mashal-073. Evangelici della Assembléia de Deus e pidocchi Petrobras da State/Government-Organized Stalking
by Georg Moshe Rukacs
Rio de Janeiro. Brasile. Un altro pianeta.
...Non del tutto...
Agosto 2013. Verso la metà del mese. L’agente
speciale degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira chiese a
Faustino Ribeiro Fernandez, il proprietario di Ledo5, come mai non avesse
ottenuto alcun risultato contro Athos, il bersaglio dello State/government-organized stalking Carabinieri-NATO.
Questi, allora, agitatissimo, chiamò di tutta urgenza Marco Antonio de Azevedo, della stanza 65,
l’unica confinante con quella di Athos, la 64, e gli disse come il suo continuo
rumorio non avesse sortito effetto alcuno. Sì, è il solito MarcAntonio, quello
con una baracca di telefonini e laptops, e, come secondo lavoro, pastore della Assembléia de Deus, in qualche favela o
semifavela (più sono ignoranti, più se la bevono), sembra dell’area centrale, o
giù di lì, di Rio.
Alle parole di Fausto, MarcAntonio va in
sbattimento.
- “Ed io che devo fare?! Che Posso fare?”
- “Non hai ottenuto risultati, dicono.”
- “Come?! Non è possibile! Si sbagliano! Io
ho fatto di tutto. Quel Athos sarà sordo!”
- “Ma come ti permetti?! Lo Stato, il potere,
non si sbaglia mai! Se dicono che non hai fatto, non hai fatto!”
- “Che posso fare? Che posso mai fare, ora?”
- “Io te l’ho detto. È meglio che li chiami.”
MarcAntonio non ha un cazzo da fare come
pastore, quando è nella sua stanza in Ledo5. Non studia. Non si prepara.
Predicare da ignorante ad ignoranti, è più autentico, più genuino, più vero.
Certo sarà occupatissimo quando si azzima
tutto e, con aria spavalda ed abiti formali, e la bibbia che non ha mai letto
in mano, si dirige verso la sua chiesa per un servizio od una riunione, con la
figlia al fianco. La figlia è parte essenziale della coreografia.
Nelle chiese evangeliche brasiliane, non so
se sia lo stesso in tutto il mondo, il pastore non parla con le donne. Per cui
necessita di una figura femminile, per la bisogna. In pratica, se non hanno una
o delle pastore, tutti considerano tali le mogli dei pastori. Essendo la moglie
di MarcAntonio fuggita via perché proprio non ne poteva più di quelle
sceneggiate, lì “la moglie del pastore”
è la figlia.
Se una del gregge ha un problema, parla con
la figlia. La figlia riferisce a lui. Lui si inventa una qualche balla. La
figlia la trasmette, eventualmente trasformata, alla discepola che si sente
beneficiata dal consiglio dei rappresentanti di Dio.
Solo le questioni tecniche le tratta lui. Se
hanno bisogno di servizi attinenti telefoni e laptops:
- “Ah, questa è una cosa di lavoro. Passi da
me, in negozio, che vediamo...”
- “Quanto mi costa?”
Se sono cazzate da nulla:
- “Mi dà cento reais, oh sono per il tecnico,
io non guadagno nulla, e le risolviamo tutto. Il tecnico è davvero molto
bravo...”
È un ladrone come lui. Quando qualcuno
abbocca, ne dà 30 al tecnico e se ne tiene 70 lui, “per le spese”.
MarcAntonio arriva nella sua stanza, la 65.
Come gli hanno detto di fare, negli uffici degli Squadroni della Morte della
Polícia Federal brasileira, sbatte borse, vestiti, spina della TV contro il
muro, poi dà qualche colpo di piedi e di mani, risbatte la spina della TV e la
TV stessa contro il muro, e si lancia nella sue solite attività.
Comincia a fare avanti ed indietro dal bagno,
che è dal lato opposto del corridoio, dieci-venti-trenta volte. Lì, trasporta,
lava o sciacqua, e poi ritira, panni e stoviglie, piscia, si lava. Eppoi, rifa
avanti ed indietro. In più, va giù a fare rifornimento di acqua filtrata. Va e
rivà. O va a bussare, sempre con passo pesantissimo, alla porta della figlia,
alla 66, le odora le mani per controllare se si stesse toccando, le urla, le dà
ordini. Infine, si getta sul letto, la TV accesa, e, in stato ipnotico, resta
ora assopito, ora cogli occhi più o meno aperti, ora trapassando nel sonno mai
profondissimo. Basta un sussulto per svegliarlo. Al minimo rumore, si scuote,
si guarda attorno, si alza, esce agitato, va a controllare la figlia.
Se qualcuno lo chiama: “Scusa, ma devo
preparare delle cose, del lavoro, ché devo andare alla congregazione.” Eppoi,
si rigetta sul letto in stato semi-ipnotico, facendo finta di guardare la TV
che tiene sempre accesa.
Tanto poi, in chiesa, bastano le orazioni dei
libri di preghiere e le frasi fatte. Ha imparato che più le spara grosse più
gli credono. Quando vuole dare forza a qualcosa sbotta: “Ovvio! Nella bibbia è
scritto proprio questo!”, “La Palavra [La Parola di Dio] ci insegna che...” e
giù quel che crede.
Rifarsi ad un’autorità esterna e frasi fatte
ripetute. O se la bevono, o se ne vanno da un altro che dice le stesse cose,
magari con toni differenti, o se ne stanno davanti alla TV. Oppure se ne vanno
in giro a sbevazzare. Ma costa. Sebbene vivano alla giornata. C’è chi, appena
ha quattro soldi, se li sbevazza tutti coll’auto-giustificazione di comprarsi
bevande fresche, alcoliche, birre. Poi piangono miseria e chiedono soldi agli
altri, sebbene non è che “gli altri” li diano loro, di solito. O solo pochi pochi.
Anche se hanno le mani bucate, le risorse sono limitate ed i prezzi alti. Per i
buchi delle mani c’è poco da far passare.
La Palavra, come sinonimo de “La Parola di Dio”, è entrata
nell’uso popolare. La ripetizione ha creato il riflesso condizionato. Se ti
vedono con una bibbia o anche solo col nuovo testamento: “Ah, la Palavra...”
Non sanno bene che sia, ma lo hanno instillato nelle loro teste vuole. Chissà
mai perché Dio dovrebbe parlare od avere parlato. Ma lo immaginate uno che
detta a Mosè delle cose scritte in stili differenti, in epoche differenti e dal
contenuto variegato. Gli scritti sacri sono sempre convenzioni. È stato usato
quello era sotto mano od è stato, in apparenza, tramandato. Ma che un Dio lo
abbia dettato a degli umani... Certo, una qualche autorità lo ha adottato.
Prima, altre autorità lo hanno scritto. Chi è poi la ‘autorità’? Alla fin fine,
sono coloro che te la danno a bere e tu te la bevi perché sono considerati, e
pure tu li consideri, come un’autorità.
Saggiamente, l’ebraismo ha insegnato a non
parlare di Dio, a non pensarlo, a non immaginarselo. Infatti, quando se lo
immaginano, sparano scemenze seriali.
La riunione, la ripetizione comune, crea
delle armonie psichiche che si traducono, almeno sul momento, o pure oltre il
momento, in campi magnetici, flussi di energia. Il contenuto della preghiera è
abbastanza irrilevante. È la ripetizione che crea degli stati semi-ipnotici
collettivi che si traducono in campi magnetici, di energia.
MarcAntonio li chiamò:
- “Signor agente segreto speciale degli
Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, Fausto mi ha detto
che...”
- “Guarda, MarcAntonio, se non hai voglia di
fare un cazzo, lascia il campo libero che abbiamo altri...”
- “Ma io... Ma io...”
- “Guarda, io ho ordini. Se non hai concluso
nulla, significa che non hai fatto quello che ti abbiamo detto.”
- “Ma io... Ma io... Io ho fatto tutto, pure
di più.”
- “Guarda, i nostri psicofolli
dell’università non si sbagliano, non possono sbagliarsi. Sono tutti grandi
professoroni. È certificato dai nostri comandi che hanno sempre ragione. Se tu
facevi quello loro dicevano, Athos era già liquidato.”
- “Ma io ho fatto tutto! Tutto! Se loro hanno
sempre ragione, allora è lui che è diabolico e sa come resisterci! Lo sapevate
che io sono un grande patriota, che collaboro, che faccio sempre quello che mi
ordinate.”
- “Guarda, ti diamo un’ultima possibilità.
Parli di nuovo cogli psicofolli dell’università. Se poi continua ad andare
buca, ti fai da parte che già abbiamo altri.”
- “Grazie! Grazie! Io sono sempre disposto a
fare tutto, per la patria!”
MarcAntonio corse subito dal suo psicofolle
di supporto, all’Università Cattolica. Questi non sapeva che dirgli:
- “Guarda, MarcAntonio, devi andare avanti
con battiti sia casuali che sistematici. Per esempio, mettiti un’ora il giorno
a battere contro il muro.”
- “Io già faccio di tutto. Ma come posso
mettermi un’ora a ticchettare?!”
- “Guarda, se non ti va di impegnarti per la
patria, dillo, che abbiamo altri!”
- “No, no! Io sono un grande patriota. Lo
farò!”
Giovedì 15/08/2013, MarcAntonio si mette e
ticchettare contro il muro della 64, dove sta Athos, dalle 16:30 fino alle
17:30. Poi torna verso le 23:00. E riprende. Infine, distrutto e tremante, si
getta sul letto dove non riesce a dormire perché la testa gli ronza e si sente
oppresso allo stomaco e sul petto.
Venerdì 16/08/2013, Marcantonio si mette a
ticchettare sul muro dalle 19:00 fino alle 20:00. Poi, torna alle 23:45 e
riprende. Quando si getta sul letto ha conati di vomito.
Sabato 17/08/2013, MarcAntonio va a rapporto
dall’agente speciale degli Squadroni della Morte della Polícia Federal
brasileira:
- “Allora, MarcAntonio, non hai concluso
nulla!”
- “Io ho fatto di tutto!”
- “Se non è bastato, significa che non hai
fatto nulla!”
- “È quello che si prende gioco di noi...”
- “Guarda, noi, la Patria, non sbagliamo mai!
Se tu non sei riuscito, è perché non hai saputo fare quello che ti avevamo
ordinato!”
- “Io sono un grande patriota. Che posso
fare?”
- “Semplice! Ora te ne vai. Abbiamo altri.”
Domenica 18/08/2013 mattina, MarcAntonio,
spossato e depresso, si sveglia tardi, non alle sue solite 4:30-5:00. Verso le
8:00, lui e la figlia se ne vanno. Mentre se ne va, ticchetta alla porta del
frocio di fronte a lui, João, e lo saluta attraverso la porta che resta chiusa.
Da un paio di settimane, sono arrivati due
froci, sudici e malandati, malati nelle teste vuote e nel corpo, due della
Petrobras di Rio in ferie. João Machado, di Jaú (São Paulo), 30/01/1960, e
Daniel, una rana stecchita ed informe
João aveva una mantenuta nella sua casa di
Rio, una delle tante troie in cerca appunto di un magnaccia fisso che se la
tenga in casa a far nulla. Lei lo aveva trovato.
Poi, João era stato mandato in Nigeria a fare
figuracce. Non che fosse la prima volta. A volte lavorava in Brasile ed a Rio
de Janeiro. Altre all’estero.
Avevano bisogno di uno. Non avevano altri.
Avevano mandato lui. Lui a far figuracce ed a farle fare alla Petrobras ed al
Brasile. Alla Petrobras ed in Brasile, non hanno altro... Hanno mandato un
mitomane ignorante, per una supposta partecipazione, probabilmente solo di
guardonaggio, di una futura, se mai la faranno, Trans-Saharan gas pipeline,
Nigeria-Algeria. Lui dice, Nigeria-Roma. Ma oltre il mare e fino all’Italia c’è
già da decenni. Non glielo avevano mai detto. V’è pure già una ramificazione
iberica. In pratica, la nigeriana andrebbe a rafforzare la produzione algerina.
João è forse ingegnere. Ma, se lo è, è
proprio un ingegnere da poco. Lei, la mantenuta ed in casa sua, si era detto
che uno è bene, ma due sono meglio. Una troia deve pure ben pensare alla
pensione e pure essere previdente, perché se un cazzo se ne va e ti lascia
senza casa e mantenimento...
Appena notato che João era sparito, per la
Nigeria, un altro si era fatto avanti per montarla. Lei gliela aveva data senza
problemi. O l’aveva e ne aveva già prima, ma João non lo sapeva. Non solo. Lei
e questo, che fosse l’ultimo od uno fra altri, facevano gli innamorati in giro.
Quando João era tornato, siccome è ‘furbo’, senza avvisare, lei era a passeggio
mano nella mano con l’altro. Alla vista, lui si era messo a gridare che lei
doveva andarsene subito via di casa. Lei si era messa ad urlare che faceva da
testimone alla moglie che lui era pieno di soldi pur dando alla moglie solo
alcune migliaia di reais al mese, che già sono molti secondo gli standard
brasileiri. Lui era sottostato al ricatto e aveva firmato un foglio alla troia
che poteva stare ancora alcuni mesi nella sua casa. Per cui, si era rivolto a Ledo5,
dove si era candidato come portinaio di notte presentando, come CV, una cosa
sua dove, tra le altre cose, racconta di essere Ingegnere Meccanico a São
Paulo, al http://www.poli.usp.br,
con un diploma post-laurea in Ingegneria Chimica, sempre a São Paulo, al http://www2.iq.usp.br, con un
diploma post-laurea, in ingegneria ambientale, e due Master, in Petroleum
Business Administration ed in MBA-Strategic Business Management, a Toronto,
alla http://www.ryerson.ca, due
diplomi post-laurea, in Naval Structural Engineering-FPSO, e in Deepwater and
Ultra-Deepwater, a Houston, Texas, alla http://www.uh.edu, uno o più diplomi
in Project Management, contemporaneamente alla https://www.efmd.org ed alla http://eaesp.fgvsp.br; più altri corsi.
Un grande quasi
scienziato, sembrerebbe da tale CV. Se non fosse che... In che lingua avrebbe
dunque studiato nel Canada anglofono, negli Stati Uniti ed in Belgio, a
Bruxelles? Beh, a Bruxelles si può studiare anche in inglese, volendo. Appunto,
dove ha studiato in inglese ed inglese se neppure lo leggiucchia né lo
scribacchia? Non solo non sa una mezza parola di inglese e di francese, ma pure
nei campi in cui dichiara di avere fatto studi non sembra avere grandi
conoscenze. Né grandi, né piccole. Di sicuro in organizzazione aziendale ne ha
zero, anzi meno perché ha l’arroganza dell’ignoranza di sapere mentre non sa
proprio nulla. Neppure deve avere mai letto un libretto che spiegasse gli
elementi di base. È lo stesso con gran pare del resto.
Presenta dunque un
CV stragonfio per un lavoro da portinaio di notte, in un luogo sbagasciato come
Ledo5, per cui si capisce che non ha neppure alcuna idea di come si faccia un
CV per un lavoro. Poteva chiedere quel posto a voce, dicendo che era della
Petrobras in ferie ed aveva avuto dei problemi con moglie e mantenuta. Beh, non
si capisce come uno che guadagni grandi somme all’estero, poi si riduca a fare
le ferie in un qualunque Ledo 5 e, lì abbia pure necessità di fare il portiere
di notte, che lui addirittura chiese di fare gratis, in cambio dell’alloggio. Poteva
approfittare delle ferie per seguire un corso di inglese in Inghilterra come
absolute beginner! Ovviamente, un cretinotto come il proprietario Fausto, alla
vista di tanta scienza, gli rifiuta il posto. Lui, allora, paga la stanza con
assegni di un conto bloccato. Paga, ma gli assegni non possono essere
incassati. Pur vantando uno stipendio da più di un milione di dollari l’anno, e
conti all’estero in paradisi fiscali, o così li chiama lui, in Turchia
specificamente, dice lui (sarà la Repubblica Turca di Nord Cipro; è una
ricorrenza che lui non sappia dove vada), non ha pagato gli alimenti alla
moglie. Per cui, questa gli ha fatto bloccare il conto bancario. Lui,
nonostante più di un milione di dollari l’anno, dice lui, e, per mascherarsi,
scaricato dalla Petrobras brasileira e messo in carico a quella olandese, ed
ora, o tra poco, alla Nigeriana, non sa girare con qualche migliaio di dollari
in tasca? Se proprio non vuole pagare gli alimenti alla moglie, non è capace,
prima, di prosciugare il suo conto brasiliano e, poi, di fare pure sparire
l’appartamento, su cui chiaramente un creditore o creditrice possono rivalersi?
Chiaro che non ne è capace, se si è ridotto a quel modo. Non capisce un cazzo
di cose tecniche, come non capisce un cazzo di nulla!
Anche in questo, in questioni interpersonali
e familiari, è dunque del tutto strambo, non solo in questioni di soldi ed in
questioni di istruzione dove inventa ed inventa. Si dichiara ferreo sostenitore
dell’unità della famiglia dove lui può trovarsi delle amanti anche fisse (del
resto lui lavorando a Rio ma con la famiglia a São Paulo...) ma la famiglia
deve restare unita, dice lui. Infatti accusa la moglie di avere sfasciato la
famiglia perché non tollerava che lui avesse una o delle amanti. Lei, generosa,
gli concedeva delle amanti, durante i giorni della settimana a Rio, o dove
fosse, purché lui la scopasse il fine settimana, quando era in Brasile e non di
turno su piattaforme o chissà dove. Può essere che lei si facesse montare da
uomini sposati che volevano o dovevano, pure loro, passare il fine settimana in
famiglia. Lui aveva cominciato a non rientrare a casa neppure il fine
settimana, anche quando era in Brasile e libero da impegni di lavoro. Lei aveva
chiesto la separazione o il divorzio. Lui dava dunque la colpa a lei di avere
mandato a pezzi la famiglia ...perché lui aveva delle amanti. Lui ripete abete
alla brasileira: “A me, il mio nonno e padre tedeschi mi hanno sempre insegnato
che la famiglia non si manda mai a pezzi. Magari, se ci si stufa, si va a
puttane e ci si procurano delle amanti, ma la famiglia deve restare unita!”
Cose da far pisciare i polli! Dà comunque l’idea dell’assenza di pensiero
logico anche nelle classi non proletarie. I brasileiri non ci stanno proprio
colla testa!
João aveva già avuto problemi di salute
piuttosto gravi ed era pure andato in coma, un paio d’anni fa. La moglie, una
che non capisce un cazzo come lui, quando lui era in ospedale ed in coma, ha
una unica preoccupazione: mettere le mani sui suoi soldi. Si dice che deve
entrare nelle sue email e di lì partire per scoprire i suoi segreti. Eggià,
perché uno si manda le email per dirsi dove ha messo i soldi. E poi, anche se
scopre dove lui ha i soldi, va in banca e li danno a lei che gliela conta... Il
18 novembre 2011, lei, ElieteMesqMach, scrive a google dichiarando di essere la
moglie di lui, dà il telefono suo di São Paulo e dice che lui è entrato in coma
profondo tre giorni prima a seguito di una operazione al cuore e che non vi
sono speranze che possa risvegliarsi. Comunica le sue [di lui] due email, una
@gmail ed una @gmx (chissà che c’entri gmx.com com google?!), ma con la prima
parte identica, che lui le ha detto la password, che lei l’ha dimenticata ed
ora vorrebbe che google gliela dicesse perché deve entrare in contatto con la
grande impresa per cui lui lavora. Cose che non stanno né in cielo ne in terra.
I brasileiri sono tutti sconnessi a questo modo... Basta che lei la chiami
Petrobras, se ha bisogno di ciò. Che c’entra la email di lui?! Lui, tra l’altro,
è un semianalfabeta informatico che ha laptop ed email solo per teatrino. Lei
deve essere allo stesso livello o pure peggio...
Daniel è un altro bamba in ferie in Brasile.
Le passa a Ledo5... Anche lui ha conti o asciutti o con qualche altro problema,
per cui passa le giornate ad urlare al telefono di mandargli i soldi nel tale o
nel tal altro modo. Passa le giornate col telefonino tra le gambe a toccarlo
freneticamente. O a guardare la TV. O
con la radio prestata da João a tutto volume.
Appena l’agente speciale degli Squadroni
della Morte della Polícia Federal brasileira scopre che loro sono qui, li manda
subito a chiamare, ben prima che MarcAntonio se ne vada domenica 18/08/2013
mattina:
- “Abbiamo un lavoro riservatissimo per due
grandissimi patrioti come voi.”
- “Di che si tratta?”
- “Vi faremo sapere. ...Ah, intanto mettetevi
a disposizione del proprietario Fausto e del suo braccio armato Leda Gracia
Dias.”
- “Ma di che si tratta?”
- “Ogni cosa a suo tempo...”
João è nella 62, di fronte affianco, che
significa un po’ spostata, rispetto alle 64 di Athos. Di fronte – di fronte vi
è la 63 (l’unica da quel lato con una finestra esterna) con Liberio. La stanza
di João è senza finestre esterne. Ne ha solo una che dà sul corridoio che lui
riene oscurata e sempre chiusa. Col caldo che fa!
Daniel è dallo stesso lato della 64 di Athos,
la fila di stanze con finestra esterna. Per il momento, Daniel è ancora alcune
stanze più in là.
Mercoledì 21/08/2013 sera, compare uno nella
camera 65, quella dove fino a domenica mattina alloggiava MarcAnonio. Attorno
alle 22:00, lo accompagna Leda Gracia Dias, gentilissima (quando è gentile con
qualcuno sono pazzi delinquenti al servizio di quello lei chiama “il mio
padrone”, in questo caso Fausto e la Polizia Segreta), con un televisore. Il
tizio sta dalle 22:00 alle 23:30 a ticchettare contro il muro tra la sua e la
64, la stanza di Athos. Sì, ticchettare, ossesso ed insistente. Poi, disperato
di non aver avuto risposta, esce, rientra, riesce. Infine, si sdraia sul letto
con gli occhi allucinati che gli si chiudono guardando la televisione. Prima di
appisolarsi, tra soprassalti spastici continui, comincia a farsi una sega. Gli
svanisce tra la mano che accelera febbrile, per cui desiste.
Leda è di portineria di notte. Telefonano per
Athos. Lei dice che lo chiama. Non è vero. Nessuno lo chiama. Poi, quando lo
richiamano, dice che lei lo ha chiamato ma che è lui che non è sceso.
Alle 2:45 di notte ormai di giovedì
22/08/2013, Leda va sotto a battere sul soffitto della stanza sotto quella di
Athos. Lui stava leggendo. Athos si spancia dal ridere. Lei, rabbiosa, torna in
portineria, col suo passo da frocia con un piede che va piatto di qua e l’altro
che va piatto di là come incontrollabili, colle ginocchia peggio che valghe,
come di un’anima, che non ha, perversa ed infame, che si trasmette sfrascica
nei tratti disgustosi delle persona, della pidocchia.
Dopo un paio di giorni, Daniel viene mosso,
nella 65, dove prima stava MarcAntonio, affianco alla 64 di Athos, e comincia,
in modo sistematico, a battere con martelli, piedi, mani ed altri oggetti o
parti del corpo, sia sul pavimento che contro il muro. Lo fa a tutte le ore.
Siccome Athos non risponde, spesso neppure lo sente, Daniel è crescentemente
nervoso ed acrimonioso. Intanto il legame criminale e maniacale con João si
rinsalda. Sembrano due fidanzati stretti. Si chiamano in continuazione,
froceggiando come in calore.