mashal-045.
PottellaBal (RJ) – Logorree dello State/government-organized stalking compradoro
by Georg Moshe Rukacs
Al
PottellaBal, del sobborgo di SantaTeresa, area centrale di Rio de Janeiro, vi
sono varie persone eccellenti. Sostanzialmente, come dappertutto, sono quelle
che si fanno i cazzi propri.
V’è poi la merda. Nadia, la padrona, era una di quelle di
merda e che ben sguazzavano nella merda. Qui lo faceva su incarico di Stato, su
missione degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana in State/government-organized stalking
compradoro.
I malati di mente e delinquenti di Stato contattato solo
loro simili. Se per caso si sbagliano, vengono mandati affanculo. Non fu questo
il caso.
Con un orgasmo di orrido lubridio, Nadia aveva proferito
quel: “Ma certo che sono a piena disposizione”, quando l’agente speciale
l’aveva contattata ed inculata con la richiesta di collaborazionismo in crimini
e pazzie di Stato. Insicura ed arrogante, inetta ma piena di soldi, s’era
sentita confortata da quel continuare in quel suo far nulla un po’ sporco dove,
tra una truffa e l’altra, la grana le affluiva nelle tasche. Nadia era dei
loro...
Quando Abraham la e li aveva sputtanati via web, l’agente
speciale degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana la aveva
ricontattata con urgenza, oltre ai contatti routinari quotidiani, settimanali e
mensili:
- “Quell’Abraham è un demonio... ...Purtroppo gli
ordini... Non possiamo rimuoverlo senza istruzioni precise e per ora...”
- “Ditemi che posso fare io, al ristorante...”
- “Siccome la cosa si va a risapere... ...Dite che è uno
che s’inventa tutto e che non c’è nessuna azione di Stato contro di lui, che
sono sue elucubrazioni?”
- “Devo licenziarlo?”
- “Possibilmente no. Le istruzioni erano che doveva lui
essere spinto ad andarsene... Deve essere spinto fuori. Ma è meglio se sembra
che sia una decisione sua.”
Venerdì, nel tardo pomeriggio, NadiaNamaCurri si chiama a
casa sua un gruppo, le merde non i puliti, per una riunione d’emergenza.
...Elisabé, Tata, Caterì, Klaude, Gianna, Joanna, Jamì, Dany etc... Andreina
la lascia di presidio al PottellaBal.
Nadia è usa, nelle sua puntate al PottellaBal,
atteggiarsi a padrona, a padrona-dirigente, con la sue pseudo managers di quel
suo PottellaBal, creato più disorganizzato di un ministero, che egualmente
s’atteggiano a quello che non sono. Se le è scelte simili. Sono una finzione
reciproca mentre tutto va avanti da solo, secondo procedure standard, anche se
lì un po’ del cazzo perché, anche se fanno finta ciò non sia, molti strumenti
essenziali di una bar-ristorante mancano e non vengono procurati.
E lei, la megalomane-logorroica Nadia, improvvisa in
permanenza logorree infinite con le sue quattro pseudo-managers (Elisabé,
Andreina, Caterì, Tata) o parte di esse. Se le chiama per mangiare assieme, per
sbevazzare e per ascoltarla finte rapite essendo lei la padrona. A volte si
chiamava pure Antonia, quando lavorava lì. Parlava, parlava, parlava, parlava
di nulla. Eppoi, aveva il suo gruppetto pure fuori, di esterne, agenti speciali
o gentaglia ordinaria, ma ben felice di bere e mangiucchiare a sbafo mentre
Nadia andava avanti con le sue logorree vuote.
Dopo mesi e mesi di questo andazzo anche il suo pubblico
s’è rotto il cazzo di sentire sempre le solite scemenze per cui, per quel che
possono, non fanno nulla ma non attaccate alla padrona, ...per quel che
possono. Ecco che allora Nadia s’è attaccata, ultimamente a Andreina. Andreina
non solo ha più problemi delle altre a sottrarsi, potendo fingere ancora meno
delle altre di avere qualcosa da fare, ma, anzi, anziché stare sola a far nulla
è confortata da fare da audience alla padrona. Una coppia perfetta.
Venerdì, restò Andreina a fare la pseudo-gerente, mentre
quella ufficiale, Elisabé, era alla riunione segreta a casa di Nadia.
NadiaNamaCurri esodì:
- “Lo sapete perché siamo qui... Siamo sotto attacco...
Quello è un pazzo... S’inventa tutto... Immagina... Il governo non c’entra...
Non ne sappiamo nulla...”
- “Ma perché non lo licenzia...”
- “Il governo mi ha ordinato... No, anzi, volevo dire...
Il governo non c’entra nulla... Volevo dire che lo sapete che il governo
brasiliano non ha piacere si licenzino le persone. Neppure io... Noi dobbiamo
scoprire... Dovremmo scoprire... Sarebbe meglio scoprissimo qualcosa...”
- “Scusi, signora ma che cosa ci sarà mai da scoprire?”
- “Il governo mi ha detto che hanno informazioni sicure
che... No, anzi, il governo non c’entra nulla...”
Tra l’altro, alcuni, che poi lo hanno pure raccontato ad
altri e pure me, hanno visto agenti speciali degli SquadroniDellaMorte (il
dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale
brasiliana che andavano lì a parlare sia con Nadia che con le sue cagne da
pseudo-guardia, agenti che si qualificavano come “Polizia Federale”.
Per cui, le merdacchie da lei invitati alla sua riunione
d’urgenza o facevano i seri oppure sghignazzano seppur trattenuti, ma pur
sempre aleggiava un ineliminabile clima di inaffidabilità di quello Nadia
diceva. Sebbene, essendo lei la padrona, dovevano fingere acquiescenza.
Dovevano fingere fosse credibile, seppur tutti sapessero non la fosse.
Qualcuno avanzò:
- “Scusi, signora, ma che cosa le hanno detto quegli
agenti speciali che sono venuti...”
- “Quali? Che agenti speciali? No, anzi... Sì, sono
venuti, ma non per lui... È perché volevano fare una convenzione col
ristorante.”
A quel punto, tutti sghignazzavano trattenuti. Sì, quelle
situazioni i cui tutti si fingono seri ma hanno il sorrisetto stampato sulla
faccia. Infatti, Elisabé aveva raccontato a tutti, pur con aria cospirativa ed
a mezze frasi, a singoli non a gruppetti, che era divenuta importante: “Quelli
[gli agenti speciali che tutti avevano visto o di cui era stato loro detto] mi
hanno dato un incarico importante... ...Sono in ballo i destini del mondo...
...Ed io sto sempre dalla parte giusta... ...Io capisco al volo...”
- “Signora, ma se hanno, ...avete..., ...ha informazioni
sicure, ...che cosa possiamo scoprire noi...”
- “E che ne so io!!! Il governo mi ha detto... No, anzi,
non c’è nessun governo... È che non ho capito quel Abraham che sia venuto a
fare qui. Noi dobbiamo scoprire...”
- “Signora, ma non lo avete assunto voi? Non è più
semplice dirgli che non serve più e...”
- “Ma vi ho detto che il governo mi ha detto... ...No,
scusate, mi fate confondere... Non c’è nessun governo... Non è che si debba
scoprire. Anzi, il governo mi ha detto che non c’è proprio nulla da scoprire...
No, anzi, nessun governo mi ha detto nulla... Non c’è nessun governo. È che non
c’è nulla da scoprire. Eppoi che volete che m’interessi scoprire i fatti altri.
Io faccio l’imprenditrice... Il governo mi ha detto che dovremmo montare,
organizzare... No, anzi, non c’è nessun governo... È che questo è uno che ha
girato il mondo, ha studiato in decine di università, non ho capito se fosse un
professore, scrive... Insomma, uno così, cosa ci fa in Brasile? Per cui si
dovrebbe organizzare qualcosa per fare in modo che...”
- “Ma, signora, se è una cosa pericolosa, cosa...
...come..., come possiamo noi...”
- “Ma vi ho già detto che il governo vuole sia obbligato
ad andare via, ma di suo! Anzi, cosa mi fate dire? ...Mi confondete. Non c’è
nessun governo. È che sarebbe meglio che andasse via di suo.”
- “Signora, che possiamo noi... ...Noi siamo qui per
lavorare...”
- “Mi hanno detto... ...Mi ha detto la gerente, che
eseguiva mie disposizioni, che è uno che non se la prende per niente e vi
smonta...”
A quel punto, saltò su Elisabé che non aspettava altro
che esibirsi con la sua voce stridulo-isterica:
- “Le ho provate tutte! Le ho provate tutte! Quel Abraham
mi fa uscire di testa. ...Anche ai miei amici ed amiche...”
Nadia andò avanti per ore con la sua vana logorrea. Alla
fine, si concluse tutto con un nulla di fatto. Lei si limitò ad ordinare
prudenza alle sue merdacchie.
Sabato notte pattugliò nervosa il sua PottellaBal.
Domenica cominciò dal pomeriggio. Siccome è congenitamente una ladrona. Non è
capace di pagare il salario i primi cinque giorni lavorativi del mese, come da
legge. Del resto, lì non hanno neppure conti da fare dato che non pagano
straordinari, notturni, contributi etc. Pagano solo un fisso per 54 ore la settimana.
L’orario di lavoro brasiliano ufficiale è di 44 ore. Pagano il 40% il 24 del
mese o dopo. Ed il restante 60% il 12 anziché entro i primi cinque giorni del
mese. Domenica 10 giugno, pagarono con due giorni di ‘anticipo’. Ma hanno fatto
firmare ricevute pre-datate con data 06/06/2012. Ladroni e falsari.
Naturalmente, ad Abraham, ora pagano meno di metà bus
(27.5 per 12 gg anziché 66), per spingerlo ad andarsene, come da ordini degli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana.
Tale è il Brasile di Luiz Inácio Lula da Silva e di Dilma
Vana Rousseff. Ah, con altri sarebbe lo stesso... Le facce cambiano. La feccia
di regime resta la stessa. Poi, qui, che operano su istruzioni dei Carabinieri
e SIS-CIA...