mashal-088. Il salmone di NorbertoEcco
by Georg Moshe Rukacs
No, questa volta non ho
scoperto nulla, sfortunatamente. Cercavo di piratare il nuovo,
ultimo, lavoro del NorbertoEcco, quello che forse lo indusse ad
uscire di scena avendone oramai raggiunto l’età. Od usci di scena
solo per l’età, senza connessione col suo ultimo lavoro. Non
riuscendo a piratarlo perché non ancora in pubblica e libera
offerta, mi sono imbattuto in un salmone del 2016, che poi non era
proprio del 2016 essendo una piccola ed inutile collezione composita
di vecchi pezzi. Resto nell’attesa di trovare l’opera davvero
nuova, sperando la sia, appena sarà sul mercato del gratuito. Mi ero
detto che se era e se sarà davvero il solito NorbertoEcco che scopre
l’acqua calda magari, se ne offre spunto, mi potrei divertire a
riscriverlo liberamente. Sapete quando vi venga quell'irrefrenabile
impulso di...
Eccomi dunque di
nuovo qui, io, BaruchSchlosser, che, dopo avere lasciato il carissimo
NorbertoEcco a Praga, beh fu lui che mi e ci lasciò..., dopo anni di
catalessi cabalistiche sono ritornato tra i vivi-vivi, cioè tra voi
zombi, e chi vado a rincontrare?! Beh, lo ho poi cercato io. Sì,
proprio lui, il complottarolo universale, quello che di segreti non
ha mai capito nulla, della realtà nemmeno, però su quel nulla ha
saputo divenire milionario mentre io, che mi suppongo su un altro
livello, sono sempre più spiantato, come soldi ed altre materialità.
Non ho capito come mai non gli abbiano mai fatto avere il premio
Nobel. Le “sue” lobbies non ne avranno avuto l’utilità. C’è
concorrenza lassù! Lui, il NorbertoEcco, lo ha sempre saputo di non
avere capito un cacchio pur sapendoselo far ben rendere. Lo si vede
dai sui libri sui grandi segreti universali dove annaspa e lo si vede
bene che lo sa di annaspare. Quando da piccolo giocava ai dottori e
diceva alla bambine: “dai fammi vedere il tuo pisello”, sì è
sempre stato uno convincente, per cui le stesse non potevano
resistere e gli si mostravano, poi esclamava: “Ma c’hai solo la
righetta, tu!” Quando s’invaghì della Sampò [più che altro era
stata una di quelle cose per cui il funzionario RAI riteneva che
un’attricetta non potesse non dargliela se richiesta], s’era
detto “almeno questa, che sembra tosta, deve avercelo il pisello”,
ecco che lei, non appena il NorbertoEcco esclamò pure a lei: “Ma
c’hai la righetta pure tu!”, preferì farsi ripassare da Mike.
Quando NorbertoEcco, incacchiatissimo, furioso, dell’affronto,
riuscì ad intercettare la Sampò, chiuderla in una sgabuzzino e
minacciarla di farla licenziare in tronco dalla RAI, pretese delle
“spiegazioni”. Lei dovette, di fronte alla forza: “Tu
NorbertoEcco passavi il tempo a vantarti. Sai, dopo ore ed ore di
lavoro anche una Enza ha bisogno di un po’ di silenzio...” Lui
pressante e sempre più furioso: “Ma quel Mike che chiacchiera
sempre e che è un vanesio da vicoli sottoproletari...” Enza non ce
la fece a trattenersi: “Guarda, lui almeno non dice mai nulla, solo
qualche piacevole spiritosaggine.” NorbertoEcco sempre più furioso
e sprezzante: “Un analfabeta dei bassifondi che, con quella sua
aria da finocchietto pavido, fa il piazzista in RAI...” No, no,
neppure Enza ce la fece più: “Guarda, minchioncello d’Alessandria,
che me lo ha dovuto dire del tutto casualmente la sorella, e perché
io ho insistito, che il padre era un famoso avvocato newyorkese, non
un ferroviario fascistello d’Alessandria, e la madre di famiglia
nobiliare torinese. Sì, è vero, per contingenze belliche, lui fece
solo il classico. Quando la Gestapo lo mise contro un muro per
fucilarlo come resistente, lui neppure disse di essere cittadino
americano. Furono loro che gli trovarono il passaporto in tasca. Non
gli cavarono mai nulla, neppure sotto tortura. Dopo vari carceri
[quando fu trasferito da San Vittore verso la Germania, pesava 39
chili!], centri speciali e campi di concentramento, lo infilarono in
uno scambio di prigionieri Germania-USA. Così, liberato a gennaio
1945, poté raggiungere New York dove divenne giornalista e col
tesserino del Dipartimento di Stato per potersi muovere ovunque.
...Quando glielo ho chiesto mi ha detto arrossendo schivo che sì, a
volte, capita di finire in prigione, che non voleva parlarne... Molti
credono che fosse finito in carcere per furtarelli, e non come agente
di collegamento tra partigiani ed alleati tradito da una spia
partigiana. Nulla più! Non mi ha raccontato nulla, lui, di come sia.
No, non è come te, piccolo, misero, NorbertoEcco! Ti vanti, ti
vanti, mentre perfino in un Mike si cela un uomo mentre dei supposti
cervelloni come tu ti credi di essere...” NorbertoEcco sempre più
rosso di invidia straboccante fuggì, si chiuse in casa, bevve
all’inverosimile. Mike grande agente della resistenza, in mano alla
Gestapo ed alle SS, e pure silente di quelle sue glorie, e senza
neppure una tessera, e pubbliche dichiarazioni, per farselo
fruttare... Poi, non resistendo all’affronto, scrisse il suo
Fenomenologia di Mike Bongiorno,
tre paginette dove Mike era presentato come un mediocre per mediocri.
Pure peggio.
I soliti, che magari ce
l’avevano pure loro, sotto-sotto, con lui, col Mike, pur
mostrandoglisi amici, si presentarono tronfi dal Mike. “Mike,
guarda cosa scrive questo. Non lo denunci neppure? Non vai a far
casino?” Poi, per spingerlo ad agire contro NorbertoEcco: “Mike
ma è vero che quanto i nazi ti torturavano tu ti mettevi a ridere?
...Mike ma lo sai che il padre di NorbertoEcco era un fascistone di
provincia?”
“Idolatrato da
milioni di persone, quest'uomo deve il suo successo al fatto che in
ogni atto e in ogni parola del personaggio cui dà vita davanti alle
telecamere traspare una mediocrità assoluta unita (questa è l'unica
virtù che egli possiede in grado eccedente) ad un fascino immediato
e spontaneo spiegabile col fatto che in lui non si avverte nessuna
costruzione o finzione scenica: sembra quasi che egli si venda per
quello che è e che quello che è sia tale da non porre in stato di
inferiorità nessuno spettatore, neppure il più sprovveduto. Lo
spettatore vede glorificato e insignito ufficialmente di autorità
nazionale il ritratto dei propri limiti.”
Mike ridacchiò: “Tutto
qui?!”
“Magari, fosse
tutto qui, guarda quello che osa scrivere!”
Ovviamente il NorbertoEcco
si copre dietro un furbastro: “dove, si intende, con questo nome è
indicato non l'uomo, ma il personaggio.” Come dire: “Ora te le
dico, ma faccio finta di fare scienza.” Oh, lo facciamo pure noi,
che non siamo furbastri. Usiamo spesso nomi veri. Io BaruchSchlosser
creo una finta frapposizione, coi miei personaggi, solo per crearmi
una distanza euristica che mi permetta di sbagliarmi, dunque di
essere più libero nella ricerca. Scrivessi “Umberto Eco il
conformista” non ci sarebbe rischio di errori. Ma lo sapete come
sia, nei dettagli. Siamo sempre troppo buoni, perché troppo ingenui.
Quando si tratti del male e dei mali ci si sbaglia sempre per
prudenza. Beh, NorbertoEcco era solo un furbastro.
Dunque mostrarono a Mike
pure quel:
“Mike Bongiorno
non è particolarmente bello, atletico, coraggioso, intelligente.
Rappresenta, biologicamente parlando, un grado modesto di adattamento
all'ambiente. L'amore isterico tributatogli dalle teen-agers va
attribuito in parte al complesso materno che egli è capace di
risvegliare in una giovinetta, in parte alla prospettiva che egli
lascia intravvedere di un amante ideale, sottomesso e fragile, dolce
e cortese.
“Mike Bongiorno
non si vergogna di essere ignorante e non prova il bisogno di
istruirsi. Entra a contatto con le più vertiginose zone dello
scibile e ne esce vergine e intatto, confortando le altrui naturali
tendenze all'apatia e alla pigrizia mentale. Pone gran cura nel non
impressionare lo spettatore, non solo mostrandosi all'oscuro dei
fatti, ma altresì decisamente intenzionato a non apprendere nulla.”
https://keepcalmandlearnsocialstudies.files.wordpress.com/2013/10/eco_diario_minimo.pdf
Mike cominciò a ridere
irrefrenabile. Ancora più al seguito del libello contro di lui.
“Dai, Mike,
reagisci. Bisogna sollevare un caso!” E Mike ancora più a ridere.
Ovviamente, Mike restò Mike, mentre il NorbertoEcco divenne una
potenza mondiale.
Beh, quello del libello
contro Mike è un NorbertoEcco che, pur della macchina RAI, e delle
altre mediatiche, vuole dichiarare al mondo di essere un grande
intellettuale del conformismo ma che ...col conformista reale non ha
nulla a che fare. Schizofrenia pura. Borderline. Quelle cose della
serie: “Io sono uno che ha studiato, ...io!” Nel caso, sei ancora
più colpevole. Mike era solo uno che si cercava una professione e di
farla bene. L’ha trovata e si è applicato. Tu, invece,
NorbertoEcco, diventi un operatore nei punti decisivi e di controllo
della rete dello sterminio culturale di massa, e vai a dire che tu
non hai colpa proprio perché hai capito tutto, mentre il colpevole è
magari l’edicolante. Ovviamente, tutto è una rete adattabile. Non
che se il NorbertoEcco non fosse mai esistito, o fosse mancato,
sarebbe cambiato nulla. Non diamo alla merda l’importanza essa non
ha. La responsabilità sua resta. No, il NorbertoEcco non c’è mai
stato neppure con la logica più elementare. Non ci sta con la testa.
Ma ci sta a far soldi a palate.
Persino Salvini,
dopo che gli [i soliti compagnuzzi dei CC] hanno lanciato contro un
tomo di NorbertoEcco per tentare di ammazzarlo, è sbottato: “Se
rinasco, rinasco miliardario rosso e faccio i girotondi... Se poi
nasco figlio di lattai fascisti, giuro che mi faccio Littizzetta!
...od anche Fazio!” Non ho mai capito come una possa studiare
musica, e, subito dopo, lettere e teatro, e poi darsi nei viali, beh
pur siano essi quelli ben pagati della RAI, ed anche complementari.
Comunque, è vero che, per la fare la finta opposizione, meglio stare
con le maggioranze, quelle fluide, reali, cioè sia del Re che dei
soldi. Anzi, quando stai coi poteri reali poi pure fingere di essere
indipendente, come faceva Montanelli, proprio perché non ti vincoli
ai finti poteri del momento, bensì a quelli non passeggeri. Però
quel Salvini che si fa littizzetto deve essere contagioso. Non appena
il Grullo lo ha letto è subito balzato su ed ha urlato: “Gliela
faccio vedere io a quello!” Fu così che esclamò, pubblicamente,
credendosi di fare una battuta comica su Sadiq Khan, il nuovo sindaco
laburista di Londra: “Voglio poi vedere quando si fa saltare in
aria a Westminster...” Anche un Grullo di Genova può essere fuori
di senno. O che non fosse un messaggio trasversale. Che non volesse
candidarsi a rimpiazzare il Mattarello... O gli sarà scappata.
Perché il Grullo è un genio, un altro. Nello stesso spettacolo
racconta che, se ti danno il reddito di cittadinanza, tu puoi poi
lavorare gratis e così il padrone, non pagando gli operai [che
vivono col reddito di cittadinanza!] non delocalizza in Romania. Già,
lo Stato, se ti da mille, ne spende duemila perché almeno altre
mille se ne vanno in spese per uffici. Eppoi non c’è bisogno di
essere Milton Friedman [quello del “Non esiste il pasto gratis”
perché qualcuno deve pure pagarlo, e finisce che lo paghino i poveri
per i ricchi, anche se vi contano il contrario] per chiedere da dove
vengano questi mille, che magari, come detto, si duplicano con le
spese generali. Gli sarà scappata pure questa, al Grullo. I veri
geni si sa che non si possano concentrare sui dettagli. Come si dice?
“L'intendenza seguirà!” Se poi non segue, e se neppure
l’informazione ed il raziocinio la hanno preceduta, ti ritrovi
Bonaparte a Mosca in fiamme, e senza viveri e fica, mentre fuori
nevica e ghiaccia. No, i geni, quei geni, spesso non ci stanno con
la testa... Dal bandaglesciano che si fa saltare a Westminster
all’albero dei soldi infiniti, no, no, proprio i geni Grulli... I
tamarri sono più avanti. Si prendono 850 al mese dall’Inps per due
anni, di disoccupazione, ed intanto lavorano in nero, magari
all’estero, oppure fica e fica senza lavorare. Poi, dopo due anni
buttati via, ...ecco arrivano i Grulli coi soldi a tutti, ma proprio
a tutti-tutti. Perché ora, coi robots che premono, non è che uno,
dopo due anni di disoccupazione a fare nulla, neppure a studicchiare,
possa pensare di trovare un lavoro... Mi sfugge pure dove li
prenderebbero i soldi per dare i soldi a tutti. A parte che in
Italiozia si lavora già troppo [...troppo poco, avendo uno dei tassi
di attività più bassi al mondo] per cui ovvio [!!!] che si debba
dare l’incentivo a lavorare ancora meno... Più prendi soldi a chi
produca ancora qualcosa, più chi produca chiude per cui non ti paga
più le tasse. Oppure si fa cinese, dunque in nero, per cui le tasse
non te le paga egualmente. Beh, il siciliano è più avanti. Lui
soldi non ne ha mai, non da darti. Però pretende i tuoi conclamando
che i soldi non contino (se sono i tuoi) e che devi darli loro [a
loro siculi] perché loro “hanno i diritti”. ...Meglio storti,
allora... Anche gli altri “hanno i diritti”, a cominciare da
quello naturale di non darti i soldi loro!
Oh, ma cosa divago?!
Finisce che mi dimentico... Vi ricordate quando fu trafugata la bara
del Mike? Sì, ecco, avete capito... Fu lui, il Vate, ormai lanciato
nei complotti universali dunque astutissimo, pensava, ed intoccabile,
che si era fissato di far prendere il calco del pisello di Mike. Non
riusciva più a vivere. Dovette agire. Si iscrisse ad una loggia
massonica di avvinazzati di Novara. Coperto da un cappuccio, anche se
tutti lo riconobbero, assoldò una banda di sbandati. Lì pagò.
Promise di più ad operazione conclusa. Tirata fuori questa bara dal
cimitero e nascostala da qualche parte, ecco che il Vate pretendeva
il calco del pisello. Andava aperta. Andava preso il calco. Lo
avrebbero subito capito tutti chi ne fosse stato il mandante. Il Vate
stendeva piani dettagliatissimi. È solo che poi... Gli sbandati
assoldati pretendevano sia più soldi per tenere la bocca chiusa, ed
ancora di più per aprite la bara e prendere un calco senza che poi
si capisse fosse stato preso. Non se ne venne a capo. Il Vate
elaborava piani ma poi... Ovviamente i CC lo avevano subito saputo,
appena la bara era sparita. “Signor Vate si dice che... ...Saranno
solo voci, non vorremmo...” Il Vate si sentiva come incaprettato.
Si vedeva controllato. Ma anche quelli assoldati... Una cosa è
sottrarre una bara. Già aprirla, prendere un calco del pisello
senza che ne resti traccia e richiuderla... Una bara è una cosa
sigillata, non è una cassetta della frutta. Alla fine, dopo quasi un
anno, sentendosi braccati, o comunque non procedendo il piano, non
restò loro che farla ritrovare. Prima del ritrovamento, il Vate fece
contattare i familiari da un insospettabile che disse loro che la
bara sarebbe presto riapparsa intatta che che avrebbero dovuto far
avere, ...non fu specificato a chi..., il calco del pene. Un breve
giro di telefonate ed i familiari capirono come solo il Vate potesse
avere un tale interesse. Ritrovata la bara precedettero alla
pressoché immediata cremazione. Per il Vate fu un vero colpo. Bevve
per giorni. Da allora, di tanto in tanto, si guardava il pisello allo
specchio (la pancia ne impediva la vista diretta, in qualunque
posizione si ritrovasse) e si diceva che Mike doveva averlo più
piccolo. Voi non ci crederete, ma neppure certi Vati sono esenti dai
luoghi più comuni.
Ecco che, ora, rincontrare
questo NorbertoEcco con un salmone in mano mi ha fatto un po’ di
impressione. Questa sua ultima, o penultima, scemenza, porta la data
del 2016. Che sono poi articoletti para-umoristici, o tali se li è
immaginati l’autore, di tempi differenti, ben precedenti. Tempo di
vedersi pubblicato il libretto ed ecco che muore come per promuovere
il suo davvero ultimo, così sembrerebbe, libro in uscita. Noi
guardiano le date che vediamo. Non siamo addentro ai segreti
dell’ometto, tanto meno dell’editoria. Lo sapete come siano certi
Vati?! Sono come una curva logistica. Alla fine ripubblicano. Ecco
perché volevamo trovare, lo vogliamo tuttora trovare, l’ultimissimo.
Certi Vati invecchiano nella testa innanzitutto. Non si mettono a
studiare chessò chimica, cinese, calcolo [nel senso inglese], arabo,
robotica, a settanta od ottant'anni. Ripubblicano. Aggiungono. Cos’è
un’aggiunta se non innovi? Come innovi se non ti applichi, se non
studi? Un genio lascerebbe ripubblicare chi lo voglia, ma se ne
fregherebbe di farlo lui. Cercherebbe, percorrerebbe, nuove sfide.
No, scusate. Si usa nel mondo anglofono, credo. Ma una ragazzina
italica mi ha detto di recente che “nuove sfide” non si dice,
che se lo metti in un CV [frasi del tipo “felice di accettare nuove
sfide”, che invece sembra che nei CV anglofoni sia ben accetto] è
senza senso. Beh, lasciamo stare...
NorbertoEcco dice, ma noi
sappiamo non essere neppure un po’ vero, di essere il genio delle
trame, dei complotti, e poi... ...ecco, poi, ce lo ritroviamo col
salmone in mano, in mano ed in valigia!
Si compra un salmone
affumicato in Svezia e sembra fare di tutto per non mangiarselo. La
mortifera panciona non ne avrebbe sofferto. Anzi, mangiare raffinato
magari allevia. Ma si può mai pensare che uno si consideri perfetto
voglia alleviare qualcosa. Si tiene il pancione letale, e pure il
salmone che, quando lui arriva a Milano, dopo quattro o cinque giorni
dall’acquisto, è andato a male. Più importante far vedere di
averlo comprato che mangiarselo appena verificato che la
conservazione venga vanificata dai frigo degli alberghi che lo
rifiutano. Il piccolo conformista non riesce neppure a rifiutare il
conto di un albergo, pagato all’editore, su cui gli fanno figurare
decine di litri di superalcolici neppure toccati. Gli tirano fuori il
salmone dal frigo mentre gli addebitano centro litri neppure
sfiorati! Ce lo vedere a chiedere un piatto, e coltello e forchetta,
e mangiarsi il suo salmone, con del pane comprato in giro?
Impossibile! Nel suo conteggio dell’impiego del tempo, non sembra
mai essere entrato in un negozio... Vi sarà ben entrato per comprare
il salmone. Sarà sotto la voce “spostamenti”. Addirittura ci
tiene a far figurare di essere stato bamba pure nel 1981. Non che ne
dubitassimo. Il bamba non ha mai dei prima o dei dopo. Se li ha, sono
solo sempre in peggio. Un bamba è sempre peggio. Ogni momento è
peggio degli altri, per quanto da un punto di vista strettamente
logico sarebbe facile contestare questa asserzione. La forziamo noi
per l’illogico NorbertoEcco! Meglio un salmone andato a male,
dunque immangiabile, a Milano, ma dove tutti possano vedere il suo
oramai puzzolente ed inutile regalo, che gustarselo da solo quando
ancora mangiabile. Non poteva ricomprarne poi un altro a Milano, con
incartamento anonimo, o preservando la confezione di quello che si
era mangiato, e dire che veniva dalla Svezia, se proprio ci teneva?
Beh, lo avessero visto a Milano entrare da un pescivendolo e la cosa
si fosse risaputa... Vi immaginate un NorbertoEcco dal pescivendolo.
Vi ci potete immaginare una Thatcher. Ma proprio non un NorbertoEcco
notabile di regime. E chi leggerebbe mai i trafiletti od i libri di
uno che si facesse sorprendere dal pescivendolo?! Si potrebbe con un
Busi, ma perché lo ha fatto entrare nel personaggio. Ma con un
semiotico che si dica inviato dai cieli per arricchire pure la
letteratura mondiale...
1981. Amsterdam. Uno
col pancione, qui sempre un NorbertoEcco, neppure di preoccupa di
tenere il portafoglio in un posto sicuro, ben chiuso da un bottone e
da un cerniera e con la mente ben concentrata sul punto da cui non si
possa permettere di perdere alcunché. Oh, i geni... Sono sempre
sbadati o così vogliono fare vedere. Dei bamboccioni. Per cui perde,
o gli viene rubato, il portafoglio. Rientra comunque a Milano. Avrà
avuto altrove la carta d’identità od il passaporto, ed il
biglietto dell’aereo. L’American
Express gli fa avere una carta nuova il
giorno dopo. L’ordine dei giornalisti gli duplica la tessera in tre
giorni. Già con la patente, nonostante trucchi e alte
raccomandazioni proprio non riesce a progredire nella ricerca dei
numeri necessari. Nonostante avesse già scritto Il
Nome della Rosa, quando qualcuno gli
dice che solo i carabinieri, cioè un’Arma dell’Esercito, sono
gli unici, così riferisce lui, che possano avere accesso a tali
esoterici numeri, lui non riesce a sfruttare il filone. Pure troppo
difficile prendere un treno per Alessandria dove sembra abbiano tutti
i suoi numeri. I geni conoscono solo gli aerei, i taxi o l’auto
propria. I treni sono troppo giù. Insistendo, con alte e meno alte
raccomandazioni, ed interessamenti anche di base, tra cui un suo
lettore dell’Espresso
e che, come tale, dice lui, neppure può essere sospettato di essere
corrotto [non che ci interessi, ma l’asserzione di NorbertoEcco ci
svela nuovamente la sua banalità conformista ed assenza di qualunque
pensiero logico], ecco che, dopo quasi due mesi di tale intenso
lavorio, NorbertoEcco riesce ad avere un foglio sostitutivo, per sei
mesi, della patente che ovviamente richiede lunghi tempi di fattura
per potere essere duplicata. Infatti, pur dopo resistenze, il foglio
viene rinnovato per altri sei mesi. Supponiamo pure altri blocchi di
sei mesi, salvo raccomandazioni. Occorrevano anni per un duplicato di
patente smarrita o sottratta. Come dire, per chi conosca le
burocrazie, che solo chi paghi e molto, potesse averla duplicata in
fretta. Non esistono altri motivi quando ci si trovi ad arretrati del
genere. No, un NorbertoEcco non può scendere a tali comprensioni ed
estrinsecazioni.
In un altro di questi suoi
articoletti dello stesso libretto, NorbertoEcco ci tiene far sapere
che un pancione, e bardato da professorone, si sbrodoli
necessariamente di tutto ogni volta che mangi in aereo. O forse
pensava di fare lo spiritoso. Chissà perché io non mi sia mai
sbrodolato, anche se non avrò certo mai preso la quantità
industriale di aerei di un NorbertoEcco? I geni sono speciali. Il
bamboccione non può non sbrodolarsi!
Povero NorbertoEcco e gli
orsi. Parlando di bambini, se ne esce con un “invece di dirgli”.
Io sapevo, e so, che si dovrebbe dire “invece di dire loro.” Sarà
la lingua che si evolve... O chissà che correttori gli editori usino
per controllare il “grande” NorbertoEcco?! No, non è un lapsus
occasionale. Già nella frase precedente c’era un “per fargli”.
No, è “per fare loro”. Non nuoce alla scorrevolezza ed è
preciso. “Gli” sta per “a lui”, NON per “a loro”!
NorbertoEcco è ovviamente
uno che telefona al dentista per un appuntamento. Beh, quando si sia
importanti... Chiaro che il dentista te la faccia cadere dall’alto.
Io, di solito, vado e passo. Che fortuna essere un semplice e
sconosciuto BaruchSchlosser! Paghi il dovuto e passi subito. Beh,
quando ti trovi un NorbertoEcco, che anche solo trasli il proprio
pancione sulla poltrona del dentista, occorre almeno un’assicurazione
di euro-miliardi sulla persona. Chiaro che occorrano appuntamenti e
tariffe speciali! Un NorbertoEcco, “specialista” di trame, non ci
arriva. La butta sul “noi umanisti” che siamo considerati “dei
perdigiorno” dai dentisti.
Quando NorbertoEcco prova
a fare il conto dell’impiego delle ore della propria vita, facendo
un conto degli impieghi annuali per i vari “capitoli di attività”,
capite come un genio affermato resti senza tempo per pensare. Non se
ne rende conto, per cui si vanta di essere occupatissimo. Ecco perché
mi ritrovo con più tempo per la conoscenza io che faccio il
lavapiatti e sono pure spesso disoccupato, disoccupato senza soldi
non di quelli ricevano soldi da chissà dove. Ma NorbertoEcco è
spiritoso. Annuncia che se smettesse di fumare guadagnerebbe 182 ore
l’anno. E cosa se ne farebbe mai?! Basterebbe si chiudesse in una
delle sua tante case od uffici, staccasse tutto e facesse dire di
essere irraggiungibile.
Beh, resto ad aspettare di
poter piratare quello che stavo cercando. Non ho altro da dire sul
libretto del salmone che non mi è neppure piaciuto. Il libretto non
mi è piaciuto. Magari avessi del salmone affumicato, anche non di
Svezia, affettato sottile! Troppo costoso. Mi consolerò con del
formaggio da pochi euro, appena trovo sia gli euro che il formaggio.