mashal-074. Anche João Machado & Daniel, e Petrobras, coinvolti nello State/Government-Organized Stalking dei CC-NATO e del governo brasileiro
by Georg Moshe Rukacs
Rio de Janeiro. Brasile. Un altro pianeta.
...Non del tutto...
Verso l’inizio di agosto 2013, sono arrivati,
in Ledo5, un ostello del centro di Rio de Janeiro, due zanza della Petrobras in ferie. Per passare le
ferie, è veramente il luogo ideale. Si fa per dire...
Uno potrebbe farsi un corso di inglese o di
francese, andare sulla neve, andare a puttane [che non siano qui per questo che
è area, sebbene appaiano di infima qualità! ...ma esercitano non qui-qui;
alcune vi abitano; non ho capito se un buco nella prossima traversa, dove le
‘lavoratrici’ si espongono sedute ed in piedi,
sia un albergaccio a ore; forse sì], od in un luogo turistico. Od anche
a casa propria, se ne hanno una da qualche parte. Oppure, non avendone, a quel
punto, uno potrebbe pure restare sul luogo di lavoro, ovunque sia, e farsi
birre o aranciate tutta la giornata. ...O chissacché: difficile dire che vi sia
nell’immaginario del pidocchio brasilico ordinario... No, uno, anzi due qui, si
piazzano a Ledo5, nel centro vecchio, ma non artistico [l’area artistica
potrebbe essere un po’ Lapa, meglio Santa Teresa, od altre], di Rio. Qui a
farsi le ferie...
Uno è João Machado, di Jaú (São Paulo),
30/01/1960. Ingegnere chimico, sembrerebbe, nevrotico, insonne e dormiglione.
L’altro è Daniel, un guitto agitatissimo, forse un operaio od un tecnico.
Entrambi di Petrobras. Il secondo si
fa le ferie-ferie, nel senso che sta sempre qui a dare colpi a pavimento e
muro. Il primo, malattie od altre incombenze permettendo, dice che va “in
ufficio”, che sarebbe Petrobras in
Avenida República do Chile, in uno degli uffici in uno dei vari edifici o che
la stessa occupa in esclusiva o in cui la stessa è ‘alloggiata’ tra altri.
João fa finta di fare il grande manager,
sfogliando riviste vecchie per estrarne (lui crede, vorrebbe..., demenza
brasilica, ma dove gliele insegnano all’Accademia
dell’Accatto?!), un piano industriale per fare una presentazione non si
capisce da sottoporre a chi. È zeppa e solo di tali castronate da ignorante
incompetente, che a non far nulla, almeno, eviterebbe di dimostrarlo che come
ricercatore e come organizzatore industriale vale meno che nulla. Uno astuto si
nasconderebbe. Lui è convinto. Per cui vuole mostrarlo di essere un cazzone.
Daniel sta nella sua stanzetta a fare nulla,
neppure a riposarsi. È sempre come a raspare, come un animale. Poi, si colloca
il telefonino tra le gambe e lo tocca freneticamente. Ora si mette a guardare
la TV. Ora se ne sta con la radio prestata da João a tutto volume.
João lavora da sempre tra Rio de Janeiro e
l’estero, su piattaforme petrolifere. Mentre famiglia l’aveva a São Paulo.
Ultimamente, dopo la separazione o divorzio, s’era preso una troia in casa.
Intanto, lui era stato in Nigeria a fare figuracce, per un progetto
Chevron-Shell e governo nigeriano di un gasdotto Nigeria-Algeria, la Trans-Saharan
gas pipeline.
Lui ci capisce poco, per non dire meno di
nulla. Lo chiama il gasdotto Lagos-Roma. L’Italia, come gas, è già servita da
decenni dall’Algeria, ed ultimamente, pure dalla Libia. Anche altre parti
d’Europa sono servite da sud od anche da sud. A lui hanno detto, e lui se l’è
bevuta e la ripete, che l’Europa dipende solo dal gas russo. Lui non ha
strumenti per verificare le informazioni, per documentarsi.
Ecco quello che vi è già, oltre alla
forniture russe ed altre:
La Trans-Mediterranean
natural gas pipeline (Algeria-Italia), in funzione dal 1983.
La Maghreb-Europe
pipeline (Algeria-Spagna), in funzione dal 1996.
La Greenstream
pipeline (Libya-Italia), in funzione dal 2004
La Medgaz
pipeline (Algeria-Spagna), in funzione dal 2011.
La GALSI
pipeline (Algeria-Italia), sarà in funzione dal 2014.
Ora ci sarebbe, un giorno forse, ma non è
detto, questo non essenziale supplemento nigeriano che si innesterebbe alla
rete algerina. Gas lo hanno trovato anche nel mediterraneo orientale: Israele,
Cipro, Libano, Siria, Egitto orientale, con relativi progetti di gasdotti vero
l’Europa. Vi sono progetti arabi di gasdotti per il gas della penisola arabica,
ben più abbondante del nigeriano. V’è pure il gas iraniano, abbondantissimo,
seppur meno di quello arabico. La destabilizzazione della Siria è cominciata
quando la Siria ha detto no ad una gasdotto arabo ed ha detto sì ad uno
Iran-Mediterraneo.
A Petrobras
non hanno nessuno ci capisca nulla, né sappia organizzare nulla, per il
momento. João sfoglia riviste per pasticciare cose incredibili. Si sta
inventando uno pseudo piano industriale del gasdotto Nigeria-Algeria. È che
proprio non è capace. Non che non sia capace di fare un piano industriale...
non solo, non è neppure capace di tentare di apprendere. Per cui copia... ma
anche a copiare si dovrebbe essere capaci. Non è facile come sembra. Uno si
dice: “Copio.” Eggià, se non lo sai fare, anche la cosa apparentemente più
semplice del mondo poi non riesce. Non è facile copiare. Lui copia dove piani
industriali non ve ne sono. Crede di costruire, copiando, piani industriali, ma
copia sbagliando. Raccoglie informazioni inessenziali ed errate. Fa suntini di
cose non ha capito per cui, per citare dei fatterelli che non servono a nulla,
e non pertinenti, li cita pure male, senza che vogliano dire nulla. Non solo.
Le sue note dicono, perché non ha capito ciò che ha copiato, cose strampalate.
Ne copia il pezzo errato. Per cui quello che lui estrae da un passaggio non è
un’informazione bensì un’accozzaglia sconclusionata di parole senza senso.
Non sa che sia un piano industriale e non
capisce le cose che legge. Non avendo nessuna idea di come si organizzi
(nessuno in Brasile sa organizzare nulla), ma neppure alcuna idea d’altro,
inventa credendosi un genio. È che proprio non lo è, né ci sta colla testa. Un
genio imparerebbe, si preoccuperebbe e si organizzerebbe per imparare prima o
mentre fa. Lui fa senza sapere quello debba o voglia fare.
Il vero piano industriale lo faranno, se lo
faranno Chevron-Shell. Lui sta scopiazzando qualcosa per giustificare che gli
danno, o gli daranno, un milione di dollari l’anno per lavorare in Nigeria. O
così dice. Dice che gli hanno fatto un contratto ventennale. Ed abita in Ledo5
e senza i soldi (o non ne sentirà la necessità) di comprarsi un computer.
Petrobras ha disinvestito dalla Nigeria, come da altrove,
perché è senza soldi per il suo piano di idrocarburi interno (il gas naturale e
petrolio che stanno a grandi profondità), il sotto-sale al largo del Brasile,
anche un 250 chilometri dalle coste, sotto strati di sale, un 7 chilometri
sotto la superficie del mare. Loro lo chiamano pré-sal. Visto da sotto,
è prima dello spesso strato di sale che devono attraversare, perforare, prima
di raggiungere petrolio e gas sotto il mare. Visto da sopra è sotto il sale o
dopo il sale.
Anche le compagnie petrolifere più importanti
stanno uscendo dalla Nigeria, lasciando solo il minimo, perché la Nigeria è uno
stato fallito. Tutti rubano petrolio. Tentano anche di rubare gas, ma le
condotte esplodono più facilmente a rubare gas. Vi sono pure furti alla grande
dove petroliere accostano ed imbarcano petrolio con transazioni che tagliano
fuori lo Stato nigeriano. La Nigeria, lo Stato/governo, con un 175 milioni di
abitanti, dunque un colosso demografico, non ha il controllo del proprio
territorio devastato da milizie tollerate che taglieggiano, e rubano e
derubano, tutto e tutti. Vi sono migliaia di piccole raffinerie illegali. Oltre
a taglieggiamenti generalizzati, da parte di mafie, contro tutto e tutti. O
paghi la tangente, o ti distruggono la casa e ti ammazzano.
V’è dell’altro. Basta che il progettato
gasdotto interferisca con interessi arabi e israeliani che, anche senza
affannarsi in Nigeria, basta agire nel Niger, da cui il gasdotto
Nigeria-Algeria deve passare. Il Niger è più grande delle Nigeria e con meno di
1/10 della popolazione nigeriana. Essendo gli Stati della penisola arabica,
anche altri arabi, ed Israele notorie centrali terroriste con larga influenza,
da questo punto di vista, anche in Africa, mai il gasdotto fosse costruito ed
interferisse con interessi altrui, sarebbe facilissimo far sabotare, anche in
continuazione, ed anche fino al blocco totale, il gasdotto per esempio sul
territorio del Niger. Costerebbe pochissimo di soldi e di energie. Hanno già pattuglie
di terroristi nel Mali. Le hanno pure nello stesso Niger e Nigeria. Basta
attivarle. Oh, che caso, dopo che Athos ne aveva accennato a João, per fargli
venire il dubbio di non capirne proprio nulla, nulla di nulla, e riferendosi
specificatamente al Niger come anello ancora più debole degli altri, ecco che
proprio in Niger qualcuno ha attivato dei gruppi per fuochi d’artificio
insensati, che è proprio quello serve per destabilizzare un governo ed uno
Stato per nulla stabili. Questa volta sono stati interessi francesi, solo per
mandare un segnale, perché il Niger stava chiedendo di rinegoziare accordi
minerari relativi all’uranio. Lo possono fare, per questo o per altro, e pure
con intensità e durata maggiori, per qualunque altra cosa. Con l’uranio si deve
fare attenzione. Per delle condotte di idrocarburi basta un po’ di esplosivo
militare o razzi contro le stesse mai disturbassero qualcuno.
Per la Nigeria, avevano bisogno di uno, a Petrobras. Uno, tanto per far figurare
che mandavano qualcuno. Non ne avevano comunque altri. Non di meglio
evidentemente. Difficile credere che ne avessero altri, con gli stipendi
offrivano ed offrono. No, proprio non hanno di meglio, in Petrobras ed in tutto il Brasile. O, se ne hanno, scappano e sono
liquidati dal burocratismo brasileiro. È la selezione dei peggiori. Solo i
cazzoni emergono e detengono il potere, in Brasile.
Il che è tutto dire se hanno solo un piccolo
mitomane truffatore cretino ed ignorante, che è nientemeno, se lo è, ingegnere
loro, anzi uno dei loro capi: “dal 2007, leader globale Esplorazione &
Produzione petrolio e gas in acque profonde, e EPC [Ingegneria,
Approvvigionamento e Costruzione]”. Formalmente è della Petrobras olandese, per sfuggire alla moglie che vuole i suoi
soldi. Il suo cuore non ha retto a tali altezze. Per cui, si è ammalato e lo ha
pure mandato in coma, due anni fa. Più precisamente, era stato un colpo. Lui
aveva preso un viagra. Dato che il cuore era malandato ma lui non lo sapeva, lo
avevano dovuto ricoverare d’urgenza e metterlo sotto i ferri. E poi era entrato
od era restato in coma. La moglie era già allora in furioso agguato per mettere
le mani sui suoi [di lui] soldi, nel caso avesse tirato le cuoia come sembrava
stesse per fare.
Avevano mandato lui, lui a far figuracce, ed a
farle fare alla Petrobras ed al
Brasile. Comunistoidi, fascistoidi, centrini o decentrati, moderati o accesi,
no lui è fascistoide [il nonno ed il padre, vennero mandati in Brasile dalla
rete di spionaggio tedesca, verso il 1939, giusto prima della guerra in
Europa], alla fin fine si preoccupano solo delle loro tasche e neppure cercano
di fare quello dovrebbero. Il brasileiro di merda, con la sua arroganza
dell’ignoranza, pensa sempre che la furbizia sia sufficiente. Che è poi la
furbizia del brasileiro? Fottere, per quel riesce, sé stesso e gli altri?! Sì,
è solo questo.
Ecco come un mitomane ignorante, di pura
rappresentanza, rappresentanza di quello è il Brasile reale, una cloaca senza
speranza, è stato inviato, molto probabilmente solo di guardonaggio, di un
futuro, se mai lo faranno, gasdotto Nigeria-Niger-Algeria. Lui dice,
Nigeria-Roma. Non sa mai di che parli. Non ha idea né della geografia, né dei
fatti, né di altro. In pratica, la nigeriana andrebbe a rafforzare la
produzione algerina, se ciò sarà permesso dagli interessi già citati.
João è forse ingegnere chimico. Ma, se lo è,
è proprio un ingegnerucolo infimo. La troia che lui si era preso in casa, a Rio
de Janeiro, aspettava che lui non ci fosse per farsi montare da altri. Una
troia deve pur preoccuparsi di trovare una pluralità di fonti di sostentamento.
Finché non ti sposano e non ti intestano beni, non sei mai sicura del futuro.
Tornato dalla Nigeria, lui l’aveva sorpresa
mano nella mano, in atteggiamenti di inequivocabile intimità, con un altro.
Esploso d’ira, lei era riuscita a non farsi cacciare di casa, ma anzi a
cacciare lui, per un po’, minacciandolo di contattare la ex-moglie e portargli
qualche tiro mancino svelando i suoi guadagni reali ed i traffici per non dare
soldi alla stessa.
La ex-moglie era ed è già una
interessatissima di suo. Come già accennato, verso metà novembre 2011, João
viene operato al cuore. Non resse del viagra. A seguito dell’operazione va in
coma, o lo era già prima. La moglie, pensa solo ai soldi. Dove li tiene? Come
prenderseli? Si agita. È fuori di sé. Da idiota ed ignorante brasileira, si
dice che lei è astutissima. Il 18 novembre 2011, lei, ElieteMesqMach, scrive a
google, gmail, dando le email di lui, ***@gmail e ***@gmx (che non c’entra
nulla), dice di avere avuto la password da lui che ora è in coma irreversibile,
che l’ha scordata e che ne ha assoluto bisogno per comunicare col datore di
lavoro di lui. Una cosa strampalata da mentecatta. Pure da scema che pensasse
di poter trovare i soldi di lui sulle sue email.
Ora, trovatosi sbattuto fuori di casa dalla
mantenuta trovata con un altro, lui si rifugia a Ledo5. Dato che sotto vede un
“cercasi portiere di notte”, si candida come tale, chiedendo in cambio la
camera gratis. Come può ridursi così uno che dice di avere un contratto-Nigeria
ventennale, recentemente firmato, da un milione di dollari l’anno, soldi che,
lui dice, tiene in Turchia, ...noto paradiso fiscale! Sarà semmai, ma lui non
ci deve essere mai ancora stato, la Repubblica Turca di
Nord Cipro, eventualmente. Cosa da brasileiri! A Ledo5 ti pagano, poco, per
fare il portiere di notte e la stanza è gratis. Lui, che è furbo, crede, chiede
stanza in cambio di lavoro, senza neppure i quattro soldi di stipendio... E
mentre, pur in ferie, lavora ‘assiduamente’ per Petrobras andando in ufficio, ma anche dandosi in continuazione
malato dato che la salute sua è sul malfermo. Quando non è per una cosa è per
un’altra: otite, cuore, febbri etc.
...Lavora
assiduamente... Sfoglia vecchie riviste, per cercare cosucce da copiare per
inventarsi un piano industriale di un immaginario gasdotto Lagos-Roma che si è
creato nella sua testa. In Nigeria è tutto fermo. Nulla è ancora iniziato. La
Presidenta Dilma, quando andò a parlare col suo equivalente nigeriano, non
concluse nulla, e loro sono comunque di guardonaggio perché nel Conzorzio per
quest’opera i giganti ed i finanziatori sono altri. João è stato in Nigeria per
un sopralluogo... ...Diremo. Non sa neppure dove sia la Nigeria né conosce i
luoghi che ha visitato. ...Se comunicava in portoghese con altri di altre
lingue... Lo vedremo a minuti. In Nigeria, la lingua ufficiale è l'inglese che
lui neppure leggiucchia. Nulla di nulla.
Per candidarsi a
fare il portiere di notte in cambio della stanza per un paio di mesi, presenta
un CV, ...e che CV! Se uno si candida per lavori bassi, deve occultare gli
studi e simulare di aver sempre fatto lavori bassi. Sì, insomma, se uno si
candida per fare il portiere di notte a Ledo5, se presenta un CV se lo deve
inventare magari dicendo di avere fatto il guardiano notturno in un posto dove
non possano controllare. No, João è uno ‘logico’ e lineare...
Dichiara:
* un diploma post-laurea, in ingegneria
ambientale, + due Master, in Petroleum Business Administration ed in MBA-Strategic
Business Management, a Toronto, alla http://www.ryerson.ca,
* due diplomi post-laurea, in Naval
Structural Engineering-FPSO, e in Deepwater and Ultra-Deepwater, a Houston, Texas, alla http://www.uh.edu,
* uno o più diplomi in Project Management,
contemporaneamente alla https://www.efmd.org ed alla http://eaesp.fgvsp.br.
* più altri corsi.
Fosse solo questo.
Premette tre pagine fitte dove si combinano un’introduzione retorico filosofica
d’accatto con dei dettagli tecnico-produttivi che non c’entrano nulla con un
CV, ma per lui di grande rilevanza, evidentemente. Poi, come parte finale, più
di tre pagine fitte di altre qualità personali e conclusioni dove lui si
dichiara uomo di grandi qualità e di grande onore. Lo vedremo! ...Onore... Di
più: “Sono metodico, meticoloso, accurato, perfezionista, ma soprattutto
logico.” Da non crederci conoscendolo anche solo appena! Un super-mitomane!
Neppure questo è
tutto. Dal CV, si scopre che è un grande volontario, uno che dedica fine
settimana e notti, ogni momento libero, a far del bene al prossimo, dice lui.
Qui, con la scusa che aveva il conto bloccato, prima ha raccontato che tanto il
suo capo lo finanziava, poi ha cominciato a chiedere tutto a tutti: sapone,
pane, biscotti, soldi. Ha perfino chiesto un misero real a
Athos. Mistero a che gli servisse mai e con grande urgenza. Ovviamente, non
glielo ha restituito. Un sì grande scienziato ha la testa fra le nuvole quando
deve restituire le cose! Dalle piccole cose si vedono i grandi personaggi. Lui
è misero in tutto.
Ovviamente, il
padrone, Fausto, ricchissimo ma ignorante e rozzo, legge tale CV e si dice che
deve essere opera di un pazzo. Per cui gli nega il posto. Eppoi non avrebbe mai
tollerato un altro brasileiro, suo sguattero ma con istruzione universitaria.
Fausto è uno che
ha un debole per gli uomini, quando la Polizia Segreta / Squadroni della Morte
non gli ordinino di essere cafone. Anche João ha un debole per gli uomini.
Quando Fausto gli ha detto, sol suo solito eloquio frescone: “Caro João, io
avrei proprio voluto ma non mi e stato permesso... No, non me l’hanno proprio
permesso...”, João si è commosso. Ora racconta a tutti che è stata Leda, che
non conta un cazzo essendo solo un cane da guardia servile del padrone che: “Ha
letto il mio CV e non mi ha voluto.” Ma figuriamoci!
Lui, João, perché
aveva chiesto il posto per non pagare la stanza? Perché sapeva che... No, non
sapeva... Credibile?! Non sapeva che gli stavano bloccato il conto? Con
supposti fondi in supposti paradisi fiscali [la Turchia!!!] se ne arriva qui
senza liquido in tasca?!
Non assunto come
portiere di notte, deve dunque pagare. Paga un paio di mesi con un assegno.
Fausto lo mette all’incasso. Esce poi fuori, coi lunghi tempi brasilici, solo
il 21-22/08/2013, che l’assegno non è incassabile. La banca glielo rifiuta.
Giovedì
22/08/2013, João corre disperato alla banca. Il conto gli è stato bloccato
dalla magistratura perché non ha pagato gli alimenti alla moglie. Si altera con
la banca. Va in escandescenze. Gli chiamano la polizia, che lo porta al
commissariato dove lo trattengono tutto il giorno. Un mitomane ed un pazzo. Non
conosce le cose. Non ha senso pratico. Si lancia a testa bassa contro muri. E
se la spacca.
Non è capace di pagare gli alimenti alla
moglie. E non è neppure capace di non pagarglieli, nel caso volesse evitare
l’incombenza. Non sa nulla di conti offshore o di altri sistemi di
occultamento. ...La Turchia... Cose da pazzi! Ad uno danno un milione di
dollari l’anno e che fa?! “Mi hanno detto che la Turchia è la Svizzera del
Medio Oriente.” Beh, la Nigeria non è in Turchia. A quel punto meglio la
Svizzera originale. Ma non sei in carico alla Petrobras Olanda? Ci sono le banche olandesi o, ancor meglio, le
isole del Canale. Proprio a Lagos hanno un ufficio servizi offshore di una
grande banca inglese. Apri il conto da loro o dai i soldi a loro, ma sono
fisicamente-legalmente nelle isole del Canale (nella Manica). Non può. Parlano
in inglese. Lui è una vita che gira il mondo è non ha imparato, non c’ha
neppure provato!, mezza parola di inglese! A Petrobras ed ai brasileiri piacciono solo se sono ignoranti. Eppoi,
non è capace di mettersi un paio di migliaia di dollari in tasca. Ma sì, è un
qualunque accattone alla brasileira che vive alla giornata. Eccoli, i dirigenti
di Petrobras!
La sua logica è
‘ferrea’, davvero ferrea, in tutto. Vediamola sulle questioni familiari: “Mi hanno
insegnato che la famiglia non si sfascia mai. Semmai ci si fanno delle amanti.
O si va a puttane.” Ad uno che avrebbe voluto scoparsi la figlia ormai non più
infante ma già all’università, e forse pure oltre, lui va a parlargli serio
serio, cioè con la tipica aria paranoica delle persone che fanno la morale agli
altri.
- “O la sposi, e
per sempre, o togliti di mezzo!”
Il ragazzo,
seccato, gli dice che dare di tali lezioni e poi essere separati e divorziati
come lui... E lui, João, piccato, va su tutte le furie:
- “Mia moglie,
quella zoccola, ha sfasciato la famiglia! Io avevo qualche amante, come ogni
uomo deve fare, come mi hanno insegnato mio nonno e mio padre! E quella zoccola
si è offesa, per così poco, ed ha sfasciato la famiglia con separazione e
divorzio!”
Cacchio, che
logica! Il ragazzotto, capito che lì era tra super-pazzi, pur frequenti in
Brasile, è andato a sbatterlo dentro a qualche altra...
Daniel è un altro bamba in ferie in Brasile.
Le passa a Ledo5... Anche lui ha conti o asciutti o con qualche altro problema,
per cui passa le giornate ad urlare al telefono di mandargli i soldi nel tale o
nel tal altro modo. Poi esce per comprarsi da mangiare e di nuovo con gli occhi
sbarrati a guardare il soffitto o lo schermo TV che dovrebbe oramai conoscere
alla perfezione ed esserne annoiatissimo. Quando uno non ha interessi, pure la
TV diviene noiosissima. O se ne resta ipnotizzati come drogati che non danno
più senso alle cose o se ne ha una noia aperta. Sì, uno si vede la vita che
scorre sotto il naso. Poi, l’unico contatto colla vita reale è pagare il conto
della stanza e comprare da mangiare. Anche col computer online potrebbe essere
lo stesso. Dipende da che uno ci faccia, ovviamente. Anche con la TV. Uno se la
accende e la usa solo come sottofondo per dormire... Un altro, molti lo fanno,
la usa invece come sostituto della vita reale vivendo attraverso di essa
emozioni vedendole vivere ad altri in cui si immedesima. Vivere emozioni
scrivendo non crea, semmai risolve, patologie. Guardandole e vivendole
attraverso la TV, gli altri, crea invece patologie.
A proposito di computers, João arriva a Ledo5
col suo laptop. Si fa dare la password da Fausto, il proprietario. Già fare la
connessione, senza chiedere ad Athos, è per lui troppo difficile. Fatta la
connessione è per lui difficile usarlo. Si inventa un qualche danno
irreparabile e lo accantona. Va avanti a sfogliare riviste e poi diventa
progressivamente aggressivo con Athos cui chiede un crescendo di ricerche che
lui João non sa fare. Ma anche quando Athos gliele fa e dà, lui non ci capisce
nulla. João non sa che cercare. Non sa che trovare. Non sa che cosa usare
quando se le trova sotto il naso. Avvitamento del e nell’ignoranza e
sottosviluppo.
Prima di essere passato ad “aggredire’ Athos
con le sue richieste di ricerche e di cooperazione, João si era già distinto
per le sue nevrosi. Sotto v’è una trattoria che è particolarmente rumorosa, a
volte. Vanno avanti tutta la notte dato che basta un buco aperto e tutti vi si
attardano a rumoreggiare. Ma anche se chiude la trattoria, o se resta aperta ma
senza musica tutto volume, vi sono comunque ritrovi, circoli, balere,
ristoranti, della Piazza che è subito lì. Anche nella via laterale. Se i rumori
anche assordanti non arrivano dalla trattoria sotto, ve ne sono altri. A volte
vi sono pure gli echi di concerti in Lapa. Quando è tutto chiuso, vi è sempre
qualcuno in strada che urla. João, che è prossimo alla finestra del corridoio
che dà sulla strada, è raggiunto dal rumorio notturno e non riesce a dormire.
Fatti muovere più distante. No, lui bussa a tutti, Athos compreso, aggancia
tutti, pure negli altri piani, esponendo accalorato il caso e chiedendo che gli
firmino una petizione che sottometterà i giorni successivi. Non deve avere
trovato sufficienti adesioni perché ha desistito e non ha scritto nessuna
petizione. Tra l’altro, vi sono sempre, giorno e notte, i vigili urbani.
Bastava scendesse e dicesse a loro. Oppure al proprietario di Ledo5 che, come
proprietario dell’edificio, deve essere pure il proprietario dei locali della
trattoria. Quando in un’area si fa baldoria di notte, questo entra nelle
caratteristiche, come dire?, ‘strutturali’. O ad uno la cosa non tocca, oppure
se ne va altrove, a meno che una qualche vera maggioranza non sia urtata da
quello succede.
In realtà, non è che questi due squallidi
figuri, João e Daniel, non avessero avuto nulla-nulla da fare, se avessero
voluto. A Petrobras, avevano
organizzato in corso di francese. João è convinto che in Tunisia e Algeria
parlino francese, come lingue ufficiali... In realtà, vecchi a parte, ora chi
sa il francese sa pure l’inglese. In Nigeria, la lingua ufficiale è l’inglese.
Nel Niger, ma è spopolato, la lingua ufficiale è il francese. João neppure lo
sa che esista il Niger... Beh, sta di fatto che Petrobras organizza un corso di francese. Solo loro potevano! E non
organizzarlo di inglese..., od organizzarlo di entrambe le lingue. Ma sarebbe
stato come con quello di francese o di qualunque altra cosa. Alla prima lezione
del corso di francese partecipa un gruppetto. Alla seconda solo qualche
sopravvissuto. Alla terza più nessuno. Hanno chiuso il corso, prima ancora di
averlo veramente iniziato.
João, che era tra i partecipanti iniziali,
sentenziava pomposo:
- “O le lingue si imparano da piccoli, o non
c’è nulla da fare.”
Tipicamente brasileiro. Sono rinunciatari, su
tutto. Non sanno far nulla. Non hanno voglia di apprendere a far nulla. Pensano
di essere perfetti e di sapere fare tutto! Ecco, il sottosviluppo ed il
sottosviluppismo cronici sono proprio questo. Chi si sente perfetto ed
onnisciente, non ha bisogno di imparare nulla. Se sa già tutto e pure di
più!
Appena l’agente speciale della Polizia
Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, scopre
che i due polli di Petrobras sono in
Ledo5, li manda subito a chiamare, ben prima che MarcAntonio se ne vada
domenica 18/08/2013 mattina. MarcAntonio era quello incaricato di rumoreggiare
giorno e notte contro la stanza 64, quella di Athos e di ‘informare’.
...Non si sa bene ‘informare’ su cosa. Le
Polizie Segrete operano a quel modo: “Ci tenga d’occhio quello”. Lo fanno per
procurare allarme, sputtanare “lasciando intendere”..., meno lasciano intendere
più il pidocchio medio ci costruisce di suo. Su ciò innestano altre loro
porcherie, dalle persecuzioni, ai linciaggi, agli annichilimenti totali tipo State/Government-Organized Stalking,
agli assassinii.
Il porco statale, statal-federale, li chiama,
li convoca:
- “Abbiamo un lavoro riservatissimo per due
grandissimi patrioti come voi. Petrobras
è il nostro baluardo informativo e di sicurezza in patria e nel mondo...”
- “Grazie. Noi siamo gente onesta sempre al
servizio della patria.”
- “Abbiamo un problema lì a Ledo5... Ora se
ne occupava Fausto con MarcAntonio e con altri...”
- “Di che si tratta?”
- “Vi faremo sapere. ...Ah, intanto mettetevi
a disposizione del proprietario Fausto e del suo braccio armato Leda Gracia
Dias.”
- “Certo! Sempre agli ordini! ...Se ci
dicesse meglio...”
- “Ogni cosa a suo tempo...”
Di fronte alla 64, dove è Athos, v’è la 63 di
Liberio. João è affianco a Liberio, nella 62. La stanza di João è senza
finestre esterne. Ha solo delle fessure che si possono aprire sul corridoio.
Lui tiene sempre tutto chiuso ed oscura pure con dei panni che coprono il vetro
comunque non trasparente. Una cosa maniacale. A parte che col caldo che fa,
tenere tutto oscurato e chiuso non è che sia molta salutare per un buco di
pochi metri quadrati. Daniel è dallo stesso lato della 64 di Athos, la fila di
stanze con finestra esterna. Per il momento, cioè fino a quando MarcAntonio se
ne va ed alcuni giorni successivi, Daniel è alcune stanze più in là in
direzione della parte centrale del corridoio.
Mercoledì 21/08/2013 sera, compare uno nella
camera 65, quella dove fino a domenica mattina alloggiava MarcAnonio. Leda
Gracia Dias ha sempre un tocco particolarmente viscido quando accompagna dei
pidocchi o fa loro dei servizi. Dopo che lei lo ha lasciato nella stanza con
tanto di televisore che lei gli porta, lui passa poi dalle 22:00 alle 23:30 a
ticchettare contro il muro tra la sua e la 64, la stanza di Athos. Un
ticchettare, ossesso ed insistente. Non ottenendone riscontro se ne esce
affranto e rientra altrettanto annichilito.
La stessa notte, con Leda portiere di
notturno, qualcuno telefona per Athos. Lei dice che lo chiama. Non lo fa. Poco
dopo, quando richiamano, dice che lei lo ha chiamato ma che è lui che non è
voluto scendere. La stessa notte, alle 2:45 ormai di giovedì 22/08/2013, Leda
va sotto a battere sul soffitto della stanza sotto quella di Athos. Athos, che
stava leggendo, si spancia dal ridere. Lei, rabbiosa, non ottenendo riscontro
di tali sue stravaganze in servizio Terrorismo di Stato, lì comandata dal “suo
padrone” Fausto, se ne torna sotto in portineria, con la sua aria da infame
squagliata.
Dopo un paio di giorni, su richiesta
dell’agente speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della
Polícia Federal brasileira, Daniel viene spostato nella 65, dove prima stava
MarcAntonio, affianco alla 64 di Athos. Previamente istruito dall’agente della
Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira,
questi comincia a battere con martelli, piedi, mani ed altri oggetti o parti
del corpo, tanto sul pavimento che contro il muro. Lo fa a tutte le ore.
Athos non risponde. Spesso neppure lo sente.
Daniel è crescentemente nervoso, acrimonioso, ossesso. Quando se ne esce dalla
stanza per andare a comprarsi da mangiare o per altre cose, Daniel continua a
rimuginare. La delusione e la rabbia gli montano dentro. Appena rientrato nella
stanza si lancia contro il muro con colpi violenti. Eruzioni
rabbioso-paranoico-delusionali.
Il legame criminale e maniacale tra Daniel e
João si rinsalda. Sembrano due che froceggino in in continuazione, come in
calore, soprattutto dopo che l’agente speciale della Polizia Segreta, degli
Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira, ha parlato apertamente
pure con João, di nuovo, ed a quattrocchi:
- “Tu che sei un grande dirigente Patrobras,
sei ora incaricato dalla patria brasileira di vegliare su Daniel che abbiamo
mobilitato per una grande missione speciale patriottica: battere su muro e
pavimento in continuazione. Tu lo assiti, lo motivi e ci dici”
João, ulteriormente nevrotizzato da quei
continui colpi che, essendo di fronte a Daniel, è il primo a sentire, fa buon
viso a cattivo gioco. Neppure troppo buono, invero, perché Daniel raspa e
batte, e poi va a battere pure alla porta di João che sta dormendo e si sveglia
di soprassalto. Eccolo che sta male, sempre più male. Urla nevrotico:
- “Che cosa vuoi da me, a quest’ora!”
Andiamo per ordine. Prima di questo
coinvolgimento totale di João vi sono alcuni passaggi.
Sabato e domenica 17-18/08/2013, João dice ad
Athos che lavora negli idrocarburi, che ora sta lavorando ad un progetto
nigeriano e che deve presto fare un giro in Europa, a cominciare dall’Italia,
per acquistare pezzi per l’industria petrolifera brasiliana, specificamente per
Petrobras per cui lavora. João dice
che acquistano valvole, valvole piuttosto grandi, da un’azienda di Roma. La sua
concezione della geografia è un buco nero. Vede nero, alla cieca. È come uno
daltonico che indichi i colori. L'azienda che lui dice non è a Roma bensì a
Milano. Per lui non fa differenza. Dice che quando trattano con aziende
italiane, gli altri dicono che si capisce egualmente ma che, in realtà, quando
parlano veloci, cioè normalmente, si crede di aver capito sebbene poi si
realizzi di non avere capito nulla. Pure quando parlino lento, a parte i sì ed
i no. Molte volte non capiscono. Ancora peggio quando parlano con altri,
altrove, che usano l’inglese di cui lui non riesce proprio a decifrare nulla,
neanche per iscritto, nonostante le sue dichiarazioni da CV di avere studiato
negli USA ed in Canada. Insomma, ha capito, almeno intuitivamente, che va in
giro a fare figuracce.
Fa poi vedere ad Athos documentazione
sull’industria petrolifera, pure con alcune cose sul Progetto Nigeria,
documentazione che lui tiene in pen-drives. Quando accenna a documentazione
perduta perché qualcuno non gli ha restituito un pen-drive, Athos capisce che
pure in quello non sa organizzarsi. Uno che sapesse usare i computers ed
organizzarsi terrebbe tutto sul laptop, eventualmente anche su pen-drives
quando senza laptop con sé, di sicuro su siti dove si possono salvare
gratuitamente files, anche di una certa dimensione. Lui lavora come uno cui
siano stati un bel giorno fatti vedere i computers ed ora, invece che girare
con borse di fogli e foto, gira coi pen-drives. Una differenza dimensionale
senza un vero salto cultural-tecnologico. Tipico del burocratismi deteriore:
una qualche computerizzazione dell’inefficienza, il computer sulla scrivania
affianco come accessorio dovuto ma non davvero sfruttato. Non il computer che
diviene parte dell’organizzazione, ma il computer che si stratifica sul
burocratismo inefficiente, lo affianca. Il sottosviluppo ed il sottosviluppismo
cronici sono pure quello. Subodorano la tecnologia ma non la usano davvero.
Athos glielo dice, che anche senza usare
servizi a pagamento, di può tenere tutto on-line gratis, per cui, anche se uno
perde un pen-drive, ha la copia salvata. Lui lo guarda stupito. Nessuno glielo
aveva mai detto. Segno che dalle parti di Petrobras
sono tutti ignoranti come lui. È domenica 18/08/2013, il primo pomeriggio. João
scrive direttamente sul laptop di Athos il suo indirizzo di email per ricevere
così l’indirizzo di SkyDrive, che è un servizio gratuito connesso a Microsoft o
di Microsoft. Poteva scrivere la sua email gusta? No, non poteva. Scrive
*enginer* invece di *engineer*. L’indirizzo giusto lo trova poi Athos da solo e
gli rimanda la email che era tornata indietro per indirizzo inesistente. Non
serve a nulla. Perché poi lui, João, cancella tutto senza leggere e senza
controllare ciò che cancelli.
João lo vede che Athos le sa le cose, che si
muove facilmente da un campo all’altro, e che si procura rapidamente
informazioni. Anche se, in quelle situazioni, il pidocchio vissuto nel
sottosviluppo e sottosviluppismo, da un lato pensa che l’altro potrebbe pure
essere utile per lavorare meglio, per fare quello lui non sa né può né potrà
mai fare, sebbene allo stesso tempo covi un sordido rancore: “Ma come è che
quello/i sanno cose che pure noi dovremmo e potremmo ma di fatto non
padroneggiamo? Ha dieci anni più di me eppure si muove in queste cose come uno
ne avesse trenta di meno.” Tuttavia João è ancora nella fase positiva, che
verrà demolita solo dopo, quando la Polizia Segreta li o lo impatterà
direttamente su Athos. Il pidocchio è sensibile al soffiare del vento...
Dato che João aveva detto ad Athos che doveva
fare un giro per comprare pezzi industriali per l’estrazione petrolifera, ma
viene fuori che non comprende nessuna lingua oltre al portoghese, ed anche le
sue competenze tecniche sono del tutto immaginarie, Athos gli butta lì se non
abbiano bisogno dei suoi servizi. João, entusiasta, gli dice di sì, di dargli
il CV che lo porta in Petrobras, che
ha bisogno sia per il suo giro di un mese in Europa che, subito dopo, a Lagos.
È domenica 18/08/2013 sera. Athos gli dice
che glielo manda per email, in portoghese ed in inglese, prima del giorno dopo,
prima che lui arrivi in ufficio il giorno dopo. Lo prepara in portoghese ed in
inglese, ché poi gli servirà pure per altre domande, e glielo manda nella
notte, prima del mattino di lunedì 19/08/2013.
I giorni passano. Mercoledì sera 21/08/2013,
João dice ad Athos che non ha ricevuto nulla. Dice che ha controllato la sua
cassetta di email ma solo per cancellare tutto. Appunto... Il CV di Athos era
lì! Sì, quel João deve proprio essere uno molto organizzato! Cancella tutto
senza selezionare quello possa essere importante. Poi dice che non ha ricevuto
quello che lui stesso ha cancellato. Che genio! Deve usare le email solo per
ricevere pornografia. Ecco perché usa delle email private invece della email
istituzionale di Petrobras. Immaginatevi una grande azienda che si vede
arrivare una richiesta di prezzi da Petrobras ma con un indirizzo email
privato. No, non c’arrivano. Per evitare altre complicazioni, dato che João in
realtà non ha molta confidenza coi computer, basta vedere come lavori!, Athos
gli dà il CV ‘manualmente’ su un pen-drive dello stesso sì che non possa ridire
che non lo ha ricevuto o che è sparito
João dice ad Athos di inviargli pure, per
email, quanto chiede al giorno per assisterlo nel viaggio in Europa. Mercoledì
21/08/2013 sera, Athos glielo manda. Solo 100 euro al giorno e poi Athos se ne
resta in Europa se non ci sono concrete possibilità per la cosa in Nigeria.
Anche questa email João dichiarerà poi di non averla ricevuta. Quando Athos gli
dirà che chiedeva 100 euro, João farà 100x30=30'000, secondo lui. No, fa solo
3'000.
Athos glielo dirà:
- “No guarda che sono cento non sono mille.
Né faccio il ladro, né il pazzo...”
João non capisce. Fa come di alterarsi appena
sente la parola ‘ladro’. Se ne sente toccato. In effetti,
Athos aveva notato una qualche somiglianza antropologica tra João ed altri
ladruncoli brasileiri con cui aveva già avuto a che fare. È solo una
sensazione.
Athos glielo deve spiegare:
- “Se uno ti chiedesse 1'000 al giorno,
costerebbe meno, molto meno, procurarsi degli interpreti in loco. Invece con
100 al giorno, uno non solo ti fornisce un servizio globalmente migliore ma,
alla fine, è più competitivo e comodo che trovarsi degli interpreti nelle varie
tappe del giro europeo. Eppoi, fa comodo pure a me o per restare in Europa o
per lavorare con voi a Lagos.”
Per un servizio continuativo di quel genere,
aziende del settore chiedono un minimo di 300 al giorno (4'200 per due
settimane, 8'400 per quattro), senza spese di spostamento che sono ovviamente a
carico del cliente. Lui lì non solo ha bisogno di un interprete ma di uno che
gli faccia da baby-sitter negli spostamenti e che, poi, tratti al posto suo,
pur facendo sentire lui come il capo, per cui di uno che prima si sia pure
studiato il settore petrolifero.
Inutile spiegargli queste cose che poi si
offende. Eppoi, il brasileiro non capisce frasi di più di tre parole stereotipate.
Già Athos si è espresso in modo troppo difficile, con lui.
Lui, João, commenta:
- “Mi ero già trovato con interpreti che poi
se ne restavano in un canto a bocca chiusa.”
Chissà che s’era trovato. Se vai per
trattative dove occorra discutere di dettagli tecnici non è che ti basti un
generalista, ti occorre qualcuno che si sia visto i dettagli, e che abbia una
qualche previa idea di quello di cui si parla. O è lui ed il suo capo che non
ci stanno colla testa, od a Petrobras
devono proprio essere messi ‘bene’! Sì, è questa seconda ipotesi, perché se lui
va per acquisti di pezzi ed attrezzature per estrazione e trasporto petrolifero
in Brasile, e se mandano proprio lui, lui-lui, non un altro... Brasile... Non
hanno dei dizionari specializzati? Non se li è costruiti sul computer?
Chiaramente non sa da che parte cominciare a lavorare. Fa e fanno tutto alla
cazzo.
Per una richiesta di informazioni ad
un’azienda norvegese, poi gliela scrive Athos in inglese, lui la stava
scrivendo in portoghese, e pure rozzo. Neppure sa, uno di sì ‘grande’
esperienza, come si scriva il simbolo di pollice/inch [pollici/inches]. Non ha
idea quanti millimetri sia. Il piede/foot [piedi/feet] lui pensa sia un metro.
Tratta di tubazioni e non ha alcuna idea di che stia parlando. Non solo. Si
aspetta di poter mandare una email, in Norvegia, dove scrive pol [polegada] al
posto di inch/inches. Cose dell’altro mondo. Ma dove li hanno trovati?
Giovedì 22/08/2013 è un altro giorno buco.
João va in banca perché gli hanno bloccato il conto. Lui va in escandescenze.
Non riesce a capire che non glielo hanno certo bloccato su iniziativa loro, se
c’è di mezzo la moglie per questioni di alimenti. In banca si stufano di lui
che si mette ad urlare e che minaccia. Chiamano la polizia che lo porta al
commissariato per tutta la giornata. Al commissariato, ripete per mille volte,
a poliziotti che non possono farci nulla, che la moglie è una troia che gli ha
fatto bloccare il conto.
Venerdì 23/08/2013, João vede finalmente la nuova email col CV di
Athos, oltre a quello che lo stesso gli ha dato manualmente su uno dei suoi
pen-drives. Lo invia, per mail, al responsabile di area a Roma e lo comunica a
Athos, sempre per email, con aria tutta pomposa, in realtà un po’ falsa di chi,
non credibilmente, cerchi di atteggiarsi a grande manager. Ma tralascia la
punteggiatura. No, non è uno molto accurato, sempre che sappia scrivere in
portoghese corretto e non solo nel modo colloquiale usato da molti. Poi, la
sera, dice ad Athos che gli hanno pure già risposto, telefonato, dall’Ufficio
Personale e che il colloquio, qui a RJ, sarà lunedì 26/08/2013, alle 10:00, che
poi gli darà l’indirizzo esatto, ed aggiunge:
- “Quando ti chiedono del salario, digli che
è l’ultimo punto da esaminare, che non c’è fretta. Ma quando si arriva al
dunque chiedi 50'000 dollari al mese. Non meno! I salari sono quelli ed anche
più alti.”
Athos strabuzza gli occhi:
- “Al mese?! 50'000?! 50'000 dollari?”
- “Sì! Sì! 50'000 dollari. Pagano pure di
più. I salari sono quelli. Non accettare meno ché è giusto così”
Athos glielo fa ripetere cinque volte:
- “OK, se tali sono i salari per quel
lavoro... 50'000... ...dollari...”
Inserito il nome di Athos nel sistema
informatizzato di Petrobras, succede
il solito, quello succede sempre. Viene subito allertata la Polizia Segreta,
gli Squadroni della Morte della Polícia Federal brasileira. Questa chiama Petrobras dicendo che Athos non deve
lavorare, ma che lui non deve saperne nulla di quel loro intervento, neppure
deve sospettarlo.
Invece a Petrobras,
dove qualcuno resta proprio male per quell’interferenza, vogliono che Athos
sospetti e capisca tutto e subito.
Sabato 24/08/2013 mattina, chiamano d’urgenza
João che corre a Petrobras.
- “Lo ha già avvisato quell’Athos del
colloquio di assunzione?”
- “Sì, perché?”
- “Ha telefonato la Polizia Segreta che non
se ne deve fare nulla... Ma chi è quello?”
- “Sembra uno a posto. Del resto, lo avete
visto il suo CV... In effetti, mi aveva detto che appena si inserivano i suoi
dati nel sistema informatico telefonava il governo, la Presidenta, per dire che
lui non deve lavorare...”
- “Hanno detto che lui non deve sospettare
nulla. Meglio dirgli che io sono via e che la cosa è rinviata di una settimana.
Intanto vediamo che è questa storia, se ci dicono qualcosa di più.”
Sabato 24/08/2013, dopo essere stato
convocato alla Petrobras, pure
l’agente speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della
Polícia Federal brasileira, convoca João e si incontrano un attimo in centro:
- “Ho voluto vedere solo te, perché tu sei un
dirigente in Petrobras... Te lo ha
detto Daniel che...”
- “Non mi fa dormire. È sempre a
rumoreggiare. Glielo ho fatto presente e mi ha detto che è un servizio
speciale, che gli hanno, che gli avete detto...”
- “È una cosa che dobbiamo fare. Ordini.
Quella è la dissuasione abitativa. Il fatto che non debba lavorare è la
dissuasione lavorativa. Insomma, abbiamo l’ordine che quello non debba vivere.
Deve andare via di qui. Dove poi va, gli faranno lo stesso e peggio. Non deve vivere!
Noi eseguiamo solo ordini. Visto che già sai, volevo dirti che dato che tu sei
un dirigente, dovresti fare il capo. Daniel rumoreggia e tu lo controlli e gli
dici come fare meglio.”
- “Ma io sono un grande ingegnere. Come posso
abbassarmi... Eppoi sono un uomo di onore.”
- “Appunto un uomo d’onore deve obbedire alle
gerarchie. E noi ti ordiniamo di... Ah, quell’Athos non deve intuire nulla...”
- “Lui sa già tutto e pure di più. Me lo ha
detto lui che mi e ci avreste contattati.”
- “Non importa. Abbiamo ordini. Gli ordini
sono che devi fare in modo che lui non intuisca nulla. Non dirgli nulla.
Approfitta di lui. Magari rubagli dei soldi. Questi sono gli ordini.”
- “Ma io sono una persona onesta!”
- “Appunto. Le persone oneste obbediscono
alla patria. Ora la patria ti ordina di fare questo. A proposito, meglio se
vedi di creare incidenti con Athos, e di cui dargliene la colpa, così gli puoi
dire che è andato tutto a monte per colpa sua.”
João se ne andò scodinzolando, con la coda
tra le gambe. Tutti i minchioni si
dicono che loro sono grandi. Ma poi...
Domenica 25/08/2013, João se ne esce con
Athos che è tutto rinviato:
- “...molto probabilmente solo di una
settimana, perché la settimana entrante la psicologa che fa i colloqui di
lavoro è via per un convegno. Il colloquio sarà lunedì 2/09/2013. Poi, ti
faccio sapere con precisione.”
Sta mentendo. Prima era libera. Ora è all’improvviso occupata e pure per una settimana, ma solo perché l’agente
speciale della Polizia Segreta, degli Squadroni della Morte della Polícia
Federal brasileira, ha ordinato che Athos non deve lavorare.
Lo stesso giorno, João chiede ad Athos di
scrivergli una presentazione, sulla base di dei fogli che lui gli da. Sono
appunti confusi e senza senso, scopiazzati, ma senza saper che fare, da vecchie
riviste e con dati, errati, che dovrebbero rappresentare il futuro Progetto
Nigeria, il gasdotto fino all’Algeria. Lui dice “fino a Roma”. Fino a Roma c’è
già. Gli stessi dati del Progetto Nigeria lui non li conosce. Indica un Presidente
del Consorzio per il gasdotto, ma scrive i nomi di due differenti dirigenti
Chevron-Shell. Non può essere. Uno non può essere due. Così, ed ancora peggio,
su tutto.
Dovrebbe essere una presentazione in
PowerPoint di quel progetto industriale, del gasdotto. Athos glielo fa per
curiosità. Athos già gli invia un prima bozza, martedì 27/08/2013, alle prime
ore del mattino, sì che lui potrebbe averla ricevuta in giornata, se avesse
controllato le email. E poi molte altre man mano che copia tutto, con punti
interrogativi in corrispondenza di tutti i numerosi punti in cui ci sono errori
evidenti. João non apre le email. Quando controlla la sua cassetta email, da
un’occhiata alla presentazione in PowerPoint. Non ci capisce nulla, Dice che è
ottima. Ci sono mille correzioni formali e sostanziali da fare ma lui, João,
non sa da che parte cominciare. Ha buttato giù appunti alla cazzo, ma poi si
deve ben precisare tutto. Percentuali che non tornano. Dati chiaramente errati.
Errori concettuali su tutto, a cominciare da questioni di base di
organizzazione industriale, di cui evidentemente sa meno di nulla. Invece che
indicare una serie di funzioni da coprire, lui, alla brasileira del cazzo,
butta giù un elenco di posizioni di lavoro da occupare. Si immagina una struttura
con decine di dipartimenti, una burocrazia da ministero brasileiro. Non è così
che si immagina, né che si progetta, all’inizio, un’organizzazione
efficiente, ma è così che il brasileiro si immagina una merdata alla
brasileira. Andrebbe dato un ordine dato che sui fogli, a mano, João aveva
scritto quello che le scopiazzature del momento facevano uscire dalla penna.
Non lo sa fare, né ne ha voglia. Non fa neppure una prima stampa del file in
PowerPoint. Si dovrebbe fare fa a quel modo, farsi delle stampe progressive del
testo da correggere e che si sta correggendo, per cominciare ad ordinare, ed
intanto correggere e completare. Non è in grado di fare neppure quello.
Domenica 01/09/2013, João va al mare con
Daniel. Ormai sono due inseparabili, dopo che hanno scoperto il comune destino
nello State/Government-Organized Stalking.
Uno fa toc-toc e raspa su pavimenti e muri. L’altro deve controllare che faccia
toc-toc e raspi su pavimenti e muri. A volte, João va pure ad incitarlo ed a
fare toc-toc con lui. Al mare, fanno il bagno. João torna con l’otite. Sta tre
giorni a scaccolarsi le orecchie ed a letto. Una cosa disgustosa. Va davanti
alle persone, e giù compulsivo a scaccolarsi le orecchie mentre parla cogli
altri, magari allungando le mani verso di loro e le loro cose, e toccandoli con
le sue dita scaccolate di secrezioni.
Mercoledì 4/09/2013, nel tardo pomeriggio, di
fronte a lui che va all’assalto con continue richieste insensate di ‘ricerche’
online, che né lui né in Petrobras
sanno fare, Athos, alla fine, sia lascia cadere quelle richieste deliranti, sia
gli dice chiaro chiaro che prima gli aveva detto che avevano bisogno di lui per
le trattative con italiani, francesi, inglesi, russi ed altri, e pure a Lagos
poi. Ora, all’improvviso, è invece chiaro che ha ricevuto il contrordine, ma
pure l’ordine di far finta di nulla e di truffarlo. Gli sottolinea che prima lo
ha fatto impegnare, poi, di fronte al contrordine, non gli ha detto nulla.
Athos gli dice diretto diretto che ha bisogno di sapere se hanno bisogno o
meno.
João Machado era divenuto sempre più
aggressivo con le sue richieste insensate, sia per incompetenza ed ignoranza di
base, sia perché aveva ricevuto l’ordine di creare incidenti con Athos: “Così
gli puoi dire che è andato tutto a monte per colpa sua.” Un classico dello State/Government-Organized Stalking.
Di fronte alla quieta fermezza di quelle
parole di Athos, panica. Diventa di tutti i colori. Comincia a balbettare. Dice
confuso che sono cose lunghe, che si deve aver pazienza. Prima aveva detto che
era nell’imminenza di partire per l’Europa e poi, probabilmente, direttamente a
Lagos. Ora dice che non sa, che non può dire nulla. Col cervellino, se ne ha un
po’, no non né ha..., ...col cranio vuoto sputa lì che gli hanno ordinato di
non dire nulla, che lui non può dire nulla... Poi, aggiunge che si è confuso,
che nessuno gli ha ordinato nulla, che si deve aspettare ed avere pazienza.
Certe volte, in evidente stato di confusione mentale e nervosa, João era
sbottato in un: “Tu, ora, lavori per me.” ...Certo, gratis!
Athos gli ribatte calmo che quando deve
pagare il fitto o mangiare nessuno pazienta. João diventa verde, giallo, sembra
che stia per mancare. Infine, fugge tra le sue scartoffie inutili (le vecchie
riviste divulgative sull’industria petrolifera) e che neppure capisce ma che
rovista, facendo finta di studiarle, per scopiazzarne informazioni sconnesse ed
inutili, per darsi un’apparenza forse da impiegato visto che non è neppure
sicuro che sia un tecnico vero.
Più tardi, siccome gli hanno ordinato di far
finta di nulla e lui ha dato loro garanzie che era pienamente disponibile a
partecipare al terrorismo di Stato del suo governo, fa ancora un ulteriore
tentativo. Se ne arriva con una lista di venti città e dice ad Athos di controllarle
tutte che lì c’è di sicuro quella località, o quartiere, o via, che lui chiama
‘Togo’ dove dice di aver visto una raffineria inattiva o da costruire. Ma se
lui ha visto la raffineria come fa ad essere una raffineria da costruire? Non
sa quel che a visto. Non sa quel che dice. Ignorante, delinquente e fuori di
testa.
Athos prende quel foglio e lo guarda un
momento. È una vecchia storia. Già i primi giorni, che avevano parlato, e poi
ne faceva riferimento nella presentazione PowerPoint, nel Progetto Nigeria,
João vaneggiava di quel luogo che diceva di aver visitato, neppure importante
per il gasdotto. Ma lui ci teneva egualmente ad includerlo. Per cui nel
Progetto Nigeria vi era pure la costruzione di una raffineria. Che c’entra un
gasdotto con le raffinerie? Si erano dimenticati di dirgli che Petrobras era uscita, sia in Nigeria che
altrove, da progetti petroliferi, dato che necessitava dei soldi per il
Progetto Sotto-Sale brasileiro. Athos aveva già controllato tutte le raffinerie
presenti, quelle inattive, quelle progettate. Non c’era nulla che facesse
intravedere quella vaneggiata da João. L’avevano mandato, e lui era andato, in
gita turistica, dato che neppure poteva parlare coi nigeriani. Aveva fatto
qualche foto delle strade di Lagos
intasate di auto. Non sapeva che in
Nigeria non si può abitare fuori dai luoghi di lavoro perché ti rapiscono e
taglieggiano. Già lo fanno coi nigeriani. Qualcuno era riuscito a fargli capire
che gli stranieri devono abitare in luoghi concentrati e protetti. Lui diceva
che per le centinaia di persone lui si immaginava di assumere nel centro del
Progetto Nigeria aveva già ordinato di predisporre alloggi. Lui?! Per chi? Per
fare cosa? Nel momento in cui partiva, fosse mai partita, la costruzione del
gasdotto, se ne occupavano Chevron-Shell ed i cinesi che finanziavano. A lui ed
a Petrobras occorreva solo stare lì a
guardare senza fare troppe figuracce. Invece stavano solo discreditandosi. Non
davano certo in mano a degli zoticoni come João e Petrobras la costruzione di un gasdotto.
Quel foglio ora, con le 20 città da
controllare, era un altro delirio di João, un delirio che, ovviamente, non
stava né in cielo né in terra. Athos aveva già verificato e riverificato che
‘Togo’, così come altre possibili variazioni citate da João, non esisteva in
Nigeria. Non solo. Proprio non non esisteva l’oggetto da lui citato, la
supposta raffineria inattiva. Togo è solo lo Stato oltre il Benin. Lui, troppo
ignorante, non ha neppure idea dove sia l’Africa e se la Nigeria sia in Africa od
ai poli od altrove. Athos aveva già fatto tutti i possibili conti di tempi
d’auto, distanze, direzione indicata da João, e pure altre possibili direzioni.
Non v’era nulla e poi nulla. È che João non conosce neppure i punti cardinali,
per cui insisteva che aveva viaggiato per 4 ore verso ovest, e pure su strada
rettilinea e ad alta velocità. A quel modo, sarebbe arrivato in Ghana.
Diplomaticamente (inutile discutere con chi
capisce meno di nulla), Athos gli infila il foglio sotto la porta, dato che lui
non è in stanza, con una nota di farsi inserire le città in un GIS, che di
sicuro [!] hanno [non sanno neppure che sia!] in Petrobras, così può ammirarsi le sue venti città su una cartina
geografica e farsene quel che preferisce. Dopo che ha visto il foglio con la
nota, João commenta:
- “Mi accorreva controllarle...”
- “Che cosa controllare? I monumenti?”
- “Controllare nel computer, non fare un
GPS.”
- “No, scusa, proprio non hai idea, allora,
che sia un GIS. Che c’entra col GPS?! Col GIS te le vedi su una cartina
geografica e lì puoi fantasticare sulle tue 4 ore velocissimo verso ovest che
ti ho già detto essere impossibili. Oppure, ...del tuo tempo puoi fare quel che
vuoi..., con un computer tu te le ammiri una per una in google. Ma non serve a
niente che io perda tempo per una ricerca di una cosa che non esiste, ricerca
pure ulteriormente insensata su un elenco di venti località che ti inventi
ora, e su cui chiaramente ti stai
sbagliando. Che ci fai colle venti località, ti inventi che si chiamano Togo e
che sono quattro ore ai 100 all’ora ad ovest di Lagos? Ti ho già detto che a
100 all’ora ad ovest passi di sicuro due frontiere, e magari pure tre.”
No google non gli piace. A lui piace
sfogliare riviste (al giorno d’oggi c’è di meglio ed aggiornato on-line, e pure
gratis) od usare motori di ricerca dove non esce nulla. Non sapendo fare
ricerca, né ricerche, né usare un computer per lavoro, neppure sa lavorare,
semplicemente non ha bisogno di trovare, neppure ci prova!, vere informazioni.
Anche le trovasse, come fa a leggerle se è analfabeta, portoghese a parte
forse?
Preso dall’ebbrezza, e dell’avvitamento
paranoico, dello State/Government-Organized
Stalking, voleva solo buttare via altro tempo di Athos per le sue follie.
Ed intanto João si rodeva: “Ma come è che quell’Athos trova in pochi minuti
quello che io non riesco a sapere neppure in mesi di lavoro”
Dopo tre giorni a scaccolarsi le orecchie con
l’otite, giovedì 05/09/2013 João rimette il naso fuori e va “in ufficio”, dice
lui.
Qualche giorno dopo se ne esce fuori:
- “Ho scoperto dove è Togo...” No, non è
vero, non ha proprio scoperto una minchia. “...Non siamo andati quattro ore
d’auto veloci ad ovest...” Ed allora perché lo dicevi, e come di una cosa
sicura ed assodata?! “È una via od un quartiere di Lagos.” Non è vero. Athos
aveva già controllato e ricontrollato. Non esiste un Togo in tutta la Nigeria.
Tanto meno a Lagos.
Di nuovo, João non è capace, né ci sta colla
testa. Tanto meno se ne è più uscito con Athos con cose da fare su quella bozza
di presentazione in PowerPoint. È lì abbandonata ed inutile. È servita solo ad
Athos per avere delle informazioni, e per capire o ricapire come João, i suoi
capi, Petrobras e tutto il Brasile
siano solo dei minchioni che non sanno fare nulla. E pure delinquenti e malati
di mente, e totalmente prostituiti a chiunque, visto la loro cooperazione con
operazioni di State/Government-Organized
Stalking della Polizia Segreta / Squadroni della Morte del governo federale
del Brasile, su richiesta Carabinieri-NATO.