domenica 21 aprile 2013

mashal-064.
“Il caffè col sale”

mashal-064. “Il caffè col sale”

by Georg Moshe Rukacs

Rio de Janeiro. Brasile. Un altro pianeta. ...Non del tutto...

Uno dei primi giorni che lavoravo lì, dissi a Humberto che il buon caffè di fa con una presa di sale. Poco, molto poco, un pizzico (in proporzione alla quantità di acqua e di caffè), ovviamente.

Humberto e Janaina, due psicotici sulla stessa lunghezza d’onda, si misero subito ad urlare che il caffè sapeva di sale. Anche quando non ve ne fosse. Bastava che io fossi nei paraggi. Urlavano e, furiosi, gettavano via l’acqua per ribollirne altra.

Non è affatto detto che il pizzico di sale si metta nell’acqua. Si mette tranquillamente nel caffè, sì che quando l’acqua passi si combinino. Troppo cretini ed ossessi per capirlo.

Humberto e Janaina leccavano l’acqua. Sentenziavano che vi dovesse essere del sale. Si mettevano ad urlare, ad imprecare. E la gettavano via per bollirne altra.

Li invitai ad informarsi, magari in rete. Troppo ignoranti, tutti, lì, per fare una normale ricerchina in google.com.

Ovviamente, con tipica alterazione paranoica, i due lo dissero, drammatizzando, a tutti, inclusi direttori e loro leccaculi, che io facevo “il caffè col sale”. Per ciò, la direzione obbligò la cuoca per il personale a iniziare a lavorare alle 7:30, specificatamente per preparare il caffè, anziché alle 9:00 come tradizionalmente. Chiara sindrome dell’identità antropologica.

Un paio di sabati fa, il 13/04/2013, arrivai, come al solito, prima delle otto e mi diressi alla cucina. Il sabato, non c’è la cuoca della cucina dipendenti. Per me è ottimo il caffè vecchio. Ma lì son tutti grandi signori...

Germano, il kapó, mi disse di preparare il caffè ed aggiunse, con un sorrisetto, “senza sale”. Al che, lo preparai subito col sale. Chiaramente, non ne possono avere la percezione. Lui salì silenzioso per sorprendermi a fare qualcosa di criticabile... Ma io lo so che è nei suoi schemi mentali di ladrone pensare che tutti cerchino di sottrarre cose, nonostante e telecamere dappertutto...

Lì, voleva pure sorprendermi a metter il sale. Lo avevo già messo nell’acqua. Poi, si gustò, con un sorrisetto di compiacimento, il caffè. Pensava: “A me non la fa nessuno.” Lo prese senza zucchero per essere sicuro che non vi fosse sale. Ed invece si gustò un magnifico “caffè col sale”.

Anche Humberto, quando arrivò. Prima mi disse che il caffè era ottimo. Quando gli dissi che c’era il sale cominciò ad urlare che lui lo sapeva che era salato. Mentiva. Lo sfidai a prelevare un campione per farlo analizzare. Non lo fece. Chiesi a tutti, in sua presenza, e nessuno aveva percepito “il caffè col sale”, od “il sale nel caffè”. Infatti non lo si deve percepire. 

Infine, lo ridicolizzai dicendogli che io gli avevo indotto la suggestione che ci fosse del sale, come già avevo fatto a suo tempo con lui, e lui aveva contagiato la contagiabile e contagiosa Janaina, ed, assieme, tutti i pazzi avevano dato loro corda.

Restò rabbioso per giorni per quella storia del “caffè col sale” e pure per altre cose. I pazzi ossessi se le creano da soli, anche senza induzioni esterne supplementari.