mashal-017. NorbertoEcco nello Starý Židovský
Hřbitov di Praga
by Georg Moshe Rukacs
...Era
a Praga per una delle sue tante chiamate, inviti, in giro per il mondo, da
intellettuale viaggiante. O viaggiatore intellettuale. Quando si fanno un nome è sempre così. Tutti li
vogliono, li chiamano, pagano loro viaggi e soggiorni, danno lauree onorarie.
Un mucchio di soldi vengono spesi per tali turismi pseudo-intellettuali. Autocelebrazioni
della casta intellettuale. Potresti leggerti un loro testo. Oppure, oramai,
averli in teleconferenza, su un video o schermo, anche di computer. Potresti
vederteli una volta o mille, all’ora e nel luogo che preferisci.
Cheffai,
se vuoi una musica od altro, oppure non sai bene che vuoi? Vai su Youtube.
Digiti qualcosa. Vedi che ti esce. Anche se non digiti nulla, ti esce qualcosa
e magari è qualcosa che ti interessa o che ti porta su qualcosa che
ti interessa, se proprio vuoi dei video.
Pure
lui, come tanti altri, te lo puoi cercare e vedere su Youtube. Mannò, li
vogliono di persona. C’è come un’ossessione ad averi i corpi, lì, in un certo
luogo ed in un certo momento. Creare l’evento. Averli in una sala od in uno
studio tv. E prima e dopo. Parlare loro di persona. Divenire “amici”. Mangiare
assieme. Invitarseli a casa. ...Per poi raccontarlo e sentirsi comunque parte
di loro o di qualcosa. È un costume che è restato da quando non c’era la stampa
ed era più semplice muovere le persone. Un’insensatezza, da molti
secoli, da quando c’è la stampa. Un’insensatezza ancora più insensata
con la multimedialità. O, forse, v’è un senso. Mostrare che si possono
buttare via soldi. Buttar via soldi diviene simbolo di potere e di prestigio. Istituzioni
che sprecano soldi per avere il personaggio, lì da loro, da esibire.
Praga.
Lui, il NorbertoEcco, ne era già suggestionato ed ossessionato. Praga.
Gli intellettuali sono tutti così. Si creano connessioni arbitrarie
nelle loro teste e poi ci credono come fossero realtà.
Praga.
Sarà quella erre e poi quella gh. Assonanza con strega. Anche
con draga, sostantivo o verbo. In ceco la g[h] di Praga non c’è. In
italiano c’è. Certo, piena di antichità, ma non è l’unica in
Europa. Anzi, ve ne sono a decine di migliaia. Piena di giudei, i giudei erano
odiati. Quandi i giudei sono stati rimossi. Sono restati i già loro
immobili. Ecco il fascino della civilizzazione o della cultura rimossa, rimossa
come umanoidi, restata come immobili. Se prima il giudeo era odiato, ecco che,
ora, sugli immobili lasciati vuoti, o quasi, si possono costruire storie e
leggende. L’onanismo intellettuale si nutre proprio di ciò.
Il
NorbertoEcco era ed è un caso tipico di tali intellettuo-patologie. Era
piccolo al tempo delle Leggi Razziste quando gli era stato detto che i giudei
erano cattivi perché non erano ariani e che avevano ucciso Gesù per cui
andavano puniti. Anzi, anche senza punirli, erano loro che se l’erano voluta,
gli era stato detto. Poi, i tempi erano cambiati ed gli era stato detto che si
deve stare attenti perché quelli controllano i governi, hanno i soldi ed il
potere, e te la fanno pagare se ti provi a dire o fare qualcosa contro di loro.
Lui,
che era di quelli che preferivano non essere contro ma essere, sentirsi, a posto
e sicuri, non s’era fatto troppe domande, non almeno a livello cosciente. Gli
era restata quell’inquietudine sui giudei. Come ti avessero convinto che i
finocchi fossero malvagi ma poi fosse divenuto di moda averli nel paesaggio.
Ecco, era proprio cosí per lui. Era proprio di quella generazione. Finocchi,
donne, giudei. Prima erano giù. Poi, erano divenuti parte del
paesaggio. Si doveva stare attenti, perché, ora, se dicevi le cose sbagliate,
eri tu che ti trovavi etichettato. Gli era egualmente restata
quell’inquietudine. Sentiva delle cose ma doveva, a livello razionale,
controllarsi perché s’entrava ora in una zona di possibile pericolo.
Lì era Praga.
Non in Palestina, né ad una riunione della Dc o del Pci o di consorterie
simili su “questioni palestinesi”. Lui, quelle cose troppo politiche le odiava
perché lo mettevano in ansia. Se ti schieri troppo nettamente,
ti metti contro qualcun altro che ha potere. Se non ti schieri, ti metti contro
chi ti vorrebbe schierato. Come molti, se la cavava con qualche luogo comune
ecumenico per non mettersi contro nessuno o il meno possibile, e compiacere chi
contava. Stare nel flusso. Sulla cresta quando c’è da mangiare
ed avere vantaggi e prestigi. Ai margini se c’era da scontrarsi. Il miglior
modo di scontrarsi è non scontrarsi. Quando sei pieno di soldi e d’onori non
serve scontrarsi. Sono semmai altri che vogliono scontrarsi con te. Non che
serva a loro nulla, ma che facciano quel che credono.
E,
intanto, quella cosa gli era restata. Ebrei. Giudei. Ebraismo. Giudaismo. No,
lui non era mai entrato in quelle cose di Alessandria d’Egitto. Gli bastava la
sua Alessadria piemontica da cui s’era mosso alla conquista della cultura
italica ed oltre, in cui s’era ricavato la sua nicchia.
La
penisola italica era stata e rimasta a lungo terra di interconnessione di
culture, dove gli intellettuali si muovevano tra latino, greco, ebraico ed
arabo e non avevano alcuna ansia relativamente alle varie culture. Certo, le
etnie e le entità statuali si scontravano e si scannavano per supremazie
imperiali. Eppure, a livello di cultura, di conoscenza, v’era una tale necessità di
competere che la concorrenza si basava appunto sulla conoscenza della lingua e
delle acquisizioni altrui. I testi, copiati a mano, quando s’erano salvati,
erano in latino, in greco, in arabo, in ebraico. Per cui, era una necessità la
conoscenza e la frequentazione delle conoscenze e dei testi altrui. Ciò valeva
tanto per le scienze e tecniche che per religioni.
Si
tenderà poi ad esaltare differenze e ad inventarsi storie di
convenienza e di copertura per differenze profonde mai esistitite. Se sono
esistite differenze, erano altre da quelle artificialmente costruite. Cristo
non è mai esistito, o non nell’anno 0 o 1 paraggi. ...Un 13
secoli prima se era Tutankhamon. Pure i Regni d’Israele qualcuno deve forse esserseli
inventati e scritti. Esisteva la spazio egizio, quello greco e poi quello
romanico. Politeismi e monoteismi esistevano e s’erano scontrati e si
scontravano all’interno di ciascuno spazio. Sul Mediterraneo s’affacciavano
capitali politico-culturali che, ora l’una ora l’altra, catalizzavano la
cultura dei tempi. Dunque, pure la e le religioni.
Certo,
l’Egitto s’incastonava pure nell’Africa, come la Grecia e Roma nei loro
retroterra continentali. La successiva islamizzazione del Nord Africa permetterà
all’ebraismo di sceglierli, d’inventarsi, come proprio centro la Palestina e
dintorni. Il cristianesimo s’inventerà lo stesso centro iniziale
ebraico poi magicamente transitato a Roma. Sarà un modo per rimuovere le comuni
origini egizie (dove vi fu un durissimo scontro di potere tra politeisti e
monoteisti, con la vittoria dei primi) ed il ruolo religioso-culturale dell’egizia
Alessandria (fondata dai greci, ma presto con la maggiore comunitià ebraica dei
tempi), quando oramai il mediterraneo era romanico. I cristiani ne devasteranno
e distruggeranno la biblioteca prima di trasformare l’allegoria di Cristo in
“verità storica”. Appunto, per fare ciò si dovevano rimuovere i documenti del
passato, col fuoco.
Che Gesù fosse il faraone Tutankhamun
(figlio del già
faraone AmenhotepIV/Akhenaten/Mosè,
marito di Nefertiti), poi torturato ed impiccato dal
sacerdote Panhesy o Phineas ai piedi del Monte Sinai, alla vigilia della Pasqua
o Pesach/Esodo attorno al 1352 BC, oppure no, la costruzione letteraria di Gesù è storicamente del tutto
inconsistente e senza documentazione, neppure vaga, del tempo in cui sarebbe
vissuto. Tutankhamun fu ucciso proprio perché un conciliatore, dunque del
tutto simile al Gesù
cristiano, più che
al rabbinato che l’avrebbe opposto, rabbinato dei vangeli che sarebbe stata
metafora del sacerdote ebreo “ortodosso” l’avrebbe ucciso proprio perché ritenuto conciliatore coi non
monoteisti. Non che fosse conciliatore di fede, ma solo propugnatore di un sano
‘vivi e lascia vivere’.
Ecco, che i vangeli, che non hanno fondamento storico,
divengono metafora di fatti storicamente fondati ma ben più antichi. Non solo, i vangeli. Pure
il racconto vecchio testamentario (contraddetto dalla tradizione orale ebraica)
sarebbe metafora di vicende egizie poi rimosse nei termini originari. L’apparato
spiritual-allegorico di giudaismo e cristianesimo, idem per l’islam, è invece largamente identico, e
d’origini solidamente antico-egizie, seppur mascherate dietro metafore nettamente
differenti. Le forme sono nettamente differenti. La sostanza è pressoché identica. Qualcuno potrebbe
obiettare che la Madonna non ha paralleli nell’ebraismo. Scusate, ma che è la shekinah? C’è chi la chiama Madonna e chi
shekinah. Appunto, metafore differenti sono allegorie di spiritualità pressoché coincidenti e di diretta
derivazione antico-egizia. Anche la croce, poi venduta come strumento della
crocifissione del Gesù dei
vangeli, la si ritrova nell’antica simbologia egizia. Il duro scontro vi fu in
Egitto tra monoteisti e politeisti, con la destituzione di faraoni e colpi di
Stato burocratico-militari, fu uno scontro di potere, intra-burocratico, tra
diverse visioni di Stato e di sviluppo. Le forme religiose erano solo una
maschera, come sempre succede ovunque con le ideologie. Differenti partiti si
erano dati diverse teologie. Militari contro costruttori, e viceversa? I
monoteisti (il proletariato costruttore) furono sconfitti e, fuggendo dall’Egitto,
fecondarono ad est e, poi, a nord fino a Roma ed oltre, nei secoli successivi e
fino ad oggi.
Tutto passa e tutto viene
rimpiazzao da altro. Anche l’Egitto faranoico declinò ed il centro del mondo
divenne, per un periodo, Roma. Roma divenne pure centro religioso del mondo e,
lo è tuttora, di una religione che, almeno ufficialmente, si proclama come
universale ed è, in effetti, diffusa in ogni angolo del globo. ...Sebbene sia
molto nazionalizzata pur nel conclamarsi centralizzata a Roma. Più che dalle
virtù intrinseche di una specifica religione, questa diffusione universale
dipende in realtà da altri fattori che nulla hanno a che fare con la religione
stessa. Preti e pastori seguirono le armate ed i coloni degli imperi. Sta di
fatto che gli obelischi egizi, simbolo religioso almeno intrinsecamente
monoteistico, passarono in gran numero dall’Egitto a Roma che è tuttora la
città del mondo col maggior numero di obelischi.
Una passeggiata a Roma consente di ammirare
tutta la loro autorevolezza fallico-geometrica. Il più alto è quello che
troneggia in Piazza San Giovanni in Laterano; è imponente ed esalta tutta la
potenza del Faraone lo commissionò: Tutmosi III. È alto 32,18 metri ed ha una
base di tre metri per lato con un peso di 340 tonnellate. Il basamento e la
croce misurano 15 metri di altezza. Perciò l'altezza complessiva del monumento
è di oltre 47 metri. È in granito rosso, pregiatissimo e utilizzato, all’epoca,
solo per l’esaltazione della grandiosità del committente. Questo obelisco, che
è anche il più antico di Roma, fu innalzato nel XV secolo BC. Fu portato a Roma,
da Tebe, nel IV secolo CE per adornare la spina del Circo Massimo.
NorbertoEcco
era un solido piemontico-romanico-continentale. Si dice solido per non dire un
po’ ottuso, senz’offesa naturalmente? ...La finezza intellettuale, ad essere
precisi, è sempre un po’ fragile. Se vuoi del legno non è che puoi usare della spugna, ...neppure un mittel-europeo a meno che non si mitizzino
troppo i materiali umanoidi d’un Impero scomparso. Il centr’Europa è area di
passagio, dunque di incertezze.
Lui,
il NorbertoEcco, era di quel Piemonte che aveva mummificato il proprio
francese, per distinguersi, per chiudersi. Una Francia in piccolo che era
voluta restar piccola. Del resto, uno/a è com’è. L’ebraismo era ai suoi occhi come il fascino dell’esotico, oltre ad
essere un po’ pericoloso. Era pericoloso estraniarsene, come era pericoloso
esserne troppo connessi. Così la vedeva lui. Pure l’Islam gli procurava angosce
simili. Senonché, coi tempi che correvano, l’Islam era ancor più pericoloso per
un intellettuale prudente. Più sicuro il silenzio. In fondo, se un rabbino si
fosse sentito toccato, nonostante la tua prudenza, magari te ne diceva due e tu
potevi rettificare. Se un islamico, coi tempi che corrono, t’avesse tagliato la
gola... Oh, che terrore solo a pensarci, si diceva. Non che gli islamici
taglino la gola più che ebrei, cristiani, induisti, pacifisti o guerrafondiai,
in termini storico-generali. È solo che, per interessi imperiali, è da qualche
tempo che sono stati costruiti, nell’immaginario popolare, e nel loro stesso, come
specie pericolosissima. NorbertoEcco aveva interiorizzato queste credulonerie. Dovere!
Un intellettuale di successo dev’essere in voga coi tempi, alias intriso dei luoghi comuni, stereotipi, idiosincrasie, dei
tempi. In realtà, tutti i terrorismi sono costruzioni di potere. L’eventuale
aggettivazione religiosa d’essi è egualmente una costruzione di potere.
Propagande. Propagande di guerra. Gli Imperi sono sempre in guerra. Non ci si
racconti che oggi vi siano gli immaginari liberi media d’un’immaginaria pace.
Il NorbertoEcco, certo, non osava pensare così di fino e
di netto. Finissimo certo, ma solo nei campi consentiti. Sta di fatto che, uomo
ed intellettuale prudente, percepiva che, nel contesto dato, c’erano delle cose
ben più imprudenti di altre. Lui s’era mosso sempre con
sicurezza tra luoghi comuni di sinistra e senza toccare quelli chiesastici.
Anzi, quella sua passione per il medioevo gli aveva permesso di muoversi con
destrezza in ambientazioni clerical-monastiche. Bastava non abbandonarsi a
cattiverie, ed ecco che il lettore era affascinato dall’illusione di nutrirsi
di cultura storica, mentre le gerarchie non potevano che aver piacere che si
parlasse, e non male, di storia e di storie loro. In fondo, il NorbertoEcco era
latin-popolare. Richiamava che l’Europa aveva avuto radici romanico-cristiane.
Non solo, in realtà. Che lui, di fatto, enfatizzasse quelle, non poteva che
far piacere alle burocrazie del settore, senza cozzare contro altre.
Ciò,
almeno, fino all’ultima opera. Anch’essa, appena imprudente dal punto di vista
religioso, risponde a logiche conformistiche. Proprio in un periodo in cui i
due Imperi, il britannico ed lo statunitense, sono sempre più insofferenti
relativamente alla Chiesa cattolica, e si sono da tempo mossi all’assalto
contro essa (penserete mica che le campagne sulla finanza cattolica e quella
sulla pedofilia si siano avviate da sole o per caso; sono giochetti che si
possono fare contro chiunque, ...contro chiunque una Regina od un Presidente
ordinino), ecco che il NorbertoEcco si lancia in narrative storiche dove non si
può tacere su “magagne” della Chiesa cattolica stessa nei suoi vari ordini e
non solo. In effetti, salvo ambientazioni in mitizzati monasteri et similia, le
“magagne” cattoliche, come le altre, escono senza sforzo e senz’alcuna
necessaria pregiudizievole malevolenza. Detto altrimenti, se uno vuole
sputtanare la Chiesa cattolica, a meno che uno non voglia o non volesse
solamente ricostruire un periodo storico (indubbiamente non è il caso d’un
NorbertoEcco), non c’è nulla di meglio che un apparente romanzo (od anche un
romanzo-romanzo; non sono tali quelli dei NorbertoEcco) su tempi come quelli,
luoghi come quelli, tematiche come quelle. Guarda caso, il NorbertoEcco si
lancia in tale impresa quando l’Impero è andato da tempo, e piuttosto frontalmente
[finanza prima, finanza e sesso poi ed ora], all’assalto del Vaticano come
potenziale centro indipendente dai due Imperi. NorbertoEcco sentiva il bisogno
di schierarsi con l’Impero, coi due Imperi. L’Italiota, l’ opportunista in
genere, ha un impulso febbrile a scegliere, a schierarsi.
NorbertoEcco
parla o s’inventa pure di storie ebraiche o pseudo-ebraiche... In fondo, cita
solo pregiudizi correnti dell’epoca, per quanto superparanoici di quella sponda
etnico-religiosa non l’abbiano presa troppo bene, ma neppure troppo male.
L’ebraismo, almeno quello centralizzato in e da Israele, è oggi quel che è... Piuttosto
malridotto, nonostante lo sfarzo da affari e prostituzione all’Impero USA. ...Spiritualmente
e moralmente malridotto.
L’Impero
britanico vuole ed agisce per distruggere Israele. L’Impero statunitense lo usa
come proprio prostituto nell’area. ...Inutile menarsela... I termini sono
esattamente questi. Giochetti simili li fanno pure con l’Islam e con varie
altre religioni. La stessa cattolica è combattuta ed usata, usata e combattuta.
Si fa usare con la scusa di ridurre il danno quando la combattono. Così fan
tutte. Tutte le religioni. Uno spettacolo, una realtà, miserevole.
NorbertoEcco,
che sa come muovesi per la propria autopreservazione e benessere come intellettuale
prostituito, sa bene come calibrare gli strumenti sputtanatori, od adulatori,
di cui dispone schierandosi col più forte, con l’Impero e gli Imperi. Non
disvela nulla sulla Chiesa, e tanto meno sull’ebraismo. Magari non c’era nulla
di cui disvelare. Svela ancor meno, anzi non svela nulla, su come funzionino
gli Imperi. Alla fine, ribadisce il messaggio, da agit-prop di guerra, delle
forze oscure, di massonerie uscite da nulla, etc., etc..
Riassumendo.
NorbertoEcco
fa opera di mistificazione sugli Imperi e si schiera con essi. Gli Imperi sono
l’inglese, mai dissoltosi ma solo metamorfizzatosi, e lo statunitentense
vieppiù pesante, con basi in tutto il mondo ed in espansione continua pur in
crisi finanziario-fiscale. Tutti gli altri sono subordinati. Chi è fuori
dall’Impero, e dagli Imperi e sotto-Imperi, è distrutto se non troppo grosso
come l’Iran, che non è Impero, né schierato con alcun Impero, oggi come oggi.
Per quanto non si possa sapere cosa possa accadergli o non accadergli domani,
viste le dinamiche nell’area.
NorbertoEcco
ci va pesante sulla Chiesa cattolica. Mentre dà solo una spolverata contro l’ebraismo
che, del resto, non conosce. Inoltre, l’ebraismo è un’ossessione in e per
l’Europa, e nella e per la cultura europea, non una presenza prepotente o
pesante, oggi come oggi, come invece la Chiesa cattolica è da sempre. Una
“finanza ebraica” non esiste. Esiste
una finanza di singoli. Una finanza cattolica esiste come finanza della Chiesa
cattolica, per quanto anch’essa, proprio perché Chiesa “universale”, non è
Stato (il Vaticano ha i limiti che ha nelle sue dimensioni e poteri, subordinato
e subordinabile ovunque nel mondo). Quella di singoli cattolici è di singoli, non della Chiesa cattolica. Sono
differenze chiave che o si confondono per ignoranza su cosa e come funzioni lo
Stato, ed entità simili, o per malafede interessata. Omertà su base etnica o
altra non vengono prima dell’interesse personale tra cui v’è pure l’interesse
alla subordinazione alla violenza dello Stato.
NorbertoEcco
è un complottista che tace, quando tace, per prudenza opportunista e che parla,
quando parla, per convenienza. Sennò i poteri del mondo lo sputtanerebbero
in due giorni e lo ridurrebbero sul lastrico in una settimana, o in poche ore, invece
che farlo euro-milionario. Per esempio, I
Protocolli vengono accreditati mondialmente proprio dai britannici alle
prese, alle prese per avversarli, coi giudei in Palestina e col crescente
movimento sionista che era un attacco all’Impero Britannico quando si
focalizzava sul “ritorno” in Palestina (occupata dai britannici dal 1917). Il Times cerca di accreditarli come
autentici nel 1920. In realtà, li accredita davvero e diffonde
mondialmente quando, ossessivamente, nel e dal 1921 (16..18 agosto), li denuncia
come falsi. Il NorbertoEcco costruisce sui canoni dell’agitprop anglofono, alias si mantiene sul logocomunismo
dell’ortodossia di potere. ...Operazioni immerdatorie... ...Geni o “geni” che
si prostituiscono e prostituiscono la conoscenza o scienza di cui si dicono e
vengono detti portatori.
Quelle
degli inglesi, coi Protocolli, sono
tipiche tecniche di costruzione ideologico-pubblicitaria del nemico. Il
colonialismo britannico si fonda sull’immerdamento dei sottoposti. In
Palestina, è facile giocare ebrei, cristiani ed islamici gli uni contro gli
altri. Siccome gli ebrei vengono giudicati più pericolosi degli altri, per gli
interessi coloniali britannici, ecco che vengono eretti a nemico principale e
lo sono tuttora, per i britannici.
Per
questo, il fenomeno Protocolli è
definitivamente costruito dai britannici, in quegli anni. Ma pure questo non è l’unico
elemento. La stessa ossessione con cui i britannici, i dominatori del mondo,
presentano i giudei, da sempre, come gli assassini di Cristo (quello della
storiella evangelica), va di pari passo colla guerra spietata dei britannici
contro gli ebrei ed il sionismo. Propaganda e scontro poliziesco-militare
frontale procedono di pari passo. Prima delle colonie, v’era interesse a
derubare i banchieri ebrei, ebrei perché la bancaria era una professione
vietata ad altri, mentre varie altre professioni erano vietate agli ebrei. Ora,
ai giorni nostri, i britannici si nascondono dietro il “terrorismo islamico” da
loro stessi costruito. Inganno per una lotta che continua spietata. Ah, non
solo contro gli ebrei, bensì un po’ contro tutti, con metodi a volte simili, a
volte differenzati, o, meglio, simili nei fondamenti ma adattati a seconda
delle circostanze.
Gli
americani non sono differenti. C’è solo un dettaglio tattico. Mentre i britannici
lavorano per la distruzione d’Israele (dopo che non sono riusciti ad evitarne
la creazione) da parte dei loro arabi, gli americani hanno Israele come loro
prostituta in loco. Mascherano dunque il loro tradizionale antisemitismo dietro
la realtà di un comodo Stato-bagascia nell’area e che lavora per loro, da loro
sussidiato e che resta piccolo ed impotente proprio per la scelta della
subordinazione agli USA.
Il “mistero”,
negli USA, di sette evangeliche antisemite, all’improvviso divenute
fanaticamente pro-Israele, è tutta lì. Le religioni, sono, negli USA e non
solo, branche delle Polizie Segrete. Non appena Israele s’è sottomesso agli USA
divenendo loro base il loco, le Polizia Segrete statunitensi hanno ordinato alle
varie sette evangeliche di costruire e “vendere”, a chi se le beve, delle
retoriche pro-israeliane. I seguaci, pidocchi obbedienti, si sono subito
convertiti, per ragioni di Stato, da antisemiti ad antisemiti ma ardenti filo-israeliani.
Hanno integrato l’antisemitismo col filo-israelismo, col sionismo.
...Purtroppo, è così!
Se
sei Impero mondiale, ecco che accusi i tuoi nemici più acerrimi
(il governo/Stato britannico doveva viversi male gli ebrei...) di voler loro
dominare il mondo al posto tuo. Se sono troppo piccoli, per poterlo fare
realmente, che di meglio che inventarti e diffondere una grande quanto segreta
cospirazione. Se, poi, I Protocolli
sono già stati scritti, seppur male, e non hai voglia di
riscriverli meglio ed in modo suggestivo, fai precisamente quello che hanno
fatto i britannici con loro Times.
Del resto, riscriverli avrebbe esposto gli stessi britannici a future accuse di
fabbricazione di un falso. Render noto quello già prodotto,
fornendone pure un’interpretazione credibile, non solo esime il lettore da
andarseli a leggere. Fornisce già una interpretazione credibile e
sudente. Naturalmente “la colpa” viene scaricata sui redattori originari, non
su chi li ha fabbricati davvero diffondendoli mondialmente. Che poi, per lo
sterminio giudaico, i tedesci avessero bisogno dei Protocolli è un’altra balla colossale, propaganda di guerra e
post-guerra, da intelletuali onanisti che riducono tutto a pezzi di carta. Il
pregiudizio ed i crimini non hanno bisogno di testi con cui giustificarsi. I testi,
se proprio li si vogliono, li si fabbricano sul momento, o dopo, o mai.
Ovviamente, l’intellettuale che vive tra le carte deve sempre cercare pezzi di
carta su cui costuirci, anzi su cui masturbarcisi spiritualmente.
È
come quei filmetti in cui c’è il libro antichissimo con la formula magica che
prodigiosamente funziona appena si seguano le istruzioni scritte. Se una magia
funziona, non ha bisogno di essere scovata su un libro antichissimo. A maggior
ragione se è qualcosa che non può essere scritta, ...proprio come il delirio un
po’ o tanto paranoico-ossessivo di doninare il mondo. E che te ne fai di
dominare il mondo? Senonché, gli pseudo-dominatori del mondo, e che sognavano
di dominarlo o davvero, o di più, e per sempre, erano proprio quegli stessi
inglesi che accusavano “gli ebrei” di voler dominare il mondo, e li accusavano
di ciò attraverso un’operazione coperta come era dare una diffusione universale
ad un oscuro libercolo russo. Una forte potenza imperiale, ...ed una diaspora
solo culturalmente forte e ricca. Un Impero contro chi, solo nel 1948, dispose
di un centro statuale, di una staterello guida ...sotto controllo USA.
Perché
i britannici rendono I Protocolli
fenomeno mondiale proprio nel 1921? Perché col 1920, e l’evacuazione dei bianchi
dalla Russia del sud, in pratica la guerra civile russa, con aperto sostegno militare
britannico ai bianchi, è in pratica terminata. Per cui, i britannici non hanno
più servi sul campo che possano risentirsi, mentre d’altro canto fa comodo
denunciare gli ebrei comunisti delle Russie e premere per la rimozione se non
dei comunisti (che, con lo stalinismo, verranno sostanzialmente integrati,
seppur apparentemente un po’ alla larga, nell’area Imperiale anglo-americana)
proprio degli odiati ebrei che sono tra di loro. I britannici scelgono il
rassicurante Stalin contro il fanatico ed agente austiaco-giudaico Trotskij. Inoltre,
proprio col 1921, i britannici seguono una politica di massacri anti-ebraici in
Palestina. Danno così una qualche giustificazione ideologica più generale ai
loro arabi scatenati nei massacri anti-giudaici.
Queste
finezze erano ovviamente fuori dalla portata di un qualunque NorbertoEcco di
regime e dell’Impero concentrato sul suo best-seller del periodo.
...Quando
ormai l’ultima grande, grandissima, opera dell’eccelso NorbertoEcco era da poco
uscita, dopo una massiccia campagna pubblicitaria...
Non
sembra che l’IsaacPalenciaContini ed il NorbertoEcco si siano mai conosciuti di
persona sebbene abbiano entrambi lavorato al o per Il Manifesto. Il NorbertoEcco come commentatore segreto e distante.
L’IsaacPalenciaContini ci lavorava davvero. Il NorbertoEcco, proprio lì, non si
faceva mai vedere. Si siano poi mai visti o meno da qualche altra parte, sembra
che, all’IsaacPalenciaContini, il NorbertoEcco stesse proprio sul cazzo.
IsaacPalenciaContini
era il classico militante bolscevico-raffazzonato senza principi e senza
cultura, pronto a tutte le bassezze, ...come tutti i militanti. L’immoralità
conclamata ha sempre affascinato gli umaoidi che infatti chiamarono ciò “morale
comunista”, “rigore comunista”, o “etica [o morale, o rigore] fascista”,
“liberale”, “democratica”, “repubblicana”, etc.. Ora, l’IsaacPalenciaContini è lanciato
contro il Berluska e “la destra” sotto la copertura dello slogan Pannunzio-LibertàD’Espressione. Figuriamoci...
Alla
Polizia Segreta militare-CC, quelli vanno bene, benissimo, così. Li manovrano
come vogliono, quando ricevono l’ordine. Oppure si manipolano già da soli. ...Per
quel che devono fare... Immerdamenti di Stato, di Potere, perché le masse
stiano col regime e con l’Impero. Oramai è una macchina che in gran parte va
avanti da sola, anche se viene sempre chiesto qualche colpetto, od anche
colpone, di qua o di là, in alto od in basso, per mantenerla ben in
riga. ...Alla
Polizia Segreta militare-CC devono pur fingere lavorare. Non è che ‘La
Patria’ potrebbe fare a meno di loro. ...Se nessuno controlla che tutto vada
come deve... Eppoi, c’è sempre qualcosa. Anche ciò che va
avanti da solo deve essere controllato. Supervisioni occorrono sempre. L’Impero
ed i sotto-Imperatori nostrani hanno sempre richieste a non finire. Per cui, la
Polizia Segreta militare-CC bisogna che ci sia, se non altro come coreografia
rassicurante e per le solite porcate sia di routine che straordinarie.
IsaacPalenciaContini
era un americo-piemontico, da Pittsburgh a Torino. Pur senz’avere la tara
d’essere un finto econometrico come il padre, ne aveva gli stessi sentimenti un
po’ puzzolenti pur dietro un’affabilità formale, che era solo arte di fottere
il prossimo cercando di vendersi come suadenti irresistibili. Sindrome di
famiglia. Da giornalista del Manifesto,
era finito, ultimamente al Riformature.
Era un modo per essere maggiormente dentro il governo ed il sottogoverno reali.
Poi, col Manifesto in crisi, meglio
essere più organici al centro del già-Pci. Abituato a intervistare senza
timidezze, ma pure senza inquisività vera, i personaggi più sull’onda
del PartitoDelPane (i “Democrats” all’italiotica) ed area, e relativo
sindacato, ed a muoversi con spregiudicatezza in associazioni pregiudicate,
sembrava più un assaltatore della parola che un degustatore e
digeritore di libri. Era della cultura dell’orecchio in un’area in cui uno è colto per
definizione. S’oreccchia ciò che è pregiudizialmente definito come cultura e ci
si ritiene colti, coltissimi. Se poi si riesce a dotarsi d’uno spontaneo
linguaggio forbito, per quando neppure sia essenziale (la famiglia di
provenienza e le connessioni valgono di più), si può pure divenire grandi accademici
della Repubbliketta.
C’era
qualcosa, nell’ultimo NorbertoEcco, che stava inducendo molti a cercare di
prenderne le distanze. Ciò non nuoceva per nulla alla vendite ed alla popolarità e neppure è detto
v’avrebbe nuociuto in futuro. Erano di quei movimenti sotterranei, forse
spontanei (seppur non del tutto, in ambienti dove l’opportunismo è tutto e la
spontaneità nulla) ed inevitabili, talvolta. Era come se le Chiese d’ogni tipo,
o certune di esse, manifestassero, ora, un disagio che avevano sempre provato in
modo latente rispetto a NorbertoEcco.
Una
cosa del tipo...
...Quello
lavora per sé, mentre si limita a blandirci senza darci nulla. Anche la
sua intellettualità organica, pur senz’essere disorganica, non siamo sicuri
ci porti veri sostegni sistemici ...che sarebbe a dire per i cacchi nostri,
nostri di noi organizzati in cosche oligarchico-burocratiche-istituzionali, noi
‘il sistema’. Pur muovendosi tra conformismo e grandezza programmata a tavolino,
s’è avventurato su terreni che, senz’essere originali o
geniali o demistificatori, potrebbero rivelarsi pericolosi. Un po’ come quando
uno cerchi di coprirsi e di coprirsi troppo e, per un qualche scherzo del
destino, i cieli gli diano e ci diano delle botte che, certo, non faranno
cadere il mondo, ma sarebbe sempre meglio non ricevere. S’è gettato sui
complotti, ma solo per far soldi. Non ha concluso nulla con le sue ultime
“demistificazioni”, eppure se tutta quella merda si scioglie e emerge qualcosa,
...oppure se quel suo modo intellettual-organico di trattar le cose finisce per
mostrare almeno un po’ di quel che siamo. Avesse scritto un altro romanzetto
con qualche altra spennellatura storica invece che gettarsi sull’improbabile,
in storie troppo recenti e che hanno connessioni dirette o indirette con
l’oggi... Certo, non è un Pasolini che stava smontando e smascherando la nostra
repubbliketta fondata sullo stragismo di Stato e sulla manipolazione militar-carabiniera
di partiti, sindacati, mafie e terrorismi... Quello aveva l’intelligenza. ...Chissà come...
L’avventurarsi su terreni pericolori, fare il culo ai ragazzini, frequentare
teppaglia, avrà finito con l’aprirgli gli occhi su noi perbenisti. Qualcuno
gli avrà passato delle cose non avrebbe dovuto e lui, dal fare il
culo ai ragazzini, le ha capite e stava sbattendolo nel culo a questa nostra
fragile repubbliketta compradora. ...Se qualcuno spacca la testa al
NorbertoEcco non che ci mettiamo a piangere. Ma non ci servirebbe a nulla
dedicarci alla sua liquidazione, di cui proprio non sapremmo che farcene.
Eppure i pasticcioni di gran nome, professoroni che si credono geni e che
vogliono strafare... ...Non è che potremmo mandargli qualcuno,
anche solo a dirgliene due, oltre a mobilitare i nostri per logorarlo sui
fianchi? ...Che, se per caso fa troppi pasticci, noi non si sia impreparati,
che si possa dire che fonti qualificate avevano già focalizzato
che c’erano cose che proprio non andavano in questa sua ultima impresa
romanzaria... Non solo. Appunto. ...Mandargli uno a dirgliene due in faccia. Una
cosa come... Vediamo. Meglio trovare chi può farlo e poi
lasciar combinare a loro come mascherare la cosa. Un incontro ravvicinato con
qualcuno che gliene dica due e ci riporti la sua reazione. Non abbiamo geni.
Dovremmo fare il solito. Coglioni che riportano a coglioni, a cominciare da noi
qui, sennò andrebbe uno di noi sotto copertura professionale.
...Ecco quel che Chiese d’ogni tipo pensavano del NorbertoEcco.
-
“Colonnello, il Presidente vorrebbe che qualcuno andasse a dirgliene due in
faccia a quel NorbertoEcco, sembrerebbe... ...Insomma un po’ di sensibilizzazione
pubblica informale. Una cosa leggera. Tanto per metter appena sull’avviso
l’opinione pubblica. Vedremo dopo se è il caso di continuare e intensificare...”
...Come
al solito, gli ordini confusi ed improbabili venivano intepretati ben più di
quelli precisi, precisissimi...
-
“Qui è il Colonnello. Capitano, qui alla Presidenza sembra che vogliano saperne
di più su quel NorbertoEcco. In realtà non si capisce bene che vogliano fare.
...Cominciamo con delle informative confidenziali. Cose ravvicinate e che gli
scavino dentro, nella testa. Attivi qualcuno.”
...E
il Capitano della Polizia Segreta...
MikySantargento,
quello della Campania, lavorava già per la Polizia Segreta a
ServireIlPollo, da ragazzetto. Poi s’è fatto, col Pisscì. Fatto ricco, più che altro. Quando sei ricco, e ricco a quel modo, vedi
tutto differente. Ci sono quelli che si sono fatti ricchi e gli altri. Gli
altri sono quelli che pagano le tasse ed altro per farti ricco. Gli altri
ricchi a quel modo sono quelli grazie a cui sei divenuto ricco e ti fanno
restare ricco.
Dalla Polizia Segreta chiamano MikySantargento...
- “Tony, semo noi... ...Lo
sai il Presidente... ...No, lui non sa nulla che ti stiamo chiamando. Neppure
sa nulla di questa cosuccia... Lo sai com’è... È così occupato a seguire le
sorti di questo nostro paese sempre in crisi... C’avrà il malocchio... ...il
Paese...”
-
“Ditemi. Lo sapete che noi si collabora sempre con le istituzioni
democratiche...”
- “Guarda,
è proprio una cosuccia. Una cosa di cultura... ...Sai, quelle fondazioni che
la Presidenza segue eppoi potrebbe esserci pure dell’altro, medaglie, onori
della Repubblica... Interessava capire come si evolve l’ultima produzione
letteraria. Non è che ce ne possiamo occupare noi direttamente. Sono cose
da fini intellettuali che sono da sempre nei media e nella cultura. Appunto,
come te...”
-
“Chissà quanti ne avete già che...”
-
“Certo! Ma sai com’è... ...Interessa sempre avere informazioni da fonti
plurime.”
-
“...Non è che sia proprio il mio campo...”
- “In
genere, per queste cose generali non è che possiamo contattare ed attivare dei
professoroni in prima persona.”
- “Vi
occorrerebbe un giornalista... ...un giornalista di quelli qualunque...”
- “Tu
lo facevi già, quando il nostro ufficio ti ha conosciuto a ServireIlPollo...”
-
“Intendevo un giornalista specializzato...”
- “Tu
c’hai una struttura, una redazione piuttosto numerosa, in RAI...”
- “Lo
sapete che, ordini Quirianalizi, Vostri in effetti, siamo più specializzati sul
fronte politico e di costume.”
- “Te
lo ho detto che è per una di quelle fondazioni che il Quirianale
patroneggia...”
-
“Eddimmelo chiaro-chiaro chevVi occorre...”
- “Ci
interessa una valutazione non solo degli autori ma pure delle loro intenzioni.
Per cui si tratta di far sì che l’autore si confessi senza che neppure lo
sospetti. Lo sai che ci sono sempre premi da dare, oltre a consulenze ed
incarichi da distribuire. Non basta, al Presidente, una valutazione, come dire...
esteriore, testuale. Il Presidente vuole sapere, esser sicuro, che non avrà
soprese. Almeno per i posti e simili che dipendono dal Quirianale...”
- “Di
chi precisamente”
- “Non
è una cosa ad personam. Per esempio,
prenditi la lista dei 100 più venduti del mese. Togli gli stranieri. Vedrai
che, poi, di mese in mese, sono sempre gli stessi con qualche rara aggiunta. Se
ci metti uno a lavorarci e poi attivi altri, di tua scelta, per contattarli
personalmente... ...Guarda, più sono in testa alla lista, più circolano nelle
TV... ...Te li trovi sotto il naso anche lì in RAI. Per quelli che si fanno più
desiderare, attiva qualcuno valido che conosci tu. Sai come si fa in queste
cose...”
- “Dei
100 meno i foresti, Vi interessano a partire dai più venduti o dal fondo della
lista?”
- “Dai
più noti.”
- “...E
come... ...quando...”
- “Diciamo
che, ogni settimana, ci mandi una paginetta, una paginetta fitta, su come
procede la cosa, con le valutazioni sui vari nominativi, prima generica poi più
precisa, precisissima, man mano che li ‘intervistate’ uno per uno. Se, poi, di
uno, vogliamo dei particolari, ti chiamiano. Per cui fatti un archivietto coi
materiali. ...Come al solito, ...dai! E, ci raccomandiamo, comincia dalla testa
della lista e, poi, a scendere.”
- “Okkei”
“Asfaccimm...
Che palle!”, s’era detto MikySantargento a telefonata conclusa.
Lui
che, dalla grande Napoli, e poi tra politica, giornali e tv, s’era disinvoltamente
avventurato per il mondo del potere e dei poteri non è che fosse
proprio ingenuo, aveva subito percepito dalle prime parole che... ...Del resto,
se gli avevano telefonato... ...Lo Stato... ...Quando lo Stato, le Istituzioni,
chiamano... Nel Piscì, l’aveva subito capito, già a ServireIlPollo..., sennò carriera al
posto suo l’avrebbe fatta un altro, invece che farla lui al posto di qualche
d’un altro.
“C’è lo Stato.
Poi ci siamo noi che abbiano la funzione di consenso democratico e di cooperare
alle politiche dello Stato. Se tutti non cooperiamo al comune interesse... Beh,
se non si coprono i vari mercati e i sudditi cominciano a sfuggire ognuno per
conto suo, salta tutto. ...Ognuno deve stare al proprio posto... Quando lo
Stato chiama... Fosse stato per grandi questioni di Stato, avrebbero chiamato
gli apparati militari del Partito, il già Piscì o come ora
si chiamava come diceva il Ventroni che, non capito, venne svillaneggiato dai
soliti faziosi. Non è che non si sappia come si chiama. È che noi
siamo sempre quelli, i nostri uffici sono sempre quelli, chi ha le varie delege
ai vari settori idem. …Anche se progressivamente messi sempre più sotto
sorvegianza e direzione dagli uffici paralleli dell’Ingegnere di Repubblica, cui rendere conto (come la
PS messa sotto dai CC)... Il popolo che ha bisogno di qualcosa viene sempre da
noi. Non è che stanno a vedere come ci chiamiano. Quelli lo sanno,
o lo facciamo loro sapere, quando devono votare o li vogliamo mobilitati. ...Anzi,
volevo dire..., ...io sono io, il miliardario rosso... Il Partito non esiste
più. È esistito finche lo Stato ha voluto esistesse. Di tanto in tanto lo
ritirano fuori ...per le masse. Ora esiste solo lo Stato ed esisto io che sto
con lo Stato. ...I CC mi chamano... Ora è Il Partito che deve stare con me
perché io sto con lo Stato. E con che potere, se lo Stato mi ha fatto e mi fa
restare miliardario rosso che parla a milioni di persone e pure tuonante contro
il governo formale! ...Se ora quelli, lo Stato, mi chiamavano, era per robetta,
robetta del settore mio.” Ecco che s’era detto.
Aveva
poi messo uno della sua redazione a tirar giù la lista degli autori italiotici in
testa alle vendite, tra i cento più venduti nel mese (sia italiotici che
foresti). Era uno che capiva meno degli altri, per cui poteva essere usato solo
per le cose più esecutive. Era uno dei tanti nazi-fasci del peddé o di altre
formazioni all’opposizione. Aveva una tale concezione degli scrittori che
pensava dovessero esser tutti froci e ebrei, cosa che per lui andava in
parallelo. Infatti, suggestionato da un frase che aveva letto durante le sue
ricerche letterarie per quell’arduo compito, e da tutti quegli stranieri
venduti in italia, se n’era sbottato, col MikySantargento, quando gli aveva
dato lo stampato della lista:
- “Certo che, per sfondare sul mercato librario, devi essere
ebreo, froscio, vivere a Manhattan e devi scrivere od essere tradotto in
inglese.”
A MikySantargento
non gliene fregava nulla. ...Dipendenti... ...Impiegati... Non aveva infatti
risposto nulla. Doveva solo fare quel lavoretto per ‘La Patria’ e il suo solito
lavoro per far pubblico e, soprattutto, soldi.
Non
che ci fosse voluto molto per quella cosa degli scrittori, almeno per il lavoro
preliminare. ...Neanche per stanziare un po’, non molto, del tempo e del lavoro
della sua redazione, in RAI, per far contattare i vari autori per delle
interviste preliminari “per delle serate qui, se e quando la direzione di
autorizza.” ...Si doveva pur raccontare qualcosa ai polli.
Quelli
in testa alla lista era difficile od impossibile contattarli direttamente.
Occupati in salotti, mediatici e non, era più difficile arrivare a loro che ad
un ministro. Tanto meno per interviste preliminari. Ah, non ci voleva nulla a
trovarli, ma per inviti in trasmissione, non per quel lavoro informativo
riservato. Quelli della redazione potevano raccontare frottole ai novizi dei
giri mediatici, non ai veterani. Del resto, il senso di quello richiesto dalla
Polizia Segreta a MikySantargento, era che il vaglio doveva essere tanto più accurato
quanto più uno era in testa alla lista e che dalla testa della lista si doveva
iniziare. In testa alla lista, in quel periodo, c’era...
Quando
l’ultimo capolavoro di NorbertoEcco era uscito, era subito ufficialmente
divenuto il grande fenomeno letterario interno e mondiale del momento. Lui era
uno di quelli da contattare e da ‘esaminare’, come da istruzioni ricevute. Era
proprio quello da contattare ed ‘intervistare’ in modo approfondito quanto
prima e per primo. Tanto più che sul suo libro e su di lui se ne stavano
dicendo tante e contraddittorie. Con quella cosa dei complotti e del grande
complotto sette-ottocentesco aveva sollevato un vespaio e, per la prima volta,
qualche ambiente non proprio marginale aveva manifestato insofferenza. Non
erano i soliti critici invidiosi. Erano centri di potere, pur non i
centrali-centralissimi, che questa volta erano saltati su.
“Si
doveva proprio vedere che ci fosse sotto”, s’era detto MikySantargento, “e far
sapere alla Polizia Segreta.”
Del
resto, quelli della Polizia Segreta quirianalizia erano sempre stati ed erano
così carucci con lui. Gli suggerivano. Lo assistevano. In RAI, lui era divenuto
intoccabile. Più andava all’assalto del Berluska, come suggeritogli, più
nessuno poteva nulla contro di lui. Nessuno poteva fermarlo. E lui, MikySantargento,
diveniva sempre più ricco, ricchissimo. Si sentiva proprio bene. ‘Comunista’ e
ricchissimo. S’avvolgeva tra lenzuale morbide e profumate. Si chiavava soffici postulanti
che volevano un posto. Si diceva che il comunismo si era realizzato per
lui.
Aveva
fatto lavorare un attimo la sua redazione in RAI su come arrivare, ma in modo
informale, non necessariamente per una trasmissione, a NorbertoEcco. Non si
trovava proprio nessuno. Impossibile arrivare a lui. Lo avesse chiamato in RAI
o gli avesse mandato le telecamere per averlo in diretta od in differita,
nessun problema. Ma per quella cosa che neppure loro avevano ben capito che fosse,
non c’era proprio modo.
MikySantargento
aveva fatto mente locale un attimo.
“Che
palle!”’, s’era detto di nuovo. “Ci mancavano pure questi e questa nota
informativa profonda pure sul grande vate con l’ultimo romanzo-mattone...”
S’era
poi detto di ricorrere a IsaacPalenciaContini.
Sapeva
che IsaacPalenciaContini, come giornalista, aveva già lavorato per i CC,
direttamente od indirettamente. Del resto, ora che l’URSS non c’era più, i CC non
avevano neppure piu bisogno di contattare i giornalisti ‘comunisti’ attraverso
Il Partito. A volte continuavano a farlo. Le vecchie reti vanno sempre
mantenute attive. Ma ora, anche altre volte lo facevano, potevano pure
contattarli direttamente. MikySantargento sapeva pure che IsaacPalenciaContini
aveva intervistato un po’ tutti e non personaggi secondari. Uno dell’area loro,
della sinistra, come NorbertoEcco, non poteva dirgli di no. ...Anche se lì non
è che fosse proprio per una intervista... Per cui...
Da un
esame preliminare della sua redazione aveva visto che punti critici di questa
ultima opera di NorbertoEcco erano la chiesa cattolica, l’ebraismo ed il
terrorismo di Stato. La prima era restata più piccata, i secondi forse
recitavano. Lo Stato non lo va a dire in giro, se resta piccato. Se lo avevano
fatto chiamare... Ecco su cosa si doveva approfondire, pur senza mettere sul
chi vive l’obiettivo. ...Ciò che potesse piccare ‘lo Stato’... Per cui aveva
chiamato l’IsaacPalenciaContini. Gli aveva detto che gli occorreva una
consulenza. La consulenza consisteva in una intervista, non necessariamente
formale, una cosa non da pubblicare bensì per uso loro, interno, a
NorbertoEcco. In pratica, occorreva una cosa profonda e genuina su come
NorbertoEcco vedesse la Chiesa cattolica e l’ebraismo, sebbene fosse pure
essenziale avere una sua precisa visione delle istituzioni dello Stato, visto
il suo ultimo libro sullo Stato complottatore.
- “...Una
cosa molto, molto, approfondita.”, gli aveva detto. “Non importa come la
ottieni. Che sia una specie di confessione privata e sincera, si riuscisse mai.
Se, per caso, fosse una registrazione senza che lui ne fosse cosciente, sarebbe
ancora meglio, tanto resta tra noi. Non è per pubblicazione. Ci serve come
inchiesta preliminare interna, forse per future programmazioni. ...Guarda, lui
sarà a Praga la settimana prossima. Se rieschi ad intrufolarti... Rimborso
spese e corrispettivo della consulenza li mettiamo in conto RAI, nel budget
della trasmissione. Pagamento appena arrivi coi materiali, od anche se arrivi
senza, la cosa andasse mai buca. Ma ci occorre qualcosa, mi raccomando,
qualcosa di genuino ed approfondito e che venga dalla sua bocca e dalla sua
coscienza. Chiesa ed ebraismo, per senza dimenticare una sua visione dello
Stato, degli Stati come realmente funzionano, visto che se ne dilunga nel suo
ultimo romanzo. Come lui vede Chesa e ebraismo, e pure le istituzioni statuali.”
IsaacPalenciaContini
s’era detto che farsi una vacanza a Praga non gli dispiaceva. Fare il culo a
NorbertoEcco gli spiaceva ancora meno, anzi lo riempiva d’eccitazione. S’era
rapidamente informato su come intercettare NorbertoEcco a Praga. Era andato a
Praga e s’era messo al lavoro su come attirarlo da qualche parte dove
‘interrogarlo’ nel modo più informale possibile.
Punti
deboli di NorbertoEcco erano, s’era detto, vanità e libri, magari antichi. Che
lo interrogasse di persona s’era detto che era da escludersi perché il
NorbertoEcco lo avrebbe mandato a stendere. Dato che non era neppure per
pubblicazione, il NorbertoEcco gli avrebbe buttato lì qualche frasetta
convenzionale e lo avrebbe invitato a leggere o sfogliare il libro. Non era
quello che gli occorreva per il lavoro doveva fare. ...Sebbene, se l’approccio
diretto fosse andato male, poteva sempre inventarsi qualcosa attingendo dal
libro che proprio non ambiva leggere... ...Troppo difficile inventarsi qualcosa
dal libro e che non sembrasse presa da esso.
Doveva
trovare una casa od un locale, dove pure lui, IsaacPalenciaContini, potesse
come casualmente comparire. Ed occorreva uno od un gruppo che potesse tenere
testa al NorbertoEcco e con cui lo stesso si abbandonasse magari a delle
confidenze su come vedeva chiesa, ebraismo e Stato.
IsaacPalenciaContini
contattò Zdeněk Frýbort. Lei lo stette a sentire. Aveva avuto esperienze di
servizi, sebbene non avesse né collaborato né assunto posizioni apertamente
conflittuali. Non gli piacevano. Gente malata, corrotta e che non capisce
nulla. E non gli piacque quel sospetto giornalista che doveva scrivere un pezzo
interno su come NorbertoEcco vedeva le religioni e lo Stato, a quel che le
aveva detto. Per cui, gli disse che aveva da fare e che non poteva far nulla
per combinare o cooperare per convivi informali col NorbertoEcco.
IsaacPalenciaContini
si attivò allora per poter organizzare o co-organizzare un post
convial-informale agli impegni ufficiali di NorbertoEcco. Si accordò con
un’associazione di studenti e professori che misero la faccia con la segretaria
di NorbertoEcco. Lui, IsaacPalenciaContini, sarebbe comparso come un loro
invitato. In cambio, dette qualche soldo. Il NorbertoEcco era uso a queste
cose, che spesso si risolvevano in una bicchierata e in qualche chiacchierata
informale. Occorreva ora trovare qualcuno, qualcuno che potesse tenere testa a
NorbertoEcco, farlo parlare, provocarlo, costringerlo a disvelarsi.
Il
ritrovo della comitiva sarebbe stato un bar-ristorante nei pressi del Museo
Nazionale, in centro. Era di un ex-ricercatore universitario che, sebbene
appassionato di elettronica, aveva fatto i soldi con un’attività
imprenditoriale iniziata fortunosamente, pressoché senza soldi. Da assi di
legno, dove le prime settimane vendeva vino sfuso, lattine e bottiglie a
impiegati, studenti e turisti di passaggio, era rapidamente passato ad un
bar-ristorante perfettamente attrezzato e che gli rendeva fiumi di incassi e di
profitti. Si era così potuto ridedicare agli studi, sebbene in via privata
visto che, sia per il basso stipendio che per altre ragioni, che nessuno aveva
mai capito, si era licenziato dall’università ed era improbabile potesse mai
esservi riammesso anche avesse mai ritentato. Non che gli interessasse. Il
bar-ristorante era collegato ad internet, sebbene lui lo avesse, con apparecchi
vari, isolato sia come telefonini che da altri segnali elettronici. Lo aveva
come posto sotto in ombrello elettronico che rendeva quasi impossibile ogni
attività radio nel perimetro dello stesso. Non che fosse frequentato da gente
strana. Tutt’altro. Il pubblico era un pubblico diurno. Turisti, impiegati e
professionisti, studenti. Non era un luogo per sfaccendati. La sera, chiudeva.
Eventualmente, se v’era qualche ragione, come persone che tendevano a farla
lunga, o gruppi che gradivano trattenersi, chiudeva ed oscurava per l’esterno,
ma chi era dentro poteva restarvi e poi uscire da una porticina secondaria. Del
resto, il proprietario abitava in un appartamento collegato al ristorante, per
cui, all’ora di chiusura ufficiale, non è che dovesse raggiungere luoghi
distanti. Per le pulizie, era organizzato in materia tale che quei favori che
faceva ai clienti non fossero d’ostruzione alle stesse.
Per
tenere testa a NorbertoEcco, e per farlo parlare e parlare, a
IsaacPalenciaContini non era stato difficile arrivare a BaruchSchlosser. Non
che ve ne fossero altri. Era l’unico potesse farlo. Non aveva ben capito chi
fosse né che facesse. Ed era pure vecchissimo. Tuttavia, quando lo aveva
contattato direttamente, aveva subito capito che aveva le conoscenze e
l’eloquenza per quello che occorreva ai sui commitenti italiotici.
Lo
aveva invitato ad unirsi al gruppo, garantendogli che i costi [non grandiosi;
qualche bevanda e qualche cosa tipo rinfresco leggero, non una vera cena;
avevano pensato di far servire una vera cena solo al NorbertoEcco, se non
avesse declinato l’offerta] erano coperti. BaruchSchlosser era stato felice di
accettare una cena o mezza cena gratis ed al caldo. …È solo che non era
disponibile, del tutto indisponibile, a quello che IsaacPalenciaContini avrebbe
voluto.
Non
si sa come, ma BaruchSchlosser sembrava sapere quale fosse la missione di
IsaacPalenciaContini. E che, per qualche ragione, che IsaacPalenciaContini non
riusciva a comprendere, BaruchSchlosser non era disposto a collaborate al
trappolone informativo alle spese di NorbertoEcco. Era pure restato del tutto
insensibile, perfino irritato, a qualche accenno di prestarsi in cambio di
qualche soldo, sebbene fosse poverissimo. IsaacPalenciaContini aveva alla fine
pensato di piazzare un registratore da qualche parte e di passare a
riprenderselo il giorno dopo od a fine serata, per quanto avesse subodorato che
tirava una cattiva aria che non riusciva a dissolvere.
V’era una pila di libri sul
tavolo, quando NorbertoEcco
arrivò col gruppo. Cose
di cui non aveva pressoché alcuna idea, nello specifico, di cosa trattassero, a
parte, forse, quante titolo più evidente o qualche parola chiave aveva già
orecchiato. No, non era il suo campo. Meglio, pensò.
Noioso darne conto. Eppur lo
facciano, sperando che lo saltiate, tanto non è che sia di alcuna importanza. È qui solo per precisione.
Model-Based Engineering of Embedded Real-Time Systems. Advances in Practical
Multi-Agent Systems (Studies in Computational Intelligence). Algorithmic Randomness and Complexity
(Theory and Applications of Computability). Fluid Structure Interaction II Modelling, Simulation, Optimization
(Lecture Notes in Computational Science and Engineering). Unconventional Computation. Theoretical Mechanics Theoretical Physics 1.
Bioinformatics High Performance Parallel
Computer Architectures. Partial
Differential Equations I Basic Theory. A
Unified Statistical Methodology for Modeling Fatigue Damage. Combinatorial Computational Biology of RNA
Pseudoknots and Neutral Networks. Combinatorial
Optimization and Applications. Computational
Intelligence in Engineering. Comparative
Genomics. Introduction to Finite
Element Vibration Analysis, 2nd edition. Facing the Multicore-Challenge Aspects of New Paradigms and Technologies
in Parallel Computing. Fuzzy
Multi-Criteria Decision Making Theory and Applications with Recent Developments.
Tutti recenti o
recentissimi. Forse, un paio perfino già datati con l’anno successivo. V’era
anche un libro di storia, Жертвы
Сталинграда di Отто Рюле. Oh, pure un altro, ma su cose più vecchie, sulla
vita quotidiana di Pietro il Grande & Co., Повседневная жизнь Петра Великого и его сподвижников di Виктор
Наумов. No, pure un altro, ma su cose quasi contemporanee, da cremlinologo, Номенклатура di Михаил Восленски.
Infine, v’era pure un testo d’architettura, Guia
de Arquitectura de Sao Luis. Ilha do Manrahao e Alcantara. Guia de arquitectura
paisaje.
Sopra i libri, v’erano otto
richerche della NBER WORKING PAPER SERIES:
THE REDISTRIBUTIVE EFFECTS OF POLITICAL
RESERVATION FOR MINORITIES: EVIDENCE FROM INDIA;
MONETARY SCIENCE, FISCAL ALCHEMY;
THE IMPACT OF HEALTH CARE REFORM ON HOSPITAL AND
PREVENTIVE CARE: EVIDENCE FROM MASSACHUSETTS;
ESTIMATION AND EVALUATION OF CONDITIONAL ASSET
PRICING MODELS;
DO ENTRY REGULATIONS DETER ENTREPRENEURSHIP AND
JOB CREATION? EVIDENCE FROM RECENT REFORMS IN PORTUGAL;
CAN MILITANTS USE VIOLENCE TO WIN PUBLIC
SUPPORT? EVIDENCE FROM THE SECOND INTIFADA;
COUNTER-SUICIDE-TERRORISM: EVIDENCE FROM HOUSE
DEMOLITIONS;
IDENTIFYING SIBLING INFLUENCE ON TEENAGE
SUBSTANCE USE.
V’erano, sulla panca, delle
borsone per la spesa leggere e robute. BaruchSchlosser doveva averle usate ed usarle per il trasporto dei libri. Strano che li
avesse lí con sé, pensò NorbertoEcco,
anziché in ufficio od a casa.
Sul tavolo era aperto un
portatile con, sullo schermo, dei grafici e dei calcoli come da programma
scientifico od econometrico o tecnico o chissà cos’era. Quelle cose che nei
film fanno grande impressione allo spettatore medio, pensò NorbertoEcco. V’erano pure dei fogli, affianco, buttati
lì, con formule, calcoli forse con matematiche avanzate e qualche commento.
Come stesse facendo delle prove, magari dai libri che erano lì. O che stesse
scrivendo un manuale od un saggio. Cosa che infatti attrasse la sua attenzione
curiosa e sospettosa era che i libri, pur ottimanente tenuti, sembravano tutti
intensamente lavorati, con fogli con commenti, formule, calcoli, che ne
infoltivano le pagine tra cui erano. Non solo i libri scientifici, pure i
quattro d’altro genere.
Uno scienziato, si disse NorbertoEcco. Anche curioso d’altro, visto gli altri quattro
testi. Si tranquillizzò. Nonostante i quattro testi “eretici”, in aggiunta agli
scientifici che sembravano dominanti, non c’era nulla che invadesse il suo
campo od avesse vere intersezioni con esso, secondo la sua valutazione. Si
disse che forse voleva un autografo od, al massimo, quattro convenevoli. Era
ciò che sperava. C’era un clima, attorno a quella specie d’invito, che non gli
era piaciuto né gli piaceva. Proprio per nulla. Nel contempo, non aveva potuto
sottrarsi. C’era tuttavia qualcosa, oltre ai convenevoli, che l’induceva a star
lì ed a restarvi.
Lui, il supposto
scienziato, non era lì. Stava parlottando con uno che gli dette un libro, Les éclipses de l’économie belge - Recueil
de chroniques 1999-2009, con cui tornò. Si sedette al tavolo. Si mise a
lavorare, o rilavorare, alle sue cose, dopo un generico saluto, mentre il
personale del bar-ristorante stava assemblando dei tavoli, attaccandoli a
quello dove BaruchSchlosser
era seduto con le sue cose, per permettere alla compagnia con cui era arrivato NorbertoEcco di sedersi. V’era pure
IsaacPalenciaContini, con la sua aria superiore e supponente, che, tuttavia,
non voleva dare l’impressione che fosse, o vi fosse, un trappolone per
NorbertoEcco. Il nutrito gruppo di professori e studenti avviò qualche generica
conversazione con l’ospite, col NorbertoEcco. ...Avevano un vate tra le mani...
Lui, il vate, era stato intanto “occupato” dai camerieri che lo avevano
inondato con le portare della cena mentre avevano servito qualche generica
bevanda e delle tartine per gli altri, come da accordi col ristorante da parte
di chi aveva organizzato il tutto.
La conversazione,
almeno quella con NorbertoEcco, stagnava. Quando qualche oca gli aveva chiesto
come facesse a scrivere così bene, BaruchSchlosser, come parlando tra sé e sé
aveva come bofonchiato: “Si dovrebbe chiedere ai traduttori ...o
traduttrici...” Non che l’affermazione fosse una critica al NorbertoEcco. Era
solo precisione. Se un autore è letto in lingua originale, lo si può apprezzare
o meno nei contenuti letterari e linguistici. Se un autore è tradotto, se la
scrittura è elegante, il traduttore può cercare di emularla. Se la scrittura è
legnosa, il traduttore può trasformare, se abile, un testo malscritto in
un’opera elegante. La trama non cambia. Cambia radicalmente il modo di
presentarla, a seconda di come scriva l’autore e di come il traduttore lo “corregga”.
Infatti, non impropriamente, c’è chi dice non si dovrebbero leggere traduzioni,
se si vuole conoscere ciò che l’autore abbia scritto e come l’abbia scritto. Una
traduzione è sempre un’interpretazione, una riscrittura.
Di
fronte ad un sapiente, così era reputato, come BaruchSchlosser, per quanto
umilissimo e poverissimo, gli studenti e professori presenti sembravano
intimiditi. NorbertoEcco, al sentire quel riferimento a traduttori e
traduttrici, s’era improvvisamente oscurato ed era sprofondato in un’incontrollabile
tempesta interiore. Tanto più che IsaacPalenciaContini, mentre s’avviavano in
quel bar-ristorante, lo aveva accostato e gli aveva buttato lì che c’era uno
(il BaruchSchlosser, appunto) cui “interessa parlare del tuo romanzo”. Non era
vero, ma... ...IsaacPalenciaContini non sapeva come portare avanti la missione
che gli era stata affidata da MikySantargento...
A
quel punto, NorbertoEcco, che si sentiva come un esce fuor d’acqua ed un po’
perso in quell’incontro informale dopo quelli ufficiali, era esploso in un
autentico lungo tornado interiore, tanto più che, differentemente dal solito,
non si sentiva per nulla al centro delle attenzioni, lì.
Era
proprio esploso, tra sé e sé:
“Ecco,
ora ho capito! ...Dev’essere stata quella... Sì, proprio quella! È tutta colpa
di Zdeněk Frýbort. Quella stronza. Sì, stronza! Potrei dire di peggio, ma
sono educato. Mi limito a stronza. Vecchia stronza! Me la menava sempre. Certo,
che Edoardo Sanguineti..., mi diceva. Poi continuava. Però Alberto
Moravia... Pure Elsa Morante, insisteva. Si lanciava perfino in paragoni
internazionali. Certo che anche quel Simenon... Scrivi bene, mi diceva, però si vede che
sei uno scienziato. ...Scrivi da compilatore di manuali d’istruzioni tecniche,
di tanto in tanto insinuava la stronza. Non si può pretendere
che un grande scienziato sia pure un poeta, sottolineava. Uno scienziato non può divenire
uno scrittore brillante, infieriva. Si vedeva che ce l’aveva proprio con me.
Che le avrò fatto? Le hanno fatto tradurre fior di miei libri. Dice
che ho scoperto come farmi fruttare i romanzi. Certo! Ecché, solo gli
altri vogliono guadagnarci?! Ecché, ho fatto male a scrivere tante belle e
fruttuose cose? Ma che vuole? Avrà voluto qualcosa ed ora si vendica.
Ecché, sono tutti geni mentre io sarei un po’ meno?! Epperché non li
scrive lei romanzi, invece che menarla proprio a me, se è così grande da
permettersi di sputtanarmi! Le avranno promesso qualcosa per mettermela contro
ed usarla a quel modo. Oh, questi slavi! Stalinista! Ce l’aveva proprio con me.
Ce l’ha con me! È la frustrazione d’una traduttrice contro chi produce
come faccio io e pure alla grande, senza sottrarre nulla al, anzi come
complementento del, mio lavoro scientifico.
“È un complotto, un vero complotto. A qualcuno non
dev’essere andato giù che il genio, io, si sia infine confrontato col grande
mistero della nostra epoca, I Protocolli
dei Savi di Sion. Lasciamo perdere il rabbino che in fondo ha cooperato.
Nulla di meglio che un rabbino che dica che è un romanzo
è pericoloso, pericoloso perché sembra vero e la gente vi crede. In
fondo, mi fa vendere. Accende interesse. Il fatto stesso che si sia confrontato
con me significa che nessuno può neppur lontanamente sognarsi di
tacciarmi d’antisemitismo. Non mi sarei mai permesso. Sono ben stato attento.
Coi tempi che corrono... Del resto, il mio libro neppure può offendere
gli altri, gli islamici, visto che si tratta di cose storiche. Per cui ho fatto
un piacere ai giudei, parlando bene di lor, senza offendere chi li odia. Mica c’entra
nulla con la Palestina d’ora. Mi son mantenuto pure ben alla larga dal
sionismo. ...Troia! Troia! ...Quella stalinista di Zdeněk Frýbort. Antisemita!
Fascista! Nazista! Sionista!
“C’è poco da
fare, i complotti m’hanno sempre appassionato. Più
ch’appassionato. M’hanno sempre ossessionato. Tutto è complotto.
E come si potrebbe mai vivere e progredire, soprattutto crearsi e mantenersi
delle posizioni, senza complotti. Se non complotti, ti complottano. Certo, noi
intellettuali organici abbiamo delle responsabilità, delle responsabilità sociali. Se
i vari poteri vogliono che si dica che i complotti non esistono, noi dobbiamo
dire che non esitono. Del resto, pure noi, quando complottiamo, se qualcuno
c’accusa di complottare e d’aver complottato, dobbiamo ben difenderci dicendo che
i complotti non esitono, che non complottiamo e che chi vede complotti è un
paranoico. Lo stesso vale per poteri ben più forti di
noi piccoli, pur grandi e grandissimi come me, ma piccoli relativamente a chi
ha poteri materiali mentre noi, io soprattutto, siamo geni della conoscenza e
dell’intelletto. Se questi poteri forti, fortissimi, dicono e vogliono che si
dica che i complotti non esistono, noi poveri intellettuali non possiamo che
dire che non esistono. Che è poi l’unico modo, per noi
intellettuali organici, di difendere la nostra libertà. Come
diceva quello? Innanzitutto vivere. Una volta che noi viviamo e ci siamo creati
una posizione, possiamo dire e fare quel che vogliamo, pur coi vincoli dei
poteri forti (quelli veri non le minchiate da giornali), fortissimi, e con le
nostre responsabilità di intellettuali organici. Del resto, diciamocelo, le
masse... Ma che ce frega delle masse. Se noi siamo sopra le masse, è perche noi élites
abbiano delle capacità che le masse non hanno né possono
avere. E smettiamola di dire che abbiamo dei privilegi. Ma che privilegi! Se io
devo insegnare e scrivere, alla fine guadagno meno io che devo investire in
libri e viaggi di un metalmeccanico che può fare quel
che vuole dei propri soldi mentre io, appena ho qualche entrata, ho già speso tutto
in strumenti del mestiere. Se non spendessi non potrei essere produttivo. Vale
proprio la regola marxiana del salario di sussistenza. Anzi, con la società dei consumi,
è l’operaio imperialista che vive ben al di sopra del salario di
sussistenza. Noi intellettuali, spendiamo tutto in strumenti di produzione
intellettuale. Dobbiamo farci biblioteche personali. Non è che
possiamo andare in quelle senza nulla e sempre chiuse che ci sono qui dalle
nostre parti, in Italiozia. Non siamo mica all’MIT. Infatti, là, un professore guadagna meno d’un metalmeccanico. Anche noi guadagnamo meno.
Quel poco, apparentemente in più, ci va via in strumenti di produzione
intellettuale senza cui non potremmo produrre proprio un cavolo di nulla.
“Non è che potessi
continuare a menarmela, ed a menarla alle masse lettrici, con le infarinature
storiche pur coltissime come sono le mie. Lo so già quel che avrebbero
detto. Avrebbero detto: ecco un altro romanzetto della serie ‘storia per le
masse’.
“Da quanto
è che me la menano con la necessità della militanza dura e della
partecipazione intellettuale alla guerra al terrore... Certo, che se la sono
proprio inventata bella. Beh, lasciamo perdere. Loro sono gli specialisti del
potere e del consenso. Avranno avuto le loro ragioni. Noi poveri sapienti che
possiamo farci?
“Loro
continuavano a menarcela e, soprattutto, a menarmela. ...Prima ce la menavano
con la lotta per ‘la pace’... ...Ora ce la menano con la lotta per la guerra...
“Io del resto, non è che mi sia
mai tirato indietro. E che vogliono?! Non posso certo mettermi a tirare missili.
Mi sono pure attirato delle critiche degli islamici per avere osato dire
qualcosa. E che avevo poi detto?! M’ero permesso di dire che non dovevano
troppo menarla con un’idea d’altri tempi del rispetto. E per quelle quattro
considerazioni... Appunto, non mi sono mai tirato indietro. Eppur non posso
certo rischiare che qualche fanatico... Si sa come siamo noi intellettuali. Più grandi
siamo, più in tanti, molti, troppi, magari segretamente, ci
invidiano. Non che lo ammettano. Neppure se lo ammettono. Però ci
invidiano. È la condanna di noi geni. Essere sopra alle masse, ed alla loro
volgarità ed ignoranza, ha dei rischi, tanti rischi. Naturalmente,
non ammetterebbero mai di invidiarci. Lo sublimano o filtrano in vario modo.
Appunto, e se poi qualcuno, fanatico, mi viene a tagliare la gola... Noi
rischiamo, siamo generosi, non ci tiriam indietro. Ma neppure possiamo dare
scuse a chi sogna di farci la pelle. E se poi qualcuno lo fa davvero, con me?
Poi dicono che hanno colpito il simbolo. Però, intanto,
poi sono io e solo io che ci vado di mezzo. Sono sempre in giro, con folle e
tra folle accalamanti. E se uno si infiltra e mi viene addosso? Noi siamo
generosi. Ci esponiamo. Ma nessuno ci difende. Eppure non ci risparmiano. Non
mi sono mai risparmiato, neppure con questa ‘lotta al terrore’ che ormai sembra
la politica ufficiale dei prossimi secoli.
“Se
facevo uno dei soliti colti, coltissimi, romanzoni storici, trasudanti di cultura,
magari se ne uscivano che sono estetizzante, che me la meno con un genere di
nicchia, che uno può andare al cinema a vedersi un film storico, che mi tiro
indietro dalla guerra al terrore. ...Anche i film storici non è che si facciano
sa soli, senza esperti che sappiano le cose... Che potevo fare per pormi
all’avanguardia della lotta, pur con gli strumenti tipici dell’intellettuale,
del genio, e pure coltissimo, quale io sono. Come diceva quello?! Entrare piedi giunti?! Ecco, io dovevo entrare a piedi
giunti nella lotta intellettuale al terrore. ...Un libro sul complotto, sui
complotti... Beh, meglio evitare i tempi nostri. Se andavo troppo distante,
magari mi linciavano ancor di più gli stessi preti, per non parlare degli Stati
e di chissà quanti altri..
“Che
di meglio che porsi tra il ‘700 e l’800, con un inequivocabile schieramento di
campo. Mi facci ebreo. No, non sul serio. Mi getto in tutti i complotti di
un’epoca non distante, ma non troppo vicina perché qualcuno si
offenda, anche se qualcuno s’è ombrato egualmente. E poi, tratto da genio quale
sono il tema cruciale della nostra epoca.
I Protocolli. Sì, I Protocolli.
Così si vede, si capisce, che nel nostro scontro epocale di
guerra al terrore io mi schiero, e mi schiero dalla parte giusta che è quella dei
giudei.
“Oh,
che schifo! ...No, non proprio schifo. Io amo il giudeo, purché non sia il
Giuda che tradisca Gesù, così come amo Il Partito (più Il Principe, invero!) e
la nostra cultura occidentale. A pensarci bene, quei giudei ortodossi, e pure
la cultura, anche di quelli vestiti come noi, trasudano d’Arabia. Altre epoce
ed altre culture... Ma che importa? Io devo schierarmi dalla parte giusta. Oggi
la parte giusta è quella che ha Israele dalla sua parte. ...Pure Il
Partito s’è ora fatto giudeo ed americano, anche se deve fingere il richiamo
arabico...
“No,
non dovevo farmi immischiare in beghe dei nostri giorni, che non posso mettermi
contro i filo-palestinesi, che sono moltissimi pure tra i miei lettori. La
prendo alla distante. Complotti del ‘700 ed ‘800. Metto tra di essi, anzi al
centro d’essi, I Protocolli. Io
dichiaro che mi ha sempre affasciniato il falso terribile dei Protocolli e che mi sono assegnato il
compito, con questo mio ultimo colpo di genio, questa mia ultima, fino alla
prossima, opera para-letteraria, di smascherare il più terribile
complotto dei nostri tempi. Eccomi, senza rischi e danni, schierato con la
guerra al terrore. Vorranno mica che vada ad ammazzare terroristi. Noi
intellettuali lavoriamo a questo modo, con l’intelletto. E questa mia trovata è davvero
geniale. Ho fatto un altro capolavoro, e ortodosso al 1’000%, con la guerra al
terrore ed in difesa del nostro modo di vivere. Beh, che non si pretenda che io
scriva di tali banalità sul ‘nostro modo di vivere’. Io devo difendere il mio
modo di vivere, che è la mia vita di genio da queste parti, e cosmopolita visto
che sono pure riconosciuto come personaggio mondiale. In questo modo, lo faccio
in modo eccelso. Tirature e traduzione testimonieranno la genialità di questa mia
impresa. A chiunque possa mai criticarmi con la scusa della guerra al terrore,
potrò sempre contrapporre questo libro sui complotti, falso dei Protocolli incluso, ed interpretarlo e
farlo intepretare come lo schieramento netto ed inequivocabile di un genio a
difesa della nostra civilizzazione in pericolo e sotto assalto. Io stesso ed
altri potremo interpretare una tale mia opera a questo modo, se e quando
necessario. Cambiasse mai il vento, la si potrebbe interpretare pure in altri
modi...”
“...Oh,
le mie radici...”, continuò, sempre tra sé e sé.
“Alessandria
non che fosse Alessandria d’Egitto ma era il comunque il Piemonte londinista
che aveva sodomizzato la penisola italica. Se Londra ti offre di annetterti
aree destinate ad essere neutralizzate non è che puoi
dire di no. Se i Savoia non avessero afferrato l’occasione, gli inglesi
avrebbero realizzato l’opzione B. Avrebbero magari creato un loro Re, un
qualche loro Mazzini, in Sicilia, lì fondato i patrioti dell’Unità Italiotica,
creato un loro Regno del Sud, poi del Sud-Centro ed infine di tutta l’Italiozia
Unita. Il primo Re d’Italiozia, invece che parlare francoPiemontico avrebbe
parlato siculo. Che cambiava? Meglio, per loro Savoia, che il Re di Savoia
abbia afferrato l’occasione ed io sia nato nel Piemonte ch’unificò Italiozia.
“Eppoi,
la provincia, per piccole dimensioni, m’insegnò a pensare in piccolo. Altri
pensano in grande come evasione dal localismo. Io no. Imparai subito e pensare
in piccolo. Capii subito tutto. È per quello che divenni rapidamente un
grande. Il mondo, lo capii subito, è la mia tasca. Il resto è accessorio e
strumentale.
“Ardente
fascista da piccolo, mio padre m’invitava prudentemente alla prudenza. Non
poteva essere esplicito con un giovanissimo fanatico quale io ero. Avrei potuto
denunciarlo alla maestra, e lei al PNF ed all’Ovra. Mi diceva, sottilmente, che
era contento di vedermi così fascistissimo, ma di non dimenticare
che il fascismo era più grande di come io lo vedevo. Mi diceva che c’erano il
Re, i CC, la polizia, le forze armate. Capii cosa voleva dire quando, a giusti
undici anni e mezzo, per poco non crollai. Un bel giorno, ci raggiunse la
notizia che il Duce era stato destituito ed arrestato. C’era il Maresciallo
Badoglio, nativo della provincia di Asti. Appunto, il Re era ricorso prima ai
CC e poi all’Esercito. Chissà se mio padre lo sapeva già di suo
quando mi fece quel discorso strano. Io stetti male. Avevo un Duce. Ed ecco che
scompare come un delinquente. Ad Alessandria, ma pure altrove, appena la
notizia che il fascismo non c’era più fu diffusa, si camminava sulla spille
e su altre simbologie fasciste di cui tutti all’improvviso si disfacevano.
“Superato
lo sgomento, divenni badogliano. Mio padre me lo ridisse che avevo ragione,
tuttavia la guerra era ancora lunga ed eravamo sempre alleati della Germania.
Chissà come faceva, lui, a capire tutto. Ebbi un nuovo colpo
quando, poco dopo, il Re e Badoglio scapparono, la guerra sembrava finita, ma
ecco che comparvero i tedeschi e, poco dopo, pure Mussolini, riapparso. Tutti
quelli che avevano buttato via le spille ed altre simbologie ridivennero
fascisti. Non tutti. C’era chi era fascista ma pure antifascista. Si sapeva che
c’erano partigiani e resistenti anche se non è che si
vedessero. Si sapeva pure che ormai gli inglesi e gli americani, seppur
lentamente, stavano risalendo la penisola. Più
s’avvicinavano, più i pro-tedeschi pensavano al dopo. La Chiesa organizzava
i suoi. Si sapeva che c’erano comunisti di Stalin e tutti quelli che c’erano
prima del fascismo che, pur timidamente, si preparavano al dopo. I tedeschi facevano
paura. Ma si sapeva che stavano perdendo. Era solo questione di tempo. Anche,
mio padre, pur con la tessera del fascio pure ora che c’era la RSI, lo sapeva.
Frequentava riunioni dal parroco. Si parlava di Democrazia Cristiana. Si
dicevano che, quando la guerra fosse finita, ci sarebbe stato da ricostruire e
che la Chiesa aveva certo da dire la sua, doveva dire la sua. Già prima di
Mussolini, la Chiesa aveva il suo partito, o più d’uno. Poi, lo aveva mandato a
quel paese quando Mussolini s’era piazzato ben solito, e con decisivi appoggi
inglesi e francesi, al governo, pur col Re che lo sovrastava. Quando Mussolini
aveva cominciato a perdere, coi tedeschi, ed il Re s’era reso conto dell’errore
d’aver tradito gli inglesi, pure la Chiesa, col 1942, s’era data da fare per il
dopo. Una grande burocrazia deve sempre pensare al dopo, quando un presente
volge al peggio.
“Pure
Badoglio passò. Io scoprì, poi, che non era privo di doti. Anzi
aveva meriti da vari punti di vista, sebbene l’Esercito fosse stato ridotto
ancora peggio come già era da un Mussolini che, poi, all’improvviso, pretendeva
dallo stesso vittorie di cui vantarsi coi tedeschi. Badoglio glielo disse che
non era possibile, ma Mussolini s’intossicava coi suoi stessi sproloqui sui
prodigi della fede fascista. Badoglio non era comunque un politico. Era solo un
militare che s’era trovato ad essere usato da un Re che non sapeva più che fare e
che, inoltre, non aveva il coraggio di fare. I tedeschi avevano avuto il tempo
d’occupare la penisola. Gli Alleati stavano lentamente progredendo. Quando
c’era da combattere, il Re scappò e si portò appresso lo
stesso Badoglio. D’altro canto, gli inglesi bruciarono qualunque possibile
resistenza militar-italiotica contro i tedeschi conclamando in anticipo che
Italiozia era passata dall’Asse agli Alleati. Lo sbandamento era stata la cosa
migliore da farsi. Tutti capirono e cercarono di sottrarsi alla guerra che pur
continuava.
“Io
ebbi un altro crollo. Col Re e Badoglio che scappavano ed i tedeschi che ora ci
trattavano da traditori e cialtroni. Mi rifugiai nella Chiesa, Anche lì, mio padre
che da fascista moderato s’era riscoperto cattolico antifascista, mi disse che
era giusto pensare a Dio (cioè, concretamente, buttarsi coi preti,
con la Chiesa e la sua DC) ma senza tagliarsi i ponti col resto del mondo.
Intanto si doveva obbedire ai tedeschi. Si sapeva che gli inglesi lanciavano
armi ed organizzavano terroristi. Alla macchia c’erano in tanti (pochi seppur
di tanti orientamenti differenti), ma si sapeva che i comunisti erano i più arroganti
fatti forti da Stalin che era alleato cogli inglesi&americani e che stava
cuccandosi gran parte dell’Europa dell’Est e Centrale. Quelli di GL erano i terroristi
più agguerriti, ma capii quello che mio padre voleva dire
quando arrivò il giorno della cosiddetta liberazione e sfilarono masse
di comunisti armati. Tutti i fascisti più sfegatati erano divenuti,
all’improvviso, comunisti di Stalin e Togliatti. Comunisti sfegatati, ora. GL
era scomparsa, finita la guerra. I comunisti assorbivano tutto. Gli inglesi e
gli americani avevano riempito di soldi e di immobili sia i democristiani della
Chiesa che i comunisti. I comunisti erano stati riempiti pure di armi. Si
capiva che gli inglesi e gli americani, pur cercando di far vincere i loro,
dunque in qualche modo i democristiani, preferivano per vari motivi e sotti
vari aspetti i comunisti. Segretamente volevano i comunisti quali loro
fortissimi alleati proprio perché non si fidavano che i politici dei
preti, forti della copertura della Chiesa, dessero abbastanza il culo a loro
anglo-americani che avevano vinto. Si dicevano che, senza i comunisti forti, la
Chiesa avrebbe potuto fottere loro vincitori anglo-americani. La guerra fredda non
cambiò molto. Anzi. Fu la scusa degli anglo-americani per
inquadrare democristiani ed annessi nelle milizie paramilitari del SIS e della
CIA[OSS fino al 1947]-FBI. Creato il nemico sovietico, gli inglesi si pongono
subito il problema di lanciare la nuova guerra, questa una finta-guerra, contro
di essi per continuare a fottere il continente ed il mondo. La nuova politica
contro l’alleato è esplicitata col 1946, anche se in molti tendono a datare
la guerra fredda col 1947. Gli inglesi, che vivono di questi giochetti, sanno
che appena la guerra contro i tedeschi è vinta se ne deve subito aprire
un’altra contro i russi cui hanno regalato mezza Europa proprio per rovinare
tutta l’Europa continentale. Idem, mutatis mutandis, in Asia ed altrove.
“Io,
pur stando coi preti ed i democratistiani, lo vedo che i comunisti di Stalin e
Togliatti hanno un potere che viene loro dato da qualche entità superiore ai
governi italiotici e che cresce, nonostante la guerra fredda. Gli inglesi e gli
americani organizzavano noi, ufficialmente, mentre mantenevano ottime relazioni
coi ‘nemici’ comunisti. Certo, lo facevano usando interfacce. Chessò, Cambridge
era stata fatta divenire ‘comunista’, comunista della monarchia britannica
naturalmente, già ben prima dell’ultima guerra, e perfino ‘stalinista’ da quando
i britannici avevano dovuto conquistare l’URSS dalla loro parte (ed avevano
optato per Statlin), come appendice del loro Impero. I comunisti di Togliatti
stanno con l’Unione Sovietica seppur, a livello clandestino ma non troppo,
hanno ottime relazioni con inglesi ed americani. Certo, che se invece di
storiucoli di partito, o comunque agit-prop, ci fossero dei veri storici capaci
di scrivere la storia di quello che è successo, anziché le storielle, le balle,
inventate dagli Uffici Pubbliche Relazioni dei centri di potere...
“C’è solo una differenza
tecnica. Noi dei preti ed altri siamo inquadrati in strutture paramilitari e di
miliziani del SIS e della CIA. SIS e CIA controllano, in vario modo, sia i
nostri vertici che le nostre strutture (sia politiche che sindacali) ai vari
livelli (sia centrali che locali), anche se la Chiesa cerca di bypassare, per
quel che può e quel che ad essa conviene, questi controlli totali altrui tra i
suoi. Il PCI e la CGIL promuovono una cultura para-sovietica mentre, a livello
di vertice hanno rapporti di cooperazione e subordinazione coi CC, la Polizia,
e con il SIS britannico e la CIA. In pratica, il PCI ed area lavora per gli
stessi cui lavoriamo noi, ma senza che il loro singolo militante lo sappia. Più si sale
negli apparati PCI-CGIL, più la cosa è risaputa
anche se nessuno può e vuole parlarne. Uno lo sa e se lo deve tenere per sé. Sennò è liquidato.
Io che ero impegnato nell’Azione Cattolica, all’Università, dunque a
contatto pure coi comunisti, queste cose le vedevo. Moderati fascisti sono
divenuti democratistiani e laici. Fanatici fascisti sono divenuti fanatici
comunisti e laici. Ma c’è la doppia morale in tutti. C’è solo gente
che deve preservarsi il posto. Cambiano le tessere e le fedi conclamate, ma i
personaggi sono gli stessi. Qualcuno ti aggredisce con veemenza verbale, se
anche solo chiedi. Altri te lo dicono sottovoce o te lo fanno capire che devono
pur vivere. Prima per vivere occorreva la tessera del PNF non a caso chiamata
tessera del pane. Poi, ora, per vivere occorreva aggregarsi a cattolici,
comunisti e laici che si tripartivano tutto. Non potevi stare fuori. Chi sta
fuori è fottuto, a meno di non essere in qualche cosca superiore
allo stesso sistema dei partiti. Chi stava fuori era fottuto prima, durante il
monarco-fascismo. Chi ne sta fuori è egualmente fottuto ora, con
l’antifascismo non meno compradoro del fascismo. Sono cambiate solo etichette e
slogans. Ah, c’erano e ci sono i puri naturalmente. Erano liquidati prima. Sono
liquidati ora. Non sono puri. Sono sono fessi. Evidentemente, volevano restare
disoccupati e condannarsi alla scomparsa civile e culturale. Mi stavo
laureando. Volevo restare nel settore culturale ed accademico e costruirmi lì una
carriera ed una vita. Mi sono trovato coi preti, ma lo vedo bene che i
comunisti hanno il controllo del settore culturale con promozioni e coperture
anglo-americane. Gli stessi anglo-americani che hanno imboccato la via
ufficiale dello scontro con l’URSS hanno una apparentemente strana predilezione
per gli intellettuali comunisti d’occidente ed ancor più dove ci
sono forti partiti comunisti. Ne dicono loro, ufficialmente. Ma li sussidiano
in mille modi. ...C’è quel tizio che va a dire in giro che sono patti di Teheran. In effetti...
“Del
resto, ci sono forti partiti comunisti, da qualche parte, perché gli
anglo-americani li hanno inondati di soldi, immobili e posizioni di potere. In
Italia, ci sono apparati comunisti enormi e che costani cifre enormi. I soldi
di Mosca non coprono quasi nulla. Sono spiccioli.
“Mio
padre me lo diceva di avere le convinzioni del momento ma d’esser cosciente che
i momenti cambiano. Pur da bimbo lo ho presto capito. Ora mi stavo avviando
alla laurea con una tesi sull’estetica di Tommaso D’Aquino. In fondo, Tommaso
aveva conciliato Aristotele al cristianesimo, cioè la tradizione classica al
potere dei tempi. Il potere va sempre rispettato, per non avere guai. La
cultura profonda, classica, va conclamata come subordinata ad esso. Il potere è contento.
Non ci sono eresie. Tutti sono felici, incluso l’intellettuale che, senza
eresia, può far quel che vuole (sempre che non pesti i piedi al
potere, ai poteri) e godere dei vantaggi della sua cultura. Ragione e fede,
cioè opinioni personali e potere, sono conciliabili. Se poi la ragione si trovi
mai in contrasto con la fede, col potere, essa deve cedere alla fede, al potere.
Cioè, se i punti di vista personali entrino poi in rotta di
collisione col potere, ci si deve sottomettere al potere, od almeno far sì che
il potere pensi che uno è sottomesso. Il potere è contento.
Noi possiamo continuare a godere dei privilegi d’essere intellettuali. La
filosofia tomistica è la filosofia dell’essere, non del divenire. Noi viviamo
oggi. Chi pensa troppo al divenire, pur con laurea in filosofia può andare a
fare l’impiegato delle poste, od il supplente alle medie, o l’operaio di linea.
Non erano i miei progetti. O si è o non si è. Io volevo
essere e iniziare subito ad essere. L’esperienza estetica è il piacere che si
accompagna spontaneamente alla percezione della verità, in Tommaso. Il bello ed
il buono coincidono, in un soggetto. Ciò che conviene è bello e pure buono. È
estetico. Il potere è sempre estetico.
“Nel
1954, a 22 anni mi laureai e mandai a quel paese Gedda. Lo stesso anno entrai
in Rai. Nel 1959, in Bompiani. Nel 1961, sono pronto per divenire professore
universitario. Nel 1962, pubblico Opera
Aperta che mi fa leader teorico del Gruppo 63. Basta definirci marxisti e
strutturalisti per far sborrare di goduria tutta la cultura italiotica ed
europea. Che significasse nessuno l’ha mai saputo. Era un modo per non avere
contro il PCI ma essere aperti pure a chi del PCI non era. Quando tutti sono
contenti, i grandi come me guadagnano di più, sia in
soldi che in prestigio.
“Oramai
sono lanciato. Basta seguire la corrente ascendente. Poi, molto dopo, in
pratica col 1989, l’URSS crolla, la DC anche, il PCI pure. Io vado su, anzi
ancora più sù, in Italiozia ed all’estero, UK ed USA inclusi.
“Intanto,
nel 1980, divengo scrittore. Un’ambientazione medioevale in forma letteraria.
Ottimo per essere tradotto in tutto il mondo. Il mio libro fa prestigio averlo
in casa. L’importante è che tutti ne parlino. Prodigi della macchina
pubblicitaria! Non importa se pochi lo leggono. Fan così con tutti i libri, non
solo coi miei. ...Oh, le masse...
“Nel
1988, sono pronto per i complotti. Basta dire che si è contro i
complotti, che si scrive per denunciarli e smascherarli, e si può dire quel
che si vuole. I CC, cioè il potere, sono contenti. Ed io faccio un mucchio
di soldi. Basta non parlare di complotti reali, veri, quelli che il potere fa
ogni giorno per metterlo in quel posto alle masse. E perché dovrei? Io, come
loro, mangio sulle masse. Anzi, più di loro, anche se tutto se ne va per le mie
necessità culturali, di manovale, seppur un genio, della cultura. ..Mi basta
continuare a mangiare su di esse. ...Un po’ di massoneria...
“Un po’ di cultura sotto forma di luoghi,
tradizioni ed altro, anche solo inventato, pur se io mi baso su documenti (i
‘si dice’ messi per iscritto, spesso), per cui è un inventato, forse, ma
vero-inattaccabile (da un punto di vista ‘storico’), ed ecco che ci sono gli
ingredienti per un altro successo. Della serie: dopo otto anni il grande NorbertoEcco
è ritornato. ...E con un bel volumone, volumone perché scritto grosso, dunque
in pagine di fatto piccole (come numero di caratteri), per chi lo apra. Tutti
vogliono un tale libro in casa. Basta che sia in lingua piana e ben leggibile,
per i giornalisti non si accontentino dei suntini degli uffici promozionali.
Basta l’illusione della cultura. Non che io non sia un genio. È che intanto le
masse non comprendono nulla. Loro si berrebbero tutto.
“L’importante è che il prodotto sia facilmente
accessibile. Uno deve capire, come lingua, in qualche modo, ciò che legge.
Vanno evitate le asperità. Se lo legge una maestrina, deve trovare una
scrittura secondo i canoni formali, sempre che la maestrina li conosca. Uno
deve potersi sdraiare su una poltrona, un divano o su un letto ed addormentarsi
col libro in mano. Della serie... Che hai fatto ieri? Mi sono addormentato/a
con Eco fra le gambe. Un’altra cosa da tradurre in tutto il mondo. Della serie:
ecco l’opera d’un grande professore ed intellettuale, e pure scrittore eccelso
per le masse sia colte che semplici, e, soprattutto, d’ogni orientamento o senz’opinioni.
...E così via. Lo dico
in Baudolino. Mai dire la verità perché sennò ti
lapidano. Il lettore vuole essere abbindolato dallo scrittore. ...Non solo
dallo scrittore. Io lo abbindolo.
“In
Italiozia, un grande intellettuale deve essere impegnato. Quando il CC segreti
avevano bisogno di supporto intellettuale allo stragismo fascista per
alimentare il nascente terrorismo comunista (voluto dagli stessi e dalla NATO;
...oh, non dobbiamo dirle queste cose!), eccomi a tuonare contro la polizia.
Quando ormai il terrorismo rosso era ben lanciato e ben usato per
destabilizzazioni NATO e faide interne di potere, eccomi a far la parte
dell’intellettuale responsabile schierato contro la violenza. Senza eccedere,
naturalmente. Non è che volessi finire gambizzato o peggio. Basta seguire il
flusso e, nel flusso, senza mettersi contro le minoranze attive (o che sembrano
tali), oltre a non mettersi contro Il Potere, promuovere se stesso.
“Se
c’è una grande purga (non è certo stata la
prima, neppure l’ultima, quella di ManiBollite!), associarsi all’avvenuto. Se
alludere al populismo berluskoniano ti dà o ti mantiene credenziali a sinistra
senza offendere nessuno a destra, perché non dirlo, ...se Il Potere reale è
contento?! Un po’ d’anti-imperialismo di facciata prendendosela, ma non troppo,
con Bush fa parte della stessa logica di convenienze senza inconvenienti.
Meglio sempre fare i conciliatori tra culture e religioni, anche senza dire poi
nulla d’originale in merito. Fa parte del marketing. Se devi vendere, vendi a
più gente che puoi. Se vivi in ville o palazzi sfarzosi, e giri in ambienti
dove sei protetto, puoi permettersi d’essere universalista di facciata. Del
resto, tra classi alte e loro intellettuali, ci si mette sempre d’accordo. Gli
scontri d’inciviltà sono per le masse coglione e credulone. Se al potere
servono contrapposizioni, servono pure quelli come te che stanno col potere
senza fanatismi. Basta non entrare mai nel merito delle cose e del potere. Non
è che mie eventuali convinzioni io debbe dirle in giro. Massimizzo i miei
profitti a questo modo. Perché danneggiarmi per il narcisismo di pensare
davvero e d’essere davvero. Come vivrei se nessuno mi chiamasse più e se non
avessi una lista sempre piena di impegni intellettual-culturali? Che panico,
avessi mai una giornata vuota, tutta per me! Che farei?”
...Un
lungo monologo, eppur coi tipici linguaggi simbolici della mente, come quando,
in situazioni estreme, o nei sogni, tutta la nostra vita, o lunghe vicende, si
concentrino in pochi istanti, mentre BaruchSchlosser si era assorbito dalle sue
letture, scritture ed esperimenti, e l’allegra compagnia ciarlava senza
interferire in quel concentrato ed improvvisamente introverso NorbertoEcco.
IsaacPalenciaContini
non sapeva bene cosa fare. Doveva innescare una conversazione accesa, estrema,
piazzare il suo registratorino in un punto sicuro che aveva già individuato
sotto al tavolo e poi tornare a riprenderselo dopo avere finto indifferenza per
quello si fossero detti. È solo che BaruchSchlosser non sembrava
particolarmente cooperativo. Del resto, aveva già manifestato avversione
sebbene, si dicesse tra sé e sé l’IsaacPalenciaContini, non è che BaruchSchlosser
potesse davvero sapere...
IsaacPalenciaContini
non sapeva da che parte cominciare.
Si
avvicinò a NorbertoEcco... Dopo alcuni convenevoli:
- “BaruchSchosser
era veramente interessato a discutere del tuo libro... ...Oh, ora è così
occupato con le sue cose. ...È fatto così... Dai, vieni, che vediamo che stia
facendo...”
Con
grande fatica, l’IsaacPalenciaContini riuscì a trascinare un esitante e
perplesso NorbertoEcco fino a BaruchSchosser ed a farglielo sedere affianco.
Lui, IsaacPalenciaContini, si piazzò dall’altro fianco.
Di
nuovo, l’IsaacPalenciaContini non sapeva bene da che parte cominciare ora che
era con tutti e due. Separatamente poteva dire a ciascuno di loro che l’altro
amava avere una discussione letteraria. Ma ora che eran tutti e due presenti...
- “Oh,
professore, che sta facendo...”, buttò lì l’IsaacPalenciaContini a BaruchSchosser.
BaruchSchosser,
sbottò secco:
- “Non
sono professore. Non lo sono mai stato.”
Al
ché, fu NorbertoEcco che sbottò:
- “Ma
tutti questi libri...”
- “Appunto...
...Non ho un ufficio... ...Sennò non mi porterei tutta questa roba dietro.”
Senz’alcuna
connesione logica con la riposta, ma per sfruttare l’assonanza per appagare la
propria curiosità, NorbertoEcco incalzò, seppur indirettamente (anziché
chiedere direttamente come mai avesse tutti quei libri lì, in un locale
pubblico, un bar-ristorante), con un illogico:
- “Chissà
quanti libri che ha a casa...”
BaruchSchosser
lo squadrò e rispose pacato:
- “Ho
capito, si chiede quello che io faccia qui con tutto questo materiale.”
Eloquentissimamente,
NorbertoEcco arrossì tutto.
- “È
molto semplice. Non ho una casa. Vivo in un bugigattolo... Qui era gratis,
oggi...”
NorbertoEcco
era come si fosse momentaneamente chiuso le orecchie. Quello aveva appena
ascoltato non rientrava nei suoi canoni. Non vi credette. Lo prese come una
scusa per non parlare della cosa, per nascondere qualcosa.
Anche
l’IsaacPalenciaContini si chiese un classico: “Ma chi mi hanno raccomandato
come il genio che, unico a Praga o nel mondo, che potesse tenere testa e
finanche prevalere su un NorbertoEcco? ...Un quasi barbone?!” Naturalmente, se
lo tenne per sé. Oramai era lì per combinare qualcosa per quella sua missione.
Per cui cercò di spingere la situazione che non si creava:
- “Il
nuovo capolavoro di NorbertoEcco scuoterà pure la cultura praghese...”
BaruchSchosser
lo guardò con una contrazione perplessa delle sopracciglia, ma non disse nulla.
- “Non
è d’accordo?”, disse l’IsaacPalenciaContini, diretto, a BaruchSchosser.
- “La
cultura è una cosa difficilmente definibile, su cui influisce tutto e nulla. La
lingua si evolve. Le architetture in genere si stratificano. Le biblioteche
stanno lì variamente usate per ragioni varie ed ora, oramai, si
digitalizzano... I pensieri delle gente sono prodotti mediatici, mediatici ai
vari livelli dell’industria mediatica. Chi la controlla non è un consiglio di
saggi o di vati, né uno o più d’essi, ma
semplicemente altra gente comune solo ben più ricca della massa, meglio... neppur’essa
ma chi ad essa risponde o crede di rispondere...”, rispose BaruchSchosser. “...Non
c’è nulla si peggio di chi serva e cerchi di compiacere quello che pensa il
padrone pensi e desideri...”, aggiunse enigmatico.
NorbertoEcco
lo fissava intensamente per vedere dove volesse andare a parare.
L’IsaacPalenciaContini
se ne uscì con un improvvido: “In effetti, non La ho vista alla presentazione
all’Università.”
BaruchSchosser
aspettò che NorbertoEcco se ne fosse uscito con un diplomatico: “Era la sede
giusta per commentare il mio ultimo lavoro...” e poi andò giù pacato e
pesantissimo, eppur, stranamente, all’improvviso, familiare:
- “Caro
NorbertoEcco, direi che, in Italia, là da Voi, o pure più in alto, c’è qualcuno
che ti vuole bene o che ti vuole male, comunque preoccupato di quello che tu
pensi. Per cui, il caro IsaacPalenciaContini ha detto, a me, che tu volevi
parlare con me, che son Mister Nessuno, ed, a te, che io, Mister Nessuno,
volevo parlare con te, una celebrità mondiale.”
NorbertoEcco
reagì solo un: “Per cui...” e fissò IsaacPalenciaContini che, a quella botta,
tesissimo, fissò il telefonino, finse di aver ricevuto una telefonata, se lo
portò all’orecchio ed uscì in fretta in fretta. Tanto, pensò, aveva piazzato ed
azionato il registratorino.
NorbertoEcco
non poté non rivolgersi direttamente a BaruchSchosser. Visto che questi gli
aveva appena dato del tu...
- “Come hai fatto a capirlo?”
- “Non
c’era nulla da capire... Quando si vuole capire, non si comprende nulla di
queste cose...”
- “Non
è che hai lavorato per lo Stato...”
- “Vuoi
dire come agente segreto? ...Sono la specie più idiota possa esistere. Si
capiscono e riconoscono solo tra di loro. Alias,
non capiscono proprio nulla. ...Comunque, se lui è uscito, vuol dire che ha
piazzato qualcosa. Se è un microfono a distanza, qui non funziona perché il
proprietario è un genio, già accademico e di qualità, dell’elettronica ed ha
isolato il ristorante, per quelle cose...”
Intanto,
rovistò brevemente sotto il tavolo.
- “Eccolo,
un registratorino.”
Un
registratorino che lui, BaruchSchosser, fece in mille pezzi che poi andò a
gettare in parte in alcune pattumiere ed, in parte, nel vaso del gabinetto
tirando l’acqua.
- “A
meno che non abbia piazzato altro, ma proprio non credo... ...In realtà, non
abbiamo da dirci nulla di segreto. È che lui aveva ed ha una qualche missione,
e di una certa importanza, e non certo per me.”
NorbertoEcco
si stava dicendo che o BaruchSchosser era troppo acuto o che era una
sceneggiata orchestrata con IsaacPalenciaContini per chissà quale oscuro fine.
BaruchSchosser
sorrise:
-
“Guarda, è facile... È che viviamo in un mondo di gente troppo furba, o che si
crede tale. Per esempio, tu ora stai pensando che IsaacPalenciaContini ed io
siamo d’accordo, che abbiamo orchestrato questa cosa del registratorino che io
ho poi trovato per chissà quale scopo oscuro.”
Il
NorbertoEcco incassò il colpo:
-
“Per cui non hai neppure letto il mio libro... Non che sia importante. Non è
che tutti debbano correre a comprarlo ed a leggero.” Ed aggiunse, sarcastico: “In
realtà è importante lo comprino... ...I libri hanno un valore feticistico.”
-
“Invero... Non lo ho comprato ma lo ho letto. Un .pdf trovato in rete. Oh, non
è stato facile. Ma alla fine è uscito. Non i primissimi giorni del lancio del
libro. Interessante, come testo scientifico. Mi sono davvero dilettato. Magari
razionalmente non sono d’accordo su nulla. Ma i libri ci si devono innanzitutto
godere, oppure non leggere quelli che non ci si godono, a meno che uno non li
legga per altri motivi che il diletto. Il tuo me lo son goduto.”
Non
che NorbertoEcco avesse gran voglia di stare lì. Ma visto che ormai v’era e che
gli altri, pur guardandolo ed aspettando dicesse qualcosa, parlavano tra di
loro e non prendevano l’iniziativa, né lui non è che avesse nulla da dire alla
compagnia la aveva invitato e lo stava, di fatto, trattenendo lì...
- “No,
sta tranquillo, fai quello che credi. Questo gruppo ti ha invitato qui di suo,
o quasi. È l’IsaacPalenciaContini che, poi, dopo essersi aggregato, mi ha
invitato. L’invito lo ho accettato. ...Un posto al caldo e confortevole per
mezzo pomeriggio, visto che son arrivato qui presto, e per la sera... Poi, mi
ha chiesto cooperazione ed ho detto di no. Se qualcuno ti vorrebbe nel
confessionale, se la vedano loro. Non sono cose per me. A volte, si deve avere
un’etica. Male non fa... Fascismo, comunismo, democrazia, hanno corrotto qui
come in tutto il mondo. Io, qui, ne sono passato indenne, prima ed ora. Povero
ma indenne. Non che la cosa conti... ...Meglio essere ricchi... Io non lo sono.
...Sono fesso per me, non perché altri disprezzino od apprezzino... Siamo
quello che siamo... Anche le circostanze sono quello che sono e non per tutti
uguali. Ieri ed oggi. Il futuro è sempre incerto. Sarà quel che sarà.”
NorbertoEcco
era a disagio:
- “Voi
ebrei come la vedete quella cosa dei Protocolli,come la sviscero io?”
- “Dovresti
chiederlo agli ebrei... Se ‘gli ebrei’ li incontri per strada. Ne dubito. Se
incontri un ebreo vero ti esprimerà, su ogni cosa di cui capisca qualcosa, almeno
due o tre punti di vista divergenti. Se invece incontri quelli conformisti, non
sono ebrei, sono il pidocchio medio. Comunque, ‘gli ebrei’ non esistono. O
esitono come singoli. Checché ne dicano i rabbini, il monoteismo esclude la
comunità feticcio, diuccio per idolatri. Il monoteismo o è esasperatamente
individualista o non è. Se, invece, vuoi incontrare le beghine ed i beghini
delle parrocchie, vai nelle sinagoge. Sono identici. Cambia solo la
coreografia, solo quella formale perché l’apparato concettuale è identico.”
NorbertoEcco
era gelato da quelle cose semplici-semplici che si doveva solo guardarle per
vederle, eppure nessuno le voleva e poteva vedere. Si disse che solo un ebreo
poteva avventurarsi su un terreno tanto arduo e sì minato. Per cui restò
silente.
BaruchSchosser
continuò:
- “Già ne Il
Nome della Rosa v’era il mito del libro disvelatore. Qui idem. Là viene
distrutto. Qui viene presentato come falso eppur che determina la storia. Ma
figuriamoci! Che hanno mai determinato I
Protocolli. Di fatto, tu li santifichi. Non è che vi sia
una vera connessione, storicamente parlando, ma neppure da altri punti di
vista, tra anti-ebraismo e Protocolli...”
NorbertoEcco
ebbe una reazione illogica e sconnessa che derivava da troppi retropensieri che
si scontravano caotici senza una vera sintesi:
- “Ma
che volete da me?! A che servono i promotori editoriali?! Facciamo scrivere ai
giornalisti e filosofi da media a libro paga che I Protocolli sono l’opera fondamentale dell’antisemitismo moderno
e che io, finalmente, ho smontato il giocattolo malefico...”
- “Ma
se in gran parte parli di tutt’altro...”
-
“Ecche importa. Basta dire che è tutto funzionalizzato a quanto detto. Pensate
che noia se avessi parlato dei Protocolli
e non, invece, di come si creano i complotti.”
- “Più che altro
parli di complottatori da strapazzo, quando non del tutto inverosimili. Nel
libro, non si dice nulla, propriamente parlando, sui complotti e sulla
metodologia del complotto.”
-
“Mica potevo mettermi contro i poteri dell’universo. Il mio è il solo
modo sia letterario che scientifico di trattare la questione.”
- “...Praga
è uno dei centri dell’occultismo. ”
- “Ed
ecco ci mancava che m’impelagassi in questioni troppo complicate per coivolgere
il lettore...”
- “Scrivi
complicato comunque... ...Non è detto che le cose complicate debbano essere
raccontate in modo complicato... ...Praga è la città, per
esempio, di Johann Faust, alias
Fausto da Praga, ..ma solo nel nome”
- “Ci
mancava m’impelagassi con Goethe...”
-
“No, Goethe non c’entra nulla. Johann Faust è una delle
personalità esoteriche più misteriose del medioevo orami agli
sgoccioli od appena terminato. In fondo, Goethe un po’ ridicolizza la cosa.
Sembra quasi che sterilizzi il personaggio, o lo usi solo come pretesto per virtuosismi
letterari.”
- “Io
sono, qui, nel mio ultimo lavoro, in un’altra epoca.”
- “Non è ora il caso di entrare in dettagli
troppo specialistici, ma Judah Loew ben Bezalel, il Maharal di Praga, e Maharal qui significa Moreinu ha-Rav
Loew, cioè il Nostro Maestro Rabbi Loew [1525-1609], un cabalista,
occultista in senso lato, e può essere pure in senso stretto, ...ah, un momento,
lasciatemi dire una cosa chiave sebbene, o proprio perché, del tutto non convenzionale...,
...quello che si chiama Cabala, che viene reputata ebraica ma è pure cristiana,
in realtà... ecco lasciatemelo dire in altro modo... C’è qualcosa che taluni
chiamano cabala, altri esoterismo od esoterismi, senza o con altri aggettivi, e
che poi, passando certe soglie, che sono sia focalizzazioni che livelli di
profondità od altezza o spessore... Ecco questo qualcosa, questi qualcosa
d’altro non sono né ebraici, né cristiani, né islamici, né egizi, né altro. Vi
sono solamente cosidetti, o sedicentisi, o da altri detti, giudei, cristiani,
islamici, od altri che trattano di questi esoterismi ed occultismi. Alla fine,
questi esoterismi ed occultismi li permeano e caratterizzano, anche se costoro,
per le ragioni più varie, evitino di dissociarsi, distinguersi, autonomizzarsi,
dalle etichette etniche o religiose od etnico-religiose, od altro, di
provenienza o di caratterizzazione. ...Lasciatemi ora rinominare il dr. Johann Georg Faust [all’incirca 1480-1540,
ma potrebbe esser vissuto ben più a lungo od avere avuto un doppio, nel senso
di qualcuno che veniva confuso con lui, evidentemente per esistenti
similitudini] detto pure Faust o Fausto da Praga. A Praga non deve mai essere
stato. Era un itinerante. Non sarebbe stato neppure impossibile, anzi sarebbe
stato probabile, che si recasse a Praga. Eppur non vi sono tracce. Vi sono
varie ipotesi sul suo luogo di nascita. Se lo date nato a Knittlingen, google
vi da quattro giorni e quattro-cinque ore di cammino ininterrotto fino a Praga.
Se lo date nato a Stadtroda, sono solo due giorni e tre ore. Ah, dove sarebbe
morto per un’esplosione, Staufen im Breisgau, dista cinque giorni a tredici ore
a piedi da Praga. Già all’epoca v’erano mezzi di trasporto migliori e più
rapidi che camminare. Non v’è comunque nulla che possa far credere sia mai
stato a Praga. A Praga, per qualche mistero, v’è una casa esibita come sua, ma
lui non v’aveva avuto nulla a che fare...”
NorbertoEcco
stava divenendo di tutti i colori, paonazzo, come sull’orla d’un infarto,
chiaramente in preda ad un’esplosione isterica, cominciò ad
urlare:
- “Ma
ti semba che io non le sapessi quelle cose! Le sanno tutti, sono i rudimenti!”
Era
evidente che NorbertoEcco stava mentendo. Doveva sapere pure molto meno di quel
che sembrava anche di Judah Loew di cui
pur aveva trattato. ...Nulla di male... ...Non che uno debba sapere tutto di
tutto... La Conoscenza è saper fare i conti con l’approssimazione e la
limitatezza.
BaruchSchlosser
tacque. Era divertito, seppur restasse del tutto serio e professionalmente
freddo. Si limitò, dopo un po’, ad un gelido:
- “I
rudimenti di che?”
NorbertoEcco
stava schizzando salive varie mentre cercava di dire, si reprimeva, riprendeva,
ritentava. Ancor più paonazzo ed isterico:
- “Dillo!
Dillo! Avrei dovuto parlare dell’amicizia tra i due?!”
-
“Neppure si conoscevano, almeno a quel che se ne sa. Non vi sono neppure elementi
per ipotizare che l’uno sapesse dell’altro. Le costruzioni mitologiche,
indipendente dalle percentuali di vero, nelle costruzioni sull’uno o sull’altro,
sono in gran parte successive.”
-
“Massì, che erano l’alter ego l’uno dell’altro o comunque come
due vite parallele, magari legate da qualche legame associativo occulto...”
- “Nulla
di tutto ciò, esimio NorbertoEcco.”
- “Ma
che vuoi dire allora?”
- “Sto
solo cercando di dire che scienza, religione, magia sono la stessa cosa. ...Nel
senso che sono differenti facce della conoscenza, oltre ad esse spesso
mescolate o combinate. In pratica, v’è una tale interconnessione che è
impossibile separarle. ...Sì, lo ha fatto (in teoria...) il positivismo,
prodotto dell’autocastrazione francese, della Francia vinta e sottomessa
all’Impero britannico che, per servire il padrone londinese, pur simulando
originalità di pensiero, aveva ed ha trasformato, a parole, la scienza in nuova
religione. Appunto, un impoverimento. Autocastrazione. Magia, scienza e
religione vanno e stanno magnificamene assieme da sempre. La conoscenza progredisce
ottimamente con esse unite, combinate. La religione è spinta all’elevazione
costante. La magia fa vedere altri mondi che è improbabile, impossibile, non
esistano. ...Gli UK-USA usano il solito Segreto di Stato per nascondere alle
masse, reputate minchione e da proteggersi con l’ignoranza, le prove decisive
che hanno su UFO ed altre civilizzazioni extra-terrestri... La scienza traduce
tutto in materialità che crea benessere potenzialmente per tutti. Pretendere di
separare la scienza da religione e magie per stabilire una sua piorità od
addirittura unicità è un’operazione tipicamente militarista, per volgere in
distruzione le nuova ricchezza creata. Per cui si arriva al paradosso che vaste
masse restino povere mentre le forze di produzione producono quantità immense
di merci destinate non a caso a distruggere cose e persone, dunque sperperate,
e pure per danneggare tutta l’umanità. Il positivismo, lo scientismo, sono
operazioni ideologiche e sociali per centralizzare il controllo in poche mani e
per spendere somme ed energie enormi nella costruzione di armi che sono sia una
distruzione di ricchezza di per sé che ancor più quando vengono usate. ...Un
fordismo esteso al pensiero, per distruggerlo, limitandolo, ed ai meccanismi di
dominazione sociale per robotizzate tutta la vita dell’individuo, ...che già ha
decisive propensioni alla pidocchizzazione.”
- “...Un
pacifista...”
- “Al
contrario! Il pacifismo, proprio perché assume come interlocutore il
guerrafondaismo, ne è complice. Ti opponi a quello che sostieni. Sostieni
quello che opponi.”
- “Ma
che fare allora?”
- “Fai
quel che vuoi, Non chiederlo a me. Pensate che originali quelli che parlano e
analizzano, o cercano d’analizzare, sapendo dove vogliano andare a parare! Se
uno è partigiano non può analizzare nulla con una qualche serietà. Se uno ha
un’opinione od ha già deciso di sostenere o difendere un punto di vista, che potrà
mai dire di sincero, di creativo, d’analitico, d’originale?”
- “Che
c’entra questo con me e col mio libro.”
- “Assolutamente
nulla.”
-
“Ma... allora...”
-
“Ah, pensavi che questo fosse un tribunale od un ufficio inquisitorio e che ci
fosse un processo od un’indagine su o contro di te?! No, guarda, carissimo
NorbertoEcco, io, già congenitamente libertario, più avanzo cogli anni più
divengo ancora più impenitentemente tale. Libertario. Assolutamente libertario.
Nessuno mi ha chiamato qui. ...‘L’amico’, quello che ha finto d’andarsene
lasciando il registratorino, m’ha offerto lo spuntino ma io ho detto no al
resto ed a quello sarebbe stato disposto a darmi per il trappolone o quello che
era per informative da casermette, o da casermone... Qui, nessuno mi avrebbe
mai chiamato e tanto meno per ‘processare` od ‘inquisire’ qualcuno. ...A a
parte, appunto, quei tuoi ‘amici’ italioti ma che ho mandato a quel paese, come
hai visto e già quando non potevi vedere... ...Uno spuntino senza scambio...”
-
“Ma... dunque...”, insistette ancora più confuso l’NorbertoEcco.
-
“Dunque cosa?”
NorbertoEcco
saltò sul sicuro, secondo lui:
- “Con
questo mio ultimo lavoro smaschero le trame di chi costruisce l'odio, di chi
semina odio contro gli ebrei, dei mestatori e peggio, dei peggiori dei peggiori.
Chi scrive un trattato di chimica può sempre aspettarsi che qualcuno lo
utilizzi per avvelenare la nonna. Pure chi scriva manuali di fisica nucleare o
di come friggere le carni. Ci sono sempre dei malintenzionati. Ma non credo proprio
che abbiano bisogno di leggere i miei romanzi per farsi le loro idee. Io, al
contrario, mi sono sforzato di smascherarli, di mettere in luce le loro trame
orribili.”
- “Ecco,
NorbertoEcco, ottimo pistolotto per le Pagine
Ebraiche italiotiche! ...Hanno la centrale in uno Staterello che è una
succursale dell’Impero americano, una sua base militare con scudi umani di
gente immigrata lì per i motivi più vari, e che si sta riproducendo lì, a parte
quelli che se ne sono riandati e se ne rivanno via. Sinceramente, che pensi se
ne facciano della tua ‘difesa’? Invece, per disvelare, occorre ben altro che i
tuoi costrutti!”
NorbertoEcco
cercò di rendere pan per focaccia e cercare di cambiare i termini del discorso
con divagazioni che rompessero quel senso di inferiorità tattica e strategica
da cui si sentiva pervaso di fronte all’incedere di BaruchSchlosser:
- “Anche
se il vecchio cimitero ebraico di Praga è oramai dismesso, però i morti
sotterrati ci sono sempre. ...Sarà pensare a tutti questi giudei, sarà quel leone
un po’ scimmiesco e tailandese con quello scudo che ti guarda come a volerti
irridere e, forse, portare agli inferi. Saranno le fronde oscuranti di quegli
alti sambuchi...”
Dopo
un provocatorio “...I cipressi che da Bolgheri alti e schietti van a San Guido
in duplice filar... ...Si fa presto a montare immagini di parole, retoriche, su
quel che si vuole...”, BaruchSchlosser finse d’assecondarlo:
- “Perfino
i nazisti ne furono intimoriti e lo lasciarono intatto con la scusa che sarebbe
restato come monumento per testimoniare la passata esistenza d’un popolo
estinto. La verità è ch’ebbero paura...
“...Mannò,
dai, non crederai a queste fole!!!
“È
comunque un capolavoro. Non certo l’unico. Un po’ tutte le grandi costruzioni
lo sono. Un cimitero si costruisce soprattutto per sedimentazioni successive,
dopo la strutturazione iniziale.
“Costruito
ed aperto nel 1439. Allora lavoravano sodo e rapido, sebbene un cimitero non sia
un grattacielo. In Italiozia, c’avrebbero messo almeno vent’anni a farlo, ai giorni
nostri, nella Vostra cara Repubbliketta Antifassista che tanto t’ha tanto dato
ma che, per i poveracci, fa proprio schifo come opere pubbliche e per tutto il
resto. ...Oh, gli ebrei! Chissà ch’avranno mosso per farselo o
farselo fare così veloci! Nel 1787 s’erano già stufati e
lo dismisero.
“Più di
centomila sepolti con tombe sovrapposte fino a 9 strati. Dodicimila lapidi in
genere piantate nella terra. Beh, la lapide del Rabbino Giuda il Leone figlio
di Bezalel dev’essere ben costosa e si regge sul solido. I soldi attraggono
sempre. Lo hanno fatto divenire un mago e l’onorano come un santone che faccia
ancora miracoli. ...In barba al monoteismo...
“I
nazi non ebbero tempo. In fondo, sono solo ossa. Ormai, cenere, polvere. Le
paure nascono e vivono nella testa. Lo sai come sono gli eserciti. Basta,
arrivi un ordine e, paura o non paura... ...O obbedisci o ti fucilano, per cui
tra morte sicura e morte magari probabile o possibile... Per il cimitero di
Praga non sarà arrivato l’ordine da Berlino o da altrove... Ed a Praga saranno
stati troppo occupati a far altro. Sa di leggenda, o di scusa del momento fino
a differente risoluzione, che avessero voluto tenere il cimitero come testimoninanza
di una specie estinta. Queste teoria contraddirebbe il preteso anti-semitismo od
anti-ebraismo dei vertici nazi. ...In effetti, è una storia ancora tutta da
scrivere, quel che successe nella seconda guerra mondiale... Conosciamo le
conseguenze, la cancellazione della cultura yiddish e una liquidazione di massa
di ebrei. Non sappiamo tutto il resto. Dopo Stalingrado, lo sapevano tutti che la
guerra era irreversibilmente persa per la Germania. I tedeschi, obbligati al
contrattacco dall’imminente attacco russo (questione di una settimana o giù di
lì), non erano pronti per altre guerre dell’est (avevano trattati di pace ed
amicizia che i russi spinti dagli anglo-americano stavano violando col loro
attacco del primo luglio 1941, prevenuto dai tedeschi) ed il non essersi
limitati ad una botta pesantissima per subito ritirarsi ha fatto poi loro consumare
troppe forze. Dagli USA e dalle infinite retrovie sovietiche usciva una
continua produzione di massa, cui l’economia dell’area germanica non poteva
tenere testa. Od anche l’avesse potuto, i tedeschi mancavano del carburante per
muovere loro i veicoli terrestri ed aerei esistenti. ...Fattore ancora più
decisivo di ciò potessero produrre o meno. Il carburante non è meno chiave
degli strumenti o materiali o mezzi direttamente bellici. Quelle germanica era
solo una resistenza disperata nella speranza che accadesse qualcosa. Come uno
condannato che la tiri per le lunghe. Le armi segrete. Un’altra storia forse
ancora da scrivere, sebbene vi siano ricerche varie. Sta di fatto che non
fecero a tempo. Anche se Praga resta sotto controllo tedesco fino alla fine, ci
sono un tre anni e mezzo da quando la soluzione finale diviene esecutiva
all’inizio del 1942. Tre anni e mezzo. Saranno stati più occupati a dar la
caccia ai vivi più che a preoccuparsi di cimiteri. I tedeschi avevano mezzi
limitati e già ne impiegarono di rilevanti per la caccia agli ebrei da
internare, usare e gettare. Io continuo a pensare che una Germania non
anti-ebraica ne avrebbe guadagnato... ...Sono mie fredde valutazioni storiche.
Non credo alle ideologie se non come lavaggi del cervello. Nulla avrebbe
impedito al nazismo al potere di proclamarsi protettore degli ebrei d’Europa e,
come per prodigio, l’anti-ebraismo sarebbe stato represso per ordini superiori.
Il pidocchio medio si fa dire cosa pensare, quando non constrasti troppo coi propri
interessi immediati. Gli ebrei non rompevano le scatole a nessuno, a parte
l’irritazione dei benpensanti per gli immigrati dall’est che, tuttavia,
un’economia in espansione avrebbe facilmente potuto assorbire, arricchire ed
integrare. La liquidazione dell’ebraismo europeo da parte dei tedeschi
contraddice qualunque rapporto costi-benefici. No, non c’entrano le ideologie.
C’è dell’altro. ...La questione di Hitler fantoccio. Certo, ottimo attore ed
individuo ipnotico, ma fantoccio.”
- “Nella
letteratura, anche in quella storico-filosofica e documentatissima come la mia,
smussare è d’obbligo. Fa parte delle regole universali. Eppoi anche il Rav
DiSegni...”
NorbertoEcco
rimase con la frase sospesa. Il terreno era arduo e non è che il Rav si fosse
esibito in grandi entusiasmi sull’ultimo lavoro suo per quanto a livello di
messaggi subliminali si potesse anche assumere non fosse poi forsennatamente
contro.
BaruchSchlosser
lasciò che quella frase sospesa si perdesse nell’aria e poi commentò:
“Il
Rav DiSegni, come commentatore del tuo libro, deve aver preferito perdersi per
i sentieri della banalità. Si destreggia con battute da bar per concludere che
è meglio non parlare di queste cose a meno che non si dica chiaro-chiaro che
gli ebrei sono santi e che i malvagi sono tra gli altri. Perché, sennò, se si
fa letteratura, come tu fai nei sui romanzi, il lettore potrebbe riceverne
messaggi ambigui. ...Meno male che della cooperazione di rabbini e di circoli
ebraici con lo sterminio tedesco, e non solo, dell’ebraismo europeo ne parlano
proprio autori ebraici! Sebbene nessuno evidenzi che furono proprio gli Alleati
a spingere gli ebrei sopravvissuti fuori dall’Europa anziché restaurarli nei
luoghi di provenienza e nei beni loro sottratti, per quel che possibile. Che è
la dimostrazione che la soluzione finale fu un’opera a molte mani, non solo
tedesche. Del resto, chi voleva fondare Israele non poteva che auspicare la
liquidazione dell’ebraismo europeo, soprattutto nei suoi centri di massima
concentrazione. E pure gli inglesi, che non avrebbero voluto Israele nascesse,
vedevano di buon occhio la liquidazione totale degli ebrei d’Europa. Era
infatti di lì che v’erano flussi verso la Palestina. Chi era in giro per il
mondo, restava dov’era. A guerra finita, l’Impero Sovietico non ne vuol proprio
sapere di tenersi gli ebrei dell’est e di restaurali nei luoghi di provenienza
e nei beni loro sottratti. Anzi, tende pure a disfarsi dei suoi, dei già suoi, per
cui ancor meno vuole i supplementari che v’erano e vi sarebbero stati ancor di
più a seguito sia dello spostamente ad ovest dei confini dell’URSS che della
creazione dell’Impero Sovietico come da accordi di Teheran di fine 1943. I
primi pogrom del dopoguerra sono proprio nelle aree dell’Impero Sovietico e solo
in esse. E nessuno dice nulla, naturalmente. Cosa che significa che inglesi ed
americani concordavano. Quello che dà veramente noia al Rav, come ad altri di
sponda ebraico ufficiale, è che tu, NorbertoEcco, relativizzi un po’ tutto. È
quello ha dato noia pure alla Chiesa ufficiale, che infatti si scatena contro tuo
il libro con la finzione di sentirsi offesa per quello che in esso si dice
sugli ebrei. La Chiesa è furiosa per quello che si dice, sebbene siano elementi
storici quelli rappresentati nel libro, sulla Chiesa cattolica romana e su suoi
ordini. Mostrando la storia reale, tutto si relativizza da sé, svelando
differenziazioni artificiose cui molti oggi preferiscono credere. Nella misura
in cui tu, NorbertoEcco, fai ciò, ecco che divieni pericoloso per tutte le
ufficialità religiose. Quando fai lo scrittore, le stesse ti reputano
pericoloso se non ortodossizzi tutto, cosa che in letteratura non è impossibile
fare, sebbene lo sia in scritti letterari culturalmente e fattualmente
complessi come quelli d’un NorbertoEcco che sanno più di storia romanzata, ma
solo nella forma, che di letteratura. La storia ‘romanzata’ tua, NorbertoEcco,
non è quella un po’ per bimbi, un po’ agiografica, un po’, se non
inventatissima, liberamente immaginata dei Montanelli. La letteratura vera può
essere ben più mistificante perché su una semplice idea si possono costruire
narrazioni che penetrano la mente del lettore ed attraverso cui può essere
veicolato qualunque contenuto si voglia. La letteratura-letteratura del romanziere
vero è ben più ideologica, dunque. Tu, NorbertoEcco, lo si veder pure dallo
scrivere impastato, cerchi di tradurre in forma di romanzo ricerche storiche
che non osi o preferisci non divulgare come tali, anche perché rende ben piu
vendere milioni di copie di fenomeni letterari costruiti da sapienti macchine
pubblicitarie. Uno compra il buon formaggino della pubblicità e poi si tiene il
pezzo storico appena romanzato del ricercatore e professorone NorbertoEcco.
Sarebbe interessante sapere quanti, tra i milioni hanno i suoi romanzi in casa,
ne abbian letto anche solo uno da cima a fondo. Ma è così per tutti gli autori
e tutte le opere. Si comprano. Poi si rimanda a domani che non arrivano mai. C’è
anche il lettore da una pagina al giorno. Un po’ ridicolo a dire il vero. Direi
che, per te, forse c’è stato pure un motivo originario, prima di scoprire che
era un ottimo affare. Il semiologo con interessi politici deve essersi sentito
inibito a scrivere di storia da storico, per un qualche stereotipo-inibizione sulla
divisione formale-accademica tra discipline. Per cui si deve essere lanciato
nel romanzo cinematografico d’ottimi colori dietro cui coprire la sua
profondità storica, o supposta tale.”
NorbertoEcco
arrossì.
Alla
conferma, BaruchSchlosser continuò:
- “Errore,
eppure brillante. Errore perché per essere un ottimo storico non v’è bisogno di
avere l’etichetta dello storico accademico. Brillante perché talvolta si fa
meglio storia sotto forma romanzata. Poi, se rende, i soldi non fanno mai male.
Errore comunque, perché se uno vuole far storia non deve sentirsi inibito
rispetto al saggio ‘serio’ e specialistico come, ovviamente, non s’ha motivo di
sentirsi inibili ad avventursi in forme non tradizionalissime. ...Se uno salta
il saggio ‘serio’, senza tornarvi dopo le avventure letterarie, non ha avuto
motivo o necessità di far altrimenti, o... ...ai gusti non si comanda. Del
resto, la vera creatività intellettuale, anche se la perfezione non esiste, va
di pari passo col conforto relativamente a quello che si fa. Magari avrai
scritto ampiamente pure su riviste storiche-storiche ed io non lo so. Non sono
uno specialista di NorbertoEcco e nessuno mi racconta dove pubblichi le tue
migliaia di scritti lunghi o corti.”
- “In
un saggio storico per riviste specialistiche non avrei potuto scrivere
dell’infiltrato Simonini, in assenza di qualche fonte decisiva...”
-
“Magari a cercare bene bene la trovavi pure, tanto sono dementi e delinquenti
le burocrazie statali, militar-poliziesche incluse, da sempre, per cui
potrebbero anche aver mandato, anzi di sicuro li han mandati, dei coperti per
riferire su quelli che erano scoperti scopertissimi. Eppure, nonostante ciò, SimoneSimonini,
il falsario che il NorbertoEcco fa infiltrato di Cavour nella spedizione dei mille
per neutralizzare lo spirito repubblikettano di Garibaldi, è proprio il
personaggio più improbabile. Ecché, Garibaldi non lo sapeva, ed i suoi
mille pure, che erano solo una banda di terroristi al servizio dei Savoia e nel
contesto di un’operazione britannica per sfasciare Italiozia per i propri fini?
Non era certo una rivoluzione nazionale. Le armi erano savoiarde ed inglesi. La
logistica era savoiarda ed inglese. Perfino il supporto militare, al momento
dello sbarco, era britannico. Se i mille sfondano la Sicilia e poi tutto il
Regno del Sud è perché i britannici avevano diffuso l’idea
dell’ineluttabilità. Se Garibaldi ed i suoi mille terroristi avessero mai
fallito, il Regno del Sud, ormai condannato, sarebbe stato sfondato in qualche
altro modo, con altri mille e poi altri mille ancora. I fessi non mancano mai,
per quelle cose. Questo vale pure per il Vaticano e gli altri Stati
indipendenti, o parti di Stati indipendenti, della penisola.
“Mannò, il grande
conformista NorbertoEcco non può contraddire alcun luogo comune per
quanto chiaramente falso! Che gli succederebbe se mai Napulità, o altro prima o
dopo, lo chiamasse sdegnato per aver anche lui, intellettuale fin’allora
organico, smascherato la grande balla del Ri-Sorgimento mai esistito. E se qualcuno,
là, dal Quirianale, ordina il suo linciaggio? Sarebbe la fine. Meglio
romanzare ma senza mettersi contro nessuno. Certo, il romanzo deve lasciare
alla fantasia e lasciare libere le risposte. Libere, sì, ma dove è lecito,
non, mai!, libere di avvicinarsi a qualche verità. Uno dei
miti dell’epoca è che ci siano, appunto, misteri. Se ci sono misteri che
restino misteri. Se qualuno capisse mai che tutto è voluto.
...Almeno in queste cose... Il mistero è il più voluto di
tutti. Non è che uno Stato od una NATO possano dire che gli stragismi
ed i terrorismi sono loro. Neppure l’Impero Britannico può permettere
che si racconti la storia precisa delle sue sovversioni. Anzi, viene creata
tutta la letteratura “complottistica” proprio per far immaginare le “forze
oscure”, che si chiamino Illuminati, Oscurati o Massoni od altro. E che sarebbe
mai una congrega di qualsivoglia denominazione se non avesse copertura
poliziesca e giudiziaria. E chi darebbe mai coperture poliziesche e giudiziarie
a delle congreghe private?! Oh, certo, il crimine esiste... ...se uno ammazza
una moglie, ruba in casa d’altri o violenta conoscenti o sconosciuti.
Null’altro. Se si sale, è tutto organizzato. Magari, malamente e malatamente
organizzato. Ma sempre organizzato da Stati e solo da Stati. Il Segreto di
Stato serve proprio a coprire i crimini e le demenze di Stato e di Stati. Idem,
le balle sui ‘deviati’ o i misteri o le forze oscure.
“Le
balle vengono credute non perché sembrino vere ma perché vengono da
una fonte di potere reale, uno Stato per esempio o, nel piccolo, dal capo della
ditta o dal caporale se qualcuno appena più in alto non
li smentisca. Che è poi lo stesso motivo per cui le verità non vengono
credute se vengano da fonti non di potere. Tale è il mondo
reale. Inutile farsene un cruccio od altro. Certo, pure questa coscienza può essere
usata, se si sa come usarla... Pure il potere, pur con queste forze, o punti di
forza, può essere debole. Non ci interessa qui affrontare la
questione. Non facciamo i missionari. Non siamo dei persuasori, né c’interessa
esserlo o divenirlo. I Protocolli dei
Savi di Sion sono una grande balla non per ciò che
contengano. Forse, chi li cita, non è andato altre il titolo. La lettura è in effetti
pesante e ripetitiva. Tutt’altro che brillante o suadente. Meglio, molto
meglio, letterariamente, certe rappresentazioni cinematografiche che circolano
nell’area arabica. Se non altro sono convincenti, letterariamente e
propagandisticamente. La grande menzogna sui Protocolli dei Savi di Sion è che essi non hanno mai giustificato o
favorito nulla. L’ebreo di Hitler e di chi lo seguiva era l’‘arabo’ d’allora
dell’est, l’immigrato povero che premeva con la sua povertà e
disperazione. Quelli sono coloro di cui allora si vuole la liquidazione. A
nessuno ne frega nulla dei ricchi finanzieri ebrei, se da qualche parte fossero
esistiti. L’odio è contro il poveraccio, contro ‘il marocchino’ d’allora, ‘l’extracomunitario’
di quei tempi. Gi stessi odiati nella Francia occupata dai tedeschi dove si
cerca, perfino da parte dei collaborazionisti, di proteggere i ‘propri’ ebrei
mentre si cedono senza problemi, per la deportazione e sterminio, gli ebrei
immigrati dall’est.”
- “In
un’opera di questo genere, il protagonista principale è d’obbligo...”
- “Se
è improbabile ed impossibile come spia contro i repubblicani immaginari per cui
si coopera alla mistificazione storica solita a presentarlo come tale, esiste
pure un'altra dimensione o meta-dimensione dello stesso. Come spia di quella
banda di terroristi e delinquenti o avventurieri, a cominciare dal Garibaldi,
avrebbe eventualmente potuto essere uno dei tanti spioni, se uno sa come i
complottardi di Stato lavorino. A prescindere da ciò, alla fin fine, il Simonini, l’unico personaggio inventato, eppure il più vero anche se
inverosimile, diviene la personificazione e la pubblicizzazione di tutti coloro
che, su stretti ordini governativi e di poteri, creano la realtà creando falsi
che tutti si bevono come veri proprio perché vengono da fonti di potere formale
e reale. È pure la personificazione di terrorismi e stragismi che sono sono
sempre opera delle stesse fonti di potere formale e reale, seppur presentati
come opera di forze oscure, non ben identificabili, cui tuttavia ci si deve
sottomettere per evitare danni ancora maggiori. Lo Stato ti vende il suo
terrorismo di Stato come opera di forze oscure. Poi ti dice che devi
sottomettersi a sé stesso, cioè a quello stesso Stato che ti lancia contro
terrorismi, stragismi, persecuzioni, pogrom e tutti i mille gang-stalking che
le sue menti delinquenziali e malate riescono ad inventarsi. Lo Stato ti vuole
sottomesso a sé stesso Stato che garantisce la tua insicurezza ed il tuo
terroreggiamento. In questo senso il Simonini è la rappresentazione del potere
che si mantiene tale terrorizzando e distruggendo la società di cui in teoria
dovrebbe essere espressione e di cui in teoria dovrebbe fare gli interessi. Il NorbertoEcco si fa marxiano e
ti vende lo Stato banda di uomini armati. Poi, nel contempo, NorbertoEcco non
ti dice che gli uomini armati che si sono fatti Stato sono una banda di pazzi
delinquenti.
“Anzi,
magari tu, NorbertoEcco, del tutto involontarimente, lo mostri che lo Stato è una
banda armata di pazzi delinquenti. Tuttavia, sempre che tu ne abbia una qualche
percezione (io dico che la hai ma te la neghi; chissà che sogni ed incubi hai
da sopito e da desto!), non potresti mai dirlo né scriverlo, in termini
universalmente comprensibili, perché ti farebbero fuori, non ti pubblicherebbero.
“Infatti, mentre tratteggi gli interventi di
Stato nelle ‘trame’, l’immagine che lasci è quella delle ‘forze oscure’. Sembra
Stato e Stati siano uno dei tanti attori anziché l’unico vero attore e neppure
davvero in conflitto tra di loro in stragismi, terrorismi, persecuzioni
interne.”
- “Non potevo, non posso certo, lanciarmi in
illazioni!”
- “Appunto... Se ti copri dietro
‘illazioni’... Chi dispone di squadre armate con licenza di uccidere, chi
persino destituisce via TV statisti non graditi, e bombarda pure per anni Stati
non abbastanza sottomessi, ha il potere, potere che non hanno gruppi e milizie
che o sono di Stato o non sono. Viviamo in un mondo in cu tutto è intercettato.
Il punto è che è sempre stato così. Se alla ricostruzione storico-formale fa
difetto la penetrazione, la comprensione, uno può scrivere romanzetti,
incassare miliardi, ma non comprende nulla, non analizza nulla.
“...Naturalmente questa onnipresenza ‘di
polizia’ vale per grandi Imperi come per uno starello comunale... Anche perché
è tutto meno complicato di come si pensi. ...Le informazioni fluiscono da
sole... Anche senza si abbia Echelon che è pur utilissimo.
“Tu (e quelli del genere tuo, che sono poi un
po’ tutti) tratteggi, presenti, un supposto nemico pseudo-oscuro della società, ma
vuoi che resti oscuro. Non c’è nulla di oscuro, anche se si copre dietro al
Segreto di Stato. Il ‘nemico oscuro’ è o sono i Vostri governi, le Vostre
Polizie Segrete, istituzioni e parlamenti burocratizzati che lo usano e coprono!
“Certo
che non puoi parlarne. Non puoi perché non vuoi. Convenienze. Non sono eviti di
affrontare la questione. Anzi, ci pasticci sopra. Non puoi dire che le
massonerie non esistono. Sono come il club bocciofilo (uno puro, non uno
copertura di altro), se non ricevono qualche delega di Stato. Te la ricordi la
P2? Era la sigla coperta di Andreotto-Bellinguer-Mediosbanca, il loro ufficio
smistamento.”
Rosso
paonazzo, davvero al punto di scoppiare avendo per un attimo pensato che fosse
successo qualcuno, ...lui, avesse mai pubblicamente detto l’evidente, il NorbertoEcco
se ne uscì con un, da bar:
- “Ci
mancava che... che... Eppoi che c’entra Bellinguer?”
-
“Ah, certo. Potevi e puoi, dopo il 1992, accennare all’uno, no anzi tu non puoi
neppure accennare all’uno!, ...non in pubblico, ma non all’altro ed all’altra.
Gli Andreotto non esistono senza i Bellinguer, i Re senza i Mussolini... Beh,
ora c’è il Vostro Napulità napoletà che sta cercando di devastare tutto e di
divenire il dittatore unico. Scalfavo ci provò ma fu messo in riga non dalle
forze oscure ma dalla Banda di Capaci l’aveva eletto, l’oligarchia taurino-ambrosian-romana,
Mediosbanca, che l’aveva portato al palazzaccio collinare sottomessa alla
‘NATO’, gli anglo-americani con appendici. Ciampo non ne aveva voglia. Disse di
continuare con le operazioni già in corso. Napulità sta lanciando la polizia
segreta militar-presidenziale allo sfondamento di tutto e di tutti, inclusi
coloro l’hanno promosso presidente. Sbocchineggia direttamente la regina ed il
presidente USA e non vuole concorrenti. Vuole il cumulo di macerie di tutto il
resto su cui sedersi populisteggiante e plebiscitario tra CC-corazzieri ed
altra soldataglia in grande uniforme. Da comunisti a camorristi ci sono solo
una ‘o’ e due ‘erre’ di differenza. Da camorristi a comunisti solo una ‘u’ ed una
‘enne’. Faccio per dire. Gli altri sono identici. Non è questione di assonanze
alfabetiche. Anche qui in Cekia è lo stesso. Cambiano i padroni. Cambiano i
colori. La gente, anche qui, è sempre la stessa.”
Pieno
di bile esplosiva come prima, ma trattenuta, il NorbertoEcco si limitò ad un:
- “Ma
certo che ci vai pesante. Eppoi, tu come fai a saperle tutte queste cose?”
- “Io?!
Ci vado leggerissimo, di fino, Sono analisi serie, quelle che espongo come sono
capace. ...Sono mica Cicchitto che vi racconta che ‘i comunisti’ la mattina
arrivano un ufficio e si chiedono chi si debbano fare per riempire la giornata?
Le racconta pure al Berluska, che se le racconta già da solo, e poi le va a
raccontare ai colleghi esteri che lo mandano affanculo chiedendosi, increduli,
se sia un governante od un cuoco travestito. Al che interviene Letta facendo
dire che è solo in impresario travestito perché sennò l’espropriavano a
vantaggio dei torinesi travestiti da agnelli e da circoncisi, gli stessi hanno
sempre gestito ‘la sinistra’, e pure le altre sponde, magari tramite qualche
Cuccia ma anche in prima persona.”
Il
NorbertoEcco, sogghignando:
-
“Certo che ti sentissero...”
-
“Non so se le ho già scritte. ...Appena racconto di questo colloquio
kafkiano... Ma, tanto, che vuoi che gliene freghi? Li hai mai visti con un
computer, quelli? O con un libro? Un Giuliano Amato, certo, ma era di
passaggio. Servo, pur genio, ma di passaggio. Di quelli usa e getta. Servi e
torna a cuccia. A volte leggono qualcosa quelli che cercano di pensare quello
che il padrone penserebbe se pensasse. Chi vede tutto sono militari e sbirri ma
non è detto che leggano quel che vedono ed immagazzinano. Anche se hanno
qualche funzionario, dirigente, ufficiale genii, non è che possano far sapere e
vedere che sono geni che sennò li licenziano subito, o li mandano ‘a dirigere
il traffico’ ...Guarda, concentrati, immaginati D’Alema che prende un libro e
lo legge da cima a fondo, od anche pure saltellando o solo in parte. Non legge
neppure quelli col suo nome ma scritti da altri. Gli danno il suntino dei libri
col suo nome. Ma lui preferisce leggiucchiare giornali e riviste
politicantiche. Tutto l’altro lo annoia. Proprio non ce la fa. ...Son tutti
così, a parte, appunto, qualche genio come il Giuliano Amato che pur non ha mai
primeggiato in etica-etica, non la non-‘etica dello Stato’... Certo,
personalmente, è un santo che s’è immedesimato nella parte del clerico ascetico,
...quando si mette a letto... ...Come dire?! ...Un onesto a-etico... tipo
professional killer.”
Il
NorbertoEcco, arrossì.
-
“Ecco, vedi, non ci riesci ad immaginarti D’Alema leggere un libro. Però ti
immagini Napulità che è ancora più ingorante ed illetterato nonostante le
poesie infantili in napolità. Da un ignorante con arroganza aperta ad un ignorante
sussiegoso, sussiegosissimo, con super-arroganza mascherata in pubblico. È per
questo che non puoi smascherare nulla, analizzare nulla, nulla di originale. La
prima qualità dell’analista è la conoscenza unita al saper sprofondare in
altissimi livelli di coscienza. Cabala... Ca-ba-la... Ci si deve calare entro
le situazioni, viverle, per vederle e capirle. Sennò la ‘conoscenza’ è come
gallette durissime senza liquidi per cavarne l’ottimo commestibile divengono
appena reidratate.
“Tu
resti a livello di letteratura complottistica, che è sempre letteratura di
potere per confondere le menti. Giochi al poliziesco sensazionale, pur con
credibile ambientazione storica, storico-superficiale. Vendi le ‘trame’, sia
quelle possibili che quelle del tutto improbabili, come reali, seppur in forma
paradossale. Il paradosso serve a permetterti la ritirata se criticato da fonti
di potere. Il messaggio che mandi è che tutto quello la gente ha sempre creduto
è vero verissimo, oscuro ed ineliminabile. ‘Le forze oscure’ della propaganda
ufficiale per cui nessuno ha colpe, se qualcuno la ha è qualche cretinotto
implicato per caso, i veri responsabili delle cose più orribili non sono
identificabili, non sono dunque responsabili. Il mito delle ‘forze oscure’ è la
diffusione di un senso di impotenza che non deriva dai rapporti di forza e di
potere ma, peggio, dalla invisibililità di chi attacca che è appunto una grande
mistificazione. Il delinquente, ancor più se malato, teme forsennatamente la
pubblicità; vuole solo che i suoi crimini si sappiano tra i suoi, per essere
‘riconosciuto’, e si fa grande, si bea, a fottere, ingannare, il prossimo, il
prossimo qualunque. Per cui, se di potere, ti lancia contro i suoi agit-prop
per coglionarti col mito delle ‘forze oscure’.
“Caro
NorbertoEcco, la tua non è critica demolitrice. In questo, è assoluta
mistificazione. No critica. No analisi. Non ha caso, in qualche intervista
promozionale del libro, racconti perfino che ‘i servizi sono sempre stati
deviati’, asserzione davvero degna o di un minchione o di un mistificatore. Sono
atteggiamenti da bullo, bullo di Stato. Il ‘servizio deviato’ semplicemente non
esiste. È una formuletta inventata per non dire che le Polizie Segrete, fatte
di psicotico-delinquenti mercenari, sono usati da statisti altrettanto
psicotico-delinquenziali per psicotizzare e delinquere, ...coi soldi Vostri ed
a scapito Vostro, naturalmente! Il grande semiotico se la prende coi
giornalisti... Facile! Non potendo, per viltà, oltre che pochezza
intellettuale, accusare (od anche solo additare) le istituzioni, se la prende
con tutti gli altri. Appunto, complottismo. ...Certo, siccome sei furbo, furbissimo,
potresti dire, ma non lo dici, che se sono sempre devitati non lo sono mai, per
cui deviati sono coloro li comandano e li controllano, cioè presidenti, governi
e parlamenti. Invece, il lettore qualunque capisce che se ci sono crimini è
colpa degli esecutori (‘i servizi’) mentre nessuno, nessuno identificabile, li
ha ordinati. Questo è il messaggio mandi con quel ‘i servizi sono sempre deviati’.
Perché non scioglierli, se sono sempre deviati?”
Il
NorbertoEcco sudava, strasudava sebbene il clima fosse, lì al chiuso, perfetto,
semmai appena sul moderato non sul surriscaldato e lui non fosse sovraccarico
di vestiati, lì al tavolo.
-
“...Dovevo lavorare di cesello, tra le mine dell’antisemitismo e quelle di
tutte le altre trappole penali... ...Gli editori non vogliono rischiare...”
- “Ma
dai! Voi siete intellettuali di regime gli anti-semiti, la casa madre dell’antisemitismo.
Oggi qualunque nazi-fascista è pro-israeliano ed anti-‘arabo’. L’antisemitismo
tradizionale si è semplicemente ridiretto, riconvertito. È la stessa patologia
di sempre, solo con interpreti differenti. Solo i britannici sono rimasti
coerenti, malatamente coerenti. Pur alimentanto l’antisemitismo anti-islamico,
mentre usano gli islamici per le loro destabilizzazioni, sono restati
fermamente anti-giudaici. I britannici non hanno mai, mai!, accettato Israele,
cioè la base USA, con scudi umani giudaici, nel cuore del loro Medio Oriente.
...Ma anche terra di salvezza per chi non ha voluto restare dov’era od andare
più distante.”
Il
NorbertoEcco, non che fosse la prima volta (neppure l’ultima) nel corso di
quell’incontro, strabuzzava gli occhi.
- “Caro
NorbertoEcco, mai dimenticare gli inglesi furono i primi, in Europa, ad
espellere gli ebrei dal loro regno, nel 1290 e per 365 anni, formalmente per
366 anni. Gli ebrei espulsi dall’Inghilerra [16'000 secondo
http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/judaica/ejud_0002_0006_0_06187.html] emigrarono in Polonia che allora
garantì protezione. I primi ebrei erano giunti in Inghilterra nel 1066. La
monarchia inglese diffondeva antisemitismo, discriminava gli ebrei perfino nel
vestiario con la stessa gialla da portarsi indosso che fu appunto invenzione
inglese, e li rapinava in continuazione di somme rilevantissime. Poi, infine,
l’espulsione del 1290. ...Invenzione inglese, a meno che la pezza di stoffa
colorata, voluta da papa Innocenzo III, nel 1215, non li avesse preceduti. Nel
1215, Innocenzo III s’inventa ghetti e pezze colorate, nel 1216 crepa pur
giovane, sui 56 anni.”
- “Si
preferisce mettere l’accento che, negli ultimi secoli, i britannici li
accolsero...” suggerì, sull’impersonale, il NorbertoEcco.
- “Caro
NorbertoEcco, non dovevi smontare, mostrare, disvelare? Eppure ecco che te la
meni con tutti i luoghi comuni dell’agit-propagandismo internazionale, cioè
anglofono... I britannici accolgono sempre, per usarli come terroristi per i
loro fini, quelli che sono espulsi da altri luoghi. Se non si prostituiscono ai
britannici, i britannici stessi divengono molto meno ospitali...
“La teoria della monarchia francese decrepita
e corrotta va a braccetto con quella della rivoluzione popolare, secondo cui
una mattina il sottoproletariato si sveglia e va all’assalto del regime
decandente che si sfraglia. Balle! E tu la riproponi con la solita leggenda del
complotto massonico. La massoneria non esiste! I governi e le loro burocrazie
anche poliziesco-militari esistono! Quello sì che è complottismo da parte di
uno che poi, per difendersi da attacchi di ambienti da lui messi in ansia,
oltre che per auto-promozione editoriale, va a raccontare che voleva svelare e
smontare i complotti ed i loro meccanismi, anzi ...che li ha disvelati davvero!
“In
Francia, la burocrazia statale cerca di autonomizzarsi dalla stessa monarchia
che l’ha prodotta e che ne ha evidentemente perso il controllo. Napoleone è una
carta della stessa che cercare di vincere l’Inghilterra e sottomettere tutta
l’Europa. Non ha caso, il Bonaparte viene tenuto lontano dalla Francia mentre
il potere reale è esercitato da altri, dalle burocrazie statali. Sconfitto
Napoleone, tutte le colpe vengono date a lui, che paga con esilio e morte,
mentre la burocrazia silente ne sopravvive senza danni se non l’aver visto
frustrate le sue ambizioni super-imperialiste e di supremazia mondiale. ‘Il
complotto massonico’ è tutto lì. Non ci sono massoni. Ci sono gli apparati
dello Stato con le loro polizie e polizie segrete. La monarchia ne ha perso il
controllo. Non ci sono complotto esteri, che sono sempre inverosimili se non
c’e l’acquiescenza degli apparati dello Stato o non si è di fronte a
staterelli, cosa che la Francia non era. Tu, caro NorbertoEcco, pure su questo
fai dunque mistificazione. La diffusione delle visioni di “complotti oscuri” è
sempre mistificazione, qui da parte di uno che vorrebbe, dice lui, cioè tu, svelare
i complotti. Mostri crimini di Stato e di Stati e poi li neghi con le balle
delle massonerie anonime e delle riunioni nei cimiteri dei suoi delegati dei
cinque continenti! Ma te l’immagini?! Ad una riunione del genere, avesse mai
avuto luogo, sarebbe stato improbabile vi fosse stato uno, anche uno solo, che
non fosse stato legato a polizie segrete.
“Non
sono le forze oscure ad organizzare rivoluzioni e reazioni. Non sono neppure
inesistenti ‘masse popolari.’ No, no, sono individui in carne ed ossa come gli
Obama, i Bush, i Re e Regine degli Imperi come degli staterelli, gli Scalfavi,
gli Andveotti, i Ciampo, i Camovvisti Vossi e d’altri colori, ad ordinare
omicidi, stragi, massacri, ruberie. E a realizzarli sono pidocchi che, toltasi
la divisa, in genere usano reti di criminali di Stato e para-Stato. ‘Il
mafioso’ è un imprenditore che, quando un agente di Polizia Segreta ordina,
deve mandare i suoi pidocchietti a libro paga a commettere qualunque crimine
sia Stato ordinato. Certo, al cinema, non a caso, Vi hanno costruito tutto come
forze oscure che anzi comandano e pagano i governi. I governi ed i loro
burocrati estorcono soldi per corruzione loro alle loro mafie, agli
imprenditori, e le e li usano per crimini d’ogni genere. Chi si tira fuori è
distrutto, se possono, e spesso possono. Quando si vedono imprenditori
ammazzati da mafie perché rifiutavano di pagare mazzette, si consideri che
nessuno ammazza nessuno, a livello di ‘crimine organizzato’ (che è sempre di
Stato/para-Stato) senza che ci sia un preciso ordine da uffici di polizia
segreta. Per sui, le ‘vittime di mafia’ perché non pagavano la mazzetta o per
altre ‘ragioni’, sono vittime di Stato. I CC ordinano. Com’è quel sindaco di un
paesucolo, un pescatore, che stupito perché i mafiosi trafficanti di droga se la
facevano coi CC del luogo, si è trovato cadavere e sono subito intervenuti
ufficiali di polizia segreta dei CC a far sparire qualunque possibile prova?
‘Forze oscure’? ‘Trame’? È tutto sotto il naso! Basta raccontarlo. Tu, caro
NorbertoEcco, non lo fai.
“Falsari e complottaroli non sono personaggi
mitologici. Sfruttano solo la spontanea subordinazione delle gente a chiunque
sia in una qualche posizione di potere. La gente obbedisce allo sbirro,
soprattutto se viene coperta nel commettere pazzie e crimini. La gente mitizza
lo sbirro, sbirro che, se ha propensione all’imbroglio, sfrutta questa
spontanea surbordinazione allo sbirro per predare ed abusare la gente comune.
“Uno che legga le tue cose
letterarie, si ritrova truffato sui ‘complotti’ e le ‘trame’ che tu dichiari
voler smascherare. O non conosci le più elementrari leggi psicologiche e
sociali, letale per uno scrittore vero. Oppure truffi sapendo di truffare. O ti
anestetizzi quando senti che stai toccando area di pericolo, pericolo da un
punto di vista opportunistico. Tu stesso subordinato al potere, vuoi mostrare
d’esserlo. Sennò ti saresti occupato d’altro, anziché confrontarti con
tematiche per te evidentemente impossibili. Se uno non ha il coraggio non è che
possa darselo. Se poi uno sente il bisogno di mostrare che non l’ha, è pure almeno
sciocco. Nulla di personale. Se noti, gli scrittori evitano questi terreni, o
lo fanno molto alla larga, o lo fanno da angolature per loro non pericolose. Magari
dicono più di te. Ma lo fanno sì che la grande massa non lo percepisca, dunque
pure il potere non se ne preoccupi né occupi.
“Certo, ci sono pure i
mistificatori alla grande come i BepponiDavanzi che, con sapienti linguaggi
giornalistici, slecchinano il potere vendendosi, nel frattempo, come grandi
smascheratori dei segreti del potere ...per minchioni se la bevono solo perché tali
‘grandi’ giornalisti ‘smascheratori’ linciano l’outsider del momento su ordine
del padrone li paga, ovviamente. Al peggio non v’è limite... ...Giornalisto-gladiatori
da circo...
“Pasolini si stava
avventurando su terreni di fuoco. L’hanno ammazzato, anche forse grazie al
fatto che con la gente che frequentava, quando andava a mignotti, non è stato
difficile predisporre un agguato. Se non lo avessero ammazzato o se non fosse
morto, l’avrebbero distrutto magari per via giudiziaria e con ricoveri per
pazzia, sempre che lui non fosse riuscito a giocarli, cosa che non posso sapere
non avendo io un’idea precisa che tipo fosse a livello di qualità e capacità di
reazione ed azione in situazioni di emergenza, quando sotto attacco. Sapeva
mimetizzarsi. Ma coi temi stava trattando poteva proprio non bastare. ...Visto
che non aveva ancora pubblicato nulla di davvero scontante, ha parlato con
qualcuno che lo ha denunciato. Magari proprio qualcuno di quelli l’hanno poi
esaltato come uno dei loro. Chissà...”
Il
NorbertoEcco, imbarazzatissimo, cercò di divincolarsi usando il linguaggio di BaruchSchlosser
e buttarla come se la sua narrazione fosse la machiavellata d’un genio. Si
vedeva che improvvisava:
- “Invece che raccontare, di alludere a, come
l’Impero Britannico sopravanzi l’Europa ed il mondo, io dico al lettore, come
metafora, della monarchia corrotta che crolla a seguito di un complotto
ebraico-massonico mondiale. Oltre a presentare gli ebrei come forza di
progresso, questo crea un’archiettura romantica che mi permette di veicolare
altri messaggi. L’ottocento diviene così il secolo della dialettica, che è
scontro ma anche combinazione, tra restaurazione e progresso, che per me è
culturalmente ben più importante di impelagarmi in attività di Stato
britanniche verso l’Europa ed il mondo che vi saranno pur state ma che sono
fuori le mie possibilità di accesso ai documenti o di deduzione logica. Invece
che raccontare od alludere a come l’Europa soccomba alla potenza inglese, io
enfatizzo la modernizzazione economica e culturale del continente. Anche se non
abbordo il punto in modo esplicito, si deduce, dalle mie ambientazioni, un
mondo nuovo solidamente poggiato su uno vecchio che sopravvive pur senza
ostacolare il nuovo. È l’eterna dialettica tra conservazione culturale e progresso
tecnologico. In fondo, quest’Europa grande potenza mondiale d’oggi, scaturisce dalla
grandezza e dalle modernizzazioni degli ultimi secoli...
- “Più che altro v’è un
continente europeo che non riesce a tenere testa ai britannici proprio perché
da loro permanentemente destablizzato. Se è così avanzato ed indipendente, perché
perde le guerre ‘mondiali’ contro lo spazio di lingua inglese ed i suoi fantocci
sul continente? Ha perso pure la terza guerra mondiale perché l’Europa uscita
da Teheran-1943 non è sopravvissuta alla sceneggiata della guerra fredda,
l’Impero Sovietico voluto da Londra è affondato mentre il sub-Impero Tedesco si
sta espandendo ad est, sebbene non solo esso. Pure la NATO che è innazitutto
anglo-americana. Per cui, questo gigante economico resta un nano
politico-militare, con basi USA e britanniche dappertutto. L’Europa
franco-tedesca è un’Europa anglo-tedesca, cioè una non Europa, un terreno di
scontro tra la solita Germania che vuole ergersi e dominare, ed i soliti
inglesi che vogliono tenerla in ginocchio.”, controbatté BaruchSchlosser.
Il
NorbertoEcco andò avanti con la sceneggiata:
- “Naturalmente non potevo dire che è il secolo
delle rivoluzioni nazionali, ...volute da Londra e poi pure dagli Stati Uniti,
per cui non sono per nulla rivoluzioni e per nulla nazionali. Ecché non posso
mica dire che v’è un’Italietta che viene unificata per colpire austriaci,
spagnoli, vaticano, francesi ed italici. Mi lincerebbero pure in patria, con le
commemorazioni del 2011 per il centocinquantesimo centenario dell’Unità’
d’Italia. Noi intellettuali ben abbiamo delle responsabilità anche se tu, dalla
torre d’avorio mi dici che l’etica... Che è l’etica al di fuori delle
cricostanze?!
“Ecco, creiamo, creo, una
storia poliziesca, come guscio per la storia vera che tratteggio come ambientazioni
e fatti che il mio protagonista percorre e vive. C’è un grande falsario che frega
tutti, in apparenza, pur servendo La Storia, cioè facendo quello che si doveva
fare, che qualcuno deve pur sempre fare. Il protagonista, ‘il falsario’, che
non è un falsario della Storia ma solo un forgiatore di documenti per
permettere alla Storia di srotolarsi, sono io, io NorbertoEcco. Nel mio libro mi copro
dietro il SimoneSimonini che lavora di bolli, scritti e documenti ufficiali.
Posso mica dire che i vere falsari sono gli intellettuali organici che sono,
come i forgiatori, sia i suggestionatori delle masse che gli agevolatori
dell’inevitabilità storica. Mica voglio finire in povertà,
disprezzato ed ammazzato! Eppoi, non sarebbe neppure vero che noi si sia così
vili! Noi intellettuali organici siamo sia i conservatori dei valori eterni che
i seminatori del progresso tecnologico. ...Noi pensiamo, per chi deve lavorare!
“Ne Il Nome delle Rosa avevo dipinto qualche aspetto secondario del mondo
medioevale con una innocua, lì, denuncia di talune gerarchie. A qualche prete
non sarà piaciuto ma mica potevano andare all’assalto del grande intellettuale
organico NorbertoEcco.
Ad altri sarà invece piaciuta la conservatrice relazione docente
discente su cui si fonda ogni gerarchia. Capito quest’aspetto, nessuna Chiesa avrebbe
avuto alcuna ragione vera per avversarmi.
“Due decenni dopo avevo
ripetuto lo schema con Baudolino. Lì
c’era il binomio saggezza-truffa. Il potere saggio deve essere felice di
sfruttare gli imbroglioni e non può certo offendersi che qualcuno lo dica.
Faccio l’apologia dell’intelligenza del potere. E, comunque, si parlava di cose
antiche. Otto secoli fa.
“Che dovevo fare? Ripetere
lo schema?! Avevo ben di meglio da fare ora. E che film che si potrà fare,
magari ben più d’uno, ora, dal mio giallo storico!”
- “Scusa, caro NorbertoEcco, a parte che sei
tu che t’inventi un’etica, un’etica opportunista, al di fuori delle
circostanze, tu proponi un’ambientazione
da manuale storico delle elementari, per un protagonista, se non improbabile,
altamente mistificatorio... Uno scrittore, uno scrittore vero, che senza grandi
pretese storiche si dedichi all’introspezione psicologica, allo studio intimo,
profondo o meno, dei personaggi, dà di più sia a sé stesso che al lettore.
Guarda, chi inventa un ‘Tognazzi’ od un ‘Fantozzi’ od un ‘Sordi’ fa più cultura
e letteratura che un ‘vi svelo le trame senza svelare nulla’ norbertoEcchiane. Chi scrive un
banale giallo terra-terra solleva più emozioni d’un personaggio pseudo-metaforico,
ed altamente improbabile, come il tuo Simonini. Se non altro costoro, gli
scrittori anche solo terra-terra, i manovali della carta stampata ed ora
dell’online, s’evitano quello che io chiamo il coitus interruptus effect. Quando si creano grandi aspettative e, poi,
sotto il vestito nulla... Nulla, proprio nulla nulla. ‘Denuncio’, ‘smaschero’,
‘smonto’, ‘mostro’... Almeno uno senza nome, e senza grandi dichiarazioni
programmatiche, di cui compri un libretto super-economico dal giornalaio, o
gratis in annesso al giornale pacchetto della domenica... Sai, come quelli che
comprano vodka di grandi marche ma quel che è dentro tutte è lo stesso, costi
un euro a litro o 50-100... Questioni di pubblicità d’involucro. Non v’è altra
differenza. Anzi, se, casualmente, la voldka da un euro un’impresa l’aromatizza
con qualche prodotto naturale od artificiale, ecco che è migliore della stessa
non aromatizzata venduta a 100 euro.”
- “Potevo mica scrivere che
la Francia era, nel ‘700, il nemico principale dei britannici che dunque
dovevano distruggerla. E neppure che i gesuiti erano stati sciolti dal Papa su
richiesta francese e spagnola perché obbedivano, evidentemente, a potenza
concorrente cioè all’Inghilterra. Tanto meno posso raccontare che avevano
subito trovato asilo in Inghilterra, che pur li aveva perseguitati, come sempre
succede da quelle parti, e non solo, prima di reclutarli. E potrei poi far
luce, io grande genio, sulla favoletta delle sette massoniche che tramano
dell’ombra ed all’improvviso balzano alla gola della monarchia francese e la
rimpiazzano con dei malati di mente sanguinari quali sono i giacobini? Non si
ci può mettere contro il mondo per un idiota anelito di libertà. I liberi non
li pubblica nessuno... Io dovevo proprio metterla, presentarla, a quel modo.”
- “Non è detto, caro NorbertoEcco... È l’eterno ritonello del venduto, il
mangiar merda oggi che poi domani... Chi mangia merda oggi, la mangia domani,
dopodomani e fra cent’anni. ...Vedo che quanto ti si mette sotto pressione, i
cieli di beneficiano di qualche sprazzo di luce... ...Forse... ...Intanto, fra
lo scoppio della cosiddetta ‘rivoluzione francese’ e la destituzione ed arresto
del Re, passano un tre anni. Le cosiddetta ‘rivoluzione francese’ copre un po’
più d’un decennio, modernizza la Francia nonostante la continua guerra civile.
Semmai si può notare un aspetto chiave. La guerra civile tra repubblikettani e
realisti, e pure all’interno dei due campi ad andar di fino, continua fino ai
giorni nostri, pur metaforizzata. Alias,
per chi sia pratico di queste cose, il colpo di Stato del 1789 non aprì la via
ad una vera rivoluzione nazionale, ad un’affermazione di nazionalità unitaria,
se la Francia resta divisa. La frattura all’interno dello Stato francese, delle
sue oligarchie ed alte burocrazie, non viene superata né con la ghigliottina né
col bonapartismo. Per cui, la cosiddetta rivoluzione, o prima rivoluzione, nonostante
decisivi aspetti modernizzatori, non è risolutiva per creare una nuova Francia
con una comune identità. Non ne avrà avuto tempo...
“Il processo ‘rivoluzionario’
in Inghilterra è lungo. Nulla si risolve in un giorno. Quelle che ex-post
vengono chiamate rivoluzioni sono State-building senza momenti fatidici né
pretese rotture spettacolari. Sono processi fisiologi, con carburazioni e
digestioni. La Francia, vinta, viene compradorizzata dagli inglesi, e da altri,
anche senza basi formali d’occupazione permanente stile Impero romanico o
statunitense.
“Sebbene la monarchia
avesse contribuito in modo decisivo alla vittoria della ribellione americana
contro l’Inghilterra, almeno in apparenza..., gli inglesi avrebbero in realtà
avuto interesse a tenersi una Francia monarchica. Gli inglesi, come tutti gli
altri, non fomentano la rivoluzione, in Francia. Partecipano all’assalto alla
rivoluzione perché essa sta facendo rapidamente modernizzare una Francia già
all’avanguardia, o quasi, in molti campi. Il parlamento, già sotto la monarchia,
e poi la repubbliketta, modernizzano rapidamente le istituzioni e l’economia
francese. I giacobini perdono il potere perché, dopo un paio d’anni di terrore,
esso (il terrore) è ancor più inutile di quando era iniziato. Invece di dar
vita ad un nuovo corso, loro continuano maniacalmente a ghigliottinare. L’ordine
politico s’avvita in continue operazioni golpiste contro il risultato od il
temuto risultato delle urne. L’economia s’avvita nell’eccesso di spesa e di
tassazione e nella conseguente crisi fiscale.
“Gli inglesi, abilissimi
truffatori e manipolatori, vendono il fallimentare schema giacobino come
modello da seguire per tutti i movimenti pseudo-rivoluzionari comunisti e
fascisti, ...sì da poterli facilmente manipolare e subordinare a sé
(direttamente od indirettamente) mai conquistassero il potere formale da
qualche parte.
“...Dicevo che...
l’economia francese s’avvita nell’eccesso di spesa e di tassazione e nella
conseguente crisi fiscale...
“Essendo ciò alleviato dall’azione
imperialistica delle forze armate che pur sono una causa rilevante delle spese
eccessive, alla fine deve arrivare un generale di successo, o presentato come
di successo (i personaggi, le personalità sono sempre delle costruzioni
mediatiche), che sarà Napoleone Bonaparte e che, apparentemente, dominerà la
scena per un quindicennio. Anzi, questo è quel che si racconta. Napoleone
Bonaparte ha tutte le caratteristiche del fantoccio arrogante. Oligarchie lo
nominano e poi lo spediscono a continuare a fare il soldatino all’estero per
governare loro dietro la sua copertura. Il lavoro di governo è un lavoro
manageriale fatto di nomine e controlli. Non lo si fa con un compurer al Polo
nord o sud e cogli atti da firmare che ti arrivano nelle tende da campo da
Parigi per corriere a cavallo od in carrozza. Napoleone è un fantoccio e lo
sa.
“La sconfitta di Russia
deriva da un errore dello stesso per quanto nei moderni eserciti e governi
burocratizzati (da millenni sono burocratizzati!) non si puo credere che siano
errori individuali. Sono errori fatti capitare. Fatti capitare da fuori e fatti
capitare da chi, a Parigi, voleva di nuovo tenere lontano il Bonaparte e,
chissà, pure liquidarlo del tutto. Come si dice? ‘Le ciambelle non sempre escono
col buco.’
“Che siano stati i soliti
truffatori polacchi a fottere, come più tardi nel 1939, la Francia è un
dettaglio non decisivo. Gli inglesi avranno cercato di spingere la Francia
versò un’impossibile avventura russa. Come già, poi, coi tedeschi del cosiddetto
III Impero Germanico, la Francia cerca di vincere il dominio mondiale inglese
per terra, quando la Gran Bretagna è potenza mondiale perché potenza marittima.
Andava sconfitta per mare. Napoleone s’illude di poter vincere per terra. S’illude
o lo illudono? Per terra poteva vincere, stabilizzando il potere rilevante accumulato
in Europa e non solo. Invece, s’infogna in Russia. I britannici hanno una visione
d’acqua. Per acqua si va veloci e s’ha una potenza di fuoco immensa e letale,
pur con materiale umano ridottissimo, oltre che facilità di trasporto derrate
ed altro. Per terra si va lenti, con armate enormi e costose, e logistiche che
si complicano. I soliti imbroglioni polacchi dicono a Napoleone che la Russia
sta per attaccare. Napoleone se la beve e pensa di fronteggiare il pericolo
arrivando a Mosca. La capitale imperiale era San Pietroburgo, che era pure sul
mare. O i francesi hanno paura proprio perché sul mare? Neppure i tedeschi
riusciranno poi ad occupare San Pietroburgo. Il Bonaparte, ‘il grande
generale’, ha una visione geopolitica da carte geografiche. Si dice, o si fa
convincere, che occupa Mosca e la Russia è sua. È lo stesso riflesso
condizionato e la stessa reazione di Hitler. Seppur Hitler avesse in qualche
modo ragione visto che la Germania, e tutta l’Europa occidentale, era sotto
attacco russo programmato per l’1 luglio 1941. Quando a Hitler dicono che la
Russia sta per attaccare, e l’informazione è corretta, muove truppe per
prevenire l’attacco. Devastate le armate russe in viaggio su treni ed altro
poteva subito ritirarsi, visto che non era pronto per raggiungere le ricchezze
minerarie e petrolifere russe. La guerra si può anche fare per incursioni
quando non si è in condizione di occupare e colonizzare, o non si ha una superiorità
tecnico-militare decisiva. Bastava denunciare al mondo l’imminente attacco
russo e pretendere un trattato di pace. Non era impossibile, allora. Stalin era
terrorizzato dall’attacco tedesco. I tedeschi sbagliano a continuare la guerra,
invece che ritirarsi non sconfitti e con potenziale bellico intatto. Pensano
che abbia importanza arrivare a Mosca. Lì, reparti schierati russi, non in
viaggio, si battono e vincono. I tedeschi insistono in un’impossibile corsa ad
est. Sbagliano, ma l’attacco iniziale, con cui sbaragliano le armate che stanno
schierandosi per l’occupazione dell’Europa occidentale, era
indispensabile.
“I francesi sono i soliti
minchioni fin dall’inizio. Napoleone poteva aspettare che i russi attaccassero.
Oppure poteva creare o rafforzare qualche credibile Stato anti-russo in
territori russi od ai confini con la Russia. Inizia la campagna di Russia con
700'000 uomini, di cui 450'000 fancesi. Poteva fondare venti (od anche cento)
città con tutti quei soldati. Bastava trovare o far arrivare altrettante
femmine. I russi devono avere avuto consiglieri inglesi. Rifiutano di
combattere e si ritirano facendo terra bruciata. Tecniche di pensiero laterale.
Mentre i ‘brillanti’ francesi sembrano privi di immaginazione. Quando Napoleone
arriva a Mosca si aspetta che arrivi il sindaco con le chiavi della città e ad
offrire alloggi, cibo e fika per tutti. Eppure, quando manda emissari ai
comandanti russi per le solite battaglie spettacolo, i russi declinano e si
sottraggono. Difficile capire che la linea era fuggire e farsi inseguire per
intrappolarlo nel gelo russo? Impossibile non capirlo, neppure per un arrogante
idiota francese! Il 14 settembre 1812, quando entra a Mosca, la città è vuota
ed in fiamme. Dei 700'000, ne tornarono solo 22'000. Le perdite complessive
russe furono superiori. Ma i russi potevano permetterselo. I francesi no. Nella
sconfitta tutti t’abbandonano, popoli compresi. Le oligarchie francesi che avevano
obbligato il fantoccio Bonaparte alla campagna di Russia lo avevano già scaricato.
Le oligarchie controllano i media. Le oligarchie controllano le menti ed i
sentimenti del popolo.
“Se l’attacco germanico del
22 giugno 1941 era obbligato perché i russi avrebbero attaccato l’1 luglio del
1941, e su tutta la linea ovest e non solo ai confini germanici, appena
allineate le truppe in trasporto verso il fronte, la campagna di Russia del 24
giugno 1812 è una di quelle cose che non stanno né in cielo né in terra. Il
fantoccio Bonaparte deve avere ricevuto pressioni irresistibili per ficcarsi in
una tale trappola e che era evidente fosse una trappola. Tutti i cretini del
mondo si riempiono la bocca con lo slogan che ‘l’intendenza seguirà’. In tal
caso, avrebbero dovuto programmare di restare a Mosca anche l’avessero trovata
vuota, e poi restare lì per sempre con colonie agricole ed industriali, non
solo a Mosca ma fino a Mosca. Appunto, avrebbero avuto bisogno dell’intendenza
per restare a Mosca invece che fertilizzare il terreno di cadaveri nell’impossibile
ritorno. Impossibile che un generale, pur fantoccio, non lo sapesse. Che logica
ha attaccare quando fa caldo per trovarsi intrappolati quando c’è il gelo
polare? Semmai si attacca col freddo per eventualmente risposarsi col caldo e
pur sempre con un’intendenza che possa approvigionarti, perché i campi e le
fattorie possono essere stati devastati per cui, inverno o estate, si può
restare senza cibo. Un esercito flessibile sa trasformarsi in armata del lavoro
se deve fermarsi per mesi o restare a lungo in posizione difensiva. Sebbene
l’esercito russo fosse allora superiore ai francesi, meglio armato, più tecnologizzato
e più agguerrito, era davvero necessaria una armata di quelle dimensioni,
dunque di grandi costi? ...Qualcuno voleva tenere Napoleone lontano da Parigi e
ficcarlo in una trappola mortale e lui, fantoccio, non poteva farci nulla. ‘L’intendenza
seguirà’, dicono i cretinotti. La verità è che l’intendenza non segue, se non
la si è ben organizzata. Il soldatino sul campo non è nulla, senza
intendenza.
“Siccome le ciambelle non
vengono mai col buco, in vicende altamente aleatorie come le
storico-istituzionali, le oligarchie francesi non fotterono solo il Bonaparte
ma tutta la Francia, dunque pure loro stesse, ridotte a compradori, pur
privilegiati essendo oligarchi, dunque ricchi. A quel punto, la Francia poteva
essere grande di intelletti, modernizzata, pure con i resti di un Impero e
colonie. Ma, a sua volta, inevitabilmente, colonia britannica. Non rischierà
mai più di mettersi apertamente contro Londra. Accetterà il suo ruolo subordinato,
del resto irreversibilmente imposto dalla potenza britannica. Cercherà magari
di gonfiarsi e d’ampliarsi ma sempre all’ombra della subordinazione strategica
a Londra. Londra l’inculerà di nuovo, nel 1939, sempre con la scusa della
Polonia, ma oramai la Francia era un fantoccio londinese che non poteva
illudersi di sfuggire alla subordinazione, al servilismo. Nel 1939, la Gran
Bretagna obbligò la Francia alla dichiarazione di guerra contro la Germania. Poi,
contrariamente alle garanzie, non la difese quando la Germania si stufò della
cialtronata della dichiarazione di guerra senza operazioni belliche e la
occupò. Oh, certo, la Francia sarà, ufficialmente, tra le potenze vincitrici
pure della seconda guerra mondiale, ma sempre subordinata d’area anglo-americana
anche quando fingerà di sottrarsi, chessò, per qualche tempo, ai vincoli NATO
od altri. Non potrà affermare la propria sovranità nazionale neppure quando, ad
esempio, Lady Diana sarà assassinata sul proprio territorio perché, già madre
dei futuri regnanti, era restata incina d’un altro e pure islamico. La Francia
dovrà dare assistenza alla copertura del crimine. E così sempre, per cose
rilevanti. Nel Consiglio di Sicurezza ONU, la Francia approva tutto quello
viene sottoposto dall’Impero UK-USA, come Cina e Russia del resto. Prima
approvano tutto, poi fingono dissenso, a volte. Le logiche della subordinazione
sono quelle...”
NorbertoEcco
sgranava gli occhi, sudava, trasudava e strasudava, si riempiva di bile che pur
non esplodeva a quelle presentazioni storiche in un modo cui non aveva pensato
e pur ineccepibili e cui non avrebbe potuto controbattere nulla, nonostante si
sforzasse di trovare degli appigli contro.
Si ridusse ad un difensivo:
- “Ebbé, ma se uno la racconta così, fa storia.
E poi, come sempre succede a chi faccia storia come si dovrebbe, magari, o di
certo, qualcuno fa il culo all’eroe, se dice troppo le cose come sono. Vuoi
invece mettere la vivisezione del complotto dei complotti?! ...Con tanto
di Conte Cagliostro!”
- “Non è che fai la vivisezione del complotto.
Fai complottistica senz’alcun’aggancio con la realtà.”
- “Ed il Giuseppe Balsamo di Alexandre Dumas,
con cui mostro tutta la mia cultura pure letteraria?!”
- “Su
Dumas c’hai costruito un
raccontino che tra l’altro prende per il culo i complottaioli. Oppure lo si
potrebbe leggere come un raccontino avvincente e goderselo. Ennò tu non scrivi
per godimento e per far godere. Tu, invece, vieni a vendere la sociologia del
complotto sotto forma letteraria. Legittimo, certo. È solo che tu non fai
alcuna sociologia del complotto. Sguazzi nel luogocomunismo, eppure imbroglione
visto che dici di smascherare mentre in realtà mascheri ed alla grande. ...Ho
capito! Vuoi avere altre 50 lauree honoris causa. Ottimo! Te ne daranno pure 100
o 1000 dopo questa colossale operera di copertura del potere e dei poteri.”
Deglutendo
per contenere la rabbia e non potendo opporre nulla a quelle valutazioni:
- “...Uso un personaggio come Cagliostro per
costruire un contesto plausibile.”
- “Con Cagliostro, personaggio di frontiera,
palermitano giudaico-islamico, che pur si nega come tale ma solo invocando
parenti cristiani, cosa non significa nulla, se non una dichiarazione
d’opportunità e che s’autonega mentre si pronuncia. Cagliostro con pratiche e
poteri esoterici ed occultistici... E tu me lo riduci come uno che piomba in
una riunione della massoneria universale da lui stesso convocata e che in essa
si svela come loro capo. Questo lo chiami vivisezione e sociologia dei
complotti?! Questo, che in Dumas è letterarura ilare, tu lo fai divenire
ridicolaggine. Autentica scemiologia.”
- “Guarda che in italiano si dice semiologia.”
- “Se è semiologia, si dice semiologia. Se è
scemiologia, si dice scemiologia.”
NorbertoEcco
ridivene paonazzo esplosivo ed in piena crisi di nervi:
-
“Non Le permetto di darmi dello scemiologo! Non glielo permetto! Il troppo è troppo!”
-
“Hai capito bene ed hai capito male, caro NorbertoEcco. Ho detto che quella è
scemiologia. Non ho detto che sei uno scemiologo. Ho semmai detto che,
eventualmente, sei pure uno scemiologo. Sarai anche un semiologo e mille altre cose, oltre ad un
genio. Non sto parlando di te, né mi interessa parlare di te. Sto
trattando di aspetti specifici attorno a quest’ultima, fino alla successiva, tua
opera. ...Quelle operazioni sono davvero alta o bassa scemiologia. Che è diversa da
scemenza o scemeria. È scemenza elevata a scienza o disciplina. ...No, non è un
complotto... Ma c’è a chi fa comodo. Ai poteri fa comodo, comodissimo. Ti
daranno almeno altre 1'000 lauree honoris causa e pure in absentia, tante saranno che non potrai essere presente per
tutte. Potrai mandare un’unica dissertazione riprodotta sempre identica con
solo differente intestazione dei destinatari. Del tipo: Qui è
NorbertoEcco che disserta sulla scemiologia intrafugliata al complottismo.”
NorbertoEcco
restò paonazzo e sempre, dato che la precedente non era sbollita, in crisi di
nervi. Ma si sdoppiò ed inserì, se forse non il
cervello, la voce e su altre cose, di poco prima.
- “Maddai, siamo seri. Non posso raccontarla a quel
modo. Mentre suona bene, benissimo, il congresso delle sette
rivoluzionar-massoniche del tempo, sotto la guida del Cagliostro
gesuitico-comunista (eddai piace sia ai preti che ai comunisti, che ai fascisti
ed ai liberali; non che m’importi nulla dei fascisti-fascisti, ma, in fondo,
quando una cosa piace a tutti...), il Re vecchio e corrotto, nonostante i
successori buoni, e le forze cagliostriane del progresso che combattono
nell’ombra e prevalgono. Tutti, tutte le logge, cioè le élites culturali, del
mondo capiscono, come nei film americani dove il bene trionfa sempre, ed
offrono ingegni, soldi e spada per il trionfo di quella Francia rivoluzionaria
che s’è posta all’avanguardia politica, culturale e spirituale del mondo. In
fondo, è la nostra vecchia Europa che primeggia sempre. ...È tutto così
simmetrico. E sembra tutto vero.”
- “...Appunto, come le balle dei film americani,
dove la prostituta sifilitica che morirà in miseria dopo quindici giorni è
felice, a comando, come i miliardari già suoi clienti.”
NorbertoEcco
era sull’esteriorizzazione d’un’ulteriore esplosione, ma BaruchSchlosser
continuò calmo, freddo ed analitico.
-
“Attento! Con quel ‘gesuitico-comunista’ andiamo sul pericoloso. Per quel che
mi concerne, sull’intellettualmente e fattualmente pericoloso. Che i gesuiti
siano tra quelli che tramino è un riconoscimento di inteligenza,
militanza, capacità ed organizzazione, di abbondanza di mezzi, oltre che una
fattualità. Che c’entrino ed in modo decisivo con
Cagliostro, non ho elementi qui ed ora per pronunciarmi, ma credo di no. Che si
siano applicati pure alla Francia, indubbio. Che abbiano ottenuto dei risultati
per loro fini e/o fini d’altri, direi di no. Inoltre, gli stessi gesuiti sono
una burocrazia adattiva con frazioni differenti e pure opposte. Hanno tutte
solo un fine comune, il tronfo della fede, che significa arricchirsi e
rafforzarsi, uno per uno, cricca per cricca, frazione per frazione. Sono, non
solo loro, come i killer a pagamento. Hanno, di differente, solo un’etichetta
che è un po’ come un’unica scuola di provenienza e di continua frequentazione.
Ma che abbiano dei fini unitari oppure che lavorino per la Chiesa, sempre che
esista una Chiesa romana unica, non saprei come trovare elementi per
dimostrarlo o plausibili. Il Re vecchio e corrotto non è cosa vera. Se l’hanno
definito così è perché aveva perso il controllo delle burocrazie
poliziesco-militari ed altre. Succede quando si delega troppo e male. Era
comunque un elemento per conservarselo, per i britannici, se mai fosse stato
tale. Se la Francia e Parigi, come qualunque parte del mondo con una qualche
società politica e/o civile, erano pullulanti di logge, o cose si vogliono
chiamare logge, un approccio sociologio, psicologico e politologico scientifico
dovrebbe portare a concludere che erano sotto la stretta sorveglianza di
polizie e governi, anzi sotto la loro direzione perché sennò sarebbero state
liquidate, o non sarebbero neppure sorte. Nessuno partecipa ad associazioni
sovversive per finire in galera, se non nei filmetti ‘meregani. Per cui non
regge né la tesi della rivolta massonico-popolare, né quella della sovversione
massonico-compradora. Pure la tesi para-marxiana della rivolta delle forze
produttive contro il quadro formale è sia troppo generale che imprecisa se
presentata come legge meccanica ed implacabile. La monachia francese stava
distruggendo l’aristocrazia come forza economica. Gli sprechi in consumi della
monarchia sono tipici di qualunque regime (segreti solo finché non li si
conclamino al mondo) e sono comunque redistribuzioni visto che la spesa inutile
consiste poi in soldi/beni che passano alla macchina che lavora per, e dunque
beneficia da, essa. La democrazia formale ha costi enormemente superiori senza
avere i vantaggi dei meccanismi di pura cooptazione. I parlamenti, nati per
contenere le spese reali, hanno perso il controllo da decenni, per esempio, perfino
sulle spese presidenziali negli USA, spese che lì son fuori controllo
‘democratico’. Dappertutto i parlamenti sono fattore di spesa e tassazione, non
di loro contenimento.
“Sulla carta, lo statalismo non è meno
efficiente del liberismo. Il liberismo non è necessariamente più efficiente
dello statalismo. Non è che uno scenda per strada ed incontri il magico mercato
che tutto risolve. Le burocrazie risolvono ancor meno. Nella realtà, statalismo
e liberismo non sono neppure opposti ma sempre compenetrati. Mercato e
pianificazioni di lungo termine sono necessariamente combinati. Tutto dipende
dal come le organizzazioni funzionino ed interagiscano, non dalle etichette si
appicciano su di esse. Vi sono ricerce sui grandiosi progessi francesi ma pur
sempre un passo indietro rispetto ai praticoni inglesi specializzati in
produzioni di massa ed in semplificazioni.
“Visto che la rivolta anti-monarchica, e che
sopprime la monarchia solo dopo tre anni, produce rilevanti liberazioni di forze
produttive, l’Inghilterra con le potenze e sottopotenze europee avevano interesse
a mantenere l’assetto pre 14 luglio 1789, non a distruggerlo. Infatti, vinto il
Bonaparte, in Francia si ha una parziale restaurazione. Dunque, nessuno, dal
lato inglese, avrebbe mai fomentato sette massoniche per distruggere
quell’assetto. Neppure avrebbero potuto. Semmai le avrebbero usate per mantenerlo.
Alla fin fine, a voler essere scientifici, la rivolta ‘massonica’ parigina è
voluta da ambienti stessi della monarchia. Certo, dopo tre anni, il Re finisce
con la testa mozzata. A volte apri un cassetto. Poi lo chiudi e ti mozzi il
dito. Oppure pulisci un’arma e ti esplodi un colpo che ti sfracella la chiorba.
Poteva non succedere nulla, ed il Re poteva morire dopo due mesi anziché tre
anni. In Inghilterra, vi fu una rivoluzione anti-monarchica. Un secolo e mezzo
prima. Anche lì, tagliarono la testa al Re. Vi fu una dittatura militare. Alla
fine si inventarono un altro Re. Poi, lo cambiarono. Lo sapevano che troppa
democrazia può essere devastante. Ma sapevano pure che, senza una qualche
democrazia dei ricchi, il monarca tende a non cambiare nulla o non può cambiare
nulla se non esiste qualche forte sollecitazione a farlo. Oppure spende troppo,
se è dalla monarchia che dipende la spesa. La democrazia parlamentare nasce
proprio per contenere la spesa statale e pubblica. Solo che, poi, si trasforma
in fonte di spesa ed anche ben superiore a quella monarchica. Oggi, forse,
occorrerebbero dei monarchi con diritto di veto sulle spese volute dai
parlamenti e dai Presidenti-dittatori come quelli statunitensi. ...Un
rovesciamento storico delle parti.
“Per quel che non mi concerne, non essere neppure
così sicuro che tali scemiologie, così distanti da ogni elemento di verità e da
qualunque utilità analtica, possano veramente piacere ed a tutti. Ti diranno
d’aver detto troppo, d’aver detto poco, d’averlo detto male. Che l’editore
scateni i suoi agit-prop, non eviterà che molti si sentano toccati da tali
tematiche, chi in bene chi in male. La cosa non è importante. Uno scienziato,
anche se in imprese letterarie, non dovrebbe mai, proprio mai, occuparsi e
preoccuparsi della popolarità, eventualmente solo della divulgazione (che è
tecnica, non compromesso sui contenuti) se vuole raggiungere ambienti più vasti.
“Tu, in realtà, sforni prodotti non di massa
che la macchina pubblicitaria ha trasformato in fenomeni di massa. Il punto è
che, nel modo in cui le cose sono trattate, realmente scemiologia abissale, ti
porterà a rispondere, alle obiezioni arriveranno, con farfugliamenti. Non che
sia rilevante... Ottimo se ti rende, e se tu sei contento.
“Ah, caro NorbertoEcco, sia ben chiaro... Dico
questo perché è come il mio ruolo qui (ruolo non dato da
nessuno e per interromperlo basta che tu te ne vada o che io taccia) dire
queste cose tra di noi. Tu sei un genio, acclamato e rispettato, e pure
inzippato di soldi, beni ed onori, mentre io sono solo in ciabattino quasi
disoccupato, sguattero come secondo lavoro part-time, e pure con altre attività
non di grande successo, visto che le due precedenti sono quel che sono sia come
soldi e tempo. Lo vedi che sono quasi senza denti, perché non ho i soldi per
mettermeli con quel che costerebbero. Risparmiando sia tempo, visto che il
lavoro non mi assorbe troppo, e visto che posso risparmiare pure il tempo di
andare dai dentisti per mettermi le protesi di cui avrei bisogno, e, grazie ai
cieli, in discreta salute dato che la povertà mi lascia sottile, senza pesi
superflui e malattie connesse all’obesità oggi così diffusa, e così via, leggo
quelche libro e scribacchio ora in rete grazie a questa magia contemporanea per
cui pubblichi senza chiedere autorizzazioni e finanziamenti a nessuno anche se
magari non ti legge nessuno. Ma cosa vuoi che ciò sia rispetto a coloro come te
che, che pur così occupati tra doveri ed onori, studiano e scrivono con
universali riconoscimenti? Dai, uscito di qui, anche subito se t’abbiamo
annoiato abbastanza, fa qualcosa che ti faccia dimenticare, od almeno
relativizzare queste ore forse penose, e continua a pubblicare, come di certo
farai, le opere di cui i tuoi editori agognano. Il tuo nome è già una garanzia.
E se occorre qualche aggiustamento, ben avranno correttori e riscrittori vari
anche se mi lascia perplesso che uno consegni un’opera ad un editore per poi
vedersi pubblicare una cosa differente dalla consegnata. Ci mancherebbe che un
poveretto senza successo come me possa frapporre anche solo un sassolino,
nemmeno una folata di vento spero, sulla via di un genio di grandissimo
successo come te.”
NorbertoEcco,
fumante di bile furiosa:
- “Oh, certo, prima mi smonti
tutto. Poi mi disprezzi pure. Come un medico che visiti uno, capisca tutto, e
poi gli dica d’andare all’obitorio e morire.”
- “Ma io sono solo un
ciabattino.”
- “Ancora peggio! Finiscila
con questa finta modestia!”
- “Scusa, ma mi sembra più
produttivo utilizzare questo nostro tempo limitato (almeno il tuo è preziosissimio,
io posso restare qui a parlare pure per giorni) per la questione di cui stavamo
discettando... I gesuito-comunisti di cui parli sono gli stessi gesuiti di
Lovanio della cosiddetta teologia della liberazione, cioè, per dirla in linguaggio
diretto e non metaforico, del terrorismo immerdante in America Latina, così
come in Europa ed altrove... sono quei gesuiti che per primi hanno aperto la
ora tua lunga lista di lauree honoris causa? Sono gli stessi gesuiti fascisti
che un bel giorno si sono fatti, in parte, comunisti. Anzi, già prima erano
fascisti-comunisti. Siccome molti coloni (là in America Latina) li
disprezzavano, hanno usato i locali, reclutati non si sa bene come, contro i
colonizzatori per cercare di affondare la colonizzazione ispanica e quella
lusitana. I preti a seguito degli inglesi benedicevano gli stermini degli
indigeni. I gesuiti al seguito spagnolo e portoghese li usavano contro i
colonizzatori. I preti degli inglesi erano militari in tonaca. Quelli spagnoli
e portoghesi usavano la protezione delle monarchie ispanica e lusitana per
fottere (o per moderare) le colonizzazioni volute da quelle stesse monarchie.
Siccome la religione è un mercato come gli altri, c’erano i gesuiti
dell’oligarchia e c’erano gli stessi od altri che facevano i gesuiti per il popolino
schiavizzato. Insomma, coprivano tutti gli acquirenti, tutti i mercati.
Diversificazione del prodotto! Ed ai gesuiti si sono aggiunti tutti gli altri
ordini vecchi e nuovi, già esistenti e successivi, con tecniche simili sebbene,
dapprima, qualunque ordine punti a dove ci siano i soldi o a ciò che, in un
modo o nell’altro, massimizzi i proventi dell’ordine.”
A
NorbertoEcco uscì come un’ulteriore fumata, come gli si stesse fondendo il
cervello e non solo. Una sfiatata con tanto di spruzzo di saliva inizio una
qualche discorso che però non uscì dai denti.
BaruchSchlosser continuò indifferente a quelle
manifestationi, del tutto umane, di insofferenza profonda, devastante.
- “Perché i cosiddetti gesuiti, dico cosiddetti
poiché mi sembra per molti siano divenuti, o la loro denominazione sia divenuta,
simbolo d’altro non dicibile, ...i gesuiti reali, erano guerrieri spietati,
certo al loro livello che è ideologico-religioso, affari materiali a parte,
della cosiddetta guerra fredda. O così era ed è quello che si fa credere. Poi,
in molti luoghi si hanno quelli di destra e quelli ‘comunisti’. In America
Latina, qualcuno li usa come per fare concorrenza al castrismo che pure, anche
se solo di facciata, era guerrigliero. Che altri, non comunisti o castristi
neppure di etichetta, avessero voluto di più... Anche le guerriglie e le altre
sovversioni latino americane non è che fossero quel che veniva e viene venduto
al minchione occidentale medio. Le guerriglie rurali sono connesse al traffico
di droga ed in chiara concorrenza con altri traffici di droga direttamente di
governi imperiali. Guerriglieri urbani come Marighella, puliti sia (forse) moralmente
che rispetto a queste cose di narcotici, vengono rapidamente e sbrigativamente
liquidati. ...Probabilmente manipolato pure lui, magari, in parte, a sua
insaputa, perché non è che, all’età della pensione, uno, da ligio funzionario
sovietico per decenni, si lanci in prima persona nel terrorismo urbano
apparentemente senza speranza, come lui fece, se non abbia qualcosa in testa
oltre al farsi ammazzare. Un vecchio funzionario già para-sovietico come
Marighella non lo sapeva che i proletari sono un po’ infami come tutti già in
tempi normali, figuriamoci quando dittature o para-dittature ufficialmente o di
fatto militari ci vadano pesanti a pretendere cooperazione contro guerriglie
urbane, ...magari da loro stesse, a livelli riservati, innescate...?! Altri
movimenti come i guerriglieri Mandel-Maitanian-Gello-Andreottoani d’Argentina servono
solo per aprire la via a regimi militar-oscurantisti. CC, P2 e magari la solita
ENI che pagano, e fan pagare, in un modo o nell’altro, i trotskisti del SU di
Bruxelles, già utilizzati come copertura per aiutare il terrorismo
anti-francese in Algeria, non lo fanno certo di testa loro né indipendentemente
dai britannici e dagli statunitensi di cui sono appendici coloniali. Per quanto
le ciambelle non escano sempre col buco e a volte ci sia qualche margine di
manovra, anche perché non è che britannici e statunitensi abbiano interessi
identici né convergenti per quanto simulimo fratellanza reciproca. Inoltre, le
colonie che implementino direttive dell’Impero, ricadono nella categorizzazione
padrone-esecutore, dove l’esecutore dipende dal padrone ma pure il padrone
dall’esecutore. ...Dico ciò per l’Argentina, in particolare, perché lì, poi, la
dittatura militare, creata con aiuto Gello-Andreottoano (con l’aiuto secondario
delle solite appendici Mandel-Maitaniane dei loro CC), s’è rivolta contro gli
inglesi sulla questione delle Falklands-Malvinas, inglesi che l’hanno fatta
pagare pensante a tutti, a cominciare da quel Calvi da loro subito impiccato a
Londra sotto uno dei loro ponti. Si vedano le date...
“In alcune aree del mondo,
le guerriglie più radicate nella droga continuano fino ad oggi. I gesuiti di
quei posti sguazzano in tutto questo. Stanno con tutti e profittano da tutti.
Non che i francescani od i benedettini delle SS siano necessariamente meglio.
Tutti devono innanzitutto finanziarsi e finanziarsi dove ci sono i soldi
grossi. Solo gli ordini più numerosi possono meglio differenziare il marketing
e fingersi col popolo quando devono pur sempre stare col potere dei luoghi da
cui si finanziano. Talvolta la Chiesa di Roma vuole riprendersi aree colonizzate
dai gesuiti, come eventualmente da altri, per cui usa altri ordini o reti o
cordate contro coloro che vuole rimpiazzare. ...Le cordate non ci sono solo
nelle burocrazie statali... Del resto, quella della Chiesa è una burocrazia di
tipo statale.
“Quando la stessa Chiesa si
stufa, un po’, dei gesuiti ‘comunisti’ d’America Latina, pur non sciogliendoli,
privilegia l’Opus Dei, sembra, che rappresenta, finché essa stessa o sue
frazioni non saranno fatte divenire ‘comuniste’ (o come si chiamerà la nuova versione
del para-emmellismo inventato a Londra), la destra o una supposta destra se mai
certe etichette posizionali significhino qualcosa. Del resto, non è che i
poteri del mondo non dispongano dei preti di Roma, che solo in parte fanno capo
a Roma-Vaticano. In parte, in genere ben maggiore, sono suboidnati ai poteri
dei luoghi che hanno sempre sezioni di polizia segreta e non che si occupano di
affari religiosi, esista o meno, formalmente, un Ministero per gli Affari
Religiosi. Ci sono comunque, dappertutto, Uffici Affari Religiosi dei Ministeri
dell’Interno e pure altrove, come presso Polizie Segrete. Figuriamoci se gli
Stati non si occupano, e con intervento diretto sul pretume d’ogni
denominazione, del mercato delle coscienze che è mercato del controllo, del
cosiddetto ‘consenso’. Per esempio, il proliferare di confessioni evangeliche è
l’area anglofona, forse quella statunitense più specificatamente, che si
espande in aree d’altri. Non è che le locali polizie-governi non lo sappiano.
Per cui, qualunque sia la denominazione religiosa, il tutto si centra sul
controllo del prete, pastore, rabbino, monaco, o come si chiami, che, se
formalmente ed in parte fa capo alla casa madre, alla fin fine deve essere
organico al potere dei luoghi. Sennò ci sono varie tecniche per liquidare chi
mai ostentasse una qualche indipendenza, incluso ammazzarlo. Il controllo delle
anime è, l’è sempre stata, una gran questione di Stato.
“Il giacobinismo, che poi è
solo una fase delle cosiddetta rivoluzione francese, è comunista, è fascista, è
liberale, è cromwelliano, oppure, come è più probabile o pressoché certo, le
etichette sono spesso stupidaggini per evitare asperità analitiche e per
lanciare messaggi subliminali a chi non capisca bene neppure di che s’intenda
parlare o a cosa s’intenda alludere? Ora, tu mi posizioni questi gesuiti
supposti, dato che secondo me non c’entrano nulla in quelle vicende, con la
qualificazione, di fatto, di rivoluzionari. Tu vedi, o comunque consideri, se
ho ben capito, questi gesuiti-rivoluzionari in cospirazioni che starebbero alla
base della cosidetta rivoluzione francese e d’altre sovversioni in Europa. Per
non sbagliare, ci metti pure ‘gli ebrei’. E, da come qualifichi i termini della
cosa, li presenti (‘gesuiti’ ed ‘ebrei’) come il bene e la modernizzazione
contro il male e la conservazione.
“Dalla stessa parte, anzi
proprio come capo della cospirazione massonica, metti Cagliostro, che proprio
manca sia dello spirito cattolico, sia di connotazioni gesuitiche. Cagliostro è
di cultura esoterico-occultistica semmai di stampo cabalistico, secondo me un
giudeo-islamico proprio perché cerca di negarlo e con motivazioni che, in quei
tempi e contesti culturali, sembrerebbero invece una confessione, magari per i
posteri e la storia. Che sia stato affidato per l’istruzione ad un’ordine
religioso d’origine portoghese, di cui diviene novizio (e dove studiò pure
chimica), non era inconsistente con un’eventuale identità ebraica, data una
moltitudine di ebrei al di fuori del rabbinato e pure a vari livelli, anche ai
nostri giorni, nella Chiesa cattolica. ...Abbondanti in Spagna ed in
Portogallo. A 17 anni, in pratica grazie ai proventi d’una rapina, Cagliostro raggiune
Malta ed il Sovrano Militare Ordine di Malta dove lavora come chimico. Il suo
giro delle capitali europee gli porta gran fama. Ah, tra l’altro, il SimoneSimonini sembra copiato da lui almeno per quella
professione di falsario. Il Cagliostro la apprende, e pur in modo eccelso. Pur
di farsela insegnare accetta di cedere, almeno per una volta, sua moglie
all’insegnante che la pretende. Entrò pure in collisione con governi, incluso
alla fine il papale che lo rinchiuse fino a morte, se davvero morì in prigione.
Le ricchezze accumulate le usò pure per opere di bene. Che abbia creato logge
massoniche, in giro per l’Europa, secondo un rito da lui inventato, o usato, e
conclamato come egizio, può significare che fosse un organizzatore convincente.
Che poi abbiano fatto tali logge... ...Sa comunque di favoletta che uno
dissemini l’Europa di sue logge. Doveva avere credenziali di qualche Stato,
perché, sennò, nessuno abbocca né dà soldi al primo che si presenta, pur
convincente. Insomma, o era agente di qualche governo o riuscí a far credere
d’esserlo. Da come vive sembra un grande truffatore, pur se tollerato fino a
che, a Roma, non lo incastrano. La moglie lo tradì, o fu indotta a tradirlo, anche
se poi non firmò la confessione, all’Inquisizione e lui si trovò così rovinato
per sempre, supposto che non sia eventualmente riuscito a fuggire ed a
scomparire. Comunque, se uno vogliono fregarlo, non importa che qualcuno lo
tradisca o lo denunci. Del resto, la moglie lo tradiva su sua richiesta da sempre,
dato lui la usava come prostituta d’alto bordo per far soldi rifilandola in
successione a ricchissimi dei luoghi. Che Cagliostro abbia intrufolato, più che
altro millantato, con governi e polizie è pubblico, ma per interessi di
sopravvivenza sua. Che il tutto sia consistente con l’essere stato un gesuita
ed un gesuita rivoluzionario non sembrerebbe. Sfruttare l’epoca non significa
che uno si faccia automaticamente riformatore sociale o rivoluzionario. Può
essere più consistente con l’opposto. Farlo distruttore della monarchia, che
propagandisticamente viene chiamata assolutismo, francese e pure un SimoneSimonini che sembra la sua continuazione od una sua
filiazione letteraria... ...ecco ciò va nell’inganno, per usare, un linguaggio
parco. Cagliostro lascia la Francia nel 1786. Nel 1788 è nella penisola
italica. Incastrato da due provocatori pontifici a Roma e dalla denuncia non
firmata della mogle, per cui qualcuno se lo stava filando per rovinarlo, il 27
dicembre 1789 viene arrestato con imputazioni da pena di morte. Bastava non
mandargli due provocatori che chiedono l’affiliazione alla massoneria e non
ritenere valida la deposizione non firmata della moglie, se nessuno gli avesse
voluto male. Tra l’altro, a Roma, aveva affiliato, sempre che potesse davvero
affiliare qualcuno a qualcosa, un frate alla massoneria, per cui la pena di
morte per massoneria doveva essere una grida manzoniana, a meno che non facesse
comodo fregare qualcuno. Muore, ufficialmente, il 26 agosto 1795, pazzo
sembrerebbe, cosa non difficile in una cella senza porte, in cui era stato
calato dall’alto, di 10 metri quadrati e con una stretta feritoia per un po’di
luce. Salvo fantasticare su sue fughe e ricicli segreti e mai scoperti, sembra
la vita di uno abile, abilissimo, nel raggiro soprattutto di ricchissimi e
potenti creduloni. Non sembra invece la vita di un personaggio centro di
complotti universali o per collassare monarchie od una monarchia. Anche perché
i complotti a quel modo non esistono e darlo a bere è opera mistificatoria. Se
le logge parigine sono insorte contro la monarchia significa, come già detto,
che una parte della monarchia, del regime, sfugge al controllo del Re e gli si
rivolge contro. In pratica, la polizia, invece di reprimere le logge, le crea,
le usa e le usa contro il Re. Nessuno aderisce a logge, gruppi, per finire in
galera. Nessuno partecipa ad insurrezioni se non viene convinto di essere
coperto e che l’insurrezione riuscirà. Gli eroi ci sono solo nel filmetti
‘meregani ...e nella propaganda politicantica per fessacchiotti.
“...Mio caro NorbertoEcco, già, dal 1951,
pure detto Dedalus (sotto questo pseudonimo scrivevi), Dedalus costruttore di
complicati labirinti suppongo, Dedalus tra la stampa provinciale,
provincialissima, campanilista e quella della sinistra chic, addirittura come
editorialista, sempre sotto copertura Dedalus naturalmente... Dedalus,
dedalus... Eddai, già ti vedevi agente segreto se non fossi divenuto il grande
NorbertoEcco, prima parastatale in RAI, poi accademico ed infine scrittore
planetario! ...Tuttavia, qui, non si vedono né genialità, né labirinti,
né geniali labirinti. Cagliostro, modernizzatore d’Europa, dove il baluardo
dell’oscurantismo era proprio e solo l’effervescente Francia? Mavvai... Un come
come quel Vostro Berluska che, una volta rimosso, entrate nell’età del
bengodi, ...vi dicete e molti si dicono! ...Ma, ci credete?! Nel 700, Cagliosto
che rimuove il demone-Francia! Ma va là... Non è che l’opera
innovativa sia divenuto un incaprettamento? Qui lo dico e qui resta,
naturalmente. Venderai decine di milioni di copie in tutto il mondo e riceverai
onori a tonnellate. Tutti ti proclameranno un genio, dunque sei un genio.
Qui..., ...qui..., ...qui, si fa per discorrere.”
NorbertoEcco
era ancora più furibondo. Peggio che furibondo. Sì, qualcosa di ben
peggio. Un’ansia lo stava divorando. Lì, eruppe:
- “Ma
tu chi sei? Chi sei? Ti muovi con professionalità sul mio
terreno e pure su altri. Tu devi essere qualcuno. Dove insegni? Cosa? Che libri
hai scritto? Sotto quale nome? Sai tutto di me ed io non so neppure da dove
vieni e che fai... Devi smetterla!!! ...Si dovete smetterla con questa
sceneggiata! Dovete smetterla!!!”
Gli
altri, focalizzati nel loro discorrere, si voltarono a guardare che stesse
succedendo e lui, NorbertoEcco, era ancora più imbarazzato e furioso anche se
ora, per un attimo, più che un attimo, dovette reprimersi per non far la parte
dell’isterico.
- “Oh,
carissimo NorbertoEcco, che
vuoi che ti dica? Se fossi un mitomane, farei come quello che a volte vedo sul
bus, con una toga da avvocato o da giudice sul braccio, e borsa piena di fogli
e libri che racconta a studentesse bellocce che è eppena uscito da una lezione
all’università da lui tenuta come docente. Quelle lo guardano imbarazzate dato
che, nel complesso della figura e nell’atteggiamento di quel tale, v’è tutto
d’inconsistente con l’asserzione mitomaniacale... Che devo dirti... Non ho
fatto il professore, né l’accademico... Non ho mai esercitato professioni
intellettuali ufficiali... Beh, nonostante l’età, ma sai è legato alla
scrittura, ho subito usato i computers. Prima, come macchina da scrivere. Poi
s’è diffusa internet, sebbene all’inizio fosse troppo costosa e neppure troppo
ricca se non per superspecialisti che sapevano e dovevano, per lavoro, guardare
alcune ben specifiche cose. Molti programmi analitici li avevi solo se eri nei
giri accademici. Gli stessi primi computers costavano un occhio della testa.
Poi, s’è potuto perfino scrivere e pubblicare liberamente in rete. Ma sai...
Tu, anche se pubblichi su carta, ti comprano e leggono milioni di persone. ...Ma
anche in rete... Chissà pure lì come ti leggono e ti commentano. ...Ecco fammi
provare col mio computerino, se ancora funziona... ...Ecco, ecco... ...Ma va
là... Guarda! Un milione seicentomila citazioni su questo motore di ricerca. Il
tuo nome e cognome, in blocco unico, dà 6'400'000 ricorrenze! 6'400'000!!! E pensa
quanti ti hanno letto, pure in rete. Centinaia di milioni, almeno. Se io scrivo
una o qualche cosetta in rete, certo me la posso pubblicare, guardare e riguardare,
ma chi vuoi che mi legga?”
Il disagio di NorbertoEcco cresceva. Questo
era comparso... Anzi glielo avevano come sbattuto davanti, a come lui la vedeva.
E come gli teneva testa. Ma che tenergli testa?! Questo lo trattava, certo con
infinita umiltà formale, pure sostanziale sarebbe sembrato, dall’alto in
basso. NorbertoEcco si sentiva disprezzato. No, non che BaruchSchlosser gli
facesse pesare nulla, né percepire alcunché. Era come un disprezzo intrinseco, un
dipresso oggettivo della situazione che era stata creata o s’era creata. Peggio
che disprezzo. Se uno ti disprezza, puoi anche fregartene. Qui, era lui,
NorbertoEcco, che si sentiva sprofondare nell’umiliazione. Sudava. Si sentiva
puzzare. I nervi a pezzi. Non era sicuro d’avere più nervi. Un
altro avrebbe detto sorridendo che era stanco sfatto, che il giorno dopo doveva
essere desto prestissimo, ed avrebbe guadagnato l’uscita magari dopo un qualche
discorsetto ai presenti che l’avevano invitato anche se nessuno aveva poi
voluto distoglierlo da quel dialogo, o quasi monologo, con BaruchSchlosser.
Certo, BaruchSchlosser era noto, noto come un savio inafferrabile, come uno di
quei personaggi cinematografici ma con cui nessuno sapeva come trattare nella
vita quotidiana. Non come uno strambo. Tuttaltro. Era vissuto come un alieno,
uno d’altri mondi. Di quelli che il mondo passa e loro restano. Non dovevano
neppure aver pensato che fossero amici e che lì si fossero ritrovati. Li
vedevano come due un po’ irraggiungibili che sì s’erano trovati, mentre loro,
il pubblico, avevano lì invitato il NorbertoEcco, ed, ora, ognuno di quel
gruppetto di gente si sentiva come privo del diritto di rompere per dialogo
come naturale, ovvio, inevitabile, tra i due. Non che stessero ad ascoltarli.
Li vedevano presi. Vedevano il NorbertoEcco insofferente e peggio e che pur non
rompeva quell’interazione con BaruchSchlosser. Avesse voluto, bastava si
congedasse con lo stesso e raggiungesse un altro punto della tavolata. Se non
lo faceva, non stava a loro frapporsi od intervenire. Ecco, come vivevano
quella situazione.
NorbertoEcco
si sentiva come fuori controllo. Se non aveva ancora fatto una strage dei
presenti, è perché non ne era capace. Non avrebbe
neppure immaginato come. Anche li avesse rimossi fisicamente, non avrebbe
potuto mai più rimuoverli dalla propria sfera subliminale. Neppure a
dirsi... Non avrebbe neppure potuto rimuovere da sé il rincorrersi aggressivo ed
ossessivo di sensazioni sgradevoli che lo squassavano in quel momento. Si sentiva,
lì, sperava fosse solo per il disagio della situazione, che quelle sensazioni
sgradevolissime se le sarebbe sempre portate con sé anche quando si fosse allontanato da quel luogo. Pensò ad una maledizione giudaica, o
di o da chissacché. Infatti non riusciva a staccarsi da quella situazione.
Sarebbe bastato imboccare la porta dopo qualche cordialità cogli altri. Poteva
pure lasciare qualche decina di euro alla cassa e dire che portassero un po’ di
leccornie ai presenti e tutti sarebbero stati felici dopo qualche sua parola di
apprezzamento prima di ritirarsi. Non gli mancava certo l’arte della parola, a
lui sperimentato professore, oratore, semiologo, scrittore etc. Come è quella cosa
del lupo che lecca una lama che s’insanguina col sangue della propria lingua e
dunque si uccide perché non può fare a meno dal continuare a leccarla e quindi
dissanguarsi? Ecco, era quel tipo di sensazione lì.
Ormai,
il NorbertoEcco non riusciva a liberarsi da quell’isteria lo dominava:
- “Ah, ma allora scrivi pure... Te l’avevo detto
che devi essere qualcuno. Io sono qui nella pubblica piazza, nudo, sì nudo ed
indifeso!, di fronte a Voi che mi avete... ...mi avete attirato in una
trappola?! Ditelo che mi state facendo... Ma, allora, è proprio una trappola...
Mi avete attirato qui, nudo ed indifeso, mentre Voi vi celate. ...Chi sei? Chi
sei? Dimmi chi sei! Non vale quel che mi state facendo questo. Chi vi manda?
Volete darla a bere proprio a me? ...Proprio a me?!”
NorbertoEcco
stava per dire, “...Io il
genio dei complotti...”, ma se o tenne per se.
NorbertoEcco
continuava ad armeggiare col telefonino che restava spento, o come spento. Era
acceso ma sconnesso. Nessuno, lì, stava usando telefonini. BaruchSchlosser
che, di tanto in tanto, usava il suo portatile, ne inseriva il cavo in una
presa. Come detto all’inizio, il luogo era isolato come onde radio. NorbertoEcco
non era capace a fare come IsaacPalenciaContini che aveva finto una telefonata
in arrivo ed era uscito. Anche perché non aveva voglia di rompere quella
situazione per lui spiacevolissima, almeno dal punto di vista psicologico, eppur
attanagliante, incatenante, avvolgente, che lo teneva lì. Era una di quelle interazioni
che quanto uno se ne va (mai se n’andasse) si chiede che cosa si sia perso, per
cui uno preferisce restare. Come quei sogni, un po’ sull’incubo, in cui uno si
senta in situazioni appiccicose, di sapori sgradevoli, quando non davvero sul
terrificanti. Dai sogni e dai sonni, uno si sveglia. Lì, no. Era tutto vero.
BaruchSchlosser
non aveva voglia di rimenargliela che era mister nessuno. In effetti suonava di
presa per il naso, sebbene fosse la pura verità. Nel mondo del confezionato,
tutto, anche la cultura, risponde a degli standard d’effimero, d’apparenza, per
cui tutto deve rientrare in delle confezioni, od in dei confezionamenti, sennò
è tutto vissuto come non esistente. Lui, BaruchSchlosser, ben esisteva, pur al
di fuori della logica delle confezioni.
Per evitare una inutile riposta, sempre che avesse mai avuto senso una risposta
a quella che alla fin fine era un’esplosione isterica, i cui contenuti
apparenti sono sempre accesori, strumentali, all’esplosione isterica stessa, la
cosa migliore era tirare diritto.
- “Scrivi Il
Nome della Rosa. Scopri il solito ribellismo diffuso e permanente in
qualunque tempo e localizzazione del mondo, lì nel trecento. Scopri la rivolta
non organizzata nel medioevo. Tu la scopri nel trecento. Ti viene subito agli
occhi, ai tuoi occhi almeno, quella che ti appare l’affinità col terrorismo
italiotico della fine anni ’70. Non c’è nulla di casuale nel terrorismo
italico. Preparato da campagne mediatiche generali, e pure con finanziamento di
media vari specifici dell’area verrà poi spinta al terrorismo. Eddai, te li
ricordi quei pacchi di giornali ed opuscoli, che qualcuno arraffava, altri
restavano lì, ‘in magazzino’ prima d’essere buttati via... Vari me ne hanno
parlato e me li vedo ora come le avessi visti coi miei occhi. C’era qualcuno
che pagava, almeno all’inizio. …Ma anche dopo, ...non bastavano le rapine non
perseguite, qualche fesso-generoso che si vendeva l’eredita. …Erano i soliti
meccanismi, gli stessi (D’Alema li chiamerebbe, ma non se erano soldi che
entravano nelle tasche sue e dei suoi, ‘la corruzione’) con cui si finanziavano
e si finanzia sia ‘la politica’ ufficiale, che quella non ufficiale di regime
(se non è di regime, sono gruppetti di tre o dieci fessi che poi si disperdono),
che, non è un segreto, la teppaglia dei corpi militar-polizieschi ed altra ai
vari livelli che mangia su tutto. Chi è in mezzo ai fiumi di soldi, anche se
come sbirro, santi a parte, si chiede perché proprio lui o lei debbano fare i
fessi e non arraffare pure loro... ‘La vita è breve’, ‘tengo famiglia’,
‘abbiamo delle spese’, ‘lo stipendio non basta’, ‘così fan tutti’, ...il
repertorio solito! ...Da Voi, come qui e dappertutto...
“Guarda, lo schema viene
seguito in vare aree ed in vario modo... ...È la logica, il rapporto, imperializzatori-imperializzati
che funziona così... Lì da Voi, quando, con la ricostruzione, Vi state troppo
montando la testa, da Londra vi stoppano. Vi regalano il centro-sinistra ed il
terrorismo nero che mettono fine ai travolgenti anni ‘50 e vi regalano i
melmosi ‘60 ed i melmati successivi. Loro ordinano. Voi eseguite. Gli unici
uomini di Stato e politici puliti sono quelli che non avete mai conosciuto e
che sono improvvisamente spariti. Chi fa politica, da allora, lo sa e sa che
non può parlarne sennò finisce ammazzato e peggio. Idem a livello di media, di
intellettuali, di capitani d’industria. Da Mattei, a Di Mauro, a Pasolini.
“Moro è un caso a parte.
...Pura invidia di Andreotto che non può vedersi sopravanzato ed allora gli
organizza un blocco contro. Per liquidarlo, poteva bastare. Lui deve ammazzarlo
perché lo teme e ne è mortalmente roso. Le burocrazie italiotiche sono
congenitamente mafiose. Andreotto respira quell’aria dalla nascita... Gli Andreotto
ed i Kazziga ci marciano dando il culo agli anglo-americani e sguazzando nei
terrorismi, sia quelli di Stato che quelli di para-Stato... Pure i Bellinguer...
...Sono tutti così. Mi sono scappati questi nomi. Pure Craxi li usa, per cose
sue, ma senza davvero mai divenire un puparo. Infatti, finisce come finisce.
Non che fosse più pulito. Non c’arriva o non ce lo fanno arrivare. I
socialisti, tanto più se autonomisti, sono al di fuori del Patto di Teheran. Nenni,
che lo capisce, manda a quel paese il SIS-KGB ma non riesce ad accreditarsi con
la CIA o coi tedeschi. Craxi, che lo comprende, piscia in bocca a Nenni ma non
riesce neppure lui ad accreditarsi con la CIA o coi tedeschi, e neppure a farne
a meno. Allora s’illude su Forlani che non può nulla contro Andreotto. Solo il
PCI è nel patto di Teheran, col Vaticano e la finanza cucciana compradora
britannica. I russi mandano Togliatti, cittadino sovietico per chi non lo
sapesse. Il Vaticano organizza i suoi. Gli inglesi hanno gli azionisti come
terroristi e come banchieri o bancari, il Vaticano per controllare ‘i cattolici’,
i comunisti per controllare e fottere gli operai e gli intellettuali. Gli
azionisti li controllano direttamente. ‘I cattolici’, in parte direttamente in
parte tramite il Vaticano e gli americani. I comunisti li controllano al
vertice e tramite i russi e gli americani. Ah, per il teatrino ci sono guerre
fredde e scontri di civiltà. Solite sceneggiate per le masse. La realtà è,
ovviamente, differente. Dunque, vi regalano il centro-sinistra ed il terrorismo
nero diretto, come la mafie, dai CC e dai politici li controllano. Le mafie,
tornate sulla penisola ed isole con gli anglo-americani, sono altre milizie di
Stato del gioco. In parte sono controllate direttamente da inglesi ed
americani. In parte, sono controllate direttamente dal governo reale compradoro
d’Italiozia. A Voi danno le sceneggiate di arresti e collusioni con propagande e retoriche per non
capirci nulla. L’esplosione dei secondi anni ’60 non ha egualmente nulla di
casuale. Nel caso Vostro, segna il passaggio dal terrorismo nero a quello rosso.
Il primo lo gestivano i CC su mandato istituzionale. Il secondo idem. Quando
non serve più e passano ad altre forme di destabilizzazione ancora più profonde
ed solo interne alle istituzioni, viene pressoché liquidato. Se lasciano
qualche foco, è per uso successivo come si è visto coi giuslavoristi ammazzati
dagli stessi governi che consulentavano. Mediosbanca-Confindustria predica bene,
per rubare e predare meglio. Ma appena s’intravede qualche modernizzazione,
pretende che governi e quirianali ordinino ai CC di far far fuori i consulenti
modernizzatori, e pure i politici modernizzatori se non capiscono che le
pallottole contro i consulenti erano contro di loro. Guardate chi era al
quirianale e chi al governo-interni-difesa-copasir quando gli assassinii sono
avvenuti e sapete chi ha dato l’ordine e chi ha assentito, a livello istituzionale.
“Tutte le operazioni
giudiziarie, gli scandali, le epurazioni che immerdano, sono organizzati. Nulla
succede casualmente a livello poliziesco e giudiziario. Fanno di tutto per non
farvi vedere quel che succede davvero. Vi fanno vedere solo quel che vogliono e
che serve loro. Col 1992, con l’aiuto della mafia dei CC, liquidano i partiti
del Patto di Teheran e passano alla dittatura quirianalizia. La metodologia
operativa del nuovo regime è la stessa che in precedenza. Si passa solo dal
governo reale degli Andreotto e dei Kazziga a quello quirianalizio ferreo ed
assoluto. Da Londra ordinano e dirigono. Voi eseguite o siete liquidati. Vi
vogliono immerdati e Voi v’immerdate.
“Solo una precisazione su
Moro. Ovviamente Andreotto non può raccontare all’Impero che lo deve fare fuori
perché è invidioso Moro divenga Presidente della Repubblica dopo Leone, ...se
lasciato vivo. Moro vuole liquidare il PCI fingendo d’assecondarlo. Andreotto
tiene il PCI subordinato fingendosi realista. Moro è un teleologico. Andreotto
uno che vive alla giornata. Sinistra all’italiota e destra all’italiota. Sono
distinzioni bizantine che non bastano per farsi dare l’autorizzazione imperiale
per un assassinio. Tra i due, il più anti-PCI è Moro. Andreotto è uno che ci
sguazza. Moro è uno che cerca di darsi una visione, una qualche teleologia. Dal
punto di vista d’una qualche visione modernizzatrice sono entrambi due
oscurantisti (non ci capiscono nulla), come lo sono il PCI, il PSI, e tutti gli
altri, la para-sovietica Mediosbanca degl’inglesi inclusa. La maledizione
italiotica non perdona. Ora, Andreotto, aiutato dalle campagne di stampa pure
di quelli che lo eleggeranno poi a loro nemico mortale, come la cricca di Repubblica, quella del CDB affossatore
d’industrie e predatore sulle macerie di ciò lui distrugge o cerca di
distruggere, dà da bere ad inglesi ed americani che Moro è un comunista che
vuole i comunisti organicamente al governo. ...Non che ‘i comunisti’ nel
governo avrebbero sovvertito l’Impero od una sua provincia... In pratica, sia Andreotto
che Mediosbanca (col loro agente operativo, il grande corruttore da Ministeri,
CDB) danno da bere ad inglesi ed americani che Moro Presidente della Repubblica
è l’uscita della provincia italiotica dall’Impero, dunque la sovversione del
gioco scemo e tragico della guerra fredda. Invece, lui, Andreotto, si pone come
garanzia di continuità, anzi come colui che può trascinare la provincia
compradora fuori dal pantano para-PCIista in cui l’ha ficcato quel bolscevico
di Moro. Idem Mediosbanca-CDB che dicono possono pensarci loro, sia
assecondando Andreotto nei suoi propositi di liquidazione di Moro e di Bellinguer,
sia liquidando, a missione compiuta, lo stesso Andreotto. La P2 Andreotto-Bellinguer-Mediosbanca
si spacca sul cadavere di Moro. Appena Moro è liquidato scoppia la guerra
aperta Andreotto-Mediosbanca. L’assassinio di Bellinguer fallisce, nel 1978,
solo perché sia Gelli che Kazziga lo avvisano e lui si protegge con una numerosa
milizia armata di partito. La scorta non basta contro i CC di Andreotto.
Picciisti armati vengono dislocati perfino lungo i percorsi dell’auto di
Berliguer. Nessun pedinamento, dunque nessuna preparazione d’una azione BR
contro lo stesso, divengono più possibili. I britannici capiscono che dallo
scontro Andreotto-Moro può scaturire una migliore destabilizazione-sfascio
dell’Italiozia compradora per cui danno il loro assenso. Gli americani non ci
capiscono nulla come al solito, per cui s’accodano agli inglesi. Come
giustificazione di dicono che Moro era un vero comunista mentre Andreotto un
vero alleato statunitense.
“Andreotto, con assenso
inglese, aveva già avuto, tramite la Polizia Segreta CC, aiuti marginali
dall’area sovietica e dallo stesso PCI, per fare avere armamenti per le
nascenti formazioni terroristiche, sebbene poi, il grosso delle armi sia stato
procurato dalla Polizia Segreta CC tramite le loro mafie. Nonostante tutti questi
aiuti, in realtà le BR non hanno l’esperienza di fuoco sufficiente per gestire
un’operazione come quella di Via Fani. La Polizia Segreta CC fornisce ‘il
legionario’ ed altri tramite le solite mafie calabresi dei CC. Non si pensi che
nessun CC abbia contattato le BR per offrire aiuto. Lo fece il Mossad, agli
inizi, e si fece mandare a stendere. Non è quello il modo di procedere. In
questi casi, si usano tecniche di eterodirezione, sebbene i CC avessero pure
qualche infiltrato o comprato loro nelle BR, infiltrati e comprati che tenevano
copertissimi naturalmente e che poi saranno fatti espatriare con aiuto NATO.
Quando sono espatriati dei CC con copertura NATO nessuna estradizione viene mai
concessa... Se formalmente richiesta, è richiesta per finta.
“Liquidato Moro, si apre la
guerra di Mediosbanca contro Andreotto e contro il PCI di Bellinguer per
costruirsi il suo proprio PCI, quello che poi sarà il PD del predatore CDB per
conto Mediosbanca. Liquidato Moro la P2 si spacca... L’Andreotto per sé e
Mediosbanca idem, coi bellingueriani che si barcamenano. Andreotto sopravvive
fino al 1992-Capaci, quando la sua carriera istituzionale viene per sempre
affossata anche se i suoi CC lo proteggono da una più radicale liquidazione. L’Andreotto
non è un Craxi che può essere lasciato tranquillamente affondare. Anzi sono i
CC di Andreotto che ne iniziano, e poi ne continuano, anche se con differenze
gestione istituzionale (quirianalizia, dopo Capaci), la liquidazione. AntonioDP
è un agente della Poliza Segreta CC di Andreotto, non certo un procuratore che
viene dalle stelle. Viene dalle stalle, dalle mangiatoie. Non a caso Andreotto
non è toccato da Milano. Pure in Sicilia c’è l’opposizione feroce dei CC,
contro cui il Quirianale usa la PS per quel che può. ...Quegli squadroni della
morte ululanti ed agitanti machete... L’operazione Capaci, già programmata
dalla Polizia Segreta CC per quando l’Andreotto fosse divenuto Presidente, è
anticipata, contro l’Andreotto, per non farlo divenire Presidente, dal Quirianale
di Spadolini, per conto del blocco Mediosbanca-NATO, tagliando fuori i CC e
contro d’essi, con uso esclusivo di ufficiali di Polizia Segreta della PS ed
altri. L’arresto di Riina, protetto dal blocco Quirianale-Mediosbanca, è un
colpo dei CC contro di essi, contro i nemici dell’Andreotto dunque anche nemici
loro. ...Si veda che fine han fatto fare a quelli che hanno arrestato Riina...
Ovviamente il regime quirianalizio si compra progressivamente il complesso dei
CC e pure facendoli prima forza armata della FFAA...
“Crollato e sparito l’Impero
Sovietico, gli accordi di Teheran non sono piu validi (per dissoluzione di uno
dei contraenti principali), per cui l’Impero può andare alla liquidazione sia
della DC che del PCI. Liquidato il PCI para-sovietico, i già para-sovietici ora
sul mercato sono arruolati da Mediosbanca-CDB. Idem i DC disponibili,
operazione intralciata, poi, dall’arrivo non previsto e non gradito d’un Berluska
che deve tutelarsi dai soliti mediosbancari, Agnelli&CDB che lo vorrebbero
espropriare di tutto quel che ha. Crollato l’Impero sovietico, dunque con gli
accordi di Teheran non più validi, le oligarchie predatorio-mediosbancarie
s’erano detto che per un controllo sicuro della provincia italiotica era piu
che sufficiente il Quirianale, cosa che avrebbe semplificato il controllo
stesso. Vendono la soluzione ai britannici ed agli americani che l’approvano.
Per cui, s’apre il fuoco contro Kazziga, Presidente quando gli accordi di
Teheran cessano. Il golpe per il controllo del Quirianale viene compiuto, e con
successo, solo col 1992, e Kazziga obbligato alle dimissioni, il mediosbancario
Spadolini al suo posto e dunque coi poteri (il potere di copertura più che
altro, in quel momento) per ordinare Capaci, ed alcuni Ministri (come si chiama
quello Scotto dell’Interno?) ed uffici chiave comprati da CDB-Mediosbanca.
Considerato più manipolabile uno Scalfaro, sarà poi lui il primo Presidente
dell’era della dittatura quirianalizia fondata a Capaci, sul cadavere d’un
magistrato che s’era convinto di poter diventare un novello Hoover con la sua
FBI personale, con procure annesse. Il solito delirante siculo destinato
comunque a morire, il cui attentato viene anticipato di qualche settimana, ed
estromettendone i CC, giusto per ostruire la corsa d’un Andreotto... Prodigi da
controllo del Quirianale!”
NorbertoEcco
era del tutto annichilito per quello sciorinamento, sotto il suo naso, di cose
del tutto ovvie e fondate, a pensarci bene, e che lui, tuttavia, non avrebbe
mai osato sognare tanto si sarebbe dovuto avventurare su terreni davvero
pericolossimi per un intellettuale organico. Il Pensiero Pericoloso non era il suo genere.
BaruchSchlosser
continuò:
- “Ecco, tutto questo che, se studiato a fondo,
si capisce ed appare chiaro chiarissimo, è importantissimo per qualunque
scienziato sociale, storico e scrittore di tematiche sociali e storiche. Una
volta che hai capito i meccanismi, e che li hai visti applicati e studiati,
vedi che esistono operazioni, magari con pseudo-razionalità del tutto malate e
perverse, che nulla hanno a che fare con fantasie complottistiche. Ci sono
entità identificabilissime che manovrano ed agiscono ma non con quelle che sono
correntemente ritenute tecniche cospirative, o che i filmetti ‘meregani hanno
indotto a ritenere fossero tecniche cospirative. I poteri reali non ne hanno
bisogno. Gli esecutori, CC od altri, non ne hanno bisogno. Chi si dedica a
compottismi sono quelli che non contano una pippa e che non concludono nulla. I
complottatori complottano ma i loro complotti non ci sono. I complotti reali e
realmente attuati sono operazioni burocratico-militari. Naturalmente, per i
media ci sono i complottismi. Uno mai capisse quel che succede e cercasse di
scriverlo, non verebbe fatto scrivere e verrebbe liquidato o civilmente o
psicologicamente o fisicamente. Ne conosco uno solo che sia sopravvissuto a
tali tentativi di liquidazione. Non scrive certo sui media che fanno insozzi
quotidiani dei pseudo-cervelli.
“Vedi, mio caro NorbertoEcco, se tu avessi mai
studiato e capito anche solo un po’ di queste cose, cioè se fossi davvero un
semiotico invece che solo un semplice professore di semiotica... Davvero, ...quelle
cose, i meccanismi burocratico-militari delle operazioni
politico-istituzional-sociali o si capiscono o non si capiscono. Per capirli
vanno studiati. Non ci sono manuali. Gli esperti di questioni militari, di
polizie, di servizi segreti, sono esperti proprio perché non ci
capiscono una pippa, sennò verreberro liquidati prima. Lo stesso vale per le Commissioni Stragi ed i loro consulenti
(scusa, ma i Colombi e gli Illari che possono consulentare? ...Il livello dei
consulenti concessi ai parlamentari è quello...). Pensi davvero che un vero parlamento
avrebbe bisogno di Commissioni Stragi,
cioè di organismi col compito specifico di non capirci nulla, sì che si
possa conclamare che ci sono dei misteri impenetrabili perfino ai dei geni del
Parlamento con poteri giudiziari e coi migliori esperti accademici ed altri del
‘Paese’? Deliri puri...!!! Se si analizzano i vari episodi, si vede subito che,
per ogni affare delicato, vengono mandati CC e Servizi e con lo specifico
compito di depistare, ed al massimo si conclude, ma solo talvolta, che sono
deviati. Come dire, ed è un puro delirio, che si sono mobilitati da soli per
depistare dopo essersi mobilitati da soli per delinquere. Saranno scemi.
Saranno inetti. Saranno corrotti. Ma un Servizio deviato proprio non può esistere.
Se uno viene mandato dove c’è stata una strage ed il suo compito è di
cancellare prove e di suggerire agli investigatori ufficiali a quali
conclusioni arrivare, e le conclusioni sono chiaramente fasulle, basta
chiedersi chi l’abbia mandato. Basterebbe risalire la catena
gerarchico-burocratica... Una volta il consulente Illari, quel bulleto da
periferia non a caso figlio di magistrato centrale, si chiuse in casa un agosto
per scrivere, con ritagli di giornale, ‘Il contesto delle stragi’, come dire
che uno prende la propaganda cartacea e la fa divenire contesto di qualcosa. Che
glande operazione da glande storico!!! Se cade un aereo e Kazziga manda i
Servizi a cancellare prove ed a dire che sono i missili o le bombe USA o
francesi o libiche o marziane, e si avanti con fantasiose congetture e pseudo-indagini
giudiziarie per decenni, mentre i familiari delle vittime vengono comprati
tramite i magnaccia del PCI, la conclusione è semplice. Kazziga
ha ordinato il crimine. Kazziga ha ordinato di coprire che lui è il
responsabile. Si può congetturare se volesse fare il mazzo a Colombo-Inglesi,
o se volesse succhiarlo ad Agnelli ed a Gheddafi. Ma che lui abbia ordinato
l’abbattimento non è una congettura, sempre che, questo sì che è
teoricamente possibile (seppur improbabile), lui sappia chi è stato e lo
voglia coprire. Lo stesso con stragi in stazioni. Idem con rapimenti Mori che tutti
(Moro incluso) sapevano essere in preparazione e coperti, oltre che promossi ed
attivamente aiutati, da Polizie Segrete CC su ordine dell’Andreotto. Se
arrestano Curcio, sparano alla testa alla Cagol, si fanno invece scappare
Moretti... ...certo lui, il Moretti, soggettivamente, nello spirito, può essere e di
certo è del tutto ignaro (almeno all’inizio), ma lo stanno
manipolando. Se lui sta pedinando Moro, tutti lo vedono ed, invece che bloccare
lui, bloccano chi lo vorrebbe identificare ed arrestare, lui può anche
essere del tutto ignaro e puro, e pure un po’ scemo, ma è chiaro che
lo stanno eterodirigendo e che l’ordine di tutto (operazione terroristica e sua
copertura) viene dal governo reale che, in quel caso, era lo stesso governo
formale, il governo Andreotto, anzi proprio Andreotto in persona dato che, per
delinquere di Stato, era un super-centralizzatore che non si fidava certo di
persone pur prossimissime a lui.. Se tutti poi sanno dove è Moro
(perché la teppa di Stato e di para-Stato è chiacchierona), ma nessuno lo va a
salvare, anzi mandano la Magliana perché non si fidano che le BR lo ammazzino,
a qual punto non si può neppure più ipotizzare che Moretti non sappia che
è stato ed è manipolato. Invece che tirasene fuori, sta al gioco del rapimento
e dell’assassionio BR, in realtà un’operazione dei CC e della Magliana (ed altre mafie) dei CC su ordine del capo del governo e
con l’usilio del solito Kazziga. Pecorelli e Dalla Chiesa vengono fatti fuori
perché sapevano di quel che Andreotto e Kazziga avevano combinato e lo
contavano ad altri. Pecorelli l’aveva pure scritto. Se poi un Peregrino, coi
suoi geni di consulenti, grandi grandissimi come quel cretinotto da periferia
dell’Illari, già di famiglia di alti altissimi cretinotti di Stato, continua a
menarla che ha studiato ma che non hanno capito la chiave delle cose, è perché
sono sia scemi che imbroglioni e corrotti, oltre che troppo codardi per poter
capire alcunché di queste cose.
“Questo vale già per l’uso venne fatto di Salvatore
Giuliano, sia ora lui o meno il cadavere nella tomba. Le ultime risultanze
sembrerebbero indicare che non è lui. Ciò, combinato con avvistamenti
dell’epoca e successivi negli USA, conferma che i CC usufruiscono della
‘soliderietà’-angloAmericana per stragismi di Stato, anzi la godevano già
allora. Pisciotta si sa che è lui perché fu avvelenato in prigione e non certo
da privati. Tu, caro NorbertoEcco, sei di quelli incaricari di menarla coi misteri ed,
eventialmente di scrivere centinaia di pagine di pastoni complottaioli, sebbene,
prudentemente, tu ti sia mantenuto ben distante da vincende recenti che pur
sarebbero ancora più comprensibili di altre che sono nella storia meno
recente. Tutte queste cose sui complotti che non esistono, mentre le operazioni
militari e di polizia di Stato e di potere ben esistono e sono quelle
determinano la realtà, riescano o meno, indurrebbero facilmente a vedere e
studiare in altra luce supposti ribellismi passati e presenti. Uno che ammazzi
la moglie, il vicino od il padrone, può succedere e può essere, e
spesso è una cosa individuale. Al di fuori delle uscite di testa
individuali e per motivi del tutto privati, è tutto manipolato, in genere, ed è
manipolato da apparati di Stato sotto direzione istituzionale, non certo da
forze oscure.
“I CC
ricevono gli ordini sul delinquere dalle istituzioni chiave. Organizzano il
delinquere ordinato e lo eseguono sia direttamente che attraverso altri. Ad
esecuzione avvenuta, dicono a magistrati e giornalisti cosa pensare e scrivere
perché nessuno, loro inclusi, ci capisca nulla. Ci sono perfino i Travagli ed i
Leonardi a conclamare che i materiali giudiziari sono verità storica... Oh, che
caso! Quelli che stanno più in alto nella gerarchia ‘intellettuale’, sono
quelli che stanno più in basso nella catena della produzione degli escrementi,
catena che va dall’alto in basso.
“...Ecco,
tu te ne vieni fuori, da qualche parte, che Curcio t’ha fatto pensare a Fra’
Dolcino... La barba probabilmente... Ci se la può sia
tagliare che far crescere... Dunque, tu ti dici che i due hanno facce che
potrebbero anche essere simili. Ti dici, ...te lo dici tu..., che i due sono
entrambi due eretici. Curcio ha studiato a Trento. Fra’ Dolcino ha predicato da
quelle parti. Docino va al rogo, Curcio ad una lunga detenzione. Ah, c’è una
Margherita dal fascino perverso e bellissima conquistata dalla predicazione
dolciniana e che diviene sua compagna sia di diletto che di predicazione.
...Margherita, ti dici. Ma è la Cagol! Già, qui, ci
siamo ancor meno. Margherità Cagol è sia la più teorica che
la più rivoluzionaria (o estrema od estremista) che la più dirigente
tra i due, tra lei ed il poi marito Renato Curcio. E tu vai a raccontare che
citi la Margherita di Dolcino per via del parallelismo con Curcio-Cagol e per
strizzare l’occhio al lettore? Boh... La Margherita di Dolcino muore arsa viva.
La Cagol muore forse sotto forma di esecuzione ma pur in situazione di
conflitto a fuoco, con CC sia uccisi che colpiti e pur malamente. Non era certo
il tipo di situazione in cui consultassero liste per vedere chi fosse e se
fosse di quelli da spingere su oppure da spingere giù, sottoterra. Tanto più che, a quei tempi, di fessi da usare come sanguinari non doveva
esserci grande scarsità là da Voi. Anzi, probabilmente, per quanto le menti sia
dei CC che dei criminologi delinquenti e malati fanno loro da consulenti siano
enigmantiche, in genere, per stupidità, e dunque impescrutabili nelle loro
patologie confliggenti, la Cagol, m-l fanatica ed ottusa, sarebbe stata
perfetta, magari ancor più dell’ignorante Moretti, come leader sanguinaria del
terrorismo bierrista. Per cui, l’avrebbero semmai spinta su in quesi tempi. Chissà
se, con una così, nel 1978, si sarebbero fatti scoraggiare dal Bellinguer
avvisato dall’amico Gelli e dal cugino Kazziga e dunque protettosi con decine
di miliziani armati, o se, invece, lo sarebbero andati a prendere a casa od al
PCI per poi, od anche sul luogo, farlo fuori. Anche se un Andreotto aveva
programmato la friggitoria, prima dell’assassinio, per la friggitoria bastava Moro.
Aveva ordinato di liquidare Bellinguer come pura vendetta perché aveva ‘osato’
santificare Moro (prossimo Presidente della Repubblica, fosse vissuto) mentre i
CC stragisto-terroristi li controllava lui, lui Andreotto. In effetti, a
pensarci bene, tutto il teatrino del rapimento, creato per simulare
un’operazione BR, mostra delle BR che non sanno gestire il teatrino e le scopre
coperte dato che viaggiano tranquille per una Roma ed una penisola in teoria, e
pure in pratica, controllatissime. Sono davvero controllatissime, sia Roma che
tutta la penisola. Il controllo serve proprio, in quel caso, a proteggere i BR
dell’operazione Moro che non devono assolutamente cadere. Il pavido Sciascia di
limita a quella battuta sulle BR che sfuggono a qualunque logica
probabilistica.
“...Ad
ogni modo, dov’è il parallelismo Dolcino-Curcio? Tu strizzi l’occhio al
lettore che non lo vede, finché non glielo dici. E quanti lettori
avranno mai apprezzato una tale strizzatina d’occhio? Probabilmente quelli che
non t’avevano e non t’avrebbero mai letto. Per cui, tu citi la Margherita di
Dolcino perché pure Curcio aveva una Margherita... Cacchio. Che logica!
Che connessione! Che messaggio subliminale! Margherita Boninsegna passa per
essere stata una gran fikona. Margerita Cagol una grande studiosa ed una grande
dottrinaria nel senso m-l del termine. Una prima della classe dei CC, per
quanto personalmente t’avrebbe ammazzato mai avessi suggerito la sottogliezza
psicologica. I polli d’allevamento sono sempre alla ricerca di ortodossie. I
più m-l sono sempre i CC, sotto qualunque latitudine o logitudine. ...Dunque,
Dolcino-Curcio... ...MargheritaB-MargheritaC... Il parallelo tra i due e le due
è una cosa che non esiste. La rivolta dolciniana era una ‘rivolta’ popolare (il
popolo che s’accoda, sbagliandosi, a chi sembra il potere del momento e del
futuro) con, infine, creazione di un’entità
territorialmente autonoma in Valsesia, entità di consistenza numerica superiore
alla Novara d’allora. Le BR sono un gruppetto terrorista, sebbene, poi, si
siano fatte un nome ed abbiano fatto credere d’essere un grande esercito. Di
nuovo una costruzione mediatica, dunque operata da chi controlla i media. Ma
restano ben lungi dal livello della rivolta popolare. Dolcino-Curcio sono
paragoni che non reggono. Sono fenomeni differenti. Tu strizzi l’occhio al
lettore, dici, ma ad un lettore che neppure può
accorgersene. ...È comunque interessante che uno, un grande genio come
NorbertoEcco, si crei queste cose nella testa. Ti fai Cagliostro ed estensore
dei primi Protocolli. Prima ti sei
fatto Dolcino-Curcio sognando una Cagol, una donna coi pantaloni. Avessi
pensato alla fikona Boninsegna, non avresti mai strizzato l’occhio sulla Cagol.
... NorbertoEcco-Cagliostro-Curcio con in sposa la Cagol che muore nel contesto
di conflitti a fuoco durante il rapimento già realizzato
di Vittorio Vallarino Gancia... ...Non è una seduta psicoanalita. Non andiamo
più a fondo. A volte la superficialità
contribuisce alla chiarezza. A volte può esser deviante. Ma quella strizzatina
d’occhio non vedibile e non vista, da te confessata (o magari inventata), nel
2003 credo, chiarisce di più di qualunque dichiarazione sotto
analisi.
“...Tu
navighi tra le genialità... “...Oh, geniale! I piemontesi (i mandanti,
cogli inglesi), che sono parte dell’operazione terroristica dei mille, mandano SimoneSimonini al seguito dei
mille e di Garibaldi per sottrarre a Ippolito Nievo i libri mastri della
spedizione dove è scritto che gli stessi, coi britannici, ed altri d’area
britannica, sono i finanzatori, gli organizzatori e chi dirige i terroristi
garibaldini per loro fini. Poi, in pensione, questo SimoneSimonini-Cagliostro
scrive I Protocolli. Dai, potevi
dirlo chiaro-chiaro che glielo hanno commissionato i gesuiti. Del tipo, i
gesuiti commissionano I Protocolli
perché poi, molto più tardi, il Times possa accreditarli mondialmente per il solito antisemitismo
anti-ebraico ed anti-sionista degli inglesi. Dopo, però ti
immedesimi. Fai questo genio SimoneSimonini-Cagliostro emotivamente freddino ma
gran mangione. Guarda che pancia che hai, caro NorbertoEcco! Il caso vuole che
il Cagliostro fosse un focoso. Non solo si sposa una quattordicenne, ma la
scopa da gran caloroso e la vuole disinibita. I suoceri del Cagliostro devono
fuggire da tale focolare non proprio bigotto... ...E comincia subito a venderla
in giro (mi fa pensare ad un certo RobertinoMazzari, chissa se gli avi erano di
Pitigliano?, destabilizzatore sionista con copertura guevarista, che aveva
un’Antonella tutta sua, ma prima di farci figli assieme la manda a farsi
chiavare in giro, lui non per soldi come invece fa il Cagliostro, bensì perché
la vuole troia, sfatta ed ingrassata, od almeno un po’ tozza, prima di
trasformare un semplice sposalizio in una vera famiglia con figli)...
“...Dunque,
ad un certo punto, tu, tu NorbertoEcco, ti immedesimi talmente che ti
sostituisci al SimoneSimonini-Cagliostro. Dai, dillo, li hai scritti tu I Protocolli. Ti ricordavi quando
odiavi gli ebrei e li avresti voluti tutti sterminati...
Al
ché, NorbertoEcco saltò subito su, senza una vera ragione nazionale. Era un
riflesso condizionato da sterotipi dei tempi...
- “Bastardo,
bastardo, non ti permetto!”
- “Guarda,
NorbertoEcco carissimo, mi permetto da solo. E quando analizzo, l’unica mia
ebraicità è lo spaccare il capello, sempre che esista davvero un
monopolio etnico di quest’arte..., non in quattro ma in sette e poi ancora in
sette ed ancora in sette. Pure oltre, se serve. ...Rassicurati, carissimo
NorbertoEcco, le SS e chi le dirigeva, non avevano bisogno dei Protocolli, come non avevano bisogno
della rivistucola di Almirante. Quando leggi di un omicidio, l’omicidia non
c’ha scritto prima un libro. Pure per genocidi. Non immagini quanti ce ne siano
stati nella storia. A volte, c’hanno scritto dopo, magari per riferirne. Ma non
occorreva un libro, complottaiolo o meno, per giustificarli. I genocidi, come
qualunque crimine, si giustifica e non si giustifica da solo. Uno, o molti, se ne
sentono l’impulso dentro e lo realizzano, circostanze permettendo. ...Per
riprendere le cose di prima. Tu, genio, SimoneSimonini-Cagliostro-NorbertoEcco
ti fai mandare dagli stessi che hanno organizzato ed usano i mille terroristi formalmente
capeggiati da Garibaldi per scoprire che sono proprio loro che li pagano, organizzano,
mandano ed usano. Ammettilo, questa è una vera genialità! Solo Andreotto&Kazziga,
oltre a te, potevano pensare di aprire indagini segrete su propri crimini. Tu,
a differenza di Andreotto&Kazziga, ti fai mandare (dal Re nel romanzo), o
ti mandi da solo (come autore del romanzo), per scoprire invece che non
scoprire. Ti fai mandare per scoprire ma non scopri. Napulità può aprire
rassicurato le celebrazioni fascistico-unitarie del 2011 per i 150 anni! Vedrai
che ti farà senatore a vita! Controlla che l’atto non sia falso. ...Sai,
con la Kamorra che s’è fatta Stato... Guarda, se qualche ambiente della Chiesa
si affrettasse a farti, o fingere di farti, il mazzo, non sarà perché tu abbia
svelato qualcosa o dato qualche strumento euristico ed analitico nel campo. Sarà solo o per
farti pubblicità o perché temono che qualcuno sfrutti questa
tua catasta di minchiate per sparlare della Chiesa, Chiesa che è sempre coi
poteri del mondo, cioè coi complottatori. Se essa è
sopravvissuta ed anzi s’è rafforzata a seguito del terrorismo
britannico-piemontico che le ha sottratto i poveri domini temporali, è perché ha affinato
l’arte di vendere il culo e pure con marketing diversificatissimi, cioè con
diversificazione del prodotto mi sembra lo chiamino gli economisti, che è più peciso di
marketing diversificati che potrebbero far pensare ad un unico prodotto che qui
non esiste, né è mai esistito. I veri falsari di documenti, per la
manipolazione degli spiriti, sono in Vaticano. Ah, non mi fraintendere. Ce ne
sono mille altri. Gli stessi ebrei, per parlare del mio penseresti tu, anche se
secondo me gli ebrei non esistono come categoria unitaria, sono, a livello di
loro apparati chiesastici, non meno esperti nell’arte di vendere il culo e di
farselo comprare, dunque pure nell’arte della falsificazione. Che le paranoie
umanoidi e chi ne era portatore abbiano perseguitato pure noi, e senza ragione,
avrebbe dovuto indurci a divenire alfieri di libertà e di
indipendenza. Senonché, non solo non esistiamo come categoria unitaria, ma pure
le varie migliaia e migliaia di organizzazioni chiesastiche ebraiche, son fin
troppo, e costantemente, nella lunga storia, adattive invece che operanti per trasferire
le peculiarità delle lingue e linguaggi ebraici e para-ebraici nella
sfera sociale e politica. La necessità, l’obbligo, di semplificare è spesso nemica
della libertà. È finanche nemica dell’arte di pensare. Così come il
bisogno di conformarsi, di combattere mentre si simula di non combattere, o di
non combattere mentre si simula di combattere. ...Lasciamo stare. Andiamo sul
troppo difficile. Tu sei un genio, ma qui non è questione
di intelligenza né di genialità. È, come spesso succede, questione di
frequentazioni e dunque di consuetudini con linguaggi, tematiche e pratiche.
Meglio mi fermi...
“Lo
sai, caro NorbertoEcco, perché dici di essere ossessionato dai Protocolli e dai complotti, alias da quel che per te sono gli ebrei?
Perché non ti sei mai confrontato con l’esoterismo ebraico, o
meglio ebraico-islamico, o più precisamente egizio-ebraico-islamico,
che non è poi differente da altri se si va a fondo negli studi e
nelle pratiche. Non ti sei mai confrontato con esoterismi ed occultismi, non li
hai mai frequentati, non li hai mai praticati. La tua scelta romanzistico
complottaiola è anche una scelta di non frequentarli. Uno può scrivere
saggi e romanzi pur praticando esoterismi ed occultismi. Tu sei troppo
occupato. Come potresti?!”
NorbertoEcco era davvero prostrato.
- “Noi
intellettuali organici...”
- “Appunto...
...Organici o biologici...”
- “...Noi intelletuali
organici...”
- “Appunto! L’organo è un magnifico strumento
che il suonatore suona come crede.”
BaruchSchlosser
prevenne l’esplosione di NorbertoEcco dicendogli calmo e diretto:
-
“Guarda, caro NorbertoEcco, esiste un momento in cui uno può ritenersi
libero di mandare tutti a quel paese e senz’alcun imbarazzo.”
NorbertoEcco
si alzò ed uscì. Un senso di profonda liberazione fu subito
frustrato dalle lacerazioni devastanti di quella conversazione precedente.
-
“Una trappola”, si disse. “M’hanno fatto un processo in cui ero già stato
condannato.”
Era
ben peggio, per lui. S’era sentito demolito, senza che nessuno gli chiedesse
nulla od avesse alcun fine comprensibile.
“Deve
esserci qualcosa sotto che mi sarà chiaro nei prossimi giorni o mesi”,
pensò sicuro.
Non
c’era nulla. A volte non c’è davvero nulla. Allora, ci guardiamo
con insistenza attorno finché non c’inventiamo qualcosa. Non era
neppure quella l’intenzione di chi aveva organizzato quella cosa, ma la
conversazione con BaruchSchlosser non era organizzata visto che lui discorreva
per suo piacere e che aveva smontato la trappola di quell’IsaacPalenciaContini
col suo registratorino subito messo fuori uso. Non v’era davvero alcun fine, in
quello che era successo. Vi erano dei fini, ma solo in ciò qualcuno avrebbe
voluto far succedere ed invece non era successo. Appunto, le ciambelle non
sempre vengono col buco.
Quando,
al contrario, v’è davvero qualcosa, uno/a non se n’accorge. Si pensa sia il
destino avverso, la sfortuna.
“Perché m’avevano mai
attirato lì?”, continuava a chiedersi com’un ossesso il
NorbertoEcco. “E quello s’è fatto pure la scena del rinvenimento e messa fuori uso del
registratore...”
Non
aveva fatto in tempo ad inspirare quella rinvigorente aria fresca, che, dal
piacere, quei pochi minuti mescolati all’intensità della sensazioni e dei
pensieri, sembravano ore, che IsaacPalenciaContini lo prese sottobraccio e si
avventurò in un non convincente:
-
“BaruchSchlosser è un saputo ma è pure un pazzo. Vede complotti dappertutto e
si crede un genio nello smascherarli.”
NorbertoEcco
lo prese come un attacco diretto a sé, come IsaacPalenciaContini stesse
parlando di lui anziché di IsaacPalenciaContini. Per cui, arrossì tutto ed il
suo imbarazzo tracimò da ogni molecola dello spazio sì che fu palpabile anche
per l’IsaacPalenciaContini che fingeva di non vederlo né percepirlo mentre era
chiaro che lo vedeva e percepiva. Ma l’IsaacPalenciaContini aveva quella sua
strampalata missione da portare a compimento. C’aveva pure preso gusto a quella
sceneggiata. Gli era sempre piaciuto fregare il prossimo. Aveva, da sempre, visto
il padre, il finto econometrico, fregare tutto e tutti pur di far soldi e di
farsi un nome, un nome sul nulla, nella piccolo Torino dopo che era rientrato
dagli USA, finita la corta era Kennedy con cui vantava d’avere lavorato. Sarà
stato uno delle centinaia e migliaia che ogni nuovo presidente imbarca come suo
staff largo, cosa che gli era poi servita d’accredito con la provinciale e compradora
“sinistra” italiotica, tramite la CIA ed i CC che tutto sorvegliano in queste
macabre operazioni e che sono quelli danno i veri accrediti per carriere. Ed
ora, lui, il figlio, IsaacPalenciaContini, si sentiva inebriato di essere stato
attaccato come una piattola a quel grande NorbertoEcco su cui doveva scoprire, e
veloce, qualcosa per qualche grande ragione d’archivio di MikySantargento o,
s’era detto, di qualche suo committente in alto. ...Aveva capito, a furia di
girare tra l’alte sfere, pur come scribacchino, che era tutto un teatrino oltre
cui c’era, per lui, un’area di mistero, d’indeterminatezza, su cui non si dovevano
fare domande... Anzi, il fare domande di nulla, come intervistatore, per la
libidine mediamente malata del lettore, dell’opinione pubblica, era proprio il
teatrino per i giochi veri di un potere diffuso e nascosto da cui loro
scribacchini dovevano restare fuori, a meno che un giorno non fossero stati
chiamati, cooptati, allorché avessero raggiunto posizioni di controllo da
quelle semplicemente esecutive prima ricoperte.
Per
cui, l’IsaacPalenciaContini che, in quell’interazione sado-maso si sentiva
colui che stava dalla parte del potere, per cui aveva un qualche autorità
dolciastro-sadica sull’altro, continuò diritto nel suo gioco:
-
“BaruchSchlosser si fa sempre di quelle parti. Sono un suo classico. Dai, vieni
che gliela facciamo pagare. Si crede di potere far qual che vuole perché ha
qualche conoscenza. È solo un supponente che sa vendersi.”
NorbertoEcco
percepiva tutto il viscidume di quell’IsaacPalenciaContini che voleva solo
indagare sui suoi punti di vista per qualche fine oscuro, anzi di Stato, come
gli aveva detto BaruchSchlosser. Eppure NorbertoEcco si sentiva legato a quella
situazione e non voleva andarsene fino a che BaruchSchlosser non l’avesse
interrotta. Voleva viversi quel suo disinteressato critico praghese. Per quanto
BaruchSchlosser gliene dicesse, e lui se ne urtasse e ne soffrisse, percepiva
che non vi erano intenzioni malevole e che anzi, forse, poteva capire meglio il
trappolone di quel, lui sì, viscido IsaacPalenciaContini e di chi lo mandava.
Per cui si fece ritrascinare dentro.
Del
tutto tranquillo e neppure sorpreso di vederseli assieme davanti e poi seduti
affianco, BaruchSchlosser stava intensamente lavorando, col laptop, sui suoi
libri e saggi.
Come
parlasse tra sé e sé, BaruchSchlosser continuò:
- “Una costruzione che dichiara di smontare un falso, ma sembra
ricostruirlo pur senza ricostruire nulla, sembra una ritenzione del seme, senz’orgasmo,
d’un impotente, un’impossibilità.”
IsaacPalenciaContini
si disse che NorbertoEcco aveva abboccato e che ora era il suo momento per la
sua missione. Per cui si lanciò in un provocatorio:
- “Un racconto morboso e senza condanna dell’antisemitismo...”
Era quello
che BaruchSchlosser voleva:
- “Anzi, lo ricostruisce, lo
ripropone. NorbertoEcco antisemita? Intenzionale o incosciente? Latente
o subliminale? Arte della riproposizione o spirito del male sfuggito di mano?
...Sebbene, ad essere obiettivi, l’antisemitismo non è mai un problema. Lo sono
gli Stati che poi lo usano contro i sudditi, o taluni d’essi, quando fa comodo.
L’antisemitismo è lo slogan dei tempi per bloccare ogni discussione. Si sono
costruiti la colonia dell’Impero USA nel medio oriente e ‘l’antisemitismo’ è
divenuto lo stigma di tutti i nazi-‘meregani contro gli altri nazi d’altre
sponde sponde, ...inglesi ed altri...”
NorbertoEcco
stava rapidamente fumando, ...non tabacchi..., la testa era come gli fumasse.
Al ché, prima che arrivasse ad una qualche esplosione, BaruchSchlosser si
rivolse all’IsaacPalenciaContini e diretto-diretto:
- “Se
MikySantargento t’ha incaricato di intervistarlo, alias inquisirlo, per conto della Polizia Segreta del Presidente...”
Spiazzato,
mentre si pregustava un possibile successo della sua missione,
IsaacPalenciaContini sbottò in un difensivo ed imprudente:
-
“Non me l’aveva detto che era per...”
Quando
si interruppe era troppo tardi. Aveva confessato. Al sentire ‘MikySantargento’,
NorbertoEcco si fece cupo. L’adorava quando si lanciava nelle sue filippiche
macabro-ilari contro, sebbene sentire che il Presidente lo aveva fatto
mobilitare per inquisire informalmente lui, lui il grande grandissimo
NorbertoEcco...
BaruchSchlosser
non fece in tempo a concludere:
-
“...intervistalo direttamente, se lui vuole... ...Io posso anche dire cose non
gradevolissime, ma lo faccio solo per dire... ...Non devo riferire a nessuno,
né avere mance da chi debba riferire ad altri per fini magari alla fin fine
neutri, ma di sicuro non nobili... ...Ringrazio per poter esser venuto qui,
posto confortevole, ma ero stato chiaro chiarissismo subito...”
...BaruchSchlosser non fece in tempo a concludere, che
IsaacPalenciaContini, avendo pure la percezione che NorbertoEcco volesse farlo
a pezzi, si alzò, col solito trucco del telefonino e della telefonata
immaginaria, e sparì, stavolta per sempre. Confidava, forse, se ci pensava
ancora, nel registratorino sebbene a quel punto non doveva avere certezze di
ritrovarlo. In realtà, aveva già pressoché deciso di scrivere un rapporto
‘poliziesco’ a MikySantargento dove si inventava un suo NorbertoEcco, una cosa
del tipo: ‘quel che il NorbertoEcco non vi direbbe mai, ma io
IsaacPalenciaContini ho piazzato dei microfoni a distanza ed altro per cui vi dò
il vero IsaacPalenciaContini nel confessionale’. Tanto chi poteva controllare?
Anche lì lui fosse stato sotto sorveglianza, chi poteva dire che strumentazione
o tecniche avesse usato? Anche l’avessero mai messo alle strette, cosa
improbabilissima, poteva raccontare quello che voleva sulla sua metodologia e
techiche di raccolta delle informazioni sul target, su NorbertoEcco. ...Poi,
ora che quel diavolo di BaruchSchlosser, che sembrava informatissimo, o che
comunque le azzeccava, aveva detto che lui era stato mandato lì perché dalla
Presidenza volevano un’informativa verosimilmente generale e generica,
probabilmente una cosa di routine, sul vero NorbertoEcco sempre più fenomeno
mondiale...
NorbertoEcco
s’era detto che quello show (quello scontro tra due) poteva anche essere tutta
una sceneggiata, sebbene fosse improbabile lo fosse davvero, e che, comunque,
stavano discutendo di romanzi, dei suoi romanzi. Se qualcuno avesse voluto
fargli del male, se lo potevano pure inventare quello da riferire su di lui.
Senza dire nulla sullo scambio di battute tra BaruchSchlosser e
IsaacPalenciaContini, rispose alle ultime osservazioni di BaruchSchlosser:
- “Se
scrivo di escrementi, non potete accusarmi dell’esistenza o dell’uso degli
escrementi. C’è sempre qualche lanciatore d’essi, anche non se ne
parlasse mai. Piuttosto mi chiedo perché cercate d’accollarmi responsabilità
ch’evidentemente non ho. ...Qui, comunque, retrodato l’antisemitismo...”
- “Figuriamoci... Nessuno sa che sia l’antisemitismo.
Oramai è divenuto uno slogan, da quando esiste Israele come colonia USA, una macchinetta
tappabocche, usata da tutti i fasci ed i nazi dell’universo. È servito per
criminalizzare la Germania che aveva le stesse gravissime colpe di tutti gli
altri. Fu solo un fatto tecnico che essi distrusse, assieme coi sovietici, gli
anglo-americani ed appendici indigene varie degli uni o degli altri, l’ebraismo
dell’Europa centrale e dell’est. I circoli industrial-finanziari americani che
volevano creare Israele come base USA in Medio Oriente e come centro poliziesco
dell’ebraismo mondiale, decisero di liquidare la vera centrale ebraica
mondiale, quella centro-est europea, sì che l’ebraismo si riducesse ad Israele
ed agli USA, allo ShinBet-FBI. Ecco a che s’è ridotto l’ebraismo mondiale, ...all’FBI-ShinBet
coi rabbini ed altri come appendici. Ecco perché i sionisti e gli industriali e
finanzieri antisemiti USA dovevano distruggere l’ebraismo europeo. I nazi
furono solo gli esecutori fessi, vittime della loro stessa propaganda oltre che
macellai sul campo, ...coi russi che, essendo tra i vincitori, non dovettero
renderne conto a nessuno. Questo non potevi dirlo sennò non ti pubblicavano.
Potrebbe mai il povero NorbertoEcco scrivere le cose come stanno, non farsi più
pubblicare da nessuno e pubblicarsi da solo in rete? Mannò, questo potrei farlo
io, ...sapessi mai scrivere!
“Tu non retrodati nessuno antisemitismo o antiscemitismo
vero od immaginario o di comodo. Tu retrodati solo I Protocolli. ...Cose già tutte note... E sposti le responsabilità dal Times, che li accredita e trasforma in
fenomeno culturale di massa, ad uno pseudo-agente dei gesuiti ed ebreo, o
possibile ebreo, o para-ebreo, fosse il Cagliosto un truffatore od un nobile
genio od entrambi o altro. Ti immedesimi talmente, che Cagliostro diviene
NorbertoEcco e NorbertoEcco diviene Cagliostro.”
NorbertoEcco,
con voce quasi piagnucolante:
- “Oh,
certo, mi si demonizza per linciarmi. Il truccheto retorico di chi mi obietta
queste cose è fin troppo manifesto. Lo si potrebbe dire di qualunque
scritto e di qualunque scrittore o estensore. Io, semmai, prendo I Protocolli e li affondo nella sub-cultura
massonica.”
-
“Caro NorbertoEcco, la massoneria non è mai esistita. Anzi, solo nei
romanzetti. Creata e manipolata dalle polizie, come sempre succede s’è creata una
falsa coscienza, una pseudo-cultura. Dato che gli esoterismi esistono e sono
una cosa seria (ma solo quando ben lontani dalla pubblicità, dal controllo e
dunque esclusivamente individuali), le società segrete
para-poliziesche, milizie rotte ad ogni crimine e demenza, si richiamano ad
esoterismi senza neppur sapere di che parlino. I galoppini dei poteri hanno
prodotto una letteratura enorme su esoterismi che non potevano né capire né
padroneggiare. Il lettore medio, l’individuo medio, ed anche quello avanzato o
smaliziato, non riesce in genere a distinguere gli esoterismi e le religioni
veri, veri nel senso di fondati su spiritualità e
simbolismi che funzionino anche nei loro aspetti tecnici ed operativi (...la
produzione d’un qualche benessere...), da tutte le costruzioni che li hanno
inquinati e strumentalizzati per fini di oppressione. ...Se il 99% delle
religioni e dei religiosi, laiche e laici inclusi, appunto pseudo-esoterismi e
massonerie, servono a ciò, anche se v’è ovviamente pure dell’altro nelle religioni.”
NorbertoEcco
sconsoltato:
-
“Ecco, avrei dovuto scrivere di drammi di troie sconsolate...”
- “Ma
va... Il vero dramma di una troia è quando vorrebbe continuare a darla a tutti
ed, invece, nessuna la vuole più... Alcune che avevo conosciuto, le ho
ricercate su facebook per vedere che faccia avessero ora. Alcune hanno facce
deluse ed inacidite. Altre ancora evitano addirittura di mettere la faccia
scrivendo sono sono bellezze dormienti. Deve essere un neologismo da bar per
dire che aprono le gambe ma in mezzo non ci si infila più nessuno. ...Eppoi,
dai, caro NorbertoEcco, almeno almeno avresti dovuto ambientare la cosa in un
qualche castello medioevale. ...Chissà quanti film da cinema d’essai hanno già
fatto sul tema... Eppoi, tra conventi, frati, vescovi, papi e complotti, il
tema sarebbe stato ancora piu scottante che i tuoi soliti, con in piu una
sicura accusa di pornografia. Io, a volte, mi diletto a scrivere para-pornografia
variamente macabra che non so bene cosa vorrebbe essere anche se, in genere, so
che messaggio vorrei lanciare sempre che non sia auto-giustificazione per pure
provocazioni... ...Certo, la provocazione è già, di per sé, un motivo per
scrivere, se ad uno viene voglia di provocare, ...sempre che occorra mai un
motivo. ...No, non mi ha mai appassionato provocare. M’ha sempre appassionato
cercare di far pensare, nonostante la conferma che alla gente faccia paura
pensare, per cui i paradossi non vengono capiti. ...Che è poi un modo di far
pensare me stesso... Quando uno vede le sciocchezze scritte da un
CesareBattisti (non quello storico, ma il delinquentucolo laziale dei servizi
italioti, frankioti e brasileiri), e le compara alle tonnellate di cose scritte
e pubblicate su siti letterari od in proprio, che non sono di certo meno e pure
senza il dispendio della maccina editoriale di cui snodo chiave sono i riscrittori
(per cui lo scrittore fornisce un prodotto, ma poi se ne pubblica un altro
...sulla sua trama sempre che essa sia afferrata dal riscrittore, cosa che
spesso non è), uno si chiede se la scrittura ufficiale, quella da case editrici
e che va su carta e viene pubblicizzata non sia solo un modo di polizie segrete
per retribuire loro cooperanti, cooperanti in vario modo, usando privati
(largamente sussidiati con soldi pubblici) che, per qualche loro sgiribizzo,
quando non siano impersonali corporations al servizio di qualche finanziere o
di qualche ‘impresario’, cui sono capitate tra le mani, hanno deciso di
dedicare la vita a censurare il prossimo e pure guadagnandoci, quando riescono...”
-
“...Lo dicevo che scrivi...”
- “Eddai, te l’ho già
detto... Comunque, se vuoi indagare, basta google. Quanto agli pseudonimi, a
meno che uno non abbia proprio manie da agente segreto o qualche vera ragione di
segretezza, sono solo un modo per sentirsi veramente liberi nel momento della
scrittura, soprattutto quando si facciano sperimentazioni linguistiche e
tematiche, e s’usino linguaggi non convenzionali. In tal caso, uno vuole sentirsi assolutamente non
condizionato nel momento nella scrittura, sebbene poi voglia farlo sapere
d’essere lui sotto altro nome per cui uno crea, del tutto intenzionalmente, le
associazioni per farsi scoprire.”
-
“...A te posso dirlo, BaruchSchlosser. ...Per me è stato sia un bisogno (anzi avrei voluto passare la vita a scrivere
romanzi, ma uno non diviene importante solo coi romanzi, o solo raramente) che
un naturale sviluppo del mio lavoro some semiotico.”
- “...Meglio che io taccia...
...Chi è quel ricercatore di Torino, ah Nunzio Dell’Erba!, che va a dire in
giro che il tuo ultimo è un libro troppo difficile perfino per il lettori più
preparati? Lo sai che vuol dire con quel ‘difficile’? Vuol dire che non ci si
capisce un cacchio, secondo quello. Io, non preoccupandomi, quando leggo, del
lettore medio, lo ho invece trovato interessante e divertente, pur a
prescindere da tante cose che, valutandolo razionalmente, se ne possono dire e
che ho, in parte, detto...”
- “Nunzio Dell’Erba chi, quello con quell’aria
che sembra vagamente Gramsci? Avrà la stessa supponenza del sardo. Sarà
invidioso che io vendo mentre lui è ancora ricercatore a sessant’anni
nonostante si conclami allievo di Bobbio.”
- “No, quello è ancora inquadrato come
ricercatore solo perché è siciliano. Lo sai come sono a Torino. Spingono avanti
i loro, i torinesi e piemontesi.”
- “Ah, un mafioso!”
- “Mannò. È della provincia di Catania... ...Scusa,
carissimo NorbertoEcco,
perché hai attinto da Biarritz. Romanzo storico-politico, 1868,
di Herrmann Ottomar Friedrich Goedsche, alias
Sir John Retcliffe, il già postelegrafonico agente provocatore della polizia
prussiana, anti-inglese ed anti-semita?”
- “Ma che ne so io di quello! ...Eppoi, quello è
un romanzo scopiazzato.”
- “Non il capitolo aggiuntivo che, guarda caso,
si intitola Nel Cimitero Ebraico di Praga.
Ah, c’è dell'altro... Descrive una società segreta giudaica, Il Consiglio dei
Rappresentanti delle Dodici Tribù d’Israele, che si riunisce nel cimitero la
mezzanotte di ogni anno per la riunione annuale. La riunione da lui rappresentata
tratta appunto del progressi della loro operazione di lungo termine per
stabilire la loro dominazione mondiale. Le cose da lui descritte sono le stesse
che si ritrovano poi, più ripetitive e confuse, nei Protocolli. Il presidente della riunione, Levit, espresse, alla
fine della stessa, l’auspicio che loro sarebbero divenuti Re del mondo nel giro
di cent’anni. ...Un soviet reale, forse... ...perché tutti Re...”
- “Nella descrizione della riunione, Goedsche attinse
pesantemente sia da Alexandre Dumas che da Maurice Joly, Giuseppe Balsamo e Dialogo all’Inferno
tra Machiavelli e Montesquieu. Dopo la morte di Goedsche, un estratto di
questo capitolo sulla società segreta giudaica circolò nelle Russie. Su di
esso, Matvei Golovinski costruì I
Protocolli dei Savi di Sion.”
- “E tu vai a raccontare di essere stato il
primo ad avere scoperto il ruolo del romanzo di Dumas? È tutto pubblico e da
tempo. E tu ben lo sapevi!”
- “Ma io v’ha messo tutta la mia profonda
cultura. E poi v’ho scritto una storia avvincente che spiega i complotti.”
- “Ah,
riinsisti... ...A
parte che non spieghi né i complotti né quel complotto, la tua è solo una
variazione sul tema. Nulla di male, naturalmente. Forse, sarebbe stato più
semplice dirlo.”
- “Ma, io spiego i complotti!”
- “Non spieghi proprio nulla. I complotti sono
le routine degli Stati od, eventualmente, di entità simili. Capito e scritto
questo, si può poi vedere come s’articoli ogni singola operazione. Non scrivi
la base, i fondamenti. Sui Protocolli
non c’è nulla da scrivere. Non servono a nulla.”
-“...L’olocausto!”
- “Riinsisti...
Ma figurati. I genocidi non
hanno bisogno di testi giustificatori. I
Protocolli non lo sono rispetto al genocidio tedesco-inglese-russo della
cultura ed etnia yiddish dell’Europa dell’Est e Centrale, e di una grande
percentuale di ebrei europei. Quell’operazione russo-inglese è ancora da
scrivere. I russi non volevano ebrei, o meno possibile, nei territori regalati
loro dagli anglo-americani. Gli anglo-americani volevano assecondarli in ciò,
mentre gli USA pensavano alla loro provincia ebraica in Medio Oriente. Tutti
convergenti nel liquidare l’ebraismo europeo. Che è quel volevano i sionisti
stessi, per far divenire il loro futuro piccolo Israele il centro dell’ebraismo
mondiale. Ha salvato più ebrei la Chiesa cattolica, od anche solo qualche
indipendente, che tutti i sionisti e gli Alleati messi assieme. I sionisti chi
hanno salvato? Nessuno! Pensavano solo a fare i mercenari inglesi sperando di
averne qualche vantaggio a guerra finita, cosa che non fu. Intanto,
cooperavano, col loro complice silenzio, all’inattività Alleata rispetto alla
liquidazione tedesca, anche alla russa, dell’ebraismo europeo. Che fine hanno
fatto, a guerra finita, tutti i kapo e poliziotti ebraici, e tutti gli altri
collaboratori ebraici dei nazisti? Silenzio. Amnistia di fatto. Tutti erano
complici del massacro nazista per cui accollarono ai tedeschi (dimenticandosi
gli austriaci che furono i veri responsabili operativi del tutto) tutta la responsabiltà,
che in realtà era invece diffusa.”
- “Ma...”
- “Nulla di male, ripeto. Uno può scrivere un
romanzetto od un romanzone su quel che vuole.”
- “Ma la mia è un’operazione culturale!”
- “Tutto è operazione culturale. Quando qualcosa
viene presentata come tale, è in genere pubblicità dell’editore che vende di
più se il consumatore viene convinto di acquistare non una merce bensì un
feticcio.”
- “Mi attaccano, perché
sono il più grande. È solo invidia!”
- “Non ho
capito perché te la menino perfino sul pesce spada a’ sammurigghu.
Forse, in altre zone, nel catanese?, avranno pronunce differenti, ma la tua
traslitterazione dovrebbe essere giusta. E chi lo dice poi quale sia la
giusta... ...Te la menano pure sull’azoto nell’urina. L’azoto nell’urina aumenta
se i reni funzionano male. Invece, diminuisce con dieta ipoproteica ed in caso
di varie serie patologie. Anche uno scrivesse le cose più differenti come si fa
a sapere se l’autore intendesse fare lezioni di scienza e scienze oppure se
volesse che uno dei protagonisti dicesse proprio quello che ha detto, preciso o
meno che sia?!”
-
“È chiaro che dà noia che io sia originale.”
- “Anzi! Quello deve avere qualche altro problema. Ti
accusa di non originalità, di inaccuratezza storica sugli ebrei torinesi, d’inconsistenza
della trama, d’ignoranza storica piu in generale... Non gli va bene nulla, dal
punto di vista del romanzo storico. ...L’avessero lanciato contro Manzoni, Stendhal,
Scott, li avrebbe fatti a pezzi!”
- “Che ti dicevo?! Sono invidiosi della mia
grandezza e fama...”
- “Scusa, esimio NorbertoEcco, ma perfino quella cosa tanto abusata, oleografica,
manzoniana o defoeiana forse, del romanzo ritrovato anche se qui
antropoformizzata... Non era più originale, nel senso che non ci sarebbe stato
il sapore dello scopiazzo, un forma diretta del tipo ‘io stavo scrivendo’
oppure l’indiretta de ‘il tal dei tali stava scrivendo’ e raccontare quello che
intanto hai raccontato? Dunque una prima od una terza persona ma senza quella
cosa che rimanda subito ad altri, predecessori, e che dunque sa di tecnica
abusata e da te scopiazzata, dell’anziano che stava scrivendo ma con un esterno
narratore che riporta. Ecché, il lettore non lo sa che se legge è perché
qualcuno ha scritto? Devi crearti, tu narratore, come personaggio interno al
romanzo? Anzi, ancora peggio. Dopo una descrizione forse barocca, troppo ricca,
dei luoghi, c’e l’anziano che scrive, il visitatore che sbircia sopra le spalle
e tu, il narratore, che riferisce e talora riassume. Ma va...”
- “Vuoi mettere? È una
trovata davvero geniale. Non il testo ritrovato. Non io che riferisco di un
altro. Ma io che riferisco di uno, ipotetico, che sbircia sopra le spalle di
uno che scrive!”
- “Nel prossimo aggiungerai
uno che riporta quello raccontatogli dallo sbirciatore? ...Davvero ardito, mio
caro NorbertoEcco,
visto che il narratore riassume in cinquecento, cinquecento!, pagine,
immaginarsi uno che sbircia magari tra le seicento e le mille pagine che il
vecchio scrive. C’è pure da immaginarsi che lo sbirciatore sia
arrivato appena il vecchio iniziava a scrivere. Si saranno pure accordati sui
sonni, pasti, andate al gabinetto ed altre interruzioni sì che lo sbirciatore
potesse sbirciare tutto... Sì lo so che lo sbirciatore è ipotetico. Ma prima ci
conduci nei vicoli del centro Parigino e ci fai raggiungere Impasse Maubert,
dove c’è il rigattiere temporaneamente chiuso per assenza del proprietario. Sebbene
solo a pagina 58 del .pfd si scopra che il cartello era senza data: ‘Il
proprietario sarà assente per un mese’. Poi inizia la finzione,
vaginale direi, del se potessimo entrare e se potessimo entrare ancora nei
meandri della bottega del rigattiere. Infine, il vecchio seduto che scrive.
Alla prima od alla terza persona bastava dire subito ci fosse il vecchio,
rigattiere od altro. Troppo semplice. Per cui si crea l’aspettativa che
vogliamo scoprire chi è. Maddai, uno vuole la storia, scoprire come funzionano
i complotti, o la storia segreta di quell’epoca, senza doversi pure preoccupare
chi sia lo scrivente da cui si copia, sia riportando tale e quale che
riassumendo. Eddai...”
NorbertoEcco,
rossissimo e nerissimo, sembrava un vulcano fumante sull’orlo di un’improvvisa
eruzione. O, forse, di implosioni.
BaruchSchlosser
gli lanciò une di quelle sue occhiate indifferenti. Ne doveva ben
essere divertito.
- “...appunto, pure quella
pseudo-suspense sull’anziano scrivente. In un film d’azione interessa l’azione,
non le menate su scrittori e sbirciatori a meno che non siano interni alla
storia. Ma qui son come cornice, incluso lo scrivente da scoprire chi è. Se non
altro, infine, s’inizia. È il 24 marzo 1897. ...Non sono sicuro che un ebreo
tedesco ed uno austriaco fossero la stessa cosa allora. Nel dubbio, non l’avrei
messa a quel modo... Meno male che nessuno gli abbia suggerito in un
confessionale di scrivere la propria storia. Anche se non capisco uno che si
metta a scrivere la propria storia dopo esserselo fatto o lasciato suggerire,
poi dice ‘istigato’, da un ebreo, un dottore, sebbene odii gli ebrei. Sarà la
tecnica dell’accumulo dei misteri... Se si crea un personaggio che odia gli
ebrei, gli si fa scrivere la propria storia
per altri motivi o, se connessi ad un ebreo, perché qualcosa fatto o
detto da un ebreo gli ha fatto venire l’impulso di scrivere le propria
storia... Troppo semplice! Voi scrittori o scriventi dovete contorcela. O ci
sarà di sicuro qualche significato nascosto che non posso, io, certo capire.
Intanto l’ebreo, da tedesco od austriaco, diviene austriaco o tedesco, e lo
scrivente risolve il suo odio-amore trasferendo sul nonno la responsabilità di
aver odiato gli ebrei e di avergliene instillato l’odio.”
- “...Suppongo che pure la
parte sulle razze...”
- “Voi dire gli impropéri?
No, no, anzi! Trovo quella parte straordinaria. Avere iniziato con quella, o
come discorso, o come esplosione, o come testo che il protagonista stava
scrivendo, avrebbe condotto il lettore, diritto, in un turbinío di movimenti e
d’azione. È una parte godibilissima e dove uno può mettere quel che vuole tanto
sono gli improperi di uno che li ha sentiti dal nonno. Anche se hanno
impressionato ed appassionato i criticoni eccitati dalla composizione
percentuale del piscio. ...È una parte davvero eccellente! E subito dopo il
grande mistero, a pagina 23 del file .pdf. Il protagonista è un falsario e
neppure dei peggiori, uno che falsifica calligrafie. Non è neppure un
intellettuale che scriva balle! Appunto, ben lo si poteva dire all’inizio,
oppure evitarsi la premessa localizzatrice e dirlo dove lo si è detto senza
annunciarlo prima. Ed, a pagina 25, pure il nome, Simone Simonini. S’arriva
alla fine del secondo capitolo abbastanza bene. Forse uno scrittore, solo
scrittore, e non anche professore e genio, sarebbe stato un po’ meno formale e
pedante, ma non è detto. Pure la trovata delle schizofrenia non so se uno
scrittore puro l’avrebbe presentata differentemente, ma non è detto. Non è
invece male che il protagonista scriva come forma di auto-psicanalisi, dopo che
s’è scoperto schizofrenico grave. ...Altre cose, invece... ...Che Mordechai, da
Damasco, poi stabilitosi a Torino dopo aver tradito, pur sotto tortura, suoi
correligionari poi condannati a morte, e che a Torino viveva in una lurida
stamberga senza finestre, fosse, non si sa come, divenuto il capo segreto dei
framassoni da Napoli a Londra, è una cosa che non sta né in cielo né in terra.
Ciò non toglie che, comunque, chiunque creda può metterla in bocca ad un
personaggio di un romanzo. ...Sempre che poi si spieghi che non può essere, se
uno vuole mostrare come i complotti funzionino e non funzionino... ...Il
complotto carbonaro, il capitolo cinque, è un modesto raccontino che scorre
senza problemi apparenti. Ma non certo dal punto di vista dei circoli
carbonari. Dà un’idea di come Uffici Speciali di Polizia lavorino. Ma non dà
nessuna idea di come ci sia chi abbocchi. Il rivoluzionario non solo è
fabbricato da fonti di Stato ma, nel caso, obbedisce a fonti di potere che
reputa più forti dello Stato ha di fronte. Il rivoluzionario, quello
nell’accezione corrente, è sempre un conformista, un ometto piccolo-piccolo che
non capisce bene quello che fa e manovrato da fonti di potere lo schiavizzano
facilmente. ...Un palloncino floscio riemito da qualcuno e di qualcosa. Se
vittorioso diviene burattino delle peggiori burocrazie preesistenti, fino alla
liquidazione fisica quando non serve più, cioè se non è abbastanza manipolabile.
Se perde, rischia pure di divenire un fesso trasformato in grande immagine (da
libri, film e magliette) per manipolare altri fessi. Il rivoluzionario è spesso
troppo idiota per comprendere di essere manipolato. Tuttavia, non obbedisce
alla cieca. Non fa nulla senza essere convinto di esser coperto da qualche
potere superiore. Lo chiama ‘la Storia’, magari, che ha poi la faccia della
rete di condizionamento che gli si crea attorno. Il rivoluzionario è uno che se
le dice e che le conta, ma che poi si barcamena e si fa barcamenare. Il
militante è uno che chiede in continuazione e chiacchiera in continuazione. Non
esiste l’obbedienza fideistica. Nessuno gli obbedisce davvero. Non esistono i
dittatori. Certo, tutti dicono signorsì ma poi fanno o non fanno quel che
vogliono. Anche il dittatore può dar ordini, al massimo solo a sé stesso. Se
vuole essere sicuro che qualcosa sia fatta, e come lui vuole, se la deve far da
solo. Per cui, quel che può davvero fare è proprio poco. Se uno in una qualche
posizione di potere ha delle persone che gli obbediscono ciecamente, esse sono
proprio poche. L’obbedienza cieca è una strada a due vie. Uno obbedisce
ciecamente perché ha un preciso tornaconto. Per cui, chi ordina deve pure
compiacere l’esecutore. Ecco che l’obbedienza diviene molto meno cieca e che
chi obbedisce ha un potere rilevante su colui ordina. L’esecutore, sia
esecutore di strutture di potere formale che di strutture cosiddette rivoluzionarie,
o si ritiene coperto, per cui alla fine o la fa franca o comunque vince (almeno
nelle forme), oppure non si lascia abbindolare senza che gli se la sia
raccontata in modo credibile e senza che veda una qualche autorità, autorità
reale, in chi dà ordini. Nessuno va al suicidio. Oppure, se ci va, è perché
credeva di trarne grandi profitti personali dalla via che invece l’ha portato
al suicidio. ...Per cui, NorbertoEcco, la tua, da qualunque punto di vista la si guardi, non tiene come analisi dei complotti o come
mostra di come i complotti funzionino. Non regge come vengono presentate le
organizzazioni cospirative nel raccontino. Possono anche andare bene in una
favoletta senza pretese. Non per svelare o denunciare alcunché.”
- “...Eppure ho fatto delle
accurate ricerche storiche...”
- “...La storia la si deve
saper e voler leggere. Altrimenti si mettono solo il fila le cose più
correnti... ...Dunque, nel racconto, nel romanzo, il governo piemontese si
propone di minare la fiducia nell’amministrazione garibaldina. Era davvero
garibaldina od era la stessa amministrazione borbonica già presa in mano dai
funzionari piemontesi già nel cerchio ristretto di Garibaldi? Esisteva un’amministrazione
garibaldina? ...Già... tu ti riferisci ai soldi per destinazioni militari... Aveva
Garibaldi il vero controllo dei soldi lo seguono? Siamo sicuri? ...Nel tuo
racconto, per questo il governo piemontese manda anche il Simonini per raccogliere
o fabbricare materiale all’uopo. Siamo proprio sul minimalistico. Giornalisti
con ordini precisi potevano fare la stessa cosa. È il loro mestiere. Non
occorreva un grande agente segreto. Tanto più che hanno già dei loro, ufficiali
savoiardi, al seguito di Garibaldi e come suoi principali comandanti. Tu stesso
parli dei soldi a palate con cui, non certo le forze oscure, ma inglesi e
piemontesi avevano corrotto il fortissimo esercito borbonico che sapeva che il
Regno delle Due Sicilie era comunque destinato alla scomparsa visto che così
era stato deciso a Londra. Dici che fanno passare questi soldi nella
contabilità di Garibaldi? Non avranno operato direttamente, con loro agenti e
pagatori? Era credibile un garibaldino che offrisse soldi ai borbonici dopo
esserseli fatti dare da Ippolito Nievo?”
- “Non potevo mica mettermi
contro la Storia corrente...”
- “Non esiste mai una sola
Storia, anche se esistono storie ufficiali per indottrinamento. Allo stesso
tempo esistono tante di quelle ricerche su tutto e su tutti... ...Mio caro NorbertoEcco, il risultato,
non delle ricerche accurate che sono sempre ottime da farsi, ma
dell’autocastrazione intellettuale, è un il tono della narrazione, non solo i
contenuti, da verbali di questurino che abbia fatto il classico o da
carabiniere perito turistico. Il capitolo 8, la liquidazione dei materiali contabili con dintorni, la
nave su cui erano Ippolito Nievo incluso, è plausibile per quanto... ...Un
provocatore che arruola due anti-garibaldini ed anti-pienontesi, e pure un
marinaio corrotto, e li usa a quel modo liquidandoli (uno si liquida da solo
nella missione suicida a sua insaputa) per non lasciare testimoni. Tuttavia è un
po’ difficile a gestirsi un’operazione a quel modo, visto che c’è sempre
qualcosa vada storto in quelle cose, soprattutto con le tecnologie di quei
tempi. Tuttavia, magari con qualche aggiunta, o con qualche tecnologia
differente dalla rappresentata... Se davvero, come risulterebbe da ricerche sul
campo, vi fu un’esplosione dolosa alle caldaie e con nessun sopravvisuto,
nonostante le condizioni del mare tranquille... ...Il servizio segreto inglese
operava ottimamente già all’epoca, anche come stragi ed esecuzioni. Lì, la sola
cosa che importava davvero sopprimere era la prova documentale dei decisivi
finanziamenti inglesi e para-inglesi all’operazione terroristica dei
garibaldini e le somme elargite per comprasi vittorie a valanga, o forse altro
visto che mi sembra inverosimile che si lasci la prova contabile di tali
operazioni super-clandestine all’interno di un’operazione terroristica. Oppure
Ippolito Nievo era stato particolarmente pedante, dunque idiota, ed aveva
scritto cose da non scriversi. Un furto avrebbe sollevato il problema di ‘a chi
giova’. Mentre l’affondamento casuale di una nave di linea con, sembrerebbe, 29
membri dell’equipaggio e 16 passeggeri (c’è chi scrive di un’ottantina, mentre
qualcuno, chiaramente sbagliandosi parla di 600)... V’è una lista dei
passeggeri mentre l’equipagio resta misterioso, sebbene il Regno del Sud fosse
piuttosto evoluto e registrasse tutto. Dev’essere stato davvero un bel botto ed
un affondamento veloce se non vi furono sopravvissuti... Tra l’altro, a un 200
metri da terra, per cui non dev’essere stato difficile attivare una bomba e
allontanarsi in barca. Ad un agente segreto inglese o altro sarebbe bastato
avvisare il comandante che doveva sbarcare non visto e non rilevato a seguito
di un’importante missione e senza che la nave si fermasse... Oppure...
...Oppure sono operazioni che si fanno d’intesa col comandante della nave.
Certo che, per non essersi salvato nessuno a soli 200 metri da terra, pur nelle
acque non caldissime di un 4 marzo... ...Ma in Sicilia, non in Islanda. Li
avevano chiusi tutti prima di allontanarsi? Avvelenati? La contabilità è stata
portata a Londra? La cosa fosse andata
male, potevano sempre organizzare qualcosa a Napoli od altrove. Il caso non
esiste in eventi troppo perfetti e troppo inverosimili.”
- “Io ho preferito andare
sul sicuro e farli morire tutti e di mano loro, seppur d’inganno.”
- “Appunto, NorbertoEcco, te la sei cavata col complotto ordito da un
singolo agente che aveva lavorato d’inganno. Guarda, se c’è una cosa che
proprio non torna è l’agente che tende la trappola e che, poi, se ne resta
sicuro ad aspettare per un’operazione che doveva riuscire al 100%. All’epoca
non v’erano le tecnologie a distanza d’oggi. L’agente segreto dell’operazione
era a bordo e s’è salvato, magari con la contabilità. Anche non uno solo, ma
non irregolari. Oppure, se v’eran irregolari sono stati liquidati pressoché
subito. Quelle sono operazioni che si fanno con la complicità del comandante
della nave, che poi, eventualmente, si sopprime o si manda distantissimo (in
nuovi mondi), riempito di soldi e con identità differente. Qualche ricerca su
equipaggio e passeggeri (Nievo e la scorta, suppongo, più altri) potrebbe dare
elementi decisivi. Od, anche, esiste forse una soluzione più semplice. Una
cannonata. Una o più cannonate. Dovrebbe essere valutata facendo visionare la
caldaia ‘esplosa’, se non polverizzata dall’acqua marina, da qualcuno in grado
di valutare se, colla tecnologia dell’epoca, essa sia compatibile con una
cannonata. Certo che se una procura vostra aprisse un’indagine per strage. Ma a
quel punto, tra inglesi e CC... No, meglio non ci siano di mezzo procure
vostre. Sarebbe più indipendente una procura congolese con investigatori
congolesi.”
NorbertoEcco
era tutto congestionato. Si stava chiedendo dove le pensasse quel diavolo di BaruchSchlosser.
- “NorbertoEcco... NorbertoEcco... Lunedì
4 marzo 1861. Palermo soleggiata. Vascello Ercole, a vela ed a vapore. Con due grandi
ruote laterali. Di costruzione inglese. Parte alle 12:55 e deve essere a Napoli
il giorno dopo. Mare calmo sia a Palermo che a Napoli. Tempeste nel mezzo,
suggerite da qualcuno, sarebbero state dimostrate come immaginarie. Bugie per
confondere. Tutte le altre navi, partite di tre ore in tre ore, arrivano.
L’Ercole no. Qualcuno dice che sia stata rilevata, nel fondo del mare, la
caldaia esplosa. Altri lo negherebbero. Del resto, solo una caldaia esplosa o
peggio (pesantemente e rapidamente cannoneggiata o fatta esplodere nel mezzo)
avrebbe potuto affondarlo rapidamente. Aspetto del tutto non atipico, che la
nave dovesse affondare era risaputa. Il console amburghese Hennequin, che a
Palermo curava gli interessi del governo inglese, aveva cercato di dissuadere
Nievo dall’imbarcarsi su quella nave. Gli inglesi e connessi non ce l’avevano
con lui personalmente. Solo con la ‘sua’ contabilità. Ci sono pure delle altre
strane coincidenze, come se in ambienti ospedalieri palermitani (o almeno da
parte del chirurgo Enrico Albanese) fosse risaputo che la nave sarebbe
affondata.”
- “Ma tu dove le trovi
quelle cose?!”
- “È una differenza di
metodo. Tu ti chiedi dove trovare le prove, prove d’archivio. In assenza ti
adegui ai si dice, purché abbiano una qualche ufficialitá. Io mi chiedo dove
trovare le prove e poi le valuto. Si tratta sempre di ricostruire un quadro che
non solo sembri vero ma che possa esserlo, senza tarcersi né tacere i dubbi su
tutto e su tutti. Guarda, è pure possibile che un mostro marino abbia ingoiato
la nave, e che sia il console amburghese che il chirurgo che obbligò la futura
sposa a farsi rimborsare il biglietto già comprato abbiano avuto solo delle
premonizioni, o che le due storie non siano vere. Improbabile ma possibile, la
cosa del mostro marino... Esplosione della caldaia che affonda la nave va
intesa in senso lato. Nell’imminenza dei fatti si disse che solo l’esplosione
della caldaia poteva affondarla. Anche altri, piu recenti, a tavolino, arrivarono
alla stessa conclusione generale. Se aveva due grandi ruote laterali, un’esplosione
al centro poteva spezzarla e farla colare a picco in un attimo. Se nessuno ha
sentito l’esplosione significa che nessuno avrebbe sentito neppure una o delle
cannonate. Per cui... Un vascello inglese può averla affiancata, cannoneggiata
ed assicuratosi non vi fossero sopravvissuti. Gli inglesi sono sempre stati
esperti in azioni pirata. Semmai qualcuno li avesse mai visti, non è che
avessero bisogno di inviare una nave con insegne, bandiere e ufficiali in
divisa, per tale operazione clandestina. Non era cosa da far fare ai piemontesi
per il semplice fatto che qualcuno l’avrebbe raccontato ed in ambiente
ricettivo e riprendere il racconto. Molto meno probabile per degli inglesi, o
al servizio degli inglesi, operanti all’estero. Nel 1861, gli inglesi avevano
già navi ad elica e con cannoni con proiettili esplosivi. Non era molto
complicato ed era del tutto sicuro attaccare l’Ercole la mattina presto del 5
marzo, affondarla ed assicurarsi non vi fossero superstiti, od anche senza
preoccuparsene se l’attacco fosse avvenuto al buio; resta il problema di come
intepretare quell’assenza di superstiti per un banale affondamento vicino a
terra. L’attacco a 200 metri da una punta terrestre da cui l’Ercole doveva
passare rendeva del tutto sicuro l’attacco ed evitava improbabili ricerche
d’alto mare dell’obiettivo. Tra l’agente non coperto che abbandona la nave,
come avesse una missione a terra, dopo avere attivato una bomba, e un semplice
attacco navale, tu vai a scegliere l’improbabile grande complotto psicologico
d’un agente segreto a Palermo che turlupina dei creduloni che operano secondi i
piani dello stesso. Variazione sul tema dell’agente a bordo è un commando
costituito da una mezza dozzina o otto d’uomini dell’equipaggio che uccide
tutti gli altri, mina la nave, sbarca e poi giura di non essere mai salito
sulla nave il giorno prima ma di essere restato a casa. Tuttavia, qualcuno
potrebbe essersi poi o prima confidato. Od anche più semplicemente, spariscono
davvero raggiungendo l’America, cosa corrente all’epoca. Infatti vi sono
problemi di numeri tra il numero d’uomini dell’equipaggio e quelli fatti
risultare sulla nave proprio quel o quei due giorni.”
- “Almeno c’ho messo del
mio...”, tentò un imbarazzatissimo NorbertoEcco.
- “Anch’io c’ho messo del
mio. Una cosa è smontare e mostrare un complotto. Altra cosa è la grande
astuzia dell’agente che resta a Palermo sicuro che tutto vada secondo l’inganno
teso. L’agente segreto non lavora a quel modo. ...Sono burocrati che devono
rendere conto ad altri burocrati... Neppure la realtà funziona a quel modo. Non
è come al cinema dove ti fanno vedere l’azione, azione che senza grandi
burocrazie che forniscono tecnologie, documenti e soldi, non sarebbero proprio possibili.
Al cinema ti danno il formaggino uscito dal nulla mentre per produrlo occorrono
grandi cooperazioni. Tu monti una storia troppo improbabile. Mostri piuttosto
come un’operazione clandestina non si faccia. Altra cosa è il commando con
parte dell’equipaggio e con agente segreto li comanda a bordo tra i passeggeri
e che poi sparisce per sempre lontano pure lui. Io dico che più semplice e
sicuro era attaccare la nave ed affondarla con una nave da guerra (od anche non
da guerra; bastava che fosse ad elica e con cannone) tipo pirata, senza insegne
e senza uomini in divisa. Ci fosse mai stato qualche testimone, si poteva
diffondere la voce che si era trattato di un attacco di pirati borbonici. Resta
il problema dell’assenza di superstiti così vicino a terra e non in acque
glaciali. Evidentemente non ve ne furono, o furono silenziati, per cui si parlò
di nave misteriosamente scomparsa, affondata. Oh, che caso, che era proprio
quella con la contabilità garibaldina! ...La tua visione dei complotti, di come
non smontarli, non smascherali, è del tutto tipica, caro NorbertoEcco! Dove si tratta di ordire un attentato ad un
imperatore, a Parigi, ecco che pure lì manchi d’ogni finezza. Perfino peggio
che nelle vicende palermitane. Uno sconosciuto che arrivi in mezzo a bombaroli,
pur avvinazzati nel corso d’una lauta mangiata, si dichiari mandato dalla
carboneria ed offra soldi in abbondanza per far fuori l’Imperatore di Francia,
primo lo cacciano via a pedate, poi lo vanno subito a denunciare alla polizia
e, se ne nessuno l’arresta, s’insospettiscono ancor di più e la bomba la
mettono a lui. Tanto più che a questo genio lì catapultatosi fai dire che è in
pratica mandato da ambienti prossimi all’Imperatore stesso, e che lo vogliono
liquidare, per cui i sovversivi bombaroli per fare la cosa agli ordini del
genio appena apparso sono coperti da qualche polizia segreta. Dai perfino il nome
dell’agente doppio presso la Prefettura di Polizia. Non solo. Devono solo
preparare le bombe e non preoccuparsi dell’attentato ma devono preparare le
bombe dove ci sono già i volantini sull’Imperatore ucciso, ...sì che la polizia
possa arrivare ed arrestarli tutti e per aver attentato all’Imperatore. E fai
questa operazione del tutto ridicola, proprio poco dopo aver detto che i gruppi
sovversivi son composti d’infiltrati, di imbecilli e di solo uno davvero
pericoloso. 3+6+1. Lì, perfino gli imbecilli sarebbero subito scappati, dopo
averti linciato sul posto. È vero che scoprire tali complotti frutta molto agli
sbirri. Quella è l’unica parte realistica. Il resto è proprio del tutto senza
valore, su come si montino complotti solo per scoprirli e guadagnarci. L’etero-direzione,
pur non complicatissima come realizzazione, è appena piu sofisticata negli effetti.
L’anche rozzo statista che dia rozzi ordini ad un rozzo ufficiale, e l’anche
rozzo ufficiale che contatti il mafioso, il sindacalista, il professore, il
funzionario di partito prossimo, possano avvicinare il gruppo terrorista,
implica che poi si metta in moto una macchina di ruffiani con qualche viscida
esperienza. Uno che ti metta una cassa di RPG sul tavolo e dica che si debba
liquidare l’Imperatore o Moro perché un Andreotto lo esige, lo cacciano a calci
anche i più ingenui sovversivi. I fessi, ed anche i geni, sono mobilitati
tramite interfacce ruffiane che possano giustificare in modo credibile che
facciano arrivare soldi ed armi, e pure coperture sul momento (fino a che fessi
e geni non vengano liquidati dallo Stato). Per cui, anche se nella realtà, a
volte, la facciano ancor più semplice e pasticciata, non la fanno proprio a
quel modo inverosimile e da mettere subito in allerta le ‘vittime’. A livello
di interfacce, c’è il viscidume appiccicoso e cui un po’ tutti s’appiccicano.
Non s’appiccicano solo coloro che non giocano un gioco che sanno essere
truccato, per cui scantonano se qualcuno cerca di tirarveli dentro.
“...Sempre distinguere se
debbano inventare una banda tanto per riempire giornali, ed ora pure TV, o se
debbano manipolare un gruppo per un’operazione vera ma di Stato.
“[1] Se un Andreotto deve
far rapire ed ammazzare Moro e Bellinguer, chiama un colonnello Gugliemi o
superiore che attiva i calabresi dei CC e gli infiltrati in casa, ed area
stretta e larga, BR per eterodirigere ed aiutare i BR per l’operazione di
Stato. C’è chi suggerisce e convince. C’è chi magicamente offre aiuti dicendosi
sedotto da tali grandi rivoluzionari, etc. etc. ...Che, alla fine, anche quando
capiscono, se lo capiscono, di essere manipolati, si autoconvincono d’essere
almeno un po’ attori veri o di averne un qualche tornaconto di gloria.
“[2] Se, invece, lo Stato e
le sue pedine devono montare le solite periodiche scoperte di pseudo gruppi neo
terroristi ed altro, ecco che usano altri mezzi.
“Per ammazzare il
giuslavorista del periodo, usano la procedura [1]. Per i soliti arresti
periodici con ferrivecchi sepolti, e magicamente ritrovati e collegati agli
arrestati, la procedura [2]. Quando Amato dice no per Borsellino, prima Scalfavo
lo liquida dal governo e poi Borsellino può essere fatto saltare per aria. Mi
sembra che con Maroni all’Interno le procedure [1] non siano state attivate.
Biagi viene fatto far fuori quando all’Interno c’è il democristo, poi imberluskonizzato,
boia del G8... Inutile fingere che Capo del Governo e PresRep, consultati, non
abbiano detto: ‘Sia fatta la volontà di Dio’, sempre che non l’abbiano ordinato
loro. Avessero detto no, sarebbe ancora vivo. Idem per tutti i casi precedenti.
Nessun CC s’azzarda senza assenso, o non dissenso, governativo e presidenziale
(il PresidenteRep, da Voi, è il governo formale e governo reale dal 1992-Capaci)
a far nulla. Per delinquere di Stato devono ricevere ordini oppure chiederli,
ma comunque sentendosi coperti dal Segreto di Stato. Sennò hanno troppo da fare
di loro ...oltre al lavoro istituzionale. Le burocrazie sono corrotte e sceme,
ma non del tutto idiote quando si tratta dell’autopreservazione. Non si mettono
ad attuare stragismi, assassinii, persecuzioni, di loro. Sono già troppo
accupate a magnà di loro, per avventurarsi in rischi di testa loro e senza
coperture.
“...Il rivoluzionario,
anche sofisticato... Mi vengono sempre alla mente il Mandello ed il Maitanno
sull’Algeria... ...I quartini d’Algeria... Mille altri non sono differenti. Gli
inglesi, coi CC e i caramba belgi, li reclutarono... Reclutamento largo... Un
ENI li avvicina. Dei PCI pure... Offrono soldi e coperture... Anzi, erano già
stati agganciati ed immelmati, sennò a quel punto avrebbero capito che era un
gioco truccato e si sarebbero tirati indietro fossero stati puri ed onesti...
‘Noi vi sussidiamo una vita da intellettuali. Voi, quando vi chiamiamo...’
Ecché dovevano fare... Anzi, ciò che dovevano fare sarebbe stato andare a fare
i formai... Che hanno fatto? Hanno cooperato coi servizi li comandavano,
...certo con interfacce per far salvar loro la faccia perfino con loro
stessi... Ecché erano così idioti da non saperlo? Terrorismo anti-francese
algerino, terrorismo di fatto pro-militariCIA (per giustificare le loro
repressioni e golpe) in America Latina, etc etc. Arrivavano quello dell’ENI e
quello del PCI... Qualche ‘suggerimento’ (gli ordini), qualche soldo per loro
‘per la rivoluzione’... Uno diviene traduttore di Trotskij in Italia senza
conoscere il russo. L’altro grande economista rivoluzionario a Bruxelles, in
realtà per scribacchiature da agit-prop brillante e nulla più... Ecché non lo
sapevano che non c’era nessuna rivoluzione e quello era per loro il solo modo
per non fare gli impiegati delle poste?! Ed i Moscatoni inviati dal PCI a
controllarli? Ecché avrebbero fatto divenire professore uno antagonista al
sistema? Profe per lo stipendio ed infiltrato tra i giudei Maitanno e Mandello
lui antisemita nazi-comunista inviato dal PCI dei CC... E tutti gli altri, non
solo quartini, ma di qualunque sponda, con l’eccezione, forse, di chi si pagava
di tasca sua o di chi traduceva ma da lingue orginali padroneggiava? ...Non un
Maitanno che traduce Trotskij ma non dal russo, mentre chi lo avrebbe potuto
tradurre dal russo non lavorava perché i CC (tramite i loro) avevano imposto il
Maitanno... E gli m-l, ancora più organici ai militari ed ai CC che altri (come
barbara conformazione psicologica) che ad un certo punto proliferano con gran
mezzi... E gli ‘spontaneisti’ eppur egualmente ben foraggiati ‘dal sistena’
proclamavano essere in procinto d’abbattere... Beh, tu ti sei prudentemente
scelto complotti appena meno contemporanei...”
- “...Avrei avuto
difficoltà a presentare un Marino come affiliato alla massoneria ed ai
gesuiti...”
- “Non occorreva. Quello è
un caso puro di come si fabbrichi chi serve. Viveva di rapinette dietro la
copertura del frittellaio ambulante. Lo arrestano per quello, ma informalmente
(‘ti arrestiamo come rapinettatore seriale, ma sono sciocchezze che non ci interessano
davvero, e te femo pure benestante se cooperi ...oppure sei già rovinato’) e
poi... L’ufficiale dei CC che ci passa le notti assieme doveva solo chiudere la
pratica Kalabré da loro stessi assassinato perché aveva scoperto lo stragismo
di Stato-CC. Quello sì che è un altro classico di complotti, per chi voglia smascherali
e mostrarli. Fai le stragi coi neri. Quelli a contatto diretto coi CC vengono
fatti fuggire all’estero con supporto NATO. Liquidi, coi neri, il poliziotto
afflitto dalla sindrome d’ellecci, e dal complesso del Pinello, che smaschera i
CC-neri con indagini sue ma se lo tiene per sé, anzi lo dice in famiglia e
dintorni, ...anche ai superiori; ... per cui i CC e ‘le istituzioni’ vengono
avvertiti. Poi arresti, incrimini e condanni coloro l’avevano sputtanato ma non
ammazzato, tanto per chiudere il caso. Tanto quel Sofri doveva essere punito
perché aveva rifiutato di far passare la sua ellecci al terrorismo (come invece
voluto dai CC) ma anzi la dichiara ellecci-della-fika non dell’assassinio. Intanto,
il terrorismo di Stato da nero diviene di para-Stato e di massa e soprattutto
rosso. Moro è un altro caso da manuale per chi volesse fare seminari per
dottorandi su come ‘lo Stato’-CC fabbrichi ed usi terrorismi, e poi li liquidi
ma mai del tutto. I giuslavoristi vengono fatti fuori dal blocco
burocratico-predatorio-compradoro (sempre passando per le istutioni che danno l’ordine
formale alla Polizia Segreta militare-CC, ovviamente) per chiarire che gli
anglo-americani vietano anche solo il pensiero di qualunque modernizzazione.
Basta vedere chi fosse al governo ed al Quirianale, e si sa chi ha dato
l’ordine o il nulla osta, col parlamento informato e che copre, naturalmente. Le
istituzioni, le burocrazie, hanno regole precise per quanto tutto affondi
nell’inefficienza patologica. Tu hai preferito restare sul sicuro, eppure lo
hai visto che il sicuro non esiste. ...L’associazione, da te fatta,
ebrei-comunisti-capitalisti-gesuiti-inglesi etc. deve avere fatto incacchiare
molti... ...E pure i gesuiti che costruiscono falsi anti-ebraici per conto del
Papa... Eppure lo avrai ben visto da te che tutto si fonde nel circolare quando
ci si limiti agli accostamenti. La realtà sarà pure, spesso, circolare. Una
cosa è se la si spiega dettagliando. Ma quando ci si limiti agli accostamente
di categorie... ...Altra cosa è far vedere che le categorie sono copertura di
una realtà sfugge loro.”
- “In effetti, me n’ero
reso conto che stavo sollevando delle allergie... ...Ho cercato di
minimizzare...”
- “Un grande professore con
la vocazione della letteratura, a quel punto avrebbe potuto gettarsi nel
romanzo d’amore. Chissà quanti ne ha scritti, se non addirittura porno-porno, e
non pubblicati un Alberoni... Certo, caro NorbertoEcco, gli ingredienti li offri... ...Ma
spezzettati. La realtà è ricca ricchissima nel campo. Nella realtà, ci sono
tante cose, tante varietà. Nella tua rappresentazione, gli ingredienti ci
sarebbero. Ci sono i piccoli complotti veri. Ci sono anche le grandi operazioni
con i singoli passi ed ingredienti. Ci sono i provocatori. Gli informatori,
onnipresenti, che a volte servono, e spesso non servono a nulla, a parte
riempire fascicoli personali d’insensatezze. Ma è la realtà che è così, in pace
come in guerra. Ci sono singole operazioni di polizie e governi, che è il modo
come davvero operano. È che il tutto è incomprensibile nelle febbre di non
renderlo comprensibile o di presentare grandi complotti che non esistono. Anche
il macro complotto, si concretizza sempre in piccoli colpetti ben assestati.
Quando si presentano grandi trame massoniche come scaturissero dal nulla, ecco
quello è proprio il modo per confondere e non far emergere nulla per il lettore
che non sia già smaliziato, sempre che davvero quel lettore esista, a parte pochissimi
casi. ...E sempre che uno smaliziato, eccezioni a parte, ti legga. Tu
semplicemente rinforzi il luogocomunismo italiotico nel campo. Cose da caserma
dei CC con giudiziario annesso. Le logge massoniche esistono perché rispondono
a delle necessità di marketing (diversificazione del mercato delle religioni e
dell’associazionismo) e perche poteri o le vogliono o le lasciano, ed un po’ le
usano. Usano tutto. Non è che usino specificatamente le ‘logge massoniche’. Logge
ed associazioni sono canali. Occasionalmente questi canali e reti vengono usati
per grandi porcate. In genere sono lì in attesa, limitandosi ad esercitare la
loro funzione sociale, spirituale, esoterica, spiritistica, di colore, politico
formale od informale, religiosa, o quel che si voglia, oltre alla routine
militar-sbrirresca di controllo cosiddetto sociale, d’una società già distrutta
da sempre, in realtà. Dove c’è Stato, la società viene da esso fagocitata, resa
falsa, sostanzialmente distrutta. Dipingere tutto come una grande trama, porta
a concludere che c’è il grande manovratore che tecnicamente non può esistere. All’agente,
all’obiettivo, allo spettatore, piace immaginarsi il manovratore occulto. Le
libertà sono uccise dal carabiniere diffuso, democratizzato. Democratizzazione
significa maniacalizzazione. Da queste grandi ed universali cospirazioni, il
lettore o ne è angosciato o non ci crede, od entrambi. Di fatto, non vede i complotti
veri e come funzionino. Per cui, non smonti proprio nulla. Anzi, crei una
grande cortina fumogena. Una grande mistificazione. Un imbroglio. Come un
pittore che azzecchi qualche pennellata, mentre, intanto, versi su di esse
secchi di vernice, ...per smascherare...? No! ...Per mascherare!!! Fai da
continuazione apparentemente colta al complottismo dei mass media quotidiani.”
- “Ma allora perché tutti o
tanti, interessati, a non far capire (dici tu) mi avrebbero attaccato.”
- “Teatrini. Ti hanno
attaccato sulle cazzate. Dialettica interna, ...interna alla congrega del non
far capire, di cui pure tu, caro NorbertoEcco, fai parte a pieno titolo. Nessun manovratore ti ha neppure pisciato.
C’è solo qualche manovale o qualche congrega che s’è offesa, o fa l’offesa per
convenienze di teatrino, per insulti, o apparenti tali, o supposti tali.
Paranoici veri o di comodo (mobilitati) che, per il solo fatto che fai dire
delle cose a dei personaggi, te le accollano. Scemotti che avrebbero preferito
le figurine a delle cose davvero gustose e godibili come quelle insulsaggini,
ma godibili, lo ripeto, ‘razziali’ che tanto, se uno ci crede, non leggerà mai
tuoi libri, o, se uno non ci crede, o anche se ci crede perché le legge, non è
che ne sarà spinto a fare chissà cosa. Nessuno passa all’azione per aver letto
delle cose. I processi cerebrali, e le connessioni tra cerebro ed azione, seguono
logiche differenti. Nazismi, comunismi, fascismi, milizie, squadroni delle
morte inglesi o dell’FBI o della CIA, non hanno alcuna connessione con romanzi,
pregiudizi, o libelli. Se proprio pensano di averne bisogno, di penne al soldo,
e pure abili, le trovano in qualunque quotidiano. Ma si sbagliano. Certo, se
fanno operazioni di terrorismo sociale, hanno bisogno del giornalista-scrittore
abile e suggestivo per titoli ed articoletti. Ma quando pagano professori e
scrittori, buttano solo via soldi. Non serve. Nessun genocidio deve essere
giustificato. Le giustificazioni tradiscono debolezza. E, comunque, la realtà
si giustifica sempre da sola.”
- “Ma tu non l’hai visto il
rav capo mentre...”
- “Maddai! ...Uno scemo che,
se fosse stato serio, ti avrebbe ‘confessato’ che lui sognava di farsi
dittatore del mondo e magari ti avrebbe offerto dei dolcetti gustosissimi e,
dopo che ti eri trangugiati, ti avrebbe confessato di averli impastato col sangue
d’un bimbro cristiano che si teneva nel frigoriferi sezionati in piccoli pezzi.
Davvero... Se quello fosse stato serio, si sarebbe preso gioco di te. Avrebbe
scherzato. Ti avrebbe inondato di sciocchezze che loro chiamano antisemite... Un
vero ebreo avrebbe scherzato sul tuo libro. Eppoi, un vero ebreo non sarebbe
venuto a discutere con te... Non per i media. Non per il teatrino. Maddai! Uno
che ti salta agli occhi è perché o è scemo perso oppure l’ha reclutato
l’editore per vendere. Poi chiameranno te per far l’offeso quando lui o prossimo
scriverà un libro sui complotti cristiani o laici per dominare il mondo.”
- “E tu non lo sai che i
gesuiti...”
- “Mavva... Ecché, non lo
ho visti i cattolici offesi?! Ecché, è un mistero che tutti i religiosi del
mondo si rivolgano certo a tutti, ma lo sappiano bene che vale chi ha più soldi
e potere, per cui cercano, come tutti, chi ne abbia?! Un gesuita si occupa dei
poveri e dieci dei ricchi. Ecché i francescani nelle SS, od i rabbini, gli
iman, o chiunque in qualunque angolo del mondo o congregazione sono differenti?!
Se tu hai scritto di quel periodo ti sei avvalso dei materiali del periodo
storico e dei relativi pregiudizi. La ricerca storica tua è accuratissima,
accuratissima come ricerca su carte note. ...È la letteratura che è... Come
dire? ...Legata... Ecco, è legata, ingessata. Lo spiega a lungo il Leopardi
quando scrive, per sé, nello Zibaldone,
che quello che scivola come banale ma godibile e naturale, è proprio quando c’è
una tale sofisticazione e, dunque, abilità, nell’autore, che non la si
percepisce. Quando l’autore è oppresso dalla tua cultura, dai tuoi dettagli,
dalla tua pedanteria, non è colpa del fatto che sei accuratissimo. La colpa, l’inesperienza
in realtà, è che lo si veda. Quello che è legittimo in un verbale di polizia o
militare, o nell’opera di un sapiente e per sapienti, non lo è in un’opera
letteraria. Un’opera letteraria può essere pure difficile, difficilissima come
linguaggio, come molte opere poetiche talvolta sono. Quando non scorrono,
invece, è che l’autore non ha, ...come dire?..., non ha digerito la sua
cultura. E te lo dico io che quando scrivo sono spesso legnoso. A quel punto, è
meglio, od anche più grande, grande o grandissimo, un autore anche ignorante ma
che scorra e che presenti delle scene, sensazioni, simbolismi e tutti gli ingredienti
letterari in un prodotto di qualità, piuttosto che un autore coltissimo, un
genio, ma che, alla fine, non sappia scrivere.”
- “Ecco, ed io non saprei
scrivere?! No, dai!!! Questo proprio...”
- “Ed invece, è proprio
quello che ti sfugge. Sei un genio che scrive benissimo da professore, da
erudito, da presentatore di una ricerca specialistica per specialisti. Ma il
fatto stesso che si veda che hai fatto una ricerca accuratissima, e su mille
dettagli e precissimi (precisissimi come dettagli da libri), è proprio perché,
dove poi dovrebbe fluire come del petrolio raffinato, escono invece dei rutti
di fanghiglia. Il petrolio grezzo introdotto nella raffineria è il migliore al
mondo, forse o sicuramente. La raffineria non ha funzionato. Per cui, invece
che ottimo carburante esce ottimo petrolio grezzo. Se la raffineria funziona,
magari da scarso petrolio grezzo esce ottimo carburante. Il punto è proprio
questo.”
- “Ed allora perché ho
milioni di lettori?”
- “...Milioni di
acquirenti... Perché eri già famoso come professore ed intellettuale. Ti hanno poi
montato come scrittore. Ti hanno fatto pubblicità industriali. I milioni di
libri ti sono entrati nel curriculum vitae. Uno che compra un tuo libro, o non
lo legge, o, se lo legge e non gli piace, ti ha comunque ‘letto’, nel senso che
ha messo il libro nella sua libreria o magari lo lascia in giro per far vedere
che ce l’ha, il libraio l’ha visto che lo comprava etc. etc.... È come
ragazzette che fanno a gara a farsi scopare dal bello, o ricco, o col
macchinone, o dal più teppa, o della scuola o del quartiere, e quello è uno che
viene subito e non le fa godere, ed attacca loro pure lo scolo, eppure tutte o
molte fanno la gara a farsi sverginare da quello e proprio da quello e
continuano ad andare, per un periodo, solo con quello, che le ripassa o una
volta la settimana od al mese e che racconta ad ognuna che proprio con lei viene
subito perché s’eccita troppo... In realtà, non è capace ed ha l’eiaculazione
precoce. Siccome, tanto fanno tutte a gara a farsi scopare da lui, non è che lui
poi se ne preoccupi troppo. Le sborra in fretta. Racconta ad ognuna che è
perché lei è troppo bella. Quella non gode eppure continua a farsi scopare da
quello che intanto attacca pure a tutte qualche scolo, dato che andando con
tutte, inesperte ed espertissime, e senza condom... Perché allora vanno con
quello? Ma perché è quello con cui fa chic farsi trombare, o perché s’atteggia,
o perché è grande o perché tutte dicono che è bello o perché è ricco o perché è
un nome. Si fanno trombare da quello per far sapere alle altre ed agli altri
che si sono fatte trombare da quello che tromba tutte. Insomma, acquistano,
andando con quello, un valore simbolico. Come quando compri un capo o delle
scarpe di una certa marca, eppure fanno schifo, però fa super acquistare
proprio quella marca pur costosissima. Son le mode. Compri l’immagine. Per cui
che quello le svergini, le sborri e continui a sborrarle senza che loro (o
parte di loro) non provino nulla ed attacchi loro pure qualche scolo o peggio,
diviene alla fine secondario. Si compra, o si prende a prestito, un tuo libro
per un qualche stato di fatto od abilità di marketing. Se poi non piace, lo si
dica o non lo si dica, è secondario, anzi, inessenziale. Tu sei un genio ed un
grande scrittore. Se all’acquirente non piace, si dice che il difetto è suo.
Invece, io me lo son goduto. Ma non è un capolavoro letterario. Ed è proprio
legnoso. A me è interessato, ma non come pezzo letterario. Uno che compri un
romanzo, ...ecco, se ti compra ha sbagliato acquisto. La pubblicità gli ha
detto che il grande capolavoro del secolo era arrivato. Era pubblicità
ingannevole. Nulla di male. Anzi, male perché hanno pure presentato il libro in
modo che anche ad uno fosse piaciuto, con una pubblicità più modesta, poi non
piace perché la pubblicità, mal fatta, s’è pure inventata una trama, troppo
cinematografica e d’azione, che non esiste. Non è, qui, colpa del libro, che
anzi è meglio della pubblicità troppo ramboesca. Alle carenze letterarie, non
di contenuto, beh anche di struttura perché la scienza del complotto non c’è o
non si vede... ...alla carenze letterarie, si combina una pubblicità che crea
aspettative da film d’azione che un libro di quel genere neppure dovrebbe e
potrebbe avere. Il tipo di pubblicità non t’aiuta. Chi l’ha confezionata non
deve neppure essersi fatto raccontare bene il contenuto. E non è che avresti
venduto meno con una pubblicità magari non meno suadente, ma meno ramboesca.
Certo, il libro era sempre lo stesso, ma magari, forse, ci sarebbe stato,
chessò, un coefficiente di soddisfazione appena maggiore. All’editore, né allo
scrittore, questo magari interesserà. Suppondo si guardino le vendite.
Improbabile indagare chi l’abbia letto e se ad uno sia veramente piaciuto. Una
sverginata e trobata senza goderci, dirà a tutti od a quasi tutti che ha
orgasmi da favola... Molti diranno lo stesso del tuo libro, mutatis mutandis. A
me piace più così, visto che l’immagine (venduta dai pubblicitari) dell’agente
segreto grande falsario che distribuiva falsi come documenti su tutto
l’universo m’era sembrata troppo non credibile. Mentre così come davvero
presentato, se si legge il libro, è tutto possibile sebbene non mostri nulla ai
pochissimi già sappiano tutto sulla struttura dei complotti e si leggano la tua
opera con spirito critico, dunque per apprendere meglio la storia dell’epoca
trattata, non per puro godimento letterario. Non so se sia neppure vero che il
lettore si perda perché non conosca la storia dell’epoca, come qualcuno ha
avanzato chissà perché. Il lettore si perde in tutti i libri appena lunghi,
anche se il tuo non è lunghissimo. Non mi sembrano pagine pesantissime. Il
punto, lo ripeto, è che si vede che i materiali non siano stati digeriti nella
raffinazione, carente, dalla cultura alla forma letteraria. Mi lasciano
scettici pure i paragoni con Moravia od altri ed altre. Non li ho avuti ora
sott’occhio per far paragoni. Tu ti documenti, anche se nell’ortodossia. Loro
mettevano l’arte dello scrivere letterario al servizio di storie che non
contraddicessero ideologie partigianesche e para arco-costituzionalista
dell’Italiozia compradora ma che andava presentata, stile
fascista-postfascista, come grande paese. ...Dalla grande proletaria divenuta
pro-germanica, alla grande proletaria ritornata britannica con aggiunta
americana. Moravia orecchiava. Tu orecchi ma ti documenti pure meticolosamente
per dare al servaggio un’iniezione di scienze storiche e sociali.
Personalmente, alla fin fine, preferisco il tuo ‘nozionismo’ perché la
letteratura vera veicola messaggi subliminamente mentre, quando si danno
elementi di conoscenza, il lettore avvisato può anche farsi delle idee sue,
anche se le nozioni da te fornite restano a livello di vulgate correnti
senz’avventurarsi in storie più vere di quelle giudicate più o meno accettabili
dai padroni del mondo. Se uno passa le giornate in gozzovigli, ma sappia
scrivere di letteratura, trasforma magari le battute da bar, e salotto e
gozzoviglio, in materiali letteriamente godibili. Se uno sa scrivere, ma da scienziato,
trasformare la scienza in letteratura-letteratura, romanzo, scorrevole è magari
più complicato od impossibile. Se tu ti fossi trovato a presentare quel ramo
del lago di Como che volge e mezzogiorno e c’avessi messo, latitudine,
longitudine, colori da google maps, le costruzioni dettagliate degli ultimi
millenni, i nomi differenti nella storia universale, migrazioni, storia
economica dei luoghi... Uno può pure metterle tutte quelle cose. Dipende dalla
tecnica, forse dalla diluizione
indispensabile. Messe come Bignami... ...e se poi la cosa si ripete e si
ripete... ...Ecco, si vede la ricerca, che è proprio quello non si deve vedere
e non si deve far gravare sul lettore in un romanzo. La letteratura storica
russa, quella almeno che conosciamo, non è che sia storicamente imprecisa,
credo. Ma mi sembra che s’evitino, se non erro, di riportare i libri mastri
della contabilità di uomini, animali, mezzi e materiali; oppure, in un
Solzhenitsyn, uno lo sa che si trova spesso di fronte ad una microcronaca storica,
fitta, fittissima, che nulla lascia al romanzo (almeno in Archipelago Gulag),
leggera alla lettura solo in qualche raccontino breve. Se, invece, tu trovi
queste informazioni, le metti. Se non le trovi subito, le cerchi finché non le
trovi per metterle. Ottimo, in saggi scientifici paralleli mentre scrivi il
romanzo. Disastroso nel romanzo, salvo farne dieci o cento o mille ...con quei
materiali distribuiti, ...non concentrati in uno. Per quello, insisto sul
genio, che non è ironia, semmai metafora, ma comunque realtà. Però, un romanzo
vuole sia di meno che di più allo stesso tempo. Meno non come
scienza-conoscenza. Meno come espressione formale della propria conoscenza.
Semmai, se si vuole trasmettere tutta la propria conoscenza, se ne fanno dieci
o cento o mille, di libri. Tuttavia, con naturalezza, quella naturalezza che è sapienza
espressiva. Il Leopardi direbbe, non lo cito ma ne interpreto il messaggio per quel
che ricordo, che il lettore si deve trovare di fronte ad un bello così naturale
che non immagini nemmeno quanto sia sofisticato ed elaborato nella fase della
produzione-costruzione dell’autore e dell’opera. Un tale scrittore si trova ad
usare i codici espressivi con una tale bellezza per il lettore che gli sgorga,
alla fine del processo formativo, tutto così naturalmente dalla penna che la
fatica dell’apprendimento, salvo uno che sia nato già col genio, non v’è più
nel piacere di scrivere né grava sul lettore che percepisce solo una naturale
bellezza dell’opera. Come uno che, con quattro sapienti colpi d’accetta, ti
crei come per incanto uno sgabello perfetto contrapposto ad uno che continui a
menare d’ascia e ti fornisca solo un cosa quasi inutilizzabile e sbilenca. Il
tuo legno era migliore. Magari pure l’ascia. Tu non eri adatto a creare uno
sgabello. Potevi creare cose più elaborate ma non un semplice sgabello.”
- “Bbb, ddd, ddd, bbb, ddd,
di, bb, dim, bbb, dimmi tu che cosa dovevo fare... ...Dimmelo... ...ttt, ti,
ttt, ti pre..., no, lo esigo... ...Sì... Sì! Lo esigo! Lo esigo!!! Devi dirmi
cosa avrei dovuto fare! Dimmelo! Dimmelo! Devi dirmelo!!! Dirmelo! Ora!!!”
Sembrava che NorbertoEcco stesse per stramazzare al suolo. O lanciarsi
contro una vetrina del locale per uscirne con la gola tagliata e le testa che,
già rossissima s’infilava nella camicia, scoppiasse del sangue che doveva comprimerlo
fino al petto ed oltre.
- “NorbertoEcco carissimo, lo sai ora che
faccio? Pubblico in rete questa nostra conversazione per come riesco a
ricostruirla. Viene magari fuori un mattone illeggibile. Dato che sono io che l’avrò scritta per
la pubblicazione, anche se solo per un pugno di internettari che neppure si
soffermeranno su tutto il testo e non per milioni di acquirenti come nel caso
del tuo romanzo, mi potrai magari dire ben di peggio di quello che io ho
cercato di dire ora senz’alcuna intenzione di criticare nessuno ma solo di
valutare un prodotto.”
- “Eggià, te la cavi!
...No! No!!! ...Lo esigo proprio! Devi dirmi! Devi dirmi!”
- “Carissimo NorbertoEcco, ti sei mai interessato
di demonologia?”
- “Che fai, cambi argomento?!“”
- “No, è che ci siamo già
detti e ridetti tutto e pure di più.”
- “E che c’entra la
demonologia?”
- “Verresti a dormire nello
Starý Židovský Hřbitov?”
- “Come?!”
- “Sì, all’antico
cimitero...”
- “Io sono un laico! Non
credo a quelle cose!”
- “Ottimo. Ti fai una
dormita nel posto più bello di Praga!”
- “E se poi...”
- “NorbertoEcco... NorbertoEcco... Ma
allora ci credi...”
- “No, non ci credo.”
- “Allora vieni!”
- “E si dorme per terra?”
- “Mannò. Ti avvolgi un’accogliente
coperta, e ti sdrai su un’ampia e solida tomba... Le coperte me le faccio dare
qui. Il padrone di questo posto ne tiene sempre alcune per gli amici. Non che
io sia proprio amico-amico, qui, ...non sono un gran cliente..., ma a me,
comunque, un paio di coperte le dà.”
- “E se poi...”
- “Vado a farmi dare un
paio di coperte.”
BaruchSchlosser
andò, le chiese e, mentre
raccoglieva velocemente le sue cose, il proprietario del locale andò in un
ripostiglio a prendere un paio di coperte pulite e ripiegate che gli portò in
un paio di ampi sacchetti di plastica. Seguì poi il proprietario, che lo aiutò,
con le sue cose, per farsele tenere fino a quando fosse ripassato a ritirarle.
- “Dai, NorbertoEcco, andiamo!”
Gli dette una delle due
coperte e gli allungò pure una boccetta di unguento.
- “NorbertoEcco, prendi una di queste.”
- “Che cosa è?”
- “Un unguento.”
- “Che me ne faccio?”
- “Sono due parti di
incenso, una di mirra, una parte di pimento, una goccia di chiodo di garofano.
Va bene giusto negli sabbath per favorire la comunione con le divinità.”
- “A me non servono...”
- “Tienila. Ha un buon
odore.”, disse BaruchSchlosser
mentre si incamminava.
NorbertoEcco
lo seguì chiaramente perplesso.
Una
passeggiata di un paio di chilometri, forse appena meno, pressochè diritta, con
qualche rara svolta per adattarsi all’andamento delle strade, tuttavia per
nulla ingarbugliate lungo quel percorso verso nord-ovest. Nel fresco non
pungente della notte, fu un’esperienza del tutto rinvigorente dopo quella lunga
conversazione di nulla e di tutto.
BaruchSchlosser
camminò veloce e piacevolmente disteso. Al contrario, NorbertoEcco, distrutto dal
prima e perplesso per il dopo, era in un silenzio teso e preoccupato.
Non
ebbero bisogno di girare attorno allo Starý Židovský Hřbitov, perché arrivati alla
sinagoga Pinkas, con quel suo misto di antichità e di contemporaneità, a lato
d’essa qualcuno aprì una porta a BaruchSchlosser, che era evidentemente noto ed uso a quei
luoghi, passarono veloci attraverso alcune porte e locali, e si ritrovarono nel
cimitero soli ed al buio, con la sola illuminazione delle stelle che era
comunque sufficiente. NorbertoEcco seguì BaruchSchlosser che si addentrava e
scelse due tombe, prossime l’una all’altra, dove era possibile distendersi, sì
da non lasciare NorbertoEcco solo in quel luogo che chiaramente lo metteva a
disagio.
- “Ecco, caro NorbertoEcco, puoi stendere la
tua coperta, che è pure abbastanza grande per non lasciare la testa fuori sulla
pietra. Anzi, se ami la testa rialzata e se t’ingegni puoi ripiegare il bordo
superiore sì da farti come un piccolo cuscino. Secondo le pratiche cabalistiche
di base per queste cose, che in questo sono come lo yoga o qualunque
rilassamento, puoi metterti supino, disteso comodo, senza gambe o piedi
accavallati che danno una sensazione di apparente comodità mentre in realtà
tendono il corpo e dunque lo spirito, e con le braccia stese ed appena
divaricate. Vuota la mente e...”
- “Perché proprio queste
due tombe?”
- “Dio è dappertutto. Ah,
se tu vuoi fare il ‘laico’, allora non è in nessun luogo. Che differenza fa.”
- “Ma allora che senso ha
un cimitero ebraico. Potevamo restare dov’eravamo.”
- “Esatto!”
- “...Ma... ...Ma... allora
non capisco... ...Perché mi hai parlato di demonologia e poi... ...e poi, qui,
in questo cimitero...”
- “Oh, caro NorbertoEcco... ...Le persone
interpretano ruoli, si inventano categorie... ...La sai la verità? ...Di tanto
in tanto mi piace immergermi nello spirito dei tempi e questo luogo è nel mio
immaginario...”
- “Perché mi hai parlato di
demonologia?”
- “I demoni esisono e non
esistono... Ne esistono di tante varietà. Ci sono quelli dentro di noi.
...Esistono pure quelli che sfuggono ad ogni razionalizzazione e si manifestano
quando vogliono manifestarsi, anche in modo orrido. Non è come al cinema. È
peggio, quando vogliono apparire. A volte di possono evocare. Spesso è
pericoloso se compaiono...”
A NorbertoEcco, quel luogo e di notte
proprio non piaceva. Aveva subito perduto quell’improvvisa baldanza ed, alla risposta
di BaruchSchlosser, si era riallarmato, ...allarmato allarmatissimo.
- “E se questa notte
arrivano qui...”, se ne sbottò NorbertoEcco.
- “Se li sai evocare o se
loro vogliono interagire con te...”, buttò lì BaruchSchlosser. E si distese sulla
tomba avvolto nella coperta lasciata tuttavia larga per permettere al corpo di
stendersi e distendersi senza costrizioni.
- “Voglio andar via! Voglio
andar via! Se qualcuno mi vede qui a demonologizzare tra le tombe... No! No!
Non posso farlo, ...io!”, sbottò alterato. E si mise a correre da dove erano
venuti. Passò una porta ma trovò la successiva chiusa. Per cui non gli restò
che sedersi, per sua fortuna in un locale con la luce, ed attendere.