mashal-055. Brasile di imbroglioni e di ladroni. Epidemia diffusa
by Georg Moshe Rukacs
Sarà così un po’ dappertutto, ma qui salta
subito agli occhi. Bianchi, neri, mulatti, asiatici, misti vari, come sono gran
parte dei brasileiri, l’identità brasileira è davvero non nei colori bensì
nell’imbroglio e nel latrocinio. È lo spirito brasileiro che è di colore
lurido.
La dittatura poliziesco-militare, colle sue
milizie di delinquenti, su cui si è sempre fondato il Brasile, continua, pur
coi papaveri civili, destri, centri e sinistri, che mangiano a tutto spiano, alias rubano a man bassa. I militari
rubano. I civili pure. Questo regime ha ucciso e sotterrato la cultura, già
scadente, e lo stesso pensiero logico, esplicitamente ritenuto un mortale
pericolo dall’ultima dittatura militare aperta. Ma anche i civili, ad essa
succeduti, e che ne sono divenuti la faccia formale, non appena gli
anglo-americani hanno rivoluto una svolta civile, ne hanno avuto e ne hanno
terrore.
Al contempo, essa ha inculcato una pseudo
identità brasileira fondata sull’onanismo rubo, non capisco un cazzo, dunque
sono e sull’odio del foresto (e non solo), cioè dell’altro, del non
brasileiro, quando non venga con l’irresistibile bastone anglo-americano e loro
clienti cui i brasileiri si debbano comunque sottomettere. Odiano lo stesso, ma
ingoiano felici. Di conseguenza, il brasileiro si sente ancora di più assolto
quando rubi allo straniero.
Sull’autobus, o su quelli sostitutivi piccoli
privati, si sentono in dovere di fregarti sul resto, se cambi pezzi grossi, pur
non facendosi problemi a rubarti anche solo pochi spiccioli, pochi centesimi ad
ogni occasione. Se non fregano, stanno male. In banca, se sei straniero, si
tengono la percentuale. A meno che uno non controlli subito i soldi, sotto il
naso del cassiere, inutile lamentarsene dopo. Se lavori, ti promettono una
cifra. Poi te ne danno meno, quando addirittura qualche superfurbone neppure ti
paga.
Ti promettono tutti cose colossali, sperando
che tu faccia loro subito qualche favore, ma poi al massimo ti rifilano delle
fregature, oppure nulla. Si fregano anche tra di loro, ma se sei straniero si
sentono assolti, anzi benemeriti. Perché pure quando si rubano tra loro si
sentono assolti. Ma se rubano allo straniero si dicono che assolvono ad
una missione. Lo straniero, anche
poverissimo, è, nel loro immaginario, uno comunque strapieno di soldi.
Negli alberghi, più sono costosi, più
guardano in cagnesco il cliente, perché è lo sfruttatore che ha i soldi. Se uno
è straniero, non possono non rubare magari anche solo cinque reais se questi
chiede di chiamare il taxi. Il portiere chiama il tassista che sovraccarica il
cliente per dare cinque o più reais di tangente al portiere. Non che il
portiere si arricchisca con quei cinque reais. È il principio: rubo dunque
sono. Se l’albergo è da poco, magari un ostello con cameroni collettivi, il
personale non si fa problemi a rubare zaini, scarpe etc al cliente che dorme e
che è uscito senza blindare tutto con lucchetti, non necessariamente risolutivi.
Ma se uno straniero chiede magari l’aiuto di
un dipendente dell’ostello, che crede amico, per trovarsi una sistemazione per
qualche settimana o mese, ecco che scatta il meccanismo dell’invidia
irresistibile, ‘oh, quanti soldi che hanno quelli’, per cui l’amico cui è stato
chiesto magari aiuto col portoghese per navigare sui siti di annunci e far
qualche telefonata, non sta bene se nella notte non entra nel camerone dei
ricchi imperialisti per rubare loro telefonini e borsellini coi soldi. Se poi
sono israeliani, il ladro si sente ancora più sollevato, ‘non solo sono ricchi
imperialisti ma pure degli sporchi giudei’. Ah, nessuno lo direbbe ad alta
voce, dato che nessuno si fida di nessuno e che la TV para sovietica brasileira
è censuratissima ed ortodossissima. Ma non per questo tutti non pensano di
tutto e su tutti le cose peggiori e pur senza alcuna base.
Se poi si è in grandi e costosi hotel, magari
lo sanno che non possono andare nella stanza del cliente a rubare. Ma se uno
anche solo lascia qualcosa in giro o se la dimentica, inutile che speri di
poterla ritrovare. Appunto, un odio infinito e sordido. Il cliente non è
l’altro, l’ospite da servire, e che in fondo lascia pure soldi. No, il cliente
è il lurido riccastro che ha quello tu non hai per cui deve essere comunque
detestato, ...detestato e derubato.
Non che le classi alte siano meglio. Loro
detestano chi stia in basso. Rubano, ammazzano, si sentono intoccabili. Proprio
per questo ce l’hanno coi delinquenti, quelli che, essendo delle classi basse,
non importa se siano ammazzati con colpi alla testa, anche quando disarmati e
pure da guardie private, ma se sono in galera è bene ci restino. ‘Meno gente a
dormire nelle strade!’ Ecco, che quello ha appena rubato i soldi ai dipendenti
che non paga e se chiamato in tribunale si compra per poche decine di reais
testimoni per confermare che lui quelli non li ha mai visti, e pure il giudice
gli dà manforte, appena fattosi tali parti, corre su facebook a scrivere che
non si sognino micro-condoni natalizi, che chi è il galera è meglio vi resti. E
costui che è?! Non è un delinquente?! Non dovrebbe stare il galera, ci fosse un
poco, non dico di giustizia, ma di normali meccanismi giudiziari?!
Siccome non pagano neppure i salari minimi,
che sono meno di 500 dollari, meno di 1’000 reais, R$620 quello federale,
superiori quelli di vari Stati della Federazione, non hanno neppure ancora
razionalizzato che la settimana lavorativa normale è sulle 44 ore. Il pensiero
logico è stato loro sottratto dal regime che lo temeva e lo teme. Non ci
arrivano. Non ci riescono. Pure l’informazione è lì, ma non riescono ad
accedervi. Ne chiedono 50, 60, 70, di ore, per ‘ottimi salari’. Facendo i conti
di straordinari, ore festive ed ore notturne, su cui andrebbero applicate maggiorazioni
varie, ecco che i per-loro-ottimi salari sono ben al di sotto dei salari
minimi.
Eppure insistono: ‘Io pago ben più del
minimo.’ ‘No, tu paghi ben meno. ...È che non capisci un cazzo!’ Chiaro che il
dipendente pensi solo a rubare ed a cercarsi non necessariamente un lavoro vero
ma un salario vero. I prezzi sono europeo-nordamericani e superiori. I salari
sono salari cinesi.
Gli stessi ambienti avvocatizio-giudiziari
non sono meglio. Corruzione generalizzata, taglieggi altissimi, anche in situazioni
‘normali’. Se poi siano cause allo Stato, o vi siano di mezzo persecuzioni per
cui arrivano Polizie Segrete (gli Squadroni della Morte) a pretendere che il
tale sia comunque fregato, ecco che giudici ed avvocati, anche quello del
bersaglio (di tali Polizie Segrete / Squadroni della Morte), sono e si fanno
apertamente vedere come un’unica associazione mafiosa di Stato.
E non vi sono differenze etniche, di Stati di
origine e discendenza, o di colori della pelle. Sono tutti uguali. Tutti
delinquenti, e pure malaticci di mente e spirito. Ne v’è differenza che siano
privati o dipendenti pubblici. Il dipendente pubblico si conquista
automaticamente una posizione mafiosa, in Brasile, da cui taglieggiare gli
altri. Il dipendente pubblico, tanto più di umili ed umilissime origine, si
sente arrivato e rispettato tanto più taglieggia il prossimo. Da un nulla
sono divenuto un umanoide perché rubo all’altro.
Le classi alte rubano perché ‘alte’. Le
classi basse perché rubando si sentono in ascesa sociale. Come condimento, v’è
da dire che, in genere, nessuno sa far nulla. A che servirebbe? Vivono
tranquillamente nell’ignoranza ed i soldi dipendono dalle capacita di arraffo,
non dalle conoscenze. Non guadagna tanto chi sappia. Guadagna, tra i
professionali e professionisti, chi abbia una posizione di ricatto.
Gli avvocati pubblici, quelli che dovrebbero
assistere la gente gratuitamente, date certe condizioni di base del cliente,
anche contro lo Stato o le amministrazioni pubbliche, hanno già lo stipendio
sicuro per dover lavorare veramente. Per cui, fingono di lavorare. Al massimo
assistono, dopo lunghe code, per qualche questione di contratti commerciali
chiaramente truffaldini e per null’altro. Se uno deve fare causa allo Stato od
amministrazioni pubbliche, non è che un avvocato pubblico stia col cliente, con
l’utente, contro lo stesso Stato e rete di potere lo paga in teoria per
assistere il cliente anche contro il potere. Che il cliente, se proprio vuole,
si paghi un avvocato privato, ...che a sua volta lo fregherà egualmente e per
lo stesso motivo (perché si identifica con lo Stato, col potere) oltre perché,
con cause infinite, si estorce di più al cliente.
Se uno di paga un avvocato privato,
l’avvocato cercherà di prolungare la causa all’infinito, se è contro lo Stato.
Tanto il giudice starà sempre col potere contro l’utente. E poi, un avvocato ha
speranza di guadagnare di più su cause infinite, col cliente che si senta in
dovere di arrivare con soldi per tentare di smuovere le acque, che restano
stagnanti. Se le acque veramente si smuovono, se la causa si risolve, il
cliente sparisce. Se invece la causa è lunga, gli avvocati possono dire che è
complessa e giustificare parcelle da favola. Se sono avvocati che lavorano a
percentuale, tireranno invece a fare cause brevi e dove di incassi qualcosa,
non il dovuto ma ‘meglio poco subito che fiumi di soldi domani’, che è un altro
modo per fregare il cliente. Il brasileiro non ha domani, non vede domani. È
per esso sicuro solo quello che si intasca oggi, subito. Se poi lo dice un
avvocato, uno ‘che ha studiato’.
Se uno ha un incidente e va in ospedale, gli
riattaccheranno ossa ed altro nel modo più sbagliato possibile. Così, uscendone
sciancato, domani spenderà dieci volte di più, in cliniche private se può, per
farsi rimettere tutto a posto, se mai riuscirà. È la stessa logica per cui le
industrie producono, ed i negozi vendono, cose che si rompono subito. Così il
cliente ne compra altre.
Il clima è caldo, i salari bassi, eppure i
prodotti della terra costano un occhio della testa e sono pure abbastanza
disgustosi. Non sanno organizzare e non sanno lavorare. Arrivano ai
supermercati ed ai mercati solo delle schifezze. Sei il cliente trovasse delle
frutta gustosa e succosa, magari ne comprerebbe meno, pensano. ...Si abitua
male... Quella che compra si deteriora pure subito. Ed è a prezzi abbastanza
alti.
Nei supermercati, tutto è in piccole
confezioni. Non si trovano fustini di sapone in polvere per lavatrici o grandi
contenitori di sapone liquido. È perché il cliente pensi di spendere poco
quando le confezioni piccole brasiliane costano quante le confezioni grandi
europeo-nordamericane. Ciò vale anche per gli alimenti. Si guardino i prezzi di
acciughe ed altre delizie, se mai se ne trovano, l’oro deve costare meno, e si
capisce perché sia tutto in confezioni piccolissime. Anzi molte cose sono
introvabili, eppure il mare è lì. Anche la pesca è troppo difficile per il
brasileiro. E chi importa, per poi inscatolare brasiliano, fa ben lievitare i
prezzi per un mercato interno che resta troppo piccolo dati i salari
ridottissimi seppur vi siano classi medie ed alte ben ricche.
Non si trovano ricambi. Se una testina di un
rasoio elettrico si consuma, ti devi ricomprare tutto il rasoio elettrico.
Anzi, in teoria si trovano. Il prezzo è superiore a ricomprasi tutto il
‘macchinario’. È, come logica, un po’ come per le confezioni piccole. Se non ci
sono ricambi, ricompri l’aggeggio. Ed i soldi che escono dalle tue tasche vanno
nelle tasche del produttore od importatore, e relativa rete di intermediazione.
Se uno straniero investe deve essere
affiancato da un brasiliano. Se uno straniero apre un ristorante od un negozio
deve ben avere appiccicato qualcuno che gli disorganizzi tutti, lo costringa ad
assunzioni inutili e gli rubacchi e rubi il più possibile! Tanto il lavoro
costa poco, non perché costi pochissimo, ma perché intanto non pagano neppure
il minimo, pur basso. Per cui, a certe ore il personale non basta, mentre ad
altre ore ed in altri giorni, la gente se ne sta a far nulla. ‘Tanto costa
poco!’ Non lo paghi...
Al padrone dà un senso di possesso essere
strapieno di dipendenti, che magari non hanno nulla da fare. Al dipendente
brasileiro dà un senso di emancipazione quando non c’è nulla da fare. ‘Tanto
che faccio se sto a casa?’ Nessuno a libri in mano. I pochi che ne hanno, si
guardino i titoli... Se aspetti un mezzo pubblico, non è che basti aspettare.
Sono così disorganizzati che sono troppi. Eppure il prendere uno richiede
applicazione ed attenzione, una vera tensione, anche se molti ti sfrecciano
sotto il naso senza fermarsi lo stesso.
Una volta sopra un bus, se anche c’è posto a
sedere, gli ammortizzatori forse se li sono rubati, per cui si è già abbastanza
traumatizzati, senza avere il bisogno di un libro e giornale sui cui ballino
gli occhi, mentre sembra di essere dentro un martello pneumatico. Meglio solo
in qualche linea metropolitana e di treni leggeri. I prezzi dei biglietti (del
passaggio, della corsa, perché non danno biglietto) tendono al salario minimo orario.
Vari mezzi hanno costi anche molto superiori.
Non essendo stati capaci di istituire i
biglietti a tempo, non hanno potuto organizzare i mezzi con una qualche
razionalità. Per cui hanno creato una valanga di autobus da destinazione a
destinazione. Se qualcuno deve prendere egualmente due o più mezzi, sono costi
impossibili, dato il prezzo di ogni passaggio, a meno che non abbia una specie
di carta di pagamento con soldi incorporati (prepagata e ricaricabile). Ma chi
paga il passaggio in contanti, ogni volta che cambia mezzo deve ripagare, dato
che i biglietti non esistono. E sono cifre da capogiro se rapportate al salario
minimo orario. Vi sono categorie che non pagano (studenti, oltre i 65 anni). Ma
chi paga... E non vi sono neppure abbonamenti settimanali o mensili come in
tutto il mondo. Troppo difficile per il brasileiro. Fregare gli altri è più
semplice. Chi lavora, in genere il passaggio lo paga l’impresa, per quanto non
sempre tutto. Per cui, le aziende pagano come una tassa abbastanza alta in omaggio
alla totale disorganizzazione e costi enormi del trasporto pubblico e di quello
privato connesso.
Le professioni liberali, chi ne faccia parte,
sono come tutti gli altri. Non è che in ambiente corrotto e di
ladron-delinquenti, eppur malati, vi siano i differenti. Certo vi saranno certo
dei singoli differenti. Singoli, non categorie. E non si pensi che chi
frequenti chiese e altri luoghi di culto sia meglio della media.
Chi faccia il prete od il pastore, lo fa solo
per arrivismo sociale. Ignoranti e delinquenti con paramenti ‘sacri’. Un vero
enigma è come possano formare insegnanti e professori. I religiosi hanno spesso
scuole ed università, ma la questione va oltre loro. Visto che anche gli
studenti non sembrano avere libri, è un mistero che cosa possano sapere i
professori, dato che non è che scendano dal cielo.
Perfino gli sbirri sono impiegati che fanno
solo quel che vogliono. Un poliziotto, se non gradisce una denuncia, od una
deposizione, non la scrive. Magari, se non ti manda al diavolo, scrive che ti
sei presentato, che non hai firmato nulla e che riferirai al giudice.
Frotte di agenti delle varie polizie si
appostano e pattugliano le strade, anche con armi lunghe militari. A volta se
ne vede qualcuno, a passeggio per i marciapiedi anche del centro imbracciando
un fucile miliare con mirino telescopico. Che vadano a caccia di gatti? Non che
questa abbondanza sia un maggiore controllo del territorio. Sembra tutto un
esercizio di intimidazione, un farsi vedere, che al massimo evita scippi,
sempre che lo sbirro o militare non sia voltato dall’altra parte.
Di tanto in tanto, scatenano campagne contro
gli ambulanti senza licenza, con migliaia di agenti che presidiano ogni
marciapiede visto che gli ambulanti sono dappertutto e che se repressi in
un’area si spostano in altre. La sola funzione è pagare stipendi, pagare
stipendi a queste masse di militari ed agenti che dunque devono poi fingere di
lavorare. Se vai in un commissariato, ci sono decine di poliziotti a far nulla,
e per ascoltare magari una decina di persone occorrono varie ore perché c’è
solo uno che lavora. Non che gli altri facciano altro. Non fanno nulla.
In più, ci sono, da sempre, vaste reti di
informatori e provocatori pagati, sguinzagliati dappertutto. Vengono pagati su
base giornaliera, per cui, costoro, ogni giorno, si sentono in dovere di andare
a riferire qualcosa su altri, tanto è il timore che, non ricevendo la diaria,
siano magari obbligati ad andare a dormire per strada.
Nelle mense pubbliche, dove si mangia con un
real, sotto elezioni spunta la minestra e pure piatti e posate nuovi, ed una
certa abbondanza di tutto. Ad elezioni finite, sparisce tutto, subito. Neppure
danno più i cucchiai, né metallici né di plastica. E compare un cartello che le
carenze di attrezzature non permettono di fornire la minestra. Tangenti,
ruberie.
Se v’è una coda, più sono poveri più cercano
di passare avanti, di sorpassare tutti infilandosi in ogni possibile anfratto,
correndo, sgomitando, inventandosi scuse. Non hanno niente da fare. Ma sono
ansiosi di passare avanti a tutti. Truffano. Ma restano poveri, poverissimi.
Se
chiedi un favore a qualcuno, magari dopo che gliene hai fatti in
abbondanza, ti dirà un sincero sì. È che poi si sottrarrà. Quando ti dirà di
cercarlo/a, non si farà trovare. Poi ti dirà di bussare più forte, la prossima
volta. Ma se ne sarà previamente uscito/a prima dell’ora in cui lo/la avresti
dovuto/a incontrare. Infine, se lo/la trovi in casa, ti dirà affranto/a che sta
male. Passato ‘il pericolo’ staranno sempre bene, benissimo, ma ormai hai
capito che sono dei parolai e pure infami.
Certo, c’è qualcuno che si sottrae subito.
Chiedi una cosa. Ti dicono che vanno a vedere. Spariscono e non li vedi più.
Poi, sorridenti come sempre. Beffano e si beffano felici. In particolare,
quelli che dicono che aiutano il prossimo, non fanno nulla per nessuno. Tanto
meno per te, eppure quando avevano bisogno di qualcosa tu ti attivavi subito.
Più sono, a parole, altruisti, più
cercano di rubacchiare all’altro. Sono carogne di natura. Normalità della vita,
per loro.
Se ti rivolgi ad un ufficio di collocamento
pubblico, dopo magari lunga coda sotto il sole, salvo essere arrivato alle 6
del mattino (ma l’attesa te la fai lo stesso perché anche se hai pochi davanti,
devi aspettare che l'ufficio apra), ti mandano ad uno privato ma con un foglio
per cui non puoi tornare al pubblico fino a che non sia tornato allo stesso il
foglio con l’esito del tentativo. E non che l’agenzia privata, dopo averti
fatto compilare ora di questionari, ti risponda subito. Faranno sapere
all’azienda che a sua volta dovrà esaminare il tutto. Che fa l’ufficio di
collocamento pubblico? Di certo, serve solo a dare lo stipendio a schiere di
impiegati che solo guardano gli annunci su internet e fingono di avere
databases che non hanno.
Proprio fuori di un ufficio di collocamento
del centro, ad aprile 2011 stavano distribuendo un opuscoletto della Alexandra
Cristina Costa Thomas & Sergio Gomes Associated Lawyers. Il libretto
raccontava di curiosità legali, dal diritto del lavoro a cose quotidiane, ed
offriva assistenza legale gratis, in caso di perdita, ed in cambio del 30%
sugli incassi in caso di vincita della causa.
I due soci titolari, l’avvocato forse appena
più anziano, o meno giovane, e la dottora, di mezza età, alcuni altri avvocati
apprendisti, qualche impiegato, in pratica tirano solo a far cassa. Non fanno
grandi conti. Anzi la Alex non li sa neppure fare. La buttano sul fatto che il
supposto reo ha comunque spese legali per cui magari la vuole chiudere subito,
che il denunciante non ci capisce una mazza, per cui vedono, eventualmente
d’intesa con l’avvocato dell’altra parte, quello che possono raccattare alla
prima seduta, in conciliazione. La ‘logica’ è di raccattare qualche soldo
subito. Dato che loro hanno il 30% che non è proprio poco poco. Anche se con
procedure regolare magari guadagnerebbero di più, e se poi il denunciante
sparisce, se il presunto reo compare con testimoni comprati, etc etc.? Appunto,
meglio un ovetto oggi che una gallina dopodomani. Tale è la Alexandra
Cristina Costa Thomas & Sergio Gomes Associated Lawyers. Improbabile
che altri siano meglio.
Lui ha l’aria di un ragioniere di un ufficio
pubblico che scarica il lavoro agli altri. Lei, la dottora, non è da meno ma si
dà arie. A qualunque domanda del cliente, lui è imbarazzato, lei conta balle:
‘Aspettiamo i materiali.’, ‘Stiamo facendo accertamenti.’ ‘Mi faccia avere
questa informazione che io non trovo perché intanto ci guadagna più lei che
io.’ etc etc. Tutte frottole. Non ne frega loro una una pippa. Non è neppure
certo che sappiano che fare. Avranno pure studiato qualche libretto e qualche
librone all’università. Ma l’impressione che danno è di una ignoranza paurosa
che fronteggiano con frasi fatte. Cervelli annacquati che si trovano
giustificazioni da bar su tutto. Gli altri sono tutti di passaggio. Ne frega
loro ancora meno. Puntano a qualcos’altro. Se tali sono gli avvocati,
immaginarsi che siano procuratori e giudici...
Se sono questioni di Stato (proprie od in servizio
compradoro), per cui c’è qualche intervento degli Squadroni della Morte della
Polícia Federal o di altro servizio/disservizio di polizia e militare, ecco che
in nome del ‘patriottismo brasileiro’, alias
di evitarsi guai, alias paure, gli
avvocati, come i giudici e qualunque altro, ‘cooperano’, anche contro i loro
stessi clienti, chiaramente in illegalità, in crimini di Stato ed altri. Il
quieto vivere, o supposto tale, individuale prevale in Brasile come in tutto il
mondo. Altro non v’è.
Tra l’altro, in operazioni sporche in
servizio compradoro, il governo brasileiro è del tutto ipocrita e codardo.
Sebbene ci siano accordi segreti tra il governo brasiliano ed i governi
anglo-americani e di tutto il mondo, per cui qualunque persecuzione e crimine
contro l’umanità venga chiesto al governo brasiliano esso dà corso alla
richiesta, pur in modo del tutto occulto, ecco che il governo brasiliano fa
raccontare che esso non ne sa nulla e che si tratta di iniziative individuali
di servizi militari e di polizia. Come dire che la Presidenza Federale ed il
Governo Federale non controllano i propri corpi militari e di polizia, neppure
sulle questioni più delicate. Impossibile! Eppure è quello vorrebbero dare a
bere, pur di occultare che sinistri e liberali, il tutto in salsa brasileira,
non differentemente dai fascisti, della Presidenza e dei governi brasiliani
cooperano attivamente a qualunque richiesta demenzial-delinquenziale
dell’Impero e dei suoi vari clienti. ...Banderuole compradore...
In cambio, l’Impero tace sugli Squadroni
della Morte governativi che spadroneggiano in Brasile e sulle sue traballanti
condizioni economiche, burocratico-statuali e sociali. Anzi lo dipingono come
una terra di grandi opportunità. Dove? ‘Opportunità’ del tutto marginali, e modeste,
ed in settori marginali. I centri d’avanguardia del mondo, e pure le sue
periferie d’avanguardia, sono altrove. Il Brasile non ha nulla, neppure un
grande mercato dato che la povertà dilaga. Per cui, i suoi 200 milioni di
abitanti equivalgono ad un mercato di un 40 milioni in Europa e Nord-America.
Potenzialità di sviluppo?! A parte bolle immobiliari, che presto scoppieranno,
non hanno alcun settore di avanguardia e neppure di medio livello. Turismo ed
un po’ di petrolio, e la boria di essere i migliori del mondo, non bastano a
nulla.
La TV
para-sovietica del Brasile racconta che il mondo sta affondando nella crisi
mentre il Brasile sta emergendo come potenza mondiale. ...Un governucolo ed uno
staterello compradori... La cosa drammatica, o solo ridicola, è che i
brasileiri vi credono. Sputano per strada. Si infilano le dita nel naso ed a
lungo, in pubblico. Si soffiano il naso colle dita. Non conoscono le regole
igieniche più elementari, neppure negli esercizi commerciali dove trattino con
cibarie. ...Potenza mondiale?! Capperi! Tale il livello!
Ovviamente,
siccome soffrono tutti di insozzo del cervello, con connessa lobotomizzazione,
fin da bambini e da generazioni, da quando erano colonia portoghese, ecco che
si sentono tutti brasileiri. Impossibile sapere or immaginare che voglia dire.
Non lo sanno neppure loro. Infatti non significa nulla, se non l’evidenziare
una patologia, un’esaltazione per essere sempre stati nella merda, continuare
ed esserci e restarci anche in futuro. Ma dire a loro stessi ed al mondo, con
toni da folli esaltati, che sono brasileiri li assolve da quel che sono, nulla.
Non sono nulla.
Fondamentalmente
borderline, confondono realtà con desideri. Per cui, vivono in un permanente state of denial, in una condizione di
permanente negazione della realtà, pur di quella si svolge sotto il loro naso.
La frase ricorrente, insegnata loro fin dalla scuola è: “Da noi queste cose non
succedono, ...non più.” ...Succederanno sulla luna... Non esistono gli squadroni della morte e men
che meno c’entra il governo, il potere. Le indagini sui loro assassinii sono
bloccate dal caso. No, anzi, non sono bloccate. È solo che non se ne sa nulla
ed i colpevoli non si trovano. Il governo è perfetto. Lo Stato pure. Funziona
tutto ottimamente. Nessuno frega nessuno. Sono tutti fraterni e si aiutano. Ma
non ce n’è neppure bisogno perché non esiste povertà, non esistono frotte che
dormono per strada. Neppure sporcizia. Si cammina come su viali lindissimi di
una grande villa. Tutti stanno bene e sono ricchissimi. Sono già una potenza
mondiale. Lo dice cinquanta volte al giorno la TV mentre sciorina statistiche,
o cifre, sui galattici progressi e sugli ancora più colossali investimenti
prossimi. È il paradiso terrestre ...e nessuno se ne accorge!