sabato 14 luglio 2012

mashal-050. State/government-organized stalking compradoro brasileiro - Pogrom Portella Paulista-Carioca, St. Teresa, RJ, 10-11 July 2012

mashal-050. State/government-organized stalking compradoro brasileiro - Pogrom Portella Paulista-Carioca, St. Teresa, RJ, 10-11 July 2012
by Georg Moshe Rukacs

Fallimento su tutta la linea, da parte loro. Più che licenziarmi senza motivo (e senza neppure preavviso per cui ora dovranno pagare, in un modo o nell’altro, i 30 giorni previsti dalla legge brasiliana) non han potuto far fare e fare.

L’agente speciale degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana era un poco deluso. Solo un poco. Non che se la prendano molto, in Brasile, e poi per una operazione del tutto senza senso come questa. Ma gli ordini sono ordini. Ed i pidocchi anche di Stato dello State/government-organized stalking sono pur sempre pidocchi e burocrati.

L’agente speciale aveva ritelefonato, giovedì 5/07, alla grassoccia della IgrejaUniversal, la pseudo-contabile lì al Pottella, la TatyRagel.
- “Allora, se ieri ho ben capito, non si è concluso nulla...”
- “Noi ce l’abbiamo messa tutta, ma... ...quel giudeo è un demonio. ...Non si lascia provocare...”
- “Io debbo ben scrivere qualcosa nel mio rapporto alla Presidenta... ...No, non è questo... È che è una operazione importante.”
- “Noi siamo sempre qui per aiutare, per servire la Patria...”
- “Così, ora, lo avete perso...”
- “Eh...”
- “Non viene più lì?”
- “Deve venire martedì 10 luglio, alle 19:00... ...È per restituire la roba di lavoro e per essere pagato...”
- “Ma, allora, si può tentare qualcos’altro...”
- “Cosa?”
- “Ora discutiamo qui la cosa coi nostri specialisti psicodeliranti... Poi, o telefono, o passo lì...”

L’agente speciale degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana li contattò i giorni successivi. Parlò di nuovo con TatyRagel che poi riferiva alla proprietaria ed alle altre. Suggerì che non mi pagassero, che facessero altre storie. Gli risposero, che già che avevo detto a tutti che sarei andato in tribunale, per cui era un po’ pericoloso non pagare, e che per fare storie ora avrebbero poi dovuto pagare salato e peggio in tribunale. Dissero che potevano tirarla un po’... ...anche se non è che potessero eccedere. In effetti, altrove erano limitati dall’essere imprese strettamente individuali, al Pottella il fatto che la proprietaria o pseudo-tale avesse creato una organizzazione burocratica e pesante peggio che un ministero creava dei vincoli ai loro possibili comportamenti...
L’agente speciale sbottò con un:
- “Fatelo attendere e poi non pagatelo, il 10/7! ...Poi vediamo.”

Quando andai, martedì 10/07, entrai nel Pottella esattamente alle 19:00. Mi diressi alla  cassa e dissi che mi avevano detto di restituire la roba da lavoro quel giorno a quell’ora. La cassiera era annoiata, annoiata dal far nulla e nel locale deserto. Guardava lo schermo del computer senza neppure navigare in rete come avrebbe potuto. O magari le pseudo-managers glielo avevano vietato... Quando si assumono ignoranti in generale e pure ignoranti informatici, se ne stanno solo lì ad annoiarsi.

Uno dei camerieri, ClaudioSerraDiSusa, chiamò l’ufficio. L’ufficio ha una finestra che dà sul bar ristorante, nel suo lato più interno relativamente all’ingresso. Aspettai un po’. Nessuno arrivava. Mi sedetti ad un tavolo con le spalle alla cucina a leggere un libro che avevo con me, mentre la cantante inondava il locale di musica e canzoni abbastanza disgustose anche se ben interpretate. Intanto vari venivano alle mie spalle a spiare che leggessi. ...Idioti! 

Quando ClaudioSerraDiSusa, aveva chiamato l’ufficio, le borderline fannullone della nomenclatura, si guardarono l’un l’altra, e si riconfermarono l’ordine e l’accordo di far finta di nulla. “Se l’agente segreto della Presidenta ci ha garantito che lo facciamo scoppiare ed esplodere fuori tempo massimo...”

Alle 20:00, mentre il locale era divenuto appena meno deserto, mi alzai dal tavolo dove mi ero seduto a leggere ed andai di nuovo alla cassa, a meno di un paio metri da dove ero. Dissi che erano le 20:00... che potevo lasciare lì il sacchetto trasparente coi due pezzi delle cose da lavoro. Nei paraggi v’era da tempo la pseudo-gerente folle, ElisabetOliva. Si avvicinò. Ripetei a lei che aspettavo dalle 19:00, che lasciavo a loro la ‘uniforme’... ...se non v’era altro... Lei farfugliò che TatyRagel era malata, che non avevano potuto avvisarmi perché non ho il telefono (ma avevano la mia email... poi la useranno, per demenze, come vedremo), di tornare il giorno dopo che mi avrebbero pagato. Le dissi diretto diretto, se era sicura, perché sennò potevano inviarmi i soldi per posta. Mi disse che dovevo firmare per cui era meglio che venissi di persona. Richiesi se fosse sicura-sicura che il giorno dopo fosse tutto a posto, ...che non se ne inventassero un’altra. Mi disse che il giorno dopo alla stessa ora mi pagavano, alla stessa ora di oggi. Chiesi se la stessa ora fossero le 20:00 o le 19:00. Disse le 19:00, anche se chiaramente era lo stesso, visto che, in genere, sono aperti fino alle 02:00.

A quel punto, non restava che ritentare il giorno dopo. Ovviamente chiamarono l’agente speciale degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana:
- “Ha aspettato un’ora. Ha lasciato la ‘uniforme’ e se ne andato via tranquillo. Gli abbiamo detto che lo paghiamo mercoledì 11/07...”
- “Non è che potete non pagarlo?”
- “E quel giudeo poi va in tribunale come già ha detto a tutti...”
- “Ma dobbiamo ben fare qualcosa... Anzi, i nostri espertissimi psicodeliranti già hanno suggerito... Quella Antonia... Non avete detto che sono amici...”
- “L’ultima volta non la quasi guardata...”
- “I nostri esperti psicodeliranti dicono che è la nostra ultima soluzione...”
- “Per fare che?”
- “Che la trovi lì, quando lui viene... Parlano... Voi mi dite... Qui dobbiamo sapere.... La Presidenta vuole sapere...”

Del resto pure la padrona, la NadiaNamaCurri, era un po’ agitata. Ora chiamava per telefono, ora se le convocava personalmente per le sue logorree infinite dove fingeva di essere una vera padrona ed una vera manager:
- “Come è che quello dice che va in tribunale?! Noi paghiamo, paghiamo tutto! Ma dove si crede di essere? Le nostre grandi managers ed impiegate sono le migliori del mondo e fanno tutti i conti giusti. Ma chi si crede di essere? E dove?! Si crede di essere in Europa? Ma che si crede di fare? E poi non è mica colpa nostra se il governo... Avrà ben fatto qualcosa. Deve averne combinate... Che ne possiamo noi se ci hanno chiesto, imposto... Sì, sì, ci occorre una come Antonia. ...Non mi avete detto che sono amici... E pure quell’altra, la DioneMaria... Non mi avete detto che...”
- “Ma veramente... ...Non siamo...”
- “Ma sì!, sì!, me lo avete detto. Ma, certo, è sicuro! Magari se le è pure già portate a letto. Con loro si confida di sicuro. Bisogna che siano lì quando lui viene...”
- “Ma quello è un giudeo. Un ebreo proprio di quelli ebrei-ebrei. È uno che sa essere cordialissimo, come far finta di non vederti oppure non vederti sul serio.”
- “A proposito... Lo avete chiesto alle due se è davvero un giudeo-giudeo...”
- “Non possiamo chiedere quelle cose... Eppoi neppure siamo sicure che...”
- “Ma figuriamoci. Sono tutte troiette... Eppoi, sono nostre dipendenti. Abbiamo il diritto di chiedere quello che vogliamo! ...Insomma, vi occupate che siano qui, lì, quando quello viene...”
- “La DioneMaria non lavora il martedì...”
- “E allora deve slittare tutto al mercoledì. Se pure quello del governo vi ha detto che...”
- “Vabbene, vediamo di combinare per mercoledì...”
- “Ad Antonia parlo io, sulle generali. Poi, ve la vedete voi. La DioneMaria la avete sempre voi sotto il naso... Siete amiche...”

- “Antonia, sono Nadia... Come va...”
- “Bene, grazie...”
- “Antonia, ho grandi progetti per te. Vienici a trovare. Vieni a vedere. Parliamo. Parli con le mie collaboratrici e collaboratori. Sono impaziente che torni da noi... Ah, quello, poi, quel giudeo tedesco, ci hanno detto di allontanarlo che devono obbligarlo ad andarsene. Che dobbiamo fare per la nostra Patria... A proposito, viene qui mercoledì per le sue competenze... Se tu fossi lì, nel tardo pomeriggio... ...Sai, quelli del governo dicono...”
- “Non so... Ma... Sì, sì, ...comandi! ...Se il Ristorante e la Patria chiamano...”
...Conversarono un po’ su questo tono...

Quando mercoledì 11/07 tornai al Pottella, non mi formalizzai sull’orario. Elisabé mi disse “a quest’ora” alle 20:00, per poi dirmi, su mia domanda, che, sì, potevano essere le 19:00... Poi, per aspettare, come loro sempre fanno per DNA...

Arrivai lì alle 19:15. Solito teatro. Dico alla cassa che mi avevano detto di venire per essere pagato. Naturalmente la cassiera non ne sa nulla. Mi dice solo che Elisabé è uscita. Questa volta si fa avanti una delle cameriere, DioneMaria, che va a dire nel retro, ai tavoli delle fannullone della nomenclatura, che sono arrivato. Poi, torna a dirmi che Andreina deve parlarmi. Aspetto un po’ allo cassa. Nessuno arriva. Allora mi siedo a leggere.

Il solito ClaudioSerra, uno dei camerieri, che non può trattenersi dal fare lo scemo, mi dice nicchiando che c’è AntóMardó nel ‘panificio’ che indica. Il ‘panificio’ è separato dal bar-ristorante da delle finestre con tende trasparenti. Mi metto gli occhiali. Non vedo nulla. Fa lo stesso. Un po’ prima, Raimondo, dalla cucina, si era esibito in una eiaculazione verbale: “Robeeeeeeeeeeeeto.” Boh, avrà grandi significati in brasileiro, anche se non credo... Non mi fa né caldo né freddo.

Verso le 19:45, sempre DioneMaria mi dice che posso andare nel retro. Vado. C’è Antonia. La saluto e finisce lì. Appunto, si aspettavano qualche conversazione con la stessa. La avevano fatta arrivare con un certo anticipo e parlare con quelli della cucina a cominciare con l’Eduardoni (straboccante di cattivi sentimenti accuratamente repressi, che, vile e codino, s’era fatto coinvolgere nel pogrom è poi era per lui colpa mia, per cui covava un sordido odio, che lui si fosse fatto sputtanare da me senza concludere nulla contro di me; avrebbe dovuto prendersela con sé stesso e contro chi l’aveva inculato in questa storia...) per vedere che potessero fare per cooperare ancora con gli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana e col Pottella per questa ‘grande’ impresa, il pogrom lì in corso ed ora all’epilogo. Antonia non sapeva che vantare con l’Eduardoni. L’Eduardoni è uno che, vile e codino, fa ciò gli dicono ma nulla che lo possa esporre formalmente, anche se si espone lo stesso ma secondo lui in modo astuto e coperto. Antonia gli diceva che dovevano inventarsi qualche altra cosa. Lui assentiva. Ma, alla fine, né lei né lui sapevano che dirsi, né che inventarsi. L’area di competenza dell’Eduardoni era la cucina. Ora lo scenario, il luogo dove mi avrebbero pagato, era pressoché attaccato alla cucina ma fuori da essa. Per cui, lui poteva al massimo guardonare ed origliare... Non importa. L’importante era che si facessero l’un l’altra la parte e poi dicessero, se richiesti, che avevano cooperato ma che... ...Se nessuno diceva loro che volessero da loro veramente... ...Ma che volete che minchioni possano organizzare con altri minchioni?! ...Se non qualche molestia, quando potevano...

Visto che io, pur salutatala, poi non la pisciavo, Antonia era sparita ed era comparsa Andreina. Aveva i soldi dello stipendio ed io dovevo firmare la ricevuta. Dato che v’era un dettaglio di stipendio giugno, 4 giorni di luglio e delle frazioni di tredicesima ed altro, presi un foglio ed una penna e copiai il tutto. Poi presi i soldi che stavolta erano giusti, li contai e firmai. Volevano anche l’indicazione di un documento di identità. Chiesi se lo voleva brasiliano. Mi disse che era lo stesso. Usai la patente di guida britannica.  

E me andai. All’uscita, v’erano Antonia e DioneMaria che mi aspettavano. Loro potevano pure aspettare me, ma io non aspettavo loro, per cui mi limitai ad un frettoloso ‘buona sera’, squadrai lo slargo, la piazzetta dove è il Pottella, e scelsi una via di ritorno. Se ne restarono per un poco lì frastornate. Poi corsero da Andreina e le altre e gli altri:
- “Non ci ha neppure pisciate...”
- “Ma non eravate amici...”
- “Amici... Voi ci avete detto di...”
- “Ma non...”
- “Non, cosa?!”
- “Niente.”

Informarono subito l’agente speciale degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana. Chi gli telefonò fu la solita grassoccia della IgrejaUniversal, la pseudo-impiegata, TatyRagel:
- “C’è sfuggito pure questa volta...”
- “Come?!”
- “Ha preso i soldi. Ha firmato. Ma non ha parlato con nessuno...”
- “Come?! ...Ma non mi avevate detto che...”
- “È da quando è comparso qui, e siete subito arrivati voi, che ce le pensiamo ma poi lui...”
- “Ma i nostri super-specialisti psicodeliranti mi avevano garantito...”
- “Anche le altre volte. Ma poi qui, quel demone ebreo è differente. Non fa mai quello ci si aspetta secondo voi...”
- “E lo avete pure pagato?”
- “E che potevano fare... Ma anche non l’avessimo pagato...”
- “Non è che potete richiamarlo con qualche scusa e si monta qualcos’altro?”
- “Oggi era il giorno finale, per lo stipendio... Che ci inventiamo?”
- “Devo sentire qui. Vi faccio sapere. ”

La proprietaria, NadiaNamaCurri, informata da Andreina, era furente:
- “Ma, come, non ha detto nulla?!”
- “Nooo... Ha solo preso nota del dettaglio delle sue competenze...”
- “Ma, allora, quel giudeo schifoso ha in mente qualcosa...”
- “Può essere...”
- “E quelle due che mi avevate detto essere sue amiche...”
- “Le ha appena freddamente salutate e... ...e nulla...”
- “Che dice la Polizia Segreta?”
- “Pure loro dicono che si dovrebbe richiamarlo qui e cercare di combinare qualcosa. Ma se non si monta qualcosa un poco meglio...”
“Ma certo! Si deve trovare il modo di farlo tornare al ristorante... ...Che gliene voglio dire io due!!! Ma come si permette quell’ebreo disgustoso... Le abbiamo provate tutte!!! E lui che ci ha sempre guardate dall’alto in basso. Gli facevamo fare lo sguattero e sembrava un Imperatore che quasi ci disprezzava... Anzi, ci disprezzava davvero!!! Si deve trovare il modo...”

Quanto allo sputtanamento internet, gli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana hanno scelto una linea per risparmiarsi lavoro: fregarsene delle cose in italiano o in inglese anche se molti possono leggerle, attivarsi solo per quelle in portoghese. È per questo che hanno ordinato ai loro miliziani di non fare nulla per lo sputtanamento loro in italiano, sebbene in Brasile lo si possa leggere senza problemi, se non si è proprio minchioni-minchioni, ...ma molti lo sono! La direttiva anche per sputtanati era ed è: ignorare come se non esistesse o fino a che non ve lo diciamo noi. Ma loro degli degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana sono poco propensi ad assumere iniziative e pure dal governo, anche su indicazione estera CC-NATO, pensano che la cosa migliore sia fare finta di nulla. Temono che sollevato un caso, poi non possano più controllare eventuali sviluppi.

Il problema loro sorge quando ci siano informazioni orali o scritte, sulla cosa, in portoghese. A ciò sono abbastanza sensibili.
La direttiva è:
“...vanno negate, va mostrato e dimostrato che non è vero. Se non si può, il messaggio diffuso va subito smorzato in qualche modo. Non possiamo far finta di niente, perché se facciamo finta di niente il messaggio da lui mandato circola, e in Brasile ciò proprio non possiamo permettercelo. Diciamo a tutti che siamo il regno della libertà e dei diritti, nonostante il sottosviluppo. ...Beh, neghiamo pure il sottosviluppo dicendo che siamo ormai una potenza mondiale. A maggior ragione col governo laburista, che durerà ancora a lungo, non possiamo permettere che anche solo qualcuno cominci a sentirsi dire, a dirsi e, magari, a dire ad altri che qui ci sono dagli squadroni della morte a uffici di Stato che montano State/government-organized stalking. Certo che cooperiamo con le richieste dei nostri alleati, con gli Imperi. ...Ma non si deve sapere che ce ne freghiamo dei diritti che pur conclamiamo ad ogni pie sospinto. ...Quando le grandi potenze chiedono, che possiamo fare? Quando ci chiedono di arrestare loro sospetti, cerchiamo di incastrarli magari per droga. Quando ci chiedono di organizzare pogrom, se proprio non abbiamo la minima giustificazione non possiamo che negare che alcunché stia avvenendo, quando il bersaglio ci accusi. Ciò che non possiamo proprio fare, è il non dire nulla di fronte ad accuse in qualche modo rese pubbliche.” 

Il fatto è che la confezione dei messaggi mediatici è una cosa complessa, per cui si possono scrivere gusci per esempio in portoghese ed inglese, con contenuti in altra lingua. A quel punto, il burocrate prudente non sa bene cosa fare. Se la direttiva in tutti gli altri Stati del mondo è ignorare totalmente, dunque senza negare né ammettere, lo State/government-organized stalking, in Brasile la direttiva è di negare cose simili possano succedere e succedano in Brasile. Altrove ignorano la pubblicità dello State/government-organized stalking. In Brasile, reagiscono. 

In Brasile, convivono tranquillamente con gli squadroni della morte, che sono gli stessi e con le stesse direzioni e coperture di Stato, che ai tempi della dittatura militare o precedenti. Usano una banale tecnica propagandistica resa possibile dal controllo totalitario dei media. Attribuiscono gli assassinii a mafie e gang oscure, e non identificabili e non identificate, mentre sono operazioni di Stato. Ma di fronte allo State/government-organized stalking compradoro, si sono dati la linea di negare esso si verifichi. Per cui non possono ignorare i messaggi, quando essi appaiano, ma devono trattarli in un qualche modo. Essendo le burocrazie congenitamente idiote, raffazzone e grossolane, ne esce quel che ne esce. Se il messaggio è in altre lingue, viene ignorato. Se il messaggio è in portoghese e riferito al Brasile, esso viene ‘trattato’ in qualche modo per negare ciò esso asserisce.

Giovedì sera stavo ‘conversando’ con una persona di Rio su facebook. Capiva poco perché sono cose nuove e pure un po’ incredibili. Ma era curiosa e, pur incredula, domandava. Avevo scritto ad essa che ovunque io abitassi o lavorassi, in Brasile, arrivava subito la Polizia Segreta della Polizia Federale a creare problemi, a chiedere di creare incidenti, di non darmi lavoro, di licenziarmi o mandarmi via etc. La stessa mi chiese se è perché fossi ‘illegale’. A parte che non esistono illegali ma il visto scaduto è solo una irregolarità amministrativa, in Brasile, per cui uno è semplicemente irregolare... Non solo sarebbe terrorismo di Stato fare queste cose perché uno è irregolare, ma sottolineai, a questa persona che aveva chiesto, che facevano queste cose anche per l’oltre anno che ero stato regolare, regolarissimo.

Tra l’altro, al Pottella, un po’ tutti sapevano che il pogrom permanente contro di me veniva dalla ‘Polizia Federale’. Come giustificazione era stato detto di dire ed era stato detto, mentendo ed imbrogliando: ‘È solo perché è illegale’. Per cui si dovrebbe credere che ogni irregolare in Brasile venga seguito dove abiti e dove lavori per organizzargli od organizzarle contro dei pogrom permanenti. Solo il brasiliano medio rincoglionito potrebbe bersela. Quando ero regolare avevano detto di dire ed avevano detto: ‘Abbiamo ricevuto l’ordine di organizzargli pogrom permanenti contro solo perché la sua richiesta d’asilo crea imbarazzo al Brasile per cui è meglio che se ne vada via prima. Lo facciamo per il suo bene.’ Anche qui, solo il brasiliano medio rincoglionito se la poteva bere e se la beveva. Ma essendo i brasiliani rincoglioniti al 99%...

Appena scrissi queste cose (del pogrom permanente compradoro – perché su richiesta/imposizione CC-NATO – scatenato appena arrivato in Brasile e chiesto asilo), dato che non solo le varie facebook dei vari Stati ed aree sono controllate, controllatissime, in tutto il mondo, ma il mio computer è clonato da qualche parte da qualche agenzia, per cui lo intercettato al 100% quando online, quanto io avevo scritto in portoghese venne subito classificato come cosa cui dedicare immediata attenzione e passato all’agente speciale degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana che si occupava dello State/government-organized stalking contro di me a Rio de Janeiro. Costui si agitò subito, non perché io avessi scritto nulla di sconvolgente a questa persona mi chiedeva, ma per via dell’ordine burocratico di attivarsi e fare qualcosa non appena io faccia circolare tali notizie in portoghese.    

Che fare? Dato che il riferimento mio partiva dall’ultima ‘esperienza’ per generalizzarla, visto che era in effetti quello che si era verificato e si verificava ovunque anche in Brasile, la procedura standard dell’agente speciale in oggetto era chiamare il Pottella per fare qualcosa attraverso di loro. Chiamò subito, era sera, la grassoccia TatyRagel.
- “Si deve subito fare qualcosa perché la notizia si sta diffondendo...”
- “Ha scritto un altro racconto?”
- “No, peggio. Ne sta parlando con dettagli a gente di qui di Rio, per cui si deve intervenire prima che ne continui a parlare...”
- “Che possiamo fare?”
- “Chiamatelo lì e convincetelo che è stata una cosa del tutto casuale e per sua colpa...”
- “Uhm... Un poco difficile...”
- “Eppure va fatto... ...Sono gli ordini nostri... ...Sono le nostre procedure standard... E, magari, se ne viene fuori una bella baruffa, ancora meglio. Ci occorre che aggredisca qualcuno o che minacci qualcuno di fronte a testimoni, sì che si possa montare un caso.”
- “Bene! Ne parlo subito con la proprietaria e con le altre.”

La proprietaria fu subito entusiasta e convocò una delle sua tovolinettate logorroiche con le sue pseudo-managers.
- “Aspettavo proprio questo! La Patria ed il ristorante devono essere salvate da questi giudei calunniatori. Avrà ben fatto qualcosa, se questi della Polizia Segreta hanno ordinato... Certo, deve aver ben combinato qualcosa... Ora gliene chiediamo conto! E gli chiediamo pure conto del perché siamo state obbligate ed obbligati a fargli il mazzo, od almeno a provarci. Se lui è così tranquillo e controllato deve essere stato ben addestrato a ciò da qualche forza oscura. È giunta l’ora che ne renda conto... Elisabé, chiamalo e dirgli di trovarsi qui domani alle 14:00. Col ristorante chiuso e noi tutte e tutti qui..., chiama pure i cucinieri!, ...e pure qualcun altro... Stavolta non ci scappa!”

Verso l’una della notte tra il 12 ed il 13/07 (se era attorno all’una, era già il 13/07), mi fanno mandare da Elisabé una email dove mi chiedono di essere al Pottella alle 14:00 (di venerdì suppongo), ora in cui il Pottella dovrebbe essere chiuso, senza alcuna motivazione del perché io debba mai andare lì. Si sono bevute e bevuti il cervello! Già lo si sapeva. ...Che abbiano anche solo potuto immaginare che io potessi andare lì e pure senza loro dichiarare alcuna ragione apparente del perché io dovessi mai andare lì... Sono del tutto folli! Meglio restar distanti da certa gentaglia.

domenica 8 luglio 2012

mashal-049. Pogrom Portella Paulista-Carioca di Sporcaccioni. ...Gli ingredienti dello State/government-organized stalking compradoro brasileiro

mashal-049. Pogrom Portella Paulista-Carioca di Sporcaccioni. ...Gli ingredienti dello State/government-organized stalking compradoro brasileiro
by Georg Moshe Rukacs

Sabato 23/06, alle 16:00, Andreina è lì, in cucina, che sporcacciona tra piatti in uscita gridando ordini sconclusionati con voce isterica. Jamil accumula piatti sporchi in tutti gli anfratti, in attesa che io arrivi. ...Nessuna delle tre teppiste isteriche (Elisabé, Andreina, Tata) deve avergli spiegato come si organizza il lavaggio piatti! Non devono averlo spiegato neppure ad alcun altro della cucina, visto lo stato confusionale in cui versa l’area lavaggio. Del resto, non potrebbero. Non sanno fare nulla. Delirano, ma non hanno idea come si organizzi alcunché...

Comunque, sabato 23/06, Andreina fugge appena io compaio, alle 16:00. Rifluisce nel suo far nulla starnazzante, ora solitaria ora con le altre sue compari. Mentre io smaltisco la massa enorme di piatti e stoviglie che continua ad accumularsi. ...Oh, né Andreina, né nessun altra, ha spiegato neppure a me come ci si organizzi quando masse elevate di lavoro impongano spirito organizzativo elevato. Sono arroganti, Conclamano. Ma poi... Per fortuna, non ho bisogno di loro ‘spiegazioni’...

‘Fordismo’, ‘organizzazione scientifica del lavoro’, ‘sociologia industriale’ sono espressioni che tali troie e froci da favelas non hanno neppure sentito in televisione. Tanto meno le sanno usare in maniera applicata. Occasionalmente, vi sono delle persone, la culona nera che talvolta chiamano come giornaliera per esempio, che sanno auto-organizzarsi secondo criteri fordisti. Non, comunque, quelle pseudo-managers raccattate dalla pseudo-proprietaria NadiaNamaCurri, che si attornia di feccia al suo livello. 

Andreina, che compare perfino il suo giorno di riposo, domenica 24/06, accompagnata da una belloccia con aria guardinga, si sente importante perché la chiamano a São Paulo (va il giorno dopo), per ‘discutere’ per ore con la proprietaria, NadiaNamaCurri, se con un po’ più di pomodoro da tavola (pasticciosamente usato al posto dei pelati), o di cipolla, possano permettere contrabbandare come piatto differente un po’ di pesce lesso di bassa qualità ma venduto a prezzi mirabolanti. In realtà, la chiamano a São Paulo perché NadiaNamaCurri ha bisogno di logorree faccia a faccia con lei. Nessuna vera necessità professionale. Poi, tra quella gentaglia che di professionale non ha proprio nulla...

In Brasile, non solo in Brasile..., molte attività ‘imprenditoriali’ sono copertura di altro. Per esempio un ristorante pur grande, ma disorganizzato peggio di un ministero, che non è per nulla sicuro abbia dei profitti, anzi è più probabile abbia delle perdite, può servire come copertura per riciclare soldi di mafie di favelas. Mafie di favelas che sono mafie Stato e con tanto di coperture, connessioni, cointeressi, un po’ in tutti i partiti a cominciare dal PT e dal PCdoB. Per cui possono sperperare soldi, inclusi per le manie di una pseudo proprietaria inetta che si circonda di pseudo-managers ancora di più inette, e con cuochi ed assistenti cuochi pasticcioni e pure sporcaccioni visto che nessuno sembra conoscere, in Brasile, ed al Portella, le più elementari norme igieniche.

Carne cruda e sanguinolenta è abitualmente manipolata a contatto con verdure o piatti e stoviglie appena lavati. Si usano, senza sterilizzarli, o senza neppure lavarli con sapone, gli stessi contenitori usati per cibarie potenzialmente infettive.

Per esempio, con mani e dita luride sfilacciano la carne lessa, che in Brasile è talvolta carissima, perché comprano carne secca e simile talvolta piuttosto cara che poi reidratano. Geniale! È banale carne lessa ma costosissima. Per una tazza di tali carni con fagioli, con fette di salame e di salsicciotti, pomposamente chiamata feijoada, pagano cifre mirabolanti. Ancor più stupefacente che a volte, dopo aver pagato 40 reais per una porzione, il tutto torni, o non toccato, od appena assaggiato, pronto per il secchio dell’immondizia.

Ma v’è pure di tale carne lessa che viene solo sfilacciata come ingrediente per ripieni o mescolata a purè od altre combinazioni. Invece che fare dei bei ripieni, e ben amalgamati, come in tutto il mondo, lì mescolano pezzi di cose varie ma senza che si amalgamino veramente. Poi, i ravioloni non sono bolliti in acqua bollente o brodi, come in tutto il mondo. Sono scaldati in forni di dubbio funzionamento, per cui gli stessi microbi del processo di fattura restano quando il cliente mangia tali porcherie. Disgustosi e microbici. Ma al brasileiro piace così. E lo straniero di passaggio magari si dice che sono gli usi dei luoghi. Una porcheria resta una porcheria...

Domenica 24/06, Elisabé, tra i suoi soliti starnazzi isterici, approfitta dell’assenza di Andreina per sporcaccionare, in cucina, il cibo dei clienti, sfilacciando la carne lessa con le mani sporche, dita con unghie, lunghe, sporche e laccate, e dita pesantemente inanellate. Cosa contro ogni regola igienica per ristoranti, regole igieniche che lei, naturalmente, non conosce. Non si comprende bene cosa possa mai conoscere... La hanno nominata ‘gerente’ per figura seppure la sua figura ed atteggiamenti siano solo da sporcacciona di passaggio.

Poi, totalmente incapace di capire i problemi e di qualsiasi concentrazione/focalizzazione, si mette ad urlare che ‘riparare’ i tubi del ‘panificio’ (che, in realtà, non sono stati riparati dall’idraulico ladro che la ha truffata, o con cui s’è spartita i soldi), le è costato R$150 e che la prossima volta fa pagare il conto ‘alla cucina’. È del tutto ignorante di qualunque norma legale, non solo di idraulica di base. I tubi di scarico del collettore cui confluisce l’acqua di uno dei lavandini del ‘panificio’ sono otturati sa sempre. La padrona trovò il rubinetto fasciato da un sacchetto io avevo posto attorcigliato per indicare di non usare l’acqua, disse a Elisabé di ‘far subito riparare’ il tutto, lei chiamò l’idraulico che la truffò. NadiaNamaCurri non capisce e con capì un cazzo. Elisabé non capisce e con capì un cazzo. L’idraulico giustamente le truffò... ...Ma, del resto, se l’avevano chiamato, non è che potesse chiedere solo pochi reais a un ristorante di grandi dimensioni.

Ora, Elisabé urla che la colpa è di chi le dice il problema (l’acqua che non defluisce e che dunque inonda il locale) e non dell’idraulico l’ha truffata ed, ancor più, di lei stessa che non capisce la cose. Appunto sono come ministeriali della specie peggiore che chiamano ‘il tecnico’, questi si fa pagare, il problema non è risolto ma ufficialmente si deve conclamare sia stato risolto. Il tubo che dal collettore nel pavimento dovrebbe drenare l’acqua resta otturato. Per cui, quando confluisce l’acqua del lavandino, essa straborda. Guarda caso, è la nuova sporcacciona Juliana che ha lavorato lì gli ultimi giorni. Ma il problema è preesistente, Elisabé è una povera cretina deconcentrata, e che urla in continuazione ‘non mi fate innervosire’, che esegue ordini che non capisce della padrona, padrona che ordina cose senza senso per problemi che lei stessa con capisce. Vede un rubinetto che non funziona ed ordina, per sembrare una vera padrona: “Ma chiamate l’idraulico!” ...Avrebbero dovuto sapere per cosa... In più, Elisabé non capisce ed è ignorante di suo, per cui crea e si crea lei stessa problemi in continuazione su tutto e con tutti.

Dopo avere assunto un secondo cuoco, che proprio non serviva, lo sporcaccione Raimondo, sono pure alla ricerca spasmodica di sporcaccioni per tutte le altre possibili funzioni sia della cucina che per le altre aree del bar-ristorante, sebbene abbiano già personale largamente eccedente. Tutte le funzioni sono già duplicate, triplicate, quadruplicate.

Giovedì 21/06 o venerdì 22/06, arriva Juliana una grassona sporcacciona lenta, pasticciona, disastrosa (sistema il pentolame sui ripiani in alto in modo tale che poi cade ripetutamente sulla chiorba di chi lavori o transiti sotto di esso) ed altezzosa con tanto, di fatto, di straordinario permesso domenicale, per cui, appena assunta, si fa due giorni di intervallo settimanale. Dato che il lunedì sono chiusi, domenica si è data malata. Poi, martedì 26, si presenta dicendo che aveva mal di gola. Finge la gola raschiata con Eduardoni, quando compare. Ma poi, nel prosieguo della giornata, parla normalmente, quando parla. Una paraculo e pure malata isterica furiosa (mi viene affianco ed urla, in rapida e sconvolta successione: “Giudeeeu! Giudeeeu!”). Altre volte, arriva tardi esibendo certificati... Tra di loro va bene tutto. Tra sporcaccioni si auto-sostengono e si raccomandano reciprocamente. Elisabé urla solo, per nulla, con me che scantono e poi me la rido quando non mi vede, od anche se mi vede ma non può attaccarsi perché rido in altre direzioni.

TatianaRaggel, pure il giorno di riposo supplementare, domenica 24/06, quando deve farsi vedere in Chiesa, la Igreja Universal del furbone Macedo, non riesce a trattenersi dal passare per marcare ore mentre mangia e cazzeggia con le altre maniache della nomenklatura-Portella. Quando negli ambienti di lavoro o pseudo-lavoro si creano dinamiche paranoiche, essi divengono, per i paranoici furiosi partecipano a tali dinamiche, dei centri di attrazione da cui il singolo paranoico non riesce a stare lontano. Tati fugge da marito e figli piccoli per ritrovarsi in tale ambiente malato, pure nei giorni liberi, tra sporcaccione come lei.   

Martedì 26/06, succede di tanto in tanto, un cliente che festeggia un compleanno regala una torta gelato, o parte di essa, per il personale del ristorante. Il tutto viene poi ripartito, in genere credo equamente. Ecco che passa la solita grassottella volgare TatianaRaggel. La vede. Vi si getta sopra, e se ne taglia e prende una fetta dieci volte quella di tutti gli altri. Igrejia Universal o meno, gli sporcaccioni restano tali ovunque si deambulino e con qualunque etichetta si coprano. Nuovi battesimi. Rinascite. Rigenerazioni. Sono tutte balle. I pezzi di merda restano tali. I non pezzi di merda non hanno bisogno di tali stronzate, o non le declamano.

TatianaRaggel, è una sporcacciona della IgrejaUniversal con cui s’è subito consultata per lo State/government-organized stalking degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana, contro di me:
- “Ditemi che cosa devo fare... Mi sono conquistata, pur solo colla scuola secondaria, una posizione di impiegata... Non è che posso rovinarmela per contraddire degli ordini della nostra Patria...”

Lei aveva in realtà già deciso, essendo congenitamente un pezzo di merda. Ma voleva scaricare la cosa su marito e Chiesa. Il marito, dato che lei è isterica e sempre più depressa, non osa contraddirla. Per cui la asseconda. Hanno passato la cosa alla Chiesa, la IgrejaUniversal. Compito di una Chiesa è di accogliere tutti... Non è che... Poi, le chiese, le congregazioni, tutte le congregazioni, sono milizie parallele di Stato, per cui, più o meno, di fronte a operazioni di Stato...

- “Ma di che si tratta...”
- “C’è uno dove lavoro, ...un foresto... Sono venuti degli agenti federali a dire...”
- “Un poco di buono?”
- “In realtà, non hanno detto nulla... ...Han solo detto che è uno importante e che va molestato... Vogliono obbligarlo ad andarsene volontariamente dal Brasile...”
- “...Non capisco... ...Sono cose delicate... Cosa possiamo dire noi della Igreja Universal? ...Sono decisioni di cui una deve farsi carico in prima persona...”
- “Ma non è che posso rovinarmi il lavoro contraddicendo...”
- “Certo che no! ...Puoi sempre offrire più soldi a Dio e noi preghiamo perché Egli ti indirizzi...”

...Una pezzo di merda, qui Tati, che si ‘consultava’ con pezzi di merda... Non è che dalla merda si possano cavare diamanti...

Sempre martedì 26/06 compare la sorella di Elisabé. Con figlio piccolo in braccio. Faccio finta di non sapere chi sia. Del resto lei non sa... Sebbene sia, come apparenza, più umana e vera della sorella, ...che linguaggio da favelas! Chiede non di Elisabé, bensì di ‘Sabbé’. Capisco chieda della sorella, ma fingo di non capire e chiedo chi sia mai tale ‘Sabbé’. ...Un altro mondo! Dove le ha trovate NadiaNamaCurri... Se le è fatte trovare dai suoi amici del PcdoB-PT, direttamente dalle mafie delle favelas, od ha messo annunci od incaricato agenzie di procurarle prostitute da favelas in riciclaggio?  

Raimondo, il cuoco aggiunto, ora sporcaccioneggia e mette in disordine tutto quello tocchi. Eduardoni, nervoso perso ed inconcludente. La Polizia Segreta lo ha nominato agente principale sul campo, o parte di esso (la cucina), ricattandolo col permesso di soggiorno che sta rinnovando. E lui, sado-maso, se ne è rifatto una ragione. È uno così. Sa quel che vorrebbe essere. Ma non riesce ad esserlo. Si adegua a quel si fa imporre... Un vero ‘siciliano’ del confine friulano-sloveno sradicatosi in Paraguay.

Martedì 26/06, compare un altro nuovo, Francisco. Anzianotto, magro e torvo, ha l’aria dell’infamone legatissimo a Raimondo. Devono abitare assieme o molto prossimi. Magari sono fratelli. Come l’altra sporcacciona nuova, è subito adibito a lavori di preparazione, lontano dal lavaggio piatti. Lava pentolame, funzione considerata più aristocratica del lavaggio piatti sebbene sia ben più faticosa e lurida. Si dedica pure, con Raimondo, al raschiamento sostenuto della cucina, dei fornelli, all’ora di chiusura. Se la puliscono a quel modo una decina di volte, poi ne devono comprare una nuova, visto come è tutto fatto in Brasile. Meglio non raschiare troppo i fornelli ed i tubi e tubicini connessi. Eppure i due hanno un’autentica passione per tali pur luride attività.

Dato che la tardona Andreina è in missione speciale a São Paulo, martedì 26/06 ‘lavora’ Elisabé. Quando è il momento di pagarmi i 60 reais del cosiddetto 10% sugli incassi, ‘la commissione’, che pagano tutte le settimane a seconda del giro di affari della settimana precedente, prima mi chiede se io abbia 40 reais (di resto). Poi, mi dice che tanto non mi dà i 60 reais perché li trattiene in conto buono-bus che all’improvviso han deciso di pagarmi dimezzato e con effetto retroattivo. Per cui, usa quei 60 per ripagarsi del pagato, loro dicono, in più. Dico a tutti che è inutile discutere con una che, come la proprietaria, e come la pseudo-contabile, la TatianaRaggel della Igreja Universal, e le altre, è ignorante, ignorante di legge e che pure non capisce un cazzo di nulla, e che per non pagare ora il giusto magari paga dieci o cento volte di più in tribunale. Di sicuro le riferiscono, ...anche se non si sa che... Raimondo, che resta in servizio come cuoco principale fino alla chiusura, subentrando a Eduardoni che va via prima (sarà arrivato prima! ...od ha ore in eccesso da compensare), deve ben poi fare le delazioni della giornata a Elisabé che lo attende ansiosa all’uscita. Sebbene si debba considerare che qui sono ignoranti e cretini/e che riferiscono ad una ignorante e cretina, che a sua volta riferisce ad una proprietaria con le stesse caratteristiche, per cui... ...Non importa! Si vedrà... Sarà quel che sarà.   

Mercoledì 27/06.

Mercoledì 27/06, riunione surreale del ristorante, con l’isterica Elisabé che, muovendo a circolo le braccia tese come in un megalomane prendersi il mondo, arguisce, di fronte ad un quindicina di presenti, che lei si prende cura di tutti i lavoratori del ristorante ma che loro devono rispettare la sua professionalità. Delira come sempre. Quale?! Ha così istituito la riunione fissa del mercoledì alle 16:00 precise, dice, ...ma che inizia con almeno mezz’ora di ritardo. In realtà, il mercoledì successivo non vi sarà... Ha scritto nella lavagna degli annunci della nuova inutile invenzione (la riunione settimanale), ma è la solita grida manzoniana e pure subito dimenticata. Scopiazzano São Paulo, la città guida del Pottella-Bal. Si vede che lì hanno la riunione settimanale... Cazzeggiano su scemenze su come migliorare le cose, ...dicono. Con pseudo-managers che non sanno fare nulla, è come gettare le responsabilità sugli altri, e con un rito vuoto per affermare di essere ‘managers’ del nulla e che non sanno far nulla, ...ma che si affermano, credono, con una ‘manageriale’, un’americanata!, ‘riunione settimanale’.

Poi, sia la delirante Elisabé che l’isterico arcigno-rabbiosa TatianaRaggel passano tutto il giorno tra logorree di nulla coi cucinieri e l’area cassa, egualmente a far nulla, ...a magna’ tra altre irrefrenabili logorree. Uno starnazzare isterico permanente. Sono come in attesa sicurissima di qualcosa che non succede. Intanto, per affermare che sono due fannullone, mettono una cameriera e Jamil nel retro, nel ‘panificio’, a due tavolini a fare conti di documentazioni contabili-cartacee. ...Scaricano sempre il loro lavoro su altri...

Giovedì 28/06.

Giovedì 28/06, la prostituta da favelas Andreina è ritornata da São Paulo dove era stata in missione speciale dalla logorroica NadiaNamaCurri che le ha detto che devono essere inculate e felici:
- “Non si può fare nulla, per ora, contro lo sputtanamento di quell’Abraham, quel giudeo tedesco, contro di voi... L’avvocato dice che... Ora devo spiegarlo pure a Eduardoni che... Perseguitarlo andava e va fatto per proteggere il ristorante, oltre che per la patria... Ma ora che siamo sputtanati non ci aiuta nessuno... Quell’Eduardoni deve capirlo... Ma poi che vuole... Quando gli abbiamo chiesto, non è che si fosse tirato indietro...”
- “In concreto, che dobbiamo fare contro quel giudeo schifoso...?”
- “Va rimosso! Va rimosso! Va licenziato! Ma l’agente SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana ci aveva garantito che scoppiava in pochi giorni di pogrom e che si licenziava lui stesso...”
- “Lo licenziamo subito appena ritorno a Rio?”
- “Mannò, dipendiamo dagli ordini degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana... Ci hanno creato questo pasticcio... Dobbiamo ubbidire... Sennò avevamo trovato un gran lavoratore... Invece ora ci sta sputtanando in rete per quello noi povere patriote abbiamo ricevuto l’ordine di fare... E che potevamo noi... ...Oltre al discredito che ce ne viene dai nostri stessi dipendenti che ci osservano in questa faccenda... ...Schifoso! Bastardo! Ebrei sterminati! Giudei nei forni!”

Andreina, ha già telefonato, in continuazione, da São Paulo, all’altra prostituta da favelas Elisabé. ...In Brasile, molte attività commerciali non sono altro che copertura per il riciclaggio dei proventi di traffici mafiosi... Non rendono veramente, ma servendo solo come copertura... Perdite moderate per far transitare su conti bancari di società regolarmente registrate soldi che altrimenti non si saprebbe come giustificare. Dato che tutte le mafie e criminalità sono di Stato, lo Stato aiuta questo riciclaggio con l’assenza di reali contabilità per le ‘piccole imprese’ brasiliane. Non danno ricevute fiscali, per cui non devono giustificare ferreamente entrate ed uscite. Compilano pezzi di carta che vengono assunti come veritieri..., senza formalità né controlli. Le troie improvvisate pseudo e maldestre ‘managers’ sono fornite dalle mafie della favelas. Essendo tutto a promozione e copertura di Stato, tanto federale che locale, sono tutti interconnessi. Del resto, la mafie sono dappertutto milizie parallele di Stato. Eppoi, le prostitute delle mafie e dei trafficanti della favelas, quando invecchiano, devono ben essere sistemate in qualche modo e da qualche parte... Magari al Portella, pur malissimo gestito, i soldi cadono dagli alberi. Chi può dirlo... ...Non credo...
-          “Elisabé, nulla da fare contro quel giudeo tedesco che ci ha sputtanate e continua a sputtanarci. Perché non li hanno sterminati tutti?! Ora, ci ha inculate e non possiamo neppure portarlo in tribunale... Non solo gli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana ci avevano consigliato, ordinato!, di far finta di nulla... Ma pure gli avvocati della nostra cara NadiaNamaCurri, qui a São Paulo... ...Dicono che non si può fare nulla... Bastardo! Bastardo! Perché non li hanno sterminati tutti?!!! Dobbiamo andare avanti col pogrom, ma dobbiamo sorbircelo, con quell’aria che ci guarda, ci squadra, ci irride, da quel suo mondo superiore... Bastardo! Bastardo! Schifoso! Oh, questi giudei! Andrebbero gasati tutti! ...Fatti sparire! Che ci stanno a fare al mondo... Se gli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana ci hanno ordinato di fargli il culo, avrà ben fatto qualcosa... Sterminarli tutti! Ma che se ne vada via da questa nostra patria!!! Schifoso... La Cury dice che va rimosso, licenziato. No, anzi, si deve seguire quel che ci dicono  gli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana. Va fatto licenziare quanto prima così ci togliamo questo giudeo dalla pancia. O licenziato se ci dicono di licenziarlo... Sì, non ho ben capito... Continueremo a fare quel che ci ordinano... Che ne possiamo noi...”
Elisabé, dall’altro lato del filo, reagiva con le sue logorree infinite, sullo stesso tono...

Sempre giovedì 28/06, Elisabé la ‘incontro’, verso le 15:30, sul bus da 0.60 (tutti gli altri costano almeno 2.75). Gesticola con mani, dita e braccia, da megalomane, con ampi gesti, che vanno contro chi e cosa le sta prossimo, come sempre, mentre telefona in continuazione, come sempre. Chissà come potevano vivere tali figuri quando non c’erano i telefonini... Quando è il momento di scendere mi sono già posizionato spiaccicato contro la porta di uscita. Quella è una che affibbia sempre i suo pacchetti e sacchetti e lavori a tutti chiedendo ‘aiuto’, dato che non solo non è capace di far nulla ma deve ‘mostrarsi’ ‘grande’ pseudo-‘manager’ scaricando sempre tutte le sue cose sugli altri. Infatti, quando la aspetto e saluto alla saracinesca chiusa, mi guarda torva. Certa gentaglia meglio seguire la linea di non conoscerla fuori dal lavoro, oltre che evitarla il più possibile pure sul lavoro come già faccio. Del resto non capisce un cazzo, è di un’ignoranza paurosa e starnazza nevrotica tutto il tempo del ‘lavoro’... Sul bus è in jeans che la mostrano come proprio senza culo. Non ha scarpe, ma volgari ciabatte da troia da favelas, con piedi ovviamente luridi. In effetti, ha un’aria sporca se la si guarda bene, non solo e non tanto per il colore scuro-mulatto. Le scarpette se le mette poi sul lavoro, per dovere professionale, per atteggiarsi. ...Sul bus è nel suo naturale... Sporca e volgare esplicito.

Andreina, quando arriva al ristorante, alle 17:00, ha già parlato a lungo per telefono con Elisabé, per cui non ha bisogno di dirsi nulla con lei. La ossessione loro è quella del pogrom contro di me. ...Il ristorante va avanti da solo... Per cui, si chiama subito da parte Eduardoni. Parlottano per un quanto d’ora, fino alle 15:15, nel corridoietto dell’immondizia:
- “Caro Eduardoni, cattive notizie...”
- “Oooooooooooooooooooooh...”
- “Quel giudeo tedesco... Gli avvocati dicono che non si può proprio fare nulla...”
- “Ma mi ha sputtanato, ci ha sputtanati, in tutto il mondo... Mi avevate garantito che lo licenziavate subito e che rimediavate allo sputtanamento!”
- “Devi sopportare, ...per il ristorante... ...Anzi, la nostra grande capa, NadiaNamaCurri, ha grandi progetti per te...”
- “Ma mi avevate garantito che risolvevate tutto ed in fretta...”
- “Certo... Ma se, purtroppo, non si può fare nulla... Nadia Naima te ne vuole parlare di persona... Ha davvero grandi progetti per te...”
- “Ma io...”
- “Domani, stanotte, vai a São Paulo... Ti dice tutto lei... Ora, convochiamo una riunione dei cuochi e diciamo che devi andare per lavoro...”

Alle 17:30, Andreina chiamò l’Eduardoni con Raimondo e AntòMardò, disse che voleva migliorare i piatti, ne citò alcuni che essendo semplicissimi non è che..., poi disse che l’Eduardoni doveva andare subito a São Paulo per scoprire nuovi segreti culinari del Portella... Balle di copertura.

Tutti l’ascoltarono annichiliti, come sempre, e poi cazzeggiando per fingere di assecondarla. Patetici! Verso le 22:00, dopo un 6 ore nel ristorante, l’Eduardoni andò via per prepararsi per la missione a São Paulo dove in realtà doveva solo sorbirsi le logorree giustificatorie della solita squallida NadiaNamaCurri e pure degli avvocati della stessa. 

Intanto, di ritorno da São Paulo, la fonte delle verità, la città guida del Portella, prima che le tre pseudo-managers si mettessero a bere e mangiare, tra risolini isterici e logorree infinite, fino alla chiusura, senza far nulla, era tempo di ‘lavoro’. Si deve copiare il ‘modello’ Portella paulista.

Nell’ufficio, prepararono ‘proclami’, che affissero, dove scrissero gli orari del ristorante. Tutti i giorni, apertura fino alle 02:00, dalle 17:30. Con anticipo di apertura i festivi e prefestivi, alle 12:00. Tutto come prima. Senonché, affissi i nuovi orari imperativi, giovedì 28/06 chiusero verso le 00:30 anche se tutti i ruffiani, non io, segnarono orari fantastici (01:00 ed oltre), non l’uscita reale attorno alle 00:30. Idem alcuni giorni successivi e le settimane successive. In pratica, continuano a chiudere prima o dopo a seconda dei clienti. Ma hanno scritto fantastici orari ufficiali! Tipico di ‘ministeriali’ della peggior specie... Che senso ha? Nessuno, se fosse gestito secondo un qualche criterio manageriale, da un vero proprietario-manager e con veri assistenti...

Poi, definirono turni di riposo supplementare, domeniche in cui, a turno, l’uno e l’altro avevano la domenica festiva. Turni per froci e froce, infatti v’erano i nomi di quasi tutti, sia della cucina, sia camerieri, ma non il mio. A chi mi chiese, perché il mio nome non vi fosse, dissi che era solo per froci, che dunque era normale io non vi fossi. Altra prova documentale della discriminazione e del pogrom contro di me! Sono proprio cretini. Eppoi, visto che nessuno sa far nulla, come capacità organizzative, chi laverebbe i piatti quando arrivano in gran quantità ed in cucina panicano perché non sanno come organizzarsi ed, in più, con Andreina che, fingendo di organizzare, disorganizza ulteriormente tra urla isteriche e pasticciando con le mani sporche ed inette nei piatti in uscita?! Non che fosse una gran concessione o conquista dare un riposo domenicale al mese. Con cucinieri e camerieri che a volte (vari giorni della settimana ed in modo ricorrente, non occasionalmente) stanno per ore a far nulla per assenza di clienti e disorganizzazione, l'innovazione sarebbe un normale orario di 44 ore, od anche di 40, non le 54 maniacali volute dalla Cury e con una vera organizzazione, non col personale allocato come uffici statali dove poi non ha nulla da fare per molte ore vari giorni. Con un’altra organizzazione potrebbero avere più ricavi e dei profitti, anche considerevoli, con lo stesso personale, od anche meno, e meno ore per persona. Ora devono essere in perdita. Come sono disorganizzati ora, quando aprono devono aprire con una decina di persone, non con un paio come si potrebbe. Non hanno neppure fantasia... ...Un altro mondo...

Affissero pure dettagliati orari in cui i camerieri devono mangiare ed urlettarono che la cucina deve preparare la refezione del personale per le 17:00. Il giorno dopo, dopo un’impossibile cottura di un paio d’ore, per rendere la carne ben dura, la refezione per il personale era pronta oltre le 18:30... Idem, i giorni successivi. Grida manzoniane. Continuerà ad essere tutto pronto quando è pronto. Anzi, ora, per qualche scherzo del destino, dopo che d’usuale. Dipende da quando arriva chi la cucina. Tra l’altro, sia AntòMardò che altri non è che sappiano cucinare cose realmente mangiabili. Ma, intanto, in Brasile, mangiano qualunque merda. Se il resto è o troppo duro e troppo disgustoso, vi sono sempre il riso ed i fagioli. Che volete di più da un ‘grande’ ristorante!!!

In più, AntòMardò che arriva prima per preparare la refezione per il personale è depresso da problemi personali. Per cui arriva, firma l’arrivo, poi corre fuori a telefonare a casa. Quando arrivano gli altri, non ha ancora fatto nulla. Solo un po’ di teatro perché sembri che abbia iniziato a lavorare. Ma per lui, per loro, tra di loro, va tutto bene così. ...Logiche mafiose!

Venerdì 29/06, a São Paulo, il coglione Eduardoni fu subito infinocchiato di nuovo da NadiaNamaCurri che lo investì con una logorrea di ore:
- “Carissimo Eduardoni, ho grandi progetti per te...”  
- “Sì, signora... Ma mi aveva detto che mi salvava da questo sputtanamento...”
- “Eduardoni, ...Edy, ...caro Bordon..., la patria ci invita ad avere pazienza. I miei avvocati... Ecco ora ti faccio parlare con loro... Pure i miei amici del Partido Comunista do Brasil [PCdoB], che sono nel governo... Ti faccio parlare pure con loro...”
- “Signora, io speravo che si risolvesse questa situazione...”
- “Purtroppo si deve pazientare... Si deve insistere col pogrom contro quel giudeo per obbligarlo a dimettersi ‘volontariamente’, ...finché non ci autorizzano a licenziarlo noi stesse... Poi, si ristabilisce la tranquillità... Peccato perché è un gran lavoratore. Ma ne abbiamo assunti altri 3 o 4... Ma quello che è?! Un professorone che s’è messo a fare il cuciniere pur restando...? O come ci guarda dall’alto in basso... E poi scrive, ...se è davvero lui con quell’altro nome... Ma dove trova il tempo e la voglia dopo che gli facciamo il mazzo per nove ore al giorno?!”

Eduardoni, dopo essersi fatto associare al pogrom-Portella contro Abraham, deve continuare a prendersela in quel posto dallo stesso, cosa che, del resto, all’Eduardoni piace alla follia anche se gli resta quel senso di incompiuto in bocca.
- “Sì, signora Cury, ma se ora questa cosa mi resta... Questo marchio... Io stavo pianificando di andare a lavorare e far soldi in Nordamerica...”
- “Ma Eduardoni, con un succulento stipendio di 4 reais per ora, oltre a decurtazioni varie, ...lo sai che non posso pagare gli stipendi si dovrebbe perché sennò non stiamo nei costi..., puoi divenire un benestante in questo nostro Brasile potenza mondiale... Eppoi, ora che sei un grande agente segreto del nostro governo e dei suo alleati imperiali, magari questo coinvolgimento è una referenza...”
- “Dovrebbe essere una referenza, ma quel giudeo tedesco va dicendo, quando fa finta di pagare al vento, che le burocrazie sono cose complesse, per cui mentre una ti mette un più, un’altra ti mette il codice di terrorista. Anzi, lui dice che già mi hanno classificato come terrorista assieme a tutti voi...”
- “...Ma è terribile Eduardoni! Devo proprio riparlarne coi miei amici del Partito Comunista, il PCdoB, e del PT, anche se mi hanno fatto capire che, se sono sempre ben disposti a farsi una bevuta ed una mangiata oltre a chiacchierare, non riescono ad identificare l’interlocutore, per cui non sanno bene come operare per salvarci.”
- “Ma lei avrà ben parlato con inviati del governo... Come è che mi dice che non sa bene con chi parlare di queste cose?!”
- “Massì, sono venuti questi agenti speciali, anzi uno che fa da agente di collegamento per queste cose, lui dice di essere della Polícia Federal, ma i miei amidi sia del PT che del PCdoB dicono che alla Polícia Federal rifiutano di ammettere come di smentire... Chiedono... Ordinano... Ma, poi, quando si ha bisogno, ...la menano... Eduardoni, noi dobbiamo obbedire alla Patria, ma non possiamo chiederle nulla... Quel giudeo tedesco è un demonio... Oh, questi giudei, ...li avessero gasati tutti!!! Schifosi! Sono proprio degli schifosi! Noi, poveri patrioti, che si poteva fare?!”

In realtà, pidocchiosa e paurosa, e comprendendo forse, se mai ha compreso qualcosa in vita sua, ma comunque per quel misto naturale di subordinazione ed apprensione che caratterizza il pidocchio medio, poco dopo che era stata contattata dagli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana per State/government-organized stalking, per il pogrom sul posto di lavoro, la Cury si era rivolta a suoi ‘amici’ sia del PT che del PCdoB. Voleva solo essere sicura-sicura di non trovarsi poi nei guai... La NadiaNamaCurri è una pidocchia del tutto gretta, ottusa, rozza e sado-maso per cui gode, in qualche modo, a fare porcherie. Ma ha pure paura. Deve esser sicura di essere coperta.
- “Compagno, amico mio, siamo state contattate, il ristorante è stato contattato, a RJ, da un ufficio della Polícia Federal, che ci ha chiesto, preteso, che organizzassimo un pogrom permanente contro un giudeo tedesco irregolare in Brasile che avevamo appena assunto. Avremmo voluto sapere, ma non ci hanno dato particolari spiegazioni. Ci hanno solo detto che deve essere indotto a lasciare il Brasile per cui gli organizzano pogrom permanenti dappertutto. ...Non abbiamo capito perché non lo mandano via se è illegale, senza più visto... Abbiamo cercato di vedere se lui avesse qualche problema, se desse adito a qualche sospetto, ma sembra uno del tutto tranquillo e alcun fronzolo ideologico o criminale. Anzi, è proprio questa sua tranquillità che mi ha indotto a chiedere ora... Perché l’agente della Polícia Federal ci dice che lui stesso si limita ad obbedire ad ordini dall’alto, che lui stesso sembra non capire... Insiste, ma... Se la Patria chiede... È solo che non vorremmo trovarci poi in qualche pasticcio...”

La Cury, si era fatta la parte, questa parte, sia con dirigenti e parlamentari del PT che del PCdoB. Costoro, avventurieri opportunisti e levigati ad ogni possibile porcheria, non è che si fossero affannati troppo. Avevano chiamato loro amici della Polícia Federal che avevano risposto evasivamente, poi avevano detto loro che erano uffici cui non avevano accesso o centro delicati agli ordini diretti della Presidenza della Repubblica Federale:
- “Sono cose riservate... Ci mettiamo nei pasticci anche solo a chiedere. Non è che possiamo interferire con attività dei vertici dello Stato federale, ...magari su richieste diplomatiche, ...di altri ancora più potenti del nostro grande Brasile. Sono uffici, sezioni, dipartimenti, differenti dai nostri. ...È meglio fare quello che dicono, in silenzio, senza strafare...”

I politicanti PT e PCdoB, ovviamente rotti ad ogni porcheria avevano capito...
- “Nadia... Sono cose della Presidenza, internazionali. Noi suggeriamo, mitighiamo, portiamo i nostri punti di vista, ma poi la politica esecutiva la fanno le istituzioni preposte. Sono cose su cui non possiamo interferire... Se la Patria ti ha chiamata...”

NadiaNamaCurri passava dall’esaltato al depresso, dal curioso al carognesco: “Se la Patria ci chiede pogrom, che possiamo fare noi poveri ristoratori e mafiosetti sul campo... Quelli poi ci segano. E che sono io? Che posso fare io senza questa finzione di questo restaurante, ora espanso a RJ e coi soldi che mi arrivano per essere riconvertiti in economia ufficiale, pulita... Viaggio, mangio, mi sento attiva, traffico, fumo, mi faccio, sono vista come una arrivata... Se quelli poi mi affondano... Del resto sono emersa barcamenandomi. E chi sono mai io per potermi fare dei problemi, per avere delle opinioni o scrupoli. Opinioni e scrupoli sono cose per chi se le può permettere...” Ecco quel che si diceva e che diceva alle sue compagne di logorree diurne e notturne.

...I pidocchi sono pidocchi...

Venerdì 29/06, vado via all’una già del 30/06 ovviamente. Elisabé, allertata dai quattro pasticcioni che restano ad intrafugliarsi l’un l’altro nella cucina, mi aspetta alla cassa, dove stanno le schede delle presenze all’uscita, e mi fa:
- “Vai già via?”
- “Se mi hai detto 16:00..01.00...”
- “No, è fino alle 02:00.”
Sì, ma nove ore sono ore... ...Se sono 9 al giorno...
Me ne vado, senza altre discussioni. ...Sono pure in quattro in cucina quando ormai la chiusura si approssima ed il lavoro scema... Era una solita piccola sceneggiata perché ha l’ordine di tentare di creare problemi su tutto, con me. Tutti gli altri arrivano e se vanno quando vogliono. Poi, nel momento in cui hanno scelto ed hanno detto a tutti che io debba essere discriminato, molestato e fare solo lavori di fatica, non è certo mio incarico occuparmi della apertura della cucina. Ma sono comunque in quattro e senza ormai fare più nulla...

Sabato 30/06 idem, anche se aprono alle 12:00, fino alle 02:00 di notte. Nove ore sono nove ore. Già dopo 8, si avrebbe diritto ad almeno un’ora di stacco... Troppo ignoranti e delinquenti per saperlo... Se non sanno neppure pianificare dei turni. Eppoi, con 4 (e mancava l’Eduardoni in missione speciale a São Paulo...) a pasticciarsi l’un l’altro, restati lì quando io stavo andando via all’una di notte... Ahnnò, volevano lo schiavo perché gli altri non possono lavare quattro piatti. ...Sono tutti grandi chefs?! Che non li lavino... Se li ritrovano il sabato alle 12:00..., visto che io arrivo alle 16:00 (e faccio ben attenzione a non arrivare neppure un minuto prima, il sabato quando sono strapieni di clienti) e quando arrivo vi sono montagne cose da lavare che continuano ad affluire dai tavoli, ed hanno urgenza di mille cose subito lavate per fronteggiare nuovi ordini dai tavoli. Ciò se è un giorno di piena. Se invece è un sabato fiacco, a meno che non accumulino montagne di cose apposta, possono pure smaltire senza problemi il flusso delle cose che arrivano.  

E ora loro sono con in tutto sei persone in cucina. Eppur continuano a farsi aiutare dai camerieri per preparazioni culinarie varie. Quando andai a lavorare lì eravamo in tre, ed il flusso dei clienti era lo stesso o superiore, non che fosse inferiore... Sono proprio dei coglioni, e pure arroganti e malati, che non sanno far nulla. Tanto meno sanno organizzare. Eppure le ora tre pseudo-managers stanno tutto il giorno, come sempre, più di sempre, a far nulla, se non deambularsi da un luogo all’altro per far nulla in postazioni differenti, tra gridolini, urletti, telefonate continue e logorree infinite, oltre a mangiare, bere e fumare.

Venerdì, ne è arrivata un’altra, in cucina, ma è subito sparita. Aveva l’aria educata ed a modo. Fine settimana con clientela scarsa. Eppur avevano esaurito vari piatti. Pseudo-managers e pseudo-cuochi non sanno far nulla come organizzazione anche elementare del lavoro. Fanno confuse liste delle cose che hanno nei frigo e nei magazzini. Non hanno neppure moduli da fogli elettronici con suddivisioni tra come più e meno essenziali, per organizzare gli acquisti e la produzione in un qualche maniera sensata e tenendo conto dei possibili flussi dei clienti. Inette e troppo occupate a far nulla, a cominciare dalla proprietaria quando compare. Fanno liste dove non prioritarizzano nulla. Dimenticano acquisti. Comprano meno. O cose che vanno a male. Troppo difficile refrigerare il magazzinetto ortaggi hanno a pochi metri dalla cucina. ...Non sono capaci... 

Martedì 03/07, ristorante pressoché deserto. Pagano R$44 del cosiddetto 10% ma non a me. È la seconda volta. Prima 60 ed ora 44. ...Continueranno a rubarmi il buono-trasporto vecchio che mi hanno abusivamente ridotto con effetto retroattivo... Chissà come fanno i conti.

Anzi, la cosa è programmata. L’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana ha detto loro:
- “Visto che non siete riuscite a creare incidenti col pogrom aperto in cucina, continuate a non dargli soldi dovuti. È sicuro che ci sarà una reazione e voi la sfruttate per licenziarlo e chiamare la polizia appena dà in escandescenze. I nostri psicodeliranti ci hanno garantito che è certo succederanno incidenti e così finalmente lo freghiamo. Ci occorre un pretesto per dichiararlo pericolo pubblico.”

Poi mi sottopongono, da firmare, i conti delle ore in eccedenza o mancanti. Sono visibilmente errati. Non sanno fare differenze tra ore di uscita ed ore di entrata. Arriva Elisabé urlante, depressa furiosa perché non ho detto nulla quando non mi hanno pagato il cosiddetto 10%: - “Me le hai scritte tu le ore!” Certo, ma non le differenze. Cerca di riurlare. Le dico secco che loro non sono neppure capace di fare delle differenze. Confusa, dato che non è capace di controllare dei numeri, chiama Andreina che non ci capisce nulla come lei, ma se ne vanno con la coda tra le gambe. Si ritirano con l’altra scema, Tati, ed accusano lei di avere sbagliato i conti. Tati non sa fare delle differenze, che non può fare a calcolatrice. Anzi potrebbe ma non è capace a sottrarre un orario di un giorno prima da un orario di un giorno dopo, dato che lì l’orario è, in genere, a cavallo della mezzanotte. Per cui fa tutto a mano, ma con numeri fantasiosi che non si capisce come si inventino. Non v’è alcuna razionalità neppure negli errori. A fine giornata non sono riusciti a fare i conti. Abituate a non far nulla, a farsi fare tutto dagli altri, e con nessuno che contesti mai nessun loro errore dato che nessuno controlla mai nulla, rinviano tutto al giorno od ai giorni dopo. È chiaro che, a questo punto, verificato che non sanno fare delle differenze, chiedo loro pure i conti di maggio che non ho controllato. Ho firmato, ma solo per conoscenza, che avevo una differenza di 19 ore e 21 minuti, ma non ho né controllato né firmato i loro conti. Ora è il momento di controllare con cura ogni cosa sottopongano. Intanto le smerdo con tutti. È ciò si deve fare con tale teppa e pure demente. Inette perfino in aritmetica elementare! 

Si barricano tutte e tre nell’ufficio a drogarsi e chiamano l’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana:
- “Siamo disperate! Non si può più andare avanti a questo modo! Non solo non siamo riuscite a farlo reagire quando non gli abbiamo pagato il cosiddetto 10%, la commissione. Ora ci ha smerdato rifiutandosi di firmare il conto delle ore.”
 - “Può essere un ottimo pretesto per licenziarlo per colpa sua! ...Perché non lo ha firmato?”
- “Dice che i conti sono errati e che non sappiamo neppure fare delle banali differenze e somme...”
- “È vero?”
- “In effetti, qualcuno ha sbagliato i conti e più d’uno... Che possiamo fare?”
- “Domani vengo lì alle 14:30. I nostri psicodeliranti ci hanno garantito che ormai lo facciamo uscire di testa. È questione di ore... Il successo è prossimo!”

Sempre, martedì 03/07, ricompare il Bordon di ritorno da São Paulo, chiamato non certo per apprendere qualcosa. Lo hanno chiamato per il pogrom contro di me e per null’altro. Se una Cury non sa organizzare nulla a RJ, è perché non ha organizzato nulla neppure a SP. Stessa inettitudine. Il ristorante è copertura di riciclaggi. La cucina, pur nuova, non segue alcun criterio ergonomico e manca di cose essenziali. Appunto. Non gliene frega nulla a nessuno. Anzi, la NadiaNamaCurri si è riempita di pseudo-managers proprio per creare l’apparenza di una ristorante ben organizzato quando è solo del tutto disorganizzato e con pletora di personale del tutto inetto, soprattutto quello di fiducia della proprietaria, una pseudo-proprietaria. Non può aver fatto, a SP i soldi per espandersi a RJ. I soldi le arrivano da altrove.  

Infatti, l’Eduardoni non fa sfoggio di nuove conoscenze che non ha appreso a SP. Sta un po’ lì quieto, depresso furioso represso, e poi scompare. Nessuno, neppure l’altro cuoco, gli chiede nulla di nuovi o vecchi piatti. La notte, compare pure la NadiaNamaCurri, che evidentemente è rientrata a RJ, da SP, con lui. Che l’hanno, che li hanno, chiamato e chiamati a fare? Per altro. Non per ragioni professionali. Solo per il pogrom contro di me. ...Per quattro cose di merda e pure anti-igieniche che quella congrega propina a clienti che tanto, da buoni brasileiri, mangiano qualunque escremento... Li hanno chiamati in missione, lui e Andreina, solo per il pogrom e perché NadiaNamaCurri sta male senza pure i suoi minchioni di RJ con cui logorroeggiare.

NadiaNamaCurri si era montata la testa, fra isteria e depressione da pogrom fallito. Per cui tra depressioni ed esaltazioni, ed il solito deliro di megalomania, si era creata la convinzione, il desiderio spasmodico, di ottenere lei, con sue iniziative, i risultati a RJ, sia le sue troie e froci del Portella, che l’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana li dirigeva, non riuscivano ad ottenere. Di lì quella sua iniziativa di convocarsi a SP, prima l’Andreina, poi il Bordon. Già prima si era chiamato il Da Silva, il Raimundo, che era transitato da SP prima di spuntare, come dal nulla, nel Pottella di RJ. 

La NadiaNamaCurri non sa far nulla, ma si monta la testa ancora più delle altre. Si è creata un suo mondo immaginario in cui può tutto. Si era detta che doveva smerdare l’agente di RJ degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana ottenendo lei i risultati contro di me che lui non riusciva ad ottenere. Era come gelosa, anzi del tutto invidiosa, che lui, atteggiandosi a grande agente in operazione coperta, avesse stabilito delle connessioni dirette con le sue, a cominciare dalla Rangel la ruffiana sporcacciona della congrega del pontefice Macedo, ma pure con le altre due, la pseudo-gerente e la pseudo-controllora. Quando l’agente di RJ degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana chiamava ed andava lì, trovava la Tati. Per cui, per ragioni di orari, ed anche perché era la più scema, lui si trovava del tutto a suo agio con lei e lei si esaltava con lui. Tra scemi sporcaccioni e con mistificazione ‘evangelica’... Lei gli diceva tutto. Lui le dava gli ordini per le altre. Poi, se occorreva, parlava pure colle altre. Ma all’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana interessava riempire i suoi formulari e mostrare che lui avesse ‘lavorato’. Era un ragioniere del crimine e delle perversione. Non è che ne avesse molta voglia di ‘lavorare’... Si incattiviva e si faceva aggressivo per necessità ‘professionale’, quando necessario. Non per reale trasporto. Era ed è uno di quelli che tiravano e tirano a campare.   

Dato che martedì 03/07 è proprio sciatto-sciatto, come di frequente, come clienti, nonostante i gran proclami, ora pure scritti, che chiudono alle 02:00, chiudono prima dell’una. Dato che ho il sospetto che un po’ tutti usino orari fasulli, per cui sono io l’unico cretino che si è visto obbligato a recuperare ore, ‘grazie’ ai loro orari sballati, chiedo ad AntòMardò, l’unico rimasto della cucina, che orario segni quando esce. Mi dice che segna l’una. Non mi fido troppo. C’è pura la cicciottella Tati in circolazione, magari pronta ad accusarmi di avere rubato 20 minuti, anche se, da un punto di vista legale, se sono loro che ti mandano via prima... Al contempo, lì, è, illegalmente, una giornata di 9 ore consecutive, per cui un’ora dovrebbe essere straordinaria anche se non la pagano come tale. Insomma, poteva dar adito a discussioni mi fossi segnato solo io l’01:00. Non mi fido particolarmente di AntòMardò. È un ragazzotto di quelli fanno tutto ciò viene loro detto da altri. Se loro si fidano di lui è perché è fondamentalmente inaffidabile. Il mondo dei pidocchi è una realtà rovesciata. E poi non mi costa nulla aspettarlo alcuni minuti. Sparisce in un bagno clienti. Forse a telefonare. Quando ricompare, controlla il suo telefonino e si segna l’orario effettivo, le 00:40. Avevo fatto bene a non fidarmi. Glielo dico. Passa un minuto. Io mi segno le 00:41.      

Mercoledì 04/07/2012.

Mercoledì 04/07, come annunciato, l’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana arriva lì dove trova Tati, e la proprietaria NadiaNamaCurri con la ormai inseparabile Andreina. In realtà, arriva verso le 15:00.
- “I nostri psicodeliranti ci hanno garantito che ormai lo facciamo uscire di testa. Ora che non gli state pagando il dovuto...”
- “Ma sembra fregarsene...”
- “I nostri psicodeliranti sono grandi esperti ed hanno perfetti profili psicologico-caratteriali...”
- “Stategli addosso oggi...”
- “Già lo facciamo sempre...”
- “Fate qualcosa di più...”
- “E quel giudeo tedesco intanto ci ha sputtanati in rete senza che noi potessimo fare nulla...”
- “È una delle regole di base di queste nostre operazioni evitare pubblicità.”
- “Ma lui ce l’ha fatta! ...Proprio una bella pubblicità!”
- “Le nostre procedure dicono...”
- “I nostri avvocati hanno detto che da come quello ha messo le cose, è pure improbabile poter montare qualcosa per difenderci... Certo che voi, lo Stato, non ci aiutate a farlo tacere!”
- “È che non possiamo... Anzi, i nostri specialisti psicodeliranti ci hanno assicurato che appena scoppia, questione di ore, commette qualche imprudenza clamorosa per cui vostri avvocati possono intervenire... Dovete solo incrementare al massimo il pogrom.”

L’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana se ne va alle 15:25, accompagnato all’uscita da una Tati tutta bagnata per l’emozione dell’incontro. Poco dopo, se ne vanno pure NadiaNamaCurri e Andreina. Tornano all’ora di chiusura dei negozi con nuove cose poco funzionali o troppo grandi per gli spazi già ridottissimi ed insufficienti della cucina, o cose che si romperanno subito. Mentre continua a mancare attrezzatura essenziale per le preparazioni. Confermano che non sanno fare un cazzo e che pure i ‘grandi’ cuochi non sanno fare un cazzo. Ormai, la cucina, pur non piccola, è tutto un accatastarti di utensili introvabili quando servono. Anche il panificio è nel caos di cose accatastate. 

AntóMardó arriva con me alle 15:25 anche se se ne resta in coma nel ‘panificio’, dove vi sono angoli adibiti a spogliatoi, per cui lui si segna poi le 15:30. Ha problemi personali... Si agita. Esce per telefonare non ascoltato. Cose sue. Tati lo attiva contro di me:
- “Devi darti da fare per il pogrom contro quello! Dagli ordini! Mettilo sotto!”

Lui non sa cosa fare. Non ne ha neppure gran voglia. Mi dice di pelare una decina di patate. Non mi sembra, obiettivamente, una cosa sconvolgente.

Appena arrivano Eduardoni e, poi, Raimondo, i due cuochi ufficiali, Tati riattiva pure loro:
- “Si deve incrementare il pogrom... Ho ordini precisi dal grande agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana che è venuto qui in sopralluogo di lavoro... Oggi si va allo sfondamento finale... Dicono che sono sicuri che...”

Raimondo se ne esce come di consueto con qualche eiaculazione verbale: “Rooobbè”. Non dico nulla. Ma anche quando dico qualcosa per evidenziare la demenza di tali eiaculazioni, non è che le stesse abbiano reali poteri perturbatori o sconvolgitori di alcuno od alcunché. Poi, dato che i clienti sono scarsi, Raimondo si rifugia nel panificio dove già il suo amico Francisco sta lavorando a preparazioni varie.

Il campo resta libero per l’Eduardoni che, furente ed agitato, pur dietro una repressa rabbia da austriaco trattenuto, cerca di rifilarmi grandi quantitativi di cose varie da lavare etc., dopo i soliti lavori di pelatura, lavaggio ortaggi, taglio. Francisco è di là nel cosiddetto panificio. La grassona Juliana è anche lei di là mentre finge di lavorare, in realtà occupatissima da continue telefonate al cellulare, come sempre. Nonostante la fredda e trasudante acrimonia malata dell’Eduardoni, anche lì non è che quattro normali cazzatine di lavoro abbiano il potere di ferire od agitare alcuno, tanto meno me. Anzi, lo irrido come spesso faccio con degli anonimi: “Clienti, clienti, affluite numerosi che qui dobbiamo lavorare fino alle due di notte! ...Mannò, qui non c’è più nulla da fare...”

Ovviamente, Tati, che sporcacciona e disgustosa continua a pattugliare l’area con passetti tremolanti per osservare eventuali sviluppi, ha allertato pure Elisabé, quando la stessa è arrivata:
- “L’ordine del mio grande amico, il caro grande agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana, venuto oggi qui in sopralluogo di lavoro, è che oggi si va allo sfondamento. Tu che sei la gerente devi provocarlo in qualche sua mancanza e sì che lui reagisca. Il mio grande amico ha detto che i loro grandi specialisti psicodeliranti sono sicuri che oramai... Basta che tu lo tocchi, lui scatta ed è fregato con le sua proprie mani... È sicuro! Sicurissimo!”

Elisabé che, già da tempo, con le sue dita e mani sporche fruga tra piatti e posate in uscita per trovare qualche traccia di sporco e potermi urlare, ora continua ad affacciarsi nella cucina, sia della finestra che dalla porta, per poter trovare qualcosa non vada ed imbastire qualche scena isterica. Non trova nulla. 

Sarà stato appena dopo le 23:00. Vado un momento a pisciare. Mi tolgo il grembiule di materiale sintetico impermeabile e lo appendo alla porta come han sempre fatto e come fanno tutti. Lei è lì in agguato e urla che non lo si può appendere lì. Lo han sempre fatto tutti e lo fanno tuttora tutti... OK... Lo appoggio su una sedia libera, le sedie dove le fannullone passano ore a far nulla, ma ora le sedie lì sono libere, per cui un grembiule, pulito, non disturba nessuno. Urla che è una questione di educazione, che lei è una donna e che è la gerente. Urla che non riesce a comunicare con me. Le chiedo quale sia il posto dove riporre un grembiule per trenta secondi quando uno deve andare, per trenta secondi in bagno.  Balbetta. Non lo sa. Urla. Balbetta. Non sa dire quale sia il posto dove riporre un grembiule. Urla. OK. Le dico che se non c’è alcun luogo, deve per forza essere la cucina. Appoggio il grembiule pulito sul lavandino pulito e libero della cucina e vado a pisciare un momento. Rabbiosa entra nella cucina. Lo prende o poi lo getta venti centimetri più in là. Nessun problema. Me lo rimetto, appena torno, mentre lei è andata furiosa nell’ufficio ad urlare con Tati:
- “Non ne posso più! Ma che cosa devo fare?! Quel giudeo schifoso è sempre così tranquillo. Non si riesce a fargli perdere le staffe. Non possiamo proprio mandarlo via per colpa sua. ...Ma cooosa devo faare!!! Dimmelo!!! Dovete dirmelo! Non ce la faccio più... Che volete da me! Schifosi ebrei! Gasate tutti i giudei. Ce li hanno mandati per tormentarci!!!”

Pure Tati è sconvolta. Chiama l’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana:
- “Non c’è nulla fare! Non sappiamo cosa fare. Le abbiamo provate tutte! ...Pure la gerente che è particolarmente adatta per queste cose, per farsi delle parti... Quello resta tranquillo, indifferente. ...Siamo disperate! Non ce la facciamo più!”
- “Non è possibile... Dall’estero... ...I nostri consulenti e gli specialisti... ...i nostri specialisti psicodeliranti ci hanno garantito... Oggi si licenzia... Voi ce l’avete messa tutta. ...Se avete fatto quello che vi abbiamo detto...”
- “Noi abbiamo fatto tutto...”
- “Vi avevo detto che andava umiliato giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto...”
- “Noi l’abbiamo fatto. È che lui...”
- “Lui cosa?”
- “Te lo avevamo già detto...”
- “Ma se i nostri super-specialisti psicodeliranti ci avevano detto che in pochi giorni...”
- “Qui i giorni sono 75 e noi non ce la facciamo più. ...Pure la proprietaria...”
- “Oggi si doveva licenziare... Ieri non gli avete pagato, per la seconda volta consecutiva, il 10%...”
- “...E lui non ha detto ne fatto nulla...”
- “Oggi lo avete messo sotto pressione? ...Sotto super-pressione?”
- “Pure gli altri giorni... Ma non è che possiamo fare l’impossibile.”
- “Non lo avete affrontato direttamente?”
- “Te l’ho già detto che Elisabé s’è rifatta una delle sue scene forti. Se le fa in continuazione con quello...”
- “Ed allora?”
- “Quello è un giudeo, di quelli hanno torturato ed ammazzato il nostro signore Gesù cristo... Perché non li hanno sterminati tutti? Quello ci sta facendo uscire folli noi. Non ne possiamo più! Noi facciamo... Lui ci irride dietro le spalle. Se lo prendiamo di punta, lui scantona. Ma poi ci guarda irridente e ci deride con tutti. Pure in rete... Non ce la facciamo più. Tu ci avevi garantito che oggi. ...Perché non lo rimuovete voi?”
- “Noi abbiamo degli ordini... Non è che...”
- “Lo licenziamo! Lo licenziamo!”
- “Noi avevamo l’ordine che doveva lui licenziarsi e che doveva apparire che era lui che si trovava a disagio per ragioni innate sue...”
- “Anzi, quel giudeo si diverte! Siamo noi che non ce la facciamo più... Lo licenziamo?!”
- “Se siete sicure che lo fate scoppiare e che alla comunicazione del licenziamento lui magari vi aggredisce.”
- “Con quello non possiamo essere sicure di nulla. Noi ce le pensiamo. Ma poi quello...”
- “Ma, certo, voi lo licenziate...”
- “Ma per cosa... Non è che abbiamo appigli...”
- “Appunto... Ma deve essere una cosa vostra... Io ho ordini che deve essere lui a licenziarsi perché non è atto a lavorare. Ma se voi siete sicure, avete un appiglio, o l’appiglio lo create perché lui salta su e voi avete testimoni mentre lui salta su e vi fate una bella discussione dove lui appare chiaramente in torto, per cui il motivo di licenziamento si crea al momento stesso della comunicazione che è licenziato. Per esempio lui esplode e voi potete poi dire che era uno conflittuale sempre, anche in passato.”
- “Che schifoso, ripugnante, quel giudeo! Magari! Ma non possiamo essere sicure...”
- “Voi siete abili, intelligenti, delle vere professioniste. Sono sicuro che create un bell’incidente finale... Però sia chiaro che non è una idea mia... ...La direttiva mia è che lui doveva essere convinto, dal caso, che lui era un disadattato e che doveva andarsene dal Brasile di suo dopo una lunga serie di fallimenti... Un caso di incompatibilità ambientale. Oppure un incidente che ci permetta di dichiararlo pericoloso. ...Noi lo seguiamo ovunque lavori e abiti... Ma deve tutto sembrare casuale, e per sua colpa, non per altri interventi. Tali erano e sono i mie ordini dal Presidente e dalla NATO.” 
- “Noi l’abbiamo già fatta la discussione... La gerente è una pratica di queste cose... È che la discussione la faceva la gerente mentre lui le dava ragione e non si faceva imbrigare nella discussione. Per cui non lo si può accusare di avere reagito od offeso...”
-  “I nostri psicodeliranti ci garantiscono... E voi montate un’altra discussione, risolutiva, che lui reagisca e magari vi picchi. I nostri specialisti psicodeliranti dicono, assicurano, che...”
- “Io sono l’impiegata qui... Non è che io possa... ...Posso dire alla gerente che deve farsi una parte finale e risolutiva. Anzi, posso dirle che questi sono gli ordini. Ma poi...”
- “OK. Vada come vada. Anche se i miei ordini... Se voi poi lo licenziate di vostro non è che io possa... Io registro la cosa. In fondo c’è la proprietà privata in questo nostro Brasile... Voi, poi, mi dite... Io trasmetto al governo. ...O se invece volete continuare col pogrom... ...In effetti anche a me ordinano... Ma...”
- “OK. Ora agiamo e poi facciamo sapere.”

Tati tremante livida. Elisabé gli occhi strafatti di droga. La NadiaNamaCurri che si morde le labbra disgustosa mentre Andreina la guarda per imitarla... 

Scrivono una lettera di licenziamento.
“Comunichiamo che dal 5/07/2012 cessi di fare parte della nostra squadra. Devi presentarti il 10/07 per restituire gli abiti da lavoro e per ricevere le tue competenze.”

Arriva Elisabé, mentre le altre ed altri stanno in agguato, appena io ‘do in escandescenze’. Mi chiama. Esco dalla cucina. Lei me la mostra tenendola in mano. Io la leggo mentre lei la tiene in mano.

Esordisco con un:
- “Ottimo!”
Guardo l’orologio, Si approssima la mezzanotte. Sono arrivato alle 15:25. Ho già fatto più di 8 ore consecutive anche se per loro devono essere almeno nove. Ma dopo otto, secondo la legge, si ha diritto ad una o due ore di intervallo, se dopo le otto ore vi sono altre ore. Sennò otto possono essere più che sufficienti essendo la settimana lavorativa legale di 44. Per cui, posso andare via senza problemi, anche senza chiedere nulla.
Aggiungo, comunque:
- “Posso andare via ora?”

Frastornata che io reagisca in modo talmente freddo e con toni di soddisfazione, Elisabé non riesce che a dire:
- “Sì, certo.”

Poi mi dice che devo firmare la lettera. Le dico che devono darmene una copia, oppure che la possono mandare per email, per cui hanno la ricevuta (che è l’email stessa). No, meglio una copia subito. Lei fugge da Tati e dalle altre che la aspettano. Io mi siedo lì fuori dalla cucina ad aspettare, ai loro tavoli delle fannullone. Non parlo con nessuno della cosa. Aspetto tranquillo.  

Elisabé corre in direzione della cassa, dalle altre che la aspettano ansiose:
- “Schifoso giudeo! Sembrava già saperlo. Era tranquillo. Forse perfino soddisfatto... Dice che vuole una copia...”

Tati, ringhiante, fa una seconda copia. Ed è la stessa Tati che si presenta da me con la copia. Elisabé, affranta, resta nell’area cassa. I due fogli non sono neppure firmati.

Le dico che non è indicato il 10/07 a che ora. Tati scrive 19:00 sulla mia copia. Le dico che la lettera di licenziamento deve ben essere firmata da loro. Vogliono la mia firma per ricevuta e mi danno un pezzo di carta che potrei essermi stampato da solo? Lei mette la sua sigla, RT. Le dico che occorre la firma estesa. Cerca di discutere... Corre coi suoi passetti miserabili da Elisabé e dalle altre.
- “Dice che la vuole firmata...”

Discutono per vari minuti tra di loro. Pure con la proprietaria. Telefonano anche all’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana. Alla fine concludono che non dandomi la lettera che pur mi avevano mostrato, è la loro ultima speranza di creare un incidente.
- “Vai di là, e gli dici che non gli dai nulla, che basta la comunicazione orale... Di sicuro, lui ti aggredisce. E così lo roviniamo.”

Intanto, Jamil, che le ha ascoltate nell’area cassa, viene mandato a sedersi al mio tavolo.
- “Jamil, vai lì che così, quando la aggredisce, gli sei vicino per dare poi un resoconto ravvicinatissimo dell’aggressione alla polizia che subito chiamiamo.”

Arriva Tati che transita a passetti nevrotici verso l’ufficio che sta al piano superiore.
Con voce isterico gracchiante, senza fermarsi:
- “Basta la comunicazione orale! Basta la comunicazione orale!”
- “Sicura? Datemi una copia della lettera...”
- “No, basta la comunicazione orale! Basta la comunicazione orale!”
- “OK. Sono licenziato e devo presentarmi il 10/07 alle 19:00 per restituire gli abiti da lavoro e per le mie competenze...”
- “Sì! Sì!”
- “...Jamil, mi fa da testimone...”
Intanto, sempre coi suoi passetti nevrotici, ora delusa isterica, Tati fugge verso l’ufficio per comunicare del fallimento finale all’agente degli SquadroniDellaMorte (il dipartimento di PoliziaSegreta-TerrorismoDiStato) della Polizia Federale brasiliana cui telefona.

Io:
- “Jamil, sei mio testimone...”
Jamil nicchia.
- “Hai ascoltato che sono licenziato e che devo presentarmi il 10/07 alle 19:00 per uniforme e competenze.”
Jamil assente.
- “Per cui è certo che non è che io stia immaginandomi nulla...”
Jamil assente. 

Posso andare nel panificio a cambiarmi.
Mentre sto cambiandomi arriva Raimondo:
- “Che è successo?”
- “Mi ha comunicato il licenziamento, ma senza alcuna motivazione.”

Torna in cucina. Finisco di cambiarmi. Non saluto nessuno. Mentre transito di fianco alla cucina, il Bordon sta lavando qualcosa nel lavello. Si sente perso.

Alle 23:55, segno l’uscita sotto gli occhi di Elisabé che sembra come sollevata di non essere stata ammazzata. È una isterico aggressiva-codarda. Devono averla violentata con bòtte da piccola prima di avviarla alla prostituzione da favelas.

Sotto l’ora d’uscita, scrivo pure che sono stato licenziato senza motivazione e che devo presentarmi il 10/07 alle 19:00. Lo ripeto ad alta voce a Elisabé che si chiede che io stia scrivendo, sì che senta chi eventualmente stia in prossimità e voglia sentire. La stessa assente. Me ne vado.

Mentre sto camminando, da una saracinesca si apre una portella. Bar, il surrogato di cioccolato, di produzione nord-coreana, di recente importazione in varie località sottosviluppate delle Americhe, campeggia, sia in caratteri gotici che coreani, sulla portella. Bar, scritto in modo talmente suggestivo, mi induce a guardare all’interno del locale da cui vengono delle voci che suggeriscono una discussione accalorata.
Non posso entrare, né mettermi a fissare l’interno. Dei manifesti sui muri, sulla strada, mi offrono la scusa per fermarmi in prossimità, fingendo di leggerli. Ascolto bene tutto quello si stanno dicendo. Sono dei clienti, dei compagnuzzi che razzolano nella zona e che spendono nei locali dell’area incluso il Pottella-Bal in cui lavoravo.
Un mondo si è improvvisamente aperto dietro a quella portella. Bar, il coccolato surrogato nord-coreano, sembra come un’allusione alla discussione da bar si sta sviluppando. Un surrogato, scemenze.
Un compagnuzzo sta dicendo che proprio su dei siti di Santa Teresa ha visto dei link di un gringo, giovane e belloccio a stare alla foto su facebook, che riportava delle denunce sul terrorismo de Estado no Brasil, più precisamente sul terrorismo de Estado compradoro no Brasil, addirittura una micro-crônica dello stesso. Mi aveva letto!
Un compagnuzzo del PCdoB sta dicendo che il terrorismo de Estado da parte di un governo de esquerda è una cosa ottima purché non sia compradoro. Il compagnuzzo del PT sta ribattendo che il terrorismo de Estado da parte di un governo de esquerda è sempre una cosa ottima anche se è compradoro. Anzi, dice, se è compradoro è meglio, perché così i centri di propaganda dell’Impero non dicono nulla di sputtanatorio visto che sono loro che lo ordinano.
Un terzo compagnuzzo, della Quinta Internacional, tenta di suggerire che se è terror vermelho è ottimo ma che se è solo terrorismo de Estado si dovrebbe sapere in dettaglio di che si tratta. Lo zittiscono urlandogli che non si può sindacare il terrorismo de Estado di governos de esquerda, che il militante deve sempre difendere e cui deve partecipare senza far domande se casualmente coinvolto in esso.
Con tutta la fica che c’è in giro non capisco perché non trovino da farsi delle sane scopate invece che trastullarsi in quelle reciproche masturbazioni delle loro teste vuote.
State Terrorism, Comprador State Terrorism, State/Government Terrorism, State/Government-Organized Stalking, etc sono questioni delicate e che implicano vaste ed approfondite conoscenze sia teoriche che fattuali. Non sono proprio cose da discussioni del cazzo...