mashal-079. Solito Pezzo di Merda Italiota a Berlino...
by Georg Moshe Rukacs
Pier Paolo Greco,
sui trent’anni, un 33, ‘milanese’, più precisamente in Cernusco del Naviglio,
in realtà di Campobasso come origini etniche. I soliti tamarri di famiglie di
immigrati che continuano a vivere in un altro mondo, loro come le famiglie
d’origine. ...Borderline...
Su facebook lo si
trova, al momento, come Oscar Morrison, da con confondere con un altro. Lo si
identifica per le foto narcisistico-froceggianti e che cambia quasi
quotidianamente. Gli ‘amici’ gli danno del malato, per tali suoi atteggiamenti,
ma lui piccato rimuove i commenti. Lo stesso gli dicono in famiglia, dove lo
hanno sempre abusato. Lui cerca di essere come loro. Ma loro lo abusano lo
stesso dandogli in continuazione del merdacchia.
A marzo 2014,
probabilmente, lo licenziano perché inaffidabile e peggio, gli fanno pure
causa, e lui, coi soldi dell’ultimo stipendio, se ne va a Berlino dove racconta
che si è fatto licenziare “per giusta causa” (cioè per colpa sua, ma lui non ci
arriva) perché c’era eccedenza di personale e lo avrebbero comunque licenziato,
e che ha deciso di stabilirsi lì dove sta cercando un lavoro, un lavoro
qualunque, tanto per iniziare.
Una balla
inconsistente. Ma non è questo il punto. Ad ogni modo, un’azienda che ti ha
licenziato non spende migliaia di euro di avvocati per farti causa che non
pensa che sia stata truffata. Chissà che ha combinato con le sue pratiche
borderline.
Verso la metà di
aprile 2014, si fa rapinare per strada, di notte, a Berlino, nella zona di
Warschauer Straße. La zona in realtà è sicura, sebbene frequentata anche da
gente strana. Ma proprio per questo è tenuta sotto controllo. Forse è la notte
di domenica 13 aprile. Sì, il Pier, è uno che se ne va in giro di notte. O
l’hanno adocchiato o magari era in qualche transazione con quelli l’hanno
aggredito. Circolano turisti e locali di ogni genere e dimensione. Che vadano
ad aggredire proprio lui... Beh, può essersi trovati nel posto sbagliato nel momento
sbagliato. Ma può essersela cercata, visto il tipo.
Dice che due, di
cui almeno uno nero, gli sono volati addosso, e poi altri due, quattro in
tutto, e che gli hanno strappato una borsa-borsello con telefonino, macchina
fotografica e soldi. Va subito a fare denuncia alla Polizia con l’assistenza di
uno italiano dello staff dell’ostello. Ma poi non va per vedere le foto per un
eventuale riconoscimento. Teme che venga fuori quello che stava facendo se per
caso trovano i responsabili dell’aggressione e rapina?
Accenna a quello
gli è successo con un messicano dall’aria da fricchettone tutto sballato che
alloggia nel camerone. È un tizio che dice di fare il ballerino, oltre ad
essere studente in qualcosa in Messico. Magari è uno ricchissimo. Probabile,
sennò un latinoamericano non farebbe il turista in Germania. I messicani, come
tutti i latino americani, essendo solo stessi sul merdoso, sanno come trattare
coi pezzi di merda. Gli dice:
- “Anche a me
hanno rubato varie volte. Inutile fare denuncia.”
Poi gli fa finte
domande e si dà le risposte da solo:
- “Ah, ma sei
assicurato?! Allora È tutto a posto. Sei fortunato.”
E, frettoloso, si
sottrae andandosene veloce.
A parte che non è
che la gente comune sia assicurata contro le rapine personali, in genere
neppure contro i furti, anche uno lo fosse, non è che gli diano i soldi in
giornata se si trova senza una lira a seguito di quello gli è successo.
Il senso di
quello il messicano gli dice è chiaro. “Non me ne frega un cazzo. Se sei
restato senza soldi, vedi di arrangiarti che non ti do un euro. Non provarci
neppure a chiedermi nulla.”
Il Pier è felice
di un tale ‘sostegno’. Nel suo mondo di pezzi di merda, ci si comporta così.
Non ha neppure i soldi per telefonare a casa per vedere se gli mandino qualcosa,
in qualche modo.
È uno di quelli
che vivono alla giornata e con familiari come lui. È vari anni che lavora in
un’azienda della grande distribuzione, prima del licenziamento a marzo 2014.
Non ha mai risparmiato nulla. Sul conto non ha nulla. Spende tutto per il suo
mondo di apparenze. Lo trattano tutti come una chiavica, eppure lui deve
partecipare alla ‘grande’ competizione fatta di telefonini, auto, bar ed altre
cazzate.
A Berlino,
all’ostello, fa la spesa non nei luoghi più economici e poi mette tutte le sue
cose, su una mensola nella cucina con steso sopra un foglio col suo nome. È un
modo per farsi vedere, più che per proteggere i suoi averi. Uno che li voglia
proteggere da eventuali approfittatori, li mette in un sacchetto e, magari, se
li tiene nella stanza.
Mi dice che gli
hanno rapinato i soldi, il telefonino, la macchina fotografica. Gli chiedo
quando abbia in tasca. Mi dice un paio di euro. Gli chiedo di quanto abbia
bisogno. Non dice una cifra. Gli do 100 euro. Mi dice che me li rende subito
appena gli arrivano i soldi da casa. Sa di mentire, ma è di quelli fatti così. Si
compra immediatamente un telefonino da poco con scheda per mettersi in
comunicazione coi suoi. Solo per questo gli vanno via una cinquantina di euro.
Si sente subito
confortato. A casa, il fratello gli dice che gli ha messo dei soldi sul conto.
Evidentemente, visto che vivono così, non aveva nulla. Aveva speso tutto
l’ultimo stipendio per venire a Berlino per trovare lavoro e restarci. O così
raccontava.
Il fratello dice che gli ha messo soldi, sul conto.
Ma lui, in realtà, non riesce a prelevare nulla. Sono tutti così, nella sua
famiglia, come lui... Ha bisogno di altri 50 euro. Glieli do. Mi dice che deve
rientrare a Cernusco del Naviglio perché deve firmare dei fogli e che poi
ritorna subito a Berlino per trovare lavoro e restarvi.
Si creano tutto
nella testa. Ma non sono capaci di fare due conti né di risparmiare due soldi
per quello dicono voler fare.
Mi dice che
appena arriva a casa, prima cosa mi manda i soldi, i 150 euro.
Rientra a
Cernusco del Naviglio la mattina di venerdì 18 aprile 2014. Mi dice, via
facebook, che è arrivato. Nessun riferimento ai soldi.
In casa, dice
deve mandare 150 euro ad uno che lo ha finanziato quando è restato senza una
lira a seguito della rapina. In casa lo irridono: “Sarà un frocio come te...
Uno che dà dei soldi ad uno come te.... Sarà uno ricco...”
Lui raggranella
qualche soldo, ma spende tutto per ricomprarsi telefonino e macchina
fotografica e per la sua solita vita di apparenze. Non ci pensa neppure a
mandare i 150 euro.
Dice che deve
restare “a Milano” fino ai primi di maggio. Nessun accenno ai soldi...
La notte tra il
30 aprile ed il primo maggio mi scrive che deve restare a Milano perché la sua
azienda lo ha denunciato, di mandargli le coordinate dal mio conto bancario a
grecale81@gmail.com che mi manda subito i soldi. L’ 1 maggio 2014, la sera, gli
mando tutti i dati via facebook, che lui controlla varie volte al giorno.
Appena riceve i dati per mandarmi i soldi si sconnette con inimicizia dal mio
facebook. Gli serve per poter poi dire che non ha ricevuto nulla. Insomma, è
colpa mia che lui non ha potuto mandarmi i miei soldi!
Il 16 maggio
2014, alle 12:14, gli rimando i dati, alla sua email, dicendo, ironicamente,
che magari non ha ricevuto il messaggio su facebook. Tenta di far credere che è
così. Ma non ha intenzione di restituire nulla, non per il momento.
“19 May 2014
14:37
“Ciao...qui tutto
male...ora l'ho ricevuto solo che devi pazientare un pochino che mi arriva il
primo mese di disoccupazione a inizi giugno..
“poi te li
mando..scusami ma sono senza lavoro e a secco completo..
“Buona
Continuazione”
È di quelli che
spendono tutto. I debiti sono merda in faccia ai fessi che gli prestano soldi
quando sono in estremo bisogno. Intanto, continua con le sue foto in
atteggiamenti ‘eroico’-froceggianti su facebook. Vite di apparenze.
Gli inizi di
giugno sono passati. È già lunedì 9 giugno 2014, e non ho ancora ricevuto
nulla. Appena riceve i soldi INPS della disoccupazione, l’ultima cosa cui
penserà sarà rimborsare i debiti. Inutile scrivergli. Meglio farlo divenire
famoso. Buona continuazione.