venerdì 15 agosto 2008

OligarkiaCentraffrikkanItaliota.85. 27 ottobre 1962, quando i caramba e le altre istituzioni passano formalmente al Califfato

OligarkiaCentraffrikkanItaliota.85. 27 ottobre 1962, quando i caramba e le altre istituzioni passano formalmente al Califfato
by Georg Rukacs

27.10.1962. Tutte le istituzioni di Peninsulozia passano formalmente al CaliffatoEstremista. Naturalmente ad un CaliffatoEstremista sottosviluppista. Nella penisola arabica, l’area di partenza del progetto-CaliffatoEstremista, vi sono al contrario centri che ben si sviluppano, almeno in settori particolari e senza entrare in conflitto con i progetti dell’Impero.

Quando uno arriva lì, nei centri del “potere” di Peninsulozia glielo dicono, in un modo o nell’altro. Se non capisce non importa. Purché obbedisca. Se diviene proprio incompatibile, lo liquidano, in un modo o nell’altro (incluse campagne stampa e casi giudiziari montati come fosse fossero nella natura delle cose; se però uno non è il suddito medio coglione se ne accorge e lo vede). Del resto, già il monarco-fascismo era più consistente con le visioni e le pratiche islamiche estremiste che con la modernità liberale. Ecco, perché, poi, sarà a tutti facile, da neri divenire bianchi e rossi e tutto quel che occorre in ogni momento, così come tutti i “liberali” ed altri s’erano già fatti ardentemente fascisti.

Uno Stato delle dimensioni dei 50-60 milioni di sudditi non può essere lasciato svilupparsi in modo competitivo perché potrebbe divenire concorrenziale rispetto all’Impero. Se si sviluppa di suo, per una qualche sua dinamica innata, diviene subito un pericolo da tenere accuratamente sotto controllo e da destabilizzare. Nulla a che vedere con la geneticamente sottisviluppista Peninsulozia, dove pulsioni interne allo sviluppismo non esistono, se non tra singoli, ma irrilevanti a livello sistemico.

Del resto, a Londra, all’Ufficio Strategico della Corona lavorano a questo modo. Lo fanno con tutti. Ed è giusto così, se possono. Ai primi di luglio 1941 doveva esserci l’attacco sovietico all’Europa con assenso inglese. Dovevano occupare fino alla frontiera spagnola almeno. I tedeschi lo sanno. Contrattaccano con una decina di giorni d’anticipo, il 22 giugno 1941. Le truppe sovietiche non erano sbagasciate come sono state poi descritte. È che erano tutte il treno ed altro trasporto per essere schierate al fronte ed invadere l’Europa. I Servizi Segreti sovietici controllavano due elementi chiave dell’industria bellica tedesca, i giubbotti ed i lubrificanti da bassissime temperature. Il contrattacco preventivo tedesco è così affrettato che non fanno in tempo ad ordinarli. Devono, in pochi giorni, trasferire masse enormi di truppe dalla Francia al fronte tusso. Quando a Stalin comunicano che i tedeschi stanno entrando nelle Russie non ci crede: “Non hanno ordinato giubbotti e lubrifianti per le nostre temperature alle loro industrie.” Truppe russe sui treni od appena scesivi, con ferrovie e rete di trasposto sovietica piuttosto malandate (frutto d’uno “sviluppo accelerato” [un’economia di guerra] burocratico, dunque inefficiente), ed efficienza tedesca, unite alla stagione estiva permettono vittorie rapide tedesche. Appena arriva il gelo arriva la sconfitta. Un banale problema di lubrificanti. I motori russi girano. Quelli tedeschi si fermano date le basse temperatore. Pure i soldati tedeschi hanno freddo ed il vestiario non è sufficiente. La sconfitta tedesca a Stalingrado, coi soccorsi tedeschi che non possono raggiungerla, è una banale questione di olio per motori e di vestiario per bassissime temperature.

Già, negli anni ’20 e ’30, fino alla destabilizzazione non riuscita della Spagna sostenendo la Spagna “repubblicana”, Londra partecipa alla destabilizzazione sovietica d’Europa. Non riuscita nel punto centrale della sua azione, una Germania sovietica dunque annichilita, i circoli finanziari di Londra e New York passano alla creazione d’una Germania NaziSovietica. Il nazismo è quello. È la creazione del nemico con una forza che permetta di combatterlo e distruggerlo. Londra crea la Germania nazista, mentre la Russia viene spinta, con larghi aiuti americani già allora, all’economia di guerra per l’invasione di tutta l’Europa continentale. La propaganda l’ha chiamata “industrializzazione forzata”. Era economia di guerra, con le Russie trasformate in grande campo di concentramento di lavori forzati, e con decisivi aiuti tecnologici ed industriali americani. Del resto, americani ed inglesi profittavano coi russi, “i comunisti”, come profittavano coi tedesci, “i nazisti”, come profittavano a gettarli l’uno contro l’altro. Del resto, anche la guerra del 1940 è Londra che la dichiara formalmente nel 1939 con la scusa della Polonia che poi venderà senza tanti scrupoli ai russi.
Ad inizio luglio 1941, la Russia si giudica pronta. Ma sono troppo tranquilli. Sanno che la Germania non ha le forze né l’intenzione d’un attacco. Senonché, i tedeschi lo vengono a sapere dell’invasione sovietica dell’Europa e scatta la loro controffensiva disperata mentre le truppe sovietiche sono sui lenti treni e sulle scassate strade delle Russie, gestiti dalle tarde burocrazie sovietiche. Era una demenza l’occupazione sovietica d’Europa come era una demenza la simile intenzione tedesca, se l’avevano mai avuta mentre è più probabile si siano fatti prendere dagli eventi provocati da Londra per indurveli. Letale, tra l’altro, che i tedeschi di fossero trovati i peninsulioti come alleati. Difficile dire se i tedeschi avessero l’intenzione d’occupare le Russie l’anno successivo o se sia solo propaganda dei vincitori. Certo, avevano il problema delle materie prime. Ma le materie prime c’è sempre il modo di comprarle. Eppoi, lì, i nemici, anche per le materie prime, erano a Londra non a Mosca. Le guerre frontali sono sempre le peggiori, ma tedeschi ed Europa continentale sono sempre stati inferiori agli inglesi, nell’arte della guerra, con le sue mille tecniche.

Non che Londra volesse regalare per sempre l’Europa ai sovietici. Appena i sovietici l’avessero occupata, sarebbe riiniziato il solito giochetto londinese contro il nemico principale, che a quel punto sarebbero stati i russi, i sovietici. Liquidata, coi sovietici, le Germania, magari il giochetto sarebbe ripartito dalla Spagna restata non-sovietica, dalla Peninsulozia monarco-“fascista” (grande amica dell’URSS tra l’altro) e dai mille lati d’un impero troppo grosso perché le scassate burocrazie sovietiche potessero gestirlo con una qualche efficienza.

Il piano inglese di Europa Sovietica è rinviato al 1945, quando ci sono pure gli americani. I sovietici devono fermarsi prima del confine Yugoslavo. Certo, la Yugoslavia, come l’Albania, possono darla ai rossi ma non ai russi. L’Albania, già del Re di Peninsulozia, farà la Repubbliketta sottosviluppista “ultrastalinista”. La Yugoslavia farà la Repubbliketta sottosviluppista proprietà privata di un Tito sotto protezione inglese.

Mentre l’ordine post-1945 vede la proponderante forza militare, ma non di visione strategica, statunitense, oltre la nascita di quell’Israele d’ebrei tanto odiati pure da Londra, non solo dai tedeschi e da tantissimi altri, Londra lavora sia ad una anti-decolonizzazione che ad una destabilizzazione futura sia dell’Europa americana che di quella sovietica da Sud, al momento della fine futura, allora, della guerra fredda, che come ogni cosa non può essere eterna. Il progetto londinese post-guerra fredda, si fonde con l’anti-decolonizzazione sempre londinese, nel ProgettoCaliffato. Il Califfato inglés, a partire dall’Arabìa, che è area inglese, che si estenda fino all’Europa, deve estendersi, nei piani londinesi, dalla penisola arabica fino all’Europa. A ciò servono delle continuità territoriali. Tali sono i Balcani, Peninsulozia, la Spagna, la Francia. Ne basta uno per arrivare al cuore dell’Europa, le Germania, rinata fortissima dopo la catastroife bellica, dunque onnipresente nemico ravvicinato della Corona londinese. Più d’uno, tali “ponti”, sono ancora meglio. Per la destabilizzazione dei Balcani, e il rivenire allo scoperto delle sue popolazioni restate islamiche, le condizioni si creano a fine anni ’80. La Spagna, già terra islamica poi deislamizzata, è congelata dal franchismo che ne assicura una lenta ma sicura modernizzazione. La Francia, pur terra d’immigrazione di sue popolazioni coloniali islamiche, ha una qualche efficienza statual-poliziesca, pur non ai livello inglesi. Che di meglio, già non molto dopo la guerra, che assicurarsi Peninsulozia come terra da coltivarsi per il ProgettoCaliffato?

Del resto, Peninsulozia fu creazione inglés, attorno al 1860, proprio contro gli austriaci, i francesi e gli spagnoli. Ma non per sviluppare l’area. Proprio per tenerla sottosviluppata, a sottosviluppo controllato. Ecco, che un progressivo scivolamento dal sottosviluppo controllato al sottosviluppismo era essenziale per il ProgettoCaliffato. Una nazione peninsuliota mai è esistita, né mai esisterà. Il pensuolioto è stato creato per essere singolo, non popolo, non nazione. Lasciamole a Putnam e scuola le puttanate sulla vivacità comunale indipensabile, dice e dicono, mentendo, alla creazione di Stati moderni.

Il monarco-“fascismo” era stato davvero ben visto da Londra perché permetteva di dare le solite risposte deboli invece che liberali-inglés alla modernizzazione ch’altrove avanzava. Appunto, il monarco-“fascismo” era utilissimo, in fase di trasformazioni mondiali, per passare dal sottosviluppo controllato al sottosviluppo controllato senza i rischi che, nell’effervescenza mondiale, potesse, per caso, scoppiare qualche vera modernizzazione competitiva di Peninsulozia. Il peninsuliota è apprezzatissimo come singolo genio, quando lo è. Ma che non si corresse il rischio che ne potesse, magari per caso, uscire una qualche nazione e Stato internazionalmente competitivi. E non successe. Col monarco-“fascismo” non successe. Non che il rischio ci fosse davvero. Senza monarco-“fascismo” magari si sarebbe tutto dissolto con gran vantaggio per gli Stati confinanti e delle varie etnie peninsuliote che sarebbero state e starebbero magari benissimo da sole, in staterelli, città Stato, paesi-Stato, comunità anarcoidi. Mannò, Londra voleva essere sicura che la Peninsulozia mafiosa si perpetuasse. Il monarco-“fascismo” era perfetto. Potevano perfino sanzionarlo se sembrava troppo “imperialista”. Potevano adularlo se pensavano stesse apertamente dalla parte loro. Potevano disprezzarlo, “tanto sono fascisti!”, se per qualche demenza del periodo, Peninsulozia si fosse aggregata ai tedeschi. Lo sapete come sono i peninsulioti di Stato ed i coglioni li seguono, cioè pure tutti gli altri: “La Germania vince anche per noi. Meglio le briciole da chi vince qui ai confini nostri che da quelli distanti. Tanto, se va male, impicchiamo qualcuno cui diamo la colpa di tutto, e noi passiamo tutti coi nuovi vincitori.”

L’islamizzazioneEstremista d’Europa, per poi combatterla un giorno, stesso problema avranno sullo stesso territorio britannico (ch’han pure già fatto qualche film futuribile), il Progetto CaliffatoEstremista dallo Yemen all’Europa Centrale ed oltre dell’Ufficio Strategico della Corona, era già attivo dopo la guerra mondiale. Era in funzione sia antiUSA, che antiIsraele che antiEuropa. Del resto, era già chiaro, con le varie Comunità e Mercati Comuni, che la Germania stava perseguendo, ora in modo pacifico, dunque più subdolo, lo stesso espansionismo precedente. Londra era ben in allarme. A guerra finita, secondo schema solito, mentre ancora se la fanno coi sovietici, da Londra, lanciano la “guerra fredda” che è il Progetto EuropaSovieticaCongelata, con cui mettono nel congelatore mezza Europa e pure, in parte, l’altra mezza, quella “americana”, che è privata dei vastissimi mercati d’area sovietica. Nonostante ciò, la Germania è di nuovo in grande sviluppo ed in grande iniziativa espansionista, seppur pacifica che è ben più subdola, dal punto di vista inglese, del militarmente sanzionabile espansionismo militare.

Non che sia colpa di Londra che Peninsulozia sia sbagasciata da sempre, e pure nel dopoguerra. È nel DNA di Peninsulozia. Tuttavia Londra investe, non è difficile vista appunto la natura di Peninsulozia, nella destabilizzazione di Peninsulozia per includerla con sicurezza nel ProgettoCaliffatoEstremista.

In effetti, qualche elemento contingente di preoccupazione inglese esiste. Peninsulozia s’era sviluppata troppo rapidamente nel dopoguerra, sebbene la corruzione democristo-laico-socialcomunista stesse corrodendo le già sbagasciate burocrazie statali e “pubbliche”. Negli anni ‘50 c’è sviluppo ma pure sicura progressione della corruzione nello e dello Stato.

Alla Fiat c’è Valletta, che tra l’altro è in sintonia con Enrico Mattei invece avversato, con la sua ENI e società connesse, un po’ da tutti. Anche lui, Valletta, fa parte d’un mondo che deve essere distrutto per sempre perché nessun rischio sviluppista permanga neppure come illusione. Per liquidare lui basterà la scusa dell’età. Si veda il seguito, dopo di lui...

Già col colpo di Stato in occasione del referendum anti-monarchico gli inglesi si erano liberati d’ogni residuo ostacolo alla distruzione irreversibile d’Italiozia. Non che la monarchia savoiarda fosse un grande baluardo, ma a Londra giudicarono d’esser più rassicurati dalla repubbliketta catto-comunista dei Caramba. Gli stessi Caramba che arrestano Mussolini, in occasione del golpe monarchico del luglio 1943, caricano a forza il Re su un aereo per l’esilio.

Il 27 ottobre 1962, c’è la botta finale per chiarire che l’unico corso di Peninsulozia è la progressiva dissoluzione controllata. Gli stessi che evano caricato Mussolini su un’ambulanza e il Re su un aereo ora buttano giù l’aereo di Mattei. Un ufficiale dei Caramba di traveste con la divisa d’un ufficiale dei Caramba in quel momento altrove e fa piazzare la bomba sull’aereo. Tutti lo sanno, in Sikulia. Guardano Mattei come un cadavere ambulante. Infatti, dopo poche ore o mezz’ore da quel suo soggiorno sikulo, cadrà in prossimità di casa. Esplosione. E l’aereo va giù.

Avevano solo dovuto aspettare che Gronchi non fosse più Presidente.

Il solito Segni, bravissimo a disfarsi dei latifondi di famiglia ma a null’altro in nome della “sua” riforma agraria, è Presidente. Fanfà, bravissimo a far fabbricare case ma a null’altro, è “capo” del governo. ErMoro è “capo” della DC. Andreò è già alla Difesa. Tavià è all’Interno. Poi solita telefonata al PCI, già informato e d’accordo: “Ed ora, il solito, ...la sCia, i franscessi, er complotto imperialista. ...Mica per nulla v’abbiamo dato “la cultura” ed er scinema...” Un classico, per i carambaStragisti. Fanno sempre e su tutto così. Piccì e sindacati per la copertura di massa e subliminale d’ogni crimine e demenza.

Basta con vani sogni, e non solo sogni visto che qualcosa lui ed altri avevano realizzato, di potenza alla Enrico Mattei, mentre la corruzione peninsulotica già dilaga inarrestabile. Italiozia entra appieno nel ProgettoCaliffato. Bombe, stragi, terrorismi, pogrom, linciaggi, prima rossi, poi neri, poi senza colore, ma sempre di Stato e di regime, assicurano il sottosviluppismo e la dissoluzione di Peninsulozia come “ponte” sgombro europoMediterraneo del Califfato inglés proteso verso il centro d’Europa.

Liquidato Mattei, ci sono universali urla liberatorie, nei Palazzi.
A Cuccia!
A Cuccia!
Tutti a Cuccia!
Non so se alludessero a Mediobank, la garante del sottosviluppismo controllato italiota, col suo dittatore collegato direttamente ai centri di comando londinesi, via Parigi, su Peninsulozia. Credo di sì.

...Fanno sempre così, nei centri dell’Impero. Vi fanno intravedere gli Alija Izetbegović. Poi arrivano i tagliatori di teste. Anzi, li avete già. I soliti CarambaStragisti, ora occupatissimi in altri pogrom-linciaggi, sia giudiziari che occulti, che basta riattivare per le deflagrazioni rumorose, se qualcosa non vi piace.