lunedì 16 maggio 2016

mashal-088. Il salmone di NorbertoEcco

mashal-088. Il salmone di NorbertoEcco

by Georg Moshe Rukacs


No, questa volta non ho scoperto nulla, sfortunatamente. Cercavo di piratare il nuovo, ultimo, lavoro del NorbertoEcco, quello che forse lo indusse ad uscire di scena avendone oramai raggiunto l’età. Od usci di scena solo per l’età, senza connessione col suo ultimo lavoro. Non riuscendo a piratarlo perché non ancora in pubblica e libera offerta, mi sono imbattuto in un salmone del 2016, che poi non era proprio del 2016 essendo una piccola ed inutile collezione composita di vecchi pezzi. Resto nell’attesa di trovare l’opera davvero nuova, sperando la sia, appena sarà sul mercato del gratuito. Mi ero detto che se era e se sarà davvero il solito NorbertoEcco che scopre l’acqua calda magari, se ne offre spunto, mi potrei divertire a riscriverlo liberamente. Sapete quando vi venga quell'irrefrenabile impulso di...

Eccomi dunque di nuovo qui, io, BaruchSchlosser, che, dopo avere lasciato il carissimo NorbertoEcco a Praga, beh fu lui che mi e ci lasciò..., dopo anni di catalessi cabalistiche sono ritornato tra i vivi-vivi, cioè tra voi zombi, e chi vado a rincontrare?! Beh, lo ho poi cercato io. Sì, proprio lui, il complottarolo universale, quello che di segreti non ha mai capito nulla, della realtà nemmeno, però su quel nulla ha saputo divenire milionario mentre io, che mi suppongo su un altro livello, sono sempre più spiantato, come soldi ed altre materialità. Non ho capito come mai non gli abbiano mai fatto avere il premio Nobel. Le “sue” lobbies non ne avranno avuto l’utilità. C’è concorrenza lassù! Lui, il NorbertoEcco, lo ha sempre saputo di non avere capito un cacchio pur sapendoselo far ben rendere. Lo si vede dai sui libri sui grandi segreti universali dove annaspa e lo si vede bene che lo sa di annaspare. Quando da piccolo giocava ai dottori e diceva alla bambine: “dai fammi vedere il tuo pisello”, sì è sempre stato uno convincente, per cui le stesse non potevano resistere e gli si mostravano, poi esclamava: “Ma c’hai solo la righetta, tu!” Quando s’invaghì della Sampò [più che altro era stata una di quelle cose per cui il funzionario RAI riteneva che un’attricetta non potesse non dargliela se richiesta], s’era detto “almeno questa, che sembra tosta, deve avercelo il pisello”, ecco che lei, non appena il NorbertoEcco esclamò pure a lei: “Ma c’hai la righetta pure tu!”, preferì farsi ripassare da Mike. Quando NorbertoEcco, incacchiatissimo, furioso, dell’affronto, riuscì ad intercettare la Sampò, chiuderla in una sgabuzzino e minacciarla di farla licenziare in tronco dalla RAI, pretese delle “spiegazioni”. Lei dovette, di fronte alla forza: “Tu NorbertoEcco passavi il tempo a vantarti. Sai, dopo ore ed ore di lavoro anche una Enza ha bisogno di un po’ di silenzio...” Lui pressante e sempre più furioso: “Ma quel Mike che chiacchiera sempre e che è un vanesio da vicoli sottoproletari...” Enza non ce la fece a trattenersi: “Guarda, lui almeno non dice mai nulla, solo qualche piacevole spiritosaggine.” NorbertoEcco sempre più furioso e sprezzante: “Un analfabeta dei bassifondi che, con quella sua aria da finocchietto pavido, fa il piazzista in RAI...” No, no, neppure Enza ce la fece più: “Guarda, minchioncello d’Alessandria, che me lo ha dovuto dire del tutto casualmente la sorella, e perché io ho insistito, che il padre era un famoso avvocato newyorkese, non un ferroviario fascistello d’Alessandria, e la madre di famiglia nobiliare torinese. Sì, è vero, per contingenze belliche, lui fece solo il classico. Quando la Gestapo lo mise contro un muro per fucilarlo come resistente, lui neppure disse di essere cittadino americano. Furono loro che gli trovarono il passaporto in tasca. Non gli cavarono mai nulla, neppure sotto tortura. Dopo vari carceri [quando fu trasferito da San Vittore verso la Germania, pesava 39 chili!], centri speciali e campi di concentramento, lo infilarono in uno scambio di prigionieri Germania-USA. Così, liberato a gennaio 1945, poté raggiungere New York dove divenne giornalista e col tesserino del Dipartimento di Stato per potersi muovere ovunque. ...Quando glielo ho chiesto mi ha detto arrossendo schivo che sì, a volte, capita di finire in prigione, che non voleva parlarne... Molti credono che fosse finito in carcere per furtarelli, e non come agente di collegamento tra partigiani ed alleati tradito da una spia partigiana. Nulla più! Non mi ha raccontato nulla, lui, di come sia. No, non è come te, piccolo, misero, NorbertoEcco! Ti vanti, ti vanti, mentre perfino in un Mike si cela un uomo mentre dei supposti cervelloni come tu ti credi di essere...” NorbertoEcco sempre più rosso di invidia straboccante fuggì, si chiuse in casa, bevve all’inverosimile. Mike grande agente della resistenza, in mano alla Gestapo ed alle SS, e pure silente di quelle sue glorie, e senza neppure una tessera, e pubbliche dichiarazioni, per farselo fruttare... Poi, non resistendo all’affronto, scrisse il suo Fenomenologia di Mike Bongiorno, tre paginette dove Mike era presentato come un mediocre per mediocri. Pure peggio.

I soliti, che magari ce l’avevano pure loro, sotto-sotto, con lui, col Mike, pur mostrandoglisi amici, si presentarono tronfi dal Mike. “Mike, guarda cosa scrive questo. Non lo denunci neppure? Non vai a far casino?” Poi, per spingerlo ad agire contro NorbertoEcco: “Mike ma è vero che quanto i nazi ti torturavano tu ti mettevi a ridere? ...Mike ma lo sai che il padre di NorbertoEcco era un fascistone di provincia?”
Idolatrato da milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle telecamere traspare una mediocrità assoluta unita (questa è l'unica virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per quello che è e che quello che è sia tale da non porre in stato di inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto. Lo spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità nazionale il ritratto dei propri limiti.”
Mike ridacchiò: “Tutto qui?!”
Magari, fosse tutto qui, guarda quello che osa scrivere!”
Ovviamente il NorbertoEcco si copre dietro un furbastro: “dove, si intende, con questo nome è indicato non l'uomo, ma il personaggio.” Come dire: “Ora te le dico, ma faccio finta di fare scienza.” Oh, lo facciamo pure noi, che non siamo furbastri. Usiamo spesso nomi veri. Io BaruchSchlosser creo una finta frapposizione, coi miei personaggi, solo per crearmi una distanza euristica che mi permetta di sbagliarmi, dunque di essere più libero nella ricerca. Scrivessi “Umberto Eco il conformista” non ci sarebbe rischio di errori. Ma lo sapete come sia, nei dettagli. Siamo sempre troppo buoni, perché troppo ingenui. Quando si tratti del male e dei mali ci si sbaglia sempre per prudenza. Beh, NorbertoEcco era solo un furbastro.
Dunque mostrarono a Mike pure quel:
Mike Bongiorno non è particolarmente bello, atletico, coraggioso, intelligente. Rappresenta, biologicamente parlando, un grado modesto di adattamento all'ambiente. L'amore isterico tributatogli dalle teen-agers va attribuito in parte al complesso materno che egli è capace di risvegliare in una giovinetta, in parte alla prospettiva che egli lascia intravvedere di un amante ideale, sottomesso e fragile, dolce e cortese.
Mike Bongiorno non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello scibile e ne esce vergine e intatto, confortando le altrui naturali tendenze all'apatia e alla pigrizia mentale. Pone gran cura nel non impressionare lo spettatore, non solo mostrandosi all'oscuro dei fatti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla.”
https://keepcalmandlearnsocialstudies.files.wordpress.com/2013/10/eco_diario_minimo.pdf
Mike cominciò a ridere irrefrenabile. Ancora più al seguito del libello contro di lui.
Dai, Mike, reagisci. Bisogna sollevare un caso!” E Mike ancora più a ridere. Ovviamente, Mike restò Mike, mentre il NorbertoEcco divenne una potenza mondiale.
Beh, quello del libello contro Mike è un NorbertoEcco che, pur della macchina RAI, e delle altre mediatiche, vuole dichiarare al mondo di essere un grande intellettuale del conformismo ma che ...col conformista reale non ha nulla a che fare. Schizofrenia pura. Borderline. Quelle cose della serie: “Io sono uno che ha studiato, ...io!” Nel caso, sei ancora più colpevole. Mike era solo uno che si cercava una professione e di farla bene. L’ha trovata e si è applicato. Tu, invece, NorbertoEcco, diventi un operatore nei punti decisivi e di controllo della rete dello sterminio culturale di massa, e vai a dire che tu non hai colpa proprio perché hai capito tutto, mentre il colpevole è magari l’edicolante. Ovviamente, tutto è una rete adattabile. Non che se il NorbertoEcco non fosse mai esistito, o fosse mancato, sarebbe cambiato nulla. Non diamo alla merda l’importanza essa non ha. La responsabilità sua resta. No, il NorbertoEcco non c’è mai stato neppure con la logica più elementare. Non ci sta con la testa. Ma ci sta a far soldi a palate.
Persino Salvini, dopo che gli [i soliti compagnuzzi dei CC] hanno lanciato contro un tomo di NorbertoEcco per tentare di ammazzarlo, è sbottato: “Se rinasco, rinasco miliardario rosso e faccio i girotondi... Se poi nasco figlio di lattai fascisti, giuro che mi faccio Littizzetta! ...od anche Fazio!” Non ho mai capito come una possa studiare musica, e, subito dopo, lettere e teatro, e poi darsi nei viali, beh pur siano essi quelli ben pagati della RAI, ed anche complementari. Comunque, è vero che, per la fare la finta opposizione, meglio stare con le maggioranze, quelle fluide, reali, cioè sia del Re che dei soldi. Anzi, quando stai coi poteri reali poi pure fingere di essere indipendente, come faceva Montanelli, proprio perché non ti vincoli ai finti poteri del momento, bensì a quelli non passeggeri. Però quel Salvini che si fa littizzetto deve essere contagioso. Non appena il Grullo lo ha letto è subito balzato su ed ha urlato: “Gliela faccio vedere io a quello!” Fu così che esclamò, pubblicamente, credendosi di fare una battuta comica su Sadiq Khan, il nuovo sindaco laburista di Londra: “Voglio poi vedere quando si fa saltare in aria a Westminster...” Anche un Grullo di Genova può essere fuori di senno. O che non fosse un messaggio trasversale. Che non volesse candidarsi a rimpiazzare il Mattarello... O gli sarà scappata. Perché il Grullo è un genio, un altro. Nello stesso spettacolo racconta che, se ti danno il reddito di cittadinanza, tu puoi poi lavorare gratis e così il padrone, non pagando gli operai [che vivono col reddito di cittadinanza!] non delocalizza in Romania. Già, lo Stato, se ti da mille, ne spende duemila perché almeno altre mille se ne vanno in spese per uffici. Eppoi non c’è bisogno di essere Milton Friedman [quello del “Non esiste il pasto gratis” perché qualcuno deve pure pagarlo, e finisce che lo paghino i poveri per i ricchi, anche se vi contano il contrario] per chiedere da dove vengano questi mille, che magari, come detto, si duplicano con le spese generali. Gli sarà scappata pure questa, al Grullo. I veri geni si sa che non si possano concentrare sui dettagli. Come si dice? “L'intendenza seguirà!” Se poi non segue, e se neppure l’informazione ed il raziocinio la hanno preceduta, ti ritrovi Bonaparte a Mosca in fiamme, e senza viveri e fica, mentre fuori nevica e ghiaccia. No, i geni, quei geni, spesso non ci stanno con la testa... Dal bandaglesciano che si fa saltare a Westminster all’albero dei soldi infiniti, no, no, proprio i geni Grulli... I tamarri sono più avanti. Si prendono 850 al mese dall’Inps per due anni, di disoccupazione, ed intanto lavorano in nero, magari all’estero, oppure fica e fica senza lavorare. Poi, dopo due anni buttati via, ...ecco arrivano i Grulli coi soldi a tutti, ma proprio a tutti-tutti. Perché ora, coi robots che premono, non è che uno, dopo due anni di disoccupazione a fare nulla, neppure a studicchiare, possa pensare di trovare un lavoro... Mi sfugge pure dove li prenderebbero i soldi per dare i soldi a tutti. A parte che in Italiozia si lavora già troppo [...troppo poco, avendo uno dei tassi di attività più bassi al mondo] per cui ovvio [!!!] che si debba dare l’incentivo a lavorare ancora meno... Più prendi soldi a chi produca ancora qualcosa, più chi produca chiude per cui non ti paga più le tasse. Oppure si fa cinese, dunque in nero, per cui le tasse non te le paga egualmente. Beh, il siciliano è più avanti. Lui soldi non ne ha mai, non da darti. Però pretende i tuoi conclamando che i soldi non contino (se sono i tuoi) e che devi darli loro [a loro siculi] perché loro “hanno i diritti”. ...Meglio storti, allora... Anche gli altri “hanno i diritti”, a cominciare da quello naturale di non darti i soldi loro!

Oh, ma cosa divago?! Finisce che mi dimentico... Vi ricordate quando fu trafugata la bara del Mike? Sì, ecco, avete capito... Fu lui, il Vate, ormai lanciato nei complotti universali dunque astutissimo, pensava, ed intoccabile, che si era fissato di far prendere il calco del pisello di Mike. Non riusciva più a vivere. Dovette agire. Si iscrisse ad una loggia massonica di avvinazzati di Novara. Coperto da un cappuccio, anche se tutti lo riconobbero, assoldò una banda di sbandati. Lì pagò. Promise di più ad operazione conclusa. Tirata fuori questa bara dal cimitero e nascostala da qualche parte, ecco che il Vate pretendeva il calco del pisello. Andava aperta. Andava preso il calco. Lo avrebbero subito capito tutti chi ne fosse stato il mandante. Il Vate stendeva piani dettagliatissimi. È solo che poi... Gli sbandati assoldati pretendevano sia più soldi per tenere la bocca chiusa, ed ancora di più per aprite la bara e prendere un calco senza che poi si capisse fosse stato preso. Non se ne venne a capo. Il Vate elaborava piani ma poi... Ovviamente i CC lo avevano subito saputo, appena la bara era sparita. “Signor Vate si dice che... ...Saranno solo voci, non vorremmo...” Il Vate si sentiva come incaprettato. Si vedeva controllato. Ma anche quelli assoldati... Una cosa è sottrarre una bara. Già aprirla, prendere un calco del pisello senza che ne resti traccia e richiuderla... Una bara è una cosa sigillata, non è una cassetta della frutta. Alla fine, dopo quasi un anno, sentendosi braccati, o comunque non procedendo il piano, non restò loro che farla ritrovare. Prima del ritrovamento, il Vate fece contattare i familiari da un insospettabile che disse loro che la bara sarebbe presto riapparsa intatta che che avrebbero dovuto far avere, ...non fu specificato a chi..., il calco del pene. Un breve giro di telefonate ed i familiari capirono come solo il Vate potesse avere un tale interesse. Ritrovata la bara precedettero alla pressoché immediata cremazione. Per il Vate fu un vero colpo. Bevve per giorni. Da allora, di tanto in tanto, si guardava il pisello allo specchio (la pancia ne impediva la vista diretta, in qualunque posizione si ritrovasse) e si diceva che Mike doveva averlo più piccolo. Voi non ci crederete, ma neppure certi Vati sono esenti dai luoghi più comuni.

Ecco che, ora, rincontrare questo NorbertoEcco con un salmone in mano mi ha fatto un po’ di impressione. Questa sua ultima, o penultima, scemenza, porta la data del 2016. Che sono poi articoletti para-umoristici, o tali se li è immaginati l’autore, di tempi differenti, ben precedenti. Tempo di vedersi pubblicato il libretto ed ecco che muore come per promuovere il suo davvero ultimo, così sembrerebbe, libro in uscita. Noi guardiano le date che vediamo. Non siamo addentro ai segreti dell’ometto, tanto meno dell’editoria. Lo sapete come siano certi Vati?! Sono come una curva logistica. Alla fine ripubblicano. Ecco perché volevamo trovare, lo vogliamo tuttora trovare, l’ultimissimo. Certi Vati invecchiano nella testa innanzitutto. Non si mettono a studiare chessò chimica, cinese, calcolo [nel senso inglese], arabo, robotica, a settanta od ottant'anni. Ripubblicano. Aggiungono. Cos’è un’aggiunta se non innovi? Come innovi se non ti applichi, se non studi? Un genio lascerebbe ripubblicare chi lo voglia, ma se ne fregherebbe di farlo lui. Cercherebbe, percorrerebbe, nuove sfide. No, scusate. Si usa nel mondo anglofono, credo. Ma una ragazzina italica mi ha detto di recente che “nuove sfide” non si dice, che se lo metti in un CV [frasi del tipo “felice di accettare nuove sfide”, che invece sembra che nei CV anglofoni sia ben accetto] è senza senso. Beh, lasciamo stare...

NorbertoEcco dice, ma noi sappiamo non essere neppure un po’ vero, di essere il genio delle trame, dei complotti, e poi... ...ecco, poi, ce lo ritroviamo col salmone in mano, in mano ed in valigia!

Si compra un salmone affumicato in Svezia e sembra fare di tutto per non mangiarselo. La mortifera panciona non ne avrebbe sofferto. Anzi, mangiare raffinato magari allevia. Ma si può mai pensare che uno si consideri perfetto voglia alleviare qualcosa. Si tiene il pancione letale, e pure il salmone che, quando lui arriva a Milano, dopo quattro o cinque giorni dall’acquisto, è andato a male. Più importante far vedere di averlo comprato che mangiarselo appena verificato che la conservazione venga vanificata dai frigo degli alberghi che lo rifiutano. Il piccolo conformista non riesce neppure a rifiutare il conto di un albergo, pagato all’editore, su cui gli fanno figurare decine di litri di superalcolici neppure toccati. Gli tirano fuori il salmone dal frigo mentre gli addebitano centro litri neppure sfiorati! Ce lo vedere a chiedere un piatto, e coltello e forchetta, e mangiarsi il suo salmone, con del pane comprato in giro? Impossibile! Nel suo conteggio dell’impiego del tempo, non sembra mai essere entrato in un negozio... Vi sarà ben entrato per comprare il salmone. Sarà sotto la voce “spostamenti”. Addirittura ci tiene a far figurare di essere stato bamba pure nel 1981. Non che ne dubitassimo. Il bamba non ha mai dei prima o dei dopo. Se li ha, sono solo sempre in peggio. Un bamba è sempre peggio. Ogni momento è peggio degli altri, per quanto da un punto di vista strettamente logico sarebbe facile contestare questa asserzione. La forziamo noi per l’illogico NorbertoEcco! Meglio un salmone andato a male, dunque immangiabile, a Milano, ma dove tutti possano vedere il suo oramai puzzolente ed inutile regalo, che gustarselo da solo quando ancora mangiabile. Non poteva ricomprarne poi un altro a Milano, con incartamento anonimo, o preservando la confezione di quello che si era mangiato, e dire che veniva dalla Svezia, se proprio ci teneva? Beh, lo avessero visto a Milano entrare da un pescivendolo e la cosa si fosse risaputa... Vi immaginate un NorbertoEcco dal pescivendolo. Vi ci potete immaginare una Thatcher. Ma proprio non un NorbertoEcco notabile di regime. E chi leggerebbe mai i trafiletti od i libri di uno che si facesse sorprendere dal pescivendolo?! Si potrebbe con un Busi, ma perché lo ha fatto entrare nel personaggio. Ma con un semiotico che si dica inviato dai cieli per arricchire pure la letteratura mondiale...

1981. Amsterdam. Uno col pancione, qui sempre un NorbertoEcco, neppure di preoccupa di tenere il portafoglio in un posto sicuro, ben chiuso da un bottone e da un cerniera e con la mente ben concentrata sul punto da cui non si possa permettere di perdere alcunché. Oh, i geni... Sono sempre sbadati o così vogliono fare vedere. Dei bamboccioni. Per cui perde, o gli viene rubato, il portafoglio. Rientra comunque a Milano. Avrà avuto altrove la carta d’identità od il passaporto, ed il biglietto dell’aereo. L’American Express gli fa avere una carta nuova il giorno dopo. L’ordine dei giornalisti gli duplica la tessera in tre giorni. Già con la patente, nonostante trucchi e alte raccomandazioni proprio non riesce a progredire nella ricerca dei numeri necessari. Nonostante avesse già scritto Il Nome della Rosa, quando qualcuno gli dice che solo i carabinieri, cioè un’Arma dell’Esercito, sono gli unici, così riferisce lui, che possano avere accesso a tali esoterici numeri, lui non riesce a sfruttare il filone. Pure troppo difficile prendere un treno per Alessandria dove sembra abbiano tutti i suoi numeri. I geni conoscono solo gli aerei, i taxi o l’auto propria. I treni sono troppo giù. Insistendo, con alte e meno alte raccomandazioni, ed interessamenti anche di base, tra cui un suo lettore dell’Espresso e che, come tale, dice lui, neppure può essere sospettato di essere corrotto [non che ci interessi, ma l’asserzione di NorbertoEcco ci svela nuovamente la sua banalità conformista ed assenza di qualunque pensiero logico], ecco che, dopo quasi due mesi di tale intenso lavorio, NorbertoEcco riesce ad avere un foglio sostitutivo, per sei mesi, della patente che ovviamente richiede lunghi tempi di fattura per potere essere duplicata. Infatti, pur dopo resistenze, il foglio viene rinnovato per altri sei mesi. Supponiamo pure altri blocchi di sei mesi, salvo raccomandazioni. Occorrevano anni per un duplicato di patente smarrita o sottratta. Come dire, per chi conosca le burocrazie, che solo chi paghi e molto, potesse averla duplicata in fretta. Non esistono altri motivi quando ci si trovi ad arretrati del genere. No, un NorbertoEcco non può scendere a tali comprensioni ed estrinsecazioni.
In un altro di questi suoi articoletti dello stesso libretto, NorbertoEcco ci tiene far sapere che un pancione, e bardato da professorone, si sbrodoli necessariamente di tutto ogni volta che mangi in aereo. O forse pensava di fare lo spiritoso. Chissà perché io non mi sia mai sbrodolato, anche se non avrò certo mai preso la quantità industriale di aerei di un NorbertoEcco? I geni sono speciali. Il bamboccione non può non sbrodolarsi!

Povero NorbertoEcco e gli orsi. Parlando di bambini, se ne esce con un “invece di dirgli”. Io sapevo, e so, che si dovrebbe dire “invece di dire loro.” Sarà la lingua che si evolve... O chissà che correttori gli editori usino per controllare il “grande” NorbertoEcco?! No, non è un lapsus occasionale. Già nella frase precedente c’era un “per fargli”. No, è “per fare loro”. Non nuoce alla scorrevolezza ed è preciso. “Gli” sta per “a lui”, NON per “a loro”!

NorbertoEcco è ovviamente uno che telefona al dentista per un appuntamento. Beh, quando si sia importanti... Chiaro che il dentista te la faccia cadere dall’alto. Io, di solito, vado e passo. Che fortuna essere un semplice e sconosciuto BaruchSchlosser! Paghi il dovuto e passi subito. Beh, quando ti trovi un NorbertoEcco, che anche solo trasli il proprio pancione sulla poltrona del dentista, occorre almeno un’assicurazione di euro-miliardi sulla persona. Chiaro che occorrano appuntamenti e tariffe speciali! Un NorbertoEcco, “specialista” di trame, non ci arriva. La butta sul “noi umanisti” che siamo considerati “dei perdigiorno” dai dentisti.

Quando NorbertoEcco prova a fare il conto dell’impiego delle ore della propria vita, facendo un conto degli impieghi annuali per i vari “capitoli di attività”, capite come un genio affermato resti senza tempo per pensare. Non se ne rende conto, per cui si vanta di essere occupatissimo. Ecco perché mi ritrovo con più tempo per la conoscenza io che faccio il lavapiatti e sono pure spesso disoccupato, disoccupato senza soldi non di quelli ricevano soldi da chissà dove. Ma NorbertoEcco è spiritoso. Annuncia che se smettesse di fumare guadagnerebbe 182 ore l’anno. E cosa se ne farebbe mai?! Basterebbe si chiudesse in una delle sua tante case od uffici, staccasse tutto e facesse dire di essere irraggiungibile.

Beh, resto ad aspettare di poter piratare quello che stavo cercando. Non ho altro da dire sul libretto del salmone che non mi è neppure piaciuto. Il libretto non mi è piaciuto. Magari avessi del salmone affumicato, anche non di Svezia, affettato sottile! Troppo costoso. Mi consolerò con del formaggio da pochi euro, appena trovo sia gli euro che il formaggio.