mashal-032. Sapori dei luoghi
by Georg Moshe Rukacs
Montecarlo, vista avvicinandosi dalla statale, è una striscia di palazzi pressati l’uno sull’altro, sempre più alti, che cercano la via del cielo. E cercano spazio verso la montagna retrostante. Ma forse, lì, è già Francia. Ovunque ci sia un fazzoletto di terra ancora libera, qualcuno si ingegna a fabbricarvi. In ogni luogo lo si permetta, perché il mare sta lì solo per arrendersi al cemento.
Mi trovo a fare il confronto con Hong Kong. Se non fosse che in quest'ultima, con maggiori spazi assoluti, è possibile l'espansione sulla terra, lasciando il mare alle abitazioni sulle barche. Mentre, a Montecarlo, resta solo l’espansione sul mare.
Ventimiglia. Nei pressi della stazione ci sono due tipi di bar e di self-service. Quelli luridi. E quelli solo sporchi. Coll'odore opprimente dei cibi che si mescola al lezzo dell'aria.
Ferrovia Ventimiglia-BreilSurRoya-Limone. Attorno alla ferrovia si ergono pareti scoscese e desolate, che danno una sensazione di grandiosità e di pericolo. Il treno, che passa gallerie che sembrano scavate da sempre nella roccia, procede per tutto un tratto quasi a passo d'uomo, come timoroso dell'ambiente imponente che si trova ad attraversare. Stazioni che non si capisce chi servano. Un campetto da golf. Piccole attrezzature sportive. Qualche costruzione collettiva. Una linea, sembra ferroviaria, più in alto, che va chissà dove, o forse chiusa. Polizia, alla partenza, ed alle frontiere, solo italiana. Ferrovieri solo italiani. Senza traccia di francesi, che né lì, né tra Ventimiglia e Mentone, si preoccupino anche solo di farsi vedere.