mashal-036. Quanta gente generosissima ...col culo altrui!
by Georg Moshe Rukacs
La Banque de la Poste belga venne mobilitata, nel 2007-8, quando ero ancora a Taiwan, dalla Polizia Segreta belga. Fallito l’ossessivo stalking di Stato [State/government-organized stalking] anche in Belgio, su richiesta della Polizia Segreta dei CC italioti, precisamente a LLN-UCL (1999-2002), la Polizia Segreta belga venne rimobilitata nel 2007-8, sempre dai CC-NATO: “Bisogna impedirgli di usare i soldi che ha in Belgio. Deve essere obbligato a tornare in Belgio od in Italia.”
Ecco che, all’improvviso, appena io chiedevo un’operazione, una funzionaria efficientissima, precisa ed informale allo stesso tempo, veniva rimpiazzata da un team di delinquenti malati di mente agli ordini della Polizia Segreta belga. Nel 2007-8, quando tentati di trasferire una somma dai miei conti belgi a Taiwan, venni ricoperto da una lista di pretesti successivi. Il tono era talmente chiaramente demente e delirante che fu sufficiente contattare un altro funzionario, un capetto, e far presente che una impiegata demente stava inventando cavilli. Siccome i delinquenti temono la pubblicità, l’operazione venne poi fatta. Un banale trasferimento internazionale di poche migliaia di euro.
Per un tre-quattro anni, non ebbi più bisogno di tali operazioni. Ecco che ne necessitai di nuovo a Rio di Janeiro, nel 2011. Li contattai, mesi fa, per poter gestire i miei conti via Internet, per avere gli estratti, o per chiuderli. Mi dissero, chiaramente mentendo, che per chiuderli dovevo, oltre a fare domanda, indicare un mio conto in Italia dove trasferire la somma. Perché in Italia, se scrivevo dal Brasile? Erano gli ordini schematici, sommari ed incomprensibili (adatti giusto per il miliziano cretino medio, mafioso francofono o fiammingo) della Polizia Segreta belga presso la Banque de la Poste belga: “Abbiamo bisogno che torni in Belgio od in Italia!” Nessuna possibilità di controllare i miei conti via Internet. Neppure alcuna possibilità di ricevere gli estratti conto. Vaneggiando, mi mandarono al consolato belga a Rio. Scrissi una email allo stesso e mandai la risposta del consolato alla Banque de la Poste belga: meglio far pubblicità ai loro vaneggi!
Poi, agli inizi di dicembre 2011, inviai una richiesta formale di trasferire una somma su un codice swift del Banco do Brasil, spiegando in dettaglio che è una operazione che qui (anche altrove suppongo) esiste per cui, anche senza avere un conto, uno ritira i soldi alla banca (in una delle poche banche che hanno tale servizio) dopo che la stessa ha verificato l’identità e l’esistenza di un visto valido e non scaduto. Mi risposero che occorreva fare l’operazione su un modulo particolare che mi mandarono allegato alla email. Anzi, non risposero subito. Risposero solo dopo che inviai sollecito all’autorità di controllo bancaria belga ed alla presidente delle Poste belghe. Il 23, ripetei l’operazione col modulo prescritto, sebbene legalmente fosse sufficiente la richiesta precedente. Quando chiesi informazioni, il 26 dicembre, mi fu risposto che non avevano ricevuto nulla. Mentivano. Inviai, richiesto (mi chiesero o un nuovo fax o la copia scannerizzata del precedente), non un nuovo fax che costava troppo, ma copia scannerizzata del fax precedente. Mi risposero, il 27 dicembre, che mancava il numero del mio conto in Brasile. Già avevo comunicato che non avevo conto e che, per l’operazione, era sufficiente il codice swift del Banco do Brasil. Era chiaro che era la solita operazione di stalking di Stato [State/government-organized stalking] della Polizia Segreta belga su richiesta della Polizia Segreta dei CC italioti-NATO. Infatti, alla mia obiezione, ririsposero che senza un conto in Brasile non facevano nulla. Al che, inviai una breve nota all’Ufficio del Presidente della Commissione Europea ed al Commissario per i Consumatori, e, per conoscenza, ai vari interlocutori belgi. I delinquenti temono la pubblicità. Ecco che, all’improvviso, l’operazione impossibile divenne possibile. Il 4 gennaio 2012, ritirai i soldi al Banco do Brasil. Mi dissero che erano già disponibili il 3. Siccome la regola è che debbano restare presso il Banco do Brasil per cinque giorni lavorativi, l’operazione deve essere stata effettuata appena hanno ricevuto lo sputtanamento. Certo, potevano anche non farla... Meglio così! Si sono limitati ad un imbarazzato: “Se non va a buon fine, la colpa è tua.” Se il codice swift era giusto, e l’operazione è prevista dal ricevente, perché non dovrebbe andare a buon fine? Retorica scema per mascherarsi.
Venerdì 30 dicembre, ultimo giorno lavorativo dell’anno vecchio presso il Restaurante-Pizzaria Cenarium Carioca, Rua Barão de Mesquita 663 lojas A/B/C, Tijuca, Rio de Janeiro (apparentemente di Dimitrio Dos Santos Gregório http://noticias.uol.com.br/politica/politicos-brasil/2006/deputado-estadual/01111975-dimitrio-gregorio.jhtm + la ‘degna’ moglie Andréa). A mezzanotte, dopo otto ore di lavoro, mi chiede, illegalmente, di restare un’altra ora. Abbosso. Altre volte ne chiedeva anche ben di più. OK. All’una, esco dalla cucina, chiedo che mi paghi il passaggio bus che deve essere pagato ogni giorno. Fa finta di nulla. Vado a cambiarmi. Ritorno. Lo richiedo. Mi dice di aspettare e se ne corre fuori a consegnare una pizza ad un amico. All’una di notte, che se perdo un bus devo poi aspettare magari un’altra ora, mi dice di aspettare... È un suo comportamento solito. Fa così con tutti. Lui vuole tutto subito, ma poi non paga neppure gli stipendi. Siccome, nonostante lui e moglie non abbiano voglia di lavorare, e la cucina sia disgustosa e troppo casereccia, la gente mangia tutto, anche merda, ed affolla pure i ristoranti peggiori non appena gli altri siano troppo pieni e dunque anche i peggiori ancora vuoti divengano appetibili.
Quella della ben assortita coppia è sciatteria esistenziale. Dimitrio e moglie sono due maniaci che godono a non pagare il prossimo creando così dipendenza. Sono due abusati che si rifanno, credono!, tentando di abusare tutti coloro li attorniano. Piangono miseria. Si inventano inesistenti furti. ‘Accusarono’, ma solo a chiacchiere, i loro due grandi amici, cassiera di notte e marito, di aver loro rubato, in un anno, 50-60'000 reais, ...ma era sono una scusa per non pagare il dovuto al pizzaiolo ed all’aiuto pizzaiolo, per cui Dimitrio ed Andréa se la cavarono licenziando la cassiera, con l’accusa informale di furto, dopo che il pizzaiolo si era lamentato che la sua percentuale, dopo un anno di lavoro lì era chiaramente irregolare, gravemente decurtata. La notte del 30/12, i suoi grandi amici, ‘ladri di 50-60'000 reais’, erano di nuovo lì a mangiare gratis. Quando sono uscito, dopo l’una, loro erano ancora lì. Figuriamoci se uno tratterebbe con tale gentilezza dei veri ladri e per quella somma!
Borderline e malati incurabili, Dimitrio ed Andréa si convincono poi che il furto sia realmente avvenuto. Piangono di essere in miseria, dopo tale ‘furto’, pure coi parenti e conoscenti. Ecco che lo pseudo-padre (la vera famiglia naturale dovrebbe fare ‘Cataldo’, infatti sia lo pseudo padre, Sergio, che la pseudo madre, Rita, non hanno alcuna somiglianza fisica e psicologica con lo pseudo-figlio) arriva con mazzette di bigliettoni: “Per pagare i fornitori...”, gli dice imbarazzato prima di sparire veloce mentre riceve un ipocrita: “Grazie, padre.” Lo deve sapere che o si drogano e di droghe costose, od hanno altri vizi costosissimi visto che si vestono sull’ordinario e non sembrano avere vetture impossibili. I furti rilevanti sono tutte balle della ‘degna’ coppia. Sempre a controllare i soldi, impossibile che qualcuno ne possa loro rubare nella quantità conclamata. ...Se ne sarebbero resi conto solo quando il pizzaiolo, dopo giusto un anno reale e solare ha ‘contestato’ che i conti non gli tornavano... Si sono subito inventati il furto ed intanto hanno ritoccato, ma di poco, il montante per le percentuali del pizzaiolo e dell’aiuto-pizzaiolo. Sono loro i ladri, Dimitrio ed Andréa. Che spendano tutto chissà se in droghe, od a puttane ed a puttani, sebbene, nonostante lavorino proprio poco-poco e male, e pure col condimento di sciatteria a tutti i livelli, i soldi arrivino a palate egualmente? In pratica, dopo che le altre pizzerie e ristoranti dell’area sono pieni, dopo le 20:30-20:45, i clienti debordano nella loro fogna. Una pizzeria-ristorante marginale. Quando tutti gli altri sono pieni, le folle lambiscono pure i margini.
Per sciatteria loro, non è raro che, sebbene ripetutamente allertati dal personale, restino senza detergente per i piatti. I gabinetti languono senza carta. Il cibo si avaria in continuazione, o si brucia sul fuoco le rare volte che sono loro a cucinare (a dicembre 2011 avevano provato ad aprire per pranzo ma la cosa era per il momento fallita). Le uova sono tenute fuori dal frigo. Per cui, in pratica, le comprano e, per giorni e giorni, restano a temperature tra i 40 ed i 60 gradi, a seconda che stiano nel ‘magazzino’ od in cucina. Il ‘magazzino’ è un vano superiore cui si accede con una scala per muratori altamente instabile e ripidissima su cui si devono trasportare su e giù pure casse di bottiglie piene e vuote. Non sono capaci a organizzarsi come gli altri bar-ristoranti dove le casse piene e vuote sono al pian terreno ed in prossimità di dove avvengono scarichi e carichi. Già un buco abbastanza piccolo, il ‘magazzino’ del primo piano ora è stato ridotto dopo che vi hanno trasferito un ingombrante frezeer come per gelati. Esso è ovviamente vuoto, ma acceso, per cui si sta riempiendo di ghiaccio, oltre ad aumentare la temperatura dell’angusto locale sopra soprattutto la cucina. Interessante vedere che accadrà quando lo sbrineranno. L’acqua sgocciolerà nel ristorante sottostante. Tale magazzino-ufficio ha pure un buco di almeno un metro per un metro nel pavimento, buco che dà sul corridoietto dei gabinetti e, in parte limitata, sulla cassa. Non essendo capaci di mettere una bella e robusta tavola, lo coprono con cartone e con altro materiale simile che non reggerebbe il peso neppure di un bimbo, mai qualcuno sbagliasse a mettere il piede, cosa non improbabile visto che il locale è piuttosto angusto per un ristorante pure piccolo. È tutto all’insegna della sciatteria e pure della chiara illegalità!
Quando devono aprire, arrivano in genere in ritardo. Per cui io aspettavo fuori, anche un’ora. In realtà, il 2 gennaio 2012, io stavo aspettando ma non aprirono. Si dovevano essere drogati troppo i due giorni di chiusura (che geni a chiudere proprio quando la gente va per strada e pensa solo a spendere!), il 31 e l’1. Di sicuro erano troppo depressi. Due giorni in casa e coi parenti! ...ed a ‘farsi’ chissà di che.
Aspettavo da prima delle 16:00 per l’apertura. Alle 17:00 vedo che non arriva l’aiuto pizzaiolo che di solito arriva a quell’ora. Alle 17:30 non arriva il pizzaiolo che di solito arriva a quell’ora. Se ne arriva alle 17:40 ma non con aria da lavoro. Si vede da come è vestito e senza zainetto. Mi dice che gli hanno telefonato alle 15:00 che non aprivano. Se gli hanno telefonato alle 15:00 perché se ne arriva alle 17:40? Non capisco se ha l’aria nera o solo imbarazzata. Sebbene lo stipendio sarebbe dovuto (in un posto di lavoro regolare) anche in un caso simile, chiaramente non è pagato se il ristorante resta chiuso. Già lo hanno truffato sulla parte a percentuale, ora, non sarà la prima volta nell’anno che lavora lì!, non aprono per poi dire, il giorno di paga (il 6/01), che non hanno soldi... Con la cosa di non pagare il personale e di simulare il furto di 50-60'000, hanno licenziato pressoché tutti oppure se ne sono andati, per esempio, appena camerieri professionali hanno verificato che i proprietari rubavano sulle percentuali avrebbero dovuto dare loro. Un cuciniere precedente, anche lui pagato irregolarmente, se ne è andato perché aveva trovato un vero posto di lavoro regolare, anziché una fogna senza prospettive come quella dei coniugi Dimitrio ed Andréa. Restano solo pizzaiolo ed aiuto, ed il ragazzo delle consegne a domicilio delle pizze (pagato con grande ritardo e che sta male per questo abuso, cui tuttavia non sembra ribellarsi sebbene io gli abbia dato opuscolo e riferimenti dell’avvocato), oltre al sottoscritto assunto dal 7 dicembre.
Il 3 gennaio, arrivano, lui e moglie. Scende solo lui dall’auto. Sono le 17:00. Il mio orario era dalle 16:00. Gli dico, come prima cosa, che mi paghi il bus del 30, del 2 e del giorno, visto che non ho tempo di aspettare i suoi comodi a mezzanotte od all’una di notte. Sta male. Drogato da tre giorni di vacanza, risponde sarcastico che è un problema mio se non voglio aspettare i suoi comodi di ladrone che non paga il dovuto e fa il bullo nel cuore della notte per testare che i dipendenti accettino di lavorare per un cialtrone che non paga. Deve essere preoccupato che non intende pagare gli stipendi il 6 gennaio, per cui vuole creare incidenti per licenziare l’ultimo rimasto ed evitarsi di sborsare almeno un 1'000 reais. Del resto, non si è segnato le ore di straordinario mie e non ha detto al contabile di prepararmi il foglio di pagamento del salario. Gli dico che il problema è tutto suo se gli chiudono il ristorante per frode fiscale e contributiva. Controbatte, bullo, che è lui a far chiudere chi osi toccarlo. Gli dico che 78 ore di straordinario (50% in più) e festivo (100% in più) pagate, per il momento, con 130 reais, è del tutto abnorme. Prima mi aveva detto che non aveva spiccioli per i 16 [5+5.5+5.5] reais del bus. Mentiva, come sempre. Tira fuori un blocco di bibliettoni. Ne estrae 12 reais (una banconota da 10 ed una da 2), anziché 16!, che mi dà e mi dice di andare via. Licenziato. Gli dico che ci vediamo al Tribunale del Lavoro e me ne vado.
Il 2 gennaio 2012, verso le 11:00, avevo chiesto al Bar-Restaurante di Rua da Carioca 47, che aveva un annuncio in vetrina che stava cercando un cuciniere, un aiuto cuciniere ed un cameriere. Il manager, un ragazzotto alto, sui 25 anni, mi dice che è occupato, dopo le feste, e di passare il giorno dopo. Il 3, alla stessa ora, mi dice che non assumono stranieri. Comincia a farfugliare: “Cogli stranieri è complicato... ...C’è il problema della naturalizzazione...” Frase senza senso che continua a ripetere sconnesso. Un idiota che non capisce nulla, manager di un ristorante!!! Saluto secco e me ne vado.
Il tipo di fronte a me (dove abito), licenziato dal fruttivendolo sul marciapiede qui sotto (gli rubava soldi? Come faceva a pagare 480 al mese e mangiare al bar-ristorante economico sotto lavorando come ragazzo di un fruttivendolo con una piccola bancarella sul marciapiede? Lo avrà pagato 500-600 al mese, se non meno... A Rio, un lavoro, per molti, è solo un modo per poter rubare), sono vari giorni, da prima di Natale, che prepara delle palline che evidentemente vende in giro. Il tipo che frequenta delinquenti con aria da magnaccia di travestiti, lo stesso mi aveva procurato il lavoro giornaliero, d’un sol giorno, da quel delinquente, per 40-50 reais, che pretendeva trasportassi 150 monitor e computer al primo e secondo piano senza ascensori o simili, sembra suo grande amico e lo chiama venti volte al giorno. Un giorno che era lì a far finta di aiutarlo a preparare palline, gli ho chiesto. Costano 30 centavos (pallina, elastico e figura appiccicata sopra) e le vende a 1 real. Gli ho chiesto quante ne vende. Mi ha detto (il delinquente generoso a vendere il culo altrui, non il tipo di fronte a me che sembra uscito dalla foresta e sembra parlare solo a frasette fatte con la pazza furiosa del quarto piano, col delinquente, collo pseudo-pastore e pochi altri forse in comunanza di affari) che ne vende 500 al giorno. Ora lo canzono, tutte le volte che bussa alla porta dell’amico. Gli dico che con 10'500 reais di profitto al mese, l’amico si è trasferito e sta comprandosi una villa. Ne venderà 30 o 50, se ha fortuna e prima che il mercato dei cretinotti in transito si sia saturato. Un poveraccio non paga 1 real per una pallina inutile. Un riccastro, non compra palline inutili in aree di flusso di pendolari. Se spendono per strada, possono spendere per bevande o biscotti, caramelle e simili. O per cose di una qualche utilità. Non per una palla con figurina appiccicata.
MarcoAz, lo pseudo pastore che ha cercato di rifilarmi un telefonino per 30 reais di registrazione, 10 o + al mese e non so quanto di telefonino-telefonino, quello cui ho messo a posto gratis 3 computer portatili, l’1 sera mi bussa tutto eccitato che ha mangiato un un bar-ristorante una traversa da qui e che gli hanno detto che Paulo sta cercando personale per un ristorante in San Cristoforo. Mi dice che lo trovo la notte. “Un altro lavoro immaginario”, gli dico io, dato che non riesce a capire i termini della questione.
Il 2 sera, mi chiede. Gli dico che non sono andato. Ma poi mi dico che è sempre meglio verificare. La sera del 2 vado a parlare con questo Paulo, un signorone affabile e con l’ignoranza media del manager di ristorante carioca. Mi dice che sta cercando un barman affidabile, oltre che dover aprire un altro ristorante in San Cristoforo. Gli faccio vedere libretto di lavoro etc. Mi dice che deve chiedere al suo capo. Di tornare il giorno dopo.
Il 3, mi dice che, alle 16:00 (quando evidentemente lui prende servizio), non ha incocciato il suo capo. Il 4, vedo che sta parlando con delle fiche al tavolo. Mi metto sull’angolo della strada, guardo verso la piazza e lo filo con la coda dell’occhio. Quando lui si stacca della fiche al tavolo lo seguo e lo incoccio. Mi dice il suo capo gli ha detto di verificare bene come sono messo a permesso di lavoro perché lì assumono solo in modo regolarissimo. Gli dico che scade l’8/02 e che poi magari è rinnovato di tre mesi in tre mesi o magari no, che onestamente non posso mai sapere che fanno alla scadenza. Mi dice che a qual modo è impossibile. O permesso di lavoro permanente o lungo (almeno 1 anno), oppure nulla.
Al ritorno, incoccio la figlia di MarcoAz, Maria. Le riferisco e le dico che ho cercato di spiegarlo al padre ma che le questioni legali sono a volte complicate per molti... Non capiscono un cazzo ...ma fanno finta di aiutarti. Lei riferisce.
Lui mi incoccia il 5 mattina. Gli ripeto e gli dico che glielo ho spiegato in tutte le salse ma che se uno non vuol capire... Ora ha il caso pratico, praticissimo, da lui stesso provocato. O lavoro come irregolare, o una azienda mi chiede il permesso di lavoro permanente al Ministero del Lavoro a Brasilia (ma deve essere per posizione non competitiva con brasiliani) ...oppure la cosa migliore per me e per regolarizzarmi in Brasile sarebbe ingravidare una leggiadra fanciulla, anche più d’una. Anche sposare, ma un figlio in cantiere e poi prodotto, anche più d’uno (ma per la legge uno basta), è ancora più semplice e sicuro di un matrimonio. È sconvolto. Comincia a balbettare che proprio è una cosa da non farsi, che è una cosa proprio da evitare. Perché?! Sessuofobia mascherata dietro religione, e che religione!, una delle solite sette evangeliche (nel suo caso l’Assemblea di Dio) creazione CIA-FBI-SIS in condominio con il dipartimento di Polizia Segreta della Polizia Federale brasiliana? Oppure deve chiedere alla Polizia Segreta od a qualche interfaccia della stessa?
Tardo pomeriggio e sera del 5 sparisce. Non si fa vedere. Riemerge il 6 sera. Mi porta da uno che dice che può farmi lavorare come irregolare in un vicino cantiere edile. Gli chiedo a fare cosa. Mistero. MarcoAz non connette: “Lavorare. Lavorare. Soldi. Soldi.” Generosissimo ...a vendere il culo altrui, dopo che ha tentato di rifilarmi un telefonino... perché qualcuno (il padrone, i figli, o loro leccaculo) ha scassato il cavo di internet nell’ufficio del padrone dove c’è il wireless. L’8, MarcoAz mi dice che gli 800 non sono al mese ma devono essere per due settimane. È una sua supposizione improvvisata. Gli avevo detto che il ragazzo che disse il salario fosse 800 viveva in una stanza con TV che qui dovrebbe costare proprio sugli 800 per cui mi sembrava un poco improbabile che lavorasse per 800 al mese. MarcoAz mi aveva comunque detto che questo grande lavoro non era ovviamente subito ma per un prossimo, o meno prossimo, futuro.
Prima di Natale il padrone dell’ostello Ledo5, Fausto, era sparito. MarcoAz, sempre ‘informatissimo’, prima mi aveva detto che era in ospedale poi che era in vacanza mediterranea. Non importa. Sta di fatto che, il 27 dicembre, il wireless è sparito. Il computer rileva il wireless ma non si connette. L’analisi di rete dice che un cavo è rotto o sconnesso. Lo hanno staccato intenzionalmente. Fausto, sia in ospedale od in vacanza, è stato rimpiazzato dal figlio con la stessa aria da ragazzone grasso. Un perfetta copia, solo ringiovanita. Naturalmente, siccome sono furbissimi, hanno raccontato che non ne sanno nulla. Un altro ragazzotto, che è o un figlio meglio riuscito o solo un conoscente del figlio assunto per la portineria per le feste, insiste che ha rilanciato tutto il sistema. Il tutto continua a non funzionare. Hanno staccato un cavo, o inserito un cavo rotto, o inserito un cavo nella presa errata. Il figlio, con la stessa aria da grasso ragazzone del padre, diventa rosso quando gli ho detto che, secondo l’analisi di rete di Windows 7, o un cavo è rotto o staccato. MarcoAz gli ha detto più volte che io potevo controllare la cosa e riparare il tutto. Evidentemente, nell’ufficio in prossimità devono avere cose preziosissime che non posso vedere. Appunto, hanno staccato il cavo (lo hanno inserito nell'entrata sbagliata del router), per cui è inutile insistere che lo attacchino se non vogliono. O lo hanno fatto di loro o lo ha detto loro il grassone principale, Fausto dall’ospedale o dalla vacanza.
Fausto di Ledo5 è uno con l’aria da ragazzone insoddisfatto che si circonda solo di minchioni peggio di lui. Sennò non potrebbe sentirsi superiore, un vero proprietario. Tutti lavorano lì per pochi giorni o settimane e spariscono. Gli unici che restano sono lo scopino con l’aria da sfroscio insoddisfatto che, se gli pagano tutte le ore che fa, non dovrebbe passarsela troppo male, secondo gli standard proletari locali. Poi, pagati ancora meglio, dovrebbero esserlo i due portieri che al massimo parlano il dialetto di Rio o di qualche foresta. Abitano entrambi nell’ostello, suppongo gratis. Uno è un ex-calciatore ormai di 80 anni che tra il calcio e gli anni di ora deve avere lavorato per decenni come informatore, provocatore e torturatore per tutte le polizie e militari del Brasile. L’altra è una che deve essere stata una prostituta frequentata dal giovane Fausto e che ora, sui 50 o 60 anni, deve essere stata promossa sguattera e poi sguattera-portiera dell’ostello. In Rio, come portieri in ostelli, c’è chi paga 20 reais per 6 ore, 50 per 12 il sabato e la domenica, a studenti od ex-studenti che se la cavano piuttosto bene con l’inglese. Se Fausto, paga in modo regolare i due (+20% la notte, +100 i festivi, +50% lo straordinario non festivo e non notturno, +70% lo straordinario notturno), anche se potrebbe, in parte, compensare con un fitto regolare per la stanza, gli stessi dovrebbero guadagnare piuttosto bene secondo gli standard locali piuttosto bassi. Ora, nel 2012, il minimo nazionale è sui 622 al mese, più alto, ma non di molto, a Rio, per via un decreto dell’aprile 2011 del governatore dello Stato (il Brasile è una repubblica federale).
Se il portiere è uno con l’aria livida ma che evita il faccia a faccia, la portiera nera è una lurida razzista contro i bianchi caucasici ed apertamente isterica. Cammina spesso scalza. Fuma nelle aree pubbliche, dunque in violazione della legislazione sugli esercizi pubblici. Viscida col padrone e con gli ‘amici’, è aggressiva isterica con gli altri, in particolare col bianco caucasico. La grande maggioranza degli altri è variamente colorata, oltre ad essere di brasiliani.
Il 31 dicembre, apro la porta della mia stanza alle 8 dopo varie ore di sonno filato. Me la trovo di fronte alla porta che scruta una piccola chiazza umida di acqua o liquido acquoso in prossimità e mi dice che sono io che bagno il corridoio. Le dico che non è possibile. Mi dice che sono sempre io che bagno dappertutto e si allontana urlando furiosa che non si deve bagnare il corridoio. Alle 14:00-14:30 lavo alcuni capi che avevo messo a mollo. Per il risciacquo uso un contenitore più basso del lavello e che dunque non schizza fuori contrariamente alla prassi corrente di un po’ tutti gli altri. Alle 17:00 sento battere molto violentemente contro la mia porta, un bussare furioso. Apro. È lei con gli occhi fuori dalla testa, del tutto scimmiesca, che urla che il bagno è tutto bagnato di andare subito a pulirlo ed asciugarlo. Le dico che 3 ore dopo che ho lavato, non è proprio possibile sia opera mia. ...Con le temperature di Rio... ...Due ore mezzo dopo... Continua ad urlare che mi aveva ben osservato (3 ore prima dal monitor della portineria?). Non vado. Un’altra volta avevo abbozzato ed avevo fatto finta di asciugare acqua che non c’era o prodotta da chissà chi. Lei continua ad urlare che sono sempre io che bagno dappertutto. Idrofoba! Poi arriva con un secchio con dei resti di acqua e me lo lascia davanti alla porta. È un suo classico. Riempe il bagno di secchi con panni. Se per caso c’è pure un secchio mio me lo porta dicendomi che nel bagno non c’è spazio. Razzismo scimmiesco di una che si sente inferiore. La evito più che è possibile. Altri, vedendola così urlante, cercano di ingraziarsela o non hanno il coraggio (brasiliani autentici!) di lamentarsene col padrone pensando che sia così arrogante perché copertissima. Fa solo perdere clienti al suo caro Fausto grassone. Poi, ancora, quando vado a bere dell’acqua, mi scruta e riprende ad urlare. Dico fra me e me che è malata. Mi insegue. Mi chiede che io abbia detto. Evito e lascio che si sfoghi da sola sotto le telecamere di sicurezza che la riprendono.
La nera scimmiesca e porcilesca si infila sempre nelle stanze di tutti, almeno di quelli reputa suoi ‘amici’, in pratica i tipi porcileschi come lei. Va spesso nella stanza di quello di fronte a me, uno che pensa solo a far soldi anche se non ho capito bene come e se ne faccia davvero. È passato dal fruttivendolo per strada, che ora ha un ragazzotto giovane che lo aiuta, a confezionare e vendere palle da 1 real. Le prepara. Poi corre alla stazione ferroviaria e di bus ed aree limitrofe. Non ho ben capito chi compri palle da 1 real... ...o se le rivenda ad altri rivenditori finali.
Non so se per farsi sentire da me, o se fosse una loro conversazione usuale, mentre la nera scimmiesca ed idrofoba stava pulendo il corridoio, lui la ha interrogata su internet. Lui non ha computer né ne usa. Però deve avere concesso l’uso della sua stanza a Liberio per 100 reais. Non so nemmeno se sappia leggere e scrivere, o come. Lei gli ha risposto che le persone non devono avere internet e che se vogliono internet devono andare nei negozi la fanno pagare. Tale è il livello dei dipendenti affezionati del grassone Fausto! ...Che la nera disgustosa fosse una mignotta da negozio convinta che si debba avere un antro dove dormire e che tutte le altre cose debbano essere fatte in ‘negozi’-locali appositi... ...Eccitata che abbiano staccato, non so se solo per un paio di settimane o per sempre, il cavo del wireless!
La mattina di martedì 10 gennaio, MarcoAz mi bussa prima delle 7. Sono solo due o tre ore che dormo. Mi coglie quando ero non assolutamente dormiente, ma pur sempre sull’intontito pesante. Mi dice di parlare con un tizio che verosimilmente è il capo della ditta di costruzioni cui lui mi aveva ‘generosamente’ allocato. Il tizio è lì. Lui, MarcoAz, sparisce. Come dire che ti mette in contatto ma non vuole sapere nulla. Originale! Il tizio non dice nulla. Per cui io gli stringo la mano e gli chiedo. Mi dice che il lavoro edile che dipende da lui è piuttosto faticoso. Gli chiedo orario e salario. Mi parla di 44 ore settimanali, se ho ben capito, e di 850 reais al mese. Gli chiedo quando è. Mi dice che non è subito ma in un prossimo futuro. Gli dico che devo pensarci.
Più tardi, dopo le 8, MarcoAz mi chiede. Gli dico che non erano le sue fantasiose 800 ogni due settimane. Già giorni prima gli avevo fatto notare che un altro tipo dello stesso giro e suo altro conoscente, che mi aveva detto che il salario era di 800, viveva in una stanza con TV che era almeno sui 750-800 al mese. ...Una cosa un po’ strana... Mi dice, imbarazzato, che deve chiedere se dà pure un contributo per l’alloggio. Ma figuriamoci! Che chieda, chieda! Infatti non mi dirà più nulla sul punto.
Intanto, ne approfitto per dire a MarcoAz che il 27, su richiesta della Polizia Segreta brasiliana, qui Fausto e figlio hanno staccato internet. Gli spiego, in breve, che il 26-27 sono andato in culo alla Polizia Segreta belga che ha tentato di bloccarmi una piccola operazione bancaria, tuttavia fatta dopo che li ho sputtanati con la Commissione UE. Appena li ho sputtanati, hanno telefonato ai CC che hanno telefonato alla NATO ed, assieme, hanno sollecitato i brasiliani a fare qualcosa. I brasiliani, che hanno cooperazioni organiche con CIA-SIS, ma allo stesso tempo se ne vergognano, cooperano ma nel mio caso non veramente, per cui, per mostrare che cooperano, hanno ordinato qui a all’ostello, a Ledo5, di staccare il wireless. Cosa che il proprietario e figlio (visto che il proprietario Fausto era via) hanno subito fatto. Già che ci sono, gli dico pure che fu sempre la Polizia Segreta brasiliana a dire a Fausto che non dovevo lavorare, dopo che lui mi aveva iniziato a far lavorare come pittore.
Nella stessa mattinata di martedì 10 gennaio 2012, ecco che il destino fa comparire l’infame Liberio che comincia, di fatto, a lavorare per me, ...pure lui. Va da quello di fronte, cui sembra paghi 100 reais al mese per tale uso della stanza, per provare lì il wireless del suo PC. Comincia a trasportare le parti del suo PC. Compare la pazza lurida e furiosa del quarto piano che lo rimbrotta per ostruire il corridoio, sebbene lì sia solo un capo finale dello stesso, quello dal lato di una finestra esterna e null'altro, per cui, se non si lamentano i due che abitano le ultime due stanze... La pazza lurida e furiosa si considera sempre in servizio.
Finalmente, Liberio monta il suo PC nella stanza di fronte e si siede a fissare il video. Non dico nulla, ...ma se non c’è il segnale del wireless... Dopo un paio d’ore, un po’ mi fa pena, un po’ sfrutto la situazione. Comincio ad urlargli che la Polizia Segreta brasiliana ha ordinato ai suoi grandi amici Fausto e figlio di sconnettere il wireless, cosa che i due hanno immediatamente fatto. Vado avanti per un’ora buona. Non sono sicuro che lui abbia sentito. Ma sotto a me c’è o uno con l’aria da travestito od una con aria da travestita, che non ho ben capito che ci stia a fare, e che sembra abbia paura quando mi vede. E sotto-sotto sta l’ex-calciatore ottantenne ora portiere soprattutto diurno. C’è pure lo scopino ruffiano sempre in circolazione. In realtà, era in circolazione pure Maria, la figlia di MarcoAz, che abita due stanze affianco a me, dunque piuttosto vicina, visto che le stanze sono piccolissime. Deve essere in ferie, visto che pure altri giorni la scorgo in orari dovrebbe essere in ufficio, ...se lavora in un ufficio.
Dopo un po’ che urlo (non in modo sconnesso, né troppo forte), Liberio chiama il nero alto che deve avere una piccola impresa di predisposizione di reti informatiche (un altro cui mi aveva allocato MarcoAz e che avrebbe dovuto darmi lavoro, ma poi, come al solito, non s’è visto nulla), sebbene non sia un tipo molto informatizzato. Se stende solo fili, non occorre. Quando Liberio lo chiama, si siede di fronte al PC e guarda lo schermo senza fare nulla. È quello che fa pure questa volta. Infatti, non riesce a capire che il wireless non funziona, che non c’è il segnale. Liberio continua a controllare che il suo USB Wi-Fi adapter, con un inutile cavo di estensione, lampeggi, cosa che indica che l’USB Wi-Fi adapter funziona, ma non indica nulla relativamente alla connessione in rete. Per controllare la connessione in rete, si deve andare nel pannello di controllo di Windows o in una delle sue varie estensioni. Ancor più facile, provare a navigare in rete per alcuni secondi.
Continuo coi miei commenti ad alta voce, ma sembrano non intendere nulla. O forse intendono qualcosa ma non che non vi sia il segnale. Approfitto che Liberio continui ad uscire dalla stanza, per, dal corridoio, fissare il nero e dirgli che non c’è segnale. Esce. Gli dico che è dal 27 dicembre che non c’è, che la Polizia Segreta di Dilma ha detto ai proprietari di staccare il wireless cosa che loro hanno subito fatto.
Prodigio! Dopo poche ore, nell’ufficio dove hanno il wireless, reinseriscono il cavo nella giusta entrata del router ed il segnale ricompare. Il giorno dopo, mercoledì 11 gennaio 2011, quando esco per una cosa, il proprietario mi fa dire di entrare nel box della reception, dove è coi suoi fedelissimi consiglieri, lo scopino con l’aria da sfroscio insoddisfatto e l’ex-calciatore di 80 anni. Mi chiede se voglia lavorare lì. Quando mi aveva dato lavoro ‘per un mese’, ma da lui cessato dopo una settimana senza un motivo apparente (un sopraggiunto divieto della Polizia Segreta), mi aveva appunto pagato e liquidato dopo una settimana. Quando gli avevo chiesto di lavorare come scopino mi aveva detto, improvvisando, che necessitava di gente giovane e nuova. Infatti, continua a perdere tutti ed a restare senza scopini, a parte il fedelissimo che fa moltissime ore (per cui non dovrebbe stare troppo male, se gli paga straordinari e festivi). Quando avevo detto allo scopino fedelissimo, a dicembre 2011, che se per caso avevano bisogno di me come portiere di notte (c’era un annuncio sotto che cercavano) potevano chiamarmi, costui aveva reagito con un suono orgasmico denegatorio, aveva di certo riferito, ma non mi avevano chiamato. Anche MarcoAz gli aveva suggerito di chiamarmi. Avevano assunto un non qualificato brasiliano autentico ed erano comparsi, temporaneamente scomparso Fausto (il proprietario), il figlio ed un amico coetaneo.
Gli chiedo che lavoro sia e per quanto. Come scopino e per tempo indefinito. Gli dico che preferisco come portiere. Dice che se ha bisogno mi chiama.
Intanto, martedì 10 gennaio, MarcoAz se ne esce, al pomeriggio-sera, con un altro dei suoi di fatto lavori immaginari. Mi dice che a cinque minuti da qui c’è un piccolo bar-ristorante che cerca fattorini per consegne a domicilio. Mercoledì mattina vado. Lo trovo. Il proprietario o gestore mi dice che in effetti stanno cercando. Mi chiede un CV. Un po’ stupito gli chiedo se davvero ne abbiano bisogno per delle banali consegne a domicilio. Mi dice di sì. Gli dico che posso inviarlo per email. Mi dice che gli occorre di persona. Gli dico di sì ma mi dico che non mi va di spendere un real (tanto costa stampare una pagina) per un cretino. La sera, MarcoAz mi chiede. Gli dico. Perfino lui è incredulo.
I primi giorni di gennaio, forse il 4 o 5, avevo fatto un giro appena a nord di Avenida Vargas. Scorto un ristorante con la scritta Yakisoba, mi ero avvicinato ed avevano un annuncio che stavano cercando un lavorante. Chiedo alla ragazza al banco che mi risponde che hanno bisogno di uno al banco, comunque di chiedere alla padrona. È una con lineamenti cinesi che sta urlando in malo modo al telefono. Conclusa la telefonata continua ad essere tutta sconvolta. Prudente, le chiedo dell’annuncio. Mi risponde in malo modo di far avere il CV. Appunto, non avevano bisogno di un lavorante. Avevano bisogno di CV. Funziona tutto così a Rio. Mi chiedo come facciano a fare i soldi con tali ‘managers’. Eppure anche il locale più lurido fa soldi a palate. E le attrezzature per bar-ristoranti costano un occhio della testa, come tutto il resto a Rio, pur con salari bassissimi.
Dopo un 48 ore che non lo vedo, venerdì sera (13/01) ricompare MarcoAz. È con uno dei suoi soliti laptop. Questa volta è un 4 giga ram da 64 bit. Viene fuori che il suo negozio di telefonia è pure di computers, anche se lui ne capisce proprio poco. Deve essere un negozietto e neppure aperto per molte ore, a meno che non abbia dipendenti, cosa che lui negò, una volta chiesi. Avevo comunque già deciso che se mi chiedeva nuove messe a posto di laptop, dopo i tre gli avevo aggiornato ed organizzato...
Mi chiede come ridurre le icone della toolbar. Glielo faccio vedere lentamente. ...E pure varie cose, così non si ricorda, o anche se si ricorda ben per lui. Dice che vuole imparare. Poi tenta di propormi di aggiornargli gratis pure questo suo nuovo articolo, un laptop da 1300 reais lui dice. Guarda caso, ha l'aggiornamento ostruito. Un lavoro da cinque minuti (la risoluzione dell’ostruzione), cinque minuti che impiega il computer, sapendo che fare. Ma lui non lo sa. Mi chiede. Gli dico che lo si deve sbloccare a livello di sistema operativo (una tautologia, ma fa effetto su uno che ascolti!), che non è che sia complicato ma si deve sapere che fare, che ci sono tante cose... Non gli dico che si debba fare, sebbene sia davvero una cosetta, ...se uno la sappia. Alla fine mi chiede se sia aggiornato. Gli faccio vedere dove si vede se lo sia e che quello non lo è. Gli faccio vedere sul mio come sia uno aggiornato, almeno in alcune cose chiave. Per cui ha l’aggiornamento bloccato e non è aggiornato. Mi dice perché non glielo riaggiorni come già gli feci con gli anni tre. Gli dico di no, che la ditta è chiusa. Mi chiede perché. Gli dico che occorre studio per destreggiarsi in tutti i mille problemi di software. Gli aggiungo che il mondo funziona così. Sono cose che si pagano. Se qualcuno ha bisogno di me, il minimo per interventi informatici è di 500 reais. In pratica, se vuole quelle messe in ordine generali di laptop, che sono proprio robetta anche se occorrono giorni che pero sono tempi del computer una volta uno abbia avviato l'aggiornamento e risolto eventuali ostruzioni se ve ne sono, che paghi 500 od almeno 500 a pezzo. Caso e fortuna mia (o non sfortuna) hanno voluto che questa volta si presentasse con un laptop con l’aggiornamento bloccato.
In pratica, MarcoAz vende o vendicchia pure computers. Non ci capisce un cazzo. Chi glieli fornisce idem o lui non osa chiedere che glieli diano aggiornati. Però, a me chiede di mettergli a posto gratis cose su cui lui profitta e, in cambio, cerca di procurarmi, e pure senza successo, lavori da lava-cessi, fattorino o manovale in lavori di gran fatica. Tre poteva essere per promozione. Se vuole altro che paghi e salato. Oppure si cerchi chi glieli faccia a poco, se trova. Non trova.
...Son tutti così!!! Per lavorare sei vecchio e straniero. Per lavorare gratis sei un grande amico. Meglio non avere tali amici.