mashal-083. Carabinieri-NATO S/G-OS/M in Deutschland. Sunflower Hostel, 10243 Berlin. 27/10/13..01/12/14
by Georg Moshe Rukacs
Keywords: Carabinieri,
Polizia Segreta CC, State/Government-Organized Stalking/Mobbing, S/G-OS/M,
Antisemitismus, deutsch Antisemitismus, anglo-amerikanischen Antisemitismus,
Anti-Semitism, German anti-Semitism, Anglo-American anti-Semitism, NATO,
Terrorismo di Stato, State Terrorism, Staatsterrorismus, Carabinieri-NATO death
squads, Squadroni della Morte dei Carabinieri, Quirinale. governo italiano,
Ministero dell’Interno, Ministero della Difesa, Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano di Savoia, Sergio Mattarella,
Angela Merkel, Joachim Gauck, BfV-LfV-BND-MAD, Freikorps, StaSi, GeStaPo
Solito State/Government-Organized Stalking/ Mobbing
(persecuzione di Stato, terrorismo di Stato) degli Squadroni della Morte della
Polizia Segreta CC-NATO, ora in Germania, a Berlino. Qui nel luogo di
abitazione, un ostello abbastanza confortevole ed economico. C’è poi quello che
fanno sul luogo di lavoro ed altri luoghi di frequentazione da parte del
bersaglio, Roby. Sono programmi di persecuzione totale. Sono pure incattiviti
perché la loro operazione è fallita e sono smascherati. Per cui continuano con ancora
più acrimonia. I Carabinieri e la loro rete delinquenziale planetaria non hanno
altro da fare. Con tasse sempre più alte si pagano burocrazie inutili e
dannose, e pure in continua espansione, che devono poi inventarsi di fare
qualcosa, cioè danni.
Le strutture
dell’insicurezza, del terrorismo di Stato, tedesche sono ovviamente sotto
totale controllo NATO cui devono obbedire, nella sostanza, agli ordini dei
padroni anglo-americani. Di facciata, i politici tedeschi, mostrano grande
indipendenza ed autonomia. Sono tutte balle. La Germania è un paesucolo
occupato, devastato, violentato e sodomizzato non solo in senso figurato, che
non conta una pippa, dettagli parte, a
livello politico-militare. Sì, è una potenza economica. Neppure troppo. Un po’.
Essendo del tutto burocratizzata. L’ignoranza avanza e la gente cresce senza
sapere lavorare. Sembrano quasi latinoamericani anche se, fortuna loro, più
schivi, di solito. Per cui, la Germania non può competere con l’efficienza
anglofona. Statalismo delle tasse. Ma poi molti servizi essenziali li si devono
pagare di tasca propria. Per cui è uno statalismo ancora ben lontano, come
efficienza, da quello britannico dove liberalismo e Stato sociale ben si
combinano, e pure senza costi eccessivi e non troppo sclerotizzati.
La Germania ha
perso tutte le guerre dell’ultimo secolo pur essendo più forte. Più forte sulla
carta e sul campo. ...Sul campo. No, non è come al cinema. Ottusi generali
tracciano linea su carte geografiche e poi fanno trasmettere e ritrasmettere
ordini, di solito insulsi. La carne da macello li esegue, per quel li capisce,
per quel può, o fa finta. Gli inglesi le hanno invece vinte facendole
combattere agli altri. Perché? Solo perché non hanno mai avuto paura di perderle. Non
erano migliori. Magari le hanno vinte proprie perché erano peggio. Quale è poi
la differenza? Tutto è relativo nei tempi e negli spazi. Alla fin fine, è un
gioco paranoico. Io ho vinto e ti do gli ordini. Tu le hai perse dunque
obbedisci. In fondo, se c’è chi dia ordini è perché vi è chi li obbedisca e non
abbia voglia di rovesciare il tavolo. Finché c’è chi obbedisca, ecco che
sputano pure quelli che danno ordini. Gli Stati ed i poteri seguono quelle che,
nei film e nella letteratura [strumenti di lavaggio/insozzo delle teste vuote,
dunque di assoggettamento], sono vendute come regole mafiose.
NOTA sulle etichette ‘nazionali’. Il Principe XY {ecco metteteci la Vostra
‘bella’ e ridicola etichetta ‘nazionale’} [o sub-Principe XY] è solo
burocrazie, e le oligarchie che vi si coprono, che usano quell’etichetta ed
altri che lasciano queste la usino. La ripetizione fa sì che tutti poi credano
a tali etichette supposte ‘nazionali’ [dove sarebbe poi questa ‘nazione’ con
una qualche vera omogeneità?], sostantivi ed aggettivi supposti identitari, che
entrano nell’uso corrente. Si fa finta che piccole famiglie e tribù che
dovevano ad una qualche compattezza la loro sopravvivenza continuino a vivere
ora trasformatesi in impossibili entità di milioni e miliardi di soggetti. Ma
figuriamoci! Il potere di cui si è schiavi deve pure convincere, ed
effettivamente convince, i suoi sottoposti che essi siano altro, siano soggetti
di una entità superiore e di cui essi sono singole unità, protagonisti.
Protagonisti di che? Il singolo è uno schiavo senza alcun potere, e ciò tanto
più egli si lasci convincere e si convinca di far parte, in modo attivo e
partecipativo cioè con un qualche potere, di una qualche entità ad esso
superiore. Il Principe, pur super-burocratizzato, resta il solito Principe assoluto
e che fa quello che crede. Si vota per le facce, per il marketing, perché il
potere abbia la conferma che i suoi insozzi delle teste vuoti dei sudditi siano
ben riusciti. Null’altro! Il singolo non conta un cazzo, come non ha mai
contato un cazzo. La soluzione? Non ne esistono. E mai esistessero, meglio
tenersele per sé! Ma proprio non esistono. La realtà è quella che è. Le cose
sono come sono.
Non che la
Germania non avesse una tradizione sua, anche prima, quando sembrava
indipendente, di terrorismo di Stato. Razzismi, antisemitismi, Squadroni della
Morte, Terrorismi di Stato, Polizie Segrete di Stato, loro appendici
paramilitari, socialdemocratiche, comuniste, fasciste, cattoliche, protestati,
nazionaliste, filo-questo o filo-quello. Il tedesco è un pecorone. La sola
differenza tra il tedesco e le razze slave, slave fa assonanza con schiave, è
la lingua, ringhiante. Ringhiante quando la si vuole tale. Nelle canzoni può
anche essere estremamente musicale e delicata. Lo spazio tedesco è uno spazio aperto
e penetrato da tutti, dunque dove hanno inzuppato il pane ed il pene un po’
tutti. No, non esiste una vera etnia tedesca. Anche un po’ tutte le altre etnie
sono in genere inventate ed imposte al suddito. Esistono i Principi di area
tedesca, o cosiddetta tale. Non i tedeschi o germanici.
Insomma, il
pidocchio è una categoria che trascende nazionalità, culture ed inculture,
moralità ed immoralità ostentate. Un tedesco non è differente dagli altri. Il
pidocchio tedesco obbedisce agli ordini che vengano da entità percepite come
superiori, cioè dal Moderno Principe, il moderno e contemporaneo Stato
burocratizzato, in apparenza impersonale ma dove poi il male lo ordinano e
fanno individui.
Appena Roby
arriva in Germania ed a Berlino, il 27 ottobre 2013, si attiva l’allarme delle
Polizie Segrete NATO. Il motivo? La ragione od il torto? Non esiste, non dalla
parte di quel che concerna Roby. Gli Stati, i governi, le organizzazioni
internazionali, creano Polizie Segrete ed Uffici Persecuzione & Distruzione.
Poi questi uffici devono ben perseguitare e distruggere gente per giustificare
la loro esistenza, e per chiedere altri fondi e personale. Tutto qui.
- “Qui il MAD [Militärischer
Abschirmdienst - Servizio di Protezione Militare]. Capitano Hans. Con chi
parlo...”
- “Colonnello
Picone delle Operazioni Riservate dei Carabinieri-NATO [della Polizia Segreta
CC - gli Squadroni della Morte CC, i CC mafioso-terroristi, quelli che, agli
ordini delle istituzioni (Presidenza della Repubblica, Governo formale, Parlamento-CoPaSir),
creano e gestiscono mafie e terrorismi, e si occupano di stragi, assassinii e
persecuzioni]! Heil Merkel!”
- “Non occorre...
Mi dica piuttosto che è questa cosa... Si è acceso l’allarme S/G-OS/M. Ma non
si capisce un tubo. Non si vede pericolo per lo Stato... Di che cosa si tratta
davvero? Questo Roby non sembra un pericolo per nessuno. Per preparare un
fascicolo per la Bundeskanzlerin Merkel ci occorrerebbe qualche elemento...
...Per giustificare una tale enormità:
Non deve abitare, lavorare, studiare! Non deve vivere!”
Il colonnello
Picone, uno dei soliti malati di mente corrotti, e pure paranoici furiosi, si
era subito spazientito:
- “Mi scusi,
capitano... No, ma, alla fin fine, che cazzo gliene frega... È un normale
stalking-mobbing, una normale operazione di distruzione totale! Non siamo mica
tra verginelle, in questi uffici. Sono cose fatte a questo modo. Hanno il
codice NATO. Noi dobbiamo solo eseguire. Se dobbiamo eseguire, eseguite!”
- “Sì, certo.
Tuttavia, per la reciproca buona intesa... ...Vorremmo saperne un po’ di più
perché dalla schermata sul computer non si capisce quale ragione ci sia.
Secondo i regolamenti di queste operazioni, dovreste mandarci il dossier...”
- “Lo mando
subito, come file in pdf...”
- “Appena lo
abbiamo visionato, facciamo sapere.”
- “Bene, dalle
carte vedrete tutto.”
- “A presto!”
Nel dossier non
c’era molto da vedere, se non che andava montata una persecuzione senza alcuna
ragione neppur minima. Per cui, il Capitano Hans richiamò dopo poco.
- “Colonnello
Picone... Sono di nuovo Hans.”
- “Da quel che ho
visto..., meglio, da quel che non ho visto, è più urgente che mai che ci
facciate sapere quale sia il problema, che ci diate delle informazioni, perché
a dossier non c’è nulla che abbia un qualche senso, una qualche
giustificazione. ...Dobbiamo ben scrivere qualcosa nel dossier da sottoporre
alla Cancelliera ed al Presidente, pure ad altri, per il decreto segreto di
operazione...”
- “Lo sapete che,
come operazioni NATO, sono cose automatiche. Voi non dovete che fare quanto
richiesto...”
- “Sì, sono cose
automatiche. Ma occorre pur sempre il decreto segreto del governo...”
- “...Allora
fatelo emettere e procedete...”
- “Abbiamo visto
che al bersaglio dell’operazione ne avete fatte di tutti i colori ed in tutto
il mondo, anche in Stati fuori dalla NATO, pure in Stati ufficialmente nemici,
di campo avverso. È che proprio non si capisce il motivo di tanto accanimento.
Per cui, ci viene il dubbio che ci siano delle cose che non volete dirci.”
- “Non è che non
vogliamo... Non abbiamo altro da dire...”
- “Come dire che
non c’è nulla...”
- “Guardi, sono
cose che io mi trovo, preparate da altri che ora sono chissà dove e pure non
più da noi e tra noi...”
- “È sempre così.
Anche da noi. Tutti lavoriamo su cose che vengono da altrove. Dunque, qui, c’è
una persecuzione senza motivo e che va avanti in tutto il mondo senza
motivo...”
- “Non sono
autorizzato a discutere a questo livello. C’è il codice NATO, per cui va data
esecuzione a quanto richiesto.”
- “Il codice NATO
c’è perché lo avete chiesto voi...”
- “E ci è stato
accordato...”
- “Lo sa,
colonnello Picone, che, quando lo si chiede, alla NATO sono ben felici di
acquisire nuovi nominativi per queste operazioni, siano esse giustificate o
siano del tutto... ...del tutto, come dire?, stravaganti....”
- “E noi dobbiamo
eseguire. Voi dovete eseguire...”
- “Io devo
egualmente preparare un dossier per il governo...”
- “Lo prepari.
Tanto sono obbligati a firmare, e pure in fretta. Anche non firmassero, dovete
obbedire lo stesso, dato che c’è il vincolo NATO. Sono operazioni considerate
come già Gladio, ora Ax. Vanno implementate comunque...
Nessuno può farci nulla!”
- “Devo lo stesso
preparare un dossier per il governo. Perciò devo scrivere che dobbiamo fare
quel che dobbiamo fare sulla base di nulla...”
- “Scriva quel
che vuole. Non posso dire nulla. Non so nulla. Ed ora ho pure altre cose da
fare! ...Mi scusi ma ho già perso troppo tempo per un banale, ...per una
banale..., ...sì, per questa cosa qui.”
Sono operazioni
di Polizia Segreta militare-NATO, ma le firme sotto ad un decreto segreto di
esecuzione le devono pur sempre mettere il Ministro dell’Interno e il/la Capo/a
del Governo, e pure il Capo dello Stato, di solito. Quest’ultimo non conta
nulla in Germania, in apparenza. Anche se, andando a vedere, si scopre che il
Presidente ha vari poteri eccezionali nel caso si creino problemi nel corrente
funzionamento delle istituzioni principali. Poi, l’attuale Presidente della
Germania, Joachim Gauck, è pure un povero illuso della già RDT, eletto proprio
per questo, come pura copertura, non avendo egli capito che la differenza fra
Polizie Segrete della RDT e della RFT non era su questioni di libertà ma solo
che le due Germanie avevano differenti posizionamenti geopolitici e geoeconomici.
Prima, il Gauck lo ha manipolato la StaSi. Ora fa il pupazzetto delle attività
sporche della NATO. Non fossero idioti ed avessero una qualche moralità, non
arriverebbero lì, ai cosiddetti vertici!
Ah, quando si
parla di Ministri, capi di governo, Presidenti, ci si devono immaginare i loro
uffici immediati, i loro staff, talvolta pure di migliaia di individui. Ognuno
di trova procedure ed incartamenti già esistenti, creati da predecessori, e ne
aggiunge di nuove e nuovi. Poi, beh, le decisioni vengono egualmente prese da
singoli e dai loro capi/e. Ma proprio per deresponsabilizzare i singoli, ognuno
schiaccia un bottone in apparenza secondario. Se devono fare una strage, ognuno
schiaccia un bottone in apparenza irrilevante. Ma poi il risultato è quello che
è, e ciascuno lo sa. Idem per le persecuzioni individuali, come per qualunque
altra cosa. Ah, ed ognuno si sente in dovere di non contraddire quanto deciso
ed avviato dai predecessori. È per quello che tutto si complica e va sempre
peggio a livello di Stati e settore ‘pubblico’. Ciò un po’ dappertutto.
La RDT era
apertamente poliziesca e repressiva. Sullo schema burocratico russo, lo era in
modo più regolamentato, burocratizzato. La RFT lo era più selvaggiamente ed
illegalmente. Le Polizie Segrete della RDT seguivano la logica legalitaria
della Gestapo. Le Polizie Segrete della RFT seguivano e seguono la tradizione
di Terrorismo di Stato totale ed assoluto, senza alcun condizionamento
legalitario, dell’Intelligence Service
britannico e dell’FBI-CIA. Beh, le propagande ufficiali non possono raccontarle
queste cose... Ma i termini della questione, in queste cose, sono proprio
questi. Anche differenze di sviluppo economico, di padroni imperiali o, nel
caso della RDT, sub-imperiali. Sono dati di fatto. Non che poi il terrorismo di
Stato degli uni sia meglio di quello degli altri, o quello degli altri meglio
di quello degli uni. Sono solo differenze procedurali. Più formali e
burocratizzati, magari all’Est tendevano ad evitare gli stragismi. Ma, se poi
occorrevano al potere, li facevano egualmente nel caso, e pure insurrezioni di
massa per poi reprimerle. Appunto, non è questione di meglio o peggio secondo
criteri supposti morali. Sono più, come dire?, circostanze storiche, o
fattualità storico-circostanziali.
All’Est si stava
peggio perché c’erano meno soldi e meno beni di consumo. Mentre all’Ovest
abbondava il superfluo. Non si stava certo peggio su questioni di libertà,
aspetti che fregano a pochi, cioè non fregano a nessuno. Il pidocchietto medio
pensa solo alla pancia. Dove il superfluo scarseggia e l’industria
pubblicitaria è rozza, ecco che è facile dipingerlo e farlo ritenere più
illiberale. Mentre sono banali differenze di beni di consumo. Gli umanoidi sono
pidocchi sufficientemente elementari cui si fra credere tutto con lo stipendio,
col reddito e con la violenza anche aperta quando necessario. Più alto è lo
stipendio, il reddito, e ciò con esso si può comprare, più si può far credere
al pidocchio medio quel che si vuole. La differenza tra aree geopolitiche e
geoeconomiche è tutta qui. Il resto attiene alla sfera della propaganda, degli
insozzi delle chiorbe vuote dei pidocchi.
Le firme sul
decreto segreto per il pogrom contro Roby, l’autorizzazione operativa per lo
S/G-OS/M in Germania, furono apposte, il 28 ottobre 2013, da Angela Merkel, da
Joachim Gauck e da Hans-Peter Friedrich. Thomas de Maizière ovviamente confermò
quando subentrò a quest’ultimo. L’autorizzazione conteneva tuttavia
l’indicazione che dovesse essere tutto assolutamente discreto concentrandosi
sull’essenziale, tanto più che il bersaglio era noto per amare la pubblicità
per cui scriveva e diffondeva tutto. Dato che Roby era alloggiato in un ostello
dove sarebbe stato troppo chiassoso ed aperto, forse perfino operativamente costosissimo,
un continuo ticchettaggio di muri, soffitti e pavimenti, veniva per il momento
sospesa questa opzione, questa attività. Si era incaricata la Polizia Segreta
di inventare delle forme innovative di pogrom sul luogo di abitazione, anche se
poi non è che nessuno inventi nulla di nuovo su queste cose. Anche il non deve studiare formalmente veniva per
il momento tralasciato non essendosi iscritto Roby a nulla, nulla di formale.
Restava invece fermo il non deve
lavorare, guadagnare, vivere, seppur anche lì si fosse raccomandata la
massima discrezione alla Polizia Segreta, per quanto, poi, i pogrom sono pogrom
e non è che si possa far finta di non far nulla. Lo sanno i pidocchi mobilitati
dalle Polizie Segrete, come lo sa il bersaglio, soprattutto se è questi è Roby,
decisamente uno specialista nel campo, sia per esperienza diretta che per
studi.
Il MAD [Militärischer Abschirmdienst - Servizio
di Protezione Militare] aveva consigliato che l’implementazione
dell’operazione, delle persecuzione-annientamento, venisse affidata al BND [Bundesnachrichtendienst - Servizio
Informazioni Federale]. Il BND aveva obiettato che non era sua competenza
trattandosi di una pura persecuzione-annientamento senza possibile profitto per
le operazioni ed attività del Servizio. Avevano dunque suggerito che della cosa
se ne occupasse il BfV [Bundesamt für
Verfassungsschutz / Ufficio Federale
per la Protezione della Costituzione], che già aveva pratica da sempre di
persecuzioni, assassinii e peggio per fini interni.
Le strutture del
Terrorismo di Stato hanno un po’ tutte nomi orwelliani. Il caso venne dunque
affidato all’Abteilung 1 - Grundsatz
[Dipartimento 1 - Servizio Centrale e supporto] del BfV, ...i ‘difensori’ della
‘Costituzione’! Il quale, a sua volta, si rivolse al Verfassungsschutz
Berlin [VB].
Una ridicola
“agente speciale” del VB, una vera scalzacani, Linnéa, con la testa imbottita
di propaganda da università crucche, quanto viscida e servile, grassoccia
sformata, del tutto nevrotico-paranoica, venne incaricata di seguire il caso in
tutte le sue implementazioni.
Questa si
presenta subito al Sunflower Hostel e cerca di contattare il proprietario. I
proprietari, lì, sono tre.
Jan Janke,
Robert von Sivers
[https://www.facebook.com/rvonsivers],
Peter Weißbach
[https://www.facebook.com/peter.weissbach , che vive e lavora in Frankfurt, in un altro ostello].
In Germania, i
fondatori di un’impresa dicono poi di essere i manager della stessa. Ma sono i
proprietari di fatto. Un classico nelle società tedesche. Tre. Il 3 è un numero
hegeliano.
Linnéa viene
messa in contatto con quello sul campo, quello che quotidianamente sta lì
all’ostello e ne segue l’attività corrente, Robert von Sivers, che poi lei va a
trovare di persona.
Robert è uno
ormai verso i cinquanta, coll’aria del fricchettone sballato, vagamente
tossico, sempre attaccato alla sigaretta, in un ostello dove quando aprono una
porta sull’esterno entra il puzzo del cannabis fumato ai suoi tavoli esterni
nonostante le proibizioni formali. Del resto, lo staff è reclutato, in genere,
tra fumatori e pure, spesso, pesantemente tatuati. Insomma, se se non hanno
l’aria fuori di testa [non tutti lo sono! - i più fuori di testa sono quelli
che sembrano seri, in realtà, lì], non li assumono. Lui stesso, Robert, fuma nel
cortile interno nonostante l’ostentata proibizione di fumare nell’area
dell’ostello. I crucchi sono fatti così. Sono molto slavi. Li separa solo la
lingua. Null’altro.
Roby arriva al
Sunflower Hostel domenica 27 ottobre 2013 sera. Linnéa si presenta lì, a inizio
settimana, per una surreale conversazione con Robert von Sivers.
Mostrato il
tesserino del VB...
- “È arrivato qui
un certo Roby?”
- “Sì, è arrivato
domenica sera. ...C’è qualche problema?!”
- “No... Sono qui
solo per chiedere, per sentire...”
- “Se voi vi
interessate, ci sarà ben qualcosa...”
- “Non
esattamente. ...Obbediamo agli ordini, agli ordini del governo. Volevamo solo
sapere se potevate dirci qualcosa.”
- “È arrivato. Ha
pagato 35 giorni. Aveva il problema dell’Anmeldung perché sembra che voglia
trovare lavoro e stabilirsi qui...”
- “Sì,
sappiamo...”
- “Ma allora c’è
qualche problema?”
- “No. Dobbiamo
solo controllare... Anzi, ovviamente, ci occorrerebbe la vostra
collaborazione.”
- “Ma allora c’è
qualcosa...”
- “No, è una
normale attività informativa... ...Ci occorre comunque la vostra
collaborazione, sia per sapere, sia dovessimo attivare qualcosa... A volte ci
sono da prendere delle iniziative...”
- “Ma c’è
qualcosa di pericoloso?!”
- “No, no. Ci
occorre solo la vostra totale collaborazione, la vostra collaborazione collo
Stato democratico.”
Robert von Sivers
era un po’ impaurito. Ma soprattutto era seccato:
- “Certo, noi
collaboriamo sempre con lo Stato democratico.”
- “Se mi dicesse
come è la vostra struttura essenziale qui... Lei è il proprietario... Si occupa
della attività corrente, oppure ci sono dei manager?”
- “Ecco, sì, io,
che poi sono uno dei soci, ...diciamo che sono l’incaricato di seguire gli
affari qui, da vicino, ...io vengo qui la sera, a volte anche durante il giorno.
Ma chi si occupa di organizzare le attività quotidiane, i turni, il lavoro
degli inservienti, è il manager di giorno, Marco Gonzalez [https://www.xing.com/profile/Marco_Gonzalez14]. Poi, vi sono
anche altri, per altri aspetti ed orari... Sa come è... Ci sono delle gerarchie formali e poi, come dire?!,
il tutto si auto-organizza attorno a ruoli, posizioni informali, qualità
individuali... ...anche anzianità di lavoro qui. ...Come un po’ dappertutto...”
- “...Se mi date
la vostra collaborazione, potrebbe mettermi in contatto col manager, quello che
definisce i turni di lavoro, dunque ha un po’ il quadro d’insieme e conosce
tutti, e poi con chiunque altro possa necessitarmi.”
- “...Certo!
...Piena collaborazione! Ora chiamo Marco Gonzalez e domani mattina, o quando
lei crede, lui è a vostra totale disposizione! Chiunque altro le occorra, o lo
contatta direttamente o chiede o me o, meglio, direttamente a Marco Gonzalez,
che ha tutta la mia fiducia, che sarà al
vostro completo servizio, e vedrà che non ci saranno problemi.”
All’Est avevano
la StaSi-KGB, all’ovest la già GeStaPo-CIA. Nessuna differenza, nomi e
conclamazioni a parte.
- “Marco, ci sono
quelli del VB che domani ti contatteranno. Non ho capito che cosa vogliano, né
lo voglio sapere. Fa tutto quello che ti dicono. Se poi ci fosse mai qualcosa
che mi riguarda, che riguarda l’ostello, me lo dici. Altrimenti, fa tutto
quello che ti chiedono, ché è meglio per tutti. Noi vogliamo essere in buone
relazioni con tutti e non avere problemi, tanto meno con le autorità”
Marco Gonzalez è
un buzzurro forse di origini colombiane o messicane. Sembra figlio di fuggitivi
scappati dall’America Latina magari perché coinvolti in squadroni della morte
di qualche regime e luogo, e poi trovatisi in difficoltà a restare dove erano.
Lui è o nato in Germania, o vi è arrivato in tenera età, ed è poi cresciuto
indottrinato secondo i luoghi comuni germanici. È di indole violenta, e nel contempo opportunista
ed adattivo secondo i contesti e le possibilità. Fondamentalmente è un
arrogante paranoico pieno di sé, sebbene non abbia alcunché di reale di cui
riempirsi essendo come un sacco di merda vuoto. Anche nell’apparenza, è sporco
e trasandato. Il tipo che coi primi stipendi si compra prima la patente e poi
l’auto. Un’auto da buzzurro, ovviamente. Vecchia e scassata. Giusto per farsi
vedere dagli altri e dire che ha l’auto. Il tipo che si trova una ragazzetta
attratta dal tipo banale ed arrogante, e con l’auto, comoda per i primi
limoneggi e le prime scopate senza il bisogno di trovare una casa od un letto
libero da qualche parte. Poi, con quella rimorchiata, si è sposato, giusto per
fare un figlio ed affermare di fronte ai parenti ed al mondo la propria
mascolinità mentre lei, la ragazzetta, si intozzisce e si annoia di lui che le
salta sopra sempre allo stesso modo per delle sborrate sbrigative giusto per
scaricarsi e sentirmi uomo. Di quelli che portano i pantaloni che scivolano
giù, sia per sciatteria che per mostrare a tutti la riga del culo. Un frocio
inconfessato,...o così confessatosi. Tipico dei buzzurri. Intanto, o prima e
nel contempo, schiavo delle apparenze e senza alcun talento deve trovarsi una
scuola facile dove vegetare e poi trovarsi un lavoro. Una scuola
professionale-alberghiera. Successivamente, tanto per avere un pezzo di carta
superiore, fa una facoltà di Scienze Sportive alla Humboldt Universität, a
Berlino. Finisce verso la fine del 2005. Non deve servirgli a molto, neppure al
portamento, dato che cammina sciatto e con quei pantaloni cadenti che mostrano il
culo che non ha, cioè del tutto piatto. Bisogno di affermare la propria
trasandatezza e sporcizia anche esistenziale. Dopo un anno e mezzo, comincia a
lavorare, e precisamente nel settore turistico, fino a finire, verso la fine
del 2010, al Sunflower Hoster, come impiegato. Dato che il proprietario-manager
preferisce defilarsi e concentrarsi, soprattutto, nelle ore serali, ecco che
finisce per occuparsi dell’amministrazione delle pulizie e connessi. Se uno
vuole mettere le mani sugli scopini, deve passare per lui. Servile, lecchino e
viscido, ecco che si ingrazia il proprietario sballato e finisce per essere
visto come manager o pseudo-manager. Fa quello che fanno un po’ tutti gli
inetti pseudo-manager tedeschi: il piano dei turni di lavoro dei dipendenti.
È proprio di ciò
che ha bisogno Linnéa, degli Squadroni della Morte, della Polizia Segreta
tedesca, in operazione-pogrom totale.
- “Sono Linnéa,
del VB...”
- “Ah, sì!
Piacere di sentirla. Il proprietario mi ha detto tutto. Naturalmente, siamo a
piena disposizione.”
- “Quando posso
venire?”
- “Qualunque
giorno della settimana, prima delle 16:00. Sono sempre qui. Non il fine
settimana, ovviamente. Sa, la famiglia...”
Il giorno dopo,
Linnéa, grassoccia, annoiata, sfatta, e pure strafatta da psicofarmaci ed
alcolici, si presenta lì. La butta sul
burocratico-formale:
- “Marco, non so
bene di che si tratti... Sa, abbiamo delle procedure da seguire. E degli ordini
specifici. È per quel Roby...”
- “Ma allora è
uno pericoloso?!”
- “No, non
credo... ...Abbiamo degli ordini. Tutto qui.”
- “Dunque, se non
c’è pericolo. ...Non capisco...”
- “Le ho detto
che abbiamo delle procedure.”
- “Avrà ben fatto
qualcosa se...”
- “Certo!”
- “Posso
chiedere, sa per meglio cooperare, che abbia mai fatto quel tipo. Se è un sospetto...”
- “Guardi, Marco,
non ne abbiamo proprio idea. Magari non ha fatto nulla. ...No! No! No! ...Anzi,
avrà di certo fatto qualcosa. È che non lo sappiamo... Io, almeno, non lo
so...”
- “Ma allora ci
sono altri che si occupano del caso. Se magari mi poteste dire... ...Mettermi
in contatto coi suoi superiori che sanno... Sa, per meglio cooperare, se lo
dobbiamo sorvegliare...”
- “Sono io in
carico del caso. Non ci sono superiori. Io so tutto. Cioè, è che non c’è molto
da sapere. Sa, Marco, abbiamo dei governanti. Ci sono delle procedure. Loro ci
ordinano. Noi dobbiamo eseguire.”
- “Vi avranno ben
detto...”
- “No, Marco.
Cioè sì. È che non abbiamo molto da dirle.”
- “Ma io, noi,
dobbiamo sorvegliarlo?”
- “Guardi, Marco.
Le alte questioni di Stato, sono sempre un poco complicate.”
- “Ma, qui,
all’ostello, dobbiamo sorvegliarlo?”
- “Beh, diciamo
di sì. In realtà, non ho ordini specifici. Diciamo che ci occorre la vostra
collaborazione, il vostro aiuto.”
- “Se non
dobbiamo sorvegliarlo, per cosa vi occorre il nostro aiuto?”
- “Guardi,
Marco... ...Abbiamo visto che la sua famiglia viene dall’America Latina...
Forse lei, non voglio metterlo in discussione... ...Lo chiedo a lei... Lei si
sente tedesco?”
- “Certo che mi
sento tedesco! Sono tedesco! Tedeschissimo! Sono un vero patriota. Adoro questa
nostra Germania!”
- “Allora, Marco,
è questa nostra e sua Germania che ora le chiede la sua cooperazione. Sono gli
ordini del governo quelli che noi qui eseguiamo. Ed il nostro governo è, con
tutti noi, la nostra comune patria tedesca.”
- “Sì! Sì! Io
coopero! Io obbedisco alla patria germanica!”
- “Allora, le
faremo sapere quello che lei deve fare, ...fare con la massima discrezione,
perché queste sono operazioni, questioni, estremamente riservate,
riservatissime.”
Linnéa non ne
aveva voglia. Non le avevano neppure detto molto. Aveva letto le istituzioni da
seguire per le persecuzioni, pogrom, S/G-OS/M col codice NATO. Non ci aveva
capito molto. Le sembrava tutto surreale, anzi realissimo. È solo che non ne
vedeva il senso. Beh, lo sapeva che facevano sempre cose senza senso. Linnéa
era una pidocchietta obbediente. Allo stesso tempo, come un po’ tutti i
tedeschi, non ne aveva voglia. Ostentano tutti obbedienza quando sono di fronte
all’autorità. Si fanno poi i fatti loro quando pensano che nessuno li guardi.
Si sentiva
eccitata, almeno un po’, dal male, il senso di potere le dava praticarlo. Ne
aveva nel contempo noia. Le sarebbe piaciuto inzuppare le mani nel sangue.
Invece, in quelle cose, andava un po’ sempre tutto storto. Anche quando andava
tutto bene, il male ridotto a procedure burocratiche, le faceva apparire
inutile il potere aveva, che era poi solo un potere derivato. L’eccitazione di
praticare il male le si trasformava rapidamente in ansia, dal senso dell’inutilità
alla possibile insoddisfazione sei superiori, l’avessero poi apertamente
criticata o meno. Colmava quest’agitazione interiore con cibi, alcolici e
medicine.
Linnéa era
restata presto scottata su quel caso, sul caso Roby. Come sempre fanno, in quel
genere di operazioni, i superiori le avevano detto che avrebbe ottenuto
rapidissimi risultati e che l’obiettivo sarebbe stato annientato, cioè indotto
a qualche gesto inconsulto, a qualche crimine aperto, che era poi uno dei fini
dello S/G-OS/M. Lei lo aveva visto che se la cosa andava avanti da più di tre
decenni, non poteva essere come le avevano detto. Non poteva comunque certo
contraddirli.
Quando lo aveva
fatto prima stalkizzare-mobbizzare, derubare [il cuoco e socio de facto Angelo
si era perfino rubato la frazione di mance spettanti a Roby!] e licenziare lì
all’Antica Pizzicheria di Marzahner Chaussee 85-87, 12681 Berlin, con quel
cuoco puzzolente Angelo italo-suddico ed i coniugi Kerger, dei camerieri
ignoranti che Angelo aveva fatto divenire proprietari quando si era disfatto
dei suoi due ristoranti e si erano ritirati lì, in Marzahner Chaussee 85-87
perché, lui, Angelo, un pazzo rabbioso, di quelli che si tagliano le palle per
far dispetto alla moglie, non voleva pagare gli alimenti alla stessa che se ne
era infine andata stufa delle sue angherie ed urla continue, ecco che Roby
aveva subito smascherato e pubblicizzato il tutto online. No, ai tedeschi
proprio non piace che si sappia delle persecuzioni di Stato, dello
Staatsterrorismus und Antisemitismus del governo-Stato tedeschi anche se su
ordine NATO. Al governo ne erano proprio seccatissimi. Avevano chiesto a Linnéa
come fosse stato possibile che Roby avesse subito capito tutto. Linnéa si era
sentita accusata e criticava. Ne aveva ancora meno voglia di prima di andare
avanti con quella storia dello S/G-OS-M contro Roby sebbene dovesse continuarlo
per ordini superiori. Ma siano qui già troppo avanti, nella primavera 2014, a
marzo.
Nel frattempo era
successo dell’altro.
Le istruzioni
erano che Roby andasse messo a contatto con dei provocatori,
provocatori/informatori, pur avendola avvertita che Roby non fosse uno se la
bevesse. Linnéa non sapeva cosa fare. Dopo giornate frenetiche a studiare le
scemenze che i segaioli, i supposti analisti, dei Carabinieri [semianalfabeti
trasformati in analisti da ordini di servizio che li nominavano in tali
posizioni! ...ma restavano dei segaioli ignoranti e maniaci!] avevano scritto
su Roby, e poi tradotte in inglese [...per come si possano tradurre scemenze
scritte da dei segaioli!] e di cui non capì nulla dato che non c’era nulla da
capire essendo tutto banale e confuso, cercò febbrilmente uno che potesse
conformarsi, anzi sembrasse conformarsi, a tutte le scemenze che avevano
scritto i supposti specialisti-analisti degli Squadroni della Morte dei CC su
Roby.
Lo sapete come
lavorano, anzi come non-lavorano i segaioli dei vari uffici speciali degli
Squadroni della Morte dei CC, con annessi pure i loro sguatteri della PS e
militari della GdF? ...I servizi di persecuzioni-distruzioni sono interforze,
in Italiozia, per cui, pur sotto la direzione CC-NATO, scovano e si fanno
trasferire psicotici e delinquenti dai vari corpi e ministeri... Anzi, andiamo
all’origine, per esempio ai manuali CIA-NATO di analisi informazioni, che si
trovano pure online, se li volete e sapete proprio trovare. Il campo è
obiettivamente difficile. Già è difficile imparare a scovare ed interpretare
informazioni. Ancora più difficile insegnarlo. Occorrerebbe tempo, molto tempo.
Oppure soggetti che già sapessero destreggiarsi nel lavoro ed eventualmente
correggerli, per gli errori possano commettere. Ovviamente resterebbe il
problema di chi insegna a chi. Come si fa a sapere che... Gli inglesi del SIS
hanno concluso che ad applicarsi troppo in questo campo non si viene a capo di
nulla e che alla fine è più produttivo lasciare il lavoro di vera Intelligence
ad accademici se non altro smaliziati dai lunghi, si suppone, studi. Non
essendovi la garanzia di nulla, inutile affannarsi, dicono al SIS, anzi alla
Corona Britannica. Hanno concluso che più importante che fare Intelligence, che
analizzare la realtà, la cosa migliore sia produrla. Quando sei tu che
determini la realtà devi solo poi raccogliere informazioni per controllare che
tutto vada secondo i tuoi voleri. Non ti occorrono grandi analisi. Bastano
alcuni riflessi condizionati maturati nei secoli per cui si debbano mettere
tutti contro tutti e farsi amici tutti, amici nel senso di profittarne finché
obbediscono e sono utili, e liquidarli, anzi farli liquidare dagli altri,
quando lo si ritiene. Invece gli USA hanno un certo idealismo, od ingenuità,
per cui le organizzazioni si pianificano rigidamente a tavolino e poi... Dunque
si creano uffici di analisi delle informazioni raccolte e si insegna loro, cioè
al personale umano, come fare questo lavoro. Come in ogni burocrazia, seguendo
criteri burocratici l’importante è minimizzare il rischio per chi fornisca
analisi, cioè per chi analizzi. Minimizzare il rischio per l’analista, dunque
per il suo ufficio, significa che più banalità si scrivono e si dicono, e più
se ne dicono, in tutte le direzioni, più si finisce per l’avere sempre ragione,
nel senso che si minimizza il rischio di venire esposti a critiche. Passi al
politico, all’istituzione, tutto ed il contrario di tutto, ed alla fine sei
sicuro che chi sbaglia non sei tu ma il politico, l’istituzione. Anzi, pure i
politici, e figure istituzionali, passano come individui, e si coprono
reciprocamente, per cui, qualunque disastro facciano hanno sempre ragione, mai
decidano qualcosa anziché lasciare ogni decisione, come spesso succede, ai
burocrati li attorniano. Tutti sono felici. Tanto il mondo va avanti lo stesso.
L’analista, cioè il cosiddetto tale, viene formato come quelli che danno gli
ordini a chi schiaccia i bottoni per gli assassinii operati dai droni. Uno vede
un coso nero che magari è spesso una borsa, una macchina fotografica, un
telefonino od altro oggetto innocuo. Se ciò avviene in area dove i droni siano
usati per sparare, per cui si abbiano indici di produttività che dipendono dal
numero dei proiettili sparati e dal numero delle operazioni, chi controlla le
telecamere, e decifra ciò sembra avervi visto, dice che ha visto un’arma.
Chiama il superiore e informa che ha visto un’arma o delle armi. Il superiore
risponde che se così è, si deve aprire il fuoco. Ed ecco che si dà ordine a chi
schiaccia il bottone delle batterie del drone di aprire il fuoco. Poi aprono il
fuoco pure sulle ambulanze. Alla fine, se hanno truppe sul terreno che intervengano
nell’area, scoprono spesso che non vi erano armi ma innocui movimenti e
transazioni. Siccome tutti hanno seguito le procedure, anche si fossero
ammazzati tra loro, tra loro delle loro forze armate come egualmente spesso
fanno, tutti sono deresponsabilizzati, tutti hanno seguito le procedure, per
cui sono tutti auto-assolti. Nel settore dell’analisi informazioni è pure tutto
più soft perché, alla fine, sono solo parole. Chi può se le usa come vuole. Se
fanno disastri, come poi sempre fanno, nessuno ha colpa. Uno ha solo passato
informazioni. Un altro le ha solo ‘analizzate’. Un comitato ha solo deciso
secondo routines correnti. Che perseguitino od assassinino uno, o mille, o
milioni di soggetti, tutto è avvenuto secondo procedure correnti, secondo usi e
costumi degli apparti burocrati e militari... I manuali CIA sulle analisi di
Intelligence sono fatti benissimo, in apparenza. Belli, ben curati e
presentati, includono tutto. Solo che anche uno li studiasse anni, non sa poi
come si debbano analizzare informazioni per concludere qualcosa di davvero
utile, con un qualche senso pratico, senso pratico produttivo. ...Immaginatevi
pure come le cosiddette informazioni possano essere scritte e da chi... Ed
ognuno deve pure far finta che quello prodotto da altri sia perfetto. Ecco,
poi, a supposti specialisti di analisi Intelligence dei CC fanno sotto-corsi
NATO, od anche direttamente dei loro CC, sulla falsariga di questi ottimi
quanto inutili libroni della CIA-NATO, o dei CC, o simili. In genere, chi tiene
questi corsi di formazione conclude, dopo decine di inutili e retoriche
lezioni, che l’analisi è un’arte che si impara facendola, e che ...più
moderati, ponderati ed onnicomprensivi si è, più si evita di mettersi nei
pasticci. Se il singolo non capisse, glielo fa capire il superiore che, come
tutti, deve arrivare a fine giornata, a fine mese, a fine anno, e fino alla
pensione, senza avere noie. In Italiozia, tutto è facilitato, anzi reso più
complicato, dal fatto che sia i materiali giudiziari che i rapporti di polizia
e militari sono lunghi ed ampollosi, a volte addirittura infiniti. L’analista,
il cosiddetto analista, finché non lo mettono sotto pressione con date ed orari
ultimativi, può leggere, far finta di leggere, tirare giù riassunti e
rielaborazioni, per mesi ed anni, scrivendo davvero quello che vuole, purché
abbia qualche apparente raccordo con quello che è stato già scritto. Ovviamente
ciò che alla fine sarà scritto sarà quello che chi ha commissionato l’analisi
avrà detto di attendersi. Vuoi che ti dicano che uno è pericoloso, che è
innocuo, che ha la tale tendenza o che non la ha... ...beh, alla fine, chi
consegna l’analisi, non deve lasciar cadere nessuna possibilità ché se poi
l’oggetto dell’analisi ne combina qualcuna non si possa dire che l’analista aveva
certificato magari un’innocuità del soggetto. Su Roby non esistevano grandi
problemi perché gli analisti che avevano elaborato e rielaborato informazioni,
o pseudo tali, avevano ricevuto la direttiva che si trattava di obiettivo da
liquidare e che si doveva trovare il modo di liquidarlo, ma con lo State/Government-Organized
Stalking-Mobbing, non investendolo con un’auto. Per cui si dovevano
stendere liste delle sue supposte attitudini, preferenze ed avversioni per
usarle contro di lui. Nel caso di Roby, non era neppure così semplice e
lineare, perché ne aveano scritte di chiaramente strampalate e contraddittore.
Per cui, la povera Linnéa...
“Chi trovare per
infinocchiarlo...”, ecco la domanda che Linnéa si era posta. “Ecco qui hanno
scritto che non sono mai riusciti ad infinocchiarlo con donne, seppur lui non
sembri avere inclinazioni particolari...” “...Qui dicono che hanno pure provato
a farlo agganciare da froci che gli avevano mandato foto di loro culi e cazzi,
ma lui ha fato cadere la cosa, per cui o non ha interesse o non abbocca ad
approcci da parte di tali individui...”
“Sembra tutto
piuttosto misterioso...”, si diceva Linnéa. La stessa aveva messo i dati
supposti su Roby in un programma dei Servizi, delle Polizie Segrete, per vedere
che provocatore/i potessero affiancare al soggetto, e non era uscito nulla. O
non avevano nessuno o nessuno che si combinasse coi parametri sull’obiettivo
dell’operazione, qui Roby. Allentando od omettendo parametri sulla personalità
di Roby e lasciando solo quelli sugli interessi, o supposti tali, la situazione
non era migliorata. Il computer non buttava fuori nessun nome tra i possibili a
disposizione, in qualche modo, degli Squadroni della Morte tedeschi. Allentando
ancora i parametri sugli interessi e sui gusti, ecco che usciva fuori una
specie di frocio non del tutto frocio, un travestito non del tutto travestito,
un intellettuale nelle aspirazioni, seppur ben distante dall’esserlo. Un vero
pervertito e del tutto originale. Christian, un
quarantenne che... Beh alla fine, l’unica similarità con Roby è che sembrava
forse leggiucchiasse il francese. Sì, i parametri di ricerca li avevano proprio
allentati del tutto!
Beh, qui andiamo veramente sul difficile. Sul difficile e l’improbabile.
Eppur possibile visto che è realmente successo. Christian era uno dei tanti
ragazzetti che per un motivo o per l’altro era stato adocchiato da uffici
speciali della StaSi per usarlo contro le loro stesse famiglie e poi, magari,
per attività di spionaggio sociale ancora più importanti o supposte tali. Ai
bimbi della RDT veniva chiesto che cosa avessero visto in TV la sera prima.
Molti capivano ed inventavano per non dire che avevano guardato TV della
Germania occidentale. Altri, ingenuamente, abboccavano ed, involontariamente,
denunciavano le proprie famiglie. Altri ancora erano convinti e felici di
denunciare le proprie famiglie che deviavano dalla “moralità socialista”. Con Christian, come con altri,
quelli della StaSi erano stati diretti. Non appena gli avevano chiesto
informazioni sulla propria famiglia, lui era sbroccato in un lungo sproloquio
che, secondo lui, ai propri familiari non importava nulla del socialismo, che
avrebbero solo voluto fare soldi e che sognavano che crollasse tutto e la RDT
ritornasse nell’area del libero mercato, o supposto tale, ...sì, insomma,
all’ovest dove tutti erano pieni di soldi o così era creduto visto le scarsità
dell’est. Perfino quelli della StaSi erano restati un poco sconvolti da tale
zelo. Era comunque loro dovere d’ufficio dare credito ad individui così zelanti
ed illusi, dato che la StaSi prosperava
proprio sull’incoraggiamento dello zelo e combattendo ogni atteggiamento
tiepido, od addirittura di avversione, relativamente al regime. La StaSi
interveniva sia sui comportamenti ma, ancora di più, di fatto, su quello le
persone sembravano pensassero. Per cui, tutti dovevano fingersi zelanti ed
entusiasti sostenitori della RDT, od evitare, comunque qualunque cenno di
avversione. Non importa non vi credessero in tute quelle buffonate politicantiche.
Neppure a quelli StaSi ne fregava nulla, se non di preservarsi ed incrementarsi
stipendi e privilegi. Alla fine, tra l’altro, qui la StaSi, vedeva e valutava i
comportamenti, quello la gente fingeva di essere. Non potendo sapere quello le
persone veramente pensavano, avessero mai pensato qualcosa, alla fin fine, la
StaSi valutava quello le persone dicevano e sembravano pensare. Christian era
stato inserito in un programma speciale (ne esistevano tanti - le burocrazie
prosperano su programmi speciali o supposti tali) per giovani spie da coltivare
e promuovere poi per future attività del regime. Un ufficiale della StaSi si
era invaghito di Christian che pure aveva sdegnosamente rifiutato ogni
approccio, anche alla fine quelli espliciti (quest’ufficiale avrebbe voluto
metterglielo in quel posto), rivendicando che la propria morale socialista gli
imponeva di seguire una vita normale e riproduttiva per dare nuove leve al
regime, eppoi perché tale era quello veniva ritenuto da tutti, o così sembrava,
ortodosso. Christian tentò anche di denunciare ai livelli superiori
quest’ufficiale con preferenze particolari ma venne scoraggiato, lasciandogli
intendere che tutto si sarebbe rivolto contro di lui, lui il denunciante, e
tutto fu insabbiato. Le pratiche omosex, pur ufficialmente vietate alle masse,
venivano tollerate nella RDT, se uno aveva delle posizioni di potere
burocratico. Per cui, costui aveva sempre saputo coprire le proprie pratiche
devianti, fare cordata con altri come lui, difendersi ed attaccare, magari dicendo
che loro agenti di polizie segrete dovevano fingersi tutto pur di mascherare i
devianti veri. Se alla fine un Christian denunciava un frocio ben coperto, ben
protetto, nei fascicoli personali centrali veniva fatto figurare che i froci
erano i Christian mentre quelli erano stati denunciati come froci dai Christian
venivano presentati come degli abili agenti che avevano simulato per
smascherare i froci veri. Alla fin fine, il vero non è quello è vero ma quello
il potere burocratico, dunque una nota in un fascicolo personale centrale, fa
figurare come vero. Senonché la RDT, crollò, si disfece, col ritiro dell’Impero
Sovietico e l’annessione alla RFT, la Germania occidentale. Quest’ufficiale
disse a tutti, come fecero molti altri suoi colleghi, che in fondo lui era
sempre stato contro, dalla parte del popolo, che il suo era solo un lavoro
formale che lui faceva pure di malavoglia, anzi contrastando il regime di cui
sembrava fosse uno dei cani da guardia. Per mostrare il suo zelo ‘anti’ disse
che avrebbe denunciato pubblicamente alcuni giovanissimi zelanti dei programmi
speciali di spionaggio sociali. A lui interessava solo approfittare di alcuni
ragazzetti di cui si era invaghito e che avevano resistito alle sue intenzioni
sodomizzatorie. La gente lo sapete come è... Crede, o finge di credere,
comunque si uniforma, a tutti coloro vede in posizione ai autorità.
Quest’ufficiale era visto come uno di potere quando era ufficiale della StatSi così come era visto
come uno di potere ora che diceva di essere sempre stato anti. Tra l’altro.
come molti altri, era stato reclutato dalle Polizie Segrete delle Germania
occidentale, per cui continuava a fare quello faceva prima. Gli dettero pure la
copertura di dirigente di un ufficio del comune, sì che il suo status sociale
rimase immutato. Prima era temuto come un ufficiale della StaSi. Ora lo
vedevano come uno che, pure nelle nuove circostanze, aveva mantenuto il suo
potere. Inutile far domande, o lamentarsene. Il pidocchio medio vede il potere
e ad esso si sottomette supino e servile. In fondo, il cambio 1:1 tra marco
occidentale e quello della RDT, oltre ad altri meccanismi pubblici e no,
servivano a preservare pensioni, salari e ricchezze degli apparati statali
della già RDT, mentre sfondavano l’economia delle RDT. L’economia era sfondata,
non i privilegi accumulati dagli apparati pro-sovietici della RDT. L’operaio
restato disoccupato si trasformava in sussidiato dell’assistenza sociale
tedesca. Il super-pensionato dagli apparati militari e polizieschi, con
relativi immobili di proprietà, restava tale. Il cambio 1:1 serviva proprio a
quello! Questo già ufficiale della StaSi, restato sbirro segreto nella Germania
in via di unificazione e poi unificata, aveva dunque denunciato Christian. Lo
stesso giochetto lo aveva fatto con altri su cui aveva messo gli occhi ma
avevano resistito ai suoi desideri. Ed aveva pure detto a persone lo stesso
Christian aveva denunciato nelle sue attività di giovane delatore dei programmi
speciali della StaSi che era stato proprio
Christian a denunciarli, così provocando un piccolo tumulto contro lo
stesso. Al Christian lo avevano aggredito per strada per insultarlo e
malmenarlo, con quest’ufficiale che poi interveniva per ‘salvarlo’ dicendo che
ci avrebbe pensato lui a dargli la lezione che si meritava. Lo aveva dunque
trascinato a casa sua. Lo aveva gettato su un robusto divano che usava proprio
per quelle attività, gli aveva premuto la faccia contro lo stesso per
disorientarlo e sottometterlo mentre gli toglieva i pantaloni, e lo aveva
sodomizzato un paio di volte mentre lui, il già l’ufficiale StaSi, grugniva di
piacere col Christian che si era messo a piangere ed a conclamare: “No, no, io
resto un comunista, un socialista, un anarchico, un rivoluzionario. La mia
morale socialista mi vieta queste perversioni. Lasciami andare! Porco, porco!”
Ancora più eccitato da quella foga ribelle, o che sembrava tale, il già
ufficiale StaSi glielo aveva sprofondato nell’ano, usando delle supposte di
vasellina che usava per quelle transazioni, con ancora più gusto, gli era
sguazzato dentro e lo aveva sborrato nelle sue venute mentre grugniva di
piacere. Si era infine acceso una sigaretta al cannabis e si era pure concesso
delle libertà filosofiche: “Guarda, Christian, mi sei sempre piaciuto. Tu non
hai voluto ed ora mi hai obbligato a prenderti a forza. Vedi, in questo mondo,
o lo si mette nel culo o ci se lo prende. Il destino ha voluto che mi piacesse
il culetto puro ed immacolato dei giovanissimi. Se non ti è dispiaciuto, ed a
dire il vero mi sembrava che pur dapprima ribellandoti ci prendessi poi gusto,
mi farebbe piacere vederti di nuovo. Se invece ti fosse mai dispiaciuto, guarda
non c’è modo migliore di rifarsi che metterlo tu nel culo ad altri... Alla fine
la scelta è tua. Io ti ho voluto dare questa lezione... Lo facciamo per il tuo
bene. Noi che già abbiamo lavorato per la sicurezza dello Stato, e che magari
cooperiamo ancora con essa, cioè difendiamo tutti noi, siamo, alla fin fine,
dei filantropi, dei benefattori, degli operatori del bene comune. È questo che
ci rende felici... ...più che delle banali sborrate, ché potevo anche farmi una
sega.” Il già ufficiale StaSi aveva intercettato Christian qualche altra volta,
lo aveva portato a casa sua, e gli aveva poi fatto lo stesso servizio con
Christian che piagnucolava che non voleva che lui era qui, era lì, e non voleva
soggiacere a tali deviazioni della “morale socialista”. Christian viveva ancora
nella RDT, nella StaSi, che non esistevano più, ma che erano tuttavia lì, nella
sua testa, ben vivi e reali. Christian si era ribellato, aveva piagnucolato,
aveva conclamato che non voleva, eppure... ...eppure gli era piaciuto. Aveva
sempre sognato di essere sottomesso, di fare quello gli dicevano gli altri,
l’autorità, di essere obbligato a fare quello che si doveva fare. E che altri
lo apprezzassero. Il già ufficiale glielo aveva pure detto (lo diceva a tutte
le sue vittime): “Guarda che se ti è piaciuto, o se un giorno scoprirai che ti
piacerà, non c’è nulla di male. Oggi essere froci è un vanto, un vantaggio. Ti
si aprono nuovi orizzonti. Poi a Berlino... ...che è sempre stata una città di
froci, aperta al mondo. E tanto più in questa nostra Germania unita. Non c’è
neppure più bisogno di nascondersi. Che ti piaccia metterlo nel culo, o
prendertelo, o qualunque altra cosa, è tutto incentivato, favorito, coperto,
anzi scoperto, scopertissimo. Giova alla carriera e si aprono pure carriere
promettenti che al filisteo medio non ai aprono. Ti ho aperto la mente. Lo ho
fatto per te. Se poi tu ti sentissi... ti fossi scoperto o ti scoprissi...” Il
già ufficiale si era infine presto stufato di questo che gli toccava andare a
prendere e sottomettere a forza, o così sembrava. Svanita l’infatuazione, il
desiderio del nuovo che gli si era inizialmente rifiutato, lo eccitavano più
altri. Per cui non lo aveva più cercato, né preso e sottomesso. A casa, per
quel poco che quei genitori schifati ed anche impauriti da lui che li aveva
denunciati alla StaSi avevano a che fare con lui, lo avevano subito visto che
Christian era improvvisamente cambiato. Christian si era eccitato, mentre il
già ufficiale lo sodomizzava. Sì, insomma gli era piaciuto anche se non
spasmodicamente. Quell’essere preso a forza. Sentirsi sottomesso. Quella
penetrazione proibita. Se lo negava. Rifiutava quelle cose. Eppure gli erano
piaciute. Pur con un’aria del tutto maschile, passava ore davanti allo specchio
ad immaginarsi donna, a truccarsi da donna. Aveva cominciato a razzolare
ambienti di gayerie varie. Si era rifiutato per transazioni fisiche che pur gli
erano state proposte, perché se ne vergognava. Intanto chiedeva, ascoltava. A
casa stava sempre peggio. I suoi lo guardavano in un modo, mentre lui usciva
semitravestito da femmina. Il già ufficiale StaSi, saputo che Christian si era
messo a frequentare ambienti di pervertiti, aveva allertato i disservizi di
Polizia Segreta tedeschi per cui lavorava, ora nella Germania riunificata, come
prima nella RDT. Questi lo avevano direttamente contattato, avevano
direttamente contattato Christian.
- “No, no, no! Non ne voglio più sapere. Già mi hanno tradito quelli della
StaSi. Io ci credevo nel socialismo e nel comunismo, e che è successo? Mi hanno
tradito. È crollato tutto. Tutto sparito come si fosse costruito per mezzo
secolo il socialismo, anzi lo si stava costruendo, e poi ti dicessero, e ce lo
hanno davvero se non detto fatto, che era stato tutto uno scherzo. Mi avevano
avviato verso un percorso... E mi sono ritrovato solo. Pure in famiglia mi
disprezzano... Controrivoluzionari! Schifosi! No! No! No! Che cosa volete da
me! Non ne voglio più sapere!”
- “Si calmi, si
calmi, signor Christian. Ma che cosa si crede che noi si sia?! Anche noi stiamo
costruendo il socialismo. Da questa parte qua... Lo sa come è andata la guerra.
C’è chi si è trovato di là e chi di qua. Là operavate sotto il blocco dell’est.
Qui, noi, sotto quello dell’ovest. Ma entrambi abbiamo costruito, stiamo
costruendo, il socialismo. Lo chiamiamo Stato sociale. ...A noi lo hanno
spiegato a scuola, già all’asilo, fin dalle più tenera età. Io credevo che
anche da voi, all’Est. Ma, sì, vi avranno ben detto qualcosa. In fondo, siamo
tutti tedeschi. Non è che lo abbiamo deciso noi di essere divisi, oltre che di
essere un po’ dislocati verso ovest...”
- “Come?! Mi
venite a dire che non c’era alcuna differenza?! Voi eravate sotto
l’imperialismo!”
- “Uno di qua ed
uno di là. Lo vede anche lei che gli stessi partiti di governo sono tutti
sociali. Di là vi chiamavate, o vi chiamavano. comunisti. Qui
cattolico-sociali, socialdemocratici. Gli stessi liberali non è che poi abbiano
mai propugnato il liberismo selvaggio. Anche i liberali erano e sono
liberal-sociali. Alla fine è solo questione di sfumature. Nei nostri stessi
apparati, siamo pieni di comunisti, di anarchici, di rivoluzionari. Certo siamo
al servizio di tutti e della pace collettiva.”
- “E cosa volete
ora da me?! Siete come gli altri! Quelli volevano da me che mi mettessi, e mi
ci avevano messo loro, al servizio della militanza per una causa
rivoluzionaria, quella del proletariato. Poi è venuti fuori che avevano
scherzato. Dovevano sparare e schiacciarli coi carri armati quando è venuta
fuori tutta quella ribellione, che sembrava più grande di quello che fosse! No,
avevano scherzato! Da me, da noi, volevano tutto. E loro si sono fatti sbandare
da dei manifestanti. A volte mi viene il sospetto che le manifestazioni le
abbia volute la stessa StaSi per passare al servizio occidentale, anzi che
doveva già esserci passata. Oh, quel Helmut Kohl, pieno di soldi, che ha
corrotto tutto e tutti, pure il nostro socialismo della RDT comprandoci dalla
ed alla sua RFT revanscista ed imperialista. Anzi, non ci capisco più niente.
Magari avevano corrotto, da sempre, pure i sovietici. Va a capire...
...Sembrava che cambiasse tutto, mentre tutto andava avanti sotto altre forme.
Voi volete ora da me, continuare quel programma. Ma io, ora, non credo più a
nulla. Sono restato troppo deluso! Io ci credevo!”
- “Guardi, signor
Christian... Sappiamo... Capiamo... Le potrei dire che io condivido quello lei
dice. ...A noi interessa solo aprire un dialogo. Cerchiamo di farlo un po’ con
tutti. Non è che si sia cercato lei per qualche regione malevola. Questa nostra
Germania sociale è tale proprio perché cerchiamo di seguire, anche di aiutare.
In fondo c’è la cooperazione nazionale quando nessuno resta indietro, quando
nessuno è escluso.”
- “Ve lo avranno
detto che in quel programma RDT-StaSi si dovevano riferire circostanze e nomi e
pure in gran dettaglio. Certo, era per una grande causa, ...o così ci avevano
fatto credere... Crollato tutto, anche per me è tutto cambiato. Ora ho solo la
scuola, poi trovare un lavoro, anche se con tutta questa disoccupazione proprio
nella ex-RDT... Anche questo non lo ho capito. Ci avevate detto che si apriva
l’era delle prosperità. Certo ci avete inondato di soldi, però le industrie
hanno chiuso e la gente è restata a casa. Anche se c’è l’assistenza sociale, ci
sentiamo tutti insicuri, ora...”
- “Christian, sono cose complesse. Ci sono anche tanti... Non
lo dicono e non dicono nulla, magari sono gli stessi che fomentano il
malcontento... Ci sono tanti che ci hanno ben guadagnato. Certo qualche azienda
chiude quando si unificano due Stati che hanno preso strade così differenti,
...ed inevitabilmente hanno il doppio di tutto. ...Noi la pensiamo come lei...
...Anzi, forse, siamo pure più radicali... Purtroppo, sa, noi siamo degli
impiegati, in fondo... ...Sì rappresentiamo lo Stato, lo Stato in quello lo
Stato ci chiede di fare, in quel piccolo di nostra competenza, ...ma... ...ma i
misteri del Potere, i poteri del Potere, noi, io, non sappiamo neppure dove
stiamo. Oh, il governo... ...Sono poteri e responsabilità dei governi... Noi,
non ne possiamo nulla. Non è di questo che volevano parlarle... A
proposito, abbiamo visto anche alcuni suoi cambiamenti, come dire...,
esteriori.”
Christian avvampò
tutto.
- “Sarò ben
libero di abbigliarmi come credo!”
- “Certamente!
Noi rispettiamo tutte le sperimentazioni. Poi qui a Berlino... Ci interessa
pure seguirle. In fondo, il nostro
compito è capire, e convogliare tutte queste pluralità in un più avanzato
benessere.”
- “Volete
informatori come voleva la StaSi?!”
- “No. Vogliamo
solo capire. Tenerci in contatto. Ci fosse poi qualche esigenza particolare, a
volte chiediamo, in determinate occasioni, anche una collaborazione più stretta
ma, a quel punto, uno può prestarsi come dirci che non se la sente. Non ci
offendiamo né attuiamo ritorsioni. Non non è come ai tempi della StaSi.”
- “Ah, per cui
ora, magari avete saputo che sono andato in ambienti un po’ marginali, dove magari
non avete... ...e siete venuti da me perché volete sapere. Od anche di più...
Avete qualche cosa più particolare...”
- “No, no. Tutti
gli ambienti sono uguali dal nostro punto di vista. Siamo in buone relazioni,
anche strette, con tanti. Anche lì, non è che ci manchino... No, neppure
abbiamo qualche operazione dove ci occorrano... Noi non dobbiamo chiederle
nessuna assistenza speciale, non ora. Magari, mai. Ci creda. È solo per
stabilire un contatto. Può essere che nel momento di cercare un lavoro lei
possa avere bisogno di nostre indicazioni. Se già ci conosciamo, possiamo
sempre aiutarci reciprocamente. ...Noi, con voi, per questa nostra patria...
Lei come nostro rispettato cittadino...”
Christian già
allora aveva quella aria sviata, frocesca, di chi arrossiva i continuazione,
non solo nella faccia ma pure, ed ancor più, nell’animo. Gli piaceva essere
dominato. Pur svanita, con l’RDT, l’illusione StaSi, dunque di una sua carriera
lì come infamone coperto, non è che non desiderasse di fare il servile altrove,
anche nelle nuove condizioni, per il nuovo Principe, i nuovi padroni, le
‘nuove’ Polizie Segrete delle Germania unificata.
- “...Per cui,
signor Christian, se tutto va bene... ...se tutto va bene, ci teniamo in
contatto...”
Restò
silenzioso...
- “...Allora,
signor Christian, va tutto bene?!”
- “A dire il vero
no...”
- “Cosa non va
bene... Ci dica...”
Christian non ce
la fece più e proruppe in un pianto, ...un pianto disperato. Gli agenti, uno ed
una, che stavano parlando con lui, restarono un po’ allibiti, sebbene non è che
non fossero abituati a quelle situazioni. Per cui, attesero che la crisi si
esaurisse e restarono in attesa dí quello Christian aveva da dire.
- “Non ce la
faccio più, in casa...”
- “Ci dica, e
vediamo come possiamo intervenire...”
- “Voglio
andarmene via! La StaSi mi stava mandando in delle loro scuole, lontano dalla
famiglia. Già allora non ce la facevo più. Non avete anche voi delle scuole,
dei collegi?”
- “Signor
Christian, lei non è ancora maggiorenne. Se dovessimo togliere la patria
potestà ai suoi genitori, e non è neppure detto che noi si possa, che se ne sia
autorizzati dal governo, ...sa sono cose delicate..., sono cose che poi
lasciano traccie, tracce scritte. Noi preferiamo sempre degli approcci soft.
...Se lei ci dice che cosa succede, magari possiamo pensare qualcosa. E poi
vedere, in modo dinamico, se occorrano degli interventi pubblici...
...Innanzitutto ci dica che cosa succede in casa...”
- “Prima mi
dicevano che ero un infame, uno schifoso, un degenerato... ...Io volevo solo
aiutarli... Avevo solo detto alla StaSi che non è che fosse proprio una
famiglia rivoluzionaria... ...Non è che poi la StaSi abbia fatto loro nulla. In
fondo, nella nostra patria socialista non è che i controrivoluzionari, i
controrivoluzionari nell’animo, fossero massacrati in casa dalle milizie
comuniste. Io avevo solo segnalato, messo sull’avviso. Era la pura verità.
...Ora, da qualche tempo, mi guardano in un modo... A qualcuno è pure scappato
detto in mia presenza. Mi dicono che sono un frocio, che la StaSi mi ha fatto
frocio... ...Mi deridono, mi deridono sempre più...”
I due agenti
delle Polizie Segrete tedesche la conoscevano la storia del già agente StaSi
che lo aveva preso a forza e di lui che, pur lì per lì non consenziente, ad
altri livelli aveva forse gradito. Poi sapevano che aveva cominciato a
truccarsi, ad abbigliarsi in modo un po’ equivoco, non propriamente maschile.
Non potevano certo dirglielo direttamente:
- “Signor
Christian, se lei potesse dirci... Ecco, farci sapere, se queste ultime,
...diciamo... evoluzioni nel comportamento dei suoi dipenda dalle vecchie cose,
da quando lei avrebbe riferito su di loro per salvarsi e salvarli, oppure se ci
siano stati dei fatti nuovi...”
- “No! No! ...Non
potete obbligarmi a... Non voglio dire nulla. Sono cose mie...”
- “Non ci
fraintenda signor Christian, è solo per capire, per sapere quello i suoi
pensano, perché la trattino così. Non vogliamo sapere... non ci dica nulla di
strettamente personale. Ci faccia solo capire quello le dicono i suoi, cosa
pensano, cosa le fanno...”
- “Mi dicono che
sono un frocio e lo vedo che mi guardano con ancora più disprezzo di prima. Io
voglio essere libero. Truccarmi e vestirmi come credo. Invece loro...”
- “...Sono
normali conflitti tra nuovi stili di vita e le visioni tradizionali...”
- “Sì, ma è che
io non ce la faccio più. Non potete farmi andare distante?”
- “Non è così
semplice... Guardi, noi le chiediamo di finire le scuole medie superiori.
Intanto diviene maggiorenne. Magari possiamo darle qualche piccolo aiuto, o
vedere se qualche assistenza sociale, ...assistenza sociale e familiare..., può
darglielo. ...Una cosa è se lei se ne va di casa di sua iniziativa ed i suoi
non vengono a riprenderlo. Altrimenti, non è che noi possiamo togliere loro la
patria potestà senza seri motivi. Magari, se lei ne parla con persone che
frequenta, con associazioni eventualmente...”
Alla fine gli
allungarono e gli fecero allungare qualche soldo. I disservizi di Polizia
Segreta lo usarono come informatore in ambienti frocio-anarchici. Lui,
Christian, si compiaceva sempre più nel travestirsi. Il travestirsi non è che
gli giovasse dal punto di vista di trovarsi attività lavorative. Trovò qualche
occasionale e marginale occupazione in circuiti di pervertiti. Ma, in genere,
visse di assistenza sociale come molti fanno nella ex-RDT ed a Berlino.
In quel fine
ottobre ed inizio novembre 2013, Linnéa consultava febbrilmente la sua lista di
informatori e provocatori per vedere chi potessero mandare dove alloggiava Roby,
lì all’ostello. Secondo i parametri standard che inserivano in quei casi, non
usciva davvero nessuno. Per cui provarono a vedere nell’area dei simulatori, sì
da poter far simulare a qualcuno gli interessi aveva Roby e, dunque, si
dicevano, secondo le psicologie d’accatto del mondo del terrorismo di Stato,
suscitare un qualche interesse da parte di Roby. La tecnica era la solita da
pervertiti dei CC e degli altri disservizi delinquenziali della NATO:
l’importante è che il bersaglio parli con qualcuno sì che noi si possa poi
usare qualunque cosa dica per metterla a fascicolo ed usarla per continuare
l’operazione. In realtà, le persecuzioni le possono continuare come le hanno
iniziate, cioè senza alcun elemento le possa giustificare. Eppure, le burocrazie
si auto-dicono che necessitano di pezzi di carta e che questi debbano sembrare
prodotti da fonti terze.
Tra i simulatori
ne uscì, proprio quando forzarono il software a produrre almeno un nome, e pur
con l’allarme che andava in qualche modo condizionato o ricondizionato perché
non era proprio adatto per quanto richiesto, questo travestito del tutto
pervertito Christian, che passava le giornate a sfogliare riviste femminili ed
a cucinare cose impossibili che lo facevano scorreggiare in continuazione. Viveva
in una specie di comune frocio-anarchica sulla quale passava informazioni del
tutto inutili ai disservizi degli Squadroni della Morte del governo tedesco.
Era dunque destinabile ad altro incarico.
...Appunto... Non
avevano chi mandare. Il software diceva che dovevano mandare a Roby una
fichetta, o delle fichette, e pure con qualche qualità da vari punti di vista.
Linnéa vide che a disposizione per ogni uso avevano solo delle troiazze e pure
repellenti. O se non repellenti, piuttosto sul volgarotto aperto e del tutto
incapaci di concludere alcunché. Tanto meno a parlare degli interessi che Roby
risultava avere anche solo dallo squinternato fascicolo dei CC. Non è che
potessero prendere un accademico, e che non fosse un accademico raffazzonato ed
ignorantucolo come tanti sono, e metterlo in un camerone di un ostello.
Linnéa si disse
che a quel punto, tanto poi non è che avessero nulla da scoprire ma era solo
un’operazione di persecuzione e pure senza alcun motivo razionale, né alcuna
razionalità di alcun tipo [Linnéa si disse che magari Roby aveva sedotto ed
abbandonato qualche nipote di qualche governante, e che dunque non potevano
scriverlo, né dirlo, che il motivo del tutto erano solo faccenducole personali
e personalistiche] potevano mettergli in prossimità, nel camerone dell’ostello,
un frocio travestito, e pure senza attitudini a socializzare cogli altri. Ciò
sulla base del solo fatto che tale frocio travestito leggiucchiava pure in
francese ed esibiva quotidiani e riviste. Anzi, si disse Linnéa, ...Linnéa si
disse che lei era furbissima, per cui, mettendogli in prossimità un frocio e
che non socializzava potevano pure vedere veramente se mai Roby avesse mai
avuto o maturato qualche propensione in direzione di preferenze diciamo non
ortodosse. Oppure, se mai Roby ne avesse avuto qualche fobia ecco che avrebbero
potuto ‘accusarlo’ di frociofobia. Linnéa si disse che era la sua grande
occasione per scoprire qualcosa di nuovo sebbene, alla fin fine, aveva capito
che, salvo proprio favorevoli imprevisti del destino, non ne sarebbe uscito
nulla che potesse giustificare un 35 anni di persecuzione. Quanto alla
costruzione del personaggio, Linnéa si disse che, dato che a Christian piaceva
leggiucchiare, potevano iscriverlo a Scienze Politiche, che era il tipo di
studi universitari aveva a suo tempo intrapreso e concluso Roby anche se con
interessi (nel caso di Roby) oltre il politico-politico, e dargli la lista di
tutte le cose in cui, almeno in parte, lui [lui Christian] poteva simulare
interessi. A quel punto, secondo la teoria o pseudo-teoria che le affinità si
attirano, magari Roby avrebbe detto qualcosa a Christian sui suoi [di
Christian] studi ed avrebbero dunque visto che cosa, da lì, fare o montare, mai
fosse arrivato l’ordine di montare qualcosa. Linnéa, sia dal fascicolo, che dai
pochi elementi le erano arrivati “sul campo”, aveva già avuto l’impressione di
essere stata imbarcata in una cosa senza senso e da cui non ne sarebbe uscito
nulla. Comunque, aveva l’ordine di fare quel le avevano ordinato di fare.
Dunque doveva andare avanti. Era il suo lavoro di funzionaria del VB.
Linnéa contattò
l’assistenza sociale e disse loro che dovevano mandare a Christian una lettera
dove gli comunicavano che non lo avrebbero pagato ulteriormente. Cosa che
l’assistenza sociale fece subito. Allertarono pure dove lui abitava. Erano
tutti individui a disposizione di Polizie Segrete / Squadroni della Morte.
Dissero loro che andava sbattuto fuori in qualche giorno. Non fu difficile.
...Camminava in casa coi suoi pesanti tacchi da stivaletti da donna e calzature
simili... Lo lasciarono friggere due giorni e poi lo contattarono.
- “Signor
Christian, ci serve il suo aiuto... ...questa volta in un incarico di una certa
importanza...”
- “...Sono
disperato! Mi hanno revocato l’assistenza sociale e non sono riuscito neppure a
sapere perché. Mi mandano da un ufficio all’altro e sembra che nessuno sappia
nulla! ...Pure dove abito...”
- “Ma non è
possibile! L’assistenza sociale non è che possa essere revocata. ...A meno che
lei ora non lavori...”
- “Ma no! Cerco,
cerco, ma poi tutti mi sbattono la porta in faccia! ...È quello che ho detto
loro. ...Che non è possibile mi lascino così a secco, senza una lira. Ma sembra
che nessuno ne sappia nulla né possa far nulla. Mi dicono tutti che ho ragione
ma poi sembra che nessuno riesca a fare nulla per ripristinare i sussidi.
Proprio non capisco!”
- “A volte sono i
computer che vanno in tilt. I programmi hanno dei bug e poi sembra che nessun
possa farci nulla. Guardi, ce ne possiamo interessare noi e vedrà che tra
funzionari statali ci si intende sempre e mettono tutto a posto. Intanto, se ha
qualche urgenza, possiamo vedere noi, coi nostri fondi speciali...”
- “Davvero?!
...Se vi interessate voi e siete sicuri che potete mettere tutto a posto...”
- “Ma certo!
Guardi, non si preoccupi. Parliamo piuttosto di questa nuova operazione. Vedrà
che lei è perfetto.”
- “Ditemi. Se è
qualcosa che posso fare...”
- “Sa, abbiamo
sempre pensato che lei abbia un futuro promettente. Invece ci sembra che si sia
come un poco adagiato.”
- “A vivere nella
precarietà... Poi, ora che sembrava mi avessero pure tolto quei pochi soldi che
lo Stato mi dà... Ma siete proprio sicuri che voi ora mettete tutto a posto?!”
- “Christian,
sono sui diritti. Per cui, se è solo un disguido, magari un bug del sistema
informatizzato... ...Sa, tra funzionari pubblici a volte ci si intende
meglio... La consideri come una cosa già fatta. Li chiamo subito, appena finito
con lei, ora. Se le devono dei soldi, in pochi i giorni le danno quello hanno
mancato di darle e poi tutto riprende come sempre. Se poi non ci fosse proprio
nulla da fare, noi abbiamo dei fondi speciali. ...Con un cittadino esemplare
come lei... Ma non ce ne sarà bisogno. Ci sono loro e continueranno a pagarla
loro, quelli dell’Assistenza Sociale.”
- “Ah, bene!
Benissimo! La ringrazio... Mi diceva...”
- “Le
interesserebbe fare l’università? Per esempio, iscriversi a Scienze Politiche?”
- “Certo!
Calzerebbe coi miei interessi! È solo che anche se dicono sia tutto gratis, ci
sono pur sempre le tasse di iscrizione. E poi, ben più onerosi, i costi dei
libri... Sa, mi ero informato. Ma poi avevo sempre lasciato cadere la cosa.”
- “Lo sappiamo.
Invece questa volta... Ovviamente faremo noi fronte alle sue maggiori spese.”
- “Avere bisogno
di me all’università? Ma che cosa devo fare?”
- “No, no. Non è
quello. Lo sa che noi abbiamo sempre rispettato la sua dirittura morale, la sua
onesta anche interiore... È proprio per questo che noi la ammiriamo. Lei deve
solo interpretare un personaggio. Che poi è lei, lei stesso... ...Solo essere
sé stesso. Vede, lei ha tutte le caratteristiche del brillante intellettuale.
Noi conosciamo i suoi interessi e le sue attitudini. È che come in tutte le
attività c’è bisogno di un pezzo di carta, di dei diplomi. Per cui, un passo
per volta... In realtà, non occorre che lei debba fare nulla. Deve solo farsi
la sua università. E far sì che vedano che la fa. Magari farsi vedere con
qualche altro libro o pubblicazione, o quotidiano. Ma tanto siamo sempre nel campo
dei sui interessi culturali. Tra le caratteristiche di questo personaggio lei
deve interpretare, che poi è lei, lei stesso, per cui neppure sarebbe una
finzione, c’è che debba essere studente di Scienze Politiche, magari simulando
appena, se lei non lo ha, anche qualche interesse verso l’economia. Ma anche
qui non è detto si debba simulare nulla perché, a Scienze Politiche, un po’ di
economia è poi obbligatoria per tutti. Ci sono anche altre cose che le diremo
in modo compiuto. Lei fa l’università ed intanto interpreta al personaggio di
un giovane intellettuale con interessi le diremo, che poi è il vero lei. Lei è un giovane intellettuale.
Abbiamo una lunga lista di dettagli, di interessi. Ma, le ripeto, sono poi i
suoi. Se se manca qualcuno non è infine un grande problema... I nostri esperti
ci dicono che son sicuri che poi il nostro bersaglio, il nostro target di
interesse, la contatterà. Non deve far nulla di particolare. C’è solo un
requisito, come dire?!, logistico. Deve abitare dove abita il nostro target, in
un ostello... Speriamo non le spiaccia.”
- “Anche se ho
tante cose, tanto bagaglio, dove sono ora me ne devo andare. È che non sto
trovando nulla, per cui, magari, alla fin fine...”
- “Dunque, ci dà
la sua disponibilità?”
- “Non ho solo
capito che cosa succeda quando quello mi contatta.”
- “Ah, nulla.
Magari imbastirà qualche discussione. Nulla d’altro.”
- “Non è che sia
una cosa pericolosa o che si siano cose che ora non mi diciate?”
- “No, no.
Assolutamente no. Lei dovrà ostentare, di tanto in tanto, certe pubblicazioni,
del tipo di Le Monde, Le Monde Diplomatique, anche della stampa
in inglese, libri etc. Che poi sono i suoi interessi, gli interessi di lei
signor Christian. Ci dicono che sono sicuri che lui le parlerà. Magari le
chiederà come siano la sinistra o la politica qui. Lei può dire o non dire quel
che crede. Non ci sono vincoli particolari. Noi le diremo, magari pure le
daremo, le pubblicazioni di cui lei deve circondarsi ed anche lasciare, dopo
che le ha lette o quando non le servono più, dell’area dell’ostello frequentata
dal nostro target. Tutto lì. I grandi esperti ci dicono che sono sicuri che...
Ah, detto tra noi, se poi quello non la contattasse, non succede nulla. Noi
abbiamo obbedito alle indicazioni dall’alto. Lei ha ostentato le pubblicazioni
che noi le abbiamo detto e magari pure dato. Noi siamo a posto. Lei è a posto.
Lo prenda come un esperimento del tutto innocuo, quale poi in effetti è. Sa,
come quelle ricerche sul campo che a volte fanno gli accademici. Solo che qui siamo
noi che glielo chiediamo, sempre che lei voglia ovviamente. Intanto lei si è
iniziato l’università e poi la continuerà fino alla conclusione ed al diploma,
se crede. Non ci sono rischi. Neppure nulla che possa violare i suoi principi
morali. Noi lo abbiamo capito da sempre che lei è una persona retta, speciale.
Non ci deve riferire di nulla e di nessuno. Per lei, ci sono solo vantaggi. C’è
solo questo vincolo che deve stare all’ostello, che magari le paghiamo noi. No,
anzi, di sicuro lo paghiamo noi. Glielo dobbiamo, in fondo. Lo paghiamo a lei
direttamente per cui nessuno ne sa nulla, neppure l’Assistenza Sociale. Sì,
magari è appena pesante, talvolta, stare in un ostello... ...Magari no... Lì,
al Sunflower, c’è spazio ed è tutto come nuovo. Se poi lei mi diceva che doveva
cambiare casa e non trovava. ...Diciamo non oltre la fine dell’anno prossimo.
Anche prima se lui la contatta, o se quello se
ne va, o se si esaurisce, in qualche modo, la necessità che lei stia nei
dintorni immediati del target. Se ci dà la sua disponibilità, passiamo alla
fase operativa. Dunque l’iscrizione all’università che sta iniziando proprio
ora ed il trasferimento all’ostello nei prossimi giorni.”
- “Va bene. Voi
mi aiutate a ripristinare l’assistenza sociale ed all’università, inclusa ora
l’iscrizione, ed io mi muovo all’ostello non appena volete per interpretare il
giovane intellettuale... ...cioè per essere me stesso.”
Ed ecco che prima
della metà di novembre 2015, una mattina, caricarono tutte le cose di Christian
su un furgone e lo accompagnarono, col suo voluminoso bagaglio, al Sunflower
Hostel.
All’ostello,
Linnéa aveva già allertato Marco Gonzalez:
- “Ci occorre un
letto nel dormitorio dove è Roby, e per tutto il periodo il Roby resterà lì.
Mandiamo un nostro collaboratore. No, non è neanche un collaboratore, un amico
informale, che sia noi che voi chiameremo col nome convenzionale di Diedlind e ci riferiremo a lui come ad una ragazza.
Anagraficamente è un uomo, Christian, ma lui ha assunto una identità femminile.
Per cui dobbiamo evitare di contraddirlo... E poi, come dire..., per
convenzione operativa, il signor Christian è, d’ora in poi, una ragazza e si
chiama Diedlind. Sia tra di noi, che con lui, anzi lei, e gli altri, ci
riferiremo a..., a Diedlind come ad una ragazza e col nome di Diedlind.”
- “Ma questo Roby
è ricchione?”
- “Cosa c’entra?”
- “Se mandate un
travestito come agente speciale...”
- “Ah, ho
capito... No, non ci risultano particolarità rispetto a Roby. Non abbiamo
grande informazioni su questi aspetti, ma non risultano, come dire...,
deviazioni della cosiddetta normalità.”
- “È perché
allora gli mandate un frocio e travestito. ...Sarà un grande agente speciale se
non avete di meglio, suppongo.”
- “Guardi, signor
Gonzalez, se lei è un grande patriota tedesco, come lei stesso ci ha
confermato... ...ecco, si deve fidare del governo, di noi. Noi, in fondo,
obbediamo ad ordini. Abbiamo incartamenti, ...devo averglielo accennato..., che
a volte sono quello che sono. Poi ci sono dei grandi specialisti, anzi dei
super-specialisti, o che come tali ci sono stati presentati e dunque noi
dobbiamo assumerli come tali, che ci dicono una cosa e l’altra. A volte devono
essere troppo grandi come intellettuali perché pure noi, che qualche scuola
l’abbiamo fatta, non capiamo bene in concreto che cosa suggeriscano di fare...
Il caso di questo Roby è una cosa che ci è stata affibbiata. Dobbiamo obbedire.
Ci dicono di fare certe cose...”
- “Mi scusi, non
volevo...”
- “Non importa. È
normale che ci si pongano delle domande. La signorina Diedlind non deve fare nulla di particolare. Sta lì...
...Ah, a noi interessa, per ora, solo se questo Roby parla con qualcuno che
cosa gli o le dica... Ecco, se potesse, nel caso farci sapere...”
- “Questo
significa che devo, dobbiamo, magari avvicinarlo o farlo avvicinare e vedere di
fargli dire qualcosa?”
- “No, guardi. A
parte che dubitiamo che possa dire alcunché di qualche interesse per noi, la
nostra procedura è appena differente. Nessuno deve sollecitarlo, perché non è
un idiota, anzi è uno che capisce subito. Anche se non è che dirà nulla,
...come dire..., nulla di sensibile, fateci solo sapere se parla con qualcuno e
che cosa ha detto. ...Ma senza dire a nessuno che ci sia qualcosa da scoprire.
...Appunto, è una cosa appena diversa. Confidiamo nella sua intelligenza,
disponibilità, pure nella sua disciplina come noi che dobbiamo sempre obbedire,
e che ci faccia subito sapere qualunque cosa, anche irrilevante, ma senza
sollecitare nessuno a farlo parlare su alcunché di specifico. Ah, per il letto
di Diedlind date una fattura od un conto a lui di
quello deve pagare. Noi non ne sappiamo nulla. Non è uno dei nostri. È solo una
amica che era restata senza casa... Ci occorre anche un posto al piano
superiore, diciamo più o meno sulla verticale di dove è Roby, per quanto anche
fosse un po’ più in là non dobbiamo fare nulla di speciale. Sono nostre
procedure operative. Per quel posto, che faremo coprire da nostri soggetti
differenti, vi daremo noi il nome di un’agenzia turistica cui inviare il conto.”
- “Va bene, non
ci sono problemi. È stagione morta, per cui ci sono tutti i posti che volete e
resteranno a vostra disposizione finché voi ne avrete bisogno. ...Uno per la
signorina Diedlind, nello stesso dormitorio di Roby,
ed uno al piano di sopra, più o meno sopra Roby. Diteci quando arrivano. Per
noi qualunque giorno va bene.”
- “Bene. A
risentirci.”
Il travestito,
Christian, arrivò prima della metà di novembre 2013. Idem quello al piano di
sopra, con un visore NATO per guardare attraverso i muri, che non venne
tuttavia usato per le solite battiture dal piano di sopra, né da locali
affianco. Serviva solo per dare una generica occhiata e per controllare lo
stesso travestito.
L’arrivo di
Christian/Diedlind fu una cosa spettacolare. Fisico
e forza tipicamente maschili, pur con abbigliamento femminile, capigliatura
idem [idem femminile], e incedere con falcate pesanti e naso all’insù da chi
non vuole dare confidenza a nessuno ma anzi si aspetta di esser eventualmente
agganciato. Come di quelle signorine che sembra non abbiano interesse per
nessuno, pur pensando in continuazione, ossessivamente, che dei corpi le
avvolgano, le trattengano con decisione e fermezza, e dei cazzi entrino loro
dentro a sconquassarle con energia.
Roby lo capì subito che era uno mandato dagli Squadroni della Morte del
governo tedesco-NATO. Arrivò con varie borse e zaini, con scatoloni, con
piante, libri e riviste. Pure con la bicicletta. Occupò non uno bensì tre
stipetti e pure super-stipati perché aveva troppe cose. La bicicletta la tenne
per vario tempo in un corridoio dei bagni, fino a che qualcuno nuovo ed ignaro,
non il Marco Gonzalez che aveva l’ordine di dare copertura totale, gli disse di
spostarla e lasciarla nel cortile come tutti. Opuscoli e libri del primo anno
di Scienze Politiche talvolta li abbandonava, perché dunque fossero presi da
altri interessati. Quotidianamente faceva il giro di fondazioni, centri di
ricerca, musei, teatri, cinema culturali, e lasciava opuscoli e volantini in
bella vista negli spazi comuni del piano. Passava ore nei bagni a radersi, dato
che era piuttosto peloso, ed a pettinarsi ed abbigliarsi. Passava anche ore
nella cucina dove cucinava e poi si metteva vistosamente a leggere libri
giornali ed opuscoli. Esibiva non solo la stampa tedesca ma anche, come da
istruzioni ricevute dagli Squadroni della Morte del governo tedesco-NATO,
specificatamente da Linnéa, Le
Monde e Le Monde Diplomatique,
oltre a quotidiani e riviste in inglese. Come da istruzioni ricevute, faceva
pure il giro di centri culturali cinesi ed orientali. Beh, non potevano trovare
uno che conoscesse un po’ di cinese, per cui si limitava a raccattare e ad
abbandonare, nell’area comune del piano (in pratica sul tavolone e panche
dell’area annessa alla grande cucina e sul piano sopra il termosifone della
finestrona lì affianco), opuscoli di corsi di lingua e cultura cinese, e cose
simili. Poi, nell’ora dei corsi dell’università, della Humboldt-Universität,
correva alla bicicletta ed alle lezioni. E solito giro quotidiano a raccattare
opuscoli, e nei supermercati dove comprava raffinate cose vegetariane mescolate
a cosacce come i bastoncini Findus da friggere. Un po’ le cosacce che mangiava
(avrebbe dovuto abbondare in riso, meglio se glutinoso, visto la continua
produzione di aria, o metano, nello stomaco e dintorni), un po’ l’analità
frocesca repressa, fors’anche negata, un po’ la sua costituzione naturale,
scorreggiava in continuazione, a tutte le ore, ed in tutti i luoghi. Cercava di
mascherarsi tenendo le finestre sempre aperte anche in pieno inverno. Erano
solo problemi di scorregge. Sarebbe bastata un’alimentazione centrata sul riso.
A parte quest’ultimo aspetto, la solita trasandatezza delle Polizie Segrete
tedesche imprecise ed arraffone, ignoranti e corrotte, per cui non si preoccupano
dei dettagli, beh non si preoccupavano neppure della sostanza ‘macro’ (non solo
dei dettagli), il povero travestito Christian/Diedlind
era proprio un personaggio da manuale, nel senso che fatto il manuale poi devi
far finta che ci sia uno che lo interpreti, anzi da manuale da farsa. Gli
avevano dato la lista di quello doveva esibire. Beh, si erano dimenticato la
computeristica. Ah, no, c’era in fondo alla lista. Ma non sono cose si
improvvisino sebbene uno avrebbe potuto far finta. Pur non vecchio, era di
culture imprecise ed arcaiche. Non era ancora entrato nell’era dei computer.
Neppure in quella del telefonino. Neppure Roby in quella del telefonino.
Invece, di computer, informatica, programmazione ecc, era piuttosto esperto, di
certi aspetti ovviamente, essendo un campo talmente vasto che non è si possa
padroneggiare tutto. Dato che nella lista gli avevano dato gli Squadroni della
Morte del governo tedesco-NATO, specificatamente Linnéa, vi erano dei
riferimenti all’elettronica ed alla computeristica, Christian/Diedlind aveva poi cercato di esibire qualcosa. Non
era riuscito ad andare oltre a radio o televisorini per ascoltare notizie,
musica classica e qualche programma TV per massaie. Solo dopo mesi e mesi si
era procurato un computerino, tipo tablet o giù di lì, che usava essenzialmente
per vedere film in genere durante la notte, nel letto. Sì, l’aveva un po’
esibito come da istruzioni. Ma poi lo usava per film e null’altro. La persona
comune, l’ignorante comune più che altro, non capisce che i computer non solo
la stessa cosa dei tablet e dei telefonini.
Le istruzioni
(raffazzonate, vaghe ed imprecise) per imitare gli interessi di Roby gliele
avevano date, a Christian/Diedlind. La stessa
Linnéa ci aveva capito poco, e le era sembrato inverosimile che Roby potesse
avere tali e tanti interessi. Non che Roby fosse un genio. Ma la sua curiosità
lo aveva fatto un po’ tuttologo. Di alcune cose di era esperto. In tante altre
aveva razzolato. Altre ancora non le conosceva né fingeva di conoscerle. Non
era uno che bluffasse. Aveva imparato, giusto o sbagliato che fosse, che è
sempre meglio ostentare meno di quello si sa, per evitare sorprese. Inutile,
per Roby, dire di conoscere cose non conosceva. Ma, appunto, tante od un po’ le
conosceva.
Alla fine, per
quella ‘grande’ missione speciale, avevano trovato chi avevano trovato, un
travestito un po’ maniaco, che aveva razzolato ambienti frocio-anarchici
tedeschi, che conosceva un po’ di inglese e di francese, che leggeva un po’ di
letteratura e che ambiva, tra travestimenti e riviste femminili, a sembrare una
troietta di cosiddetta “buona famiglia”, appunto una cosa da riviste femminili.
Roby, anche senza essere un genio, leggeva, studiava, scriveva, sia di storia
che di scienze sociali, frequentava pure talune materie scientifiche, si era
subito appassionato ai personal computers appena erano usciti, e non solo come
generico utente, avendo già prima frequentato dei corsi di programmazione.
Roby si era
subito spanciato dal ridere alla comparsa di Christian/Diedlind che cercava di far sentire la sua presenza
(abbandonando libri, di solito non di gran livello, ed opuscoletti, dépliants e
volantini sia politico-sinistri che su eventi culturali e musicali, soprattutto
di musica classica) ma senza entrare in contatto con nessuno, tanto meno con
Roby dato che gli ordini erano di farsi agganciare. È che Roby non aveva alcun
interesse ad agganciarlo, né come travestito né per i suoi supposti interessi
ostentati coi materiali di cui disseminava le aree comuni del piano e del
dormitorio. Era chiaro che era mandato. Meglio lasciarlo friggere sulla sua
padella. In effetti, in cucina, Christian/Diedlind
era sempre a friggere, oltre a farsi degli strani intrugli che tuttavia non gli
alleviavano le flautolenze continue.
Qualche settimana dopo, forse ancora a novembre, forse a dicembre 2013, era
arrivato lì il classico filisteo-nazista tedesco. Werner era nato nel 1941
nell’area tedesco-baltica, in territori poi presi dai russi. Con la ritirata
tedesca, la famiglia si era spostata ad ovest e si erano stabiliti in aree poi
della RFT, la Germania occidentale. Nazisti. Di quelli divenuti, con la fine
della guerra, democristiani, democristiani alla Konrad Adenauer. Aveva pure la
faccia simile a quella di Adenauer. Lo sapete come è il tedesco, beh anche
altri. Dai loro un ordine e si uniformano. Se devono divenire nazisti, lo
divengono tutti. Anche chi lo diventa meno, comunque si uniforma. Finita l’era,
con le occupazioni militari ‘anti’, dai loro un altro ordine ed ecco che divengono
tutti ‘democratici’, democristiani, o socialdemocratici, o liberali, od altro.
Sono sempre gli stessi, piccoli cagnolini, od anche rapaci se lo ordinano loro,
obbedienti. Beh, è così un po’ in tutto il mondo. Werner aveva poi fatto
ingegneria, ingegneria meccanica, perché trovava altri campi scientifici ed
ingegneristici troppo difficili per i propri interessi ed attitudini. Come tale
era stato assunto alla Siemens ed anche mandato all’estero. Più che altro
faceva il kapò. Infatti lo chiamavano “il nazista”, quando aveva lavorato come
ingegnere della Siemens in Australia. In Australia, vi era andato con famiglia,
moglie e figli. Tuttavia, qualunque ne fosse il motivo, né durante il soggiorno
in Australia, né successivamente, la lingua inglese aveva fatto alcuna strada
nella sua testa. Infatti non la conosceva, neppure un po’. Lui diceva di
conoscerla. Ma non era in grado di parlarla, di leggerla, di capirla, di
scriverla, neppure un po’. Neppure ci provava. Aveva poi raggiunto l’età della
pensione, la moglie era morta, lui non aveva particolari interessi personali da
seguire ma, nel contempo, non voleva restare solo. Pur avendo una lauta
pensione Siemens, non voleva vivere da solo in una casetta, od in un
appartamento od appartamentino, e, poi, andarsene al dopolavoro Siemens, cosa
che comunque non disdegnava. Scartata la possibilità dei figli, e di altri
parenti, che evidentemente preferivano vivere per conto proprio, e non con lui
in casa, aveva adocchiato una vietnamita più giovane di lui pur non giovanissima.
Forse aveva prima lavorato da loro come domestica, pur non essendo una senza
studi. I viet della Germania occidentale avevano seguito le classiche trafile
dei profughi, usciti in vario modo dal Vietnam di cui non gradivano il regime
mafioso e terroristico di Hanoi. Quelli della Germania est erano stati
comprati, in pratica. In cambio di forniture industriali che il Vietnam ‘rosso’
non sapeva come pagare, si erano fatti mandare migliaia di operai ed operaie
per le fabbriche della Germania est. Ad ovest, avevano i turchi, oltre agli
italiani etc. Ad est, avevano i viet. Con la scomparsa della RDT, in teoria i
viet dati in prestito dal regime di Hanoi avrebbero dovuto rientrare. Ma si sa
come vanno queste cose, anche in Germania. Una parte si era ingegnata per
restare, o comunque per estendere la permanenza in Germania. Werner aveva
conosciuto questa vietnamita, che parlava perfettamente il tedesco, e doveva
avere fatto pure degli studi. Le aveva proposto di sposarla, “senza sesso”, una
di quelle cose di reciproca convenienza ma appunto senza transazioni fisiche.
Lui si riteneva evidentemente troppo vecchio per attività sessuali. Lei doveva
avere messo in chiaro che lei lo avrebbe affiancato magari come una figlia, pur
formalmente moglie, dunque col permesso di scopare in giro, seppur
discretamente, e pure di restare incinta. Lui aveva bisogno della domestica o
badante, pur non essendo inabile. Lei si deve essere fatto il conto che con la
lauta pensione di lui, magari pure trasferendosi in Vietnam, se la sarebbe
passata piuttosto bene sia con lui in vita, che quando lui fosse scomparso, coi
soldi di sicuro messi da parte con lui in vita. In Vietnam, i salari sono
quattro volte minori dei già bassissimi, al cambio occidentale, salari cinesi.
Per cui con una lauta pensione tedesca, in Vietnam si è ricchissimi,
soprattutto se si vive con una vietnamita che ti fa vivere tra i viet ed ai
prezzi viet, non in aree speciali per occidentali e con fitti occidentali.
Essì, infatti si erano poi trasferiti in Vietnam, ad Hanoi, dove lei aveva
avuto almeno pure una figlia. Lui la chiamava “la mia bambina” ma non era sua
figlia. Era un matrimonio senza sesso, senza sesso tra loro due. Lei si era
fatta mettere incinta da qualche d’un altro pur evidentemente comportandosi in
modo tale da non urtare lui. In Vietnam, devono essere piuttosto restrittivi su
questioni di residenza per stranieri. Infatti, pur sposato ad una vietnamita,
lui era dovuto rientrare in Germania, per i mesi che era restato al Sunflower
Hostel, perché aveva dovuto richiedere un nuovo visto per rientrare in Vietnam
e poi trasformabile in un visto di residenza, forse permanente questa volta,
oppure lui, Werner, forse non contava di vivere ancora molti anni. Di qui
questa sua permanenza a Berlino, sebbene avesse figli ed altri familiari in
altre aree della Germania. Sia non voleva evidentemente disturbare i parenti,
sia era in transazioni con l’Ambasciata del Vietnam. Infine, ottenuto un nuovo
visto, era ripartito per Hanoi prima della fine di febbraio o inizio marzo
2014. Werner era di quelli che si comportavano un po’ teatralmente. Non che
fosse un tipo ilare e socievole. Ma era pur sempre di quelli che, arrivando
alla reception dell’ostello, di ritorno da suoi giri, in genere al circolo
Siemens di Spandau, salutava lo staff in modo teatrale, da vecchio bacucco (pur
essendo in realtà lucido di testa), e
tutti gli rispondevano allo stesso stesso modo, tra il teatrale ed il
ridanciano. Altri anziani si comportavano normalmente, non esibendosi
teatralmente e dunque senza ricevere, di ritorno, saluti teatrali. Inoltre, la
sua sottomissione all’autorità faceva sì che avesse individuato in Marco Gonzalez il manager operativo verso
cui si sentiva grato perché lo aveva accolto nell’ostello e gli permetteva di
restare lì alcuni mesi. In realtà, dato che quell’ostello non aveva limiti di
età (che violerebbero le legislazioni sulla non discriminazione) né particolari
restrizioni sulla permanenza (oltre alla regoletta che una settimana te la
davano alla reception mentre per periodi superiori si doveva chiedere
all’amministrazione dell’ostello che in genere non frapponeva ostacoli ed anzi
praticava degli sconti su permanenze lunghe), faceva parte delle patologie di
sottomissione all’autorità di Werner l’essersi creato quel senso di gratitudine
nei confronti di Marco Gonzales. In realtà, secondo la Sindrome della
Similarità Antropologica [Anthropological Similarity Syndrome], il Gonzales ed
il Werner si erano subito reciprocamente riconosciuti come similarmente
paranoici, pazzoidi, conformisti e nazistoidi. Marco Gonzales, elettrizzato
dall’essere stato mobilitato da Linnéa, lui si diceva per suoi meriti, in
realtà solo perché era lo pseudo-manager lì dove a Linnéa occorreva, continuava
a ripetersi, nella sua testa vuota, dunque rimbombante, che lui era un grande
agente segreto, pur sentendosi un po’ frustrato perché gli Squadroni della
Morte del governo tedesco gli avevano fatto subodorare una grande operazione di
controllo, o di spionaggio o di controspionaggio o non aveva ben capito di
cosa, ma poi si sentiva un po’, anzi quasi del tutto, inattivo relativamente
alla stessa. Si diceva che avevano tra le mani un caso ma poi non facevano
nulla. Per cui, aveva subito segnalato a Linnéa, per far vedere che lui Marco
Gonzales era uno sempre a disposizione pieno di iniziativa, che il destino
aveva voluto arrivasse lì un grande patriota, appunto il Werner, e che
avrebbero potuto usarlo che vedere se si scopriva qualcosa su Roby. Linnéa,
piuttosto annoiata di quell’operazione senza senso (oltre la pura persecuzione
chiaramente dovuta a nulla, od a cose, patologie, inconfessabili da parte di
chi l’aveva originata, in Italiozia), non poteva tuttavia frustrare l’ansia da
infame di un pollo quale il Marco Gonzales era. Gli aveva dunque risposto che,
certo, poteva, pur con tutte le cautele del caso, attivare in qualche modo il
Werner. Così incoraggiato, Marco Gonzalez aveva dunque messo il Werner nello
stesso dormitorio dove era Roby e, poi, una delle volte che il Werner era
andato a parlargli per giustificare il fatto che doveva restare all’ostello per
qualche tempo dato che stava vedendo di risolvere i problemi burocratici con
l’Ambasciata del Vietnam, gli aveva buttato lì se sapesse mai qualcosa su quel
Roby. Werner non aveva avuto nulla di particolare da dirgli. Gli aveva solo
detto che lui si era messo nello stesso castello (nel letto di sotto) di
Christian/Diedlind (che per Werner era una ragazza,
nonostante i chiari lineamenti maschili - era stato poi Roby a dirgli che “la
ragazza” era invece, e pure chiaramente, un uomo, seppur con quella
particolarità di travestirsi e di atteggiarsi da donna) e che questi
scorreggiava in continuazione. Il Werner, di sotto, si sorbiva queste continue
scorregge di Christian/Diedlind di sopra. Ovviamente, Marco Gonzalez
aveva continuato a chiedergli. Per cui Werner si era ‘insospettito’ ed aveva
chiesto a Marco Gonzalez se ci fosse qualche ragione specifica per quel voler
sapere. Marco Gonzalez, con quella sua aria paranoica, ma appunto tra paranoici
subito entrano in sintonia, aveva fatto il saputo, gli aveva detto che non
poteva dirgli, ma che c’erano importanti ragioni di Stato, per cui si doveva
indagare, cercare di sapere, scoprire, riferire a lui che avrebbe riferito in
alto, molto in alto, allo Stato, a chi voleva appunto sapere. Ecco che allora
il Werner si era fatto insistente, quasi aggressivo, col Roby. Paranoico
ordinario, il Werner aveva cominciato a pensare che evidentemente c’erano cose
da scoprire per cui lui, “buon cittadino”, le doveva scoprire. Il Werner, che
‘ragionava’ secondo stereotipi, riflessi condizionati instillati nei pidocchi,
si era detto che doveva trovarsi di fronte ad un estremista, seppure il Roby si
comportasse da persona del tutto quieta e senza alcuna connotazione politica o
d’altro genere, e che lui, il Werner, in armonia e sintonia col potere, doveva
scoprirlo, disvelarlo, dimostrarlo, ...ed ovviamente andarlo a dire al suo caro
Marco Gonzalez. Il Werner, partito quieto-quieto, ebbe una metamorfosi
visibile, visibilissima, divenendo sempre più aggressivo. Aspettava che Roby si
mettesse col computer sul tavolone dell’area cucina, ed ecco che pure lui, di
ritorno dal circolo-Siemens di Spandau, si sedeva lì e cercava di fare
conversazione di nulla. Prima tentò di convincere Roby che ormai il suo tedesco
fosse del tutto perfetto, sebbene Roby parlasse con lui a segni, dunque senza
dare segni visibili di alcuna conoscenza del tedesco. A Werner lo aveva detto
il Marco Gonzalez [che il Werner tedeschizzava in Marcus], a sua volta ‘istruito’
[disinformato] dagli Squadroni della Morte delle Polizie Segrete germaniche, a
loro volta disinformati dai Carabinieri-NATO, quello che doveva pensare e non
pensare. Alla fine, Roby, quando spuntava il Werner, se ne andava
nell’area-reception, al pian terreno, dove internet era decisamente migliore di
quella, un po’ intermittente o non funzionante, dell’area cucine del secondo
piano. Una volta che Roby indugiò nell’area cucine, e c’era pure il Werner che
cercava di fare conversazione, Roby gli disse che nel computer aveva un
centinaio di migliaia di libri e non solo, ma pure registrazioni storiche
varie. A quel punto, Roby gli passò l’auricolare, le cuffie, e fece partire una
breve registrazione di Joseph Goebbels che aveva in una directory storica in
tedesco del suo computer. Roby se l’era scaricata per pure ragioni
linguistiche. Di quelle cose usa-e-getta, per un tedesco appena-appena più
classico in quel caso ed anche derivante dalla casualità di quello uno trova
online. Appena sentì le prime parole, Werner si irrigidì, si irrigidì perché
Goebbels parlava al suo [suo del Werner] cuore, con Roby che lo guardava gelido
pur ridendosela in cuor suo. Ecco il Werner smascherato anche di fronte a sé
stesso: un idiota infarcito di luoghi comuni e con la malattia mentale del
patriottismo. Ciò non fermò il Werner ormai lanciato e fattosi lanciare in
quella sua follia inquisitoria. Sentendosi spinto ancora di più, attivato
ancora di più, da Marco Gonzalez su sollecitazione della Polizia Segreta
germanica, il Werner diviene addirittura aggressivo-isterico quando Roby lavora
in mese, dal 3/02/2014 all’8/03/2014, presso l’Antica Pizzicheria Berlin UG
[Haftungsbeschränkt - Società a Responsabilità Limitata], numero di
registrazione HRB143122 Berlin (Charlottenburg), del 16/07/2012. La trovate in
Marzahner Chaussee 85-87, 12681 Berlin. Proprietari formali Claudia Kerger e
Andreas Kerger. Coproprietario di fatto Angelo, un lurido, sporco e
sporcaccione, pure ladruncolo (ruba a Roby perfino la sua quota di mance! ...pochi
euro...), oltre che del tutto fuori di testa sebbene ormai sui cinquant’anni,
dell’Italia suddica, già borbonica. Roby vi lavora, per poche ore a settimana,
a cinque euro l’ora [di solito pagavano 6, e con contratto; ma lì, per Roby,
arriva la Polizia Segreta per cui lo pagano solo 5 ed in nero, ed in attesa di
licenziarlo rapidamente] in nero sebbene gli abbiano chiesto tutti i documenti
per fare il contratto di lavoro e l’assunzione regolare che invece non fanno su
precisa indicazione degli Squadroni della Morte della Polizia Segreta
Tedesca-NATO. Roby la vede subito questa ulteriore evoluzione del Werner per
cui lo stuzzica che fa solo poche ore a settimana e per 5 euro l’ora e pure in
nero. Ma non lamentandosene. Roby gli dice che è così, ma che gli fa comunque
comodo per vedere un po’ il mondo del lavoro berlinese. È il Werner che fa il
criticone e l’aggressivo. Il Werner un po’ fa l’ironico per poi, di tanto in
tanto, mettersi ad urlare che si dovrebbe tutti andare lì a spaccargli le
vetrine ed altro, a quelli del ristorante, con Roby che gli dice che è un pazzo
a fare quei discorsi deliranti, chiaramente improvvisati per provocazione, per
riferire. È così chiaro! Il effetti il Werner si mette a fare discorsi pazzi e
con l’aria da pazzo, contrariamente al suo solito sempre schivo e serissimo, da
vecchio nazi. Il Werner riferirà poi al Marco Gonzalez, che riferirà alla
Polizia Segreta tedesca-NATO che chiaramente il Roby si cela perché non si
riesce a fargli fare la minima allusione in una qualche direzione sovversiva,
neppure vagamente protestataria. Anzi sembra proprio quieto, troppo quieto. Per
cui, se gli Squadroni della Morte lo hanno messo nel mirino, e poiché il
bersaglio deve essere dunque necessariamente in colpa, ecco allora è chiaro che
finge, che si cela. È la solita illogica ‘logica’ tautologica per cui hanno già
deciso prima quel che devono ‘scoprire’, ...e dunque cui lo ‘scoprono’! Ecco, i
pazzi conformisti, in disservizio infamità e crimini di Stato, sragionano ed
agiscono a questo modo. Il Werner infine se ne va, per Hanoi, prima della fine
di febbraio o inizio marzo 2014.
L’8/03/2014, Roby
finisce di lavorare presso quei delinquenti tedeschi&sudditalici e, la
prima cosa che fa, è di metterli online. Mette il raccontino anche sul loro
sito, sul sito del ristorante
dove resta per un
paio di settimane, fino a che il cuoco-delinquente Angelo non lo legge e lo
traduce ai proprietari, oltre che afferrane lui stesso il contenuto. Sono
furiosi, ma la Polizia Segreta dice loro che non possono fare nulla. Anzi è
seccatissima che si siano fatti scoprire.
Linnéa, con la
sua solita area annoiata, quasi da drogata appena fatta, ma piuttosto seccata,
lo dice loro brusca, soprattutto ad Angelo che era a diretto contatto con Roby
e che le aveva contato un sacco di balle:
- “Ci avevate
detto che eravate dei grandi specialisti, che vi eravate mossi con tatto, che
lui non sospettava di nulla, ed invece ne sapeva e sa più di voi e noi, ed ha
pure scritto tutto. Voi mi assicuravate che ve lo stavate giocando mentre era
lui che giocava voi e noi! I CC-NATO sono furiosi e con chi se la sono presa?!
...I miei superiori se la sono presa con me!!! ...‘Grazie’ a Voi che mi avevate
garantito che...”
Il cuoco demente
e delinquente italo-suddico Angelo se l’era presa con l’aiuto cuoca bulgara e
col barista tedesco:
- “Chiaviche!
Chiaviche! Siete due chiaviche! Io sono un grande agente segreto ed invece voi
mi avete rovinato tutto. Ecco, sì, siete voi che glielo avete detto! Di sicuro!
Sennò io ero troppo astuto per farmi scoprire! È tutta e solo colpa vostra,
...ed invece il Servizio Segreto se l’è presa con me!”
Linnéa, che a sua
volta riferisce e riceve ordini dai superiori gerarchici e governativi, dalle
Polizie Segrete CC-NATO, riceve l’ordine che si devono inventare qualcosa
d’altro se fino a quel momento non hanno concluso nulla. Le viene detto che
deve essere più aggressiva, che si deve montare qualcosa pure dove Roby abita,
lì al Sunflower Hostel.
Le dicono:
- “Ci avevate
detto che gli avevate pure messo un grande agente segreto nella stessa stanza.
Che cosa avete scoperto?!”
- “Lo sapete, e
lo abbiamo capito anche noi, che non c’è niente da scoprire”, aveva avanzato
timidamente Linnéa.
- “Ma che
c’entra?! Queste sono operazioni di distruzione Carabinieri-NATO. Non fate le
verginelle! Queste operazioni le avete sempre avute pure voi! Per cui ben lo
dovete sapere che siamo noi che ci inventiamo quello che si deve ‘scoprire’?”
- “Ed allora che
dovrei fare io?”
- “Eddai, non
faccia l’ingenua... Se sul posto di lavoro vanno fatti licenziare, se sui posti
di studio vanno fatti far fuori, dove abitano si devono creare incidenti!
In-ci-den-ti! ...Per farlo sbattere fuori e magari chiamare la polizia! Non
faccia l’ingenua! E voi che fate coi vostri sottoposti a queste operazioni di
distruzione&distruzione?! ...Ecco, fatelo pure con lui, col Roby! Va fatto
fuori! Va fatto fuori!”
Linnéa aveva
ricontattato Marco Gonzalez:
- “Guardi, Marco,
ho ricevuto degli ordini...”
- “Noi siamo sono
sempre a disposizione!”
- “Si tratterebbe
di mettere in atto delle misure attive...”
- “Oh,
finalmente. Se abbiamo a che fare con nemici del Potere, noi ben dobbiamo
attaccarli! La miglior difesa è l’attacco!”
- “Ci vada piano,
Marco. Non bisogna fare nulla di illegale, ...non troppo. Noi le chiamiamo
misure intrusive. Dovete colpire cose sue, ma senza far veri danni. ...Nulla di
illegale... Fare sì che si senta sotto tiro.”
- “Ah, ottimo!
Possiamo sfondare il suo stipetto, distruggere il suo computer e buttare il suo
bagaglio fuori dalla finestra, nella strada!”
- “Marco, le ho
detto nulla di illegale. La vedo troppo eccitato.”
- “Stavo
fumando...”
- “Ci vada piano
colle droghe, Marco. Anzi, tanto per avere tutto sotto controllo, mi dica prima
i dettagli di ogni cosa che intende fare.”
- “Guardi,
possiamo far sparire sue cose dalla cucina, che è uno spazio comune. Va bene?”
- “Sì, questo può
andare bene. ...Ma solo cosucce marginali... Però dovete fare in modo che non
sospetti nulla. Piccole cose. Bisogna solo farlo sentire insicuro. Appena,
appena. Mi raccomando! Invece una cosa che dovete assolutamente fare, e senza
limiti, è disturbate il suo uso del computer, vedere di far cadere la linea
internet quando la usa lui. Se avete un programma di gestione del traffico
internet dovrebbe essere facile individuarlo e intervenire quando lui è online.
Anzi, dato che lui usa nomi differenti, le invio io una lista dei nominatici
che usa, quando li usa, quando li cambia. Per cui le sarà facile, anche senza
stabilire un contatto visivo, sapere che lui sta usando le vostre linee.”
- “Va bene! Sono
un ottimo agente segreto, e so capire ed attenermi agli ordini. ...Ed anche
colpire il nemico!”
- “Ad ogni modo,
mi informi sempre di tutto e mi chieda prima di fare ogni cosa. Sa già chi
mobilitare per la cosa? Mi raccomando, che non si sappia in giro. Partiamo con
le interruzioni internet. Lì, se ne occupi lei ed il proprietario, o pure
qualcuno super-sicurissimo del circolo ristretto dei proprietari e manager,
persone di cui possiate fidarvi nel modo più assoluto, per cui dovreste coprire
sia la giornate che la sera-notte. Invece per le attività dove lui dorme ed in
prossimità, nella cucina, basta una persona fidata se la ha. Oppure faccia lei.
Anzi, è meglio che lei non si faccia troppo vedere sul teatro delle operazioni.
Trovi una persona di superfiducia e non le dica che ci siamo di mezzo noi. Dica
che sono cose vostre e che volete che lui se ne vada. Partiamo con internet.
Poi, se non si ottiene nulla, ne parliamo per far sparire piccole cose sue
dalla cucina e, nel caso, per altro.”
- “Sì, sì!
Ottimo. Parto con internet. Poi vediamo che succede. Se lui si lamenta, e
magari va su di giri, possiamo dirgli che se non gli piace può andarsene...
...Se dà di testa, gli diciamo di andarsene e basta!”
Siamo dunque
verso la primavera del 2014.
Marco Gonzalez
partì in modo davvero maniacale. Roby, che ovviamente seppe tutto prima, mise
dei sistemi di sorveglianza vari per cui poté verificare facilmente che quando lui [Roby] non usava internet non vi erano interruzioni del
servizio mentre quando sembrava la usasse ecco che la linea cadeva in
continuazione. Linnéa informava Marco Gonzalez e gli altri di quali
identificativi usava Roby, e loro interrompevano in continuazione il servizio
quando Roby risultava loro online, connesso. Marco Gonzalez era lì la mattina
dei giorni feriali. Quando non vi era lui, vi erano Jen Bren [Jenny -
https://www.facebook.com/jen.bren.77] e Ulrike. Jenny non aveva nulla da fare
nella vita, né alcun interesse. Per cui era sempre lì. Pensava sempre al cazzo
ma non aveva grandi attrattive per poter attrarre cazzi veri. Per cui
starnazzava fino a notte fonda, mentre beveva birra, con clienti che si
attardavano e sbevazzavano alla reception, poi correva a casa a toccarsi ed a
dormire qualche ora per affrontare un nuovo giorno di starnazzi e sbevazzamenti
che la rendevano sempre più pesante nelle forme fisiche e sempre più vuota
nella testa. Jenny si considerava la manager all’animazione: si animava
riempiendo la notte delle sue urla orgasmiche decisamente sullo sguaiato
finché, a notte fonda, piena di eccitazione, correva a casa. Ulrike era manager
delle strutture. Per cui spostava in continuazione pentolame da un’area
all’altra dell’ostello. Un modo per inventarsi qualcosa da fare. Oppure si
occupava di individuare qualche piccola riparazione da poi far fare all’operaio
della manutenzione che si occupava di queste cose.
Installarono del
nuovo software, piuttosto costoso, per cui ci si doveva agganciare all’Internet
dell’ostello usando facebook con dei ‘like’ nella pagina dell’ostello. Non
c’era altro modo. Si schiacciava il ‘like’ di fb, e ci si connetteva a quel
modo. Non era solo quello. Il nuovo software permetteva anche altre forme di
controllo. Per cui, anche se uno si connetteva non col proprio nome, il
software di gestione internet rilevava comunque il computer. Conosciuto quale
fosse il computer di Roby, erano pronti al mobbing-internet. Se gli altri e le
altre in carico di questa stramberia interrompevano di tanto in tanto (per
esempio ogni 15 o 30 minuti) internet quando Roby sembrava usarla, Marco
Gonzalez parti subito sul furioso. Una mattina che Roby sembrava essere online,
in un paio d’ore lui la interruppe una cinquantina di volte. Roby usava dei
sistemi per cui non soffriva, in realtà, alcuna interruzione. Ciò che non
cambia che il comportamento di Marco Gonzalez fosse davvero maniacale. Poi, il
Marco Gonzalez cercava, ovviamente senza alcun risultato, di trovare qualcosa
relativamente agli identificativi che Roby sembrava usare. Marco Gonzalez si
riteneva un grande agente segreto, astutissimo, e che dunque avrebbe scoperto
che cosa vi era che non andava e perché gli avessero chiesto di cooperare ad
una persecuzione. Ignorava ovviamente la spiegazione più semplice ed evidente.
Lui, Marco Gonzalez, partecipava felice ad una persecuzione-pogrom perché era
un delinquente ed un malato di mente. Idem gli altri
persecutori/mobbizzatori.
Roby piazzò dei
sensori sia visivi che elettronici e poté rilevare che, quando lui [Roby] non
sembrava essere online, non vi era alcuna interruzione del normale
funzionamento di internet. Non erano interruzioni delle linee né del provider.
Erano Marco Gonzalez, Jenny, Robert von Sivers, Ulrike. Loro interrompevano
manualmente le linee. Delinquenti e malati di mente, che si sentivano coperti.
Come da procedura
per questo genere di operazioni, Marco Gonzalez doveva fare delle telefonate
quotidiane a Linnéa tanto per dire se ci fosse mai stato qualche evento
particolare, più una telefonata più lunga all’inizio della settimana per
ricevere delle istruzioni più dettagliate su come proseguire lo
State/Government-Organized Stalking/Mobbing, mai ci fosse stato davvero bisogno
di parlare più a lungo. Per cui riferì, più in dettaglio che poteva, di
quell’attività di tentato scombinamento delle connessioni internet di Roby.
Alle obiezioni di Linnéa che doveva esserci stata una qualche reazione del
Roby, almeno almeno andare alla reception per riportare la cosa, mandare delle
email, magari alterarsi ed al che aveva già dato istruzioni di suggerirgli che forse
era il caso di cambiare luogo di abitazione, Marco Gonzalez aveva cominciato ad
andare un po’ in escandescenze. Arrossiva tutto, gli si appesantiva la voce,
sentiva premersi la testa vuota, non poteva trattenersi dal ribattere in stato
di eccitazione depressiva che lui era uno che ci sapeva fare per cui erano
evidentemente le istruzioni che erano state carenti, che in fondo si trattava
di cazzatine per cui si doveva essere più aggressivi se si voleva anche solo sperare di avere un qualche
risultato.
Tra l’altro, il
sistema di radiazioni con cui venivano colpiti coloro coinvolti, ai vari
livelli, nello stalking-mobbing contro Roby, aveva anche un ‘capitolo’ speciale
dedicato a quel tipo di stalking-mobbing. Ogni volta che interrompevano
internet, loro venivano colpiti da delle scariche che sconquassavano la loro
già debole testa vuota. A disagio estremo, se la sconquassavano ancor di più
assumendo, come ‘rimedio’, alcolici, oppiacei ed altro. Aumenti di peso,
vertigini, panici ed altre piacevolezze li accompagnano ancora ora.
Marco Gonzalez
ricevette finalmente l’ordine che si dovevano eseguire, pur con tutte le
accortezze del caso, sì che tutto sembrasse assolutamente casuale, le procedure
intrusive. Se l’intrusione informatica, le interruzioni di internet, non era
servita, si doveva passare all’intrusione tradizionale, personale. E così
avevano fatto, usando sia Ulrike (che come manager delle strutture girava per
le differenti scale, appartamenti e stanze) che, e soprattutto Evangeline Breuer,
Eva, un’inserviente, una del servizio pulizia, di quelle e quelli che pulivano
i vari appartamenti etc.
Ad Ulrike parlò
Jenny. Le disse, arrossendo, che avevano avuto ordini da “autorità superiori
cui purtroppo si doveva obbedire, ...perché noi non possiamo sapere...
...dunque quello che ci dicono di fare... ...Siamo un esercizio pubblico...
...Se poi ci fanno qualcosa...” [...‘no squallore...]. Già mobilitata per le
interruzioni internet, ad Ulrike toccò
pure andare a rubacchiare... ...Per la Patria ovviamente!
Invece Eva la
chiamò Marco Gonzalez:
- “Eva, guarda,
sarò diretto e chiaro. Noi stiamo cooperando con delle autorità superiori, anzi
piuttosto alte, direi... Tu, forse, lo avrai già capito che io stesso sono
qualcosa di più, ...molto di più..., di un semplice manager di un ostello...
...Abbiamo ricevuto degli ordini su cui non posso dirti di più. ...Sai, sono
cose estremamente riservate e, lo avrai ben capito, io sono uno che ben sa
muoversi in queste cose... ...Già ti avevo chiesto di farmi sapere di quel
Roby... ...Ora si tratta di fare qualcosa di più. Loro le chiamano
‘intrusioni’... ...Va fatto sentire insicuro... ...Ovviamente senza che lui se
ne accorga, come si sentisse sotto attacco, ma se poi viene da noi a lamentarsi
noi si possa far lui credere siano sue paranoie e che magari non è adatto a
restare in un ostello...”
Eva avvampò di
rossore e sbottò:
- “Mi state
chiedendo di danneggiare o magari addirittura di rubare le sue cose?!”
Marco Gonzalez,
con uno di quei sui soliti sorrisetti toccati e perversi, ed inclinando
leggermente il capo come per affermare che stava mascherando, almeno nelle
intenzioni, il sentirsi in difficoltà:
- “Beh, anche te
lo chiedessimo, noi ti abbiamo dato lavoro... ...ed io neanche ne ho
approfittato come tanti miei colleghi manager fanno. ...Intendi di cosa io stia
parlando... ...Comunque... ...Ti diamo ben sei euro l’ora... ...Ci sono anche
quelli che si inventano Praktikum e minijob, e neppure ti pagano, come in quel
ristorante dove mi hai detto che hanno cercato di approfittare di te e, quando
hai detto no, ti hanno licenziato senza neppure pagarti... ...Ecco, lo vedi
che... ...che in fondo qui... ...qui da noi... ...Eppoi, dai, non posso dirtelo
ma lo avrai ben capito che è una grande questione di Stato, questo caso. È un
nostro grande dovere patriottico cui siamo stati chiamati... ...Dai, non farmi
dire di più, ché non posso! ...Dicevo che... No guarda, abbiamo precise
direttive. Non si deve fare nulla di... E, dai, lo avrai già capito... ...Non
lo vedi... ...Massì che lo vedi... ...Lo vedi quello... ...Sempre col
computer... ...Eppoi che non parla mai
con nessuno... Direi che è pure altezzoso. ...Oh,quel Roby... Ora in questa
nostra grande Germania... Che sarà venuto a fare?! Non è che ci dicono di controllarlo
se non ci fosse... Oddio! Chissà che avrà fatto! Deve aver ben fatto qualcosa
se...”
- “Oh, Marco, ma
se è solo per controllarlo, io lo ho controllato e pure riferito tutto. ...Che
è sempre a fare la pizza. Eppoi a volte fa di quei sughi... Essì deve ben
esserci qualcosa di sospetto! Uno che lo vedi sempre a fare chissà cosa sul
computer e che poi si mette, veloce veloce, a fare pizze e sughi... Si capisce
che le pizze ed i sughi devono essere di copertura a chissà cosa!”
- “Eva, ma ci
stai prendendo in giro?! Ma cosa vuoi che ce ne freghi delle pizze e dei
sughi?! ...No, certo, era tuo preciso dovere riferire. Ed anche noi abbiamo
riferito, a nostra volta, come nostro dovere, in alto, al governo. ...Al
governo e pure più in alto, se ho capito bene... Anche del computer... Non
siamo mica scemi! Lo vediamo tutti... Beh, no, hai fatto bene, benissimo, era
anche tuo preciso dovere riferire e noi pure abbiamo detto tutto in alto, al
governo. Loro ci hanno detto che apprezzano anche se... ...Anche se... Beh, mi
sembra di avere capito che sappiano tutto del computer, di quello che fa.
Devono avere dei sistemi per cui... Quando noi abbiamo riferito, ci è sembrato
di capire che loro ne sapessero più di noi...”
- “Marco, ma
allora perché non lo arrestano?”
- “Per cosa,
perché cucina e perché chissà che fa al computer?”
- “Marco, se loro
lo sanno quello che fa al computer...”
- “Eva, se non lo
arrestano... ...magari usa il computer per guardare filmetti!”
- “Marco, prima
mi dici che è uno pericoloso e che noi dobbiamo sorvegliarlo, ed ora mi dici
che non fa nulla di pericoloso, di grave... Ma allora?!”
- “Eva, basta!
Basta! Dove mi vuoi portare! Quando io ho chiesto, mi hanno detto che se sono
un patriota devo solo obbedire al nostro grande Stato democratico. Ed io sono
cittadino germanico! ...Se tu vuoi restare e vivere qui... Se ci hanno detto
che è un nemico, è un nemico. Noi che ne possiamo sapere?! Cosa vuoi fare?! Lo
stai difendendo?!
- “Dai, Marco, io
sono sempre stata cooperativa con quello che mi hai chiesto. È che non ho
capito che cosa voi volete da me? Mi dici che io devo farlo sentire insicuro?!
Io vado lì per lavorare.”
- “Eva, tu devi
obbedire!”
- “Certo, io
obbedisco sempre.”
- “Eva, noi
possiamo favorirti. Se tu vuoi studiare... Possiamo accordati degli orari di
favore a tuo piacimento, quando inizia l’anno accademico...”
- “Marco, lo sai
che io sono cooperativa. Ma devi dirmi con precisione che cosa io debba fare o
meno. ...Se posso...”
- “Te lo stavo
dicendo...”
Eva, una troietta
tatuata e sculettante, è lì inserviente quando Roby arriva all’ostello. La
hanno assunta da poco. Quando è in prossimità di maschi, più sono, più lei
inspira arrossendo, e con espressioni del viso, e visibili considerazioni
mentali, eccitate pensando a quanti cazzi da monta ci sono in prossimità.
Evangeline Breuer
[https://www.facebook.com/xOEVAXo], Eva, è figlia di un’irlandese che si era
trasferita in Australia all’età di sei anni. Eva arriva a Berlino verso la metà
del 2013 ed inizia studiate tedesco. Dopo avere lavorato forse una settimana
come cameriera senza essere pagata, trova lavoro come inserviente al Sunflower
Hostel per 6 euro l’ora. Sia pulisce le camere, sia lavora (ma solo dopo che si
presta alle infamità richieste di Marco Gonzalez per conto degli Squadroni
della Morte / Polizie Segrete del governo tedesco-NATO, dunque come forma di
compenso) alla reception. Spirito adattivo, servile ed opportunista, ciò si
riflette anche nella lingua. Parla rapidamente un discreto tedesco e, quando
deve switchare all’inglese, che è la sua lingua originaria, a volte riesce a
parlarlo [l’inglese] solo in modo confuso e con forte accento tedesco come se
non fosse di madrelingua inglese. Con l’anno accademico 2014/15, inizia a
studiare alla Brandenburgische Technische Universität, a Cottbus, nei pressi di
Berlino. Si trasferisce a Cottbus dal 19 November 2014.
Decisamente sul
grazioso quando arriva a Berlino, Eva sembra come destinata ad un rapido
invecchiamento. Il fisico si evolve verso un portamento da figura muscolosa,
quasi maschile, destinato a passare rapidamente dall’atletico al pesante. Il
viso le si scava e, quando sorride, la bocca mostra i denti come con un ghigno
da macho. Sembra sul bello/bellissimo-hollywooddiano solo se non si notano
queste stranezze che danno un senso di falso sia alla sua apparenza che alla
sua personalità. Lo stesso aspetto è comunque in rapida metamorfosi verso ben
altro, legnoso ed arido forse, come detto.
Per cui, ricevuto
l’ordine di rubacchiare a Roby per provocare una qualche sua reazione, ecco che
si ingegnano, col tocco tipicamente folle, altamente disturbato, di tutti i
soggetti coinvolti, tutti nettamente differenti eppure con quel comune
denominatore di quella tignosità misera, folle, di certo con totale assenza di qualunque
integrità morale, come insetti nel deserto, vani e disperati, meccanici e
vuoti.
Fanno sparire a
Roby cose dalla cucina, di quelle cose che non ruba nessuno. È l’impulso a
confessare. Come a voler sottolineare che sono stati loro, proprio loro. Prima
la scatola, solo la scatola, delle sue patate e cipolle, solo la scatola sua
non quelle di altri che restano lì. Poi gli fanno sparire un sacchetto col suo
nome e data con del burro, olio ed altri condimenti che qualcuno certo avrebbe
anche potuto usare ma senza alcun interesse a rubargli in blocco, sì che ben si
capisca che sono stati loro, la proprietà e direzione dell’ostello. Anche lì
fanno sparire solo le cose di Roby, non quelle di altri. Infine gli rubano il
lievito di birra da 9 centesimi che nessuno usa oltre a Roby e che Eva sa
essere di Roby. Rompono pure il lucchetto dello stipetto di Roby e gli buttano
cartacce sul letto, oltre a muovergli cose che tiene sopra lo stipetto. Per
queste ultime cose [rotture e cartacce] si fanno aiutare anche da Christian/Diedlind, il puzzolente travestito
disinformatore che si finge anarco-comunista a libro paga degli Squadroni della
Morte del governo tedesco.
A quel punto,
Roby a loro non dice nulla. Si limita ad attivare (più precisamente a rinnovare
ed estendere, perché erano già state iniziate, come sempre in quel tipo di situazioni) le operazioni
speciali coi cani, la stimolazione elettronica e qualcos’altro. Si ipnotizzano,
con uno strumento lo fa in un attimo, e si fanno pesantemente sodomizzare dai
cani. Con la stimolazione elettronica, si aumentano le loro ansie conducendoli
a stati di panico e ad altre patologie permanenti. Perché panico? Gli agenti
delle Polizie Segrete, chi da loro ordini a livello politico, i miliziani
paralleli delle stesse, sono tutti soggetti malati, malati soprattutto di
panico. Chi si sottomette all’autorità, chi tenta di appagare le proprie ansie
con l’obbedienza cieca, è malato di panico. L’ansia ed i panici vanno in
parallelo. La prima si evolve nel secondo, che la complementa inevitabilmente.
Per cui, con adeguata strumentazione, si incrementano facilmente,
massimizzandole, le sindromi di ansia e di panico già presenti in tutti i
pidocchi di quel mondo, del mondo dei terrorismi di Stato, pogrom, linciaggi,
stalking, mobbing, tutti sempre e solo di Stato e di Stati. Quelli privati sono
estremamente marginali e facilmente risolvibili. Qui, invece, siamo su ben
altro terreno.
Gli effetti sono
subito evidenti. Robert von Sivers si appesantisce nella figura e la faccia gli
diviene piena di osceni butteri sul viso, come malamente incartapecorita.
Durante le sodomizzazioni, Robert von Sivers urlava: “Datemi della coca, ché ci
godo di più!” Quando vengono ritirati i cani, lui sfoggia ampi sorridi ed urla
come ubriaco: “Amori miei, perché ve ne andate.” La stimolazione elettronica lo
fa sentire ancora più vuoto, vuoto che riempie con fumo accanito e stupefacenti
oppiacei. Marco Gonzalez assume un’aria ancora più perversa e si ingrassa.
Mentre lo sodomizzano urla: “Di più! Di più! Sono il Führer delle SA e voi i
miei schiavi!” Quando vengono ritirati i cani, lui cerca di trattenerli
afferrando i loro uccelli e portandoseli alla bocca. Intanto si ingrassa e
reclina sempre di più il capo con un sorriso froscio e falso, quando parla cogli
altri. Il vuoto esistenziale accentuato dalla stimolazione elettronica lo
riempie con alcolici e superalcolici, e mangiando in modo spropositato. Jen
Bren [Jenny] reagisce schifata ai cani la sovrastano e lavorano: “Chiamo la
polizia! Chiamo la polizia e vi faccio arrestare! ...Però prima finite il
lavoro, sì che io possa accusarvi di qualcosa!” Quando è ben sodomizzata e
vengono ritirati i cani, barcolla e corre ad aprire il frigorifero per estrarne
würstel che divora come succhiandoli. La stimolazione elettronica la porta a
prolungare le sue notti ed i sui starnazzi orgasmici lì al banco della
reception dell’ostello, e ad alzarsi la mattina od il primo pomeriggio con un
crescente senso di disgusto ed inutilità. Ulrike dimena il culetto secco, sotto
i colpi dei cani. Quando questi hanno finito piange dicendo che non voleva. Poi
la si vede strisciare contro i muri come a nascondersi dalla gente, cogli occhi
bassi e chiedendosi che ci stia a fare lei in quel mondo di ostelli a
controllare se le strutture siano intatte o necessitino di interventi. Christian/Diedlind piagnucola sotto i cani: “Non
voglio! Non voglio! Io sono una giovane indossatrice. Dovete montarmi nella
fica e solo se io ve lo concedo. Schifosi! Mi state offendendo.” Quando vengono
ritirati i cani, Christian/Diedlind si mette a
piagnucolare: “Sono una dea greca abusata da Giove!” Intanto la stimolazione
elettronica aumenta le sue manie. Christian/Diedlind si sente guardato ed
irriso, cosa che lo fa divenire aggressivo. In cucina, ruba le cose altrui.
Ruba anche quello non usa. È solo cleptomania. Nella stanza diviene aggressivo
rispetto agli oggetti degli altri. Si sente contraddetto da un qualsiasi evento
casuale, siano altri che vanno magari a fumare o ad appendere indumenti e
scarpe da asciugare in prossimità delle sue piante, od aprano e chiudano
finestre (anche e perché vi sono quelli che fumano nella stanza, tanto vedono
che gli stessi dello staff sono dei porci sempre a fumare fuori e con aria da
fricchettoni che se ne fregano). Evangeline Breuer [Eva] diviene
crescentemente ansiosa. Si volta in continuazione appena sente approssimarsi
qualcuno, ed anche quando non vi è nessuno. Inoltre si incartapecorisce
rapidamente col volto che si scava nonostante sia ancora sui vent’anni.
Marco Gonzalez,
agitatissimo, isterico, va poi a riferire da Linnéa:
- “Abbiamo fatto
tutto quello che ci ha detto, ma non è successo nulla! Nulla! Nulla!”
- “...E Christian/Diedlind? ...Ve lo abbiamo mandato proprio per
vedere di montare qualcosa...”
- “Buono quello!
...anzi quella! È solo un frocio, volevo dire una puta, che si ruba i soldi
dell’assistenza sociale, ma poi non fa nulla!”
- “Allora si deve
liquidare pure lui ed inventare. Qui premono. Mi dicono che sono io che non ho
fatto nulla. Marco, dovete premere su Christian/Diedlind,
e comunque farmi avere dei risultati!”
- “Che
risultati?! ...Se quel Roby se ne frega di quello che facciamo ed, anzi, deve
essere successo qualcosa, chissà che ci
avrà fatto!, perché siamo tutti un po’ fuori...”
- “Marco, sarò
chiara. Va mandato via dicendo che è colpa sua!”
Siamo al novembre
2014.
Marco Gonzalez va
subito a cercare Christian/Diedlind. Si aggira per
il camerone dicendo con voce falsa, un po’ frocia:
- “Dove è la
ragazza? ...la ragaaazza?”
Qualcuno gli risponde:
- “Ma chi, quel
frocio travestito del tutto fuori di testa? Ma non lo sai che è un frocio
travestito?”
E Marco Gonzalez:
- “Certo che lo
so... ...Dove è la ragazza.”
- “È in bagno a
ficcarsi il vibratore del mattino nel culo!”, gli dice qualcuno.
Marco Gonzalez
corre in bagno dove trova Christian/Diedlind, che
aveva lasciato la porta aperta, nella merda e che sta urlando, come suo solito,
durante il vibratore del mattino:
- “No, no, piano,
piano, fammelo entrare dentro piano piano che sono una signorina illibata...”
...mentre si sprofonda il vibratore al massimo nel culo spargendo merda
super-puzzolente dappertutto.
Marco Gonzalez:
- “Mio caro
...mia cara..., Christian/Diedlind, Linnéa mi
ha detto che dobbiamo procedere, e con estrema urgenza, per far fuori Roby, che
loro sono anni che ti pagano e tu ti rubi i soldi pubblici senza fare nulla.”
- “Ed io che cosa
ci posso fare?! Quelli degli Squadroni della Morte sono frociofobi. Ce l’hanno
con me perché io sono una signorina preziosa. Io coopero, certo, colla patria. Ma loro pretendono l’impossibile.
Ecco, sì, sono frociofobi... Cattivoni... Fobi, fobi, frociofobi, fociofobi,
frocioooofobi.”
- “Christian/Diedlind, non hai capito! Qui o ti dai una
mossa, o ti mettiamo in mezzo ad una strada da un giorno all’altro e quelli,
quelli che tu sai, ti fanno pure togliere il sussidio di disoccupazione di cui
usufruisci da anni. Noi lavoriamo e tu ti prendi i soldi senza far nulla.
Quando ti chiedono qualche servigio, tu fai poi lo schizzinoso, anzi la
schizzinosa.”
- “Non è vero!
Non è vero! Schifosi! Sono omofobi! Che poi io non sono omo. Io, ...io...,
...io sono una signorina. Siete solo dei maschilisti, pure quella schifosa di
Linnéa che ti ha montato la testa!”
Poi Christian/Diedlind si gettò sul cazzo di Marco
Gonzalez, che tentò di estrargli dai pantaloni
cadenti, urlando:
- “Amore, ho
voglia di uno yogurt. Ora ti trangugio tutto!!!”
Marco Gonzalez si
ritrasse:
- “Vorrai mica
farmi licenziare?! Se ci vedono... Qui se la cantano subito tutti. Magari vieni
poi, quando vado via, in macchina... Ma proprio qui... ...qui non posso!
Guarda, tu non hai capito che ti tolgono i soldi del sussidio con decorrenza
immediata.”
Christian/Diedlind, piagnucolando:
- “Eddai, ditemi
cosa volete. Io ho sempre fatto tutto. Ma che me ne frega dei soldi. Io lo
faccio per la patria... ...io!”
- “Ma non sei
neppure riuscito ad agganciarlo quel Roby?!”
- “Ecchennessò
io?! Mi avevate detto che dovevo farmi vedere leggere questo e quello, studiare
questo e quello, e lui...”
- “Ma non ti ha
mai proprio detto nulla?!”
- “Ma Roby è uno
che sta dietro alle ragazze. Sì, non parla mai con nessuno. Ma io l’ho visto.
L’ho visto che andava a fare sporcaccionate colle ragazze. Voi, mi avevate
detto che agganciava me... Siete voi che mi avete usata per una cosa senza
nessuna base!”
- “E che ne so
io... Linnéa... ...Comunque la patria ha sempre ragione. Avremo capito male
noi... Ci saremo mossi male noi... Adesso dobbiamo concludere. Ché sennò la
patria, dicono, non sa più che fare con questa storia di cui anche noi siamo
stati chiamati a far parte.”
- “Che cosa devo
fare?!”
- “Mi hanno detto
dagli Squadroni della Morte, gli eroici dirigenti dei Freikorps del
nostro governo e Stato, che ci parlano attraverso Linnéa, che a questo punto si
deve passare all’attacco diretto e poi ve ne andate via tutti e due. Bisogna tu
che gli sposti e gli prendi le sue cose. Lui si viene a lamentare con noi e noi
gli diciamo che deve andare via, e tu pure.”
- “...Ma io non
ne sono capace... Eppoi, io non me ne voglio andare... ...Mi avete già fatta
spostare dalla casa dove ero...”
- “Questi sono
gli ordini!”
Christian/Diedlind era agitatissimo. Ancora più dell’agitatissimo solito.
Ma non fece nulla. Andava in bagno. Si ficcava
il vibratore nel culo. E piangeva.
Quando, il 19/11/2014, Roby chiese, via email, di pagare un altro mese, in
largo anticipo, Marco
Gonzalez rispose, egualmente con email, che c’erano dei problemi, che dovevano
parlare con lui.
Giovedì 20/11/14,
appena Roby vede l’email, verso le 16:30, cerca Marco Gonzalez. Costui è nei
pressi della reception che se ne sta andando. Dice quindi a Roby di parlare con
Robert von Sivers. Roby lo incoccia la sera. È davvero un teatro.
Robert von Sivers
è enfatico e falso. Dice:
- “Io non volevo
crederci, ma mi hanno detto che tutti si lamentano di te.”
- “Nooo... ...Non
è proprio possibile. Davvero, non è proprio possibile.”
Allora Robert von
Sivers, in evidente stato confusionale, corre via dicendo che tornerà tra poco.
Corre a telefonare a Marco Gonzalez che gli dice di rispondere a Roby che ci
sono perfino delle lamentele su internet e che gliele manderanno.
Marco Gonzalez
ritorna da Roby:
- “Ci sono
perfino delle lamentele su internet.”
- “Non sono
certamente su di me.”
- “Ti manderemo
le copie. Comunque bisogna che ti trovi quanto prima un’altra sistemazione.”
Quando mandano le
copie a Roby, si trattava di una lamentela sul fatto che Christian/Diedlind occupava tre stipetti invece di uno,
per cui c’erano clienti restati senza un posto dove chiudere le proprie cose.
Nel caso specifico, un cliente, che non aveva potuto chiudere a chiave sue
proprietà, aveva subito un tentato furto, ma egli stesso specificava che ciò
non era avvenuto ad opera di nessuno dei tre clienti di lungo periodo, per cui
né ad opera di Roby, né del travestito, né del vecchio nazi ché in quel momento
era pure lui lì.
Appunto. La lamentela era contro Christian/Diedlind, il loro complice, e
non contro Roby né altri.
Roby scrive subito a Angela Merkel e Joachim Gauck dicendo loro che
chiaramente hanno mandato le loro Polizie Segrete / Squadroni della Morte non
solo per il solito generico State/Government-Organized Stalking di edificio, o
cose simili [visto che lì al Sunflower in realtà nessuno si era mai messo a
ticchettare su muri, soffitti e pavimenti], su ordini Carabinieri-NATO, ma ora
anche per farlo mandare via da lì.
Linnéa è furiosa,
soprattutto con Marco Gonzalez:
- “Ma come,
Marco, lei ci aveva assicurato che lei era un grande specialista e che il Roby
non sospettava di nulla?!”
- “...Io...,
...io..., ho fatto quello che mi avete ordinato. Che cosa ci posso fare io se
quello...”
- “Dovete montare
subitissimo qualcosa. Quello va mandato via subito e per colpa sua!”
Marco Gonzalez,
con aria sempre più froscia e l’occhio bieco da delinquente abituale, va a
sollecitare di nuovo Christian/Diedlind che questi
deve agire subito, sennò non avrà mai più i soldi del sussidio di
disoccupazione a vita. O almeno così gli dice lui, lui Marco Gonzalez, che,
quando è furioso, minaccia, e pure peggio a volte. Marco Gonzalez è di natura
un violento fuori di testa.
Sabato 22/11/14, Christian/Diedlind è agitatissimo, ancor di più
dell’agitatissimo solito. Prima di correre in bagno a ficcarsi il vibratore nel
culo, alle 8:30 si lancia sua una cassetta di generi alimentari sopra lo
stipetto di Roby, la prende e la getta affianco ai contenitori dell’immondizia.
Roby manda subito
un’email a Marco Gonzalez e Robert von Sivers dicendo loro che il loro complice
Christian/Diedlind, chiaramente obbedendo a ordini
loro e del governo, è ora passato all’attacco diretto rapinando cose sue [sue
di lui Roby].
Mercoledì
26/11/14, Marco Gonzalez, cerca Roby verso le 10 del mattino, mentre costui è
al computer. Marco Gonzalez, cui sono stati dati degli strumenti di
sorveglianza da Linnéa, vede, dalla sua postazione di pseudo-manager, che Roby
sta usando il computer e dove.
Marco Gonzalez è
in preda al panico. Il suo bisogno delinquenziale di confessare è assoluto. Col
suo tipico linguaggio paranoico, infarcito dei luoghi comuni dei paranoici,
dice che deve risolvere la situazione del camerone [dove non c’è alcun problema
dato che si sono inventati tutto loro e poi hanno cercato di montare conflitti
col pederasta degli Squadroni della Morte delle Polizie Segrete tedesche-NATO Christian/Diedlind]. Rispetto a quello che Roby ha
scritto alla Cancelliera ed al Presidente, Marco Gonzalez dice, arrossendo, che
in Germania quelle cose non esistono. ...E che ne sa lui...
- “Sono
paranoie”, aggiunge Marco Gonzalez.
- “Certo,
paranoie”, risponde, chiaramente irridendolo, Roby.
Marco Gonzalez
dice poi a Roby che deve andarsene quanto prima, in non più di un paio di
settimane. Roby sa che è inutile discutere con uno scalzacani che agisce su
ordini del governo, tramite i suoi Squadroni delle Morte / Polizie Segrete, per
cui dice che va bene, che se ne andrà entro un paio di settimane. Se ne va poi
il 30 novembre 2014 pomeriggio.
Appena parlato
con Roby, Marco Gonzalez telefona a Linnéa, degli Squadroni della Morte del
governo tedesco:
- “Buone notizie,
Linnéa! Li mandiamo via!”
- “Ovvio! Non è
che in un ostello, dopo più di un anno di permanenza, potessero opporsi...”
- “Cosa vuol
dire, Linnéa, che non sono stato bravo?!”
- “Oh, certo,
Marco, è stato bravissimo... Piuttosto, glielo ha detto che quelle storie della
persecuzione sono tutte invenzioni.”
- “Quello, quel
Roby, deve essere proprio un demonio. ...Non mi avete detto tutto su di lui...
...Sta di fatto che mi ha fatto sentire un pezzo di merda...”
- “...In
effetti...”
- “Beh, che
vorrebbe dire, Linnéa...”
- “Ah, no, Marco,
...lo so che lei è bravissimo. Davvero un grande agente segreto... Dunque, mi
diceva che quello non se l’è bevuta?!”
- “Beh, no...,
...sì..., ...insomma... Io glielo ho detto...”
- “Ed allora?!”
- “Glielo ho
detto che quelle cose dello stalking di Stato, dello Staatsterrorismus, sono
tutte balle...”
- “Bravo, Marco!
Lei glielo ha detto... E lui... Perché lui l’ha fatta, ...mi diceva..., l’ha
fatta sentire a disagio... Sì, mi ha detto che Roby non ci ha creduto...
...Marco, mi dica tutto, in dettaglio.”
- “Niente. Non
c’è niente da dire. Io glielo ho detto che erano paranoie e lui mi ha detto
letteralmente “Certo, paranoie”, ma con un tono che mi sono sentito io un pezzo
di merda!”
- “Ah, ho capito.
...Bene, Marco. ...Lei ci ha provato ma lui...”
- “Io ho
obbedito. Anzi, se posso essere sincero, ho usato davvero un tono da
specialista, da professionista, da vero agente segreto, come lo ho visto nei
film. È solo che quel Roby è proprio peggio di come mi avete detto. ...Ma
allora ha sempre saputo tutto!”
- “Marco, noi
obbediamo agli ordini del governo. Non potevamo venirle a dire...”
- “E se ora, come
ha detto, quel Roby ci sputtana?!”
- “Marco, per la
patria... Lei è un grande patriota. Se quello vi sputtana, ...vedremo... La
patria innanzitutto. Noi dobbiamo sopportare, qualunque cosa possa succedere a
noi.”
Il 30 novembre
2014, Roby se ne va da lì.
Per qualche
settimana, sta in un altro ostello. La direzione dell’ostello si comporta bene in
realtà. Non fanno nulla di ‘sconveniente’, quelli dell’ostello. È solo che
Linnéa piomba lì a farsi una delle sue solite parti:
- “Sono Linnéa,
degli Squadroni della Morte / Polizie Segrete del governo tedesco...”
- “È successo
qualcosa?”
- “C’è un certo
Roby da Voi?”
- “Sì, perché?”
- “Avremmo
bisogno di informazioni.”
- “E che
c’entriamo noi?”
- “Ci faccia
sapere tutto di lui.”
- “Noi, non
stiamo a contatto cogli ospiti.”
- “Ci sono altri
in stanza con lui, od altri dell’ostello, che possiate allertare?”
- “Allertare,
perché?! C’è qualche pericolo?!”
- “No, nessun
pericolo! Sono nostre procedure operative.”
- “Scusi,
comandante Linnéa, ma che cosa c’entriamo noi?”
- “Non sono
comandante! ...Voi dovete obbedire al governo!”
- “Obbedire cosa?
Noi facciamo gli albergatori. Non siamo forze di polizia.”
- “Dovete
obbedire! Dovete obbedire!”
- “Mi dice che
non c’è nulla ma che noi dobbiamo allertare gli ospiti.”
- “Guardi, noi
siamo il governo, servizi speciali. Se le diciamo che lei deve allertare, lei
deve allertare.”
- “Cioè, io
chiamo quelli dell’ostello e dico loro che li allerto contro Roby?!”
- “No, no. Lei
deve dire che sono venuti gli Squadroni della Morte / Polizie Segrete del
governo tedesco, anzi non lo deve dire ma solo lasciare intendere, e deve
chiedere loro con aria ammiccante se abbiano qualche informazione sul Roby.”
- “Ho capito. Io
dico loro che è venuto qui un alto ufficiale del governo, di Servizi Riservati,
e che devono vedere se possono riferirmi qualcosa su Roby? Ma chi sarebbe quel
Roby, un qualche ministro, o capo di governo o di Stato, estero?”
- “Basta! Basta!
Guardi abbiamo precise informazioni su di lei! ....Noi le chiudiamo l’ostello!”
- “Io sono
tutelato dalla Costituzione!”
- “La
Costituzione se la può ficcare nel culo! Lei non sta capendo. Domani le arriva
un’ispezione sanitaria e le chiudono l’ostello.”
- “Ed io dico che
lei, Linnéa, del governo tedesco, è venuta qui e mi ha minacciato.”
- “Oh, bamba, e
chi ti dà ascolto?! Io non esisto! Tu ti trovi coll’ostello chiuso per ragioni
diciamo-tecniche. Che c’entra il governo? Noi non ci siamo mai incontrati. A me
non mi conosce nessuno... ...Noi sappiamo come farle queste cose... La
Costituzione te la puoi ficcare nel culo e godertela, quando si tratta di cose
non di interesse del governo. Quando arriviamo noi, noi siamo la Costituzione.”
Subìto il colpo,
il direttore-proprietario dell’ostello cambia atteggiamento:
- “Oh, cara
Linnéa, lei mi ha frainteso.”
- “Ci dica con
precisione qualcosa di ragionevole, nulla di illegale, che noi si possa fare e
noi vediamo... ...anzi, noi obbediamo. Ma nulla di illegale. Non è che possiamo
molestare i nostri ospiti.”
- “Ci dia la
lista di chi è qui da voi, ed in che stanza, che provvediamo noi direttamente.
Lei, ovviamente, ci ha autorizzato.”
Il mattino dopo
la visita di Linnéa, e la conversazione demenziale avuta con quelli
dell’ostello, il receptionista andò realmente come fuori di testa.
Ansiosissimo, usciva ogni cinque minuti a fumare una sigaretta, e poi subito
un’altra ed un’altra ancora, e, da fuori la finestra, dalla strada, dal
marciapiede, fissava Roby mentre questi, tranquillo, se ne stava al computer a
fare le sue solite cose. Intanto uno degli Squadroni della Morte / Polizie
Segrete Carabinieri, uno che era già comparso al Sunflower Hostel per
straparlare con talune che alloggiavano in prossimità di Roby, un ragazzotto
livido ed ignorante che vaneggiava frasi pressoché incomprensibili ma
accidiose, aveva contattato sia Giuseppe Davide Mancuso che una troietta di
Verona, Paola Cordioli, che erano nella stanza con Roby, lì all’ostello. Mentre
Linnéa aveva parlato con una paranoica furiosa svedese che faceva la scopina
occasionale sempre lì all’ostello.
La paranoica
svedese era una che compariva in cucina in mutande e borsetta a tracolla,
esibendo gambette magrissime, ed aveva sempre sulla bocca un immaginario
‘boyfriend’. Beh, ogni svedese ha il boyfriend o la girlfriend da precisi
ordini del loro Principe/governo/Stato. Acida ed isterica, non sembrava avere
tratto grandi giovamenti spirituali, e d’altro genere, dal suo immaginario, e
ad ogni modo distante, ‘boyfriend’. Passava ore a straparlare con qualche
alcolizzato nordamericano che lì alloggiava. Poi, dopo esser stata contattata
da Linnéa, aveva cercato di battibeccare con Roby che aveva preferito far
cadere le accidie di costei ed ignorarla.
Giuseppe Davide Mancuso era un tipo
cordialissimo, pur scimmiottesco e sporcaccione. All’inizio, era uno che
trattava tutti affabilmente, almeno in apparenza, pur portato alla depressione
permanente per cui si pisciava continuamente addosso per il mondo avverso. Del
resto era senza interessi culturali né abilità pratiche, per cui destinato a
razzolare nei sottomestieri. Inoltre comminava sbattendo i piedi ed
ancheggiando da scimmione, come a voler trasmettere a tutti un’attitudine
rinunciataria ed autoimmerdatrice. Alla fin fine faceva comunella solo con
coloro che lo facevano sentire a suo agio nella propria vita di merda, tra
sbevazzate e locali tanto per dire che uno è stato qui ed è stato lì, finché
aveva qualche soldo da buttare via. Del resto, perché uno fa mestieri dove
lavora tanto e guadagna poco, a parte che evidentemente non ha attitudini, di
solito, per fare mestieri profittevoli? Per spendere tutto in cazzate e
continuare la propria vita di merda fatta di superlavoro e di soldi sperperati,
ovviamente. Appena il terrorista e delinquente dei Carabinieri lo aveva
contattato, aveva cominciato a cercare di marcare Roby. Quando questi arrivava
nella stanza comune, che era poi anche la cucina, cercava di occupare tutto lo
spazio disponibile e metteva a tutto volume l’unico computer dell’ostello, che
disponeva di altoparlanti esterni, dai quali usciva dunque un rumore assordante
che disturbava più gli altri ospiti che Roby che si metteva le cuffie e poteva
egualmente ascoltare i suoi audiofiles senza problemi. In ciò lo assisteva, ma
marginalmente, un nero santodominicano, già invadente di suo, Newton Einstein,
uno chiaramente pieno di soldi, dato che era in Europa a studiare ed in Europa
non si studia certo coi miserissimi redditi santodominicani. A Santo Domingo,
veniva fuori da cosche e ladroni di Stato locali, ed aveva fatto qualche soldo
rubacchiando a turisti nordamericani ed europei cui faceva da guida a prezzi
europei, non certo locali. Pur ingegnere, aveva scoperto che si guadagnava
davvero, a Santo Domingo, gettandosi dove v’erano i soldi veri, quelli
occidentali. Arrivato in Europa dove stava facendo un master sia in Belgio che
in Germania, aveva un conto in banca ben
fornito ed alimentato. Era dunque uno abituato a rubacchiare a livelli medi.
Non altissimi. Appunto, solo medi. Pur senza lavoro, cercava infatti un
appartamento, certo da poter condividere con altri, ma pur sempre un
appartamento a prezzi berlinesi, non altissimi ma neppure modesti. Aveva pure
soggiornato in Italia. Infatti parlava pure l’Italiano, oltre ad inglese e
tedesco ed altre lingue. Era uno che sapeva muoversi dunque, ed allo stesso
tempo un pezzo di merda all’occorrenza, come tutte le personalità adattive, che
si era associato a Giuseppe Davide Mancuso e pure alla troietta di Verona quasi
stessero partecipando ad un pogrom. Non fecero poi granché, anzi pressoché
nulla. Ma ne avrebbero avute tutte le intenzioni. Era stato fatto sentire loro
l’odore di un pogrom e si erano eccitati alla prospettiva di poter dar fuori di
testa e delinquere con copertura di Stato. Della troietta di Verona, Paola
Cordioli, era letteralmente innamorato folle. Lei le faceva sentire l’odore
delle fica pur non dandogliela dato che aveva il ragazzo lì a Berlino e che
stava sempre vicino a lei. Schifato dalla Paola Cordioli, se ne era poi andato
da Berlino stabilendosi a Leimen, in Baden-Wurttemberg dove aveva trovato un
lavoro in una azienda di costruzioni.
Al gruppetto, lì
all’ostello, si era anche occasionalmente unito un brasiliano di Belém, Jorge
David Ramos. Ma era uno lurido e volgare di suo, almeno in apparenza, lì in
vacanza. Aveva l’aria torva e ladronesca tipica dei brasiliani, ma tutto lì.
Magari sarà stato un santo ed un genio, ed oggi sarà candidato per un premio Nobel, per quel che può valere, od
essere stato prenotato dal Paradiso come prossimo CEO, non appena vi ascenderà.
Non è che avesse avuto alcun ruolo nello stalking contro Roby. Ci siamo solo
concessi la libertà di sorvoli estemporanei, nel caso suo.
La troietta di
Verona, Paola Cordioli, che compariva li all’ostello sempre col ragazzo, uno
scialbo italico che lavorava in un ristorante ed alloggiava in un appartamento
in condivisione-porcile [di quegli alloggi impuzziti dal fumo, con la cucina
luridissima col lavello stracolmo dei pentolame e piatti da lavare, con cesso
che tutti sporcano più che possono e che, come la cucina, nessuno vuole pulire
tanto poi lo sporcano subito gli altri], ora si fermava a dormire all’ostello,
nel letto suo, col ragazzo [che dunque era abusivo lì dato che lui non pagava
il suo posto, che non aveva, all’ostello, ma avrebbe dovuto pagarlo ed averlo
per per poi dormire lì all’ostello pur nel letto di un’altra], ora andavano
entrambi a dormire nella stanza di lui, nell’alloggio-porcile in condivisione
con altri. All’ostello era di certo più pulito, e pure più silenzioso dato che
tutto il rumore lo faceva solo la Paola Cordioli per mostrare a tutti, oltre a
sé stessa, di essere fuori di testa. Ma anche nella lurida stanza di lui, alla
fin fine, i due porci si trovavano nel loro. Dopo che il terrorista e
delinquente degli Squadroni della Morte dei Carabinieri le aveva parlato, lei
disse a Giuseppe Davide Mancuso che quel Roby doveva essere chissacchi, per cui
lei, così disse, aveva paura. Tuttavia, per non tradire gli impegni presi col
pazzo, oltre che terrorista e delinquente ed ignorante, dei Carabinieri, una
mattina alle 4, in presenza del ragazzo, Daniele Fabbrocino, e di Giuseppe Davide
Mancuso che controllavano da vicino pronti ad intervenire, la troietta di
Verona, Paola Cordioli, si mise a battere violentemente i tacchi per circa una
mezzora a pochi centimetri dal letto di Roby, Roby che se ne fregava e rideva
senza che loro se ne accorgessero. Non avendo ottenuto nulla, andò in cucina a
drogarsi ed ad ubriacarsi cogli altri. In realtà, camminando con passo
pesantissimo ed indispettito per i corridoi dell’ostello, svegliò coloro che,
nelle varie stanze, stavano dormendo.
Roby aveva già
provveduto che tutti e cinque fossero trattati con radiazioni speciali ed
inculati, in stati ipnotico, dai cani. Ciò li pervase di stati di panico
crescente, e pure d’altro. Stavano, e da allora stanno, male e non capivano né
capiscono perché. Lì, all’ostello riempivano di merda ovunque passavano. Come
cani che pisciano sui muri e simili per delimitare il loro territorio, loro
lasciavano sozzume e pile di stoviglie e pentolame non lavati, come ad
affermare che lì era territorio loro, dei pezzi di merda. Dopo il trattamento
speciale, lei, Paola Cordioli, pur solo ventenne, ha cominciato ad
inrossettarsi come una troia da strada o da casino, oltre agli strati di
vernice sul viso, ed a perdere i capelli. Beh, anche gli altri pidocchi,
...variamente... Le era restata quella sensazione da culo rotto e sporco. Agli
altri pure. La sodomizzazione ipnotica coi cani, come congegnata dalla xyxyxy
[come si chiama?!], rimuove il ricordo di ciò che è avvenuto ma non le
sensazioni che restano nel soggetto. La psicopatica svedese si defilò
dall’ostello e forse pure da Berlino.
Roby trovò poi alloggio, dal 27/12/2014 al 24/03/2015, in Hermannstraße 57, 12049 Berlin. Era un
alloggio al pian terreno, dunque piuttosto freddo ed umido. Case vecchie, di
conseguenza soffitti alti per cui gli gli ambienti restano freddi anche dopo
ore di riscaldamento acceso. Un genio nigero-italico, ma del tutto italico
essendo nato in Italia da madre italiana e padre forse pure, che aveva
abbandonato il liceo linguistico in Italia e si era trasferito a Berlino dove,
dopo occupazioni nei traslochi ed altro
aveva trovato lavoro come cuoco, che fumava hashish e scolava alcolici tutta la
notte fino all’alba, condivideva la sua stanza. Quando Roby aveva chiesto,
questi aveva detto che quel che affittava non era un letto ma una stanza. Ovvio
che i letti siano in stanze. Misteri della lingua. Quando Roby era andato a
vedere si era rivelato un letto in una stanza con due, non una stanza
indipendente. Roby aveva lo stesso accettato. Il genio aveva un solido letto
matrimoniale. Mentre Roby dormiva su una brandina su rotelle che poi si era
rivelata letale combinata all’appartamento freddo, avendogli procurato la prima
breve sciatica della sua vita. Anzi, proprio perché il genio non urlasse
troppo, dato era terrorizzato che il fitto dovesse avere dei balzi a seguito di
maggior consumo di gas per il riscaldamento [...i geni credono alle balle, lì
raccontate lui dalla locataria originaria], Roby dalle 225 iniziali era passato
a 300 salvo conguaglio. Il conguaglio non lo ha mai visto. Beh, se l’altro
fosse stata una persona normale lo si potrebbe definire uno che si riduce a
comportarsi da ladruncolo, o magari è stata la sconosciuta e misteriosa
affittuaria titolare che si era ridotta a tale stato. Ma trattandosi di un
genio, lo sapete come sono i geni?! Sono magari felici di dare il doppio ad uno
spacciatore ma poi si dimenticano di saldare i conti al negozio all’angolo
esistessero mai ancora negozi che fanno credito. Ah, il genio aveva anche altre
mille qualità che appunto contraddistinguono i veri geni. Perdeva tutto,
compresi documenti, portafogli, telefonini e soldi. Panicava di fronte a
qualunque problema elementare fosse stato aprire una scatola od una lavatrice,
od avvitare un qualcosa si fosse svitato, lavare piatti e pentole, stendere i
panni, anche fare 11+12. I geni sono destinati a cose superiori per cui
talvolta evitano i dettagli. I geni-geni, non
solo evitano i dettagli ma pure la sostanza. Beh, lui proprio panicava.
Un vero super-genio! Dimenticava perfino di timbrare il cartellino sul lavoro,
per cui, giustamente, vedendolo con lo sguardo allucinato ed il sorrisetto
scemotto-superiore, evitavano di pagargli le ore che lui dimenticava di far
risultare. Un genio va sempre assecondato. Del resto, lo sanno tutti che ai
geni fanno schifo i soldi! Ne perdono a palate, i pochi che hanno. A volte li
rubacchiano, magari per dimenticanza e trasandatezza, non necessariamente per
dolo né cattiveria.
Appena Roby arrivò lì, Linnéa andò a parlare coi due stavano sopra
l’appartamento dove Roby alloggiava, Wolfgang Eisenhower e Daniel Sturm. Anzi,
prima ancora andò dall’Immobiliare che amministrava l’edificio,
http://www.domizil-gruppe.de/. A domizil-gruppe se ne lavarono le mani:
- “Jawohl! Noi siamo veri nazi, anzi veri patrioti! ...Poi, lì, abbiamo
subdelegato tutto alla mafia turca. Noi riscuotiamo, ma è la mafia turca, ora,
a controllare chi se ne va e chi subentra. Chi siamo noi, comunque, per poter
mai contraddire il nostro governo ed i suoi eroici Squadroni della Morte?! Voi
siete ovviamente liberi di agire. Qualcuno mai si lamentasse con noi, sappiamo
ben noi che dire. Prima viene la Patria! ...il nostro Principe Germanico, il
nostro Stato! I singoli sono nostri clienti rispettabili e rispettati solo quando
non interferiscano con la nostra Patria!”
Linnéa contattò così la mafia turca che aveva giurisdizione
sull’edificio:
- “Sì, i due nostri collaborazionisti sono ariani, anzi
tedeschi-tedeschi. Nel caso mai qualche vicino turco fosse disturbato, ...ecco
dite loro di pazientare, ma noi abbiamo ora ordine di fare un po’ di battiture,
non molto. Non possiamo dirvi di più. È davvero una questione di Stato, anzi
internazionale-NATO, anche la Turchia è nella NATO!, per cui dobbiamo proprio
obbedire.”
Alla mafia turca, settore immobili, non restò che assicurare la sua
cooperazione, mai fossero stati anche solo marginalmente toccati interessi
turchi. Del resto la mafia turca, settore alloggi, usava disoccupati in carico
all’Assistenza Sociale che, vestiti trasandati e pure un po’ sporchi, si
assentavano un attimo dai bar dove passavano le giornate, si mettevano una
cartellina sottobraccio e fingevano di essere impiegati, quando dovevano
presentarsi negli edifici.
Wolfgang Eisenhower, Daniel Sturm, od entrambi, non fecero poi molto. Pur
dotati di visori attraverso i muri... Camminavano pesantemente fino alle
quattro del mattino, disturbando più i vicini che chi stava sotto. Poi
battevano occasionalmente, inclusi i tubi interni, come quello del gas che
andava da un appartamento all’altro. Appunto, non lo fecero in modo sistematico
dato che l’apparecchietto, il visore, attraverso i muri, opportunamente
manipolato con strumentazioni elettroniche contro lo S/G-OS/M, li colpiva al
centro delle teste vuote non appena lo guardassero provocando panico e scosse
elettriche alla testa ed al corpo di loro stalkizzatori. I vicini se ne
lamentarono con l’amministrazione e colla mafia turca, di tutti questi rumorii
che erano improvvisamente cominciati a venire dai due appartamenti.
L’amministrazione e la mafia turca risposero che erano in corso accertamenti ed
invitarono ad avere un poco di pazienza che la cosa si sarebbe risolta in pochi
mesi. Infatti il contratto dell’alloggio dove stava Roby venne disdetto e venne
mandata la mafia turca a controllare che tutti se ne andassero via per il
termine indicato che era i primi di aprile 2015. Ma Roby andò via di lì una
settimana prima della fine del mese, dato che doveva venire la locataria
originaria a vendere i mobili, e forse anche dare anche una sommaria pulita al
porcile creato dal genio del tutto fuori di testa.
Intanto i due, Wolfgang Eisenhower e Daniel Sturm, ed anche una ragazza
di supporto che era stata inviata sopra, furono subito colpiti colle radiazioni
e con l’inculamento sotto ipnosi coi cani. I risultati si videro immediatamente
con forme varie di cortocircuito nei tre. I tre pidocchi non riuscivano a
dormire. Quando sembrava dormissero, erano in una continua agitazione. Erano
ancora più a disagio quando erano svegli. Uno dei due fece in modo di trovarsi
con la terza, la ragazza, ad una festa, una festa di gentaglia fuori di testa,
ed alla stessa far invitare il genio che aveva condiviso la casa con Roby. Alla
festa si mise poi a fissarlo convinto che il bersaglio di tutto il traffichio,
lo S/G-OS/M d’appartamento fosse costui, i genio. Al che, il genio andò a
chiedere loro, con aria appena alterata, se si conoscessero. Questi risposero che erano quelli sopra. Lui non
conosceva loro, ma loro conoscevano lui. Tipico in quelle cose di S/G-OS/M.
Altre volte, i fuori di testa di sopra,
uscivano di casa quando uscivano o Roby od il genio e si mettevano a
seguirli, poi a voltarsi, a guardarli come a scoprire il segreto delle loro
grandi attività di battitura dal piano di sopra. Il genio, super-nevrotico, si
svegliava per un nulla. A volte, anzi spesso, andarono pure a fare ticchettii e
struscii propri in prossimità della testa del genio, in un locale affianco
dunque all’appartamento che coi loro due sovrastavano. Il ‘genio’ si svegliava
sudando freddo e col mal di testa, cose che [non-]risolveva aumentando
l’assunzione quotidiana di hashish, alcool, e pure di qualcos’altro.
Dove non successe nulla, o quasi, fu in un ostello in Kreuzberg, dal 24/03/2015 alla mattina del 30/03/2015,
mentre Roby attendeva di andare nell’appartamento che aveva affittato in
Kaiserdamm. Tra le receptioniste c’era una ragazza molto bella, alta, e pure
estremamente dolce. Di una dolcezza che sembrava spontanea, naturale, non
affettata. Il secondo giorno, mentre Roby stava rientrando, lo chiamò,
sorridendo, e gli disse che voleva fargli vedere dove era la lavatrice. Roby la
segui un poco perplesso ma curioso di cosa mai volesse fargli vedere e dirgli,
ed anche perché non osava contraddire tali calde e soffici dolcezza e bellezza.
Lei lo condusse nello stanzino lì vicino, chiuse a chiave la porta, gli poggiò
le mani sulle spalle mentre colla bocca gli si avvicinò, confidenziale,
all’orecchio. Roby era già tutto arrapato.
- “Sai, Roby, volevamo, dovevamo, dirti una
cosa... C’è un gruppo nel camerone affianco al tuo. ...Sono venuti a fare dei
discorsi strani... ...Ma a noi non interessa... ...Siamo qui solo per
lavorare... ...Se quelli sono fuori di testa non è che a noi ci riguardi. Vedi
tu... ...Basta che noi non se sappiamo
nulla... ...Ecco te l’ho detto...”
Roby, al calore del suo corpo accostato e della
sua voce calda, era ancora più arrapato dell’arrapo iniziale che aveva già
avuto.
- “Oh, Roby, lo so che non ti piaccio... ...Tu,
invece, mi fai impazzire...”, lei gli sussurrò mentre soffice lo avvolgeva
tutto e si sbottonava la camicetta.
- “Certo, che non mi piaci...”, Roby le disse
sarcastico mentre la baciava, le sfilava i jeans e si toglieva i suoi in
contemporanea colle mutande. Le sfilò pure le mutandine. Le tirò su le gambe
che gli stavano ora sulle spalle e glielo mise dentro. Quando le venne dentro
tra i suoi organismi per fortuna più tipo singhiozzo che urlo selvaggio, dato
che erano vicini alla reception, lei gli rifluì tutta addosso soffice ed
avvolgente mentre gli baciava ed accarezzava viso, collo e corpo, sì che Roby
fu di nuovo subito arrapato e si risollazzarono nuovamente dentro la sua
fichetta. E poi un’altra volta ancora. Invero, a Roby ridivenne ancora duro
durissimo, alla sua voce ed al contatto con le carezze del suo corpo. Non seppe
resistere, sebbene esausto. Le rivenne dentro ancora. Roby approfittò altre
volte, nei pochi giorni che stette lì, di quella sua calorosa
disponibilità.
In effetti, nella stazza affianco, c’erano dei gruppi giovanili dei
partiti maggiori e pure qualcuno del regime crucco. Avevano certe facce... Roby
fece provvedere a che fossero irrorati di radiazioni, e pure sottoposti agli
altri trattamenti standard. Si trovarono sollazzati tra mal di pancia, crisi di
panico, dolori nelle teste vuote ed altrove, e pure qualche altro malanno
permanente. Beh, se l’erano voluta.
Dove non successe nulla, proprio nulla-nulla, almeno fino ad ora, fu
invece in Kaiserdamm, dove Roby arrivò il 30 marzo 2015 mattina. Non che Linnéa
non andò... Le risposero, ora molli ora duri, che non capivano i termini della
questine. Le dissero che c’erano dei regolamenti condominiali. Lei arguì con
violenza, che lei era il governo e poteva fare quello che voleva. Le risposero seccamente
che se erano operazioni di sorveglianza non dovevano dirlo a loro. Ma che, se
avessero disturbato gli inquilini, li avrebbero sbattuti fuori dal palazzo, mai
vi fossero entrati.
E qui, per il momento, ci fermiamo.