[II PARTE]
Corrado
Basile e Renata Bruzzone. No, Bordiga non c’entra...
“Io sono qui, io sono lì...”, ..ma
infine sei davvero solo quel che sei...
Sarà stato il 1991, od il 1991-92.
Sì, deve essere stato l’anno scolastico 1991-92. Roby frequenta un corso AIAF,
a Milano, per analisti finanziari. Si iscrive. Viene accettato. Inizia a
frequentarlo da Gravellona Toce, e poi da Milano dove riesce ad essere
trasferito col lavoro per un periodo.
La Allakka, una delle agenti sul
campo delle Polizie Segrete / Squadroni
della Morte dei Carabinieri, l’agente sul campo principale [c’è scarsità di
minchioni corrotti, a livello di coordinamento, non a livello di base-base, non
a livello di pidocchi-stalkizzatori a contatto col bersaglio], in quel momento,
all’INPS di Torino per il pogrom contro Roby, viene subito allertata. E lei, a
sua volta, informa l’ufficiale dei CC in carico allo State/Government-Organized Stalking-Mobbing per il pogrom-Roby. Questi era già stato
allertato da circuiti sia informatizzati che delle Direzioni Generale e
Regionale INPS. Del resto, è d’uso corrente l’allerta multipla, sui movimenti
dei bersagli di operazioni antisemite di stalking /pogrom / persecuzione
totale, di State/Government-Organized Stalking-Mobbing.
A Milano, pur assegnato dalla
direzione generale alla sede provinciale, Roby lo mandano poi in una sede
periferica, la più sbagasciata del comune di Milano. A Milano, direttore
provinciale v’è in quel momento Umberto Fumarola, un delinquente dei circuiti
terroristici DC-CISL-CC-CIA, uno che era già stato direttore a Torino e che ha
fama di non fare nulla senza aver prima chiesto ai sindacati, cioè alla varie
mafie della corruzione INPS ed altra. Ovviamente, quando lo mobilita la Polizia
Segreta dei Carabinieri, sculetta solerte. In quei casi, lui informa, in vario
modo, i sindacati che autorità superiori pretendono una certa persecuzione
antisemita. Lì, lo contattano sia direttamente le Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei
Carabinieri che la Allakka. Costui diverrà poi direttore regionale in Piemonte
e, quando Roby sarà primo di un concorso interno di trasferimenti all’interno
della regione, costui, da buon delinquente della CISL-CC, non applicherà i
risultati dello stesso concorso da loro stessi indetto e non trasferirà Roby
alla sede provinciale come suo [di Roby] diritto sulla base del concorso in cui
era primo, data l’anzianità, il grado ed altri titoli. Ne abbiamo già parlato. Repetita iuvant.
Il maggiore degli Squadroni della
Morte CC della Cernaia di Torino dice alla Allakka:
- “Signorina, si deve sfruttare
questo trasferimento temporaneo a Milano per montare qualche altro dossier o
per inspessire quelli che già abbiamo montati. Si devono mobilitare altre
persone, farlo contattare. E, poi, il solito metodo. Diciamo a quelli da cui lo
facciamo contattare che lui è il capo del terrore e, dopo, qualunque cosa loro
ci riferiscano, deve entrare in rapporti scritti che confermino che lui è il
capo del terrore. ...Ma che si è messo in testa, quello, di fare l’analista
finanziario?! Va impedito! Va impedito!”
- “Sì! Certo! Ma chi si crede di
essere?! Cosa si crede di fare?! Va bloccato! Va bloccatoo!”
Inoltre, gli Squadroni della Morte
dei CC contattano l’AIAF, specificatamente nella persona di Silvio Ceretti,
l’addetto alla formazione, e gli dicono che assolutamente Roby non deve essere
aiutato, ma anzi ostruito, a trovare un qualche lavoro nel settore degli analisti
finanziari. Roby riceverà il certificato del corso dell’AIAF, dopo l’esame, ma
poi, al momento di aiutarlo a trovare un lavoro che metta a frutto il corso, il
Ceretti gli dirà che la priorità va a quelli, in realtà uno solo...! [un
diplomato arruffone e di quelli con cui è meglio evitare di dimenticarsi un
bigliettone di banca dove lo possano prendere, perché non lo si ritroverebbe],
che sono disoccupati.
Tramite Nikla, la Allakka mobilita
Renata Bruzzone dell’INPS di Savona. Non sanno a chi rivolgersi. Non sanno dove
sbattere la testa. Poi si ricordano della Bruzzone e del Basile.
La Bruzzone è la classica sgobbona
che riusciva bene negli studi, a scuola, nel senso che memorizzava tutto quello
le mettevano sotto il naso. Una pappagalla. Ma manca dell’intelligenza della
situazione. Cioè, poi non capisce i termini analitici delle situazioni e delle
questioni. Un’esecutrice, non una ricercatrice. Non ha alcuna attitudine alla
ricerca scientifica originale. In realtà non ha neppure la cultura perché, alla
fin fine, la vita la ha costretta a passare le giornate in ufficio e poi a fare
le faccende di casa. Il marito la aveva trascinata negli ambienti di Amadeo
Bordiga, e poi dei suoi successori, per cui la Bruzzone ha vissuto, da quella sfera politico-culturale,
di quello aveva lì orecchiato e di quello le diceva il marito. Lo sapete come è
la storia nei gruppetti come nei partiti? Applicano etichette ad eventi. Sembra
che uno sappia chissà cosa. Sta solo applicando formulette a cose che non
conosce. Tali sono la Bruzzone ed il
Basile, ignoranti con prosopopea. Per esempio, come puoi immaginare che qualche
decina di armati di milizie di partito si schieri nella capitale e dica che il
governo sono loro. Semplice. Vuol dire che cadetti, ufficiali, truppe speciali
etc sono stati disattivati. Le catene di comando hanno ordinato loro di non
fare nulla. Il compagnuzzo dice “le masse”. Basta una raffica di mitragliatrice
e le masse si squagliano. No, è solo che lo Stato si è consegnato ad altri. In
quel caso, la rete austro-tedesca non ha trovato opposizione. La rete
pro-inglese si squaglia. Lo Stato è sempre quello, perché non è vera la balla
dello Stato dissolto e ricostituito ‘bolscevico’, Le burocrazie pubbliche sono
le stesse. Lo zarismo senza zar. Si cambia l’etichetta di vertice e si finge,
per pura propaganda, che sia cambiato chissà cosa. Anzi le burocrazie
predatorie sono contente perché si espandono ed acquistano ancora più potere.
Le balle da politicanti sono solo ignoranza. Il Brasile e la Bruzzone erano
logorroici delle formule. Ignoranti con formulette che sembrava conoscessero la
storia di un immaginario “movimento operaio”. Lei lavorava giorno e notte
all’INPS. Lui fingeva di fare il piazzista di dolcetti da bar.
Insomma, la Bruzzone era ed è, come
già detto, il tipo-pappagallo. Le dai delle formule e lei le ripete in tutte le
salse, ma sempre quelle e senza che c’entrino nulla. Amadeo Bordiga era un
ingegnere dottrinario che trasformava in formule quello che orecchiava da fonti
di autorità, o tali secondo lui, poi applicava queste formule sì da far loro
sostituire la realtà che diveniva, nella sua testa ed in quella dei suoi
discepoli, quella che doveva essere secondo le sue formule. Bordiga è uno
capace di scriverti volumoni sull’economia russa dove non ti dice nulla
sull’economia russa. Trovi solo formule in tutte le salse e combinazioni. Poi è
uno che prende gli ordini. Agogna qualcuno che lo faccia soldato obbediente.
Pensare gli fa male. Già si sforza a livello di formule e combinazione di formule.
Il pensiero analitico e creativo è al di fiori della sua portata. Da una
famiglia di matematici non né esce, con lui, un genio ma un segaiolo di
formulette supposte economico-sociali. Dato che Mosca, alla febbrile ricerca di
gruppi esteri, non aveva ancora trovato, in Italiozia, nulla di meglio [meglio
dal punto di vista di una Mosca alla ricerca di fantocci], ecco che Amadeo
Bordiga (che, come altri rampolli di famiglie non proletarie, dunque
benestanti, con studi universitari e con accesso alle professioni, si era fatto
un nome nella sinistra socialista) era stato tra coloro scelti da Mosca tra i
fondatori della sua appendice italica dove Bordiga era emerso come il
verbalmente più rivoluzionario, il più intransigente nella rottura cui
‘riformisti’ [i non moscoviti] dunque con maggior seguito nella piccola setta
il PCd’I sarà. In tutti i partiti, anche in quelli ‘comunisti’, le origini
familiari hanno sempre contato, per cui il suo retaggio colto-benestante lo
aveva spinto su. Successivamente Mosca aveva trovato Gramsci. Dal Bordiga
dottrinario astratto, per cui la politica era un esercizio di formule
para-ingegneristiche, Mosca aveva trovato il pasticcione, ed economicamente più
ricattabile, dunque comprabile, dunque più manipolabile, Gramsci. Bordiga
serviva per la rottura col PSI. Gramsci per gli affarismi, per fare l’operaista
e dunque vendere la nuova sudditanza, ora a Mosca. Dato che il sardo Gramsci
era uno che, pur culturalmente e praticamente conformista, pretendeva sempre di
distinguersi, almeno un po’, anche a costo di trovate il pelo nell’uovo, ecco
che Mosca, offesa, nella persona di Stalin, che Gramsci avesse osato criticarlo
su aspetti alla fin fine secondari, lo aveva infine fatto arrestare dai suoi
amici dell’Italiozia monarco-fascista e stabilmente rimpiazzato con Palmiro
Togliatti, di certo il migliore per una Mosca alla ricerca di fantocci che
solerti si sottomettessero alle esigenze delle Polizie Segrete / Squadroni
della Morte del governo russo-sovietico.
Corrado Basile era figlio di un
dirigente INPS. Il cognome Basile è originario del sud. Sicilia, Puglie,
Campania. Attaccatissimo alla madre, odiava il padre. Per cui, mancata la madre
aveva cercato di fuggire dalla famiglia, ormai ridotta al padre, e pure dagli
studi universitari, per rifugiarsi nel Partito Comunista dove deve essere
stato, per un breve periodo, funzionario della FGCI. In tale veste, arrogante e
chiacchierone, era arrivato in missione a Savona. La sua arroganza, che
sembrava sicurezza agli occhi ingenui di una disciplinata e sgobbona figlia di
un ferroviere ed una commerciante, quale era Renata Bruzzone, gli aveva
permesso di fare la festa alla stessa e di metterla subito incinta. Tramite il
padre, un massone socialdemocratico, aveva fatto entrare la Bruzzone all’INPS
di Genova, mentre lui, Corrado Basile, scaricato dalla FGCI, “faceva politica”
coi soldi della moglie impiegata INPS. Dato che per un fumatore accanito, ed in
genere spendone, quale il Basile era ed è restato, i soldi dello stipendio INPS
non bastavano a mantenere due persone, anzi tre visto il figlio subito
arrivato, Renata aveva altri lavori come il pulire scale ed altre cose basse.
Lavori faticosi, insomma. Per un po’ di cazzo libero, in giorni fertili, si era
ritrovata, da promettente studentessa universitaria, impegatucola e sguattera!
Corrado le disse che era per la rivoluzione! Certo, anche Corrado cercava
attività in armonia con la propria natura di chiacchierone trafficone, del tipo
delle rappresentanze commerciali. Ma dato che non vi credeva, oltre al fatto di
dedicarvi poco tempo, di soldi ne arrivano pochi dal suo lavoro. Tra fumare e
comprare libri, libri anche costosissimi, “per far politica”, che finivano
negli scaffali di casa, appunto i soldi se ne andavano via con rapidità. Non
bastava quello che riuscivano a farsi dare dai genitori. Alla fine, si erano
ritirati a Savona, pur continuando le frequentazioni gruppettare, bordighiane o
para-bordighiane per, infine, mettersi in proprio, per quanto non è che vi
fosse un grande mercato in quell’area. Più che altro erano gruppetti di
pseudo-discussione pseudo-storica, storia inquinata dalle ideologie. Alla fine
si applicavano formulette ad eventi orecchiati. Dottrinarismo ‘storico’. Basile
leggiucchiava, pur coi limiti delle rappresentanze, dei doveri familiari e
delle frequentazioni gruppettar-bordighiane. Poi imbeccava la Renata, buon
pappagallo come si è detto. Col matrimonio precoce e la connessa maternità,
Renata si era ritirata nel proprio lavoro INPS. All’INPS passava le giornate, e
si alienava identificandosi col lavoro d’ufficio, burocratico. Poi faceva la
pappagalla di quello le diceva Corrado, coi cui, ovviamente, andava alla
riunioni, sempre che non interferissero con l’orario di lavoro. Renata era
innanzitutto ossessa del lavoro. Cagnolina obbediente, doveva sentirsi in
ordine con padrone-INPS. La settimana in ufficio ed il fine settimana a
riunioni. Col marito Corrado che le dava la linea, quello che doveva pensare e
dire. E l’ufficio, l’INPS [dunque l’autorità, lo Stato, i ‘carabinieri’ ed i
carabinieri, lo sbirro, ben interiorizzati dato che da lì veniva in fondo il
suo sostentamento]. Fantasiose rivoluzioni per le chiacchiere. Il Moderno
Principe burocratico, corrotto ed apparentemente impersonale, come vera forma
mentis cui si sovrapponeva l’annacarsi, vacuo ed irrilevante, del dirsi
“rivoluzionaria comunista”. Della serie: “Mangio e bevo merda ...ma sono
annunciatrice della rivoluzione anonima e tremenda!”
Il Basile se ne va poi a Genova per
mettersi in proprio, nel settore libri, cogli anni ‘80 per iniziare un’attività
editoriale cogli anni ‘90. A Genova si trova, o s’era già trovata, un’altra
donna differente da Renata Bruzzone. Normale, dopo tanti anni! E poi, il Basile
è sempre alla ricerca di una fonte di reddito. Per cui si trova una, e lei si
fa trovare da lui, come sponda finanziaria, visto che la Bruzzone non basta. Di
culture arretrate, e pure del tutto scarse ed approssimate, quando inizia l’era
dei personal computers e, non molto dopo, di internet, lui si mette a stampare
libri. Come uno che faccia coltelli di legno nell’era del ferro e dell’acciaio.
Il catalogo della Graphos è un catalogo di fresconate, certo scritte e
presentate in bella, ottima, forma, dato la passione da bibliofilo del Basile.
Meno uno legge e studia, più ha a passione del libro feticcio. Non che gran
parte della produzione libraria sia necessariamente migliore delle fresconate
del Basile. Inoltre non è che sia facile, soprattutto quando i libri stanno
sparendo, nella forma tradizionale, fare il piccolo editore. Ancora più
difficile, supponiamo, fare l’editore di produzioni comunistoidi quando il
sistema si è inventato altre forme di sinistrismo meno legate a
pseudo-ideologie pseudo-storiche rispetto alle precedenti forme di sinistrismo.
Beh, a quel punto, visto che il 1989 si allontana sempre più, il Basile tira
fuori la propria natura nazi-fascista pur continuando a conclamarsi comunista,
per cui si fa negazionista, negazionista ed anti-israeliano “di sinistra”.
Nulla di male. Sono solo etichette. Le buttiamo lì non per stigmatizzare nulla
e nessuno. È solo che, come tutti i faccedieri, e pure ignorantucoli, il Basile
è un fondamentalista. Quando abbraccia qualcosa, non vede altro. Chi sia di
poche letture e studi ha bisogno di mascherarsi dietro certezza assolute. Sono
gli inglesi che vorrebbero la distruzione degli USA e di Israele,
considerandole aree loro, per cui i primi li devono contenere mentre li usano
ed il secondo vorrebbero semplicemente sopprimerlo. Il Basile invece che capire
e spiegare, ha sempre il bisogno di schierarsi. Non hanno la minima idea su che
cosa sia realmente uno Stato. Non conoscono, di conseguenza, le dinamiche
politiche, politiche vere non politicantiche.
Era lui che auspicava “un movimento
popolare contro la politica atlantica” e dichiarava che “agire contro i legami
della grande borghesia europea con gli Stati Uniti e con lo Stato di Israele
[…] è un obiettivo alto”? In che senso “alto”? Quali e quanti soldi gli ha
portato, od era solo continuare a reggere le palle altrui? Che significano
affermazioni come quelle, e pure in un’Italiozia allo sfascio per processi
implosivi suoi ed eventualmente ‘britannici’, visto che loro la creano e la
controllano nel e dal 1860-61? O sono solo vaneggi di menti malate. Uno si
crede un vate prussiano e le spara grosse... ...Il negazionismo... Certo, le
storie ufficiali sono sempre balle. Sulle camere a gas ci sono vari quesiti
tecnici non risolti. È anche vero che molti ebrei sono poi emigrati negli USA
ed altrove, ed altri in Israele. Nel contempo, se, per esempio, a Roma, dei
1024 ebrei rastrellati il 16 ottobre 1943 ne ritornano 16, dove sono finiti gli
altri? Idem per mille altre comunità oggetto di deportazione e sterminio, a
parte i massacri a cielo aperto con armi da fuoco. Possono anche non esserci
state camere a gas. Li ammazzavano di soffocamento? Sono emigrati? No, no, il
Basile è uno che deve abbracciare le cause. Capire è sempre stato fuori dalla
sua portata. Si può anche morire di stenti e malattie [tipiche tecniche britanniche
di genocidio]. Ci sono decisive complicità e pure di più, sia inglesi, che
americane, che sioniste. No, no, il Basile è uno delle scelte nette. Se non
c’erano le camere a gas, vivevano nel lusso e nell’abbondanza e non è morto
nessuno. La complessità della realtà è al di fuori della sua portata. Hanno
buono gioco quelli simili a lui, ma con dogmatismi appena differenti, per cui
dicono che negazionismi e revisionismi non sono ammessi perché lo hanno già
deciso gli inglesi quale sia la storia vera. ...Come quel DinoErba furioso, con
argomenti chiari ma risibili, perché il Basile abbia parlato, il 19 marzo 2015
alla Calusca. Non avendo voglia o capacità di spiegare perché e su cosa uno sia
uno scemotto, lo stigmatizza. Morale dei
DinoErba: uno de schierarsi col potere per poi tacere su quello vada
taciuto. I Basile non sono meno dalla parte del potere ma straparlano dunque
sembrando di frazioni meno di centro, per cui il centrista si scatena
richiamandoli nel nome dell’ortodossia assoluta. La produzione della Graphos
forse si è arrestata cogli anni 2000. Il mercato della carta stampata è quello
che è. Ed il Basile non ha mai disposto di capitali personali. Ogni tanto
riemerge, vaneggia, delira: “Oh, se la rivoluzione proletaria tedesca...”
Davvero?!
Inquadratolo o squadratolo coi cenni
di cui sopra, elementi senza pretesa né di completezza né di precisione
assoluta, ritorniamo alla nostra narrazione. ...Tramite Nikla, la Allakka
mobilita Renata Bruzzone dell’INPS di Savona.
Quando, mandato, con il percorso accennato,
dagli Squadroni della Morte Carabinieri ad ‘interrogare’ Roby, Corrado Basile
si presentò a Torino col figlio senza lavoro, per cui simulava di lavorare con
lui come accompagnatore. Il figlio, seguendo le orme del padre, aveva messo
incinta la poi moglie in età precoce. E, per rinforzare la tradizione paterna,
la aveva subito ingravidata una seconda volta, o forse aveva già avuto il
secondo figlio, quando il Corrado Basile si presentò a Torino da Roby. A
Torino, con l’auto, per portare e convincere librerie a tenere dei libretti che
sarebbero restati invenduti, non deve essere stato una grande profitto. ...A
meno che non sia stata di grande successo la produzione successiva... Non
avendo avuto capitali alle spalle, salvo avere ricevuto improvvise eredità, ma
il Basile le avrebbe subito dissipate (magari stampando libri inutili ed
invenduti!), facile immaginarsi debiti, trucchi per non pagarli, suppliche di
aiuti ‘pubblici’, e poi, per le sigarette ed il pane quotidiano, pure per il
figlio di fatto disoccupato a scuole medie superiori forse appena finite od
ancora da finire, e con moglie e due figli a carico, i sussidi di Renata
Bruzzone, impiegata INPS, e di qualche altra, se ha trovato altra con qualche
soldo. Sì, sì, ma la ha trovata. Il Basile per trovarle senza che gli diano
soldi, non le trova.
Del tipo, come ha fatto pure con
Renata, ti pubblico un libretto tanto per farti sentire grande intellettuale e
tu mi dai mille euro oggi, mille domani, diecimila il giorno dopo ancora, ma
intanto poi... ...no, tranquilla non li restituirò mai se non con altri e
maggiori debiti. Sai è il principio della riproduzione allargata. Se volevo
fare i soldi aprivo un bar, e spendevo pure di meno che aprire uffici da
editore con annessi magazzini di libri invenduti. Per dissiparli devo fare
finta di fare l’intellettuale. Io sono qui che penso, penso, penso ai problemi
del mondo e tu mi angusti perché mi hai dato 1’000, 10’000, 100’000 euro. Non
preoccuparti. Sono ben investiti. E poi “i classici” hanno sempre fatto così.
Io sono come Carletto, tu come Federico. I li prendo. Tu me li dai. Sono per la
rivoluzione mondiale. Se non oggi, domani o chissà quando.
A quel punto, quando una Renata lo
chiama:
- “Corrado, devi andare a Torino, no
anzi ci vai già di tuo, e, appena ci vai di tuo, vedere di fare una porcata
contro quel Roby che ci ha mandato affanculo dicendo che preferiva la cabala
alla nostra grande rivoluzione mondiale.”
- “Di che si tratta, Renata...”
- “Polizia Segreta Carabinieri... Sai
gli stanno facendo il culo con uno State/Government-Organized
Stalking-Mobbing,
una persecuzione totale. Ma chi si credeva di essere quello?! Come si è
permesso?! Meno male che ora...”
- “Renata, ma cosa c’entriamo noi coi
Carabinieri...”
- “Dai Corrado, non fare l’ingenuo!
Sono colleghi, compagni. Eppoi, con tutti i soldi che ti ho dato e continuo a
darti non è che...”
- “Certo, certo, Renata...
...Spiegami, ...se posso essere utile...”
Il maggiore degli Squadroni della
Morte dei CC della Cernaia era stato perentorio colla Allakka: “Va fatto
contattare da qualcuno lo abbia già conosciuto in passato, dato che da quelli
di ora, colleghi di lavoro ed altri, non riusciamo a cavare nulla per in nostri
scopi. Va detto loro che lui è il capo del terrore. Poi, quello che loro ci riferiscono
o meno, lo manipoliamo noi secondo le nostre solite procedure. Perché o
espandiamo il dossier oppure viene revisionato e declassificato, e dunque Roby
viene scartato dai programmi di stalking, pogrom, linciaggio totali e
permanenti, dallo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing. E
se lo ‘perdiamo’, bisogna smettere tutto.”
L’Allakka chiamò subito Nikla:
- “Nikla, ci occorre il tuo aiuto...
Roby va a Milano!”
- “Davvero?! A fare cosa?!”
- “Vuole diventare analista
finanziario...”
- “Come?! Ma chi si crede si
essere?!”
- “Ci devi aiutare, Nikla...”
- “Ma certo, Fiorella! Va impedito!
Va impedito!”
- “No... Beh... A noi non è che
interessi quello che fa... È che, di sicuro, deve essere un qualche suo
diabolico trucco...”
- “Come sarebbe a dire?!”
- “Quello va a Milano con la scusa di
studiare ed invece, magari, è solo la copertura che è il capo del terrore... E
se poi diventa pure analista finanziario...”
- “Ma sì! È vero! Va fermato!
...Qualunque cosa si creda di fare...”
- “Nikla, non mi avevi detto che
conoscevate delle persone...”
- “Ma non era nulla di
compromettente, Fiorella... ...Si parlava...”
- “Di cosa Nikla?”
- “Cose che capivo poco... Storia...
Storia di occasioni mancate, dicevano ...Appunto, solo storia, storie...”
- “Tipico... Tipico... Quelli del
terrore sono fissati con le occasioni mandate come tutte quelle storie della
resistenza tradita...”
- “Fiorella, cosa c’entro io con lui
che va a Milano, magari diventa finanziere, e magari mi sminuisce ancora di più
con Serena?”
- “Nikla, non è che lo si potrebbe
fare contattare da loro, di nuovo?”
- “E come?”
- “Cosa fanno quelli, dove lavorano?”
- “Renata è una collega, a Savona.”
- “Davvero?! Ma allora se la
contatti, vedrai che...”
Nikla tutta concitata e raffazzonata
chiama Renata. Piagnucola e si dispera. Le dice che Roby va fermato che sennò
le porta via Serena, che se ora va perfino a Milano a divenire finanziere non
lo si può tollerare, e che occorre che loro, lei e Corrado, “che voi capite di
queste cose”, confermino che Roby è il capo del terrore, perché a Torino tutti
sanno esserlo, e che dunque occorrono conferme, conferme di persone competenti
come loro.
Si sono cose del tutto
sconclusionate. Tra Nikla e Renata scatta la solita sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]]. Certo,
in apparenza molto differenti. Ma quella è la base comune che le rende solidali
e sodali, complici.
“Certo, Nikla. Hai ragione. Se è il capo del terrore va fermato. Eppoi, hai
ragione, non si può certo tollerare che voglia fare il finanziere a Milano. Ma
cosa si è messo in testa quello? Prima ci lascia dicendo che a lui interessa la
cabala e non le nostre sciocchezze proletariole. Intanto diviene capo del
terrore. Lo arrestano ma la fa franca. Ed ora, quel giudeo, cosa vuole fare, il
finanziario?! Terrore e finanza! Corrado va spesso a Torino. Gli dico di
trovarlo e di sentire che gli dice. Lui mi riferisce ed io riferisco a te.”
Estate-autunno 1991. Corrado va a
Torino per i suoi giri di librerie, per lasciare i suoi libretti e pregare i
librai di metterli in bella mostra sì da vederne qualcuno. Con quel suo solito
fare da sporcaccione, telefona a Roby. Si vedono in Piazza Castello. Il figlio
lo ha lasciato in auto.
Si siedono un attimo in un bar per un
caffè od un cappuccino. Incontro surreale. Roby lo sa che Corrado deve riferire
agli Squadroni della Morte CC-NATO per lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing.
Corrado gli regala un libretto che guarda caso è della donna e finanziatrice
che Corrado ha rimediato a Genova. Roby sa già tutto e dunque riconosce il
nome. Dato che Corrado non ha speranza di vendere quei libretti, li regala
quando può, sì da poter dire alla sua amata e finanziatrice che il suo libro
venga comprato. Non è questione di valore intrinseco o meno, come già detto.
Uno compra sulla base dell’editore e di quello il libro sembri essere. Una
sconosciuta di casa editrice sconosciuta non ha speranza di vendere nulla.
Intanto Corrado, teso ed imbarazzato,
dice che lui non ha nulla da rimproverasi che l’Impero sovietico sia crollato.
Chissà che gliene possa fregare a Roby del muro di Berlino caduto addosso al
tozzo Corrado...
Corrado chiede pure a Roby, con netto
tono di rimprovero e ripulsione, perché mai lui [Roby] abbia interesse per
informatica e programmazione. Roby pensa che gli scemi e gli ignoranti abbiamo
sempre l’impulso di mostrarsi tali.
Aggiunge di essere lì col figlio, che
lo aspetta in macchina, che si è dovuto sposare e, pensando con angoscia a
tutto quello che gli costa non avendo lavoro e fingendo di lavorare con lui,
scuote la testa disperato fingendo di compiangere quelle povere donne che
restano incinte due volte di seguito. Sta riferendosi al figlio con moglie e
due figli a carico suo, per cui ora deve chiedere soldi in giro per sé ma pure
il figlio e famiglia.
Finita la penosa esposizione di
Corrado, del tutto fuori di testa, per cui gli scappa pure un “tu ti credi di
fare chissà cosa ma intanto noi ti facciamo il culo e ti seghiamo le gambe
qualunque cosa tu possa cercare di fare”, Roby lo accompagna all’auto dove lo
aspetta il figlio, si salutano, ed ognuno se ne va per la sua strada.
Rientrato a Genova, Corrado telefona
subito alla Bruzzone: “Renata, puoi confermate agli Squadroni della Morte CC-NATO che è di certo lui il capo del terrore. Non
ha detto nulla. Dunque, chiaramente, si mascherava. Si cela dietro
l’informatica e ora dietro quella storia del finanziere o del finanziario per
andare a Milano per le loro trame. Io ho occhio... Confermo tutto! ...Ah,
Renata... ...mi occorrerebbero, entro qualche giorno al massimo, una ventina di
milioni perché abbiamo proprio delle scadenza ormai non più dilazionabili...”
Renata riferisce a Nikla ed alla
Allakka, e la Allakka e Nikla agli Squadroni della Morte
CC-NATO.
Quando Roby è a Milano, nella stanza
dove Roby è restato parcheggiato [dato che avevano l’ordine di non dargli
nessun lavoro della sua qualifica per cui è restato a fare nulla in uno
stanzone di fronte a quello del direttore, Giuseppe D' Amore], un giorno si
affaccia una che era lì in trasferta da Savona:
- “Conosci la Bruzzone?”
- “No, non la conosco.”
Costei ha poi riferito alla Bruzzone
che a riferito alla rete di Torino degli Squadroni della Morte
CC-NATO: “Sì, anche ora
che è a Milano, quel Roby continua a celarsi. Sicuro segno che è il capo del
terrore.”
Roby frequentava un corso AIAF, oltre ai
soliti studi cabalistici.
1995.
Roby se ne va all’estero per un dottorato
Siamo al primo luglio del 1995.
L’Allakka, ossessa, ha già informato
gli Squadroni della Morte dei Carabinieri che Roby si sta sottraendo
andandosene all’estero per un dottorato. La Polizia Segreta CC diviene subito
frenetica di poter avere le autorizzazioni presidenziali e governative per
poter estendere a livello NATO, dunque mondialmente, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Dovevano montare un caso. Intervengono su
Rikkio.
L’ufficiale degli Squadroni della
Morte dei Carabinieri contatta direttamente Rikkio:
- “Signor Sgarruffo, brutte
notizie...”
Rikkio euforico:
- “Oh, finalmente, lo avete
riarrestato?!”
- “Signor Sgarruffo, Roby è andato
all’estero per un dottorato...”
Rikkio diviene rosso cupo, rabbioso,
livido e si sente mancare, sprofondare:
- “No, non possiamo permetterlo! Ma
che si crede di fare, alla sua età! Ma non mi avevate garantito che...”
- “Noi non possiamo fare nulla senza
il vostro aiuto. E neppure senza l’aiuto del bersaglio. ...Se lui si
sottrae...”
- “Ma non eravate sicurissimi che...”
- “Creare un caso è una cosa
complessa, Signor Sgarruffo.”
- “Cosa possiamo fare? Cosa posso
fare?”
- “A lei lo posso dire... Dobbiamo
montare un caso internazionale per continuare a colpirlo pure all’estero.”
- “Come? Cosa posso fare io?
...Naturalmente, non è che io possa espormi...”
- “In pratica, quando vi diremo, ci
sarebbe da andare a Torino. Fare domande. Fingere preoccupazione... Poi ci
pensiamo noi.”
- “Non è che io possa...”
- “Lo so. Dobbiamo ben mobilitare
Franka, sua madre.”
- “Sarebbe l’ideale. Quando mia madre
si agita... Già è sempre agitata. Ma quando diviene incontenibile.”
- “Ora ci lavoriamo... Poi, le
diciamo che cosa vada fatto.”
- “Bene. Attendo vostre indicazioni.
...Posso e voglio fare tutto il possibile e l’impossibile ma è necessario che
io rimanga ben coperto, senza espormi, senza figurare. Deve sembrare che io
venga trascinato contro voglia e deve apparire che io non faccia in pratica
nulla.”
- “Certo, Signor Sgarruffo!”
- “Comunque sono disponibilissimo.
Quel Roby va proprio liquidato. Ma che si crede di fare?! ...Fare un dottorato!
E poi?!”
L’Allakka si vede l’obiettivo era
stata incaricata di mobbizzare all’INPS di Torino che le sfugge e ne resta
scioccata. La sua vita diviene senza senso. L’Allakka è una ignorante, e senza
nulla nella vita, che nel danneggiare il prossimo trova un suo momentaneo
appagamento, pur ansioso e nevrotico. Sta male egualmente, ma nella malvagità
trova una momentanea giustificazione per tirare avanti. Arriva a casa. Il suo
medico che oramai da anni tromba con tutte le infermiere e le dottoresse che ci
stiano, cioè un po’ con tutte, e non più con lei, se mai abbia fatto quelle
cose con lei, che comunque non se ne lamenta essendo da sempre frigida, è lì.
Lui è la sua sicurezza, la sua parvenza di essere normale. “Ho anch’io un
uomo”, si dice. “Se non mi scopa più, che importa. Eppoi a me non è mai
interessato. Si sa come siano gli uomini... Se resta qui, proverà qualcosa per
me”. Pena. Sì, lui provava pena per quella ‘sua’ Fiorella. Eppoi, tra quelle
che si erano fatte e si facevano da lui scopare, nessuna era voluta andare
oltre il trombare sul lavoro. O erano già variamente accasate o non si
facevano, comunque, idee di lunga durata con lui. Lui aveva le sue cose, in
quella casa. Fiorella non è che fosse troppo invadente. Per cui... Quando si
incontravano era come avere una presenza con cui eventualmente scambiare due
chiacchiere o stare in silenzio, comunque dividere le spese. Se non voleva
trovarsela nel letto, c’era un divano di fronte alla TV e pure un altro letto.
“Ero così stanco dal lavoro. Sentivo il bisogno di allargarmi e di rigirarmi
nel letto senza disturbarti...”, le diceva. Lei sorrideva ed assentiva. Pure
per lei era meglio dormire sola. Le bastava poter dire che pure lei aveva il
suo uomo, che se qualcuno le telefonasse magari rispondesse lui. Una finzione
ormai. Non che pure prima... Era lei che gli si era attaccata. Lui non aveva
avuto il coraggio di dirle che era stato solo per farsi una trombata, poi altre
su insistenza di lei. Lui era il classico piemontese, superficiale e furbastro.
Lei era come talune di origini islamiche poverissime, lei fingentesi italica e
torinese ma le era restato quel voler essere proprietà di qualcuno. Una
finzione. Lei si fingeva sua proprietà. A lui non era capitato altro, se non
gli scopeggi sul lavoro, per cui non aveva avuto bisogno di volgersi altrove
come abitazione e come finzione o realtà para-coniugale. Lei gli si era
appiccicata. Lei tornava tardi. Lui spesso faceva la notte ed i fini settimana.
Non è neppure che si incontrassero quotidianamente. Bastava sapere se uno o
l’altra dovesse comprare il latte, il pane o qualche altra cosa.
Quando Roby stava sparendo
[‘sparendo’, nel senso che era andato a Milano, come pendolare, dove aveva
delle cose da regolare con la cabala, e si era dimesso dall’INPS] e con quella
intenzione di andarsene poi all’estero, l’Allakka aveva cominciato a sbattersi
al partito, al sindacato e con la rete di terrorismo di Stato degli Squadroni
della Morte dei Carabinieri: “È uno
pericoloso. Non possiamo permettere che... Se non lo incastriamo è come dire
che fino ad ora lo abbiamo perseguitato senza ragione. A quello lo dobbiamo
blindare per sempre.”
Qualcuno gli aveva obiettato:
- “Me se qui in Italia non faceva
nulla ed ora se ne va pure.”
Lei mangiava loro la faccia urlando:
- “Ma è chiaro che va a fare il capo
del terrore all’estero e dall’estero.”
- “Ma se alla fin fine non abbiamo
elementi concreti, neppure indizi, neppure il sospetto possano esserci
indizi...”, le obiettavano.
- “Appunto, perché è uno che si
cela!”
- “Uno che non fa nulla, non fa
nulla...”
- “Se uno sembra non faccia nulla, ed
è Roby, è perché siamo noi che non riusciamo a scoprirlo, per cui si deve
insistere.”
E quando Roby era già all’Estero, con
l’Allakka e a Nikla sempre invidiose furiose:
- “Va fermato! Va fermato! Va
distrutto!”
- “E che farà mai in Inghilterra ed
in Belgio dove solo studia e studia.”
- “È ciò quello ci dà a bere,
vorrebbe darci a bere...”
- “Beh, lo sappiamo che gli Squadroni della Morte Carabinieri avrebbero voluto fabbricarlo come teorico
ultrasinistro-terrorista. Per questo lo hanno messo sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Lo stesso Roby lo ha sempre saputo e
chiaramente non gli è mai interessato. Lui mostra tutt’altri orientamenti e non
estremisti, perfino non politici. Addirittura, quando scrive su qualcosa,
sembra un americano, un liberista, uno della libera impresa. E poi non lo
vedere che è un giudeo sionista?! E quelli che lo volevano come teorico
sinistro e del terrore... Ma non è che siete tutti pazzi?”
- “È perché si cela.”
- “Più che celarsi, si nega. Tu ed
altri ci raccontavate e ci raccontate che... Il punto è che lui non è.”
- “Ma se ora cessiamo lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing, è come dire lo Stato, gli eroici carabinieri,
le loro rete parallele, si sono sbagliate ed hanno speso soldi ed energie per
nulla! Lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing va continuato, intensificato ed
esteso fino a che lui non sia distrutto!” ...Che era poi la linea dei settori
più ottusi e corrotti dei carabinieri stragisto-terroristi, e dei burocrati e
governanti li usavano e li coprivano. Per non dire di tutti gli invidiosi
furiosi e malvagi che abbiamo citato in precedenza.
- “Come dire che vi siete sbagliati e
non volete ammetterlo!”
- “No! No! noi non ci sbagliamo mai!
Va distrutto! Va distrutto!”
L’ipotesi dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing degli Squadroni della Morte dei Carabinieri
su Roby era semplice quanto criminal-demenziale. Quello è un teorico. Noi, con lo
State/Government-Organized Stalking-Mobbing, lo spingiamo alla clandestinità.
Poi lo arrestiamo e, dato che non abbiamo più nessun Curcio, né altri
equivalenti, che scrivano cose credibili, lui diviene, lo facciamo divenire, il
teorico terrorista che dirige ideologicamente dal carcere. Intanto la cosa si
combina con le necessità delinquenziali di qualche bamba che vorrebbe
delinquere con copertura ‘politica’. Del resto, gli Squadroni della Morte CC-NATO si nutrono di psicotico-delinquenti privati e
che lo fanno per demenze e delinquenze loro.
Sono i tipici giochetti che fanno
quelli lì, “lo Stato”, con tutti coloro attraggano la loro attenzione. Li usano
quando sono fuori e continuano ad usarli quando li hanno messi dentro. Lo fanno
con ‘politici’, come con mafiosi ed altri delinquenti comuni. È che nel caso di
Roby non c’era proprio nulla, a parte psicotico-delinquenze altrui, di Stato e
degli altri pidocchi.
I carabinieri stragisto-terroristi, e
governo e presidenza li dirigono, sono semplicemente dei pazzi e degli idioti.
Non capiscono un cacchio e non sanno fare un cacchio. Sapessero fare qualcosa,
andrebbero a lavorare invece di rubare stipendio ed altro delinquendo coperti
dal segreto di Stato. Il Curcio & Co. che scriveva le cosiddette Risoluzioni
Stategiche, scriveva solo cose illeggibili e senza senso, e neppure nessuno le
leggeva realmente. Erano cose strampalate in linguaggio supposto m-l, senza
alcuna base teorica o fattuale, senza alcuna profondità culturale, anche
politicamente nulle. Erano stati convinti che un bel giorno i CC sarebbero
andati da loro e li avrebbe nominati loro dittatori. I militaristi fuori [i
moderati li avevano sbattuti dentro, mentre i militaristi erano di fatto
protetti dai carabinieri andreottiani che li useranno per far fuori Moro, per
impedirgli di divenire Presidente della Repubblica, e connessi, e li
arresteranno poi quando non serviranno più e gli USA si saranno stufati] non se
ne facevano nulla di quelle scemenze scritte da quelli dentro con cui non
avevano contatti. Quelli dentro si annacavano del terrorismo di quelli fuori
solo per demenza. Si sentivano importanti. Il loro mondo era quello del
secondino, e del familiare o conoscente facesse loro visita. Dicevano che loro
avevano potere perché c’erano quelli fuori. Mitomanie. Tutti i tentativi di
evasione di massa verranno sempre sabotati da quelli fuori. Facevano finta di
organizzarli per tenere occupati e ben subordinati quelli dentro, ma poi erano
sia troppo complicati che con insufficiente appoggi. Senza appoggi dei CC non
potevano fare nulla. E non fecero mai nulla.
Erano tipiche logiche
demenzial-mafiose. Le scemenze scritte da Curcio & Co venivano pubblicate
solo perché ciò serviva agli Squadroni della Morte dei Carabinieri ed alle loro
reti. Per questo i CC procuravano editori per quelle scemenze. Sennò avrebbero
potuto facilmente censurare il tutto accusando di apologia di reato chiunque
pubblicasse qualcosa, o più semplicemente facendo cessare il flusso dei soldi
di Stato e para-Stato per aziende editoriali chiaramente in perdita. Tutta la
letteratura BR fatta pubblicare serviva a conclamare che si trattava di
‘compagni’ con “grande dignità teorico-culturale” oltre che di “grande
coraggio”. Erano solo montature propagandistiche, da propaganda militare, organizzate
dei CC per far loro reclutare altri polli. Si recluta per il terrorismo di
massa solo se crea l’humus. L’humus venne creato con le tipiche tecniche della
propaganda militare. Giornalisti specializzati pubblicavano storie che poi
venivano diffuse dalle maggiori case editrici e vendute con grandi pubblicità.
Era chiaro che decisivi centri di potere stessero promuovendo pur dichiarando
di ‘condannare’ e ‘combattere’. Gli Andreotti ed i loro CC ci sguazzavano,
oltre ad esserne tra i promotori, per fini loro, dall’interno dello ‘Stato’. In
Italiozia, quando il terrorismo di massa viene liquidato e vengono imposte
dissociazioni e recessi, ecco che tutta quella produzione ‘teorica’ viene a
cessare. Nessuno la impone più. Nessuno la chiede più. Nessuno la pubblica più.
Gli Squadroni della Morte dei Carabinieri, su mandato di Presidenza e governo,
vogliono tenere in piedi solo una rete minimale. I cretini che sparino li
trovano sempre, all’occorrenza. Non trovano nessuno che scriva qualcosa di
pubblicabile e di credibile. Non che le scemenze dei Curcio fossero credibili,
ma non si può pretendere che dei carabinieri capissero certe cose. Non è
neppure vero che i cretini che sparassero, o fossero pronti a sparare, non
scrivessero cose, al livello delle scemenze di quello che scrivevano i Curcio
in prigione. Sebbene, poi, i documenti non servano a nessuno venga spinto a
fare quelle cose. Sebbene abbiano qualche limitata utilità per la creazione ed
il mantenimento di un clima per cui i cretini abbocchino e si offrano a chi,
“lo Stato”, ne necessiti per manipolarli. Avevano anche creato la leggenda che
DallaChiesa [quello i CC-NATO ammazzeranno in Sicilia per aver violato l’omertà
andreottiana durante l’operazione Moro –
aveva raccontato a Craxi ed a MinoPecorelli, pure ad altri, dove fosse tenuto
Moro ed altri ‘segreti’] leggesse i documenti dei vari gruppi terroristi
nazionali e locali. Quando DallaChiesa arrivava da qualche pare, organizzava
semmai banchetti. Non perdeva tempo a leggere scemenze dei grupponi o dei gruppetti.
Sono procedure da Disservizi Militari
per cui occorrano la logistica, quelli sulla prima linea, e gli uffici propaganda. Devono dunque riempire delle
caselle per queste funzioni. Quando non trovino nessuno cercano di procurarseli
anche con State/Government-Organized Stalking-Mobbing mirati. Ma sono così corrotti ed
incompetenti che si sbagliano in continuazione. Se si sbagliano, persistono
perché così pensano di rimuovere le prove delle loro incompetenze oppure perché
hanno innescato dinamiche per cui non possano che persistere pur in modo del
tutto vano, vano rispetto a quello volessero inizialmente ottenere e, talvolta,
vano anche rispetto alla distruzione del bersaglio. Chi comandi diviene spesso
schiavo degli esecutori. L’istituzione, lo statista, l’ufficiale od il
sottufficiale dei CC dei suoi disinformatori.
Beh, vi erano delle complicazioni
oggettive. Quando furono creati i primi gruppi terroristi, subito favoriti in
ogni modo dagli Squadroni della Morte dei Carabinieri che ci sguazzavano, in
fondo era bastato estremizzare lo sloganistica puramente parolaia
dell’ultra-sinistra e dire che si doveva fare realmente quello (l’impossibile
assalto allo Stato), non solo dirlo. Ora, quando stavano demolendo il
terrorismo di massa era più complicato. Sia vi sono ordini governativi-NATO,
sia il terrorismo di massa era andato troppo il là per cui vi sono forme di
ribellione nella PS che, non meno psicotico-delinquenziale del CC (che, tra
l’altro, proprio mentre si avvia la demolizione del terrorismo di massa,
promuovono i comandanti più folli e sanguinari delle varie bande BR), ottiene,
a livello di sue Polizie Segrete, qui, specificatamente, di Unità di Tortura,
copertura governativa totale ed assoluta sui loro crimini, in particolare con
Pertini Presidente e dai governi Cossiga e successivi, e con VirginioRognoni
che era Ministro dell’Interno pure in precedenza.
Quando demoliscono il terrorismo di
massa, ma non del tutto, i CC ne preservano delle fette, pur ultra-minoritare.
Per i CC, si trattava ora di trovare scribacchini per giustificare il
terrorismo, almeno tra ultra-minoranze, dopo che si era visto che esso non
portava da nessuna parte. Ovviamente queste sono affermazioni tautologiche.
Prima, CC e governo fanno credere il terrorismo possa vincere. Quando lo
demoliscono, fanno credere esso non avrebbe mai potuto vincere. Sono creazioni
di scenario realizzate dal potere. Chessò, quando a Cuba, SIS-CIA fanno vincere
la mafia dei Castro, semplicemente ordinano ai comandanti militari del governo
di non combattere. Sennò, quattro straccioni della mafia dei Castro non
sarebbero andati da nessuna arte, neppure sopravvissuti in montagna. Le masse
che acclamino, ...acclamano sempre chi vince, ...chiunque vinca e ‘tutti’
presentino come ineluttabile. Che un terrorismo vinca o perda, oppure divenga
endemico, viene sempre deciso altrove, da chi possa deciderlo. Presidenza e
governo, ed i loro Squadroni della Morte dei Carabinieri, erano riusciti a
celare che era tutto sorto, e si era tutto sviluppato, su loro decisione ed
iniziativa, e per loro fini, per fini di regime e NATO. Ma che si potesse ora,
a terrorismo rimosso, inventare qualcosa, di teorico, per giustificare sulla
falsariga del vecchio, un qualche nuovo terrorismo continuazione dello stesso,
pur oltre lo stesso, era ed è una demenza che solo dei politici e delle
istituzioni all’italiota, ed i loro Squadroni della Morte dei Carabinieri,
potevano immaginarsi. Sì, hanno tenuto in vita delle piccole bande. Ma sono
visioni da Disservizi Militari che occorrano dei dipartimenti propaganda
terroristi che debbano e possano creare supporti teorici. Prima volevano dare a
bere le scemenze del “foco guerrigliero” e delle “campagne maoiste” attraverso
sui “conquistare il potere”. Ora vorrebbero dare a bere quelle della
“resistenza” per immaginari ed impossibili futuri.
Il futuro è la robotizzazione, le
scienze le conoscenze. NON il solito luddismo da oligarchie predatorie e da
CC!
In realtà, può essere facilissimo,
per degli Squadroni della Morte dei Carabinieri, organizzare episodi di
terrorismi di cui necessitino. A volte, non sanno farlo perché sono proprio
corrotti ed idioti. Eppure quando abbiano ricevuto l’ordine di buttare giù
qualche giuslavorista del governo, qualcuno per l’assassinio lo hanno egualmente
raccattato. Ma poter immaginare di creare delle giustificazioni ideologica
sulla falsariga del vecchio è proprio una cosa da carabinieri dementi e
corrotti. La ‘giustificazioni’ si creano da sole. Comari capaci di ammazzare
uno e poi di inventarsi una giustificazione da facebook, si auto-generano. Dai
qualche soldo, qualche arma e copertura a qualche demente... e se ne trovano a
bizzeffe. Perfino troppi. Ai CC bastavano e bastano ora piccolissime bande,
club di amici.
Last but not least, sbagliarono del tutto persona,
almeno nel caso di Roby. Ma non sembra che ne abbiano neppure trovati e creati
altri di ‘ideologi’ dal carcere, o fuori da sbattere dentro. Ah, certo, hanno
incastrato ed incarcerato vari pasticcioni e che, inevitabilmente, scrivono. Ma
da lì ad aver trovato qualche improbabile ‘ideologo’... Ovviamente è tutto
relativo e soggettivo, quando si danno valutazioni su queste cose. Ma pur non
essendo chi scrive qui interno quelle reti, se vi siano lì delle menti eccelse
non ne avrà avuto notizia, o proprio non ve ne sono.
Quanto a Roby, formatosi coi
cabalisti della Chai [חַי], non ha mai avuto
nulla a che fare con le sub-culture della grande mistificazione delle
propagande di guerra degli ultimi secoli, il “movimento operaio” e connessi,
inventati, creati dalle polizie civili e militari, e tirato e tirati fuori per
ogni operazione sporca di Stato e di Stati. Il “movimento operaio” non è mai
esistito. Se lo inventano i governi, per uso interno, o contro altri governi.
In Germania, serve a militarizzare gli operai, così da meglio sottometterli
allo Stato. Quello russo è compradoro e serve poi ai tedeschi per sfondare lo
zarismo alleato inglese. Dopo serve ad altri per altri fini ancora. ...Per
esempio, ancora agli inglesi che sfondare a loro volta la Germania che gli
inglesi stessi fanno divenire nazi. Quello italico post-bellico lo creano gli
inglesi per creare un fascismo compradoro angloamericano sotto la direzione del
PCI, e della DC ed altri.
È come i “movimenti di liberazione
nazionale”. Qualcuno ti paga, ti compra le armi etc. ...per farti divenire
indipendente?! È c’è chi ci crede. Certo, chi crei e finanzi gruppi terroristi
nazionalisti crea, in parallelo, tutta la propaganda sui movimenti di
liberazione nazionale. Chiaro che moltissimi vi credano. Le “lotte o movimenti
di liberazione nazionale” sono un’altra balla. La nazioni sono spesso
fabbricazioni a tavolino. Se un Impero, o staterello confinate, ne necessita
una [o più] per sfondare qualche d’un altro, si inventa una nazione da liberare.
Quando si vuole, le ‘nazioni’ di un’area spariscono per secoli. Alla necessità
di qualche potere, vengono, magicamente fatte riemergere. Soldi, sacerdoti,
edifici di culto, scribacchini e sobillatori, ed il gioco è fatto!
Ecco, solo dei dementi carabinieri
[con appendici di PS] potevano dire a Presidente e governo [per queste
operazioni - State/Government-Organized
Stalking-Mobbing, pogrom, persecuzioni, assassinii, stragi etc.
- vengono emessi, e poi rinnovati eventualmente con rettifiche, decreti segreti
con la firma del Presidente della Repubblica, del Capo del governo e del
Ministro dell’Interno, eventualmente di quello della Difesa, copertura CoPaSiR
(o come si chiama sul momento), e controfirme angloamericane se vi sono
classificazioni NATO dell’operazione; se qualche firma manca, l’operazione non
ha luogo, non può neppure iniziare; ovviamente tutti fingono di non saperne
nulla!] che avevano trovato un Roby che poteva fare, debitamente incastrato,
l’ideologo terrorista dal carcere, dopo averlo in qualche modo compromesso ed
incarcerato, naturalmente. E solo dei dementi presidenti, presidenti del
consiglio e ministri potevano ordinare agli Squadroni della Morte dei
Carabinieri di procedere con lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing per
spingere un Roby alla clandestinità, poi incastrarlo (prima o dopo avergli
fatto tirar giù qualche giuslavorista), e dunque farne un “ideologo da
carcere”. Follie di Stato!
Dettaglio per nulla secondario, Roby
non era neppure in contatto con ‘quelli’. Sì, insomma, Roby non era in contatto
con l’area di eventuali residui BR, od altri, né aveva ‘milizie’ sue cui
eventualmente appiccicare poi l’etichetta “nuove BR”. Neppure dopo che fu
rilasciato nel 1984, dopo essere stato preso nel 1981.
No, anzi, una volta, una volta che,
siamo negli anni ‘80 avanzati, Roby si stava sollazzando con una calda
giovincella napoletana che faceva lettere a Torino, dopo circa un mese che si
vedevano, lei, un giorno, dopo che..., gli fece tutta seria seria:
- “Roby, che cosa ne pensi del
dibattito che va avanti in ambienti più ristretti?”
- “E che ne so io?!”
- “Roby perché non andiamo..., sì
perché non facciamo i soldi veri, per esempio facendo qualche succulenta
rapina?”
- “Boh, non è il mio genere. Non
saprei da che parte cominciare... Se a te piace fare quelle cose, fattele. Ma
senza di me.”
- “Roby, perché... ...perché non
andiamo in clandestinità... ...Sai, dicono che, quando si sia in clandestinità,
si possa fare quello che si voglia, viaggiare pure all’estero, farsi un nome...”
- “Se voglio farmi un nome, scrivo
oppure apro una pasticceria che divenga rinomata... Posso sempre mettermi a
dipingere. Magari ti passo della vernice sulle chiappe e ti faccio sedere su
una tela... Quadri di avanguardia!”
No, no, Roby era davvero spazientivo
a sentire quella che, quel giorno, dopo un paio di chiavate, aveva voglia di
dire tali scemenze. Con lei che cominciò ad urlare, Roby la rivoltò, le aprì le
chiappe, le sputacchiò sull’ano e glielo sprofondò dentro con lei che si mise a
piangere perché diceva che lì era intatta e che ne aveva orrore. In effetti,
era piuttosto stretto e lei era disperata dalla sofferenza, dal dolore. Non
appena Roby le sborro dentro al culo, si rivestì rapido e le disse, prima di
andarsene dalla casa di lei: “Vedi, non siamo fatti per intenderci!” E non si
incontrarono mai più.
Non che sia raro incontrare fuori di
testa. Ma almeno stessero zitte e non lo facessero vedere... No, no, quella,
dovevano averla improvvisamente ‘montata’ perché si facesse quella parte.
Incredibile ma vero, ...questa
pretesa degli Squadroni della Morte CC-NATO di avere Roby per cose
per cui non aveva la minima predisposizione né propensione. È come se Presidente e governo
avessero incaricato gli Squadroni della Morte dei Carabinieri di organizzare
uno State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro un convinto vescovo per farne
il capo di un gruppo terrorista indù di cui costui neppure aveva mai sentito
parlare. In quegli anni ‘80, c’è Pertini come Presidente, il fuori di testa al
servizio inglese. Poi, subentra Cossiga, uno sporcaccione delirante e mitomane
che si barcamena.
Tale il livello! Tale la realtà! Tali
i burocrati, gli statisti, “lo Stato”! ...E tali i pidocchi medi di supporto...
1997/98.
Fanno mettere anche Serena sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing
Appunto... Nell’infamia, i pidocchi
non hanno limite...
È nella seconda metà degli anni ‘90,
già dopo che Roby, a metà 1995, se ne va all’estero per restarvi, per un
dottorato etc, ed anche dopo che avevano combinato la missione speciale, nella
primavera 1997, quando Rikkio-Franka erano state mandate a Torino dove Roby
aveva casa (a delirare con inquilini del palazzo), dall’amministrazione
dell’edificio, sul posto di suo ex-lavoro, e pure da qualche Eleonora, per
sputtanarlo dicendo che che Roby era di sicuro il capo del terrore mondiale
clandestino all’estero chissà dove.
Poteva ora essere il 1997-98. Nikla
‘assale’ la Allakka con uno di quei suoi angosciati ed angosciosi: “Fiorella,
devi aiutarmi! Sto perdendo Serena. Serena s’è innamorata di un ragazzo. Sono
sempre assieme. È troppo felice. Parla solo con lui. Non mi considera più. E se
lei va a vivere con lui, si sposa, io resto sola. Etc. Etc.”, cui abbiamo
detto, in parte, sopra. Riprendiamolo.
Ah, se non fosse stato per quello,
comunque la Allakka si era già tenuta, e si teneva, in contatto di suo, con
Nikla, per lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing
contro Roby.
Repetita iuvant. È nella primavera 1997 che Nikla-Allakka-Squadroni della Morte CC-NATO montano quella cosa per cui Rikkio e Franka
che vanno in giro per Torino a chiedere se abbiano notizie di Roby ed a dire di
avere notizie sicurissime che lui debba essere... Era indispensabile per
estendere stabilmente lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing
contro Roby da italico a operazione NATO. Invero, anche senza quello, se Roby
andava da qualche parte potevano egualmente chiedere favori bilaterali alle
Polizie Segrete locali. Lo avevano già fatto nell’estate 1991 quando Roby era
andato in vacanza da qualche parte. Alloggiava in una pensiocina a conduzione
familiare. Avevano mandato la locale Polizia Segreta a parlare con la anziana
proprietaria che quando Roby rientrava la sera, lo interrogava, con cipiglio
paranoico, su dove fosse stato durante la giornata e poi gli ‘perquisiva’
biglietti ed altre cose per vedere che veramente fosse andato in teatri, musei
e cose simili. Dopo averlo interrogato e ‘perquisito’, si attaccava al telefono
per il rapporto quotidiano alla Polizia Segreta locale su Roby. Roby si
spanciava del ridere per quella vecchia folle sempre più tesa per una della
solite mission impossible contro Roby. Era sempre più vigilante. Oramai,
fatta sempre più ansiosa, dalle locali Polizie Segrete, neppure dormiva più.
Passava la notte ad aggirarsi inquieta per la pensione e poi, al giorno, si
deambulava in un torpore semi-ipnotico. Uno spasso! E lì erano solo contatti
bilaterali, richieste di favori occasionali tra psicotico-delinquenti di due
polizie Segrete in operazione-persecuzione. Invece, con la classificazione NATO
dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing, cambia tutto, tutto
diviene istituzionalizzato e quasi automaticamente implementabile in tutto il
mondo.
Qui siamo appena dopo. Magari subito dopo l’estate 1997, nell’autunno. Può
essere un anno dopo, cioè dopo l’estate dell’anno successivo. Non oltre. Dopo
che Serena ed il ragazzo erano stati assieme al mare, dove tutti li avevano
visti raggianti l’uno dell’altra, ed in altre vacanze come a Berlino. A parte Angelo,
che ne era felice, come lo è sempre a vedere gli altri contenti, erano tutti
furiosi di invidia. Una ragazza che ha appena finito o sta finendo
l’università, e lui pure, innamorati e felici. No, non possono tolleralo. Nikla
mangia, beve, si impasticca. No, non basta. La sua ‘mammina’, furiosa per
Serena felice, la sgrida: “Nikla è colpa tua che non la hai saputa tenere a
freno. Non mi vuole neppure più venire a trovare. Si vede che pensa sempre e
solo al suo ragazzo. Si deve fare qualcosa!” Gli altri della galassia degli
invidiosi furiosi, idem. No, no, l’invidioso non può tollerare la felicità, i
successi e le realizzazioni dell’altro. Deve distruggere l’altro, gli altri, i
felici ed i puliti.
Quella disperazione
di Nikla, relativamente a Serena, dà agli Squadroni della Morte dei
Carabinieri, ed alla loro rete di cui Allakka, come faccendiera delle milizie
terroriste PCI-CGIL, o già PCI-CGIL [il
centro del PCI togliattiano, quello creato dagli inglesi nel 1944 a Salerno,
resta lo stesso pur mutando denominazione varie volte, dopo il 1989], è parte,
un’altra utilissima occasione per le loro pazzie ed il loro delinquere di
Stato.
Retrocediamo ancora alla primavera
1997.
- “Nikla, stammi bene a sentire. Io
non ne so niente e non ne voglio sapere niente. Ma al partito, al sindacato, mi
dicono che ai Comandi Carabinieri... Sì, insomma, non possono fare più nulla
ora che lui è all’estero. Hanno bisogno di delle autorizzazioni governative...
Appena riescono ad averle, possono continuare a seguirlo pure all’estero...
Ecco, appena è ufficiale che Roby è ancora considerato il capo del terrore, ed
ora pure all’estero... ...ecco, come dirtelo...”
- “Che le chiedano! Non possiamo mica chiederle noi.”
- “Nikla, guarda, a me, ad essere sincera, non ne
frega nulla. Mi hanno messa di mezzo. Poi solo per altruismo ti ho detto che in
effetti Serena... ...Beh, tra il modello negativo, e tu di tutti i giorni,
c’era il rischio, più che il rischio, che lei si sentisse più vicina a lui. Lo
vedevi che lei simpatizzava per lui mentre era insofferente di te che pur ti
eri sempre sacrificata... Tu stessa mi hai pregata, ci hai pregati, di
attivarci... A me, beh sarà il mio destino, lo Stato, anche il partito ed il
sindacato, ha dato l’incarico di seguire il caso qui all’INPS, come funzionaria
regionale. Hanno detto che essendo alla formazione ho tempo, ed anche
opportunità, che mi rendono perfetta quando ci siano da seguire dei casi... Io
non dico mai di no. Sarà il mio animo cattolico, cristiano, lo spirito di
servizio. Se mi chiedono di servire, io servo, servo il prossimo, non me ne
lamento. Lui, non è più all’INPS. A me, se diventa dottore di ricerca negli
Stati Uniti, professore, aiutante del Presidente USA, e premio Nobel, non è
che... Serena cresce. Se be andrà bene da casa. Io ho esaurito la mia missione,
dato che lui non è più all’INPS, ...figurati che voglia che avevo di telefonare
a colleghi e colleghe, a direttori, incontrarli, dire loro che... ...Per me è
un sollievo che lui se se sia andato. Nikla, io te lo ho detto per
correttezza., per dovere. Era normale. Ma, sì dai, possiamo anche lasciare
perdere...”
- “Nooooooo... Ma che dici Fiorella! Serena non se
deve andare mai da me!!! È mia e solo mia. E poi quello, ...quello!, già è
divenuto dottore qui. ...Fiorella perché non glielo avete impedito!!! Ora ha
fatto, come hai detto?!, un super-master e lo sta finendo in pochi mesi e con
grande successo... ...E voi lo avete lasciato fare? Ma allora, tutto quello che
avevamo fatto non è servito a nulla? Poi, cosa vuole fare?! Vuole fare
dottorati... ..come hai detto, vuole divenire premio Nobel?! Appena Serena lo
sa, io la perdo del tutto... ….Già mi manda a quel paese. Quando la porto dai
miei fa di quelle facce. Si vede che non li sopporta più. Alla mia mammina
cerco di non dire nulla. Le ho detto che è in prigione a vita. Magari lei lo
vede in televisione che prende il premio Nobel, e cosa mi dice la mia mammina?!
Tu non la conosci. Lei si è sempre sacrificata per tutti. Ha sempre pensato a
tutti. Pensa sempre a tutti. Lei che è così buona, se scopre che lui... ..lei
stramazza, quello me la uccide. La mia mammina stramazza morta e mi sgrida, mi
sgrida, perché è colpa mia che... Va fermato! Va fermato!”
- “Sei sicura. Davvero vuoi continuare a...”
- “E me lo chiedi, Fiorella?! Dovete bloccarlo,
...subito! Se non lo fate voi...”
- “Loro, i compagni dei Carabinieri, anche le milizie
delle morte del Partito e del sindacato dicono che è tutto finito finché lui è
all’estero... Come dire... È al di fuori della nostra competenza territoriale.
Lui continua ad essere di competenza dei nostri eroici Squadroni della Morte
CC-NATO delle repubblica. Ma essendo all’estero...”
- “Lo seguite all’estero, allora! Fate come si vede
nei film. Mandate un agente segreto che lo ammazza, almeno è tutto risolto.”
- “Nikla, non funziona così. Per farla breve, occorre
costruire un altro dossier con tutte le testimonianze.”
- “Io testimonio. Testimonio subito! È pericoloso. È
il capo del terrore. È un’infame perché mi vuole portare via Serena. Questo prova
che è uno diabolico. Va bene così Fiorella?”
- “Nikla, si deve fare un passo alla
volta. Anzi, va fatto il passo giusto. Bisogna che Roby sia classificato come
pericoloso all’estero.” - “”
- “Io confermo o ripeto tutto, come già prima, ed
abbiamo un altro fascicolo per la classificazione all’estero.”
- “Brava Nikla. Vedo che capisci subito. Solo che il
fascicolo, il dossier, per l’estero deve attestare che è pericoloso all’estero.
Tu, come del resto tutti, hai già certificato che è pericoloso e che è il capo
del terrore. Ma qui.”
- “Ora dichiariamo tutti che lo è anche altrove,
all’estero, in tutto il mondo.”
- “Nikla, non funziona così.”
- “Anche se questi dossier sono fabbricati un po’ alla
carlona, ...ma comunque noi lo sappiamo che Roby va eliminato!..., mi hanno
detto che occorrono loro altre fonti, altre fonti di...”
- “Fiorella, ma allora è semplice, se le fabbricano
loro, i compagni carabinieri!”
- “Nikla, noi lo sappiamo che è il capo mondiale del
terrore, e che va liquidato, sennò fa pure carriera e ti porta via Serena... Ma
noi, loro... ...non fabbricano niente. Sono corretti funzionari dello Stato,
militari rigorosi!”
- “No, no! Serena è mia e quello va distrutto! Ma che
carriera! Cosa si è messo in testa?! Dove si crede di andare?! Che si crede di
fare?!...Te le faccio io tutte le dichiarazioni. Ce le fanno pure quelli di
Genova e della Spezia. Le chiedo pure a Casalbuttano. Sicura che noi tutti
sappiamo che dall’estero lui è li che trama, che pianifica, e lo scriviamo!”
- “Nikla, va bene. Tu puoi fare
molto. Se proprio vuoi andare avanti in questa cosa, occorrono cose appena
differenti. Il dossier deve essere costruito in altro modo questa volta. Non
una copia del primo. Sai, mai qualcuno controllasse... E dicono che, alla NATO,
c’è sempre qualcuno che va a mettere il naso per cui devono almeno avere
l’impressione che possa esserci qualcosa. Anche se lo capiscono che... Hanno
pratica, di queste cose... Bisogna lo stesso far finta che... Ci sono delle
cosucce da fare... ...Va fatta una cosa alla volta e subito. Ed il risultato si
ottiene...”
- “Che posso fare io?”
- “Tu sei essenziale...”
- “Come.”
- “Prima cosa si deve creare questa
cosa all’estero di Roby. Dipende tutto da te...”
- “Come? Cosa?”
- “Dunque, Nikla... Noi ora sappiamo
che lui è all’estero per un dottorato. Noi siamo pure sicurissime, me lo dicono
dal partito e dal sindacato, che lui è il capo del terrore. Per cui è il capo
del terrore all’estero. Superclandestino, visto che finge di essere all’estero
per studiare, per fare un dottorato e che, qui, nessuno sa dove sia. Beh lo
sappiamo perché perché i nostri eroici compagni del Carabinieri... Ma lui mica
lo ha detto a nessuno dove sia, cosa faccia. ...Dobbiamo ammetterlo che si
muove come un clandestino. Ed allora...”
- “Ed allora?”
- “...Tu ora chiami un po’ tutti...
Angela, Fausto-Maurizio, Rikkio anche se lo sa già... ...tutti e tutti. ...La
persona chiave è Franka. Lei si deve agitare... Tu la chiami e le butti lì la
cosa. Asciutta, sintetica, come casuale ma con tono appena preoccupato, come
una telefonata, un’informazione, dovuta. Lei poi ci rimugina, ti richiama. Tu
le dici che solo lei può scoprire... Che lei, che loro, ...che venga pure con
Rikkio..., ...l’importante è che vada a chiedere nel palazzo, all’INPS e dall’amministratore
del palazzo. Anche da qualche d’un altro conoscano a Torino. Tutto fa. Con più
parla, meglio è. ...Chiede di Roby, se sanno qualcosa... Fanno i preoccupati.
Poi dicono che hanno ben ragione di essere preoccupati perché lui è il capo del
terrore. Ora è all’estero. Non si sa dove sia. Sì, lo sanno un po’ tutti che è
all’estero per un dottorato. Ma, in fondo, sono solo parole. Il dottorato... Ed
intanto noi diciamo loro che c’è dell’altro che lui... Chi o sa di questo noi
diciamo... ...Chi non lo sa ti sente, ti crede, ti agita, fa quello deve essere
fatto.”
- “Fiorella, non so se ho capito
bene. Mi sembra tutto un po’ complicato...”
- “Nikla è colpa mia. Per essere
completa, la ho fatto troppo lunga. È tutto semplice, semplicissimo... Guarda,
Nikla, il primo passo è che tu chiami Franka. Le dici: Roby è all’estero, è il
capo del terrore, all’estero si mette nei guai, come copertura per stare
all’estero sembra che stia facendo un dottorato ...che è solo una copertura per
mettersi nei guai. Asciutta, breve, allusiva. Lo vedi subito come reagisce.
Guarda, Nikla, chiamala subito, qui, ora.”
- “Pronto, Franka?! Sono Nikla...”
- “È successo qualcosa?!”
- “No, era solo per sapere come
stavate...”
- “Notizie di Roby?”
- “È sparito...”
- “Come è sparito?!”
- “È sparito... Nessuno sa nulla...”
- “Sparito, dove?”
- “Dicono che sia all’estero...”
- “All’estero?! Ma è pericoloso?”
- “Sembra che come copertura stia
facendo un dottorato?”
- “Oooh, ma che si crede di fare?! E
poi cosa mi dice Rikkio se lo viene a sapere?! Un dottorato?! E mia sorella...
Oh, mia sorella mi mangia la faccia! No, no, non si può tollerare. Chi si crede
di essere?! Cosa si crede di fare?!”
- “...Quelli, quando si mettono nei
guai, si coprono sempre... ...Fanno finta di studiare...”
- “Perché hai, avete, notizie che
stia mettendosi nei guai?”
- “Bisognerebbe sapere... Se mi
dicevate, dicevano, che ere il capo del terrore... Ora pure all’estero...”
- “Ma dove è, Nikla?”
- “Chissà... Lo sa, Franka... ...Uno
sembra sia a Londra, poi è a combattere in Afganistan... Uno dice che studia e
può essere in Israele a mettersi nei guai...”
- “Sì, sì, lo sento alla radio, lo
vedo in TV... Sono posti pericolosi. Succede sempre qualcosa. A volte, anzi
spesso, lo vedo. Deve essere proprio lui. Lì, che spara, che combatte, che si
mette nei guai... Gli telefono a casa. Non risponde nessuno. E se lo prendono?
Se gli succede qualcosa? Se si fa male? Oh, cosa mi dice poi mia sorella
Angela?! Mi dice che io non ho studiato, che non capisco le cose, che non ho
saputo crescerli...”
- “Se scopriamo, possiamo fare
qualcosa, farlo ragionare, rimediare, salvarlo.”
- “Ma non è possibile che non si sia
confidato con qualcuno...”
- “Come faccio a saperlo?”
- “Non sai proprio nulla?”
- “Che ne posso sapere io...”
- “Perché non chiedi?”
- “A chi chiedo?”
- “Ma non hai sentito nulla?”
- “Si dovrebbe andare dove
lavorava... Io lavoro all’INPS regionale non è che possa andare a chiedere,
anche se lui lavorava qui di fronte. Non ho titoli per chiedere informazioni di
lui... Si dovrebbe andare in direzione...”
- “Dai, vai.”
- “Non posso. Lo sa, Franka, come
sono gli uffici pubblici... Magari se va lei con Rikkio... Dite che siete la
famiglia, che siete preoccupati...”
- “E se non sanno niente?”
- “Tentar non nuoce... Magari si
dovrebbe pure andare nel palazzo dove abita...”
- “E se neppure lì sanno nulla?”
- “...Tra lì, l’amministratore, pure
all’INPS, non è possibile che nessuno sappia nulla... Perché non andate anche da Eleonora? Lei conosce. Di sicuro, avrà sentito
qualcosa. E poi da quel ragazzo che Roby non sapeva che lo aveva mandato lei
con la scusa di farsi aiutare col programma di scrittura quando costui stava
finendo la tesi. Chiunque le venga in mente. Tutti quelli voi conoscete a
Torino... ...A volte si pensa che... Ma fino a quando non si chiede... Lo dite
che lo fate per il suo bene, che avete ben il diritto di sapere che non si sia
messo nei guai, che dati i suoi precedenti... Se poi proprio non si scopre
nulla di nulla, almeno sapremo che è davvero in clandestinità totale. Allora sì
che...”
- “Oh, e cosa mi dice poi Angelina che mi sgrida
sempre?!”
Con Rikkio, parlò direttamente un
ufficiale degli Squadroni della Morte CC-NATO
dell’ufficio dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro
Roby:
- “Signor Sgarruffo, ne abbiamo già
parlato... Ma che cosa ci crede quello?! Alla sua età... Non è serio. Anche un
bimbo lo capirebbe che si è rimesso a capo del terrore come super-clandestino
all’estero. Ora che andate a Torino, lei e sua madre, vi fate una scaletta
completa anche di tutte le persone che possiate conoscere a Torino, oltre alla
spedizione all’INPS, dove Roby abita, e dall’amministratore. Per cui, prima
andate nei tre posti canonici e poi da tutte le altre possibili persone. Se non
vi basta un giorno, andrete due volte. L’importante è che, con tutti vi
facciate la scena standard. Primo: non sappiamo nulla, siamo preoccupati, se ne
vedono e sentano tante, oh che tempi difficile, diteci qualcosa. Secondo: lo
sapete chi è quello?! ...siamo sicurissimi che sia super-clandestino del
terrore all’estero. Lo dica alla Franka. Che capisca bene il comportamento da
tenere. Oh, ma ben la conosciamo sua madre... Sì che la conosciamo già! Vedrà che sarà perfetta nel
ruolo. Non si preoccupi. Sono tecniche sperimentate...”
- “Ottimo. Va fermato! Va fermato! Ma cosa si è messo
in testa di diventare?! Andiamo subito. Combiniamo per uno o due dei prossimi
giorni. Dopo di ciò, cosa dobbiamo fare.”
- “Signor Sgarruffo. Voi vi fate la vostra bella
fatica di una o due giornate a Torino... Oh, cosa potremmo mai fare noi, poveri
servitori dello Stato, senza di voi?!!! Poi... poi... poi succede tutto da
solo. In una settimana noi abbiamo il dossier per la classificazione NATO. Lo
sottoponiamo di urgenza alla firma del governo. Alla NATO, quando è tutto ben
impostato, sono ben felici di aggiungere nuovi nominati per il NATO’s
State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Per scrupolo glielo comunica
subito, le telefono appena le formalità sono a posto. Ma non si preoccupi. La
consideri cosa fatta. A quel Roby abbiamo segato le gambe e continuiamo a
segargliele ovunque vada e qualunque cosa faccia, per quanto in nostro potere.
Lei può dormire sonni tranquilli e continuare la sua carriera senza che nessuno
le faccia ombra.”
- “Grazie! Grazie! Non so proprio come ringraziala,
maggiore. Noi partiamo subito. Magari domani stesso. Prima ci muoviamo, prima
tutto si compie. Ma cosa si credeva quello. Cosa voleva fare?! Il ricercatore?!
Il professore?! Magari pure divenire premio Nobel?! Prima lo fermiamo meglio
è!”
- “Bravo! Bravi, signor Sgarruffo!”
Rikkio con Frankia:
- “Mamma, si va domani. Andiamo a Torino per quella
faccenda. Se non basta un giorno andremo due. Senza affaticarci. Partiamo
prestissimo, così abbiamo più tempo. Prima facciamo tutto, prima lo fermiamo
quello! Mi raccomando sentimi bene e ripeti. Dobbiamo dire il meno possibile e
chiedere, chiedere dicendo che siamo preoccupati, molto preoccupati, che se ne
sentono tante. Devono vederlo che siamo preoccupati ed in ansia. Dunque, non
dire nulla, non dire altro. Chiedi ed aspetta. Li facciamo parlare, ascoltiamo.
Mi raccomando fatti vedere che ascolti, che siamo lì per sapere. Solo dopo lo
dici perché siamo preoccupati. Ti fai la tua solita parte che una madre se lo
sente. Vedrai che se la bevono tutti. Tanto lo sanno tutti, dove andiamo, a
chiedere che è il capo del terrore e che è in clandestinità all’estero. Però,
primo, si chiede e si ascolta. Anche
dopo che abbiamo detto, buttando li se sapessero chi fosse, e precisando che è
da sempre il capo del terrore in super-clandestinità all’estero, ascoltiamo
quello abbiano da dirci. Te lo ripeto. Prima si chiede e si ascolta. Poi si
chiede se lo sapessero chi fosse. E dici che tu te lo senti che è di nuovo in
qualche pasticcio. Guarda i Carabinieri me lo hanno detto che è in Belgio a
studiare e pure con successo. Ma, lo sai, Bruxelles, l’aeroporto, uno prende
l’aereo, ed eccolo, in un’ora, mentre fa colazione e legge i giornali, che
sbarca chissà dove a fare stragi, guerre, tutte quelle cose che vediamo in
TV, a mettersi nei guai.”
- “Sì, sì, Rikkio, come le spieghi bene tu le cose...
Sì, me lo sento! Me lo sento! Lui fa disastri e poi mia sorella Angelina mi
sgrida. Studia?! Alla sua età.... Ma chi si crede di essere! Che si crede di
fare! Delinquente! Come si permette di studiare?! Ma è fissato! Mia sorella mi
ha già sgridato e continua a sgridarmi sempre di più! Come possiamo fermalo?!”
- “Impegnati domani. E quel Roby è rovinato ancora più
di prima e per sempre!”
- “Grazie, Rikkio. Mi tranquillizzi. Oh, Rikkio, cosa
farei senza di te...”
Tutt’altro che tranquilla, Franka
restò a rimuginare tutta la notte. Non riuscì a dormire. Stava nel letto, coi
pugni chiusi, tutta tesa, e guardava fissa il soffitto. Beh, lo fa sempre. È
del tutto pazza. Pazza furiosa. Sempre. ...Si alzava. Si ricoricava. Ma sempre
a quel modo e senza dormire. Rimuginava tra sé e sé quello avrebbe dovuto dire
il giorno dopo. Per non sfigurare con sua sorella che l’avrebbe comunque rimproverata.
Però che la rimproverasse meno. Doveva essere l’altezza. Prima e più rovinavano
ulteriormente quel Roby, prima sua sorella non l’avrebbe sgridata troppo. Già
uno sgrido normale, sottinteso, invece di sgridi aperti e sottilmente furiosi,
le sarebbe stato di un qualche conforto, almeno sul momento. Perché era sempre
angustiata da qualcosa, anzi da tutto, soprattutto da quello si creava nella
propria mente malata. Ah, lo fanno tantissimi. Cosa che non cambia la realtà. I
tanti non assolvono i ciascuno.
Rikkio non
era meno teso. Ansioso che l’azione devastante riuscisse. Cercò di pensare. Ma
la testa vuota era ingrippata. Ripassò il piano. Nulla. Ma non era difficile.
Bastava che il giorno dopo facessero finta di voler sapere e poi che dicessero,
suggerissero, lasciassero intendere. Glielo aveva già detto e ripetuto altre
volte il maggiore: “Noi facciamo dire quello che ci occorre ci ritorni, e ci
ritorna.” Qualcuno la chiamava “l’ellisse del boomerang”. Al lancio ed al
ritorno c’erano sempre e solo loro. La solita Franka, livida e rabbiosa, con
gli occhi sfuggenti e quel fare ipocrita, che ora fingeva sorrisi ora si
contraeva tinta ed inondata da depressioni e furie irrimediabili, sarebbe stata
perfetta. Rikkio poteva stare tranquillo. No, non lo era. E se quel Roby fosse
sfuggito loro ancora, si fosse sottratto ancora. Gli avevano già garantito
mille altre volte che era fottuto. Doveva esserci qualcuno che lo aiutasse. No,
non era possibile che da solo... Doveva scoprire chi fosse. Sospettare di tutti.
Di fronte ti fanno la faccia. Poi dietro lo aiutano... Non ce la faceva a
prendere sonno. Alla fine si impasticcò pesante. La mattina si impasticcò ancor
più pesante per svegliarsi e restarlo. Dopo un sonno puramente artificiale era
egualmente stanchissimo. Pur scosso e tenuto sveglio da altre pasticche, in
apparenza lo era, ma sentiva che gli mancava la molla interiore. Sei sveglio ma
ti senti come stessi eretto solo perché di hanno infilato un tubo rigido dal
culo alla bocca. Si sarebbe messo sul divano, con la TV accesa e steso lì fino
a sera, per giorni. No, non posso. Rita, mi fa uno dei qui sorrisi falsi, che
mi fa sentire ancora più cornuto, e mielosa mi dice che sporco il divano, che
metto in disordine. Ho una casa ma non la posso usare perché Rita pretende che
sia sempre perfetta. Lei si fa zompare sopra, chissà se anche dietro, da
maialoni, inclusi quei panciuti e pancioni là, chissà se si fa pure sborrare
addosso ed in faccia come sembra che si usi adesso. Ma il pavimento freddo, di
marmo, deve sempre essere lucido. Idem le superfici della cucina. Con le scarpe
non posso perché si sporca. A piedi nudi neppure, ché sennò resta l’alone e la
superficie non luccica più e lei mi rimprovera. Il frigo vuoto sennò mangio
troppo. Eppoi abbiamo una missione essenziale, oggi, fottere Roby. Chi crederà
di essere?! Da quando da piccolo si inventava casette sugli alberi e poi, dopo,
sempre qui libri che non ho mai capito che cosa ci trovasse. Ti dice una cosa.
Sembra che ne pensi un altra. Non te la dice. Ti dici che la penserà. Dobbiamo
fermarlo. Se poi fanno anche a me queste cose e resto senza lavoro, casa,
automobile, amici, che cosa sono, cosa faccio, come posso ancora vivere?! E
già. O lui o noi. È lui che se l’è cercata. Che colpa ne abbiamo noi. Altrimenti...
...altrimenti come posso cercare di andare avanti nella vita. Il dovere
innanzitutto. Se non lo fermiamo noi... Oh, che senso ha! Quante volte che ho
pensato di farla finita... Ma, poi, cosa ne dicono di me. Mi sgridano! Mi
sgridano! Mi sgridano tutti e mi rendono ancora più nervoso. È lui che dobbiamo
distruggere. Morte di Roby, vita nostra!
Il giorno
dopo, a Torino, avevano di quelle facce... Non occorse neppure che fingessero.
Sembravano morti ambulanti. E fu così che Franka e Rikkio, con arie allucinate
e discorsi deliranti, si presentarono nel palazzo dove Roby abitava, alla sede
INPS di Torino-Sud (che è in Corso Turati, alla Crocetta, in prossimità del
centro), e pure dalla amministratrice del palazzo: “Siamo molti preoccupati...
Vorremmo sapere... Ce lo sentiamo che è successo qualcosa... Se poi si mette
nei guai... Siamo sicuri che è il capo del terrore all’estero... Lei forse non
sa che già era stato arrestato... ...non abbiamo poi capito come abbiano potuto
assolverlo... Se ha notizie... Siamo sicurissimi che... Si dice che... Se sente
qualcosa ci chiami...”
Nel palazzo, in Corso Regina
Margherita 87, nell’altra scala, c’è un ex-ufficiale dei CC, uno con aria da
paranoico furioso, che non capisce un cacchio, ma ha le risposte a tutto, ora
nella vigilanza di qualche media azienda, dunque, anche ora per lavoro,
dell’area di miliziani dei CC. Caso vuole che, sia di fisico che come cipiglio
paranoico furioso, quel tipo sembrasse il fratello gemello di Rikkio. Gli
andarono subito a riferire: “Sono venuti parenti, o tali han detto di essere, a
chiedere di quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri che è il capo del
terrore mondiale..., forse addirittura galattico...”
Lo stessero dissero
all’amministratrice del resto direttamente già contattata dai due pazzi furiosi
e delinquenti Franka e Rikkio.
L’ex-CC ovviamente chiamò subito i
sui ex-colleghi dei CC e, per tranquillità e completezza, pure la DIGOS: “Sono
venuti parenti, a chiedere di quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri
che è il capo del terrore mondiale..., forse addirittura galattico...”
Quanto all’amministratrice, è loro
dovere istituzionale, essendo continuamente sotto pressione dalle Polizie
Segrete CC, PS e GdF, perché riportino tutto, chiamò subito i CC e, per tranquillità
e completezza, pure la Digos e la GdF: “Sono venuti parenti, o tali han detto
di essere, a chiedere di quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri che è
il capo del terrore mondiale..., forse addirittura galattico...”
Si fecero la stessa scena all’INPS.
L’INPS era direttamente coinvolto come miliziani-boia nello State/Government-Organized Stalking-Mobbing sul luogo di lavoro in diretto, quotidiano,
contatto colle Polizie Segrete CC. Per cui, ovviamente, chiamarono subito le
stesse e, per tranquillità, pure la Digos: “Sono venuti parenti, a chiedere di
quel Roby... Hanno detto a tutti che sono sicuri che sia il capo del terrore
mondiale..., forse addirittura galattico...”
Andarono pure da Eleonora, che aveva
abitato con Roby una dozzina di anni prima, una che si riteneva furbissima e
che si era ritenuta mortalmente offesa quando si era sentita scaricata. Quando
Roby era stato preso, nel 1981, la stessa aveva firmato delle strane
dichiarazioni riservate alla Digos ed aveva garantito che avrebbe fatto
volentieri da confidente, purché non si sapesse. Non che avesse nulla da dire,
in realtà. Disse loro che a lei interessava solo darla in giro e fare la
maestrina, senza che nessuno le rompesse le scatole. Alla Digos, capirono il
tipo. Una che si barcamenava. Era ora già oltre i 40 e si vedeva i 50 che si
avvicinavano inesorabili. Sì, si considerava arrivata col suo lavoro di
maestrina. Ma stava male lo stesso. Di quelle bar, chiacchiere ed apparenza,
l’apparenza ripetuta nei decenni si fa noiosa. Le battute, ripetute, disvelano
il nulla. Anche darla in giro si complica cogli anni. Si sentiva sfigurare al
paragone con la sorella che pur con la sola laurea in lettere aveva puntato
appena più in alto che fare l’impiegata o l’insegnante. Anche qualche amica
sua, prima tra tutte la oramai amicissima Marisa [quella delle telefonate del
sabato mattina dal letto dell’amante ufficiale della stessa Marisa, e con cui
si vantavano reciprocamente delle cuccate corsare], pur di ignoranze abissali e
sapendo fare quasi nulla, aveva avuto il coraggio di lanciarsi in qualche
professione. A volte ottiene di più, dal punto di vista lavorativo e
professionale, chi punti al massimo sul pochissimo, od anche sul nulla, che chi
si disperda in professionalmente unitili conoscenze. Una magari non va oltre i
disegnini a letto e diviene architetta indipendente. Un altro può sapere di
termodinamica e non farsene nulla. Od anche il contrario. La sorte premia chi
osi. Anche il lecco serve. Ti prostri, e la dai e lo dai, e ti rende. Fai il
rigido, non ti considera nessuno. A volte, anche il contrario. Seppur, nei
meccanismi adattivi dell’esistente, chi strisci e strusci tenda, in media, ad
ottenere di più di chi non lo faccia.
Lei fa la falsa e cortese, ma li
ascolta annoiata, senza vera partecipazione. Conferma che non sa nulla, che le
sembra tutto così fuori dal mondo. Pensa che Nikla le aveva telefonato e glielo
aveva detto, occasionalmente, e lei ne aveva pure appena accennato a qualcuno.
Ma, appunto, sono cose che altre dicono. Se ha incontrato Roby, di sfuggita, è
stato solo in biblioteche, dunque tra libri, non in luoghi né a fare cose
fantasiose. Assicura che se sa qualcosa farà sapere. È una cosa buttata lì,
tanto per disfarsi di quei seccatori.
Poi, ne accenna, ma solo una mezza
frase, a Marisa, che già si era fatta quella parti da folle quando aveva
intravisto Roby.
Un altra mezza frase alla rete del
‘genio’ Mossad-mafiaCastro di Roma, da poco allora trasferitosi sul Lago di
Bolsena, in provincia di Viterbo. Lui, il genio, si dice che se la mafia dei
Castro può vivere in lussuose ville protette, e che se Lenin e Trotsky facevano
gli emigrati di lusso a spese di governi, lui, presente Lenin-Trotsky-Guevara e
pure di più, che ha capito tutto di tutto e di tutti, e pure di più [ma non che
il suo caro Guevara viene cacciato da Cuba dai Castro e da costoro fatto
ammazzare in Bolivia – solo un deficiente poteva andare in Bolivia attorniato
da agenti dei Disservizi Cubani e per sollevare i soddisfatti contadini
boliviani, fatti piccoli proprietari dai militari boliviani; ‘etica’?! ...mannò
il solito argentino arrogante e scemotto! ...la mafia dei Castro gli dà due
radio ad onde corte, “per tenersi in contatto con Cuba e ricevere aiuti”, che
non funzionano quando cerca di comunicare con Cuba ma sono utilissime per
essere localizzato dall’esercito boliviano; beh neppure ha capito tante altre
cose il genio – ha sfrondato ma si è dimenticato di rovesciare l’albero e poi
di andarsene altrove o, meglio, da nessuna parte!], può ben fare il milionario
rosso. Si veste con giubbotti che sembrano i ridicoli usa Fidel da quando è
stato emarginato dal fratello come capo-famiglia, ma la roba ben c’è!
...Giustamente. Se uno la ha, non è che debba darla a me. Problemi di soldi non
ne ha mai avuti. Differentemente non avrebbe fatto l’intellettuale comunista.
Tra i rossi si mangia, ed anche in abbondanza. I poveracci non stanno da quella
pare. Eventualmente non stanno da nessuna parte. Parliamo di noi, ovviamente,
che siamo proprio poveretti e pure poverissimi, e rifuggiamo congreghe.
Rikkio e Franka, andarono pure alle
Poste da due giovani coniugi della Spezia che lavoravano a Torino. Figlia, lei,
di vecchie conoscenze. Li avevano già messi di mezzo in passato dando loro
delle cose da portare a Roby. Tecniche da calabresi. Roby non voleva avervi a
che fare, per cui non si era fatto trovare. Con quei due, già mobilitati in
passato, vanno all’ufficio delle caselle postali, a Torino, fanno chiudere la
casella postale di Roby e rubano chili di corrispondenza indirizzata a Roby.
Per giustificarsi, dicono a quelli dell’ufficio caselle postali delle Poste
centrali di Torino che Roby è il capo del terrore internazionale ed è
super-clandestino all’estero. Questo spiega i chili e chili di corrispondenza
accumulatesi. Dalle Poste avvisano Digos e Squadroni della Morte CC-NATO su quella ‘informazione’ ricevuta. Franka passa giorni a controllare e
ricontrollare febbrile tutta quella cartastraccia. Trova e ritrova solo
riviste, rivistone e libri. È disperata. Sperava trovare nomi ed indirizzi di
gente da contattare.
Vanno anche da altri. Solito schema.
Fingono di chiedere. Diffondono le loro calunnie. Con quelle facce... Quei
discorsi ed atteggiamenti da pazzi furiosi... Alcuni se le tengono per sé.
Altri riferiscono a CC e Digos. Anche se si vede che quei due non ci stiano con
la testa, e pure peggio, funziona sempre la la sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome
of anthropological identity / difference -]]. Dove non scatta, lo vedono
chi hanno dinnanzi. Dove scatta, si sentono solidali con quelli.
I riceventi le comunicazioni [cioè CC
normali, Digos, GdF, in qualche caso] dalle “fonti confidenziali”, stesero
verbali, informative, che inserirono a computer e si passarono reciprocamente.
Tutte queste “informazioni da fonti plurime” [in realtà, solo calunnie montate
dagli stessi CC, come sempre fanno in questi casi: “Sono pervenute informazioni
sicurissime che...”] finirono nel dossier che gli Squadroni della Morte dei
Carabinieri sottoposero a Quirinale, governo formale e CoPaSiR per l’estensione
a livello NATO, alias mondiale, dello
State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro Roby. Quirinale, governo
formale e CoPaSiR ovviamente firmarono senza farsi problemi, come sempre fanno
in questi casi, il decreto segreto di richiesta dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing a livello NATO-mondiale contro Roby, e lo
sottoposero all’Ufficio Persecuzioni ed Assassinii della NATO, cioè un
dipartimento degli Squadroni della Morte NATO cui partecipano anche ufficiali
ed altro personale dei CC. L’Ufficio NATO accettò la richiesta. Sono sempre
alla ricerca di nuovi nominativi per espandere le loro attività, dunque il loro
potere. Su questa base vennero falsificati i files Interpol e venne acceso un
flag di State/Government-Organized Stalking-Mobbing a livello mondiale con immediata
cooperazione NATO, alias CIA-SIS e
clienti ed anche apparentemente non-clienti, come sempre fanno in questi casi.
Non appena da un posto di frontiera, o da altrove, controllino il nominativo
del bersaglio di State/Government-Organized
Stalking-Mobbing sui
database Interpol si accende subito un flag di massimo allarme. Devono far
finta di nulla [qualche volta non ci riescono, li vedi che si agitano, qualcuno
ti dice: “Qui mi scrivono che lei è il capo del terrorismo mondiale... Oh,
questi computer!”] ma subito segnalare, mai non fosse scattata la segnalazione
automatica alla locale Polizia Segreta, che il bersaglio è lì.
- “Nikla, Nikla, ottime notizie!”
- “Sì, dimmi, Fiorella...”
- “Hanno firmato il decreto segreto
contro Roby, e la NATO ha accettato la classificazione superiore della sua
posizione, per cui ormai è fregato ovunque vada e qualunque cosa tenti di
fare!”
- “Bene! Cosa si credeva di fare
quello?! Un dottorato all’estero... Per cui gli bloccano anche il master, ora?”
- “Oh, Nikla, purtroppo cattive notizie... ...Il
maggiore sembrava quasi divertito, chissà che gioco fa quello?!... ...Mi ha
detto che Roby è l’unico, per il momento, quest’anno, ad avere conseguito il
MSc-DEA in quell’università, in Belgio, e pure con ottima votazione che gli dà
diritto all’accesso automatico al dottorato, se si ferma lì. Ma sembra voglia andare in paesi di area
inglese...”
- “Accidenti! Ora pure il super-master! Noi abbiamo
fatto, abbiamo fatto, ma non è servito a nulla.”
- “Non preoccuparti Nikla. Che ne possiamo noi...
...Non sarà stato possibile agire prima. Appena me lo hanno detto, io ti ho
attivata e grazie a te abbiamo montato il nuovo dossier. Ora dovrebbe essere
fregato per sempre. Non lo fanno studiare, ...non formalmente, non lo fanno lavorare, ...ci sono pure delle
cose d’edificio per cui non lo fanno dormire e neppure star sveglio
tranquillo... Intervengono su tutto lui faccia ed ovunque vada. Con la
classificazione NATO dicono che dovrebbero coprire tutto il mondo. Beh, anche
coprissero solo l’area NATO ed alleati sarebbe già molto. Ma sembra che di
solito possano proprio colpirlo ovunque allo stesso modo. Essì, avevo letto un
documento riservato che spiegata semplice-semplice che... ...Sì uno è proprio
condotto alla disperazione. Paralizzato e fatto disperare.”
- “Fiorella, speriamo proprio che ce lo tolgano di
torno! Come si fa con uno così. Ma che si crede di fare?! Glielo facciamo
vedere noi!”
Era l’inizio dell’estate del 1997. A agosto-settembre
1997, Roby, da LLN-Belgio, raggiunge Londra.
Trovate tutto su linkedin. Abbiano costruito un
linkedin immaginario di questo nostro personaggio immaginario. Se ve ne fosse
mai uno reale, non è lui. Se poi fosse lui, ...sì, siamo sinceri... non ce ne
frega nulla! La narrazione deve proseguire ineluttabile.
Molti film hollywoodiani con trame piccanti sono in
genere sostenuti, meravigliosi, fino a metà. Poi, non ho mai capito cosa
succeda, a metà si spezzano, decadono, divengono loffi, banali, come se ad un
autore capace fosse subentrata un FBI intollerante d’ogni verità, dunque d’ogni
tensione. Qui speriamo che lo stesso ritmo, qualunque esso sia od appaia, si
mantenga fino alla fine. Il ‘bello’ deve ancora venire!
Ora si entra nell’estate 1997. Se poi fosse stata di
anno precedente, fa lo stesso. Gli eventi sono anche qui più importanti della
precisissima collocazione temporale. Qualche rettifica secondaria, per
dislocazione temporale, non cambierebbe le dinamiche e le ‘logiche’ dei
dialoghi sotto sintetizzati, né i personaggi.
Ne abbiamo già parlato. Serena e quel ragazzo. Loro
stanno benissimo. Tutti gli altri (non Angelo che è uno sempre contento della
felicità altrui) sono furiosi, lividi. Non devono farlo vedere a Serena che pur
lo vede che si comportano tutti i modo strano, chiaramente invidioso perso...
Ma sono proprio tutti furiosi. I due vanno distrutti.
Nikla corre di nuovo dalla Allakka:
- “Fiorella, sto perdendo Serena! Sta
sempre con quel ragazzo. Non mi considera più. Mia madre mi sgrida che...
...dice che una ragazza seria deve stare in casa con la mamma, con me! Invece,
lei è innamorata folle di quel ragazzo. Pure lui sembrerebbe... Fiorella, se
non mi aiuti tu...”
- “Dimmi cosa posso fare, Nikla...”
- “Bisogna fare qualcosa a quel ragazzo, Fiorella...
...Se lui non ci fosse, sparisse...”
- “Ah, come dire... ...avresti bisogno di un killer e
chiedi a noi...”
- “Quando vi servivo, però!”
- “Nikla, non penserai davvero che noi...”
- “Ecco, quando vi servivo... Invece, ora!”
- “Ma cosa dici, Nikla. Quella era ed è una questione
di sicurezza. Il partito-sindacato, lo Stato... ...pure a te faceva e fa
piacere... Altrimenti, non è che noi ci si metta.... Roby è il capo del
terrore. Ma qui...”
- “Qui, cosa, Fiorella?!”
- “Qui, direi che sono cose private, Nikla.”
- “Come cose private?! Anche prima era una cosa
privata. Roby mi portava via Serena. Tu dicevi che mi aiutavi ma a te
interessava solo colpire lui!”
- “Anche a te, Nikla. ...Poi, a me, non interessava colpire
nessuno. Tutti sapevano che era ed è il capo del terrore. Se mi chiedevano, non
è che io potessi dire che non lo era, o potessi non dire che lo era!”
- “Ecco, ora mi scarichi.”
- “Nikla, se anche quel ragazzo la ama..”
- “Maledetto! Maledetto! Quei due se
la spassano ed intanto io sto perdendo Serena ché ora è sempre a far l’amore
con quel ragazzo e pensa solo a lui!!! Solo a lui!!! Io, poveretta, che ho
fatto tanti sacrifici! Ed anche la mia mammina, che ha sempre occhi per tutto e
per tutti, soffre a vedere che Serena è...”
La Allakka non riuscì a trattenersi:
- “...A vedere che Serena è felice!”
- “Puttana! Puttana! Serena deve essere felice solo
con me, con la mia mammina e coi miei parenti!”
- “...Ho capito...”
- “Dobbiamo fare qualcosa, Fiorella. Più che qualcosa.
Finché non risolvo questa situazione, io non vivo più.”
- “Va bene.”
- “Va bene cosa, Fiorella, se tu non mi aiuti?!”
- “Devo solo capire come...”
- “Dimmi, Fiorella... Prima contro Roby potevate fate
tutto... Non può essere che ora...”
- “Nikla, posso starti vicina... ...Posso vedere...
...C’è un gesuita, un prete, che è pure un compagno, un amico nostro, nostro
anche degli Squadroni della Morte CC-NATO... ...ma questo non importa... ...È
un amico..., ...un altruista..., ...uno che si presta. Fa delle sedute, anche
dei piccoli corsi di rilassamento. Posso raccomandarti. No, non è obbligatorio
pagare. Ma se vai con la raccomandazione mia neanche allude... ...Così sei
sicura e stai tranquilla che non ti costa neppure nulla... ...Che ne dici?!”
- “Fiorella, sto male! Mi sento tutta rodere. Poi, c’è
la mia mammina. Cosa le dico di fare rilassamento?! Lei è perfetta! Non ha
bisogno di fare nessun corso! Una grande donna. Lei sa quello che si deve fare.
Serena va bloccata!!!”
- “Nikla, vuoi dire che Serena deve restare zitella e
con te, e che io devo aiutarti?!”
- “Precisamente, Fiorella. Me lo ha detto la mia
mamma, e dio devo farlo! Lo facciamo per il suo bene. È chiaro. La mia mammina
pensa sempre agli altri! Noi siam altruisti, ...noi!”
- “Come amica posso fare tutto quello che si può a
livello privato... ...se posso, ...per quel che io possa... Ma non è che si
possa forzare...”
- “Quello che dicevo. Ora mi scaricate...”
- “Nikla, se sono questioni di sicurezza è una cosa...
Qui mi dici che tu e tua madre vi rodete perché Serena è innamorata,
...innamorata e ricambiata.”
- “Ma come ti permetti! Noi lo facciamo per il suo
bene! ...Per il suo bene e solo per il suo bene!”
- “...Certo... ...Avevo ben
capito...”
- “Fiorella, posso farti una
domanda?!”
- “Sono qui per questo, Nikla...”
- “Fiorella, devi dirmelo... ...Ma tu
ti sei mai fatta portare a letto da Roby?”
- “Ma che dici Nikla! Ma che dici!”
- “Scusa, ma io mi sono sempre
immaginata che Roby desse una botta a tutte le ficazze dell’INPS, lì della CGIL
e non solo... Mi facevano sempre dei sorrisetti quando le incontravo alle
riunioni delle femministe... ...Tu pure...”
- “Guarda, Nikla, io non ne so nulla
di quelle cose. E neppure mi interessano. Io ti sorridevo perché ti sono amica.
Non erano sorrisetti! Ora, siamo qui per...”
- “Guarda, che me lo ricordo che eri sempre sorridente
con tutti e, a volte, ti mettevi una minigonna proprio mini con le tue gambe
fuori... Sì, non facevi l’aria di una che cercasse, ma pur sempre...”
- “Nikla, se è per questo davo pure soldi, sai le
solite sottoscrizioni, a quelli dei gruppetti anche se io avevo optato per il
PCI. È chiaro che sia sempre meglio essere gentili con tutti, fare le cordiali.
Quanto all’abbigliamento, un po’ le mode, o si ha caldo, o funzionalità”
- “...Io ho sempre pensato che, forse... ...Chissà...”
- “Nikla, vediamo di riassumere. Roby è ora a Londra.
Studia per un dottorato. Al contempo c’è questa operazione di persecuzione
totale, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing che ora lo
colpirà pure lì. Qui, prima dicevi che perdevi Nikla perché Roby poteva avere
come un ascendente su di lei. Ora dici che te la ha già quasi portata via il
ragazzo di cui si è innamorata.”
- “Fiorella, che c’entra ora lui che
fa il dottorato, con quello che si sta facendo Serena che ora è innamorata
folle di quel ragazzo?”
- “Lascia che ti spieghi...”
- “Roby con un dottorato e magari
pure professore all’estero... Oppure se lo blocchiamo senza dottorato ed in
altre professioni. Ecco, immaginati Serena che considerazione può avere di te
con Roby che... ...Magari è proprio perché già ha poca considerazione di te,
che con quel ragazzo è così presa. ...Ci sono tante ragazzette che vanno a
divertirsi in discoteca senza innamorarsi follemente di qualcuno, o ci stanno
con quelli sbagliati, per cui, alla fine, è la mamma che resta al primo posto.”
- “Oh, ma cosa mi dici mai Fiorella?! Non è mica una
facile che fa la leggerotta in giro. Si è innamorata di uno perché è una
ragazza seria, Serena!”
- “Ed intanto tu la perdi.”
- “No! No! Mai! Non posso vivere senza Serena!
Piuttosto l’ammazzo! L’ammazzo! O mia o di nessuno! ”
- “Calmati, Nikla! Calmati!”
- “Ma cosa c’entra con quel capo del terrore Roby, che
lo avevamo sistemato ed ora lo abbiamo risistemato?!”
- “Vedi sono cose sottili... Lei adora il padre più di quanto ti faccia vedere.
Immaginati se lui diviene dottore di ricerca e professore, o se si fa un nome
egualmente anche se noi lo blocchiamo lì. ...Dovremmo anche bloccarlo in altre
cose. Eppure lo vedi che quello sta riuscendo, sempre in qualche modo, a non
caderci in bocca (se commettesse qualcosa potrebbero metterlo dentro, ma lui
non abbocca), ed a trovare altre vie, altre soluzioni. E, guarda, che,
dimettersi dall’INPS, è stata come sfida che lui ci avesse lanciato... Come
dire che lui ci fa fessi anche senza il lavoro pubblico, il lavoro sicuro. Io
spero lo possano distruggere, ma proprio non possiamo sapere. ...Anche se tu
hai impedito a Serena di vedere Roby oramai per una decina d’anni, lei ha
trasferito quella sua adorazione del padre su un ragazzo che la ha corrisposta.
Sennò, tante della sua età pensano solo a divertirsi e restano attaccate
alla mamma. ”
- “Maledetto! Maledetto! Roby va
liquidato! Chi si crede di essere?! Cosa si crede di diventare?! Ma ora,
subito, subitissimo, ché io non vivo più, dobbiamo fare fuori pure quel ragazzo
che ora mi sta portando via Serena, che è come se me la avesse già portata via.
Serena, parla solo con lui. Mi ignora! E quello che mi dice pure mia mamma, la
mia mammina. Mi sgrida perché io non ho saputo... ...non sono riuscita a
tenerla a freno... Vanno liquidati, e quel ragazzo subito ché io sto male e
faccio soffrire pure la mia mammina che mi sgrida!!!”
- “Calmati, Nikla, è che...”
- “Fiorella, non vedo come. Come quel
ragazzo e Roby facciano ad esser collegati. Sì tu mi hai detto di quella cosa
che Serena... Ci deve essere dell’altro... Quei due si conoscono?”
- “No, non si conoscono...”
- “Ed allora che c’entra ora Roby con
quel ragazzo. No, Serena la tenevo tutta e solo attaccata a me ed alla mia
mammina, ed a tutti quelli mi diceva la mia mammina. È quel ragazzo che me la
ha sottratta. Io lo ammazzo, questo ragazzo. Serena deve smetterla di stare con
quello!”
- “Calmati, Nikla...”
- “Tu fai presto. Mi prendete in
giro. Cosa c’entra ora Roby con quello. Devi aiutarmi a far rompere subito
Serena con quel quel ragazzo. E poi va liquidato pure Roby che pretende di
studiare a farsi una carriera!”
- “Se non mi lasci parlare, Nikla...”
- “Non capisco che c’entrino. Che è
sta storia che sono collegati?”
- “Se non mi fai spiegare, Nikla...”
- “Dai, dimmelo, Fiorella! Dimmi
tutto quello che sai.”
- “Guarda, Nikla, cerco di essere
breve e chiara, per quel riesco. A Roby non pensiamoci ché quello che dovevamo
fare lo abbiamo fatto. Puoi anche roderti. Ma se domani trova degli appoggi e
poi lo vedi comparire alla BBC, noi non possiamo farci nulla. Se non possono
gli Squadroni della Morte CC-NATO e NATO che hanno nelle
mani la cosa... Per cui, lui, ...come dire..., non è più di nostra competenza.
Qualcuno o molti lo avrebbero voluto qui a far reati ed in galera. Lui, in
apparenza, se ne sta tranquillo a studiare all’estero. Anche il nostro compagno
maggiore qui, degli Squadroni della Morte CC-NATO, dice che anche se devono ben
andare fino in fondo, per cui è giusto simulare che lui sia il capo del
terrore, in realtà pensa solo a studiare. Dunque non pensiamoci, ora. Tu vorresti ora rovinare il rapporto
tra Serena con quel ragazzo, perché dici che tu e tu madre lo dovete fare per
il suo bene. Guarda che non c’è nulla di meglio degli amori che svaniscono, o
delle delusioni, perché una ragazzina ne cerchi altri...”
- “Dai, dimmi tutto, Fiorella. Va
risolto tutto, in fretta. Non posso restare sola! Anche la mia mammina preme.”
- “Non c’è altro da dire.”
- “Cosa possiamo fare?”
- “Anche se andate a parlare con la famiglia di lui
che cosa ottenete?”
- “Fiorella, abbiamo già parlato con la famiglia di
lui...”
- “Cosa hai loro detto?”
- “Che sono la mamma e che sono preoccupata?”
- “E loro, Nikla, ...loro cosa ti hanno detto.”
- “Dicono che sono ragazzi...”
- “Tutto lì, Nikla?!”
- “Io ho cercato di dire loro che il padre è capo del
terrore.”
- “E loro?”
- “Oh, Fiorella... ...sì, sul momento hanno finto
preoccupazione, ma poi hanno detto che non è che ci siano pericoli per loro
figlio e per Serena.”
- “Per cui, Nikla, ti hanno detto che non ne frega
loro nulla. Devono essere delle brave persone.”
- “Fiorella, ma allora non è vero che Roby è capo del
terrore? Mi nascondi qualcosa?”
- “Tu, dici che lui lo sia... ...Noi
pure, lo Stato, ne siamo sicurissimi... È lui che è nel mirino... ...non
Serena...”
- “Fiorella ne parli come se tu lo
volessi difendere... ...Io cerco di spiegarlo alla famiglia del ragazzo che
Roby è pericolosissimo, quelli si saranno pure messi a ridere alle mie spalle,
quando me ne sono andata... Ce l’avete tutti con me! ...Fiorella ma sei sicura
che Roby, magari una volta, o solo qualche volta, non ti abbia caricato in
macchina, ti abbia dato una botta e tu magari ti sia innamorata di lui?!
...Vorresti che ti montasse addosso e dentro di nuovo...”
- “Ma che dici, Nikla? Ma cosa
centra?! Ti ho già detto di no. ...Ecco, questa cosa di Serena ti ha fatto
uscire di senno... Sei più sconnessa del solito! Cioè, volevo dire, di solito,
riusciamo a capirci invece ora accavalli asserzioni senza neppure un qualche
possibile senso né connessione... ”
- “Fiorella, parli sempre di Roby
come se agognassi che lui ti sguizzasse dentro...”
- “Basta! Smettila di continuare su
questo tono o me ne vado! ...No, no, è la cosa di Serena che ti ha tolto la
lucidità...”
- “Hai ragione. Ti prego! ...Scusami.
...È che i sembra che tu sia troppo interessata a lui...”
- “Finiscila!”
- “Oh, scusa... Spiegami, Fiorella...
È che non capisco.”
- “Se non mi lasci parlare.”
- “Dai, dimmi Fiorella... ...è che
sono sconvolta! Che starà facendo ora Serena. Ecco sarà a far l’amore con quel
suo ragazzo... Lei se la spassa e tutti noi soffriamo! ...Me l’ha rubata! Me
l’ha portata via! Io mi sacrifico per lei, e lei si diverte!”
- “Nikla, è quello che ti dicevo prima. La faccenda di
Serena è una cosa privata.”
- “Però quando vi servivo, Fiorella...”
- “...Ed anche quando serviva a te, Nikla!”
- “Fiorella devono andare quelli degli Squadroni della
Morte CC-NATO, il compagno maggiore, o chi vogliano, a dire loro che sono in
pericolo, che devono rompere con Serena, perché Roby... Così lei ritorna da
me.”
- “Lo hai già tetto tu a loro, ai genitori di lui...”
- “Ma se vanno i Carabinieri...”
- “Quelli si muovono se c’è di mezzo Roby. E qui
proprio manca la sostanza. È una cosa privatissima tua. E Roby proprio non
c’entra.”
- “Fiorella, allora fatela divenire una cosa pubblica.
Tu dici che è privata. Io vi dichiaro che Serena è collegata con Roby, per cui
colpendo lei si colpisce Roby. Come lo chiamate, quella cosa lì, lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing, lo applicate anche lei. Serena sta con me e la mia
mammina e va tutto bene. Lei si allontana e gli Squadroni della Morte CC-NATO intervengono.”
- “Cosa dici, Nikla?! Non penserai mica che noi...”
- “Come no?! Non me lo avevi detto tu che Roby lo
stavate seguendo già quando era uscito e chi ogni cosa facesse voi...”
- “Ma sei sicura, Nikla?!”
- “Guarda che anche se sono sbadata, io me le ricordo
bene queste cose, di quando facevate il mazzo a quello. Ti ricordi che mi
dicevi che quando Roby andava chessò alle conferenze ecologiche, dopo che era
uscito, la Carlini te lo aveva segnalato e voi avete fatto dire ai Carabinieri
al cornuto, ...sì quel suo pseudo-marito finocchio..., ...come si
chiamava?!..., ah, Soave!, che Roby era il capo del terrore e quel Soave lo
avete detto a tutti i Verdi...”
- “Ah, è normale Nikla. Quando si fa lo S/G-OS-M, si
segue il bersaglio ovunque. Se mi segnalano, io devo segnalare e loro, i
compagni degli Squadroni della Morte CC-NATO, è chiari che prendono
provvedimenti, che intervengono.”
- “Ah, vedi che mi ricordo bene... E perché la Carlini
lo diceva a te...”
- “Nikla, ma non ti ricordi... ...Se lo Stato, gli
Squadroni della Morte CC-NATO, il partito, hanno incaricato me di seguire il
caso, lo sai che io sono sempre a disposizione.”
- “Ah, vedi, Fiorella... E non ti ricordi che quando
era rientrato all’INPS eri lì sempre a telefonare a tutti che lui era qui, che
lui era la, che dovevano stargli addosso, spingerlo ad andarsene, dire a tutti
che era il capo del terrore e gli andava fatto il mazzo, che bisognava farlo
sentire in trappola, reagire, che commettesse qualche violenza, così da poterlo
rovinare?!”
- “Cosa rimugini, Nikla. Mi aiutavi pure tu. È quello
che dobbiamo fare per lo S/G-OS-M. Sono procedure normale. Lo Stato comanda.
Noi dobbiamo obbedire. Lo Stato siamo noi tutti. Anche ora sai quello abbiamo
fatto. Io lo faccio per la Patria. Tu per te e la tua mammina.”
- “Io lo faccio per il bene di Serena!”
- “OK, ed allora?!”
- “Guarda, Fiorella, la mia mammina che pensa sempre a
tutto ed a tutti, mi ha chiesto perché non facciamo la stessa cosa per Serena,
perché lei resti mia e solo mia, mia e della mia mammina.”
- “Ma cosa dici?! Ma ti rendi conto?! Contro Roby era
ed è una questione di Stato. Anche tu cooperavi e cooperi.”
- “No, io lo faccio per il bene di Serena che deve
restare mia e solo mia, mia e della mia mammina. ...Ed anche perché la mia
mammina mi dice sempre che nessuno può scaricare una Scatizzi, che a quel Roby
gliela si deve far pagare!”
- “Questo lo sapevo Nikla. Tu lo fai per fini tuoi.
Noi lo facciamo per il bene di tutti, per la difesa dello Stato democratico.”
- “Ma dai, Fiorella, ma se non ci credi neppure tu che
Roby sia il capo del terrore...”
- “Ma cosa dici, Nikla?! Lo sappiamo tutti che è il
capo del terrore! Cosi deve essere... Così è e così deve essere!”
- “Ma, Fiorella, se quello, con quel suo uccellaccio
circonciso da giudeo schifoso pensa solo a scopare.. Scopare e leggere...
Scopare, leggere e scrivere. Non siete neppure riusciti ad impedirgli si
laurearsi. E la mia mammina quante me ne ha dette!!! Ora il master o
super-master. Speriamo che la mia mammina non lo sappia. Dite, dite, ma ora lo
fate pure divenire accademico!!!”
- “Nikla, ti agiti e straparli... Basta!”
- “Sì, sì, va bene. Roby è il capo del terrore. Ma ora
dovete bloccare pure Serena.”
- “Ma ti rendi conto, Nikla?!”
- “Come la chiamate quella cosa, lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing?! Ecco, mettete pure Serena sotto State/Government-Organized
Stalking-Mobbing!”
- “Ma ti rendi conto?! Significa che non deve
studiare, lavorare, vivere.”
- “Fiorella, Serena l’università l’ha pressoché finita
e fa pure l’esame di Stato per poter fare progetti. Non occorre studi di più...
Ma ti immagini se si mette pure lei ad andare all’estero a studiare?! Io resto
sola e la mia mammina... ...oh, cosa le dico poi?! ...Fatemela andare in
convento! Lavora, vive, la proteggono. A me ed alla mia mammina basta che passi
le feste con noi, che si faccia vedere... Quando sappiamo che è ben protetta,
che si prendono cura di lei...”
- “E se si sposa?!”
- “Puttana! Puttana! Ecco, ora starà con quel ragazzo
che si vuole solo divertire. E lei a fare la puttana, a godersela. Ed io
soffro... io e la mia mammina soffriamo!!!”
- “E se le lei non avesse intenzione di farsi
segregare?!”
- “Fiorella, voi dite che siete onnipotenti. Io e la
mia mammina, col vostro aiuto, la rinchiudiamo in un convento, magari qui a
Torino, o alla Spezia. Dici che non hanno bisogno di una architetta?!”
- “Beh, sai, agli Squadroni della Morte CC-NATO fa
sempre piacere avere nuovi nominativi. Ci hanno richiesto anche di recente, al
partito, se non si abbiano dei nominativi... Sai come siano gli uffici. Se
restano senza pratiche, li chiudono. Lì pratiche le hanno sempre ma perché si
sbattono per creare nuove categorie da mettere sotto tiro. Ah, certo, sempre
per la difesa dello Stato democratico. Beh, sai, prima era tutto più semplice
quando c’era il terrore di massa. Ora... ...beh, ora... ...anche ora, è solo
che ora si devono trovare nuove categorie di soggetti potenzialmente
pericolosi... ...Ma, scusami, Nikla, io non la vedo egualmente questa cosa...”
- “Fiorella, guarda, che io a volte capisco
qualcosa... ...Non mi vuoi aiutare! Lo sai cosa faccio?! Quel maggiore mi aveva
detto... ...sì quella cosa della famiglia Scaruffi, ...anche il nonno
a-fascista, il padre a-tutto, Roby... ...Roby ed ora Serena. Vado io lì al Centro
Torture e Persecuzioni di Via Cernaia e dico che devono metter sotto S/G-OS-M
anche Serena!”
- “No, guarda, meglio da quelli non vai... ...Non
crederti che tu vai e... Lì ci possiamo andare solo noi, il partito, noi che...
...Vai tu, se ti metti a fare di questi discorsi finisci per fare pasticci pure
per l’operazione su Roby... E poi scusa, anche andassi, ...beh se vai non ti
ricevono, ...è un periodo che sono occupatissimi... ...devono pure avere mosso
l’ufficio da un’altra parte... ...Comunque, che diresti loro che devono
impedire il matrimonio con quel ragazzo?”
- “Ti ricordi quando Serena aveva contattato la
Tasinato che era andata a parlare nella sua scuola dopo che era uscita ed io
l’avevo fatta venire pure a casa a cena da noi?”
- “Oh, Nikla, quella era solo una troiazza che prima
aveva fatto l’infame, poi aveva ritrattato, infine andava in giro per le
scuole, dopo che era uscita, a dire che il terrorismo non era stato tutto male
anche se ora era finito. Magari l’avevano inviata gli stessi Squadroni della
Morte CC-NATO per vedere chi stesse ancora a sentire quelli... ...Dà retta a
me, che io so come vadano quelle cose...”
- “Infatti, Fiorella... Serena l’aveva subito contatta
perché era attratta dal terrore. Se lei ha segnalato Serena agli Squadroni
della Morte CC-NATO ecco che loro già sanno che Serena può essere una
potenziale sospetta...”
- “Oh, Nikla, quella Tasinato ce l’aveva con Roby
perché non la voleva scopare ché non
aveva attrattive. Tu l’avevi inviata a cena e, dopo avermene già allora
parlato, avevi ben sputtanato Roby come ti avevo consigliato io stessa... ...Mi
avevi pure detto che Serena era restata un po’ schifata a vedervi starnazzare
contro Roby, e che non l’aveva più vista...”
- “Fiorella, ma resta che Serena era chiaramente attratta
dal terrore e che se poi la Tasinato ne ha parlato agli Squadroni della Morte
CC-NATO loro hanno ancora la segnalazione.”
- “...Nikla... Tu le impedivi di vedere Roby. Serena
era innamorata del padre e cercava dei surrogati... ...Surrogati... Alla fine
era meglio lui, Roby... ...Se non altro, è uno che... Beh, non importa...
...Oh, ecco, Nikla, andiamo dagli Squadroni della Morte CC-NATO e diciamo loro
che devono mettere sotto tiro Serena perché dieci anni fa ha incontrato la
Tasinato che poi ha starnazzato con una Nikla furiosa contro Roby perché si era
fissata parlasse male di lei con Serena!”
- “Io lo so! Lo so! Io lo so che Roby parlava male di
me con Serena. Io lo so che Serena mi disprezza. Mi guarda sempre in un modo...
Mi fa pure di quei sorrisetti di irrisione ora che va a divertirsi con quel
ragazzo... Serena detesta me e la mia mammina. È solo che io non posso, di
fronte alla mia mammina, far vedere che... Non posso far vedere di fronte ai
miei familiari e parenti che Serena mi disprezza e disprezza pure loro... Mi
capisci, Fiorella?!”
- “Certo che capisco. È tutto chiaro. Del resto non è
che mi facessi illusioni. Nikla. ...Per difendere questo Stato democratico il
partito e lo Stato devono poggiare su quel che trovano. Non abbiamo illusioni su
nessuno. Forse ne avevo quando ero piccolina e non capivo. Poi, una fa una
scelta di campo e la segue.”
- “Fiorella. O vai tu, o vado io.”
- “Nikla, e lo ho già detto che se vai tu... ...Non
sapresti neppure dove andare ora. Gli uffici cambiano.”
- “Fiorella, mi hai detto che sotto quella cosa dello
S/G-OS-M hanno tanti programmi o sottospecie differenti?”
- “Ovvio... Prima al Partito, ...beh, lo sai, non è che io sia una che giri per le
questure... ...il Partito ed in Sindacato, che sanno come difendere i
lavoratori ed il regime repubblicano, mi hanno chiamato, a me come tanti
altri... Era ed è nostro dovere... ...Mica facciamo i confidenti, noi... Il
Partito chiede... ...Se ad uno non piace non è che sia obbligatorio stare nel
partito o nel sindacato. Ma se ci stai ci sono delle regole... ...Dicevo...
...Il Partito, che ovviamente è in contatto costante con le istituzione
deputate alla sicurezza collettiva, prima chiedevano liste di chi non fosse
proprio proprio... Perché facevamo le manifestazioni e gli scioperi anti?!
Perché lo vedi subito che, se uno non si schiera come farebbe un qualunque
bravo suddito, allora già comincia ad essere sospetto. Poi stava a noi vedere
che non si schierasse perché non ne capiva nulla, o se non si schierasse perché
era davvero un sospetto-sospetto o più che un sospetto. Per esempio, Roby lo si
vide subito che... Cosa diceva?! Che era meglio studiare la cabala che fare
pagliacciate?! I solidi giudei schifosi che te lo vogliono mettere in quel
posto coi sofismi! Una cosa è se uno non
sciopera contro il terrorismo perché è un ex-carabiniere od un fascio che non
fa scioperi. Lo lo si vedeva subito che quel Roby era uno che sghignazzava, che
diceva che era tutta una pagliacciata, dunque che era contento che noi
cadessimo sotto i colpi del terrore. Dunque, a quei tempi era facile produrre
liste con decine di migliaia di nomi di veri sospetti, di fiancheggiatori e di
chiaramente o probabilmente arruolati. Dopo, quando il terrore è finito, o
quasi, è chiaro che la difesa del regime repubblicano continui. Mica solo il
terrore rischiava di disgregare tutto, tutte nostre conquiste. Ci sono tante
altre categorie. I compagni dei centri tortura e persecuzione dei Carabinieri,
con cui il Partito era ed è restato in stretto contatto e collaborazione,
quando ci chiedono altre liste di nomi ci danno sempre nuove classificazioni di
sospetti da segnalare e seguire, eventualmente da colpire con la riservatezza
ed il segreto dovuti alle attività dello Stato... Non è che possiamo turbare le
persone per bene, quelle se ne stanno tranquille, facendo loro sapere dalla
parte segreta, nell’ombra, del lavoro delle istituzioni che, ovviamente, agisce
per il loro bene...”
- “Oh, Fiorella, si vede che sei una importante al
Partito e che hai esperienza. E come le spieghi bene le cose... ...Ed allora,
se avete tante possibilità, basta mettere Serena su una di queste liste di
soggetti da controllare. Così la controllo io, con la mia mammina. ...E se poi
fosse possibile spingerla verso un convento, qui a Torino. ”
- “Ma sei sicura?! Proprio sicura?! Primo non le
faccio io queste cose, e neppure il Partito. Sono questioni di Stato. Quando
fanno S/G-OS-M cercano di sospingere le persone in qualche direzione,
precludendo le altre. Ci hanno fatto dei seminari dove ce lo hanno spiegato. È
come nella manifestazioni, o nei moti di piazza, o nelle operazioni militari.
Se vuoi che la massa vada in una certa direzione blocchi le altre. Ma non
sempre succede quello vorrebbero. Lo vedi anche con Roby. Gli abbiano chiuso
tutte le direzioni, per quello siamo riusciti. Per cosa? Per spingerlo in
clandestinità. Logico! Sappiamo che è il capo del terrore. Lo spingiamo in
clandestinità. Tanto sanno egualmente dove si trovi. Usano la rilevazione
satellitare che si basa sulle onde cerebrali. ...Ce ne hanno parlato in dei
seminari... Chiaro che non lo facciano con tutti. Solo coi soggetti di loro
interesse. Dunque, sanno dove sia in qualunque momento. Quando decidono lo
vanno prendere ed è rovinato, si spera ben più a lungo della volta prima. Noi
ce la mettiamo tutta. Ed invece lui che fa?! Si licenzia e va a studiare
all’estero. A Serena, se la si mette sotto S/G-OS-M si più fare in modo che non
trovi lavoro, o se lo trova lo perda subito. Si può fare in modo che, se cerchi
di fare dei corsi, delle cose, oltre la laurea che oramai ha preso, succedano
cose strane per cui... Possiamo, vada mai da qualche parte, associazioni,
partiti ed altro, ostruirla o meno... Ma non è la possiamo infilare in un
convento. Se c’entra possiamo intervenire perché la tengano o meno, la
governino in un certo modo. Ma non è che stia a noi... ...Si può sospingere,
cercare di sospingere... Ma se poi se ne va all’estero come Roby, beh possiamo
ostruirla pure all’estero, se abbiamo le autorizzazioni, tagliarle le gambe o
tentare, ma anche lì non è che possiamo obbligarla a rimpatriare né trascinarla
in un convento...”
- “Beh, Fiorella, se voi potete bloccarla nel fare una
vita indipendente... ...sai io ho visto che lei si angoscia e poi mi ubbidisce
quando io mi metto a piangere ed a disperami. Anche la mia mammina le fa sempre
delle scene e spesso lei non riesce a dire di no. ...Anche se ora sta lì a
divertirsi con questo ragazzo e la vedo che ci irride tutti... Oh, che
rabbia... Puttana! Puttana! Oh, il mio fiorellino... Con quel porco che si
vuole solo divertire!!! Che rabbia! Se continua così, io impazzisco!!! No, non
posso. Se impazzisco cosa mi dice la mia mammina?! La mia Serena sarà, in
questo momento, lì che fa l’amore con quello e se la gode, mentre io e la mia
mammina, che ci siamo sacrificate tutta la vita, siamo qui che ci
disperiamo...”
- “Nikla, se proprio volete fare delle porcate,
cercate tramite i genitori di lui...”
- “Ma che porcate e porcate! Sono quei due che se la
spassano, la mia bambina con quel suo ragazzo. Io devo difendere la mia Serena.
Io lo faccio per il suo bene. Ed anche per proteggere la mia mammina che soffre
e mi sgrida! ...Sono già andata a
parlare coi suoi, ma quelli con fanno nulla! Bisogna mandare loro uno del
Centro Torture e Persecuzioni dei Carabinieri e far loro paura!”
- “Insomma la vuoi proprio fare mettere sotto
S/G-OS-M?!”
- “Certo, Fiorella! Se Serena non si riesce a farla
ragionare con le buone, va guidata. Dobbiamo intervenire noi. Se non sono
bastata io, mi dovete aiutare.”
- “Nikla, gli Squadroni della Morte CC-NATO, se sono
disposti, hanno bisogno di un dossier... Che cosa ci si mette?”
- “Ma è chiaro... Una che contatta la Tasinato, poi
che è sempre critica di tutto, che mi si ribella a quel modo, sì che fa l’amore
in continuazione con quel ragazzo, che sfugge alla mia autorità ed a quella
della mia mammina, che ci canzona ora che ha l’innamorato, è proprio una come
suo padre!!! Va fermata! Va fermata!”
- “Nikla, ma non ha mica fatto mai parte di gruppi...”
- “Appunto, Fiorella... ...Perché si sente superiore a
tutti. Sì, è proprio come suo padre, e come suo nonno, e come il bisnonno e
come tutta la famiglia Scaruffi! Giudei schifosi! ...Sai, me lo ha detto il
maggiore della Cernaia. Quelli, sono dei giudei schifosi che si infiltrano...
...Come li chiamate voi, lo ho sentito anche in televisione... ...i lupi
solitari. Ecco, Serena è una lupa solitaria che va controllata. Solo io e la
mia mammina possiamo farlo! ...Ma va fatta rompere con quel suo innamorato. E
ciò, io non sono riuscita a farlo nonostante tutte le mie scenate. Neppure la
mia mammina. Anzi, dovevamo pur fare buon viso a cattivo gioco, lo vedevo che
ci irrideva!, che sennò la perdevo ancora di più!”
- “Va comunque fatto un dossier... Sempre che agli
Squadroni della Morte CC-NATO siano interessati al caso... ...Occorrono delle
dichiarazioni...”
- “Oh, io e la mia mammina siamo già due. Poi ci sono
Franka e Rikkio. Anche Angela e Fausto, di sicuro, che sono sempre disponibili.
Può essere pure qualche d’un altro. ...Poi guarda, io ci penso già giorno e
notte, ché non riesco più a far nulla che pensare alla mia Serena..., puttana!
puttana!..., che fa l’amore con quel porco che si vuole solo divertire... Anche
Franka mi ha detto che si potrebbe fare figurare come una cosa per colpire
Roby... ...Pensa lui, il capo del terrore, con una figlia suora di clausura...
...Lo prende come un affronto... ...Viene qui, fa delle pazzie, ...voi potete
metterlo nei guai, sbatterlo un galera a vita...”
- “Nikla, ti ho già detto che, anche se..., ...non
possiamo noi metterla in nessun convento...”
- “Fiorella, c’è quel Cappelletto con quel suo gruppo,
che si dà da fare con ragazzini e ragazzine... Credo che qualche amica di
Serena sia in contatto, forse pure lei...”
- “Ah, ne ho sentito parlare... ...sì te lo ho anche
già detto... ...anche al partito...”
- “Ma allora sono dei vostri?!”
- “Nikla, sono tutte cose campate un po’ per aria...
Se lo conosci, perché non dici a quel Cappelletto di fare entrare Serena nelle
sue congregazioni... ...È uno che ci si fare... Ha agganci...”
- “Ma allora lo conoscete, Fiorella?!”
- “Nikla, sto solo dicendo che se lui la fa chiudere
in uno dei suoi conventi... o come si chiamano...”
- “Fiorella, finché Serena se la spassa con quel
puttaniere che pensa solo a divertirsi... Siete voi che dovete metterla sotto
S/G-OS-M ed andate a parlare con la famiglia di lui, ...se loro vedono voi si
mettono paura... Schifosi! Lo vedo che quanto li sento non mi considerano. Mi
trattano da povera scema... Se invece andate voi... Se mandate un generale dei
Carabinieri...”
- “Nikla, posso sentire col Partito e, se mi
autorizzano, con gli Squadroni della Morte CC-NATO... ...Se mi dicono di no,
vedremo altre cose... ...Non so...”
- “Fiorella, mi raccomando, devi dirlo che Serena è
una ribelle pericolosa, una lupa solitaria e che così colpiamo anche Roby...
Quello è un demone. Lo viene a sapere. Viene qui a salvarla. E voi potete
finalmente fregarlo!”
- “Vediamo, Nikla...”
Ritorniamo un attimo a quella Tasinato che Serena aveva
ingenuamente contattata, sebbene poi la Tasinato avesse fraternizzato in realtà
con Nikla e suscitato il disgusto di Serena a vedere quelle due pazze
furiose... Non per il valore o disvalore intrinseco della Tasinato che non ne
ha. Bensì per la tipologia. Capìta la Tasinato, si illumina appena di più la
già sufficientemente squinternata Nikla così come altre sporcaccione... oh,
tutte differenti ma così uguali nei cattivi sentimenti e nelle chiorbe vuote,
rimbombanti ed otturate.
Di origini
venete, la Tasinato era una piuttosto disgustosa, di quelle s’insinuano,
s’infilano e fanno il possibile per fregarti se ti percepiscono come
differente, meglio di loro, mentre s’appassionano per la feccia.
Piuttosto bruttocchia, almeno secondo
canoni estetici raffinati, anche quando s’era appena sgonfiata dal grassoccio.
A quei tempi lei era negli anni della scuola media superiore. Poi durante i
processi, finita ragioneria, stava frequentando dei corsi di Basic e Cobol che
faranno la sua fortuna professionale, nel senso che troverà un’occupazione
stabile mentre altri senza programmazione ai riducono a razzolare per lavoretti
provvisori e generici.. Era di quelle che
la dava a tutti (sebbene la volessero pochi), anche quando aveva il
ragazzo, secondo la logica: “Io ci ho guadagnato”, alias “Oggi, ora, me lo sono cuccato. Se me lo fossi fatto scappare
sarebbe stata una cuccata in meno.” Traduzione veneta del pugliese: “Ogni colpo
non battuto è perduto.” Una tipica veneta. Eppoi le bruttocchie, a differenza
delle fiche, non possono permettersi di scegliere. Meglio cuccare quel che
capita ché poi non è sicuro quando se ne rimedierà un altro. Anche col ragazzo
fisso, quando questi non c’era, se uno gliela chiedeva, o comunque glielo
metteva, lei se lo cuccava. Femminista del tipo: facciamo come i maschi così
cucchiamo di più. Il ragazzo le andava in casa nella sua stanza. Padre e madre
stavano in cucina con la televisione a tutto volume e non osavano affacciarsi
nella sua stanza. Una volta che il padre le aveva detto qualcosa, lei lo
picchiò.
Più una è disgustosa, più una è
naturalmente troia. È una legge biologica. Era il caso suo.
Non so come Roby la conobbe... Ah,
no, non la conobbe, in nessun senso. La Tasinato era, con una sua amica, una
fichetta anche se scemotta, di quel gruppo di varie decine che Roby si trovò a
poter salvare dai giochi di guerra Stato-terrorismo (di fatto terrorismo di
parastato come già detto diffusamente all’inizio). Lei, con la sua amica
fichetta, non fu di quelli, forse alcune decine, che Roby forse salvò, salvò da
una galera senza senso. La Tasinato era una che aveva bisogno di rimestare e di
rimestare nel peggio ci fosse sul mercato. Era un modo per sentirsi superiore.
“Vado dove c’è il pericolo. Dunque sono superiore agli altri.” Poteva andare ad
una scuola di paracadutismo. No, quelli li aveva attorno. E poi erano tutti
tipi alcool, fumo e pistole. Lei li vedeva e si diceva che le montavano addosso
e le davano del cazzo. No, non poteva resistere loro.
Un giorno, disse a Roby: “Ho preso
degli impegni.” Siccome razzolava con quelli che apparivano di area PL, e
siccome la sua amica fichetta era sempre con lei, era chiaro che sia lei che la
sua amica era entrate in quell’area. Non c’era l’obbligo di denuncia. Ma anche
ci fosse stato, Roby non era il tipo. Lei andava a scuola per cui che si fosse
impegnata con quelli poteva essere qualunque cosa, anche nulla. No, beh, quelli
dovevano inguaiarti. Faceva parte dei rituali dei giochi di guerra.
Le infognarono come da procedura
corrente in quei tempi. ...Rapine facili, credo, in 40... 4 o 5 che la fanno.
Poi le auto di appoggio. Poi quelli che assistono in immaginifiche fughe. Per
cui, dopo pochi metri o decine di metri, si camuffano in coppie che passeggiano
e/o limoneggiano. Ed ecco che, una cosa da fare in due, diviene una grande
operazione ‘militare’. Lei e l’amica erano di quelle che servivano per
trasformare gli assaltatori in coppie in transito casuale. Sufficiente perché
quando uno dei grandi eroici “militanti rivoluzionari” si fosse pentito e se la
fosse cantata, si fossero trovate tutte e due con l’accusa di rapina e di banda
armata. L’amica fichetta aveva pure trovato il ragazzo in uno di questi grandi
combattenti subito pentitosi. La Tasinato continuava a farsi chiavare quando
trovava e lì si limitava a fare la finta femmina della coppia per permettere al
grande combattente di defilarsi dopo una ‘grande’ operazioni militare.
E furono pure fortunate. Perché, se
le avessero usate come mascheratura dopo aver tirato giù qualcuno, si sarebbero
trovate con accuse da ergastolo, visto che se partecipi ad un reato non c’è
differenza tra chi spari e chi partecipi all’operazione sapendo a che cosa
partecipi. Poi, di quei tempi, non è che i giudici andassero tanto per il
sottile. Chi voleva tirarsene fuori doveva darsi da fare di lingua, e dire pure
quel che la sbirreria ed i militari volevano sentirsi dire.
Certo, le due pischelle se la cantarono sul momento, anche se avevano
poco da dire. E poi ritrattavano. Di quei tempi era considerata valida la
confessione ma nulla la ritrattazione successiva. Mode dei tempi... Invece, per
i loro compagnuzzi, la ritrattazione in qualche modo redimeva se, dopo avere
ritrattato, ti rimettevi a disposizione dell’organizzazione.
L’amica fichetta era in depressione perché il grande combattente di cui
s’era innamorata se l’era cantata appena preso ed aveva pure scoperto che se la
faceva con un’altra. In stato confusionale, aveva ammesso tutto, tutto quello
le avevano chiesto, per poi ritrattare e per poi, quando PL aveva abbracciato
in massa la dissociazione, riammettere di nuovo.
La Tasinato aveva subito cominciato ad eccitarsi per i maschioni della
Digos l’avevano prelevata. Pensava a come, in altre circostanze, avrebbe magari
potuto cuccarsi, fortunate circostanze permettendolo, tutti quei giovani e
robusti cazzi. Quando il commissario, forse sui quarant’anni, le si era fatto
sotto cercando di blandirla, perché lei se la cantasse, dicendole, fingendo,
che lui era una persona che leggeva, lei non pensava ad altro che come dovesse
essere il suo cazzo che se la montava.
Quando le chiesero di Roby, lei, che continuava ad avere la testa ed i
sensi turbati dalla visione di quei cazzi dei giovani e meno giovani della
Digos, aveva tentato di sedurre procuratore, o altro magistrato, la interrogava
e quel commissario da cui sognava d’essere fatta, dichiarando:
- “Ma certo che lo conosco! Mi portava sempre, con altri, a sparare con
degli RPG sui monti attorno a Torino.”
- “Signorina, non abbiamo notizie di RPG...”
- “Ah, mi scusi dottore... ...Facciamo dei FAL o quello a voi possa
andare meglio...”
Non infierirono. Doveva essere tardi e non avevano tempo. Non è come al
cinema. La moglie o la ragazza li aspetta. È l’ora dei pasti. Hanno una
commissione da fare. C’è il serial in TV. “Oh. Dobbiamo andare a casa dai
parenti...” No, non è come al cinema dove non mangino e non dormano perché il
dovere... Nessuno le aveva creduto. Ma, vedendola cosi in fervore, avevano
diligentemente registrato la confessione anche su quell’aspetto di nessuna
rilevanza (non avendo trovato tali armi del resto abbastanza tracciabili e che
non è che si trovino da qualche balordo di Porta Palazzo) e gliela avevano
fatta firmare. Poi lei aveva ritrattato e, sul punto, aveva detto di non avere
mai conosciuto il Roby.
Aveva poi scritto a Roby, detenuto da qualche altra parte, dicendogli
che aveva letto una rivista che lui pubblicava (solo qualche numero, e cose
teoriche del tutto criptiche e senza senso, come era moda dei tempi – c’era chi
scriveva para-manuali di guerriglia mentre, al contrario, il Roby rimestava su
fumisteria cabalistiche) e che le interessava una corrispondenza con lui. Dato
che tutti si scrivevano e che la corrispondenza con la Tasinato non sembrava
una cosa potesse danneggiare nessuno, si scrissero forse alcune volte su cose
senza senso come era la moda dei tempi, fino a che non si incontrarono al
processone. Beh anche lì c’era chi si scrivesse sul presente e sul futuro
dell’insurrezione. Roby non aveva interesse a quelle cose. Per cui avrà
scambiato quattro convenevoli con quella Tasinato.
Poi il processo. Sì, un processone, un maxi-processo, di quelle cose
dove talvolta ammucchiavano varie decine di persone, 50-100, senza preoccuparsi
che, dal punto di vista processuale, vi siano gruppi differenti e senza alcuna
connessione, e pure senza gruppi, gente messa lì per assonanza od anche senza
alcuna assonanza. Forse avrebbero più avuto senso piccoli processi e, per
taluni (tra cui il Roby stesso), nessun processo dato che erano cose del tutto
fantasiose e montate, e comunque giudizialmente senza una vera base, sebbene in
quei tempi fosse facile far condannare persone anche su nulla, nulla dal punto
di vista giuridico-giudiziario. Quel maxi-processo in cui si trovò Roby era
tutto stato fatto sulla base del “da cosa nasce cosa”, per cui ne metti tanti
assieme, interroghi tutti su tutti, e sulla base di confessioni ora sincere ora
interessate o montate può essere facile infognare anche chi sia del tutto
estraneo a quei giri. Roby aveva già allora qualche conoscenza storica, seppur
solo successivamente raffinerà la materia ed una sua più realistica filosofia
della storia. Ma, sebbene allora fosse ancora acerbo nel campo, purtuttavia
Roby non era di quelli credessero che tiravi giù qualcuno e si aprisse chissà
quale dinamica. Invece, quanti altri, anche a livello istituzionale, credevano
nella teoria della disarticolazione! Sarà che Roby era scettico. Se tiri giù
uno, disarticoli quello e chi gli sia prossimo, eventualmente. Ma non si
disarticola il mondo, neppure un po’. Invece sia quelli che quelli dalla parte
dello Stato vedevano disarticolazioni dappertutto. ...Segno dei tempi...
...Invero, il popolino se la è sempre bevuta nei millenni. Roby era già
predisposto alla teoria, e pratica, dell’auto-organizzazione di sistemi caotici
che incontrerà più tardi. Il mondo, anche delle istituzioni, funziona proprio a
quel modo, come concettualizzazione generale.
Quelli come la Tasinato, che non capivano un cacchio, lo facevano pure
vedere, e cercavano solo scuse per le proprie ‘pulsioni’, si basavano sulla
“teoria della contraddizione”. Ah, potete anche fare ricerche filosofiche sulla
“teoria della contraddizione”, una baggianata para-maoista... In pratica, vi
dicono che tutto è contraddizione e tutto è relativo. Aggiungono che si
deve trovare la “contraddizione
principale”. Infine, in pratica, chi possa e vi possa imporre quale la
“contraddizione principale” sia, e cosa fare e farsene, ha ‘ragione’ Ecco, era
una truffa e pure di tutto inutile, per quanto il pidocchio medio, ‘comandante’
od esecutore, si ammanti sempre di qualche ‘religione’ alias di qualche
giustificazione di supporto.
Roby, conosciuti i ‘grandi’ combattenti reclusi, si era confermato che
anche il materiale soggettivo che avrebbe dovuto innescare, nell’illusione di
alcuni protagonisti e capi, chissaccosa, era quel che era. Soldataglia,
obiettivamente. Anche persone eccellenti, come in tutti gli ambienti, da vari
punti di vista, forse taluni. Ma, in gran parte soldataglia. ...Giovinastri che
dicevano che avevano avuto pulsioni, che si erano trovati... Appunto, dinamiche
di gruppo, mode, ...mode create da media che non erano sorti e non erano stati
fatti nascere e finanziati per caso. Anche uno che sfasci un locale od ammazzi
qualcuno di testa sua aveva ‘pulsioni’. Figuratevi quelli che si pretendevano
combattenti di guerre di liberazione [ve ne erano taluni che si mettevano tutti
armati in piazzali, si dicevano che se fosse apparsa un’auto militare o di
polizie avrebbero aperto il fuoco, stavano lì chessò mezz’ora, e poi andavano a
raccontare ai loro compagnuzzi che aveva liberato il tale territorio per il
tempo loro erano stati lì] che poi, ...i più sinceri..., sbottavano che avevano
avuto pulsioni... Vai a spaccare legna se hai pulsioni! ...Masse di manovra che
ora erano state smassate e sbattute dentro. Reazione identitaria, per chi non
era crollato subito. ...E poi erano crollati in gruppo, in massa, chi
vergognandosene di più e chi di meno. Appunto, dinamiche di gruppo che seguono
tendenze, mode.
Non solo per formazione cabalistica, ma anche per studi storici, pur
ancora acerbi allora, Roby non solo restava del tutto indifferente, ed anzi
repulso, rispetto a chi vantava che ormai si fosse in una situazione di
guerriglia, cosa che non era, ...e poi anche fosse stato, Roby proprio non
vedeva sviluppi ‘storici’ nella cosa, bensì vedeva solo dei polli che si erano
incamminato su strade che non portavano a nulla. Roby vedeva l’elemento
ribellione [“le pulsioni”], per quanto del tutto minoritaria e da dinamiche di
gruppo, di piccoli gruppi, esasperate, ma non vedeva come tutto ciò potesse
portare da qualche parte. I suoi interessi erano
spiritual-esoterico-cabalistici. Lì, si era trovato e fatto trovare per
salvare, anche se non aveva senso salvare nessuno, forse qualche decina di
persone piuttosto giovani. ...Un caso... Ma da lì al farsi coinvolgere in uno
dei due gruppi maggiori od in altri o di crearsene di suoi... Anche avesse mai
creato un gruppo suo, ma già aveva le sue attività cabalistiche-Chai [חַי], e non gliene fregava nulla
di politica, alta o bassa che fosse, poteva creare un club di studio, non
credendo in lotte armate e neppure, invero, in lotte disarmate. Invero neppure
creare gruppi di studio ha senso. Perché uno dovrebbe?! Si studia meglio da
soli. Certo, a volte, tanti si trovano a fare ed a lottare, o si dicono che
fanno e lottano. Ma che senso filosofico o pratico o etico o altro ha
organizzare entità per lottare. Lottare perché, per cosa e, soprattutto, perché
lottare con altri quando i singoli sono differenti e le finte omogeneizzazioni
‘della politica’ non abbiano mai omogeneizzato nessuno. E, poi, che senso ha
omogeneizzare persone? Che senso ha inventarsi e praticare lotte? A volte la
realtà è già così complicata che non ha alcun senso creare e creasi altre,
ulteriori, complicazioni. Semmai si dovrebbe, potendo, semplificare. Le lotte
creano solo contrapposizioni e complicazioni. Se ne creano già abbastanza,
troppe, con l’agire od anche col far nulla individuale... Se i poteri e gli
Stati sono entità opprimenti, le lotte li rendono ancora di più tali... Non
importa. Facciamo per dire. Non dobbiamo convincere nessuno. Roby percepiva la
realtà a quel modo già allora. ...Che è magari una visione ancora più
nichilista di chi avrebbe voluto distruggere tutto o di chi cosi diceva.
Distruggere perché? Il male sarebbe da distruggere, ma non è affatto detto che
per farlo scomparire di debba andare all’assalto di esso... “Ed allora?”, si
potrebbe chiedere. Ed allora, nulla! Li avete mai visti quelli si dicono di
lottare?! Ognuno si chiede: “Quanto si guadagno.” A seconda di quanto
suppongano guadagnaci, abbracciano o si inventano ideologie, in realtà solo
false coscienze per occultare ed occultarsi quella domanda immanente su quanto
ne guadagnino. Roby pensava e percepiva
queste cose abbiamo cercato qui di sintetizzare disordinatamente.
Non a caso, nessuno capiva come Roby la pensasse davvero. Chi diceva
che non era serio e scherzava, chi gli dava del serissimo, chi del buffone, chi
lo associava ad uno od all’altro dei gruppi maggiori, chi semplicemente evitava
magari comprendendo che v’era qualche mistero, mistero che poi non era altro
che estraneità a tutte quelle baggianate ed anche a chi fingeva di reprimere
tutte quelle baggianate. Lo Stato, uno Stato sottosviluppista e
maniaco-delinquenziale ‘androettian-belingueriano’ li aveva creati per
combatterli, ed ecco che lo stesso Stato li aveva creati per combatterli ora si
combatteva le sue creature create per combatterle. Follia pura, e pure peggio.
Ma tale era la realtà. E tale continua ad essere, mutatis mutandis. Roby non sapeva se la Tasinato si mutasse le
mutande, non avendola mai ‘controllata’ in quell’area... Ma l’importante è
capirsi.
Usciti, la Tasinato era di quelle che cercava tutti. Una fa l’infame e
poi deve redimersi continuando a fare l’infame. Un po’ era alla ricerca
permanente di cazzo, sebbene non lo facesse in modo appariscente. Non era di
quelle che ti vengano sotto con aria da chi ti si offra. Era, diciamo, una
presenzialista, di quella che cercano di essere sempre in giro perché se a uno
gli gira e si fa sotto lei era una di quelle che ci stavano con tutti. Aveva un
ragazzo, un tipo dall’aria qualunque, uscito chissà da dove, che gli andava a
casa ed con cui scopava nella sua stanza mentre i genitori ascoltavano la TV a
tutto volume in cucina per non sentire e con la convenzione che non si
avventurassero per nessun motivo nella sua stanza. Un po’ era restata nella
post PL, o come si era chiamata ultimamente, ora disarmata e dunque come rete
informale. Del resto, pure prima, non è che fosse una cosa molto formale, anche
se cercavano di imitare le BR o quello pensavano le BR fossero. Le stesse BR
erano clan federati con tanti livelli e reti, che scimmiottavano quello pensavano
una struttura militarista dovesse essere, molto più infiltrabili ed infiltrati,
oltre che assolutamente etero-dirigibili ed etero-diretti, di quello ne
scrivessero e dicessero i media, media diretti dalla Polizie Segrete CC, e che
loro divoravano per sapere come fossero viste, ... in realtà come i CC volevano
fossero.
Come la mafie, su cui scribacchini variamente al soldo e manipolati
dalle Polizie Segrete CC inventano storie secolari, supposti radicamenti
etnico-sociali, tradizioni ancestrali. Tutte balle. Tutto marketing per chi se
le bevesse. In realtà, sono create a tavolino e poi loro vanno a leggersi
quello che dovrebbero essere dal punto di vista favolettistico. Ed usano le
favolette come giustificazione etica, come falsa coscienza che le assolva, un
po’, da cose di cui loro stesse si vergognano. ...Eguale il terrorista, o come
preferisse chiamarsi, che correva a leggersi “quel che dicono di noi.” A volte
chiedevano ai parenti in visita, al ‘colloquio’, che se ne dicesse di loro per
strada, nei mercati. ...Lo avevano visto nei film... Che se ne diceva? Nulla. A
queste negazioni incredule dei parenti stupiti di sentirsi porre tali domande,
eccoli che restavano come delusi, visto che tutto era funzione del che se ne
parlasse. Certo, ben se ne parlava sui media, che in questo modo alimentavano
il fenomeno come voluto dalle Polizie Segrete CC e da chi le comandava a
livello istituzionale. Ma per strada non è che... Ah, certo, a volte si
sentivano persone commentare, ma negativamente in situazioni appena rilassate,
o in conversazioni in treno o tra frotte di impiegati in transito. Raramente,
comunque. La massa della gente, sanamente, preferisce non commentare nulla,
neppure pensare nulla e, se pensa qualcosa, non lo dice. Certo, può capitare
qualcuno che, trascinato da una notizia alla radio od alla TV, o dalla lettura
di un giornale, si lanci in un qualche commento. Ma erano sempre negativi,
naturalmente. Gli scemi stanno sempre a dire quel che pensano. Perché scemi?
Perché non serve a nulla. Chi scrive qui è uno scemo ovviamente. Altrimenti non
scriverebbe.
Insomma, la Tasinato era restata del giro, quei giri post-, del tutto
informali, in genere. Logiche di gruppo e gruppetto, pur dopo la catastrofe
loro, come ne esistono dappertutto siano ‘politici’ o ‘comuni’. Normali logiche
mafiose. Intanto, finita ragioneria, aveva il problema di trovarsi un lavoro.
Aveva frequentato dei corsi per disoccupati. Aveva studiato il Cobol. Era
finita in un’azienda di programmazione e sevizi informatici, e lì era restata per
una normale carriera su database. Lavorava tra Torino e Milano. Appena la
Polizia Segreta CC aveva saputo che lavorava, aveva allertato l’azienda perché
la mobbizzasse e licenziasse, pur senza insistere troppo. Qualcuno si era
frapposto, non avendo lo stomaco per fare quelle cose. Era solo un modo per
ricattarla meglio. Ma lei non era davvero nel mirino di nessuno, per cui la
Polizia Segreta CC aveva solo voluto vedere come reagiva ed intimidirla per usi
ulteriori.
Era una delle mode del periodo, la seconda metà degli anni ’80. Quelli
che uscivano, dopo un po’ di detenzione, più erano infami di varie gradazioni,
più si agitavano. Taluni, prima associati, erano ora dissociati, oppure erano
semplicemente comuni che si erano inventati verniciate politiche, oppure se
l’erano cantata variamente, a volte erano pure clandestini che se l’erano
cantata (a volte sotto tortura, o con CC normali con l’ordine di ammazzarli e
CC delle Polizie Segrete con l’ordine di farli solo cantare, per cui se il CC
normale non riusciva a premere il grilletto... ...è successo...), ed eccoli che
fuori dovevano continuare dopo avere ritrattato le cantate sotto tortura o
volontarie. Si sentivano come investiti di una missione ed ora, col ‘prestigio’
della galera..., ...infami di varie gradazione che si sentivano ora dotati di
un’autorità morale perché erano passati attraverso la galera... La Tasinato era
una di queste. Per cui andava le scuole
a ‘spiegare’. “Noi qui, noi lì...” Quando era andata allo scientifico dove
studiava Serena [siamo nella seconda metà degli anni ‘80, forse più verso la
fine], ecco che la stessa si era incuriosita a sentire questa Tasinato che era
stata chiamata a parlare agli studenti come stesse portando una qualche grande
verità storica sul recente passato. Del resto gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO, che mandavano in giro le
Tasinato [altrimenti non esiste che già terroristi vengano ammessi in scuole a
parlare in assemblee con gli studenti], pur dietro la copertura di comitati
studenteschi [dove vi siano organizzazioni vi è, di solito, il controllo degli
Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO], intendevano proprio, con tali
iniziative, sia reclutare nuove leve sempre utili che vedere chi fosse
sensibile a quei discorsi di reduci. Serena aveva fatto avere un bigliettino
dicendole che voleva parlarle e dandone il numero di telefono di casa.
Ovviamente, Nikla che fruga sempre in tutto quello possa avere e fare Serena...
In effetti, quando la Tasinato e Serena entrarono in
contatto, il vero amore scoccò tra la Tasinato e la Scattozza. Serena, vedendole, ne fu presto
schifata. Invece, la Tasinato e la Scattozza:
Ti posso garantire che è il capo del terrore. Ma
sembra si interessi solo di finire l’università, di termodinamica e di computer.
Finge. Davvero?! Ma certo, noi lo sappiamo. Ah, ma allora non si fida di me e
mi gioca. Certo, è un demonio. Schifoso, e io che andavo lì e speravo almeno di
cuccare. Oh, quello è un porco ma solo con chi piace a lui. Ma allora mi
raggirava?! Va distrutto, va distrutto. Sì, certo, allora va proprio distrutto.
E, poi, tra donne ci dobbiamo sostenere. Certo, che ci dobbiamo sempre
sostenere!
Riandiamo a...
La Allakka era un po’ frastornata dal quella richiesta
di Nikla di far sottoporre Serena a State/Government-Organized
Stalking-Mobbing. Non voleva mettersi in qualcosa la discreditasse. D’altro
canto, si era detta che poteva essere un modo per colpire Roby. Era vero che
Nikla, sempre più fuori di testa e sempre più montata anche dalla madre Mina
Scattozza, aveva impedito a Roby e Serena di vedersi allora da circa una decina
d’anni. Una volta Nikla aveva mandato
Franka da Roby a dirgli che gliela faceva vedere ancora solo “se non gli
parlava male di lei [lei Nikla]”. Nikla era del tutto malata, una totale
dementia tremens! Si immaginava sempre che tutti “parlassero male di lei”.
Bastava vederla e sentiva, si parlava male da sola! Anche di Franka si è già
detto. Roby si rifiutò di discutere e di trattare con dementi furiose e
delinquenti. Meglio esser presenti con l’assenza che entrare in interazione
diretta con delle delinquenti e pazze furiose quali Nikla-Mina. Stava a Serena
se volesse restare sottomessa a botte e pianti di Nikla, Nikla che poi riusci a
farla sequestrare e segregare da... Sta a noi andarcene o meno. Quelli che
“pensano al bene dell’altro” sono malati e marci. È il singolo che decide se
farsi schiavizzare o meno, e, poi se continuare ad essere schiavizzato o meno.
Inutile crearsi agitazioni paranoiche soprattutto se non se ne abbia la propensione.
Nikla, montata pure dalla madre Mina, si era detta che
poteva, allora, forse, con le debite ‘garanzie’, ‘concedere’ a Roby di far
vedere Serena solo in sua presenza e con telefonate pure lei potesse ascoltare.
Nikla intimidiva Serena sia con le botte che con continui pianti. Serena, di
indole buona, si vedeva questa che piagnucolava ad ogni piè sospinto. Serena
aveva di Nikla un senso di pena. Per la Mina, la madre di Nikla, Serena aveva
un senso di schifato sgomento. Se lo negava, a livello razionale, per innata
bontà. Mentre a livello subliminale lo percepiva appieno. La vedeva che si
faceva falsa mielosa e lo si vedeva che era affettata, non naturale. Quando
iniziava con i fraseggi ossesso-paranoici, lo si vedeva che delirava. Cercava
di giustificarsi che non facesse mai regali a nessuno, perché lei, diceva: “Ho
tanti cui devo pensare, per cui devo provvedere a tutti!”. ‘Provvedeva’ nel
senso che era pervasa da ossessioni paranoiche su tutto e su tutti: “Per il
loro bene... Io devo pensare a quello che è giusto per loro.” Quando in casa, a
Migliarina, restò sola perché se ne erano tutti andati, disse alla nipote
Miriam, cioè ai Dalessandro di sbatterla fuori di casa così da potersi
presentare dai Borrini e dalla propria [di Mina] figlia maggiore, e moglie di
lui, Rita. Si presentò lì... Che facevano, la lasciavano per strada? Lo
Sborrini, già nevrotico di suo, urlava contro la figlia Sara che, pensando
morbosa solo al cazzo pur giovanissima, voleva farsi i fatti suoi e cuccare in
libertà. Lo Sborrini era furioso e le faceva continue sfuriate sbraitando che
dio e la chiesa non avrebbero approvato e che, se si fosse risaputo, ed
inevitabilmente si sarebbe risaputo in una piccola città, avrebbe pure rovinato
la sua brillante carriera di chierichetto catto-comunista. Allora si
intrometteva pure Mina ad urlare. Lo Sborrini dovette sbatterla fuori di casa e
mandarla in un appartamentino sotto, nella casa già dei genitori dello Sborrini
stesso. Lei era sempre egualmente da loro a mettere in continuazioni lingua nei
fatti loro, ma almeno andava a dormine in un posto differente, al piano di
sotto. Poi, quando lo Sborrini, che a spacciare medicine inutili e dannose
guadagnava piuttosto bene, comprò un attico in una palazzina nuova a poche
decine di metri di distanza, la lasciò nella casa vecchia anche se Mina era
ovviamente sempre a casa dello Sborrini e di Rita, con lo Sborrini cui fumava
la testa quadra ogni volta che la vedeva. Allora lo Sborrini fuggiva
andandosene alla Acli, in parrocchia e nella rete dei compagnuzzi di strada del
PCI (in fondo, seguiva le propensioni del padre operaio all’Arsenale: “Meglio
stare coi preti ma facendo vedere al PCI che sotto-sotto si è dal lato loro!”).
Mina aveva la missione esistenziale di cercare di rovinare la vita a tutti
quelli avesse incrociato. Rimuginava, delirava e si sentiva un pontefice.
Quando è finalmente crepata ha dichiarato pomposa sia al prete confessore che
ai familiari: “Nella mia infinita bontà, perdono tutti quelli che mi hanno
fatto del male!” Se le creava nella testa vuota malata...
La Allakka disse agli Squadroni della Morte del
Partito-sindacato che... ...sì, che c’era un caso un po’... ...non proprio
chiaro-chiaro... ...che poteva anche essere la prosecuzione di un altro che
invece... ...eh, dove avevano a che fare col capo dei capi del terrore sebbene
questo grande capo poi non sembrava star terrorizzando nessuno ne capeggiare
nulla, sul momento. Gli Squadroni della Morte del Partito-sindacato sapevano
che, in fondo, agli Squadroni della Morte CC-NATO, più casi potessero montare
meglio fosse per loro. Lo abbiamo già detto: se un ufficio resta senza lavoro
chiude. Se ad un centro tortura non mandi ‘materiale’ da torturare cosa ci sta
mai a fare! Per cui dissero alla Allakka che la cosa migliore era che ne
parlasse lei stessa con gli Squadroni della Morte CC-NATO, visto che era già in
contatto e che si poteva trattare della prosecuzione di un caso che lei stessa
stava seguendo.
La Allakka andò dal suo solito maggiore di contatto,
agli Squadroni della Morte CC-NATO:
- “Maggiore... era incerta se... Al Partito mi hanno
detto che era meglio sentire direttamente con lei...”
- “...Sentiamo...”
- “È che è una cosa forse un po’ campata in aria...
...Si ricorda quella Nikla, quella del caso Roby, quella un può fuori... È lei
che mi ha cercata...”
- “Non si preoccupi, signorina. Noi sui fuori di testa
prosperiamo. Lo Stato repubblicano si difende proprio facendo leva sugli
istinti più bassi di coloro possiamo usare per puntellarlo e stabilizzarlo. La
nostra è una battaglia epica perché il disordine non prevalga! Con lei, che è
matura e responsabile, possiamo sempre parlare di tutto senza problemi.”
- “Vediamo, maggiore... La Scattozza è angustiata
dalla figlia che le sta sfuggendo. Nulla di grave. Ma lei è furiosa perché,
oramai finita l’università, ha avuto il
primo ed unico ragazzo della sua vita ed i due stanno veramente bene assieme.
Per sui Serena, questo è il nome della stessa, della nostra ‘candidata’, sta pure
pensando di andarsene a vivere con lui. Nikla (ma ci sarebbero anche altri, un
po’ tutti quelli contro Roby, sembra) vorrebbe uno S/G-OS-M in modo che Serena
non trovi lavoro etc. ...e rompa pure subito col ragazzo, se noi potessimo
intervenire in modo piuttosto netto sulla famiglia dello stesso. Pressioni
della Nikla stessa non li hanno grandemente impressionati sebbene lei abbia
detto loro di Roby, anche gonfiando e drammatizzando la cosa. Risolta la
questione del ragazzo, la Scattozza vorrebbe sospingere Serena verso qualche
forma di dipendenza permanente del tipo che si chiuda in convento. Io glielo ho
detto che una cosa è lo S/G-OS-M, ma poi non è che il bersaglio se ne vada
necessariamente dove si vorrebbe. C’è da dire che Serena, spirito
intellettualmente indipendente ed anche un po’ ribelle, è in realtà pervasa, da
quel che me ne sono fatta idea io, da una forte tensione etica... ...Sa, di quelle anime inquiete che
vorrebbero dedicarsi al prossimo per cui..., ...magari non proprio in un
convento di clausura..., però non si può escludere che un po’ per caso, un po’
sospinta non possa approdare a qualche congregazione o setta che la ingabbi. Ci
sarebbe pure da dire che tutto ciò potrebbe essere strettamente connesso al
caso Roby ed alla famiglia Scaruffi. Anche se Nikla la ricatta con botte e con
continui pianti, Serena, nell’animo, ha lo spirito di quei giudei, banchieri,
commercianti, a-fascisti, a-comunisti, a-democristi, a-tutto, di quelli che
pensano di loro e non hanno propensioni gregarie. Invece sulla gregarietà si
fonda il nostro Stato repubblicano. Se non siano disciplinati ed obbedienti,
dove vanno a finire tutte le nostre libertà?! Chissà che impedirle una vita
normale, e vedere se Nikla riesca a sospingerla davvero verso una qualche setta
o ordine, non possa magari smuovere Roby a fare qualche colpo di testa per
salvarla, o perché se ne senta toccato, offeso, da questa cosa, e magari noi si
possa finalmente infognarlo per sempre...”
- “...Ecco..., signorina... Ho inserito i dati, i vari
elementi, nel nostro software... No, mi dica, anche il risultato non cambia
magari... ...Questa Serena ha già qualche connessione con parrocchie, sette,
ordini... ...oppure è di quelle, ...come dire?!, ...di quelle refrattarie a
circuiti religiosi?”
- “No, maggiore, non è il tipo atea o atea militante.
Anzi, pur col suo solito spirito indipendente non ha mostrato ostilità per
ambienti religiosi, né per formalità religiose. Nikla accennava pure che ci
sarebbero, molto militanti, sia nelle scuole che nell’area loro, quelli di
padre Cappelletto.”
- “Ah, Cappelleto, quell’ebreo gesuita, che si è messo
in proprio e si è inventato I Ricostruttori! Quello è una macchinetta
per fare soldi. È anche un fottuto maialone che recluta ragazzetti e
ragazzette, fa sottoscrivere loro come dei voti para-religiosi, e li fa
lavorare gratis, in nero, nei suoi affari immobiliari. Ha la sua reggia qui
vicino, dall’altra parte della strada, a pochi metri da noi! Che fottuto...
Siamo in ottimi rapporti! Ci siamo intesi subito con quel giudeo...”
- “Un ebreo, maggiore?!”
- “Non lo dica a nessuno. Quello è amico nostro. Ma
uno che si chiama Cappelletto... È comunque nei gesuiti e poi si è creato la
sua congregazione personale. Uno che ci sa fare! ...Quella ragazzina, Serena,
che studi sta finendo or ha finito?”
- “Architettura...”
- “Oh, se il Cappelletto la accalappiasse mai, è uno
che è sempre ad incamerare e ristrutturare immobili, casolari, terre...
...Dunque il software concorda con quello pensavo io. Guardi, a noi non
interessa che... Quando quelli prossimi scaricano una, noi non abbiamo problemi
ad inserirla nello S/G-OS-M. Più abbiamo una bella rete di bersagli, meglio
difendiamo l’ordine, che è quello i nostri governanti vogliono. Poi la Serena
ha ottime referenze. ...Una Scaruffi... Potrebbe pure esserci utile per quell’altro
che ci sfugge. Lei non dica nulla di sicuro alla Nikla. Ci occorre pur sempre
il decreto del governo. Se volete andare avanti, mi fate avere la lista dei
prossimi che dicano che è una irresponsabile e che va fermata, ostruita, ben
controllata. Quando sono sicuri, o ci contattano o li contattiamo. Se con
qualcuno della lista non abbiamo già rapporti diretti o quasi, possiamo
supplire con intercettazioni telefoniche. Mi dà la lista di quelli con cui
siamo in contatto e che appoggiano questa nuova operazione. E la lista di altri
cui provvediamo con intercettazioni. Per questi ultimi, basta che Nikla li
faccia parlare al telefono di questa faccenda dopo che abbiamo ricevuto la
lista. Più a lungo e più netti sono su questa cosa, meglio è. Basta un piccolo
dossier e... ...Se va tutto bene, lo sottoponiamo al governo e... ...Poi vi
facciamo sapere quando parte lo S/G-OS-M anche perché, ovviamente, ci saranno
delle cose da fare...”
- “Nikla, ho parlato con Squadroni della Morte
CC-NATO... ...sei davvero sicura di voler continuare in questa cosa...”
- “Ecco, Fiorella, anche voi mi abbandonate... ...Sono
una povera mamma sola, ...io e la mia mammina...”
- “Nessuno ti abbandona... ...È solo che ti devi ben
rendere conto...”
- “Fammi capire, Fiorella...”
- “Guarda, sono cose molto delicate,
Nikla...”
- “Meno male che ci sei tu,
Fiorella...”
- “No, no, io sono una povera
funzionaria INPS. È solo che il partito... il sindacato... Figurati a me che mi
interesserebbe...”
- “Ti hanno detto che non si può?! Cosa faccio io
ora?!”
- “Non è questo Nikla, si deve fare il dossier...
...Fatto il dossier, vedono di ottenere il decreto...”
- “Allora siamo a posto!”
- “Non possiamo sapere... Ti chiedo solo se sei ben
sicura di voler andare avanti. Sai, in queste cose, è più facile classificare il soggetto che poi
declassificarlo... Una volta che Serena ha il flag per lo S/G-OS-M, non è che
il giorno dopo, o dopo un mese, o dopo un anno, si va lì si dice che ci siamo
sbagliati e loro lo tolgono. Loro vanno poi avanti comunque. Sei sicura che
vuoi Serena per sempre sotto tiro e cui le seghino le gambe qualunque cosa
faccia o tenti di fare?! ”
- “Fiorella, io sono qui che mi riempio di calmanti e
non serve a nulla. Anche la mammina mia lo so che soffre. Già soffre che Sara
la dà a tutti. Ma Serena, qui, è colpa mia... Puttana! Puttana! Io me lo sento
che anche ora, in questo momento, lei è da qualche parte che se gode con quel
puttaniere che si vuole solo divertire, che se la fa e se la rifà ancora.
...Mentre tutti soffriamo. Per suo bene, dobbiamo bloccarla. O si sottomette, o
la ammazzo! La ammazzo! No, neppure posso che la mia mammina poi soffre, se io
finisco in prigione. Va bloccata! Va fatta bloccare! ...Certo che va fatta
mettere sotto S/G-OS-M! Ci dovete aiutare! Serena è una ribelle come suo padre,
il capo del terrore! Noi la blocchiamo, la controllo io, e tutti siamo più
sicuri!”
- “Nikla, occorre il dossier con dichiarazioni
credibili...”
- “Io dichiaro, dichiaro tutto. Se ero credibile
contro Roby sono credibile anche ora...”
- “Nikla, occorre dire e dichiarare che è una ribelle,
che è pericolosa, che va bloccata e che si lascia mano libera agli Squadroni
della Morte CC-NATO per lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing.
Ovviamente, poi, cooperate ancora, se occorre. Tu soprattutto ché sei la
prima responsabile del controllo.”
- “Certo! Certo! Serena è mia e solo mia, basta che mi
aiutino a liberarla da quel ragazzo!”
- “Nikla, ci sono delle cose pratiche da fare subito.
Ci sono delle dichiarazioni fa fare, a voce, a degli ufficiali dei Carabinieri,
che è pericolosa e voi volete che i Carabinieri la blocchino con lo S/G-OS-M .”
- “Fiorella, io la faccio subito. Dimmi dove andare?”
- “Nikla, ti telefona l’ufficiale del Centro Torture e
Persecuzioni. Bisogna che fai una lista di chi possano contattare, oltre te,
per la stessa dichiarazione. Quelli con cui sono già in contatto, li contattano
loro. Quelli con cui loro non siano in contatto diretto, si fa in un altro
modo.”
- “Dunque, Fiorella, ...Franka e Rikkio... ...Anche
Angela e Fausto...”
- “Va bene, Nikla.
Questi sono da una parte sola. Occorrono anche quelli da parte tua.
Altrimenti poi escono magari storie col dossier...”
- “Fiorella, ci sono io! Non vorrete mica... ...Si
spaventano se le chiamano i Carabinieri”
- “Nikla, ci occorrono. Altrimenti perdi Serena. Ti ho
detto che se ci sono altri non già in contatto si fa in un altro modo...”
- “Cosa vuol dire, in un altro modo?!”
- “Nikla, fanno in un modo che loro non lo sappiano
che li stanno ascoltando. ...Semplice! Tu li chiami ed i Carabinieri che sono
avvisati... Tu devi solo far loro dire al telefono che Serena va bloccata e
controllata e siete pronti a tutto purché tu non la perda!”
- “Certo! Certo! Certo, Fiorella, mi appoggiano
tutti.”
- “Dimmi i nomi.”
- “...Però non li dovete contattare che si
spaventano...”
- “Nikla, ti ho già detto che non lo sapranno. Loro
devono solo dire, sollecitati da te. Tu telefoni loro. Dici loro che devi
parlare loro di una cosa delicata. Basta che loro ti dicano, più o meno, ...anzi
meglio più che meno, al 100%..., che ti sostengano moralmente, che siano
d’accordo con te. Puoi anche telefonare loro più volte se devono pensarci. Loro
non lo sanno che vengono ascoltati. Così loro non si preoccupano e tu non perdi
Serena.”
- “Dunque, Fiorella... La mia mammina, mia sorella
Rita... Guarda parlo pure col Borrini anche se fa sempre il seccato. Lo so che
mi detesta, ma è così furioso che Sara la dia a tutti che mi capisce. È uno che
coopera. Specialmente su questa cosa. Ah, sì, sì, è proprio disperato di avere
una figlia che fa la leggerotta con tutti e lui si rode che lei cucchi a tutto
spiano. Lui mi capisce che io mi preoccupi che quello lì, per porco che si
vuole solo divertire, mi stia portando via Serena.”
- “Nikla. Me li sono segnati. Mina, Rita, Borrini. Ci sono altri?”
- “Ora non mi viene in
mente nessun altro.”
- “Nikla se ti viene in mente qualche d’un altro me lo
dici. Un moneto che chiamo subito gli Squadroni della Morte CC-NATO...”
- “...Fatto! Pensa un attimo a Serena che sta facendo
l’amore col suo ragazzo...”
- “Porco! Puttana! Schifosi che mi fanno soffrire. Io
la devo salvare da quel porco che pensa solo a divertirsi!”
- “Bene, Nikla. Ora chiama Mina, Rita e Borrini. Dici
ad ognuno di loro che sei disperata e che devi chiedere l’aiuto degli Squadroni
della Morte CC-NATO perché Serena va fatta ragionare e se non ti aiutano quelli
tu non ci riesci. Devi dire loro che loro devono darti il loro sostegno morale,
dirti che stanno dalla parte tua, e che devono pregare perché Serena sia
salvata, ragioni, ritorni sotto di te. Più loro dicono, meglio è. Io vado
nell’altra stanza che ho delle cose fa fare. Quando hai finito me lo dici...”
...dopo un’ora buona...
- “Fiorella, ho finito.”
- “Li hai chiamati tutti e tre?”
- “Sì, mi hanno detto che mi sostengono
incondizionatamente.”
- “Pensa di nuovo a Serena che sta facendo l’amore...”
- “Mi vuoi far morire! Schifosa con quel porco!!!
...Devo correre a prendere delle altre pastiglie... Mi sento male...”
- “Nikla, se non vuoi perdere Serena... Chiama subito
Franka, Rikkio, Angela e Fausto. Dì loro che stai perdendo Serena, che hai
chiesti aiuto agli Squadroni della Morte CC-NATO per S/G-OS-M perché è cocciuta
e solo tu non riesci a farla ragionare, che quando i Carabinieri li contattano
che dicano che ti sostengono. Vedi che ti rispondano. Io vado di là. Quando hai
finito mi chiami.”
Dopo un’altra ora Nikla chiamò Fiorella, che aspettava
nell’altra stanza. Dopo i primi tre sporcaccioni, aveva ora contattato e messo
in allarme anche gli altri quattro
- “Ho fatto. Dicono che va bene... Allora, ora, lo
facciamo fuori per porco che si diverte con la mia Serena? La rinchiudiamo in
un convento? Puttana! Puttana! Mi ha abbandonata. Lei è lì che si diverte.
Mentre io sono qui sola, sooola!!! ...Sooola! Anche la mia mammina,
poverina...”
- “Nikla, ora gli Squadroni della Morte CC-NATO, li
chiamano o li incontrano un attimo. Intanto sono già in contatto, già sanno di
queste cose. Può essere facciano tutto anche in pochi giorni. Se il dossier è
consistente, non ho idea quanto tempo occorra per il decreto del governo.”
- “Ma allora Serena ed suo ragazzo continuano a
divertirsi mentre io sono qui sola e che impazzisco dal dolore?! ...Ed anche la
mia mammina...”
- “Aspettiamo che gli Squadroni della Morte CC-NATO ci
dicano se possano meno. Altro non possiamo fare, noi, ora.”
Dopo un paio di settimane furono informate che era
stato emesso il decreto segreto del governo, per cui lo S/G-OS-M poteva
partire.
- “Fiorella, bisogna dire agli Squadroni della Morte
CC-NATO di andare subito dai genitori di quel ragazzo a mettere loro paura...
Quel porco deve smetterla di divertirsi con la mia Serena!”
- “Ora vediamo...”
- “Come vediamo, dobbiamo agire
subito! Subito!”
- “Certo, ora vediamo...”
- “Come, vediamo?! Mi avevi detto che
si risolveva tutto! Tutto! ...Ma ora mi interessa la faccenda di Serena. Quel
suo ragazzo me la sta portando via. È sempre con lui. Non parla più con me...””
- “Si, Nikla, calmati...”
- “Come mi calmo?! Mi lascia sola!
Sta sempre a far l’amore col suo ragazzo! Non posso più vivere! Serena mi
lascia sola! Sola! Non riesco più a far nulla... Non vivo più!”
- “Sì, certo...”
- “Fiorella, mi avevi detto che si
risolveva tutto!”
- “Certo, bisogna parlare coi
genitori... Ora che abbiamo il decreto segreto...”
- “E cosa gli dico ai genitori, che
c’è un decreto segreto?”
- “Dai, Nikla, non scherzare. Di
questo non si può neppure accennare. Tu vai a parlare con loro e gli dici che
Roby è il capo del terrore e che è pure all’estero...”
- “Ti ho detto che ci sono già andata e che mi
irridevano... ...Sì, sì, lo ho ben visto che facevano l’aria come io fossi una
povera scema.”
- “Ognuno ha l’aria che ha... Sì, lo so bene che ci
sei già andata. ...Lavora il ragazzo?”
- “Deve avere appena finito l’università o essere lì
per finirla.”
- “E loro, i genitori, dove lavorano...”
- “Sono quadri Fiat, se ho ben capito. Hanno una bella
casa...”
- “Per cui lo vorranno far entrare in Fiat...”
- “Eh, Fiorella, lo sai come è a Torino. Se non sono
aziende Fiat, lavorano per la Fiat.”
- “Per cui lo vedi, Nikla, Sono vulnerabili...”
- “Fiorella, una cosa è mandare
Franka e Rikkio in giro a suscitare allarme per Roby. ... Ma se io vado di
nuovo dai genitori del ragazzo di Serena a dire che... ...Mi prendono ancora
più per pazza.”
- “Se tu ti fai la parte della madre che si rode
perché è invidiosa della figlia...”
- “Io non sono invidiosa! Noi Scatizzi siamo tutti
buoni, siamo perfetti. Me lo dice sempre la mia mammina... È che ci
preoccupiamo sempre pure del bene altrui.”
- “Sì, certo. Ma questa è stata la percezione della
famiglia di lui. ...Mi avevi detto che anche Franka aveva cercato...”
- “Sì, Fiorella... ...Con Franka abbiamo parlato tante
volte. Anche lei, a vedere quei due assieme, sta male. Le avevo detto di dire
loro qualcosa. Lei aveva detto a Serena se avessero un futuro. Serena le aveva
risposto che a lei non ne fregava nulla. Le aveva allora detto che non andava
bene. Serena aveva egualmente risposto che non gliene fregava nulla e che erano
fatti loro, non di altri. La verità è che quei due vogliono andarsene a vivere
assieme...”
- “Nikla, se non hanno un lavoro e se noi non lo
facciamo loro trovare...”
- “Fiorella, io sto male anche in questo momento. Ho
sempre davanti agli occhi quei due che fanno l’amore e se la spassano!
Schifosi! Schifosi!”
- “Nikla, devi vedere una volta che Serena ed il
ragazzo siano fuori Torino. Poi vai con Franka a parlare coi genitori, solo con
loro. Dici loro, ma in modo più solenne, meno emotivo di come avrai già fatto,
che loro, quei due assieme, non hanno futuro. Che non hanno neppure presente
...Dici loro che non è solo Roby che è il capo del terrore, ma che c’è di mezzo la Polizia
Segreta CC-NATO. Che tu sai che la Polizia Segreta CC-NATO starà addosso a
Serena perché non trovi lavoro. Ed aggiungi che pure il figlio loro rischia
che... ...che ci vada di mezzo pure lui, se continua a frequentare Serena.
Digli che magari si trova pure lui a non trovare lavoro od a perderlo subito se
lo trova. E ci possono andare di mezzo pure loro, loro genitori, se sono in
Fiat. Dì loro che sono normali misura si sicurezza contro sospetti e loro
prossimi. Concludi che farai loro parlare da un ufficiale dei Carabinieri.
Aspetta solo che io contratti gli Squadroni della Morte CC-NATO perché mi
confermino che a loro va bene. Mi raccomando, non dire troppo che se parli
troppo rovini tutto, e se rovini tutto non puoi immaginare quello che gli
Squadroni della Morte CC-NATO possano fare pure a te. ...Intendo dire, non far
vedere, coi genitori di lui, di saper troppo o di avere cooperato con quelli,
coi Carabinieri. Fa cadere le cose un po’ dall’altro. Se non ti credono non
importa tanto poi interveniamo noi. Vanno i Carabinieri da loro a...”
Ottenuto l’assenso degli Squadroni della Morte CC-NATO, che confermarono che sarebbero poi loro
intervenuti, “in modo discreto”, l’Allacca ne informò Nikla che combinò con
Franka per andare dai genitori del ragazzo. E due pazze, Nikla e Franka:
- “Come già detto altre volte, siamo
preoccupate... Certo siamo contente di vedere che i due siano felici...”,
dissero con chiara aria di disgusto, e ruotavano allucinate gli occhi,
pensando, loro invidiose folli, ai due che amoreggiavano spensierati e
godendosela.
I genitori di lui le guardavano
allarmati da quella loro aria tesissima ed drammatica che non capivano... Si
limitarono ad un:
- “Beh, sono giovani, bisogna
capirli. È mica successo qualche pasticcio?!”
- “No, non è questo...”
- “E che i due sembrano molto
legati... Serena ha accennato che forse vorrebbero andare a vivere assieme...”
- “Beh, se proprio si amano... Se è
una cosa seria... Anche se sono giovani...”
- “Beh, noi siamo i genitori, i
parenti, dobbiamo guidarli, che non facciano errori... Ci sono cose che voi
dovete sapere, per il loro bene, per il bene di vostro figlio...”
- “C’è qualcosa che non va?! Qualche
problema serio?! È successo qualcosa?!”
- “Vi abbiano già detto...Il padre di
Serena...”
- “Cosa è successo...”
- “Come dirlo? Ci ha sempre fatte
preoccupare...”
- “E che c’entra, ora?”
- “È uno che si è sempre messo nei
guai...”
- “Avevamo sentito che aveva avuto
dei problemi giudiziari ma che poi era stato assolto.”
- “Purtroppo... ...Purtroppo, era poi
stato assolto...”
- “Perché purtroppo?! E stata una
cosa... C’era qualcosa che non andava?!”
- “È che siamo sicure, sicurissime,
che... Sono tutti sicuri, sicurissimi che...”
- “Qualcosa che abbia a che fare coi
due?!”
- “No, è che, vostro figlio è
realmente in grave, gravissimo, pericolo...”
- “Davvero?! Minacce?! Problemi col
padre di Serena?!”
- “No, non è questo... È che è un
capo... un...”
- “Capo di che, che c’entra coi due?”
- “Insomma, proprio non volete
capire...”
- “Cosa c’è da capire?! Se non ci
dite... Parlate con fumose allusioni non sappiamo bene a cosa... È non è
neppure la prima volta che lei, Nikla, se ne esce con queste storie. Ora siete
venute in due come a dare più solennità alla cosa...”
- “Lo stavamo dicendo... È un capo
terrorista ed ora perfino in clandestinità all’estero.”
- “Ed allora... Serena dice che il
padre sta facendo un dottorato, per cui non deve essere molto clandestino e
neppure introvabile...”
Le due folli, Nikla e Franka guardandosi allucinate l’un l’altra:
- “Chi glielo ha detto a Serena... ...Ma allora quel
demone la sente, la vede?”
Continuando con i genitori del ragazzo resi sempre più
inquieti dalle due deliranti:
- “Comunque vostro figlio è davvero
in grave pericolo perché avere a che fare con Serena significa che non troverà
mai lavoro e pure peggio.”
- “Davvero?! Non capiamo...”
- “Come non capite?! È davvero così!
Se continua a vedere Serena, vostro figlio, pure tutta la vostra famiglia,
..ecco siete tutti rovinati per sempre. Magari lui si vuole solo divertire...
Ma poi gli resta il marchio e non se lo toglie più...”
- “Ma siete davvero sicure?!”
- “Quei due non hanno futuro assieme. Già Serena è
rovinata. Chissà come faremo... Ce ne faremo carico noi in qualche modo... Cosa
dicono quei due, che vogliono andare a vivere assieme?! E con che soldi se non
trovano lavoro. Di sicuro, Serena non trova lavoro o, anche se lo trova, lo
perde. Non glielo fanno trovare né tenere. Vostro figlio uguale. Se continua a
stare vicino a Serena, cosa fa il disoccupato a vita?! Mette in pericolo pure
voi! E se voi ed altri familiari pure restate senza lavoro, senza nulla?!”
- “Ma cosa dite?! Ma siete sicure?! Come è possibile?”
- “Purtroppo anche noi, ci siamo trovate in mezzo in
qualche modo... ...Tutta colpa di quel Roby... Stanno addosso a lui, pure
Serena, pure a chi fosse vicino a Serena. ...Gli apparati della sicurezza dello
Stato... ...I corpi speciali della sicurezza collettiva... ...Loro lavorano a
questo modo. Bisogna capirli poverini... ...Si preoccupano di tutti noi, e
devono fare quelle cose... Serena e vostro figlio dicono che vogliono vivere
assieme?! E come fanno senza lavoro? Serena è considerata un sospetta come
Roby. Non le faranno trovare lavoro. Se vostro figlio le resta vicino, non lo
troverà neppure lui. Quei due non hanno futuro assieme! Mettono in pericolo voi
tutti, finché restano assieme. Loro non se ne rendono conto. Noi abbiamo
provato a far ragionare Serena, ma quella non vuole ascoltarci. Allora dobbiamo
essere noi... Noi lo facciamo per il bene di Serena che si sta facendo troppe
illusioni. Ma anche per il bene di vostro figlio per poi resta disoccupato e si
rovina la vita. Vostro figlio è un bel ragazzo. La trova subito una brava
ragazza.”
- “Sì, signora... ...Non capiamo bene questa cosa del
restare disoccupati e perdere il lavoro. Perché lei non lo ha perso?”
- “Perché io ho collaborato con la Polizia Segreta
CC-NATO contro quel Roby, per rovinarlo... Invece a voi vi considerano complici
di Serena, che ci hanno detto essere lei stessa sospetta.”
- “Serena sospetta?! E di che cosa?!”
- “Non lo sappiamo. Magari lo fanno per colpire Roby,
per farlo ritornare qui... Sta di fatto che ci hanno detto che Serena viene
considerata come sospetta e che tutti quelli a lei prossimi possono correre dei
guai, dunque anche voi, tutta la vostra famiglia.”
- “Aaaaaah...”
- “Forse è meglio che parliate con quelli della Polizia
Segreta CC-NATO... ...Possiamo dire loro di mettersi in contatto con voi. Noi
lo sappiamo che voi siete brave persone. Ci dispiacerebbe vedervi nei pasticci
solo perché quei due ragazzi si vogliono divertire. Ora se la sono spassati
abbastanza... Prima rompono meglio è!”
- “Scusate... ...Certo, vi crediamo... Ma è la prima
volta che sentiamo parlare di queste cose. Se non è pericoloso, se potessimo
sentire tutto dalla viva voce di ufficiali dei Carabinieri..., di questi corpi
speciali della sicurezza...”
- “Va bene diciamo loro di contattarvi. Prima si
risolve questa situazione, meglio è per tutti. Così voi potete vivere
tranquilli, senza pericoli di perdere il lavoro e di non trovarlo, né di avere
ostruzioni. ...Oh, se i corpi speciali pensano anche solo che... ...Loro devono
pensare al bene di tutti... Se hanno anche solo il sospetto che... ...possono
andarci anche pesante... ...Ci siamo spiegati bene...?!”
L’atmosfera era davvero pesante. Con
questo avvertimento para-mafioso, il colloquio si concluse. Due deliranti e una
famiglia torinese, non certo di eroi, improvvisamente restata sia un po’
terrorizzata che perplessa da quelle due pazze.
O era vero quello dicevano, sebbene
del tutto fuori dal mondo, secondo qualunque razionalità. O Serena aveva una
madre ed una nonna che erano due folli. Questo è quello che si erano detti i
genitori del ragazzo, troppo benevoli. Beh, che le due fossero due folli
invidiose furiose contro Serena era evidente. Le oscure minacce, se confermate
dallo Stato, non potevano certo ignorarle. Dovevano solo attendere e sentire.
Il maggiore degli Squadroni della
Morte dei Carabinieri chiamò i genitori del ragazzo e li invitò da loro, in Via
Cernaia “per un colloquio informale”. I due genitori andarono piuttosto
imbarazzati, riferirono la conversazione colle due e aspettarono qualche
reazione...
- “In effetti, seguiamo il caso, ma
ci sono ovvie ragioni di riservatezza investigativa per cui non è che io vi
possa confermare nulla, né dare informazioni precise...”
- “Ma le due sono venute a dirci che
se nostro figlio continua a vedere la ragazza, gli possono succedere cose
brutte che possono influenzare negativamente tutta la sua vita... Addirittura
hanno detto che pure noi potremmo subirne conseguenze negative.”
- “Non posso escluderlo, ma non è che
vi possa confermare nulla... Noi cerchiamo sempre di non danneggiare nessuno.
Ma a volte si innescano delle dinamiche che non possiamo controllare.
...Abbiamo delle procedure... Sempre meglio che il buon suddito resti distante
da queste cose. Solo così è sicuro di non pagare per colpe altrui. ”
- “Ma le due ci hanno detto che
nostro figlio magari non può trovare lavoro né svolgere alcuna attività e,
onestamente, noi siamo restati piuttosto confuse. E che anche noi, i familiari,
potremmo...”
- “Beh, in effetti... Se il suo nome,
anche il vostro, entra in rapporti investigativi... Non si può mia sapere... In
effetti... Forse...”
- “Insomma, corre o non corre,
corriamo o non corriamo, i pericoli che ci hanno detto le due? Cosa dobbiamo
fare?!”
- “Non è che noi possiamo... L’unica
cosa che posso dire è che, quando si entra in contatto anche solo indiretto e
distante con queste cose, è sempre consigliabile starne alla larga...”
- “Scusi se chiediamo. Noi siamo gente semplice ed
onesta. Non sappiamo di queste cose. Le due ci hanno detto che non è solo quel
Roby, che in effetti noi neppure sappiamo chi sia né abbiamo mai visto. Ci
hanno detto che anche Serena sarebbe coinvolta in qualcosa...”
- “Non posso rispondere su questi aspetti.”
- “Siamo o non siamo in pericolo?”
- “Quando ci sono queste cose e questi personaggi, più
se ne sta distanti e meglio è.”
- “Lei dunque ci conferma che voi...”
- “...Beh... Posso solo ripetere che
è sempre prudente stare alla larga da... Ovviamente, ognuno fa poi quello che
crede. Se poi ne paga le conseguenze...”
Il tono del tutto lasciò i due
genitori piuttosto allarmati. Fecero una sceneggiata, più d’una, al figlio e
gli dissero che doveva subito mandare a monte tutto. Anzi si attivarono per trovare
una moglie d’urgenza per il loro rampollo. Toccarono tutti i tasti paranoici
correnti, dai loro ‘sacrifici’ per farlo crescere e studiare, al suo futuro, al
fatto che stava anche lui per entrare nel mirino, ed anche loro familiari, di
potentissimi apparati dello Stato. Gli vietarono di vedere Serena. Lo fecero
impegnare a troncare subito ogni contatto, insomma a sparire. Si attivarono per
procurargli un fighetta con cui accasarsi e testimoniasse che lui era uscito
irreversibilmente da quell’amore, pure da qualunque contatto, con Serena.
Infine ebbero la meglio su di lui, il
ragazzo, del tutto annichilito da quella tragedia gli era stata cucita addosso
usando come terminale i suoi genitori. Chi ne fu davvero devastata fu Serena,
che era l’obiettivo, il bersaglio vero, di quell’intervento, di
quell’operazione.
Nikla intervenne su amiche di Serena
e con l’aiuto del gesuita cui di fatto la vendette, Gian Vittorio Cappelletto
coi suoi I Ricostruttori [
http://www.iricostruttori.com ]. Raccontò ad esse ed a lui che quel ragazzo era
uno che si era solo voluto divertire e che poi era sparito perché aveva altre
donne. La conclusione era che si doveva ‘aiutare’ Serena che ne era devastata.
A Serena vendette che l’unico modo di superare la tragedia della rottura erano
pratiche di banale rilassamento cabalistico che il Cappelletto, un piazzista
maldestro, vedeva come “antiche tecniche esoteriche dei Padri d’Oriente”.
L’impulso a confessare lo portava a coprire queste tecniche, di banale
rilassamento, vendute come “dei Padri d’Oriente”, con delle paroline o frasette
in supposto tailandese. Figuriamoci! Un ignorantone, e pure maldestro, quel
Cappelletto. Faceva corsi, corsetti, ritiri spirituali e di preghiera. Tutte
quelle cose che un gruppo di persone potrebbe farsi da solo ma di fatto un po’
tutti preferiscono pagare anche salato, salatissimo, anche lasciando eredità
milionarie, a chi si ammanti di apparenze sacerdotali e dica di essere povero,
poverissimo, pur vivendo nello sfarzo e nell’abbondanza, e pur con chiaro
pancione che lo testimonia. A tutti sembra che tutto sia più vero quando
qualcuno in posizione di supposta autorità ed in qualche luogo altro dica
quello si debba fare. I rilassamenti, banali tecniche cabalistiche od anche più
antiche, banali training autogeni, non sono neppure, come mal praticate dal
Cappelletto, al livello di tecniche cabalistiche di riprogrammazione
spirituale. Il rilassamento viene fatto praticare agli adepti [allo schiavo
medio adescato fanno firmare un impegno di castità, povertà, obbedienza – serve
per usarli gratis e per isolarli completamente dal mondo] sotto il nome
propagandistico, falso, di meditazione profonda [fosse una pratica vera, anche
solo di rilassamento, non avrebbe bisogno della ripetizione ossessiva varie
volte al giorno]. Come lì mal praticato sembra non rilassi molto, anzi non
rilassi nulla, per cui va ripetuto in continuazione. Ripetizioni inutili. Per
esempio, un veterano della setta, quel prete Lanfranco Rossi [ammazzato a
bastonate e strangolato in un bosco perché coinvolto (col Cappelletto, con
Guidalberto Bormolini, con Lorenzo Spezia egualmente complici, pur impuniti)
nella attività pedofile di un altro prete della setta Pierangelo Bertagna],
soffriva di insonnia devastante nonostante la continue sedute di rilassamento
con “meditazione profonda”. A che serviva allora? Non trovava la quiete,
neppure dai propri crimini. Le tecniche vendute dal piazzista Cappelleto e
soci, pur elementari, sono mal fatte. Il
Lanfranco Rossi era di grandi studi ma senza arte. Le tecniche del
Cappelletto erano e sono balle da piazzista. Anzi, vendendo fasulle tecniche di
rilassamento, per cui gli adepti non ne hanno giovamento (a meno che non le
apprendano corrette da soli), proprio l’ansia del tentare ma non riuscire
perché lo stesso Cappelletto non si è mai rilassato da nulla, infatti soffriva
di bulimia acuta che è una tipica malattia da tensione nervosa, provoca la
dipendenza del seguace. Serena, tuttora prigioniera della setta, pratica
rilassamenti e meditazione cinque volte al giorno. Continua a pensare al
cefalo, cui una Nikla furiosa le ha ordinato di rinunciare tra botte e pianti
lagnosi.
Col Cappelletto, Nikla, aggiunse
subdola: “Padre, Serena sarà presto architetta con tanto di esame di Stato per
poter firmare progetti...”
A quello brillarono gli occhi
pensando subito all’utilità per le sue molteplici attività immobiliari.
Un’architetta gratis per il patrimonio che progressivamente incameravano. La
tecnica è la solita delle sette: più devasti famiglie, più ne guadagni in
eredità ricevute. Per farsi reciprocamente dispetto non c’è nulla di meglio che
lasciate tutto alla chiesa. Quattro sedute di pseudo-rilassamento fruttano
milioni e miliardi.
Serena fu progressivamente attirata
nella rete del Gian Vittorio Cappelletto. Abbiano già detto che, tra l’altro,
‘vendeva’ quasi come fossero sua invenzione personale, e pure presentate in
modo del tutto ‘difettoso’, raffazzonato, banali tecniche di rilassamento. Una
buffonata che sia essenziale pronunciare “il nome di Gesù” [ http://www.iricostruttori.com/meditazione-profonda
]. In realtà, qualunque monosillabo [l’ottimo ‘om’ spande vibrazioni positive e
nel più naturale dei modi] o corta espressione raggiungerebbe l’obiettivo che è
altro dal contenuto, su questo punto. ...Appunto, truffe catto-gesuitiche con
l’uso di tipici linguaggi commerciali. Il mercato della spiritualità. La sua
congregazione vende, tra le altre cose, ‘meditazione’, nel senso che fa corsi,
come meccanismo commerciale, e di pubblicità e reclutamento. Inoltre,
all’interno della congregazione, nella sua liturgia, nelle routines quotidiane
della stessa, vi sono varie sedute personali che ogni adepto deve mettere in
atto personalmente, di rilassamento/‘meditazione’. Dato che ogni adepto,
qualunque sia la sua qualifica, deve fare voto di castità, le sedute di
rilassamento che caratterizzano la giornata dell’adepto sono direttamente
finalizzate a distogliere lo stesso dalle proprie pulsioni, secondo le proprie
personali preferenze. A Serena la cosa venne praticamente venduta come un modo
non solo per non pensare più alla felicità col suo ex-ragazzo ma anche come un
modo per non pensare più del tutto al sesso. Non ci è mai riuscita. Non che
uno/a non ci pensi davvero. La seduta di rilassamento serve a cercare di annientare,
od almeno ridurre, il desiderio naturale. Loro lo chiamano tenerlo sotto
controllo. Ma neppure riescono a farlo bene i loro stessi preti, una trentina,
la gerarchia della setta, vista la froceria ed altre inclinazioni variamente
estrinsecate. Lo stesso Cappelletto, eccitato dai cimiteri e della preghiera
[estatico-rilassatoria-meditativa?!] si tirava fuori l’uccello per infilzare
occasionali accompagnatrici pure bruttocchie. È quello risultato del
rilassamento e della meditazione per controllare pulsioni naturali?! Quelle sul
rilassamento e la meditazione sono solo balle per scopi commerciali, in quella
setta. Solo una Serena (una fondamentalista immatura ed ingenua, pestata e
ricattata da Nikla con continui piagnucolii) può avere abboccato! Il Cappelletto,
ora deceduto, era solo un faccendiere raffazzonato e truffaldino, per cui le
‘sue’ tecniche, formule e rituali erano più esotici che realmente funzionanti.
Tanto esotici quanto falsi. Il Cappelletto vendeva “tecniche orientali” che in
realtà non padroneggiava, sebbene non è che siano poi cose di chissà quale
complicazione. ‘Rilassato’ si tirava fuori l’uccello nei cimiteri, così come
l’altro frocio e complice di froci, il colto Lanfranco Rossi, ‘rilassato’,
continuava a soffrire di insonnia cronica. Figuriamoci! Alla fine vendeva solo
l’illusione che se, per qualcuno, funzionava, era per altre ragioni che per
l’insegnamento errato dello stesso Cappelletto e congrega. Che uno/a debba
tagliarsi il pippo o cucirsi la cosetta non ha nulla a che fare con la
sottomissione a dio, con esoterismi, con spiritualità. Sono altri meccanismi.
Lo stesso Cappelletto era tra il deviato ed il morboso, visto che, pur
sessuofobo e frocio, ha approfittato di sue stranezze nei cimiteri per saltate
addosso a donne che partecipavano alle sue strambe attività. I cimiteri gli
alteravano l’omosessualità e lo inducevano al ‘vizietto’ di infilare l’uccello
in una donna che il cimitero non gli faceva più vedere, per pochi attimi, come
madre santa ed adorata, dunque intoccabile?! ...Un interessante caso
patologico.
Il Gian Vittorio Cappelletto è un eccellente piazzista, anche favorito dalla
milizia nei gesuiti. Si finge comunista e rivoluzionario, mentre pensa solo ai
soldi. In effetti, per un capitalista, è la cosa migliore vendersi come
comunista. Il Cappelleto usa gli sperimentati meccanismi dello Statu
Nascenti alberoniano (nei gesuiti fanno parte dell’insegnamento di base):
comunismo per gli adepti, mentre il capo accumula miliardi. I soldi corrompono.
Se l’adepto è sicuro ma povero, ha la tensione costruttiva e resta dipendente.
Nikla gli vendette Serena da tenere
così fuori dai “pericoli del mondo”, in realtà dalla possibilità di amoreggiare
ed esser felice cosa che rendeva ossesse di invidia morbosa Nikla, Mina,
Franka, e tutti quelli e quelle come loro. Tutte le volte del giorno che Serena
si stendeva e si stende per la ‘meditazione’, si riimmaginava e si immagina
quel cefalo di quel primo ed unico ‘fidanzato’ che la faceva impazzire di
godimento. Nel contempo, si illudeva e si illude, con lo yoga, di controllare
quel desiderio che non la abbandonava né la abbandona. Dormire per terra
[un’altra mania della setta] rende più forti gli istinti animali, non li
assopisce per nulla. Se si dorme sull’umido ci si sfascia. Ma dormire sul duro
ed avvolti in coperte sufficienti fa solo bene. Lo fanno anche in Giappone. Non
occorre vantarsi grandi asceti. Beh, se uno lo fa per raccontarlo, o lo
racconta senza farlo...
Serena si era comunque infatuata
della comunità pseudo-comunista rivoluzionaria del Cappelletto che si fingeva
grande sovversivo mentre trafficava con gli Squadroni della Morte CC-NATO e sfasciava famiglie per incamerarne eredità.
Ora hanno immobili di una cinquantina di province italiche! Da gesuita da
parrocchia si è fatto latifondista, il Cappelletto, ora rimpiazzato, per
decesso [24 Gennaio 2009, nella sua reggia di Torino, proprio di fronte al
Centro Torture e Persecuzioni di Torino degli Squadroni della Morte / Polizie
Segrete CC-NATO – i cieli non hanno voluto restare silenti su uno dei loro
sedicenti rappresentanti sul pianeta terra] dal suo amichetto ed allievo
Guidalberto Bormolini, un falegname che
cercava febbrilmente la via per divenire miliardario. Ha incontrato il Cappeletto.
Del resto un successore-piazzista doveva pur trovarlo il Gian Vittorio! Il
Cappelleto centrava le sua menate sui rilassamenti, il Bormolini sul morire
felice e veloci ...dopo avere lasciato soldi ed immobili alla setta!
L’evoluzione della specie: dal gesuita veneto al falegname lombardo che te le
dice più dirette!
A Serena avevano detto che sarebbe entrata e, poi, che era entrata nel
grande movimento che avrebbe
rivoluzionato il mondo I Ricostruttori. Di animo generoso ed altruista,
lei se la era bevuta. Ma con ...una condizione [oltre a mille altre!], cucirsi
la passera! Ma che che cosa poteva essere una vista monastica in confronto al
privilegio di essere divenuta parte del grande movimento rivoluzionario di Gian
Vittorio Cappelletto e poi della sua reincarno-continuazione Guidalberto Bormolini?!
Passata l’infatuazione, non sa cosa potrebbe fare da sola. Più che altro, di
riflessi lenti, non osa. Mentre Nikla la paralizza e ricatta con urla, pianti e
piagnucolii continui.
Le congregazioni sono organizzazioni
militari in cui l’individuo deve annientarsi “per la congregazione”, che poi è
fatta di persone, persone che si annientano come tali per esaltarsi come
pidocchi/e al più perduto stato paranoico in cui vessano se stessi e gli altri
associati. L’entità astratta, “la congregazione”, è solo una scusa per
deresponsabilizzarsi. I preti della setta sono dei furboni che fanno quello che
vogliono. Mentre gli adepti che vivono e lavorano nelle loro case coi voti, di
cui si è detto, al Cappelletto sono sottoposti a schiavizzazione totale. I loro
contatti con l’esterno devono passare attraverso il controllo della setta.
Egualmente le loro letture ridotte al minimo, o del tutto annullate a meno che
non leggano e studino in segreto. Non possono informarsi con TV, radio, né
stampa. Più vengono tenuti isolati più sono inibiti dalla vita fuori
indipendente dato che, se se ne andassero dalla setta, non saprebbero come
muoversi fuori da soli. Non sanno veramente come sia la vita fuori, se non da
osservatori quando attraversino il mondo. Quando il tuo universo diviene la
setta, hai perfino paura di come possa essere il mondo. Te lo ricordi. Ma
soprattutto chi sia entrato presto nella setta, e senza grandi esperienze
fuori, come è il caso di Serena, da sola fuori avrebbe problemi a cercare di
organizzarsi nelle cose più elementari. Si interiorizza dunque l’ansia del
poter mai trovarsi fuori dalla setta stessa. Delusioni, quando anche i più
ingenui vedano la divaricazione tra conclamazioni e realtà, vengono riassorbite
con disincanti limitati ed auto-giustificazioni di comodo grazie al potere
condizionante del terrore di trovarsi senza la setta sicura dove mangi e dormi.
Lo schiavo ha in fondo una vita sicura, finché lo schiavista provveda a tutto,
al tutto concede. Quando poi la setta li ammazzi con qualche giustificazione
perché sono troppo vecchi ed un peso, sono ormai troppo impotenti ed ignoranti
del mondo per opporsi ed andarsene. Il lavoro schiavistico non prevede
contributi pensionistici ed assistenziali. Tu sei povero, ma la setta è ricca,
ricchissima. Chi sia al vertice controlla la ricchezza, ovviamente.
Nikla era tutta eccitata, cioè
eccitato-delirante dato il personaggio, dall’aver segregato Serena nella setta
del Cappelletto, I Ricostruttori. Andava a raccontare a tutti che doveva
espiare i suoi peccati, e pure quelli di Roby. “Il mio fiorellino ha voluto
fare la puttana facendo l’amore e godendosela con quel ragazzo... Ora deve
espiare i suoi peccati e pure quelli del padre. Sono due peccatori. Devono
pagare.” Era, in realtà, solo un’allusione inconscia al fatto che la aveva
fatta mettere sotto State/Government-Organized
Stalking-Mobbing da
parte degli Squadroni della Morte CC-NATO, un modo da
catto-ipocrita per giustificarsene ed assolversene.
Ah, dopo venti anni di prossimità alle setta, anche la Scattozza è stata
ben gratificata. Oltre ad avere imprigionato Serena... Finalmente, verso i 65
anni, ed ora fino ai 70, è riuscita a farsi impiegare, come ‘volontaria’, in
occasionali corsi, sei sedute, di DO-IN, nel centro di Via Bardonecchia a Torino,
della setta. Ogni seduta copre un 90 minuti pause incluse, se si presenta
qualcuno e dall’inizio alla fine. Se non si presenta nessuno o se ne vanno
prima... Non vogliamo infierire. Immaginatevi solo una tozza, agitata, che si
muova a scatti e con passetti sbagasciati, tra risolini nevrotici e sorrisi
ipocriti, con eloquio confuso, che si nutra abitualmente di schifezze, che
perda l’equilibrio sia quando cerchi di sedersi e cerchi di stare seduta che in
piedi, pure suscettibile e reattiva, che si presenti in abbondante tuta
marroncino merda ad ‘insegnare’ tali pratiche: https://www.youtube.com/watch?v=vFtyPPVRTWQ . Uno spettacolo, se uno abbia voglia di spanciarsi dal ridere. È come
fare istruttore di danza uno che sia paralizzato. Beh, uno paralizzato non
sarebbe ridicolo, contrariamente ad una Scattozza.
Quando Roby contattò Serena, e lei lo
corrispose felice, dopo l’estate del 1997, ecco che gli Squadroni della Morte
dei Carabinieri furono subito allertati. Nikla era furiosa: “Ecco, ora si fa
vivo quello che me la vuole portare via.” Il Cappelletto era già un cooperante
degli Squadroni della Morte CC-NATO, da tempo, anche prima
di queste faccende. Loro coprivano suoi crimini. Lui si prestava a loro. Come è
quel principio, dai a Dio quel che è di Dio ed ai Carabinieri quello che è
dei Carabinieri? Dare il culo proprio, ed ancor più quello altrui, anche ai
Carabinieri era sempre piaciuto al Cappelletto. La chiamava “vocazione
cristiana”. Del resto, gli Squadroni
della Morte CC-NATO avevano subito contattato il Cappelletto quando Serena fu
imbracata nella sua area, dicendogli chiaramente che era di loro competenza, un
affare di Stato, dato che Serena era stata sottoposta a S/G-OS-M. Per cui loro
dovevano essere costantemente informati di qualunque cosa.
Il Cappelletto ed i suoi subito
blindarono Serena:
- “Serena, lo sai che tra gli altri
impegni, hai assunto quello dell’obbedienza... ...Noi siam felici che tu stia
in contatto col papà, ma devi usare la email di sorelle della congregazione cui
noi ti assegniamo previamente. Nel caso tu gli scriva ad indirizzi postali,
devi sottoporci, ...è solo una formalità... ...sono le regole della
congregazione..., sia quello che tu mandi a lui che quello che ricevi...”
- “...Sì`, Padre...”
Veniva tutto stampato, fotocopiato se
erano lettere a mano, passato alla Polizia Segreta Carabinieri. Fedeli
cooperanti della congregazione reindirizzavano tutte le email inviate e
ricevute da Serena al Cappelletto che (ignorante lui personalmente di computer)
le faceva trasmettere agli Squadroni della Morte CC-NATO.
Beh, questi le intercettavano già di loro, ma erano i rituali del terrorismo di
Stato. L’infame deve sapere di essere
infame e sa di essere infame solo quando lo fa attivamente. Lo Stato si basa
sull’infame-affidabile, affidabile per il Terrorismo di Stato. La ‘logica’ era la solita: “produrre
materiali”. Vi fosse stati qualcosa mai di compromettente, ma non v’era!,
sarebbe stato usato contro Roby. Siccome non v’era nulla, veniva usato lo
stesso contro Roby. La ‘logica’ era la solita: non scrive nulla di
compromettente perché è furbo e si maschera! Insomma, tutto era usato contro di
lui, come fanno i pazzoido-delinquenti della Polizie Segrete Carabinieri ed altri
quando collochino qualcuno nel loro mirino. Qui usavano I Ricostruttori del Gian Vittorio Cappelletto, il gesuita
avventuriero che viveva pure di soldi pubblici [I Ricostruttori
dispongono di una mezza dozzina di Studi
Medici che succhiano soldi pubblici perfino per le loro mal-praticate tecniche
di rilassamento e “meditazione profonda” - sono spiegate meglio gratis online,
mentre quelle vendute da I Ricostruttori non funzionano] quindi
ricattabile anche in questo, come tutti quelli senza moralità ma ben interessati
ai soldi. Quando disponi di soldi pubblici, gli Squadroni della Morte CC-NATO possono farteli revocare con una telefonata
se non cooperi coi loro crimini.
Nikla era furiosa ogni volta che sapesse che Roby e Serena fossero in
contatto, sia allora che successivamente. La setta pretendeva che tutto
passasse attraverso loro, cioè attraverso gli Squadroni della Morte CC-NATO.
Emblematico, esilarante ed anche piuttosto squallido quello che succederà, cioè
che faranno succedere, quando Roby contatterà nuovamente Serena, a metà 2015,
ma questa volta ad un indirizzo proprio di email Serena casualmente aveva, pur
non usandolo di solito, dato che si era registrata presso l’AIMI,
l’Associazione Italiana Massaggio Infantile, come insegnate autorizzata della
stessa. Lo vedremo alla fine di questa narrazione.
Quando
Nikla voleva ammazzare il Berluska...
Nikla aveva sempre frequentato la
parrocchia, a Migliarina. In parrocchia era amica, amicissima, di Mariella.
Mariella era un’altra suorina come lei ma organicamente catto-comunista. Il
padre era operaio all’Arsenale, di quelli che di operai avevano il titolo ma,
in genere, spesso, non facevano nulla. L’Arsenale Militare funzionava a quel
modo... Era un ricettacolo di nullafacenti con raccomandazione dei preti,
allora, ma non solo. Il padre di Mariella era di quelli che leccavano il prete
ma poi a loro andava bene, benissimo, lo Stato che ti sussidiava anche senza
far nulla. Un perfetto catto-comunista naturale. La figlia lo era ancora di
più. Se il padre lo era in silenzio, Mariella sentiva il bisogno di conclamarlo
per cui era di quelle tutte parrocchia ma che sognava il PCI anche se non vi
avrebbe mai aderito perché etichettato come partito ateo. La soluzione era
semplice, le ACLI. Nelle ACLI di poteva fare i cattolici, anche i
democristiani, e propugnare l’alleanza col, la subordinazione al, PCI. Le ACLI
avano due livelli senza vere intersezioni: quelli andavano nei circoli a
giocare a carte ed a bere, ed i politicanti. Ai primi non ne fregava nulla di
nulla. I secondi facevano i cattolici che guardavano al PCI, sebbene non è che
fosse poi così obbligatorio (potevano anche votare DC, se credevano). In realtà, le sinistre DC
[una galassia piuttosto variegata] erano forsennatamente anti-PCI e, quando propugnavano
convergenze, era per meglio distruggerlo. ‘Finezze’ della politica, che era
teatrino, perché i dosaggi di potere reale tra i partiti erano decisi dagli
inglesi con macro-meccanismi di controllo. Ma non occorreva dirlo al militonto,
non a tutti, neppure ai molti. Chi ha sfasciato lo Stato assieme al PCI è stato
più un DC di destra come Andreotti. Le sinistre DC lo sfasciavano anche senza
l’aiuto del PCI. Non che le differenze fossero grandi. La sinistra DC nasce
dall’industria di Stato e dal sindacalismo “anti-comunista”. La destra DC dalle
burocrazie pubbliche. Ma poi tutto si mescola, visto che le mangiatoie non
hanno limiti e tendono sempre ad allargarsi anche invadendo aree inizialmente
altrui. Andreotti sapeva di poter controllare il PCI perché lui, Andreotti,
controllava le Polizie Segrete CC con cui poteva tenere subordinato il PCI. Le
sinistre DC, lo stesso social-populista Moro, anche quando punteranno al
coinvolgimento governativo del PCI, lo faranno perché erano sicure che un PCI
che si fosse pubblicamente mostrato per quello che era, un partito-mangiatoia
come tutti gli altri, avrebbe perso quell’alone, creato dalla propaganda dei
suoi padrini angloamericani [il PCI se lo inventano gli inglesi che lo fanno
creare, nel 1944, da Togliatti, a Salerno], della diversità, di una qualche
inesistente eppur conclamata superiorità etica. ...Prodigi della propaganda
inglese! Dunque ne volevano il pieno e pubblico coinvolgimento nel governo, cui
già il PCI partecipava ma come sottogoverno. Era anche un modo sottile del
Vaticano per cercare di rimettere in discussione gli Accordi di Teheran col PCI
fantoccio inglese in funzione anti-vaticana. Questo qui, detto piuttosto
succintamente, era quello volevano ai vertici. Ma alla base, a livello di
Marielle e di arsenalotti, si vendeva il compromesso
storico belingueriano (lo sfascio consociativo dello Stato con DC ed altri,
al di là delle formulette – fu il periodo che si mangiarono, spartirono, tutti
i fondi pensioni, le capitalizzazioni previdenziali, somme che vanno oltre
l’attuale debito pubblico) che nasceva col PCI che accettava e beneficiava pure
‘i cattolici’, i democristiani, per cui era tutto vissuto come “ci mettiamo d’
accordo col PCI perché il PCI ci blandisce e dunque ci dà spazio anche in aree sue”.
In effetti, v’era una forbice culturale e strategica tra le visioni dei DC
avvertiti e quella delle Marielle credulone da ACLI. Era comunque a quel modo.
Le stesse ACLI non è che fossero tutte o principalmente a quel modo. V’erano
quelli che andavano al circolo ACLI a giocare a carte, a chiacchierare, a
sbevazzare, per stare tra fasci anziché con quelli del PCI che, nei lori
circoli, facevano le stesse cose, e quelli che usavano la sigla ACLI per “far
politica”. ...A caccia di posti... Tra chi “faceva politica”, v’erano le
visioni più differenti, tra cui i para-PCI o gli aperti, con varie sfumature e
visioni, a convergenze col PCI. Mariella e Nikla, usando la sigla ACLI,
predicavano ad un gruppo di ragazze e ragazzi della parrocchia di Migliarina
che i cattolici potevano e dovevano convergere col PCI. Non che ne fossero
convintissime. Era quel senso d’ebbrezza che a volte i bimbi hanno a giocare
col proibito. Dato che il PCI era piuttosto forte, alla Spezia, città di
aziende pubbliche, dove moltissimi erano passiti dal fascio al PCI, e che
quella era la moda di quei tempi attorno al 1968/69... Sì, era la moda dei
tempi e che continuerà.
Mariella si sentiva investita di una
missione da buona cattolica, quella di catechizzare i comunisti. Nikla era solo
una che non ci capiva un cacchio e che andava a rimorchio dell’amica. A casa
erano contenti perché andava in parrocchia. Mariella era contenta perché
faceva, assieme a lei, la catto-comunista.
Nikla avrà uno dei suoi numerosissimi
tracolli esistenzial-nervosi quando Berlusconi scende pubblicamente in campo
come politico, o così sembrò [in realtà mise solo la faccia per raccattare voti
mentre G.Letta governava], all’inizio del 1994. Nikla, incapace di capire
alcunché, e condizionata dalla propaganda di regime, comincerà ad urlare che
chiunque era tollerabile ma non quello. Urlava come un invasata ogni volta lui
compariva in TV o ne aveva notizia su altri media. Loro, i catto-comunisti
stavano ‘vincendo’, ed ecco che era arrivato quello a sfasciare la loro [in
realtà, del regime compradoro] “gioiosa macchina da guerra”, nell’espressione
da pogrom di quel mafioso di Occhetto.
Col cognato Sborrino, il marito della
sorella, un catto-comunista spezzino, di padre arsenalotto e lui, laureato in
chimica, propagandista farmaceutico, per cui venditore di veleni, su cui
guadagnava pure profumatamente, di quelli appunto che la coscienza la hanno
solo a comando, Nikla si era messa a firmare petizioni, di quelle merdate da
imbroglioni o malati di menti, ...da ‘indignati’.
Certo ognuno può avere i punti di
vista che crede. Tuttavia quando le persone si agitano in modo fondamentalista,
o sono sceneggiate per coprire altre cose, oppure o stanno imbrogliando o
stanno male, od entrambe le cose: imbroglioni-malati. In una Nikla è
improbabile poter trovare qualche qualità o qualche equilibrata normalità.
Roby si era sempre (più o meno dal
1967) presentato come ultrasinistro sfegatato ed ultraminoritario. Lo sfegatato
serviva per coprire la sua rapida progressione come sacerdote della Chai [חַי], dato che allora era importantissimo che nessuno
ne avesse la più pallida idea sia che esistesse sia che potessero esservi
persone che facevano studi e praticavano esoterismi paralleli, riservati. Ora
non v’è più rischio di rilevazione, dato che... Non importa...
L’ultraminoritario serviva a mostrare la sua estraneità. Infatti nessuno lo ha
mai sopportato, né lui a mai sopportato loro, nell’ambiente dei compagnuzzi.
L’ultraminoritarismo, gruppi di poche centinaia, decine, e spesso anche meno,
di persone, era un modo per dire che non gliene fregava nulla. Quelli cui
gliene fregava qualcosa, a parte quelli dei gruppettini direttamente comprati
ed eterodiretti dai CC (come i Maitanno, Moscati, Dinuccio, Cevvetti, Paroli e
mille altri; ...chi crea, caserme, casermine o casermotte...), quelli di
passaggio, o qualche fissato od interessato, si gettavano nei gruppi maggiori.
Se uno ha delle cose da dire, od anche solo delle ambizioni, sceglie dove vi
siano masse, su cui se non necessariamente influire, grazie alle quali
risplendere ed avere risonanza ed opportunità, farci meglio carriera insomma.
Nel gruppetto va o chi abbia patologie o chi non gliene freghi nulla. Chi vada
nel gruppetto di poche centinaia o decine di persone è o per dinamica di gruppo
(amici, amici di amici), o per qualche bisogno di marginalità, o solo di
passaggio, a parte appunto quelli trovatisi e reclutati dai CC o quelli mandati
per esempio dal PCI. Il PCI mandava suoi anche nei vari gruppetti, dai
Paolicci, alle Volpi, ai Moscati a decine d’altri. Nei gruppetti, lo ripetiamo,
si trovano quasi solo o casi patologici o mandati. La cartina di tornasole per
verificare i mandati è semplice. I citati e decine d’altri sono tutti
personaggi che, in apparenza, ‘tradiscono’ il PCI eppure non viene fatta terra
bruciata attorno a loro. Continuano a lavorare in aziende d’area PCI, o ad esso
connessi in vario modo. Hanno carriere accademiche loro assicurate dal PCI e
che poi il PCI non ostacola, anzi continua a favorirle. Qualcuno è pure arrivato
al CSM! Dal PCI ai quartini del Maitanno e dal quartini del Maitanno al CSM.
Una vera Volpe perugina! Chi rompa davvero col PCI, non si risottometta, e non
trovi mafie di potere in qualche modo equivalenti, viene fatto fuori ovunque
arrivi la possibile influenza dello stesso, cioè ovunque. Valgono logiche
mafiose, in queste cose. Il PCI ha sempre avuto una tipica struttura e logica
mafiose. Del resto lo creano gli inglesi nel 1994. Gli inglesi sono mafiosi per
eccellenza, coi loro sistemi massonici centralizzati nella Corona britannica.
Il PCI aveva uffici che facevano da ponte tra la Polizia Segreta CC (gli
Squadroni della Morte dei Carabinieri) ed i vari gruppetti ‘estremisti’ o
comunque esterni, esternalizzatisi od esternizzati. Per chi fosse stato
schifiltoso, relativamente a rapporti diretti con “lo Stato”, i CC usavano il
PCI-CGIL etc, od anche l’ENI etc, come schermo. Mutatis mutandis la cosa continua tuttora, ovviamente.
Allo stesso tempo, Roby era ed è il
tipo che era critico, criticissimo delle cose da lui stesso appena scritte. Le
discuteva come fossero di un altro. Magari ne capovolgeva le valutazioni.
Tipico di chi abbia avuto un lungo training cabalistico. È cosi che si deve
fare! Il fallo è in chi non sappia farlo! Per tutte le persone che studino con
onestà intellettuale, seguire delle ortodossie predefinite è la cosa più
truffaldina possa esistere, pur universalmente diffusa e praticata. In pratica,
le persone ordinarie studiano per confermarsi, non per scoprire. Chi studi per scoprire
sottopone tutto a critica radicale e profonda, anche quello lui o lei stessa
possa avere appena scritto. ...Beh, vi sono psicopatici che già a vent’anni
cominciano e raccogliere i materiali per la propria autobiografia: tali figuri
hanno una coerenza ‘intellettuale’ tipicamente paranoica che è l’opposto una
vera attività intellettuale. Roby ha sempre praticato l’arte di spaccare il
capello in quattro e poi ancora in quattro e così fino a che necessario,
possibile, utile.
Lo Sborrino, il cognato della Nikla,
in fondo era di quei cattocomunisti che sul cattocomunismo costruivano una
carriera, pur marginale, da compagno di strada del PCI, in organizzazioni e
componenti social-cattoliche. Amava quella politica, un po’ gruppettara ma alla
ricerca dei posti, dell’esibizione. Non aveva il coraggio della vera DC,
neppure quello del PCI. Immaginatevi uno un po’ ottuso, pur con laurea, e che
non abbia nulla da fare nel tempo libero, avendo pure paura della fica, per cui
non è che... Dunque razzolava tra ACLI e sigle di quell’area catto-comunista,
utile per rimediare qualche posto concesso dal PCI, per quanto nulla di grandioso. Chiaramente, quando era
poi stato fondato il PD, lì non era potuto non entrare, almeno nell’area. Di
quelli che vi entrano per uscirne perché non sufficiente fondamentalista
...Fanno le Bindi... attaccatissimi ai posti, pur marginali. Non hanno altro
nella vita. A casa, pur nell’era dell’internet, non avrebbero nulla da fare.
Per lui, fare l’indignato anti-Berluska, era un modo per compiacere il PCI (e
come poi si sia chiamato e si chiami), ridefinirsi come catto-comunista da
sinistra DC, mentre riaffermava il suo spirito oscurantista isterico contro
qualunque modernità. Di quelli che hanno vissuto come trauma sia la rottura del
monopolio RAI che la nascita, della rete, di internet. Di cultura gretta, pur
di studi formali scientifici, è avverso a qualunque forma di progresso.
In Nikla v’erano tutte queste
sottoculture oscurantiste [tra madre semi-analfabeta e padre che aveva gettato
nel cesso tutti sogni per lavorare 12 ore al giorno all’INAM!], pur senza avere
mai richiesto ed avuto posti da nessuno. ...A parte a I Ricostruttori,
dove ogni qualche anno le facevano tenere qualche corsetto di DO-IN che,
inevitabilmente, le procurava lunghi e dolorosi colpi di sciatica... La
Scattozza era troppo occupata a far nulla, a correre sempre in ritardo ovunque,
a comprare cianfrusaglie, sbevazzare ed impasticcarsi, stipare i frigoriferi a
strati di cibarie in accesso e che, a blocchi, buttava poi via deteriorate
quando il frigo puzzava troppo di cibi avariati. Allo stesso tempo, per lei, il
Berluska era una vera isteria. Le produceva agitazioni e fremiti
incontrollabili. Era un caso vivente di berluskofrenia La testa vuota le si
bloccava più del solito, diveniva tutta rossa da infarto e sputava insulti
convulsi non appena ne leggesse, o lo vedesse ed ascoltasse, o ne udisse, su
media audiovisivi. Già aveva sott’occhio e sottomano il Gian Vittorio Cappelletto come gran piazzista ma costui aveva il merito
indistruttibile di averle imprigionato Serena e di tenerla lontano, per quel
potesse, da Roby.
Ogni volta vedeva il Berluska in TV,
o sui giornali, Nikla cominciava ad urlettare:
- “Andrebbe ammazzato! Sì, ammazzato!
Non possiamo permetterci che uno come lui sia anche solo nominato come
italiano. Berluska, schifoso, muori, crepa, ti ammazzo, ti ammazzo!” ...Mente
agitava i pugni ed ondeggiava, piegata, a scatti, tutta furente e davvero sul
comico-disgustoso. A dire il vero, Mina lo votava, ma non glielo diceva. A Mina
bastava che la aiutassero tutti a praticare il male. Il resto non era
importante.
Ed un giorno... ...un giorno Nikla
cominciò a dire a tutti che si doveva passare all’azione, che si doveva...
...che si doveva ammazzare il Berluska. Sul convulso, lo diceva a tutti,
chiedendo se avessero idee, se fossero disposti, come si potesse fare. Pur
sghignazzandosela, la vedevano così convinta che non avevano il coraggio di
contraddirla. Le dicevano, per canzonarla senza che lei lo capisse, che lei Nikla
doveva essere la capa di una tale grandiosa operazione. ...Lei che non riusciva
neppure ad arrivare in orario a nulla, né a pronunciare due parole con una
qualunque senso logico. I dialoghi qui ricostruiti, li abbiamo ovviamente
aggiustati, quando abbiamo attribuito della frasi alla Scattozza perché,
differentemente, avremmo dovuto scrivere delle cose del tutto incomprensibili.
Si faceva capire col livore misero, con le invettive deliranti, non con le
parole.
Qualcuno, disgustato ma non osando
farsi aggredire richiamandola alla ragione, le disse che era una grande idea,
che lei avrebbe dovuto studiare la cosa, che lei poteva farlo... Lei corse a
comprare decine di libri (trovati con grande difficoltà e molti che alla fine
non c’entravano nulla, ed anche quelli che c’entravano che non servivano a
nulla) su come si organizzava un assassinio di alto livello. Romanzi, manuali o
pseudo tali... Li mise lì, come fa con tutti i libri. Si diceva che avrebbe
iniziato poco dopo. Poi il giorno finiva. Si diceva che di sicuro il giorno
dopo... Il giorno dopo era come il giorno prima. A volte si sedeva, ne prendeva
uno, poi, presa dalle solite compulsioni, non faceva in tempo neppure a leggere
un paragrafo che lo riponeva... Li ha ancora lì, pressoché immacolati, solo un
po’ maltrattati, unti, sporcati, perché li spostava, se li portava in altri
luoghi, ma nessuno d’essi lo ha neppure davvero iniziato.
Certo, continuava a dire a tutti che
voleva ammazzare Berlusconi con un attentato spettacolare. Chiese dove si potesse
trovare un bazooka, un lanciarazzi, esplosivi, armi da fuoco. Un suo conoscente
toscano, un credulone un po’ mafioso, alla sue insistenze, la portò da un suo
amico che era stato mercenario da qualche parte.
- “Vorrei chiederti una cosa, se uno
volesse mai far fuori un capo di Stato o di governo, come può fare?”
Lui che era stato già messo
sull’avviso che Nikla gli avrebbe chiesto quelle cose, e che conosceva come
vada il mondo, gliela buttò sul vago:
- “Sono cose complesse... Occorre
avere una struttura, sempre che basti...”
- “Beh, ma come hanno rapito ed
ucciso Moro... Ammazzare uno dovrebbe essere ancora più facile. ...Gli si tira
un colpo...”
- “Certo, devi sapere dove va,
intercettarlo in un luogo dove sia, andare vicino od avere predisposto qualche
ordigno, e poi colpirlo... A dirlo sembra facile, ma poi sono cose che si
devono fare senza che nessuno lo sappia fino a che il bersaglio sia
liquidato...”
- “Ma se l’hanno fatto con Moro, e
rapirlo era ben più complicato, non deve essere una cosa impossibile.”
- “Di impossibile non c’è mai nulla.
...Si deve avere una struttura e sapere quello che si deve fare...”
- “Ecco, e tu come faresti?”
- “Io non lo farei...”
- “Ma tu non eri...”
- “Ero cosa...”
- “Non facevi il mercenario?”
- “Che c’entra?”
- “Quante persone hai ammazzato?”
- “Io?! ...Nessuno.”
- “E che mercenario eri?!”
- “Non è che uno passi il giorno ad
ammazzare persone...”
- “Non hai mai sparato a nessuno?”
- “No, non mi è mai capitato...”
- “Ma, insomma, non capisco...”
- “È come quando fai il militare.
Magari devi fare la guardia a qualcosa o qualcuno, od andare in operazione, ma
non è che uno stia lì a sparare e ad ammazzare gente. ...Ci sono delle
procedure. Se succede qualcosa sai quel che devi fare. Ma se non succede nulla...”
- “Scusa, te lo dico diretta... ...Mi
aiuteresti ad ammazzare il Berluska?”
- “Guarda, non ho sentito... ...Anzi,
stai scherzando... Pensavo che volessi scrivere un romanzo e volessi chiedermi
delle cose per romanzare...”
- “Ma allora sei un berluskoniano!”
- “Perché? Che c’entra? Quando voto,
se voto, voto per chi mi gusta. Ma finisce lì... Non è che se vince un altro mi
tocchi più di tanto.”
- “Ma allora non capisci. Qui non è
questione di opinioni. Qui è in ballo la democrazia nel nostro paese. Ed è
tutta colpa di quello schifoso del Berluska che controlla i media e convince le
persone.”
- “Quando c’è da votare si vota...
Poi, chi vince vince...”
- “Ma allora non capisci... Qui non è
questione di chi vinca... Non è tollerabile che lui vinca, e neppure che perda.
Un imprenditore, e poi di TV che hanno rovinato la nostra RAI ed il nostro
paese... No, non è tollerabile! Se c’è un Berluska in politica, non è più
democrazia...”
- “Non so... La politica non è il mio
forte...”
- “Ecco, ho capito, sei un
qualunquista... O sei un berluskoniano...”
- “Te lo ho detto. Non ho un grande
interesse. Quando c’è da votare, se vado poi decido sul momento su chi fare la
croce...”
- “Ecco, ho capito, sei un
berluskoniano! ...Un berluskoniamo! Un fascista! No, peggio! Un
berluskoniano... Di quelli che si sono lavati il cervello e confuso le idee con
le puttane delle TV berluskoniane. Ma da chi mi hanno portato?!”
- “Nikla, mi hanno detto che volevi
chiedermi delle cose. Scusami, ma di politica, non capisco. La TV non è neppure
che la guardi molto...”
- “Ecco, sì, il Berluska ti ha lavato
il cervello. La gente non vuol capire. Quello vi vende quel che vuole e voi
neppure ve ne accorgete... Va ammazzato! Va ammazzato!”
- “Stai scherzando... Non ho
sentito... Guarda, ora devo andare a lavorare che le ore sono passate
veloci...”
- “E dove posso andare per dei
lancia-razzi, degli esplosivi, delle armi?”
- “Ci sono dei mercati, ...ma uno
deve conoscere..., in Belgio, a Londra... Anche qui, forse, se vai al Sud, ma io
non sono più del giro. Poi, guarda, io di queste cose non voglio sapere nulla.
Secondo me, tu scherzavi. Non sono cose che... Guarda, non ho sentito nulla.
Devo andare.”
E costui se ne andò, mentre Nikla
continuava con le sue invettive sconclusionate:
- “Ecco come sono tutti. Il Berluska
se li è rovinati con i suoi programmi americani. Non capiscono neppure che
questo nostro paese è stato snaturato dal berluskonismo. Va ammazzato! Va
ammazzato! Questa vergogna deve sparire. Chiunque, ma non lui... Lo ammazzo io,
da sola.”
Nikla continuò a chiedere a tutti
dove trovare pistole, mitra, lanciarazzi, esplosivi. Tutti scantonavano,
dicevano che non avevano idea... Qualcuno le disse di andare in Austria o nelle
repubbliche ex-Jugoslave. Ma lei, alla fine, non andò da nessuna parte. Anche
vi fosse andata, non è che si trovi nulla per strada, anzi non si trova
affatto. Sono mercati ben controllati.
Nikla andò ad alcune manifestazioni
dove c’era il Berluska, ma, a parte che riusciva a stento a reprimere la rabbia
che le straboccava, non riuscì ad avvicinarsi. Eppoi, c’era troppa gente e
troppi controlli. Non è che una potesse passare dal pubblico a qualche anfratto
da dove... E poi con che? Non è che una potesse arrivare lì chissà con cosa,
trovarsi il punto ideale da cui..., piazzarsi, poi estrarre ciò che aveva e,
tranquilla, prendere la mira...
Continuava a vaneggiare sulla cosa...
Si comprò pure un computer da poco e sottoscrisse internet perché le avevano
detto che in rete... Ma come per i libri... In più, non è mai riuscita a
comprendere nulla di un computer e come procurarsi informazioni con esso. In
pratica, lo ha, ma è sempre spento. Quando lo accende sente come un senso di
vuoto, di immenso in cui non saprebbe neppure come penetrare. E corre subito a
fornelli, frigo, andare al negozio, telefonare, invitare a pranzo ed a
cena.
State
of Denial. Concetta ed Alvaro
Te lo neghi. Non vorresti. Ma il tuo
destino è quello.
...reclutati e fottuti dalla Polizia
Segreta CC.
“Blocking out, turning a blind eye,
shutting off, not wanting to know, wearing blinkers, seeing what we want to see
... these are all expressions of 'denial'. Alcoholics who refuse to recognize
their condition, people who brush aside suspicions of their partner's
infidelity, the wife who doesn't notice that her husband is abusing their
daughter - are supposedly 'in denial'. Governments deny their responsibility
for atrocities, and plan them to achieve 'maximum deniability'. Truth
Commissions try to overcome the suppression and denial of past horrors.
Bystander nations deny their responsibility to intervene.”
Le persone, cioè l’insetto medio,
vive negandosi tutto quello vada oltre il suo gretto orizzonte di comprensione.
In fondo, l’insetto medio riesce a vivere proprio perché si nega la
comprensione.
Chiomento, veneto, quanto era entrato
all’INPS come commesso aveva trovato più affine gettarsi con Formica,
massoneria PSDI-UIL piemontese, per averne protezione e qualche promozione. Nel
frattempo, qualche vantaggio. Da commesso era stato passato rapidamente
impiegato. Non solo. Aveva avuto collocazioni dove si può mangiare. Del resto,
lui aveva ben bisogno di fondi extra. Si era sposato una gran fica, lei stessa
veneta e di quelle fedelissime. Lui, di riflesso, sentiva il bisogno di scopare
in giro. Dato che abitava in case INPS, uno degli altri vantaggi di essersi
fatto cliente Formica, lo faceva in modo silente, ma non troppo. Era di quelli
che dovevano farlo sapere sebbene non è che fosse di quelli si vantassero né di
quelli che raccontassero i fatti propri in giro. Nessun clamore. Ma c’era chi
sapeva che anche Chiomento... Aveva pure dei costi. Aveva un pied-à-terre, dato
che usava la sua posizione all’INPS per rimorchiare e scopare in continuazione.
La moglie, occasionalmente, si era vantata con altre mogli di impiegati INPS
dicendo che il marito suo non era come altri. Gli altri tradivano le mogli, e
lo facevano pure sapere mentre il suo Chiomento era uno serio serissimo, e poi
lei gli bastava, ...così diceva a tutte. Alla fine, qualcuna si era stufata e
gliela aveva contata e le aveva detto che il marito, Chiomento, aveva pure un
pied-à-terre dove trombava in continuazione pure bruttocchie con semi enormi e
che, proprio tali seni enormi, erano quello che facevano impazzire Chiomento.
Lei era uscita di testa. Lo aveva ‘affrontato’. Lui Chiomento aveva negato ma
lei lo vedeva che mentiva. Da quel momento, la moglie di Chiomento non ci
stette più con la testa. Non solo si era illusa ma aveva fatto pure la parte
della scema con coloro con cui si era vantata della fedeltà del marito. Non
pensiate che i veneti siano differenti dai siciliani... Costei non si era più
ripresa dal colpo. Chiomento aveva sempre evitato di contarla tutta, ma la
malattia mentale della moglie era tutta lì. Anche lui poi non era più stato
molto bene, ma perché mangiava troppo e male e gli si gonfiavano le gambe ed
aveva problemi di circolazione. Era comunque di quelli senza altre ambizioni
che la propria tranquillità e la fica finché aveva potuto. Voleva solo tirare a
campa’ quieto senza noie di alcun genere, anche se qual pasticcio con la moglie
avrebbe oramai marcato la sua vita. Lei aveva crisi di panico. Lui temeva si
suicidasse. A sua volta, lui si consolava col mangiare abbondante ...e stava
male per ciò.
A Torino-Sud, Chiomento si era
trovato a dover fare il segretario UIL. Non che a lui piacessero le posizioni
di prima linea. Gli bastava fare il cliente, il cliente di Formica, boss
indiscusso della UIL-INPS a Torino. Lì, non aveva potuto sottrarsi. Appena
aveva potuto, aveva scaricato la mansione a Concetta, una di origini sicule e
del tutto fuori di testa. Fuori di testa, ma di quelle che facevano tutto
quello le venisse detto. Obbediente, subordinata, conformista, pur col vezzo di
votare per l’estrema sinistra. Si era sposata di segreto alla famiglia, e
vivendo ancora con essa. Sì, insomma, se volevano metterglielo dentro, dovevano
sposarla. La cosa era poi casualmente venuta fuori per cui, ormai scoperta dal
padre (cui in occasione di qualche certificato anagrafico era stato detto, con
suo grande stupore, che la figlia risultava coniugata), era potuta andare a
vivere col marito. Del resto era già incinta di Alvaro poi nato. Il marito,
presto stufatosi, lo aveva poi messo dentro ad altre. Lei, venutolo, a sapere,
se ne era andata. Lui si era poi accasato con un’altra. Senza marito, lei ha
ripreso a tenersela stretta. Nella testa sua si creava che tutti avrebbero
voluto farsela. Lei, comunque, neppure cercava di darla a qualcuno e non deve
mai averla data a nessuno. Nulla di male. Persone fatte così. Vorrebbero ma
alle loro condizioni. Pur con questa particolarità, restava una del tutto fuori
di testa ed assolutamente conformista. Non che siano fuori di testa quelle o
solo quelle o parte di quelle la diano in giro. Una non la dà. Etc. etc. come
già detto.
Quando Roby era arrivato a
Torino-Sud, lei ovviamente, come sindacalista, per cui partecipava alle varie
intersindacali col direttore, si era sorbita tutto quello che dicevano e
facevano. Lei ‘sapeva’ perché glielo aveva detto un idiota come il direttore
Francesco Papa, cui lei doveva credere, che Roby fosse il capo del terrore.
Felice lei... Da un lato, lei, di sua iniziativa, non avrebbe fatto mai nulla
contro altri. Ma come conformista, non poteva che lasciar fare, ovviamente. Il
direttore era l’autorità. Il suo puparo Chiomento, un brav’uomo, nel senso che
è di quelli cercano di barcamenarsi, non era uno che avesse interesse a
mettersi contro il potere. Anche lui era uno che, di suo, non si sarebbe mai messo
contro nessuno, se non altro per evitarsi complicazioni esistenziali e
possibili guai, ma, appunto, per quieto vivere, ancor meno si sarebbe mai messo
contro il potere, lì il direttore. Il direttore Francesco Papa, si era messo al
servizio pieno delle Polizie Segrete CC che lo avevano contattato. Il Papa si
era detto che poteva usarle quella faccenda segretissima delle Squadroni della Morte CC-NATO per la sua carriera. Il Papa era uno che non capiva nulla ed aveva
fatto carriera solo e sempre di ruffianeria. Quella era per lui l’occasione di
un ulteriore avanzamento (passando da direttore locale, uno dei tantissimi, a direttore centrale, cerchia
non piccola ma già più ridotta), occasione gli si era presentata facendosi
parte attiva, attivissima, nel linciaggio contro il Roby. Il Papa era andato a
parlare con il Centro Torture e Persecuzioni degli Squadroni della Morte CC-NATO di Milano e si era fatto da loro garantire
che se lui avesse cercato di montare cose grosse loro lo avrebbero spinto per
divenire direttore centrale INPS. Ciò gli fu garantito e lui ne montò di tutti
i colori, contro Roby, all’INPS di Torino-Sud. Chiamava questo, chiamava
quello, montava tragedie nate solo nella sua testa. Era un chiacchierone pieno
di complessi di inferiorità per cui ne parlava pure a tutti. Tutti sapevano che
lui straparlava a soggetto e che montava tragedie sul nulla. Nessuno lo
contraddiceva perché lui era il direttore e perché aveva fatto risapere a
tutti, attraverso varie fonti, che lui aveva la copertura assoluta da parte
degli Squadroni della Morte CC-NATO. Certo, quando le Polizie Segrete CC, con Direzione Generale e direttore
di Torino-Sud Francesco Papa e fantocci [per esempio tal Ciancio della CGIL,
che il cambio era divenuto dirigente, e poi direttore a Vercelli], avevano
montato un caso contro Roby per sospenderlo [lo avevano accusato non di
lavorare - Roby aveva da solo rapidamente del tutto aggiornato le pensioni dei
Fondi Speciali, che Rosalia e Maria Grazia (le altre due addette) non facevano,
non facevano per mangiarci, per chiedere soldi per farle a qualcuno abboccasse;
Rosalia e Maria Grazia, una sicula ed una calabrese avevano ottenuto la
copertura totale del direttore Papa e dei sindacati per continuare a far nulla
in cambio della sottoscrizione di una lettera in cui si dissociavano “dai
metodi di Roby”; “i metodi di Roby” erano semplici: quando qualcuno faceva
domanda lui definiva subito la pensione se era tutto a posto, e spesso lo era;
dopo che Roby se ne andò dalle pensioni dei Fondi Speciali e dall’INPS, le due,
Rosalia e Maria Grazia, ricrearono l’arretrato e ripresero a chiedere mazzette
per farle], Concetta era volata a Roma il giorno del ‘processo’. Il caso era
caduto ma in realtà Roby si era già dimesso. Infatti, nel Consiglio di Disciplina
INPS, erano sbottati nella classica auto-confessione del loro delinquere:
“Obiettivo della montatura organizzata dalla Direzione Generale, complice,
Francesco Papa, su richiesta superiore [gli Squadroni della Morte dei
Carabinieri] area di licenziarlo. Visto che si è dimesso di suo, possiamo
lasciar cadere la cosa.” Siccome Roby non era in realtà della UIL, il biglietto
aereo la aveva pagato Roby a Concetta, che era tuttavia pronta a farselo pagare
dal suo sindacato. Era giusto così, che se lo pagasse Roby. Si era nella primavera 1995.
A parte questo, la solita tensione,
contraddizione, tra il volere essere e quello realmente si fosse... Concetta se
le beveva tutte. Il potere formale era la verità. La verità era il potere
formale. Per Concetta, naturalmente. Non c’arrivava. Sempre agitatissima.
Urlava. Tutto, qualunque cosa facesse, sembrava un assalto col pugnale fra i
denti. E poi se le fabbricava nella testa. Non solo quello che avesse a che
fare col potere. Era come schizofrenica su tutto. Nel caso di Roby all’INPS,
quando il direttore Francesco Papa chiedeva la copertura dei sindacati per i
suoi deliri delinquenziali contro Roby, lei non capiva e comunque appoggiava.
Fuori dal raggio della voce del direttore diceva di essere con Roby che era
chiaramente nel mirino. Lei ovviamente non capiva, sebbene fosse evidente, che
ci fossero Polizie Segrete/Squadroni della Morte del governo/potere. No, non
poteva. Lei se lo negava. Rimuoveva. Era di quelle condizionate a credere che
tutto succeda per caso, anzi per colpa del bersaglio, di chi venga colpito.
“Qualcosa avrà ben fatto se lo perseguitano!” È la logica del pidocchio medio.
Se ne vergognano?! Secca loro se ne parli?! Fanno tutto loro, non chi si limiti
a scriverlo!
Il figlio, Alvaro, era intelligente
ma castrato dalla solita madre siculo-possessiva. La conoscete la logica dei
cani? Solo fedeli a chi dia loro da mangiare. Ecco, Alvaro era su quella
lunghezza d’onda. Se ne vergognano?! Lo dicono a noi che ci limitiamo a
scriverlo?!
Quando Roby aveva deciso un salto
qualitativo del suo districarsi sotto i colpi tentati dalle Polizie Segrete /
Squadroni della Morte dei Carabinieri, i due erano polli ideali. Era la logica
della garrota. Lasci che ci infilino il collo e che dicano che non esiste
mentre se ne fanno garrotare! Ve lo siete voluto?! Godetevela! Ora Alvaro è
oggetto di una operazione clandestina di assassinio bianco da parte della
Polizie Segrete / Squadroni della Morte dei Carabinieri. No, anzi. Non è
oggetto di nulla. Essendo oggetto di una cosa che lui e la madre dicono non
esista, credano pure che tutto succeda a lui per caso! È la logica della
garrota. Ci infilano la testa dentro e continuano a dire che non esiste mentre
ne restano progressivamente garrotati. Se lo sono voluto. Sì, se lo sono voluto
loro in questo caso. Difendono coloro li garrotano. Auguri! Continuino!
Era la primavera del 2008. Prima di
venire via da Taiwan, verso la fine dell’estate, ed andare in Canada. Le
Polizie Segrete /Squadroni della Morte Carabinieri-NATO erano furiose. Lo erano
pure Rikkio, Franka, Nikla, Angela, l’Allakka e molti altri con le stesse:
- “Ma come! Ci avevate detto che lo
avreste rovinato se noi avessimo collaborato... Noi abbiamo collaborato, e pure
di più, ma i risultati non si vedono!”
- “Noi, i nostri specialisti, tutti
siamo sicuri, sicurissimi che ormai...”
- “Ci dite sempre così, ma poi i
risultati non si vedono...”
- “È che dovremmo averlo qui, sul
territorio nazionale. All’estero, per quanto facciamo...”
- “Ci avevate detto, garantito, che il
primo obiettivo era farlo rientrare e che ci sareste riusciti con la nostra
collaborazione. Noi abbiamo collaborato, e pure di più, eppure...”
- “I nostri esperti ci avevano
garantito... Oramai deve essere questione di giorni, di ore...”
- “Ci dite sempre così...”
- “Anche noi facciamo quel che
possiamo... Dobbiamo obbedire ad ordini, a procedure... È che dovremmo proprio
averlo qui, sennò, con questi programmi non è che si possa fare di più,
sembrerebbe, in questo caso...”
Roby decide di dar loro una mazzata
nei denti. Non che serva a nulla. Ci son cose vanno fatte. ...Le cose a volte
succedono... Roby scrive a Concetta che vuole dar via la casa perché non ne ha
più bisogno, che non sa con chi comunicare per regalarla, che casualmente aveva
il suo indirizzo e che dunque, se la vuole... Le non è in grado di scrivere,
non solo a computer. Magari scrive troppo in ufficio ed a casa preferisce non
farlo... Usa Alvaro che usa il nome di lei ma è lui che scrive. Risponde
entusiasta, cioè è Alvaro stesso che scrive con lei a fianco, che Alvaro va a
giurisprudenza che è proprio a due passi, per cui certo che la casa farebbe
comodo, comodissimo. In effetti, è forse un po’ macchinoso recuperare le chiavi
come da indicazioni di Roby. Per cui, lo stesso manda loro le chiavi e prendono
possesso della casa. Roby è sincero.
Tanto dopo, quello che gli hanno combinato, non ha intenzione né di mettere
piedi in Italia né in quella casa. Da tanti anni che manca, potrebbero avervi
pure fatto qualunque cosa. Meglio starne alla larga. I suoi libri, vestiti,
computer etc.?! Quando ci si trova in mare e ci si salva, almeno sul momento,
inutile che ci si stia a preoccupare di quello si sia perso in un naufragio. Ci
sono quelli che per tornare indietro a recuperare una sciocchezza, ci rimettono
la vita.
Ovviamente, o non ovviamente, Roby
accenna a quello sta capitando, lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing, attuato dalle Polizie Segrete /
Squadroni della Morte dei Carabinieri, con appoggio NATO, per cui in tutto il
mondo, di fatto. E li avvisa che è sicuro che si rifaranno vivi, “i familiari”,
per dire che vogliono la loro collaborazione contro di lui, contro Roby.
Alvaro, uno, inizialmente, finché la madre non lo castra del tutto, o quasi,
intellettualmente curioso, sul momento si appassiona, vuole sapere. Ecco che in
Concetta scattano gli stessi riflessi condizionati, cui si è accennato, che già
aveva sul luogo di lavoro. Deve negare. Poi deve pure ‘proteggere’ il figlio,
che non si metta nei guai. Mai opporsi al potere, neppure pensare contro il
potere, perché non si sa quello il potere possa farti. reagisce isterica: “No
si inventa tutto! Non è possibile! Queste cose non esistono da noi! Come
dicono?! La Repubblica antifascista nata dalla Resistenza... Ecco, qui, da noi,
non possono proprio esistere queste cose. È lui che è un piantagrane. Chissà
che cosa avrà mai combinato. Sarà un capo del terrore. Del resto, se prima
all’INPS... ...I suoi erano venuti anche all’INPS, e non solo, a dire che era
il capo del terrore mondiale...” E giù su questo tono.
Alvaro la capisce che la madre sua è del tutto fuori di testa. Eppoi,
lì è chiaramente in preda a fremiti come di una che, appena intraveda o
subodori verità, si blocchi, non possa, non debba, non voglia, le rifiuti,
opponga una totale chiusura appunto perché si va su un terreno che... Ma lui,
Alvaro, ha la sindrome del cane: mi dà da magna’, devo esserle fedele. Normale.
Quando si dipende dai genitori, chiunque la avrebbe. ...Non chiunque ma molti.
“Oh, lei si sacrifica per me...”, “Oh, se la faccio arrabbiare, soffre e mi
urla...” Normale... ...Almeno tra i ‘normali’, tra gli ordinari.
Alvaro si permette solo di chiedere:
- “E se, come lui dice, vengono familiari a...”
- “Ma cosa dici?! Non viene nessuno! Quello si inventa tutto! Come
fanno a sapere che tu sei li?!”
Appunto... Ah, no, prima aggiungiamo
un’altra cosa. Roby, sapendo che è una questione di tempo, poco, ché poi
arrivano i furiosi Nikla-Franka-Rikkio per lo sfondamento, per rubarsi
l’alloggio, o prenderselo per qualcuno dei loro, o magari venderselo per
rubarsi i soldi e darli al Cappelletto ed ai Carabinieri come mazzetta per
vedere ammazzare Roby, cosa fino a quel momento non riuscita, lo dice loro che
va fatto quando prima il passaggio di proprietà. Fa loro recuperare la procura
che Roby ha sullo stesso. Loro sono i soliti. Fanfaroni. S’offendono?! Diteci
quale è l’aggettivo giusto... “Conosciamo. Abbiamo grandi amici avvocati. Ci
consigliano qui. Consigliano lì... Ora ci dicono...” Lo sapete come sono le fanfaronate
dell’italiota medio. Andate su fb e lo vedete... Roby lo dice loro che c’è da
fare qualche atto formale e da mandarglielo. Un passaggio di proprietà non è
che si faccia via email. “Abbiamo cari amici che... Ecco ci consigliano... Ecco
ci dicono... Ci diranno...” Roby non ha MAI ricevuto mezza riga a questo
proposito. MAI ricevuto un atto, via email, o per posta, da stamparsi e da
restituire loro con firma autenticata (ed anche con l’indicazione di che tipo
di autenticazione necessitassero essendo Roby all’estero) che sarebbe stato
essenziale per il passaggio di proprietà o per acquisire diritti stabili
sull’immobile. Per esempio una procura a loro, ma che poi loro usassero subito.
Od altro se una procura, che sarebbe stata una procura su una procura [dato che
Roby aveva già una procura che dava lui pieni diritti sull’immobile, anche di
intestarselo], non fosse stata sufficiente. “Alvaro fa legge. Abbiamo amici
carissimi. Conosciamo avvocati. Ora ci dicono. Ora ci consigliano.” Roby non ha
MAI ricevuto nulla a questo proposito. Ah, Roby aveva fatto loro recuperare,
come prima cosa la sua procura, che era in un cassetto. Per cui loro hanno
sottomano tutto. Non è che Roby se le fosse inventate od avesse avuto altri
fini. Era stato preciso come suo costume.
Ma Concetta era come era... Non ci
stava colla testa ed urlava: “Alvaro, come ti permetti di mettere in
discussione quello che ti dico?! Ma non lo vedi che è pazzo. ...Uno che vuole
regalare l’alloggio... Ma che perseguitato?! Quello finge. Se le inventa. Vuole
metterti nei guai! A noi, la direzione INPS ce le dice. Quando solo venuti quei
due a delirare, no, non a delirare, erano preoccupati, giusto ci si deve ben
preoccupare... ...quel Rikkio e Franka, o come si chiamavano, la direzione ci
ha poi detto tutto! Noi sappiamo le cose! Roby è uno del terrore mondiale. Poi
dicono che vuole fare il giornalista. Beh, non ho capito che cosa c’entri.
Vorrà fare, od avrà fatto, o farà il giornalista del terrore. Ma che studiare?!
...Quello giornalizza! A noi le dicono le cose come stiano! Noi siamo
informati! Gli Squadroni della Morte... ...No, ma che dico?! Quelle cose non
esistono. Noi ben lo sappiamo come stiano le cose! È all’estero per il terrore
e per... Non me lo hai detto pure tu, Alvaro, che scrive sporcaccionate?! Ecco
giornalizza e terrorizza il mondo. E calunnia! Noi le sappiamo le cose. Sta
zitto. Non metterti nei guai. Cosa mi dicono poi i miei fratelli? Il mio
fratello socialista... ...Socialista?! Oh non mi ricordo mai. Ho due fratelli
invertiti. Quello che avrebbe dovuto essere comunista era socialista e quelli
che avrebbe dovuto essere socialista è comunista. Non sapeva tenere in mano un
compasso, ché non voleva studiare a scuola, ed ora fa il geometra e l’affarista
col PCI, o come si chiama ora, con le cooperative delle costruzioni. Avrà
mangiato di più col PCI... Ma che dico?! Noi non mangiamo. Siamo onesti! Perché
è allora pieno di soldi?! L’onesta col PCI paga. Invece l’altro... Uno nelle
ferrovie, pur quadro, avrebbe dovuto essere del PCI. No, ecco che lui era del
PSI. Gli avranno fatto far carriera?! Ma, no, noi siamo onesti. Facciamo tutti
carriera di nostro. Eppure e così vicino al mio papà fascista. Anche lui è
tutto dio, patria e famiglia. Lui, socialista, li chiama famiglia e amici. Gli
amici degli amici... Ma che dico. Noi siamo retti! Beh, dicevo, quello che
avrebbe dovuto essere comunista, ma invece era socialista, ed ora sarà chissà
mai cosa, ecco quello, quello famiglia ed amici, che è uno che capisce la
politica, non come il più piccolo che capisce solo di arraffare, cioè volevo
dire di guadagnare... ...Ecco, dicevo, quello più grande, che conosce i segreti
della politica lo ha sempre detto che quelli come Roby sono fascisti, fascisti
della CIA. Per cui..., ...no, non contraddirmi!..., ...che io le so le cose...
...Per cui, Roby fa il terrore, giornalizza e lavora per la CIA. Ma che
perseguitato?! Non pensarlo neppure che, se ti metti nei guai, cosa di dicono
poi i miei fratelli, i tuoi cugini... ...Noooo. Cosa mi dicono poi, Alvaro?! Alvaro,
tu devi essere il primo tra i tuoi cugini. Siete tutti intelligentissimi perché
siete tutti Ruttolato... ...noi e chi ci sfiora è sempre il meglio del mondo!!!
...ma tu devi essere il primo dei primi, perché sennò che figura ci faccio.
Quel Roby è un piantagrane ed è uno che se le inventa per darsi importanza. Noi
lo sappiamo come stiano le cose. Nello Stato repubblicano non esistono quelle
cose. È uno che calunnia, calunnia tutti! Tutti!!! Tutti!!! ...La CIA che trame
nell’ombra! Le trame oscure! Se le sogna, quel Roby. Nessuno se ne preoccupa
che ora noi si sia nell’alloggio ci ha dato. Abbiamo tempo. Mese più, mese
meno... Anno più anno meno. Magari domani viene qui e, se è ancora
intenzionato, ci fa il passaggio di proprietà. Cosa ti ha scritto ora, che è in
Canada che ha chiesto asilo?! Un pazzo! Un calunniatore! Prima a Taiwan. Ora in
Canada. Ma che gli salta in testa?! Lo fa per calunniare la patria e dunque
tutti noi. Ma cosa vuoi che gliene freghi qui se chiede asilo. Non lo
perseguita nessun qui. Neppure lì. Lo fa per calunniare, per far credere. Ti ha
detto che vengono Franka-Nikla e riprendersi l’alloggio. E chi lo dice loro che
noi si sia qui? Quello se lo inventa. Non c’è nessuno Squadroni della Morte
CC-NATO?! Ecco, vedi, lo fa per calunniare la patria. A nessuno gliene frega
nulla chi ci sia e chi non ci sia qui. Stai tranquillo! Neanche devi pensarle
quelle cose ché se ti metti nei guai come facciamo noi? Che figura ci faccio io
coi miei fratelli e pure con la mia sorellina scapestrata?! Basta! Basta! Si è
inventato tutto! Possiamo stare tranquilli!” ...Ecco, agitatissima, le sputava
su quel tono.
E Alvaro, pur ragazzo che il cervello
lo aveva... ...Ecco se lo staccava dal cranio, se lo metteva nello zainetto, e
poi era pronto a fare il bravo bambino: “Sì, mammina. Certo mammina. Dimmi
mammina”.
Quando Franka-Nikla si presentarono
sulla porta di casa ed entrarono nell’appartamento, Concetta ed Alvaro erano
fregati. A quel punto non c’era più nulla da fare! Non che loro avessero fatto
nulla, né fecero nulla per entrare in possesso dell’appartamento loro
offerto... ...Continuarono a delirare. Sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]]. Si
sentivano prossimi e solidali con chi li stava fottendo. Ne avevano lo stesso
linguaggio e gli stessi riflessi condizionati. Se ne risentono?! Se la vedano
con loro stessi!
Gli Squadroni della Morte CC-NATO, quando mettono qualcuno sotto State/Government-Organized
Stalking-Mobbing, intercettano le comunicazione elettroniche, ovviamente,
dunque le email. Roby non usava telefonini, di solito, non avendone bisogno,
altrimenti è esattamente come nei film. Una voce viene immediatamente filtrata
e, nel caso, riconosciuta e localizzata. Inoltre dispongono di sensori vari,
anche umanoidi, nei vari punti di interesse. Erano per esempio andati
nell’edificio dove Roby aveva in precedenza abitato a dire di segnalare loro
eventuali presenze. Allerti a fianco, dai due lati, sotto, pure qualche d’un
altro, eventualmente chi da altri edifici, dal lato del corso, come del
cortile, possa vedere l’appartamento. Lo vedi subito se vi sia qualcuno, chi e
con che caratteristiche, se presenze occasionali o meno. Ah, no Concetta era
furbissima. Mentiva pure a sé stessa, quando in preda a fobie, per cui aveva
detto al figlio Alvaro che nessuno lo avrebbe notato e dunque nessuno si
sarebbe presentato per interferire con la sua permanenza lì.
Appunto. In via Via Gioachino Rossini
23 (a due passi dall’angolo con Corso Regima Margherita, dove al numero 87 c’è
l’appartamento in oggetto, quello di Roby allora), abitano due pugliesi
entrambi dell’INPS, Delfina e marito, i coniugi Fragapane, già di DP. I soliti
opportunisti conformisti, che hanno trovato “il posto sicuro” e trascinano così
la loro esistenza. L’Allacca li aveva già contattati per organizzare qualcosa
contro Roby, quando lo stesso abitava ancora lì. Quando Roby era andato ad
abitare lì, montati dalla Allakka loro avevano cercato di contattarlo, tramite
una comune conoscenza [Gianoglio, una brava persona, che loro avevano usato per
far chiamare Roby dal loro balcone], ma Roby non aveva dato loro corda. Roby lo
sapeva che i Fragapane erano due infamoni. Gli infamoni, quando si ritengano
più furbi degli altri, a volte usano brave persone ingenue o candide. Quando
Roby era andato via, nell’estate 1995, l’Allacca li aveva ricontattati e
periodicamente li chiamava per sentire se ci fosse mai qualche novità da
segnalare.
Non appena nell’alloggio compare
stabilmente Alvaro, ecco che i due chiamano subito l’Allacca che allerta i suoi
referenti delle Polizie Segrete / Squadroni della Morte Carabinieri. Questi
vedono che lì c’è Alvaro, studente di giurisprudenza, il figlio di Concetta, e
ricontattano l’Allacca per dire che bisogna mandare lì quanto prima Franka per
chiedere la loro collaborazione per cercare di montare qualcosa contro
Roby.
L’Allacca contatta Nikla che
isterizza Franka, già isterica di suo. Assieme, un giorno compaiono alla porta
dell’alloggio ed entrano, con Alvaro che non sa cosa fare. Quel “È
un’invenzione di Roby! È lui che si immagina che gli stiano addosso!” ecco che
si svolge lì sotto gli occhi di Alvato e Concetta e con la loro partecipazione.
Tra paranoici furiosi si intendono
subito. Sindrome dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]]. Franka sfodera i suoi soliti luoghi
comuni. Concetta ne è soggiogata. La stessa è a sua volta contatta direttamente
dalle Polizie Segrete/ Squadroni della Morte Carabinieri che le dicono che si
deve montare qualcosa contro Roby. Lei non capisce. Non c’arriva. Non è colpa
sua. Le dicono che lo si deve far parlare. Lei non capisce lo stesso ma ci
prova. Capisce e non capisce. Fa finta sia di non capire che di capire. Doublespeak, Doubletalk. Doublethink. “No, queste cose non le fanno.”,
“Dobbiamo cooperare perché ce lo chiedono.”, “Quello è pazzo ma cosa si è messo
in testa di starsene all’estero se loro lo vogliono qui”, “Signora, ci occorre
il suoi aiuto. È per il bene di Roby. Bisogna farlo rientrare qui.” Anche il
figlio genio, Alvaro, né è del tutto soggiogato. Se le vede e se le nega. Ora è
lui stesso, per motivi vari, stato sottoposto a State/Government-Organized
Stalking-Mobbing. “No, non è possibile. Queste cose qui non le fanno. Mi
succedono queste cose, questi blocchi, queste ostruzioni, per volere dei cieli
e solo per volere dei cieli.” Avanti minchioni! Vi piace?! Godetevela!
Concetta ed Alvaro, montati dagli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO, cominciano a mandare email a Roby dove
chiedono ossessivamente quando sia andato via dall’Italia, e quando sia
l’ultima volta che è stato nell’appartamento [...nessuna connessione con
contenziosi legali per restare lì – lo avevano chiesto loro i militari per
Terrorismo di Stato contro Roby di cui loro erano collaborazionisti!]. E che,
non lo sanno?! ...Non lo sapevano?! Anche non lo sapessero, ...anche non lo
avessero saputo..., basterebbe ...sarebbe bastato... guardare linkedin. Ma, no.
La ‘logica’ dei pazzi-delinquenti della Polizie Segrete / Squadroni della Morte
Carabinieri è che uno vada fatto ‘parlare’. Anche se non ha nulla dire, viene
comunque messo tutto a fascicolo scrivendo che “chiaramente si sta celando, non
dice nulla perché dissimula”. Demenze, ma tanto le burocrazie
militar-poliziesco-delinquenziali ‘lavorano’ a quel modo. Così, costruiscono
dossier, i dossier che vogliono.
Roby lo dice loro, lo ripete loro.
Loro chiedono e richiedono. Ossessivamente, come a dire che è stato loro
ordinato e loro non sanno cosa fare, non possono fare altrimenti. Devono
obbedire. Impulso a confessare. Lo fanno. Se lo negano. Lo negano. “No, queste
cose qui non le fanno. Non non le abbiamo fatte. Noi deliravamo solo perché
siamo noi che non ci stiamo colla testa.” Voi non ci state con la testa. Non
avete alcuna integrità morale. Ma deliravate a quel modo perché teleguidati.
Quando uno delira di suo, usa il suo linguaggio pur delirante. Quando uno
delira perché imbeccato, delira usando i linguaggi che sono nei fascicoli degli
Squadroni della Morte CC-NATO. Roby sapeva quali
fossero. Loro non lo sapevano né sapevano Roby lo sapesse. Per cui Roby lo vide
subito che ai deliri loro connaturati si combinavano i deliri imbeccati. Frasi
ed espressioni che non appartenevano ai loro linguaggi, bensì ai linguaggi ed
ai contenuti dei dossier degli Squadroni della Morte CC-NATO. Roby ha accesso
ai database degli Squadroni della Morte CC-NATO, È pure andato varie volte a
Torino ad interrogarli di persona, usando l’ipnosi per rimuoverne il ricordo. A
loro restano delle sensazioni, dei retaggi percettivi. A volte si chiedono
sé... Hanno l’impressione che... Ma a
livello razionale Roby ha loro rimosso il ricordo di quando lui li ha incontrati
ed interrogati.
Franka, montata dalla Polizia Segreta
/ Squadroni della Morte CC, e dalle due pidocchie Angela e Nikla, le si fa
sotto decisa. ...Suadente se non fosse che Franka non sa essere suadente e
quanto finge o cerca di esserlo le si legge nella faccia contratta una tale
espressione di disgusto e di raffazzonato che solo altri paranoici folli come
lei non possono non sottrarsi. Concetta ne era soggiogata. Alvaro solo
disgustato ma nel contempo non osava contraddire la madre Concetta. E poi lui
stesso simpatizzava per Franka-Nikla. Sindrome
dell’identità/differenza antropologica [[- syndrome of anthropological identity / difference -]].
- “Lo sa che il nostro obiettivo è
che quello ritorni in Italia... ...Se è qui tutto e differente... ...Si può
organizzare qualcosa... ...dicono... Quello si è montato la testa... Ma cosa si
crede di fare?! ...Ma voi dovete cooperare... Lei deve cooperare...”
- “Io già coopero...”
- “Ma se lui non sta tornando...”
- “Noi ce la stiamo mettendo tutta
per aiutarvi...”
- “Se lui le ha regalato la casa, ci
sarà ben stato qualcosa tra di voi...”
Concetta diveniva di tutti i colori.
Non sapeva che rispondere. In realtà non c’era mai stato nulla. Franka
applicava solo i suoi stereotipi, quello che sentiva alla radio, i luoghi
comuni da media.
- “...Ma se quello non torna, io non posso lasciarvi restare qui...
...Comunque, voi dovete insistere ché torni, ché torni quanto prima, perché
noi... No, noi non possiamo tollerare che...”
Mentre Concetta impazziva sempre di
più per tutta la faccenda, Franka corse a revocare la procura che aveva fatto a
Roby sull’appartamento e corse pure da un avvocato per intimare lo sfratto di
Alvaro dall’appartamento. Ovvio! No, Concetta aveva detta ad Alvaro: “Non viene
nessuno! Quello se le inventa! Qui quelle cose non le fanno!” ...Uno sfratto
non sfratto, perché è tutto appena più complicato. In realtà, Alvaro trovò un
alloggio sempre su Corso Regina Margherita subito dopo aver passato Via
Rossini, a pochi metri da quello dato loro da Roby.
Tuttavia, Concetta ed Alvaro continuarono
a farsi la parte con Roby, come ordinato dalla Polizia Segreta / Squadroni
della Morte CC e delle sue pidocchie. Una vera pazzia: “Quando è stata l’ultima
volta che sei passato da qui?”, “Bisogna che tu venga qui.”, “Devi fare un
atto, ...un atto, ...un atto, ...un atto qualunque... presso il Consolato
italiano.”, “Ci devi dire la data precisa che sei andato via dall’Italia e la
data precisa di quando sei passato l’ultima volta.”, “Occorre un tuo atto con
la tua firma autenticata.”, “Bisogna che tu venga qui.”, “Occorre che tu...”.
Non mandarono mai nulla da firmare poi da rimandare loro. Erano passati dal
delirio “Se lo inventa lui che gli stiano addosso” al delirio “Gli Squadroni della Morte CC-NATO ci hanno ordinato di fare di tutto per farlo
rientrare.” Squinternati
che fanno vedere di esserlo e su incarico esterno?!
Oh, si offendono... Offendetevi con
voi stessi, cialtroni!
Roby chiedeva che cosa necessitassero
con precisione. Loro continuavano ossessivi colle stesse frasi stereotipate.
Concetta non ci capiva nulla. No, capiva che stava e stavano facendo infamie.
Alvaro si vergognava pur essendo totalmente soggiogato dal circuito pazzoide
della madre, e da quelli e quelle con cui era ed erano in interazione
nevrotico-delirante.
Ed ancora:
“Ecco è tutta colpa tua che te ne
freghi. Hai fatto il gesto iniziale di darci la casa e poi te ne sei fregato.
Invece c’era bisogno della tua presenza. Ma sei pazzo a stare lì in Canada e ad
avere chiesto asilo. Occorrevi qui. Ormai passiamo le giornate dall’avvocato.
Franka e Rikkio sono sempre più
aggressivi e tu te ne freghi.”
Ve lo siete fatto mettere in quel
posto. Vi è piaciuto. Avete cooperato in infame. Ed ora la menate...
Mentre usavano tali ‘suadenti’
argomenti, tacevano accuratamente su tutto il contorno. Si erano fatti tirare
dentro da Franka e dalla Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC di cui
negavano perfino l’esistenza. Però Concetta li aveva ben presente e di fronte
quando ne era stata contattata direttamente, pur facendo finta di non capire.
Faceva finta di non capire, ma eseguiva. Volevano collaborare. Se ne
vergognavano. Cooperavano lo stesso Non capivano quello che facevano. Anzi, lo
capivano. Si agitavano perché pur cooperando non riuscivano nell’intento loro
assegnato. Un circuito pazzoido-autodistruttivo. Anche ora che lo stesso Alvaro
è sotto State/Government-Organized Stalking-Mobbing, se lo nega e se lo negano. Attorno
a lui lo sanno tutti, dato che sono stati mobilitati dagli Squadroni della Morte CC-NATO. Ovviamente a lui non possono dirlo. Né lui c’arriva. Bravi! Continuate così!
Ovviamente si scatenano contro il
bersaglio che ha resistito ai loro deliri: “Ecco, alla fine ci hanno sbattuto
fuori mentre tu non hai fatto nulla. Te ne sei fregato! Schifoso sei proprio
come loro. Schifoso! Schifoso! Roby schifoso ché non sei stato al gioco dei
nostri deliri a noi ordinati dagli Squadroni della Morte
CC-NATO! È colpa tua! È tutta colpa tua!” Ma certo...
Anche quelli della Polizia Segreta /
Squadroni della Morte CC e loro pidocchi erano sul furioso:
- “Ci avevate detto che... Ce lo
avevate garantito... In fondo vi avevamo solo chiesto...”
- “In realtà non avevamo ben capito
quello che volevate...”
- “Noi facciamo solo il nostro
mestiere... Abbiamo ordini cui obbedire.... ...procedure...”
- “Ma cosa gli state facendo... Che
cosa volete da lui...”
- “Nulla. Obbediamo solo agli ordini.
...Procedure... Lo facciamo per il suo bene, naturalmente.”
- “Ecco, perché noi non vorremmo...
Cioè, vogliamo collaborare con gli Squadroni della Morte CC-NATO, ...ma se ci
garantite che è per il suo bene. Ah, no, ce lo avete garantito. Allora va bene.
Anche se con capiamo cooperiamo”
- “...Obbediamo agli ordini...”
- “Allora lui che dice che voi, che
voi..., ...ecco... come dire... ...che voi gli fate delle cose... ...che ecco
forse ce l’avete con lui... No, non possiamo crederci! Quello è pazzo, Ecco, se
ce lo confermate...”
- “Mannò, figuratevi... Si inventa
tutto... Noi non gli facciamo nulla... Obbediamo solo ad ordini... Eppoi questo
è uno Stato democratico... Noi siano tutti dei convinti democratici... Perché
lui non coopera venendo qui?! Se ne è pure andato dall’INPS dove gli facevano
noi stessi far carriera... ...Lo ha visto lei stessa che a Torino-Sud noi lo
spingevamo su, su-su. Avrebbe potuto divenire Direttore Generale in pochi anni,
forse pure Presidente della Repubblica... ...E lui che se ne va... ...Ma che si
credeva di fare all’estero! Il dottorato?! Certo noi non gli abbiamo fatto dare
il titolo, sebbene lui avesse finito tutto e positivamente... …ma solo per il
suo bene! Cosa se ne fa uno di un dottorato di ricerca alla sua età... Ma che
si credeva di fare?! Perché non è ritornato qui?!”
- “”Ah, certo, ci rassicurate... In
questa nostra repubblica democratica nata dalla resistenza... Ecco, sì, ci
rassicurate... Se voi ci dite che si inventa tutto, ed ora ce lo
riconfermate... Sì, siamo rassicurati... Schifoso! E lui che vi calunnia!”
- “Tuttavia resta che... Non siete riusciti...”
- “Ce l’abbiamo messa tutta! Ce
l’abbiamo messa tutta!”
- “E lui ci ha sputtanati... Se fosse
stato qui, come da piani... Qui, potevamo... Invece, finché è fuori dai
confini... Beh, lo colpiamo lo stesso. ...Oh, volevamo dire che lo facciamo lo
stesso il suo bene anche se all’estero... ...Ma se fosse qui potremmo fare di
più!”
- “Abbiamo cooperato... ...Ce l’abbiamo messa tutta...”
- “Abbiamo visto. Abbiamo seguito
tutto. Non siete riusciti a...”
Le burocrazie sono burocrazie e
quelli della Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC, i loro pidocchi, i
loro strapagati quanto maniaco-delinquenziali ed inetti consulenti
dell’Accademia dovevano far pagare qualcuno per avere di nuovo disatteso ogni
aspettativa. Fecero figurare che Alvaro e Concetta avevano cooperato con Roby,
pur fingendo di essere insetti a disposizione della Polizia Segreta / Squadroni
della Morte CC, e dunque inserirono loro il codice dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing, lo inserirono ad Alvaro. Alvaro incontrò ed
incontra ogni genere di difficoltà, oltre a quelle frapposta dalla stessa madre
pazzo-isterica, a fare quello avrebbe voluto. Più semplicemente, in ogni cosa,
compariva, pur senza ovviamente apparire, non per lui Alvaro, un agente della
Polizia Segreta / Squadroni della Morte CC che intimava che non gli si dovesse
accordare una certa cosa o non gli dovesse permettere di fare la talaltra. E
lui era costretto a negarsi che mai ci fossero tali interferenze. La madre gli
proibiva di pensarlo e poi, era felice di vederlo castrato pure “dal destino”
oltre che dalla sue pazzie materne. Uno si trova invischiato e si dice essere
le gambe a non muoversi di loro... Fanno così!
Il dossier contro Alvaro fu montato
nella maniera mafiosa standard dei CC, e delle altre burocrazie statali, del
moderno Principe apparentemente impersonale ed ultra-burocratizzato, per cui
uno debba essere scaricato dalla famiglie e dintorni, prima di esse messo
ufficialmente nel mirino, in una delle varie e lunghe liste nere di flaggati
[con un flag, a fianco al suo nome, a computer]. Un agente (uno dei soliti
coglioni vasellina che non sanno bene quello che stiano facendo sebbene poi non
è che proprio non lo sappiamo, ma con tutte quelle false coscienze che
caratterizzano i pidocchi, pure quelli appena appena più avvertiti, qui per
mestiere, non per comprensione personale) venne mandato a parlare con Concetta.
Ciò avvenne quando fu ormai chiaro che non ottenevano nulla pur con questo
ennesimo tentativo per far tornare Roby “a casa” e con Alvaro che ‘scalciava’,
preso tra ciò aveva capito e il doverselo negare per gli starnazzi ossessi di
Concetta.
- “Signora, dobbiamo confessarle che
siamo un po’ preoccupati per suo figlio, temiamo che si possa mettere su
qualche brutta strada.”
- “Anch’io! Anch’io! Oh, che
preoccupazione dover tirar su un figlio... ...Coi fratelli e sorella che mi
guardano... ...Avete delle notizie?
Sapete delle cose io non sappia!”
- “No, non è questo. Non che noi ci
si possa intromettere... Ma lo vede anche lei che è sempre così irrequieto,
quasi deconcentrato...”
- “Certo! Certo! È troppo
intelligente. Pensa troppo! Corre dietro ad ogni idea. Si fa subito irretire da
libri e da progetti che sente o che si crea lui stesso... Oh, quanti pensieri a
tirare su, da sole, un figlio...”
- “Ecco, signora, sì è proprio
questo. Pensa troppo. Oddio, non che noi ci si ingerisca in queste cose, ma
quando una pensa troppo magari poi si immagina delle cose, ed ecco che è facile
mettersi nei guai...”
- “È proprio come dice lei. Sembra
correre dietro a tutte le idee appena strane... ...Come quel Roby che gli ha
detto che...”
- “Sono giovani. Un po’ è normale.
Solo temiamo che...”
- “Ma allora voi sapete qualcosa
che... Io ho collaborato con voi... Potete anche dirmelo se c’è qualcosa...”
- “È proprio perché le siamo grati
della sua collaborazione... Del resto, già la conoscevano e non abbiamo mai
dubitato di lei... Ecco è che suo figlio sembra essersi fatto delle idee un
poco strane, forse ne ha parlato, in giro, con chi non avrebbe dovuto.”
- “Ma allora sapete qualcosa...”
- “Noi, non possiamo... ...Non è che
ci intromettiamo nelle cose altrui. Solo per dovere istituzionale, per normale
attività istituzionale, a volte ci arrivano delle voci...”
- “Oh, sapete qualcosa e non volete
dirmelo...”
- “Lo dovrebbe sapere pure lei, di
sicuro lo ha sentito, che suo figlio si è fatto delle idee, dice delle cose, su
quella faccenda del Roby. Sembrava quasi che simpatizzasse per lui... Di più...
Che prendesse le sue parti, pur fingendo di cooperare con noi. Non che noi...
Noi abbiamo ordini. Siamo lo Stato. In fondo siete voi che ci pagate. Per cui
cooperando con noi cooperate con voi stessi. Non è che noi si abbia altri fini
che il bene di tutti...”
- “Beh, è un ragazzo. Ha le sue idee.
Cosa possiamo fare?”
- “Possiamo comunque tenerci in
contatto, se lei è d’accordo.”
- “Ma certo!”
Concetta non ci capì nulla. Del
resto, era tipico. Aveva la testa imbottite dai vaneggi dei media ed era di
quelle per cui tutto quello venga dal potere è la verità, deve esserla, anche
quando non capiva, ed era quello le succedeva di solito, di che parlassero.
Come tutte quelle col complesso delle più furbe, cercava di essere la più
servile.
L’agente della Polizia Segreta /
Squadroni della Morte CC scrisse che Concetta, la madre, confermava che
Alvaro... E scrisse pure che madre autorizzava che ad Alvaro fosse messo un
flag di pericolo, uno S/G-OS-M. Tuttavia questo non bastava. Contattarono
pure in vario modo, già chi li aveva in effetti allertati. ...Concetta durante
il lavorio ultimo contro Roby, la famiglia di origine di Concetta, in
particolare il fratello maggiore e consorte. Lui era un quadro delle Ferrovie,
già socialista, poi, col golpe di Capaci del 1992, fattosi comunistoide. Ma
soprattutto pensava ai fatti propri e pure a scoparsi colleghe quando rimediava.
Lei era infermiera ospedaliera con la passione di darla a medici, se gliela
chiedevano. Normale sindrome della sottomissione al superiore gerarchico. Erano
uniti dalla sindrome di credersi entrambi più furbi degli altri. Tipico. Del
resto, il lavoro e coi svaghi, quando capitavano, ne avevano ridotto le
occasioni di incontro familiare. Ci si vede la sera ed i fine settimana. Fra TV
e qualche attività sociale, non ci si vede mai. Un destino comune ai molti. Non
che fossero un caso speciale. I due figli erano il loro vanto. Il solito
traslarsi nell’altro... Il maggiore bellone come la madre sinuosa e che ben
sapeva agitarsi di fianchi. Il minore, nato con la coppoletta da mafiosetto,
del tutto simile al padre. Se li vedevano ingegneri, o pure meglio, e che,
comunque, primeggiassero rispetto ai figli degli altri fratelli e sorelle che,
nel caso di lui, erano poi un quattro nipoti.
Quando l’agente della Polizia Segreta
/ Squadroni della Morte CC si presenterà loro, con la sua aria obiettivamente,
anche soggettivamente, ricattatoria per ottenere che scaricassero [non che la
ponessero esplicitamente in questi termini ma il senso era quello e solo
quello] Alvaro, sfondò una porta aperta.
Lui esordì colle sue solite frasi
fumose. Lui stesso ci capiva poco. O capiva troppo. Non importava che
l’interlocutore o gli interlocutori capissero, o che lo mostrassero.
L’importante era alla fin fine il loro atteggiamento o quello che sembrava il
loro atteggiamento. È come uno che venda prodotti finanziari, o robots. L’importante
è vederli. Non gli occorre sapere quel che stia vendendo.
Il fratello maggiore e la cognata di
Concetta confermarono tutti, o così appariva: “Si è vero. Alvaro è sempre stato
inquieto. Del resto è cresciuto come senza il padre. È uno che si appassiona
per tutte le cause. Un ipersensibile. Ah, un temperamento di artista come un
po’ anarcoide. Sì, ci erano arrivati degli accenni, su quella faccenda del
Roby. Non abbiamo idea che fosse, ma è vero che non apparivano convinti.
Soprattutto Alvaro... Non sappiamo. Ma è proprio come se non fosse convinto,
come si facesse troppi problemi. No, noi siamo sempre con l’autorità. ...Mio
padre era fascista e mia madre se non se ne interessava... ...Mio padre era
comunista, e mia madre era anche lei una comunista, ...una brava comunista
sempre obbediente ai carabinieri naturalmente. Di qualunque cosa possiate avere
bisogno, basta che ci contattiate. Del resto, noi dobbiamo pensare alla nostra
famiglia ai nostri figli. Siamo ormai quasi anziani... Viviamo solo per il successo
professionale dei nostri due... Che si affermino nella vita. Che tutto si
svolga senza troppi e problemi... ...Il mio motto è: famiglia ed amici... ...Il
mio: cuccare e non avere problemi in casa... ”
Idem altri...
Furono contattati anche amici e
conoscenti, da quelli gli fingevano amicizia a quelli che lo svillaneggiavano,
pur con grande cortese falsità formale, dandogli del cornuto. Vari confermarono
che si trattava di un persona inquieta e creativa, che linguaggio
militar-poliziesco-carabiniero diveniva ‘inaffidabile’, ‘ribelle’,
‘pericoloso’.
L’agente della Polizia Segreta /
Squadroni della Morte CC scrisse che “la famiglia”, “tutta la famiglia”, pure
gli amici, confermavano le ‘preoccupazioni’ su Alvaro e che tutti gli elementi
convergevano sull’attribuzione del flag di pericolosità e che si dispiegasse
l’azione “di contrasto” contro di lui, dunque lo S/G-OS-M. Il governo
firmò il decreto. Lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing,
contenimento e distruzione, iniziò.
Del resto era stata Concetta, che,
disperata, aveva chiesto l’aiuto del fratello maggiore: “Tutti mi dicono che
Roby è un traditore della patria, che va distrutto, che va obbligato a
rientrare. Mi sento in pericolo perché non so che argomenti usare per
infinocchiarlo. Mi dicono anche che lo si deve fare parlare, anche solo per
email, perché gli Squadroni della Morte CC-NATO
hanno bisogno di materiali da mettere nei loro dossier. Io, noi, non
riusciamo... Ci occorre il vostro aiuto!” Filì, il fratellone, un ragazzone simpatico e scaltro, ...ma non
troppo, che vedeva la CIA dappertutto [all’infuori che dove fosse], disse alla
moglie: “Guarda, c’è un caso dove
occorre la tipica rozzezza della comunista... ...Vai tu...” Lei, acuta, scrisse
a Roby che avrebbe voluto intrattenere con lui delle discussioni filosofiche
dove lui le rivelasse delle cose compromettenti da poter passare agli Squadroni della Morte CC-NATO che premevano su una Concetta sempre più
forsennata. Roby, del tutto carente di materiali compromettenti da passare a chicchessia,
non deve avere mai risposto. Beh, lo conoscete il blowback effect? Se no loro conoscete fa
lo stesso. È semplice. Come direbbe un accademico raffinato: se ti caghi sulla
faccia, improbabile che la stessa non sappia poi merda.
UCL, LLN, Belgique/Belgium/Belgio, 1999..2002
Quando siano loro stessi a cagarsi apertamente in bocca, allora ti è
tutto chiaro, chiarissimo su come l’Accademia funzioni ed a che serva...
Eduard, tedesco di Essen (Nordrhein-Westfalen), si era arruolato presto
nelle SS. Era senza lavoro. Voleva sicurezza, soldi, successo. Gli sarebbero
piaciute le SA. Ma poi le SS gli erano sembrate più sicure. In effetti, non si
era sbagliato. Alto e magro, non si tirava indietro per nessun basso servizio.
Anzi, era stato notato come, pur obbedientissimo agli ordini, mettesse una vera
passione in assalti, assassinii, pestaggi, torture, pur senza mai lasciarsi del
tutto andare. Mai eccedere. Solo un po’ eventualmente. Gli ordini sono sempre
ordini. Lo strafare può solo generare guai quando non si sia pupari bensì solo
pupi, e lui era solamente un soldatino.
Nell’occupazione del Belgio, era stato assegnato agli Einsatzgruppen
con le truppe che avevano occupato la Vallonia. Nell’urgenza dell’attacco
preventivo del 22 giugno 1941, contro la Russia, che stava schierando milioni
di soldati, per occupare tutta l’Europa su richiesta inglese, Eduard fu
rapidamente trasferito all’est e partecipò all’attacco.
Le caratteristiche specifiche degli Einsatzgruppen (gli squadroni della
morte militari delle Waffen-SS), che del resto esistono tuttora in tutti gli
eserciti e FFAA, è di essere strutture tipicamente terroristiche. Liquidazione
brutale e rapida delle strutture sovietiche, e di civili e, specificatamente,
di insediamenti ebraici nelle zone assegnate. V’era chi dovesse essere
deportato e chi dovesse essere liquidato subito. V’era pure chi non era
pre-‘assegnato’ in alcun modo per cui se ne occupava poi la macchina
burocratica della stabilizzazione dell’occupazione. Le macchine militari sono
uffici maniacali come un po’ tutti gli uffici, tutte le burocrazie. Qualcuno,
comitati di solito (anche se v’erano poi firme e responsabilità individuali),
decideva, assegnava le specifiche unità, dava ad esse ordini più o meno
precisi. Compito immediato egli Einsatzgruppen
è lo sgombero rurale di civili per permettere alle truppe di avanzare
rapidamente. I massacri nelle città occupate seguivano procedure differenti,
inclusa la deportazione in campi di lavoro e sterminio, lavoro per chi potesse,
sterminio per chi fosse solo un costo.
A lui piaceva massacrare, ed anche con un gusto sadico che variamente
esprimeva, quando gli ordini lo permettessero o l’imponessero. Lo sapete come
sono i tedeschi?! In fondo non sono un vero gruppo etnico ma un inevitabile
miscuglio, vista la collocazione e la storia delle etnie dei luoghi. In gruppo,
si controllano l’un l’altro per cui tutti obbediscono agli ordini. Quando sono
soli, oltre ai molti che continuano a sentirsi controllati e diretti, ve ne
sono alcuni che inseriscono il cervello e magari disobbediscono, pur dicendo
altri che fila tutto alla perfezione come da ordini.
Non che il lavoro sporco non continuasse, all’Est. Comunque lui, come
altri, dall’Est fu poi nuovamente spostato in Belgio, precisamente a Uccle.
Solito lavoro. ...sospetti, terroristi, ebrei, controllo degli stessi altri
soldati germanici, torture, esecuzioni...
Eduard era un misto di omosessualità, e desiderio di apparire e
sentirsi normale. Alto e magro. Timido e sadico. Aggressivo e codardo.
Amandine passava informazioni a SS, Gestapo e chi poteva, in cambio di
patate o altro. Odiava ebrei, resistenti/terroristi e chiunque non fosse con
l’ordine del momento. Ma lo faceva in modo prudente, dato che l’ordine
costituito cambia sempre da un momento all’altro. Quando aveva informazioni,
andava per i vari comandi tedeschi, con la scusa di fare lavori di pulizia per
rimediare il pane quotidiano, e vedeva quel che riusciva ad ottenerne. Ne
ricavava sempre qualcosa.
Eduard la aveva adocchiata ed, arrogante, le aveva detto che non
bastava che venisse a vendere informazioni alla fin fine senza gran valore. La
aveva poi spinta in un anfratto dove era sicuro nessuno li avrebbe sorpresi e
disturbati, e vista la sua sottomissione ne aveva variamente abusato. Le aveva
pisciato sulla faccia, la aveva un po’ maltrattata e mentre quasi la
strangolava aveva cercato di metterglielo dentro più o meno duro. Aveva
ripetuto la cosa varie volte, altri giorni (a volte, se le circostanze lo
permettevano lui le cagava addosso e poi le faceva eseguire ordini maniacali –
si era po’, un po’ tanto, pervertito!), tanto che ormai si potessero
considerare ‘amanti’, seppur del tutto pervertiti. Lui le dava cibo e lei
gliela dava, con contorno di perversioni varie. A lei interessava mangiare, e
poi le piaceva essere sottomessa. A lui interessava sentirsi uomo, per la
visione che poteva avere dell’essere tale.
Poteva essere marzo 1944, che lei c’era restata. Senso di disgusto,
vomito, quasi subito aveva avuto la chiara percezione che il ventre le si
stesse gonfiando di un frutto di quelle porcherie sadomaso. Frutto... ...una
sborrata. Non è che si resti incinta per lo Spirito Santo. Nel settembre 1944,
l’occupazione angloamericana del Belgio era cominciata ed anche più o meno
conclusa in varie aree, sebbene altre fossero restate contese ed avessero visto
il fronte cambiare anche all’improvviso.
Amandine era subito passata al servizio dei nuovi occupanti, con altre
infamie (le stesse mutatis mutandis),
chiedendo la loro protezione, oltre a cibo, certo ben più abbondante sotto gli
angloamericani che sotto i tedeschi. In fondo, farsi chiavare da dei tedeschi o
da degli angloamericani, per lei era lo stesso. Anzi, darla agli americani
rendeva bene, benissimo, dato che avevano cibo ed altre utilità in grande
abbondanza, e sembravano davvero scialacquare tutto senza grandi
preoccupazioni. Mentre, chi non aveva nulla da vendere, non è che rimediasse
con facilità il cibo quotidiano. Lei si vendeva e vendeva quel che poteva.
...Infamie... Il 17/12/1944 era nato André-Pollo-Frigner.
André-Pollo-Frigner aveva combinato in sé il peggio
delle caratteristiche di tali genitori, che del resto mancavano di qualsivoglia
qualità positiva, almeno da un punto di vista umanoide. Nel Belgio
ipocritamente cattolico, poi accademico in una università formalmente
cattolica, la UCL, di LLN, pur con un lato conclamato come ‘laico’,
‘socialista’, ‘giacobino’, che si mescola col potere chiesastico, pur fingendo
contrapposizioni. Sono le solite logiche della monarchie, e non solo, coi loro divide et impera.
Lui si era barcamenato tra chiesa, scouts cattolici etc, seguendo tutte
le mode, ma mai con troppo ardore, e ritraendosene quando non conveniva più.
Nazionalista. Monarco-fascista, visto che il Belgio è una terra congenitamente
nazi-fascista, ma di quella varietà di monarco-fascismo e nazi-fascismo
schieratosi coi vincitori, per cui il nazi-fascismo para-angloamericano aveva
ricevuto come la consacrazione imperiale. ...Bastava esserlo, ma senza dirlo.
Nazionalista, estremista di sinistra, alla fine catto-massone pur
mescolando anche le altre etichette pur senza dirlo. Sempre obbediente al
potere, alla monarchie alle sue Polizie Segrete / Squadroni della Morte
militari che in Belgio non si fanno problemi a farti volare dalla una finestra
o da un balcone, né a farti impallottolare per strada. Tale era l’André-Pollo-Frigner. La sua passione sarebbe stata la
politica, divenire uno statista, ma non aveva neppure quel minimo di coraggio
di mettersi veramente in gioco. Avrebbe voluto qualche investitura divina. Non
gli arriverà. Per i vari circoli di potere si prenderanno cura di lui, André-Pollo-Frigner serviva di più come agit-prop accademico. Lui non
avrebbe mai osato imboccare strade di testa sua e per sua inclinazione personale.
Era un animaletto del tutto spersonalizzato
Quando stava per terminare gli studi e gli si apriva la carriera
accademica fu fatto avvicinare da gruppi catto-massonici, il tutto dell’area
della Corona [anglo-dipendente] come avviene in Belgio. Lo avevano adocchiato
per quel suo servilismo, quella sua aria schiva seppur si mettesse in luce come
per trovare chi lo reclutasse, e poi con quei suoi eccellenti precedenti,
figlio di una puttana e di un pervertito della Waffen-SS...
- “André-Pollo-Frigner, lei ha
qualità ma ha bisogno di amici... Lei è stato notato. Ma c’è tanta
competizione. Come uno di noi, la vediamo andare lontano... Se invece si isola
o magari subisce influenze devianti...”
Lui, si era offerto con un interlocutorio:
- “Se c’è da servire la Patria...”
- “Di più, di più... ...La nostra grande Corona, noi piccola cellula
del potere universale, dove Dio e scienza hanno gli stessi fini di fratellanza
ed emancipazione universale... Necessitiamo di persone di qualità che si
dissetino alla fonte del sapere e del bene universale.”
- “Certo! Certo! ...Come posso...”
- “La politica, la politologia, è una disciplina scivolosa... Sebbene
lei sembri più orientato alle inchieste di mercato politico, utilissime per far
ben funzionare il processo elettorale... No, noi non interferiamo con le
passioni dei Fratelli. Forniamo solo gli strumenti per la consistenza tra
scienza che è libera e l’ordine delle masse senza cui non v’è società
efficace... Noi offriamo solo dei percorsi...”
- “Grazie! Grazi! Mi sembra proprio quello di cui io abbia bisogno in
questo momento e per impostare la mia vita al servizio della Patria e del Re!
Ed ecco che, provvidenzialmente, la Patria mi manda degli uomini ispirati come
Lei...”
- “Ero sicuro che ci saremmo subito capiti... Posso dunque contare
sulla sua disponibilità?”
- “Certo! Certo! Al 1’000%! Spero che il Grande Piano abbia una
collocazione proficua per i miei interessi...”
- “Molto proficua... Noi paghiamo bene i nostri collaborazionisti, i
collaborazionisti della Patria e dell’Ordine Universale.”
André-Paul Frognier si è alla fine fatto costruire una villa a 1325
Chaumont-Gistoux, Belgique, in Rue Florémond 63, ad una decina di chilometri
dall’università. Prima vi erano campi. Su quella un-tempo-strada di campagna, su
un terremo previamente usato da un’azienda agricola e d’allevamento bovino, vi
è ora l’elegante villa nuova dei Frognier, a testimonianza della posizione
sociale da loro raggiunta vendendo il culo, quello loro e pure quello altrui
quando possibile.
André-Paul Frognier vi abita con la moglie, già sua studentessa e da
lui promossa accademica e così comprata per sé. Lei, tra l’annoiato ed il
vanitoso, vanitoso-arrogante, si era prostituita felice ad un così promettente
accademico. Lei faceva, e continua a fare, la socialista (prima ultrasinistra
per farsi notare, poi socialista per incassare), sì, una dei nazisti e naziste
del Partito Socialista del Belgio. Quando le venne consegnato il
dossier-ElioDiRupo, quello sulle sue frocerie, lei sentenziò abile: “Sarebbe
gravissimo se fosse vero.” Gli uffici del Re sentenziarono che uno dia il culo
alla monarchia dovesse essere coperto... La carriera dell’abietto italo-bega
continuò... Era ed è un’ottima copertura, una vera assicurazione, avere un
marito milite diretto delle Polizie Segrete / Squadroni della Morte militari
della monarchia, di cui le massonerie, le logge, sono branche piuttosto
dirette. Beh, sì, il Belgio non è che sia differente dagli altri luoghi. Se uno
è massone e vuole farselo rendere, la cosa deve essere risaputa, anche se non è
non è che uno lo vada a dire in giro ai passanti che è massone. Ma, in Belgio,
alla Université Catholique de Louvain [UCLln], lo sanno tutti chi siano i
massoni e, cosa ancora più importante, a che tipo di massoneria e loggia
appartengano, che posizione vi abbiano e tutte queste cose. André-Paul Frognier
è ecumenico: appartiene a tutte le logge cui sia conveniente appartenere. Ne
ricava il giovamento di cene rituali annue, e pure altro. Chi non sia massone,
i pochi non lo siano, bisogna che si facciano coprire da un massone con un
qualche potere, sennò viene fanno fuori.
Pierre Baudewyns, nato il 23 maggio 1972 a Santa Rita, Brasile, da
genitori belgi temporaneamente là, dunque di nazionalità belga, abita od
abitava in Rue Franklin 35, a Bruxelles, in un’elegante palazzina d’epoca di
questa via borghese, coniugato con una caprona come lui che aveva conosciuto
all’università.
GSM: 0032 (0)475 849161. Email: pierre.baudewyns@gmail.com. Esistono
regole precise nel mio mondo. Se diritti e privacy non esistono per uno, non
esistono per nessuno. Fai quel che devi. Succeda quel Dio voglia. Il mondo dei
pidocchi può anche andare in tribunale. ...Se comprano un giudice... cosa
possibilissima ed anche facile, per quelli... Tuttavia, le Polizie Segrete /
Squadroni della Morte militari ed altre non è detto vogliano perdere tempo ed
altre cose. Può succedere, eh... Ma può anche non succedere. Come può succedere
di peggio. Inutile preoccuparsi di quello che magari poi non succede... Non vogliamo
rischiare di calunniare un omonimo. Meglio non calunniare mai nessuno. Quello
di cui accenniamo qui è quello, non un altro.
Il Pierre Baudewyns è stato infine consacrato dottore giovedì 14
gennaio 2010 da una Commissione Dottorale di clienti e complici stretti del
Frognier. Dopo più di un decennio di studi sulle elezioni belghe, il Pierre ha
fatto delle scoperte veramente ‘strabilianti’. Applicando la teoria dei riallineamenti, una cazzata
retorica, ha ‘scoperto’, così ‘innovando’ la scienza universale, che se, nelle
elezioni belghe, prevale il fattore etnico, si hanno dei riallineamenti
strutturali nei rapporti di forza elettorali mentre, se prevalgono fattori
(fratture) socio-economici, si hanno piuttosto dei semplici aggiustamenti. Per
una università di delinquenti dementi, è certo una grande scoperta! La
pollitologia è oggi più avanti, con tale scienza! Le opere dell’André-Paul
Frognier sono boiate allo stesso livello. Lo sapete a cosa serva l’accademico
di discipline del genere? Quando un medium debba dare autorità a qualcosa, a
qualche cazzatina, chiama una di questi e riporta le sue scemenze cintando che
vengono da un grande studioso della materia. Il lettore o recettore ne è
‘soggiogato’. ...Dal potere alle masse... Non ho mai capito perché alla masse
non basti dare pane, fica e cazzo, bensì pure l’illusione di capire cose non possano, e neppure capite dall’Accademia.
Sta di fatto che media e media dispensino ‘verità’ supposte colte...
L’Accademica fa parte de processo di produzione di questo tritume.
Non che il Pierre sia poi così essenziale in questa storia. Beh, ad un
certo punto, e pure più di una volta, c’entra molto direttamente... Pierre Baudewyns è solo uno dei tanti ciucciacazzi che
l’André-Paul Frognier recluta in continuazione grazie alle sue posizioni di
potere accademico, cioè di apparati agit-prop della monarchia belga e dei suoi
padroni dell’Impero. La monarchia belga è una delle tante creazioni,
invenzioni, britanniche. Sì, in termini tribunaleschi, il Pierre Baudewyns è
uno dei nostri [di noi che scriviamo ed anche di quel Roby di cui trattiamo]
testimoni, anche se lui non vorrebbe mai esserlo, non a nostro favore, non solo
uno dei miliziani occasionalmente usati pur non indispensabili per i crimini e
le demenze di Stato qui trattate.
Sia André-Paul Frognier (17/12/1944) che Pierre Baudewyns (23/05/1972),
anche altri, ovviamente, furono attivamente coinvolti nello State/Government-Organized Stalking-Mobbing, nel
terrorismo di Stato-NATO, di Polizie Segrete della Corona Belga-NATO, su
richiesta della Polizia Segreta / Squadroni della Morte dei Carabinieri e delle
Polizie Segrete dell’Interno controllate dalla NATO [SIS-CIA-FBI].
Non si dimentichi che se i Carabinieri sono istituzionalmente sotto
controllo NATO, cioè angloamericano, per cui, per la legge di reversibilità,
per le loro porcate private si facciano dare assistenza e copertura NATO, cioè,
di fatto, mondiale. Nel nostro, caso come già detto, lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing contro
Roby ottenne pure la classificazione NATO, per cui fu doppiamente un’operazione
NATO od anche NATO. Non che Roby avesse una tale importanza. Anzi non me ha mai
avuta alcuna. Sono procedure burocratiche. ...Dicevamo, i CC... Li nominiamo
sempre solo per una questione di gerarchie. A noi personalmente vedere una
Caramba serio-serio, uno bonario, od uno
che deliri, ha sempre divertito. Quelli che nell’ombra ordinino una strage, e
poi vadano a messa e con la famiglia ci
sembrano pure irreali. Beh, anche il mafioso od il terrorista che facciano le
stesse cose ci sembrano irreali. Ma la realtà è quella che è, Per cui, è una
nostra sensazione errata quel loro sembrarci irreali. I Carabinieri controllano
la PS, in genere. Non solo. Personaggi come Federico Umberto D'Amato [Marsiglia,
4 giugno 1919 .. Roma, 1 luglio 1996], capo della Polizia Segreta / Squadroni
della Morte del Ministero dell’Interno sono ben esistiti. Federico Umberto
D'Amato era un agente dell’OSS, poi della CIA, tanto che ricevette la medaglia
di appartenenza per 40 anni alla stessa. Aveva pure posizioni formali
all’interno di apparati NATO. Era uno che, col sorriso sulle labbra,
organizzava assassini e stragi. La sua passione era la cucina, oltre alla sua
passione professionale per persecuzioni, assassinii, stragi ...per mantenere, e
cooperare a mantenere, “l’ordine” ...interno e dell’Impero. Così dicono.
...Come se, per conservare il tavolo di cucina, lo si dovesse sfasciare. ...Ma
Il Principe la pensa così... Pratico il terrorismo di Stato ...per mantenere la
quiete, l’ordine!!! ...Dunque, Federico Umberto D'Amato, a guerra ancora in
corso, era volato nella RSI (per conto sia angloamericano che della monarchia,
forse ...quella finzione del Re al Sud...) dove aveva contattato l’OVRA
[Organismo di Vigilanza e Repressione Anti-fascista] ed ottenuto i suoi archivi
a guerra conclusa, in cambio di un trattamenti di favore per coloro si stessero
prestando a quella transazione. I regimi e le guerre passano, il lavoro
continua. Infatti poi l’OVRA era passata, con gli archivi, nelle strutture
dell’Interno. Ci sarebbe da dire che vi era restata... Avevano cambiato le
sigle ma gli uomini e gli archivi erano gli stessi. Le procedure pure. Succede
così dappertutto. Anche dove vi dicano ci siano ‘rivoluzioni’. Beh, anche in
Italiozia vi hanno raccontato per decenni la balla della “Repubblica nata dalla
Resistenza”. Ve lo dicono, ve le contano, ma, cambiate le etichette, sono tutti
ed è tutto come prima. Il governo e gli angloamericani, i CC pure, ordinavano e
loro facevano. È una galassia maniacal-criminale di Stato che vede, in
Italiozia, i CC in posizione istituzionale di preminenza, ma che si estende ben
oltre gli stessi ed ovviamente con piena cooperazione istituzionale. Cosa è
un’istituzione? Cosa sono “le istituzioni”? Sono burocrazie e politici che ora
chiedono ora sono richiesti e che, comunque, mettono delle firme senza cui
nessuno di questi pazzi criminali di Stato si sognerebbe di fare nulla. ...Sono
quelli ora chiedono ora sono richiesti. Eppure senza le loro firme, a meno che
non ci siano firme superiori, vincoli esterni in genere segreti etc, non si può
fare nulla. Pazze e delinquenti ...le figure istituzionali. Pazzi e delinquenti
gli esecutori. Pazzi e delinquenti un po’ tutti, all’infuori di chi si tiri
indietro e non ne voglia sapere senza concessioni d’alcun genere ai pazzi e
delinquenti.
Appena Roby arriva alla UCL di LLN [http://www.uclouvain.be/], verso la
fine dell’estate 1999... ...Ah, che cosa era successo alla London School of
Economics, a Londra, 1997..1999? Semplice! ...Il solito!
Roby arriva a Londra, alla London
School of Economics (LSE), attorno all’1/9/1997, essendo stato ammesso ad
un PhD presso il dipartimento di questioni dello Stato [government – che NON si
traduce con ‘governo’ dato che, in inglese, il governo è la ‘administration’,
checché possiate trovare su traduttori online o, talvolta, in mal-traduzioni correnti] sul Developmental
State. Il capo del dipartimento è il professore Brendan O'Leary. Chi si
occupi dei dottorandi è il professore Rodney Barker. Roby arriva dunque con
l’ammissione al dottorato in Developmental State, nel senso che lui, lui
Roby, si è scelto un tale interesse di ricerca ed è stato accettato, e viene
assegnato ad un certo professore come supervisor. Settembre lo passa in una
residenza dell’università, mentre da ottobre se ne deve trovare una lui, cosa
che fa. Da ottobre inizia formalmente il PhD. Incontro introduttivo tra lo
staff del dipartimento ed in nuovi dottorandi, presa di contatto col tuo
supervisor, inizio delle sedute settimanali, tipo seminari a tema, organizzate
da Rodney Barker per tutti i nuovi dottorandi, che servono a dare una visione
dell’arco delle tematiche e degli strumenti offerti dalla LSE ai dottorandi.
Appena Roby arriva nella residenza della LSE per trascorrervi il mese di
settembre scatta l’allarme NATO , per lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing. Un agente del MI5-6 contatta sia Brendan O'Leary che Rodney Barker per dire loro quel Roby va fatto in
modo che se ne vada. A quel punto, passano Roby dal professore britannico
inizialmente assegnato ad un cretinotto svedese, Erik Ringmar, 10 dicember
1960, Luleå, Sweden. Caratteristica di Erik Ringmar è di non avere mai condotto
alcuno studente al dottorato. Certo, gliene sono stati dati in carico. Lui ha
sempre trovato il modo di scaricarli tutti nel giro di pochi mesi. Quell’anno
ne danno lui due, Roby ed un vanesio e fannullone franco-tedesco. Due anni dopo
troverà il modo di scaricare sia Roby che il franco-tedesco. Erik Ringmar
‘accuserà’ Roby di fare troppo ed il franco-tedesco di fare troppo poco!
Erik Ringmar, eccellente inglese e
capacità di presentazione stile imbonitore TV, nel senso che riesce a passare
da una frase all’altra con apparente ricchezza retorica ma senza dire
nulla, e pure senza alcun senso, è in
effetti uno che non capisce nulla. È un pollitologo e pallitologo da CNN.
Qualifica il suo campo di competenza come International Relations. Sta come
sinonimo di CNN. Non a caso si è dottorato con una ricerca dottorale dove
sostiene che il motore della storia sia la necessità di apparire in funzione
del desiderio di riconoscimento. Tautologico. Come dire che il motore della
storia è la necessità di bere liquidi. Hanno investito centinaia di migliaia di
euro di soldi vostri in lui, come del resto fanno con milioni di altri, per
fagli passare la vita a sparare pisciate. La sua vita è semplice. È per lui una
conquista esistenziale uscire di casa la mattina per entrare in una università
del cui staff docente faccia parte. Fosse mai obbligato a fare il muratore,
lavare piatti, vendere salsicciotti, o fare il camionista, la moglie lo
lascerebbe ed i figli gli sputerebbero in faccia. Invece, quando la sera
rientra con l’aria di chi abbia passato la giornata eventualmente tra studenti,
lui si sente realizzato ed il suo ordine naturale assicurato. PhD alla Yale
University, nel 1993, dal 1995 al 2007 è docente presso la LSE. Lo cacciano
perché, sempre più nevrotico, non detesta solo i dottorandi ma pure gli
studenti normali. Chiamato per un discorsetto di presentazione della LSE per
potenziali studenti, invita tutti ad andarsene affanculo perché dice che ci
sono già troppi studenti e lui non ce la fa più. Non potendo negare la
sfuriata, ed essendo uno che si copre dietro sempre agli altri [pensa di essere
un genio della retorica e della furberia!], cerca di dare ad essa una qualche
copertura retorica dicendo che lui, difensore degli studenti, ha solo detto che
il corpo docente è troppo occupato a fare ricerca per cui si fa rimpiazzare,
per l’insegnamento, da dottorandi. A quel modo, credeva di prendere tre
piccioni con una fama svillaneggiando sia gli studenti dei corsi di laurea che
i dottorandi, e dando pure una botta alla supposta “troppa ricerca”. La LSE non
se la beve. Invece che cercare di sedurre i potenziali studenti, lui aveva
cercato di alienarli. Già i suoi studenti lo irridevano come un cretinotto. Che
dei cretinotti, come tanti studenti sono, si accorgessero che lo fosse pure lui
già indica che anche le sue tecniche retoriche non dovessero essere sempre
molto raffinate se perfino vittime sprovvedute percepivano che seguivano, con
lui, dei corsi che loro stessi vedevano non stessero dando loro nulla di nulla.
Anche lo studente che cerchi l’esame facile, desidera trovare un docente che almeno
sembri saperne più di lui, lui studente, e che, magari, butti lì loro almeno
un’idea cui di loro non avrebbero mai pensato. A quel, punto, con lui che dice
a potenziali studenti di andarsene affanculo, ed essendo le università aziende
che devono massimizzare le entrate, dunque gli studenti, ed in concorrenza con
altre università, la LSE lo scarica. Proprio per benevolenza loro, e perché non
sembri che si siano tenuto un cretino totale per una dozzina d’anni, gli
rimediano un posto made in Taiwan. Non a caso, la botta che ne riceve il suo
status, dalla LSE a Taiwan, viene da lui subito somatizzata con un cancro, di
cui si opera nel 2008. Quando lascia Taiwan, passa per un paio d’anni alla
Jiaotong University di Shanghai, RPC. In tutto resta nello spazio cinese dal
2007 al 2013. Pensando all’età della pensione che si approssima, ritorna in
Svezia, alla Lund University, come professore associato di scienze
politiche.
Oh, Erik Ringmar è di quelli che
fanno i liberal, i progressisti, i sinistroidi democratici ed aperti, di alti e
nobili sentimenti ed aspirazioni. Quando arriva la Polizia Segreta per
coinvolgerlo nello State/Government-Organized
Stalking-Mobbing contro Roby subito si mette
sull’attenti e si incarognisce. Sì, è di quelli che si risentono. Specie
piuttosto diffusa: “Roby schifoso, io ero un grande progressista ed ora, colpa
tua, vengono quelli degli Squadroni della Morte del MI5-6 a dirmi che devo fare
il boia. Ecco, Roby schifoso, è colpa tua solo tua!!! ...Non posso mica
rovinarmi la mia brillante carriera per fare il...” Erik Ringmar è il classico pidocchio che,
quando Polizie Segrete / Squadroni della Morte lo coinvolgano
in State/Government-Organized Stalking-Mobbing, in persecuzioni e
pogrom, deve inventarsi colpe nell’altro, nel perseguitato. Quando gli viene
detto che Roby, pur distintosi alla UCL di LLN in Belgio per attitudine alla
ricerca, nonostante cominci a farsi anzianotto, dunque è ancora più
stupefacente che non sia il cretinotto medio usuale, deve essere in qualche
modo fatto fuori e sì che sembri colpa sua, colpa di Roby, gli viene pure
ordinato di scegliere
come advisor, per il PhD di Roby, Solomon Karmel, la cui principale referenza è
di essere agente di Polizie Segrete della Marina Militare degli USA. ...Oh, il
caso...
Solomon Karmel è un personaggio. Beh,
non che gli altri lo siano meno in questa nostra esposizione... Si laurea alla
Cornell University, 1983..1987. Passa a fare il PhD alla Princeton University,
1987..1995. Intanto lavora nella Marina Militare degli USA e viene mandato in
missione coperta nella RPC dato una sua qualche conoscenza della lingua cinese.
Deve pure avere una moglie etnicamente cinese che, quando lui lavorava presso
la LSE, doveva lavorare presso la NATO in Belgio. Oh, il caso... Avendo lui
l’aria di un americano asciutto, che cammina pure del tutto sbagasciato, come
gli arti suoi fossero tenuti assieme da del fil di ferro, e con sorriso yankee,
un po’ sullo scemo, spiaccicato sul viso, non è che fosse confondibile e
neppure facilmente camuffabile da cinese. Per cui, in Cina ci sarebbe potuto
pure andare da turista americano o altro. Beh, sono quelle cose da militari per
cui, create strutture di supposta Intelligence, debbano poi mandare loro agenti
magari per riferire i prezzi di un supermercato, portare un saggio di sabbia di
una spiaggia o fare un foto di un edificio pubblico. Comunque, figura sul suo
fascicolo centrale presso il governo americano e le sue Polizie Segrete segrete
che lui è un coscienzioso agente del Servizio Segreto della Marina Militare USA
e pure un operativo per missioni coperte in Cina. Nelle logica dello Stato USA
e delle sue FFAA, e delle università che inevitabilmente dipendono da
sostanziosi, spesso decisivi, finanziamenti di provenienza militari, vengono
assicurati percorsi facilitati ad ex militari che manifestino interesse verso
carriere accademiche. Sono facilitati per il PhD e lo sono per posizioni in
università. È quello che è chiaramente successo con Solomon Karmel. È stato
studente coscienzioso all’università ma senza alcun interesse per letture
ulteriori, né studi più ampi, né ricerche. Le sue letture sono limitate a
quelle, poche, cui è stato obbligato per studi formali. Se per caso riesce a
citare un libro lo cita vecchissimo ed irrilevante, e sempre lo stesso. Il PhD glielo fa prendere il Marina Militare
USA e perché lui né è agente di Intelligence. Idem la posizione alla LSE. Del
resto lui non ha un vero interesse per l’Accademia. Viene dalla campagna
americana e deve costruirsi una carriera. La laurea non bastava. Andando un
marina, e nei suoi servizi segreti, si assicura il PhD facilitato ed un
inserimento in circuiti universitari, specificatamente lì alla LSE. Tipo
formalmente cordiale e sorridente, coi dottorandi è obbligato a seguire come
advisor si copre dietro atteggiamenti autoritario-censorio-paranoici che
possono mascherare l’incompetenza, con chi si beva tale maschera, ma di certo
non suppliscono competenze lui non ha. Del resto, Solomon Karmel non aveva
interesse per fare ricerca né a carriere accademiche. Erano solo tecniche per
crearsi un CV. Alla LSE, l’unica letteratura che leggeva, quando aveva tempo,
era la stampa finanziaria. Pur senza la minima competenza matematica e
statistica, cercava di acquisire una qualche confidenza con la terminologia
economica e finanziaria per una carriera in quel settore. La logica è semplice:
ti procuri un titolo di studio in un settore di studio facile e con procedura
ulteriormente facilitata dalla previa appartenenza all’Intelligence militare;
poi, nel settore finanziario, quando usi il titolo di PhD, di dottore, tutti
pensano che tu sia dottore nel ramo, mentre lo sei in area del tutto diversa
dove, a meno che uno li persegua di suo, non sono indispensabili conoscenze
matematiche e statistiche. Infatti, nel 2003, con un socio si crea una sua
piccola azienda finanziaria in Bellevue, WA 98004, che si aggancia alla First
Allied Securities, di cui diviene filiale locale, in uno di quegli edifici
commerciali dove puoi affittarti un ufficio sia piccolo che grande, di cui si
proclama Financial Advisor. Vende prodotti finanziari. Può anche sia copertura
ad altro viste le sue connessioni con l’Intelligence militare. Infatti Solomon
Karmel, fattosi ufficialmente imprenditore, sembra avere più interesse ad
occultarsi che a farsi pubblicità. Irrilevante per la nostra narrazione.
Dicevamo che sono tecniche di costruzione di un CV. Con materiale di
Intelligence e di para-Intelligence, pubblica, nel 2000, un libro sulle FFAA
della RPCinese. Serve essenzialmente come supporto per la sua temporanea
carriera accademica. Raffazzona un volume con materiale che aveva racconto
quando lo mandavano in missione per la Marina Militare. Anche lì sono tecniche
di CV. Perché si scrivono libri nei circuiti accademici e pure altrove? Per il
titolo sul CV. La maggior parte sono aria fritta che forse qualcuno citerà ma
non perché abbiano un valore intrinseco. Taluni, a volte lo hanno, sia quando
estendano conoscenze che quando, in altri casi, siano usati da poteri per
ragion di marketing. Ma la maggior parte sono creazioni letterarie che si
devono scrivere e devono essere pubblicate. Sono come compitini di scuola.
Vanno fatti. Nel 2002, con appalto dell’European Capital Markets Institute,
pubblica, con altro (che ha studiato economia e statistica in una università
inglese), uno studio sulle piccole e medie aziende in Europa e USA. La tecnica
è semplice. Karmel procura l’appalto. L’altro, con competenze economiche e
statistiche, si occupa sia delle tabelle statistiche e che delle
interpretazioni. Karmel rilegge il tutto per non rischiare qualche eterodossia
politica [il Karmel è un grande tutore dell’ortodossia nazi-fascista inglese] e
lo pubblicano come opera comune. Pur senza connessione con questioni
finanziare, serve perché, se qualcuno controlli, trovi un precedente
‘economico’ nella vita di Solomon Karmel. Lui non ne ha
imparato nulla. A nessuno serviranno mai le cose possano esservi scritte, salvo
chi, tra le migliaia di opere sul tema, possa mai scorrerlo e trovare qualche
tabellina e grafico possa fargli comodo. Appunto, sono tecniche per crearsi un
CV per fare altro. Nulla di male. È solo per inquadrare il personaggio, che ora
si ammanta del titolo di Financial Planner and Branch Manager, direttore di una
filiale che vede prodotti finanziari vari, ed anche titolare di una sua
micro-azienda finanziaria. Insomma pur nell’ambito dei prodotti e delle
transazioni finanziarie, ti puoi rivolgere ad un Solomon Karmel che può
servirti con differenti facce. Sono un po’ come il negozietto all’angolo che, a
volte, può essere competitivo col supermarket.
Roby lo vede subito che Erik Ringmar non ne ha voglia né ci capisce nulla,
e neppure si sforza di capirci nulla in
questioni di Developmental State e connessi. Dopo quasi un anno, Erik
Ringmar se ne esce fuori che se Roby vuole continuare col Developmental
State deve assolutamente studiare il giapponese. Il Developmental State
non è una questione tipicamente giapponese anche se il termine, usato in modo
propagandistico, è stato coniato da un americano per caratterizzare il
Giappone. In realtà, a cominciare dalla Gran Bretagna che si fa impero, a vari
altri casi presenti o del passato, si tratta di Developmental States. Lo
suborano sia Erik Ringmar che Solomon Karmel, anche se non hanno gli strumenti
euristici per razionalizzarlo, che la questione del Developmental State,
usato come concetto generale, non sia particolarmente ortodossa. In effetti, è
semplice definire che sia un Developmental State. È quando vi siano
centri di fatto con poteri dittatoriali che svolgano un ruolo dirigistico.
Senza di essi, né la Gran Bretagna né gli USA sarebbero quello che sono. Non è
questione solo o tanto di militarismo. Anzi il militarismo USA può anche finire
per rivelarsi un elemento di debolezza, per lo meno il militarismo formale, ‘pesante’.
È così. Non è vero che ci sia sviluppo dove le persone votino e decidano. A
parte che “il popolo” non decide nulla da nessuna parte, a parte le facce. Lo
sviluppo c’è perché centri intoccabili ed onnipotenti, relativamente isolati da
interferenze esterne, lo vogliano. Il Giappone funziona così. Ma pure UK e USA
funzionano così. Beh, rispetto alla richiesta di Erik Ringmar sul giapponese, è
chiaro che uno non impari a leggere il giapponese in qualche settimana od in
qualche mese. Roby ha già acculato moltissimi materiali e conoscenze sul Developmental
State. In pratica, Erik Ringmar si
sta inventando una balla ostruzionistica. Ma uno che abbia studiato e studiato
non è che sia veramente ostruito mai da nulla perché comunque le conoscenze
acquisite non è che siano buttate via. A quel punto, Roby, che, oltre al Developmental
State, stava seguendo anche sia questioni storiche che contemporanee
italiche, dice a Erik Ringmar che, se non può continuare col Developmental
State, può anche cambiare soggetto. OK. Per cui annuncia che potrebbe fare
una ricerca sul colpo di Stato italico del 1992-93. Formalmente lo accettano
anche se si rendono immediatamente conto che è una cosa ancora più, eterodosso,
o tale sembra a loro. I due non c’arrivano, per cui guardano tutto dal punto di
vista delle convenienze. Solomon Karmel
butta lì che è una favola. Erik Ringmar, che è uno che si crede furbo perché
mostra la sua incompetenza e rancori coprendosi sempre dietro altri, dice a Roby di andare a parlare con Robert Leonardi. Robert Leonardi, un
angloamericano, è uno dei quei fantocci di circuiti massonici o para-massonici
angloamericani, di fatto CIA-SIS, che si occupano, lì come agit-prop
pollitologici e pallitologici, di assistere la dominazione inglese e
statunitense su Italiozia. Lautamente pagati, che ci credano o lo facciano per
dovere, sono quelli che, allineati a sinistra, beh prima che a sinistra cogli
interessi angloamericani, danno copertura al colpo di Stato e mutamento
istituzionale del 1992-1993. Con la strage di Capaci, promossa dalla rete
terroristica britannica in Italiozia, si passa dal dualismo Quirinale-governo
[la cosiddetta partitocrazia] alla dittatura unica del Quirinale su governo e
parlamento. Dal dualismo Quirinale-partiti si passa alla dittatura unica dal
Quirinale, non a caso, da Capaci, strettamente controllato dal blocco sinistro
e, dunque, dall’Ambasciata Britannica, che sta per SIS-Corona britannici. I
Robert Leonardi della rete terroristica SIS-CIA sono pagati per raccontare
quello conviene all’Impero. Se un regime e sue componenti non piacciono
all’Impero ti dicono che violano i diritti umani e pure peggio. Se un regime o
sue componenti piacciano all’Impero ti dicono che i diritti umani e pure peggio
li violano gli altri. Siccome la Grande Purga, la truffa delle sprivatizzazioni
e lo sfascio finale d’Italiozia capeggiati dal Quirinale-CSM piacevano
all’Impero, un Robert Leonardi raccontava che gli uffici speciali della Grande
Purga fossero il bene assoluto voluto da dio. Ci si può immaginare che grande
conversazione poterono avere Roby e uno sporcaccione alla Robert Leonardi.
Leonardi disse a Roby che la ‘scienza’ politica si basa su due cardini sicuri,
le sentenze giudiziarie ed il punto di vista dell’Impero, e che nulla altro
possa essere ammesso. Un puttano sporcaccione! Erik Ringmar è uno che, come già detto, si copre sempre dietro agli altri.
Per cui voleva farsi ‘confermare’ da Robert Leonardi che qualunque ipotesi di colpo di stato
intra-istituzionale fosse da rigettarsi a priori nonostante gli abbondanti
indizi e prove che la tesi della normalità istituzionale, quando i rapporti
Costituzionali precedenti fossero stati sovvertiti, fosse, al contrario,
proprio l’ipotesi non sostenibile. Non sapendo bene che dire, poco prima della
fine del secondo anno di permanenza di Roby alla LSE, Erik Ringmar si dimise da supervisor di Roby con la brillante motivazione
che Roby faceva troppo. A quel punto il già advisor Solomon Karmel era il
virtuale nuovo supervisor. Solomon Karmel, non meno di Erik Ringmar, aveva
l’ordine che Roby non dovesse arrivare al PhD formale. Roby, ovviamente, lo
sapeva. Per cui, mentre combinava per tornare alla UCL, a LLN, in Belgio, per
continuare e finire il dottorato lì, Roby ne tentò un’altra. Roby combinò, con
un professore del Galles, la sua ammissione lì per finire lì la sua ricerca
dottorale e, dunque, conseguire lì il PhD. In quei casi, occorre solo che chi
ti ha in carico, nella università da cui provieni, dica che non ha problemi al
tuo trasferimento. Sono regole fatte così. Solomon Karmel non è che potesse
accampare chissà quale ostacolo. Del resto, aveva l’ordine che Roby non dovesse
arrivare al PhD, salvo ordine contrario del SIS-NATO. Non poteva certo dirlo al
professore del Galles. Semmai, quando Roby si fosse trasferito nella nuova
università in Galles, sarebbe stato il SIS per interferire con suo nuovo
supervisor lì, che sarebbe stato questo professore con cui Roby aveva in
pratica già avuto la accettazione là. Mancava la ‘autorizzazione’ di Solomon
Karmel. Solomon Karmel disse al professore dell’università del Galles che certo
lui autorizzava il trasferimento di Roby là ma... ...ma che lui, Solomon
Karmel, pretendeva di conservare il diritto di veto sulla concessione del PhD a
Roby e che ciò dovesse ufficialmente risultare nell’accordo tra i due docenti e
le due università sul trasferimento di Roby. Il professore del Galles ne fu
sconvolto. Sconvolto! Pretese ed ottenne da Solomon Karmel che fosse lui, lui
Solomon Karmel, a dirlo a Roby. Gli americani, che hanno una qualche ingenuità
di fondo, sono così, a volte... Solomon Karmel chiamò Roby e, imbarazzato, gli
disse che ‘stranamente’ il professore del Galles gli aveva risposto che sarebbe
stato ben contento di divenire il nuovo supervisor di Roby, che dunque si sarebbe
trasferito dalla LSE nella università del Galles, ma che, ovviamente, non
poteva accettare la pretesa di lui Solomon Karmel di conservare come un diritto
di veto sul PhD di Roby. Solomon Karmel doveva obbedire al SIS-CIA. Ma aveva
anche questo americano candore di fondo, a volte. Roby andò dunque alla UCL, a
LLN, in Belgio, dove ovviamente lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing, ed il connesso divieto di ottenere il dottorato formale
lo seguì.
Ah, lì a Londra, il MI5-6 montò anche qualcosina, ma poco, dove Roby
alloggiava, il primo anno alla Belvedere House (6 Grenville Place, SW74RT London), il secondo alla LSE
Bankside House (24 Sumner Street, SE19JA London)
e, l’estate alla LSE Butler's Wharf (11 Gainsford Street, SE12NE London).
Alla Belvedere House, il MI5-6 contattò il direttore e vicedirettore
italiani che si misero a fare delle cose strane, fino a che uscirono loro del
tutto di testa. Il vice fu allontanato. Il direttore, un altro ragazzotto, si
muoveva per l’ostello in stato confusionale. Alla LSE Bankside House mobilitarono un frocetto
russo, che studiava sindacalismo alla LSE, che si mise a ticchettare sul muro,
con Roby che se ne fregava del tutto. In effetti, fu lì, nel 1999, che usarono
per la prima volta i visori attraversi i muri ma in maniera occasionale, non
ossessiva, non sistematica. I britannici, che tendono a seguire, con le loro
forze, criteri di ottimizzazione economica, sono più usi ad assassini ed in
altre forme di ostruzione, o così sembrò allora. Alla LSE Butler's Wharf, per i mesi estivi del 1999, dettero il visore
attraverso i muti ad un fascista lettone e ad una scemotta portoghese ma NON
per ticchettare sui muri. Roby verificò la cosa perché usò il suo aggiustatico
che poteva vederli e confonderli variamente.
Dettagli... La porcata del SIS-MI5-6, su richiesta degli Squadroni della
Morte / Polizie Segrete CC-NATO, era sul PhD.
Appena Roby arriva alla UCL di LLN [http://www.uclouvain.be/], verso la
fine dell’estate 1999, ed il suo nome è inserito a terminale dell’Università,
si attiva l’allarme NATO ed arrivano le Polizie Segrete / Squadroni della Morte
belghe-NATO, per il solito programma: non deve lavorare, non deve studiare
formalmente, non deve abitare, non deve vivere. A essere precisi, si
riattivano, perché si erano già attivate quando Roby aveva contattato il ‘suo’
profe del DEA [il MSc], Jean-Jacques Herrmann, nei mesi precedenti, e dunque i
suoi dati a terminale erano già stati variamente inseriti e reinseriti [Roby
aveva fatto il DEA lì nel 1996/97 ed ora ritornava]. Lo stavano aspettando.
Certo sarebbe anche potuto non andare. No, lui va. Quando è lì, lo sanno con
certezza. Per cui l’operazione di S/G-OS-M può partire senza
indugi.
Sono procedure fatte così. Proprio per evitare troppa pubblicità all’esistenza
delle operazioni di S/G-OS-M, le stesse partono solo quando il bersaglio, la
preda, sia già in loco. Anche perché il
bersaglio deve credere che non succeda nulla e che, gli ostacoli insormontabili
siano cattiva sorte o propria colpa. Della serie: “Ecco, sono stato io che...”
...No! Qualunque cosa uno avesse fatto era predestinato, comunque! Il caso non
esiste, non nello S/G-OS-M. No, non è tautologico. Ci sono procedure incrociate
di verifica e di testaggio. Anche perché diviene tutto sempre più manifesto.
Tra l’altro, attingono tutti allo stesso fascicolo, allo stesso database, col
nome del bersaglio, della preda. Per cui, chi interagisca col bersaglio,
finisce per dire allo stesso sempre le stesse cose, delle cose specifiche e
peculiari, estremamente specifiche e peculiari, e pure cose che non potrebbero
tirarsi fuori dalle loro chiorbe abiette.
Arrivato a LLN, Roby alloggia all’Hotel Le Relais, rue de la Gare 6, B-1348 Louvain-la-Neuve, a tre minuti
dai binari della stazioncina, che è un capolinea. LLN è un luogo dove non c’era
nulla, sulla strada di nulla. Forse nei pressi di qualche grosso deposito
d’immondizia o forse solo di qualche azienda pestilenziale perché è, o lo sono
molte zone di LLN, dominata da un odore disgustoso di chiara provenienza
limitrofa. Per cui, creata LLN, quando hanno scisso l’Università di Leuven per
conflitti e scontri etnici (fiamminghi-valloni), hanno creato la linea
ferroviaria fino ad essa e da essa. Le
Relais è un luogo economico per accademici e studenti vogliano spendere
poco ed abitare in pratica nell’università, visto che tutto si irradia nei
dintorni. Appena Roby arriva, i Servizi contattano la manager di Le Relais per montare lì, subito, le
molestie d’edificio con le nuove tecnologie, i visori attraverso i muri che la
NATO da qualche tempo ha e distribuisce ad irregolari per uso di terrorismo di
Stato, lì, specificatamente, di S/G-OS-M. Li avevano già usati, contro Roby, ma solo molto occasionalmente e
marginalmente, in Inghilterra. Gli inglesi, di secolare tradizione terrorista,
tuttora centro mondiale di tutti i terrorismi, e loro creatori e manipolatori,
sono più celati ed ipocriti. Magari fanno pure di peggio. Ma tendono a non
volere mai apparire. Usano altro. Meglio in Belgio ed altrove, che in casa
loro. Richiesta, la manager dice di no. Finge di non capire e dice che nel suo
albergo non può montare una stazione clandestina dei Servizi né di loro milizie
parallele, tanto meno per fare toc-toc sui muri e simili ché, vista la
struttura dell’edificio, si sentirebbero dappertutto. Dice di no, né fa nulla
per mandare via Roby. Dice di no. A volte succede. Non occorre essere grandi
eroi, né succede in genere nulla, o non è detto succeda meccanicamente qualcosa
a chi si neghi e, obiettivamente, si frapponga. Basta dire di no, a volte.
Per cui, l’ossessivo S/G-OS-M di appartamento inizia solo verso gennaio 2000, quando Roby ottiene un
alloggio dell’Università, in Place de l’Escholier 2/011, B-1348 Louvain
-La-Neuve. Quando Roby sta cercando alloggio, la soluzione universitaria gli è
in qualche modo preparata, combinata. Nessuno fa nulla per spingere Roby ad una
soluzione negli alloggi dell’Università. Avesse trovato in qualche alloggio
privato, le Polizie Segrete / Squadroni della Morte belgi-NATO gli avrebbero
montato le torture di edificio con chi avessero trovato negli alloggi
confinanti. Tuttavia, nel caso Roby si fosse poi rivolto all’Università, gli
preparano un alloggio ideale per le torture di edificio.
No, no, non c’è nulla di casuale. C’era una e la mandano via, ed anche
piuttosto brutalmente. Con un breve S/G-OS-M d’appartamento, fanno uscire pazza una certa Cabral, una belloccia, forse brasiliana, o
di ex-colonie portoghesi, che abitava nell’alloggio predestinato a Roby. Sennò
non è che abbiano alloggi liberi a gennaio, o che si liberino improvvisamente a
gennaio. Ed anche si fosse fortuitamente liberato, ...con la concorrenza che
c’è! No, non si è fortuitamente liberato. Lo liberano, su ordine delle Polizie
Segrete belghe-NATO, e lo tengono libero. L’alloggio, un grande monolocale al
pian terreno, è sotto un colombiano ed una colombiana pienamente
collaborazionisti con la Polizia Segreta / Squadroni della Morte del governo
belga e NATO. Arrivato Roby, iniziano subito con lui. Idem a fianco, a fianco
in un’altra scala, dove egualmente c’è un colombiano in contatto con i due
sopra. A volte i due di sopra vanno a fianco, addirittura a fare tonfi anche
sbattendo motori ruotanti sulla parete. Roby li vede con la sua strumentazione. Invece, a fianco
nella stessa scala, c’è il bagno tra l’alloggio di Roby e quello confinante. Da
quel lato lì non fanno nulla. Sopra c’è un colombiano lì per un dottorato
scientifico ed una schifezza colombiana che lui usa per delle rapide sborrate
prima di dormire. La monta un paio di minuti e poi si addormenta, mentre lei va
avanti a fare tic-tic e toc-toc tutta la notte. Idem quello a fianco. Usando
l’aggiustatico, Roby li fa variamente uscire di testa in pochi minuti. A volte
quello a fianco scappa correndo altrove e si fa rimpiazzare da altri. Sopra,
chiamano egualmente delle altre colombiane, delle indios-indios, quando loro o
non reggano più o non ci siano.
La Cabral, quella che devono sbattere fuori dall’appartamento che
stanno preparando per Roby, nel caso lui si rivolga all’università, la sbattono
fuori in pochissime ore, forse qualche giorno, non di più. Ticchettano e lei
non resiste più, già dopo poche ore. Le ticchettano sulla verticale della
testa, e pure dagli alloggi confinanti. Lei batte sul soffitto, sfasciando
tutta la pseudo insonorizzazione di quei materiali supposti insonorizzanti
bianchi, pvc, pannelli attaccati lì ma che non servono a nulla se vi siano
pidocchi che ticchettino, e pure direttamente, sull’obiettivo, sul bersaglio,
seguendolo per l’appartamento e nel bagno. La Cabral va a lamentarsi al Service de Logement de l’UCL. Secondo
ordini, fanno finta di prendere la cosa a cuore. Alla fine, le dicono che non
hanno elementi, che quelli sopra ed a fianco dicono che anzi è lei ad essere
pazza e che li disturba. Per cui, loro dell’Università, senza prove, non è che
possano fare nulla, che lei li deve capire. Le offrono di rescindere il
contratto e di andarsene. In pochi giorni di tortura di appartamento la Cabral
è fuori, e pure coi nervi fortemente scossi, per mesi e mesi. Trema. Si
impasticca. Continua a tremare.
Sono alloggi dell’Università. Per cui, la Polizia Segreta / Squadroni
della Morte del governo belga-NATO hanno previamente contattato il rettore
dell’Università. Beh, lo hanno contattato per tutta l’operazione nei suoi vari
aspetti, accademici e d’alloggio. Le burocrazie partono sempre dai vertici.
Sono normali procedure burocratico-mafiose.
Allora, rettore era il poi barone Marcel Crochet, nato nel 1938,
ingegnere civile e docente di meccanica di fluidi. È rettore dal 1995 al 2004.
Un bamboccio dell’oligarchia che, da una iniziale formazione classica, approda
agli studi tecnici. Da buon rampollo dell’oligarchia, a trentatré/trentaquattro
anni è già professore all’UCL, e professore ordinario tre anni dopo, dopo studi
all’estero, negli USA. Infine, dopo passaggi vari, inclusi incarichi
istituzionali o para-istituzionali, anche a livello NATO, diviene terzo rettore
dell’UCL, lì a LLN.
Ladrone, la sua gestione si contraddistingue per le predazioni a spese
dell’Università. Le chiameranno spese folli, che peseranno per anni ed anni
successivi sui bilanci dell’università, ma sono solo ruberie sue e del suo clan
massonico-mafioso. Essendo lui protetto dalle Polizie Segrete / Squadroni della
Morte belgi-NATO, nessuno lo accuserà per le ruberie di cui è responsabile.
Nessuno neppure ne accennerà. Spese folli, alla cacchio, e pure pagando tutto a
prezzi largamente superiori normali costi di acquisto e gestione. È quello che
si fa quando si vuole rubare e neppure si è capaci di gestire nulla, per cui si
sperpera e si ruba, e lo sperpero serve a coprire, se si è specie protetta, che
si è rubato per sé e pure male, in modo maldestro. Ladri, e pure del tutto
scemi ed inetti.
Barone lo è dal 2004, per meriti di Terrorismo di Stato. Nel 2002,
sempre per meriti di Terrorismo di Stato, era stato nominato, su istanza delle
Polizie Segrete Carabinieri-NATO, Grande Ufficiale dell’Ordine della Stella
della Solidarietà Italiana. L’impulso a confessare.
Quando le Polizie Segrete della CoronaBelga-NATO gli vanno a parlare, a
fine estate 1999, è un incontro d’amore tra froci in calore. Marcel Crochet
sfoceggia felice di essere considerato dagli Squadroni della Morte della
CoronaBelga-NATO per tale missione segretissima, perseguitare un Roby: “Sì,
certo! A piena disposizione. Non voglio sapere nulla! Non capisco, né voglio
capire, ma mi adeguo. Fate quello che volete! Se la Corona comanda... Sì, sì,
disponete direttamente di tutti i professori ed altri crediate! Anche delle
strutture amministrative possano necessitarvi! Ci fossero mai ostacoli, basta
una Vostra telefonata alla mia segretaria. Collaborazione al 1000%! Tutto per
la Patria, il Re e l’Occidente!”
Fu così che le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della
CoronaBelga-NATO contattarono il Presidente dell’Unità di Politica del
Dipartimento di Politica e Sociologia, della Facoltà di Scienze Politiche,
André-Paul Frognier, per lo S/G-OS-M di facoltà, dunque per dirgli
che c’era il divieto che Roby lavorasse e che ottenesse ulteriori titoli
accademici. Le Polizie Segrete / Squadroni della Morte seguono strettamente la
gerarchie burocratiche, dall’alto in basso. Prima il rettore, poi la facoltà ed
il dipartimento. Dissero ad André-Paul Frognier che vi erano anche altre cose,
altri fronti dello S/G-OS-M
contro Roby, ma quello di sua competenza, di lui André-Paul Frognier era
quello: Roby non doveva ottenere alcun lavoro accademico e non doveva ottenere
il dottorato, e si doveva creare, lì, un
clima di linciaggio contro di lui. Andava marginalizzato e liquidato.
Sottolinearono che era tutto segretissimo per cui quanto detto doveva avvenire
ma senza che nessuno lo sapesse, sapesse come. Tutto doveva apparire come
naturale. Come fosse casuale, Roby non doveva lavorare, contrariamente a quanto
accade per i dottorandi, soprattutto promettenti e lui lo era avendo avuto il
master, il DEA, con grande distinzione, e pure prima di tutti gli altri del suo
anno di corso lì all’UCL, il 1996/97. Inoltre, egualmente come fosse casuale,
anzi meglio che figurasse per colpa sua, dello stesso Roby, non doveva ottenere
il titolo del dottorato. Bisognava montargli delle cose come fosse
responsabilità sua, sua di Roby, se non ‘potevano’ dargli il titolo del
dottorato.
Avevano contattato pure il Service
de Logement de l’UCL http://www.uclouvain.be/18038.html , dato che dovevano
iniziare, coi nuovi visori NATO attraverso muri, pavimenti e soffitti, lo S/G-OS-M di edificio,
di alloggio. “Il bersaglio non deve lavorare, non deve ottenere titoli
accademici e scolastici in genere, non deve alloggiare, non deve vivere!” Roby
non aveva fatto domanda per un alloggio universitario, appena arrivato a LLN,
ma, lì, le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO
stavano giocando d’anticipo dato che sarebbe stato per loro un vantaggio
giocare sul loro terreno, con le burocrazie dell’UCL evitando privati od altri.
Sopra l’alloggio gli avevano preparato, in Place de l’Escholier 2/011,
B-1348 Louvain -La-Neuve, al pian terreno, e dove poi Roby alloggerà, dopo aver
fatto domanda e pressoché subito firmato il contratto di locazione, abitava
Jorge Andrés Moreno Lopera, colombiano di Antioquia, con una connazionale
bruttocchia, sfatta e pazza e pervertita come lui, che gli faceva da troia
d’accompagnamento. Quando lui l’aveva duro, in genere la sera o notte, prima di
dormire, le saliva sopra e la montava veloce, giusto per farsi una sborrata che
gli desse la sensazione di essere un vero uomo. Lei, montata a quel modo, si
sentiva una vera donna dato che le avevano detto fin dall’infanzia che il ruolo
di una brava donna è di soddisfare le voglie degli uomini. Lei era sfatta, pur
giovane, perché era di quelle famiglie dove tutti, genitore, fratelli, ed
altri, si montano le figlie e le nipoti fin da bambine. Lui la montava veloce
lei non godeva. Ma anche lui l’avesse montata per ore, lei non avrebbe goduto
egualmente. Era così... Non a caso, lei, non solo lui, aveva un permanente
ghigno astioso contro il mondo. Siccome
i due talvolta andavano da qualche parte o assieme, o comunque uscivano negli
stessi orari, era stata loro aggiunta un’altra colombiana, un’india pervertita,
che li sostituiva per le torture di alloggio contro il Roby. Era stato
reclutato pure quello a fianco, nell’altra scala, che si esercitava in
ticchettii contro i muri laterali. Non meno nevrotico e delinquente di quelli
sopra, bastava passasse un mezzo che facesse tremare i suoi muri o la sua
finestra sul giardinetto interno del pian terreno che lui pensasse il tremolio
fosse diretto contro di lui, e cominciasse dunque ad urlare ed a volte se ne
andasse per qualche giorno a dormire altrove. Le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO mandavano
altri a rilevare la postazione. La stazione di tortura, o
supposta tale, permanente e principale contro Roby era al piano di sopra, dove
alloggiava Jorge Andrés Moreno Lopera con la troia d’accompagnamento. I due
passavano la giornata e la notte col naso nel visore per eseguire l’ordine di
ticchettare in permanenza sulla verticale di Roby, sulla testa. Tali erano gli
ordini ricevuti delle Polizie Segrete / Squadroni delle Morte del
GovernoBelga-NATO. Se Roby si muoveva,
loro spostavano febbrilmente mobili e bagagli per seguilo sulla verticale e
battere. Tali erano gli ordini.
Jorge Andrés Moreno Lopera era un picciotto mafioso di Medellín, in
Colombia, che dopo la laurea in chimica era stato avviato al master presso la
Universidad de Antioquia, a Medellín. Lo aveva frequentato dal 1994 al 1997,
con borsa di studio ed altri fondi che gli coprivano abbondantemente tutti i
costi. Ottenuto il titolo, grazie alle connessioni tra i mafiosi colombiani del
settore narcotici ed i gesuiti, era stato mandato alla UCL di LLN, per il DEA,
che frequenta nel 1997-1998. Evidentemente, il master colombiano non era
considerato sufficiente. Dal DEA passa al dottorato, per cui studia dal 1998 al
2002. Il tutto con lauti finanziamenti, finanziamenti per lui, dato che le sue
‘ricerche’, su questioni di sintesi, ossidazione, catalisi non è che poi abbiano
grandi interesse in sé. Il suo ‘promoteur’ del dottorato è un vecchio e pigro
massone e pervertito, il professore Georges Poncelet.
La troia bruttocchia e puzzolente al seguito di Moreno faceva finta di
fare qualche studio a scienze politiche. Ne frequentava qualche corso
marginale.
Quando i malati e delinquenti delle Polizie Segrete / Squadroni delle
Morte del GovernoBelga-NATO incappano nel nome di Poncelet abbinato a quello del Moreno colombiano capiscono
di avere fatto centro. Sanno che possono chiedere quello che vogliono e non
possono riceverne risposte negative né ostacoli per le loro
sporcaccionate.
Dopo avere parlato col rettore dell’Università Marcel Crochet, per
l’area tortura d’appartamento dello S/G-OS-M contro Roby contattano il Service
de Logement de l’UCL e, poi, fatto lo screening dei nominativi individuano
la coppia Poncelet-Moreno. Vanno a parlare con Georges Poncelet, una loro
vecchia conoscenza, sia come pervertito in sé e per sé che come già
collaboratore loro, in altre occasioni, per altri crimini e demenze. Ora hanno
nuovamente bisogno di lui. Possono dunque essere diretti con lui:
- “Professore, la Patria ci chiede e le chiede di nuovo...”
- “Sempre a disposizione!”
- “La cosa, ora, è un po’ nuova, professore, un settore innovativo...”
- “Interessante... Ditemi tutto...”
- “Professore, ci occorre, per quanto non ci sia ancora nulla di certo,
dato che il bersaglio non abita ancora lì, un suo studente... Si tratta di
liberare un alloggio, quello sotto di lui, e poi aspettare che il bersaglio
vada lì, ...LLN è piccola... ...per cui... ...Ed una volta che il bersaglio è
lì...”
- “Non tenetemi sulle spine... ...Questo pollo va avvelenato,
intossicato, rapito e torturato, fatto sparire per sempre? Suvvia, ditemi
tutto!”
- “Abbiamo ordini... Professore, purtroppo non è come altre volte. È
una cosa forse più lunga anche se non possiamo sapere se crolli subito
oppure... Le istruzioni dicono che magari crolla in poche ore, ma non possiamo
davvero sapere gli sviluppi... Questo è un campo in cui già altre volte avevamo
certezze, certezze certissime, di super-esperti, e poi... Noi speriamo che in
poche ore o pochi giorni sia tutto concluso... Va distrutto... ...Speriamo!”
- “Non capisco. Ditemi di che si tratta, senza timidezze.”
- “In un certo senso è una tortura, professore, ma non fisica, non
direttamente sul corpo.”
- “Ma di che si tratta?!”
- “Professore, abbiamo nuovi strumenti. Cose NATO. Aggeggi militari.
Per ora segretissimi. ...Forse al cinema..., ma nessuno sa che esistano, e pure
portatili, facili-facili. Sono dei visori con cui si segue il bersaglio, gli si
ticchetta, dunque facendolo sentire sempre guardato e seguito. Abbiamo pure il
controllo visivo, con questo strumento, ...se abbia gli occhi aperti o chiusi,
non solo se sia o meno sul letto. ...Beh, vediamo se ha gli occhi aperti o
chiusi, se sono sulla traiettoria dello strumento, sennò si può dedurre dalla
posizione del corpo, dalla luce accesa o spenta, eventualmente da altri indizi.
Lo strumento rileva tutte le fonti calore. Per cui, i rumori da sopra,
eventualmente da a fianco, anche da sotto dove possibile, si calibrano a
seconda dello stato del soggetto. Alla fine, anche in poche ore, il bersaglio
ne esce pazzo senza che ci siano prove contro di noi ed i nostri. Anzi, se va a
dire che sente ticchettii, noi possiamo suggerire che senta le voci...”
- “Strabiliante! Davvero interessante! E questi vostri strumenti
militari sono pesanti, occorrono grandi spazi per essere collocati e fatti
operare?”
- “Mannò, professore... Guardi, ne abbiamo uno qui. Sono degli
aggeggini che stanno in mano senza difficoltà, alimentati da batterie e con cui
si segue il soggetto che sta al piano di sotto, o di sopra, od a fianco e lo si
inonda di rumorii che il bersaglio capisce sono contro di esso anche se non può
capacitarsi di come faccia ad essere visto e seguito, per cui lo si induce a
credere di essere lui che alla fine sia impazzito. Non capisce. Panica. Pensa
ossessivamente a quello gli stia succedendo... Uno normale non né esce da un
tale e continuo attacco. Si può distruggere qualcuno in poche ore. Se poi
resista, può essere ancora peggio per il bersaglio. ...Una cosa davvero
geniale. Sperando che funzioni. Abbiamo istruzioni dettagliatissime. Ma, per il
momento, non abbiamo una casistica che ci permetta di sapere nulla di certo sui
risultati e la tempistica per i risultati. Sappiamo quello ci è stato detto e
cui dobbiamo credere. Possiamo immaginare che sia davvero una cosa che dia una
superiorità assoluta contro il bersaglio. È come battersi contro uno cieco, e
che noi che lo si possa colpire da qualunque lato senza che neppure capisca di
essere cieco.”
- “Lo farei volentieri io questo lavoro! Davvero eccitante! ...Per cui
avete bisogno di un mio studente e di installare una stazione di vostri agenti
nel suo alloggio?”
- “Ecco, non è proprio questo, professore... Abbiamo bisogno del suo
studente, e poi pure di altri che lui stesso organizza, certo, col nostro aiuto
e controllo, per l’aspetto operativo diretto. Noi forniamo lo strumento, le
istruzioni, un contatto quotidiano per ricevere i rapporti del lavoro, altri
controlli con altra cadenza... Noi dirigiamo il tutto. Ma, sul campo, non ci
siamo noi. Il lavoro lo fanno irregolari, ovviamente fidati e col vincolo della
assoluta segretezza. E pure senza alcun contatto, per quanto possibile, col
bersaglio. Il bersaglio si deve convincere che è impazzito.”
- “Eccellente! E chi è il privilegiato, ...il mio studente.”
- “Professore, sarebbe quel Moreno che sta facendo il dottorato con
lei, professore.”
- “Scelta ottima! È uno di Medellín. Non so se ci capiamo. Quando ha
finito qui, diviene professore là. Ce lo hanno mandato perché completasse qui
la sua formazione per la carriera accademica là da loro.”
- “Professore, proprio per questo, dato che dipende in tutto e per
tutto dalla vostra rete gesuitica e massonica, ci è sembrato ...come dire...
...ci è sembrato più solido, più naturale, se lei ottiene il suo assenso
convinto, poi ci dice. Se è tutto a posto, andiamo poi noi per tutti i dettagli
operativi, ed anche perché siamo noi che abbiamo la responsabilità della
gestione dell’operazione. Però, ecco, dovrebbe essere chiaro che, quel Moreno,
od accetta od accetta, ...ché la sua carriera dipende da questo. ...E così
guadagniamo un contatto diretto pure in Colombia, a Medellín, un giorno
dovessimo avere bisogno dei servigi di qualcuno lì. Se si fa degli scrupoli, va
segato e così liberiamo l’alloggio suo per altri. Tanto, un gruppo, ...due,
tre, quattro..., lo mettiamo su in mezza giornata, nel momento in cui ne
avessimo bisogno. ...Proprio qui ci occorre lei. O il Moreno partecipa, e con
piena adesione alle nostre necessità, oppure il suo dottorato è chiuso e se ne
torna a Medellín senza titolo. Ci dica se lei concorda...”
- “Non ce ne sarà bisogno, come dire?, di forzature. Gli parlo e
vedrete che poi potrete voi farne quel che volete. Questi ragazzi, nove casi su
dieci, aspettano solo che si chieda loro. In fondo, il potere siamo noi. Loro
si preparano poi a subentrarci, dunque devono fare scuola e tesoro di come il
mondo reale funzioni. ...Beh, se mai resistesse, ovvio che... ...Come avete
detto voi. Non possono certo pensare di capire le scienze e l’Accademia se non
sanno adeguarsi al mondo... ..Certo! Sicuro!”
Il mattino dopo, Georges Poncelet approfittò che Jorge Andrés Moreno
Lopera passasse da lui. Da buon leccaculo, il Moreno passava con frequenza
pressoché quotidiana anche solo per salutarlo servile. Poncelet venne subito al
dunque:
- “Guarda, Moreno... ...abbiamo grandi progetti per te. Ora perfino la
NATO si è interessata a te. Non solo abbiamo bisogno delle tue qualità
intellettuali ma anche della tua iniziazione sul campo...”
Moreno arrossì:
- “...Mi dica di che si tratta, professore...”
-“Guarda è come una iniziazione alla vita... Tu magari, da quella tua
Colombia, sarai già ben rotto in culo, ...cioè, volevo dire, rotto a tutte le
esperienze..., tuttavia... ...Detta così sembra una cosa terra-terra... Ma come
educatori, e tu ormai ti prepari ad entrare nella cerchia professorale,
accademica, abbiamo delle responsabilità e dei doveri. Noi siamo lo Stato, il
potere, e quando altre branche dello Stato e del potere chiedono, noi dobbiamo
cooperare, così come loro cooperano con noi, quando abbiamo bisogno. Guarda,
detta così sembra una cosa quasi abietta, ma dobbiamo essere rotti a tutto e
siamo rotti a tutto... ...Si tratta di fare il culo ad uno da va liquidato...”
Moreno divenne ancora più rosso:
- “...Mi faccia capire, professore...”
- “È semplice. Sono quelle cose che quando ce le chiedono vanno fatte.
Questa volta è toccata a noi. Potrebbe venire uno sotto di te, dove abiti... Ti
daranno degli strumenti facili da usare e che non ti sottrarranno tempo allo
studio, e poi c’è quella ragazza che abita con te e pure altri che si
troveranno, se necessario... ...Anzi, se ho ben capito, si tratta di cominciare
subito per liberare l’appartamento sotto. LLN è piccola. Se quello non viene
ora, troveranno il modo di farlo venire tra poco... ...Mi sembra d’aver capito
che è una grande operazione, una cosa importante, anche se tu devi solo fare
dei rumorii mentre studi, o chi sta con te, od altri, anche quando tu dormi.
Del resto, tu studi coi soldi nostri e ti stiamo aprendo una carriera di grande
successo in Colombia e magari pure oltre questo nostro grande importante paese
latinoamericano... ...Sono quelle cose che non si può dire di no. ...Lo vedrai
nella vita... ...Non mi sembri il tipo che si voglia rovinare tutto, per uno
sciocco sottrarsi...”
- “...Questo no... ...È che, appunto, non vorrei poi trovarmi nei
guai...”
- “Questo proprio no! Guarda, mi sono dimenticato di dirtelo... Questa
è solo una conversazione, come dire?, informale perché così mi hanno detto di
fare. Ma, in fondo, io non ne so nulla di questa storia. Il Servizio Segreto ha
parlato con l’Università, che dà tutta la sua cooperazione, come sempre si fa
in questi casi. Poi sono venuti da me solo perché se proprio la cosa ti crea
dei problemi e non ne vuoi sapere... ...No, non farmici neppure pensare. Non
posso immaginare che ti rovini una carriera promettente. E cosa fai poi a
Medellín?!”
- “Professor Poncelet, faccio solo per dire, ...per capire..., perché
che cosa succederebbe se proprio non potessi...”
- “Guarda, non farmici neppure pensare... Non è questione di potere ma
di volere. Se proprio non volessi quelli ti mettono in mezzo alla strada da un
giorno all’altro qui e pure in Colombia... ...Oh, non farmici neppure pensare a
cosa potrebbe succedere. Guarda siamo il potere. Ma come tali siano come dei
soldati, con dei doveri. Non si può dire di no quando si presenta il governo,
lo Stato, pur con la faccia del Servizio Segreto che, guarda, non è che agisca
di testa sua.”
- “Professore, mi ha parlato di NATO...”
- “Guarda, Moreno, se quelli vengono per uno di cui non ne sanno nulla
è, come dire?, per solidarietà tra alleati, sono cose NATO. ...Si mi devono
pure avere accennato qualcosa... Guarda, io non ne so niente. Se per te va
bene, vengono a parlare con te e con chi abita con te.”
- “Ma allora devo chiedere anche alla mia amica...”
- “Guarda sei tu che devi dire sì o no. ...Me lo devi dire ora. Poi
parli con lei. Se lei non vuole... ...Se lei non vuole, la fanno sparire...
Sono loro che danno i permessi di residenza e studio... ...Troveranno,
troverete, altre ed altri... Mi devi dire ora, sì o no. ...Anzi, non so se sono
stato abbastanza chiaro, mi devi dire sì o sì. Non farmi neppure pensare che ti
rovini la vita...”
- “No, no, mai! Sono qui per la mia carriera...”
- “Dunque, quale è la tua risposta?”
- “Sì, sì, sono a piena disposizione!”
- “Bravo, Moreno! Sei un vero uomo! A questo punto verrà il Servizio
Segreto a parlare con te. ...Penso nelle prossime ore, dato che mi sembra siano
pressati e vogliano fare tutto rapidamente... Bravo, Moreno! Bravo! Sei un vero
uomo!”
Poncelet chiamò subito la Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del
GovernoBelga-NATO per comunicare che aveva parlato col ragazzo e che era tutto
a posto. Loro chiesero se poteva localizzare Moreno e dirgli che stavano
arrivando, per cui che si facesse trovare magari lì in facoltà. Loro sarebbero
passati da lui, Poncelet, che li avrebbe indirizzati da Moreno. Poncelet li
rassicurò che sapeva dove Moreno si trovava, per cui che venissero senza
problemi che lo avrebbe fatto loro trovare.
Moreno aveva un suo spazio in facoltà, con un computer dove passava
qualche ora in cazzate, dopo essere passato per la leccata quotidiana a
Poncelet. Poi, eventualmente, passava in biblioteca. Per cui, Poncelet lo trovò
subito, pochi minuti dopo che era uscito al suo ufficio e lui, Poncelet, aveva
telefonato alla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO,
e costoro gli avevano detto che stavano arrivando, per cui che non si
allontanasse dalla facoltà.
Arrivarono i due agenti dopo un paio d’ore. Parlarono direttamente con
Moreno e solo con lui:
- “Guardi è un’operazione segretissima e con strumentazione
segretissima, per cui le diamo una grande responsabilità cui lei deve
corrispondere con assoluta dedizione e serietà. Se ha dei ripensamenti ce lo
dica ora. Altrimenti, se ci conferma la sua disponibilità, possiamo procedere.”
Moreno, una caccoletta codarda ed opportunista, era di nuovo tutto
rosso e tremolante. Ben aveva pensato e ripensato a quello che gli aveva detto
Poncelet se lui, Moreno, si fosse mai sognato di sottrarsi:
- “Sì! Sì! Confermo tutta la mia disponibilità! Anzi, sono lieto ed
onorato di servire questo vostro grande paese!”
- “Guardi, Moreno, a lei possiamo dirlo. Si tratta di un’operazione
NATO. Sennò a noi non ne fregherebbe assolutamente nulla. Ma quando la NATO
chiama il nostro governo ed il nostro governo chiama noi... In fondo, è il
nostro mestiere che svolgiamo con la più grande dedizione. Abbiamo già parlato
con l’Università e col Service de
Logement de l’UCL... Ovviamente, tutti sanno lo stretto indispensabile...
Anche col professor Poncelet... ...Beh, è un vecchio amico della nostra
monarchia, per cui ha subito capito... ...Non sappiamo che cosa le abbia detto,
né lo vogliamo sapere. Noi siamo abbiamo in carico questa operazione. Lei è
assolutamente coperto, coperto dal nostro governo e da tutta la NATO. È coperto
pure dal suo governo con cui la NATO è in fruttuosa cooperazione a tutti i
livelli... A questo punto ci siamo solo noi, specificatamente io, noi, e lei
che è il nostro agente sul campo. Va liberato subito l’appartamento sotto al
suo. Le diamo istruzioni e strumentazioni. E poi, se e quando il nostro
obiettivo arriva..., ...oh, LLN è piccola..., ...se non arriva ora, ci pensiamo
noi a farlo arrivare tra un po’..., od eventualmente possiamo usare i suoi
servigi anche il nostro bersaglio si muovesse in altro alloggio, non
dell’Università...”
Moreno li guardava, lo guardava, apprensivo, pensando che, in fondo,
lui era lì per studiare, almeno un po’, e che la sua tesi dottorale doveva pur
scriverla, anche se ora che era pure nelle benevolenze del Servizio Segreto, e
su intervento dello stesso Poncelet... ...Non che prima avesse dubbi che i suoi
studi sarebbero proseguiti con successo... ...In fondo, se ti danno borse ti
studio, non è che puoi frapporti se ti chiedono... ...Loro devono dimostrare e
dimostrarsi che hanno ben investito i loro soldi, per cui non è che poi ti
creino intoppi. ...Sebbene, se siano loro ad avere bisogno di te e su cose
irresistibili... ...Beh, ora, che stava divenendo un grande agente segreto
(così si sentiva) le strade gli erano ancora più aperte e luminose che prima...
Nel contempo, si diceva, che non è che potesse passate tutto il suo tempo per
chissà quale missione segreta di appartamento.
L’agente che gli stava parlando colse quella sua apprensione, quella
faccia scura-scura, pur dietro la disponibilità di cui non dubitavano:
- “Ecco, Moreno, si starà chiedendo quanto tempo le portiamo via per
questa missione quotidiana che noi speriamo si risolva presto ma potrebbe anche
prolungarsi...”
- “...Sì... ...appunto... ...mi stavo chiedendo, stavo pensando, che
non interferisse troppo coi miei studi... ...Anche se, se voi avete bisogno,
certo che avrete comunque la mia totale collaborazione fino a che voi lo
desideriate...”
- “Guardi, Moreno, è un gioco, un gioco che può fare mentre studia.
Comunque non lo farà da solo. C’è la ragazza che sta con lei. Abbiamo visto che
ci sono altri latino-americani, colombiani, a fianco all’appartamento del
nostro eventuale bersaglio. Inoltre, lei e la sua amica conoscente un certo
numero di persone, connazionali o prossimi. O li contattiamo noi, o sia noi che
voi, per cui si tratta di creare una piccola squadra perché l’appartamento sia
sempre coperto anche se ve ne volete andare un fine settimana da qualche altra
parte, od una sera al cinema assieme, o da amici, o per qualunque evenienza.
L’appartamento deve essere più o meno sempre coperto. ...Le ripeto che è come
un gioco. Studiate ed, intanto, giocate col bersaglio. Anzi, le favorisce pure
la concentrazione negli studi, a quello dicono nostri esperti. Le procedure
operative sono cose studiate da accademici specializzati che hanno elaborato
istruzioni dettagliate... Basta che lei se le veda un attimo. Poi voi andate avanti colla vostra
vita solita, mentre giocate...”
- “Mi scusi, se mi permetto... Quale è il fine di tutto ciò... ...tutto
ciò che dobbiamo fare a quello che lei chiama il bersaglio...?”
- “Domanda acuta, Moreno. Vedo che lei è uno scienziato promettente che
vuole capire l’essenza delle cose. Quello che dobbiamo fare col bersaglio è
mandarlo via... ...Ecco, sì, mandarlo via. Non abbiano altri obiettivi.
Questo..., come dire?, ...questo intervento di appartamento è solo parte di una
operazione più vasta, più generale, per mandarlo via.”
- “Mi scusi se mi permetto ancora. Ma una volta che lo avete mandato
via, che succede?”
- “Noi sappiamo solo che lo dobbiamo mandare via e che dobbiamo
mandarlo via facendo quello che, per quello di sua competenza, le diremo di
fare. Quello che poi possa succedere al bersaglio, una volta mandatolo via, non
lo possiamo né vogliano sapere. Anche noi siamo solo soldati che obbediscono ad
ordini. ...Ecco, c’è un’altra cosa, che è bene sappia. Dobbiamo mandarlo via e,
se possibile, comprometterlo, ...sì, comprometterlo, ...ecco, far sì che si
comprometta. Lei, voi, non dovete correre rischi, ...questo, no. Ma se lui fa
poi qualche atto inconsulto, qualche reato o pazzia che ci permetta di
intervenire, ...di far intervenire... ...Ecco, queste sono cose che poi si
vedranno meglio quando l’operazione inizia. Per il momento, si deve mandare via
la signora che abita sotto di lei. Dovrebbe essere una cosa rapida e facile. E
vi permetterà pure di vedere che alla fine, dal vostro punto di vista, sarà
solo un gioco che non vi porterà via del tempo. Ed, intanto, ...come dire...,
vi familiarizzate colla materia... Per passare alla fase esecutiva, ci occorre
solo un’informazione... ...Bisogna che lei parli con la ragazza che abita con
lei. Dobbiamo sapere se abbiano la piena collaborazione della ragazza oppure
no. Alla fin fine, il lavoro quando lei deve studiare ed è fuori casa, o dorme,
deve farlo lei, la ragazza. Moreno, deve parlarle subito e darci una risposta
entro stasera, al più tardi. Dobbiamo partire quanto prima per liberare
l’appartamento sotto. La ragazza che sta con lei deve darci la sua totale
disponibilità ed anche anche la sua assoluta riservatezza. Vi dobbiamo dare
strumenti di lavoro, sono cose segretissime, militari, della NATO, e le
istruzioni dettagliate su cosa fare. Sono cose semplici. Dobbiamo solo essere
sicuri della vostra serietà.”
- “Vado subito a parlarle. E vi dico, vi telefono, quanto prima. ...Se
per caso, avesse dei problemi...?”
- “Se la ragazza ha dei problemi, lei ce lo dice...”
- “Sì, ma che succede?”
- “Guardi, per fare queste cose con lei ed in casa sua, ci occorrono
persone che non abbiano problemi. Chi ha problemi non può stare nel suo
appartamento che diventa una nostra centrale operativa, anche se è lei, siete
voi, che operate. Noi ci limitiamo a ricevere i vostri rapportini telefonici
quotidiani, cose da cinque minuti, ed, occasionalmente, vi mandiamo un
supervisore sotto copertura a dare un’occhiata sul campo, a parlare direttamente,
in loco, con voi.”
- “Per cui, se la ragazza che sta con me, mai non volesse...”
- “In tal caso, non può continuare a vivere con lei, in casa sua, in
quell’appartamento. Né lei può parlare con la stessa di quello che farà. Certo,
Siete coperti copertissimi. Ma ben si tratta di cose di assoluta riservatezza.
C’è il Segreto di Stato, con tutto quello significa e con tutte le implicazioni
esso può avere, su queste cose.”
- “Va bene. Ho capito. Le parlo e vi dico entro stasera.”
Jorge Andrés Moreno Lopera, agitatissimo, andò subito a casa a parlare
con la troiazza bruttocchia e puzzolente con cui viveva lì a LLN.
Lei le disse il solito:
- “Come è stata la mattinata?”
Lui andò diritto al sodo:
- “È venuto il Servizio Segreto qui del governo ed ha bisogno di noi.
Devono mandare via la ragazza che sta qua sotto e poi, appena arriva, se
arriva, c’è da fare la stessa cosa a chi dovesse venire qua sotto.”
Lei, eccitatissima, moriva dalla curiosità:
- “Il Servizio Segreto belga?”
- “...Belga e NATO... ...Sì... È una cosa copertissima. Hanno parlato
anche con l’Università. Per cui possiamo stare tranquilli. Vogliono solo sapere
se la cosa ti crea problemi. Insomma, devono sapere che partecipi al 100%,
...altrimenti... Altrimenti non ho ben capito. Non dovrebbe essere come in
Colombia che ti trovano in putrefazione col cranio maciullato. Ma, onestamente,
non so quello possano fare...”
- “Oh, Mio caro, non c’è problema. Quella che abita qua sotto, la
Cabral, che si sente miss mondo, non la posso proprio soffrire, per cui
mandarla via mi fa solo piacere... ...Hai detto che il Servizio Segreto è
venuto proprio da te?”
- “Non che io ci abbia nulla a che fare. Per qualche motivo loro sono
interessati all’appartamento qua sotto. Noi abitiamo qui. Sono dunque interessati
a noi. O si coopera o ci mandano via e ci rovinano.”
- “Ma noi siamo compagni...”
- “Non lo vedi che quella Cabral, con le arie che si dà, ha un’aria da
fascista! Lo dici pure tu che ti sta antipatica...”
- “E chi deve venire poi? Tu lo sai chi è?”
- “Sarà un altro fascista, dei fascisti. ...Se anche l’Università è
d’accordo...”
- “E se invece sono dei compagni? ...Poi noi siamo pure cattolici...”
- “L’Università qui è dei gesuiti, che sono pure loro compagni. Se
cooperano col Servizio Segreto, vuol dire che quelli del Servizio Segreto sono
compagni e ci chiedono aiuto contro dei fascisti...”
- “Ma se noi non siamo sicuri...”
- “Guarda, o si coopera o ci mandano via e chissà poi che ci fanno
quando siamo in Colombia. Io ho già detto che... ...beh, non è che potessi
tirarmi indietro. Vogliono solo sapere di te. Ché ci sono delle cose da fare, e
pure con strumenti che ci danno. O cooperi, e ci danno pure degli strumenti
segreti, militari-NATO, ché ci sono da fare delle cose verso chi sta sotto, oppure...
...Oppure li danno a me, e non so bene che ne facciano di te...”
- “Dunque...”
- “Guarda, è semplice. Loro hanno bisogno di quest’appartamento e di
chi ci sta dentro per mandare via chi sta e chi starà sotto. ...Il modo te lo
dico se tu aderisci... L’appartamento è qui. Noi... O siamo noi a cooperare o
mettono degli altri. Ed a noi chissà che succede. il minimo è che ci rovinano.
Per cui devi solo dirmi che vuoi fare. Anzi, io ho già dato la mia
disponibilità. Non è che potessi... Sei tu, ora, che devi dirmi che vuoi fare.
O resti qui con me, e convintissima, senza dubbi, e loro vengono domani a dirci
quel che dobbiamo fare oppure, se non te la senti, di certo non ti lasciano
continuare a stare qui.”
- “Allora che posso fare io?!”
- “Appunto, lo devi decidere tu. Io, per me, ho già deciso. Non è che
potessi rovinarmi una brillante carriera. No, non è solo questo. Sono come riti
di iniziazione alle vera vita adulta. Se ci chiedono di sgozzare uno, o
facciamo i bambini paurosi oppure partecipano entusiasti ed anche noi diveniamo
parte del potere, potere che ci chiede e ci dà. ...Per cui, che devo dire
loro... Sì o no? Cooperi, e senza
condizioni, o ti fai mandare via?”
- “Anch’io non è che abbia scelta. Se poi tu hai già deciso...”
- “Allora che gli dico di te?”
- “Digli che va bene. Faremo quel che dobbiamo fare... ...Tutto, senza
problemi, anzi felici di essere anche noi parte di una grande impresa!”
Per cui, il giorno dopo, quelli della Polizia Segreta / Squadroni delle
Morte del GovernoBelga-NATO andarono dai due:
- “Noi eseguiamo solo ordini. Non ne sappiamo nulla di queste cose.
Abbiamo qui uno strumento e delle istruzioni sul da farsi. Lo strumento è
questo e vi serve per localizzare chi sta sotto, in che posizione sia, se abbia
gli occhi chiusi od aperti nel caso sia a letto e sia con gli occhi visibili
dallo strumento. Dalle istruzioni, da leggere con grande attenzione, vedrete
che dovete ticchettare e rumoreggiare sulla verticale della testa. Ci sono
rumorii quando il bersaglio è nelle stanze, qui solo una grande
sostanzialmente, quando è in bagno e quando è a letto e presumibilmente dorme
od ha comunque chiuso gli occhi. Il tutto è segretissimo. Non dovete parlarne
con nessuno. Vedrete pure i dettagli del rapporto telefonico giornaliero ed
altre istruzioni. L’obiettivo è mandare via chi sta sotto. Se lui va fuori di
testa e, ancora meglio, commette dei reati, sarebbe perfetto, davvero l’ideale.
Non tanto quella che dovete mandare via,
meglio se in poche ore di tic-tic, toc-toc, ...Ci sarà poi ben altro, se il
nostro vero bersaglio viene qui, da colpire e da cui, eventualmente, ottenere
quanto detto: farlo alienare e/o farlo reagire sì che si comprometta. Non
dovete parlare con chi sta sotto. ...A meno che proprio non se ne possa fare a meno...
Dovete negare quello che state facendo. Negarlo perfino a voi stessi. Il
bersaglio deve convincersi che si sta immaginando tutto. Che non succede nulla.
Dunque che è il bersaglio ad avere dei problemi, ad immaginarsi dei rumori che
non ci sono. Avete la copertura assoluta dell’Università per cui, anche
venissero a dirvi che il bersaglio si è lamentato... ...Fingete comprensione,
innocenza, ma andate avanti come sempre. Non deve sentirvi nessun altro. Solo
il bersaglio che dunque non ha testimoni su quello sta succedendo. Gli
specialisti accademici garantiscono successo rapido, rapidissimo, ed al 100%.
Per rumorii di lato, parliamo noi con chi sta a fianco e, nel caso, vi mettiamo
in contatto se occorre che operiate assieme. Occorre che voi ci segnaliate
qualcuno di vostra conoscenza, amici e connazionali, ...qualcuno possa
cooperare con voi perché in due non siete sufficienti. Nel caso dobbiate o
vogliate uscire, od abbiate comunque da fare in contemporanea, non possiamo
lasciate il bersaglio scoperto. Ne parliamo con chi ci segnalate e se accetta
vi mettiamo in contatto per questo lavoro che è riservatissimo, segretissimo.
Nelle istruzioni trovate anche i criteri per individuare altri cooperanti da
segnalarci. Insomma, si deve formare una piccola squadra, ed anche qualcuno
possa continuare se si dovesse continuare quando voi abbiate terminato i vostri
studi qui, se il bersaglio resta sotto il vostro appartamento.”
I due, il Moreno e la troia, allibiti ma abituati a prostituirsi:
“Certo! Certo! Faremo tutto quanto richiesto!”
Come prima cosa dovettero liquidare quella sotto di loro, la Cabral,
per liberare l’appartamento sotto come loro richiesto. Le istruzioni erano
semplici. Con il visore attraverso i muri dovevano seguire il bersaglio e
ticchettare sulla verticale. Quando andava in bagno dovevano tirare l’acqua,
oltre al solito ticchettio, sia quando il bersaglio fosse sulla tazza del
cesso, nella vasca o in altro punto del bagno.
La Cabral cominciò a sentirsi ticchetti, mobili spostati, oggetti sbattuti
sul pavimento qualunque cosa facesse ed in qualunque punto dell’appartamento
fosse. Quando si coricava per riposarsi o dormire, i colpi aumentavano. Tutta
la notte, anche quando Moreno dormiva, la troia, eventualmente dopo che lui le
fosse zompato dentro e avesse fatto una montata di un paio di minuti, giusto
per sborrare prima di dormire, ticchettava giusto sulla verticale della testa
della Cabral. Questa si era subito alterata. I nervi le erano subito saltati.
Urlava. Poi, con un bastone, colpiva il soffitto fino a sfondare il
rivestimento di pvc per la pseudo-insonorizzazione che infatti era tutto
deformato e sfatto. Più la Cabral urlava e batteva, più i due si sentivano
eccitati e battevano con ancora più lena sulla verticale della testa della stessa.
La Cabral era corsa al Service de
Logement de l’UCL. Qui, già allertati dalla Polizia Segreta / Squadroni
delle Morte del GovernoBelga-NATO, avevano finto grande partecipazione:
- “Certo, signora Cabral,
contattiamo subito, subitissimo, i due sopra di lei...”
Poi avevano telefonato a Moreno:
- “Signor Moreno, va tutto come previsto, la Cabral è già fuori di
testa... Vedete di andarle a parlare... ...magari per dire che non è colpa
vostra... ...che sentirà le voci o sono rumori della strada. Dite che questi
giorni e notti voi non eravate in casa. ...Con tatto, che non sospetti...”
Moreno aveva contattato subito la Polizia Segreta / Squadroni delle
Morte del GovernoBelga-NATO:
- “Mi ha chiamato il Service de
Logement de l’UCL. Dicono che la Cabral è andata a lamentarsi...”
- “Ottimo! Congratulazioni! Avete fatto un ottimo lavoro! ...La parte
più difficile viene ora... Il bersaglio deve convincersi che voi non c’entrate
e che si sta immaginando tutto....”
- “In concreto, che cosa dobbiamo fare?”
- “Andate dal bersaglio, ...tutti e due..., con aria contrita ditele
che vi hanno telefonato dal Service de
Logement de l’UCL. Alle rimostranze da parte del bersaglio... ...ecco
dovete trovare il modo, gentilmente, nel più gentile dei modi..., di negare
tutto. Dite che cercherete di essere ancora più silenziosi, ma che neppure
eravate in casa, che magari sono altri, o le auto che passano... Ecco, dovete
giocarvi il bersaglio su questo tono. E cosa, ancora più importante, dovete
capite che cosa le dà noia, così che possiate ancora di più insistere con
quello che disturba davvero il bersaglio. Ve la dovete giocare per continuare
ancora meglio col vostro lavoro. Il bersaglio deve come confessarsi con voi e
voi dovete usare la sua confessione per continuare più efficacemente. La cosa
va risolta il più rapidamente possibile, in poche ore, perché il nostro
bersaglio principale sta cercando casa, per cui, visto il periodo, finirà per
chiedere all’Università e così la nostra grande operazione può finalmente
iniziare. Altrimenti, magari saremo obbligati ad usarvi in altri siti, se il
bersaglio nostro se ne va altrove. Più comodo, anche per i suoi studi, Moreno,
che il bersaglio abiti sotto di lei. Prime è libero, prima la trappola è
pronta.”
Per cui, il giorno stesso, i due, Moreno e la troia, appena videro nel
visore che la Cabral era rientrata e si era messa le cose da casa, andarono
sotto, con faccia contrita, e suonarono al campanello.
Appena La Cabral aprì, con un’aria da santerellini:
- “Oh, ci hanno telefonato dal Service
de Logement che c’è un problema... Vorremmo capire in che cosa le diamo
noia. ...A dire il vero, non eravamo neppure in casa. Siamo rientrati ora da
alcuni giorni di vacanza in Francia...”
Lei, la Cabral, pur piuttosto seccata dalla situazione, di fronte a
questi due che la impattavano fingendo, ma sembrava vero, un’aria da
santerellini sgomenti...
- “Non so... ...Magari mi sbaglierò... ...Voi non li sentite questi
continui ticchettii?!”
- “No, non particolarmente... ...Beh, magari qualche volta ci sono dei
rumori, ma nel complesso ci sembra tutto tranquillo...”
- “Io sento dei continui ticchettii, strusci, rumori come fatti a
posta...”
- “Noi non ci siamo mai e quando rientriamo andiamo subito a dormire...
Quelli del Service de Logement ci
hanno detto che lei sente dei rumori noiosi dal nostro appartamento... ...Se ci
dice meglio, cerchiamo di evitare anche se non siamo sicuri che dipenda da noi.
Sarà la struttura dell’edificio... ...Forse dall’esterno... ...Ci dica cosa
sente e quel che possiamo fare.”
- “Se siete sicuri che non dipende da voi...”
- “Se ci dice meglio vediamo comunque di fare attenzione...”
- “In effetti sento ticchetti ossessivi...”
- “Dal nostro appartamento?!”
- “In effetti, sembrano proprio dal vostro appartamento. Ma se voi dite
che non ci siete mai e che l’appartamento è sempre come vuoto...”
- “Dunque che cosa possiamo fare...”
- “Non so cosa dire, se mi dite che voi non siete...”
- “Ce lo dica lo stesso. Vedremo di fare ancora più attenzione.”
- “...Dei ticchetti continui e che è come mi seguano sempre dove sono,
dove mi sposto...”
- “Questo è proprio strano... Non ci sembra possibile... Anche se
facessimo rumore, come potremmo seguire chi sta in un altro appartamento?! Ci
sarà qualche strano effetto di diffusione dei suoni...”
- “...È quello che ho cercato di dirmi anch’io. Eppure mi sento proprio
come seguita e ticchettata?”
- “Le era già successo od è la prima volta?”, dissero i due non
riuscendo a trattenere un quasi impercettibile, ma la Cabral lo percepì, cenno di
irrisione.
- “Volete dire che sono pazza?!”
- “No, ma si figuri. È che quando una cosa sembra come inspiegabile ci
si pongono delle domande...”
- “Beh, non sono pazza. Non era mai successa una cosa del genere. Qui i
rumori ci sono. Prima non c’erano. E mi seguono per tutta la casa. ...Ma se voi
dite che non siete voi...”
- “Ci dispiace moltissimo... ...Le garantiamo piena collaborazione.
Appena risente qualcosa, ci faccia un cenno, ci chiami, venga su, o dia anche
qualche colpo sul soffitto, ché vediamo di... ...se è colpa nostra... ...anche
se proprio non crediamo... ...Ma siano egualmente costernati anche solo al
pensare che sembri che dal nostro appartamento venga... Ci dispiace davvero
moltissimo...”
Finita quella kafkiana e falsa, almeno dalla parte dei due,
conversazione, Moreno corse a telefonare al contatto della Polizia Segreta:
- “Noi abbiamo negato, ma la Cabral è sicura.”
- “E come l’avete trovata?”
- “Anche se cercava di controllarsi, sembrava davvero sconvolta.”
- “Ottimo! È quello che vogliamo! Ma non basta. Deve andarsene. Meglio
se nelle prossime ore, se possibile. Dobbiamo avare l’appartamento libero se
quello... LLN è piccola... Ora o tra poco, o capita o lo facciamo capitare lì.
Non gli facciamo trovare altri appartamenti né stanze. È un’operazione troppo
importante. Ci occorre il teatro delle operazioni libero per quello!”
- “Che dobbiamo fare? Continuare come prima?”
- “Peggio di prima! Ma ora che il bersaglio è inequivocabilmente
sensibilizzato, dovete coprirla tutte le 24 ore, anche a costo di non dormire.
Fatele dei toc-toc come di irrisione. Se viene su, appena vedete dal visore che
sta arrivando, tutto spento e silenzio assoluto. Deve sembrare che voi non
siate in casa. O la ragazza che è con lei resta sveglia per il lavoro di
battitura, o vi mandiamo subito un’altra, tra quelle ci avete segnalato, per
assistervi. Sono tutti bravi ragazzi e ragazze. Sono tutti ansiosi di cooperare
per una cosa così importante ed innovativa.”
- “Va bene. La copriamo tutte le 24 ore, almeno quando è in casa. ...Ma
è abbastanza casereccia... Quanto alle battiture, dobbiamo battere di più, più
forte?”
- “No, anzi, ora che è sensibilizzata, quella passa tutto il tempo in
casa con l’orecchio teso... ...Anche si mettesse i tappi nelle orecchie... ...Oramai
prevale l’effetto irritazione. Vi sente anche se non vi sente, purché sia
sicura che continui tutto come prima...”
- “...Dunque...”
- “Dunque copritela tutte le 24 ore, almeno quando è in casa. Ma dovete
ticchettare in modo più soft, meno forte e più penetrante. Di tanto in tanto
cessate. Poi datele dei ticchettii come di irrisione, come a dire che siete
sempre lì. Ticchetti molto leggeri, che le penetrino il cervello. ...I nostri
manuali, scritti da grandi specialisti, dicono di fare così...”
- “E se lei viene a suonare, o batte, o urla?”
- “Come già detto. Come non ci foste. Fate finta di niente... Come se
non la sentiste. Come se dormiste. Se poi vi bussa forte, in modo nevrotico, ed
urla, chiamate la polizia dicendo che c’è una che ha dei problemi e che avete
paura.”
In effetti la Cabral, e come poteva essere diversamente?, continuò a
sentirsi trackata e ticchettata esattamente sulla verticale della testa e con
ticchetti che variavano quando si stendeva per dormire o per riposarsi. Il
ticchettio le era ormai entrato nella testa. Già poco dopo la conversazione coi
due, percepì come si fosse fatto tutto come più soft ma più insistente e con
tocchi di irrisione come la canzonassero per essersi lamentata col Service de Logement e con loro. Brasiliana
nevrotica e reattiva, le andò subito il sangue alla testa. Cominciò a battere
col manico della scopa, o del bastone per lo straccio dei pavimenti, contro il
soffitto, progressivamente sbrecciandolo tutto visto che era di pvc
[pseudo-]insonorizzante, e pure, da fuori, da una specie di terrazzino a piano
terra (anzi appena sotto il livello della strada che, da quel lato,
saliva/scendeva sul/dal terreno collinoso, irregolare), contro il balcone del
Moreno e della troia. Prima delicatamente. Poi, dato che tutto continuava come
se non la sentissero, con maggiore insistenza e violenza, seccata e, infine,
non solo seccata, del tutto isterica. Andò anche sopra a suonare al campanello.
Prima delicatamente. Piccoli tocchi. Poi con insistenza. Nulla. Allora bussò. Poi
bussò con violenza. Nulla. Uscì di nuovo sul giardinetto, sul terrazzino al
piano terra, un piccolo spiazzo, fuori dell’appartamento dal lato dell’angolo
cottura, ad urlare di smetterla. Sopra avevano spento la luce, come non ci
fosse nessuno.
Il giorno dopo, Moreno riportò tutto all’agente di collegamento, nella
consueta telefonata alla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del
GovernoBelga-NATO. Questi:
- “L’avete chiamata la polizia?”
- “No, visto il contesto, ci sembrava appena innaturale. Abbiamo finto
di non esserci. Per cui abbiamo retto la parte anche quando questa dava davvero
in escandescenze.”
- “Meglio... Possiamo montare la cosa meglio e così quella se ne deve
andare. Guardate, un momento... ...potete tenervi il pomeriggio libero che devo
farvi fare una cosa.”
- “Va bene! Agli ordini! ...Non avevamo impegni particolari, oggi...”
- “Un momento che devo parlare con...”
Pochi minuti dopo, l’agente di collegamento della Polizia Segreta /
Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO riprese la telefonata con Moreno:
- “Bene, ora vi mando un avvocato nostro. Sa quello che si deve fare.
Con lui, e la polizia lo sa che è un avvocato nostro... ...con lui che vi
assiste, denunciate la Cabral. Dite che vi sta stalkizzando, batte, vi suona e
batte alla porta come un’ossessa, anche nel cuore della notte quando dormite...
Dite che avete paura, per cui... C’è il nostro avvocato che vi assiste e che sa
come mettere giù le cose. Poi, la prossima volta, cioè oggi stesso, questa
sera, questa notte, appena lei dà in escandescenze, voi chiamate la polizia,
dite che c’è una con dei problemi e fate vedere la denuncia dicendo che non
volevate, ma siete stati obbligati, che avete paura, che magari ha solo dei
problemi, ma voi non potete vivere con una che... Aspettate lì tutti e due.
L’avvocato arriva e vi porta a fare denuncia... Anzi, domani, o oggi stesso se
sono ancora aperti, andate, con la denuncia, pure al Service
de Logement e dite che dopo che siete andati a scusarvi e sembrava tutto a
posto, senza alcun motivo apparente la Cabral si è fatta aggressiva, che magari
ha dei problemi personali e si comporta a quel modo perché... Dite che lei si è
messa a battervi alla porta ed a battervi ed urlare pure da fuori, che la ha
sentita tutto il palazzo, che voi stavate dormendo ed avete avuto paura. Dite
che voi siete lì per studiare, ...tutti lì sono lì per studiare..., che avete
bisogno di quiete, che avete avuto paura per cui siete stati obbligati ad
andare di tutta fretta a fare un esposto... ...Non preoccupatevi. Il Service de Logement non solo sa tutto,
almeno ai livelli che devono sapere... ...tutto quello che devono sapere, cioè
poco o nulla. Ma comunque danno, e ben devono, totale collaborazione, per cui
siete coperti, copertissimi, Ci siamo comunque noi, se qualcuno mai si
frapponesse e sollevasse qualche questione. Dunque, riassumendo: 1. avvocato,
che arriva subito lì, ed alla polizia per la denuncia; 2. al Service de Logement; 3. quanto prima,
anche se non foste ancora potuti andare al Service
de Logement perché era chiuso, ...no ma vedete che fate a tempo oggi
stesso..., appena quella va di nuovo fuori di testa e va in escandescenze, le
dite, da dietro alla porta che non avete fatto nulla e che avete paura, e,
qualunque cosa lei dica., chiamate la polizia che c’è una che... Quando la
polizia arriva, vi fate la sceneggiata e mostrate la denuncia che sta lì come
un documento ufficiale. Poi ci pensiamo noi colla polizia e pure col Service de Logement...”
- “Sì, sì, va bene. Aspettiamo tutti e due, ed andiamo con
l’avvocato...”
Moreno e la troia andarono con l’avvocato al posto di polizia e si
fecero la porcata contro la Cabral. Arrivarono al Service de Logement poco prima della chiusura e si fecero la
sceneggiata col responsabile, mostrando pure la denuncia. Teatro. Il
responsabile di quartiere era già avvisato che, superiori ragioni di Stato,
imponevano di mandare via la Cabral. Quelli della Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO gli avevano buttato lì che la Cabral fosse una pericolosissima
terrorista brasiliana, che forse aveva armi ed esplosivi in casa, ma che non
potevano fare nulla in modo ufficiale. Dissero pure che, se per caso avessero
avuto una stanza libera in kot [appartamenti in condivisione], avrebbero dovuto
dargliela... Sì, era una pericolosissima terrorista solo finché avesse abitato
lì, nel locale andava sgomberato per un altro sarebbe eventualmente
sopraggiunto... ...Militari e sbirri sono abituati a dire cose sconnesse, tanto
devono essere comunque creduti. Il
pidocchio medio è abituato a bersele e, in ogni caso, ad obbedire.
I due ripresero dunque il lavorio contro la Cabral che, nervosissima,
stava colle orecchie tese angosciata da quel silenzio. Appena i ticchettii
sulla verticale ricominciarono, si sentì sprofondare di nuovo, ancora più di
prima. Sì, erano i due di sopra e ce l’avevano con lei. Inspiegabile, ma la
seguivano in qualunque punto dell’appartamento fosse, e la ticchettavano di
tortura ed irrisione. Irritata più che mai, la Cabral batte con energia sul
soffitto, soffitto che si sbriciola in quei pannelli di pvc i cui frammenti
volano dappertutto. Quelli continuano, anzi con variazioni che sembra
l’irridano. Allora la Cabral sale e batte con energia contro la porta. Dopo un
po’ le dicono, senza aprire, che stavano dormendo, che non stavano facevano
nulla, che se ne andasse a dormire. Lei andò sotto ed, appena si coricò, i
ticchetti, gli struscii, i rumorii chiaramente contro di lei, ripresero. Andava
al gabinetto, la seguivano pure lì con colpetti, tonfi e scrosci di acqua solo
quando lei si trova lì. Pur di indole gentile e remissiva, la Cabral si sente
scoppiare di impotenza e di rabbia. Batte di nuovo col bastone contro il
soffitto. Poi tira alcuni sassi piccoli contro la vetrata che da sul loro balcone
al primo piano, mentre urla di smetterla Infine risale e batte energicamente la
porta. Dopo un po’ i due le ridicono, attraverso la porta, che stavano dormendo
e lei li aveva svegliati. Lei, davvero furiosa di essere presa per il naso,
intima che le aprano. Loro telefonarono alla polizia che c’è una che sta
battendo contro la loro porta, che li sveglia in continuazione nel cuore della
notte, che aveva dei problemi, che loro hanno paura.
La polizia arriva e sale da loro. Moreno e la troia si fanno la sceneggiata
dei due timorosi e perseguitati, perfino nel cuore della notte, da una che
sembrava come fuori di testa. Intanto mostrano la denuncia della giornata
dicendo, con aria contrita, che non volevano ma erano stati obbligati dalla
situazione. Aggiungono che loro erano lì per studiare e non potevano stare lì
con una che li svegliasse nel cuore della notte perché... ...perché sentiva le
voci, od aveva necessità di urlare con qualcuno...
I due poliziotti scendono tutti montati ed affrontano la Cabral. Il capo
pattuglia comincia ad urlarle, ad elencarle i suoi ‘ crimini’, quello gli
avevano detto i due e quello che gli avevano fatto leggere nella denuncia. I
due poliziotti sono anche irritati, irritatissimi, di essere stati chiamati per
una cosa del genere. Sbottato che loro sono in servizio per cose più serie, per
i furti, non per quelle cose, in fondo... Concludono, con aria accusatoria, che
sarebbe presto stata visitata dai loro colleghi, quelli che si occupano di
quelle cose... ...Due che vanno quando ci sono denunce, ne verificano, per quel
riescono, la fondatezza e scrivono una qualche valutazione sulla cui base la
magistratura agisce o non agisce. Nessuno andrà mai perché lì tutto va più in
fretta.
La Cabral si corica. Riprendono dei ticchetti leggerissimi che la
seguono sulla verticale della testa. Se si sposta, i ticchetti riprendono nella
nuova posizione. Anche se si inverte nel lettone. Pure se lo muove nel lato
apposto della stanza. Sente che sopra strusciano i mobili per liberare in tutta
fretta sulla verticale, ed il ticchettio riprende esattamente sopra il suo
cranio. Piange. Ha delle crisi di rabbia. Ma non può fare nulla. Certo le
direbbero tutti che è pazza. Ma quelli sono ticchetti reali e vengono da sopra,
non da altrove. Non è un ramoscello che batta sul vetro. Non vi sono piante
lungo la grande finestra che funge da parete esterna verso la
piazzola-giardinetto dal lato dell’angolo cottura. Nessuno batte sui vetri.
Sono ticchettii e struscii da sopra. Li sente quando la troiazza si muove e dà anche
qualche colpetto di calcagno scalzo, non solo con un bastoncino e coi tacchi
che usa per ticchettare il pavimento, Sente anche quando lui monta la troiazza
per la sborrata quotidiana e poi si volta nel letto per dormire. Ma quelli sono
rumori naturali. Non il ticchettio che punta a lei e che la segue se lei si
muove. La Cabral è disperata, disperata ed impotente. Non può neppure
immaginare che abbiamo un visore che la vede e la segue attraverso il
pavimento. È il 1999/2000. Neppure ci sono nei film più fantascientifici,
forse, quelle cose lì.
Il giorno seguente, la Cabral va furiosa al Service de Logement del quartiere. Lì erano già allertati, almeno
per quello che dovevano sapere. Sapevano che c’era un intervento irresistibile
di qualche entità superiore, che Moreno e la troia erano intoccabili, e che la
Cabral doveva andarsene quanto prima. Non sapevano altro. Ma bastava. Da buoni
pidocchietti belgi...
Al Service de Logement si
fecero la parte dei finti tonti concilianti. Dissero che le credevano senza
problemi. Che aveva l’aria di una persona seria ed a modo, e che non avevano
ragione di credere che inventasse o che avesse chissà quale patologia.
Tuttavia, i due negavano, nell’edificio nessuno aveva sentito nulla... Inoltre,
le dissero che avevano saputo di una denuncia dei due contro di lei e
dell’intervento notturno della polizia. Certo, le dissero, che ciò non
significava nulla. Tuttavia, si stava creando una situazione pericolosa. Le
chiesero subdolamente, se lei avesse un qualche testimone, qualcuno che potesse
confermare da dove venissero quegli strani rumori.
La Cabral, coi nervi scossi, distrutti, da quei giorni di tortura
bianca, esplose in un pianto isterico per il senso di impotenza e di
sopraffazione. La invitarono a sloggiare subito. Le dissero che, data
l’eccezionalità della situazione, la volevano favorire per cui non avrebbe
dovuto pagare alcuna penale, in qualunque momento se ne fosse andata. La
indirizzarono ad una associazione madri sulla strada (era lì con un figlio)
che, vedendola decisamente scossa, le trovò rapidamente un’altra sistemazione.
Da sopra, e pure da a fianco, continuarono con i tic-tic e toc-toc perché non
pensasse che tutto si fosse risolto e che dunque desistesse dall’andarsene.
L’appartamento fu liberato.
A gennaio 2000, vi arrivò Roby, che in precedenza era a Le Relais, dove c’erano dei vincoli
temporali, che Roby interruppe perché poco prima della fine del 1999 dovette
andare a parlare con un co-promoteur romano della sua ricerca dottorale, per
cui avrebbe potuto provare a restare lì ancora un po’ lì. In effetti, nessuno,
a Le Relais, lo invitò a trovarsi
un’altra sistemazione. Ma, seppur un posto economico, erano stanze senza uso
cucina per cui non è che fosse la migliore delle sistemazioni.
Appena Roby arrivò lì, dove prima vi era la Cabral, nell’alloggio
dell’UCL [Université Catholique de Louvain], del suo Service de Logement, a Place de l’Escholier 2/011, B-1348
Louvain-La-Neuve, Belgique, partì lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing d’edificio, la tortura bianca. La
Cabral l’avevano fatta uscire di testa. Ah, con Roby fecero pure di peggio di
quello descritto per la Cabral. Tuttavia, sia sopra che di a fianco, furono
loro che uscirono di testa. Sotto pressione dalla Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO, perché ottenessero risultati, divennero spassosissimi. No, non potete
immaginarvi dei fuori di testa furiosi, furiosissimi, che battano giorno e
notte, anche con martelli ed usando pesanti trapani usati a vuoto, pur sbattuti su pavimenti e muri divisori,
coi tacchi, prendendo a martellate e rompendo anche la loro vasca da bagno pur
di fare rumore da sentirsi sotto. Roby stette lì due anni senza problemi,
giocandoseli, facendo credere loro tutto e l’opposto di tutto. Entrò anche in
casa loro, ipnotizzandoli e pisciando sui loro materassi. Una ragazzetta indio
latino-americana che li affiancò, poi rimpiazzò Jorge Andrés Moreno Lopera quando questi se ne andò via un po’ prima di
Roby nell’estate 2002 (mentre la troiazza disgustosa restò lì ancora un po’),
...Roby entrò varie volte in casa loro, sopra, quando costei era sola e la
chiavò varie decine di volte dopo averla sottoposta ad ipnosi. A fine agosto
2002, finito quello che poteva fare per il suo dottorato, Roby andò in Cina, per
cui finì la sua permanenza lì. Inutile dettagliare il lavorio di quel team di
ossessi [del resto ne abbiamo già accennato a sufficienza rispetto alla Cabral]
che, usando visori, batte da sopra e da a fianco per cercare di... ...in
operazione State/Government-Organized Stalking-Mobbing di edificio su
mandato Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO. Cose da
fuori di testa?! Ditelo a loro ed ai Vostri governi/Stati! Manchiamo di
fantasia per inventare... Ah, continuarono anche in Cina [nel settembre 2002,
dopo una una decina di giorni che Roby era arrivato lì, perché dovettero
sottoscrivere dei trattati segreti tra la NATO e le Polizie Segrete della Cina
Popolare, per l’operazione contro Roby, e dare loro dei visori attraverso i
muri militari-NATO con le istruzioni per usarli – i cinesi organizzarono poi
anche corsi per insegnanti iscritti al partito e per altri usando quegli
strumenti NATO dati loro da usarsi contro Roby; quando li riprodussero anche in
Cina cominciarono ad usarli per terrorismo e torture interne ...con appoggio
tecnologico NATO!] con lo State/Government-Organized Stalking-Mobbing
anche di edificio. E dopo, che Roby lascio la RPC, senza soluzioni di
continuità perché di area NATO ed angloamericana, anche in Taiwan, Canada,
Brasile e, con variazioni, in Germania. Dobbiamo averlo variamente narrato
altrove.
Jorge Andrés Moreno Lopera, con tali grandi referenze di ‘grande’
terrorista di Stato-NATO, terminata la sua ricerca dottorale di chimica,
rientra il Colombia dove diviene professore della
Universidad de Antioquia, Medellín, Colombia. Ottimo. Auguri. Divenga pure
premio Nobel in qualcosa.
...Restiamo alla UCL di LLN, Belgio...
Ad André-Paul Frognier, come già al rettore dell’UCL Marcel Crochet, la
Polizia Segreta / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, avevano detto
che era tutto segretissimo e che doveva condurre la persecuzione accademica in
prima persona, senza dire nulla nessuno. Gli avevano anche dato istruzioni, le
solite poliziesche, su come costruire, od almeno provarci, un dossier contro
Roby lì all’Unità di Politica (del Département des Sciences Politiques et
Sociales). Gli ordini erano che Roby non dovesse assolutamente ottenere il
dottorato formale, né alcuna posizione, neppure un ufficio con computer come
alla UCL viene dato a tutti i dottorandi. State/Government-Organized Stalking-Mobbing totale contro Roby, nel dipartimento ed all’UCL. Questi
gli avevano detto e ridetto.
André-Paul Frognier aveva subito sparso strane voci e sguinzagliato uno
dei suoi cani da guardia e da saccheggio, Pierre Baudewyns, anche una certa
Caty Clément. Il metodo era il solito. Alludere, non dire nulla di preciso, sì
che il pidocchio medio, allertato da una fonte di autorità, si e ci costruisse
di suo. Che è poi quello che avevano fatto con lui, con lui André-Paul
Frognier. Gli avevano detto, dalla Polizia Segreta /
Squadroni delle Morte del GovernoBelga-NATO che c’era uno, un certo Roby, che
andava distrutto, liquidato. “...Perché...”. “...Devi farlo. Ordini. Trova tu i
perché che credi...” Lui, André-Paul Frognier, aveva
subito contattato il suo ‘amico’ e cliente Jacques Herman [un ometto cordiale e servizievole,
farfallino e pavido], il promotore del dottorato di Roby, dicendo a questi che
lui, André-Paul Frognier, e pure la sua creazione Lieven De Winter, dovevano
essere inseriti nella Commissione Dottorale di Roby, cosa che Jacques Herman, uso ad obbedire, aveva subito fatto e
senza porre domande. L’Herman era uno fatto così, intelligente codino,
sempliciotto e talmente codardo da fuggire e sfuggire la realtà costantemente.
La comprensione si affacciava in permanenza nella sua mente geniale. Ma lui la
cacciava costantemente via, temendo il suo genio imprigionato si liberasse e
manifestasse. André-Paul Frognier se lo teneva vicino e lo angariava, con lui,
il Jacques Herman, che scodinzolava felice o, comunque, facendo buon viso a
cattivo gioco. Si vedeva la rabbia che gli saliva alla testa. La cacciava via.
Si diceva che in fondo non lo riguardava
purché lui ne sopravvivesse. Aveva passato, ed anche preservato, la vita così.
Mercedes Mateo Díaz non aveva alcun
particolare peso specifico suo. Era la classica puttana da campo. Feld-Hüre.
No, non, non di quelle obbligate, costrette. Era la sua natura. Non avrebbe
saputo vivere altrimenti. Si faceva strada di lecco, di supplica e subito
individuando, in ogni contesto, chi la potesse aiutare, aiutare in tutto perché
non sapeva fare nulla. La Mercedes Mateo Díaz era una troietta spagnola
ignorante senza alcuna dote, né interesse, intellettuale, a parte una qualche
predisposizione per le lingue, che aveva deciso di divenire dottore, dottora.
Per cui aveva fatto il DEA in politica, lì a LLN, lo stesso anno accademico lo
aveva fatto Roby, il 1996/97. Nonostante lo avesse passato con votazione
piuttosto bassa, di lecchinaggio e dandola in giro, si era fatta ammettere al
dottorato ed aveva pure ottenuto una posizione come ricercatrice nell’area di André-Paul Frognier e di Lieven De Winter. La consideravano meno di
nulla ma non sapevano resistere al lecco. Di una lecchina irredimibile se ne
può sempre fare qualcosa tra prosseneti. Troverete solo suoi scritti con altri.
Essenzialmente scemenze. Ma lei non ne ha colpa perché le hanno scritte altri.
Anche quello che ha solo il suo nome lo hanno scritto altri. Lei proprio non
riesce. Non riesce a pensare e non riesce a scrivere, neppure a fare finta. I
suoi studi dottorali sono comunque stati di grande profondità. La questione
era: “Le donne nei parlamenti rappresentano davvero le donne?” Mescolando
luoghi comuni sinistri e femministi, ed estremamente attenta a quello si
attendessero da lei suoi superiori, si è fatta trovare da altri cose da
scopiazzare. Assemblatole, facendosele assemblare, ne è uscita la sua ricerca
dottorale. Lieven De Winter, pur non osando dirlo a lei chiaro-chiaro in
faccia, diceva a tutti che la sua ricerca era una schifezza, insomma che le
cose scritte e fattosi scrivere dalla Mercedes Mateo Díaz non avrebbero potuto rallegrare nemmeno una sua conversazione d’osteria con amici, tra
vini e birre, di una decina di minuti. La Mercedes Mateo Díaz si era fatta
assemblare materiali che si era fatta scopiazzare da altri e, dopo avere
chiesto e richiesto ai suoi superiori, si era convinta che la cosa migliore
fosse concludere che le donne di sinistra riuscissero, almeno un po’ a
rappresentare le donne, mentre quelle non di sinistra rappresentassero gli
uomini, ma che se una come lei, lei Mercedes Mateo Díaz, fosse entrata in un
parlamento o divenuta ministra o giù di lì, ecco che allora il trionfo delle
donne si sarebbe almeno un po’ approssimato. È solo che quello si era fatta
scrivere e scopiazzare da altri non aveva neppure una qualche vaga consistenza
retorica con tali conclusioni. Beh, perché degli scalzacani, pur predisposti ad
assecondarla ed a promuoverla, la giudicassero una schifezza impresentabile,
doveva proprio essere qualcosa fuori dal mondo... Andando a piagnucolare con
tutti, era comunque riuscita a prenderli per stanchezza e farsi fare dottora...
Lieven De Winter era uno che si era costruito così come si costruiscono
tanti accademici per caso. Fiammingo, con moglie turca, ed occasionali
frequentazioni italiche [...il solito programma Erasmus], in particolare di
ambienti accademici fiorentini del noto pallitologo, pollitologo e cantore di
regime Giovanni Sartori, era stato studente di un André-Paul Frognier sempre
pronto a sfruttare la banalità. Gli occorreva uno a lui totalmente subordinato,
ubbidiente, che sapesse il fiammingo come madrelingua, e che fosse di assoluta e grigia ortodossia. Così lo
aveva cooptato come suo braccio destro. Lavorava ai suoi ordini. Lieven De Winter assecondava tutte le voglie dell’André-Paul Frognier e
senza far mai sorgere neppure il sospetto che volesse o potesse fargli le scarpe.
Era un lecchino perfetto per un André-Paul Frognier. Solo appena un po’
scettico, ma non meno solerte. Cordiali e simpatico, per bere un bicchiere o
pure bottiglie al bar, uno avesse mai avuto quel genere di passioni. Le sue
conoscenze pallitologiche e pollitologiche si basavano su quello vedeva in TV.
Un ‘vero’ ‘grande’ ‘scienziato’! Il passare degli anni, combinato all’alcool,
sta esaltando sempre più il suo lato froceggiante, pomposo e ridondante. Un
perfetto amicone da osteria. Dovreste vederlo!
Pierre Baudewyns era un cliente leccaculo di André-Paul Frognier, di
cui faceva lo sguattero. Di indole mafiosa, a sua volta aveva alle sue dirette
dipendenze la Mercedes
Mateo Díaz, ovviamente assegnatagli dal padrino
André-Paul Frognier. Proprio perché
la Mercedes Mateo Díaz era cliente, o sotto-cliente, e lecchina e
ciucciacazzi, Pierre Baudewyns non aveva avuto difficoltà a scoprire che la
stessa aveva fatto il DEA lo stesso anno di Roby e che lo conosceva, conosceva
di vista. Il DEA era frequentato da poche persone, per cui inevitabilmente si
conoscevano un po’ tutti. La Mercedes Mateo Díaz proprio per quelle sue
attitudini da puttana da campo opportunista ed adattiva [adattiva nel senso che
si dava e leccava perché facessero al posto suo quello che lei non sapeva né
poteva fare, cioè tutto] aveva subito odorato l’aria e percepito che volevano
sapere e volevano sapere contro, contro
Roby, per cui si era subito presentata a Pierre Baudewyns ed a Caty Clément per
dire loro che fosse mai occorso qualcosa su quel Roby, lei era lì. Ovviamente,
la Mercedes Mateo Díaz è sempre lì, sempre a disposizione di chi le stia sopra,
le possa essere utile e le sua utile, non le sia contro ma la guardi almeno con
qualche forma di pietà. Beh, Mercedes Mateo Díaz non è che avesse potuto dare
grandi informazioni a Pierre Baudewyns, se non che il Roby
fosse uno sgobbone. Anche Pierre Baudewyns, di indole guardinga, lo aveva
subito capito che André-Paul Frognier voleva qualcosa di sputtanante da usare contro il Roby, anche prima che lo
stesso glielo dicesse e chiedesse. Quando l’André-Paul Frognier lo attivò,
...come dire...?, in modo focalizzato, specifico, operativo [come richiesto
dalla Polizia Segreta / Squadroni della Morte del governo belga e NATO allo
stesso, allo stesso André-Paul Frognier], Pierre Baudewyns era pronto. “Mio
caro Pierre Baudewyns lo chiedo a te perché è una cosa piuttosto riservata,
...non posso dirti, ma sono cose molto dall’alto..., ...ecco mio caro dovresti
creare una situazione, ...come dire?..., ...rilassata, in cui invitare,
coinvolgere quel Roby, magari farlo bere e fumare, ...spero beva e fumi!...,
farlo parlare e parlare, raccontare e raccontarsi, ...e riferirmene tutti i
dettagli. ...Più e peggio ti e si racconta, meglio è perché è proprio quello ci
occorre, quello ci hanno chiesto da molto in alto... ...Non farmi dire di più,
mio carissimo Pierre Baudewyns. ...Beh, a te forse posso dirlo, ...ma non dirlo
a nessuno..., ...occorre che si comprometta, ma proprio comprometta. ...Attendo
un tuo rapporto dettagliato dopo che lo avrete fatto ben parlare e
disvelarsi...” Roby, al correnti di tutto, non parlerà mai con tali delinquenti
malati.
Caty Clément che, quando andava a pranzo o da fare due passi con
cagnolina, cioè con Mercedes
Mateo Díaz, se la portava scodinzolante al guinzaglio, era la prima pupilla,
allora, di André-Paul Frognier. Come costui la avesse scelta era semplicissimo
a dirsi. La Caty Clément era esattamente come la moglie socialista di André-Paul Frognier, solo venti-trenta anni più
giovane. Sia come apparenza che come testa: sussiegosa e vuota. La moglie
di André-Paul Frognier ha passato la
vita a spiegare ai bambini para-pollitologi dell’UCL come un qualunque scritto
fosse racchiudibile in un quadrilatero di connessioni ed opposizioni. Beh, un
Roby direbbe che la cabala dà strumenti decisamente più analitici, ed anche più
formali ed esatti. La Caty Clément ha dedicato la sua vita di ‘scienziata’ a
fare la cantora delle devastazioni belghe e francesi in
Africa Centrale. Lei canta. Loro la pagano. Puttane da accademia. Centinaia di
migliaia di euro perché qualcuno possa dire: “Perfino una famosissima studiosa
di …, sostiene che...” Beh, l’Accademia, a quei livelli, è tutta così e serve
solo a quello. Miliardi e miliardi di euro perché si possa chiamare qualcuno e
chiedere quale sia il punto di vista ortodosso, ‘erudito’ e ‘scientifico’ su...
...E contorno di scritti e discorsi inutili e dannosi.
Anche Mercedes
Mateo Díaz lo aveva subito capito, come già detto. A scanso di equivoci, e per
avere la sua collaborazione operativa, avevano poi dovuto divenire diretti
quando, su richiesta di André-Paul Frognier, erano passati alla fase esecutiva.
Dovevano trovare qualche cosa contro Roby e dovevano farlo uscire dalla sua
stessa bocca, dalla bocca di Roby. Astutissimi, il clan mafioso di André-Paul
Frognier ha il culto di Machiavelli, che invero non sappiamo se poi fosse
astutissimo e profondissimo... ...Un giorno lo incontrammo, il Niccolò, quando
stavamo facendo una passeggiata all’inferno e ci parve uno che di ritorno
dall’osteria, e per non andare a letto con la moglie, si mettesse a scrivere
con la penna resa debole dalla stanchezza e dal vuoto della notte... ...Lo
avremo incontrato nel momento sbagliato... Beh, dicevamo, astutissimi, dei veri
geni della trappola, avevano organizzato un incontro al bar, una cosa
apparentemente casuale. Cioè, avrebbero voluto che sembrasse casuale... Montata
da Pierre Baudewyns e da Caty Clément, a loro volta
direttamente mobilitati da André-Paul Frognier, Mercedes Mateo Díaz faceva da esca. Cercando
di far sembrare tutto casuale, va ad agganciare Roby che è nel centro informatico [l’allora responsabile
dello stesso era a sua volta un altro cliente di André-Paul Frognier ed ai suoi
ordini] che sta oramai per chiudere [sanno che Roby sta lì, di solito, fino
alla chiusura]. Roby stava lì di solito
per scrivere e far ricerche. Dopo si avviava a casa, allora ancora l’Hotel Le Relais, quello a tre minuti dai binari
della stazioncina capolinea il LLN. LLN è piccola. Il centro ancor di più. Le
vie ed i percorsi sono quelli. Non è che siano possibili troppe variazioni. Se
conosci gli orari di uno e lo vuoi intercettare, non è difficile.
Siamo prima della fine del 1999.
Dunque, Mercedes Mateo Díaz faceva da esca, colla sua aria da troietta, o così
credeva lei. Pierre Baudewyns, la Caty Clément ed altri li aspettavano in un bar sulla
strada. Ruffiani e ruffiane delle cerchia di André-Paul Frognier e del
fiammingo. Come dottorandi che si dessero abitualmente appuntamento lì dopo la
giornata all’università e casualmente, quel giorno, vi si fosse trovato pure
Roby. Roby conosceva un po’ tutto e tutti, per cui sapeva, che tutti quelli
stavano aspettando nel bar abitavano fuori LLN, alcuni pure a Bruxelles, dunque
ad un’ora o quasi da lì, per cui non vi era nulla di casuale in quella
apparentemente occasionale bevuta che serviva come trappola. Trappola di cosa?
La demenza che si è detto. Avrebbero chiesto. Lo avrebbero fatto parlare, o
così credevano. Qualunque cosa Roby avesse detto o non detto sarebbe stata
girata e rigirata, ed usata contro di lui. Lo sapete Roby come è. Se qualcuno
vuole montargli qualcosa, meglio se la monti da solo, ...salvo che sia Roby che
monti trappole per altri e le voglia far passare come montate da altri contro
di lui...
Il giorno della trappola, Mercedes
Mateo Díaz va ad agganciare Roby su al centro computer. Lo aspetta. Fa la
strada con lui. Del resto, lei abita nella stessa strada dell’Hotel Le
Relais, in Rue de la Gare. Roby era al numero 6. Lei un forse cento metri
più su, alla fine della via, in un Kot forse gratis, uno di quei cosiddetti Kot
a progetto dove fanno finta di rendere qualche servizio e l’università dà loro
alloggio gratis. Mercedes Mateo Díaz è una così. È una che non dà mai nulla a
nessuno, pur fingendo compassione per tutto e per tutti. Però, per sé stessa,
coi suoi solito metodi di lecchinaggio e di darla alle persone giuste per i
suoi fini del momento, trova tutto gratis e fonti di entrate per sé stessa. Roby capisce tutto subito, di quella trappola di nulla. Non che poi
fosse neppure particolarmente difficile. Pierre Baudewyns, uno scemotto in
queste cose e non solo, ha detto alla Mercedes Mateo Díaz che si tratta di una questione di grande
importanza, che sta molto a cuore all’André-Paul Frognier:
rovinare Roby, in un
modo o nell’altro. Idem le ha detto Caty Clément. Per il suo ufficio ed i soldi come
pseudo-ricercatrice, la Mercedes
Mateo Díaz dipende da loro. Li asseconda e li ha. Se si mette di traverso, la
fanno fuori in cinque minuti. Del resto, è pure una che non vale mezza cicca,
intellettualmente. Le giornate come pseudo-ricercatrice le passa in chat su
internet. Chiede a tutti, febbrilmente, di scriverle pezzi di ricerca dottorale
e di assemblarglieli. Lei poi..., ...beh, di solito, neppur e riesce a
leggerli... Anche quello [leggerli] lo chiede a qualche ‘amica’ per averne
un’opinione sulla ‘consistenza’.
Dunque, si è verso la fine del 1999. La trappola del ‘genio’ Pierre
Baudewyns e della genia Caty Clément, committente
André-Paul Frognier e la Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del
GovernoBelga-NATO, è scattata. Mercedes Mateo Díaz è tesissima,
nervosissima. Per strada non fa altro che parlare a Roby mentre parla, col
telefonino, a Pierre Baudewyns ed a Caty Clément, cui sta portando Roby, o così lei crede.
Cioè cerca di dire qualche mezza frase a Roby e, intanto, chiaramente
panicando, si getta nel telefonino per nascondersi e per parlare coi suoi
papponi per far vedere che lei sta eseguendo i loro ordini di portare loro
Roby. Può mai un Roby rifiutare una birra, anche più d’una, proposta da una
troietta gli hanno mandato, con ‘colleghi’, quasi, molto quasi, visto che,
anche se hanno tutti dottorati in corso, Roby, unico lì, non prende soldi
dall’Università e nell’ufficio, fattogli subito assegnare, al pian terreno,
quasi in scantinati, ben lontano da tutto e da tutti, dall’Herman, non c’è
neppure il computer, dunque è un finto ufficio, un ufficio che non serve a
nulla. ...A meno che uno non voglia darsi delle arie, arie di nulla, ma Roby
non è il tipo. L’Herman, al tempo Presidente del Dipartimento di Sociologia e
Politica, su manovre dell’André-Paul Frognier, dunque come suo cliente e
fantoccio, ha ‘ordinato’ al responsabile del servizio informatico del Dipartimento,
un leccaculo di Frognier, di confezionargli, dargli ed connettergli un
computer. Al contrario, l’André-Paul Frognier ha detto chiaramente a costui,
suo ciucciacazzi e cliente, che Roby è uno da far fuori, da tenere d’occhio e
far fuori, per cui gli va fatto il deserto attorno. Infatti, Roby, unico tra i
dottorandi, non riceverà mai alcun computer nonostante l’ordine di Herman,
allora Presidente del Dipartimento. ...Subordinati che non obbediscono alla
gerarchia formale, bensì il capo-mafia, André-Paul Frognier... Roby usa quelli
pubblici, dell’Università, e poi si usa il suo portatile Toshiba che si compra
prima della fine del 1999, quando abita ancora a Le Relais, e si paga poi, con l’anno 2000, la connessione Internet
nell’alloggio che ha affittato dall’Università. Nel suo ufficio non verrà
neppure mai attivata la connessione internet. ...È tutto una finta ed una presa
in giro contro lo stesso Jacques Herman che sopporta
impotente. Tanto, per lui, si è fatto regalare, dall’università un costosissimo
portatile che lui neppure usa. ...Per Roby, è in corso lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing della Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del
GovernoBelga-NATO, lì con responsabile sul campo André-Paul Frognier. L’ordine
è di non dargli neppure un computer raffazzonato [che è quello aveva ‘ordinato’
Jacques Herman: “Gli metta assieme degli scarti che avete in magazzino e che
non vi servano e montategli un PC.” - c’è il veto di Stato e di Frognier]. Che se ne fa, dunque, di un ufficio, se non può lavorarci?! Molti lo
usano per farsi vedere. Non è da Roby occupare un ufficio per far vedere quello
che non è. Può lavorare a casa sua o nelle biblioteche, ché è pure meglio.
Risottolineiamo che, pur facendo il dottorato, eviteranno di dagli mai qualunque
posizione, al contrario di quello fanno con tutti i dottorandi anche i più
scalcagnati. André-Paul Frognier ha ricevuto l’ordine di fargli terra bruciata
attorno ed è quello che fa, fin dal primo giorno. Jacques Herman sa tutto ciò ma, col suo fare idiotico, fa finta di non
saperlo. Jacques Herman è affetto da personalità multiple e confliggenti.
Assumono degli scalzacani per le cose più insensate. Per Roby non hanno
posizioni. Una che prendono da un ufficio di borsa la appioppano a Jacques
Herman come assistente, e gli fanno fare un DEA con lo stesso. Costei passa le
giornate a eccitarsi con pornografia via internet e si tocca febbrilmente. A
volte la vedono dalle finestre del suo ufficio che si denuda e ti tocca. È
protetta da André-Paul Frognier che la ha scelta ed appioppata al suo ‘amico’
Jacques Herman come assistente. André-Paul Frognier appioppa a Jacques Herman un secondo assistente, un
ragazzotto ucraino mandato dai Servivi ucraini per para-spionaggio politico a
Bruxelles [lo hanno reclutato dalle milizie giovanili fasciste], che, in
Belgio, viene reclutato anche dalle Polizie Segrete / Squadroni della Morte
della CoronaBelga-NATO che gli dicono che, essendo lui ucraino-ucraino, non di
quelli filo-russi, se lavora pure per loro, come agente-così [non che
necessitino di particolari informazioni da lui, solo obbedienza quando
richiesto] può fare, per l’Ucraina filo-occidentale e per la NATO, una
brillante carriera nei media ed accademica, se crede. Lui accetta. Non ha
alcuna qualità come ricercatore né scienziato, ma è un ragazzo sveglio che si
infila e si adatta. Jacques Herman lo sa quello che questi fa. Ma tra la sua
personalità multipla ed il merdaio circostante... Jacques Herman vive alla
giornata purché lui possa sopravvivere fino al giorno dopo. Tale è sempre stata la sua norma di vita.
Ecco che una Mercedes
Mateo Díaz troieggiante e tesissima sta conducendo Roby dal Pierre Baudewyns, Caty Clément
ed altri che lo e li aspettano le bar per fotterlo. Mercedes è agitatissima. Per strada, più che parlare davvero col Roby, ha il telefono aperto per
dire a Pierre Baudewyns e Caty Clément che stanno arrivando come da ordini. La
Mercedes Mateo
Díaz ha paura ed è ansiosissima. Per cui cerca il conforto telefonico coi suoi
boss mafiosi. È anche come un irrefrenabile impulso a confessare: “Devo
fotterti. Non so perché. Accetto entusiasta. ...Ma me la faccio sotto.” Arrivati sulla porta del bar (Pierre Baudewyns, Caty Clément e gli altri leccaculo e provocatori sono
dentro che aspettano), Roby, che ha tenuto un’aria distesa ed amichevole,
saluta cordialmente Mercedes
Mateo Díaz, la ringrazia, e se ne va per i fatti suoi. Alla stessa non resta
che entrare nel bar per informare il Pierre Baudewyns e Caty Clément, furiosissimi appena la vedono entrare sola, che il pollo si è sottratto. Mercedes Mateo Díaz aveva garantito il successo della sua missione con
una argomento decisivo: “Quello è un italiano... ...Gli faccio sentire un poco
di odor di fica e lo porto dove volete...” Non funzionò. Si giustifico subito
col Pierre Baudewyns e con la Caty Clément con violente eruzioni isteriche:
“No, quello non è un italiano! ...Non è un italiano! Dovevate dirmelo che i
giudei sono fatti così!” Un Pierre Baudewyns ed una Caty Clément rabbiosi riferiscono all’André-Paul Frognier
che il progetto di farlo parlare, di farlo infognare da sé stesso, è fallito.
Non che ai fini pratici cambi nulla. André-Paul Frognier sa che il dottorato a
Roby non va dato, mai, costi quel che costi. Ordini superiori! ‘Grandi’
questioni di Stato e NATO! La trappola del bar era di contorno. Ciononostante,
Pierre Baudewyns e Caty Clément, montati
dall’André-Paul Frognier si fanno aggressivi.
Le rare volte che occasionalmente
incontrano Roby in qualche ascensore, si fanno davvero aggressivi. Con dei
ghigni, Pierre Baudewyns si indirizza a Roby, che se ne resta
silenzioso, chiamandolo “boss”, “comandate”, “capo”, “generale”, “rabbino”,
“padrino”. Caty Clément, contrae la bocca con smorfie ed articola degli inizi
di conversazione senza alcun senso: “Sei un sionista di Gerusalemme?”, “Sei
della mafia di Bagheria?”, “Vai nella sinagoga di Bruxelles?”, “Come vivevi nei
campi palestinesi?”, “Voi ebrei siete tutti in consigli di amministrazioni di
banche?”. Cose davvero da non credersi... Roby, li guarda freddo. Li saluta con
un cenno. E se ne va per la sua strada.
Roby finisce la tesi dottorale piuttosto in fretta. Con la primavera
del 2001, è scritta in francese e fatta correggere da un sevizio gratuito
(presso il Centre Placet), anche se Roby sgancia fior di quattrini ad un
alcolizzato ignorante ed analfabeta di ritorno che lavora lì, in quel servizio
gratuito (presso il Centre Placet), come capo correttore per studenti
stranieri. Herman è nero, quando Roby gli dice che la ricerca dottorale è
finita. Frognier non gli ha detto nulla, nulla di esplicito e diretto, ma
l’Herman, pur nella sua imbecillità e vigliaccheria, lo ha visto e sentito che
il Frognier ha ordinato di fare terra bruciata attorno a Roby. Finge ottimismo
ma lo sa che c’è qualcosa che non va se il Frognier, per ragioni che lui,
l’Herman, non sa né vuole sapere, è contro Roby.
Dalla primavera 2001, l’Herman riesce a fare slittare il tutto a fine
novembre, inizio dicembre 2001. Forse venerdì 30 novembre 2001, vi è la
riunione della Commissione Dottorale per dare (o men) il dottorato a Roby.
I commissari sono Lieven De Winter, André-Paul Frognier, Jacques
Herman, Michèle Schmiegelow e Virgilio Ilari. In più, di diritto, dato che nel
frattempo è divenuto Presidente del Dipartimento, dopo che tutti erano
disperati per la gestione Herman (Frognier prima ha fatto eleggere il suo
fantoccio, poi gli ha scatenato il linciaggio contro), vi è Christian de
Visscher, Professor in Government and Public Management, il cui ruolo è quello
di presiedere e di fatto di non immischiarsi poi in eventuali divergenze, cosa
che in effetti fa. Si limita alla presidenza formale della Commissione come
Presidente del Dipartimento.
Virgilio Ilari è davvero un personaggio. Beh, un po’ tutti lo sono. Un
ragioniere del crimine, ...beh non è l’unico lì..., quelle cose da scalzacani,
da gioco delle tre carte, senonché, girando lui in giacca e cravatta, per
quanto portate da truffatore di strada, ha anche l’apparenza da ragioniere, da
ragioniere del crimine, ...del criminino diciamo. Nobilastri della Marche, con
tanto di blasone araldico. Lui forse si considera di qualche filiazione
abruzzese. Non ha importanza. Un pezzo di merda lo è in sé. Non necessita di
luoghi né di status. Banditi che si trovarono blasonati. Di quei blasoni da
catena di montaggio, di quelli prodotti in serie. Metti una corazza, beh solo
la testa. Delle foglie volteggianti attorno. Come uno stemma con tre stellette
a cinque punte, ed un sole solitario in basso. Il tutto per indicare che erano
fatti nobili perché non c’erano altri a far da sbirri sulle masse del luogo o
comunque, se ve ne erano altri, tra i vari, è capitato a loro. Lo sapete come
sono le gerarchie? Sono caselle che vanno riempite. La funzione fa il
pidocchio. Non c’è quasi mai l’individuo altro e che resti quello si sentiva
prima. È la teoria e la pratica dei cappelli. Messo un cappello, il cappello è
tutto, non quello vi sia sotto. Camorristi con blasone, in quel caso. Intanto,
per magnare di più, parte della famiglia si era trasferita a Roma al diretto
servizio papalino. Ed era continuata prosperare, nel sistema della corruzione
burocratica, coi Savoia. ‘Fascisti’ col cosiddetto fascismo [il numero uno era
restato il Re con la Casa Reale], si erano fatti DC, DC para-fascisti, con
l’occupazione angloamericana e con la successiva repubblica. Gli inglesi, che
avevano coi Savoia, voluto i governi Mussolini, si erano poi offesi coi deliri
dei Savoia di essersi auto-nominati Imperatori. Avevano a quel punto sfruttato
tali deliri e spinto i Savoia, con le loro sbagasciate forze armate, dal lato
tedesco, per cui Italiozia era solo stato un peso, per il nemico degli inglesi,
nella IIGM. Scelta strategica e tattica veramente abilissima!Costruito, dagli
occupanti angloamericani, un nuovo regime Vaticano-PCI, i Savoia erano stati
rimossi ed, a quel punto, lo sfascio d’Italiozia poteva essere sicuramente
accelerato prima della DC-PCI, poi, col golpe di Capaci del 1992, dalla
dittatura del Quirinale che era subentrata al regime DC-PCI. Quel filone degli
Ilari, quello di Virgilio, dal fascismo transita alla DC e della DC a FI (FI
sono gli andreottiani col Berluska come faccia e G.Letta come governante
assieme al Quirinale-britannici cui gli andreottiani del post-Capaci sono del
tutto subordinati). Nella tradizione familiare (il padre, un alto burocrate, in
magistratura o dintorni, era un signor-sì furbastro e corrotto) Virgilio da
giovane è fascista, fascista del CC, di quelli che ammiravano DeLorenzo [sì,
quello scemotto che se l’è presa in quel posto solo per avere obbedito ad
ordini di AntonioSegni-NATO - i militari italioti più che rubacchiare non hanno
mai saputo fare!], ma si fa subito democristiano, per obbedire alla madre che
lo voleva avviato verso una carriera sicura, di statale, dunque, di quei DC-fascisti
[in Italiozia, con la guerra perduta, cioè dalla parte dei perdenti almeno fino
all’8/9/43, i fascisti estremisti vanno nel PCI e dintorni, quelli più prudenti
nella DC e dintorni] che sono sempre abbondati. Il Virgilio, un frocio appena
mascherato, non può non obbedire alla madre! La moglie Valeria lo diceva e lo
dice tuttora a tutti, col suo linguaggio appena ricercato da insegnante di
materie letterarie e da sacrestie. “Il mio Virgilio, guardate che madre
bellissima che aveva... ...Ha un complesso edipico non superato.” Sì, un
frocio. Non c’è nulla di male. Uno è quello che si trova ad essere. È la sua
assenza di qualunque integrità morale che ci interessa qui. Anche in questo si
potrebbe dire che uno è quello che si trova ad essere. Beh, ma se questo vale
per lui, frocio e corrotto, vale per tutti, anche per chi, da altra o non altra
prospettiva, voglia disquisire di lui, ovviamente. Lui stesso se lo dice: “Gli
individui non hanno importanza. Guardate me che faccio quel che devo, cioè quel
che penso io debba fare” Ovvio! Tautologico! Andiamo dunque avanti. Anche io
che scrivo qui sto facendo il mio dovere! Il padre, facendo leva sulla sua
posizione burocratica, dunque sui soldi che si trovava tra le mani, aveva
sposato una bellissima. Anche lui, variamente froscesco, usava la sposa
bellissima come copertura, oltreché per vanto. Lo sapete come sono gli
umanoidi... Uno sposa una non necessariamente, o non solo, o non soprattutto,
per qualche suo sentimento del momento, ma per quello ne pensino gli altri. Ah,
vale anche per le donne. Infatti lei, una troietta, si era sposato un uomo
affermato e danaroso come sistemazione. Poi aveva continuato a fare la troia.
Ma di quelle troie che, sia per formazione paranoica che come affermazione di
una apparente normalità familiare, vogliano la sottomissione totale dei figli.
Di quelle cose per dire e per dirsi che, troieggiare a parte, erano comunque
state almeno delle “buone madri”. In effetti, il troieggiare attiene alla sfera
della funzione di moglie. Oltre alla sua natura, aveva anche delle ragioni,
dato che il marito oscillava tra puttane [di quelle che si pagano] e lo stare
con uomini, con cui si trovava a suo agio. Il figlio, Virgilio, si era del
tutto sottomesso alle manie materne, mentre disprezzava il padre come voluto
dalla stessa madre, ed era cresciuto con questa infatuazione, che non aveva ai
superato, per la figura materna. Il sesso lo aveva conosciuto con prostitute,
di quelle cose che si fanno per camerateria, sia quando era ancora studente che
poi da ufficiale di complemento dell’esercito. Il sesso con puttane per
compiacere uomini, ‘amici’: il tutto del tutto in linea con la sua natura
frocesca, pur dissimulata e repressa per non dispiacere alla madre che lo
voleva ‘normale’. Sapete quelle cose da studentini del classico, poi di legge,
infine ufficiali dell’esercito?! “Dai, vieni che andiamo a puttane!
...Mica siamo froci noi!”, “Lo avete
visto che anche io sono un vero uomo. ...Sono venuto a puttane con voi”. La
moglie gliela trova la madre dopo avere passato in rassegna, col prete, quelle
libere della parrocchia. Una con studi classici ed università, che non faccia
ombra al figlio ma neppure alla madre dello stesso. Di famiglia simile.
Fascisti della DC. Sposatosi, e già avviato alla carriera accademica, Virgilio
maschera le proprie tendenze frocesce facendosi un’amante, che trova sfruttando
la sua posizione di docente universitario. Insegna prima a Roma, poi alla
Cattolica di Milano. Inizia come storico del diritto romano e finisce come
storico militare. Tutti i suoi scritti sono aria fritta. Ah, legge tantissimo.
È solo che poi non riesce, non osa neppure... Le inventa. Le spara. Le condisce
con italiano forbito. Nessuno ha interesse a mettere in discussione le sue
scemenze che i colleghi neppure leggono. Importante è il titolo. Non quello vi
sia sotto. Eppoi, in quei giri, nessuno attacca frontalmente gli altri. Rende
più ignorarli e magari sorriderne senza dire il perché. Le sue ricerche
d’archivio sono delle sveltine dove trova quel che trova, e si dice e dice che
lui ha trovato proprio le cose essenziali, come se potesse sapere cosa
contenessero i documenti che non ha trovato, né cercato. Alla fine scrive quel
che conviene scrivere per il suo pubblico che è costituito innanzitutto dai
miliari corrotti e sbagasciati d’Italiozia che adorano sapere di essere
rappresentati come dei valorosi combattenti e condottieri. Lui li lecca. Loro
spingono su lui. Reciproche sodomie tra ‘maschi’. Sono solo giochetti tra
inetti e corrotti. Un po’ come il galleggiare della merda e nella merda. Beh,
per chi abbia bisogno del consenso altrui è una gran cosa. Il Virgilio vorrebbe
divenire in realtà uno statista, almeno-almeno Ministro della Difesa. Pensa
sarebbe chissaccosa e chissacchì. Alla fine sarebbe solo uno che copre una
casella della struttura burocratica, ma si sa come sia la vanità umanoide. Poi
lui capisce poco, per cui si immagina che divenuto almeno Ministro sarebbe più
vicino alla sua paranoia di vedersi grande condottiero, che è poi la sua
passione dell’infanzia e dall’infanzia, e mai superata. Appunto, capisce poco e
si crede che certe posizioni siano, nel concreto, chissaccosa. Si dice che lui
è intelligentissimo, furbissimo e che lo è più degli altri. È che un po’ tutti
si dicono le stesse cose. Beh, qui andiamo sul difficile e poi mi dicono che
sono un solipsista, che non è comunque un insulto ed anche se lo fosse non me ne fregherebbe nulla. Quando si stende
sul divano per divorare un libro che uno non può non avere letto, passa
rapidamente alla trance e si vede condottiero dell’universo. Dovreste vederlo
quando gioca ai soldatini! Usando nomi di copertura, scrive a riviste militari
dove disquisisce ‘dottamente’ se un’unità militare, per esempio, di 70
elementi, debba essere strutturata secondo il 7x10, il 10x7, il 5x14, il 14x5,
o secondo altre combinazioni ancora. Lo riconoscete subito, qualunque e sia lo
pseudonimo stia usando! ...Dunque si fa l’amante, anzi una pseudo-amante.
Un’amante per froci, che infatti a lui serve per dire alla moglie che è troppo
occupato con l’amante, per dire all’amante che è troppo occupato con la moglie,
ed, agli amici, che anche lui ha l’amante come tutti i veri uomini. La sua
passione sono gli uomini, quelli puzzolenti e camerateschi, che gli facciano
sentire lo sfrigolio all’ano anche se non può dirlo né praticarlo. Sublima la
cosa con la storia militare, occupandosi di soldatini, quelle cose falliche con
strumenti fallici, che poi sono l’ambiente ideale per froci e frocerie. Non fa
lo storico. Fa l’agiografo, l’agiografo del soldato, il delinquente obbediente.
E tra soldatini estrinseca ed afferma il suo desiderio di conformismo. Ti fai
cantore di una burocrazia pittoresca. E da ciò ne trai appagamento
psicologico-esistenziale, narcisismo e riconoscimento sociale, nel senso che la
stessa burocrazia di cui ti fai cantore ti mostra di apprezzarti come suo
cantore, dunque anche altri apprezzano, o così ti fanno sembrare, ché ti sei
fatto un nome. Sogni di fare il condottiero, il Ministro, magari pure di più.
Fai solo il loro sguattero intellettuale. Ti danno degli stipendi. Ti danno dei
posti. Beh, ottimo! Sempre meglio che fare il muratore quando magari
preferiresti stenderti su un divano a vedere la TV od a leggerti qualcosa.
Meglio anche di me che faccio lo sguattero per pagarmi il computer ed il tempo
per scrivere queste quattro sciocchezze qui! Virgilio, che avrebbe voluto
avvicinarsi al potere, al potere reale, capisce poco dunque non deve aver mai
capito che il potere reale non si sa neppure bene dove sia [beh, sì, da qualche
parte c’è, o ce n’è, ma mai dove si crede sia - in parte c’è, in parte è
circolare (sì come quei soviet o comitati dove si vota all’unanimità, per cui
si vede e si capisce che v’è qualcos’altro che o s’immagina o non si sa dove
sia e magari non è da nessuna parte - sì, dovete chiudere gli occhi e farvi
pervadere dalle onde cosmiche per avvicinarvi ad elementi di comprensione e di
verità su queste cose), in parte o spesso sono spontanei processi di
auto-organizzazione di sistemi caotici, per cui il potere reale non c’è, anche
se ciò non assolve chi, con i suoi atti o non atti, determini quel determini],
froceggiava in giro per creasi un nome ed una supposta reputazione. ...Dai suoi
scritti, alle sua attività di e da storico, ‘storico’ un po’ od un po’ tanto
fumettistico, per ingraziarsi i soldatini, cioè le burocrazie li dirigono, alle
sue attività giornalistiche per corteggiare... Avrebbe voluto introdursi nella
aristocrazie romane. Beh, quelle invitano qualche soldatino, più che altro a
mangiare pasticcini ed a sorseggiare, magari per averne qualche appalto et
similia. No, il Virgilio Ilari guardava ad altre aristocrazie, che nella
sua ignoranza su queste cose, non capiva bene. Per esempio guardava alle
aristocrazie, le mafie, del già PCI. Lui vedeva gli atteggiamenti mafiosi di
quegli ambienti, atteggiamenti e complicità sopravvissute al PCI che è sparito
come sigla, e lui avrebbe voluto penetrarne i segreti ed anche il supposto
potere. Il fascista ha parametri ‘culturali’ identici al comunista. Cambiano
solo i circuiti. Lui si rendeva conto che il comunista era più del fascista,
come potere reale, come prestigio, nel settore suo, quello degli scribacchini e
dell’Accademica, anche se a lui, non avendo mai neppure osato di fare il
fascista-comunista, gli è restato il complesso di quello avrebbe potuto essere
se... “Se faccio il comunista mi taglio fuori dai soldatini, dove si deve ben
fare i fascisti. Se faccio il fascista-comunista od il comunista-fascista...
...No, neppur pensarci che se poi la NATO non mi manda più la cartolina di
auguri natalizi...” Il potere è alla fine quello che riesci a prenderti e ad
usare. Troppo difficile per un Ilari genio e castrato! Sicuro di non essere
capito, questo cose le aveva già banalizzate G.Andreotti, un vero borgataro del
crimine, del super-crimine. Se un Cossiga si fa mettere un cefalo in quel posto
in parrocchia, dal parroco, e poi si crede predestinato, un Andreotti si fa
regalare un cefalo e lo mette in qual posto al parroco, poi pure ai Papi,
mentre non ti dice che lui obbedisce solo a dio mentre tira a campare...
...Troppo difficili pure per un Ilari, queste ovvietà. Sì, certo, il solipsismo
è inevitabilmente ermetico. A lui, lui G.Andreotti, il potere veniva dal
Vaticano a poi da quello lui stesso era riuscito a prendere. ...Oh, quella cosa
che chi comandi, e stia troppo in alto, finisca per dipendere dai sottoposti e,
soprattutto, da quelli stiano troppo in basso. Agli altri, o ad altri, il
potere o sub-potere veniva direttamente dai britannici, visto che il PCI [il
Partito Nuovo del Togliatti, il suddito sovietico e solo sovietico, che gli
angloamericani si erano fatti prestare dai sovietici e rifatto, in apparenza,
suddito italico ...Poi lui si monta la testa, il solito complesso del più
furbo, per cui Nikita Sergeevič Chruščёv, invero anche per immediati suoi asti
personali, lo fa ammazzare dopo averlo fatto rientrare nella patria sovietica]
lo avevano creato loro. Per cui queste mafie PCI e già PCI vedeva, o
subodorava, il Virgilio venivano dà lì, dal potere dato loro dagli inglesi e
che poi loro stesse avevano esercitato. Lui, il Virgilio, lo vedeva, o
percepiva, che taluni che magari erano poi passati dal PCI a Craxi ed alla CIA
ed, infine, a FI-Berlusconi, continuavano ad avere come un sistema di protezioni,
era loro solidarietà mafiosa, che lui, lui Virgilio Ilari, non riusciva a spiegarsi, sulla base dei suoi
stereotipi da “guerra fredda”, né a penetrare e sfruttare. Come tutti i deboli
e gli ignoranti su queste cose, Virgilio mitizzava. V’era anche un altro
aspetto: l’Ilari che giocava ai soldatini. Si immaginava sempre combattente e
condottiero di reparti speciali e di agenti segreti. Per cui, quando si vedeva
questi che, dal fascio, si erano fatti comunisti, poi socialisti craxiani e
CIA, berlusconiani e ciellini, poi savoia-napolitaniani, renzian-boschiani e
chissà cos’altro ancora, ecco lui Virgilio Ilari vedeva sotto i suoi occhi e
pure prossimo a sé tutto questo movimento come di truppe speciali ed agenti
segreti che a lui era restato nella testa, o tra gli occhi ed i libri scorreva
in trance, mentre altri, ...oh maledetti...!!!, ...altri, in carne ed ossa,
queste cose da lui agognate le avevano fatte e le facevano!!! Intollerabile per
lui. Un’invidia sordida lo corrodeva. ...Intanto, mitizzava e si innamorava. Se
scorrete la collezione del Foglio troverete le pubbliche tracce
dell’innamoramento dei Virgilio Ilari per Giuliano Ferrara. Gli mandava
autentiche e pubbliche lettera d’amore. Spasimava. Lo invitava a cene, senza
che l’amato neppure gli rispondesse. Infine, il Giulianone, spazientito [anche
offeso da questo professorucolo che gli proponeva cene non solo d’amore ma
quasi fosse dovuto essere l’incontro tra due poteri paritari che si
riconoscevano reciprocamente – l’amore aveva obnubilato la mente malata
dell’Ilari mentre un non meno, pur diversamente, malato Ferrarone aveva subito
colto] e dall’altro della sua posizione di ‘aristocratico’ della famiglia dei
Ferrara mandò sonoramente a quel paese questo suo pubblico spasimante che, pur
professore e scrittore, era solo una sguattero del potere, dei meccanismi di
sottogoverno prima della DC poi dell’andreottismo fattosi FI [beh, FI era la
faccia, con Berlusconi, mentre l’andreottismo nelle istituzioni era G.Letta,
chiunque fossero i ministri e l’altro personale di facciata concessi a
Berlusconi ed alleati, pure facce da marketing]. Il Virgilio, obnubilato da
questo suo amore frocesco per Giulianone [“Che vero uomo quel Ferrara, grosso,
maschio, arrogante e roboante! Oh, potessi mostrarmi pure io a quel modo, ché
sono pure peggio-meglio anche se... ...anche se io non posso... ...Cosa mi
direbbe poi la mia mammina dal paradiso!!!, ...se anche io...”] aveva preso a
mandargli missive sempre più aggressive e roboanti, anche del tutto fuori di
testa, tanto che il Giulianone, che ben ha le sua paranoie furiose da vecchio
politicante di mafie di potere, se ne era sentito personalmente messo in
discussione. Lo aveva dunque pubblicamente mandato a quel paese. Trovate tutto
sul Foglio. Se poi, non conoscendo il Virgilio, a voi sembrassero mai
normali lettere di un accademico ad un giornalista con cui vorrebbe entrare in
amicizia intellettuale, per me fa lo stesso. No, no, il Virgilio vedeva questo
aristocratico burbero ed anche un po’ violento, e se ne era innamorato,
innamorato e bagnato. Certo, avrebbe voluto pure usarlo, si diceva l’Ilari, per
essere introdotto... ...introdotto in ciò che non esiste. Ma uno crede a quel
che crede. Se uno non capisce le burocrazie, il potere, e tutte quelle cose lì,
è perché è incompetente pure come storico. Magari uno, chessò un Angelo Del
Boca per ricercare e raccontarvi di Omar al-Mukhtar, non ha bisogno di
conoscere i segreti funzionamento del potere e dello Stato. Il Virgilio Ilari,
che non sa fare lo storico, si vorrebbe grande politico e politicante,
statista, condottiero. Cioè, lui si vede, dux che poi traduce con gli altri
sostantivi ‘professionali’. Il Virgilio aveva pure razzolato dalle parti di un
Gianni Baget Bozzo, che lui vedeva come uomo di potere, destroide e fascistoide,
pur di quelli che erano poi passati al CLN quando ormai si doveva fare ciò.
Aveva cercato, tramite lui, di essere inserito in qualche giro di potere reale,
o supposto tale. Ne era restato deluso. Il Virgilio bramava l’eresia
all’interno dell’ordine e del potere. Più che altro, pavido, amava, per sé, la
presunta eresia, quella che non si vedesse. La conoscete la sindrome del più
furbo e quando su di essa si costruisca la sindrome del “io sono più furbo dei
più furbi e lo sono talmente che non faccio neppure vedere di essere furbo”?
“Io ho capito tutto. Non lo faccio vedere perché sono più astuto degli altri.
Per cui...” Come quel poi Papa che prima si era finto moribondo, e proprio per
questo fu eletto Papa, o così si crede. Sisto V. Si potrebbe disquisire su
queste cose che potrebbero anche essere del tutto differenti da come narrate.
L’Ilari, quello lo attirava negli altri, non era capace di farlo lui stesso.
Alla fine, un posticino ‘sicuro’ per sé era meglio dei rischi di qualunque
possibile eresia. Virgilio restava un fascistoide, uno di quelli defilati, di
quelli permeati poi degli stesi identici luoghi comuni dei compagnuzzi pur da
lui detestati in quanto ‘comunisti’, detestati ma agognati quando fossero e
siano di oligarchie di potere reale per cui quel ‘comunisti’ divenga solo un
aggettivo di collocazione opportunistica od occasionale. ...Quelli li vedeva
come più furbi di lui, dunque per questo desiderabili. Lui lo lasciava appena
trasparire di essere un fascistoide da liceo e da parrocchia, guardandosi bene
dell’assumersi i rischi di qualunque eresia. Si vedeva l’adorata mamma che gli
intimava di essere come tutti, tutti i conformisti, per avere una tranquilla
carriera da statale, e senza che nessuno potesse muovergli delle critiche. La
madre lo guardava. E lui se ne sentiva inibito. Froceggiava, o cercava di
froceggiare, magari con qualche apparente eretico di potere, se riusciva. Ma
non andava oltre. Lui era bloccato, bloccato dalla mamma che altrimenti avrebbe
sofferto se lui non si fosse comportato da bravo e diligente bambino. S’era
innamorato pure di Giovanni Pellegrino quando lui Virgilio era stato fatto, da
FI, dai burocrati corrotti di G.Letta, consulente della Commissione
bicamerale di Inchiesta sul Terrorismo e le Stragi, dal 1997 al 2001,
durante la presidenza del senatore Giovanni Pellegrino. Il Virgilio Ilari
vedeva quest’omone del già PCI, che fingeva di avere considerazione per lui
professore, e gli scodinzolava attorno per ‘aiutarlo’. Un’estate usò il suo
lavoro per Pellegrino come scusa, ogni estate ne inventava una, per non andare
in vacanza con la moglie Valeria, una poveretta apparentemente remissiva [di
quella tipologia che o soffre in silenzio, oppure che va a letto col giovane
curato o con una collega sadomaso e comunista] che lui aveva reso infelice e
che, sadico, tormentava in mille modi. Scrisse per lui, per Giovanni
Pellegrino, che se la rise, nientemeno che un paciugo intitolato Il Contesto
dello Stragi. Davvero un lavoro da storico, storico del cacchio! E sì,
perché il Virgilio prese quello i quotidiani ed altra stampa avevano scritto
attorno ai terrorismi ed alle stragi e lo presentò come il contesto delle
stragi. ...Originale!!! In Italiozia, terrorismi e stragi sono stati opera
delle Polizie Segrete Carabinieri agli ordini del governo, del Quirinale e
della NATO [governo, Quirinale e NATO in condominio, di fatto in perfetto
accordo, fosse poi quest’accordo spontaneo o d’obbligo]. Le forze che
determinano terrorismi e stragismi sono le stesse controllano sia direttamente che
indirettamente i media, oltre che controllare ed orientare variamente partiti e
politica. Chi pensate dia le notizie ai media?! Ogni notizia è una costruzione
– il giornalista che cerchi le notizie da solo lo vedete solamente nei film
americani oppure, a volte, variamente ‘suicidato’ con un colpo alla nuca et
similia. Per cui tu, supposto storico, un favolettista in realtà, prendi
quello che chi attua terrorismi e stragi fa scrivere sugli stessi e sulle
stesse, e lo vendi come il contesto delle stragi! Tu ammazzi uno. Fai scrivere
dai media che lo ha ammazzato un altro. Controlli la magistratura, per cui fai
condannare eventuali esecutori materiali tu hai eterodiretto oppure chi non
c’entri nulla. Poi, fatta una Commissione Stragi, una di quelle buffonate
che non hanno mai scoperto nulla, fai scrivere ad un suo consulente, che il
contesto del tuo assassinio è quello tu hai fatto scrivere ai media, cioè che
lo hanno fatto altri. Potevano trovare solo un genio come il Virgilio Ilari per
tali buffonate. Altri storici, che non avevano tempo da perdere per una
buffonata quale una qualunque Commissione Bicamerale è, si erano
sottratti. I burocrati corrotti di G.Letta e della Polizia Segreta Carabinieri
avevano infine avvicinato il Virgilio Ilari. Virgilio si era subito sentito
bagnare l’ano ed uno sfrigolio di godimento gli era salito lungo il retto. Del
resto, per tali servizi usano dei vasellina. Il Virgilio, al vedersi di fronte
degli ufficiali del potere, o supposto tale, si è sempre sentito pervadere da
un desiderio di penetrazione, di essere penetrato e fatto. E loro lo avevano
penetrato e fatto: “Professore, abbiamo pensato a lei per la sua competenza e
la sua vasta cultura. ...Si rende ben conto, ovviamente, dell’importanza della
responsabilità istituzionale di un tale ruolo suo, come di tutta la Commissione.
La Commissione, e lei con essa se lei accetterà questo alto, altissimo,
ruolo di consulente, perseguirà la ricerca della verità, di tutta la verità.
...Verità che deve rafforzare le nostre istituzioni, la Patria, non certo
indebolirla, ...ovviamente... Guardi, inutile nasconderle che noi abbiamo
chiesto, ci siamo informati, come è nostro dovere. Ci hanno tutti garantito non
solo che lei ha una reale e solidissima competenza ma che è pure di un’assoluta
integrità morale e democratica. Non abbiamo dubbi. Con lei come consulente la
nostra Patria ne uscirà più forte. La verità e la sua ricerca hanno sempre
rafforzato le istituzioni.” Virgilio aveva subito capito, dal tono, che gli
chiedevano di non scoprire un cacchio, di neppure provarci. Non avrebbe neppure
osato, lui. Ma si era detto che lui era più furbo e che se mai avesse scoperto
qualcosa avrebbe trovato il modo di comunicarlo alla Commissione nel
modo più consono. Intanto il Virgilio conosceva e sapeva che per lui la verità
era quello che tutti riconoscevano come tale, che non è che uno [cioè lui] si
vada a discreditare, o magari far ammazzare sotto casa, o defenestrato dalla
stessa, per qualche ‘invenzione’, cioè per qualche cosa tutti [cioè il potere]
avessero considerano come una stramberia. Che era poi quello gli chiedevano: di
essere lui il solito conformista e di seguire la marea. A Roma ed altrove lo
conoscevano tutti come “il complottista”, ma non perché lui scoprisse e
raccontasse mai qualcosa, bensì per l’opposto: alludeva sempre, boffonchiando,
che ci dovesse essere dell’altro ma senza lasciare trasparire se lui avesse
qualche informazione/disinformazione, od anche solo qualche vaga idea, su
quello ciò potesse mai essere. ...Una sindrome!
“Ecco è arrivato il bamba”, si dicevano quando lui esordiva con le sue
furberie, mentre si tuffavano nei propri tablet. Con l’accesso alla Commissione
pensava di poter conoscere qualche politicante di potere, e che lo introducesse
dove il potere reale stesse, e che comunque lui avrebbe potuto mettere quel suo
ruolo di consulente tra le sue referenze professionali. Della serie: da
professore a dittatore o, comunque, nel mio CV. Per cui, subito accettò. Uno
che fa una rassegna stampa e la chiama “Il contesto di ...” non rischia di
scrivere qualcosa possa essere attaccato. Uno serio e che abbia qualche
conoscenza ne ride. Ma lui, lui Virgilio, resta sul sicuro. Lo storiucolo si
mantiene sulle solite routines. Estrae un documento da un archivio e si dice e
dice che quello è il meglio potesse essere trovato. Copia fonti mediatiche e si
dice che il contesto in cui il terrorismo di Stato si è sviluppato è quello. In
realtà, i media sono parte del terrorismo di Stato, ne sono la parte
propagandistica. Sia per questo, che per il servizio che su richiesta della
Polizia Segreta Carabinieri farà a Roby a fine 2001, lo faranno, dal 2004 al
2008, poi di nuovo dal 2010 a tuttora, presidente dalla Società Italiana di
Storia Militare, nel cui direttivo non mancano generali vari, inclusi uno
della GdF ed uno dei CC. È una di quella cose per far finta di esistere. Tra
l’altro, il sito [http://www.societaitalianastoriamilitare.org] ha una grafica
da gruppetto monarco-fascista. Uno potrebbe farsi un sito casereccio oppure
professionale. No, se lo fa peggio di quello dell’Unione Monarchica Italiana.
...Peggio, ma l’odore di fondo è quello! Quelle cose da film dell’orrore alla
ElioPetri-Volonté. Beh, Petri ti trasmette delle eterne verità pirandelliane,
comunque le mascheri per convenienza di finanziamenti. L’Ilari non va oltre
voli pindarici ma senza alcuna creatività. Voi andate sul sito della CIA e
trovate un sito di lavoro. Su quello del SIS, pur con tutti i trucchi della
programmazione web, ...ma intanto sapevate già che dentro le finestre avreste
trovato il nulla. Se andate su quello dell’Institute of Historical Research
trovate un sito pulitino e funzionale. L’eleganza cominciate a trovarla su siti
di certi hotel. ma pure in tanti altri. Invece se volete trovarne uno da
militari dell’esercito che vadano ad incularsi sotto la copertura di un
bordello, e poi transitino dalla sala celtica di una caserma, ecco,
allora, il sito della societaitalianastoriamilitare ha scelto proprio una
grafica consistente. Perfino quelli dei reduci della RSI sono, pur in blogspot,
più moderni. Quello della
societaitalianastoriamilitare è compresso senza essere denso.
Mal-colorato senza essere policromo. Se poi cliccate su qualcuno e vi dicono in
cima che è volontario della Croce Rossa dell’età di otto anni, e solo in fondo
che è un dottorando, allora iniziate a
capire che è un sito con qualche
malattia congenita. ...Lasciamo perdere... Il Virgilio ha la fissazione
della geopolitica [ve lo abbiamo detto che quando legge cade in trance e si
vede condottiero di armate sul campo!], che è la scienza del nulla, ma lui si
crede sia l’intelligenza pura che, ovviamente, ritiene risieda in sé stesso.
Conosce fatterelli, anche una valanga di fatterelli, a volte veri a volte
inventai, spesso non capiti, un po’ come le rassegne stampa di cui va pazzo, ma
non sa penetrarli né, tanto meno, interpretarli. Spesso li accatasta
inconsistenti, sì che sembrano scopiazzati per mostrare cultura, ...letture più
che cultura..., mentre restano lì del tutto sconnessi e confliggenti. Ma lui
non te li mostra come confliggenti, anzi insiste ad incatenarli come avessero
delle connessioni invece inesistenti. Conclusioni mitologiche fanno sembrare
vero, ma neppure troppo, quello che è solo illazione letteraria. Il lettore
superficiale di dice: “Ma quanto sa questo!” Quello avveduto e con qualche
competenza non si fa impressionare perché lo vede che sono solo invenzioni
letterarie mescolate a fatti, e pseudo-fatti, accatastati ma non digeriti, e
neppure digeribili, non col suo stomaco fasullo.
Non sa fare ricerca. Legge, legge, ma capisce poco,
cioè nulla. Memorizza. Ma memorizza fatti che accatasta casualmente, senza
alcuna capacità analitica. Un giorno si inventa che nessuno abbia capito cosa
siano gli studi strategici e ti sciorina una valanga di scemenze tali che se
solo avesse fatto una banale ricerca online avrebbe scoperto di essersi creato,
nella propria testa, una valanga di fandonie inesistenti ed errate. Mafioseggia
più che scrivere. E poi lecca, lecca e lecca. Mente malata, crede veramente che
concetti propagandistici siano strumenti di una qualche valenza analitica.
Girandoli e rigirandoli, non cavandone nulla, né sapendo usare la merda per
produrne fiori, contrariamente a quello conclama, ti lascia lì delle pagine
imbrattate di nulla. Non maschera né smaschera. Mafioseggia dicendosi che è una
una ciliegina aggiunta sulla gloriosa torta della propria vita.
È un pagliaccetto che se deve scrivere qualcosa sui
crimini di guerra italiani, riempie tredici pagine di cazzeggi letterario-cinematografici.
L’Ilari è un gran cinefilo. Ha scoperto che se vede la storia al cinema quello
che ha visto al cinema non è mai eterodosso. Va dunque sul sicuro. Se poi
arricchisce e critica moderatamente il film, sembra indipendente ed originale,
mentre non rischia di deviare dall’ortodossia dato che le sue ‘critiche’
restano su terreno delle verità ufficiali, quelle volute dall’Impero. Se poi ti
fa un accenno ai suoi cafoni abruzzesi suppostamente trucidati delle Isole
dell’Egeo, beh, poverino, finge di schierarsi dalla parte delle vittime e
contro i boia, mentre si sente lui stesso dux della Grande Proletaria
pascoliana. Non ci furono massacri nelle isole dell’Egeo. Gran parte dei morti
furono prigionieri affondati dagli inglesi che, dopo essersi rifiutati di
soccorrere le divisioni tentennanti, pensarono bene di affondare le navi
tedesche piene di prigionieri italiani. Quanto ai supposti boia tedeschi, in
quel caso, avvenne un po’ quello che era avvento in Nord-Africa. In
Nord-Africa, gli inglesi stavano battendo i soliti inetti militari italioti con
un rapporto uno a dieci, un inglese teneva testa contro, e batteva, dieci
italioti. Nell’Egeo successe lo stesso. Il rapporto tedeschi ‘eroici’ militari
italioti era uno a dieci. Qualcuno si ribellò non per supposti amori di patria
ma perché le ragazze di paese con cui scopavano, ed ansiose di concedersi ai
nuovi vincitori stavano sopraggiungendo, li irrisero, per cui, feriti nel loro
orgoglio machista, paranoie da minchioni insomma, si dissero che loro non si
facevano umiliare dai tedeschi. ...Lo dissero, i fanfaroni... Questo non li
esimette dall’essere fatti fuori dai crucchi per chiara inettitudine al
combattimento. Se i difensori tedeschi di Monte Cassino commisero mai crimini
di guerra, ...conoscete guerre che non siano già in sé crimini e con abbondanza
di crimini?!..., non fu contro i buffoni, e pure fuori di testa, delle
‘eroiche’ FFAA italiotiche nell’Egeo! L’Ilari imbratta, non sa fare altro!,
pagine e pagine mostrandoti grande erudizione formale. Non riesce a trasmettere
alcuna informazione né alcuna conoscenza. Deve mostrarti solo che ha letto e
memorizzato. Nell’esposizione, in genere raffazzona, ma che raffazzoni o meno
non cambia, deve mostrare di essersi rifiutato di capire alcunché, mai ne avesse
avuto anche solo la vaga intenzione. Solo così non rischia, almeno secondo il
suo punto di vista, di compromettersi la carriera.
Nella sua visione stereotipata della realtà, esistono solo eroi e vittime,
quando deve parlare di chi gli dà il pane, le FFAA italiote, in particolare
l’Esercito e dintorni. Ovvio! Deve negarsi, tacere, tacersi e tacervi che nelle
FFAA italiche, già savoiarde, storicamente predominano i minchioni. Ovvio che
non possa essere uno storico ma solo un maldestro cantore da album delle
figurine.
Restano in paio di personaggi marginali. Christian de Visscher,
Presidente del Dipartimento e dunque della Commissione Dottorale, il 30
novembre 2001, quando decidono per la ‘dilazione’, e Michèle Schmiegelow, una
scelta, per la Commissione Dottorale, da
Jacques Herman,
perché intanto non si presenta e delega a lui.
Christian de Visscher, professor in
Government and Public Management [cioè, di fatto, di amministrazioni pubbliche
nei loro aspetti più formali], è professorre di aria fritta. Già i ricercatori
e docenti, per esempio di materie quantitative, come demografia, raccontano, a
volte, che ogni anno mandino al committente rapporti, pur lautamente pagati,
per esempio dal governo regionale della Vallonia, senza aver ma ricevuto neppure
un cenno che i loro rapporti, basati su dati quantitativi, abbiano avuto anche
solo una qualche scorsa da parte di qualche decision-maker. E la demografia
serve, servirebbe se usata, per le policies, sia che si vogliano accompagnare
che mutare sviluppi demografici. Figuratevi, e ci riferiamo al de Visscher, uno
che di fatto faccia il commentatore di cose su cui non può intervenire, e che
neppure capisce, e che, se preso in affitto da istituzioni, abbia il compito di
appoggiare scelte clientelari di apparati burocratici. Tra l’altro, come
vedremo tra poco in quattro parole, è uno che capisce poco. Uno non capisce e
‘forma’ studenti su aria fritta. Sarebbe più educativo, per futuri laureati,
tenere loro corsi teorico-pratici su come scavare buche in modo efficiente. Ah,
no, lautamente pagati con fondi di ‘ricerca’ magari pontificano di scelte
amministrative ‘pubbliche’ di convergenza e divergenza senza neppur emettere in
discussione la reale valenza dei concetti usati sia comunemente che da loro
stessi. Dunque è aria fritta che costa miliardi di docenti della materia e che
produce danni perché diseduca studenti pretendendo di essere scienza.
Michèle Schmiegelow è un’altra che fa carriera perché nessuno osa dirle
di no. Pretende di occuparsi di Giappone, di cultura giapponese, senza neppure
conoscerne la lingua. Neppure ci prova. Scrive una catasta di banalità. Il
mondo funziona così. Per fare affari col Giappone, non è che alle imprese beghe
ed al governo belga occorrano veri specialisti di cultura giapponese. Mai
occorressero, lei non lo è. Se la chiamano, la chiamano di contorno. Beh, v’è
una ragione per l’essersi lei contrabbandata come ‘esperta’ di questioni
giapponesi. Il marito era Ambasciatore della RFT a Tokyo. Gli Schmiegelow,
nazisti e macchinette da far soldi, si fanno fruttare tutto, ovviamente pure il
fatto di essersi trovati a Tokyo, per crearsi affarismi sia commerciali, che
accademici, che para-accademici. No, il caso non esiste in queste cose. Quando
poi, con l’unificazione tedesca, ritornano in uno dei centri della famiglia
nazista fuggita dall’Est, cioè a Rostock, ecco che diviene pure magicamente
‘esperta’ di economie già pianificate. Michèle Schmiegelow è un’autentica
turista delle competenze. Diviene magicamente una specialista di tutti i luoghi
in cui transiti! Michèle Schmiegelow pretende di scribacchiare su questioni di
sviluppo ma non conosce le basi più elementari della materia, per cui neppure
riesce a far finta di capirne qualcosa. Ti butta lì di quelle eiaculazioni che
servono per costruirsi un CV di pubblicazioni. È di quelle che fanno carriera
per intrallazzo da famiglia nazista e perché nessuno le dice di no. È una del
tutto innocua, almeno tra i suoi, e che si conforma sempre. Psicologia da
ordinaria mafiosa.
Dicevamo che la ricerca dottorale di Roby è pronta nella primavera del
2001. Roby lo aveva visto che aria tirava alla UCL per lui. Di materiali ne
aveva ormai in abbondanza e sufficientemente precisi per dimostrare che quello
successo nel 1992-93 in Italia aveva tutte le caratteristiche del colpo di
Stato, tale era il soggetto della sua ricerca dottorale, e per nulla di
fisiologiche vicende giudiziarie. Si concentra un mese nella scrittura in
francese del testo della ricerca ed essa è stesa. Passa poi qualche settimana perché
un servizio di correzioni gratuito, che lui paga egualmente e pur in modo del
tutto salato per sua scelta [si sarà messo tutto in tasca l’alcolizzato che si
occupa del servizio correzioni, anziché dare i soldi all’istituzione]. A
primavera 2001, Roby dà tutto ad Herman. Herman dà solo una rapida scorsa. Non
è che l’abbia tenuta lì per chissà quale revisione. Senza alcuna ragione
razionale, ha solo paura di confrontarsi con Frognier che lui sa essere
ferocemente contro, fa slittare tutto a fine 2001. La seduta della Commissione
Dottorale per decidere sul dottorato di Roby è convocata per venerdì 30
novembre 2001.
I commissari sono Jacques
Herman, il promotore del dottorato, André-Paul Frognier, Lieven De Winter, Virgilio Ilari e Michèle
Schmiegelow. Presiede la Commissione, ma è solo una formalità perché è il
Presidente del Dipartimento, per cui di fatto non vota, anche se potrebbe, Christian de Visscher.
André-Paul Frognier è ferocemente
contro la concessione del titolo formale di dottorato a Roby, operando lui ai
diretti ordini della Polizie Segrete / Squadroni della
Morte della CoronaBelga-NATO, che agiscono su richiesta degli Squadroni della
Morte / Polizie Segrete CC-NATO. Frognier passa per essere un gran politicante
ed un gran mafioso. Lo stesso Herman, pur da lui costantemente svillaneggiato e
preso a calci, lo adora, da questo punto di vista.
Una settimana prima, André-Paul Frognier chiama Lieven De Winter, suo
fantoccio e cliente:
- “Caro Lieven, devo farti parte di una missione estremamente riservata. Mi
hanno chiamato quelli del controspionaggio e mi hanno detto che quel Roby non
deve assolutamente passare venerdì 30 novembre 2001. ...Vedremo poi. È una
questione di Stato. Sembra sia uno del Mossad sotto copertura. Uno che il
nostro Re vuole sia fatto fuori. Lo sai che la sua ricerca è di fatto contro il
blocco sinistro in Italia, visto che quel Roby conclama esserci stato un colpo
di Stato nel 1992-93. Dunque è contro i nostri amici. Lo sai del resto che la
nostra università ha dato l’honoris causa a Prodi. Infatti anche il
rettore mi ha detto che si deve trovare il modo di dilazionare in tutto, che
una ricerca su quelle cose proprio non... Poi vedremo. Ah, mio caro Lieven, non
lo sa nessuno che quel Roby sia un giudeo. Ha pure scelto un fascista quale
Herman come supervisore. Chiaramente una copertura. ...Dunque non preoccuparti
che sia un giudeo... ...Se si maschera... Bisogna che tu mi monti un caso per
cui venerdì diciamo che è un fascista, un delinquente, che proprio per questo
motivo si è scelto una tale ricerca, e che dunque questa università di gesuiti
e patrioti monarchici non possa proprio far passare una tale ricerca
dottorale... Mio caro Lieven, ...a te posso dirlo... ...Se non obbediamo, ci
tagliano ci fanno saltare i finanziamenti di ricerca e pure il posto...”
- “Certo, mio caro André-Paul... Vedrò
quello che riesco a montare. Se è solo per una dilazione...”
Quando Roby, pochi anni prima, aveva
sottoposto a Lieven De Winter una ricerchina simile, per un esame
del DEA, una ricerchina piuttosto spessa relativamente al richiesto per
l’esame, Lieven De Winter non si era particolarmente formalizzato. Gli aveva
pure dato un voto alto, od il massimo di solito lui desse in esami. Lì era
differente solo perché vi era un preciso ordine del suo capo-mafia André-Paul Frognier.
Dunque, su cinque voti, due erano a priori contro.
Jacques Herman è di sotto-culture di
destre conservatrici moderate e libertarie. Ma non gliene frega nulla. È uno
scettico, più che altro. Un antisemita d’ordine e che si barcamena. Di
formazione scientifica, ha fatto studi economici, si è anche dilettato col la
programmazione [ha costruito un programma commerciale, con manuale, per la
Analyse Factorielle des Correspondances (AFC) su cui deve pure avere tenuto dei
corsi accademici in passato, lì al Dipartimento; il suo programma non è dei
migliori (è fatto in Basic) anche se funziona; la AFC è una tecnica
estremamente utile per analisi sociali e connesse, ed è correntemente usata nel
Dipartimento, anche se in SAS, da quando hanno comprato il SAS (Roby sapeva
usarlo e lo usò, mentre per molti il SAS è troppo ostico)], ed è approdato a
materie politologiche. Di quei posti che si ottengono per connessioni di
potere, non per vere conoscenze nel campo né per veri interessi. Più che altro
conosce, ma in modo del tutto astratto, teorie filosofico-sociali o taluni
autori che fa scena citare. A volte usa ciò come fumo ‘culturale’ tra colleghi.
Non ha invece alcuna cognizione politologica, cioè di funzionamento dello Stato
e di meccanismi del consenso etc. Non che in questo si discosti dagli altri. A
differenza di altri, che vendono fumo sapendo di venderlo, lui neppure fa finta
di conoscere cose quasi nessuno, tanto meno lui, conosce. Comunque, quando vede
persone che si applichino, lui le lascia fare. Roby si indirizzo a lui proprio
per questo, sia per la tesina del DEA che poi per la ricerca dottorale.
La Michèle Schmiegelow, che ha sempre altro da
fare, fece una delega a lui, che la aveva scelta proprio per questo come commissaria.
Dunque vi erano due voti, salvo imprevisti, a favore della concessione del
certificato del dottorato a Roby. Herman ben lo sapeva che il suo amico
Frognier avere dei problemi insuperabili, pur non esplicitati, ma voleva
comunque fare il furbo e sbarazzarsi della cosa concedendo il dottorato. Herman
fa sempre l’ingenuo, ed a volte sbatte la faccia contro il muro. Pensava che
Frognier avesse le sue solite fobie contro tutto e tutti, ma che la cosa
finisse lì. Se proprio una ricerca dottorale viene considerata troppo
eterodossa, basta accordare il dottorato senza pubblicazione, cosa che poi, ai
fini pratici, non cambia nulla. La “non pubblicazione” dice solo che si
certifica il dottorato ma che si aveva qualche problema sul contenuto della
ricerca, che è comunque in biblioteca. Non cambia nulla. È come un dissociarsi
dai contenuti specifici pur sottoscrivendone il valore ‘scientifico’.
L’ago della bilancia era Virgilio Ilari.
L’Ilari arriva nel tardo pomeriggio di giovedì 29/11/2001 all’aeroporto
di Bruxelles. Herman va con Roby a prenderlo all’aeroporto. Vanno tutti verso
il centro di Bruxelles. Due convenevoli, e Herman ed Ilari restano soli un un
bar o bar-ristorante. Ovviamente, l’Ilari si innamora subito dell’Herman.
L’Herman fa il filone:
- “Mio caro Virgilio, Roby è uno serio e gran sgobbone. Si è fatto la
sua bella ricerca su un campo certamente eterodosso visto che... Ma comunque il
lavoro è ben fatto. Guarda, mio caro Virgilio, domani ci sono due voti favore,
due che non so. Ed il tuo. Mio caro Virgilio, in tutte le ricerche dottorali ci
sono delle cose che non vanno, che magari è meglio sopprimere o cambiare. Se ci
sono delle cose, ...come dire..., che non inficino il valore della ricerca,
basta dare il dottorato senza pubblicazione o con pubblicazione (che poi è una
cosa formale perché non ci sono i soldi per pubblicare nulla) subordinata ad
una revisione successiva. Per cui, mio caro Virgilio, ...così ci togliamo
questa cosa, tanto il Roby dimostra notevoli capacità di ricerca ed analisi anche
al fuori dai sentieri soliti..., se tu pensi che sia al livello dottorale basta
che voti a favore... ...Se non ti piacciono delle cose fai mettere a verbale
che non autorizzi la pubblicazione o, eventualmente, potresti autorizzarla in
futuro previa sottomissione a te della versione rivista. Così abbiamo i tre
voti per la concessione del dottorato, ...e non dobbiamo più tornare su questa
cosa. ...Se invece mancasse il tuo voto sulla pubblicazione,...facciamo come
detto... Possiamo ritoccarla anche dopo il dottorato e sottoportela prima di
una eventuale ‘pubblicazione’ (anche se di fatto non si pubblica nulla a
nessuno). ...Cosa ne pensi, mio caro Virgilio...”
Virgilio si era davvero innamorato dell’Herman ed ora ancora di più.
Dunque tutto emozionato:
- “Sì, mio caro Herman, in effetti il lavoro è ben fatto, nel
complesso, anche se non condivido talune forme espositive. ...Sai, io ho dei
doveri, una reputazione, coopero con istituzioni... ...non vorrei che... Ma in
effetti mettiamo a verbale che non si autorizza la pubblicazione, o solo dopo
revisione da sottopormi previamente, per cui io sono coperto ed è tutto a
posto. Ci togliamo questa cosa del dottorato. Lui ha il suo dottorato, ed io
sono al sicuro per parti espositive potessero essere non condivisibili.”
- “Allora d’accordo?”
- “Certo, d’accordissimo. Domani diamo il dottorato, ché se lo merita!”
Per cui, sulla carta, era tutto a posto, fino a quando l’Herman
accompagna l’Ilari all’albergo che l’università [di fatto lo stesso Herman,
anche anticipando i soldi che poi si farà rifondere] gli aveva prenotato per un
paio di notti, o forse tre.
In realtà, all’Ilari sarebbe interessata una ricerca agit-prop, para
DC-FI. Quando Roby trova il modo di contattarlo e l’Ilari gli risponde, prima
della fine del 1999, dato che l’UCL voleva un commissario estero, l’Ilari è sia
entusiasta che sospettoso. Lui stesso scribacchiava su queste cose in
trafiletti o lettere su Il Foglio, ma alla V.Ilari, cioè nostalgia del
buon tempo antico e denuncia, alla V.Ilari, del complotto comunista.
Roby lo aveva notato lì, su Il Foglio. Non è che il mercato offrisse di
meglio per chi avesse necessitato di un appoggio italico per una ricerca che
evitasse la tesi solita dei giustizieri magicamente scesi dalle stelle.
All’Ilari sarebbe piaciuta una cosa sul complotto comunista-CIA per distruggere
la DC-PSI. Un libro era già stato pubblicato dall’area andreottiana-FI su
queste cose e con quella tesi. Roby non credeva ai complotti. La Grande Purga
del 1992-93, e prosecuzione, era stata un’azione militare attuata da chi
controllava centri istituzionali decisivi. Per cui devi prenderne possesso ed
usarli ma non mandando squadre in armi di irregolari. Neppure occorre, proprio
perché controlli gli apparati giudiziari e militari. Non era certo un complotto
oscuro dell’ex-PCI. Tra l’altro, quella che diverrà poi la Grande Purga
con centro in Milano, la ordina ed inizia Andreotti contro Craxi e per divenire
Presidente della Repubblica. Poi, Andreotti lo fottono militarmente a Capaci.
L’ex-PCI era pupo non puparo.
Il Sisde dà o fa dare l’ordine a Riina, e lo copre. Il Sisde riceve gli
ordini da Spadolini e Scotti (cioè dalla Polizia Segreta CC del Quirinale e dal
Ministro dell’Interno). Il blocco sociale e di potere di riferimento è
Mediobanca-Confindustria, dunque con annessi sindacali etc. Il SIS-MI6
britannico garantisce la copertura totale dell’Impero, oltre che un suo
interesse preciso a quel corso di eventi. Con un non-Andreotti come Presidente,
la Grande Purga fa a pezzi la Prima Repubblica e le sprivatizzazioni truffa
possono realizzarsi, il tutto sotto controllo SIS-Mediobanca. Diteci dove
siano, dove fossero, “i comunisti” e “gli azionisti” [concetti complottardi
perché rimandano ad altro, confuso, senza esplicitarlo, in genere senza neppure
saperlo]. Certo, schiamazzavano tra le plebi della ghigliottina! Il solito! O
si chiamano le cose coi loro nomi, od è meglio tacere! Gli Ilari straparlavano,
come loro uso.
Roby si concentra sulla ricerca storica perché è attraverso essa che si
scoprono e si sostanziano i meccanismi istituzionali. Altrimenti i meccanismi
istituzionali sono facili. Guardi chi controlli il CSM ed hai i mandanti.
Ovviamente quelli alla V.Ilari dicevano che il CSM era caduto sotto controllo
comunista. Il CSM lo controlla in Quirinale. Se diviene ‘comunista’, è perché
il Quirinale lo ha voluto e lo vuole. A
parte ed in aggiunta ad altri e ben più effettivi meccanismi attivati da
Andreotti, il Presidente Cossiga incoraggiava quotidianamente DiPietro con
telefonate mattutine. ‘Comunisti’ ed ‘azionisti’?! Ilari era disturbato da
questo. Lui avrebbe voluto una sborratina retorica dove si conclamasse che alla
perfezione DC-PCI era subentrata l’azione distruttive di oscuri centri esteri
che aveva sfruttato il “complotto comunista”. ...La CIA ma senza dirlo, perché
avrebbe urtato le convenienze dello stesso Ilari. L’Ilari come DC con tessera,
e come accademico, poi con focalizzazione sulle FFAA, prossimo ai centri di
produzione del consenso, era parte delle milizie terroristiche parallele dei
CC-CIA-SIS. Se altri li chiamavano per operazioni di bassa lega, ai professori
non è che chiedessero sporcaccionate meno di bassa lega, ma li seducevano con
visite ai centri NATO, aiuti nella carriera, ed altre forme di seduzione. Purché
fossero cagnolini obbedienti, ovviamente. L’Ilari lo era. Quando dice a Roby di
andare a parlare con lui a Roma, un paio di giorni, prima di Natale 1999,
l’Ilari è solo ossessionato dal vedere che Roby non avesse nulla in testa che
potesse nuocere alla sua [di Ilari] carriera, ma anzi la agevolasse. Del tipo:
“Io Ilari ho trovato un pollo che, in una tesi di dottorato, batte il chiodo
del complotto comunista ed azionista.” Roby non è ci tenga mai ad essere un
gran seduttore, né saprebbe neppure esserlo. Preferisce il basso profilo, nella
forma. Per cui l’Ilari NON se ne innamorò. Vide comunque che Roby non era,
almeno in apparenza, militante di nulla e che gli interessava solo scoprire.
Invece l’Ilari era un fascio-militante DC-FI-NATO e sapeva già tutto, o così
credeva: la CIA scaricava la DC perché non serviva più e lasciava che il
“complotto comunista” si dispiegasse. Lui, l’Ilari, “grande stratega” si vedeva
la guerra fredda, la stessa che finisce, ed i pupari del mondo che giocano a
scacchi. Si disse che comunque lui, l’Ilari, era più furbo, oltre che in
posizione di autorità, per cui avrebbe visto di giocarsi Roby per le sue
[dell’Ilari] storielle di fantasia. Parlarono per paio di giorni, lì a Roma.
L’Ilari dette a Roby delle pubblicazioni supposte utili che aveva in più copie
nella sua vasta biblioteca. Roby se ne tornò in Belgio alla UCL. Quando, forse
nel 2000 o 2001, Roby disse all’Ilari che tirava una brutta aria e che Frognier
non avrebbe mai fatto passare una sua
ricerca che uscisse dall’ortodossia imperiale [Roby non poteva dire ad un Ilari
che Frognier non avrebbe fatto passare nulla di Roby, neppure una ricerca
scritta dallo stesso Frognier!], l’Ilari pensò che fosse venuto il momento di
giocarsi Roby. Gli disse che unendo gli strumenti degli storici con quelli
della politologia avrebbero potuto dare assieme una lezione al Frognier. Roby
non faceva ricerca per “dar lezioni” ad altri. Si vedeva subito che erano
panzate dell’Ilari. L’Ilari avrebbe voluto fosse sostenuta la tesi prima detta.
Inoltre l’Ilari non aveva alcuna idea sulla metodologia storica [infatti faceva
lo storico “delle figurine e dei francobolli” - non conosceva le tecniche di
trance euristico, né il funzionamento dello Stato e delle istituzioni] così
come non aveva alcuna idea di che strumenti si dovessero usare in politologia.
La ricerca dottorale di Roby conteneva sia aspetti storici che istituzionali.
Quando si realizzino grandi purghe con le principali istituzioni che le
assistano [del resto non potrebbero mai esserci “grandi purghe” private, non
istituzionali od a-istituzionali] e con magistrati, militari e sbirri che
procedano con liste di nomi di personaggi da promuovere e di personaggi da
salvare, e ciò succeda uno Stato invenzione inglese, è già detto tutto anche
senza spiegare il funzionamenti di apparti di Polizia Segreta, anzi anche senza
nominare le Polizie Segrete. L’Ilari che non conosce le basi dell’analisi
storica, sociale ed istituzionale, è il
classico imbecillotto cui se dicono che Napoleone entrò in Mosca convinto di
trovarsi folle festanti che stavano solo attendendo i liberatori ci crede,
senza immaginare quale groviglio di interrogatici (ma non di complicata
risposta) sollevi un tale evento [un Imperatore che entri a Mosca convinto
che... - già un Imperatore che passi la vita a cavallo ed in carrozza solleva
una valanga di questioni e neppure di complicata risposta...]. Che storico,
l’Ilari! E che ‘uomo’! Un ricercatore, Roby, va alla caccia di informazioni e
del loro senso, mentre un Ilari sa già per pre-definizione
ideologico-opportunistica cosa si possa e debba dire! E si illude che un Roby
se le beva...
...Comunque, la sera del 29/11/2001, ci sono tre voti a favore e due
contro per Roby avrebbe avuto dunque, il giorno dopo, il suo meritato e dovuto
dottorato.
Gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO e le
Polizie Segrete / Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, piuttosto
ansiosi che Roby possa avere il suo meritato dottorato venerdì 30 novembre
2001, tra la sera di giovedì e la mattina di venerdì mattina presto vanno a
parlare direttamente sia, di nuovo, con André-Paul Frognier che con Virgilio
Ilari.
A André-Paul Frognier, dicono che deve usare tutto il suo potere perché la
cosa non avvenga. Lui dice che farà tutto il possibile anche se sono in cinque
e lui, di sicuro, controlla solo due voti. Promette che farà di tutto per
convincere Jacques Herman che controlla due voti, ma dice anche che quello dice
sempre di sì e poi fa quel che crede, anche perché lui non ha potuto dire
all’Herman dello S/G-OS-M in corso
contro Roby.
Virgilio Ilari viene contattato da un ufficiale dei CC che gli ricorda il
suo ruolo nel terrorismo di Stato, i suoi incarichi di regime, la sua
professione di storico delle FFAA con incarichi che dipendono dagli stessi.
Virgilio Ilari, che si innamora subito di questo ufficiale dei CC, pensa
terrorizzato che rischia di rovinarsi la carriera per un banale dottorato
altrui e si chiede chi possa mai essere questo Roby così osteggiato.
Il giorno dopo, venerdì 30 novembre 2001, prima
della riunione della Commissione Dottorale,
André-Paul Frognier arriva correndo nell’ufficio di Jacques Herman e gli dice urlando che si deve
bloccare tutto. “Il faut tout arrêter! Il faut tout arrêter!”. Jacques Herman,
pur frastornato, gli risponde che non è che si possa disdire una Commissione
Dottorale convocata, per cui è meglio procedere.
Si riunisce la commissione dottorale con i cinque già detti, essendo una
assente. Jacques Herman, il promotore del dottorato, con la delega di Michèle
Schmiegelow, André-Paul Frognier, Lieven De Winter, Virgilio Ilari e Christian
de Visscher che presiede la Commissione in quanto Presidente del Dipartimento.
Roby fa la sua esposizione in cui presenta la sua ricerca. Poi si
svolge la discussione. Due parole con Roby presente e, successivamente, restano
i cinque a discutere che fare.
Lieven De Winter esordisce che solo un pericoloso terrorista nero potrebbe
sostenere che il bene non abbia trionfato con il 1992-93 in Italia, per cui non
si può accettare la ricerca così come è. André-Paul Frognier insiste che
appoggia totalmente quanto detto dal suo amichetto Lieven De Winter e che non
può assolutamente far passare una ricerca dottorale che presenti ampie e
dettagliate prove prove a discredito del nuovo regime che ha trionfato in
Italia, e che l’Università potrebbe vedersi tagliati finanziamenti ed avere
altri contraccolpi a far passare una tale ricerca. André-Paul Frognier insiste
che dovere dello ‘scienziato’ politico sia di sostenere i poteri del mondo ed
il Re del Belgio. Virgilio Ilari, annichilito dall’ufficiale dei Carabinieri
che lo ha appena intimidito, e subito innamoratosi di André-Paul Frognier e del
suo amichetto Lieven De Winter, si limita a balbettare in continuazione che
appoggiava incondizionatamente André-Paul Frognier e Lieven De Winter. Jacques
Herman è frastornato dall’improvviso, e per lui inspiegabile, ‘tradimento’
dell’Ilari. Intanto, prima della decisione finale, André-Paul Frognier se ne va per impegni a
Parigi, delegando il suo amichetto
Lieven De Winter. Così, se la cosa fosse andata male per lui, avrebbe
potuto giustificarsi con la Polizia Segreta / Squadroni delle Morte del
GovernoBelga-NATO che lui non aveva potuto fare di più, pur avendocela messa
tutta, e che neppure aveva potuto essere presente alla decisione finale a causa
di indilazionabili impegni a Parigi.
A quel punto, con due voti a favore della
concessione immediata e tre per rivederla, fu deciso che Jacques Herman
avrebbe rivisto la ricerca di Roby sulla base della discussione in Commissione,
e che avrebbe sottoposto la stessa quanto prima ai cinque commissari per la
approvazione finale e la concessione del dottorato. Jacques Herman disse a Roby
che in un paio di settimane sarebbe stato tutto a posto.
Poi, si avviarono tutti e cinque, Jacques Herman, Lieven De Winter, Virgilio
Ilari, Christian de Visscher e Roby al pranzo post-Commissione. Christian de
Visscher, un po’ sconvolto, di certo frastornato, da tutte quelle cose che
aveva ascoltato in Commissione su Roby e sulla sua ricerca, tanto per
dimostrare a Roby che lui, Christian de Visscher, non capisse nulla né delle
situazioni né di ricerca, chiese a Roby come mai avesse fatto una ricerca su un
tale e contestato argomento. Cosa poteva rispondere Roby, dargli del
minchione?! Non rispose nulla. A tavola, Virgilio Ilari parlò tutto il tempo
con Lieven De Winter di cui si era innamorato. Discussero, a livello di scambio
di battute da bar, sui destini del mondo. Lieven De Winter le notizie se le
vedeva ai telegiornali. Virgilio Ilari se le leggeva sui quotidiani. Tecniche
di sopravvivenza per accademici che se le bevono.
Nel pomeriggio, Jacques Herman, come da programma standard, portò Virgilio Ilari a tenere
una conferenza a qualche scolaresca dell’Università. L’Ilari, da storico
militare, si sentì in dovere di qualche sproloquio sulla “linea del Piave”.
Ogni belga, tanto per coprire che le FFAA belghe siano sempre state identiche,
si è sempre sentito dire che i soldati italiani fossero e siano dei cagasotto.
In quel contesto, gli sproloqui dell’Ilari facevano colore.
La sera, Jacques Herman portò Virgilio Ilari e Roby a casa sua per la cena,
come da programma standard. Jacques Herman aveva cercato di invitare la troia
che gli era era stata data, da Frognier, come assistente alla UCL, ma questa,
cui era stato detto dalle altre troie del clan-Frognier che Frognier non
avrebbe mai fatto passare il dottorato di Roby, declinò l’invito con la scusa
che doveva studiare. Stava infatti finendo, in ritardo, la tesina del DEA. Era
invece presente il terrorista ucraino, con ragazza di organizzazioni fasciste
fiamminghe, che era stato affibbiato dal Frognier all’Herman come assistente
per sue attività a Bruxelles. Costui era anche suo studente a LLN. Sproloqui
tra finti colti. C’era anche la moglie di Herman, una fiamminga che la dava in
giro dopo essersi sistemata col riccastro Herman. La figlia adolescente la
avevano invece mandata altrove.
Scoperto che Roby aveva perso il treno, dato che la stazione di Bruxelles
in direzione di LLN chiudeva prima di mezzanotte, l’Herman accompagnò sia
l’Ilari che Roby all’albergo dove alloggiava l’Ilari dove Roby si pagò una
stanza. Ah, l’Ilari, che aveva la coda di paglia, ed era spaventato dagli
eventi della giornata, si era offerto di
pagarla lui. Figuriamoci. L’Ilari passò una notte insonne, pensando in che guai
potesse esserci cacciato. Prima gli era sembrato di poter sostenere una ricerca
e magari pure di indirizzarla secondo suoi fini da sporcaccione patriottardo.
Ora si era trovato lì a Bruxelles col Servizio Segreto e Frognier-DeWinter che
se erano chiaramente inventati di tutti i colori perché a Roby fossero segate
le gambe.
Impulso a confessare. L’Ilari è di quei pidocchi paranoico-ossessi che
quando siano ‘obbligati’ a fare delle porcate si devono creare la
giustificazione che la colpa sia dell’altro, del colpito. L’Ilari si vedeva
pure dinnanzi lo spirito della sua mammina che lo sgridava di nuovo, cosa per
lui tormentosa ed intollerabile.
Per cui, la mattina di sabato
1/12/2001, quando si era ripromesso di fare un passeggiata per Bruxelles come
forma di saluto a Roby, e Roby come forma di cortesia all’Ilari che era andato
fino a LLN per il suo dottorato, il Virgilio Ilari era sul
nevrotico-teso-ossesso. Doveva trovare a tutti i costi una una qualche colpa in
Roby per assolversi che lui Virgilio Ilari fosse uno sporcaccione e che neppure
capisse le situazioni.
Se passando nei pressi del Palazzo di Giustizia, chiuso di sabato, ma cui
Roby aveva dato un’occhiata un giorno che era andato a Bruxelles a cercare un
negozio di computer, Roby esclamava:
- “Oh, quest’edificio è pieno di simbolismi massonici”, ecco che
l’Ilari si metteva ad urlare come un ossesso:
- “Ecco, ho capito, sei un massone! Sì, devi essere di una loggia
detestata dai Carabinieri, dalla NATO e da Frognier. Sì, sì, confessa di essere
un massone della loggia sbagliata! ...Sei mica della P2, o della P3, o della
P4, o della P5?! Ecco mi avete teso una trappola per rovinarmi!”
Se Roby si soffermava a guardare uno di quei curiosi volti di Mao che
continuano ad apparire inspiegabilmente su vecchi muri, ecco che l’Ilari
gridava:
- “Ecco, ho capito, sei un terrorista maoista! Ora, ho capito! Ora, ho
proprio capito! Confessa!”
Se Roby guardava dei libri in una curiosa libreria forse di destra,
l’Ilari esclamava:
- “Ma allora sei un terrorista nero! Qualcuno lo aveva detto ieri...
Ecco, ora ho capito! Sei un terrorista nero! Confessa! Confessa! A me puoi
dirlo.”
Se Roby guardava verso la sinagoga di 32 Rue de la Regence, che in
effetti è a due passi dal Palazzo di Giustizia, e commentava:
- “Guarda che bellezza austera ed anonima. E dentro, a parte che vi è
la simbologia ebraica, ha proprio la struttura di una chiesa cattolica.”,
l’Ilari cominciava ad agitarsi sconnesso:
- “Ho capito! Ho capito! Finalmente, ho capito! Sei un giudeo schifoso,
di quello che hanno assassinato Gesù, gli oppressori del mondo, i negatori
della patrie! Giudeo schifoso!!! Ora ho capito perché ieri... ..oh, cosa sto
dicendo?!... ...No, no, no, scusami, stavo scherzando... Ma figuriamoci ché poi
i giudei sono vendicativi... Immagina che dei miei familiari, mio padre e mio
nonno, anche mia madre e famiglia, che avevano denunciato dei giudei di Roma,
poi arrestati dai nazisti e mai più ritornati, loro parenti sopravvissuti,
parenti di quei giudei schifosi, dicevano a quei miei parenti patrioti, che in
fondo avevano solo fatto il loro dovere di denunciali, che erano degli infami
antisemiti. Mai mettersi contro i giudei! No, no, io sono amico dei giudei!
...Quelli sono vendicativi! Chissà che cosa mi possono fare... Roby scherzavo,
anzi vorrei confessarti che pensavo di circoncidermi e di prendere i voti
ebraici. Mi puoi dire come si fa?”
In un paio di giorni, Roby sfoltì la ricerca dottorale, sì che le
correzioni di cui era stato incaricato l’Herman potessero concentrarsi
sull’essenziale. E portò la versione accorciata, e pronta per la correzione,
all’Herman stesso, non appena questi venne all’UCL. Ovviamente, non occorsero
due settimane, ma mesi, dato che l’Herman agitato che tanto non se ne sarebbe
fatto nulla, se la prese lunga. Taglia qua, taglia là, ma senza intaccare
l’ossatura della ricerca, la tesi fu accademicamente perfetta per aprile 2002.
L’Herman ebbe il parere favorevole di Ilari, oltre ai suoi due voti, il suo e
quello della Schmiegelow. Vi era dunque la maggioranza della
Commissione Dottorale per la concessione del dottorato a Roby.
Gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO a Roma avevano detto
all’Ilari che poteva pure mandare il suo parere favorevole, così lui si
copriva, ché intanto avrebbero provveduto da Bruxelles a bloccare il tutto. Fu
quello fecero.
Frognier disse a DeWinter che, se lui avesse mai dato parere favorevole al
dottorato di Roby, sarebbe stato licenziato dall’Università e non avrebbe mai
più trovato lavoro dato che ci avrebbero pensato gli Polizie Segrete /
Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO
che, con la piena collaborazione del Rettore dell’UCL, avevano montato
quell’operazione contro Roby, a tagliargli le gambe per sempre. A quel punto,
DeWinter si dimise dalla Commissione Dottorale per il dottorato di Roby.
Poi, Frognier, con agenti delle Polizie Segrete /
Squadroni della Morte della CoronaBelga-NATO, andò a parlare sia con Jacques Herman, il promotore del
dottorato, che con la Michèle Schmiegelow, che col Presidente del Dipartimento
Christian de Visscher, visto che era lui, quest’ultimo, che, formalmente,
poteva e doveva bloccare il dottorato di Roby pur in presenza dalla maggioranza
dei voti per concederlo.
Sia a Jacques Herman
che a Michèle Schmiegelow fu detto quello che era stato già detto a Lieven De Winter, cioè che si trattava di una
operazione coperta delle Polizie Segrete / Squadroni della
Morte della CoronaBelga-NATO, su richiesta NATO, che vi era la piena
collaborazione del Rettore dell’UCL e che, si fossero mai frapposti, sarebbero
stati licenziati dall’Università e non avrebbe mai più trovato lavoro da
nessuna parte. “Vi sottopongono a State/Government-Organized Stalking-Mobbing
come quel Roby ed immaginatevi quel che succederebbe a voi ed alle vostre
famiglie. Se non riuscite ad immaginarvelo, vi diciamo poi meglio di quel Roby
cui hanno segato le gambe...”
Jacques Herman non era in necessità materiali, ma fare il professore, ed a
LLN, senza il rischio di trasferimenti altrove [lì lo avrebbero segato in tutto
il mondo, si fosse mai frapposto], faceva parte della sua identità di fronte
alla famiglia che, poi, consisteva in una moglie che si faceva i fatti suoi e
nella sua unica figlia, allora ancora adolescente, che lui voleva avviare verso
una carriera simile alla sua o migliore.
La Michèle Schmiegelow, che ebbe subito una crisi isterica, e si mise a
piagnucolare ed inveire contro Jacques Herman chiedendogli in che pasticcio
l’avesse cacciata, è quella già illustrata. Beh, merita di essere illustrata
meglio... Viene da una famiglia di nazisti tedeschi, ben agganciati, e tutti
variamente arricchitisi col nazismo e con la guerra. Gli Schmiegelow, di
Rostock, coinvolti in crimini di guerra (contro sia ebrei, che polacchi, che
russi) difficilmente negabili, non si fidano neppure un po’ a restare nell’area
di prossima occupazione sovietica. Lasciano in Germania occidentale, e pure
abbastanza distante dalla frontiera con l’area sovietica, chi per ragioni
anagrafiche non sia perseguibile, mentre l’organizzazione ODESSA ne fa
espatriare una nutrita schiera in Argentina e Brasile. Alcuni, incappati nelle
maglie poliziesche e militari degli occupanti angloamericani riescono a farsi
ingaggiare dagli stessi ed espatriano in Nord America. Henrik Schmiegelow, nato a Rostock il 29
gennaio 1941 può restare e crescere nella RFT. Si sposerà
poi con Michèle Schmiegelow, nata a Bruxelles il 29 dicembre 1945. Il 3 ottobre
1990, la RDT cessa di esistere e viene incorporata nella RFT. I coniugi
Schmiegelow possono allora tornarsene nella originaria Rostock, nel
Mecklenburg-Vorpommern, precisamente, ora, a 10 Bleicherstrasse, 18273 Güstrow
dove vivono.
A quel punto, Jacques Herman, che tra le altre
virtù ha pure quella di considerarsi furbissimo, ebbe pronta la soluzione:
- “Miei cari amici e colleghi, se proprio deve crollare la monarchia e la
NATO, è ovvio che non si possa procedere con... Anche se io ho già mandato a
Roby copia del parere positivo di Ilari e della Schmiegelow, ed anche se,
ovviamente, vi è il parere positivo mio che ho corretto tutto come da incarico
da voi datomi, dico a Roby che ci sono state richieste pressanti ed
irresistibili per la correzione ulteriore della sua ricerca. I voti in
Commissione sono sei in tutto, con quello del Presidente della Commissione, qui
Christian de Visscher, se non si astiene. In questo caso, ecco allora che tre
voti a favore non sono più sufficienti perché il mio carissimo André-Paul
Frognier mantiene il voto contro, il caro Christian de Visscher non si astiene
e ritiene si debba continuare con le correzioni, il caro Lieven De Winter che
in precedenza era contro si è ora dimesso... Beh, anche formalmente, è chiaro
che il Dipartimento, rappresentato dal caro
Christian de Visscher, non possa dare il dottorato, per il momento, e si
debba continuare con le correzioni... Intanto correggiamo, ...poi mi direte se,
se...”
Ebbero tutti eiaculazioni ed orgasmi:
- “Nostro caro Jacques Herman sei il
solito genio che abbiamo sempre conosciuto! Bravo! Bravo! Bravo!”
A quel punto, Jacques Herman, che aveva già comunicato a Roby che vi era la
maggioranza della Commissione Dottorale per concedergli il dottorato, gli mandò
una email e gli disse che c’erano degli intoppi per cui doveva parlargli. Gli
disse che lo aspettava nel suo ufficio ad una certa ora un certo giorno. Doveva
proporre a Roby la correzione infinita della sua ricerca. In pratica, aspettare
all’infinito senza fare nulla, perché non vi era nulla da correggere e Jacques
Herman ben lo sapeva. Anche Roby avesse presentato un testo scritto da
Frognier, il veto era su Roby, da parte dei CC-NATO, non su quello avesse
presentato come ricerca dottorale.
Roby non andò e mandò una email ai vari commissari della ‘sua’ Commissione
Dottorale UCL, non all’Ilari, dove diceva semplicemente che vi era la
maggioranza della Commissione Dottorale per concedergli il dottorato, per cui
non volevano darglielo solo per le note opposizioni esterne, e che, come
trucco, volevano farlo restare all’infinito ed a sue spese, paralizzato alla
UCL per il massacro infinito della sua ricerca dottorale che era ora
accademicamente perfetta, come da richieste della Commissione Dottorale del
30/11/2001 con Jacques Herman come controllore e garante.
L’impulso a confessare.
Lieven De Winter si dimette dalla Commissione.
Christian de Visscher, eletto Presidente del Dipartimento proprio perché
non capisce nulla ma obbedisce a tutte le mafie, risponde a Roby che questi non
può certo lamentarsi di non essere stato ben seguito da Herman.
La Michèle Schmiegelow risponde urlando e sguaiata che ci si deve
uniformare agli ordini di André-Paul Frognier.
Stop.
Roby continua ad iscriversi per alcuni anni alla UCL, dato che il dottorato
è formalmente sempre aperto. Poi, la segreteria degli studenti, ad una
successiva richiesta di iscrizione, gli risponde che almeno avrebbero bisogno
di un recapito in Belgio e non in Cina. Era un periodo che facevano chiedere
tre volte al giorno a Roby, dai suoi insegnanti di cinese, perché non se ne
tornasse in Europa. Per cui, le Polizie Segrete / Squadroni della Morte della
CoronaBelga-NATO speravano che avendolo magari lì in Belgio potessero ottenere
l’autorizzazione a defenestrarlo etc, tecniche di uso corrente in Belgio per
liquidare chi venga ritenuto scomodo.
L’impulso a confessare.
Roby non riceverà mai alcuna comunicazione che la sua ricerca dottorale non
vada bene o che il dottorato sia stato respinto.
Roby chiederà periodicamente di comunicargli che cosa vi sia da correggere
nella sua ricerca dottorale, ma nessuno gli risponderà mai nulla anche perché
tutti sapevano che il problema non era quello. L’unico problema era il
terrorismo di Stato e le persecuzioni montate dalle Polizie Segrete / Squadroni
della Morte dei Carabinieri, con appoggio NATO.
Ah, Roby scriverà pure, subito, a chi era al governo d’Italiozia, e
dintorni, allora, ma non riceverà mai alcun riscontro. Gianni Letta e Marcello
Dell'Utri erano troppo occupati a delinquere con le Polizie Segrete
Carabinieri. Silvio Berlusconi era troppo occupato a delinquere, ed raccontare
balle di copertura a chi governava al posto suo. ...Altri sporcaccioni...
Roby rinuncia al finanziamento che aveva già ottenuto dell’UCL per andare a
Taiwan. Non che Roby avesse particolari meriti. Tutti gli aspiranti a quei
finanziamenti volevano, se possibile, andare nella RPC. Dunque i finanziamenti
per la RPC erano esauriti, mentre ve ne erano disponibili per la ROC, cioè per
Taiwan. Roby ne ottenne uno. Vi rinunciò e, a fine agosto 2002, se ne andò a
spese sue in Cina.
...Quod erat demonstrandum [Q.E.D.]...?!
Last but not least.
No, no, non vi è nulla da dimostrare. E poi, quanto segue, sarebbe un Q.E.D. solo, o soprattutto, od in apparenza, relativamente a pazzie
congenite di Scatizzi e dintorni, e pure contorni... Lasciamo un titoletto di
paragrafo o capitoletto impreciso. A volte si rende meglio con l’imprecisione.
Un più esatto last but not least avrebbe potuto sembrare un nuovo
fronte, mentre quanto segue è sì temporalmente successivo a tutto, ma pure
agganciato a ‘fronti’ precedenti. Beh, alla fin fine il contenuto è ben più
importante di un’etichetta occasionale.
Serena, la figlia di Roby e solo di Roby, ha finalmente una sua email
personale essendosi associata all’AIMI, l’Associazione
Italiana Massaggio Infantile, come insegnate autorizzata della stessa. È
architetta, e lavora come tale, pur senza salario, presso I Ricostruttori,
col trucchetto che essendo tra il loro personale religioso o para-religioso [i
cosiddetti consacrati] possono non pagarla. Essendo sottoposta a State/Government-Organized
Stalking-Mobbing da parte delle Squadroni della Morte / Polizie Segrete
CC-NATO, pur non sapendolo, lo vede, lo percepisce di essere marginalizzata
all’interno de I Ricostruttori. Tutti i consacrati sono tenuti in
stato di schiavitù ma lo vede che lei lo è pure di più, dato che le stanno più
addosso con le proibizioni. Ne è anche disillusa perché, passata la fase dello Statu
Nascenti, lo ha ben visto che tutti pensano ai fatti loro, soprattutto la
gerarchia di preti ed altri notabili. Non ha tuttavia il coraggio di rompere,
anche perché, a 43 anni [è del 7/07/72], tenuta in isolamento dal mondo (senza
media di informazione), per lei è un mistero come trovarsi da sola in mezzo ad
una strada, e senza soldi in tasca, e trovarsi delle soluzioni a tutto. Avrebbe
voluto cercare qualcosa nel settore medico, proprio per tentare di fare
qualcosa d’altro, nell’illusione di avere qualcosa di vendibile. In realtà la
sua professione, e con vasta esperienza, di architetta, con possibilità anche
di firmare progetti di costruzione, è più vendibile di ogni altra cosa, ma a
lei hanno fatto credere non serva a nulla. Il massimo gli abbiano concesso i
preti de I Ricostruttori, cui lei deve chiedere autorizzazione per ogni
cosa, è stato un corsetto AIMI. Ma da qui è pure scaturita una sua email.
Tenuta in totale segregazione, non può usare computer né internet. La usa di
straforo ogni qualche mese, per dare un’occhiata alla cassetta di email
dell’AIMI.
Il 22/06/2015, Roby manda un’email a questa prima ed unica email che
Serena si trova e che usa di straforo occasionalmente, molto
occasionalmente.
“Salve, Serena! ...Perché non vieni a Berlino...? Baci. Roby”
“Ci sono pure tante belle cose da vedere... [link con migliaia di foto
fatte da Roby a Berlino. E messe su flickr.com]”
Serena risponde domenica 16/08/2015.
09:18: “Ciao babbo.”
Roby:
10:22: “Ciao, Serena. Ah, finalmente hai una email tua. Perché non
vieni un po' qui? Abbracci”
Serena:
10:36: “Anche io ho voglia di vederti. Proprio ora ora non riesco. A
settembre, se mi slitta un impegno. Sennò se ne parla a gennaio.”
10:40: “Ho visto Berlino tanti anni fa. È molto cambiata. Le hai fatte
tu le foto?”
Roby:
10:40: “Sei proprio occupatissima! Fammi sapere. Potresti anche venire
con biglietto di sola andata. C’è tanta gente che viene a lavorare e vivere a
Berlino. Il Dio è lo stesso. Non cambia se una si sposta.”
10:44: “Ah, sei già stata a Berlino? Io è la prima volta. Arrivai qui
da Rio da Janeiro il 27/10/2013. Le foto lì sono tutte mie. Con la macchinetta
[fotografica] elettronica non costano nulla.”
Appena Serena esclama: “Mi ha scritto papi e dice di andare da lui a
Berlino!”, Nikla diviene nera e si sente sprofondate: “Serena, ma cosa
faaaaaaaaaaaaaaaai... Lo sai che padre Guidalberto [Bormolini],, come già il
Cappelletto, ti ha vietato di...”
Serena fa appena in tempo ad esclamare: “Che belle e quante sono queste
foto di Berlino... Come è cambiata! ...Oh, papi mi dice che posso anche andare
lì per restare con lui e trovarmi un lavoro a Berlino... Magari!!!”, che Nikla
le salta addosso, comincia a picchiarla selvaggiamente e le strappa il computer
che spegne subito: “Schifosa! Schifosa! Tu sei mia, solo mia! Miiiiiiiiiiiiiia.
Non posso vivere da sooooola! Ecco mi vuoi abbandonare e farmi soffrire. E poi
cosa mi dice la mia mammina Mina dal paradiso. Schifosa, fai soffrire pure lei!
Ora devo riferire tutto all’organizzazione [I Ricostruttori] ché ti
avevano vietato di usare i computer... Ma tu disubbidisci. Lo sai che devi
prima chiedere l’autorizzazione al prete su chi puoi contattare o meno. Io
faccio peccato mortale se non vado subito a riferire quello che hai fatto
perché prendano provvedimenti!”
Nikla agitatissima, corre subito a chiamare sia Guidalberto Bormolini
che altri preti della sua associazione a delinquere in carico dello State/Government-Organized Stalking-Mobbing fatto
montare dagli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO contro Serena, di cui si è detto in precedenza. Nikla chiama subito
pure il maggiore del Centro Torture e Persecuzioni di
Torino della Polizia Segreta Carabinieri.
A tutti dice un po’ le stesse cose, la Nikla con quel suo eloquio da
ossessa dove passa dai gridolini, ai pianti, alle urla: “Va fermato! Va
fermato! Quel Roby si è rifatto vivo con Serena. ...Ma a quello chi le dice le
cose? Le ha detto di andare a Berlino da lui... ...A Berlino, Serena se la era
spassata, ...puttana! Puttana!..., col suo fidanzato, quando lei si divertiva
mentre io e la mia mammina soffrivamo per causa sua. Quel demonio di Roby lo
sapeva... Ma chi le dice le cose a quello?! Sa sempre tutto. Lo sappiamo che
c’è qualcuno che lo tiene sempre informato, a quello... Appena Serena ha
sentito Berlino, io l’ho vista che è subito avvampata. Si è rivista lei nel
letto col suo ragazzo a fare le sporcaccionate. Puttana! Puttana! Lei è una
peccatrice. Pensa sempre a quella cosa lì. Ed ecco che spunta Roby a Berlino,
che le dice che potrebbe andare a vivere ed a lavorare lì. Ed io lo ho visto
che faccia che ha fatto Serena... Quel Roby è un demonio! È un demonio! Io va
l’avevö venduta perché la teneste segregata..., per il suo bene, per espiare i
suoi peccati... Dovete fermala! Dovete segregarla meglio!”
- “Signora, si calmi... E ce lo dice ora che quando viene da lei lei le
fa usare il computer?!”
- “E che ne posso io?!”
- “Signora, lei lo sa che noi abbiamo vietato a Serena qualunque
comunicazione non autorizzata... Ed ora lei si scuote solo perché il padre la
ha contattata e ciò è stato possibile perché lei, non noi, le ha fatto usare
internet...”
- “Ma cosa mi dite?! Io la controllo!!! Dovete essere voi che...
Vedete?! Le avete lasciato fare quel corso, le hanno dato un’email e quel Roby
la ha subito scoperta... Quello è un demonio! Lo sapete che quello è uno hacker
intergalattico. Perché non lo avete ancora eliminato. Non tollero che senta o
veda Serena, per il suo bene... ...per il bene di Serena... Va tenuta
segregata! Siete voi che dovete vietarle di usare internet e le email...”
- “Signora, in effetti Serena ha violato nostre disposizioni, anche se
ora era sotto il suo controllo...”
- “Ed io vi ho subito informato!”
- “Va bene, signora. Parleremo con Serena.”
- “Rikkio, Rikkio, quel demone mi vuole portare via Serena!”
- “Nikla, anche io sono sempre solo! Sono tornato a casa che è domenica
e Rita è andata a farsi fare da un ragazzotto nipote di una sua amica. Cosa ci
troverà mai un ventenne in una sessantenne?! Lei dice che anche se quello si
vuole solo divertire, almeno lei se la gode. Mi fa un sorrisetto, e mi dice,
con irrisione, che va cuccarselo bello grosso e duro. Quello la chiama e lei
va. Con gli altri, è lo stesso. Io speravo che si quietasse ora che è
vecchia... Ed io resto sempre solo! Vengo a casa il fine settimana per la
famiglia e resto solo!”
- “Rikkio, ma è Roby, Roby che si è rifatto vivo!”
- “Ah, ma è ancora in giro quello?!”
- “Rikkio, mi avevate garantito che lo liquidavate! Invece se ne sta
tranquillo a Berlino ed ha detto a Serena di andare lì da lui, magari pure di
restarci...”
- “Anche a me avevano detto che lo liquidavano. ...E Serena?!”
- “Rikkio, mi sono infuriata, la ho picchia per bene e la ho rimandata
dai preti dell’organizzazione che la tengano ben segregata...”
- “Ed allora cosa vuoi da me?!”
- “Rikkio, io l’ho vista... Puttana! Puttana! Appena Serena ha sentito
Berlino ha pensato a quando se la spassava col ragazzo!!! Ma a Roby chi le dice
le cose?! Va fermato! Va fermato!”
- “Certo che va fermato! Va distrutto! Va distrutto! ...Nikla, chiama
gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO! Cosa
ci posso fare io?!”
- “Li ho già chiamati. Ho chiamato tutti, io! Ecco, tutti mi lasciano
sola!”
- “Nikla, dovete smetterla tutti di rompermi i coglioni! Sono esausto.
Ho anche io i miei problemi. Certo, che quello va distrutto. Ma cosa ne posso
io, ora! Tenete Serena ben segregata! Ora chiamo pure io la Polizia Segreta,
anche se, dopo tanti anni di tentativi...”
Si agitarono. Si chiamarono. Chiamarono i CC-NATO. Se le contarono.
Trovarono ‘soluzioni’... Si montarono reciprocamente. Si smontarono nelle
depressioni e negli odi astiosi.
Gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete CC-NATO
dissero loro che più che tenere segregata Serena, finché la stessa si lasciasse
tenere segregata, non è che potessero fare. Potevano solo sperare in qualche
iniziatica sconsiderata del Roby si da poterlo incriminare, o chiamargli
un’ambulanza, per qualcosa.
Il pappone capo de I Ricostruttori, Guidalberto Bormolini, ed
suoi preti furono subito addosso a Serena:
- “Serena, tu hai firmato un impegno con noi... E noi veniamo ora a
sapere che hai un indirizzo email personale e che hai usato internet... Chissà
che altro avrai fatto?! Quando una viola una regola, e noi lo sappiamo, ci
chiediamo sempre che cosa possa avere fatto che non noi non si sia ancora
saputo...
- “Ma era mio papà...”
- “Serena, non rispondere! Noi stiamo discutendo di una regola...”
- “Posso vedere il mio papà?”
- “Insisti?! Serena, noi siamo preposti a tutti voi perché siamo
pastori di anime, oltre che per volontà del nostro fondatore che ora ci guarda
dal paradiso. Sappiamo dunque quello sia bene per ognuno di noi e voi, e per
noi tutti. Se vuoi entrare in contatto diretto od indiretto con qualcuno, devi
solo seguire le procedure usuali e noi ti faremo sapere le nostre decisioni
dopo avere ben valutato. ...Questo almeno, finché resterai tra noi. ...Ma dove
vuoi andare, alla tua età, dopo un ventennio...?!”
La obbligarono dunque a non usare più internet, né quella email dell’AIMI [Associazione Italiana Massaggio Infantile] e tanto meno a contattare
ulteriormente Roby.
...Sapete come funzioni l’osservazione della traiettoria di un fotone?
L’osservazione interferisce con la traiettoria. Qui siamo al 25 gennaio 2016 e
chiudiamo questo testo. Non temiamo smentite sul passato. Ma neppure ce ne
fregherebbe nulla. Il futuro non smentisce mai nulla, se non sé stesso.
§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§
Ah, lo ripetiamo, non fosse stato abbastanza chiaro. Ci siamo inventati
tutto. Siamo sicuri che i nomi e cognomi qui riportati non esistano, che non li
abbia nessuno. Se qualcuno li avesse mai, non è lui. Nulla esiste: entità,
denominazioni, città, Stati, sigle, acronimi. Se qualcosa mai esistesse è
proprio un caso. Siamo sicuri di essere del tutto privi di fervida
immaginazione e di capacità inventive. Dobbiamo tuttavia confessare che, quando
scriviamo, scriviamo in trance. Quello che ne esce ne esce! E se mai sembrasse
tutto vero... Oh, lo spereremmo davvero! Allora sì che avremmo scritto qualcosa
di utile, forse.