mashal-065. “Lavorare veloci”, ...totalmente disorganizzati!
by Georg Moshe Rukacs
Rio de Janeiro. Brasile. Un altro pianeta.
...Non del tutto...
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“A view shared by all the perspectives on
development [...] is that industrial and developing countries are on different
production functions and are organized in different ways. Development is no
longer seen primarily as a process of capital accumulation but rather as a
process of organizational change.”
Karla Hoff
and Joseph E. Stiglitz
La permanenza nel sottosviluppo, la sua
cronicizzazione, è proprio l’incapacità, qualunque ne siano le ragioni o
sragioni, di organizzarsi ed organizzare in modo efficiente.
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Se devono impacchettare delle cose in dei
sacchetti, si collocano tutto nel modo più inefficiente, distante e
sconfortevole, riempiono un sacchetto, lo pesano, lo etichettano, lo chiudono
con la pressa a calore per chiuderlo più o meno ermeticamente. Se dici loro che
prima si preparano le confezioni pesate, poi si chiudono, poi si etichettano,
ti controbattono che tu fai il lavoro tre volte, che la procedura veloce è
preparare una confezione, poi etichettarla, poi chiuderla, e così via una dopo
l’altra. Non hanno idea che sia il fordismo, l’organizzazione scientifica del
lavoro. Tra l’altro se poi devono fare delle correzioni, per non lasciare resti
o per far uscire una confezione in più, dove i pesi suggeriti non siano
vincolanti, la cosa è impossibile con tutte le confezioni preparate e già
subito chiuse una dopo l’altra anziché alla fine.
Iniziano a fare una cosa, dopo un minuto
passano ad un’altra e poi ad un’altra ancora. Ciò anche dove ciò non è per
nulla necessario ed abbia come unico risultato di scombinare tutto il lavoro.
Una cosa è se devi mettere sul fuoco, in fretta, quattro cose differenti, in una
cucina. Altra se stai lavorando a cose che richiedono di essere fatte una dopo
l’altra.
Se uno sta usando la bilancia, ecco che
invece che dedicarsi ad altre cose, si gettano sulla stessa bilancia così da
intralciarsi reciprocamente il lavoro. Se uno sta pesando ed impacchettando
fragole, o pasta, o sughi, ecco che si mettono a gettare sulla stessa bilancia
fette sanguinolente di carne od altre sozzerie, invece che o fare altro od ad
aiutare a finire il lavoro dell’altro per poi dedicarsi efficientemente ad
usare la bilancia così liberata. Carni sanguinolente le affiancano ad altri
prodotti del tutto incompatibili con esse e volano sopra gli stessi per
raggiungere la bilancia.
Non solo non sanno organizzarsi, ma neppure
conoscono le regole più elementari di igiene. Sono pieni di mille fissazioni
relative alla supposta igiene, ma dell’igiene vera non conoscono nulla. Usano
coltellini da cucina per pulirsi le unghie. Lavorano, in cucina, in ciabatte
aperte (da spiaggia) senza che nessuno dica loro nulla. Però si mettono tutti subito
il copri-testa anche solo per entrare un momento anche in aree dove non vi sia
cibo.
Se un tagliere bianco prende del colore, ecco
che lo raschiano col coltello sì da rovinarlo e da renderlo più infettivo se
poi usato per cibi infettivi. Si introducono dita nel naso e scatarrano senza
farsi problemi.
Il lavoro serve loro solo per dar libero
corso alle loro psicosi, non per fare il dovuto bene e con efficienza.
Tale è il sottosviluppo cronico. L’arroganza
dell’ignoranza.