giovedì 21 giugno 2012

mashal-048. State/government-organized stalking compradoro brasileiro al PottellaBal di SantaTeresa (RJ). Antonia, che personaggio!

mashal-048. State/government-organized stalking compradoro brasileiro al PottellaBal di SantaTeresa (RJ). Antonia, che personaggio!
by Georg Moshe Rukacs

Seconda metà dell’aprile 2012, prima settimana che sono lì. Scena surreale al tavolino dei fannulloni (nel retro, separato dal ristorante da una tendina trasparente a fili e ad un metro dalla cucina e dal magazzino bevande e vegetali), dove sostano per ore le 4 della nomenklatura, e pure la proprietaria quando è nel ristorante.

DioneMariaReisDaSilva era seduta con Antonia, e con ElisabetOliva che se ne era appena staccata ma continuava a ronzarvi attorno con la sua solita aria esaltato-isterica, dove un sorriso dei più apparentemente sinceri ed aperti, ma continuamente inframezzato da taglienti risolini nevrotici e gracchii da megalomane-esibizionista, copriva un carattere sordido ed una personalità gravemente disturbata.

DioneMariaReisDaSilva mi chiama e con aria affabulatoria mi fa:
- “Perché non sposi Antonia? ...E poi vai con lei a vivere nel Nordeste?”

Antonia che si è appena sposata col suo ex-padrone, annuiva. Mentre ElisabetOliva, che fingeva di transitare nell’area, sghignazzava con la sua solita aria da prostituta da favelas con vibratore tra le gambe che muove con passetti valghi.

Mi limitai a rispondere freddo, a DioneMariaReisDaSilva, che preferivo ragazzette con culetti gustosi come la figlia di Betty. E me ne tornai ad altre cose.

...Solito PottellaBal (del sobborgo di SantaTeresa, area centrale di Rio de Janeiro) dello State/government-organized stalking compradoro degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana agli ordini del Presidente o Presidenta. ...E solita feccia da State/government-organized stalking, qui compradoro ed alla brasileira

Che personaggio Antonia, cuoca, con l’altro, prima la mandassero via d’urgenza a maggio 2012, perché non consistente col Terrorismo di Stato contro Abraham, il giudeo tedesco lavorava da quelle parti! Non perché non fosse abbastanza infame. Ma perché del tutto scema.

Sostituita d’urgenza con Robertone l’infamone, lo stesso sparì domenica  10 giugno 2012. Gli subentrò, col titolo ufficiale di cuoco, uno scemocchio non giovanissimo, sedicente esperto di cucina del nordeste che raschia fornelli con movimenti rotatori delle padelle su di essi, facendo uscire ancor più pazza la già disturbata Andreina, le manciate di minuti che con dita sporche e laccate si dedica a starnazzare e pasticciare nei piatti in uscita atteggiandosi a super-direttrice della cucina. Il tutto dopo che le hanno detto che, a São Paulo, la ‘controllora’ fa ciò. Coi nervi ora disfatti dai raschii di RaimundoDaSilva, scarica poi su di me, il bersaglio dello State/government-organized stalking brasileiro di cui lei è parte, le sue isterie, urlando che il ticchettio dei piatti la fa uscire di testa del tutto. ...Se è inabile a lavorare ed a vivere... ...Sono i rumori normali delle cucine, e non solo...

Il nuovo sopraggiunto Raimondo ha l’aria da ruffianetto che ha passato la vita a fare lo sguattero e che s’è infine ‘emancipato’ dichiarandosi cuoco e facendosi assumere come tale. Ora, lì al Portella di Santa Teresa, gorgheggia ad ogni pie’ sospinto, “Eduardo! Eduardo!”, il cuoco di fiducia del momento del luogo, che il nuovo sopraggiunto Raimondo cerca di compiacere fino a che la proprietaria non lo chiamerà a rimpiazzarlo se lo chiamerà a rimpiazzarlo e se lui, Raimondo, resterà lì. Raimondo mostra una grande passione per raschiare quotidianamente i fornelli, non solo con le padelle quando cucina, ma anche quando è l’ora delle pulizie per lasciarli splendenti per le ore di chiusura. Vista la scarsa qualità e la leggerezza dei materiali brasiliani, finirà per sfasciare tutto.

Per il resto, Raimondo bruciacchia cibi in preparazione che deve poi scartare nel secchio della spazzatura, scuoce pasta che poi getta a chili nell’immondizia, si dimentica cose in preparazione dei forni fino a che fumi di bruciatura non glieli rammentino e, nella concitazione della consegna, rovescia portate preparate sul pavimento, si infila le dita nel naso ed in bocca varie volte mentre serve il pasto ai camerieri od alle pseudo-managers. Sozzone e sprecone. Essendo giunto lì per qualche predestinazione, naturalmente nessuno gli dice nulla. Per lui, va bene così. Per tutti va bene così. Lo facessi mai io... Ma per i loro, per prostitute da favelas nevrotiche del ristorante arruolate dagli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana agli ordini del Presidente o Presidenta... 

...Da scumpisciarsi dal ridere...

Al PoltellaBal, la rotazione del personale in cucina è piuttosto rapida. Nonostante sia tutto nuovo, mancano molte cose essenziali. Sebbene i frigo siano abbondanti, mancano una stanza frigo ed una stanza freezer, ciò che alla fine rende impossibile avere quantità adeguate di provviste. Nei momenti di piena, i festivi essenzialmente, talvolta restano senza vari piatti del menù, pur coi clienti che premono. Non capendo il problema, non sanno come rimediare a tali strozzature. Capiscono solo che devono ricomprare tutto subito. Ma la prossima volta che le folle premeranno, sarà lo stesso. Scorte insufficienti di materie prime ed impossibilità a ricreare piatti anche ricomprassero subito il mancante, visto che il personale è occupato in altro quando i clienti premono. La pseudo-proprietaria da drogata a ristoratrice, le prostitute da favelas promosse pseudo-managers ed il giovane Eduardoni (il cuciniere per ora principale) non possono vedere tali banali faccende di gestione aziendale. Ed anche qualcuno lo dicesse loro non capirebbero. Il pidocchietto medio vede solo quello è stato ammaestrato a vedere. Questo è il caso.        

 Antonia, che pur ha delle qualità di generosità ed altruismo, le vede costantemente sopraffatte dal servilismo a tutto ciò lei percepisce come potere. Tipico nei pidocchi, dove tutto è, alla fine, finalizzato alla pidocchieria. 

Magrina, senza culo, il ventre un po’ gonfio, la voce stridulo-afona, aggiustata non si può dire fosse brutta sebbene ai miei occhi fosse tutt’altro che sexy. Insomma, è di quelle si offrono ma, alla fine, seducono solo il padrone rozzo attratto dall’acquiescenza. Lì, al Portella, la padrona era una donna e pure della LegaAnticazzo, dato che si attorniava di prostitute da favelas e lei stessa non doveva essere di origini differenti.

Fui informato subito, dai nostri agenti della UnioneGudaica nella PoliziaFederaleBrasileira, che, su richiesta dei CarabinieriStragistoTerroristi, con appoggio SIS-CIA, agenti degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana avevano avevano contattato le froce di NadiaNamaCurri e poi lei stessa. Lei aveva designato ElisabetOliva e Andreia come sue incaricate in loco per lo State/government-organized stalking contro di me richiesto dagli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana. Tata defilata.  

ElisabetOliva e Andreia avevano subito allertato Antonia ed Eduardoni:
- “Fategli solo lavare piatti e lavori di supporto di base. Che non si avvicini ai fornelli. ...Questioni di Stato...”

Eduardoni è un ragioniere del crimine, qualora ‘autorità’ glieli chiedano, un Eichmann. Prudente, formale, un ‘siciliano’. Tenta di crearsi qualche giustificazione ed animosità. Ma poi, si reprime subito. Resta sulla soglia del non tagliarsi i ponti, del poter far retromarcia. Se nel profondo viene obbligato ad odiare, somatizza e sodomizza.

Antonia è del tutto differente. Se ci sono gole da tagliare, vuole essere in prima linea, primeggiare. Ma deve darsi delle ottime ragioni. La smontai prima ancora che ci provasse. Poi lei uscì di testa del tutto. Dismessa per cure psichiatriche. Non sono sicuro torni finché io sono lì, sebbene qualche frocio della PoliziaSegreta potrebbe ordinare si usarla come ariete o per qualche schifezza senza senso. ...Vanamente!  

Siccome Antonia è sempre lì che ascolta la radio, le faccio un po’ di smontaggio...
- “Come sta Lula? ...Come sta Dilma?”

Penserete mica che uno potesse fare il sindacalista, e poi divenire un ‘grande’ sindacalista, in Brasile, senza fare l’informatore e collaborazionista dei militari... Penserete mica che una potesse passare indenne attraverso un arresto come terrorista sotto la dittatura, cantarsela sui suoi compagni denunciandoli, poi divenire grande esponente del PT, ministra ed infine presidenta, se non avesse avuto alle spalle una famiglia di ricchi costruttori...

Antonia ha votato per i ‘fascisti’, per Serra, alle presidenziali. Ma quando le dico queste banali verità su Lula e Dilma, prima ha un tracollo nervoso, poi capisce che non può che essere vero.

Allora, pidocchia brasileira, la butta sul:
- “Uno straniero non può commentare cose brasiliane.”
- “Maddai, Antonia, il patriottismo ed il nazionalismo sono malattie mentali...”

Prima ha un tracollo nervoso. Poi, si dice che deve proprio essere così. È una obbediente...

- “Antonia, siete pidocchietti che se le bevono tutte... Ma se avete pure gli Squadroni della Morte della presidenza federale, di singoli Stati e locali che vi ammazzano giornalisti ed altri e nessuno dice nulla.”
- “No! No! Queste cose c’erano sotto i militari. Ora non ci sono più!!!”
- “Allora, li ammazza lo Spirito Santo e lo stesso dice di non fare indagini... Antonia, tutto il terrorismo, come tutte le mafie, possono essere solo di Stato... Ma non lo vedi che tutti e tutte sono come te, che se la cantano su tutto e su tutti a qualunque pseudo-autorità...”

Prima ha tracolli nervosi. Poi constata che è proprio così. Basta guardi sé stessa e chi le sta attorno...

Intanto le due prostitute da strada da favelas, ElisabetOliva e Andreina:
- “Antonia, tu che sei una grande patriota ci devi dire tutto di Abraham...”
- “Mi ha detto che vuole aprire un ristorante...”
- “Mannò Antonia... Tu devi scoprire delle cose piccanti...”
- “Mi dice che gli piacerebbe scoparsi tutte le ragazzette che gli passano sotto  il naso...”
- “Antonia, vogliamo delle cose davvero riservate...”
- “Ho scoperto che ha sempre dei succhiotti sul collo e delle graffiature femminili... È quando uno fa impazzire di orgasmi delle ragazze caldissime... Si vede che è uno che passa le notti ed i giorni liberi a scopare... Io sono una che ha occhio per queste cose... Lo ho capito che è un vero mandrillo...”
- “Mannò Antonia... Ma proprio non capisci. Noi ora siamo delle grandi agenti segrete arruolate dalla Polizia Segreta. Abbiamo avuto l’incarico di... Insomma, Antonia, ma non capisci...”
- “Ah, certo... Ora scopro tutto!”

- “Abraham, ma tu che sei ‘tagliano...”
- “Io?! Ma che dici Antonia... Sono un giudeo tedesco...”

Lei disorientata e che non capisce un cazzo, cerca di far quadrare gli stereotipi della sua ignoranza. Dopo ore di masturbazioni mentali dove cerca di far quadrare quel ‘giudeo’ e quel ‘tedesco’...
- “Abraham, ...ma i tedeschi non fecero del male ai giudei... Tu che ne pensi? Li condanni o li approvi?” 
- “Antonia, ma che cazzo dici... Tu che sei, un pontefice...?! ...che condanna e che benedice...?”

...Figuriamoci se mi metto a discutere di quelle cose con una ignorante che qualunque cosa uno gli dica se la rivolta nella propria ignoranza e poi nell’ignoranza di coloro cui riferisce... 

Di nuovo, in continuazione, le due prostitute da strada da favelas, ElisabetOliva e Andreina:
- “Antonia, ma non hai neppure scoperto... Ma proprio nulla’

E lei...
- “Abraham, ma cosa sei venuto a fare in Brasile...”
- “Ecche, è tuo? Che è il Brasile? Ora ti sei auto-nominata il Brasile?!”
- “Mannò me lo devi dire...”
- “Ma è chiaro che sognavo di fare il lavatore di piatti a Rio!”
- “Mannò si vede che sei differente! Io lo scopro! Lo scopro! Scopro tutto!”

Le due prostitute da strada da favelas, ElisabetOliva e Andreina, la chiamano in tutti gli anfratti. Quando piove, perfino nel corridoietto dell’immondizia tra i rifiuti:
- “Antonia, la Polizia Segreta ci chiama in continuazione! Devi dirci qualcosa!”
- “Ho scoperto tutto! Tutto!!! Mi ha detto che ha il cazzo circonciso [al che, Andreina ha degli ‘oooooooh’ da improvviso ed irrefrenabile orgasmo vaginale, clitorideo ed anale...], che prega sempre, che deve aprire un ristorante e fare tanti soldi!!! Sono brava. Ora sappiamo tutto!!!”
- “E quei foglietti che si affigge di fronte e legge mentre lavora?”
- “Ma che ne so io? Sono cose che non capisco.”
- “Ma non gli hai chiesto?”
- “Certo! ...Prega... Mi dice che sono preghiere...”
- “Claudio ci ha detto che ci sono pure delle formule...”
- “Perché  non andate a guardare voi?”
- “Ci siamo andate ma non ci capiamo nulla...”
- “Se dice che sono preghiere, e che mai potrà essere...”
- “Antonia! Basta! Fai la seria! Dobbiamo assolutamente...”
- “Ma che volete da me!!! Sono più agente segreta di voi!!! Dovete farmi parlare con la Polizia Segreta!!! Io voglio sapere!!! Io debbo sapere!!!”
- “Antonia, quell’Abraham deve essere in missione speciale... Tu dovevi scoprirlo ma non hai scoperto nulla. La Polizia Segreta continua a premere, a chiamarci, a dirci che dobbiamo farlo fuori...”
 - “Ora scopro tutto!!!”

Ecco che sapendo che hanno il divieto di farmi cucinare, cosa del resto di cui non me ne frega nulla (i cucinieri muoiono giovani o s’ammalano presto dato che cucinare di professione è debilitante), eppoi non è che sia la mia passione, li guardo insistentemente mentre preparano i piatti, anche per informazione mia, per sapere quali siano con precisione gli ingredienti delle varie portate. Se Eduardoni è uno che obbedisce all’ordine ‘non deve sospettare nulla del divieto di farlo cucinare’, è facile far uscire Antonia di testa.

Dopo le nuove insistente delle due prostitute da strada da favelas, ElisabetOliva e Andreina, ecco che ogni volta che la guardo con insistenza, mentre cucina, esplode:
- “Lo so! Mi hanno detto tutto! Sei in missione di spionaggio per vedere come si cucini in Brasile. Non devi guardarmi! Voltati dall’altra parte.”
- “Ma va...”, e me la rido.

Il frocesco Eduardoni, pur occupato a toccarsi reciprocamente l’uccello ed il culo col giovane AntòMardò appena assunto come aiutante di cucina, non è che non potesse non ascoltarla. E naturalmente subito riferiva a fine giornata, e pure prima.

Allora, le due prostitute da strada da favelas, ElisabetOliva e Andreina:
- “Ma Antonia, ma che vai a dire?! Te lo abbiano detto che è una cosa segreta, che lui non deve sapere...”
- “Ma lui sa tutto! Si vede che sa tutto! Me lo ha pure detto! Se è qui per spiarmi come cucino, devo ben dirglielo che non deve!”
- “Basta, Antonia! Non devi fare a quel modo!”
- “Come non devo?! Io sono più patriota ed agente segreta brasiliana autentica di voi due! Io devo sapere! Fatemi parlare con la Polizia Segreta della Presidente! Devo, devo!, parlare con loro! Voi state prendendomi in giro.”

Questa storia di lei che mi urlava di non guardarla, di Eduardoni che riferiva, delle due che la affrontavano dicendole che avevano ordine che io non dovessi sapere della discriminazione-persecuzione e di lei che sempre più rovente pretendeva di parlare con la Polizia Segreta, andò avanti per alcuni giorni. Poi, doveva essere l’inizio di maggio, la rimossero d’urgenza, su richiesta degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana agli ordini del Presidente o Presidenta, dopo avere chiamato di grande urgenza Robertone l’infamone per sostituirla, provvisoriamente, come cuciniera. Le dissero che, ‘per la patria’, era necessario, indispensabile, che stesse a casa o finché io ero lì o fino a che non le trovassero una missione differente contro di me. ‘Ordini di Stato’, le dissero.
 
Eppoi, gli ultimi eventi...

Naturalmente, ad Abraham, io, sabato 2 giugno 2012 pagano meno di metà bus (27.5 per 12 gg anziché 66), per le successive due settimane. Le successive due settimane non le pagano. Il tutto, per spingerlo ad andarsene, come da ordini degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana.

Tale è il Brasile ‘del lavoratori’ di Luiz Inácio Lula da Silva e di Dilma Vana Rousseff. Con altri sarebbe lo stesso... I culi sulle poltrone cambiano. La feccia di regime (‘le istituzioni’) resta la stessa. Poi, qui, che operano in terrorismo di Stato compradoro su istruzioni dei Carabinieri e SIS-CIA...

...Sporcaccioni e delinquenti... 

A metà giugno, non ottenendo alcun risultato, mettono annunci che cercano nuovi aiuti cucinieri ed ‘addetti ai servizi generali’. In pratica, cercano due o tre persone per sostituirmi. Una non basterebbe. Non v’è una gran fila di candidati ed, anche trovassero qualcuno, non è detto non se ne vada dopo pochi giorni come spesso succede in Brasile. Non è neppure detto che trovino persone con le adeguate capacità organizzative. Quando vi sono afflussi di piatti ed altro in gran quantità non è tanto questione di velocità, quanto di capacità manageriali, di organizzazione. Altrimenti, è facile lavare tutto alla cazzo e restituire cose sporche ai clienti, anche se lì non se ne preoccupano, perché passano un panno. Anzi, spesso prendono i piatti sporchi e mettono altro cibo dentro. Il nuovo ‘cancella’ il vecchio. Idem con le posate che talvolta usano in cucina. Per esempio, quando chiamano altri, prima che io arrivi, il sabato per esempio, c’è chi va in tilt (è il caso di AntòMardò) e resta cogli occhi sbarrati a limitarsi a mettere cose per terra, in anfratti etc in attesa che io subentri.

Per cui, ecco che tre della nomeklatura (ElisabetOliva, Andreina e Tata), la quarta, Caterì sembra sparita e quando ricompare se ne resta defilata, erano del tutto fuori di testa che, nonostante avessero chiesto a Eduardoni ed al nuovo cuciniere Raimondo, di rendermi la vita impossibile, io non ne fossi per nulla scosso e continuassi ad essere lì del tutto tranquillo. Per cui, mercoledì 20/06/12, verso le 17:30 convocano una lunga riunione della cucina, i quattro della cucina con loro tre presenti ed arcigne.

Cazzeggiano di nulla. Danno una ridicola divisa del tutto non funzionale, al nuovo Raimondo. Non ci stanno con la testa. Si vede che sono lì per altro. Sennò che ci farebbe pure Tata, la pseudocontabile che non sa fare e che non fa un un cazzo come le altre due, pur fingendo di far lavoro d’ufficio. Di solito mangia oppure sta su, in ufficio, a dormire. Ora ha messo un cartello di annunciarsi quando si va, perché non vuole essere svegliata di colpo. Alternate vanno pure le altre due, tra un far nulla e l’altro, a farsi delle dormite. Non è chiaro come si faccia ad annunciarsi. Ma hanno messo quei ridicoli cartelli. Non vogliono essere sorprese mentre dormono, oppure in qualche pratica da pervertite. ElisabetOliva usa un vibratore mentre di fa di droghe. Dopo, scende tutta esaltata. 

Poi, ElisabetOliva salta su che non mi paga più, lo pagarono per un mese e mezzo ma poi la Polizia Segreta di Dilma ordinò di colpirmi anche nei soldi, il bus ma solo la metà perché la padrona aveva detto, lei dice, che me lo pagava solo a metà. Irrilevante per la legge sulla discriminazione visto che pagano andata e ritorno a chi abita a cinque minuti e tutti vedono non usi mai il bus. Meglio! Può essere che finiranno per pagare migliaia di reais in tribunale per fare i gradassi ora. Inutile parlare di questioni legali con una che ignorante prostituta da favelas. Affermo che mi deve pagare il bus come a tutti, visto che abito pure più distante di molti. Dichiaro che la discriminazione è evidente. Lei urla e da paranoica ossessa grida che la devo guardare negli occhi mentre parla. L’essere guardate negli occhi è una tipica pratica paranoica folle da ambienti militar-polizieschi del nazi-fascismo brasileiro. Non la guardo negli occhi. Guardo fisso sul tavolo. Alla fine, continua a sproloquiare egualmente.

  Anche Andreina è tesissima. Urla che quando lei viene nella cucina a disorganizzare tutto starnazzando nei momenti di piena e lanciando ordini a tutti, ma non a me, sembra io sia su un altro pianeta. Sì, dice proprio cosi: “Lui è come in un altro mondo.” Ha ragione. Finché infila le sue dita sporche per intrafugliare nei piatti in uscita... Ma se provasse ad interferire col lavaggio manderebbe tutto a puttane. Per cui lei ignora me ed io ignoro lei.

Ecco che non sanno come attaccare. Allora la buttano sul demagogico. Dicono che non sanno cosa fare con me. Dico che sono loro che hanno ordinato a  Eduardoni ed Antonia di non farmi cucinare dopo due giorni che la padrona aveva detto che mi assumeva per la friggitoria. Insisto che la discriminazione è evidente. Cercano di ributtarla sul demagogico. Dico che so fare tutto e che ho sempre fatto tutto senza problemi. Non sanno cosa dire. Cercano di far dire a Eduardoni che ha bisogno che uno, cioè io, lavi pure le sue pentole. Sono giorni le le infila nell’area dove di solito lavoro io, senza problemi. Dove è il problema? Insisto che sono l’unico che fa tutto senza problemi. Boccheggiano. Non sanno cosa dire.

ElisabetOliva tenta ancora, con l’altra prostituta da strada da favelas, Andreina, di ributtarla sul demagogico dicendo che devo dire che intendo fare. Io?! Ho sempre fatto tutto senza problemi. Boccheggiano ancora. Non sanno che dire. Se l’erano preparata con Eduardoni ma lui balbetta. Alla fine, uno dopo l’altro, tutti se ne vanno. Alla fine, pure io.

Poi, le tre si ritirano per un’ora a telefonare alla padrona, NadiaNamaCurri, disperate di non essere riuscite a concludere nulla. La padrona, furiosa, insiste che devono pur trovare il modo di farmi fuori ma in un modo che sembri naturale come da ordini di Stato. Anche l’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana, agli ordini del Presidente o Presidenta, insiste la Presidenta vuole che io sia fatto fuori al più presto ma che tutto deve sembrare come naturale, spontaneo. Ridicoli!

Le tre chiamano da parte, di nuovo, sia Eduardoni che Raimondo insistendo che devono riempirmi di pentolame di ogni genere da lavare. Non ne hanno abbastanza. Eppoi, tanto, che differenza fa? Proiettano sugli altri le loro fobie di fannullone e di fannulloni... Ottengono solo che, il giorno dopo, giovedì 21, non hanno aglio sufficiente per cucinare, dato che lì l’aglio è ‘prodotto’ manualmente invece che comprarlo già pulito e già abbrustolito, quello che occorre abbrustolito. Mentre Eduardoni cerca di scovare contenitori e pentolame da mettermi sul piano di lavaggio, Raimondo e AntòMardò si ritirano nel retro a fingere di sfrafugliare la carne lessa. Invece che fare dei sani ripieni con macchine per mescolare ingredienti, lì sfilano, con mani luride, la carne lessa e poi mescolano il tutto con alcuni altri ingredienti per pseudo-ravioloni disgustosi cucinati in un forno mal-funzionante. I brasiliani mangiano felici ogni genere di merda e pur di dubbio sapore. Vuoi mettere i sani e gustosi ravioli, raviolini o ravioloni, che in tutto il mondo sono bolliti in acqua e poi passati in sughi?! Nulla di tutto ciò, in quel ristorante.  

Quando all’1:00, oramai di giovedì 21, io me ne vado felice dopo nove ore e 15 minuti di sano e divertente esercizio fisico, coi miei foglietti di esercizi intellettuali vari di fronte me dove lavoro, Eduardoni, come sempre, si attarda per poter restare a confabulare sempre più livido con le livide tre (quella notte tutte e tre ansiose alla cassa, dove ci si segna l’uscita) di non essere riuscito a concludere nulla. I camerieri, che inevitabilmente li ascoltano, se la ridono divertiti e poi mi riferiscono. 

Eduardoni, sputtanato in rete, ed ora divorato ogni giorno di più dall’affronto dell’esserlo, se la gode sadomaso frocesco di farsi inculare dalle tre e dalla padrona che già lo inculano pagandolo meno della media per il suo tipo di lavoro. Eppur sta male. Gli fanno prolungare l’orario di lavoro. Non dorme. S’è iscritto ad un corso d’inglese per tentare di andare in Nordamerica. Ha pagato un sacco di soldi ma non trova il tempo né la concentrazione per studiare. ...Perché è un analfabeta informatico. Sennò poteva trovare tutto gratis in rete, e pure meglio di quello che gli offrono, a pagamento, nella scuola dove s’è iscritto. È agitato perché non riesce nella missione affidatagli dalle prostitute da favelas del Portella bar-ristorante. S’ingegna, ma...

venerdì 15 giugno 2012

mashal-047. Antonia ed altri zanza da State/government-organized stalking compradoro brasileiro, al PottellaBal di SantaTeresa (RJ)

mashal-047. Antonia ed altri zanza da State/government-organized stalking compradoro brasileiro, al PottellaBal di SantaTeresa (RJ) 
by Georg Moshe Rukacs

Solito PottellaBal (del sobborgo di SantaTeresa, area centrale di Rio de Janeiro) dello State/government-organized stalking compradoro degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana agli ordini del Presidente o Presidenta.

...E solita feccia da State/government-organized stalking, qui compradoro ed alla brasileira

Che personaggio Antonia, cuoca, con l’altro, prima la mandassero via d’urgenza a maggio 2012, perché non del tutto consistente col Terrorismo di Stato contro Abraham, il giudeo tedesco lavorava da quelle parti! Parlava troppo. Voleva sapere troppo.

Ma andiamo con ordine...

La notte tra mercoledì e giovedì, legalmente già giovedì, le primissime ore di giovedì, la nottambula Nadia, la proprietaria o pseudo-proprietaria, con la fida leccaulo, la pseudo-gerente isterica Elizabete, si aggirava per il suo PottellaBal atteggiandosi a grande manager.

Ispezione della cucina.
- “Ma qui, in questo lavandino c’è grasso! I topi della notte troveranno preziosi alimenti per le loro gozzoviglie a mie spese!”
In realtà, non v’era nulla, dato che l’ultima cosa transitata per il lavandino ed il suo scarico erano salsa piccante e acqua abbondantemente insaponata. V’era della sozzura nello scarico dell’altro lavandino, forse. Ma la cretina Nadia si asterrà dal ‘visitarlo’.
Eppoi, altri commenti, su disposizioni delle cose etc che l’infida fida pseudo-gerente isterica Elizabete dovrà, il giorno dopo, riportare a chi nella cucina lavora.
La ascolteranno silenti, dato che, alla fin fine, è sempre meglio non discutere con delinquenti e malati di mente.
Interessanti, quegli immaginari topi della notte che...

Poi, ispezione dello pseudo-‘panificio’, un’area di servizio, da frigo, a preparazione alimenti, a spogliatoio.
- “Che cosa è questo sacchetto messo a bloccare questo rubinetto?! Come si permettono?”
Strappa il sacchetto. Apre l’acqua. Poi la chiude lasciandola sgocciolante.

Il giorno dopo, lo pseudo-‘panificio’ era allagato, dato che le tubature di scarico di quel lavandino perdono parte notevole dell’acqua vi transiti e gli scarichi nel pavimento sono ostruiti o comunque non funzionanti. Nonostante ciò avvenga da sempre, nessuno si è mai preoccupato di rimediare, né alcuno aveva mai, prima, ‘bloccato’ il rubinetto. Lo aveva fatto, finalmente!, Abraham il giorno prima. Se si usa l’acqua e va tutta sul pavimento, con tanto di puzzo intenso che si trasmette pure nel bar-ristorante separato solo da finestre con tendine quasi trasparenti, meglio ‘bloccare’ il tutto fino a riparazione. No, la minchiona proprietaria Nadia doveva disfare tutto!

Il giorno dopo, alle 15:30, la pseudo-gerente isterica Elizabete apriva una delle saracinesche di quel locale per spingere fuori l’acqua abbondante sul pavimento, naturalmente senza avare chiuso l’acqua gocciolante nel lavandino per cui la pozzanghera, l’allagamento, si ricreava...

Avanti, cretini!  

Nadia era sempre più agitata. Non sa cosa fare di giorno. ...Beh al giorno dorme. Non sa cosa fare la notte quando le logorree senza fine l’assorbono pur con ascoltatrici sempre più annoiate. ‘Ispeziona’. S’atteggia, solo s’atteggia!, a padrona-manager che controlla e lancia commenti ed ordini senza senso che le sue varie pseudo-managers, inette e minchione come lei, devono poi ‘eseguire’ riportandole agli altri dipendenti del bar-ristorante.

Ma il problema suo continua ad essere Abraham, il bersaglio di terrorismo di Stato che neppure la caga.

Lei arriva, mi si aggira attorno. Certo, è la proprietaria o pseudo-proprietaria... Ma mi è inferiore in tutto e neppure minimamente rispettabile. Che dovrei fare o dire? Lei non sa cosa fare. Io lo so. Certo, le hanno ordinato che “quel giudeo tedesco deve essere spinto ad andarsene”. È solo che lei non sa bene come.
- “Che volete che faccia, che lo licenzi?”
- “...Se crede... Ma sarebbe meglio che sembrasse fosse lui ad andarsene... ...Dovrebbe mettergli gli altri contro... Dovrebbe rendergli la vita impossibile...”
Difficile quando il bersaglio rifiuta il ruolo della vittima e si atteggia (oltre a obiettivamente essere tale!) lui a persona attorniata da pidocchi, a cominciare da proprietaria e pseudo-managers.

Per cui, ‘ispezionato’ il bar-ristorante e fatto disastri (come l’allagamento dello pseudo-‘panificio’), eccola che ordina alla pseudo-gerente isterica Elizabete:
- “L’unica cosa da fare, per questi agenti speciali della Polizia Segreta della Presidenta che continuano a premere, è rimobilitare MariAntonia... Lo facciamo dire da lei che lui li ha sputtanati in rete... Eppoi, di sicuro, con lei qui, lui parla con lei... ...Lei ci riferisce. Noi trasmettiamo agli SquadroniDellaMorte della Presidenta federale e se la vedono loro... ...Eppoi, MariAntonia è abile... ...Ci monta qualche incidente contro di lui che è quello ci è stato commissionato dalla Presidenta... ...Non è una cosa che possa fare io, la padrona. Neppure tu, direttamente, che pur hai già fatto tanto. Tu che sei abile, in queste cose, la chiami e combini tutto.

Eggià, perché, sebbene avessero allertato i ruffiani, “siamo sotto attacco da parte di quel giudeo tedesco”, non l’avevano contata loro tutta. Solo le quattro pseudo-managers, la nomenklatura delle troie sceme ed inette promosse impiegatucole, sapevano di essere in rete.

Giovedì, nel primo pomeriggio, Elizabete la chiama. Un po’ gliele dice per telefono, un po’ quando arriva lì:
- “MariAntonia, Nadia ti manda a dire che... ...La patria ed il ristorante, questo nostro grande Portella Bar, sono in pericolo... Quel giudeo tedesco... Quello è uno hacker. Pure uno scrittore. Pure un intellettuale. Ci ha sputtanati in rete. Pure a te. Bisogna che vieni qui subito, in giornata. ...Siete amici... Con te quello parla. A noi, qui, ci guarda e tratta dall’alto in basso. Eppoi, bisogna avvisare gli altri che ha sputtanato in rete. Sai, noi, non possiamo farlo direttamente... La Polizia Segreta della Presidenta dice che tu hai un ruolo fondamentale nella difesa di questo nostro grande Brasile potenza mondiale...”
- “Certo! Certo! Vengo subito! Appena qui finisco il lavoro nell’ufficio di mio marito.”

MariAntonia arriva giovedì verso le 19:00. Le due troie principali di NadiaNamaCurri, Elizabete e Andreia, la montano un po’. Poi, lei compare. Alle 19:15 transita per le cucine. E se ne va verso le 22:00 dopo aver comunicato alle committenti che non ha concluso nulla.

Saluta:
- “Sono passata per vedere come state...”
La liquido fredda con un: “Sono qui...”
Interazione terminata.

Si chiama Eduardoni e AntòMardò nel retro, nel cosiddetto panificio. Li informa che sono famosi.
- “Ma che cosa ha scritto?”
- “Non so bene... Ma non è che...”
Insomma, alla fin fine sono più famosi come testimoni che come realmente sputtanati. Sono due che si sono trovati coinvolti, che sono stati coinvolti, in Terrorismo di Stato degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana agli ordini del Presidente o Presidenta.

Si fa portare da mangiare, anche per Eduardoni, come scusa per restare sola con lui a parlare:
- “Quel giudeo tedesco ci ha messi di mezzo in questa storia...”
- “E allora...”
- “La patria è in pericolo... Tutta l’America Latina è in pericolo...”. Eduardoni è paraguaiano, per cui MariAntonia deve menarla pure con l’America Latina.
- “Ebbé, che possiamo fare noi?”
- “Ma non ha parlato con te?”
- “Mi aveva accennato alcune settimane fa che saremmo divenuti famosi nelle ore successive... ...Sa tutto... Che ci avevano ordinato di discriminarlo e di cercare di inguaiarlo... Poi, non mi aveva detto più nulla.... Pensavo fosse una di quelle cose che uno dice... ...Ah, l’ha fatto!”
- “Dobbiamo fare qualcosa...”
- “A noi ci hanno ordinato... Che dovevamo fare... Non è che sia una questione nostra...”
- “Ma non capisci, Eduardoni, che la patria ed il mondo sono in pericolo!”
- “...Se non si preoccupa la proprietaria...”
- “Appunto, è lei che mi manda! Anzi, scusa, mi hanno ordinato di non dire che sono loro che mi mandano. Mi mando da sola. Dobbiamo ben difendere...”
- “MariAntonia, difendere cosa...?”
- “Maccome, quel giudeo va a scrivere...”
- “Sì, ma ha scritto cosa? Dove?”
- “Non so bene... Ti faccio sapere...”

Intanto, io vado nel retro dove sono seduti ad un tavolino, l’uno di fronte all’altra. Cammino lento. Giro attorno al loro tavolo, guardando nei loro piatti. Freddo. Non dico nulla. E ritorno lentamente in cucina. È tutto. Lo so perché lei è lì e che stanno facendo. Non sono io che mi debba preoccupare.

Finito, lei va dagli altri. Un paio, probabilmente:
- “Quel giudeo tedesco vi ha messi su internet...”
- “Che ha scritto?”
- “Non so bene, ma è per questa storia, ...che ci hanno ordinato di discriminarlo, perseguitarlo e fotterlo. ...In fondo, erano ordini di Stato.”
- “Sì, ma che ha scritto? Quando?”
- “Su internet... Non so bene... Devo vedere...”

Se ne va, poi, imbarazzata, da ladra, dopo logorree di convenienza anche con la già-logorroica-di-suo proprietaria, Nadia. Missione fallita.

Quando vado via, all’1:00 (ormai di venerdì 15/06/2012), mi fanno chiedere da uno, uno non nominato in questi scritti, uno che in genere si fa i fatti suoi (il tipo che va a far la spesa del giorno, pane e verdure di giornata, e che è pure piuttosto frustato di fare il cameriere lì per 54 ore la settimana a meno del salario minimo federale, cosa che somatizza con intensi mal di testa), che via io faccia al ritorno, ...se sia la via scoscesa e stretta dove è facile farti investire da una vettura o furgone lanciati e poi dire che è stato un incidente del tutto casuale. ...Il conducente non andrebbe neppure in prigione... Nessuna indagine sarebbe fatta. Rispondo che non lo so, che ci son tante strade lì nel Largo do Guimarães, che decido quando esco.

Fuori sono seduti taluni in abito scuro, in giacca e cravatta, abbigliamento alto governativo. Non è area d’uffici ed il clima dei luoghi non è sul freddo, neppure sul temperato, ma sul caldo, anche di notte.