Intanto, la viscida ed ossessa YaLing, ma solo per un periodo, disperata che non reagissi alle torture da camera che loro così attivamente operavano, cominciò ad ordinare ai bimbi, al figlio ed alla figlia, di venire su quando avevano bisogno d’usare il gabinetto. Anche se di passaggio, quando capitava, giocavo un attimo con loro, non davo la caccia ai figli. Non li andavo a cercare. Tanto meno mi sarei sognato si andare a vedere loro il pisello o la fichetta quando andavano al gabinetto in prossimità della mia stanza. La convenzione implicita, in quel contratto verbale, era che il gabinetto sopra era delle sue stanze sopra. Comunque... ...I gabinetti cinesi e taiwanesi hanno il vantaggio d’avere uno scolo dell’acqua anche nel pavimento. Anzi spesso, non lì dove c’era la vasca, la stessa doccia dà direttamente sul pavimento. Per cui è facile pulirli e tenerli puliti, se si vuole. Anzi, tra terremoti ed inevitabili assestamenti, un po’ in tutti i gabinetti-doccia/-bagno si creano delle pozzette dove l’acqua si ferma sebbene, con l’alta temperatura, o evapora poi da sola o se si passa qualcosa se ne accelera l’evaporazione e l’asciugo. Per cui, anche lì, al massimo, se i figli lasciavano qualche traccia di piedi sporchi [nelle case taiwanesi non si usano scarpe ed, in genere, a parte, talvolta, in aree particolari, neppure ciabatte] sul bagnato od altro, non era complicato passare la doccia sul vaso e per terra. Era davvero questione di pochi secondi. Ecco, che né guardonavo loro i figli che andavano a pisciare né le dissi nulla per quelle intromissioni indebite in un gabinetto che non era il loro. Smisero. Ma, anche avessero continuato, sarebbe stato lo stesso. Appunto, il pidocchio ossesso passa la vita a provarle tutte contro gli altri sebbene, fondamentalmente, non possa capire gli essere umani, dunque neppure dar loro noia. Si danno noia solo tra pidocchi.
Non riuscivano dunque a trovare alcuna anormalità in quell’italico o supposto italico da torturare ed eliminare. La “anormalità” era che resistevo indifferente ai loro tramestii e li facevo fessi, oltre che ancor più ossessi e malati. Alla fine, se n’usciranno che l’anormalità era che stavo sempre in casa. È quello che faremo loro credere con la nostra strumentazione per obbligarli ad un intenso lavoro di tortura a tutte le ore. Faremo loro credere che ero sempre lì, anche quando non c’era nessuno, e che dormivo sempre o spesso o troppo. Comunque, anche fossi stato davvero sempre lì ed avessi sempre dormito non sarebbe poi stato una grande anormalità sebbene i cinesi siano piazzaioli e debbano sempre fare qualcosa, che spesso si riduce a starsene in gruppo a mangiare e davanti alla TV.
I primi giorni che ero lì, mi inviteranno ad una cena, con lei la pidocchia YaLing, i due figli, uno pseudo fratello con moglie e con un figlio piccolo ed una in fasce. L’unica domanda di lei, la moglie, sarà che cosa facevo a Taiwan. Dissi che non lo sapevo. Risposta che urta il cinese perché insensata, ma se ci pensano lo capiscono, forse, che uno non ha voglia di dare spiegazioni. Poi, uno “che sta sempre in casa” e non cerca di insegnare nelle scuole [un po’ tutti gli stranieri che non sono in ditte varie o non professionisti in trasferta, lavorano soprattutto in asili e scuole elementari, e poi su fino a scuole private e, talvolta, di Stato], non possono neppure pensare che sia lì per andare a caccia di bambini; e neppure che sia un criminale o che si dedichi allo spionaggio militare. ...ma, appunto, il pidocchio non pensa. Comprai un dolce suntuoso che fu un più che equo scambio con lo zuppone a base di verdure della cena seduti per terra e con scodelle su uno di quei banconi al suolo. Dopo quella cena, scantonai da socializzazioni indebite con quei maniaci. “Mangio riso e uova, eventualmente verdure in genere crude, e per me è ottimo.” Infatti non insistettero troppo. C’era un terrazzino con acqua, annesso alla “mia” stanza. Era un attimo mettere riso con acqua nel bollitore e fare tutto lì sul balconcino senza mai, neppure una volta, usare la loro cucina che così non rischiavo potessero neppure pensare non l’avessi lasciata pulita dopo l’uso. Un subinquilino perfetto, non fosse stato che quello era un centro di tortura per me, e per altri prima e dopo. Subliminalmente si stavano rendendo che conto che distruggevo io loro [li autodistrugggevo, visto che poi son loro che facevano tutto, tutte le loro ossesse demenze autodistruttive], non loro me. Distruggevo loro, perché loro distruggevano e distruggono loro stessi. Il nostro stesso programma di radiazioni psico-programmate che distruggerà Cine ed ingleses funziona perché sono loro ad essere maniaci. Se qualcuno di loro divenisse per incanto equilibrato, umanoide non malato e non ossesso, non funzionerebbero più. ...è che un pidocchio non ha alcuna idea su come fare per divenire non pidocchio! Non lo sa. Non lo può.
Mercoledi 13 dicembre 2006, verso le 22:45, la pidocchia YaLing mi porta un biblietto in inglese e cinese, e me lo dice pure a voce, che il giorno successivo, giovedì passeranno la notte fuori “per vacanza”, e che dunque posso, ma lo potrei anche ora come da accordi e come da loro sollecitazione, scender al piano di sotto (l’appartamento ha due piani, di cui il secondo, per i bimbi, con vista sul salone sotto che ha quindi altezza doppia) sia per vedere la TV che per cucinare. E con invito esplicito a non lasciar le luci accese, quando finito d’usare i luoghi, salone e cucina. Ossessione inutile, da “madre” ossessa, visto che non ho mai lasciato luci accese dietro di me, e neppure acceso luci a parte quella della “mia” stanza. Quel pressante invito ad usare cucina e salone è sia per esercitare i torturatori alla tortura a distanza, due piani sotto in pratica, sia perché, se io sto nella “mia” stanza, i torturatori sopra sono costretti a passare tutto il loro tempo di guardonaggio e tortura nella cucinotta sopra e nell’armadio a muro della stanza affianco alla cucinotta sopra. Infatti la “mia” stanza, piccola-piccola seppur per strutturata come mobilia, copre giusto la cucina (che è un’area cottura con frigorifero) e l’armadio a muro della stanza principale sopra. Visto che loro son solo una banda di Stato di pazzi ossessi ed io lavoro bene nella stanza, perché facilitare il lavoro ai torturatori? Che passino pure tutto il mese [3 mesi nei piani originari] che io son lì nella cucina e nell’armaio a muro sopra!
Pochi minuti dopo, torturiscella YiQuing, col “suo” finocchietto son usciti con due zaini non grossi ma ben pieni. Lei s’è voluta far vedere che usciva, salutandomi con un perverso sorrisetto ebete, cosa in genere non fa, dunque come a lasciar intendere che anche loro sono fuori. Sono andati sopra a sostituire il torturatore istruttore in libera uscita. Lei era eccitata perché andava sopra a torturarmi [nelle intenzioni!] per più giorni di seguito! Infatti, nel pomeriggio, erano andati all’ufficio torture della psicopolizia segreta per concordare questa sostituzione del torturatore sopra il libera uscita ...e poi tutti sopra per la pianificazione sul campo dei giorni successivi di tortura!
Tranquilli giorni di tortura ed autotortura, per loro, e di “tortura” [come “vittima”] e proficuo lavoro per me.
Dopo che la viscida pidocchia YaLing, con figli, è rientrata dai giorni di vacanza, ed il marito ha ripreso servizio sopra, la torturiscella YiQuing, col “suo” finocchietto, il grande apprendista torturatore, sono tornati, nel pomeriggio di domenica 17 dicembre 2006, con gli zaini. Lui, aria depressa ed incazzata, davanti, come padrone, torturatore capo temporaneo, mentre l’altro era il libera uscita. Lei, dietro, con l’aria sfatta e per nulla felice. Non avevano passato quei giorni a godersela trombando. Non è cosa da pidocchi e pur in servizio. Lei, coi capelli riccioli. Già lì, si capiva, anche non lo avessi saputo dalla nostra strumentazione, che non dovevano essere stati in viaggio, se lei aveva avuto il tempo di farsi pure i capelli riccioli. Era stato l’unico svago, per lei, a quei giorni in cucina e mobile a muro per guardonare a tonfeggiare il pavimento per torturare me sotto. Ci teneva a far vedere il casco lasciato a metà scale. Poteva lasciarlo sulla panca fuori, ma già oltre la porta, dunque protetto e chiuso a chiave, dove si lasciano le scarpe. Voleva lo vedessi. Come dire che non erano andati da nessuna parte. Erano solo stati sopra a lavorare: il toc-toc dei pidocchi, pseudo-torturatori d’appartamento. Poi sono riusciti. Sono riandati sopra a rilavorare. Se occorreva lei qualcosa, faceva un salto sotto, o lo faceva fare alla viscida YaLing che poi le passava, dalla porta di casa, il richiesto. Infatti, non hanno neppure usato il bagno né il gabinetto, qui. Venivano da sopra. Non da viaggi, né gite. I nostri strumenti li seguono dappertutto. Loro non lo sanno, ma neppure sanno fingere. Si sarebbero fatti una doccia... Mi sono fatto scomparciate di risate e auto-commenti-irrisioni connessi, a voce bassa, ma che loro potessero sentire coi loro strumenti. I nostri strumenti, che loro non possono intercettare, neppure vedere li abbiamo, hanno registrato drammatici incrementi di rabbia mentre io me la ridevo ancor di più di tali ossessi pidocchi rabbiosi ed inetti in servizio sopra.
Erano sfatti perché, nonostante le insistenze, non avevo passato i giorni d’appartamento libero nel salone a guardare la TV, né in cucina a cucinare. “Agli italiani piace cucinare” m’aveva detto la viscida YaLing che l’aveva visto nei filmetti di propaganda ‘meregana. Dunque pure sopra, non avevano pututo passare i giorni e le notti nel salone. Ma avevano dovuto passare le giornate nella cucina sopra che copre parte della “mia” stanza e poi nell’armadio a muro sopra che copre la parte restante della “mia” stanza. Una bella e squallida faticata mentre io me ne lavoravo allegramente alle mie cose oppure ero fuori lasciando la strumentazioni attivata per far loro credere fossi nella “mia” stanza.
Notte tra domenica 17 e lunedì 18, particolarmente agitata della pidocchia YaLing e dei due pidocchietti figli. I mie strumenti hanno rilevato una straordinaria attività dei pidocchi sopra (la ragazza affianco, col ragazzo, in servizio [anche] di notte) mentre io me la dormivo magnificamente. Attorno alle 17:00, o poco dopo, di lunedì 18 dicembre 2006, è comparso il padre sbirro. Poco prima erano rientrate assieme la pidocchia coi due pidocchietti e la pidocchia affianco. Le due pidocchie erano fuori per il rapporto del lunedì, mentre il pidocchio “istruttore” è venuto sotto a cena con famiglia e l’allieva appena dopo che loro sono rientrate.
Solito tran tran pidocchiesco. Ogni giorno, ad ogni ora, ogni minuto, come sempre. È il loro lavoro e la loro passione esistenziale d’ossessi pidocchi.
Mercoledì 20 dicembre 2006, alle 10:40, dopo una notte agitata e dopo avere perlottato a lungo, su iniziativa della pidocchia affianco disperata che lei batte il muro ma i risultati non ci sono dato che io mi godo felice la loro frenetica attività che neppure sento (la sentono i nostri strumenti, che io controllo dopo), le due, coi due bimbi, sono uscite a rapporto. ...da degli imbecilloni anzianotti interessati solo a fingere che i loro uffici tortura siano essenziali all’esistenza e sviluppo cino-pidocchiesco. Sono essenziali, grazie di cuore!, per affondare le Cine e le Asie pidocchiesce coi loro magnaccia ingleses!
Mercoledì 20 dicembre 2006, verso sera, è arrivato, da sopra, il finocchietto di YiQuing in pausa da sopra ed dunque ora in attività di fianco (quando è nella stanza affianco alla “mia”) e poi sono andati sopra a assieme a lavorare. Notte di toc-toc mentre io non ero neppure presente. Me la spassavo con una fichetta che avevo rimorchiato in una libreria. Vogliosa di farsi fare la festa mentre i genitori, così come altri della famiglia, erano assenti da casa. Tutti sempre più ossessi, nel centro di tortura di大墩19街198號4F-1&6F-1.
Il 20 dicembre sera-notte, ossessa che non riuscivano ad ottenere nessun risultato dal lavoro di tortura, la pidocchia “capa” YaLing si è fatta sotto mandandomi una email, alle 22:59, che non dovevo buttar via la carta merdacchiosa lasciata nel cestino del bagno dalla torturiscella YiQuing. Solite balle di malati che i gabinetti di Taiwan sono particolari. La rassicurai che loro erano solo maniaci cinesi, di una pseudo-civilizzazione malata ed ossessa, e che io buttavo tutto il merdume loro lasciavano in giro nel cesso che non s’ostruiva. Facile verificare. Che la torturiscella YiQuing continuasse pure a lasciare merda in giro ed io l’avrei buttata nel cesso senza problemi. La torturiscella YiQuing continuò piccata. Io continuai, indifferente, a buttare nel cesso il contenuto del cestino senza che nessun blocco si verificasse mai. Andavo per farmi la doccia. Già che c’ero, rovesciavo il cestino, e tiravo l’acqua mentre aggiungevo dell’acqua della doccia a quella normale dello sciacquone.
Nella riposta alla sua email, alla 7:11 del giorno dopo, il 21 dicembre, la ho pure provocata (importante, nei momenti giusti essere napoleonici ed innervosire chi si sta sfasciando) sulla loro attività di tortura, svillaneggiandola e svillaneggiandoli, dicendole che erano degli imbecilli, oltre che dei pidocchi maniaci ed ossessi, che i loro strumenti non funzionavano, che io spesso neppure ero lì, e che loro neppure potevano saperlo perché vedevano solo quello che noi dicevamo alle loro teste vuote di vedere, che non me ne fregava nulla di quello che facevano, che anzi lavorassero di più e con più forza, e che tutti loro sarebbero stati distrutti dal nostro programma di radiazioni. Le nostre strumentazioni rilevarono delle esplosioni di rabbia furiosa appena lei lesse la mia email, cosa che preannunciava, pur dietro ad una sua falsa indifferenza pubblica, loro reazioni rabbiose. La verità non è mai creduta. Ottimo! Lei pensò fossero balle ed andò ancora più esaltata alla carica autodistruttiva nelle loro attività di tortura ed auto-distruzione.
Intanto, di frequente, fin dai primi giorni, i pidocchi ossessi di quel centro di tortura andavano ai rapporto dai maniaci capi della psicopolizia segreta e si vedevano tra di loro per concordare strategie di tortura per questo “pollo” che non dava segni né di crollo, ed ancor meno di reazione. Vantavano grandi successi imminenti, che tuttavia non arrivavano. Ero, invero, piuttosto divertito dal vedere ossessi che s’agitavano attorno a me, ticchettavano, battevano, tonfavano, pure quando non c’ero e pure quando non li sentivo neppure. Non che me ne fregasse granché a sentire i loro ticchetti e le loro botte su pavimenti e muri. Tuttavia, a volte, o quando utile per varie ragioni, usavo uno speciale apparecchietto datoci da quelli dell’astronave. Un insonorizzatore di prossimità che toglieva ogni rumore attorno a me. Io non sentivo nulla, qualunque cosa facessero. E pure loro, di me, sentivano e vedevano solo i film venivano sparati da nostre apparecchiature nei loro sbagasciati aggeggi da guardoni e nelle loro teste vuote. Film calibrati per illuderli e produrre loro reazioni insulse.
Il 21 ed il 22 sono giorni d’accumulo decisivo di tensioni per i pidocchi, depressi che non ottengono nessun risultato, tensioni che il 22 hanno una prima esplosione isterica da parte loro.
Dunque, giovedi 21 dicembre 2006, la torturiscella YiQuing è in sbattimento perché la sua attività di tortura è senza risultati, la pidocchietta dunque si sente inutile di fronte tanti “esperti” pidocchi torturatori che tuttavia non ottengono, con me, maggiori risultati di lei. Inoltre, tutte le volte, o periodicamente, ma almeno una volta al giorno, che lascia i sui fazzolettini da piscio e da culo nel cestino glieli sbatto nel cesso, il loro posto naturale. Il 21 dicembre, la torturiscella YiQuing si divide tra il giocare coi due bimbi urlanti della sua “capa” ed imparare a cucinare, o comunque a trafficare in cucina, dato che deve andare sopra a fare la pidocchia di supporto non appena il suo finocchietto sarà incoronato torturatore abilitato, oltre andare a fare lei stessa il lavoro da pidocchia ossessa sopra. Poi, va nell’appartamento sopra a portare il frutto del suo trafficare in cucina e per fare un po’ di lavoro di tortura da sopra lei stessa mentre gli altri torturatori mangiano. Finito il servizio sopra, inizia quello affianco portandosi dietro uno dei vari visori ed origliamento attraverso i muri di cui dispongono. Progressivamente più nervosa ed ossessionata da insuccesso.
Anche il marito della viscida YaLing, che è l’istruttore sopra, è in progressiva depressione ed agitazione da insuccesso della tortura in corso. Tanto s’erano esaltato con precedenti, di passaggio, usati come cavie, sebbene anche con loro non avessero poi quagliato nulla, tanto più si stanno deprimendo con me, l’assegnato per la distruzione finale. Questa “distruzione” viene dopo le precedenti non hanno già portato a nulla se non la distruzione dei mie torturatori senza alcun danno per me, anzi con gran divertimento, quando di tanto in tanto davo un’occhiata alla strumentazione che li osservava ed analizzava.
Giovedì, 21 dicembre 2006, fino all’1:15 di venerdì 22 dicembre 2006, la padrona di casa pazza, la pidocchia “capa” YaLing, ha torturato la figlia con l’alfabeto fonetico cinese-taiwanese, il cosiddetto bi-po-mo-fo. La figlia, di 5 anni, alla fine, piangente, è andata a dormire, sempre che l’abbia fatta dormire. Mentra la pidocchia affianco o me, e subito sopra di loro, era furiosissima di tramestii da impotenza a torturarmi. Ha solo ridotto quando la pidocchia coi pidocchieti è finalmente andata a dormire (a fingere di dormire, lei non dorme mai, passa poi a fare la pidocchia da computer e da internet od guardonare attorno con gli strumenti da guardonaggio ed origlionaggio: una malattia!) ed hanno cominciato intensi quelli sopra.
Controllato gli apparecchi e visto questa situazione di sovreccitazione, mi sono detto che si doveva intervenire per radicalizzare la situazione. Del resto le nostre radiazioni sono moralmente etiche perché funzionano solo su dementi. Se il demente esce della sua demenza (invero solo noi sapremmo come curarli, nei rari casi in cui qualcuno è curabile), esse cessano di funzionare. Abbiamo dunque intensificato le radiazioni su parti delle loro specifiche teste vuote per aumentarne la demenza in modo più rapido di quanto il nostro sistema di radiazioni standard (che tratta un 120 milioni di pidocchi, uno per uno, nell’area cinesoide) già non faccia. Intanto feci alcuni ulteriori interventi un po’ su tutti i pidocchi, usando i confusometri e gli ipnotizzatori. Sulla la torturiscella YiQuing, dato che quella notte non avevo da andare da nessuna parte, appena ebbi un po’ di tempo libero e volli sollazzarmi feci un intervento supplementare. La ipnotizzai con l’ipnotizzatore rapido, misi i confosumetri in azione per tutti i pidocchi circostanti, ed entrai nella sua stanza. La spinsi sulla sua coperta per terra e le feci il culo. Riebbe quegli intensi godimenti anali di cui già avevo avuto notizia quando feci fare la stessa operazione ad Hans, il mese prima, quando abitava lì. Le pareti anali le si stringevano tutte, pur senza seccarsi ed irrigidirsi troppo, dandomi un intenso godimento nella resistenza non irreistibile alla penetrazione che davano le sue contrazione orgasmiche. Mi venne un’autentica frenesia. La inculai quattro volte, dal mio punto di vista. Lei era in un turbine di godimenti che la lasciavano esausta. Alla fine anche un po’ puzzolente, sebbene le cinesi, visto il tipo d’alimentazione, non abbiano mai l’ano particolarmente ostruito. Fosse stata una normale umanoide sarebbe stata appagata ed avrebbe ri-cercato quegli appagamenti anziché le varie ossessioni maniacali. Essendo una pidocchia, il godimento, gli orgasmi, tanto più sono grandiosi tanto più le lasciano colpevoli, di fronte al potere che non approvrerebbe. “Quando godi sei libera, dunque una schifosa ignobile proprio perché non è naturale essere liberi e liberati”: così [s]ragionano i podocchi. Mi lavai. Le rimossi il ricordo di me, ma non del tutto di quelle sensazioni sue, che ad ogni modo a livello sub rimangono inevitabilmente anche con gli ipnotizzatori dell’astronave, salvo seguire procedute troppo lunghe per quel nostro tipo di rapide operazioni di rappresaglia sui pidocchi. Già aveva dato quei segni di acuita demenza manifesta con quelle ossessioni che qualcuno avesse usato la sua stanza ed il suo letto in sua assenza, sebbene loro fossero così sicuri di sapere e vedere cosa accdesse nelle loro stanze, visto che praticavano guardonaggio e tortura da sopra, da sotto e pure di fianco, dunque avevano una qualche strumentazione in cui loro credevano ciecamente sebbene fosse scarsamente funzionante e maniacale come loro. Per cui, a livello razionale, avrebbe dovuto essere sicura che nessuno avesse usato la sua stanza e le sue cose. E tuttavia, sebbene credo che la viscida pidocchia “capa” YaLing non le avesse raccontato quel che le avevo scritto (non si fidano e mentono sempre con tutti, anche tra di loro, anche ciascuno con sé stesso), che i loro strumenti, così come loro pidocchi-scarafaggi, non valevano nulla e noi li fottevamo come volevamo, la torturiscella YiQuing s’era ormai convinta che cose oscure le accadessero attorno, magari ad opera dei suoi stessi viscidi copidocchi. Dopo quei godimenti corsari, era più tesa che mai invece che esserne felice e rilassata come una persona ne sarebbe stata. Ma, appunto, il pidocchio e la pidocchia hanno una sfera sensoriale del tutto differente. Rilevai con la mia strumentazione, che era nervosissima, rabbiosa e con un senso di schifo profondo del suo corpo. “Hai goduto, dunque ti devi far schifo”: così vedono le cose. Fu con quelle sensazioni, pur celate dai soliti sorridenti e ridenti guaiti cinesi pidocchiosi-standard, dove perfino un “oh” od un “ah” vengono adattati ai caratteri della lingua scritta. Una cinese non si farà mai una goduta foneticamente libera. Esprimera sempre il suo benessere od il suo malessere dentro i canoni dei caratteri scritti che non permettono grandi varietà né libertà fonetiche. Appunto il cinese e la cinese, non esprimono le sensazioni che non sono riconosciute dalla lingua scritta. Tacciono. E quando guaiscono, guaiscono secondo i canoni, senza far trasparire proprie sensazioni vere. Tutto è all’insegna di quel che deve essere, rigidamente autocensurato. Eppur, tra quei guaiti convenzionali, la nostra strumentazione rilevava una torturiscella YiQuing al crollo psicologico. Non, invero, che le condizioni degli altri fossero migliori, sebbene il pidocchio rimuova le sensazioni ed obbedisca agli ordini, di chi per esso è il potere, fino alla propria autodistruzione.
Dunque la torturiscella YiQuing andò avanti, quella notte, quando la liberai dall’ipnosi, ed il venerdì 22 dicembre 2006 mattina, con intense battiture dalla sua stanza affianco contro la mia. Era il suo dovere pidocchiesco come da ordini ricevuti. Non che me ne fregasse nulla. Neppure la sentivo. Ma lei s’affannava a battere il muro per il mio crollo finale mentre anche gli altri battevano, sulla base di ciò che credevano vedere e sentire di me, dalle rispettive postazioni di guardonaggio-origlionaggio e tortura. Venuta l’ora d’andare a scuola, dunque un po’ dopo le 11:30, sono sceso sorridendo (invero dovevo trattenenrmi perché mi scappava da ridere per quei buffoni di pidocchi torturatori incapponiti) e scherzando con la figlia che ha subito capito l’ironia di quel “ma com’è che non studi l’alfabeto (il bo-po-mo-fo) anche ora?”. ...ah, già, la viscida madre provava più soddisfazione a torturarla a mezzanotte od all’una, mentre la mattina la lasciava a far nulla.
Quando sono tornato, alle 14:25 di quel venerdì 22 dicembre 2006, non c’era nessuno. Casa deserta. C’era però l’equipe sopra, con anche la torturiscella YiQuing in attività di tortura da sopra. Alle 15:50 è arrivato senza farsi vedere, ma lo ho pure visto personalmente di faccia, il marito. Era sceso da sopra. Il segaiolo era stato evidentemente obbligato a prendersi una pausa, un bresissimo permesso di qualche ora, vista l’inconcludenza di tutto quel suo e loro dimenarsi. Quando non hanno l’ordine di far rumore, per torturarti, sono silenziosissimi. Possono quasi camminarti affianco e neppure li senti. I pidocchi son così. Mentre, da sopra, i suoi allievi continuavano, lui, il pidoccchio istrutture capo della psicopolizia segreta Yan, depresso, cucinava, o scaldava, delle cose dall’odore succulento.
Intanto, da parte mia, continuava a non succedere nulla. Facevano tutto e solo loro.
Se sei il figlio di D-O, pur uno dei tanti, tantissimi, figli di D-O puoi metterti a discutere con dei pidocchietti, può sentirti toccato da quel loro folle, continuo, maniacale, in tutte le possibili varianti (ma poi sono sempre quelle, dopo sette anni che si ha a che fare in vario modo con la categoria!) di ticchettii, colpi, colpetti, colponi, strisci, martellate, trapani anche grossi grossissimi fatti ruotare e rumoreggiare senza aver sulla da trapanare né fresare, né altro?! Trattenutomi dallo sghignazzare sonoramente, ho poi messo il silenziamentoi ambientale e la detezione automatica che vedere solo dopo che avessero fatto nel frattempo. Se invece li sento, mi viene da ridere in continuazione...
Sempre venerdì 22 dicembre 2006, alle 17:20, la famiglia, moglie e due figli sono rientrati, col padre che aspettava ormai deluso ed ultradepresso da quel suo allontanamento forzoso dal suo appartamento da tortura sopra. L’eventometro m’ha segnalato il loro rientro. “Grandioso” essere due pidocchietti con dei genitori torturatori d’appartamento, che, per ragioni di servizio, pur con appartamento grande, dormono per terra in una stanzetta coi figli e gabinetto-doccia attaccato e passano la giornata per terra in una salone. Anzi, il padre passa le giornate in genere sopra in attività di tortura mentre la madre s’erge a maestrina sadica sotto perché i figli possano poi primeggiare, lei crede!, quando saranno al cospetto ed al confronti cogli altri. Chi, al massimo, frequenta le stanze di tortura dei genitori è improbaile possa competere con chi vive tra libri, biblioteche e librerie fin da piccolo. Ma il pidocchio si crede che la lingua sia tutto, ...per divenire sbirri od impiegatucci dello Stato, certo finché il cinese scritto continuerà ad esistere. Alla fine del decennio le Cine crolleranno. Se l’inglese, nelle sue varietà, può sopravvire al crollo del mondo inglese, il cinese, per le sue caratteristiche, non può sopravvivere al crollo degli Stati cinesi e cinesoidi.
Alle 18:15, mi chiede se domenica sono qui, che deve venire il tecnico del cavo-TV che è debole, dunque va restaurato. Loro domenica non ci sono. Balle. La verità è che il “grande” sbirro torturatore della psicopolizia segreta ruba la TV via cavo. Non è vero che deve venire il tecnico della azienda TV-cable. Lavorano sempre, ma non la domenica, per quelle cose. Deve venire uno dei loro tecnici mafiosi perché loro rubavano la TV-cable, ma uno più “furbo” di loro gliel’ha rubata ma in modo maldestro sì che ora lui la vede ma loro no. Per cui deve venire un mafiosetto che la restauri in modo che, pur senza toglierla all’ultimo furbo, la rivedano pure loro. Sbirri in servizio speciale di tortura ridotti a rubare la TV-cable...
18:25 di quel venerdì 22 dicembre 2006. La viscida pidocchia “capa” YaLing, con la figlia di 5 anni, ZiLin, mi porta una scodella di zuppa gustosa dicendo che è il giorno più corto dell’anno (dunque la notte più lunga). Mi siedo a gambe incrociate lì sulla porta della stanza ed inizio a mangiarla. La finisco rapidamente e lavo scodella e cucchiaio che le riporto dunque puliti. Sono proprio pidocchi. Hanno la faccia come il culo, si direbbe in italiano. Dici loro che sono degli scarafaggi, perché lo sono, chi farebbe altrimenti quelle cose?!, e loro sono felici. Sarà che io non sarei capace di fare il torturatore ed il carceriere. Occorre la vocazione. No, anzi, il pidocchio cinese è così di natura. Obbedisce. La zuppa era gustosa, però faceva schifo. Infatti, poi, me la sento venire su. Autentica zuppa cinese. Una finzione. Meglio riso bollito. Od anche cose gustose, ma che non vengano su poco dopo.
Finita la pausa forzata cui era stato obbligato il marito, il grande segaiolo torturatore istruttore Yan, se ne torna su per il guardonaggio ed origlionaggio per tortura, mentre vengono sotto la torturiscella YiQuing, col suo finocchietto, così ora in servizio di guardonaggio-origlionaggio e tortura laterale. Li abbiamo irrorati di radiazioni e di servizi vari, oltre al mio inculamento notturno della torturiscella YiQuing, che ora, anche per via dell’inconcludenza del loro lavoro di tortura, sono agitatissimi. Io non sento e non vedo nulla, ma i miei strumenti registrano che vanno in escandescenze un po’ tutti. Mentre vedono che il segaiolo istruttore di sopra Yan, sta facendosi una sega nel salone sopra davanti alla TV, la torturiscella YiQuing col suo finocchietto percuotono, evidentemente con violenza, con molta violenza, decisamente molto più forte del solito, il muro tra la stanza della la torturiscella YiQuing e la mia, e poi sms-aggiano agitati alla viscida YaLing che sto percuotendo io con fare aggressivo il muro e che loro hanno paura. Forse, verso le 21, o poco prima. Perché, verso le 21, la viscida YaLing mi bussa alla porta tutta allarmata. Non sento nulla, perché ho messo l’isolatore ambientale. Tuttavia, l’eventometro mi segnala che dev’esserci qualcosa d’eccezionale, dunque di attivarmi. Vado ad aprire la porta.
La viscida YaLing finge d’essere agitatissima, per quanto non ci riesca troppo a fare l’agitata, almeno in qualla circostanza. È una sul demente nero. Le riesce meglio quando fa sul serio che quando finge di fare la cortese agitata ed allarmata. Coi due figli attorno, mi dice se abbia sentito dei tonfi. Non ho sentito nulla. Poi va nella stanza a parlottare coi due, la torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto. I pidocchi cinesi sono così scemi che non sono capaci a fare grandi piani. Resto in isolamento ambientale. Più tardi vedo, dai miei strumenti, che la torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto devono avere continuato nei loro tonfi mirati pretestuosi, per cui, con la scusa d’essere in pericolo, verso le 23:25 di venerdì 22 dicembre 2006, vanno entrambi sopra in servizio notturno di tortura da sopra. Il segaiolo capo viene sotto, ma invece che andare nella stanza con moglie e figli, va affianco dove si dedica ai ticchetti laterali mentre la torturiscella YiQuing col “suo” finocchietto fanno il concerto ed il “pedinamento” (soprattutto quando vado in bagno, perché la mia stanza è obiettivamente piccola; se non fosse che sono maniaci di starti sulla verticale, c’è poco da pedinare; potrebbero battere in qualunque punto e, se uno fosse particolarmente impressionabile alle battiture “sulla testa”, sembrerebbe comunque ti battessero “sulla testa”). Dei virtuosi del concerto da camera, se non fosse che non sento nulla e che vedo tutto poi sugli strumenti.
Insomma, non è riuscito loro che io dicessi d’aver sentito qualcosa perché potessero accusarmi, a seconda dell’estro del momento (no, i pidocchi non hanno estro del momento, ed i loro manuali, pur dettagliatissimi sul guardonaggio-origlionaggio e sulla tortura connessa, non sono poi così estrosi sul come utilizzare il tutto nei mille casi possono in concreto verificarsi), o di aver sentito le voci, oppure d’essere stato io a battere i muri. Si sentono comunque in progresso d’attività e sicuri di poter concludere con l’impazzimento mio nel giro di ore o di pochi giorni.
Il sabato 23 dicembre alle 00:15, dunque appena passata la mezzanotte di quel venerdì, convinta che il 23 sia Natale, la viscida YaLing mi manda una email con gli auguri di Natale. Si firma “santa yia-ling” (la Ya, lo scrive infatti errato dal punto di vista della traslitterazione; secondo un altro sistema lo si può scrivere Yea, ma non Yia ...meno male che fa la severa e sadica maestrina coi figli...!!!). Un’esigenza di normalità, di fingersi umanoide, cosa che la pidocchia non può essere né sa davvero fingersi, la induce a dimenticarsi che si sta dedicando a truffa per tortura in servizio di Stato e con equipe di Stato e paraStato per tortura. ...fare auguri e [lo scoprirò dopo] mandare regali a uno che stai [almeno nelle intenzioni!] ammazzando... ...è davvero una cosa che non sta né in cielo né in terra... Le rispondo gelido, alle 7:29, di quel sabato 23 dicembre, che sono leggende, che se vuole divenire figlia del cielo deve scoprire la via da sé stessa, che non c’è altra via per divenire esseri umani. ...sempre che uno/a voglia divenire essere umano... Troppo complicato per pidocchi il cui unico fine è trasformare tutti e tutto in pidocchi. Non serve a nulla discutere coi pidocchi né parlare ai pidocchi. Tanto non capiscono. Sono pidocchi. Devono far divenire tutti pidocchi. Così facendo si auto-distruggono.
Fuori dalla porta, la mattina, c’era una busta con auguri e con qualcosa dentro. Non la ho aperta. ...un senso di repulsione innata per quei pidocchi, per i pidocchi... La ho aperta dopo 20 giorni. ...perché dovevo scrivere queste righe... C’era dentro una specie di portamonete da collo in formato vestito tradizionale cinese. Bellino. Pidocchi in servizio tortura che fanno regali al torturato [almeno nelle intenzioni!]. Solo dei pidocchi possono ridursi a tale livello di viscidume! Non lo fanno solo i pidocchi cinesi. Tutti i pidocchi hanno queste schizofrenie.
Un po’ prima delle 9:30 di sabato 23 dicembre 2006, i 4, i due coniugi pidocchi con i 2 pidocchietti in erba, se ne vanno, escono.
Verso le 13:30, rientra torturiscella YiQuing, col suo finocchietto dal lavoro di guardonaggio-origlionaggio e tortura sopra. Più tardi arrivano i 4, i genitori pidocchi coi 2 figli pidocchietti. Tutti assieme riescono. Passate le consegne per il loro “prezioso” di tortura, i 4 vanno al paese. Mentre la torturiscella YiQuing, col suo finocchietto prendono in servizio sopra. Si stanno preparando per quando a fine mese vanno fissi sopra. Soliti pedinamenti e solite battiture con intensificazione quando uno sembra dormire o dorme. Ed anche con la solita intensificazione nel bagno: il pidocchio, ovunque nelle Cine e nel mondo, viene preso da un’ebbrezza torturatoria quando l’obiettivo va in bagno. Non sento nulla. Preferisco guardare dopo la strumentazione che rileva tutto il trambusto con maggiore precisione di quanto potrei fare con la continua osservazione ed ascolto. Prima di andarsene per quest’ulteriore fine settimana, la viscida pidocchia “capa” YaLing aveva riinsistito con me che la casa era libera dunque che andassi nel salone a godermi la TV. ...Così sopra avrebbero potuto fare il loro lavoro di guardonaggio-origlionaggio e tortura più liberamente mentre si godevano la televisione. Ho da lavorare alle mie cose. Dunque, sto meglio nella “mia” stanzetta. Loro, sopra, sono obbligati a fare il lavoro di tortura ristretti nella cucina, e poi nell’armadio a muro della stanza affianco se ai loro strumenti, che inganniamo come vogliamo, facciamo risultare che sono sul letto contro il muro tra la ‘mia” stanza e quella della torturiscella YiQuing. Spazio che loro coprono, con le loro battiture sulla verticale da sopra, solo se stanno dentro l’armadio a muro e se lo tengono libero da cose impediscano le loro battiture. Infatti, lo spazio giusto del letto contro il muro divisorio è sotto il mobile a muro della stanza sopra, quella affianco alla cucina. Se mi muovo appena tra letto e tavolo, che è lungo e fisso con altra mobilia e scaffalatura contro la parete opposta, eccoli obbligati, loro pidocchi torturatori sopra, ad agitarsi tra la cucina ed il mobile a muro della stanza affianco. In pratica, nell’appartamento sopra, al primo piano dell’appartamento sopra, hanno dovuto smontare la mobilia della cucina e tenere sgombero il mobile a muro della stanza affianco ed in parte smontarlo proprio per poter fare il lavoro di tortura. Così, nell’appartamento sopra su due piani, il secondo piano è per permettere ai torturatori, in teoria, di vivere, quando non in servizio, al secondo piano. In pratica, il torturatore non smonta mai dal servizio.Il guardonaggio e tortura diventano un’ossessione. La loro strumentazione da guardoni-origliatori li domina trasformansoli in sue appendici pidocchiesche. Il pidocchio non riesce più a staccarsi dai suoi strumenti di guardonaggio-origlionaggio, né dal suo lavoro di tortura. Guardonaggio e tortura divengono la sua vita, l’imperativo esistenziale del pidocchio. Diviene ossesso del torturato che deve sempre seguire e contro cui deve sempre ticchettare e battere con l’ansia di disturbarlo, torturarlo e distruggerlo. Per cui, in pratica, il primo piano dell’appartamento sopra era il piano di lavoro e di vita. Mentre il secondo piano era il piano per il bagaglio. Ma appena il pidocchio andava al secondo piano, subito si sentiva inutile e solo senza il torturato che solo da sotto poteva essere seguito e torturato in quella forma che rendeva pazzo ben più il torturatore di quanto potesse veramente dar noia al torturato. Per aumentare il disagio esistenziale dei pidocchi, quando andremo sopra per rappresaglie coi cani oppure semplicemente per eccitazione nostra, ci faremo quel culetto della torturiscella YiQuing, e faremo inculare gli altri dai cani, su entrambi i piani dell’appartamento sopra, ora in un piano, ora nell’altro, sì che il disagio per quei godimenti corsari, o per quei tormenti da violenza, venga introiettato dai pidocchi su entrambi i piani dell’appartamento sopra. Ovunque vadano, in esso, percepiranno, oltre alle sindromi già li dominavano e li avrebbero dominati, quell’ulteriore senso di colpa e/o disgusto da quei nostri loro inculamenti.
La famiglia dei 4 pidocchi e pidocchietti rientra la domenica 24 dicembre 2006, verso le 18:00. Con valigia e figli depressi. Prima lei coi due bimbi. Poi, poco dopo, il marito. Infatti, il segaiolo della psicopolizia segreta, ormai supermaniaco e supermalato, non riesce a staccarsi dall’appartamento sopra, l’appartamento vero di tortura verso il secondo piano di quello sotto. Il segaiolo Yan, appena rientra, non può andare a casa sua, quella stanza in cui dormono in 4. Appena rientra, la sua vera casa è il centro del centro di tortura, l’appartamento sopra. Deve controllare che tutto sia in ordine. No, non lo è: il torturato se ne fotte delle loro pidocchiesche torture. Solo poco dopo scende in “casa sua”, nella casa “della famiglia”, nel senso di moglie e figli, perché per il cinese la vera famiglia e la vera casa di famiglia è quella nel luogo d’origine dove ci sono i genitori di lui. ...Neppure quella.. ...il cinese è tutto una finzione... Con lui, lo sbirro segaiolo Yan, i “familiari”, non restano a casa per molto. Tutti assieme escono per andare tutti sopra a fare esperimenti di battituta soft se vedere se, dopo il trattamento in loro assenza, sia aumentata la mia sensibilità a seguito del lavoro di tortura da camera da parte della torturiscella YiQuing, col suo finocchietto. Sorrido in silenzio, mentre mi “gusto”, in realtà preso da altre cose, quella loro classica attività di verifica (...devono scrivere rapporti mensili e settimanali, che vanno sia a Taipei che a Pechino che a los ingleses, sui “progressi” delle loro torture...). E tutti negli insulsi manuali vengono da loro fatti applicare. Per me, sono stati due giorni estremamente quieti e di lavoro. I torturatori depressi sopra sono ancor di più depressi, per quanto il pidocchio non abbia sentimenti. Il pidocchio esegue solo ordini. Non ha altra vita. Si deprime e sconforta solo perché l’ordine non è stato da lui eseguito. Gli ordinano di distruggere il torturato ed il torturato è in ottima salute fisica e mentale. Ecco che allora il pidocchio si deprime e s’ammala ulteriormente.
Domenica 24 dicembre 2006, alle 22 e qualche minuto, dopo esercizi di tortura, e consulti e riunioni di torturatori, torna la famiglia dei 4 pidocchi e pidocchietti, silenziosi e senza accendere luci. I genitori sono agitati, sebbene cerchino di silenziare l’eccitazione maniacal-depressa. Psicotici insoddisfatti. Torturatori senza godimento da supplizio del torturato, che non soffre dunque che non permette al supplizio di dispiegarsi. Anche i figli sono agitati, da quella patecipazione all’attività di tortura sopra. Infatti non riescono a dormire subito, nonostante l’ora, appena tarda per loro. Quando la madre non li tortura con letture notturne, a quell’ora dormono già.
Poco dopo le 22:45, il marito, lo sbirro segaiolo Yan, va sopra in turno di tortura e da sopra viene sotto, ma nella stanza loro, non qui nella stanza sua, la torturiscella YiQuing. Hanno dato la colpa alla torturiscella YiQuing che non sa fare la tortura affianco ed allora vogliono provvedere col suo finocchietto in servizio notturno da solo affianco a tambureggiare sulla parete prossima a dove, credevano sulla base dei loro strumenti fasulli, io dormissi.
Dopo quella prima volta, per me, poi sia quando la torturiscella YiQuing era affianco sola o col “suo” finocchietto, che quando la torturiscella YiQuing, col “suo” finocchietto, era sopra e la viscida YaLing col marito sbritto col marito sbritto Yan erano via, ne avevo approfittato varie volte per bloccarli con l’imnotizzare rapido, mettere in azione gli altri apparecchi da condizionamento dei loro, e riincularmi la torturiscella YiQuing con quei suoi caldissimi orgasmi anali in ipnosi. Lo feci pure quelle sera per rappresaglia e sfregio, oltre che per autentico mio godimento, nella stanza di YaLing e figli, dove la torturiscella YiQuing s’era rifugiata per dormirvi. Siccome da sopra premevano per venire sotto, non potrei attardarmi troppo come avrei voluto. Sufficiente, comunque, per godermela davvero con quel culetto della torturiscella. Non mi preoccupai solo di sborrarla dentro quel culetto che si stringeva e contraeva tutto, ma pure di spandere il mio seme un po’ attorno in quella stanza di quella lurida “famiglia” Yan. Non solo nella torturiscella YiQuing si accrebbe quel senso di sue cose usate ed impuzzite da misteriosi altri. Quando anche gli altri del primo piano lì, la viscida YaLing e figli, li feci riavere dall’ipnosi rapida, conservarono nel subconscio il ricordo dell’intrusione anche se non il ricordo di quanto davvero successo e di quello “sporco” estraneo e non voluto sparso tra loro ed attorno a loro, dal mio uccello sgocciolante ma anche da quella torturiscella YiQuing di quegli eccitatissimi e profondi orgasmi anali ripetuti. Anche i tre cominciarono ad essere pervasi da quel senso di privazione perfino del proprio ridottissimo spazio di sonno e delle perfino delle proprie coperte. Volevano farlo agli altri, con quel loro maniacale lavoro di tortura?! Lo facevo, lo facevamo, a loro, ad ogni occasione. Non solo col nostro sistema di psicoradiazioni ma anche con quelle mie e nostre azioni di guerra. ...Sì, anche con quelli stupri della torturiscella YiQuing, che pur se la godeva in ipnosi, stupri fatti anche in mezzo a loro nel loro stesso territorio.
Verso le 23:30 di quella domenica 24 dicembre 2006, la viscida YaLing ha fatto entrare un pidocchio nell’appartamento per farlo poi entrare nella stanza affianco alla “mia” a tambureggiare tutta la notte. Vistolo nella mia strumentazione, sono sceso in cucina. Allora, YaLing lo ha fatto nascondere sul balconcino della cucina con lei davanti, a copertura, mentre sfoderava uno dei suoi sorrisi e saluti più viscidi. Ormai scoperti, lo ha poi fatto uscire chiudendogli la porta di casa dietro. Il pidocchio se ne è tornato sopra per il lavoro di tortura da sopra. La viscida YaLing mi ha poi mandato, all’1:07 del 25 dicembre, una email con links di foto di registratori. Giorni prima, le avevo chiesto, tanto per far finta di parlare di qualcosa, di un registratore con la memoria come ne esistono, in Cina-Cina davvero economici, per lo studio delle lingue. All’1:26, ne ho approfittato per ringraziarla per la cooperazione [con allusione al pidocchio di prima] e per dirle che le nuove foto ad infrarossi, di lei col pidocchio, erano già su Internet. Facendolo uscire sul balcone per nasconderlo, era stato possibile fotografarli, da parte di nostra strumentazione, pure in quel loro comico tentativo di celarsi. Siccome non è che stessero amoreggiando, avevamo preso le foto di lui che entrava nell’appartamento e nel salone al buio, poi del pidocchio andava a ranicchiarsi sul balcone, che è pure piccolo-piccolo, ed al buio, dove non è che uno vada a far ginnastica prima di dormire o perché è lì in visita di cortesia.
E così via nei giorni successivi con le loro solite ossessive attività di tortura, mentre io spesso neppure c’ero sebbene dai loro sturmenti scemi come loro sembrava io fossi in stanza dietro all e mie solite cose.
Dev’essere successo qualcosa nella notte tra martedì 26 e mercoledì 27 dicembre, o magari già in precedenza. Magari solo nelle loro teste di pidocchi malatissimi marci. O forse, più probabilmente non è successo nulla. E proprio che non fosse successo nulla, li ossessionava, ormai che avevano garantito prima la distruzione in poche ore, poi in pochi, giorni, mentre ora le settimane passavano. Allora, in tutte quelle loro frenetiche riunioni e piani “geniali”, si sono messi d’accordo per tentare un ultimo bluff. “Gli diciamo che è colpevole di non so cosa e che deve andarsene. Lui furioso reagisce. Noi chiamiamo la polizia ed i servizi psichiatrici.” Ecco che allora, “grande piano” dei pidocchi cinesi, che appunto se c’è una cosa non sanno fare [lasciamo stare perché] sono i piani, alle 00:07 di mercoledì 27 dicembre 2006, la viscida YaLing mi manda una email che a fine mese devo andarmene. L’hanno deciso in riunione di squadra di tortura coi capi esterni, ma lei non può scriverlo. Me lo dice poi sotto ipnosi.
I suoi complici di sopra, così come i loro capi esterni, sono frustrati perché nonostante l’intenso lavoro di tortura lavoro e dormo senza problemi. Le rispondo quando vedo la cosa, alle 7:09, con un OK e chiedendole che fosse successo ancora. Ma intanto non serve a nulla. Sono solo torturatori in crisi maniacale depressiva da insuccesso dopo l’esaltazione da tortura.
In effetti, la viscida YaLing aveva cominciato a mandare delle email deliranti, per esempio il 25 dicembre alle 23:51, diceva che quando la la torturiscella YiQuing non c’era, qualcuno era andato nella sua stanza a dormire e poi s’era chiuso la porta uscendo. Ma se la la torturiscella YiQuing era sopra con suo finocchietto, se aveva visto qualcuno dormire nella sua stanza doveva solo scendere, magari con la polizia, e sorprenderlo. Ma, appunto, son balle di pidocchi in stato confusionale. Email senza senso su cose mai avvenute. Email che si concludono sempre con slogan come “tener d’occhio l’ambiente in cui si vive!” ...scritti da chi gestisce camere di tortura. Una pidocchia maniaca e torturatrice pure schizofrenica, oltre che pretenziosa che gli altri si bevessero le sue inverosimili balle.
Le risposi pochi minuti dopo, alle 23:56 di quel 25 dicembre, di chiamare la polizia scientifica per prendere le impronte digitali e simili. Le dissi pure che loro, con suo marito ed il finocchietto di YiQuing, facevano rimori continui dall’appartamento sopra, di cui avevano la gestione, appartamento che usavano per le loro attuvità maniacali. Le dissi che tutti lo sapevano e che un po’ tutti li avevano visti in quell’appartamento. Come dire di non pretendere pure di rompere i coglioni con le sue fandonie da isterica maniaca.
È lì che, irrimediabilmente smascherati, senza io neppure usassi formule dubitative, dato che ero assolutamente certo, e per tentare loro un ultimo bluff per cercare di avere una qualche reazione “disperata” che permettesse loro di avere una qualche vittoria, dopo riunioni tra di loro e coi maniaci degli uffici tortura della psicopolizia segreta, la viscida YaLing mi mandò quella sua disperata email di mercoledì 27 dicembre 2006 alle 00:07, che mi dovevo cercare un altro posto per il mese successivo.
Le risposi quando vidi l’email, il 27 dicembre 2006, alle 7:11, con un gelido, “che è successo, ancora”. In una email delle 16:23, la viscida YaLing cercò di espormi la sua filosofia della vita. Disse che lei, loro, devono mantenere sicuro il loro ambiente. Insomma come dire che praticano la tortura di gruppo e di Stato e paraStato contro stranieri, ma pure contro locali, per preservare sicuro il “loro” ambiente. Ecco la filosofia dei maniaci torturatori! Devono tenere le Cine libere da stranieri ...altri stranieri ordinano loro di liquidare. I cinesi, e soprattutto i torturatori sia attivi che di supporto, odiano in modo ossesso tutti gli stranieri. Però, poi, di fatto, vanno all’assalto solo di quelli viene loro ordinato da centrali ingleses. I maniaci devono sempre giustificarsi di fronte a sé stessi e di fronte al mondo per le loro manie ed ossessioni. Ed anche per essere dei pidocchi prostituiti.
Gli rispondo alle 17:15 con un secco
“Good.
“I'm sure you know very well your comrades upstairs...
“....so you know who is doing all that.
“Practically, YOU.”
[“Bene.
“Sono sicuro che conosci molto bene i suoi compagni/camerati dell’appartamento di sopra...
“...dunque conosci chi fa tutto questo trambusto.
“In pratica, TU.”]
Alle 17:39 risponde secca e piccata che mi ridà la cauzione quando le do le chiavi. In effetti, non poteva certo mettersi a controbattere che loro sono una associazione a delinquere di Stato e parStato che dispone di due appartamenti, ciascuno su due piani, oggi per me, ieri per altri, domani per torturarsene anche due in contemporanea, ma in stanze differenti, non appena la torturiscella YiQuing va fissa su col “suo” il finocchietto in comune attività di tortura. Non gliela ho buttata sul dubitativo. Perché dovrei, per una cosa che è certissima e già a me abbondantemente nota? Non ci sono dubbi. Né lei può provare a far la sceneggiata e dirmi che vaneggio.
Dato che pur rispondendo con un OK e non contestando lo ‘sfratto”, non ho dato sintomi di particolare agitazione, ed ai suoi musi lunghi ed ai musi lunghi da lei ordinati ai figli, ho sempre risposto con dei normali saluti, anche se loro non rispondevano, l’agitazione della viscida YaLing cresceva ...in verità sia come affittuaria che come torturatrice “capa”, anche se il capo formale era il marito sbrirro.
Come affittuaria, venerdì 29 dicembre 2006 alle 22:48 mi manda un pro-memoria che me ne devo andare entro il 31 dicembre. Anzi, con lo stesso orario, non mi manda una sola email. Me manda tre, di cui una non scritta. È proprio nervosa. Fuori di testa e non riesce neppure a celarlo dietro il viscidume solito.
Gli rispondo alle 23:16 mettendogli nell’intestazione della risposta, e solo lì, uno scarno: “L’1 gennaio mattina presto.” Meglio sempre tenerli sulle spine fino all’ultimo senza far trasparire troppe informazioni, soprattutto con quei dementi furiosi che hanno mancato, almeno fino al momento in cui scrivo, tutti i loro obiettivi di annientamento.
La viscida YaLing risponde alle 23:21 con un cenno di implicita accettazione di quell’1 gennaio mattina presto, dicendo che mi dà indietro il deposito quando le do le chiavi.
Dato che stanno andando avanti coi trambusti soliti, non riesco a trattenermi dal provocarla per email. Del resto, se sono così ossessi... e sono davvero ossessi oltre ogni limite. Non specificamente loro. Il cinese è ossesso oltre ogni limite. Basta un ordine e non sa non obbedire. Obbedisce a qualunque ordine. Nessuno, nelle Cine che osi dire di “no”. Nessuno che osi opporsi. Se uno s’oppone è perché è convinto d’essere coperto da un potere superiore. È davvero una logica da pidoccchi. Da pidocchi ossessi. Non si creda a rivolte, a rivoluzioni, ad opposizioni. Si vada sempre a vedere bene che è successo davvero. Il cinese non si ribella, MAI. Un po’ succede dappertutto che gli individui seguano logiche di potere, anche quando sono contro. E tuttavia, c’è dove c’è almeno uno che sa dire ed fare di no, qualunque cosa dicano e facciano gli altri. Non nelle Cine. Se succede, è perché uno/a non è più cinese.
Dunque, alle 23:32 di quel venerdì 29 dicembre 2006, le scrivo:
“1 January 2007 early morning, anyway not later 12:00, as the Taiwan law is.
“Good luck for the depressive maniacal syndromes of you gang and of yourgovernment.
“Every day will be worse than the day before!
“Good luuuuuuuuuuuuuck!
“You are very amusing!!!!!!!”
Come fare a dire loro che sono dei pagliacci?! Ecco questo è un modo. Ma me lo sono detto a me. Loro non capiscono. Un o una “occidentale” mi avrebbe mandato a farmi fottere, sia si fosse sentita in colpa, sia avesse voluto fare la scena della innocente che non sa nulla. Lì no. La viscida YaLing si sente in dovere di spiegare che lei, loro, hanno ragione, che la tortura, senza neppure sapere perché [loro non lo sanno davvero perché dovessero farlo, piacere loro maniacale a parte], è la vera vita. ...non so se la “vera vita comunista”, la “vera vita fascista”, la “vera vita nazimaoista”, ...no, anzi, la “vera vita cinese”, della “razza cinese”, come direbbe ciascuno di loro tra sé e sé. Torturano, o cercano di torturare, perché sono veri pidocchi cinesi.
Poco dopo, anche se è cambiato giorno, sabato 30 dicembre 2006, 00:15, la viscida YaLing si scioglie in un inno alla grande vita del pidocchio ossesso al servizio del potere:
“Roby,
“there has no worse thing in the world; however, the worst thing is ppl who do not face themselves or do not cherish what they have.
“i am proud of my country; although, it may have some disappointment things or policy accured...i think it is called evolution...sometimes it may be bad....every country or every person has it's own problem or obstacle. we could learn from the mistakes not just complaining...
“you have travling a lot. i think you should have known all about the real world.
“good luck~
“yia-ling~”
Delirio del pidocchio nazimaoista!
Ecco un inno al pidocchio torturatore. Certo, ci sono spiacevolezze nel “loro paese”, dice, non li lasciano torturare con le tenaglie ma li costringono ad un auto-distruttivo guardonaggio e ticchettio e tonfeggio d’appartamento! Immaginatevi i maniaci ed i torturatori d’appartamento dove finiscono, invece, diffidati dalla polizia ed in galera od ospedale psichiatrico! Naturalmente non è vero che io sia un grande viaggiatore, ma so da sempre che è quello che lì nelle Cine, sia nella RPC che a Taiwan si raccontano su di me. Non è vero, ma glielo hanno scritto, glielo hanno detto e loro lo riscrivono e lo ripetono. Pidocchi pappagalli. Come dire “sei un agente speciale” [non so di cosa!!!] “lo sappiamo che sei dunque uno che viaggia per il mondo” [l’hanno visto al cinema: loro “grandi cinesi” hanno il cervello insozzato dai filmentti ‘meregani; non c’ho né il fisico né l’atteggiamento da grande agente segreto viaggiatore da filmetto ‘meregano; e quando vogliono, o fingono voler essere reclutati, non ho idea da che e da cosa (neppure loro!, ...ma sono furbastri...) mi buttano lì un “vorrei fare come te!”; ...come me cosa?!; dementi!; appunto sono pidocchi, sono maniaci ossessi e sono pure scemi, scemi persi!!!]
La viscida YaLing è fiera del suo “grande” governo che la usa come pidocchia ossessa. Si commuove al solo ricordarselo! Fare la pidocchia ossessa, l’infame e la torturatrice, è “il mondo reale”! Una confessione! Una confessione di ebbrezza pidocchiesco-ossesso-maniacale! Il mondo reale, quello reale non quello cinese-pidocchiesto, è quello di quegli agenti di custodia che tornati sbronzi volevano pestare un detenuto, come facevano d’abitudine in un certo tempo ora non vicinissimo, credo a San Vittore [è una conversazione, una “confessione”, che ho orecchiato, non sono mai stato a San Vittore a Milano], e dunque supplicavano il loro collega: “Dai, aprici, che vogliamo un po’ divertirci [pestare un detenuto]...” Il detenuto, uno magrino, un ex-terrorista, s’era già messo la giacca a vento, per attutire i colpi delle botte. Ma chi aveva le chiavi non apriva. “Dai apri... ...non preoccuparti... ...lo sai che siamo coperti.” Era vero, era un periodo che erano coperti in quel luogo a far quelle cose. Lui, quello che aveva le chiavi, non ha aperto. Dipendeva da lui. Lui ha detto “no”. Non gli ha permesso di pestare un detenuto anche se in quel periodo era ben visto “dall’alto” che i detenuti, lì, quei detenuti, gli ex-terroristi e simili che venivano da non so quale esperienza di carcere “alternativo”, o [in parte] autogestito a San Vittore, fossero pestati a caso, di notte, da altri agenti che, di ritorno da bevute, volevano “divertirsi”. A costo di divenire mal visto, quell’agente di custodia, ha preferito attenersi al suo dovere formale. Ha detto di “no”. Non ha loro permesso di pestare un “suo” detenuto. Ecco il “mondo reale”! ...non tra i cinesi, ...se vogliono continuare ad essere cinesi.
All’1:14, le ho chiuso secco, a quelle sue demenze sul “mondo reale”, con un:
“Thank you for destroying yourselves
“and for helping us to destroy you.
“Louses cannot understand persons.
“Louses can never become persons.”
[“Grazie per distruggervi da soli
“e per aiutarci a distruggervi.
“I pidocchi non possono capire le persone.
“I pidocchi non possono mai divenire persone.”]
Cose dette a me stesso, naturalmente.
Se c’è gente che s’esalta, chessò, a cavare occhi od a smebrare individui od animali vivi, inutile cercare di convincerli ha non sono proprio cose da fare... ...che forse uno ha qualche o tante rotelle che forse non sono proprio a posto se ama fare quelle cose. O, magari hanno “ragione” loro... ...ma di qualcosa non sono, non siamo, capaci né voglio, né vogliamo, divenire capaci... Appunto, inutile parlare coi pidocchi. Parliamo sono con noi stessi, alla fine. Non c’è possibilità di comunicazione. O li distruggi o sono loro che pretendono di distruggere te.
Soliti tramestii e battute mirate ininterrorre.
Intanto, convinti che me ne vada l’1 gennaio mattina presto, si preparano agli ultimi due giorni per un grande piano che faccia loro concludere quell’inutile mese con un grande improvviso successo contro di me, mentre la torturiscella YiQuing si trasferisce sopra per andare di fatto ad abitare col “suo” finocchietto, forse prodromo di una coppia sposata per una vita di tortura, come moltissimi altri a Tawan e nelle Cine.
La mattina del 30 dicembre 2006, la torturiscella YiQuing si trasferisce sopra e porta sopra parte delle sue cose che comincia a sistemare sopra. In pratica la sua stanza è ora abbandonata. Restano gli strumenti di guardonaggio e fingono che la stanza sia ancora da lei abitata per poterla usare per le loro attività di tortura laterale, in complemento col torturatore od i torturatori sopra.
Poi, nel tardo pomeriggio, mentre il segaiolo Yan intensifica la su attività di guardonaggio e tortura sopra, la torturiscella YiQuing torna sotto col “suo” finocchietto e si mettono in intensa osservazione coi loro strumenti da guardonaggio, in attesa che, allora solita, prima della mezzanotte, tra le 22:30 e le 23:00 spesso, il “suo” finocchietto torni su, eventualmente con lei, se non la lasciano in attività laterale, o se non ivertono le parti, per la notte di “lavoro”.
Io mi metto a preparare le mie cose e metto sia l’insonorizzatore ambientale che il simulatore per sparare nei loro strumenti e nelle loro teste vuote un film di me che invece mi metto a dormire e loro devono disturbare.
Alle 19:00 del 30 dicembre 2006, appena il simulatore traspette loro che mi sono coricato sul letto ed ho chiuso gli occhi, si mettono a rovistare furiosamente contro il muro affianco ma anche da sopra. Solo, in quei momenti, Nulla di casuale, anche se stanno traslocando le ultime cose, il computer ed altro. Dopo aver furiosamente rovistato e battuto contro il muro, proprio nei momenti esatti di chiusura occhi, né prima né dopo, quando sembra che io mi sia assopito continuano a ticchettare da sopra, ma, d’affianco, silenziosissimi vanno su è giù per le scale e traslocano le ultime cose sopra. Appena stanno per trasferirisi loro stessi su, mi metto a preparare le mie cose davanti alla porta, sì che se loro scendono le scale dell’appartamento per poi uscire dallo stesso ed andare sopra, io posso seguirli sopra e mettermi a ridere additandoli mentre loro entrano nell’appartamento sopra.
Sono tesissimi. Capiscono che se escono dall’appartamento in tenuta da casa per andare sopra, lo capisco che stanno andando sopra e, magari, se li seguo, che fanno? Sono così idioti che non riescono ad immaginare che so tutto tuttissimo. Sebbene l’avessi detto alla viscida YaLing, che so tutto, anche che usano loro l’appartamento sopra per la tortura. Ma il pidocchio cinese non si fida di nessuno e non dice a nessuno le cose essenziali. Ciappettano in continuazione ma di nulla. Il pidocchio è così preso della sua ossessione che, nella sua imbecillità, non riesce ad immaginare, non riesce a pensare. Sa solo quello che il superiore, l’ufficio, il partito, il capo, la capa, la milizia, Il Potere insomma dice loro. Finché Il Potere non dice loro qualcosa, loro non sanno nulla, sanno solo quello che Il Potere ha detto loro in precedenza. Anche la viscida YaLing è agitatissima. Sono lì bloccati. Proprio quando il finocchietto di YiQuing doveva prendere servizio sopra, cosa che fa sempre verso le 23:00, un po’ prima, un po’ dopo, dopo una pausa di controllo della stanza affianco a me dove abita, ufficialmente, la torturiscella YiQuing.
Io sono lì. Loro sono bloccati. Sono paralizzati dalla loro stessa paura. Loro furbissimi che sono smascherati, ...e lo sono, lo erano, da prima che io arrivassi lì, anche se si credono i padroni del mondo perché ossessi guardoni e torturatori d’appartamento. Mi scappa da ridere. Li vedo, senza guardarli, lì attorno paralizzati, e mi scappa da ridere. Alla fine glielo dico: “Dai pidocchio, lo so che devi prendere servizio sopra, ...cacchio che grande lavoro da pidocchio!, dai, vai sopra a prendere servizio ed a fare toc-toc, che voglio spanciarmi dal ridere come sempre.” Il pidocchio non tollera di esse smascherato di fronte a sé stesso. Come, non lo sapevano che sapevo già tutto. Ma è quella situazione, in cui io impongo loro di vedere che sono degli imbecilli oltre che dei pidocchi maniaci, che li fa impazzire. Stai per prendere servizio, ed io sono lì che se vai sopra ti seguo, ti vedo, e tu vedi che ti vedo, quando entri nell’appartamento sopra. Impazziscono perché sono smascherati di fronte a loro stessi.
Hanno una reazione isterica. Scappano nella stanza. Si chiudono. Urlettano ossessi. Telefonano. Ciamano la “capa”, la viscida YaLing, cui escono sorrisi isterici ed urletti inconsulti. Io sono lì che me la rido e mi godo la situazione, mentre praparo le mie cose. Loro sono lì, che non possono andare sopra a timbrare il cartellino per il servizio guardonaggi e tortura notturno. Il segaiolo capo sopra, Yan, subito contattato via telefono e sms, non sa che fare. È troppo scemo per saper fare qualcosa, oltre al torturatore senza risultato. La viscida YaLing esplode contro di me: “Schifoso! Schifoso te ne devi andare! Te ne devi andare da Taiwan! Te ne devi andare subito! Tornatene nel tuo paese! I’ll kill you! I’ll kill the President of the United States!” Non ho mai capito che cosa c’entrasse il Presidente degli Stati Uniti, ma fatto sta che viscida YaLing, torturatrice di milizie di torturatori, prostituite ad inglesi ed americani ed ai loro ordini supremi, ce l’avesse a morte con gli stessi li e la usavano come loro prostituita pidocchia torturatrice d’appartamento. Dal lato USA, l’FBI sa tutto dei torturatori cinesi e cinesoidi e dà loro sostegno e copertura. Li organizza. Dà loro gli strumenti. Dà loro ordini. Indica loro obiettivi. Almeno fino ad oggi. Domani non possiamo saperlo. Chiedete a loro, non a me, perché s’approfittano di centinaia di milioni di dementi ossessi invece di curarli. Chiedete a loro, non a me, perché la “grande” polizia, del “grande” Ministero della Giustizia USA, che intercetta tutto il traffico elettronico del mondo, intercetta i criminali torturatori di massa nelle Cine e li copre. ...oltre ad equipaggiarli ed usarli. Chiedelo a loro, perché. Io lo so perché... Ma chiedetelo a loro! ...Beh, visto che li attrezza e li usa, deve coprirli... Così come fanno gli inglesi e succursali nell’area.
A quelle loro reazioni isteriche, mi limito a continuare a preparare le mie cose ed a dire: “Me ne vado l’1 gennaio 2007 mattina presto.”
Chiamano la polizia. Ma solo dopo che torturiscella YiQuing ha portato sopra, al segaiolo torturatore capo Yan, gli strumenti da guardonaggio che avevano nella stanza affianco. La polizia viene. Mi chiede il permesso di soggiorno. Lo mostro. Mi dicono che c’è un altro indirizzo sopra, per cui non posso stare in quell’appartamento. Lo volto, faccio vedere che l’indirizzo è stato rettificato, dunque è tutto regolare, regolarissimo. Il poliziotto mi dice che me ne devo andare domani. Io gli dico che me ne vado dopodomani mattina presto, l’1 gennaio mattina presto.
La polizia se ne va.
I tre sono sempre più agitati ed isterici. La torturiscella YiQuing ha uno dei suoi soliti collassi nervosi. Trema. Si sente d’aver tradito Il Potere che le aveva affidato un incarico tanto “nobile”. Stavano facendo un lavoro così eccelso, pur senza concludere nulla contro di me, ed ecco che tutto si blocca, perché io, invece che andare in escandescenze, li guardo pidocchietti nudi e senza rifugio di fronte a me. S’esalta nella tortura da camera e si deprime crollando non appena si senta smascherata. Il “suo” finocchietto è paralizzato e rabbioso. Non può prendere servizio sopra. Se lui va sopra, io lo seguo. Non che cambi nulla. Io lo so che lui va sopra. Loro lo sanno che io lo so. Anche se prima s’illudevano d’essere dei furbastri, ora lo sanno che sono degli scemetti e che io lo so che sono solo degli scemetti oltre che dei malati persi. Ma loro hanno l’ordine assoluto che non devono essere visti da me quando entrano nel centro di tortura contro di me si sopra. La viscida YaLing comincia come un ossessa a telefonare. Si sono seduti sotto, al primo piano (pian terreno diremmo noi) di quell’appartamento a due piani, attorno ad uno di quei palchetti di legno, buoni come base per un materasso e per un letto, che fanno loro da tavoloni. Si sono seduti attorno come in riunione. Confabulano occasionalemente più a cenni di rabbia contro di me che a vere parole, senza sapere che cosa dire. Non tollerano d’essere smascherati come dei malati e degli scemi di fronte a loro stessi, e lì pure con l’aggravante di ciascuno di fronte a tutti gli altri. Col segaiolo “grande” sbirro Yan paralizzato senza sapere che fare sopra.
Appunto, la viscida YaLing comincia come un’ossessa a telefonare. Telefona sopra al grande torturatore capo, il marito segaiolo che era sopra ad aspettare l’allievo, il finocchietto della torturiscella YiQuing. Telefona ai suoi capi. “Non può venire a lavorare!”, “S’è bloccato tutto!”, “No! Non si può! No! Non si può! Non si può interrompere il programma [di tortura]!” Echelon ha le telefonate, come tutte le loro altre comunicazioni elettroniche, e le conserverà per sempre... Chiedetele loro... La viscida YaLing s’avventa contro le scale. Le sale. Viene sopra. S’avventa contro di me a calci al corpo e pugni al viso. Senza conseguenze per me, che mi limito a schivare i colpi sì che non mi colpisca davvero con qualche danno per me. Mentre urletta: “Schifoso! Schifoso! T’ammazzo! T’ammazzo! I’ll kill you! I’ll kill the President of the United States!” ...era ed è fissata col Presidente... Boh! Pure il finocchietto della torturiscella YiQuing cerca di unirsi a quell’abbozzo di pestaggio contro di me, ma la viscida YaLing è tutta un roteare di gambe, piedi, braccia, pugni, sì che il finocchietto non riesce a farsi strada fino a me. Dopo un po’ le dico: “Continua pure. La polizia è già venuta. Sanno che io sono qui. Se mi lasci dei segni li faccio vedere alla polizia.”
Ecco che che allora scappa sotto e telefona alla polizia: “Aiuto! Aiuto! È impazzito sta urlando e battendo contro i muri ed abbiamo paura che ci aggredisca.”
Mentre continuo tranquillo a fare i bagagli, arrivano 6 poliziotti con 2 di qualche squadra di soccorso medico o psichiatrico. Sono lì tranquillo che faccio le mie cose, quando mi sento e mi vedo uno con sulla bocca una qualche [pseudo-]protezione da microbi che con voce manicomiale di fa: “Pooooooossooooooo entraaaaaaareeeeeeeeee... Pooooooossooooooo entraaaaaaareeeeeeeeee...”
Una cosa da far cadere le palle. Lo guardo sgomento e calmissimo. “Non lo so... sto facendo i bagagli [tranquillissimo e silenziosissimo come può vedere] perché me ne vado ora, subito... Mi dica lei quello che devo fare...” e mi siedo, un po’ sgomento. “Me lo dica lei... Se posso continuare a farli, continuo... Se non posso... ecco sono seduto... aspetto... posso anche mettermi a dormire... Me lo dica lei...” Non sapevano che fare. “Ecco, ...se posso... ....continuo a farmi tranquillo e silenzioso i bagagli perché me ne vado subito.”
Non so che sia successo. Il personale medico e paramedico è sparito. La polizia li avrà mandati via. E loro stessi avranno intuito che, forse, che il manicomio erano quei tre.
Ma intanto, all’esaltazione, di quel “devi andartene subito” del chiamo di polizia precedente, dopo il bluff conclusosi male per loro, del nuovo chiamo di polizia con servizi medico-psichiatrici, era subentrato ora, nella viscida YaLing, il desiderio di combinarne qualche d’un altra. Non solo quel “il programma non può interrompersi” ma un “il programma contro questo, programma ormai fallito, non deve fallire.” Ecco che allora, la viscida YaLing cerca di dire al poliziotto-capo, lo stesso di prima, che non devo andarmene. Così, quello che mi aveva appena detto che sarei andato in non so quali escandescenze, e che per questo loro erano stati ri-chiamati, mi diceva ora che dovevo andarmene a dormire.
Dire la verità paga sempre. “Guardi mi hanno appena aggredito a pugni e calci mentre io non ho reagito. Dunque ora me ne vado, perché preferisco così... ....comunque, non è tanto quello... .....le hanno detto che avrei battuto i muri e chissà cos’altro?! Se, io, ora, me ne vado a dormire, vi richiamano tra 10 minuti dicendo che sto battendo i muri... ....dunque, io, ora, me ne vado fuori di qui.” Inceccepible. Ed ineccepibilmente vero. S’erano fatta la scena due volte di chiamare la polizia. L’avrebbero fatta una terza ed una quarta fino a quando... ...la colpa sarebbe stata comunque mia. Magari ancora calmissimo m’avrebbero portato via in ambulanza. Calmissimo, io ed agitatissimi loro, i torturatori, ma alla fine io facevo la parte di quello che fingeva e loro quella di quelli che disperati erano mie vittime. Ecco. Il poliziotto-capo l’ha capita. Magari l’avranno licenziato perché pur chiaramente io vittima e loro torturatori, lui avrebbe dovuto farmi portar via dai servizi psichiatrici. ...Visto che i torturatori erano suoi colleghi e milizie parallele loro. Comuque loro erano la polizia in divisa, che deve evitare incidenti e lo sbirroYan sopra, con sbrirraglia parallela di tortura, creatori d’incidenti perché la polizia in divisa appurasse che il torturato era pazzo. Ma il torturato non lo era. Non era neppure agitato, neppure alla vista di quelli dell’ambulanza. La funzione tende a prevalere sulle gerachie formali ed intrecciantesi. Muovendomi io a quel modo, non ho dato loro modo di far intervenire irresistibili ordini superiori per cui la polizia in divisa si dovesse sottomettere alla finzione che i torturatori erano le povere vittime ed io l’impazzito.
Di fronte ad un caso ai loro occhi obiettivamente dubbio, io dicevo: “Guardate che se resto qui, quelli vi telefonano tra 10 minuti, e poi ancora, e poi ancora. ...Nobilmente, e perché la vittima di questi pazzi sono io e non voglio assolutamente passare per colpevole, sono io che m’offro d’andarmene e me ne vado.” Inutile restassi lì a tirare avanti quelle loro pazzie d’ossessi in fallimento tortura.
A quel punto la loro ossessione, l’ossessione della feccia delle gang di Stato di tortura, era solo trovarmi perché “il programma non deve interrompersi.” Dopo che li avevo fatti fessi uscendo indenne da un mese di programma di tortura super-ossessivo e plurimo da sopra, affianco e sotto, erano solo ossessionati di ritrovarmi per farmi “impazzire” e dunque dimostrare, con effetto retroattivo, che ero io il pazzo che loro torturatori avevano scoperto e finalmente smascherato. “Impazzisce” chi non conosce loro ed il loro gioco. Non chi lo conosce. “Impazziscono” i mille che credono davvero, e cui loro fanno credere, che sopra di loro stesse una famiglia insonne o d’essere loro improvvisamente divenuti sensibili a rumori del tutto casuali. Non c’è nulla di casuale. Il ticchettio di tacchi d’una casa “occidentale” [sempre che anche lì non siano arrivati maniaci], o sani o meno sani orgasmi che s’odono attraversi i muri, od una vicina che seccata che tiri l’acqua troppo a lungo te la tira pure lei quando senti che la tiri, o qualcuno che fa ginnastica con saltelli, o lunghe litigate che attraversano i muri, od anche musiche alte o battiti ritmico-maniacali di mani o piedi di qualcuno abbia la fantasia farli, non hanno nulla in comune con chi, con strumentazione da guardonaggio ed origlio, ti dà la caccia, ti segue, cerca di torturarti con ticchettii e tonfi. Non hanno nulla in comune. Il guardonaggio con strumenti, con conseguente tortura, sono del tutto differenti da rumorosità d’altro genere. Se lo sai, te ne puoi anche fregare. I mille e mille che non lo sanno cominciano a pensare di “sentire le voci”, si lamentano e ne hanno solo un più insistente lavoro di tortura per far loro ancora meglio e di più “sentire le voci”. Se nelle Cine, anche a Taiwan, qualche americano o canadese od altri, lui stesso o lei stessa oggetto di queste torture inizia su un forum il discorso dei rumori nei condomini, se si mantiene tutto sul sentiero del “fanno chiasso, che si può legalmente fare” va tutto bene. Se qualcuno dice, “guarda che sono programmi di Stato, non c’è nulla di casuale”, si scatena immediata la censura. Ogni notizia su queste cose viene subito rimossa e se qualcuno insiste viene rimosso il suo accesso ai media cui ha accesso e su cui tratta queste cose. Ci sono incaricati dei servizi di sicurezza cinesi ed ingleses che seguono tutti i media elettronici e rimuovono subito tutti i riferimenti al lavoro dei pidocchi ed al sistema di controllo sociale pidocchiesco esistente nelle Cine. Fanno poi i filmetti per raccontarvi che nelle Cine ciò che conta è “la reputazione”, che è proprio quello là esiste ancor meno che altrove.
Dunque, con loro [Stati cinesi e loro magnaccia ingleses] ben decisi a trovarmi per continuare con quell’ossessiva tortura lì nuovamente fallita, alle 2 di notte di ormai domenica 31 dicembre 2006 ero fuori di lì.
La viscida YaLing, ossessa di perdermi, continuava a telefonare che me ne stavo andando, che non bisognava permettermi di andarmene e sparire nella città. Vista l’ora riesce solo a trovare un’imbecillotta, una ragazzetta dell’organizzazione terrorista nazimaoista xenofoba dei torturatori maniacali che m’arriva lì, in mezzo alla strada dove sono, aspettando che compaia un taxi. La maniaca cretinotta arriva su una motoretta per vedere che stia facendo. Se ne va, mentre mi avvicino, sfoderata la penna, visto che vede che la punto. La targa è M5E-019.
Il 31 dicembre e la notte tra il 31 dicembre e l’1 gennaio, tranquillissimi. Poi, l’1 gennaio arriva dalla ammistratrice del luogo dove sono [篤行路85號], che è la figlia o nipote del padrone, un burocrate di mezza età alto e tarchiato, con la stazza standard degli ossessi da ufficio della polizia segreta sezione torturatori. Dato che conosciamo le loro procedure e pure qualcos’altro, abbiamo tenuto sotto controllo il luogo aspettando che fossero visitati dalla polizia segreta sezione torturatori d’appartamento, non appena costoro avessero saputo che fossi lì. ...Invero già il 31 erano stati contattati..., ma non possiamo essere precisi sulle procedure dell’ufficio torture della psicopolizia segreta, ci sono ragioni di riservatezza... ...comunque guardonaggio e torture ossessive iniziano l’1 gennaio pomeriggio. Prima il dispositivo non è ancora attivato... Gli amministratori e padroni comunicano tutto allo Stato ed al paraStato. Quelli mettono l’informazione in un computer. La polizia segreta sezione torturatori vede l’informazione su di te. Lo sbirro parla con lei l’1 gennaio 2007 a fine mattinata, mentre io sono col padrone fino a quel momento gentilissimo. Il padrone, dopo un teso breve “interrogatorio” il 2, mentre torno da scuola, sparisce dalla vergogna. Voleva cercare in me “la colpa” perché loro sono tutti solo dei malati ossessi e dei pidocchi: gli mostro i libri di cinese di ritorno da scuola... Sebbene io lasci la bici proprio di fronte all’entrata del suo ufficio che è pure l’entrata di casa sua, non si fa più vedere. Anche la ragazzetta, l’amministratrice, è sparita, salvo una volta che l’ho colta sul fatto [era appena uscita dalla stanza affianco dove facevano e fanno ossessivamente battere una specie di pallina (una cosa che, nelle intenzioni, dovrei sentire solo io o chi passa, ma sono pochissimi, nel corridoio che tuttavia va in altra direzione e che dovrebbe mandare me in escandescenze che tutti odano, ...ma non è successo nulla da parte mia, né succederà mai nulla: la cosa mi fa solo sorridere) contro un pezzo di muro di legno (doveva esserci come una finestra tra le due stanze, poi chiusa con una struttura di legno), e poi qualcosa di simile alla pallina da ping-pong iniziale che fa un piccolo rimbalzo e rintrono] ed allora imbarazzatissima e tremante viene alla mia porta e mi dice che quello affianco a me “sente rumori”. Ma le scappa pure detto che va da lei a rapporto quoridianamente a riferire su di me. In realtà, dopo che l’1 mattina, lei è stata contatta dalla polizia segreta, lei e quelli della polizia segreta hanno affibbiato a quello affianco a me delle troiazze e dei finocchietti che restano nella stanza al buio anche quando lui non c’è e, con strumenti da guardonaggio attraverso i muri, battono ossessivamenti con una pallina od oggetto simile, ed anche in altro modo. I padroni del luogo, fanno finta di non sapere e di sentire. Vengono lì per i giri d’uso, acqua calda ed altre cose, e poi spariscono. Cè un piccolo locale affianco alla mia stanza, che è all’ultimo piano, dove loro devono andare più volte al giorno proprio per questi adempimenti tecnici. Anche se, quando sono nei paraggi, sentono il battere ritmico da loro stesso richiesto a quello affianco a me, e cui loro stessi hanno collaborato e collaborano, fanno finta di non avere sentito nulla. Tali sono le Cine dei pidocchi. Arriva un maniaco della feccia della polizia segreta e nessuno sa dire di no ad ossessive torture da camera. Anzi, gli sbrirri e le milizie militarizzano o richiamano in servizio subito qualcuno che fino a quel momento era stato affianco, od in prossimità, silenziosissimo. Nelle Cine nessuno emette il minimo rumore se Il Potere non lo chiede. Dopo 10 o 12 di lavoro, schiavi locali si mettono a disposizione per il dopolavoro gratuito in nome, di fatto, di una più rapida autodistruzione della “patria” marcia. Felici loro... A me scappa solo da ridere. Racconteremo, spero presto, con qualche dettaglio in più, l’inizio di questa nuova storia del “grandioso” lavoro di tortura nelle Cine, sezione Taiwan. Primo giorno silenziosissmo, poi... dopo la visita del burocrate della polizia segreta e milizie parallele ...no, non sono io che sento le voci. Abbiamo verificato tutto anche con strumentazione, sebbene sia tutto ben evidente anche ad orecchio. Ed, anche con strumentazione, altra strumentazione che quella da rilevazione, li abbiamo rovinati più di quanto non fossero già. Felici loro...
Ah, caso dei casi!, dopo un mese di silenzio su tutta la linea, dato che ero affidato per la distruzione al nucleo dei supertorturatori irresistibili, ecco che il 28 dicembre 2006, mentre la viscida YaLing non capisce la mia assoluta tranquillità sebbene sfrattato da lì, m’arriva una richesta di LE [language exchange]. È un’insegnante/segretaria d’una scuola privata. Insegnanti o segretarie od altro personale di scuole private o di Stato, nelle Cine sono tutti terminali, spie, della polizia segreta e milizie sezione torture. Tutte e tutti. ...come mille altre professioni... L’indirizzo email sembra appena fabbricato, e con in nome che invita proprio a non fidarsi, “trustisme”, come a dire il fidarsi. Nelle Cine, una che ti vuole fottere ti dice, come prima cosa, che devi metterti nelle sue mani. Contattatela.
Questo è l’indirizzo email: trustisme@yahoo.com.tw
“Hi Good morning...
“This is "Dore" from Taiwan Taichung city.I find your profile from "Tealit" in Language Exchange.I wonder if you still trying to find someone or not. I teach English in cram school and all of my students are children.
“I don't use msn but will chech my mail very often. Also,we can have a small talk by cell phone first if you like.
“To be a friend or only for language exchange is okay for me.
“Have a nice day.
“Dore
trustisme@yahoo.com.tw ”
Questo è il telefono: 0928335500
“Hi there...
“This is Vitinna frome Tealit. Our cram school need native speaker English teacher from March.
“location: Taichung city 健行路 省三國小正對面
“class time :once a week on Wednesday 1:30~6:00 pm
“hour pay: per hour NT$600
“contact with :Vitinna 0928335500
“Please feel free to ring me or if you can introduce other teacher will be appreciate.
“Have a good day.
“Vitinna”
Tranquilli, non saprà nulla. Nelle Cine, ai pidocchi di supporto non dicono mai il perché delle cose. Neppure danno veri dettagli su di te. Loro devono mostrarsi scaltri e scoprirli. “Vai lì e tienilo d’occhio.” “Vai lì, parlagli e senti cosa ti dice.” “Vai e cerca di essere tu a trovargli casa la prossima volta.” “Vai e fingiti amica.” Che poi debbano ammazzarti o sottoporti a tortura, non lo dicono loro. Se loro lo avevano capito o poi lo scoprono, tu sei comunque un pollo mentre loro “grandi” pidocchi, schiavi, della “grande”, “grandissima”, “millenaria cultura”. ...di pidocchi ossessi e torturatori ossessi! Giustificheranno sempre i loro mandanti. Sempre. Se ti volevano far del male, deve essere colpa tua, che devi avere qualche difetto da colpire. Loro sono maniaci ossessi e sanno che sono maniaci ossessi, ma sono perfetti. Fanno quello che è giusto. Fanno quello che si deve fare. Fanno quello “Il Cinese” deve fare.
E la demente viscida YaLing, la notte tra il 31 dicembre ed l’1 gennaio 2007, mi manda una richiesta di connessione messenger: angelawaiting4u@hotmail.com . Indirizzo email appena costruito. Dementi ed ossessi. Contattatela. Fatevi raccontare qualche balla. Io non sono curioso. So già tutto, per quanto ci sia sempre da essere stupiti. Per cui, come già con l’altra, non ho risposto.
Ora sto studiando i nuovi ossessi, in 篤行路85號. Non tutta la giornata. Faccio pure, e soprattutto, altre cose.