giovedì 3 ottobre 2013

mashal-074.
Anche João Machado & Daniel, e Petrobras,
coinvolti nello State/Government-Organized Stalking dei CC-NATO e del governo brasileiro

mashal-074. Anche João Machado & Daniel, e Petrobras, coinvolti nello State/Government-Organized Stalking dei CC-NATO e del governo brasileiro

by Georg Moshe Rukacs


Rio de Janeiro. Brasile. Un altro pianeta. ...Non del tutto...

Verso l’inizio di agosto 2013, sono arrivati, in Ledo5, un ostello del centro di Rio de Janeiro, due zanza della Petrobras in ferie. Per passare le ferie, è veramente il luogo ideale. Si fa per dire...

Uno potrebbe farsi un corso di inglese o di francese, andare sulla neve, andare a puttane [che non siano qui per questo che è area, sebbene appaiano di infima qualità! ...ma esercitano non qui-qui; alcune vi abitano; non ho capito se un buco nella prossima traversa, dove le ‘lavoratrici’ si espongono sedute ed in piedi,  sia un albergaccio a ore; forse sì], od in un luogo turistico. Od anche a casa propria, se ne hanno una da qualche parte. Oppure, non avendone, a quel punto, uno potrebbe pure restare sul luogo di lavoro, ovunque sia, e farsi birre o aranciate tutta la giornata. ...O chissacché: difficile dire che vi sia nell’immaginario del pidocchio brasilico ordinario... No, uno, anzi due qui, si piazzano a Ledo5, nel centro vecchio, ma non artistico [l’area artistica potrebbe essere un po’ Lapa, meglio Santa Teresa, od altre], di Rio. Qui a farsi le ferie...

Uno è João Machado, di Jaú (São Paulo), 30/01/1960. Ingegnere chimico, sembrerebbe, nevrotico, insonne e dormiglione. L’altro è Daniel, un guitto agitatissimo, forse un operaio od un tecnico. Entrambi di Petrobras. Il secondo si fa le ferie-ferie, nel senso che sta sempre qui a dare colpi a pavimento e muro. Il primo, malattie od altre incombenze permettendo, dice che va “in ufficio”, che sarebbe Petrobras in Avenida República do Chile, in uno degli uffici in uno dei vari edifici o che la stessa occupa in esclusiva o in cui la stessa è ‘alloggiata’ tra altri.

João fa finta di fare il grande manager, sfogliando riviste vecchie per estrarne (lui crede, vorrebbe..., demenza brasilica, ma dove gliele insegnano all’Accademia dell’Accatto?!), un piano industriale per fare una presentazione non si capisce da sottoporre a chi. È zeppa e solo di tali castronate da ignorante incompetente, che a non far nulla, almeno, eviterebbe di dimostrarlo che come ricercatore e come organizzatore industriale vale meno che nulla. Uno astuto si nasconderebbe. Lui è convinto. Per cui vuole mostrarlo di essere un cazzone.

Daniel sta nella sua stanzetta a fare nulla, neppure a riposarsi. È sempre come a raspare, come un animale. Poi, si colloca il telefonino tra le gambe e lo tocca freneticamente. Ora si mette a guardare la TV. Ora se ne sta con la radio prestata da João a tutto volume.

João lavora da sempre tra Rio de Janeiro e l’estero, su piattaforme petrolifere. Mentre famiglia l’aveva a São Paulo. Ultimamente, dopo la separazione o divorzio, s’era preso una troia in casa. Intanto, lui era stato in Nigeria a fare figuracce, per un progetto Chevron-Shell e governo nigeriano di un gasdotto Nigeria-Algeria, la Trans-Saharan gas pipeline.

Lui ci capisce poco, per non dire meno di nulla. Lo chiama il gasdotto Lagos-Roma. L’Italia, come gas, è già servita da decenni dall’Algeria, ed ultimamente, pure dalla Libia. Anche altre parti d’Europa sono servite da sud od anche da sud. A lui hanno detto, e lui se l’è bevuta e la ripete, che l’Europa dipende solo dal gas russo. Lui non ha strumenti per verificare le informazioni, per documentarsi.

Ecco quello che vi è già, oltre alla forniture russe ed altre:
La Trans-Mediterranean natural gas pipeline (Algeria-Italia), in funzione dal 1983.
La Maghreb-Europe pipeline (Algeria-Spagna), in funzione dal 1996.
La Greenstream pipeline (Libya-Italia), in funzione dal 2004
La Medgaz pipeline (Algeria-Spagna), in funzione dal 2011.
La GALSI pipeline (Algeria-Italia), sarà in funzione dal 2014.

Ora ci sarebbe, un giorno forse, ma non è detto, questo non essenziale supplemento nigeriano che si innesterebbe alla rete algerina. Gas lo hanno trovato anche nel mediterraneo orientale: Israele, Cipro, Libano, Siria, Egitto orientale, con relativi progetti di gasdotti vero l’Europa. Vi sono progetti arabi di gasdotti per il gas della penisola arabica, ben più abbondante del nigeriano. V’è pure il gas iraniano, abbondantissimo, seppur meno di quello arabico. La destabilizzazione della Siria è cominciata quando la Siria ha detto no ad una gasdotto arabo ed ha detto sì ad uno Iran-Mediterraneo. 

A Petrobras non hanno nessuno ci capisca nulla, né sappia organizzare nulla, per il momento. João sfoglia riviste per pasticciare cose incredibili. Si sta inventando uno pseudo piano industriale del gasdotto Nigeria-Algeria. È che proprio non è capace. Non che non sia capace di fare un piano industriale... non solo, non è neppure capace di tentare di apprendere. Per cui copia... ma anche a copiare si dovrebbe essere capaci. Non è facile come sembra. Uno si dice: “Copio.” Eggià, se non lo sai fare, anche la cosa apparentemente più semplice del mondo poi non riesce. Non è facile copiare. Lui copia dove piani industriali non ve ne sono. Crede di costruire, copiando, piani industriali, ma copia sbagliando. Raccoglie informazioni inessenziali ed errate. Fa suntini di cose non ha capito per cui, per citare dei fatterelli che non servono a nulla, e non pertinenti, li cita pure male, senza che vogliano dire nulla. Non solo. Le sue note dicono, perché non ha capito ciò che ha copiato, cose strampalate. Ne copia il pezzo errato. Per cui quello che lui estrae da un passaggio non è un’informazione bensì un’accozzaglia sconclusionata di parole senza senso.

Non sa che sia un piano industriale e non capisce le cose che legge. Non avendo nessuna idea di come si organizzi (nessuno in Brasile sa organizzare nulla), ma neppure alcuna idea d’altro, inventa credendosi un genio. È che proprio non lo è, né ci sta colla testa. Un genio imparerebbe, si preoccuperebbe e si organizzerebbe per imparare prima o mentre fa. Lui fa senza sapere quello debba o voglia fare.

Il vero piano industriale lo faranno, se lo faranno Chevron-Shell. Lui sta scopiazzando qualcosa per giustificare che gli danno, o gli daranno, un milione di dollari l’anno per lavorare in Nigeria. O così dice. Dice che gli hanno fatto un contratto ventennale. Ed abita in Ledo5 e senza i soldi (o non ne sentirà la necessità) di comprarsi un computer.

Petrobras ha disinvestito dalla Nigeria, come da altrove, perché è senza soldi per il suo piano di idrocarburi interno (il gas naturale e petrolio che stanno a grandi profondità), il sotto-sale al largo del Brasile, anche un 250 chilometri dalle coste, sotto strati di sale, un 7 chilometri sotto la superficie del mare. Loro lo chiamano pré-sal. Visto da sotto, è prima dello spesso strato di sale che devono attraversare, perforare, prima di raggiungere petrolio e gas sotto il mare. Visto da sopra è sotto il sale o dopo il sale.

Anche le compagnie petrolifere più importanti stanno uscendo dalla Nigeria, lasciando solo il minimo, perché la Nigeria è uno stato fallito. Tutti rubano petrolio. Tentano anche di rubare gas, ma le condotte esplodono più facilmente a rubare gas. Vi sono pure furti alla grande dove petroliere accostano ed imbarcano petrolio con transazioni che tagliano fuori lo Stato nigeriano. La Nigeria, lo Stato/governo, con un 175 milioni di abitanti, dunque un colosso demografico, non ha il controllo del proprio territorio devastato da milizie tollerate che taglieggiano, e rubano e derubano, tutto e tutti. Vi sono migliaia di piccole raffinerie illegali. Oltre a taglieggiamenti generalizzati, da parte di mafie, contro tutto e tutti. O paghi la tangente, o ti distruggono la casa e ti ammazzano.

V’è dell’altro. Basta che il progettato gasdotto interferisca con interessi arabi e israeliani che, anche senza affannarsi in Nigeria, basta agire nel Niger, da cui il gasdotto Nigeria-Algeria deve passare. Il Niger è più grande delle Nigeria e con meno di 1/10 della popolazione nigeriana. Essendo gli Stati della penisola arabica, anche altri arabi, ed Israele notorie centrali terroriste con larga influenza, da questo punto di vista, anche in Africa, mai il gasdotto fosse costruito ed interferisse con interessi altrui, sarebbe facilissimo far sabotare, anche in continuazione, ed anche fino al blocco totale, il gasdotto per esempio sul territorio del Niger. Costerebbe pochissimo di soldi e di energie. Hanno già pattuglie di terroristi nel Mali. Le hanno pure nello stesso Niger e Nigeria. Basta attivarle. Oh, che caso, dopo che Athos ne aveva accennato a João, per fargli venire il dubbio di non capirne proprio nulla, nulla di nulla, e riferendosi specificatamente al Niger come anello ancora più debole degli altri, ecco che proprio in Niger qualcuno ha attivato dei gruppi per fuochi d’artificio insensati, che è proprio quello serve per destabilizzare un governo ed uno Stato per nulla stabili. Questa volta sono stati interessi francesi, solo per mandare un segnale, perché il Niger stava chiedendo di rinegoziare accordi minerari relativi all’uranio. Lo possono fare, per questo o per altro, e pure con intensità e durata maggiori, per qualunque altra cosa. Con l’uranio si deve fare attenzione. Per delle condotte di idrocarburi basta un po’ di esplosivo militare o razzi contro le stesse mai disturbassero qualcuno.

Per la Nigeria, avevano bisogno di uno, a Petrobras. Uno, tanto per far figurare che mandavano qualcuno. Non ne avevano comunque altri. Non di meglio evidentemente. Difficile credere che ne avessero altri, con gli stipendi offrivano ed offrono. No, proprio non hanno di meglio, in Petrobras ed in tutto il Brasile. O, se ne hanno, scappano e sono liquidati dal burocratismo brasileiro. È la selezione dei peggiori. Solo i cazzoni emergono e detengono il potere, in Brasile.

Il che è tutto dire se hanno solo un piccolo mitomane truffatore cretino ed ignorante, che è nientemeno, se lo è, ingegnere loro, anzi uno dei loro capi: “dal 2007, leader globale Esplorazione & Produzione petrolio e gas in acque profonde, e EPC [Ingegneria, Approvvigionamento e Costruzione]”. Formalmente è della Petrobras olandese, per sfuggire alla moglie che vuole i suoi soldi. Il suo cuore non ha retto a tali altezze. Per cui, si è ammalato e lo ha pure mandato in coma, due anni fa. Più precisamente, era stato un colpo. Lui aveva preso un viagra. Dato che il cuore era malandato ma lui non lo sapeva, lo avevano dovuto ricoverare d’urgenza e metterlo sotto i ferri. E poi era entrato od era restato in coma. La moglie era già allora in furioso agguato per mettere le mani sui suoi [di lui] soldi, nel caso avesse tirato le cuoia come sembrava stesse per fare.

Avevano mandato lui, lui a far figuracce, ed a farle fare alla Petrobras ed al Brasile. Comunistoidi, fascistoidi, centrini o decentrati, moderati o accesi, no lui è fascistoide [il nonno ed il padre, vennero mandati in Brasile dalla rete di spionaggio tedesca, verso il 1939, giusto prima della guerra in Europa], alla fin fine si preoccupano solo delle loro tasche e neppure cercano di fare quello dovrebbero. Il brasileiro di merda, con la sua arroganza dell’ignoranza, pensa sempre che la furbizia sia sufficiente. Che è poi la furbizia del brasileiro? Fottere, per quel riesce, sé stesso e gli altri?! Sì, è solo questo.

Ecco come un mitomane ignorante, di pura rappresentanza, rappresentanza di quello è il Brasile reale, una cloaca senza speranza, è stato inviato, molto probabilmente solo di guardonaggio, di un futuro, se mai lo faranno, gasdotto Nigeria-Niger-Algeria. Lui dice, Nigeria-Roma. Non sa mai di che parli. Non ha idea né della geografia, né dei fatti, né di altro. In pratica, la nigeriana andrebbe a rafforzare la produzione algerina, se ciò sarà permesso dagli interessi già citati.

João è forse ingegnere chimico. Ma, se lo è, è proprio un ingegnerucolo infimo. La troia che lui si era preso in casa, a Rio de Janeiro, aspettava che lui non ci fosse per farsi montare da altri. Una troia deve pur preoccuparsi di trovare una pluralità di fonti di sostentamento. Finché non ti sposano e non ti intestano beni, non sei mai sicura del futuro.

Tornato dalla Nigeria, lui l’aveva sorpresa mano nella mano, in atteggiamenti di inequivocabile intimità, con un altro. Esploso d’ira, lei era riuscita a non farsi cacciare di casa, ma anzi a cacciare lui, per un po’, minacciandolo di contattare la ex-moglie e portargli qualche tiro mancino svelando i suoi guadagni reali ed i traffici per non dare soldi alla stessa.

La ex-moglie era ed è già una interessatissima di suo. Come già accennato, verso metà novembre 2011, João viene operato al cuore. Non resse del viagra. A seguito dell’operazione va in coma, o lo era già prima. La moglie, pensa solo ai soldi. Dove li tiene? Come prenderseli? Si agita. È fuori di sé. Da idiota ed ignorante brasileira, si dice che lei è astutissima. Il 18 novembre 2011, lei, ElieteMesqMach, scrive a google, gmail, dando le email di lui, ***@gmail e ***@gmx (che non c’entra nulla), dice di avere avuto la password da lui che ora è in coma irreversibile, che l’ha scordata e che ne ha assoluto bisogno per comunicare col datore di lavoro di lui. Una cosa strampalata da mentecatta. Pure da scema che pensasse di poter trovare i soldi di lui sulle sue email.  

Ora, trovatosi sbattuto fuori di casa dalla mantenuta trovata con un altro, lui si rifugia a Ledo5. Dato che sotto vede un “cercasi portiere di notte”, si candida come tale, chiedendo in cambio la camera gratis. Come può ridursi così uno che dice di avere un contratto-Nigeria ventennale, recentemente firmato, da un milione di dollari l’anno, soldi che, lui dice, tiene in Turchia, ...noto paradiso fiscale! Sarà semmai, ma lui non ci deve essere mai ancora stato, la Repubblica Turca di Nord Cipro, eventualmente. Cosa da brasileiri! A Ledo5 ti pagano, poco, per fare il portiere di notte e la stanza è gratis. Lui, che è furbo, crede, chiede stanza in cambio di lavoro, senza neppure i quattro soldi di stipendio... E mentre, pur in ferie, lavora ‘assiduamente’ per Petrobras andando in ufficio, ma anche dandosi in continuazione malato dato che la salute sua è sul malfermo. Quando non è per una cosa è per un’altra: otite, cuore, febbri etc.

...Lavora assiduamente... Sfoglia vecchie riviste, per cercare cosucce da copiare per inventarsi un piano industriale di un immaginario gasdotto Lagos-Roma che si è creato nella sua testa. In Nigeria è tutto fermo. Nulla è ancora iniziato. La Presidenta Dilma, quando andò a parlare col suo equivalente nigeriano, non concluse nulla, e loro sono comunque di guardonaggio perché nel Conzorzio per quest’opera i giganti ed i finanziatori sono altri. João è stato in Nigeria per un sopralluogo... ...Diremo. Non sa neppure dove sia la Nigeria né conosce i luoghi che ha visitato. ...Se comunicava in portoghese con altri di altre lingue... Lo vedremo a minuti. In Nigeria, la lingua ufficiale è l'inglese che lui neppure leggiucchia. Nulla di nulla.

Per candidarsi a fare il portiere di notte in cambio della stanza per un paio di mesi, presenta un CV, ...e che CV! Se uno si candida per lavori bassi, deve occultare gli studi e simulare di aver sempre fatto lavori bassi. Sì, insomma, se uno si candida per fare il portiere di notte a Ledo5, se presenta un CV se lo deve inventare magari dicendo di avere fatto il guardiano notturno in un posto dove non possano controllare. No, João è uno ‘logico’ e lineare...

Dichiara:
* laurea in Ingegneria Meccanica a São Paulo, al http://www.poli.usp.br,
* diploma post-laurea in Ingegneria Chimica, sempre a São Paulo, al http://www2.iq.usp.br,
* un diploma post-laurea, in ingegneria ambientale, + due Master, in Petroleum Business Administration ed in MBA-Strategic Business Management, a Toronto, alla http://www.ryerson.ca,
* due diplomi post-laurea, in Naval Structural Engineering-FPSO, e in Deepwater and Ultra-Deepwater,  a Houston, Texas, alla http://www.uh.edu,
* uno o più diplomi in Project Management, contemporaneamente alla https://www.efmd.org ed alla http://eaesp.fgvsp.br.
* più altri corsi.

Fosse solo questo. Premette tre pagine fitte dove si combinano un’introduzione retorico filosofica d’accatto con dei dettagli tecnico-produttivi che non c’entrano nulla con un CV, ma per lui di grande rilevanza, evidentemente. Poi, come parte finale, più di tre pagine fitte di altre qualità personali e conclusioni dove lui si dichiara uomo di grandi qualità e di grande onore. Lo vedremo! ...Onore... Di più: “Sono metodico, meticoloso, accurato, perfezionista, ma soprattutto logico.” Da non crederci conoscendolo anche solo appena! Un super-mitomane!

Neppure questo è tutto. Dal CV, si scopre che è un grande volontario, uno che dedica fine settimana e notti, ogni momento libero, a far del bene al prossimo, dice lui. Qui, con la scusa che aveva il conto bloccato, prima ha raccontato che tanto il suo capo lo finanziava, poi ha cominciato a chiedere tutto a tutti: sapone, pane, biscotti, soldi. Ha perfino chiesto un misero real a Athos. Mistero a che gli servisse mai e con grande urgenza. Ovviamente, non glielo ha restituito. Un sì grande scienziato ha la testa fra le nuvole quando deve restituire le cose! Dalle piccole cose si vedono i grandi personaggi. Lui è misero in tutto.

Ovviamente, il padrone, Fausto, ricchissimo ma ignorante e rozzo, legge tale CV e si dice che deve essere opera di un pazzo. Per cui gli nega il posto. Eppoi non avrebbe mai tollerato un altro brasileiro, suo sguattero ma con istruzione universitaria.

Fausto è uno che ha un debole per gli uomini, quando la Polizia Segreta / Squadroni della Morte non gli ordinino di essere cafone. Anche João ha un debole per gli uomini. Quando Fausto gli ha detto, sol suo solito eloquio frescone: “Caro João, io avrei proprio voluto ma non mi e stato permesso... No, non me l’hanno proprio permesso...”, João si è commosso. Ora racconta a tutti che è stata Leda, che non conta un cazzo essendo solo un cane da guardia servile del padrone che: “Ha letto il mio CV e non mi ha voluto.” Ma figuriamoci! 

Lui, João, perché aveva chiesto il posto per non pagare la stanza? Perché sapeva che... No, non sapeva... Credibile?! Non sapeva che gli stavano bloccato il conto? Con supposti fondi in supposti paradisi fiscali [la Turchia!!!] se ne arriva qui senza liquido in tasca?!

Non assunto come portiere di notte, deve dunque pagare. Paga un paio di mesi con un assegno. Fausto lo mette all’incasso. Esce poi fuori, coi lunghi tempi brasilici, solo il 21-22/08/2013, che l’assegno non è incassabile. La banca glielo rifiuta.

Giovedì 22/08/2013, João corre disperato alla banca. Il conto gli è stato bloccato dalla magistratura perché non ha pagato gli alimenti alla moglie. Si altera con la banca. Va in escandescenze. Gli chiamano la polizia, che lo porta al commissariato dove lo trattengono tutto il giorno. Un mitomane ed un pazzo. Non conosce le cose. Non ha senso pratico. Si lancia a testa bassa contro muri. E se la spacca. 

 Non è capace di pagare gli alimenti alla moglie. E non è neppure capace di non pagarglieli, nel caso volesse evitare l’incombenza. Non sa nulla di conti offshore o di altri sistemi di occultamento. ...La Turchia... Cose da pazzi! Ad uno danno un milione di dollari l’anno e che fa?! “Mi hanno detto che la Turchia è la Svizzera del Medio Oriente.” Beh, la Nigeria non è in Turchia. A quel punto meglio la Svizzera originale. Ma non sei in carico alla Petrobras Olanda? Ci sono le banche olandesi o, ancor meglio, le isole del Canale. Proprio a Lagos hanno un ufficio servizi offshore di una grande banca inglese. Apri il conto da loro o dai i soldi a loro, ma sono fisicamente-legalmente nelle isole del Canale (nella Manica). Non può. Parlano in inglese. Lui è una vita che gira il mondo è non ha imparato, non c’ha neppure provato!, mezza parola di inglese! A Petrobras ed ai brasileiri piacciono solo se sono ignoranti. Eppoi, non è capace di mettersi un paio di migliaia di dollari in tasca. Ma sì, è un qualunque accattone alla brasileira che vive alla giornata. Eccoli, i dirigenti di Petrobras!

La sua logica è ‘ferrea’, davvero ferrea, in tutto. Vediamola sulle questioni familiari: “Mi hanno insegnato che la famiglia non si sfascia mai. Semmai ci si fanno delle amanti. O si va a puttane.” Ad uno che avrebbe voluto scoparsi la figlia ormai non più infante ma già all’università, e forse pure oltre, lui va a parlargli serio serio, cioè con la tipica aria paranoica delle persone che fanno la morale agli altri.
- “O la sposi, e per sempre, o togliti di mezzo!”
Il ragazzo, seccato, gli dice che dare di tali lezioni e poi essere separati e divorziati come lui... E lui, João, piccato, va su tutte le furie:
- “Mia moglie, quella zoccola, ha sfasciato la famiglia! Io avevo qualche amante, come ogni uomo deve fare, come mi hanno insegnato mio nonno e mio padre! E quella zoccola si è offesa, per così poco, ed ha sfasciato la famiglia con separazione e divorzio!”

Cacchio, che logica! Il ragazzotto, capito che lì era tra super-pazzi, pur frequenti in Brasile, è andato a sbatterlo dentro a qualche altra... 

Daniel è un altro bamba in ferie in Brasile. Le passa a Ledo5... Anche lui ha conti o asciutti o con qualche altro problema, per cui passa le giornate ad urlare al telefono di mandargli i soldi nel tale o nel tal altro modo. Poi esce per comprarsi da mangiare e di nuovo con gli occhi sbarrati a guardare il soffitto o lo schermo TV che dovrebbe oramai conoscere alla perfezione ed esserne annoiatissimo. Quando uno non ha interessi, pure la TV diviene noiosissima. O se ne resta ipnotizzati come drogati che non danno più senso alle cose o se ne ha una noia aperta. Sì, uno si vede la vita che scorre sotto il naso. Poi, l’unico contatto colla vita reale è pagare il conto della stanza e comprare da mangiare. Anche col computer online potrebbe essere lo stesso. Dipende da che uno ci faccia, ovviamente. Anche con la TV. Uno se la accende e la usa solo come sottofondo per dormire... Un altro, molti lo fanno, la usa invece come sostituto della vita reale vivendo attraverso di essa emozioni vedendole vivere ad altri in cui si immedesima. Vivere emozioni scrivendo non crea, semmai risolve, patologie. Guardandole e vivendole attraverso la TV, gli altri, crea invece patologie.

A proposito di computers, João arriva a Ledo5 col suo laptop. Si fa dare la password da Fausto, il proprietario. Già fare la connessione, senza chiedere ad Athos, è per lui troppo difficile. Fatta la connessione è per lui difficile usarlo. Si inventa un qualche danno irreparabile e lo accantona. Va avanti a sfogliare riviste e poi diventa progressivamente aggressivo con Athos cui chiede un crescendo di ricerche che lui João non sa fare. Ma anche quando Athos gliele fa e dà, lui non ci capisce nulla. João non sa che cercare. Non sa che trovare. Non sa che cosa usare quando se le trova sotto il naso. Avvitamento del e nell’ignoranza e sottosviluppo.

Prima di essere passato ad “aggredire’ Athos con le sue richieste di ricerche e di cooperazione, João si era già distinto per le sue nevrosi. Sotto v’è una trattoria che è particolarmente rumorosa, a volte. Vanno avanti tutta la notte dato che basta un buco aperto e tutti vi si attardano a rumoreggiare. Ma anche se chiude la trattoria, o se resta aperta ma senza musica tutto volume, vi sono comunque ritrovi, circoli, balere, ristoranti, della Piazza che è subito lì. Anche nella via laterale. Se i rumori anche assordanti non arrivano dalla trattoria sotto, ve ne sono altri. A volte vi sono pure gli echi di concerti in Lapa. Quando è tutto chiuso, vi è sempre qualcuno in strada che urla. João, che è prossimo alla finestra del corridoio che dà sulla strada, è raggiunto dal rumorio notturno e non riesce a dormire. Fatti muovere più distante. No, lui bussa a tutti, Athos compreso, aggancia tutti, pure negli altri piani, esponendo accalorato il caso e chiedendo che gli firmino una petizione che sottometterà i giorni successivi. Non deve avere trovato sufficienti adesioni perché ha desistito e non ha scritto nessuna petizione. Tra l’altro, vi sono sempre, giorno e notte, i vigili urbani. Bastava scendesse e dicesse a loro. Oppure al proprietario di Ledo5 che, come proprietario dell’edificio, deve essere pure il proprietario dei locali della trattoria. Quando in un’area si fa baldoria di notte, questo entra nelle caratteristiche, come dire?, ‘strutturali’. O ad uno la cosa non tocca, oppure se ne va altrove, a meno che una qualche vera maggioranza non sia urtata da quello succede.

In realtà, non è che questi due squallidi figuri, João e Daniel, non avessero avuto nulla-nulla da fare, se avessero voluto. A Petrobras, avevano organizzato in corso di francese. João è convinto che in Tunisia e Algeria parlino francese, come lingue ufficiali... In realtà, vecchi a parte, ora chi sa il francese sa pure l’inglese. In Nigeria, la lingua ufficiale è l’inglese. Nel Niger, ma è spopolato, la lingua ufficiale è il francese. João neppure lo sa che esista il Niger... Beh, sta di fatto che Petrobras organizza un corso di francese. Solo loro potevano! E non organizzarlo di inglese..., od organizzarlo di entrambe le lingue. Ma sarebbe stato come con quello di francese o di qualunque altra cosa. Alla prima lezione del corso di francese partecipa un gruppetto. Alla seconda solo qualche sopravvissuto. Alla terza più nessuno. Hanno chiuso il corso, prima ancora di averlo veramente iniziato.

João, che era tra i partecipanti iniziali, sentenziava pomposo:
- “O le lingue si imparano da piccoli, o non c’è nulla da fare.”

Tipicamente brasileiro. Sono rinunciatari, su tutto. Non sanno far nulla. Non hanno voglia di apprendere a far nulla. Pensano di essere perfetti e di sapere fare tutto! Ecco, il sottosviluppo ed il sottosviluppismo cronici sono proprio questo. Chi si sente perfetto ed onnisciente, non ha bisogno di imparare nulla. Se sa già tutto e pure di più! 

Appena l’agente speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, scopre che i due polli di Petrobras sono in Ledo5, li manda subito a chiamare, ben prima che MarcAntonio se ne vada domenica 18/08/2013 mattina. MarcAntonio era quello incaricato di rumoreggiare giorno e notte contro la stanza 64, quella di Athos e di ‘informare’.

...Non si sa bene ‘informare’ su cosa. Le Polizie Segrete operano a quel modo: “Ci tenga d’occhio quello”. Lo fanno per procurare allarme, sputtanare “lasciando intendere”..., meno lasciano intendere più il pidocchio medio ci costruisce di suo. Su ciò innestano altre loro porcherie, dalle persecuzioni, ai linciaggi, agli annichilimenti totali tipo State/Government-Organized Stalking, agli assassinii.

Il porco statale, statal-federale, li chiama, li convoca:
- “Abbiamo un lavoro riservatissimo per due grandissimi patrioti come voi. Petrobras è il nostro baluardo informativo e di sicurezza in patria e nel mondo...”
- “Grazie. Noi siamo gente onesta sempre al servizio della patria.”
- “Abbiamo un problema lì a Ledo5... Ora se ne occupava Fausto con MarcAntonio e con altri...”
- “Di che si tratta?”
- “Vi faremo sapere. ...Ah, intanto mettetevi a disposizione del proprietario Fausto e del suo braccio armato Leda Gracia Dias.”
- “Certo! Sempre agli ordini! ...Se ci dicesse meglio...”
- “Ogni cosa a suo tempo...”

Di fronte alla 64, dove è Athos, v’è la 63 di Liberio. João è affianco a Liberio, nella 62. La stanza di João è senza finestre esterne. Ha solo delle fessure che si possono aprire sul corridoio. Lui tiene sempre tutto chiuso ed oscura pure con dei panni che coprono il vetro comunque non trasparente. Una cosa maniacale. A parte che col caldo che fa, tenere tutto oscurato e chiuso non è che sia molta salutare per un buco di pochi metri quadrati. Daniel è dallo stesso lato della 64 di Athos, la fila di stanze con finestra esterna. Per il momento, cioè fino a quando MarcAntonio se ne va ed alcuni giorni successivi, Daniel è alcune stanze più in là in direzione della parte centrale del corridoio.      

Mercoledì 21/08/2013 sera, compare uno nella camera 65, quella dove fino a domenica mattina alloggiava MarcAnonio. Leda Gracia Dias ha sempre un tocco particolarmente viscido quando accompagna dei pidocchi o fa loro dei servizi. Dopo che lei lo ha lasciato nella stanza con tanto di televisore che lei gli porta, lui passa poi dalle 22:00 alle 23:30 a ticchettare contro il muro tra la sua e la 64, la stanza di Athos. Un ticchettare, ossesso ed insistente. Non ottenendone riscontro se ne esce affranto e rientra altrettanto annichilito.

La stessa notte, con Leda portiere di notturno, qualcuno telefona per Athos. Lei dice che lo chiama. Non lo fa. Poco dopo, quando richiamano, dice che lei lo ha chiamato ma che è lui che non è voluto scendere. La stessa notte, alle 2:45 ormai di giovedì 22/08/2013, Leda va sotto a battere sul soffitto della stanza sotto quella di Athos. Athos, che stava leggendo, si spancia dal ridere. Lei, rabbiosa, non ottenendo riscontro di tali sue stravaganze in servizio Terrorismo di Stato, lì comandata dal “suo padrone” Fausto, se ne torna sotto in portineria, con la sua aria da infame squagliata.

Dopo un paio di giorni, su richiesta dell’agente speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, Daniel viene spostato nella 65, dove prima stava MarcAntonio, affianco alla 64 di Athos. Previamente istruito dall’agente della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, questi comincia a battere con martelli, piedi, mani ed altri oggetti o parti del corpo, tanto sul pavimento che contro il muro. Lo fa a tutte le ore.

Athos non risponde. Spesso neppure lo sente. Daniel è crescentemente nervoso, acrimonioso, ossesso. Quando se ne esce dalla stanza per andare a comprarsi da mangiare o per altre cose, Daniel continua a rimuginare. La delusione e la rabbia gli montano dentro. Appena rientrato nella stanza si lancia contro il muro con colpi violenti. Eruzioni rabbioso-paranoico-delusionali.

Il legame criminale e maniacale tra Daniel e João si rinsalda. Sembrano due che froceggino in in continuazione, come in calore, soprattutto dopo che l’agente speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, ha parlato apertamente pure con João, di nuovo, ed a quattrocchi:
- “Tu che sei un grande dirigente Patrobras, sei ora incaricato dalla patria brasileira di vegliare su Daniel che abbiamo mobilitato per una grande missione speciale patriottica: battere su muro e pavimento in continuazione. Tu lo assiti, lo motivi e ci dici”

João, ulteriormente nevrotizzato da quei continui colpi che, essendo di fronte a Daniel, è il primo a sentire, fa buon viso a cattivo gioco. Neppure troppo buono, invero, perché Daniel raspa e batte, e poi va a battere pure alla porta di João che sta dormendo e si sveglia di soprassalto. Eccolo che sta male, sempre più male. Urla nevrotico:
- “Che cosa vuoi da me, a quest’ora!”

Andiamo per ordine. Prima di questo coinvolgimento totale di João vi sono alcuni passaggi.

Sabato e domenica 17-18/08/2013, João dice ad Athos che lavora negli idrocarburi, che ora sta lavorando ad un progetto nigeriano e che deve presto fare un giro in Europa, a cominciare dall’Italia, per acquistare pezzi per l’industria petrolifera brasiliana, specificamente per Petrobras per cui lavora. João dice che acquistano valvole, valvole piuttosto grandi, da un’azienda di Roma. La sua concezione della geografia è un buco nero. Vede nero, alla cieca. È come uno daltonico che indichi i colori. L'azienda che lui dice non è a Roma bensì a Milano. Per lui non fa differenza. Dice che quando trattano con aziende italiane, gli altri dicono che si capisce egualmente ma che, in realtà, quando parlano veloci, cioè normalmente, si crede di aver capito sebbene poi si realizzi di non avere capito nulla. Pure quando parlino lento, a parte i sì ed i no. Molte volte non capiscono. Ancora peggio quando parlano con altri, altrove, che usano l’inglese di cui lui non riesce proprio a decifrare nulla, neanche per iscritto, nonostante le sue dichiarazioni da CV di avere studiato negli USA ed in Canada. Insomma, ha capito, almeno intuitivamente, che va in giro a fare figuracce.

Fa poi vedere ad Athos documentazione sull’industria petrolifera, pure con alcune cose sul Progetto Nigeria, documentazione che lui tiene in pen-drives. Quando accenna a documentazione perduta perché qualcuno non gli ha restituito un pen-drive, Athos capisce che pure in quello non sa organizzarsi. Uno che sapesse usare i computers ed organizzarsi terrebbe tutto sul laptop, eventualmente anche su pen-drives quando senza laptop con sé, di sicuro su siti dove si possono salvare gratuitamente files, anche di una certa dimensione. Lui lavora come uno cui siano stati un bel giorno fatti vedere i computers ed ora, invece che girare con borse di fogli e foto, gira coi pen-drives. Una differenza dimensionale senza un vero salto cultural-tecnologico. Tipico del burocratismi deteriore: una qualche computerizzazione dell’inefficienza, il computer sulla scrivania affianco come accessorio dovuto ma non davvero sfruttato. Non il computer che diviene parte dell’organizzazione, ma il computer che si stratifica sul burocratismo inefficiente, lo affianca. Il sottosviluppo ed il sottosviluppismo cronici sono pure quello. Subodorano la tecnologia ma non la usano davvero.

Athos glielo dice, che anche senza usare servizi a pagamento, di può tenere tutto on-line gratis, per cui, anche se uno perde un pen-drive, ha la copia salvata. Lui lo guarda stupito. Nessuno glielo aveva mai detto. Segno che dalle parti di Petrobras sono tutti ignoranti come lui. È domenica 18/08/2013, il primo pomeriggio. João scrive direttamente sul laptop di Athos il suo indirizzo di email per ricevere così l’indirizzo di SkyDrive, che è un servizio gratuito connesso a Microsoft o di Microsoft. Poteva scrivere la sua email gusta? No, non poteva. Scrive *enginer* invece di *engineer*. L’indirizzo giusto lo trova poi Athos da solo e gli rimanda la email che era tornata indietro per indirizzo inesistente. Non serve a nulla. Perché poi lui, João, cancella tutto senza leggere e senza controllare ciò che cancelli.

João lo vede che Athos le sa le cose, che si muove facilmente da un campo all’altro, e che si procura rapidamente informazioni. Anche se, in quelle situazioni, il pidocchio vissuto nel sottosviluppo e sottosviluppismo, da un lato pensa che l’altro potrebbe pure essere utile per lavorare meglio, per fare quello lui non sa né può né potrà mai fare, sebbene allo stesso tempo covi un sordido rancore: “Ma come è che quello/i sanno cose che pure noi dovremmo e potremmo ma di fatto non padroneggiamo? Ha dieci anni più di me eppure si muove in queste cose come uno ne avesse trenta di meno.” Tuttavia João è ancora nella fase positiva, che verrà demolita solo dopo, quando la Polizia Segreta li o lo impatterà direttamente su Athos. Il pidocchio è sensibile al soffiare del vento...   

Dato che João aveva detto ad Athos che doveva fare un giro per comprare pezzi industriali per l’estrazione petrolifera, ma viene fuori che non comprende nessuna lingua oltre al portoghese, ed anche le sue competenze tecniche sono del tutto immaginarie, Athos gli butta lì se non abbiano bisogno dei suoi servizi. João, entusiasta, gli dice di sì, di dargli il CV che lo porta in Petrobras, che ha bisogno sia per il suo giro di un mese in Europa che, subito dopo, a Lagos.

È domenica 18/08/2013 sera. Athos gli dice che glielo manda per email, in portoghese ed in inglese, prima del giorno dopo, prima che lui arrivi in ufficio il giorno dopo. Lo prepara in portoghese ed in inglese, ché poi gli servirà pure per altre domande, e glielo manda nella notte, prima del mattino di lunedì 19/08/2013.

I giorni passano. Mercoledì sera 21/08/2013, João dice ad Athos che non ha ricevuto nulla. Dice che ha controllato la sua cassetta di email ma solo per cancellare tutto. Appunto... Il CV di Athos era lì! Sì, quel João deve proprio essere uno molto organizzato! Cancella tutto senza selezionare quello possa essere importante. Poi dice che non ha ricevuto quello che lui stesso ha cancellato. Che genio! Deve usare le email solo per ricevere pornografia. Ecco perché usa delle email private invece della email istituzionale di Petrobras. Immaginatevi una grande azienda che si vede arrivare una richiesta di prezzi da Petrobras ma con un indirizzo email privato. No, non c’arrivano. Per evitare altre complicazioni, dato che João in realtà non ha molta confidenza coi computer, basta vedere come lavori!, Athos gli dà il CV ‘manualmente’ su un pen-drive dello stesso sì che non possa ridire che non lo ha ricevuto o che è sparito 

João dice ad Athos di inviargli pure, per email, quanto chiede al giorno per assisterlo nel viaggio in Europa. Mercoledì 21/08/2013 sera, Athos glielo manda. Solo 100 euro al giorno e poi Athos se ne resta in Europa se non ci sono concrete possibilità per la cosa in Nigeria. Anche questa email João dichiarerà poi di non averla ricevuta. Quando Athos gli dirà che chiedeva 100 euro, João farà 100x30=30'000, secondo lui. No, fa solo 3'000.
Athos glielo dirà: 
- “No guarda che sono cento non sono mille. Né faccio il ladro, né il pazzo...”

João non capisce. Fa come di alterarsi appena sente la parola ladro’. Se ne sente toccato. In effetti, Athos aveva notato una qualche somiglianza antropologica tra João ed altri ladruncoli brasileiri con cui aveva già avuto a che fare. È solo una sensazione.  

Athos glielo deve spiegare:
- “Se uno ti chiedesse 1'000 al giorno, costerebbe meno, molto meno, procurarsi degli interpreti in loco. Invece con 100 al giorno, uno non solo ti fornisce un servizio globalmente migliore ma, alla fine, è più competitivo e comodo che trovarsi degli interpreti nelle varie tappe del giro europeo. Eppoi, fa comodo pure a me o per restare in Europa o per lavorare con voi a Lagos.”
Per un servizio continuativo di quel genere, aziende del settore chiedono un minimo di 300 al giorno (4'200 per due settimane, 8'400 per quattro), senza spese di spostamento che sono ovviamente a carico del cliente. Lui lì non solo ha bisogno di un interprete ma di uno che gli faccia da baby-sitter negli spostamenti e che, poi, tratti al posto suo, pur facendo sentire lui come il capo, per cui di uno che prima si sia pure studiato il settore petrolifero.

Inutile spiegargli queste cose che poi si offende. Eppoi, il brasileiro non capisce frasi di più di tre parole stereotipate. Già Athos si è espresso in modo troppo difficile, con lui.

Lui, João, commenta:
- “Mi ero già trovato con interpreti che poi se ne restavano in un canto a bocca chiusa.”

Chissà che s’era trovato. Se vai per trattative dove occorra discutere di dettagli tecnici non è che ti basti un generalista, ti occorre qualcuno che si sia visto i dettagli, e che abbia una qualche previa idea di quello di cui si parla. O è lui ed il suo capo che non ci stanno colla testa, od a Petrobras devono proprio essere messi ‘bene’! Sì, è questa seconda ipotesi, perché se lui va per acquisti di pezzi ed attrezzature per estrazione e trasporto petrolifero in Brasile, e se mandano proprio lui, lui-lui, non un altro... Brasile... Non hanno dei dizionari specializzati? Non se li è costruiti sul computer? Chiaramente non sa da che parte cominciare a lavorare. Fa e fanno tutto alla cazzo.

Per una richiesta di informazioni ad un’azienda norvegese, poi gliela scrive Athos in inglese, lui la stava scrivendo in portoghese, e pure rozzo. Neppure sa, uno di sì ‘grande’ esperienza, come si scriva il simbolo di pollice/inch [pollici/inches]. Non ha idea quanti millimetri sia. Il piede/foot [piedi/feet] lui pensa sia un metro. Tratta di tubazioni e non ha alcuna idea di che stia parlando. Non solo. Si aspetta di poter mandare una email, in Norvegia, dove scrive pol [polegada] al posto di inch/inches. Cose dell’altro mondo. Ma dove li hanno trovati? 

Giovedì 22/08/2013 è un altro giorno buco. João va in banca perché gli hanno bloccato il conto. Lui va in escandescenze. Non riesce a capire che non glielo hanno certo bloccato su iniziativa loro, se c’è di mezzo la moglie per questioni di alimenti. In banca si stufano di lui che si mette ad urlare e che minaccia. Chiamano la polizia che lo porta al commissariato per tutta la giornata. Al commissariato, ripete per mille volte, a poliziotti che non possono farci nulla, che la moglie è una troia che gli ha fatto bloccare il conto. 

Venerdì 23/08/2013, João  vede finalmente la nuova email col CV di Athos, oltre a quello che lo stesso gli ha dato manualmente su uno dei suoi pen-drives. Lo invia, per mail, al responsabile di area a Roma e lo comunica a Athos, sempre per email, con aria tutta pomposa, in realtà un po’ falsa di chi, non credibilmente, cerchi di atteggiarsi a grande manager. Ma tralascia la punteggiatura. No, non è uno molto accurato, sempre che sappia scrivere in portoghese corretto e non solo nel modo colloquiale usato da molti. Poi, la sera, dice ad Athos che gli hanno pure già risposto, telefonato, dall’Ufficio Personale e che il colloquio, qui a RJ, sarà lunedì 26/08/2013, alle 10:00, che poi gli darà l’indirizzo esatto, ed aggiunge:
- “Quando ti chiedono del salario, digli che è l’ultimo punto da esaminare, che non c’è fretta. Ma quando si arriva al dunque chiedi 50'000 dollari al mese. Non meno! I salari sono quelli ed anche più alti.”

Athos strabuzza gli occhi:
- “Al mese?! 50'000?! 50'000 dollari?”
- “Sì! Sì! 50'000 dollari. Pagano pure di più. I salari sono quelli. Non accettare meno ché è giusto così”
Athos glielo fa ripetere cinque volte:
- “OK, se tali sono i salari per quel lavoro... 50'000... ...dollari...”

Inserito il nome di Athos nel sistema informatizzato di Petrobras, succede il solito, quello succede sempre. Viene subito allertata la Polizia Segreta, gli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira. Questa chiama Petrobras dicendo che Athos non deve lavorare, ma che lui non deve saperne nulla di quel loro intervento, neppure deve sospettarlo.

Invece a Petrobras, dove qualcuno resta proprio male per quell’interferenza, vogliono che Athos sospetti e capisca tutto e subito.

Sabato 24/08/2013 mattina, chiamano d’urgenza João che corre a Petrobras.
- “Lo ha già avvisato quell’Athos del colloquio di assunzione?”
- “Sì, perché?”
- “Ha telefonato la Polizia Segreta che non se ne deve fare nulla... Ma chi è quello?”
- “Sembra uno a posto. Del resto, lo avete visto il suo CV... In effetti, mi aveva detto che appena si inserivano i suoi dati nel sistema informatico telefonava il governo, la Presidenta, per dire che lui non deve lavorare...”
- “Hanno detto che lui non deve sospettare nulla. Meglio dirgli che io sono via e che la cosa è rinviata di una settimana. Intanto vediamo che è questa storia, se ci dicono qualcosa di più.”

Sabato 24/08/2013, dopo essere stato convocato alla Petrobras, pure l’agente speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, convoca João e si incontrano un attimo in centro:
- “Ho voluto vedere solo te, perché tu sei un dirigente in Petrobras... Te lo ha detto Daniel che...”
- “Non mi fa dormire. È sempre a rumoreggiare. Glielo ho fatto presente e mi ha detto che è un servizio speciale, che gli hanno, che gli avete detto...”
- “È una cosa che dobbiamo fare. Ordini. Quella è la dissuasione abitativa. Il fatto che non debba lavorare è la dissuasione lavorativa. Insomma, abbiamo l’ordine che quello non debba vivere. Deve andare via di qui. Dove poi va, gli faranno lo stesso e peggio. Non deve vivere! Noi eseguiamo solo ordini. Visto che già sai, volevo dirti che dato che tu sei un dirigente, dovresti fare il capo. Daniel rumoreggia e tu lo controlli e gli dici come fare meglio.”
- “Ma io sono un grande ingegnere. Come posso abbassarmi... Eppoi sono un uomo di onore.”
- “Appunto un uomo d’onore deve obbedire alle gerarchie. E noi ti ordiniamo di... Ah, quell’Athos non deve intuire nulla...”
- “Lui sa già tutto e pure di più. Me lo ha detto lui che mi e ci avreste contattati.”
- “Non importa. Abbiamo ordini. Gli ordini sono che devi fare in modo che lui non intuisca nulla. Non dirgli nulla. Approfitta di lui. Magari rubagli dei soldi. Questi sono gli ordini.”
- “Ma io sono una persona onesta!”
- “Appunto. Le persone oneste obbediscono alla patria. Ora la patria ti ordina di fare questo. A proposito, meglio se vedi di creare incidenti con Athos, e di cui dargliene la colpa, così gli puoi dire che è andato tutto a monte per colpa sua.”

João se ne andò scodinzolando, con la coda tra le gambe. Tutti  i minchioni si dicono che loro sono grandi. Ma poi...

Domenica 25/08/2013, João se ne esce con Athos che è tutto rinviato:
- “...molto probabilmente solo di una settimana, perché la settimana entrante la psicologa che fa i colloqui di lavoro è via per un convegno. Il colloquio sarà lunedì 2/09/2013. Poi, ti faccio sapere con precisione.”

Sta mentendo. Prima era libera. Ora è all’improvviso occupata e pure per una settimana, ma solo perché l’agente speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, ha ordinato che Athos non deve lavorare.   

Lo stesso giorno, João chiede ad Athos di scrivergli una presentazione, sulla base di dei fogli che lui gli da. Sono appunti confusi e senza senso, scopiazzati, ma senza saper che fare, da vecchie riviste e con dati, errati, che dovrebbero rappresentare il futuro Progetto Nigeria, il gasdotto fino all’Algeria. Lui dice “fino a Roma”. Fino a Roma c’è già. Gli stessi dati del Progetto Nigeria lui non li conosce. Indica un Presidente del Consorzio per il gasdotto, ma scrive i nomi di due differenti dirigenti Chevron-Shell. Non può essere. Uno non può essere due. Così, ed ancora peggio, su tutto. 

Dovrebbe essere una presentazione in PowerPoint di quel progetto industriale, del gasdotto. Athos glielo fa per curiosità. Athos già gli invia un prima bozza, martedì 27/08/2013, alle prime ore del mattino, sì che lui potrebbe averla ricevuta in giornata, se avesse controllato le email. E poi molte altre man mano che copia tutto, con punti interrogativi in corrispondenza di tutti i numerosi punti in cui ci sono errori evidenti. João non apre le email. Quando controlla la sua cassetta email, da un’occhiata alla presentazione in PowerPoint. Non ci capisce nulla, Dice che è ottima. Ci sono mille correzioni formali e sostanziali da fare ma lui, João, non sa da che parte cominciare. Ha buttato giù appunti alla cazzo, ma poi si deve ben precisare tutto. Percentuali che non tornano. Dati chiaramente errati. Errori concettuali su tutto, a cominciare da questioni di base di organizzazione industriale, di cui evidentemente sa meno di nulla. Invece che indicare una serie di funzioni da coprire, lui, alla brasileira del cazzo, butta giù un elenco di posizioni di lavoro da occupare. Si immagina una struttura con decine di dipartimenti, una burocrazia da ministero brasileiro. Non è così che si immagina, né che si progetta, all’inizio, unorganizzazione efficiente, ma è così che il brasileiro si immagina una merdata alla brasileira. Andrebbe dato un ordine dato che sui fogli, a mano, João aveva scritto quello che le scopiazzature del momento facevano uscire dalla penna. Non lo sa fare, né ne ha voglia. Non fa neppure una prima stampa del file in PowerPoint. Si dovrebbe fare fa a quel modo, farsi delle stampe progressive del testo da correggere e che si sta correggendo, per cominciare ad ordinare, ed intanto correggere e completare. Non è in grado di fare neppure quello.

Domenica 01/09/2013, João va al mare con Daniel. Ormai sono due inseparabili, dopo che hanno scoperto il comune destino nello State/Government-Organized Stalking. Uno fa toc-toc e raspa su pavimenti e muri. L’altro deve controllare che faccia toc-toc e raspi su pavimenti e muri. A volte, João va pure ad incitarlo ed a fare toc-toc con lui. Al mare, fanno il bagno. João torna con l’otite. Sta tre giorni a scaccolarsi le orecchie ed a letto. Una cosa disgustosa. Va davanti alle persone, e giù compulsivo a scaccolarsi le orecchie mentre parla cogli altri, magari allungando le mani verso di loro e le loro cose, e toccandoli con le sue dita scaccolate di secrezioni.

Mercoledì 4/09/2013, nel tardo pomeriggio, di fronte a lui che va all’assalto con continue richieste insensate di ‘ricerche’ online, che né lui né in Petrobras sanno fare, Athos, alla fine, sia lascia cadere quelle richieste deliranti, sia gli dice chiaro chiaro che prima gli aveva detto che avevano bisogno di lui per le trattative con italiani, francesi, inglesi, russi ed altri, e pure a Lagos poi. Ora, all’improvviso, è invece chiaro che ha ricevuto il contrordine, ma pure l’ordine di far finta di nulla e di truffarlo. Gli sottolinea che prima lo ha fatto impegnare, poi, di fronte al contrordine, non gli ha detto nulla. Athos gli dice diretto diretto che ha bisogno di sapere se hanno bisogno o meno.

João Machado era divenuto sempre più aggressivo con le sue richieste insensate, sia per incompetenza ed ignoranza di base, sia perché aveva ricevuto l’ordine di creare incidenti con Athos: “Così gli puoi dire che è andato tutto a monte per colpa sua.” Un classico dello State/Government-Organized Stalking.

Di fronte alla quieta fermezza di quelle parole di Athos, panica. Diventa di tutti i colori. Comincia a balbettare. Dice confuso che sono cose lunghe, che si deve aver pazienza. Prima aveva detto che era nell’imminenza di partire per l’Europa e poi, probabilmente, direttamente a Lagos. Ora dice che non sa, che non può dire nulla. Col cervellino, se ne ha un po’, no non né ha..., ...col cranio vuoto sputa lì che gli hanno ordinato di non dire nulla, che lui non può dire nulla... Poi, aggiunge che si è confuso, che nessuno gli ha ordinato nulla, che si deve aspettare ed avere pazienza. Certe volte, in evidente stato di confusione mentale e nervosa, João era sbottato in un: “Tu, ora, lavori per me.” ...Certo, gratis!

Athos gli ribatte calmo che quando deve pagare il fitto o mangiare nessuno pazienta. João diventa verde, giallo, sembra che stia per mancare. Infine, fugge tra le sue scartoffie inutili (le vecchie riviste divulgative sull’industria petrolifera) e che neppure capisce ma che rovista, facendo finta di studiarle, per scopiazzarne informazioni sconnesse ed inutili, per darsi un’apparenza forse da impiegato visto che non è neppure sicuro che sia un tecnico vero. 

Più tardi, siccome gli hanno ordinato di far finta di nulla e lui ha dato loro garanzie che era pienamente disponibile a partecipare al terrorismo di Stato del suo governo, fa ancora un ulteriore tentativo. Se ne arriva con una lista di venti città e dice ad Athos di controllarle tutte che lì c’è di sicuro quella località, o quartiere, o via, che lui chiama ‘Togo’ dove dice di aver visto una raffineria inattiva o da costruire. Ma se lui ha visto la raffineria come fa ad essere una raffineria da costruire? Non sa quel che a visto. Non sa quel che dice. Ignorante, delinquente e fuori di testa.

Athos prende quel foglio e lo guarda un momento. È una vecchia storia. Già i primi giorni, che avevano parlato, e poi ne faceva riferimento nella presentazione PowerPoint, nel Progetto Nigeria, João vaneggiava di quel luogo che diceva di aver visitato, neppure importante per il gasdotto. Ma lui ci teneva egualmente ad includerlo. Per cui nel Progetto Nigeria vi era pure la costruzione di una raffineria. Che c’entra un gasdotto con le raffinerie? Si erano dimenticati di dirgli che Petrobras era uscita, sia in Nigeria che altrove, da progetti petroliferi, dato che necessitava dei soldi per il Progetto Sotto-Sale brasileiro. Athos aveva già controllato tutte le raffinerie presenti, quelle inattive, quelle progettate. Non c’era nulla che facesse intravedere quella vaneggiata da João. L’avevano mandato, e lui era andato, in gita turistica, dato che neppure poteva parlare coi nigeriani. Aveva fatto qualche foto delle strade di  Lagos intasate di  auto. Non sapeva che in Nigeria non si può abitare fuori dai luoghi di lavoro perché ti rapiscono e taglieggiano. Già lo fanno coi nigeriani. Qualcuno era riuscito a fargli capire che gli stranieri devono abitare in luoghi concentrati e protetti. Lui diceva che per le centinaia di persone lui si immaginava di assumere nel centro del Progetto Nigeria aveva già ordinato di predisporre alloggi. Lui?! Per chi? Per fare cosa? Nel momento in cui partiva, fosse mai partita, la costruzione del gasdotto, se ne occupavano Chevron-Shell ed i cinesi che finanziavano. A lui ed a Petrobras occorreva solo stare lì a guardare senza fare troppe figuracce. Invece stavano solo discreditandosi. Non davano certo in mano a degli zoticoni come João e Petrobras la costruzione di un gasdotto. 

Quel foglio ora, con le 20 città da controllare, era un altro delirio di João, un delirio che, ovviamente, non stava né in cielo né in terra. Athos aveva già verificato e riverificato che ‘Togo’, così come altre possibili variazioni citate da João, non esisteva in Nigeria. Non solo. Proprio non non esisteva l’oggetto da lui citato, la supposta raffineria inattiva. Togo è solo lo Stato oltre il Benin. Lui, troppo ignorante, non ha neppure idea dove sia l’Africa e se la Nigeria sia in Africa od ai poli od altrove. Athos aveva già fatto tutti i possibili conti di tempi d’auto, distanze, direzione indicata da João, e pure altre possibili direzioni. Non v’era nulla e poi nulla. È che João non conosce neppure i punti cardinali, per cui insisteva che aveva viaggiato per 4 ore verso ovest, e pure su strada rettilinea e ad alta velocità. A quel modo, sarebbe arrivato in Ghana.

Diplomaticamente (inutile discutere con chi capisce meno di nulla), Athos gli infila il foglio sotto la porta, dato che lui non è in stanza, con una nota di farsi inserire le città in un GIS, che di sicuro [!] hanno [non sanno neppure che sia!] in Petrobras, così può ammirarsi le sue venti città su una cartina geografica e farsene quel che preferisce. Dopo che ha visto il foglio con la nota, João commenta:
- “Mi accorreva controllarle...”
- “Che cosa controllare? I monumenti?”
- “Controllare nel computer, non fare un GPS.”
- “No, scusa, proprio non hai idea, allora, che sia un GIS. Che c’entra col GPS?! Col GIS te le vedi su una cartina geografica e lì puoi fantasticare sulle tue 4 ore velocissimo verso ovest che ti ho già detto essere impossibili. Oppure, ...del tuo tempo puoi fare quel che vuoi..., con un computer tu te le ammiri una per una in google. Ma non serve a niente che io perda tempo per una ricerca di una cosa che non esiste, ricerca pure ulteriormente insensata su un elenco di venti località che ti inventi ora,  e su cui chiaramente ti stai sbagliando. Che ci fai colle venti località, ti inventi che si chiamano Togo e che sono quattro ore ai 100 all’ora ad ovest di Lagos? Ti ho già detto che a 100 all’ora ad ovest passi di sicuro due frontiere, e magari pure tre.”

No google non gli piace. A lui piace sfogliare riviste (al giorno d’oggi c’è di meglio ed aggiornato on-line, e pure gratis) od usare motori di ricerca dove non esce nulla. Non sapendo fare ricerca, né ricerche, né usare un computer per lavoro, neppure sa lavorare, semplicemente non ha bisogno di trovare, neppure ci prova!, vere informazioni. Anche le trovasse, come fa a leggerle se è analfabeta, portoghese a parte forse?  

Preso dall’ebbrezza, e dell’avvitamento paranoico, dello State/Government-Organized Stalking, voleva solo buttare via altro tempo di Athos per le sue follie. Ed intanto João si rodeva: “Ma come è che quell’Athos trova in pochi minuti quello che io non riesco a sapere neppure in mesi di lavoro” 

Dopo tre giorni a scaccolarsi le orecchie con l’otite, giovedì 05/09/2013 João rimette il naso fuori e va “in ufficio”, dice lui.

Qualche giorno dopo se ne esce fuori:
- “Ho scoperto dove è Togo...” No, non è vero, non ha proprio scoperto una minchia. “...Non siamo andati quattro ore d’auto veloci ad ovest...” Ed allora perché lo dicevi, e come di una cosa sicura ed assodata?! “È una via od un quartiere di Lagos.” Non è vero. Athos aveva già controllato e ricontrollato. Non esiste un Togo in tutta la Nigeria. Tanto meno a Lagos.

Di nuovo, João non è capace, né ci sta colla testa. Tanto meno se ne è più uscito con Athos con cose da fare su quella bozza di presentazione in PowerPoint. È lì abbandonata ed inutile. È servita solo ad Athos per avere delle informazioni, e per capire o ricapire come João, i suoi capi, Petrobras e tutto il Brasile siano solo dei minchioni che non sanno fare nulla. E pure delinquenti e malati di mente, e totalmente prostituiti a chiunque, visto la loro cooperazione con operazioni di State/Government-Organized Stalking della Polizia Segreta / Squadroni della Morte del governo federale del Brasile, su richiesta Carabinieri-NATO.