martedì 24 gennaio 2012

mashal-038. Gli Incredibili Sforzi Brasileiri per Restare Sottosviluppati e Sottosviluppisti

mashal-038. Gli Incredibili Sforzi Brasileiri per Restare Sottosviluppati  e Sottosviluppisti 
by Georg Moshe Rukacs

Liberio è l’anziano ultra-settantenne che abita ora (da una settimana o poco più) nella stanza di fronte alla mia nell’ostello di Rio Ledo5. Mesi fa gli avevo settato il computer per connettersi ad internet. Funzionava e la connessione era perfetta. Siccome continuava con domande del tutto folli e pretestuose, gli avevo detto chiaro chiaro che non avevo tempo per stare dietro a cose chiaramente pretestuose. Si era offeso. Si era messo a maledire. Aveva raccontato in giro che altri gli avevano messo a posto il computer. Che io...

Anzi, gli altri, ho ora scoperto, glielo hanno scassato perché di fronte ai suoi deliri del tutto pretestuosi (la sua internet funzionava perfettamente dopo che gliela avevo connessa alla rete wireless locale; certo che se nella sua stanza di allora non c’era il segnale...; infatti gliela avevo settata con suo PC in una localizzazione col segnale e gli avevo mostrato che era tutto ok), gli hanno detto che il controller wireless non funzionava. Siccome loro non sapevano che fare (funzionava, era solo che era in area che tutti, lui stesso, sapevano non era coperta dal wireless dell’ostello), gli hanno dato la risposta di tutti gli incompetenti: devi comprare un altro controller, migliore. Restituì il vecchio. Ne comprò un altro. Forse peggiore, dato che costava meno, ma qualcuno  lo avrà [mal] ‘consigliato’. Il nuovo davvero non funziona neppure ora che è nella stanza migliore dell’ostello come vicinanza al wireless (che è in un ufficio esterno). C’è il segnale. Il suo controller lampeggia. Ma non ha la connessione in rete. Potrei metterglielo a posto in cinque minuti, ...per almeno 500 reais ora che ha disprezzato il lavoro gli avevo fatto gratis e dopo che gli altri lo hanno inculato dicendo che lo ‘aiutavano’. Gli altri continuano a sentire i suoi lamenti. Gli dicono che vedono, che chiedono, che il controller suo funziona perfettamente sui loro PC. Ma intanto non sanno settargli una banale connessione internet. Lui si era messo ad urlare contro di me ...perché il suo PC funzionava dopo il mio intervento. È invece felicissimo ora che gli altri brasileiri lo hanno inculato ed il suo PC non funziona. Si sedeva per ore di fronte al suo messenger aspettando la connessione di una sua immaginaria ‘figlia negli USA’. Il suo PC non è connesso alla rete (per incapacità sua e degli altri di settarlo). Neppure la figlia usa molto la rete anche lui avesse la connessione, e non è detto che sia interessata a sentirlo col messenger o in altro modo.

Lo pseudo-pastore evangelico truffatore, MarcoAz, che han un negozietto di telefoni e ora anche laptop, si è ‘interessato’ per Liberio. Nulla. Sta solo lavorandoselo per rifilargli un laptop che poi, magari, avrà pure problemi peggiori della connessione web... Si era gettato come un avvoltoio anche su di me, prima che pulissi la ventola del mio laptop. Un suo ‘amico’ me la ‘cambiava’ per 100 reais. 30 di ventola, 70 per aprire e chiudere il laptop! Naturalmente era ‘un prezzo da amico’, ‘senza profitto’ per l’intermediario MarcoAz. Dato che una certa vite non era apribile, mi avrebbe scassato la struttura portante del laptop, mi avrebbe poi detto che era già scassata e MarcoAz si sarebbe fatto una delle sua parti da viscido per dirmi per gli dovevo non più 100 ma 300 o 400 o più. Fanno così... ...anche in Europa. Figuriamoci qui! Lo ho messo a posto da solo. Lo ho pulito e ora devo solo stare attento che nei primi minuti si avvii la ventola. Avviatasi (se non di avvia, basta qualche colpetto o scuotimento o soffio nelle feritoie della stessa), va senza problemi anche per giorni, dato che i pezzi di polvere accumulata li ho rimossi. Naturalmente, Marco Az ha continuato a venire per giorni viscido a domandarmi insistentemente se era andato a posto. Gli rugava visibilmente che lo fosse. Continuava ad offrirmi di comprare ventole da metter sotto il laptop ‘per raffreddarlo’. Ho cercato di spiegargli che, in tutto il mondo, la ventola interna basta ...se funziona. La mia ora rifunziona, dopo che la lo pulita. Era ed è visibilmente deluso. L’amico aveva già gustato la truffa. Lui pure. Sono giorni, dopo che gli ho detto che se ha bisogno di me è un minimo di 500 reais (che il lavoro gratis è finito, dopo che gli messo a posto tre computers), che ha messo sotto pressione la figlia Maria per risolvere i suoi problemi di chiacchierone che non sa far nulla con un laptop, oltre a venderne qualcuno. Lei non sta concludendo nulla, sebbene il blocco dell’update sia una cosetta da cinque minuti ...se si sa che cosa fare. Voleva farsi bello col mio lavoro gratuito ed in cambio si sforzava di trovarmi lavori, e pure immaginari, da lavacessi! Generosi! 

Ovviamente, lui, MarcoAz, continua a fare il viscido, quando riesce a controllarsi. Quando pensava di essere divenuto indispensabile perché gli avevo detto che dovevo forse cambiare la ventola, ...non che non potessi cambiarmela da solo, si era fatto arrogante ed apertamente invadente. Poi la cosa era scemata, quando aveva progressivamente realizzato che non necessitavo di alcun ‘tecnico’ ma che potevo aprirmi in laptop da solo. La figlia da lui messa sotto pressione, pur senza concludere nulla (non è che una divenga un’informatica in pochi giorni o settimane, senza neppure avere attitudine ed interesse a divenirla), sembra invece guardarmi in cagnesco. Prima, ero il fesso che metteva loro a posto gratis il software di computers (solo 3, come auto-promozione; loro generosi cercavano, pur senza concludere nulla, di procurarmi lavori da lavacessi!). Ora sono quello che sa fare le cose, mentre loro non le sanno fare né trovano nessuno le sappia fare, ma non le fa gratis per loro, dunque da odiare. Odio-invidia. Del resto, glielo avevo detto quando stava per rifilarmi un [altro] computer da metter a posto: “Tu rifili loro questi computers, col sistema operativo non pienamente installato od anche con blocchi alla sua piena installazione... ...Se te li danno così... La maggior parte delle persone, per l’email o per chattare o per scribacchiare, non è che si faccia tanti problemi di sistemi operativi etc. ...Se uno/a vuole il laptop pienamente funzionante e messo a posto, o se lo faccia da solo/a, o si trovi qualcuno/a, o mi paghi un minimo di 500 reais, ...od anche più a seconda del lavoro...” Lui che aveva concluso che si poteva far bello coi clienti suoi col mio lavoro informatico gratis, fingendo di trovarmi un lavoro reale come lavacessi come ricompensa, ecco che si è trovato all’improvviso scoperto. Vanta di passare gran tempo a conversare con ‘tecnici’ ...che però non sanno risolvergli banali problemi di sistemi operativi e di programmi. ...‘Tecnici’ che si gettano come avvoltoi, e lui con loro, se subodorano che uno abbia un piccolo problema di hardware.

L’altro giorno, in deliro megalomane, MarcoAz si credeva ‘il Brasile’. Mi aveva chiesto viscido arrogante come mai loro ‘brasiliani’ si ingegnino a rendere così gradevole la vita dei foresti mentre in Italia ce l’hanno coi brasiliani. Sentono notizie in TV e le ripetono come fosse la verità indiscutibile. Mancano di strumenti critici ed intellettivi. Gli ho detto che non sapevo di che parlasse e che il consolato italiano era lì vicino, che poteva andarci a parlare, se voleva parlare ‘con l’Italia’.

Il giorno dopo, dopo che canzonavo Liberio che io gli avevo messo a posto internet e lui aveva detto peste e corna mentre ora che brasileiri lo avevano inculato, ed il suo PC non funzionava, come connessione in rete, era tutti felice, e MarcoAz origliava (è nella stanza affianco alla mia), lo stesso MarcoAz se ne era uscito, dopo un po’, che stava capendo ‘gli europei che restano delusi dei brasiliani’. Gli ho risposto che la gente è uguale dappertutto, che non serve inventarsi etichette di località. 

Ah, siccome Liberio mi chiama ‘italiano’, ho cominciato a chiamarlo ‘brasileiro’, ‘brasileirinho’. ‘Italiano’ gli suona bene. ‘Brasileiro’ gli suona male. Chiamare ‘italiano’ gli suona bene. Essere chiamato ‘brasileiro’ gli suona male. Si è offeso. Cerca di scantonare, ora che sa che lo indirizzo con ‘brasileiro’. Meglio. Quando non capiscono un cazzo, è meglio sottoporre loro esempi concreti.

La spontaneità delle cose porta allo sviluppo. Sono necessari sforzi forsennati per restare sottosviluppati e sottosviluppisti. La TV brasileira è particolarmente propagandistica. Dipinge un futuro ed un presente radiosi che non esistono, né esisteranno. La promozione reale, la realtà quotidiana brasileira a tutti i livelli, è la merda, non lo sviluppo. Le imprese sono dirette da inetti e se non sono inetti non dirigono imprese, in genere. È per questo che qualunque investitore straniero viene affiancato da brasileiri con l’incarico specifico di frustrare e nullificare eventuali attitudini imprenditoriali foreste. Lo Stato idem. Il Brasile è l’unico stato al mondo dove le banche non sono interessate ai soldi dei clienti ma al loro ‘comprovante de residência’. Certo tutti parlano bene dell’economia brasileira. È solo perché le oligarchie predatorie locali sono ottime prostitute degli USA-UK. Tutto è carissimo e si rompe subito. I prodotti sintetici locali costano 10 volte i cinesi e sono di qualità peggiore. Il protezionismo protegge la cattiva qualità locale, le predazioni delle oligarchie compradore locale. Tutto che si rompe subito, tutto venduto in piccole quantità carissime, permette di fare profitti ben maggiori sui poveracci. Tutto si rompe. Tutto deve essere cambiato e riparato. Salari minimi di meno di 300 euro quando tutto costa ben più che in Nord-America danno la dimensione del sistema-Brasile. In concreto, se compri un secchio di plastica, un macchinario, etc, puoi star certo che dopo pochi giorni sarà rotto o che funzionerà male. Le plastiche, i materiali sintetici, si rompono tutti subito. Macchine ed utensili  si rompono o malfunzionano. Funziona solo ciò che è straniero, quando ne permettono la vendita, e dunque ancor più caro delle carissime merci locali. Tutti i prodotti brasileiri o latinamericani sono scadenti o scadentissimi. Il sottosviluppo ed il sottosviluppismo si verificano nei negozi e nella vita quotidiana.

Questa mattina (lunedì 23/01/2012), ore 6:09, SergioT mi scrive una email di andare nel suo bar-panificio, in Tijuca (angolo Rua Mariz e Barros, Rua São Francisco Xavier), per parlare (avevo risposto ad un annuncio di lavoro). Gli chiedo a che ora. Mi dice alle 13:00. Vado alle 12:55. Non c’è. Mi dicono che se ne andato già da tempo, che torna il giorno dopo. Insisto gentilmente, che mi ha scritto di andare lì per parlare per un posto di lavoro. Dopo una mezz’ora, arriva un altro. Cerca di rattoppare che l’altro, i proprietario o capo, se ne è fregato ed andato via. Ma chiaramente non può decidere nulla, mai abbiano davvero intenzione di assumere un altro. Avevano messo un annuncio una settimana fa... Cercano uno che sappia fare cose con pasta come per pizze, in realtà cose dolci e salate a livello di panetteria che non sono molto differenti. È solo problema di ciò che vogliano mettere dentro o di più nell’impasto. Il luogo, non male, non sembra molto ben gestito come personale che sembra abbondante, due o tre volte il necessario, rispetto al flusso di clienti. Ottimo, forse, nei momenti di piena, ma un vero disastro quando si è fuori da eventuali momenti di piena. Del resto, con manager o proprietario che se ne va, altri sub-managers idem, non si capisce come l’attività possa essere ben gestita. Anzi, neppure si capisce come possa rendere. È un caso piuttosto tipico a Rio de Janeiro.

Non avevo risposto grande importanza nel ‘colloquio di lavoro’. Mi ero già programmato di fare un salto a Walmart e, molto probabilmente, di trarne ulteriore convinzione a cercare di percorrere altre vie. Peggio di come potessi immaginare. Il padrone che ti chiama e poi se ne frega e se ne va. Non deve essere stato per un’emergenza perché sennò mi avrebbe lasciato detto qualcosa. Tra l’altro, nell’annuncio, scriveva di passare dal negozio senza indicare orari e senza neppure indicare nome ed indirizzo. Tutto all’insegna della sciatteria. Sempre e dappertutto.

Alle 18:01, mi scrive BárbaraR (stagista), di un albegone in Avenida Altântica, Capacabana, per fissare un appuntamento per un colloquio di lavoro. Rispondo che basta mi dicano ora e luogo, confermo e vado. Per evitarmi le solite andate a vuoto, inserisco, come già da alcuni giorni, alcune frasi che ho preparato dicendo che cerco un lavoro senza permesso di lavoro, o dove chiedano il permesso al Ministero, perché con un permesso legato al visto ed esteso, ogni volta, di 2-3 mesi, è come non averlo. Risponde che assumono solo con permesso di lavoro. Rispondo che lo ho ma che scade, ora, tra una quindicina di giorni e che poi magari sarà rinnovato per altri tre mesi e così via. Per cui, o chiedono il permesso di lavoro permanente al Ministero... Troppo difficile per una stagista. Ma anche i grandi managers sono in genere di un’ignoranza abissale. ...Anche consulenti del lavoro ed avvocati... Improbabile li senta di nuovo. Vedremo.

Per fotterti, non si fanno problemi fare i delinquenti. Per fotterti e fottersi ancor di più, si fanno improvvisamente legalitari, che è un modo per delinquere coprendosi codardi dietro a leggi e regolamenti, ... che non conoscono e che non capiscono, dunque che non sanno usare. 

Il sottosviluppo deve essere perseguito con grande accanimento. Sennò, la tendenza naturale sarebbe allo sviluppo.