mashal-049. Pogrom Portella
Paulista-Carioca di Sporcaccioni. ...Gli ingredienti dello State/government-organized
stalking compradoro brasileiro
by Georg Moshe Rukacs
Sabato
23/06, alle 16:00, Andreina è lì, in cucina, che sporcacciona tra piatti in uscita
gridando ordini sconclusionati con voce isterica. Jamil accumula piatti sporchi
in tutti gli anfratti, in attesa che io arrivi. ...Nessuna delle tre teppiste
isteriche (Elisabé, Andreina, Tata) deve avergli spiegato come si organizza il
lavaggio piatti! Non devono averlo spiegato neppure ad alcun altro della
cucina, visto lo stato confusionale in cui versa l’area lavaggio. Del resto,
non potrebbero. Non sanno fare nulla. Delirano, ma non hanno idea come si
organizzi alcunché...
Comunque,
sabato 23/06, Andreina fugge appena io compaio, alle 16:00. Rifluisce nel suo
far nulla starnazzante, ora solitaria ora con le altre sue compari. Mentre io
smaltisco la massa enorme di piatti e stoviglie che continua ad accumularsi.
...Oh, né Andreina, né nessun altra, ha spiegato neppure a me come ci si
organizzi quando masse elevate di lavoro impongano spirito organizzativo
elevato. Sono arroganti, Conclamano. Ma poi... Per fortuna, non ho bisogno di
loro ‘spiegazioni’...
‘Fordismo’,
‘organizzazione scientifica del lavoro’, ‘sociologia industriale’ sono
espressioni che tali troie e froci da favelas non hanno neppure sentito in
televisione. Tanto meno le sanno usare in maniera applicata. Occasionalmente,
vi sono delle persone, la culona nera che talvolta chiamano come giornaliera
per esempio, che sanno auto-organizzarsi secondo criteri fordisti. Non,
comunque, quelle pseudo-managers raccattate dalla pseudo-proprietaria
NadiaNamaCurri, che si attornia di feccia al suo livello.
Andreina, che compare perfino il suo giorno di riposo,
domenica 24/06, accompagnata da una belloccia con aria guardinga, si sente
importante perché la chiamano a São Paulo (va il giorno dopo), per ‘discutere’
per ore con la proprietaria, NadiaNamaCurri, se con un po’ più di pomodoro da
tavola (pasticciosamente usato al posto dei pelati), o di cipolla, possano
permettere contrabbandare come piatto differente un po’ di pesce lesso di bassa
qualità ma venduto a prezzi mirabolanti. In realtà, la chiamano a São Paulo
perché NadiaNamaCurri ha bisogno di logorree faccia a faccia con lei. Nessuna
vera necessità professionale. Poi, tra quella gentaglia che di professionale
non ha proprio nulla...
In Brasile, non solo in Brasile..., molte attività
‘imprenditoriali’ sono copertura di altro. Per esempio un ristorante pur
grande, ma disorganizzato peggio di un ministero, che non è per nulla sicuro
abbia dei profitti, anzi è più probabile abbia delle perdite, può servire come
copertura per riciclare soldi di mafie di favelas. Mafie di favelas che sono
mafie Stato e con tanto di coperture, connessioni, cointeressi, un po’ in tutti
i partiti a cominciare dal PT e dal PCdoB. Per cui possono sperperare soldi,
inclusi per le manie di una pseudo proprietaria inetta che si circonda di
pseudo-managers ancora di più inette, e con cuochi ed assistenti cuochi
pasticcioni e pure sporcaccioni visto che nessuno sembra conoscere, in Brasile,
ed al Portella, le più elementari norme igieniche.
Carne
cruda e sanguinolenta è abitualmente manipolata a contatto con verdure o piatti
e stoviglie appena lavati. Si usano, senza sterilizzarli, o senza neppure
lavarli con sapone, gli stessi contenitori usati per cibarie potenzialmente
infettive.
Per
esempio, con mani e dita luride sfilacciano la carne lessa, che in Brasile è
talvolta carissima, perché comprano carne secca e simile talvolta piuttosto
cara che poi reidratano. Geniale! È banale carne lessa ma costosissima. Per una
tazza di tali carni con fagioli, con fette di salame e di salsicciotti,
pomposamente chiamata feijoada,
pagano cifre mirabolanti. Ancor più stupefacente che a volte, dopo aver pagato
40 reais per una porzione, il tutto torni, o non toccato, od appena assaggiato,
pronto per il secchio dell’immondizia.
Ma
v’è pure di tale carne lessa che viene solo sfilacciata come ingrediente per
ripieni o mescolata a purè od altre combinazioni. Invece che fare dei bei
ripieni, e ben amalgamati, come in tutto il mondo, lì mescolano pezzi di cose
varie ma senza che si amalgamino veramente. Poi, i ravioloni non sono bolliti
in acqua bollente o brodi, come in tutto il mondo. Sono scaldati in forni di
dubbio funzionamento, per cui gli stessi microbi del processo di fattura
restano quando il cliente mangia tali porcherie. Disgustosi e microbici. Ma al
brasileiro piace così. E lo straniero di passaggio magari si dice che sono gli
usi dei luoghi. Una porcheria resta una porcheria...
Domenica 24/06, Elisabé, tra i suoi soliti starnazzi
isterici, approfitta dell’assenza di Andreina per sporcaccionare, in cucina, il
cibo dei clienti, sfilacciando la carne lessa con le mani sporche, dita con
unghie, lunghe, sporche e laccate, e dita pesantemente inanellate. Cosa contro
ogni regola igienica per ristoranti, regole igieniche che lei, naturalmente,
non conosce. Non si comprende bene cosa possa mai conoscere... La hanno
nominata ‘gerente’ per figura seppure la sua figura ed atteggiamenti siano solo
da sporcacciona di passaggio.
Poi, totalmente incapace di capire i problemi e di
qualsiasi concentrazione/focalizzazione, si mette ad urlare che ‘riparare’ i
tubi del ‘panificio’ (che, in realtà, non sono stati riparati dall’idraulico
ladro che la ha truffata, o con cui s’è spartita i soldi), le è costato R$150 e
che la prossima volta fa pagare il conto ‘alla cucina’. È del tutto ignorante
di qualunque norma legale, non solo di idraulica di base. I tubi di scarico del
collettore cui confluisce l’acqua di uno dei lavandini del ‘panificio’ sono
otturati sa sempre. La padrona trovò il rubinetto fasciato da un sacchetto io
avevo posto attorcigliato per indicare di non usare l’acqua, disse a Elisabé di
‘far subito riparare’ il tutto, lei chiamò l’idraulico che la truffò.
NadiaNamaCurri non capisce e con capì un cazzo. Elisabé non capisce e con capì
un cazzo. L’idraulico giustamente le truffò... ...Ma, del resto, se l’avevano
chiamato, non è che potesse chiedere solo pochi reais a un ristorante di grandi
dimensioni.
Ora, Elisabé urla che la colpa è di chi le dice il
problema (l’acqua che non defluisce e che dunque inonda il locale) e non
dell’idraulico l’ha truffata ed, ancor più, di lei stessa che non capisce la
cose. Appunto sono come ministeriali della specie peggiore che chiamano ‘il
tecnico’, questi si fa pagare, il problema non è risolto ma ufficialmente si
deve conclamare sia stato risolto. Il tubo che dal collettore nel pavimento
dovrebbe drenare l’acqua resta otturato. Per cui, quando confluisce l’acqua del
lavandino, essa straborda. Guarda caso, è la nuova sporcacciona Juliana che ha
lavorato lì gli ultimi giorni. Ma il problema è preesistente, Elisabé è una
povera cretina deconcentrata, e che urla in continuazione ‘non mi fate
innervosire’, che esegue ordini che non capisce della padrona, padrona che
ordina cose senza senso per problemi che lei stessa con capisce. Vede un
rubinetto che non funziona ed ordina, per sembrare una vera padrona: “Ma
chiamate l’idraulico!” ...Avrebbero dovuto sapere per cosa... In più, Elisabé
non capisce ed è ignorante di suo, per cui crea e si crea lei stessa problemi
in continuazione su tutto e con tutti.
Dopo avere assunto un secondo cuoco, che proprio non
serviva, lo sporcaccione Raimondo, sono pure alla ricerca spasmodica di
sporcaccioni per tutte le altre possibili funzioni sia della cucina che per le
altre aree del bar-ristorante, sebbene abbiano già personale largamente
eccedente. Tutte le funzioni sono già duplicate, triplicate, quadruplicate.
Giovedì
21/06 o venerdì 22/06, arriva Juliana una grassona sporcacciona lenta,
pasticciona, disastrosa (sistema il pentolame sui ripiani in alto in modo tale
che poi cade ripetutamente sulla chiorba di chi lavori o transiti sotto di
esso) ed altezzosa con tanto, di fatto, di straordinario permesso domenicale,
per cui, appena assunta, si fa due giorni di intervallo settimanale. Dato che
il lunedì sono chiusi, domenica si è data malata. Poi, martedì 26, si presenta
dicendo che aveva mal di gola. Finge la gola raschiata con Eduardoni, quando
compare. Ma poi, nel prosieguo della giornata, parla normalmente, quando parla.
Una paraculo e pure malata isterica furiosa (mi viene affianco ed urla, in
rapida e sconvolta successione: “Giudeeeu! Giudeeeu!”). Altre volte, arriva
tardi esibendo certificati... Tra di loro va bene tutto. Tra sporcaccioni si
auto-sostengono e si raccomandano reciprocamente. Elisabé urla solo, per nulla,
con me che scantono e poi me la rido quando non mi vede, od anche se mi vede ma
non può attaccarsi perché rido in altre direzioni.
TatianaRaggel,
pure il giorno di riposo supplementare, domenica 24/06, quando deve farsi
vedere in Chiesa, la Igreja Universal
del furbone Macedo, non riesce a trattenersi dal passare per marcare ore mentre
mangia e cazzeggia con le altre maniache della nomenklatura-Portella. Quando
negli ambienti di lavoro o pseudo-lavoro si creano dinamiche paranoiche, essi
divengono, per i paranoici furiosi partecipano a tali dinamiche, dei centri di
attrazione da cui il singolo paranoico non riesce a stare lontano. Tati fugge
da marito e figli piccoli per ritrovarsi in tale ambiente malato, pure nei
giorni liberi, tra sporcaccione come lei.
Martedì
26/06, succede di tanto in tanto, un cliente che festeggia un compleanno regala
una torta gelato, o parte di essa, per il personale del ristorante. Il tutto
viene poi ripartito, in genere credo equamente. Ecco che passa la solita
grassottella volgare TatianaRaggel. La vede. Vi si getta sopra, e se ne taglia
e prende una fetta dieci volte quella di tutti gli altri. Igrejia Universal o meno, gli sporcaccioni restano tali ovunque si
deambulino e con qualunque etichetta si coprano. Nuovi battesimi. Rinascite.
Rigenerazioni. Sono tutte balle. I pezzi di merda restano tali. I non pezzi di
merda non hanno bisogno di tali stronzate, o non le declamano.
TatianaRaggel, è una sporcacciona della IgrejaUniversal
con cui s’è subito consultata per lo State/government-organized
stalking degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana, contro di
me:
- “Ditemi che cosa devo fare... Mi sono conquistata, pur
solo colla scuola secondaria, una posizione di impiegata... Non è che posso
rovinarmela per contraddire degli ordini della nostra Patria...”
Lei aveva in realtà già deciso, essendo congenitamente un
pezzo di merda. Ma voleva scaricare la cosa su marito e Chiesa. Il marito, dato
che lei è isterica e sempre più depressa, non osa contraddirla. Per cui la
asseconda. Hanno passato la cosa alla Chiesa, la IgrejaUniversal. Compito di
una Chiesa è di accogliere tutti... Non è che... Poi, le chiese, le
congregazioni, tutte le congregazioni, sono milizie parallele di Stato, per
cui, più o meno, di fronte a operazioni di Stato...
- “Ma
di che si tratta...”
-
“C’è uno dove lavoro, ...un foresto... Sono venuti degli agenti federali a
dire...”
- “Un
poco di buono?”
- “In
realtà, non hanno detto nulla... ...Han solo detto che è uno importante e che
va molestato... Vogliono obbligarlo ad andarsene volontariamente dal
Brasile...”
-
“...Non capisco... ...Sono cose delicate... Cosa possiamo dire noi della Igreja Universal? ...Sono decisioni di
cui una deve farsi carico in prima persona...”
- “Ma
non è che posso rovinarmi il lavoro contraddicendo...”
-
“Certo che no! ...Puoi sempre offrire più soldi a Dio e noi preghiamo perché
Egli ti indirizzi...”
...Una
pezzo di merda, qui Tati, che si ‘consultava’ con pezzi di merda... Non è che
dalla merda si possano cavare diamanti...
Sempre
martedì 26/06 compare la sorella di Elisabé. Con figlio piccolo in braccio.
Faccio finta di non sapere chi sia. Del resto lei non sa... Sebbene sia, come
apparenza, più umana e vera della sorella, ...che linguaggio da favelas! Chiede
non di Elisabé, bensì di ‘Sabbé’. Capisco chieda della sorella, ma fingo di non
capire e chiedo chi sia mai tale ‘Sabbé’. ...Un altro mondo! Dove le ha trovate
NadiaNamaCurri... Se le è fatte trovare dai suoi amici del PcdoB-PT,
direttamente dalle mafie delle favelas, od ha messo annunci od incaricato
agenzie di procurarle prostitute da favelas in riciclaggio?
Raimondo, il cuoco aggiunto, ora sporcaccioneggia e mette
in disordine tutto quello tocchi. Eduardoni, nervoso perso ed inconcludente. La
Polizia Segreta lo ha nominato agente principale sul campo, o parte di esso (la
cucina), ricattandolo col permesso di soggiorno che sta rinnovando. E lui,
sado-maso, se ne è rifatto una ragione. È uno così. Sa quel che vorrebbe
essere. Ma non riesce ad esserlo. Si adegua a quel si fa imporre... Un vero
‘siciliano’ del confine friulano-sloveno sradicatosi in Paraguay.
Martedì
26/06, compare un altro nuovo, Francisco. Anzianotto, magro e torvo, ha l’aria
dell’infamone legatissimo a Raimondo. Devono abitare assieme o molto prossimi.
Magari sono fratelli. Come l’altra sporcacciona nuova, è subito adibito a
lavori di preparazione, lontano dal lavaggio piatti. Lava pentolame, funzione
considerata più aristocratica del lavaggio piatti sebbene sia ben più faticosa
e lurida. Si dedica pure, con Raimondo, al raschiamento sostenuto della cucina,
dei fornelli, all’ora di chiusura. Se la puliscono a quel modo una decina di
volte, poi ne devono comprare una nuova, visto come è tutto fatto in Brasile.
Meglio non raschiare troppo i fornelli ed i tubi e tubicini connessi. Eppure i
due hanno un’autentica passione per tali pur luride attività.
Dato
che la tardona Andreina è in missione speciale a São Paulo, martedì 26/06
‘lavora’ Elisabé. Quando è il momento di pagarmi i 60 reais del cosiddetto 10%
sugli incassi, ‘la commissione’, che pagano tutte le settimane a seconda del
giro di affari della settimana precedente, prima mi chiede se io abbia 40 reais
(di resto). Poi, mi dice che tanto non mi dà i 60 reais perché li trattiene in
conto buono-bus che all’improvviso han deciso di pagarmi dimezzato e con
effetto retroattivo. Per cui, usa quei 60 per ripagarsi del pagato, loro
dicono, in più. Dico a tutti che è inutile discutere con una che, come la
proprietaria, e come la pseudo-contabile, la TatianaRaggel della Igreja Universal, e le altre, è
ignorante, ignorante di legge e che pure non capisce un cazzo di nulla, e che
per non pagare ora il giusto magari paga dieci o cento volte di più in tribunale.
Di sicuro le riferiscono, ...anche se non si sa che... Raimondo, che resta in
servizio come cuoco principale fino alla chiusura, subentrando a Eduardoni che
va via prima (sarà arrivato prima! ...od ha ore in eccesso da compensare), deve
ben poi fare le delazioni della giornata a Elisabé che lo attende ansiosa
all’uscita. Sebbene si debba considerare che qui sono ignoranti e cretini/e che
riferiscono ad una ignorante e cretina, che a sua volta riferisce ad una
proprietaria con le stesse caratteristiche, per cui... ...Non importa! Si
vedrà... Sarà quel che sarà.
Mercoledì
27/06.
Mercoledì
27/06, riunione surreale del ristorante, con l’isterica Elisabé che, muovendo a
circolo le braccia tese come in un megalomane prendersi il mondo, arguisce, di
fronte ad un quindicina di presenti, che lei si prende cura di tutti i
lavoratori del ristorante ma che loro devono rispettare la sua professionalità.
Delira come sempre. Quale?! Ha così istituito la riunione fissa del mercoledì
alle 16:00 precise, dice, ...ma che inizia con almeno mezz’ora di ritardo. In
realtà, il mercoledì successivo non vi sarà... Ha scritto nella lavagna degli
annunci della nuova inutile invenzione (la riunione settimanale), ma è la
solita grida manzoniana e pure subito dimenticata. Scopiazzano São Paulo, la
città guida del Pottella-Bal. Si vede che lì hanno la riunione settimanale...
Cazzeggiano su scemenze su come migliorare le cose, ...dicono. Con
pseudo-managers che non sanno fare nulla, è come gettare le responsabilità
sugli altri, e con un rito vuoto per affermare di essere ‘managers’ del nulla e
che non sanno far nulla, ...ma che si affermano, credono, con una
‘manageriale’, un’americanata!, ‘riunione settimanale’.
Poi,
sia la delirante Elisabé che l’isterico arcigno-rabbiosa TatianaRaggel passano
tutto il giorno tra logorree di nulla coi cucinieri e l’area cassa, egualmente
a far nulla, ...a magna’ tra altre irrefrenabili logorree. Uno starnazzare
isterico permanente. Sono come in attesa sicurissima di qualcosa che non
succede. Intanto, per affermare che sono due fannullone, mettono una cameriera
e Jamil nel retro, nel ‘panificio’, a due tavolini a fare conti di
documentazioni contabili-cartacee. ...Scaricano sempre il loro lavoro su
altri...
Giovedì
28/06.
Giovedì
28/06, la prostituta da favelas Andreina è ritornata da São Paulo dove era
stata in missione speciale dalla logorroica NadiaNamaCurri che le ha detto che
devono essere inculate e felici:
-
“Non si può fare nulla, per ora, contro lo sputtanamento di quell’Abraham, quel
giudeo tedesco, contro di voi... L’avvocato dice che... Ora devo spiegarlo pure
a Eduardoni che... Perseguitarlo andava e va fatto per proteggere il
ristorante, oltre che per la patria... Ma ora che siamo sputtanati non ci aiuta
nessuno... Quell’Eduardoni deve capirlo... Ma poi che vuole... Quando gli
abbiamo chiesto, non è che si fosse tirato indietro...”
- “In
concreto, che dobbiamo fare contro quel giudeo schifoso...?”
- “Va rimosso! Va rimosso! Va licenziato! Ma l’agente
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana ci aveva garantito che scoppiava in pochi giorni di
pogrom e che si licenziava lui stesso...”
- “Lo
licenziamo subito appena ritorno a Rio?”
- “Mannò, dipendiamo dagli ordini degli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana... Ci hanno creato questo pasticcio... Dobbiamo
ubbidire... Sennò avevamo trovato un gran lavoratore... Invece ora ci sta
sputtanando in rete per quello noi povere patriote abbiamo ricevuto l’ordine di
fare... E che potevamo noi... ...Oltre al discredito che ce ne viene dai nostri
stessi dipendenti che ci osservano in questa faccenda... ...Schifoso! Bastardo!
Ebrei sterminati! Giudei nei forni!”
Andreina,
ha già telefonato, in continuazione, da São Paulo, all’altra prostituta da
favelas Elisabé. ...In Brasile, molte attività commerciali non sono altro che
copertura per il riciclaggio dei proventi di traffici mafiosi... Non rendono
veramente, ma servendo solo come copertura... Perdite moderate per far
transitare su conti bancari di società regolarmente registrate soldi che
altrimenti non si saprebbe come giustificare. Dato che tutte le mafie e
criminalità sono di Stato, lo Stato aiuta questo riciclaggio con l’assenza di
reali contabilità per le ‘piccole imprese’ brasiliane. Non danno ricevute
fiscali, per cui non devono giustificare ferreamente entrate ed uscite.
Compilano pezzi di carta che vengono assunti come veritieri..., senza formalità
né controlli. Le troie improvvisate pseudo e maldestre ‘managers’ sono fornite
dalle mafie della favelas. Essendo tutto a promozione e copertura di Stato,
tanto federale che locale, sono tutti interconnessi. Del resto, la mafie sono
dappertutto milizie parallele di Stato. Eppoi, le prostitute delle mafie e dei
trafficanti della favelas, quando invecchiano, devono ben essere sistemate in
qualche modo e da qualche parte... Magari al Portella, pur malissimo gestito, i
soldi cadono dagli alberi. Chi può dirlo... ...Non credo...
-
“Elisabé, nulla da fare contro quel giudeo tedesco che ci ha sputtanate e
continua a sputtanarci. Perché non li hanno sterminati tutti?! Ora, ci ha
inculate e non possiamo neppure portarlo in tribunale... Non solo gli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana ci avevano consigliato, ordinato!, di far finta di
nulla... Ma pure gli avvocati della nostra cara NadiaNamaCurri, qui a São
Paulo... ...Dicono che non si può fare nulla... Bastardo! Bastardo! Perché non
li hanno sterminati tutti?!!! Dobbiamo andare avanti col pogrom, ma dobbiamo
sorbircelo, con quell’aria che ci guarda, ci squadra, ci irride, da quel suo
mondo superiore... Bastardo! Bastardo! Schifoso! Oh, questi giudei! Andrebbero
gasati tutti! ...Fatti sparire! Che ci stanno a fare al mondo... Se gli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana ci hanno ordinato di fargli il culo, avrà ben fatto
qualcosa... Sterminarli tutti! Ma che se ne vada via da questa nostra patria!!!
Schifoso... La Cury dice che va rimosso, licenziato. No, anzi, si deve seguire
quel che ci dicono gli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana. Va fatto licenziare quanto prima così ci togliamo
questo giudeo dalla pancia. O licenziato se ci dicono di licenziarlo... Sì, non
ho ben capito... Continueremo a fare quel che ci ordinano... Che ne possiamo
noi...”
Elisabé,
dall’altro lato del filo, reagiva con le sue logorree infinite, sullo stesso
tono...
Sempre
giovedì 28/06, Elisabé la ‘incontro’, verso le 15:30, sul bus da 0.60 (tutti
gli altri costano almeno 2.75). Gesticola con mani, dita e braccia, da
megalomane, con ampi gesti, che vanno contro chi e cosa le sta prossimo, come
sempre, mentre telefona in continuazione, come sempre. Chissà come potevano
vivere tali figuri quando non c’erano i telefonini... Quando è il momento di
scendere mi sono già posizionato spiaccicato contro la porta di uscita. Quella
è una che affibbia sempre i suo pacchetti e sacchetti e lavori a tutti
chiedendo ‘aiuto’, dato che non solo non è capace di far nulla ma deve
‘mostrarsi’ ‘grande’ pseudo-‘manager’ scaricando sempre tutte le sue cose sugli
altri. Infatti, quando la aspetto e saluto alla saracinesca chiusa, mi guarda
torva. Certa gentaglia meglio seguire la linea di non conoscerla fuori dal
lavoro, oltre che evitarla il più possibile pure sul lavoro come già faccio.
Del resto non capisce un cazzo, è di un’ignoranza paurosa e starnazza nevrotica
tutto il tempo del ‘lavoro’... Sul bus è in jeans che la mostrano come proprio
senza culo. Non ha scarpe, ma volgari ciabatte da troia da favelas, con piedi
ovviamente luridi. In effetti, ha un’aria sporca se la si guarda bene, non solo
e non tanto per il colore scuro-mulatto. Le scarpette se le mette poi sul
lavoro, per dovere professionale, per atteggiarsi. ...Sul bus è nel suo
naturale... Sporca e volgare esplicito.
Andreina,
quando arriva al ristorante, alle 17:00, ha già parlato a lungo per telefono
con Elisabé, per cui non ha bisogno di dirsi nulla con lei. La ossessione loro
è quella del pogrom contro di me. ...Il ristorante va avanti da solo... Per
cui, si chiama subito da parte Eduardoni. Parlottano per un quanto d’ora, fino
alle 15:15, nel corridoietto dell’immondizia:
-
“Caro Eduardoni, cattive notizie...”
-
“Oooooooooooooooooooooh...”
-
“Quel giudeo tedesco... Gli avvocati dicono che non si può proprio fare
nulla...”
- “Ma
mi ha sputtanato, ci ha sputtanati, in tutto il mondo... Mi avevate garantito
che lo licenziavate subito e che rimediavate allo sputtanamento!”
- “Devi sopportare, ...per il ristorante... ...Anzi, la
nostra grande capa, NadiaNamaCurri, ha grandi progetti per te...”
- “Ma mi avevate garantito che risolvevate tutto ed in
fretta...”
- “Certo... Ma se, purtroppo, non si può fare nulla...
Nadia Naima te ne vuole parlare di persona... Ha davvero grandi progetti per
te...”
- “Ma
io...”
-
“Domani, stanotte, vai a São Paulo... Ti dice tutto lei... Ora, convochiamo una
riunione dei cuochi e diciamo che devi andare per lavoro...”
Alle 17:30, Andreina chiamò l’Eduardoni con Raimondo e
AntòMardò, disse che voleva migliorare i piatti, ne citò alcuni che essendo
semplicissimi non è che..., poi disse che l’Eduardoni doveva andare subito a
São Paulo per scoprire nuovi segreti culinari del Portella... Balle di
copertura.
Tutti l’ascoltarono annichiliti, come sempre, e poi
cazzeggiando per fingere di assecondarla. Patetici! Verso le 22:00, dopo un 6
ore nel ristorante, l’Eduardoni andò via per prepararsi per la missione a São
Paulo dove in realtà doveva solo sorbirsi le logorree giustificatorie della
solita squallida NadiaNamaCurri e pure degli avvocati della stessa.
Intanto, di ritorno da São Paulo, la fonte delle verità,
la città guida del Portella, prima che le tre pseudo-managers si mettessero a
bere e mangiare, tra risolini isterici e logorree infinite, fino alla chiusura,
senza far nulla, era tempo di ‘lavoro’. Si deve copiare il ‘modello’ Portella
paulista.
Nell’ufficio, prepararono ‘proclami’, che affissero, dove
scrissero gli orari del ristorante. Tutti i giorni, apertura fino alle 02:00,
dalle 17:30. Con anticipo di apertura i festivi e prefestivi, alle 12:00. Tutto
come prima. Senonché, affissi i nuovi orari imperativi, giovedì 28/06 chiusero
verso le 00:30 anche se tutti i ruffiani, non io, segnarono orari fantastici
(01:00 ed oltre), non l’uscita reale attorno alle 00:30. Idem alcuni giorni
successivi e le settimane successive. In pratica, continuano a chiudere prima o
dopo a seconda dei clienti. Ma hanno scritto fantastici orari ufficiali! Tipico
di ‘ministeriali’ della peggior specie... Che senso ha? Nessuno, se fosse
gestito secondo un qualche criterio manageriale, da un vero proprietario-manager
e con veri assistenti...
Poi, definirono turni di riposo supplementare, domeniche
in cui, a turno, l’uno e l’altro avevano la domenica festiva. Turni per froci e
froce, infatti v’erano i nomi di quasi tutti, sia della cucina, sia camerieri,
ma non il mio. A chi mi chiese, perché il mio nome non vi fosse, dissi che era
solo per froci, che dunque era normale io non vi fossi. Altra prova documentale
della discriminazione e del pogrom contro di me! Sono proprio cretini. Eppoi,
visto che nessuno sa far nulla, come capacità organizzative, chi laverebbe i
piatti quando arrivano in gran quantità ed in cucina panicano perché non sanno
come organizzarsi ed, in più, con Andreina che, fingendo di organizzare,
disorganizza ulteriormente tra urla isteriche e pasticciando con le mani
sporche ed inette nei piatti in uscita?! Non che fosse una gran concessione o
conquista dare un riposo domenicale al mese. Con cucinieri e camerieri che a
volte (vari giorni della settimana ed in modo ricorrente, non occasionalmente)
stanno per ore a far nulla per assenza di clienti e disorganizzazione,
l'innovazione sarebbe un normale orario di 44 ore, od anche di 40, non le 54
maniacali volute dalla Cury e con una vera organizzazione, non col personale
allocato come uffici statali dove poi non ha nulla da fare per molte ore vari
giorni. Con un’altra organizzazione potrebbero avere più ricavi e dei profitti,
anche considerevoli, con lo stesso personale, od anche meno, e meno ore per
persona. Ora devono essere in perdita. Come sono disorganizzati ora, quando
aprono devono aprire con una decina di persone, non con un paio come si
potrebbe. Non hanno neppure fantasia... ...Un altro mondo...
Affissero pure dettagliati orari in cui i camerieri
devono mangiare ed urlettarono che la cucina deve preparare la refezione del
personale per le 17:00. Il giorno dopo, dopo un’impossibile cottura di un paio
d’ore, per rendere la carne ben dura, la refezione per il personale era pronta
oltre le 18:30... Idem, i giorni successivi. Grida manzoniane. Continuerà ad
essere tutto pronto quando è pronto. Anzi, ora, per qualche scherzo del
destino, dopo che d’usuale. Dipende da quando arriva chi la cucina. Tra
l’altro, sia AntòMardò che altri non è che sappiano cucinare cose realmente
mangiabili. Ma, intanto, in Brasile, mangiano qualunque merda. Se il resto è o
troppo duro e troppo disgustoso, vi sono sempre il riso ed i fagioli. Che
volete di più da un ‘grande’ ristorante!!!
In più, AntòMardò che arriva prima per preparare la
refezione per il personale è depresso da problemi personali. Per cui arriva,
firma l’arrivo, poi corre fuori a telefonare a casa. Quando arrivano gli altri,
non ha ancora fatto nulla. Solo un po’ di teatro perché sembri che abbia
iniziato a lavorare. Ma per lui, per loro, tra di loro, va tutto bene così.
...Logiche mafiose!
Venerdì 29/06, a São Paulo, il coglione Eduardoni fu
subito infinocchiato di nuovo da NadiaNamaCurri che lo investì con una logorrea
di ore:
- “Carissimo Eduardoni, ho grandi progetti per
te...”
- “Sì, signora... Ma mi aveva detto che mi salvava da
questo sputtanamento...”
-
“Eduardoni, ...Edy, ...caro Bordon..., la patria ci invita ad avere pazienza. I
miei avvocati... Ecco ora ti faccio parlare con loro... Pure i miei amici del
Partido Comunista do Brasil [PCdoB], che sono nel governo... Ti faccio parlare
pure con loro...”
-
“Signora, io speravo che si risolvesse questa situazione...”
- “Purtroppo si deve pazientare... Si deve insistere col
pogrom contro quel giudeo per obbligarlo a dimettersi ‘volontariamente’,
...finché non ci autorizzano a licenziarlo noi stesse... Poi, si ristabilisce
la tranquillità... Peccato perché è un gran lavoratore. Ma ne abbiamo assunti
altri 3 o 4... Ma quello che è?! Un professorone che s’è messo a fare il
cuciniere pur restando...? O come ci guarda dall’alto in basso... E poi scrive,
...se è davvero lui con quell’altro nome... Ma dove trova il tempo e la voglia
dopo che gli facciamo il mazzo per nove ore al giorno?!”
Eduardoni,
dopo essersi fatto associare al pogrom-Portella contro Abraham, deve continuare
a prendersela in quel posto dallo stesso, cosa che, del resto, all’Eduardoni
piace alla follia anche se gli resta quel senso di incompiuto in bocca.
-
“Sì, signora Cury, ma se ora questa cosa mi resta... Questo marchio... Io stavo
pianificando di andare a lavorare e far soldi in Nordamerica...”
- “Ma
Eduardoni, con un succulento stipendio di 4 reais per ora, oltre a decurtazioni
varie, ...lo sai che non posso pagare gli stipendi si dovrebbe perché sennò non
stiamo nei costi..., puoi divenire un benestante in questo nostro Brasile
potenza mondiale... Eppoi, ora che sei un grande agente segreto del nostro
governo e dei suo alleati imperiali, magari questo coinvolgimento è una
referenza...”
-
“Dovrebbe essere una referenza, ma quel giudeo tedesco va dicendo, quando fa
finta di pagare al vento, che le burocrazie sono cose complesse, per cui mentre
una ti mette un più, un’altra ti mette il codice di terrorista. Anzi, lui dice
che già mi hanno classificato come terrorista assieme a tutti voi...”
-
“...Ma è terribile Eduardoni! Devo proprio riparlarne coi miei amici del
Partito Comunista, il PCdoB, e del PT, anche se mi hanno fatto capire che, se
sono sempre ben disposti a farsi una bevuta ed una mangiata oltre a
chiacchierare, non riescono ad identificare l’interlocutore, per cui non sanno
bene come operare per salvarci.”
- “Ma
lei avrà ben parlato con inviati del governo... Come è che mi dice che non sa
bene con chi parlare di queste cose?!”
-
“Massì, sono venuti questi agenti speciali, anzi uno che fa da agente di
collegamento per queste cose, lui dice di essere della Polícia Federal, ma i miei amidi sia del PT che del PCdoB dicono
che alla Polícia Federal rifiutano di
ammettere come di smentire... Chiedono... Ordinano... Ma, poi, quando si ha
bisogno, ...la menano... Eduardoni, noi dobbiamo obbedire alla Patria, ma non
possiamo chiederle nulla... Quel giudeo tedesco è un demonio... Oh, questi
giudei, ...li avessero gasati tutti!!! Schifosi! Sono proprio degli schifosi!
Noi, poveri patrioti, che si poteva fare?!”
In realtà, pidocchiosa e paurosa, e comprendendo forse,
se mai ha compreso qualcosa in vita sua, ma comunque per quel misto naturale di
subordinazione ed apprensione che caratterizza il pidocchio medio, poco dopo che
era stata contattata dagli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana per State/government-organized stalking, per
il pogrom sul posto di lavoro, la Cury si era rivolta a suoi ‘amici’ sia del PT
che del PCdoB. Voleva solo essere sicura-sicura di non trovarsi poi nei guai...
La NadiaNamaCurri è una pidocchia del tutto gretta, ottusa, rozza e sado-maso
per cui gode, in qualche modo, a fare porcherie. Ma ha pure paura. Deve esser
sicura di essere coperta.
- “Compagno, amico mio, siamo state contattate, il
ristorante è stato contattato, a RJ, da un ufficio della Polícia Federal, che ci ha chiesto, preteso, che organizzassimo un
pogrom permanente contro un giudeo tedesco irregolare in Brasile che avevamo
appena assunto. Avremmo voluto sapere, ma non ci hanno dato particolari
spiegazioni. Ci hanno solo detto che deve essere indotto a lasciare il Brasile
per cui gli organizzano pogrom permanenti dappertutto. ...Non abbiamo capito
perché non lo mandano via se è illegale, senza più visto... Abbiamo cercato di
vedere se lui avesse qualche problema, se desse adito a qualche sospetto, ma
sembra uno del tutto tranquillo e alcun fronzolo ideologico o criminale. Anzi,
è proprio questa sua tranquillità che mi ha indotto a chiedere ora... Perché
l’agente della Polícia Federal ci
dice che lui stesso si limita ad obbedire ad ordini dall’alto, che lui stesso
sembra non capire... Insiste, ma... Se la Patria chiede... È solo che non
vorremmo trovarci poi in qualche pasticcio...”
La Cury, si era fatta la parte, questa parte, sia con
dirigenti e parlamentari del PT che del PCdoB. Costoro, avventurieri
opportunisti e levigati ad ogni possibile porcheria, non è che si fossero
affannati troppo. Avevano chiamato loro amici della Polícia Federal che avevano risposto evasivamente, poi avevano
detto loro che erano uffici cui non avevano accesso o centro delicati agli
ordini diretti della Presidenza della Repubblica Federale:
- “Sono cose riservate... Ci mettiamo nei pasticci anche
solo a chiedere. Non è che possiamo interferire con attività dei vertici dello
Stato federale, ...magari su richieste diplomatiche, ...di altri ancora più
potenti del nostro grande Brasile. Sono uffici, sezioni, dipartimenti,
differenti dai nostri. ...È meglio fare quello che dicono, in silenzio, senza
strafare...”
I politicanti PT e PCdoB, ovviamente rotti ad ogni
porcheria avevano capito...
- “Nadia... Sono cose della Presidenza, internazionali.
Noi suggeriamo, mitighiamo, portiamo i nostri punti di vista, ma poi la
politica esecutiva la fanno le istituzioni preposte. Sono cose su cui non
possiamo interferire... Se la Patria ti ha chiamata...”
NadiaNamaCurri
passava dall’esaltato al depresso, dal curioso al carognesco: “Se la Patria ci
chiede pogrom, che possiamo fare noi poveri ristoratori e mafiosetti sul
campo... Quelli poi ci segano. E che sono io? Che posso fare io senza questa
finzione di questo restaurante, ora espanso a RJ e coi soldi che mi arrivano
per essere riconvertiti in economia ufficiale, pulita... Viaggio, mangio, mi
sento attiva, traffico, fumo, mi faccio, sono vista come una arrivata... Se
quelli poi mi affondano... Del resto sono emersa barcamenandomi. E chi sono mai
io per potermi fare dei problemi, per avere delle opinioni o scrupoli. Opinioni
e scrupoli sono cose per chi se le può permettere...” Ecco quel che si diceva e
che diceva alle sue compagne di logorree diurne e notturne.
...I
pidocchi sono pidocchi...
Venerdì
29/06, vado via all’una già del 30/06 ovviamente. Elisabé, allertata dai
quattro pasticcioni che restano ad intrafugliarsi l’un l’altro nella cucina, mi
aspetta alla cassa, dove stanno le schede delle presenze all’uscita, e mi fa:
-
“Vai già via?”
- “Se
mi hai detto 16:00..01.00...”
-
“No, è fino alle 02:00.”
Sì,
ma nove ore sono ore... ...Se sono 9 al giorno...
Me ne
vado, senza altre discussioni. ...Sono pure in quattro in cucina quando ormai
la chiusura si approssima ed il lavoro scema... Era una solita piccola
sceneggiata perché ha l’ordine di tentare di creare problemi su tutto, con me.
Tutti gli altri arrivano e se vanno quando vogliono. Poi, nel momento in cui
hanno scelto ed hanno detto a tutti che io debba essere discriminato, molestato
e fare solo lavori di fatica, non è certo mio incarico occuparmi della apertura
della cucina. Ma sono comunque in quattro e senza ormai fare più nulla...
Sabato
30/06 idem, anche se aprono alle 12:00, fino alle 02:00 di notte. Nove ore sono
nove ore. Già dopo 8, si avrebbe diritto ad almeno un’ora di stacco... Troppo
ignoranti e delinquenti per saperlo... Se non sanno neppure pianificare dei
turni. Eppoi, con 4 (e mancava l’Eduardoni in missione speciale a São Paulo...)
a pasticciarsi l’un l’altro, restati lì quando io stavo andando via all’una di
notte... Ahnnò, volevano lo schiavo perché gli altri non possono lavare quattro
piatti. ...Sono tutti grandi chefs?! Che non li lavino... Se li ritrovano il
sabato alle 12:00..., visto che io arrivo alle 16:00 (e faccio ben attenzione a
non arrivare neppure un minuto prima, il sabato quando sono strapieni di
clienti) e quando arrivo vi sono montagne cose da lavare che continuano ad
affluire dai tavoli, ed hanno urgenza di mille cose subito lavate per
fronteggiare nuovi ordini dai tavoli. Ciò se è un giorno di piena. Se invece è
un sabato fiacco, a meno che non accumulino montagne di cose apposta, possono
pure smaltire senza problemi il flusso delle cose che arrivano.
E ora
loro sono con in tutto sei persone in cucina. Eppur continuano a farsi aiutare
dai camerieri per preparazioni culinarie varie. Quando andai a lavorare lì
eravamo in tre, ed il flusso dei clienti era lo stesso o superiore, non che
fosse inferiore... Sono proprio dei coglioni, e pure arroganti e malati, che
non sanno far nulla. Tanto meno sanno organizzare. Eppure le ora tre
pseudo-managers stanno tutto il giorno, come sempre, più di sempre, a far
nulla, se non deambularsi da un luogo all’altro per far nulla in postazioni
differenti, tra gridolini, urletti, telefonate continue e logorree infinite,
oltre a mangiare, bere e fumare.
Venerdì,
ne è arrivata un’altra, in cucina, ma è subito sparita. Aveva l’aria educata ed
a modo. Fine settimana con clientela scarsa. Eppur avevano esaurito vari
piatti. Pseudo-managers e pseudo-cuochi non sanno far nulla come organizzazione
anche elementare del lavoro. Fanno confuse liste delle cose che hanno nei frigo
e nei magazzini. Non hanno neppure moduli da fogli elettronici con suddivisioni
tra come più e meno essenziali, per organizzare gli acquisti e la produzione in
un qualche maniera sensata e tenendo conto dei possibili flussi dei clienti.
Inette e troppo occupate a far nulla, a cominciare dalla proprietaria quando
compare. Fanno liste dove non prioritarizzano nulla. Dimenticano acquisti.
Comprano meno. O cose che vanno a male. Troppo difficile refrigerare il
magazzinetto ortaggi hanno a pochi metri dalla cucina. ...Non sono
capaci...
Martedì
03/07, ristorante pressoché deserto. Pagano R$44 del cosiddetto 10% ma non a
me. È la seconda volta. Prima 60 ed ora 44. ...Continueranno a rubarmi il
buono-trasporto vecchio che mi hanno abusivamente ridotto con effetto
retroattivo... Chissà come fanno i conti.
Anzi, la cosa è programmata. L’agente degli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana ha detto loro:
- “Visto che non siete riuscite a creare incidenti col
pogrom aperto in cucina, continuate a non dargli soldi dovuti. È sicuro che ci
sarà una reazione e voi la sfruttate per licenziarlo e chiamare la polizia
appena dà in escandescenze. I nostri psicodeliranti ci hanno garantito che è
certo succederanno incidenti e così finalmente lo freghiamo. Ci occorre un
pretesto per dichiararlo pericolo pubblico.”
Poi
mi sottopongono, da firmare, i conti delle ore in eccedenza o mancanti. Sono
visibilmente errati. Non sanno fare differenze tra ore di uscita ed ore di
entrata. Arriva Elisabé urlante, depressa furiosa perché non ho detto nulla
quando non mi hanno pagato il cosiddetto 10%: - “Me le hai scritte tu le ore!” Certo,
ma non le differenze. Cerca di riurlare. Le dico secco che loro non sono
neppure capace di fare delle differenze. Confusa, dato che non è capace di
controllare dei numeri, chiama Andreina che non ci capisce nulla come lei, ma
se ne vanno con la coda tra le gambe. Si ritirano con l’altra scema, Tati, ed
accusano lei di avere sbagliato i conti. Tati non sa fare delle differenze, che
non può fare a calcolatrice. Anzi potrebbe ma non è capace a sottrarre un
orario di un giorno prima da un orario di un giorno dopo, dato che lì l’orario
è, in genere, a cavallo della mezzanotte. Per cui fa tutto a mano, ma con
numeri fantasiosi che non si capisce come si inventino. Non v’è alcuna
razionalità neppure negli errori. A fine giornata non sono riusciti a fare i conti.
Abituate a non far nulla, a farsi fare tutto dagli altri, e con nessuno che
contesti mai nessun loro errore dato che nessuno controlla mai nulla, rinviano
tutto al giorno od ai giorni dopo. È chiaro che, a questo punto, verificato che
non sanno fare delle differenze, chiedo loro pure i conti di maggio che non ho
controllato. Ho firmato, ma solo per conoscenza, che avevo una differenza di 19
ore e 21 minuti, ma non ho né controllato né firmato i loro conti. Ora è il
momento di controllare con cura ogni cosa sottopongano. Intanto le smerdo con
tutti. È ciò si deve fare con tale teppa e pure demente. Inette perfino in
aritmetica elementare!
Si
barricano tutte e tre nell’ufficio a drogarsi e chiamano l’agente degli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana:
-
“Siamo disperate! Non si può più andare avanti a questo modo! Non solo non
siamo riuscite a farlo reagire quando non gli abbiamo pagato il cosiddetto 10%,
la commissione. Ora ci ha smerdato rifiutandosi di firmare il conto delle ore.”
- “Può essere un ottimo pretesto per
licenziarlo per colpa sua! ...Perché non lo ha firmato?”
-
“Dice che i conti sono errati e che non sappiamo neppure fare delle banali
differenze e somme...”
- “È
vero?”
- “In
effetti, qualcuno ha sbagliato i conti e più d’uno... Che possiamo fare?”
-
“Domani vengo lì alle 14:30. I nostri psicodeliranti ci hanno garantito che
ormai lo facciamo uscire di testa. È questione di ore... Il successo è
prossimo!”
Sempre,
martedì 03/07, ricompare il Bordon di ritorno da São Paulo, chiamato non certo
per apprendere qualcosa. Lo hanno chiamato per il pogrom contro di me e per
null’altro. Se una Cury non sa organizzare nulla a RJ, è perché non ha
organizzato nulla neppure a SP. Stessa inettitudine. Il ristorante è copertura
di riciclaggi. La cucina, pur nuova, non segue alcun criterio ergonomico e
manca di cose essenziali. Appunto. Non gliene frega nulla a nessuno. Anzi, la
NadiaNamaCurri si è riempita di pseudo-managers proprio per creare l’apparenza
di una ristorante ben organizzato quando è solo del tutto disorganizzato e con
pletora di personale del tutto inetto, soprattutto quello di fiducia della
proprietaria, una pseudo-proprietaria. Non può aver fatto, a SP i soldi per espandersi
a RJ. I soldi le arrivano da altrove.
Infatti, l’Eduardoni non fa sfoggio di nuove conoscenze
che non ha appreso a SP. Sta un po’ lì quieto, depresso furioso represso, e poi
scompare. Nessuno, neppure l’altro cuoco, gli chiede nulla di nuovi o vecchi
piatti. La notte, compare pure la NadiaNamaCurri, che evidentemente è rientrata
a RJ, da SP, con lui. Che l’hanno, che li hanno, chiamato e chiamati a fare?
Per altro. Non per ragioni professionali. Solo per il pogrom contro di me.
...Per quattro cose di merda e pure anti-igieniche che quella congrega propina
a clienti che tanto, da buoni brasileiri, mangiano qualunque escremento... Li
hanno chiamati in missione, lui e Andreina, solo per il pogrom e perché
NadiaNamaCurri sta male senza pure i suoi minchioni di RJ con cui
logorroeggiare.
NadiaNamaCurri si era montata la testa, fra isteria e
depressione da pogrom fallito. Per cui tra depressioni ed esaltazioni, ed il
solito deliro di megalomania, si era creata la convinzione, il desiderio
spasmodico, di ottenere lei, con sue iniziative, i risultati a RJ, sia le sue
troie e froci del Portella, che l’agente degli SquadroniDellaMorte (il
dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale
brasiliana li dirigeva, non riuscivano ad ottenere. Di lì quella sua iniziativa
di convocarsi a SP, prima l’Andreina, poi il Bordon. Già prima si era chiamato
il Da Silva, il Raimundo, che era transitato da SP prima di spuntare, come dal
nulla, nel Pottella di RJ.
La NadiaNamaCurri non sa far nulla, ma si monta la testa
ancora più delle altre. Si è creata un suo mondo immaginario in cui può tutto.
Si era detta che doveva smerdare l’agente di RJ degli SquadroniDellaMorte (il
dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana
ottenendo lei i risultati contro di me che lui non riusciva ad ottenere. Era
come gelosa, anzi del tutto invidiosa, che lui, atteggiandosi a grande agente
in operazione coperta, avesse stabilito delle connessioni dirette con le sue, a
cominciare dalla Rangel la ruffiana sporcacciona della congrega del pontefice
Macedo, ma pure con le altre due, la pseudo-gerente e la pseudo-controllora.
Quando l’agente di RJ degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana chiamava ed
andava lì, trovava la Tati. Per cui, per ragioni di orari, ed anche perché era
la più scema, lui si trovava del tutto a suo agio con lei e lei si esaltava con
lui. Tra scemi sporcaccioni e con mistificazione ‘evangelica’... Lei gli diceva
tutto. Lui le dava gli ordini per le altre. Poi, se occorreva, parlava pure
colle altre. Ma all’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana interessava
riempire i suoi formulari e mostrare che lui avesse ‘lavorato’. Era un
ragioniere del crimine e delle perversione. Non è che ne avesse molta voglia di
‘lavorare’... Si incattiviva e si faceva aggressivo per necessità
‘professionale’, quando necessario. Non per reale trasporto. Era ed è uno di
quelli che tiravano e tirano a campare.
Dato
che martedì 03/07 è proprio sciatto-sciatto, come di frequente, come clienti,
nonostante i gran proclami, ora pure scritti, che chiudono alle 02:00, chiudono
prima dell’una. Dato che ho il sospetto che un po’ tutti usino orari fasulli,
per cui sono io l’unico cretino che si è visto obbligato a recuperare ore,
‘grazie’ ai loro orari sballati, chiedo ad AntòMardò, l’unico rimasto della
cucina, che orario segni quando esce. Mi dice che segna l’una. Non mi fido
troppo. C’è pura la cicciottella Tati in circolazione, magari pronta ad
accusarmi di avere rubato 20 minuti, anche se, da un punto di vista legale, se
sono loro che ti mandano via prima... Al contempo, lì, è, illegalmente, una giornata
di 9 ore consecutive, per cui un’ora dovrebbe essere straordinaria anche se non
la pagano come tale. Insomma, poteva dar adito a discussioni mi fossi segnato
solo io l’01:00. Non mi fido particolarmente di AntòMardò. È un ragazzotto di
quelli fanno tutto ciò viene loro detto da altri. Se loro si fidano di lui è
perché è fondamentalmente inaffidabile. Il mondo dei pidocchi è una realtà
rovesciata. E poi non mi costa nulla aspettarlo alcuni minuti. Sparisce in un
bagno clienti. Forse a telefonare. Quando ricompare, controlla il suo
telefonino e si segna l’orario effettivo, le 00:40. Avevo fatto bene a non
fidarmi. Glielo dico. Passa un minuto. Io mi segno le 00:41.
Mercoledì
04/07/2012.
Mercoledì
04/07, come annunciato, l’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana arriva lì
dove trova Tati, e la proprietaria NadiaNamaCurri con la ormai inseparabile
Andreina. In realtà, arriva verso le 15:00.
- “I
nostri psicodeliranti ci hanno garantito che ormai lo facciamo uscire di testa.
Ora che non gli state pagando il dovuto...”
- “Ma
sembra fregarsene...”
- “I
nostri psicodeliranti sono grandi esperti ed hanno perfetti profili
psicologico-caratteriali...”
-
“Stategli addosso oggi...”
-
“Già lo facciamo sempre...”
-
“Fate qualcosa di più...”
- “E
quel giudeo tedesco intanto ci ha sputtanati in rete senza che noi potessimo
fare nulla...”
- “È
una delle regole di base di queste nostre operazioni evitare pubblicità.”
- “Ma
lui ce l’ha fatta! ...Proprio una bella pubblicità!”
- “Le
nostre procedure dicono...”
- “I
nostri avvocati hanno detto che da come quello ha messo le cose, è pure
improbabile poter montare qualcosa per difenderci... Certo che voi, lo Stato,
non ci aiutate a farlo tacere!”
- “È
che non possiamo... Anzi, i nostri specialisti psicodeliranti ci hanno
assicurato che appena scoppia, questione di ore, commette qualche imprudenza
clamorosa per cui vostri avvocati possono intervenire... Dovete solo
incrementare al massimo il pogrom.”
L’agente
degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato)
della Polizia Federale brasiliana se ne va alle 15:25, accompagnato all’uscita
da una Tati tutta bagnata per l’emozione dell’incontro. Poco dopo, se ne vanno
pure NadiaNamaCurri e Andreina. Tornano all’ora di chiusura dei negozi con
nuove cose poco funzionali o troppo grandi per gli spazi già ridottissimi ed
insufficienti della cucina, o cose che si romperanno subito. Mentre continua a
mancare attrezzatura essenziale per le preparazioni. Confermano che non sanno
fare un cazzo e che pure i ‘grandi’ cuochi non sanno fare un cazzo. Ormai, la
cucina, pur non piccola, è tutto un accatastarti di utensili introvabili quando
servono. Anche il panificio è nel caos di cose accatastate.
AntóMardó
arriva con me alle 15:25 anche se se ne resta in coma nel ‘panificio’, dove vi
sono angoli adibiti a spogliatoi, per cui lui si segna poi le 15:30. Ha
problemi personali... Si agita. Esce per telefonare non ascoltato. Cose sue.
Tati lo attiva contro di me:
-
“Devi darti da fare per il pogrom contro quello! Dagli ordini! Mettilo sotto!”
Lui
non sa cosa fare. Non ne ha neppure gran voglia. Mi dice di pelare una decina
di patate. Non mi sembra, obiettivamente, una cosa sconvolgente.
Appena
arrivano Eduardoni e, poi, Raimondo, i due cuochi ufficiali, Tati riattiva pure
loro:
- “Si
deve incrementare il pogrom... Ho ordini precisi dal grande agente degli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana che è venuto qui in sopralluogo di lavoro... Oggi
si va allo sfondamento finale... Dicono che sono sicuri che...”
Raimondo
se ne esce come di consueto con qualche eiaculazione verbale: “Rooobbè”. Non
dico nulla. Ma anche quando dico qualcosa per evidenziare la demenza di tali
eiaculazioni, non è che le stesse abbiano reali poteri perturbatori o
sconvolgitori di alcuno od alcunché. Poi, dato che i clienti sono scarsi,
Raimondo si rifugia nel panificio dove già il suo amico Francisco sta lavorando
a preparazioni varie.
Il
campo resta libero per l’Eduardoni che, furente ed agitato, pur dietro una
repressa rabbia da austriaco trattenuto, cerca di rifilarmi grandi quantitativi
di cose varie da lavare etc., dopo i soliti lavori di pelatura, lavaggio
ortaggi, taglio. Francisco è di là nel cosiddetto panificio. La grassona
Juliana è anche lei di là mentre finge di lavorare, in realtà occupatissima da
continue telefonate al cellulare, come sempre. Nonostante la fredda e trasudante
acrimonia malata dell’Eduardoni, anche lì non è che quattro normali cazzatine
di lavoro abbiano il potere di ferire od agitare alcuno, tanto meno me. Anzi,
lo irrido come spesso faccio con degli anonimi: “Clienti, clienti, affluite
numerosi che qui dobbiamo lavorare fino alle due di notte! ...Mannò, qui non
c’è più nulla da fare...”
Ovviamente,
Tati, che sporcacciona e disgustosa continua a pattugliare l’area con passetti
tremolanti per osservare eventuali sviluppi, ha allertato pure Elisabé, quando
la stessa è arrivata:
-
“L’ordine del mio grande amico, il caro grande agente degli SquadroniDellaMorte
(il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale
brasiliana, venuto oggi qui in sopralluogo di lavoro, è che oggi si va allo
sfondamento. Tu che sei la gerente devi provocarlo in qualche sua mancanza e sì
che lui reagisca. Il mio grande amico ha detto che i loro grandi specialisti
psicodeliranti sono sicuri che oramai... Basta che tu lo tocchi, lui scatta ed
è fregato con le sua proprie mani... È sicuro! Sicurissimo!”
Elisabé
che, già da tempo, con le sue dita e mani sporche fruga tra piatti e posate in
uscita per trovare qualche traccia di sporco e potermi urlare, ora continua ad
affacciarsi nella cucina, sia della finestra che dalla porta, per poter trovare
qualcosa non vada ed imbastire qualche scena isterica. Non trova nulla.
Sarà
stato appena dopo le 23:00. Vado un momento a pisciare. Mi tolgo il grembiule
di materiale sintetico impermeabile e lo appendo alla porta come han sempre
fatto e come fanno tutti. Lei è lì in agguato e urla che non lo si può
appendere lì. Lo han sempre fatto tutti e lo fanno tuttora tutti... OK... Lo
appoggio su una sedia libera, le sedie dove le fannullone passano ore a far
nulla, ma ora le sedie lì sono libere, per cui un grembiule, pulito, non
disturba nessuno. Urla che è una questione di educazione, che lei è una donna e
che è la gerente. Urla che non riesce a comunicare con me. Le chiedo quale sia
il posto dove riporre un grembiule per trenta secondi quando uno deve andare,
per trenta secondi in bagno. Balbetta.
Non lo sa. Urla. Balbetta. Non sa dire quale sia il posto dove riporre un
grembiule. Urla. OK. Le dico che se non c’è alcun luogo, deve per forza essere
la cucina. Appoggio il grembiule pulito sul lavandino pulito e libero della
cucina e vado a pisciare un momento. Rabbiosa entra nella cucina. Lo prende o
poi lo getta venti centimetri più in là. Nessun problema. Me lo rimetto, appena
torno, mentre lei è andata furiosa nell’ufficio ad urlare con Tati:
-
“Non ne posso più! Ma che cosa devo fare?! Quel giudeo schifoso è sempre così
tranquillo. Non si riesce a fargli perdere le staffe. Non possiamo proprio
mandarlo via per colpa sua. ...Ma cooosa devo faare!!! Dimmelo!!! Dovete dirmelo!
Non ce la faccio più... Che volete da me! Schifosi ebrei! Gasate tutti i
giudei. Ce li hanno mandati per tormentarci!!!”
Pure
Tati è sconvolta. Chiama l’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana:
-
“Non c’è nulla fare! Non sappiamo cosa fare. Le abbiamo provate tutte! ...Pure
la gerente che è particolarmente adatta per queste cose, per farsi delle
parti... Quello resta tranquillo, indifferente. ...Siamo disperate! Non ce la
facciamo più!”
-
“Non è possibile... Dall’estero... ...I nostri consulenti e gli specialisti...
...i nostri specialisti psicodeliranti ci hanno garantito... Oggi si
licenzia... Voi ce l’avete messa tutta. ...Se avete fatto quello che vi abbiamo
detto...”
-
“Noi abbiamo fatto tutto...”
- “Vi
avevo detto che andava umiliato giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo
minuto...”
-
“Noi l’abbiamo fatto. È che lui...”
-
“Lui cosa?”
- “Te
lo avevamo già detto...”
- “Ma
se i nostri super-specialisti psicodeliranti ci avevano detto che in pochi
giorni...”
-
“Qui i giorni sono 75 e noi non ce la facciamo più. ...Pure la proprietaria...”
-
“Oggi si doveva licenziare... Ieri non gli avete pagato, per la seconda volta
consecutiva, il 10%...”
-
“...E lui non ha detto ne fatto nulla...”
-
“Oggi lo avete messo sotto pressione? ...Sotto super-pressione?”
-
“Pure gli altri giorni... Ma non è che possiamo fare l’impossibile.”
-
“Non lo avete affrontato direttamente?”
- “Te
l’ho già detto che Elisabé s’è rifatta una delle sue scene forti. Se le fa in
continuazione con quello...”
- “Ed
allora?”
-
“Quello è un giudeo, di quelli hanno torturato ed ammazzato il nostro signore
Gesù cristo... Perché non li hanno sterminati tutti? Quello ci sta facendo
uscire folli noi. Non ne possiamo più! Noi facciamo... Lui ci irride dietro le
spalle. Se lo prendiamo di punta, lui scantona. Ma poi ci guarda irridente e ci
deride con tutti. Pure in rete... Non ce la facciamo più. Tu ci avevi garantito
che oggi. ...Perché non lo rimuovete voi?”
-
“Noi abbiamo degli ordini... Non è che...”
- “Lo
licenziamo! Lo licenziamo!”
-
“Noi avevamo l’ordine che doveva lui licenziarsi e che doveva apparire che era
lui che si trovava a disagio per ragioni innate sue...”
-
“Anzi, quel giudeo si diverte! Siamo noi che non ce la facciamo più... Lo
licenziamo?!”
- “Se
siete sicure che lo fate scoppiare e che alla comunicazione del licenziamento
lui magari vi aggredisce.”
-
“Con quello non possiamo essere sicure di nulla. Noi ce le pensiamo. Ma poi
quello...”
-
“Ma, certo, voi lo licenziate...”
- “Ma
per cosa... Non è che abbiamo appigli...”
-
“Appunto... Ma deve essere una cosa vostra... Io ho ordini che deve essere lui
a licenziarsi perché non è atto a lavorare. Ma se voi siete sicure, avete un
appiglio, o l’appiglio lo create perché lui salta su e voi avete testimoni
mentre lui salta su e vi fate una bella discussione dove lui appare chiaramente
in torto, per cui il motivo di licenziamento si crea al momento stesso della
comunicazione che è licenziato. Per esempio lui esplode e voi potete poi dire
che era uno conflittuale sempre, anche in passato.”
-
“Che schifoso, ripugnante, quel giudeo! Magari! Ma non possiamo essere
sicure...”
-
“Voi siete abili, intelligenti, delle vere professioniste. Sono sicuro che
create un bell’incidente finale... Però sia chiaro che non è una idea mia...
...La direttiva mia è che lui doveva essere convinto, dal caso, che lui era un
disadattato e che doveva andarsene dal Brasile di suo dopo una lunga serie di
fallimenti... Un caso di incompatibilità ambientale. Oppure un incidente che ci
permetta di dichiararlo pericoloso. ...Noi lo seguiamo ovunque lavori e
abiti... Ma deve tutto sembrare casuale, e per sua colpa, non per altri
interventi. Tali erano e sono i mie ordini dal Presidente e dalla NATO.”
-
“Noi l’abbiamo già fatta la discussione... La gerente è una pratica di queste
cose... È che la discussione la faceva la gerente mentre lui le dava ragione e
non si faceva imbrigare nella discussione. Per cui non lo si può accusare di
avere reagito od offeso...”
- “I nostri psicodeliranti ci garantiscono... E
voi montate un’altra discussione, risolutiva, che lui reagisca e magari vi
picchi. I nostri specialisti psicodeliranti dicono, assicurano, che...”
- “Io
sono l’impiegata qui... Non è che io possa... ...Posso dire alla gerente che
deve farsi una parte finale e risolutiva. Anzi, posso dirle che questi sono gli
ordini. Ma poi...”
-
“OK. Vada come vada. Anche se i miei ordini... Se voi poi lo licenziate di
vostro non è che io possa... Io registro la cosa. In fondo c’è la proprietà
privata in questo nostro Brasile... Voi, poi, mi dite... Io trasmetto al
governo. ...O se invece volete continuare col pogrom... ...In effetti anche a
me ordinano... Ma...”
-
“OK. Ora agiamo e poi facciamo sapere.”
Tati
tremante livida. Elisabé gli occhi strafatti di droga. La NadiaNamaCurri che si
morde le labbra disgustosa mentre Andreina la guarda per imitarla...
Scrivono
una lettera di licenziamento.
“Comunichiamo
che dal 5/07/2012 cessi di fare parte della nostra squadra. Devi presentarti il
10/07 per restituire gli abiti da lavoro e per ricevere le tue competenze.”
Arriva
Elisabé, mentre le altre ed altri stanno in agguato, appena io ‘do in
escandescenze’. Mi chiama. Esco dalla cucina. Lei me la mostra tenendola in
mano. Io la leggo mentre lei la tiene in mano.
Esordisco
con un:
-
“Ottimo!”
Guardo
l’orologio, Si approssima la mezzanotte. Sono arrivato alle 15:25. Ho già fatto
più di 8 ore consecutive anche se per loro devono essere almeno nove. Ma dopo
otto, secondo la legge, si ha diritto ad una o due ore di intervallo, se dopo
le otto ore vi sono altre ore. Sennò otto possono essere più che sufficienti
essendo la settimana lavorativa legale di 44. Per cui, posso andare via senza
problemi, anche senza chiedere nulla.
Aggiungo,
comunque:
-
“Posso andare via ora?”
Frastornata
che io reagisca in modo talmente freddo e con toni di soddisfazione, Elisabé
non riesce che a dire:
-
“Sì, certo.”
Poi
mi dice che devo firmare la lettera. Le dico che devono darmene una copia,
oppure che la possono mandare per email, per cui hanno la ricevuta (che è
l’email stessa). No, meglio una copia subito. Lei fugge da Tati e dalle altre
che la aspettano. Io mi siedo lì fuori dalla cucina ad aspettare, ai loro tavoli
delle fannullone. Non parlo con nessuno della cosa. Aspetto tranquillo.
Elisabé
corre in direzione della cassa, dalle altre che la aspettano ansiose:
-
“Schifoso giudeo! Sembrava già saperlo. Era tranquillo. Forse perfino
soddisfatto... Dice che vuole una copia...”
Tati,
ringhiante, fa una seconda copia. Ed è la stessa Tati che si presenta da me con
la copia. Elisabé, affranta, resta nell’area cassa. I due fogli non sono
neppure firmati.
Le
dico che non è indicato il 10/07 a che ora. Tati scrive 19:00 sulla mia copia.
Le dico che la lettera di licenziamento deve ben essere firmata da loro.
Vogliono la mia firma per ricevuta e mi danno un pezzo di carta che potrei
essermi stampato da solo? Lei mette la sua sigla, RT. Le dico che occorre la
firma estesa. Cerca di discutere... Corre coi suoi passetti miserabili da
Elisabé e dalle altre.
-
“Dice che la vuole firmata...”
Discutono
per vari minuti tra di loro. Pure con la proprietaria. Telefonano anche
all’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di
PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana. Alla fine
concludono che non dandomi la lettera che pur mi avevano mostrato, è la loro
ultima speranza di creare un incidente.
-
“Vai di là, e gli dici che non gli dai nulla, che basta la comunicazione
orale... Di sicuro, lui ti aggredisce. E così lo roviniamo.”
Intanto,
Jamil, che le ha ascoltate nell’area cassa, viene mandato a sedersi al mio
tavolo.
-
“Jamil, vai lì che così, quando la aggredisce, gli sei vicino per dare poi un
resoconto ravvicinatissimo dell’aggressione alla polizia che subito chiamiamo.”
Arriva
Tati che transita a passetti nevrotici verso l’ufficio che sta al piano
superiore.
Con
voce isterico gracchiante, senza fermarsi:
-
“Basta la comunicazione orale! Basta la comunicazione orale!”
-
“Sicura? Datemi una copia della lettera...”
-
“No, basta la comunicazione orale! Basta la comunicazione orale!”
-
“OK. Sono licenziato e devo presentarmi il 10/07 alle 19:00 per restituire gli
abiti da lavoro e per le mie competenze...”
-
“Sì! Sì!”
-
“...Jamil, mi fa da testimone...”
Intanto,
sempre coi suoi passetti nevrotici, ora delusa isterica, Tati fugge verso
l’ufficio per comunicare del fallimento finale all’agente degli
SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della
Polizia Federale brasiliana cui telefona.
Io:
-
“Jamil, sei mio testimone...”
Jamil
nicchia.
-
“Hai ascoltato che sono licenziato e che devo presentarmi il 10/07 alle 19:00
per uniforme e competenze.”
Jamil
assente.
-
“Per cui è certo che non è che io stia immaginandomi nulla...”
Jamil
assente.
Posso
andare nel panificio a cambiarmi.
Mentre
sto cambiandomi arriva Raimondo:
-
“Che è successo?”
- “Mi
ha comunicato il licenziamento, ma senza alcuna motivazione.”
Torna
in cucina. Finisco di cambiarmi. Non saluto nessuno. Mentre transito di fianco
alla cucina, il Bordon sta lavando qualcosa nel lavello. Si sente perso.
Alle
23:55, segno l’uscita sotto gli occhi di Elisabé che sembra come sollevata di
non essere stata ammazzata. È una isterico aggressiva-codarda. Devono averla
violentata con bòtte da piccola prima di avviarla alla prostituzione da
favelas.
Sotto
l’ora d’uscita, scrivo pure che sono stato licenziato senza motivazione e che
devo presentarmi il 10/07 alle 19:00. Lo ripeto ad alta voce a Elisabé che si
chiede che io stia scrivendo, sì che senta chi eventualmente stia in prossimità
e voglia sentire. La stessa assente. Me ne vado.
Mentre
sto camminando, da una saracinesca si apre una portella. Bar, il surrogato di cioccolato, di produzione nord-coreana, di
recente importazione in varie località sottosviluppate delle Americhe,
campeggia, sia in caratteri gotici che coreani, sulla portella. Bar, scritto in modo talmente suggestivo,
mi induce a guardare all’interno del locale da cui vengono delle voci che
suggeriscono una discussione accalorata.
Non
posso entrare, né mettermi a fissare l’interno. Dei manifesti sui muri, sulla
strada, mi offrono la scusa per fermarmi in prossimità, fingendo di leggerli.
Ascolto bene tutto quello si stanno dicendo. Sono dei clienti, dei compagnuzzi
che razzolano nella zona e che spendono nei locali dell’area incluso il
Pottella-Bal in cui lavoravo.
Un
mondo si è improvvisamente aperto dietro a quella portella. Bar, il coccolato surrogato
nord-coreano, sembra come un’allusione alla discussione da bar si sta
sviluppando. Un surrogato, scemenze.
Un
compagnuzzo sta dicendo che proprio su dei siti di Santa Teresa ha visto
dei link di un gringo, giovane e belloccio a stare alla foto su facebook, che
riportava delle denunce sul terrorismo de
Estado no Brasil, più precisamente sul terrorismo
de Estado compradoro no Brasil, addirittura una micro-crônica dello
stesso. Mi aveva letto!
Un
compagnuzzo del PCdoB sta dicendo che il terrorismo
de Estado da parte di un governo de
esquerda è una cosa ottima purché non sia compradoro. Il compagnuzzo del PT
sta ribattendo che il terrorismo de
Estado da parte di un governo de
esquerda è sempre una cosa ottima anche se è compradoro. Anzi, dice, se è compradoro
è meglio, perché così i centri di propaganda dell’Impero non dicono nulla di
sputtanatorio visto che sono loro che lo ordinano.
Un
terzo compagnuzzo, della Quinta Internacional, tenta di suggerire che se
è terror vermelho è ottimo ma che se è solo terrorismo de Estado si dovrebbe sapere in dettaglio di che si
tratta. Lo zittiscono urlandogli che non si può sindacare il terrorismo de Estado di governos de esquerda, che il militante
deve sempre difendere e cui deve partecipare senza far domande se casualmente
coinvolto in esso.
Con
tutta la fica che c’è in giro non capisco perché non trovino da farsi delle
sane scopate invece che trastullarsi in quelle reciproche masturbazioni delle
loro teste vuote.
State
Terrorism, Comprador
State Terrorism, State/Government Terrorism, State/Government-Organized
Stalking, etc sono questioni delicate e che implicano vaste ed approfondite
conoscenze sia teoriche che fattuali. Non sono proprio cose da discussioni del
cazzo...