venerdì 15 giugno 2012

mashal-047. Antonia ed altri zanza da State/government-organized stalking compradoro brasileiro, al PottellaBal di SantaTeresa (RJ)

mashal-047. Antonia ed altri zanza da State/government-organized stalking compradoro brasileiro, al PottellaBal di SantaTeresa (RJ) 
by Georg Moshe Rukacs

Solito PottellaBal (del sobborgo di SantaTeresa, area centrale di Rio de Janeiro) dello State/government-organized stalking compradoro degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana agli ordini del Presidente o Presidenta.

...E solita feccia da State/government-organized stalking, qui compradoro ed alla brasileira

Che personaggio Antonia, cuoca, con l’altro, prima la mandassero via d’urgenza a maggio 2012, perché non del tutto consistente col Terrorismo di Stato contro Abraham, il giudeo tedesco lavorava da quelle parti! Parlava troppo. Voleva sapere troppo.

Ma andiamo con ordine...

La notte tra mercoledì e giovedì, legalmente già giovedì, le primissime ore di giovedì, la nottambula Nadia, la proprietaria o pseudo-proprietaria, con la fida leccaulo, la pseudo-gerente isterica Elizabete, si aggirava per il suo PottellaBal atteggiandosi a grande manager.

Ispezione della cucina.
- “Ma qui, in questo lavandino c’è grasso! I topi della notte troveranno preziosi alimenti per le loro gozzoviglie a mie spese!”
In realtà, non v’era nulla, dato che l’ultima cosa transitata per il lavandino ed il suo scarico erano salsa piccante e acqua abbondantemente insaponata. V’era della sozzura nello scarico dell’altro lavandino, forse. Ma la cretina Nadia si asterrà dal ‘visitarlo’.
Eppoi, altri commenti, su disposizioni delle cose etc che l’infida fida pseudo-gerente isterica Elizabete dovrà, il giorno dopo, riportare a chi nella cucina lavora.
La ascolteranno silenti, dato che, alla fin fine, è sempre meglio non discutere con delinquenti e malati di mente.
Interessanti, quegli immaginari topi della notte che...

Poi, ispezione dello pseudo-‘panificio’, un’area di servizio, da frigo, a preparazione alimenti, a spogliatoio.
- “Che cosa è questo sacchetto messo a bloccare questo rubinetto?! Come si permettono?”
Strappa il sacchetto. Apre l’acqua. Poi la chiude lasciandola sgocciolante.

Il giorno dopo, lo pseudo-‘panificio’ era allagato, dato che le tubature di scarico di quel lavandino perdono parte notevole dell’acqua vi transiti e gli scarichi nel pavimento sono ostruiti o comunque non funzionanti. Nonostante ciò avvenga da sempre, nessuno si è mai preoccupato di rimediare, né alcuno aveva mai, prima, ‘bloccato’ il rubinetto. Lo aveva fatto, finalmente!, Abraham il giorno prima. Se si usa l’acqua e va tutta sul pavimento, con tanto di puzzo intenso che si trasmette pure nel bar-ristorante separato solo da finestre con tendine quasi trasparenti, meglio ‘bloccare’ il tutto fino a riparazione. No, la minchiona proprietaria Nadia doveva disfare tutto!

Il giorno dopo, alle 15:30, la pseudo-gerente isterica Elizabete apriva una delle saracinesche di quel locale per spingere fuori l’acqua abbondante sul pavimento, naturalmente senza avare chiuso l’acqua gocciolante nel lavandino per cui la pozzanghera, l’allagamento, si ricreava...

Avanti, cretini!  

Nadia era sempre più agitata. Non sa cosa fare di giorno. ...Beh al giorno dorme. Non sa cosa fare la notte quando le logorree senza fine l’assorbono pur con ascoltatrici sempre più annoiate. ‘Ispeziona’. S’atteggia, solo s’atteggia!, a padrona-manager che controlla e lancia commenti ed ordini senza senso che le sue varie pseudo-managers, inette e minchione come lei, devono poi ‘eseguire’ riportandole agli altri dipendenti del bar-ristorante.

Ma il problema suo continua ad essere Abraham, il bersaglio di terrorismo di Stato che neppure la caga.

Lei arriva, mi si aggira attorno. Certo, è la proprietaria o pseudo-proprietaria... Ma mi è inferiore in tutto e neppure minimamente rispettabile. Che dovrei fare o dire? Lei non sa cosa fare. Io lo so. Certo, le hanno ordinato che “quel giudeo tedesco deve essere spinto ad andarsene”. È solo che lei non sa bene come.
- “Che volete che faccia, che lo licenzi?”
- “...Se crede... Ma sarebbe meglio che sembrasse fosse lui ad andarsene... ...Dovrebbe mettergli gli altri contro... Dovrebbe rendergli la vita impossibile...”
Difficile quando il bersaglio rifiuta il ruolo della vittima e si atteggia (oltre a obiettivamente essere tale!) lui a persona attorniata da pidocchi, a cominciare da proprietaria e pseudo-managers.

Per cui, ‘ispezionato’ il bar-ristorante e fatto disastri (come l’allagamento dello pseudo-‘panificio’), eccola che ordina alla pseudo-gerente isterica Elizabete:
- “L’unica cosa da fare, per questi agenti speciali della Polizia Segreta della Presidenta che continuano a premere, è rimobilitare MariAntonia... Lo facciamo dire da lei che lui li ha sputtanati in rete... Eppoi, di sicuro, con lei qui, lui parla con lei... ...Lei ci riferisce. Noi trasmettiamo agli SquadroniDellaMorte della Presidenta federale e se la vedono loro... ...Eppoi, MariAntonia è abile... ...Ci monta qualche incidente contro di lui che è quello ci è stato commissionato dalla Presidenta... ...Non è una cosa che possa fare io, la padrona. Neppure tu, direttamente, che pur hai già fatto tanto. Tu che sei abile, in queste cose, la chiami e combini tutto.

Eggià, perché, sebbene avessero allertato i ruffiani, “siamo sotto attacco da parte di quel giudeo tedesco”, non l’avevano contata loro tutta. Solo le quattro pseudo-managers, la nomenklatura delle troie sceme ed inette promosse impiegatucole, sapevano di essere in rete.

Giovedì, nel primo pomeriggio, Elizabete la chiama. Un po’ gliele dice per telefono, un po’ quando arriva lì:
- “MariAntonia, Nadia ti manda a dire che... ...La patria ed il ristorante, questo nostro grande Portella Bar, sono in pericolo... Quel giudeo tedesco... Quello è uno hacker. Pure uno scrittore. Pure un intellettuale. Ci ha sputtanati in rete. Pure a te. Bisogna che vieni qui subito, in giornata. ...Siete amici... Con te quello parla. A noi, qui, ci guarda e tratta dall’alto in basso. Eppoi, bisogna avvisare gli altri che ha sputtanato in rete. Sai, noi, non possiamo farlo direttamente... La Polizia Segreta della Presidenta dice che tu hai un ruolo fondamentale nella difesa di questo nostro grande Brasile potenza mondiale...”
- “Certo! Certo! Vengo subito! Appena qui finisco il lavoro nell’ufficio di mio marito.”

MariAntonia arriva giovedì verso le 19:00. Le due troie principali di NadiaNamaCurri, Elizabete e Andreia, la montano un po’. Poi, lei compare. Alle 19:15 transita per le cucine. E se ne va verso le 22:00 dopo aver comunicato alle committenti che non ha concluso nulla.

Saluta:
- “Sono passata per vedere come state...”
La liquido fredda con un: “Sono qui...”
Interazione terminata.

Si chiama Eduardoni e AntòMardò nel retro, nel cosiddetto panificio. Li informa che sono famosi.
- “Ma che cosa ha scritto?”
- “Non so bene... Ma non è che...”
Insomma, alla fin fine sono più famosi come testimoni che come realmente sputtanati. Sono due che si sono trovati coinvolti, che sono stati coinvolti, in Terrorismo di Stato degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana agli ordini del Presidente o Presidenta.

Si fa portare da mangiare, anche per Eduardoni, come scusa per restare sola con lui a parlare:
- “Quel giudeo tedesco ci ha messi di mezzo in questa storia...”
- “E allora...”
- “La patria è in pericolo... Tutta l’America Latina è in pericolo...”. Eduardoni è paraguaiano, per cui MariAntonia deve menarla pure con l’America Latina.
- “Ebbé, che possiamo fare noi?”
- “Ma non ha parlato con te?”
- “Mi aveva accennato alcune settimane fa che saremmo divenuti famosi nelle ore successive... ...Sa tutto... Che ci avevano ordinato di discriminarlo e di cercare di inguaiarlo... Poi, non mi aveva detto più nulla.... Pensavo fosse una di quelle cose che uno dice... ...Ah, l’ha fatto!”
- “Dobbiamo fare qualcosa...”
- “A noi ci hanno ordinato... Che dovevamo fare... Non è che sia una questione nostra...”
- “Ma non capisci, Eduardoni, che la patria ed il mondo sono in pericolo!”
- “...Se non si preoccupa la proprietaria...”
- “Appunto, è lei che mi manda! Anzi, scusa, mi hanno ordinato di non dire che sono loro che mi mandano. Mi mando da sola. Dobbiamo ben difendere...”
- “MariAntonia, difendere cosa...?”
- “Maccome, quel giudeo va a scrivere...”
- “Sì, ma ha scritto cosa? Dove?”
- “Non so bene... Ti faccio sapere...”

Intanto, io vado nel retro dove sono seduti ad un tavolino, l’uno di fronte all’altra. Cammino lento. Giro attorno al loro tavolo, guardando nei loro piatti. Freddo. Non dico nulla. E ritorno lentamente in cucina. È tutto. Lo so perché lei è lì e che stanno facendo. Non sono io che mi debba preoccupare.

Finito, lei va dagli altri. Un paio, probabilmente:
- “Quel giudeo tedesco vi ha messi su internet...”
- “Che ha scritto?”
- “Non so bene, ma è per questa storia, ...che ci hanno ordinato di discriminarlo, perseguitarlo e fotterlo. ...In fondo, erano ordini di Stato.”
- “Sì, ma che ha scritto? Quando?”
- “Su internet... Non so bene... Devo vedere...”

Se ne va, poi, imbarazzata, da ladra, dopo logorree di convenienza anche con la già-logorroica-di-suo proprietaria, Nadia. Missione fallita.

Quando vado via, all’1:00 (ormai di venerdì 15/06/2012), mi fanno chiedere da uno, uno non nominato in questi scritti, uno che in genere si fa i fatti suoi (il tipo che va a far la spesa del giorno, pane e verdure di giornata, e che è pure piuttosto frustato di fare il cameriere lì per 54 ore la settimana a meno del salario minimo federale, cosa che somatizza con intensi mal di testa), che via io faccia al ritorno, ...se sia la via scoscesa e stretta dove è facile farti investire da una vettura o furgone lanciati e poi dire che è stato un incidente del tutto casuale. ...Il conducente non andrebbe neppure in prigione... Nessuna indagine sarebbe fatta. Rispondo che non lo so, che ci son tante strade lì nel Largo do Guimarães, che decido quando esco.

Fuori sono seduti taluni in abito scuro, in giacca e cravatta, abbigliamento alto governativo. Non è area d’uffici ed il clima dei luoghi non è sul freddo, neppure sul temperato, ma sul caldo, anche di notte.